Metodo SAITO #1 · Morihiro Saito invece ha capito che senza un metodo rigoroso di apprendimento,...

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Metodo SAITO #1 Sono allievo di Morihiro SAITO Sensei dal 1986 : Ho passato migliaia e migliaia di ore ad allenarmi a Iwama, d’estate e d’inverno :

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  • Metodo SAITO #1 Sono allievo di Morihiro SAITO Sensei dal 1986 :

    Ho passato migliaia e migliaia di ore ad allenarmi a Iwama, d’estate e d’inverno :

  • Tenendo in mano l’arma dello stesso O Sensei ho pensato che forse anche gli oggetti esanimi hanno un’anima…

  • L’esempio veniva dall’alto :

  • Ho lavorato nei campi aiutando Saito Sensei, ho vissuto senza comodità alcuna, per ricevere il suo insegnamento :

    Ho spesso pranzato e cenato insieme a Saito Sensei a Iwama e ho imparato tanto da quegli incontri:

  • Ho vissuto a lungo nella casa del Fondatore di Aikido :

  • Ho messo in ordine la biblioteca di O Sensei e piegato il suo hakama. Ho fatto il mio meglio per manifestare il più profondo rispetto per lui :

  • In breve, ho fatto una lunga strada dall’occidente verso l’oriente per vivere nel dojo di Morihei Ueshiba, per impregnarmi dello spirito che regna in quel luogo e per comprendere, nei limiti delle mie possibilità, lo spirito dell’antico Giappone:

    Perciò anche Saito Sensei è partito dall’oriente verso l’occidente. È stato mio ospite ad Antibes, nel 1989 :

  • Ho invitato per presentargli anche il mio primo maestro, Tamura Sensei :

    È passato del tempo e Saito Sensei mi ha assegnato cinque Mokuroku d’Aiki-Ken e Aiki-jo e il 6˚ Dan :

  • Quindici mesi prima della morte mi mandò questa lettera dichiarandomi la sua fiducia. Per me questa lettera ha più valore di qualsiasi titolo o riconoscimento :

  • A qualcuno tutto questo può apparire insignificante. Ma non lo faccio solo per farmi avanti. C’è una ragione. È che sto per cominciare un lavoro altamente delicato con questo primo articolo: cercherò di spiegare perché Saito Sensei ha creato il metodo di insegnamento mentre O Sensei non lo aveva fatto, e quali sono le conseguenze della creazione di tale metodo nella pratica dell’Aikido.

    Per iniziare, vorrei oppormi alla prima delle critiche che mi si rivolgeranno: che non sono sufficientemente qualificato per parlare. Io ho appreso il metodo di Saito Sensei stando con lui a Iwama, allenandomi accanto a lui, giorno per giorno. Lo sto trasmettendo ai miei allievi da 27 anni e lo conosco come il pianista le sue scale. Quelli che non hanno avuto occasione di lavorare com me sul tatami, si dovranno convincere dai fatti e dai documenti che sto per riprodurre. E chiedo scusa che li sto rovesciando un po’ come un fruttivendolo le sue verdure. Prima di cominciare vorrei dire una cosa essenziale, da tenere in mente durante la lettura di tutti gli articoli che seguiranno: Il metodo elaborato da Saito Sensei mostra chiaramente quanto siano creati intelligentemente i meccanismi con i quali il corpo acquisisce la tecnica. Questo metodo è estremamente efficace per apprendere rapidamente e con la massima precisione gli elementi fondamentali che costituiscono i movimenti di Aikido. È importantissimo utilizzare, trasmettere e preservare questo metodo. Gli accorgimenti che seguiranno possono fare pensare che io sia critico nei confronti di questo metodo e ne stia addirittura prenderdo delle distanze. È una sensazione che non corrisponde alla realtà, e non mi stancherò a ripetere che questo metodo è lo stumento migliore di cui disponiamo, per condurre un principiante sul cammino di Aikido. Dobbiamo ricordarlo sempre. Altrimenti meglio non leggere gli articoli che seguono.

    Dunque, cosa era accaduto ? Morihei ueshiba ha fondato Aikido.

  • Morihiro Saito invece ha capito che senza un metodo rigoroso di apprendimento, l’Aikido sarebbe andato perso dopo poco la morte del suo fondatore, O Sensei. Perciò ha creato il metodo.

    Però l’Aikido è un concetto troppo profondo e vasto. Dunque il metodo di insegnamento, pur il più geniale ed efficace, è solo frutto inevitabile delle scelte pedagogiche, una semplificazione, un quadro, un limite, che non potrà mai contenere totalmente le smisurate complessità di Aikido. E conoscendo bene il metodo, sapendo bene i suoi limiti e le sue parti ombrose, capisco che non conviene fare concentrare l’attenzione dei principianti sui limiti. Un principiante deve ripetere movimenti senza alcun dubbio. Ma guardando gli amici che insegnano con metodo Saito, anche i piùbravi spesso non fanno differenza tra l’Aikido e il metodo di insegnamento di Aikido. Ho la sensazione che ci sia una confusione tra l’obiettivo posto da Saito Sensei e il mezzo da lui indicato per il raggiungimento di tale obiettivo. Penso che quello che molti maestri chiamano Aikido non è altro che il metodo, praticato sempre meglio, con più rapidità e con una maggiore abilità. Tale approccio, tale visione non ha futuro e causa la delusione e l’abbandono di allenamento in nove casi su dieci. Il metodo è solo l’esercizio preparativo per l’Aikido, ma non èAikido. Il metodo è una cazzuola nella mano del muratore. Aikido invece è il tempio. Non possiamo confondere il tempio con la cazzuola del muratore che lo costruisce.

    Ora farò ciò che nessuno ha mai fatto prima: Mi addentro nel metodo e vi mostro come e perché il metodo non può essere Aikido. Ovviamente è un’opera pericolosa, in quanto potrebbe condurre a pensare che si possa fare a meno del metodo. Ma sarebbe un errore gravissimo come quello dei tanti praticanti di Aikido che, prima di aver acquisito le tecniche di base, cercano di apprendere le contro-tecniche. Questa impresa potrebbe addirittura sciogliere qualche dojo, recare danno al bellissimo lavoro svolto da Saito Sensei, al senso della sua vita. Potrebbe perfino deviarci dalla pista tracciata da O-Sensei. Allora, mi si chiederà, perché lo stai facendo? Lo faccio perché questo lavoro, prima o poi, deve essere fatto, indipendentemente dai rischi che si corrono. Il pericolo del metodo sta nel confondere lo strumento e l’obiettivo. Questo è il pericolo di Iwama RYU. E il pericolo della non-esistenza del metodo sta nel chiamare Aikido gli obiettivi che sono fantasia pura: la morte di Aikido, l’Aikido moderno. C’è un passaggio tra Cariddi e Scilla? Non lo so, ma ci dirigo la mia barca. Sarà quel che sarà. Non si trova l’isola del tesoro senza bagnarsi un po’ le natiche.

    Philippe Voarino Giovedi, 9 maggio 2013