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2003 Mauro Teodori - Tutti i diritti riservati 1 LA CURA DELLA VISTA IMPERFETTA PER MEZZO DEL TRATTAMENTO SENZA OCCHIALI “The Cure of Imperfetc Sight by Treatment Without Glasses” Del Dr. W. H. BATES CENTRAL FIXATION PUBLISHING CO. NEW YORK CITY Copyright 1920 Del Dr. W. H. BATES Stampa di Thos. B. Brooks, inc NEW YORK Mauro Teodori Ver. 1.0 11-2003 [email protected] Traduzione di Giada Bortolini e Mauro Teodori Tutti i diritti sono riservati e tutelati a norma delle vigenti leggi. Nessuna parte di quest’opera può essere copiata o riprodotta senza l'esplicito consenso scritto dell’autore.

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migliorare la vista

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2003 Mauro Teodori - Tutti i diritti riservati1

LA CURA DELLA VISTA IMPERFETTAPER MEZZO DEL TRATTAMENTO

SENZA OCCHIALI“The Cure of Imperfetc Sight by Treatment Without Glasses”

Del Dr. W. H. BATES

CENTRAL FIXATION PUBLISHING CO.NEW YORK CITY

Copyright 1920Del Dr. W. H. BATES

Stampa di Thos. B. Brooks, incNEW YORK

Mauro Teodori Ver. 1.0 11-2003 [email protected] di Giada Bortolini e Mauro Teodori

Tutti i diritti sono riservati e tutelati a norma delle vigenti leggi.Nessuna parte di quest’opera può essere copiata o riprodotta senza l'esplicito consenso scritto dell’autore.

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- William H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

IL PRINCIPIO FONDAMENTALE

Non riesci a leggere bene? Quando guardi la prima parola o la primalettera di una frase non vedi meglio ciò che stai guardando, ma vediin modo migliore altre parole o altre lettere? Noti anche che più tisforzi di vedere, peggio ci riesci?Ora chiudi gli occhi e riposali, ricordando qualche colore che ti riescafacile, come il bianco o il nero. Tienili chiusi finché si sentirannoriposati, o finché la sensazione di tensione sarà completamentealleviata. Ora aprili e guarda la prima parola o lettera di una frase peruna frazione di secondo. Se sei stato in grado di rilassarti,parzialmente o completamente, avrai un flash di visione migliorata odistinta, e l’area che vedi meglio sarà più piccola.Dopo aver aperto gli occhi per questa frazione di secondo, chiudiliancora rapidamente, ricordando ancora il colore, e tienili chiusifinché li sentirai di nuovo riposati. Poi aprili di nuovo per unafrazione di secondo. Continua questo riposo alternato degli occhi edai un’occhiata alle lettere, scoprirai presto di riuscire a tenere gliocchi aperti più a lungo di una frazione di secondo senza perdere lavisione migliorata.Se hai problemi con la visione da lontano anziché con quella davicino, usa lo stesso metodo con le lettere distanti.In questo modo puoi dimostrare il principio fondamentale della curadella vista imperfetta senza occhiali.Se non ci riesci, chiedi a qualcuno che abbia una vista perfetta diaiutarti.

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FERDINAND VON ARLT(1812-1887)

Insigne oftalmologo Austriaco, professore di patologia oculare a Vienna, ritenne per un periodo che l’accomodazione fosse prodotta dall’elongazione dell’asse visivo, ma alla fine accettò le conclusioni di Cramer e Helmholtz.

Su una tomba nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze fu trovata un’iscrizione che diceva:“Qui giace Salvino degli Armati, inventore degli occhiali. Possa Dio perdonargli i suoi peccati”

Nuova Enciclopedia Italiana, sesta edizione.

Questo libro è dedicato, con gratitudine, alla memoria dei pionieri dell’oftalmologia.

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PREFAZIONE

Questo libro vuole essere una collezione di fatti e non di teorie, efinché lo è, non temo di cadere in contraddizioni di successo.

Quando offro delle spiegazioni lo faccio con considerevoletrepidazione, perché non sono mai stato in grado di formulare una teoriache superasse la prova dei fatti in mio possesso al tempo, o accumulatipiù tardi. Lo stesso si può dire delle teorie di ogni altro uomo, perché lateoria è solo un’ipotesi, e non si può ipotizzare o immaginare la verità.Nessuno ha mai dato una risposta soddisfacente alla domanda“Perché?”, come la maggior parte degli uomini di scienza sa, e nonsentivo di poter far meglio di altri che hanno tentato e fallito. È anchepossibile trarre conclusioni certe dai fatti, perché una conclusione èmolto simile a una teoria, e può essere confutata o modificata dai fattiaccumulati più tardi. Nella scienza dell’oftalmologia le teorie, spessopresentate come fatti, sono servite ad oscurare la verità e a scoraggiarela ricerca per più di cento anni.

Le spiegazioni dei fenomeni delle vista presentate da Young, vonGraefe, Helmholtz e Donders ci hanno fatto ignorare o spiegare in altromodo una moltitudine di fatti che altrimenti avrebbero portato allascoperta della verità sugli errori di rifrazione e alla conseguenteprevenzione di un ammontare incalcolabile di sofferenza umana.

Nel presentare il mio lavoro sperimentale al pubblico, desideroringraziare sentitamente la signora E. C. Lierman, la cui cooperazionedurante quattro anni di ardue fatiche e prolungati fallimenti ha resopossibile portare il lavoro ad un risultato soddisfacente. Vorrei ancheavere il piacere di ringraziare altri che mi hanno aiutato consuggerimenti o più direttamente con la loro assistenza, ma non possofarlo perché mi hanno chiesto di non menzionarli in questaconnessione.

Poiché c’è stata una forte richiesta del libro da parte dei profani, èstato fatto uno sforzo per presentare l’argomento in modo da esserecomprensibile alle persone che non hanno familiarità conl’oftalmologia.

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CONTENUTI

Prefazione - Pag.4

CAPITOLO IIntroduzione - Pag.12Diffusione degli errori di rifrazione - Si crede che siano incurabili e praticamente non prevedibili - L’occhio considerato

come un errore di Natura - Fatti che sembrano giustificare questa conclusione - Fallimento di tutti gli sforzi di prevenire losviluppo dei difetti visivi - Futilità dei prevalenti metodi di trattamento - Conflitto dei fatti con la teoria dell’incurabilitàdegli errori di rifrazione - Questi fatti comunemente spiegati in altro modo o ignorati - L’autore non riesce a ignorarli o adaccettare le correnti spiegazioni - Alla fine deve rigettare le teorie accettate.

CAPITOLO IIRetinoscopia simultanea - Pag.19Retinoscopia, la fonte di molte informazioni presentate in questo libro - Cos’è il retinoscopio - Le sue possibilità non

realizzate - Usato comunemente solo sotto condizioni artificiali - Usato dall’autore sotto le condizioni di vita normale sugliesseri umani e sugli animali inferiori - In questo modo furono scoperti nuovi fatti - Conflitto di questi fatti con le teorieaccettate - Investigazioni risultanti.

CAPITOLO IIIProva della accettata teoria sull’accomodazione - Pag.21Sviluppo della teoria - Comportamento del cristallino nell’accomodazione come notato da Helmholtz - Accettazione

generale di queste osservazioni come fatti - Abbandono di Arlt della vera spiegazione dell’accomodazione - Incapacità diHelmholtz di spiegare in modo soddisfacente i supposti cambiamenti di forma nei cristallini - Domande ancora senzarisposta - Accomodazione apparente negli occhi senza cristallino - Teorie curiose e non scientifiche avanzate per sostenerla- Produzione volontaria di astigmatismo - Impossibilità di riconciliarla con la teoria di un globo oculare non estensibile.

CAPITOLO IVLa verità sull’accomodazione dimostrata dagli esperimenti sui muscoli oculari di pesci, gatti, cani,

conigli e altri animali - Pag.27Funzioni discusse dei muscoli esterni - Una volta erano considerati come possibili fattori di accomodazione - Idea

abbandonata dopo le supposte dimostrazioni che l’accomodazione dipende dal cristallino - Esperimenti dell’autoredimostrano che l’accomodazione dipende interamente da questi muscoli - Accomodazione impedita e prodottavolontariamente tramite loro manipolazione - Anche errori di rifrazione - I muscoli obliqui dell’accomodazione - I retticoinvolti nella produzione di ipermetropia e astigmatismo - Nessuna accomodazione con un obliquo tagliato, paralizzato oassente - Paralisi dell’accomodazione in animali da esperimento ottenuta solo con l’iniezione dell’atropina in profonditànell’orbita, così da raggiungere i muscoli obliqui - Accomodazione invariata con la rimozione del cristallino - Quarto nervocraniale comanda il muscolo superiore obliquo come nervo di accomodazione - Fonti di errore che si credono eliminatenegli esperimenti.

CAPITOLO VLa verità sull’accomodazione dimostrata da uno studio delle immagini riflesse da cornea, iride,

cristallino e sclera - Pag.35Fallimentare tecnica di Helmholtz - Immagine ottenuta col suo metodo sul davanti del cristallino non sufficientemente

distinta o stabile per essere misurata - Fallimento dell’autore nell’ottenere un’immagine affidabile con varie fonti di luce -Successo con una lampada da 1000 watt, diaframma e condensatore - Immagine fotografata - I risultati confermavanoprecedenti osservazioni - L’occhio cambia la sua forma durante l’accomodazione - Il cristallino non lo fa - Lo sforzo divedere da vicino produce ipermetropia - Lo sforzo di vedere da lontano produce miopia - Metodo per ottenere immaginidalla cornea.

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CAPITOLO VILa verità sull’accomodazione dimostrata dalle osservazioni cliniche - Pag.42Risultati del lavoro sperimentale confermati dalle osservazioni cliniche - Si suppone che l’atropina impedisca

l’accomodazione - Conflitto dei fatti con la teoria - Accomodazione normale osservata in occhi sotto l’influenzadell’atropina per lunghi periodi - La prova di questi casi contro le teorie accettate è schiacciante - Casi di accomodazione inocchi senza cristallino osservati dall’autore - Realtà dell’apparente atto di accomodazione dimostrata dal retinoscopio -Prova dalla cura della presbiopia - Armonia di tutte le osservazioni cliniche con la teoria dell’accomodazione e degli erroridi rifrazione presentata in questo libro.

CAPITOLO VIILa variabilità della rifrazione nell’occhio - Pag.44Si suppone che gli stati refrattivi siano permanenti - Il retinoscopio dimostra il contrario - La vista normale non è mai

continua - Gli errori refrattivi cambiano sempre - Condizioni che producono errori di rifrazione - Variabilità di statirefrattivi come causa di molti incidenti - Anche di molta confusione statistica

CAPITOLO VIIICosa ci fanno gli occhiali - Pag.46I peccati di Salvino degli Armati, ritenuto inventore degli occhiali - Come gli occhiali fanno male agli occhi - La vista non

è mai migliorata da loro fino al normale - L’occhio è rovinato da essi - Oggetti della visione distorti da essi - Sensazionispiacevoli prodotte - Campo di visione contratto - Difficoltà di tenere gli occhiali puliti - Riflessi della luce dalle lentifastidiosi e pericolosi - Inconveniente degli occhiali per le persone fisicamente attive - Effetto sull’aspetto personale - Losforzo muscolare non è alleviato - Benefici apparenti spesso dovuti alla suggestione mentale - Per fortuna molti pazienti sirifiutano di portarli - Nel miglior caso un sostituto insoddisfacente della vista normale.

CAPITOLO IXCausa e cura degli errori di rifrazione - Pag.49Tutte le azioni anormali dei muscoli esterni dell’occhio sono accompagnate da sforzo a vedere - Con il sollievo di questo

sforzo tutti gli errori di rifrazione scompaiono - Miopia (o diminuzione di ipermetropia) associata a sforzo di vedere dalontano - Ipermetropia (o diminuzione di miopia) associata con lo sforzo di vedere da vicino - Fatti facilmente dimostrati dalretinoscopio - L’effetto dello sforzo da vicino funge da apparente perdita di accomodazione nell’occhio senza cristallino -Origine mentale dello sforzo visivo - Effetto della civiltà sull’occhio - Animali inferiori affetti come l’uomo - Rimedio perliberarsi dallo sforzo mentale - Facile rilassamento temporaneo - Il rilassamento permanente può essere difficoltoso - Occhinon riposati dal sonno o stancati dall’uso - Riposati solo dal riposare la mente - Tempo richiesto per la cura.

CAPITOLO XTensione - Pag.55Fondamento dello sforzo di vedere - Visione passiva - Lo stesso è vero dell’azione di tutti i nervi sensori - La loro

efficienza è distrutta quando fatta oggetto di sforzo - La mente come fonte di tutti questi sforzi li trasferisce all’occhio - Losforzo mentale di qualsiasi tipo produce sforzo visivo - Questo sforzo prende molte forme - Risultati nella produzione dimolte condizioni anormali - Circolazione disturbata dallo sforzo - Circolazione normale ristabilita dal controllo mentale - Inquesto modo sono curati errori di rifrazione e altre condizioni anormali.

CAPITOLO XIFissazione centrale - Pag.58Il centro della vista - L’occhio normalmente vede meglio una parte di ogni cosa – La fissazione centrale è persa in tutte le

condizioni anormali dell’occhio - Causa di sforzo mentale - Con la fissazione centrale l’occhio è perfettamente a riposo -Può essere usato indefinitivamente senza fatica - Aperto e quieto - Nessuna ruga o occhiaia attorno ad esso - Assi visiviparalleli - Con la fissazione eccentrica di solito accade il contrario - La fissazione eccentrica è curata con qualsiasi metodoche allevi lo sforzo - Limiti della visione determinati dalla fissazione centrale - Disagi organici alleviati o curati tramite essa- Nessun limite può essere posto alle sue possibilità - Rilassamento porta ad efficienza e salute generali.

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CAPITOLO XIIPalming - Pag.61Rilassamento ad occhi chiusi - Con luce esclusa dal palmo delle mani (palming)- Prova del rilassamento completo nel

palming - Del rilassamento incompleto - Difficoltà nel palming - Come affrontarle - Futilità dello sforzo - Tutti i nervisensori rilassati dal palming - Dolore alleviato in tutte le parti del corpo - I pazienti, una volta ottenuto successo, sonofacilmente curati - Una minoranza non è aiutata e deve provare altri metodi.

CAPITOLO XIIIMemoria come aiuto alla visione - Pag.66Memoria come test per il rilassamento - Memoria di un punto nero adatta allo scopo - Applicazione di questo fatto al

trattamento per problemi funzionali degli occhi - La sensazione non è un indice affidabile di sforzo - Memoria del nero -Rende capaci i pazienti di evitare condizioni che producono sforzo - Condizioni favorevoli alla memoria - Ritenzione dellamemoria sotto condizioni sfavorevoli - Cura veloce col suo aiuto - Un grande aiuto ad altri processi mentali - Test di unaperfetta memoria

CAPITOLO XIVImmaginazione come aiuto alla visione - Pag.70Impressioni della retina interpretate dalla mente - Memoria o immaginazione normalmente usate come aiuto alla visione -

Nella vista imperfetta la mente aggiunge imperfezioni all’immagine retinica imperfetta - Solo una piccola parte deifenomeni degli errori refrattivi è dovuta all’inaccuratezza della focalizzazione - Differenza tra le fotografie quando lamacchina è fuori fuoco e le impressioni visive della mente quando l’occhio è fuori fuoco - Pazienti aiutati dal capire questofatto - Dipendenza dell’immaginazione dalla memoria - Coincidenza di entrambe con la vista - La perfetta immaginazione èdipendente dal rilassamento - Perciò l’immaginazione cura - Modo di utilizzarla per questo scopo - Cure notevoli effettuateper mezzo di essa.

CAPITOLO XVSpostamento e oscillazione - Pag.73Movimento apparente di oggetti visto come normale visione - Dovuto allo spostamento inconscio dell’occhio -

Impossibilità di fissare un punto per un’apprezzabile lunghezza di tempo - Abbassamento della vista nel tentativo di farlo -Incoscienza del normale spostamento - La sua incredibile rapidità - Fissare è un importante fattore nella produzione dellavista imperfetta - Tendenza a fissare corretta dallo spostamento conscio e realizzazione del movimento apparente risultanteda esso - Condizioni di successo tramite lo spostamento - L’oscillazione universale - Metodi di oscillazione - Cure effettuatecon questi mezzi.

CAPITOLO XVILe illusioni della vista imperfetta e normale - Pag.77Illusioni normali e anormali - Illusioni di colore - Di misura - Di forma - Di numero - Di luogo - Di oggetti non esistenti -

Di colori complementari - Del colore del sole - Punti ciechi - Stelle che brillano - Cause di illusione nella vista imperfetta -Produzione volontaria di illusioni - Illusioni di fissazione centrale - Illusioni normali di colore - Illusioni prodotte dallospostamento - La posizione verticale degli oggetti come illusione.

CAPITOLO XVIIVisione in condizioni avverse, un beneficio per gli occhi - Pag.80Idee errate sull’igiene oculare - Condizioni supposte pericolose possono essere un beneficio per l’occhio - Nessun

fondamento alla paura universale della luce - Fastidio temporaneo ma non pericolo permanente da esso - Beneficiorisultante dal guardare il sole - Dal guardare una forte luce elettrica - Non la luce ma l’oscurità è un pericolo per l’occhio -Contrasti improvvisi di luce possono essere benefici - Vantaggi del cinema - Benefici derivanti dal leggere caratteripiccolissimi - Leggere in veicoli in movimento - Distesi - Visione in difficili condizioni un buon allenamento mentale.

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CAPITOLO XVIIIOptimum e pessimum - Pag.85Tutti gli oggetti non sono visti ugualmente bene quando la vista è imperfetta - L’occhio ha il suo optimum e il suo

pessimum - Alcuni si vedono facilmente - Oggetti familiari optimum - Oggetti non familiari pessimum - Esempi dioptimum e pessimum - Variabilità di optimum e pessimum - Tabelle di solito un pessimum - Pessimum che il paziente nonè conscio di vedere - Pessimum associato con sforzo a vedere - Come il pessimum può diventare optimum.

CAPITOLO XIXSollievo del dolore e altri sintomi con l’aiuto della memoria - Pag.86Non si sente dolore quando la memoria è perfetta - Tutti i sensi migliorati - Efficienza della mente aumentata - Operazioni

eseguite sena anestetici - Disordini organici alleviati - Fatti non completamente spiegati, ma attestati da numerose prove -Possibile relazione del principio coinvolto nelle cure dei guaritori della fede e degli scienziati cristiani.

CAPITOLO XXPresbiopia. Sua causa e cura - Pag.89Fallimento della visione da vicino con l’avanzare dell’età - Supposta normalità di questo fenomeno - Punto di visione da

vicino che ci si aspetta a diverse età - Molti non rientrano negli standard - Alcuni non diventano mai presbiti - Alcunipossiedono visione normale per alcuni oggetti mentre presbiopica per altri - Primo e secondo tipo di casi spiegati in altromodo o ignorati - Terzo neanche osservato - Presbiopia sia prevenibile che curabile - Dovuta a uno sforzo di vedere davicino - Non è essenziale la connessione con l’età - Il cristallino può appiattirsi e perdere potere refrattivo con l’avanzaredell’età, ma non necessariamente - Incremento temporaneo della presbiopia con lo sforzo dal punto vicino - Temporaneosollievo chiudendo gli occhi o facendo palming - Permanente sollievo col permanente sollievo dallo sforzo - Come l’autorecurò sé stesso - Altre cure - Pericolo di mettere gli occhiali all’età presbiopica - Prevenzione della presbiopia.

CAPITOLO XXIStrabismo e ambliopia: loro causa - Pag.93Definizione di strabismo - Teorie sulla sua causa - Fallimento di queste teorie ad adattarsi ai fatti - Fallimento del

trattamento operativo - Stato della visione non un importante fattore - Ambliopia ex anopsia - Associazione con lostrabismo non invariabile - Supposta incurabilità - Guarigione spontanea - Curiose forme di doppia visione nello strabismo -Associazione invariabile di strabismo e ambliopia con sforzo - Invariabile sollievo seguente sollievo da sforzo - Produzionevolontaria di strabismo con sforzo.

CAPITOLO XXIIStrabismo e ambliopia: Loro cura - Pag.95Strabismo e ambliopia problemi puramente funzionali - Curati con qualsiasi metodo che sollevi lo sforzo - Rilassamento

qualche volta ottenuto con volontario incremento di strabismo, o produzione di altro tipo - Cura notevole effettuata inquesto modo - Sforzo alleviato quando il paziente è capace di guardare più vicino nella giusta direzione - Uso proprio di unocchio strabico incoraggiato dal coprire l’occhio buono - Bambini curati dall’uso dell’atropina in uno o entrambi gli occhi -Esempi di casi curati dall’educazione visiva.

CAPITOLO XXIIIMacchie fluttuanti: Loro causa e cura - Pag.98Macchie fluttuanti un comune fenomeno di vista imperfetta - Loro apparenza e comportamento - Teorie sulla loro origine

- Un campo fruttuoso per il business della medicina patentata - Esempi di un allarme senza ragione da esse causato -Possono essere viste a volte da tutti - Semplicemente un’illusione causata dallo sforzo mentale - Questo sforzo è facilmentealleviato - Casi illustrativi.

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CAPITOLO XXIVTrattamento a casa - Pag.100Molte persone possono curare sé stesse di vista difettosa - È necessario solo seguire poche semplici indicazioni - Come

testare la vista - Bambini che non hanno portato occhiali curati dal leggere la tabella di Snellen ogni giorno - Adulti nellastessa situazione traggono beneficio in breve tempo -I casi di adulti e bambini che avevano portato occhiali sono più difficili- Gli occhiali devono essere tolti - Come fare una tabella - Bisogno di un insegnante in casi difficili - Qualificazione di taliinsegnanti - Dovere dei genitori.

CAPITOLO XXVTrattamento per corrispondenza - Pag.101Trattamento per corrispondenza di solito giudicato ciarlataneria - Impossibile nel caso della maggior parte dei disturbi -

Gli errori di rifrazione, non essendo malattie, ammettono questo trattamento - Occhiali prescritti con successo per lettera -Poco spazio al fallimento nel trattamento per corrispondenza della vista imperfetta senza occhiali - Trattamento personalepiù soddisfacente ma non sempre possibile - Esempi di casi curati per corrispondenza - Bisogno di cooperazione deipraticanti locali in questo trattamento.

CAPITOLO XXVILa prevenzione della miopia nella scuole: metodi che sono falliti - Pag.103Una questione molto dibattuta - Letteratura sull’argomento voluminosa e inaffidabile - Tutto quello che è sicuramente

conosciuto - Studi di Cohn - Conferma delle osservazioni da altri ricercatori in America e Europa - Incremento di miopiadurante la vita scolastica attribuito esclusivamente al lavoro da vicino - Inadeguatezza di questa teoria - Fallimento dellemisure preventive basate su di essa - Nuove difficoltà - Il ruolo dell’eredità - L’adattamento naturale - Obiezioni a questeteorie - Perché tutte le misure preventive sono fallite.

CAPITOLO XXVIILa prevenzione e la cura della miopia e altri errori di rifrazione nelle scuole: un metodo che ha avuto

successo - Pag.106Produzione di sforzo visivo da oggetti non familiari - Sollievo da oggetti familiari - I fatti forniscono i mezzi di prevenire

e curare errori di rifrazione nelle scuole - Con questi mezzi i bambini spesso ottengono visione normale con incredibilerapidità - Risultati nelle scuole di Grand Forks, New York, e altre città - Miglioramento nella mentalità dei bambini comemigliora la vista - Riforma dei ribelli e degli incorreggibili - Ipermetropia e astigmatismo prevenuti e curati - Il metodo haavuto più successo con insegnanti che non portavano occhiali - Il successo sarebbe stato maggiore con un sistema educativopiù razionale - Diffusione della visione difettosa nei bambini americani - I suoi risultati - Praticamente tutti i casi sonoprevenibili e curabili - Economicità del metodo raccomandato - Non impone fatiche addizionali agli insegnanti - Non puòfar male ai bambini - Istruzioni per l’uso.

CAPITOLO XXVIIILa storia di Emily - Pag.110Cura di vista difettosa da parte dei pazienti curati - Cure di compagni, genitori e amici dagli scolari - Record notevole di

Emily - Un’illustrazione dei benefici che ci si possono aspettare dal metodo dell’autore di prevenire e curare la vistaimperfetta nei bambini.

CAPITOLO XXIXMente e visione - Pag.112La vista debole è una delle più notevoli cause del ritardo scolastico - Vi è più coinvolta che l’incapacità di vedere - Il

risultato di una condizione anormale della mente - Questo non può essere mutato dagli occhiali - La memoria è tra le facoltàostacolate quando la visione è difficoltosa - La memoria dell’uomo primitivo può essere dovuta alla stessa causa della suabuona vista - Un moderno esempio di memoria primitiva combinata con buona visione primitiva - Corrispondenza tradifferenze nella facoltà di memoria e differenze nell’acutezza visiva - Memoria e vista dei bambini rovinate dalla stessacausa - Entrambe dipendenti dall’interesse - Casi illustrativi - Tutte le facoltà mentali migliorate quando la visione divienenormale - Esempi di questo miglioramento - Sollievo dei sintomi di malattia con l’educazione visiva - I fatti indicano unastretta relazione tra i problemi della visione e quelli dell’educazione.

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CAPITOLO XXXVista normale e sollievo dal dolore per soldati e marinai - Pag.115Crescita del militarismo negli Stati Uniti - Richiesta di un addestramento militare universale - Mancanza di materiale

adatto a questo allenamento - La vista difettosa è il più grande impedimento alla formazione di un esercito efficiente -Nessun ostacolo è più facilmente rimosso - Programma per correggere i difetti di vista presentato al chirurgo ministero dellasanità durante la guerra - Non eseguito - Ora presentato al pubblico con alcune modifiche - Primo requisito, l’educazionevisiva in scuole e collegi - Educazione visiva nei campi di addestramento e al fronte, anche per coloro che hanno vistanormale - Come il sistema scolastico può essere modificato per l’uso militare e navale - I soldati non dovrebbero portareocchiali - Importanza dell’allenamento visivo per gli aviatori - Allenamento visivo per l’alleviamento del dolore.

CAPITOLO XXXILettere dai pazienti - Pag.117Ufficiale dell’esercito cura sé stesso - L’esperienza di un’insegnante - Effetti mentali della fissazione centrale - Sollievo

dopo venticinque anni - Cercando una cura per la miopia - Fatti contro teorie - Cataratta alleviata dalla fissazione centrale.

CAPITOLO XXXIIRagione e autorità - Pag.122Inaccessibilità della mente media alla ragione - Fatti screditati se contrari all’autorità - Pazienti screditano la propria

esperienza sotto questa influenza - Cura della cataratta ignorata dalla professione medica - Espulsione dell’autore dallascuola di specializzazione medica di New York per aver curato la miopia - L’uomo non è un essere razionale - Conseguenzeper il mondo.

LISTA DELLE ILLUSTRAZIONI

Frontespizio - Ritratto di Ferdinand von Arlt1 Abitanti della Patagonia2 Pigmei africani3 Mori delle Filippine4 Diagramma del globo ipermetropico, emmetropico e miopico5 L’occhio come macchina fotografica6 Indiani messicani7 Ainus, gli aborigeni abitanti del Giappone8 Il metodo usuale di usare il retinoscopio9 Diagrammi delle immagini di Purkinje10 Diagramma col quale Helmholtz illustrò la sua teoria dell’accomodazione11 Ritratto di Thomas Young12 Ritratto di Hermann Ludwig Ferdinand von Helmholtz13 Dimostrazione sull’occhio di un coniglio che il muscolo inferiore obliquo è un fattore essenziale nell’accomodazione14 Dimostrazione sull’occhio di una carpa che il muscolo superiore obliquo è essenziale all’accomodazione15 Dimostrazione sull’occhio di un pesce che la produzione di rifrazione miopica e ipermetropica è dipendente

dall’azione dei muscoli esterni16 Dimostrazione sull’occhio di un pesce che la produzione di rifrazione miopica e ipermetropica è dipendente dall’azione

dei muscoli estrinsechi17 Produzione e sollievo dell’astigmatismo misto nell’occhio di una carpa18 Dimostrazione sull’occhio di un coniglio che gli obliqui allungano l’asse visivo nella miopia19 Dimostrazione sull’occhio di una carpa che i retti accorciano l’asse visivo nell’ipermetropia20 Cristallino spinto fuori dall’asse di visione21 Coniglio con cristallino rimosso22 Esperimento sull’occhio di un gatto, dimostrante che il quarto nervo, che comanda solo il superiore obliquo, è un nervo

di accomodazione come il terzo, e che il superiore obliquo da esso comandato è un muscolo di accomodazione23 Smidollamento di un pesce preparatorio all’operazione sui suoi occhi24 Accorgimenti per fotografare immagini riflesse dall’occhio25 Attrezzatura per tenere la testa del soggetto ferma mentre sono fotografate le immagini26 Immagine di un filamento elettrico sul fronte del cristallino

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27 Immagini di un filamento elettrico riflesse simultaneamente da cornea e cristallino28 Immagine di un filamento elettrico sulla cornea29 Immagine di un filamento elettrico sul fronte della sclera30 Immagine sul lato della sclera31 Immagini multiple sul fronte del cristallino32 Riflesso di un filamento elettrico sull’iride33 Dimostrazione che il retro del cristallino non cambia durante l’accomodazione34 Sforzo per vedere da vicino produce ipermetropia35 La miopia prodotta dallo sforzo inconscio di vedere da lontano è aumentata dallo sforzo conscio36 Lo sforzo di vedere lontano provoca immediata produzione di miopia e astigmatismo miopico in occhi prima normali.37 L’astigmatismo miopico va e viene a seconda che il soggetto guardi distante con o senza sforzo38 Una paziente che ha avuto il cristallino rimosso dall’occhio destro per cataratta produce cambiamenti nella rifrazione di

quest’occhio a causa dello sforzo.39 Un gruppo familiare mostra chiaramente l’effetto della mente sulla visione40 Miopi che non sono mai andati a scuola o non hanno mai letto in metropolitana41 Uno delle molte migliaia di pazienti curati dagli errori di rifrazione con i metodi presentati in questo libro42 Palming43 Paziente con atrofia del nervo ottico ha flash di visione migliorata dopo il palming44 Paralisi del settimo nervo curata col palming45 Glaucoma curato col palming46 Donna con vista normale guarda direttamente al sole47 Donna di 37 anni e bambino di 4, guardano entrambi direttamente al sole senza fastidio48 Focalizzando i raggi del sole sull’occhio di un paziente con una lente d’ingrandimento49 Esempio di diamond type (caratteri piccolissimi)50 Riduzione fotografica51 Operazione senza anestetico52 Nevralgia alleviata tramite palming e memoria del nero53 Volontaria produzione di strabismo dovuta allo sforzo di vedere54 Caso di strabismo divergente verticale curato con la rieducazione visiva55 Temporanea cura dello strabismo con la memoria di un punto nero56 Sostegno per il viso disegnato da Kallmann, un ottico tedesco.50 Riduzione fotografica51 Operazione senza anestetico52 Nevralgia alleviata tramite palming e memoria del nero53 Volontaria produzione di strabismo dovuta allo sforzo di vedere54 Caso di strabismo divergente verticale curato con la rieducazione visiva55 Temporanea cura dello strabismo con la memoria di un punto nero56 Sostegno per il viso disegnato da Kallmann, un ottico tedesco.

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LA CURA DELLA VISTA IMPERFETTAPER MEZZO DEL TRATTAMENTO SENZA OCCHIALI

CAPITOLO I

INTRODUZIONE

Sembra che molti studiosi di oftalmologia ritengano che l'ultima parola sui problemi della rifrazione (la deviazione deiraggi luminosi quando essi penetrano nell'occhio NdT) sia stata detta e che secondo le loro teorie quest'ultima parola siasconfortante. Quasi tutti, al giorno d'oggi, soffrono di qualche forma di errore di rifrazione. Eppure ci viene detto che perquesti mali - i quali non sono soltanto fastidiosi ma spesso dolorosi e pericolosi - non ci sia alcuna cura, alcun palliativoall'infuori di quelle grucce ottiche note sotto il nome di occhiali e che, nelle moderne condizioni di vita, non sia possibilealcuna misura preventiva.

È un fatto ben noto che il corpo umano non è un meccanismo perfetto. La Natura si è resa colpevole, nell'evoluzione dellacostituzione del corpo umano, di alcune sistemazioni difettose. Per esempio, ha lasciato qualche fastidioso avanzo diimpalcatura, come l'appendice vermiforme. Ma pare che in nessun particolare abbia commesso un errore così grossolanocome nella costruzione dell'occhio. Tutti gli oftalmologi assicurano, in pieno accordo, che l'organo visivo dell'uomo non erastato costruito per l'uso a cui viene ora adibito. Molti secoli prima che esistessero scuole e caratteri di stampa, luce elettricae cinema, la sua evoluzione era completa. A quei tempi esso suppliva ottimamente ai bisogni dell'animale uomo. Questi eracacciatore, pastore, contadino, guerriero. Quello che gli occorreva soprattutto era, a quanto si dice, vedere da lontano; epoiché l'occhio, in stato di riposo, è adatto per l'appunto a vedere da lontano, si può supporre che la vista fosse in generepassiva come la percezione del suono e non richiedesse quindi alcuna azione muscolare. Vedere da vicino, si desume, eral'eccezione che richiedeva un adattamento muscolare di così breve durata che poteva essere compiuto senza affaticaretroppo il meccanismo dell'accomodazione.

Fig.1 Abitanti della PatagoniaLa vista di questa coppia di primitivi e

dei seguenti gruppi fu testata alla World'sFair a St. Louis e fu trovata normale.L'esperienza non abituale di essere oggettodi una fotografia, comunque, li avevaevidentemente disturbati tanto da renderliprobabilmente miopi di fronte allamacchina fotografica.

Il fatto che la donna primitiva fosse una filatrice, una ricamatrice, una tessitrice, un'artista in ogni sorta di stupendi lavoridi precisione, sembra sia stato generalmente dimenticato. Eppure le donne che vivono in condizioni primitive hanno la vistabuona proprio come gli uomini. Quando l'uomo imparò a comunicare il proprio pensiero agli altri a mezzo della parolascritta o stampata, vennero chiesti all'occhio senza dubbio nuovi sforzi, all'inizio questo concerneva solo poche persone maa poco a poco il numero di esse andò aumentando finché al giorno d'oggi, nei paesi più progrediti, la gran massa dellapopolazione è soggetta alla loro influenza.

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Fig.2 Pigmei africani.Fu loro testata una vista

normale, ma le loro espressionimostrano che non la avevanoquando fotografati.

Poche centinaia di anni fa nemmeno ai figli dei re veniva insegnato a leggere e scrivere. Ora costringiamo tutti ad andarea scuola, lo vogliano o no, e perfino i bambini piccoli vengono mandati all'asilo. Fino alla generazione che ci ha preceduti -o all'incirca - i libri erano pochi e costosi. Oggi, con ogni genere di librerie fisse o ambulanti, il libro è stato messo quasi allaportata di tutti. Il giornale moderno con le sue infinite colonne malamente stampate è stato reso possibile dalla scopertadell'arte di fabbricare la carta col legno; e questa è cosa di ieri. Solo recentemente la candela di sego è stata sostituita dallevarie forme di illuminazione elettrica, che per molti di noi è una tentazione a prolungare impegni e divertimenti in oredurante le quali l'uomo primitivo era costretto a riposare, e nell'ultima ventina di anni è arrivata la cinematografia acompletare il probabile processo distruttivo.

Era ragionevole aspettarsi che la Natura avrebbe provveduto a tutti questi sviluppi producendo un organo che potesserispondere a questi nuovi sforzi? L'oftalmologia odierna riconosce che questo non poteva essere e non è stato possibile (1) eche, mentre il progresso della civiltà dipende dal senso della vista più che da qualunque altro, l'organo della visione non èsufficientemente adatto ai suoi compiti.

Molti fatti sembrano giustificare questa conclusione. Mentre pare che l'uomo primitivo abbia ben poco sofferto di difettidella vista, si può affermare che fra le persone che hanno più di ventun'anni e che vivono nelle attuali condizioni di civiltà,nove su dieci abbiano una vista imperfetta e che con l'età la proporzione aumenti, finché a quarant'anni è quasi impossibiletrovare una persona esente da difetti visivi. Voluminose statistiche provano queste asserzioni., ma gli standard visividell'esercito (2) moderno possono fornirci tutte le prove che ci servono.

In Germania, Austria, Francia e Italia la visione con occhiali determina l'accettazione o il rigetto dal servizio militare e intutti questi paesi sono permesse più di sei diottrie di miopia (3) sebbene una persona così menomata non possa senzaocchiali vedere nulla chiaramente a più di 15 cm di distanza. Nell'esercito tedesco è richiesta o era richiesta dal precedentegoverno una visione corretta di 6/12 in un occhio, cioè si doveva riuscire a leggere con questo occhio a sei metri la lineanormalmente letta a 12 metri, in altre parole si era considerati adatti al servizio militare se la visione di un occhio potevaessere portata alla metà del normale con occhiali. La visione nell'altro occhio può essere minima, e nel Landsturm un occhiopuò essere cieco. Anche se gli occhiali sembrano assurdi sui soldati, le autorità militari nel continente europeo sono arrivatealla conclusione che un uomo con una visione di 6/12 con gli occhiali può servire meglio di un uomo con 6/24 (un quartodel normale) senza.

In Gran Bretagna era prima la vista non corretta a determinare l'accettazione al servizio militare. Ciò era probabilmentedovuto al fatto che prima della recente guerra l'esercito britannico era utilizzato principalmente per il servizio estero, equeste distanze dalla base potevano essere difficoltose per procurarsi gli occhiali. Lo standard all'inizio della guerra era6/24(non corretto) per l'occhio migliore e 6/60(non corretto) per l'occhio peggiore, che si richiedeva essere il sinistro.

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Fig.3 Mori delle Filippine.Pur avendo normalmente una vista

normale, erano tutti probabilmentemiopi quando fu scattata la fotografiaad eccetto di quello in alto a sinistra, icui occhi erano chiusi.

Più tardi, per la difficoltà di assicurarsi abbastanza uomini con anche questo moderato grado di acutezza visiva, furonoaccettate reclute con una visione nell'occhio destro portata a 6/12 con la correzione, se la visione di un occhio era 6/24 senzacorrezione (4)

Nel 1908 Gli Stati Uniti richiedevano una vista normale per le reclute nel servizio militare. In quell'anno Bannister e Shawfecero alcuni esperimenti dai quali conclusero che un'immagine perfettamente definita del bersaglio non era necessaria persparare bene, e perciò un'acutezza visiva di 20/40(l'equivalente in piedi di 6/12 in metri) o anche 20/70, in un solo occhio,era sufficiente per avere un soldato efficiente. Questa conclusione non fu accettata senza protesta, ma la visione normale eradiventata così rara che probabilmente sembrava a quelle autorità che non ci fosse ragione di insistervi; e lo standard visivoper l'ammissione all'esercito fu abbassato a 20/40 per l'occhio migliore e 20/l00 per il peggiore, mentre era accettata unarecluta incapace di leggere con l'occhio migliore tutte le lettere sulla linea da 20/40, se era in grado di leggere alcune letteresulla linea dei 20/30.(5)

È noto che nel primo arruolamento di truppe per la guerra europea questi standard molto bassi furono trovati essere troppoelevati e furono interpretati con grande libertà. Più tardi furono abbassati così che gli uomini potessero essere accettati senzacondizioni per il servizio militare con una visione di 20/100 in ciascun occhio senza occhiali, se la vista di un occhio potevaessere portata a 20/40 con gli occhiali, mentre per il servizio limitato era sufficiente avere 20/200 in ciascun occhio, se lavisione di un occhio poteva essere portata a 20/40 con gli occhiali.(6) Tuttavia il 21.68 per cento di tutti i rigetti nel primoarruolamento, 13 per cento in più di ogni altra singola causa, erano basati su difetti visivi,(7) mentre sotto gli standard rivistiquesti difetti costituivano ancora una delle tre principali cause di rigetto. Era responsabile per il 10.6 per cento dei rigetti,mentre difetti alle ossa e giunture e difetti del cuore e circolazione erano, rispettivamente di 2 e 2 e mezzo punti percentualipiù alti.(8)

Per più di cent'anni la classe medica ha cercato qualche metodo per frenare i danni prodotti dalla civiltà all'occhio umano.I tedeschi, per i quali la cosa era di vitale importanza militare, hanno speso milioni di dollari per mettere in pratica isuggerimenti degli esperti, ma senza risultato; ed ora molti studiosi dell'argomento ammettono che i metodi che una voltavenivano ritenuti come sicura salvaguardia della vista dei nostri bambini hanno fatto poco o nulla. Alcuni considerano lacosa con minor pessimismo, ma le loro conclusioni sono duramente smentite dagli standard dell'esercito appena citati.

Riguardo al prevalente metodo di trattamento, per mezzo di lenti compensative, ben poco si è detto, tranne che questiespedienti neutralizzano gli effetti delle varie condizioni per cui erano stati prescritti, così come una stampella consente auno zoppo di camminare. Si è anche creduto che a volte gli occhiali arrestassero il progredire di queste condizioni; ma ognioftalmologo sa oggi che la loro utilità per questo scopo è molto limitata, se mai esiste. Nel caso della miopia,(9) il Dr. SidlerHuguenin di Zurigo, in una notevole relazione recentemente pubblicata (10), esprime l'opinione che gli occhiali e tutti imetodi ora a nostra disposizione sono “di poca utilità” nel prevenire il progredire dell'errore di rifrazione o lo sviluppo diserie complicazioni con le quali è spesso associato.

Queste conclusioni sono basate sullo studio di migliaia di casi nella pratica privata del Dr Huguenin e nella clinicadell'università di Zurigo, e a riguardo ad un gruppo di pazienti, persone connesse con le locali istituzioni educative, egliafferma che il fallimento ha avuto luogo a dispetto del fatto che essi avessero seguito le istruzioni per anni “con grandeenergia e tenacia“, alcune volte cambiando le loro professioni.

Io ho studiato per più di trent'anni la rifrazione dell'occhio umano, e le mie osservazioni confermano pienamente queste

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conclusioni sull'inutilità di tutti i metodi che sono stati fino ad ora impiegati per prevenire e curare gli errori di rifrazione.Ben presto non tardai a sospettare che forse il problema non era insolubile.

Qualsiasi oftalmologo dotato di una certa esperienza sa che la teoria dell'incurabilità dei difetti di rifrazione non si accordacoi fatti osservati. Non di rado alcuni casi guariscono spontaneamente, o da una forma cambiano in un'altra. Per moltotempo o si è stati soliti ignorare questi fatti o li si è spiegati in un altro modo, e fortunatamente per coloro che consideranonecessario sostenere ad ogni costo le vecchie teorie, il ruolo attribuito al cristallino nell'accomodazione offre, nella maggiorparte dei casi, una spiegazione plausibile. Secondo questa teoria, che molti di noi hanno appreso a scuola, l'occhio cambia lasua messa a fuoco per la visione a differenti distanze modificando la curvatura del cristallino; e cercando una spiegazioneall'incostanza del costante errore teorico di rifrazione, i teorici si soffermarono sull'ingegnosa idea di attribuire al cristallinola capacità di mutare la sua curvatura non solo con lo scopo della normale accomodazione, ma anche per correggere oprodurre errori di accomodazione. Nell'ipermetropia (11) (comunemente, ma impropriamente chiamata “vista lunga”,sebbene il paziente che ne è affetto non veda chiaramente né da vicino né da lontano) l'asse del globo oculare è troppo cortoe tutti i raggi luminosi, sia quelli convergenti provenienti da oggetti vicini, sia quelli paralleli provenienti da oggetti lontani,vengono concentrati dietro la retina anziché al di sopra. Nella miopia l'asse è troppo lungo e mentre i raggi divergentiprovenienti da oggetti vicini giungono a un punto al di sopra della retina, quelli paralleli provenienti da oggetti lontani nonla raggiungono. Si suppone che entrambe queste condizioni siano permanenti, le une congenite, le altre acquisite. Quandouna persona che a volte sembra essere ipermetrope e miope altre volte sembra che non lo sia o lo sia in minor grado, non sipuò certamente supporre che vi sia stato un mutamento nella forma dei suo globo oculare. Perciò, nel caso della scomparsao diminuzione dell'ipermetropia, dobbiamo ritenere che l'occhio, nell'atto di vedere - sia da vicino che da lontano - aumentila curvatura del cristallino tanto da compensare, del tutto o in parte, l'appiattimento del globo oculare. Nella miopia, alcontrario, ci viene detto che l'occhio va fuori strada per produrre la condizione o peggiorare quella esistente. In altre parole,al cosiddetto “muscolo ciliare” che si crede controlli la forma del cristallino, viene attribuita la possibilità di acquistare unmaggiore o minore stato di contrazione continua, tenendo così il cristallino continuamente in uno stato di convessità che,secondo la teoria, dovrebbe invece assumere soltanto per la visione da vicino.

Fig.4 Diagramma del bulbo oculareipermetrope, emmetrope e miopeH, ipermetropia; E, emmetropia; M,

miopia; Ax, asse ottico. Notare chenell'ipermetropia e nella miopia i raggi,invece di cadere sul punto difocalizzazione, formano una macchiatonda sulla retina.

Queste strane azioni possono sembrare innaturali al profano, ma gli oftalmologi ritengono che la tendenza di indulgere adesse sia così profonda nella costituzione dell'organo della vista, che nel prescrivere le lenti si è soliti istillare negli occhidell'atropina, le “gocce” che conosce chiunque si sia fatto visitare da un oculista, con lo scopo di paralizzare il muscolociliare onde prevenire qualunque mutamento della curvatura del cristallino, mettendo in evidenza una “latente ipermetropia”e liberando l'occhio dalla “apparente miopia.”

Si crede, però, che l'interferenza del cristallino sia da considerare solo in grado moderato per quanto concerne lavariazione degli errori di rifrazione, e, anche questo solo durante i primi anni di vita. Per i gradi più elevati, e per quello cheavviene dopo i quarantacinque anni, quando si crede che il cristallino abbia perduto la sua elasticità in grado maggiore o

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minore, nessuna spiegazione plausibile è mai stata trovata.La scomparsa dell'astigmatismo (12) o il mutamento del suo carattere, presentano un problema ancor più sconcertante.

Questa condizione è dovuta in molti casi a un mutamento asimmetrico nella curvatura della cornea, che ha come risultatol'impossibilità di mettere i raggi luminosi a fuoco in qualsiasi punto, e si suppone che l'occhio abbia solo un potere limitatodi affrontare questa condizione - eppure l'astigmatismo va e viene con altrettanta facilità come altri difetti di rifrazione. Èanche noto che può essere prodotto volontariamente. Alcune persone possono produrne fino a tre diottrie. Io,personalmente, posso produrne una e mezza.

. Avendo esaminato 30.000 paia di occhi all'anno all'ambulatorio Eye and Ear Infirmary di New York e in altri istituti, hoosservato molti casi in cui gli errori di rifrazione o guarivano spontaneamente o cambiavano forma, e non mi è statopossibile non accorgermene né accontentarmi delle spiegazioni ortodosse, anche quando tali spiegazioni sembravanoaccettabili.

Fig.5 L'occhio come macchinafotografica

L'apparato fotografico: D, diaframma fattodi lamine circolari di metallo per mezzo dellequali l'apertura attraverso le quali i raggi diluce entrano nella macchina può essereallargata o contratta; L, lente; R, lastrafotografica (la retina dell'occhio); AB,oggetti da fotografare; ab, immagine sullapellicola.

L'occhio: C. cornea dove i raggi di lucehanno una prima rifrazione; D, iride (ildiaframma della macchina); L, cristallino,dove i raggi di luce sono di nuovo rifratti; R,retina dell'occhio normale; AB, oggetto divisione; ab, immagine nell'occhio normale oemmetrope; a'b' immagine nell'occhioipermetrope; a''b'' immagine nell'occhiomiope. Notare che in a'b' e a''b'' i raggi sonosparsi sulla retina invece di essere portati afuoco come in ab, col risultato di formareun'immagine sfocata.

Mi sembrava che se un'affermazione corrisponde a verità dovrebbe essere sempre una verità. Non possono esservieccezioni. Se i difetti di rifrazione sono incurabili, non dovrebbero guarire, o mutare forma, spontaneamente.

Con l'andar del tempo scoprii che miopia e ipermetropia - come l'astigmatismo - potevano essere prodottevolontariamente; che la miopia non era, come si era creduto per tanto tempo, associata con l'uso degli occhi nella visione davicino, ma con lo sforzo per vedere oggetti lontani, mentre lo sforzo per vedere gli oggetti vicini andava associato conl'ipermetropia; che nessun errore di rifrazione era mai una condizione costante; e che i gradi più bassi degli errori dirifrazione potevano essere eliminati, mentre i gradi più alti potevano subire un miglioramento.

Cercando di far luce su questi problemi, esaminai decine di migliaia di occhi, e più fatti accumulavo, più diventavadifficile riconciliarli con le teorie comunemente accettate. Alla fine, circa dodici anni fa, intrapresi una serie di osservazionisugli occhi degli esseri umani e degli animali inferiori, e il risultato convinse tanto me quanto gli altri che il cristallino non èun fattore nell'accomodazione e che l'adattamento necessario per vedere a differenti distanze è effettuato nell'occhio,precisamente come nella macchina fotografica, a mezzo di un mutamento nella lunghezza dell'organo, alterazione che vienecompiuta mediante i muscoli esterni al globo oculare. Ugualmente convincente fu la dimostrazione che gli errori dirifrazione, inclusa la presbiopia, sono dovuti non a un mutamento organico della forma del globo oculare o dellacostituzione del cristallino, ma ad un disturbo funzionale e perciò curabile nell'azione dei muscoli estrinsechi.

Facendo queste affermazioni mi rendo conto che praticamente nego gli insegnamenti della scienza oftalmologica, perquasi un secolo mai messi in discussione; ma sono stato tratto alle conclusioni che esse descrivono dai fatti, e cosìlentamente che sono sorpreso dalla mia stessa cecità.

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Fig.6 Indiani messicaniPur essendo loro stata testata una

vista normale, tutti i membri di questogruppo primitivo hanno strabismo ostanno guardando fissamente.

Allora stavo migliorando gradi elevati di miopia, ma volevo fare il conservatore e facevo differenza fra la miopiafunzionale, che riuscivo ad eliminare o migliorare, e la miopia organica che, per deferenza alla tradizione ortodossa,accettavo come incurabile.

Fig.7 Ainus, gli abitanti aborigenidel Giappone.

Tutti mostrano segni di temporaneavista imperfetta.

Note1 Lo sforzo innaturale di accomodare gli occhi al lavoro da vicino (per il quale non sono stati progettati) porta alla miopia

in molti bambini in crescita - Rosenau: Preventive medicine and hygiene, terza edizione, 1917, p. 1093Il destino o un errore di evoluzione hanno fatto sì che l'occhio non aiutato debba sempre lottare contro le pesanti difficoltà

ed errori inevitabili nella sua struttura, funzione e circostanza - Gould: The cause, nature and consequences of eyestrain,Pop. Sci. Monthly, Dic. 1905.

Con l'invenzione della scrittura e poi con l'invenzione della stampa fu introdotto un nuovo elemento, non evidentementeprogettato dall'evoluzione. L'occhio umano che si era evoluto per la visione distante è forzato a giocare una nuova parte, perla quale non si era evoluto, e per la quale è malamente adattato. La difficoltà è stata aumentata ogni giorno - Scott: The

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sacrifice of the eyes of school children, Pop. Sci.Monthly, Oct. 19072 Ford: Details of Military Medical Administration, pubblicato con l'approvazione del “General Surgeon“ dell'esercito

degli Stati Uniti, seconda edizione rivista, 1918, pp.498-4993 Una diottria è il potere accomodativo necessario per mettere raggi paralleli a fuoco ad un metro di distanza4 Tr. Ophth. Soc. U. Kingdom, vol xxxviii, 1918, pp. 130-1315 Harvard: Manual of Military Hygiene for the Military Services of United States, pubblicato sotto l'autorità e con

l'approvazione del “General Surgeon“ dell'esercito degli Stati Uniti, terza edizione rivista, 1917, p.1956 Standard of physical examination for the use of local boards, district boards, and medical advisory boards under the

selective service regulations, issued through the office of the Provost Marshal General, 19187 Report of the Provost Marshal General to the Secretary of War on the first draft under the selective service act, 19178 Second report, ibid.9 Dal greco myein, chiudere e ops, occhio; letteralmente una condizione nella quale il soggetto chiude l'occhio o strizza le

palpebre.10 Archiv. F. Augenh. Vol. lxxix 1915, tradotto in Arch. Ophth, vol, xiv, no 6 nov. 191611 Dal greco hyper, sopra; metron, misura; e ops, occhio12 Dal greco a, senza, e stigma, un punto.

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CAPITOLO II

RETINOSCOPIA SIMULTANEA

Molte delle mie informazioni sugli occhi sono state ottenute mediante retinoscopia simultanea. II retinoscopio è unostrumento usato per misurare la rifrazione dell'occhio. Getta un raggio di luce nella pupilla mediante il riflesso in unospecchio; la luce è o al di fuori dello strumento – davanti o dietro al soggetto – oppure disposta in esso mediante una pilaelettrica. Guardando attraverso il foro si vede una parte più grande o più piccola della pupilla riempita di luce, chenell'occhio umano normale è di un giallo rossastro perché questo è il colore della retina, ma che è verde nell’occhio di ungatto, e che potrebbe essere bianca a causa di un disturbo della retina. A meno che l'occhio non sia esattamente a fuocorispetto al punto da cui viene osservato, si vede anche un'ombra scura sul bordo della pupilla ed è il comportamento diquest'ombra quando lo specchio viene mosso in varie direzioni quello che rivela la condizione dell'occhio riguardo allarifrazione. Se lo strumento è usato alla distanza di due metri o più e l'ombra si muove in direzione opposta al movimentodello specchio, l'occhio è miope. Se l’ombra si muove nella stessa direzione dello specchio, l'occhio o è ipermetrope o ènormale; nel caso di ipermetropia il movimento è più pronunciato che nel caso di normalità, e un esperto può generalmentedire la differenza fra i due stati giudicandola soltanto dalla natura del movimento.

Fig.8 Il metodo usuale di usare il retinoscopio

L’osservatore è così vicino al soggetto che questi è reso nervoso, e ciò cambia la rifrazione

Nell’astigmatismo il movimento è diverso nei diversi meridiani. Per determinare il grado del difetto, o per distinguereaccuratamente fra ipermetropia e normalità, o fra i vari gradi di astigmatismo, è necessario di solito mettere una lentedavanti all'occhio del soggetto. Se Io specchio è concavo anziché piano, i movimenti descritti saranno opposti; però lospecchio piano è il più comunemente usato.

Questo strumento estremamente utile ha possibilità che non sono state generalmente sfruttate dalla professione medica.La maggior parte degli oftalmologi dipende dalla tabella di Snellen(1), con l’aggiunta delle lenti di prova, per determinarese la visione è normale o no, e per determinare il grado di ogni anormalità esistente. Questo è un metodo lento, difficile einaffidabile di testare la visione, e assolutamente inadatto per studiare la visione della rifrazione degli animali inferiori, deibambini piccoli, e degli adulti nelle normali condizioni di vita.

La tabella di prova e le lenti sperimentali si possono usare solo in certe condizioni favorevoli, ma il retinoscopio si puòusare sempre. È più facile da usare in una luce tenue che in una luce intensa, ma può essere adoperato in qualsiasi luce,anche quando la luce solare risplende direttamente nell'occhio. Può essere adoperato anche in molte altre condizionisfavorevoli.

Ci vuole parecchio tempo, che varia da minuti a ore, per misurare la rifrazione con la tabella di prova e le lenti

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sperimentali. Invece col retinoscopio può essere determinata in una frazione di secondo. Col metodo precedente, peresempio, sarebbe stato impossibile avere qualsiasi informazione sulla rifrazione di un giocatore di baseball nel momento incui si dondola in attesa della palla, nel momento in cui la colpisce e nel momento successivo. Ma col retinoscopio èfacilissimo determinare se la sua vista è normale o se è miope, ipermetrope o astigmatico mentre compie quelle azioni; e sesi nota qualche errore di rifrazione, si può dedurne rapidamente il grado dalla rapidità dei movimenti dell'ombra.

Con la tabella di Snellen e le lenti sperimentali le conclusioni devono essere tratte da ciò che il paziente dice di vedere.Ma spesso costui è così preoccupato e confuso durante l’esame che non sa quello che vede, non capisce se i diversi occhialirendono la sua vista migliore o peggiore; e, inoltre, l'acutezza della vista non è una prova indiscutibile dello stato dellarifrazione. Un paziente con due diottrie di miopia può vedere due volte tanto quanto un altro che ha lo stesso difetto dirifrazione. In realtà, la prova con la tabella è assolutamente soggettiva, mentre quella col retinoscopio è assolutamenteoggettiva, poiché non dipende in alcun modo dalle dichiarazioni del paziente.

Insomma, mentre l’esame della rifrazione con la tabella di prova richiede un tempo considerevole, e può essere fatto soloin certe condizioni artificiali, con risultati non sempre apprezzabili, il retinoscopio può essere usato in qualsiasi condizionenormale o anormale sia sugli occhi degli esseri umani che degli animali inferiori, e ci si può sempre fidare dei risultatiquando lo strumento viene usato opportunamente. Ciò vuol dire che non deve essere avvicinato all'occhio più di due metri;altrimenti il soggetto s'innervosisce e la rifrazione, per ragioni che verranno spiegate più avanti, muterà e non sarà possibilealcuna osservazione sicura. Nel caso di animali spesso è necessario usare lo strumento a distanze anche molto maggiori.

Uso il retinoscopio da trent'anni per studiare la rifrazione dell'occhio. Con esso ho esaminato gli occhi di decine dimigliaia di scolari, di centinaia di bimbi e di migliaia di animali, compresi cani, gatti, conigli, cavalli, mucche, uccelli,tartarughe, rettili e pesci. L'ho usato quando i soggetti erano fermi e quando erano in movimento – anche quando anche ioero in movimento – quando erano svegli e quando dormivano, o anche sotto etere o cloroformio. L'ho usato di giorno e dinotte, quando i soggetti se ne stavano quieti e quando erano agitati, mentre cercavano di vedere e mentre non ci badavano;quando mentivano e quando dicevano la verità; quando le palpebre erano semichiuse, nascondendo una parte della pupilla;quando la pupilla era dilatata e quando era contratta fino a sembrare una punta di spillo; quando l'occhio oscillava da unaparte all'altra, dall'alto al basso e in altre direzioni. In tal modo ho scoperto molti fatti che prima non erano ben conosciuti, eche non potevo assolutamente conciliare con gli insegnamenti ortodossi sull'argomento. Questo m'indusse a intraprendere laserie di esperimenti ai quali ho alluso. I risultati furono completamente in armonia con le mie precedenti osservazioni, e nonmi lasciarono altra scelta se non quella di respingere in blocco tutti gli insegnamenti ortodossi sui difetti di rifrazione esull'accomodazione. Ma prima di descrivere questi esperimenti devo chiedere al lettore di portare pazienza mentre presentoun riassunto delle prove sulle quali le accettate teorie dell’accomodazione sono basate. Queste prove, mi sembrano, sonol’argomento più forte che potrei offrire contro la teoria che il cristallino è un agente di accomodazione, ma un minimo diconoscenza della materia è necessario per capire i miei esperimenti.

Note1 Herman Snellen (1835-1908). Riconosciuto oftalmologo olandese, professore di oftalmologia nell’università di Utrecht,

e direttore del Netherlandic Eye Hospital. Gli attuali standard di acutezza visiva furono proposti da lui, e la sua tabelladivenne un modello per quelle ora in uso.

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3- PROVE DELL'ACCETTATA TEORIA SULL'ACCOMODAZIONE- W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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CAPITOLO III

PROVE DELL'ACCETTATA TEORIA SULL’ACCOMODAZIONE

Il potere dell’occhio di cambiare il suo punto di focalizzazione per la visione a differenti distanze ha stimolato la mentescientifica ancor prima che Kepler (1) cercasse di spiegarlo supponendo un cambiamento nella posizione del cristallino. Inseguito fu avanzata ogni ipotesi immaginabile. L’idea di Kepler aveva molti sostenitori., così come li aveva l’idea che ilcambio di focalizzazione fosse effettuato per mezzo dell’allungamento del globo oculare. Alcuni credevano che il poterecontrattivo della pupilla fosse sufficiente a spiegare il fenomeno, (2) finché, con l’operazione di rimozione dell’iride, fustabilito il fatto che l’occhio accomodava perfettamente senza tale parte del meccanismo visivo. Alcuni, insoddisfatti di tuttequeste teorie, le rifiutarono e affermavano con sicurezza che non c’era alcun cambio di focalizzazione, una teoria che fu allafine abbandonata quando l’invenzione dell’oftalmoscopio rese possibile vedere l’interno dell’occhio. Sembra che l’idea cheil cambio di focalizzazione potesse essere effettuato tramite un cambiamento della forma del cristallino fosse stata per laprima volta avanzata, secondo Landolt (3), dal gesuita Scheiner (1619). Più tardi fu presentata da Descartes (1637). Ma laprima prova sicura in supporto alla teoria fu presentata dal Dr. Thomas Young in una relazione letta davanti alla RoyalSociety nel 1800 (4) “Ha addotto ragioni,” dice Donders, “Che, appropriatamente comprese, dovrebbero essere prese comeprove sicure” (5). Al tempo, comunque, esse attraevano poca attenzione.

Fig.9 Diagrammi delle immagini di Purkinje

No.1- Immagini di una candela: a,sulla cornea, b sul fronte delcristallino, c sul retro del cristallino.

No.2- Immagini di luci attraversoaperture rettangolari in unoschermo mentre l’occhio è a riposo(R) e durante l’accomodazione(A):a, sulla cornea, b sul fronte delcristallino, c sul retro del cristallino(dopo Helmholtz)

Notare che in no2 A le immaginicentrali sono più piccole e siavvicinano, un cambiamento che, seavesse veramente luogo,indicherebbe un incremento dicurvatura nel fronte del cristallinodurante la accomodazione.

Circa mezzo secolo dopo Maximilian Langenbeck (6) cercò di far luce sul problema con l’aiuto di quelle che sonoconosciute come immagini di Purkinje (7). Se una piccola luce brillante, di solito una candela, è tenuta di fronte e un po’ dilato all’occhio, si vedono tre immagini, una brillante e dritta, un’altra larga, ma meno brillante e sempre dritta, e una terzapiù piccola, brillante e rovesciata.

La prima arriva dalla cornea, il rivestimento trasparente dell’iride e della pupilla, le altre due dal cristallino, quella sopradal fronte e la rovesciata dal dietro. Il riflesso corneale era conosciuto agli antichi, sebbene la sua origine non sia statascoperta che recentemente, ma i due riflessi dal cristallino furono per la prima volta osservati nel 1823 da Purkinje; perciò iltrio di immagini è ora associato col suo nome. Langenbeck esaminò queste immagini a occhio nudo, e raggiunse laconclusione che durante l’accomodazione quella di mezzo diventava più piccola di quando l’occhio era a riposo. E poichéun’immagine riflessa da una superficie convessa è rimpicciolita in proporzione alla convessità di quella superficie, concluseche il fronte del cristallino diventava più convesso quando l’occhio si aggiustava per la visione da vicino. Donders ripetè gliesperimenti di Langenbeck, ma non fu in grado di fare osservazioni soddisfacenti. Predisse, comunque, che se le immaginifossero state ingrandite avrebbero mostrato con certezza che la forma del cristallino cambiava durante l’accomodazione.

Cramer(8), portando avanti questo suggerimento, esaminò le immagini ingrandite da 10 a 20 volte e si convinse che quellache rifletteva il fronte del cristallino diventava considerevolmente più piccolo durante l’accomodazione.

Successivamente Helmholtz, lavorando indipendentemente, fece una simile osservazione, ma con un metodo un po’diverso. Come Donders, trovò l’immagine ottenuta con i metodi ordinari sul fronte del cristallino molto insoddisfacente, enel sul “Manuale di ottica fisiologica” la descrive come “di solito così confusa che la forma della fiamma non poteva esserechiaramente distinta”(9).

Posizionò due luci, o una sdoppiata dal riflesso di uno specchio, dietro uno schermo nel quale c’erano due aperturerettangolari, sistemandolo in modo che le luci brillassero attraverso le aperture dello schermo formando due immagini suciascuna delle superfici riflettenti. Durante l’accomodazione, sembrava che le due immagini sul fronte del cristallino

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diventassero più piccole e che si avvicinassero, mentre nel ritorno dell’occhio allo stato di riposo diventavano più grandi eseparate. Questo cambiamento, disse, poteva essere visto “facilmente e distintamente”(10).

Le osservazioni di Helmholtz riguardo al comportamento del cristallino durante l’accomodazione, pubblicate circa a metàdello scorso secolo, furono presto accettate come fatti, e sono dichiarate come tali in ogni manuale che tratti dell’argomento.

“Possiamo dire,” scrive Landolt, “ che la scoperta della parte giocata dal cristallino nell’atto dell’accomodazione è unadelle più grandi scoperte della medicina fisiologica, e la teoria del suo funzionamento è sicuramente una delle piùfermamente stabilite; nessuno ha prove matematiche della sua correttezza, ma tutte le altre teorie che sono state avanzate perspiegare l’accomodazione sono state facilmente e interamente rigettate…il fatto che l’occhio sia accomodato per la visioneda vicino con l’incremento nella curvatura del suo cristallino è, perciò, incontestabilmente provato.” (11

Fig.10 Diagramma con il quale Helmholtz illustrò la sua teoriadell’accomodazione.

R si suppone essere lo stato di riposodel cristallino, nel quale è preparato perla visione da distante. In A si supponeche il legamento sospensorio sia statorilassato attraverso la contrazione delmuscolo ciliare, permettendo alcristallino di incurvarsi in virtù dellasua elasticità.

“ La questione fu decisa,” dice Tscherning, “dall’osservazione dei cambiamenti delle immagini di Purkinje durantel’accomodazione, prova che l’accomodazione è effettuata da un incremento della curvatura della superficie anteriore dellalente cristallina.” (12)

Fig.11 Thomas Young (1773-1829)Medico inglese e uomo di scienza, fu

il primo a presentare un argomentoserio a supporto della teoria chel’accomodazione è provocatadall’azione del cristallino.

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“i più grandi pensatori” dice Cohn “ hanno affrontato diverse difficoltà per scoprire questa disposizione ed è solo in tempirecenti che i suoi processi sono stati chiaramente e perfettamente esposti nei lavori di Sanson, Helmholtz, Brucke, Hensen eVolckers. (13)

Huxley si riferisce all’osservazione di Helmholtz come “fatti con i quali tutte le spiegazioni di quel processo si devonoaccordare”(14 ) e Donders chiama la sua teoria il “vero principio dell’accomodazione” (15)

Arlt, che aveva avanzato la teoria dell’elongazione e creduto che niente altro fosse possibile, prima si oppose alleconclusionei di Cramer e Helmholtz, (16) ma poi le accettò. (17)

Tuttora, esaminando le prove della teoria, possiamo solo meravigliarci della credulità scientifica che può basare unabranca così importante della pratica medica come il trattamento dell’occhio su una massa tale di contraddizioni. Helmholtz,mentre convinse della correttezza delle sue osservazioni indicanti un cambio di forma nel cristallino durantel'accomodazione, si sentì incapace di parlare con sicurezza dei mezzi per mezzo dei quali il supposto cambiamento fosseeffettuato. (18) e abbastanza stranamente la questione è ancora dibattuta. Trovando, come dice, che “ l’accomodazione nonpuò essere attribuita a nient’altro che al muscolo ciliare” (19), Helmholtz concluse che i cambiamenti che pensava di averosservato nella curvatura del cristallino dovevano essere effettuati dall’azione di questo muscolo; ma non fu in grado dioffrire alcuna soddisfacente teoria del modo in cui operava per produrre questi risultati, e diceva esplicitamente che quellosuggerito possedeva solo il carattere della probabilità. Alcuni dei suoi discepoli “più leali del re”, come diceva Tscherning,”hanno proclamato come certo quello che egli stesso si riservava di spiegare come probabile” (20). Ma non c’era unanimitànell’accettazione di questo caso come in quello delle osservazioni riguardanti il comportamento delle immagini riflesse dalcristallino. Da quel che ne so nessuno, ad eccezione di chi scrive, si è avventurato a chiedersi se il muscolo ciliare sial’agente dell’accomodazione; ma riguardo alle modalità della sua operazione si avverte in generale che c’è bisogno di farechiarezza. Poiché il cristallino non è un fattore dell’accomodazione, non è strano che nessuno sia stato capace di trovarecome cambiasse la sua curvatura.

È strano, comunque, che queste difficoltà non abbiano in alcun modo disturbato la credenza universale che il cristallinonon cambia.

Quando il cristallino è stato rimosso a causa della cataratta il paziente di solito sembra perdere la capacità diaccomodazione, e non solo deve portare occhiali per rimpiazzare la parte persa, ma deve mettere occhiali più forti per

leggere. Una minoranza di questi casi, comunque, dopo che si è abituata alla nuova condizione, riesce a vedere da vicinosenza cambiare gli occhiali. L’esistenza di questi due tipi di casi è stata un grande scoglio per l’oftalmologia. Il primo (e piùnumeroso) gruppo sembrava sostenere la teoria dell’azione del cristallino nell’accomodazione; ma il secondo era comunquedifficile da spiegare, costituendo allo stesso tempo, come osservò il dr. Thomas Young, la “grande obiezione” a questa idea.

Fig.12 Herman Ludwig Ferdinand von Helmholtz(1821- 1894)

Si suppone che le sue osservazioni riguardanti ilcomportamento delle immagini riflesse dal fronte delcristallino abbiano dimostrato che la curvatura diquesto corpo cambia durante l’accomodazione.

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Poiché un certo numero di questi casi di apparente cambio di focalizzazione nell’occhio senza cristallino erano stati riferitialla Royal Society da competenti osservatori, il dott. Young, prima di presentare la sua teoria dell’accomodazione, si presela briga di esaminarne alcuni, e si sentì autorizzato a concludere che era stato fatto un errore di osservazione. Sebbeneconvinto, comunque, che in occhi del genere la “reale distanza di messa a fuoco non è per niente modificabile”, dichiarò lasua prova in sostegno a questa opinione solo come “discretamente soddisfacente”. Più tardi Donders fece alcune ricerchedalle quali concluse che “nell’afachia (21) non rimane la minima traccia di capacità di accomodazione”(22). Helmholtzespresse idee simili, e von Graefe, sebbene osservasse un “leggero residuo” di capacità di accomodazione negli occhi senzacristallino, non lo considerava sufficiente a screditare la teoria di Cramer e Helmholtz. Può essere dovuto, disse, all’azionedi accomodazione dell’iride, e forse anche alla variazione di lunghezza dell’asse visivo tramite l’azione dei muscoliesterni.(23). Per circa tre quarti di secolo le opinioni di questi maestri si sono diffuse attraverso la letteratura oftalmologica.Anche se oggi è un fatto perfettamente noto e incontestato che molte persone, dopo la rimozione dei cristallini per cataratta,riescono a vedere perfettamente a diverse distanze senza cambiare occhiali. Ogni oftalmologo di una certa esperienza havisto casi di questo tipo, e molti di essi sono stati riportati nei libri. Nel 1872, il professor Foster di Breslavia riferì (24) unaserie di ventidue casi di apparente accomodazione in occhi dai quali i cristallini erano stati rimossi per cataratta. I soggettiandavano da undici a settantaquattro anni, e i più giovani avevano maggior capacità di accomodazione dei più anziani. Unanno dopo Woinow di Mosca (25) riportò undici casi di soggetti da dodici a sessanta anni di età. Nel 1859 e 1870,rispettivamente, Loring riferì (26) alla Società oftalmologica di New York e alla Società Oftalmologica Americana il caso diuna giovane donna di diciotto anni che, senza cambiare occhiali, leggeva le venti righe della tabella di Snellen a sei metri einoltre leggeva caratteri piccolissimi (diamond type) da dodici centimetri e mezzo a cinquanta. L’8 Ottobre 1894 unpaziente del dott. A E. Davis (27), che sembrava accomodare perfettamente senza un cristallino, gli consentì di presentarsidavanti alla Società Oftalmologica di New York. “I membri”, riferisce il dott. Davis, “erano discordi se il paziente fosse ingrado di accomodare da vicino con gli occhiali per vedere lontano; ma il fatto che potesse vedere a questo punto senza

cambiare occhiali non fu discusso.”

Il paziente era un cuoco di quarantadue anni, e il 27 Gennaio 1894 il dott. Davis aveva rimosso una cataratta scura dal suoocchio destro, fornendogli allo stesso tempo il solito corredo di occhiali, un paio per sostituire il cristallino, per la visione dalontano, e un paio più forte per leggere. In Ottobre il paziente ritornò, non perché il suo occhio non funzionasse bene, maperché temeva di poterlo “ sforzare”. Aveva abbandonato gli occhiali da lettura dopo poche settimane e da allora usava sologli occhiali per vedere a distanza. Il dott. Davis dubitò della verità delle sue affermazioni, non avendo mai visto un casosimile prima, ma le trovò assolutamente corrette dopo averlo esaminato. Con il suo occhio senza cristallino e una lenteconvessa di undici diottrie e mezzo, il paziente leggeva le dieci righe nella tabella a sei metri e con gli stessi occhiali, esenza cambiare posizione, leggeva caratteri piccoli da trentacinque a quarantacinque centimetri di distanza. Il dott. Davis inseguito presentò il caso alla Società Oftalmologica ma, come era stato detto, non ne ottenne alcun chiarimento. Quattro mesidopo, il 4 febbraio 1895, il paziente leggeva ancora 20/10 da lontano e il suo campo visivo da vicino era aumentato e potevaleggere caratteri piccolissimi da venti fino a cinquantacinque centimetri di distanza. Il dott. Davis lo sottopose a numerositest e anche se non fu in grado di trovare alcuna spiegazione per lo strano fenomeno, fece alcune interessanti osservazioni. Irisultati dei test dai quali Donders si assicurò che gli occhi senza cristallino non possedevano capacità di accomodazioneerano abbastanza diversi da quelli riportati dall’autorità olandese, e il dott. Davis perciò concluse che questi test erano“completamente inadeguati per decidere la questione in esame”. Durante l’accomodazione l’oftalmometro (28) mostrò chela curvatura della cornea era cambiata e che la cornea si muoveva un po’ in avanti. Sotto l’azione della scopolamina, unasostanza usata talvolta al posto dell’atropina per paralizzare il muscolo ciliare (una soluzione al 10% ogni cinque minuti pertrentacinque minuti, seguita da una pausa di mezz’ora), questi cambiamenti erano avvenuti come prima; erano accadutianche quando le palpebre erano tenute su. Eliminata perciò la possibile influenza della pressione della palpebra e delmuscolo ciliare, il dott. Davis dovette concludere che i cambiamenti “dovevano essere stati prodotti dall’azione dei muscoliesterni”. Sotto l’azione della scopolamina, inoltre, l’accomodazione dell’uomo era solo leggermente variata, dal momento

che il campo visivo da vicino era stato ridotto di solo sei centimetri e mezzo. L’oftalmometro inoltre mostrò che ilpaziente non aveva assolutamente astigmatismo. Era stata mostrata la stessa cosa circa tre mesi dopo l’operazione, ma tresettimane e mezza dopo aveva quattro diottrie e mezza. Cercando maggiori chiarimenti sull’argomento il dott. Davissottopose a test simili un caso che era stato riferito precedentemente da Webster (29) negli “archivi di pediatria”. Il pazienteera stato portato al dott. Webster all’età dieci anni con una doppia cataratta congenita. Il cristallino sinistro era statoassorbito come risultato delle successive operazioni, lasciando solo una membrana opaca, la capsula del cristallino, mentreil destro, sul quale non si era interferito, era sufficientemente trasparente attorno al bordo per permettere un’adeguatavisione. Il dott. Webster fece un’apertura nella membrana riempiendo la pupilla dell’occhio sinistro, dopodiché la vista diquesto occhio, con una lente per rimpiazzare il cristallino, era circa uguale alla vista dell’occhio destro senza occhiali. Perquesta ragione il dott. Webster non pensava fosse necessario dare al paziente occhiali per vedere lontano, e gli fornì soloocchiali da lettura - una lente piatta per l’occhio destro e una convessa da 16 diottrie per il sinistro. Il 14 Marzo 1893,ritornò e affermò di aver portato gli occhiali da lettura tutto il tempo. Si vide che con questi occhiali poteva leggere le venti

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righe della tabella di Snellen a sei metri e che poteva facilmente leggere caratteri piccolissimi a trentacinque centimetri.Successivamente il cristallino destro fu rimosso, dopodiché non fu osservata alcuna accomodazione in quest’occhio. Dueanni più tardi, il 16 Marzo 1895, fu visto dal dott, Davis, che trovò che l’occhio sinistro ora aveva un potere diaccomodazione da venticinque a quarantacinque centimetri. In questo caso non fu osservato nessun cambiamento nellacornea. I risultati dei test di Donders erano simili a quelli del precedente caso, e sotto l’azione della scopolamina l’occhio

accomodava come prima, ma non così facilmente. Nessuna accomodazione fu osservata nell’occhio destro.

Questi e altri casi simili sono stati causa di grande imbarazzo per quelli che si sentivano chiamati a riconciliarli alle teorieaccettate. Col retinostcopio l’occhio senza cristallino può esser osservato accomodare; ma la teoria di Helmholtz hadominato la mente oftalmologica in modo così forte che anche la prova di test oggettivi non fu creduta. L’apparente atto diaccomodazione era detto non essere reale, e molte teorie, veramente curiose e non scientifiche sono state avanzate perrenderne conto. Davis è dell’opinione che “il leggero cambiamento di curvatura nella cornea, e il suo leggero avanzamentoosservato in alcuni casi può, in quei casi, influire su una parte del potere di accomodazione presente, ma è una fattore cosìpiccolo che può essere eliminato interamente, poiché in alcuni dei più marcati casi di accomodazione negli occhi afachicicambiamenti del genere non sono stati osservati.”

La volontaria produzione di astigmatismo è un altro blocco ai sostenitori delle accettate teorie: coinvolge un cambiamentonella forma della cornea, e questo cambiamento non è compatibile con l’idea di un globo oculare inestensibile. (30). Sembrache comunque questo fatto dia loro meno problemi dell’accomodazione dell’occhio senza cristallino perché pochi di questicasi sono stati osservati e ad ancora meno è stato permesso di entrare nella letteratura.

Alcuni fatti interessanti riguardanti un paziente sono stati fortunatamente presentati da Davis, che ne fece ricerca inconnessione con i cambiamenti della cornea notati nell’occhio cristallino. Questo caso era quello di un chirurgo alManhattan Eye and Ear Hosptal, il Dr. C. H Johnson. Di solito quest’uomo aveva mezza diottria di astigmatismo in ciascunocchio ma poteva, volontariamente, incrementarla a due diottre nell’occhio destro e una e mezza nel sinistro. Lo fece moltevolte, alla presenza di diversi membri dello staff dell’ospedale, e anche quando le palpebre superiori erano tenute sollevate,mostrando che la pressione delle palpebre non aveva niente a che fare col fenomeno. Più tardi andò a Lousville e qui il Dr.J. M Ray, su suggerimento del Dr. Davis, testò la sua abilità di produrre astigmatismo sotto l’influenza della scopolamina(quattro instillazioni, 1/5 per cento di soluzione). Mentre gli occhi erano sotto l’influenza della droga l’astigmatismosembrava ancora aumentare, secondo la prova dell’oftalmometro, a una diottria e mezza nell’occhio destro e una nelsinistro, pur essendo stata eliminata da questi fatti l’influenza delle palpebre e del muscolo ciliare. Il Dr. Davis concluse cheil cambiamento nella cornea era “portato principalmente dai muscoli esterni.”. Non so quale altra spiegazione gli altrioffrano a questi fenomeni.

Note1 Johannes Kepler (1571-1630) teologo tedesco, astronomo e medico. Molti fatti di fisiologia ottica furono scoperti, o

pronunciati chiaramente, da lui.2 Donders: On the anomalies of accomodation and refraction of the eye. Traduzione inglese di Moore, 1864, p.10 Frans

Cornelis Donders (1818- 1889) era professore di fisiologia e oftalmologia all’università di Utrecht, ed è considerato uno deipiù grandi oftalmologi di tutti i tempi.

3 Edmund Landolt (1846-) oftalmologo svizzero che si trasferì a Parigi nel 1874, fondando un clinica oculistica che haattratto molti studenti

4 On the mechanism of the eye, Phil. Tr. Roy. Soc. Londra, 18015 On the anomalies of accomodation and refraction of the eye, pp 10-116 Maximilian Adolf Langenbeck (1818-1877). Professore di anatomia, chirurgia e oftalmologia a Gottingen, dal 1846 al

1851. Più tardi si stabilì ad Hannover.7 Johannes Evangelista von Purkinje (1787-1869) professore di fisiologia a Breslavia e Praga, e scopritore di molte

importanti fatti fisiologici8 Antonie C. Cramer (1822-1855) oftalmologo tedesco9 Handbuch der physiologischen optik, edito da Nagel, 1909-11, vol. i, p.12110 Ibid, vol. i, p-12211 La rifrazione e accomodazione dell’occhio e le loro anomalie, autorizzata traduzione di Culver, 1886, p.15112 Phisiologic Optics, autorizzata traduzione di Weiland, 1904, p. 163.Marius Hans Erik Tscherning (1854-) è un oftalmologo danese che per 23 anni fu codirettore e direttore del laboratorio

oftalmologico della Sorbona. Più tardi divenne professore di oftalmologia nell’università di Copenhagen13 The Hygiene of the eye in schools. Traduzione inglese edita da Turnbull, 1886, p. 23. Hermann Cohn, (1838- 1906) fu

professore di oftalmologia nell’università di Breslavia, e è noto principalmente per il suo contributo all’igiene oculare

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14 Lessons in elementary physiology, sesta edizione, 1872, p. 23115 On the anomalies of accomodation and refraction of the eye, p. 1316 Krankheiten des Auges, 1853-6, vol-iii, p.219 et seq.17 Ueber die Ursachen und die Entstehung der Kurzsichtigkeit, 1876, Vorwort.18 Handbuch der Physiologischen Optik, vol. i pp. 124 e 14519 Ibid, vol. i, p. 14420 Physiologic Optics, p. 16621 Assenza del cristallino22 On the anomalies of accomodation and refraction of the eye, p. 3223 Archiv. F. Opth, 1855, vol. ii, parte 1, p. 187 e sep. Albrecht von Graefe (1828. 1870) era professore di oftalmologia

nell’università di Berlino è considerato con Donders e Arlt come uno dei più grandi oftalmologi del diciannovesimo secolo24 Klin. Montasbl. F. Augenh., Erlangen, 1872, vol x, p. 39 et seq.25 Archiv. F. Ophth, 1873, vol. xix, part 3 p. 10726 Flint: Phisiology of man, 1875, vol, v, pp. 110-11127 Davis: Accomodation in the lensless eye, reports of the Manhattan Eye and Ear Hospital, Genn, 1895, l’articolo da un

riassunto dell’intero argomento28 Uno strumento per misurare la curvatura del cristallino29 Nov. 1893, p.93230 Poichè l’occhio è inestensibile, non può adattarsi alla percezione degli oggetti situati a differenti distanze

incrementando la lunghezza del suo asse, ma solo incrementando il potere refrattivo del suo cristallino- De Schweinitz:Diseases of the eye, ottava edizione, 1916, pp.35-36

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CAPITOLO IV

LA VERITÀ SULL’ACCOMODAZIONE DIMOSTRATA DA ESPERIMENTI SUI MUSCOLIOCULARI DI PESCI, GATTI, CANI, CONIGLI E ALTRI ANIMALI.

La funzione dei muscoli esterni all’occhio, a parte quella di ruotare il globo nella sua cavità, è stata occasione di moltediscussioni; ma dopo la supposta dimostrazione di Helmoltz che l’accomodazione dipende da un cambiamento nellacurvatura del cristallino, la possibilità del loro coinvolgimento nell’adattamento dell’occhio alla visione a diverse distanze, onella produzione di errori di rifrazione, era considerata non meritevole di seria considerazione. “ Prima che i medicivenissero a conoscenza dei cambiamenti nel sistema diottico,(1) “ dice Donders, “ attribuivano spesso importanza aimuscoli esterni nella produzione di accomodazione. Ora che sappiamo che l’accomodazione dipende da un cambiamento diforma nel cristallino questa opinione sembra a malapena aver bisogno di essere confutata.” Egli afferma sicuramente che “ci sono molte prove di casi dove l’accomodazione è completamente distrutta dalla paralisi, senza che i muscoli esterni sianoostacolati nella loro azione,” e anche che “si sono registrati alcuni casi di paralisi di tutti o di quasi tutti i muscolidell’occhio, e di loro mancanza, senza che il potere di accomodazione diminuisse.”(2)

Se Donders non avesse considerato chiusa la questione, poteva forse fare ricerche più approfondite in questi casi, e se leavesse fatte, potrebbe essere stato meno dogmatico nelle sue affermazioni; poiché, come è stato sottolineato nel capitoloprecedente, ci sono molte indicazioni che di norma avviene il contrario. Nei miei esperimenti sui muscoli estrinsechi dipesci, conigli, gatti, cani e altri animali, sembrava esserci una dimostrazione completa che negli occhi di questi animalil’accomodazione dipende completamente dall’azione dei muscoli estrinsechi e per niente dall’azione del cristallino. Tramitela manipolazione di questi muscoli fui in grado di produrre o di impedire l’accomodazione a volontà, per produrre miopia,ipermetropia e astigmatismo, o per prevenire queste condizioni. I dettagli completi di questi esperimenti si possono trovarenel “Bulletin of the New York Zoological Society” del Novembre 1914 e nel “New York Medical Journal” dell’8 Maggio1915 e del 18 Maggio 1918; ma a beneficio di quelli che non hanno il tempo o l’inclinazione di leggere queste carte, i lorocontenuti sono riassunti qui sotto.

Ci sono sei muscoli esterni al globo oculare, quattro conosciuti come “retti” e due come “obliqui”. Gli obliqui formanouna cintura quasi completa intorno alla metà del globo oculare, e sono conosciuti, in base alla loro posizione, come“superiore” e “inferiore”. I retti sono attaccati alla sclera, o guaina dell’occhio, vicino alla fronte, e passano direttamentesopra la cima, il fondo e i lati del globo fino al retro dell’orbita, dove sono attaccati all’osso attorno ai bordi del bucoattraverso il quale passano i nervi ottici. A seconda della loro posizione, sono conosciuti come retto “superiore”,“inferiore,”, “interno” e “ esterno”. Gli obliqui sono i muscoli dell’accomodazione; i retti sono coinvolti nella produzionedell’ipermetropia e dell’astigmatismo.

In alcuni casi uno degli obliqui è assente o rudimentale, ma quando due di questi muscoli erano presenti e attivi,l’accomodazione, come misurato dal test obiettivo della retinoscopia, era sempre prodotta dalla stimolazione elettrica o delglobo oculare o dei nervi dell’accomodazione vicini alla loro origine nel cervello.

L’accomodazione è stata prodotta anche tramite manipolazioni degli obliqui quando la loro trazione era incrementata. Ciòè stato ottenuto tramite l’operazione di ripiego di uno o di entrambi i muscoli, o tramite un avanzamento del punto al qualeerano attaccati alla sclera.

Fig.13Dimostrazione sull’occhio di un coniglio che il muscolo obliquo inferiore è un fattore essenziale nell'accomodazione

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No. 1.- Il muscolo inferiore obliquo è stato esposto e vi sonostate attaccate due suture.

La stimolazione elettrica del globo oculare producel’accomodazione, come dimostrato dalla retinoscopiasimultanea.

No. 2- Il muscolo è stato tagliato. La stimolazione elettricanon produce accomodazione.

No. 3- Il muscolo è stato cucito. La stimolazione elettricaproduce normale accomodazione.

Fig.14. Dimostrazionesull’occhio di una carpa che ilmuscolo superiore obliquo èessenziale all’accomodazione

No. 1- Il superiore obliquo èsollevato dal globo oculare dadue suture e il retinoscopio nonmostra errori di rifrazione.

No. 2- La stimolazioneelettrica producel’accomodazione, comedeterminato dal retinoscopio.

No. 3- Il muscolo è statotagliato. La stimolazione delglobo oculare con l’elettricitàfallisce nel produrreaccomodazione.

No. 4- Il muscolo diviso èstato riunito tagliando elegando le suture.L’accomodazione segue lastimolazione elettrica comeprima

Quando uno o più retti erano stati tagliati, l’effetto delle operazioni incrementanti la trazione degli obliqui fu intensificato.Dopo che uno o entrambi gli obliqui erano stati tagliati o dopo che erano stati paralizzati dall’iniezione di atropina in

profondità dentro l’orbita, l’accomodazione non poteva più essere prodotta dalla stimolazione elettrica; ma dopo che glieffetti dell’atropina erano passati, o dopo che un muscolo diviso era stato ricucito insieme, l’accomodazione seguiva lastimolazione elettrica come al solito.

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Fig.15 Dimostrazionesull’occhio di un coniglioche la produzione dierrori refrattivi èdipendente dall’azione deimuscoli esterni. Il filo èassicurato all’inserto deimuscoli del superioreobliquo e del retto.

No.1- Trazione da dietro. Si produce miopia.

No.2- Trazione da davanti. Si produce ipermetropia.

No.3- Trazione verso l’alto sul piano dell’iride.Si produce astigmatismo misto.

Fig.16. Dimostrazione sull’occhio diun pesce che la produzione dellarifrazione miopica o ipermetropica èdipendente dall’azione dei muscoliestrinsechi.

La sutura è legata all’inserzione del muscolo superiore retto. Tramite una forte trazione sopra la sutura, il globo oculare ègirato nella sua cavità e legando il filo a un paio di forcipi da fissazione che afferrano la mandibola inferiore, è mantenuto inquesta posizione. Si produce un alto grado di astigmatismo misto, come dimostrato dalla retinoscopia simultanea. Quando ilsuperiore obliquo è diviso la parte miopica dell’astigmatismo scompare, e quando il retto inferiore è tagliato la parteipermetrope scompare, e l’occhio diventa normale- adatto alla visione da lontano- sebbene sia mantenuta la stessa intensitàdi trazione. È evidente che questi muscoli sono fattori essenziali nella produzione di miopia e ipermetropia.

Inoltre, quando un muscolo obliquo era assente, come nel caso del pescecane, uno squalo e in qualche pesce persico, orudimentale, come in tutti i gatti osservati, un po’ di pesci e un occasionale coniglio, l’accomodazione non poteva essere

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prodotta dalla stimolazione elettrica. Ma quando il muscolo rudimentale era rinforzato dall’avanzamento, e quello assenteera sostituito da una sutura che offriva la necessaria controtrazione, l’accomodazione poteva essere prodotta dallastimolazione elettrica. Dopo che uno o entrambi i muscoli erano stati tagliati, e mentre due o più retti erano presenti eattivi,(3) la stimolazione elettrica del globo oculare, o dei nervi dell’accomodazione, produceva sempre ipermetropia,mentre con la manipolazione di uno dei retti, di solo l’inferiore o il superiore, in modo da rinforzare la trazione, potevaessere prodotto lo stesso risultato. La paralisi dei retti tramite l’atropina, o il taglio di uno o più di essi, impediva laproduzione di rifrazione ipermetropica tramite stimolazione elettrica; ma dopo che gli effetti dell’atropina erano passati, odopo che un muscolo diviso era stato ricucito, l’ipermetropia era prodotta come al solito dalla stimolazione elettrica.Dovrebbe essere sottolineato che per paralizzare i muscoli retti, o gli obliqui, è stato necessario iniettare l’atropina inprofondità nel globo oculare con un ago ipodermico. Si suppone che questa droga paralizzi l’accomodazione quando messain gocce dentro gli occhi di essere umani o animali, ma in tutti i miei esperimenti, è stato trovato che quando è usata inquesto modo ha un effetto molto leggero sul potere dell’occhio di cambiare la sua focalizzazione.

Fig.17No.1.- Produzione di astigmatismo misto

nell’occhio di una carpa tirando i filiattaccati alla congiuntiva in oppostedirezioni. Notare la forma ovale della partedavanti del globo oculare

No.2.-Tagliando i fili il globo oculareritorna alla sua forma normale, e larifrazione diventa normale.

L’astigmatismo era di solito prodotto in combinazione con una rifrazione miopica o ipermetropica. Veniva prodotto ancheda varie manipolazioni di entrambi i muscoli retti e obliqui. L’astigmatismo misto, che è una combinazione della rifrazionemiopica e ipermetropica, era sempre prodotto dalla trazione sull’inserzione del retto superiore o inferiore in una direzioneparallela al piano dell’iride, finché entrambi gli obliqui erano presenti e attivi; ma se uno o entrambi gli obliqui erano statitagliati, la parte miopica dell’astigmatismo scompariva.

Similmente, dopo che il retto superiore o inferiore erano stati tagliati, la parte ipermetropica dell’astigmatismo scomparivaL’avanzamento dei due obliqui, con l’avanzamento del retto superiore e inferiore, produceva sempre astigmatismo misto.

Gli occhi dai quali era stato rimosso il cristallino, o nei quali era stato spinto fuori dall’asse della visione, rispondevanoalla stimolazione elettrica precisamente come faceva l’occhio normale, finché i muscoli erano attivi; ma quando erano statiparalizzati dall’iniezione di atropina profondamente dentro l’orbita, la stimolazione elettrica non aveva effetto sullarifrazione.

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Fig.18. Dimostrazione sull’occhio di unconiglio che gli obliqui allungano l’assevisivo nella miopia

R, riposo. Il globo oculare è di lunghezzanormale e emmetrope, cioè, perfettamenteadattato alla visione da lontano. My,miopia. La trazione del muscolo obliquo èstata rinforzata dall’avanzamento, e ilretinoscopio mostra che è stata prodottamiopia. Si può facilmente notare che ilglobo oculare è più lungo. Era impossibileevitare alcuni movimenti della testa mentresi facevano le due fotografie come risultatodella manipolazione dei fili, ma il righellodice che la messa a fuoco della macchinafotografica non è stata apprezzabilmentemodificata da questi movimenti.

Fig.19. Dimostrazione sull’occhio diuna carpa che i retti accorciano l’assevisivo nell’ipermetropia.

R, riposo. Il globo oculare è di lunghezzanormale e emmetrope. Hy, hypermetropia.La trazione dei retti esterni e interni è statarinforzata dall’avanzamento e ilretinoscopio mostra che è stata prodottaipermetropia. Può essere notato facilmenteche il globo oculare è più corto. Il righellomostra che la messa a fuoco dellamacchina fotografica non è stataapprezzabilmente modificata tra la presadelle due figure.

Fig.20.- Cristallino spinto fuoridall’asse di visione

In questo esperimento il cristallino èstato rimosso dall’occhio destro di unconiglio, essendo stata prima testata colretinoscopio la rifrazione di ciascunocchio e essendo stata trovata normale.La ferita è stata lasciata guarire. Inseguito, per un periodo che si estese daun mese a due anni, la stimolazioneelettrica produceva semprel’accomodazione nell’occhio senzacristallino precisamente nello stessogrado dell’occhio che aveva ilcristallino. Lo stesso esperimento con lostesso risultato è stato eseguito indiversi altri conigli, su cani e su pesci.La conclusione ovvia è che il cristallinonon è un fattore dell’accomodazione.

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Fig.21.- Coniglio con cristallinorimosso

L’animale fu esibito a un convegnodella sezione oftalmologica dellaassociazione medica americana,tenutosi ad Atlantic City, e fu esaminatoda diversi oftalmologi presenti, tutti iquali sperimentarono che lastimolazione elettrica del globo oculareproduceva accomodazione, o rifrazionemiopica, precisamente come nell’occhionormale.

Nella maggior parte dei manuali di fisiologia si dice che l’accomodazione è controllata dal terzo nervo craniale, checontrolla tutti i muscoli del globo oculare ad eccetto del superiore obliquo e del retto esterno; ma il quarto nervo craniale,che controlla solo il superiore obliquo, era stato trovato essere, in questi esperimenti, un nervo di accomodazione tale equale al terzo. Quand’anche il terzo o il quarto nervo erano stimolati con l’elettricità vicino al punto di origine nel cervellorisultava sempre accomodazione nell’occhio normale.

Fig.22.- Esperimenti sull’occhio di un gatto dimostranti che il quarto nervo, che comanda solo il muscolo superioreobliquo, è un nervo di accomodazione come il terzo, e che il muscolo superiore obliquo, che esso comanda, è un muscolo diaccomodazione.

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No.1.- Entrambi i nervi sono stati esposti vicino alla loro origine nel cervello, e una striscia di carta nera è stata inseritatra ciascuno di essi per renderli visibili. Il quarto nervo è il più piccolo. Il muscolo superiore obliquo è stato avanzato daun operazione di ripiego, e questo muscolo è sempre rudimentale nei gatti, e a meno che la sua trazione sia rinforzata,l’accomodazione non può essere prodotta in questi animali. La stimolazione di uno o entrambi i nervi dalla correntefaradaica produce accomodazione.

No. 2.- quando il quarto nervo è stato coperto con cotone imbevuto in una normale soluzione salina, l’applicazione dellacorrente faradica al cotone produce accomodazione. Quando il cotone è immerso in una soluzione all’un per cento disolfato di atropina in una normale soluzione salina, questa applicazione non produce accomodazione, ma la stimolazionedel terzo nervo la produce.

No.3.- Quando il terzo nervo è stato coperto con cotone imbevuto in una normale soluzione salina, l’applicazione dellacorrente faradica al cotone produce accomodazione. Quando il cotone è stato imbevuto con il solfato di atropina in unanormale soluzione salina, questa applicazione non produce accomodazione, ma la stimolazione del quarto nervo laproduce.

No.4.- Quando entrambi i nervi sono stati coperti con cotone imbevuto nel solfato di atropina in una normale soluzionesalina, l’applicazione dell’elettricità al cotone non produce accomodazione. Quando le parti sono state lavate con unasoluzione salina tiepida, l’applicazione dell’elettricità al cotone di un nervo produce accomodazione. I nervi sono statialternativamente coperti con il cotone imbevuto di atropina e poi lavati con la soluzione salina tiepida per un ora, avendoapplicato l’elettricità in ciascuna condizione con invariabilmente lo stesso risultato. L’accomodazione non può essereprodotta dalla stimolazione elettrica quando i nervi sono paralizzati con l’atropina, ma risulta sempre dalla stimolazione diuno o entrambi quando sono stati lavati con la soluzione salita. L’esperimento è stato eseguito con gli stessi risultati sumolti conigli e cani.

Fig.23.-Smidollamento di un pesce, preparatorio alle operazioni sui suoi occhi.

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L’oggetto di questa operazione è assicurare un rilassamento maggiore ai muscoli dell’occhio e della testa,che avrebbero lavorato per ore, senza stimolo esterno, se le cellule non fossero state distrutte dalla sonda.

Quando l’origine dei nervi era sta coperta con un piccolo batuffolo di cotone imbevuto in una soluzione al due per cento disolfato di atropina in una normale soluzione salina, la stimolazione di quel nervo non produceva accomodazione, mentre lastimolazione del nervo non paralizzato la prodeceva. Quando l’origine di entrambi i nervi era stata coperta col cotoneimbevuto nell’atropina, l’accomodazione non poteva essere prodotta dalla stimolazione elettrica in uno o entrambi.

Quando il cotone era stato rimosso e i nervi lavati con normale soluzione salina, la stimolazione elettrica di uno e entrambiproduceva accomodazione come prima che l’atropina fosse applicata. Questo esperimento, che fu eseguito ripetutamenteper più di un’ora alternativamente applicando e rimuovendo l’atropina, non solo dimostrò chiaramente ciò che prima nonera conosciuto, cioè che il quarto nervo è un nervo di accomodazione, ma dimostrò anche che il muscolo superiore obliquoche è comandato da esso è un importante fattore di accomodazione.

Fu inoltre scoperto in seguito che quando l’azione dei muscoli obliqui era ostacolata dal dividerli, la stimolazione del terzonervo produceva non accomodazione, ma ipermetropia.

In tutti gli esperimenti tute le fonti di errore erano state- crediamo - eliminate. Furono tutti ripetuti molte volte e semprecon lo stesso risultato. Sembrano perciò non lasciare spazio a dubbi che né il cristallino né alcun muscolo interno al globooculare abbiano qualcosa a che fare con l’accomodazione, ma che il processo per cui l’occhio si adatta alla visione a diversedistanze è interamente controllato dall’azione dei muscoli esterni al globo oculare.

Note:1 Il sistema refrattivo2 On the anomalies of accomodation and refraction of the eye, p.223 In molti animali, specie nei conigli, i retti interni e esterni sono o assenti o rudimentali, così che, praticamente, in questi

casi, ci sono solo due retti, come ci sono solo due obliqui. In altri, come in molti pesci, il retto interno è trascurabile.

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CAPITOLO V

LA VERITÀ SULL’ACCOMODAZIONE DIMOSTRATA DA UNO STUDIO SULLEIMMAGINI RIFLESSE DA CRISTALLINO, CORNEA, IRIDE E SCLERA.

Poiché le conclusione alle quali gli esperimenti descritti nel capitolo precedente portarono erano diametralmente opposte aquelle raggiunte da Helmoltz nel suo studio delle immagini riflesse dalla superficie del cristallino, ho voluto ripetere gliesperimenti del ricercatore tedesco e trovare, se possibile, perché i suoi risultati erano così diversi dai miei. Ho dedicatoquattro anni a questo lavoro, e sono riuscito a dimostrare che Helmholtz ha sbagliato attraverso una tecnica difettosa, poichél’immagine ottenuta con il suo metodo era così mutevole e incerta da lasciar supporre ogni teoria.

Ho lavorato un anno e più con la tecnica di Helmholtz, ma non sono stato in grado di raggiungere un immagine dallasuperficie del cristallino che fosse sufficientemente chiara o distinta per essere misurata o fotografata. Con una sola candelacome sorgente di luce si poteva ottenere un’immagine distinta e chiara sulla cornea; sul retro del cristallino era abbastanzachiara; ma sul davanti era molto imperfetta. Non solo era sfocata, come rilevava Helmholtz, ma senza causa apparentevariava molto in misura e intensità. A quel tempo non poteva essere ottenuto nessun riflesso, né quello dell’angolo dellaluce verso l’occhio del soggetto, né quello dell’occhio dell’osservatore verso quello del soggetto.

Fig.24. Attrezzatura per fotografare immagini riflesse dal globo oculare.

CM specchio concavo nel quale il soggetto può osservare le immagini riflesse da varie parti dell’occhio, C, condensatore;D, diaframma; L, lampada da 1000 watt; F, appoggio frontale; MP, barra alla quale il soggetto si afferra con i denti pertener ferma la testa; P, specchio piano sopra il quale è incollata una lettera a carattere piccolissimo e nel quale è riflessauna tabella di Snellen a sei metri dietro il soggetto (lo specchio è appena sopra la lettera P);

CAM, macchina fotografica; Pr, perimetro usato per misurare l’angolo della luce sull’occhio; R, specchio piano cheriflette la luce dalla lampada da 1000 watt sopra l’occhio, che altrimenti sarebbe nell’oscurità totale ad eccezione dellaparte dalla quale l’immagine altamente condensata del filamento è riflessa; B, Schermo di vetro blu usato per modificare laluce riflessa dallo specchio R.

Quando il soggetto leggeva la linea di fondo della tabella di Snellen riflessa nello specchio P, i suoi occhi erano a riposo,e quando vedeva la lettera piccolissima distintamente si accomodavano dieci diottrie, come mostrato dal retinoscopio.

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Fig.25. Attrezzatura per tenere la testa del soggetto ferma durante la fotografia delle immaginiCM, specchi concavo; F, appoggio per la fronte; C, condensatore, MP, supporto per la bocca; Pr, perimetro

Con un diaframma avevo un immagine più chiara e costante, ma non era ancora sufficientemente affidabile per esseremisurata. Per Helmholtz l’immagine indistinta della fiamma non schermata sembrava mostrare un apprezzabilecambiamento, mentre le immagini ottenute con l’aiuto del diaframma lo mostravano più chiaramente; ma io non erocapace, col diaframma o senza, di ottenere immagini che considerassi sufficientemente distinte per essere affidabili. Gliuomini che avevano insegnato e dimostrato la teoria di Helmholtz ripeterono il suo esperimento a mio beneficio; ma leimmagini che avevano ottenuto sul davanti del cristallino non mi sembravano migliori delle mie.

Fig.26 Immagine di un filamento elettrico sul davanti del cristallinoR, riposo; A, accomodazione. Sotto la lente di ingrandimento non si è osservato alcun cambiamento nella misura delle

due immagini. L’immagine a destra sembra più grande solo perché è più distinta. Per supportare la teoria di Helmholtzdovrebbe essere la più piccola. La coda di cometa a sinistra delle due immagini è un riflesso accidentale dalla cornea. Lamacchia di luce è un riflesso dalla luce usata per illuminare l’occhio mentre il fotografo opera. Ci sono voluti due anni peravere queste due figure.

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Dopo aver studiato queste immagini quasi ogni giorno per più di un anno non ero in grado di fare alcuna osservazioneaffidabile riguardo l’effetto dell’accomodazione su di esse. Infatti, sembrava che un numero infinito di apparenze potesseessere ottenuto sul davanti del cristallino quando una candela era usata come fonte di illuminazione. A volte l’immagine eradiventata più piccola durante l’accomodazione e sembrava sostenere la teoria di Helmholtz; ma altrettanto frequentementediventava più grande. In altre occasioni era impossibile dire cosa facesse.

Con una lampada da trenta watt, una lampada da cinquanta watt, una lampada da 250 watt e una lampada da 1000 watt,non c’era miglioramento.

La luce del sole riflessa dal davanti del cristallino produceva un’immagine così confusa e incerta che il riflesso da altrefonti di illuminazione era variabile in forma, intensità e misura. Per riassumere tutto, fui convinto che la superficie anterioredel cristallino era un cattivo riflettore di luce, e che non potevano essere ottenute immagini affidabili da essa con i mezzidescritti.

Fig.27 Immagine del filamento elettrico riflesso simultaneamente da cornea e cristallinoR, riposo; A, accomodazione. La misura delle immagini in entrambe le figure è la stessa. L’immagine della cornea è così

piccola in entrambe le figure che non è stata notevolmente alterata dal leggero cambiamento che è avvenuto nella corneadurante l’accomodazione. In A entrambe le immagini hanno cambiato la loro posizione e la fine del riflesso dal cristallinoè stata tagliata dall’iride, ma la sua ampiezza rimane la stessa. La macchia bianca tra le due immagini del filamento è unriflesso dalla lampada usata per illuminare l’occhio. Notare che in A è visibile più sclera, per l’elongazione del globooculare durante l’accomodazione.

Dopo un anno o più di fallimenti iniziai a lavorare a un acquario sugli occhi dei pesci. Fu una lunga storia di fallimento.Alla fine riuscii, con l’aiuto di una forte luce- 1000 watt – un diaframma con una piccola apertura e un condensatore, aottenere, dopo alcune difficoltà, un’immagine chiara e distinta della cornea di pesce. Questa immagine era sufficientementedistinta per essere misurata, e dopo molti mesi ottenni una fotografia soddisfacente. In seguito ripresi il lavoro sugli occhidegli essere umani.

La forte luce, combinata al diaframma e al condensatore, l’uso del quale fu suggerito dal loro utilizzo per migliorarel’illuminazione del vetrino sotto il microscopio, si dimostrò essere un deciso miglioramento sul metodo di Helmholtz, e permezzo di questa tecnica si otteneva alla fine un’immagine sul davanti del cristallino che era sufficientemente chiara edistinta per essere fotografata. Questa era la prima volta, da quello che mostrano i libri, che un immagine di qualsiasi tipoera fotografata dal davanti del cristallino. I fotografi professionisti che consultai per assicurarmi la loro assistenza miassicurarono che la cosa non poteva essere fatta, e mi sconsigliarono di provarla. Perciò fui obbligato a imparare lafotografia, della quale prima non conoscevo nulla, e trovai poi che per quanto riguarda l’immagine ottenuta col metodo diHelmholtz le preoccupazioni dei professionisti erano fondate.

Gli esperimenti furono continuati, e dopo quasi quattro anni di fatica costante, ottenni immagini soddisfacenti prima edopo l’accomodazione e durante la produzione di miopia e ipermetropia, non solo di immagini sul davanti del cristallino,ma di riflessi sull’iride, come sulla parte davanti della sclera (bianco dell’occhio) e il lato della sclera. Riuscii anche aottenere immagini su qualsiasi superficie a volontà senza riflesso delle altre parti. Prima di ottenere questi risultati,comunque, ho dovuto affrontare ancora molte difficoltà. Le complicazioni da riflesso erano una perenne fonte di problemi. Iriflessi dagli oggetti circostanti erano facilmente prevenibili; ma quelli dai lati del globo della luce elettrica erano difficili daaffrontare, ed era inutile provare a ottenere immagini sul davanti del cristallino finché non erano stati eliminati, o ridotti alminimo, da un adatta sistemazione della luce.

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Fig.28 Immagine di un filamentoelettrico sulla cornea

R, riposo; A, accomodazione.L’immagine è più piccola in A, ma ilcambiamento è così leggero da esserescarsamente avvertibile, mostrandoche l’alterazione della forma dellacornea durante l’accomodazione èmolto leggera. Per questa ragione sipensava che l’oftalmometro, con lasua piccola immagine, dimostrasseche la cornea non cambiava durantel’accomodazione

La stessa sistemazione apparente, non dava, comunque, risultati simili. Qualche volta non c’erano riflessi per giorni; poiarrivava un giorno quando, con la luce apparentemente allo stesso angolo, riapparivano.

Con qualche sistemazione alla luce, si vedevano immagini multiple riflesse dal davanti del cristallino. Alcune volte questeimmagini erano sistemate in una linea orizzontale, qualche volta in una verticale e qualche volta ad angoli di diversi gradi,mentre la loro distanza da ciascuna altra pure variava. Di solito ce n’erano tre; qualche volta ce n’erano di più; e qualchevolta ce n’erano solo due. Occasionalmente erano tutte della stessa misura, ma di solito variavamo, non essendociapparentemente nessun limite alle possibilità di variazione in questo e altri aspetti.

Alcune di loro erano fotografate, indicando che erano riflessi reali. Cambiamenti nella distanza del diaframma dalla luce edal condensatore e alterazioni nella misura e forma della sua apertura, apparivano non fare alcuna differenza. Diversesistemazioni del condensatore erano ugualmente senza effetto. Cambiamenti nell’angolo al quale la luce era sistemataqualche volta diminuivano il numero delle immagini e qualche volta lo aumentavano, finché alla fine fu trovato un angolo alquale si vedeva solo un’immagine. L’immagine appariva, in fatti, essere causata dai riflessi dalla lampadina della luceelettrica.

Anche dopo che la luce era stata così sistemata per eliminare i riflessi, era spesso difficoltoso, o impossibile, avere unimmagine chiara e distinta del filamento elettrico sulla parte anteriore del cristallino. Si poteva risistemare il condensatore eil diaframma e cambiare l’asse di fissazione e l’immagine sarebbe stata ancora confusa e i contorni sfocati. La causa delladifficoltà apparì essere che la luce non era sistemata all’angolo migliore per il proposito e che non era sempre possibiledeterminare l’asse esatto al quale si produceva un’immagine chiara e distinta. Come nel caso dei riflessi dai lati dellalampadina, sembrava variare senza una causa conosciuta. Questo era vero, comunque: c’erano angoli dell’asse del globoche davano immagini migliori di altre, e questi angoli non potevano essere determinati con esattezza. Faticavo con la luceper due o tre ore senza trovare l’angolo giusto. Altre volte l’asse rimaneva invariato per giorni, dando sempre un’immaginechiara e distinta.

Fig.29. Immagine di unfilamento elettrico sul davantidella sclera. R, riposo; A,accomodazione. Durante laaccomodazione la parte davantidella sclera diventa piùconvessa, perché il globooculare si è allungato, come siallunga una macchinafotografica quando è focalizzatasopra un oggetto vicino. Lamacchia di luce sulla cornea èun riflesso accidentale.

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Il risultati di questi esperimenti confermavano le conclusioni tracciate dai precedenti, cioè che l’accomodazione è dovutaall’allungarsi del globo oculare e non a un cambiamento nella curvatura del cristallino. Confermavano in manieraschiacciante le mie precedenti conclusioni sulle condizioni sotto le quali erano prodotte miopia e ipermetropia.(1)

Le immagini fotografate dal davanti del cristallino non mostrano nessun cambiamento nella misura e forma durantel’accomodazione. L’immagine sul retro del cristallino rimaneva anch’essa la stessa, come osservato attraverso il telescopiodell oftalmometro; ma poiché non vi è discussione sul suo ruolo durante l’accomodazione, non fu fotografata. Le immaginifotografate dall’iride prima e durante l’accomodazione erano anch’esse le stesse in misura e forma, come c’era da aspettarsidal carattere delle immagini del cristallino. Se il cristallino cambiava durante l’accomodazione, anche l’iride, che siappoggia sopra, sarebbe cambiata

Fig.30. Immagini sul bordo della scleraR, riposo; A, accomodazione. L’immagine in A è più grande, indicando un appiattimento del bordo della sclera mentre il

bulbo si allunga. My, miopia. L’occhio si sta sforzando di vedere da lontano e l’immagine è più grande, indicando che ilbulbo si è allungato, risultando in un appiattimento del bordo della sclera. Hy, ipermetropia. L’occhio si sta sforzando divedere a 5 cm. L’immagine è la più piccola della serie, indicando che il bulbo è diventato più corto che in tutte le altrefigure, e il bordo della sclera più convesso. Le due figure sotto confermano la precedente osservazione dell’autore chel’ipermetropia è prodotta quando l’occhio si sforza di vedere oggetti vicini e che la miopia è prodotta quando l’occhio sisforza di vedere oggetti lontani.

L’immagine fotografata dalla cornea e dal davanti e dal bordo della sclera mostrava, comunque, una serie di quattrocambiamenti ben marcati, secondo i quali la visione era normale o accompagnata da sforzo.

Durante l’accomodazione le immagini dalla cornea erano più piccole di quando l’occhio era a riposo, indicandol’elongazione del bulbo oculare e un conseguente aumento della convessità della cornea. Ma quando si faceva un tentativosenza successo per vedere da vicino, l’immagine diventava più larga, indicando che la cornea stava diventando menoconvessa, una condizione che uno si aspetterebbe quando l’asse ottico è accorciato, come nell’ipermetropia. Quando sifaceva una sforzo per vedere da lontano l’immagine era più piccola di quando l’occhio era a riposo, di nuovo indicandol’elongazione del bulbo oculare e una maggiore convessità della cornea.

Le immagini fotografate dal davanti della sclera mostrano la stessa serie di cambiamenti delle immagini della cornea maquelle ottenute dal lato della sclera sono state trovate mutevoli esattamente nella maniera opposta, essendo più larghe dovele precedenti erano più piccole e viceversa, una differenza che ci si doveva aspettare dal fatto che quando il davanti dellasclera diventa più convesso il bordo deve diventare più piatto.

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Fig.31. Immagini multiple dal davanti delcristallino

Questa figura mostra una delle difficoltà chedovevano essere superate nel fotografareimmagini riflesse da varie parti del globooculare. A meno che la luce fosse sistemataprecisamente all’angolo giusto, il filamento eramoltiplicato dal riflesso dai lati del bulbo. Disolito l’immagine era sdoppiata, qualche voltaera triplicata, come mostrato nella figura, equalche volte era quadruplicata. Spesso eranorichiesti giorni di fatica per eliminare questiriflessi, e per ragioni che non sonodefinitivamente determinate la stessasistemazione non dava sempre gli stessi risultati.Qualche volta tutto andava bene per giorni, e poi,senza alcuna ragione apparente, ritornavano leimmagini multiple.

Fig.32 Riflesso del filamento elettrico dall’irideQuesta figura è mostrata per illustrare il fatto che è impossibile ottenere un riflesso da qualsiasi superficie riflettente del

globo oculare senza riflessi dalle altre parti, sebbene queste possano essere esposte. Questo è fatto cambiando l’angolodella luce verso l’occhio In no.1 le osservazioni dell’occhio al tempo della fotografia dimostravano che l’immagineproveniva dall’iride, non dalla cornea, e il fatto appare anche nella figura. (paragonare l’immagine con il riflesso cornealedella figura 28). Nella No.2, dove l’immagine copre il bordo della pupilla, il fatto che il riflesso provenga dall’iride èmanifesto dalla circostanza che solo parte del filamento è vista. Se provenisse dalla cornea, sarebbe riflesso per intero.Notare che in questa figura non c’è riflesso dal cristallino. Le immagini sull’iride non cambiano la loro misura o formadurante l’accomodazione, dimostrando di nuovo che il cristallino, sopra la quale giace l’iride, non cambia la sua formaquando l’occhio si prepara per la visione da vicino.

Quando si faceva un sforzo per vedere a distanza l’immagine riflessa dal bordo della sclera, che era più largadell’immagine ottenuta quando l’occhio era a riposo, indicava che questa parte della sclera era diventata meno convessa opiù piatta, per l’elongazione del bulbo oculare. L’immagine ottenuta durante la normale accomodazione era anche più largadi quando l’occhio era a riposo, indicando di nuovo un appiattimento del bordo della sclera. L’immagine ottenuta,comunque, quando si faceva una sforzo per vedere vicino era molto più piccola di tutte le altre immagini, indicando che lasclera era diventata più convessa ai bordi, una condizione che uno si aspetterebbe quando il bulbo è accorciato, comenell’ipermetropia. Il cambiamento più pronunciato si notava nelle immagini riflesse dal davanti della sclera. Quelle sulbordo della sclera erano meno marcate, e, per la difficoltà di fotografare un’immagine bianca su sfondo bianco, nonpotevano sempre essere viste prontamente sulle fotografie. Erano sempre pienamente visibili, comunque, all’osservatore, eancor di più al soggetto, che le guardava in uno specchio concavo. Le alterazioni nella misura dell’immagine corneali eranocosì leggere che non si mostravano per niente nelle fotografie, eccetto quando l’immagine era grande, un fatto che spiegaperché l’oftalmometro, con la sua piccola immagine aveva mostrato che la cornea non cambia durante l‘accomodazione.Erano sempre apparenti, comunque al soggetto e all’osservatore.

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L’immagine corneale era una delle più facili della serie da produrre e l’esperimento è uno di quelli che quasi chiunque puòripetere, poiché la sola attrezzature richiesta è una lampada da cinquanta candele- una normale lampadina- e uno specchioconcavo assicurato a una bacchetta che si muove avanti e indietro in un solco in modo che la distanza dello specchiodall’occhio possa essere alterata a volontà.

Fig.33. Dimostrazione che il retro del cristallino non cambia durante l’accomodazioneIl filamento di una luce elettrica (L) cade nell’occhio del soggetto (S), e il riflesso del retro del cristallino può essere visto

dall’osservatore (O) nel telescopio (T). Il soggetto tiene nella sua mano, a una distanza di quattro pollici, uno specchio sulquale è incollata una piccola lettera, e nel quale è riflessa una tabella di Snellen appesa sopra e dietro la sua testa a unadistanza di 6 metri. Il retinoscopio rivela che quando guarda al riflesso della tabella e legge la linea di fondo l’occhio è ariposo e quando guarda alla lettera incollata allo specchio accomoda. L’immagine sul cristallino non cambia durantequesti cambiamenti di fuoco. Il telescopio è il telescopio dell’oftalmometro, poiché i prismi sono stati rimossi. Poiché non viè discussione del ruolo del retro del cristallino durante l’accomodazione questa immagine non è stata fotografata.

Si può usare anche uno specchio piano; ma il vetro concavo è meglio, perché ingrandisce l’immagine. Lo specchiodovrebbe essere sistemato in modo che rifletta l’immagine del filamento elettrico sulla cornea, e in modo che l’occhio delsoggetto possa vedere questo riflesso guardando dritto avanti. L’immagine nello specchio è usata al punto di fissazione, e ladistanza alla quale l’occhio mette a fuoco è alterata modificando la distanza dello specchio dall’occhio. La luce può esseremessa a due- cinque cm dall’occhio, poiché il calore non è così forte da interferire con l’esperimento. Più è vicino più largaè l’immagine e a seconda che sia sistemata verticalmente, orizzontalmente, o a un angolo, la chiarezza del riflesso puòvariare. Uno schermo di vetro blu può essere usato, se si vuole, per diminuire il fastidio della luce. Se l’occhio sinistro èusato dal soggetto- e in tutti gli esperimenti è stato trovato essere più adatto allo scopo- la sorgente di luce dovrebbe esseremessa a sinistra di quell’occhio e per quanto possibile di fronte a esso, a un angolo di circa 34 gradi. Per un’accuratezzaassoluta, la luce e la testa del soggetto dovrebbero essere immobili, ma per la dimostrazione non è essenziale.Semplicemente tenendo la lampadina in mano il soggetto può dimostrare che l’immagine cambia a seconda che l‘occhio si ariposo, che accomodi normalmente per la visione da vicino, che si sforzi per vedere da vicino o lontano. Nella ricercaoriginale sono descritti possibili fonti di errore e i mezzi impiegati per eliminarle

Note1 Bates, The cause of Myopia, N.Y. Med. Jour., 16 marzo 1913

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CAPITOLO VI

LA VERITÀ SULL’ACCOMODAZIONE DIMOSTRATA DALLE OSSERVAZIONI CLINICHE.

La testimonianza degli esperimenti descritti nei precedenti capitoli sull’effetto che il cristallino non è un fattoredell’accomodazione è confermata da numerose osservazioni sugli occhi degli adulti e dei bambini, con vista normale, erroridi rifrazione o ambliopia, e sugli occhi di adulti dopo la rimozione del cristallino per cataratta.

È già stato sottolineato che si suppone che l’instillazione di atropina nell’occhio impedisca l’accomodazione paralizzandoil muscolo che si crede controllare la forma del cristallino. Questo effetto è riportato in ogni manuale sull’argomento, (1) ela droga è usata ogni giorno nella prescrizione di occhiali col proposito di eliminare la supposta influenza del cristallinosugli stati refrattivi. In circa nove casi su dieci le condizioni risultanti dall’instillazione dell’atropina nell’occhio confermanola teoria sulla quale è basato questo uso; ma nel decimo caso non lo fanno, e ogni oftalmologo di qualsiasi esperienza hanotato qualcuno di questi decimi casi. Molti di loro sono riportati nella letteratura, e molti di loro sono giunti alla miaosservazione.

Secondo la teoria, l’atropina dovrebbe portare allo scoperto l’ipermetropia latente in occhi apparentemente normali, omanifestamente ipermetropi, purché, naturalmente, il paziente sia nell’età durante la quale si suppone che il cristallinomantenga la sua elasticità. Il fatto è che qualche volta essa produce miopia, o trasforma l’ipermetropia in miopia, e cheproduce sia miopia che ipermetropia in persone che hanno più di 70 anni di età, quando si suppone che il cristallino sia durocome la roccia, come in casi nei quali il cristallino è indurito per una cataratta incipiente. Pazienti con occhi apparentementenormali svilupperanno, dopo l’uso dell’atropina, astigmatismo ipermetropico, o astigmatismo miopico, o astigmatismomisto miopico, o astigmatismo misto.(2) In altri casi la droga non interferirà con l’accomodazione o non altererà larifrazione in alcun modo. Inoltre, quando la visione è stata diminuita dall’atropina, i soggetti sono diventati spesso capaci,semplicemente riposando li occhi, di leggere caratteri piccolissimi a 15 cm. Tuttavia si suppone che l’atropina riposi gliocchi dando sollievo ai muscoli sovraffaticati.

Nel trattamento di strabismo e ambliopia ho spesso usato l’atropina nell’occhio migliore per più di un anno, perincoraggiare l’uso dell’occhio ambliopico; e alla fine di questo tempo, ancora sotto l’effetto dell’atropina, questi occhi eranodiventati capaci in poche ore o meno, di leggere caratteri piccolissimi a 15 cm(vedi il capitolo XXII). I seguenti sonoesempi di molti casi simili che si potrebbero citare:

Un ragazzo di dieci anni era affetto da ipermetropia ad entrambi gli occhi, che sull’occhio migliore, il sinistro, ammontavaa tre diottrie. Quando l’atropina fu instillata nell’occhio l’ipermetropia fu incrementata a quattro diottrie e mezza, e lavisione si abbassò a 20/200. Con una lente convessa di quattro diottrie e mezza il paziente ottenne una visione normale dalontano, e con l’aggiunta di un’altra lente convessa di quattro diottrie fu capace di leggere i caratteri piccolissimi a 25cm(nel modo migliore). L’atropina fu usata per un anno, dilatando continuamente la pupilla al massimo. Nel frattempol’occhio destro era trattato con i metodi che descriverò in seguito. Di solito in questi casi l’occhio che non èspecificatamente trattato migliora un po’ con l'altro, ma in questo caso non lo fece. Alla fine dell’anno la visione dell’occhiodestro era diventata normale; ma quella del sinistro era rimasta precisamente dov’era all’inizio, ancora 20/200 senzaocchiali per vedere da lontano, mentre leggere senza occhiali era impossibile e il grado di ipermetropia non era cambiato.Ancora sotto l’influenza dell’atropina e ancora con la pupilla dilatata al massimo, questo occhio era ora trattatoseparatamente; e in un ora e mezza la sua visione era diventata normale sia da lontano che da vicino, leggeva i caratteripiccolissimi a 15 cm, tutto senza occhiali. Secondo le teorie accettate, il muscolo ciliare di questo occhio non solo dovevaessere completamente paralizzato, ma doveva essere stato in continua paralisi per un anno. Nonostante ciò, l’occhio nonsolo abbandonò quattro diottrie e mezzo di ipermetropia, ma aggiunse sei diottrie di accomodazione, con un totale di dieci emezza. Lascio a quelli che aderiscono alle teorie accettate il compito di spiegare come questi fatti possano conciliarsi conesse.

Analogo, se non ancor più degno di nota, fu il caso di una bambina di sei anni che aveva due diottrie e mezza diipermetropia nell’occhio destro, il migliore, e sei nell’altro, con una diottria di astigmatismo. Con l’occhio migliore sottol’influenza dell’atropina e la pupilla dilatata al massimo, entrambi gli occhi furono trattati insieme per più di un anno e allafine di questo periodo, essendo il destro ancora sotto l’influenza dell’atropina, sono diventati entrambi capaci di leggerecaratteri piccolissimi a 15 centimetri, il destro semmai migliore del sinistro. Perciò, a dispetto dell’atropina, l’occhio destronon sono si liberò da due diottrie e mezza di ipermetropia, ma aggiunse sei diottrie di accomodazione, per un totale di otto emezzo. Per eliminare ogni possibilità di latente ipermetropia nell’occhio sinistro - che aveva all’inizio sei diottrie -l’atropina fu usata in questo occhio e sospesa nell’altro, continuando l’educazione come prima. Sotto l’influenza delladroga ci fu un leggero ritorno dell’ipermetropia, ma la visione divenne preso di nuovo normale e sebbene l‘atropina fosseusata ogni giorno per più di un anno, con la pupilla continuamente dilatata al massimo, continuava a leggere caratteripiccolissimi a 15 cm senza occhiali durante l’intero periodo. È difficile per me concepire come il muscolo ciliare possa averqualcosa a che fare con l’abilità di questa paziente ad accomodare dopo che l’atropina era stata utilizzata in ciascun occhioseparatamente per un anno o più. Secondo la corrente teoria, l’atropina paralizza il muscolo ciliare e così, ostacolando un

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cambiamento di curvatura nel cristallino, ostacola l’accomodazione. Quando l’accomodazione avviene, perciò, dopo l’usoprolungato dell’atropina, è evidente che deve essere dovuta a qualche fattore o fattori diversi dal cristallino e dal muscolociliare. La prova di questi casi contro le teorie accettate è, infatti, schiacciante; e secondo queste teorie gli altri fattori citatiin questo capitolo sono ugualmente inspiegabili. Tutti questi fatti, comunque, sono interamente in accordo con i risultati deimiei esperimenti sui muscoli dell’occhio di animali e con le mie osservazioni riguardanti le immagini riflesse da varie paridel globo oculare. Confermano in pieno anche la testimonianza degli esperimenti con l’atropina, che mostrava chel’accomodazione non poteva paralizzare completamente e permanentemente i veri muscoli dell’accomodazione, a meno chel’atropina non fosse iniettata in profondità nell’orbita, per raggiungere i muscoli obliqui, mentre l’ipermetropia non potevaessere prevenuta quando il globo oculare era stimolato con l’elettricità senza un simile uso dell’atropina, che si risolvevanella paralisi dei muscoli retti.

Come è stato già osservato, il fatto che dopo la rimozione del cristallino per cataratta l‘occhio spesso sembri accomodarecome faceva prima è ben noto. Molti di questi casi sono arrivati alla mia osservazione. Questi pazienti non solo leggevano icaratteri piccolissimi con solo i loro occhiali da lontano, a trenta e venticinque cm e meno, ma un uomo fu capace di leggeresenza occhiali. In tutti questi casi il retinoscopio dimostrava che l’apparente atto dell’accomodazione era reale, essendoaccompagnato, non dall’interpretazione dei circoli di diffusione o da qualcuno degli altri metodi tramite i quali questoscomodo fenomeno è comunemente spiegato, ma da un'accurata accomodazione, o focalizzazione, alla distanza stabilita.

La cura della presbiopia (vedere il capitolo XX) deve essere aggiunta come testimonianza clinica contro la teoria accettatadell’accomodazione. Per la teoria che il cristallino è un fattore di accomodazione questa cura dovrebbe esseremanifestamente impossibile. Il fatto che il riposo migliori la vista nella presbiopia è stato notato da altri e è stato attribuito aisupposti fatti che il riposato muscolo ciliare è capace per un breve periodo di influenzare il cristallino indurito, ma mentre èconcepibile che ciò possa avvenire nei primi stadi della condizione e per pochi attimi, non è concepibile che un sollievopermanente possa essere ottenuto con questi mezzi, o che i cristallini che sono, come si dice, “duri come pietra” possanoesser influenzati, anche se solo momentaneamente.

Una verità è rafforzata da un accumulazione di fatti. Una ipotesi che funziona non è provata come verità se un fattosingolo non è in armonia con essa. Le teorie accettate dell’accomodazione e della causa degli errori di rifrazione richiedonoche una moltitudine di fatti debba essere spiegata a parte. Durante più di trent’anni di esperienza clinica, non ho osservatoun fatto singolo che non fosse in armonia con il credo che il cristallino e il muscolo ciliare non hanno niente a che fare conl’accomodazione e che i cambiamenti nella forma del bulbo oculare, dai quali dipendono gli errori di rifrazione, non fosseropermanenti. Le mie osservazioni cliniche sono sufficienti a dimostrare questo fatto. Sono anche sufficienti a dimostrare chegli errori di rifrazione possono essere prodotti a volontà, e che essi possono essere curati, temporaneamente in pochi minuti,e permanentemente attraverso un trattamento continuato.

Note1 Certe sostanze hanno il potere di produrre una dilatazione della pupilla (midriasi) e da lì sono chiamati midriatici. Allo

steso tempo agiscono sul corpo ciliare, diminuendo e, quando applicate con forza sufficiente, paralizzando completamente ilpotere di accomodazione, rendendo perciò l’occhio per qualche tempo inalterabilmente focalizzato al punto più lontano.Herman Snellen jr; Mydriatics and Miotics, System of Desases of the eye, edito da Norris e Oliver, 1897-1900, secondovolume, p. 30.

2 Nell’astigmatismo ipermetropico semplice un meridiano principale è normale e l’altro, ad angolo retto rispetto a esso, èpiù piatto. Nell’astigmatismo miopico semplice il contrario è la norma; un meridiano principale normale e l’altro, ad angoloretto rispetto a esso, più convesso. Nell’astigmatismo misto un meridiano principale è troppo piatto, l’altro troppo convesso.Nell’astigmatismo composto ipermetropico entrambi i meridiani principali sono più piatti del normale, uno di più dell’altro.Nell’astigmatismo miopico composto entrambi sono più convessi del normale, uno più dell’altro.

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CAPITOLO VII

LA VARIABILITA DELLA RIFRAZIONE NELL’OCCHIO DIMOSTRATA DALLEOSSERVAZIONI CLINICHE.

La teoria che gli errori di rifrazione siano dovuti alla permanente deformazione del globo oculare induce naturalmente allaconclusione non solo che essi siano uno stato permanente, ma anche che la rifrazione normale sia una condizione continua.Poiché questa teoria è universalmente accettata come un fatto non sorprende quindi trovare che l'occhio normale è di solitoconsiderato come una macchina perfetta che è sempre in condizione di lavorare bene. Non importa se l'oggetto che si guardasia familiare o insolito, se la luce sia buona o imperfetta, se l'ambiente sia piacevole o spiacevole; anche in condizioni ditensione nervosa o di malattia, si pretende che l'occhio normale abbia rifrazione normale e vista normale tutto il tempo. Èvero che i fatti non concordano con tutto ciò, ma essi vengono comodamente attribuiti alla perversità del muscolo ciliare o,se questa spiegazione non quadra, si preferisce non badarvi.

Però, quando comprendiamo che la forma del globo oculare è controllata dai muscoli estrinsechi e che esso rispondeistantaneamente alla loro azione, è facile vedere che nessuno stato refrattivo, normale o anormale che sia, può esserepermanente. Questa conclusione è confermata dal retinoscopio, e io ho osservato i fatti molto prima che le esperienze citatenel capitolo precedente ne offrissero una spiegazione soddisfacente. Durante trent'anni consacrati allo studio dellarifrazione, ho trovato ben poche persone che potessero mantenere una vista perfetta per più di qualche minuto alla volta,anche nelle condizioni più favorevoli; e spesso ho visto la rifrazione mutare mezza dozzina di volte in un secondo, convariazioni che andavano da venti diottrie di miopia al normale.

Allo stesso modo, non ho trovato occhi con difetti di rifrazione continui o immutabili, poiché tutti coloro che hannodifetti di rifrazione hanno, a frequenti intervalli durante il giorno e la notte, momenti di vista normale, durante i quali la loromiopia o ipermetropia o astigmatismo scompare completamente. Anche la forma del difetto cambia, avviene che la miopiasi muti in ipermetropia e una forma di astigmatismo in un'altra.

Di 20000 scolari esaminati in un anno, più della metà aveva occhi normali, con una vista in certi momenti perfetta; manessuno di loro aveva una vista perfetta in ciascun occhio in tutte le ore del giorno. Potevano aver vista buona al mattino eimperfetta nel pomeriggio o viceversa. Molti bambini leggevano perfettamente una tabella di Snellen, ma non riuscivano aleggerne esattamente una diversa. Molti leggevano perfettamente alcune lettere dell'alfabeto ed erano incapaci di distinguerealtre lettere della stessa grandezza in condizioni uguali. Il grado di questa imperfezione variava entro vasti limiti, da un terzoad un decimo o anche meno. Anche la sua durata era variabile. In certe condizioni durava solo pochi minuti, o meno; in altreimpediva al soggetto di vedere la lavagna per giorni, settimane ed anche più. Spesso tutti gli allievi di una classe accusavanolo stesso disturbo visivo.

Una cosa simile fu notata anche fra i più piccini. Molti studiosi hanno trovato dei lattanti ipermetropi. Pochi ne hannotrovati di miopi. Le mie osservazioni indicano che la rifrazione muta continuamente nell'infanzia. Un bimbo fu esaminatosotto l'atropina per quattro giorni di seguito, cominciando due ore dopo la sua nascita. Gli fu istillata in tutti e due gli occhiuna soluzione di atropina al tre per cento, la pupilla fu dilatata al massimo, e furono osservati altri sintomi fisiologiciprodotti dall'uso dell'atropina. II primo esame mostrò una condizione di astigmatismo misto. Il secondo giorno c’era uncomplesso di astigmatismo ipermetropico e il terzo un compIesso di astigmatismo miopico. Il quarto giorno un occhio eranormale e l'altro mostrava una semplice miopia. Simili variazioni vennero notate in molti altri casi.

Ciò che è vero per ragazzi e bambini è altrettanto vero per adulti di qualsiasi età. Persone di oltre settant'anni hannosofferto perdite di acutezza visiva di diverso grado d'intensità e in questi casi il retinoscopio ha sempre indicato difetti dirifrazione. Un uomo di ottant'anni con occhi normali e vista generalmente normale aveva dei periodi di vista imperfetta cheduravano da pochi minuti a mezz'ora o più a lungo. Il retinoscopio in questi casi indicava sempre una miopia di quattrodiottrie o più.

Durante il sonno la rifrazione dell'occhio è raramente normale o non lo è addirittura mai. Persone che da sveglie hannouna rifrazione normale produrranno miopia, ipermetropia, astigmatismo quando dormono o, se hanno difetti di rifrazione dasveglie, questi aumenteranno durante il sonno, perciò la gente si sveglia al mattino con gli occhi più stanchi che mai e anchecon forti mal di testa. Quando il soggetto è sotto l'azione dell'etere o del cloroformio o è incosciente per qualche altra causa,i difetti di rifrazione sono ugualmente prodotti o aumentati.

Quando l’occhio guarda un oggetto insolito, si produce sempre un difetto di rifrazione. Da qui proviene la proverbialestanchezza che si verifica quando si esaminano dei quadri o altri oggetti in un museo. Bambini con occhi normali cheleggono perfettamente lettere di mezzo centimetro a tre o quattro metri di distanza non riescono a leggere una scritturainsolita sulla lavagna, anche se le lettere sono alte cinque centimetri. Lo stesso effetto ha una carta geografica insolita; anzi,qualunque carta geografica. Non ho mai visto un ragazzo, o un maestro, guardare una carta geografica da lontano senzadiventare miope. Si è data la colpa ai caratteri tipografici gotici di essere la causa della vista difettosa che una volta sicredeva fosse una prerogativa peculiare dei tedeschi; ma se un bambino tedesco tenta di leggere i caratteri tipografici

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romani, diventerà subito temporaneamente ipermetrope. I caratteri gotici, o greci o cinesi avranno lo stesso effetto su unbambino, o anche un adulto abituato ai caratteri romani. Cohn respingeva l'idea che i caratteri gotici stancassero gliocchi.(1) Al contrario, egli ha sempre trovato “piacevole, dopo una lunga lettura dei monotoni caratteri romani, tornare “alnostro diletto gotico”.” Siccome i caratteri gotici gli erano più familiari di qualsiasi altro, li trovava riposanti per i suoiocchi, osservando giustamente che “è una questione di abitudine.” I bambini che imparano a leggere, scrivere, disegnare ocucire, soffrono sempre di vista difettosa, dovuta alla mancanza di familiarità con il disegno o con gli oggetti dei quali sidevono occupare.

Un’improvvisa esposizione a una luce forte o un rapido e improvviso mutamento di luce causa in un occhio normale unavisione imperfetta, che in certi casi continua per settimane e per mesi (v. Cap. XVII).

Anche il rumore è causa frequente di vista difettosa nell'occhio normale. Tutti vedono imperfettamente quando sentonouno strepito improvviso. I suoni familiari non diminuiscono la vista, ma quelli insoliti hanno questo effetto. I ragazzi dicampagna che sono abituati alle loro scuole tranquille possono soffrire per molto tempo di vista difettosa se si trasferisconoin città. A scuola non possono far bene i loro compiti perché la loro vista è indebolita. È perciò una grande ingiustizia daparte degli insegnanti sgridare o punire o umiliare questi ragazzi.

In condizioni di malessere fisico, o mentale, come dolore, tosse, febbre, o disagio per il freddo o il caldo, depressione,collera o ansia, i difetti di rifrazione si producono sempre negli occhi normali o aumentano in quelli nei quali sono giàesistenti.

Alla variabilità della rifrazione dell'occhio possono attribuirsi molti altri incidenti inesplicabili. Le persone che vengonoinvestite per strada da automobili o da tram spesso lo sono perché soffrono di una temporanea perdita della vista. Scontrisulle ferrovie o in mare, disastri durante operazioni militari, incidenti aviatori ecc. spesso accadono perché alcune fra lepersone responsabili hanno sofferto di una temporanea perdita della vista.

Bisogna anche attribuire a questa causa, in gran parte, la confusione che ogni studioso della materia ha notato nellestatistiche che sono state fatte sugli incidenti dovuti a difetti di rifrazione. Per quanto io sappia essi non sono mai stati presiin considerazione da alcun ricercatore eppure il risultato di qualsiasi ricerca deve essere in gran parte determinato dallecondizioni nelle quali essa è fatta. È possibile prendere i migliori occhi del mondo ed esaminarli in modo che il soggettonon possa essere accettato nell'esercito. Oppure l'esame può essere fatto in modo che occhi che all’inizio sembrano molto aldi sotto del normale, possano nei pochi minuti richiesti dall'esame acquistare una vista normale e diventare capaci di leggereperfettamente la tabella di prova.

Note:1 Eyes and school books, Pop. Sci. Monthly, Maggio 1881, tradotto da Deutsche Rundschau

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CAPITOLO VIII

COSA CI FANNO GLI OCCHIALI

I Fiorentini erano probabilmente in errore supponendo che il loro concittadino, Salvino degli Armati, fosse l'inventoredelle lenti che ora si portano così comunemente per correggere i vizi di rifrazione. Si è molto discusso sull'origine di questainvenzione, ma generalmente si ritiene che le lenti fossero note molto prima del periodo in cui visse Salvino degli Armati. IRomani, almeno, dovevano sapere qualcosa dell’arte di aiutare la facoltà visiva, perché Plinio ci racconta che Nerone erasolito guardare i ludi che si svolgevano nel Colosseo attraverso una gemma concava, incastonata a tale scopo in un anello.Però, se i contemporanei di Salvino degli Armati hanno creduto che egli sia stato il primo a fabbricare questo ausilio per lavista insufficiente, avrebbero dovuto pregare perché gli fossero perdonati i suoi peccati. Perché mentre è vero che gliocchiali hanno dato ad alcune persone un miglioramento della vista ed hanno alleviato il loro disagio, è altrettanto vero cheper altre sono stati semplicemente un supplemento di tortura, poiché essi fanno sempre più o meno del male, e nel miglioredei casi non correggono mai la vista dando la visione normale.

Che gli occhiali non possano correggere la vista dando all'occhio un'acutezza visiva normale è dimostrato moltosemplicemente guardando un qualsiasi colore, attraverso un vetro molto convesso o concavo. Si noterà che il colore èsempre meno intenso di come lo si vede a occhio nudo, e poiché la percezione della forma dipende dalla percezione delcolore ne consegue che forma e colori sono visti meno distintamente con gli occhiali che senza. Anche un vetro pianodiminuisce la visione del colore e della forma, come sa chiunque guardi attraverso i vetri di una finestra. Le donne che perqualche piccolo difetto della vista portano occhiali, osservano spesso che questi le rendono più o meno insensibili ai colori,e si potrà notare che in un negozio, quando devono esaminare dei campioni, se li tolgono. Ma se la vista è seriamentedifettosa, il colore si vede meglio con gli occhiali che senza di essi.

Che gli occhiali possano far male all'occhio è reso evidente dai fatti narrati nel capitolo precedente. Non si può vedereattraverso essi senza produrre il grado di vizio refrattivo che essi devono correggere. Ma gli errori refrattivi non sono maicostanti nell'occhio lasciato a sé stesso. Se ci si assicura una buona vista con l'aiuto di lenti concave o convesse oastigmatiche, significa che si mantiene costantemente un vizio di rifrazione che altrimenti non sarebbe mantenuto costante.Ed è logico che questo peggiori le condizioni, come infatti l'esperienza insegna.

Quando una persona comincia a portare gli occhiali, la loro forza deve nella maggioranza dei casi essereprogressivamente aumentata per conservare il grado di acutezza visiva assicurato con l'aiuto del primo paio. Persone affetteda presbiopia che hanno messo gli occhiali perché non riuscivano leggere la stampa piccola, si accorgono troppo spesso chedopo averli portati per qualche tempo non possono, senza il loro aiuto, leggere neanche la stampa più grande che primaleggevano perfettamente. Un uomo affetto da miopia di 20/70 che mette degli occhiali che gli danno una visione normale a20/20 può accorgersi dopo una settimana che la sua vista a occhio nudo è peggiorata a 20/200 e abbiamo la testimonianzadel Dr. Sidler-Huguenin, di Zurigo (1), che dei migliaia di miopi trattati da lui la maggior parte peggiorava, a dispetto ditutta l’abilità nel prescrivere loro gli occhiali. Quando una persona rompe gli occhiali ed è costretta a farne a meno per unasettimana o due, spesso si accorge che la sua vista. è migliorata. Ed effettivamente la vista migliora sempre, più o meno,quando si mettono da parte gli occhiali, sebbene non sempre ce se ne renda conto.

Che l'occhio umano rigetti gli occhiali è una cosa che nessuno può negare. Tutti gli oculisti sanno che il paziente “si deveabituare” a essi, e che a volte non ci riesce. I pazienti con alto grado di miopia e di ipermetropia hanno grande difficoltà adassuefarsi alla correzione completa e spesso non ci riescono affatto. Le grosse lenti concave necessarie a chi è fortementemiope fanno sì che tutti gli oggetti sembrino molto più piccoli di quanto lo siano in realtà, mentre le lenti convesse liingrandiscono. Questi sono inconvenienti che non possono essere superati. Pazienti con alto grado di astigmatismo provanosensazioni molto sgradevoli la prima volta che mettono gli occhiali, ragion per cui viene loto consigliato da uno dei fogliettidella “conservazione di visione” pubblicati dal Concil of Health and Public Istruction dell’associazione medica americana,di portarli per qualche tempo in casa prima di avventurarsi dove un passo falso possa provocare gravi incidenti.(2)Generalmente queste difficoltà si superano, ma spesso esse persistono e a volte accade che coloro che di giorno portanotranquillamente i loro occhiali non possano assolutamente usarli di sera.

Tutti gli occhiali diminuiscono in grado maggiore o minore il campo visivo. Anche con occhiali molto leggeri i pazientinon possono vedere distintamente se non guardano attraverso il centro delle lenti, con la montatura ad angolo retto con lalinea di visione; se non fanno così non solo la loro vista è diminuita, ma a volte si verificano fastidiosi sintomi nervosi,come capogiri e mal di testa. Perciò non possono volgere liberamente gli occhi in diverse direzioni. È vero che gli occhialisono fatti in tal modo che teoricamente è possibile guardare attraverso essi da qualsiasi angolo, ma praticamente dannoraramente il risultato che si desidera.

La difficoltà di tenere le lenti ben pulite è uno dei fastidi minori che gli occhiali comportano, ma è pur sempre una cosamolto noiosa. Nei giorni di umidità e di pioggia l'atmosfera li appanna. Nelle giornate calde la traspirazione del corpo puòavere lo stesso effetto. Nelle giornate fredde spesso sono appannati dal fiato. Tutti i giorni sono soggetti alla contaminazionedella polvere e dell'umidità e il contatto delle dita è talmente inevitabile che raramente le lenti possono consentire una

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visione ben definita degli oggetti che si guardano. Così pure il riflesso di una forte luce sugli occhiali è estremamente fastidioso, e per strada può essere anche non scevro di

pericoli. Soldati, marinai, atleti, operai e bambini sono molto infastiditi dagli occhiali a causa della loro vita attiva che non solo li

porta a rompere le lenti, ma spesso li fa vedere in modo sfocato, in particolare nel caso di occhiali per astigmatismo. Il fatto che gli occhiali siano antiestetici può sembrare un affare non degno di considerazione in una pubblicazione

medica; ma il disturbo mentale non migliora la salute generale o la visione, e mentre siamo andati così lontano facendo unavirtù di ciò che concepiamo essere necessario, cioè che alcuni di noi debbano veramente prendere in considerazione diportare gli occhiali, poiché enormi lenti tonde in brutte montature di tartaruga sono sicuramente di moda oggi, ci sonoinvece alcune menti non perverse per le quali portare gli occhiali è una tortura mentale e vederli indossati da altri lontanodall'essere piacevole. La maggior parte degli esseri umani è sfortunatamente già abbastanza brutta senza mettergli occhiali,e sfigurare qualcuna delle facce veramente belle che abbiamo sarebbe come mettere una tassa di importazione sull’arte.Mettere occhiali a un bambino è sufficiente a far provare una stretta al cuore.

Una generazione fa gli occhiali erano usati solo come aiuto alla vista difettosa, ma ora sono prescritti a un grande numerodi persone che riescono a vedere bene o meglio senza. Come spiegato nel primo capitolo l’occhio ipermetrope è credutocapace di correggere le sue difficoltà in qualche grado alterando la curvatura del cristallino attraverso l’attività del muscolociliare. L’occhio con miopia semplice non ha questa capacità, perché un incremento della convessità del cristallino, che sisuppone essere tutto quello che è accompagnato dallo sforzo dell'accomodazione, non farebbe che aumentare la difficoltà;ma la miopia è generalmente accompagnata da astigmatismo e si crede che questo possa essere parzialmente modificato,alterando la curvatura del cristallino. La teoria ci conduce così alla conclusione che un occhio nel quale esiste qualsiasidifetto di rifrazione non è quasi mai esente, quando è aperto, da sforzi anormali per l'accomodazione. In altre parole, sipresume che il muscolo dell'accomodazione debba sopportare non solo la fatica normale di cambiare la messa a fuocodell'occhio per la visione a diverse distanze, ma debba anche sopportare la fatica di compensare i difetti di rifrazione. Questiadattamenti, se realmente si verificassero, imporrebbero naturalmente un grave sforzo al sistema nervoso, ed è per alleviarequesto sforzo – che si crede sia causa di una quantità di turbe nervose funzionali – oltre che per correggere la vista difettosa,che vengono prescritti gli occhiali.

È stato dimostrato, comunque, che il cristallino non è un fattore né nel conseguire l'accomodazione né nel correggere ivizi di rifrazione. Perciò in nessuna circostanza si può dire che lo sforzo del muscolo ciliare possa dare sollievo. È statoanche dimostrato che quando la visione è normale, nessun errore di rifrazione è presente, e i muscoli estrinsechi del globooculare sono a riposo. Perciò non c’è nessuno sforzo da alleviare in questi muscoli. Quando si verifica uno sforzo di questimuscoli, gli occhiali possono correggere i suoi difetti sulla rifrazione, ma non potranno dare alcun sollievo allo sforzostesso. Al contrario, come è stato dimostrato, non faranno che peggiorarlo. Nondimeno, individui che hanno una vistanormale e che portano gli occhiali per alleviare un ipotetico sforzo muscolare ne ricavano spesso un certo beneficio. Questaè una prova impressionante dell'effetto della suggestione mentale, e un vetro semplice, se potesse ispirare la stessa fede,avrebbe lo stesso risultato. Infatti molti pazienti mi hanno detto di aver provato sollievo ai loro vari fastidi portando occhialiche io riconobbi essere di semplice vetro. Uno di questi pazienti era un ottico il quale aveva preparato egli stesso gli occhialie quindi non aveva alcuna illusione in proposito, eppure mi assicurò che quando non li portava aveva mal di testa.

Alcuni pazienti sono così facili a subire la suggestione mentale che si può osservare il loro disagio o il loro sollievo conqualsiasi occhiale uno si prenda il gusto di mettere loro. Ho visto persone ipermetropi che portavano gli occhiali da miopecon vero senso di benessere, e persone che non avevano astigmatismo, trovare soddisfazione nel portare occhiali indicati percorreggere quel difetto.

Landolt menziona il caso di un paziente che aveva portato per anni prismi per insufficienza dei retti interni, e che litrovava assolutamente indispensabili per lavorare, sebbene gli apici fossero verso il naso. La prescrizione, che il paziente fuin grado di presentare, richiedeva prismi sistemati come al solito, con gli apici verso le tempie; ma l’ottico aveva fatto unosbaglio che, per la soddisfazione del risultato da parte del paziente, non era mai stato scoperto. Landolt spiegò il caso con “illeggero effetto dei deboli prismi e il grande potere dell’immaginazione“ (3), e senza dubbio il beneficio derivato dagliocchiali era reale, derivando dalla grande fede del paziente nello specialista che li aveva prescritti, - descritto come “unodegli oftalmologi più competenti”.

Ci sono pazienti che sono addirittura convinti di veder meglio con occhiali che diminuiscono di parecchio la loro acutezzavisiva. Diversi anni fa un paziente al quale avevo prescritto degli occhiali consultò un oftalmologo che aveva unareputazione molto maggiore della mia e che gli diede un altro paio di occhiali disapprovando quello che avevo prescritto io.Il paziente tornò da me e mi disse che vedeva molto meglio con il secondo paio di occhiali che con quello che gli avevoprescritto io. Esaminai la sua vista coi nuovi occhiali e trovai che mentre i miei gli avevano dato una vista a 20/20, quelli delmio collega gliela davano soltanto a 20/40. Si trattava semplicemente del fatto che egli era stato ipnotizzato dalla maggiorreputazione ed era convinto di veder meglio mentre vedeva peggio, e fu ben difficile convincerlo che aveva torto, sebbeneavesse dovuto ammettere che quando guardava la tabella di prova vedeva coi nuovi occhiali la metà delle lettere che vedevacon quelli vecchi.

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Quando gli occhiali non danno sollievo al mal di testa e agli altri disturbi nervosi, se ne deduce che questo avviene perchénon sono della gradazione adatta, e alcuni medici e i loro pazienti mostrano un grado sorprendente di pazienza e diperseveranza negli sforzi che compiono per giungere alla giusta prescrizione Un paziente che soffriva di gravi dolori allabase del cervello fu visitato per ben sessanta volte da un solo specialista, e visitò inoltre numerosi specialisti di malattiedegli occhi e dei nervi, in America e in Europa. Fu liberato dai dolori in cinque minuti, applicando il metodo esposto inquesto libro e nello stesso tempo la sua vista divenne temporaneamente normale.

È una fortuna che molte persone alle quali vengono prescritti gli occhiali rifiutino di portarli evitando così non solo moltofastidio ma anche un grande danno ai loro occhi. Altri, che hanno minore indipendenza di spirito o forse un più grandespirito di sacrificio, o che sono stati spaventati dagli oculisti, si sottopongono a una tortura che è difficilmente concepibile.Una signora portò gli occhiali per venticinque anni, sebbene essi non la liberassero dai continui disturbi e diminuisserotalmente la sua vista che quando doveva guardare un oggetto lontano era costretta a guardarlo dal di sopra delle lenti. II suooculista le aveva assicurato che se non avesse portato gli occhiali le conseguenze sarebbero state gravissime e larimproverava severamente per quell'abitudine di guardare al di sopra anziché attraverso gli occhiali.

Siccome le anormalità refrattive mutano continuamente da un giorno all'altro, da un'ora all'altra, da un minuto all'altro,anche sotto l'influenza dell'atropina, non è possibile avere degli occhiali assolutamente perfetti. In alcuni casi questefluttuazioni sono così forti, o il paziente è così refrattario alla suggestione mentale, che non si ottiene alcun sollievo con lelenti correttive, le quali diventano anzi un disagio aggiunto agli altri. Nella migliore ipotesi si può sostenere che gli occhialinon siano altro che un surrogato assai poco soddisfacente della vista normale.

Note1 Archiv. F. Augenh. Vol lxxix, 1915, tradotto in Arch. Opth. Vol. xiv, no 6, 19162 Lancaster: Wearing glasses, p.153 Anomalies of the motor apparatus of the eye, System of Diseases of the eye, vol iv, pp. 154-155

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CAPITOLO IX

CAUSA E CURA DEGLI ERRORI DI RIFRAZIONE

È stato dimostrato in migliaia di casi che ogni azione anormale dei muscoli estrinsechi del globo oculare è accompagnatada uno sforzo per vedere, e col sollievo che viene apportato a questo sforzo l'azione dei muscoli ridiventa normale e i difettidi rifrazione scompaiono. L'occhio può essere cieco, può soffrire di atrofia del nervo ottico, di cataratta o di malattie dellaretina, ma finché non tenta di vedere, i muscoli estrinsechi rimangono normali e non vi è difetto di rifrazione. Questo fattoci dà i mezzi per mezzo dei quali tutte queste condizioni, ritenute per tanto tempo incurabili, possono invece essere corrette.

È anche stato dimostrato che per ogni difetto di rifrazione vi è un diverso tipo di sforzo. Lo studio delle immagini riflessedalle diverse parti del globo oculare ha confermato quanto era stato precedentemente osservato, vale a dire che la miopia (ouna diminuzione dell’ipermetropia) è sempre associata allo sforzo di vedere le cose lontane, mentre l’ipermetropia (o unadiminuzione della miopia) è sempre associata allo sforzo di vedere le cose vicine. Questi fatti possono essere controllati inpochi minuti da chiunque sappia usare il retinoscopio e a patto che lo strumento non sia portato vicino al paziente più di duemetri.

In un occhio che precedentemente ha una vista normale lo sforzo di vedere oggetti vicini porta sempre come risultato unatemporanea ipermetropia in uno o in tutti i meridiani. Questo vuol dire che l'occhio diventa completamente ipermetropeoppure si produce una forma di astigmatismo di cui l’ipermetropia forma una parte. Nell'occhio ipermetrope l'ipermetropia èaumentata in uno o in tutti i meridiani. Quando l'occhio miope si sforza di vedere un oggetto vicino la miopia è diminuita esi può produrre l'emmetropia (1) perché l'occhio è a fuoco per il punto lontano mentre sta ancora cercando di vedere il puntovicino. In alcuni casi l'emmetropia può perfino passare a ipermetropia in uno o tutti i meridiani. Tutti questi cambiamentisono accompagnati dalla prova di crescente tensione, sotto forma di fissazione eccentrica (vedi capitolo XI) e visionediminuita; ma, strano a dirsi, dolore e affaticamento sono di solito alleviati di molto. Se al contrario, l’occhio con visionenormale si sforza di vedere da lontano, si produce sempre una miopia temporanea in uno o tutti i meridiani, e se l’occhio ègià miope, la miopia aumenta; ma l’ipermetropia e la fissazione eccentrica diminuiscono e la vista migliora. Questo risultatointeressante, si noterà, è l’esatto contrario di quello che otteniamo quando un miope si sforza di vedere da vicino. In alcunicasi l’ipermetropia è completamente alleviata, e si produce l’emmetropia, con una completa sparizione di tutta la tensione.Questa condizione può trasformasi anche in miopia, con tensione crescente con l’aumentare della miopia. In altre parolel’occhio che si sforza di vedere da vicino diventa più piatto di come era prima, in uno o tutti i meridiani.

Fig.34. Lo sforzo di vedere da vicino produceipermetropia.

La paziente leggeva caratteri piccolissimi in buonaluce a 32 cm, con l’oggetto della visione posizionatosopra l’occhio in modo da essere fuori dalla lineadella macchina fotografica. La retinoscopiasimultanea indicava che l’occhio era focalizzato a 32cm. La lente fu usata assieme al retinoscopio perdeterminare l’ammontare della rifrazione.

Fig.34 (b). Quando la stanza fu oscurata la pazientenon riuscì leggere i caratteri piccolissimi a 32 cm e ilretinoscopio indicò che l’occhio stava focalizzando amaggior distanza.

Quando fu fatto uno sforzo conscio di considerevolegrado per vedere, l’occhio divenne ipermetrope.

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Fig.35. Miopia prodotta da sforzo inconscio di vedere da lontano è aumentata dallo sforzo conscio.No.1 Visione normaleNo.2 Stesso soggetto quattro anni più tardi con miopia. Notare l’espressione tesa.No.3 Miopia aumentata da sforzo conscio di vedere un oggetto distante

Fig.36 Produzione immediata di miopia e astigmatismo miopico in occhi prima normali tramite sforzo di vedere dalontano

No.1 Il ragazzo legge la tabella di Snellen con visione normale. Notare l’assenza di tensione facciale.No.2 Lo stesso ragazzo cerca di vedere un quadro a sei metri di distanza. Lo sforzo, manifestato dal fissare, produce

astigmatismo miopico composto, come rivelato dal retinoscopioNo.3 Lo stesso ragazzo si rende miope volontariamente chiudendo in parte le palpebre e facendo uno sforzo conscio di

leggere la tabella a tre metri.

Se l’occhio era allungato all’inizio, può passare da questa condizione attraverso l’emmetropia, nella quale è sferico, finoall’ipermetropia, nella quale è appiattito; e se questi cambiamenti avvengono asimmetricamente, si produce astigmatismocongiuntamente alle altre condizioni. Al contrario l'occhio che si sforza di vedere a distanza, diventa più allungato di quantoera precedentemente in uno o tutti i meridiani e può passare dalla condizione di appiattimento dell'ipermetropia (attraversol'emmetropia) alla condizione di allungamento della miopia. Se questi mutamenti si verificano asimmetricamente, eccoprodursi anche qui l’astigmatismo, congiuntamente alle altre condizioni.

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Fig.37 L’astigmatismo miopico va eviene a seconda che il soggetto guardioggetti lontani con o senza sforzo.

No.1 La paziente guarda la tabella diSnellen a tre metri senza sforzo e legge lalinea di fondo con visione normale

No. 2 La stessa paziente si sforza divedere una figura a sei metri di distanza.Il retinoscopio indica astigmatismo mistocomposto.

Ciò che si e detto dell'occhio normale va applicato ugualmente agli occhi dai quali è stato asportato il cristallino.Quest'operazione produce generalmente una condizione di ipermetropia, ma quando c’era stata precedentemente unacondizione di forte miopia la rimozione del cristallino può non essere sufficiente a correggerla e l'occhio può rimaneremiope. Nel primo caso uno sforzo di vedere a distanza diminuisce l'ipermetropia e uno sforzo per vedere da vicinol'aumenta; nel secondo caso lo sforzo per vedere a distanza aumenta la miopia e quello per vedere da vicino la diminuisce.Molti occhi privi di cristallino si sforzano di vedere da vicino per un periodo più o meno lungo dopo la sua rimozione,producendo una tale ipermetropia che il paziente non può leggere i caratteri di stampa ordinari, e il potere di accomodazionesembra completamente perso. Più tardi, quando il paziente si abitua alla situazione, lo sforzo è spesso alleviato e l'occhiodiventa capace di mettersi a fuoco esattamente sugli oggetti vicini. Sono anche stati osservati alcuni casi, rari, in cui siotteneva una buona visione sia da lontano che da vicino senza occhiali, perché il globo oculare si allungava abbastanza dacompensare, fino a un certo punto, la perdita del cristallino.

I fenomeni associati allo sforzo nell'occhio umano sono stati anche osservato negli occhi degli animali inferiori. Ho resomiopi molti cani obbligandoli a sforzarsi per vedere un oggetto lontano. A un cane nervoso, con rifrazione normale, come fudimostrato dal retinoscopio, fu fatto annusare un pezzo di carne. Divenne molto eccitato, rizzò le orecchie, inarcò lesopracciglia e agitò la coda. La carne fu posta a una distanza di circa sei metri. Il cane parve deluso, ma non perse interessealla cosa. Mentre stava guardando, la carne fu fatta cadere in una scatola. Gli occhi dell'animale assunsero un'espressionepreoccupata. Si sforzò per vedere dov'era andata a finire la carne e il retinoscopio mostrò che era diventato miope. Bisognaaggiungere che l'esperimento può riuscire solo con un animale che possegga due muscoli obliqui attivi. Gli animali in cuiuno di questi muscoli è assente, o rudimentale, non possono allungare in nessun caso il globo oculare.

Prima di tutto lo sforzo di vedere è uno sforzo della mente e, come sempre quando c’è uno sforzo mentale, c’è una perditadi controllo mentale. Anatomicamente i risultati dello sforzo di vedere a distanza possono essere gli stessi del vedere unoggetto vicino senza sforzo; ma in un caso l'occhio fa ciò che la mente desidera, nell'altro no. Questi fatti sembrano spiegaresufficientemente perché la vista vada peggiorando man mano che la civiltà progredisce. Nelle condizioni della vita civile, lamente dell'uomo è sottoposta a una continua tensione. L’uomo moderno ha molte più preoccupazioni di quante non neavesse l'uomo primitivo, e non è obbligato a conservare la freddezza e la padronanza di sé necessarie per vederci bene e farealtre cose da cui dipende la sua esistenza. Se si fosse permesso di essere nervoso, l'uomo primitivo sarebbe stato ben prestoeliminato, ma l'uomo civilizzato sopravvive e trasmette le sue caratteristiche mentali ai posteri. Gli animali inferiorisottoposti alle stesse condizioni di civiltà rispondono a esse nella stessa maniera degli esseri umani. Ho esaminato moltianimali domestici, e animali feroci, e vi ho trovato molti casi di miopia, benché nessuno di essi sapesse leggere, scrivere,cucire o dattilografare.

Una diminuzione della vista da lontano, comunque, non è una peculiarità della civiltà più di quanto lo sia il suo declino davicino. I miopi, sebbene vedano meglio da vicino che da lontano, non vedono bene come l’occhio con vista normale; enell’ipermetropia, che è più comune della miopia, la vista è peggiore da vicino che da lontano.

Il rimedio non è evitare il lavoro da vicino o la vista da lontano, ma di liberarsi dello sforzo mentale che accompagna ilfunzionamento imperfetto dell’occhio ad entrambi i punti; ed è stato dimostrato in migliaia di casi che questo può sempreessere fatto.

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Fig.38 A questa paziente era statorimosso il cristallino dell’occhio destroper cataratta e stava portando un occhioartificiale nella cavità sinistra. Larimozione del cristallino creò unacondizione di ipermetropia che fu correttacon una lente convessa di dieci diottrie.

No.1- La paziente sta leggendo la tabelladi Snellen a sei metri con normale visione.No. 2- Si sta sforzando di vedere la tabellaalla stessa distanza, e la sua ipermetropiaè diminuita di due diottrie così che i suoiocchiali la correggono in eccesso e nonriesce leggere la tabella perfettamente.No.3- Con una lente convessa di tredicidiottrie l’occhio destro è focalizzatoaccuratamente a 32 cm.

No.4- la paziente si sta sforzando divedere alla stessa distanza e la suaipermetropia è così aumentata che perleggere dovrebbe usare una lente diquindici diottrie. Sulla base delle teorieaccettate che il potere di accomodazione ècompletamente distrutto dalla rimozionedel cristallino questi cambiamenti nellarifrazione sarebbero stati impossibili.L’esperimento fu ripetuto diverse volte efu trovato che l’errore di rifrazioneprodotto dallo sforzo di vedere variava,essendo qualche volta più e qualche voltameno di due diottrie.

Fig.39 Un gruppo familiare mostrachiaramente l’effetto della mente sullavisione.

No.1 Bambina di quattro anni con occhinormali

No.2 La madre della bambina conmiopia

No.3 La stessa bambina a nove anni conmiopia. Notare che l’espressione ècompletamente cambiata ed è oraesattamente uguale alla madre

No. 4, 5,6. Il fratello della bambina adue, sei e otto anni. I suoi occhi sononormali in tutte e tre le figure. La ragazzaha ereditato la disposizione della madread affrontare le cose con tensione, o èstata colpita dalla sua personalità tesa. Ilbambino è sfuggito a entrambe leinfluenze. Con riferimento alle prevalentiteorie sulla relazione fra ereditarietà emiopia, questa figura è particolarmenteinteressante.

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Fig.40 Miopi che non sono maiandati a scuola, o che non hannomai letto in metropolitana

No.1 Elefante miope allo zoocentrale di New York, a trentanoveanni. I giovani elefanti e altri giovanianimali avevano invece una visionenormale

No.2 Bufalo con miopia, zoocentrale

No.3. Scimmia miope, zoo centraleNo.4 Cane domestico con miopia

che progrediva di anno in anno.

Fortunatamente, tutte le persone sono capaci di rilassarsi volontariamente sotto certe condizioni. In tutti i semplici errori dirifrazione lo sforzo di vedere può essere alleviato, temporaneamente, facendo guardare al paziente una parete vuota senzacercare di vedere niente. Per assicurarsi il rilassamento permanente qualche volta ci vuole tempo e molta ingegnosità. Nonsi può usare lo stesso metodo con chiunque. I modi in cui la gente si sforza di vedere sono infiniti, e i metodi usati peralleviare lo sforzo devono essere ugualmente vari. Qualunque sia il metodo che porta più sollievo, comunque, il fine èsempre lo stesso, cioè il rilassamento. Mediante la costante ripetizione e frequente dimostrazione e con tutti i mezzipossibili, bisogna far rilevare al paziente il fatto che la vista perfetta si ottiene soltanto col rilassamento.

Molte persone, quando si dice loro che il riposo e il rilassamento possono guarire i loro disturbi visivi, chiedono perché ilsonno non dia alcun beneficio. La risposta a questa domanda è stata data nel Capitolo VII. Gli occhi sono raramente rilassatinel sonno, se pure lo sono qualche volta, e se compiono uno sforzo quando il soggetto è sveglio, tale sforzo continueràcertamente durante il sonno, in grado maggiore o minore, così come continua lo sforzo delle altre parti del corpo. Anchel'idea che non usare gli occhi basti a farli riposare è erronea. Gli occhi sono fatti per vedere, e se quando sono aperti nonvedono è perché sono sotto una tale tensione e hanno un così grande difetto di rifrazione che non possono vedere. Lavisione da vicino, benché compiuta mediante un atto muscolare, non è per gli occhi uno sforzo maggiore di quanto lo sia lavisione da lontano compiuta senza l'intervento dei muscoli. L'uso dei muscoli non produce necessariamente stanchezza.Alcuni uomini possono correre per parecchie ore senza stancarsi. Parecchi uccelli si sorreggono su una sola zampa mentredormono, stringendo saldamente il ramo oscillante su cui si posano, e i loro muscoli non presentano traccia di stanchezzamalgrado lo sforzo apparente. Fabre racconta di un insetto che pende a testa in giù per dieci mesi dal tetto della sua gabbiadi filo metallico, e in quella posizione compie tutte le funzioni vitali, anche accoppiarsi e deporre le uova. Coloro che hannopaura degli effetti della civiltà con le sue numerose richieste per la vista da vicino, si facciano coraggio con l’esempio diquesti meravigliosi piccoli animali che, nello stato di natura si appendono con le zampe solo a intervalli, ma in cattività lopossono fare per dieci mesi, fino alla fine della vita, senza disagio o fatica (2).

Quando la mente è a riposo, nulla può stancare gli occhi, e quando la mente si sforza, nulla può dar loro riposo. Qualsiasiriposo della mente sarà un beneficio per gli occhi. Tutti avranno osservato che gli occhi si stancano meno presto quandoleggono un libro interessante che quando leggono una cosa noiosa o difficile a essere compresa. Uno scolaro rimarrà svegliotutta la notte a leggere un racconto senza neanche pensare agli occhi, ma se cercasse di rimanere a studiare le sue lezioninon tarderebbe ad avere gli occhi molto stanchi. Una bambina che aveva di solito una vista talmente acuta che vedeva aocchio nudo i satelliti di Giove diventava miope quando le chiedevano di fare un'addizione mentalmente, perché lamatematica era una materia che le era sommamente ostica. A volte le condizioni che producono il rilassamento mentale

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sono molto curiose. Per esempio, una donna riusciva a correggere il proprio difetto di rifrazione quando guardava la tabellacol corpo piegato a un angolo di quarantacinque gradi, e il rilassamento continuava quando aveva ripreso la posizione eretta.Sebbene la posizione fosse sfavorevole, si era messa in mente che in tal modo la sua vista migliorasse, ed effettivamentequesto avveniva.

Il tempo richiesto per un miglioramento permanente varia enormemente da un individuo all'altro. In alcuni casi bastanocinque, dieci o quindici minuti e credo che non sia lontano il tempo in cui sarà possibile curare rapidamente tutti. È soloquestione di accumulare un maggior numero di fatti e di presentarli in tal modo che vengano afferrati rapidamente. Almomento è spesso necessario continuare il trattamento per settimane e mesi, sebbene il difetto di rifrazione possa essere nonpiù grave e di non più lunga durata che nei casi di rapida guarigione. In molti casi avviene che il trattamento debba esserecontinuato ogni giorno per pochi minuti per evitare ricadute. Siccome un oggetto familiare tende a rilassare lo sforzo divedere, la lettura quotidiana di una tabella di prova è di solito sufficiente a questo scopo. È anche utile, specialmente quandola visione da vicino è imperfetta, leggere ogni giorno stampa a caratteri piccolissimi tenendola tanto vicino agli occhi quantopiù è possibile. Quando il miglioramento è completo, esso è sempre permanente; nondimeno è molto raro il raggiungimentonon di quella che si chiama generalmente una vista normale ma di una misura di visione telescopica e microscopica. Peròanche in questi casi il trattamento può essere continuato utilmente; è impossibile porre dei limiti all'acutezza visivadell'uomo e per quanto la vista sia buona, è sempre possibile migliorarla ancora.

Fig.41 Uno delle molte migliaia di pazienti curati da errori di rifrazionecon il metodo presentato in questo libro.

No.1- Uomo di 36 anni, 1902, portavaocchiali per miopia. Notare l’apparenzadi sforzo nei suoi occhi. Fu aiutato nel1904 con esercizi per la visione dalontano e ottenne una vista normalesenza occhiali

No.2-Lo stesso uomo cinque annidopo. Nessuna ricaduta.

La pratica quotidiana degli esercizi visivi è necessaria per prevenire anche quegli errori di visuale a cui ogni occhio puòandar soggetto, per quanto buona sia ordinariamente la sua vista. È vero che nessun sistema di allenamento può fornire unacompleta salvaguardia contro simili errori, in qualsiasi circostanza, ma la lettura quotidiana di piccole, distanti letterefamiliari sarà molto utile per diminuire la tendenza allo sforzo quando sorgano circostanze che possano disturbare, e tutte lepersone dalla cui vista dipende la sicurezza di altri dovrebbero farlo regolarmente.

Generalmente coloro che non hanno mai portato occhiali sono curati più facilmente di chi è abituato a portarli, e gliocchiali dovrebbero essere abbandonati fin dal principio della cura. Quando questo non può esser fatto senza eccessivodisagio, o quando una persona deve continuare il proprio lavoro durante la cura e non può farlo senza occhiali, si puòconsentire che li porti per un certo tempo; ma questo comporterà sempre un ritardo nel miglioramento. Gente di ogni età hatratto beneficio da questa cura dei difetti di rifrazione per mezzo del rilassamento, ma i bambini di solito, sebbene noninvariabilmente, rispondono molto più rapidamente degli adulti. Se hanno meno di dodici anni, o anche se ne hanno meno disedici, e non hanno mai portato gli occhiali, l'inconveniente è di solito eliminato in pochi giorni, settimane o mesi, sempreentro un anno, con la sola lettura quotidiana della tabella di Snellen.

Note:1 Emmetropia (dal greco emmetros, in misura e ops, l’occhio) condizione dell'occhio quando è a fuoco per i raggi

paralleli, il che costituisce la visione normale a distanza ma è un difetto di rifrazione quando l'oggetto è vicino.2 The wonders of instinct, traduzione inglese di de Mattos e Miall, 1918, pp.36-38

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CAPITOLO X

TENSIONE

Condizioni temporanee possono contribuire a uno sforzo della vista, producendo come risultato errori di rifrazione, ma ilsuo fondamento risiede in errate abitudini di pensiero. Cercando di alleviare la tensione, il medico deve continuamentelottare con l'idea che qualsiasi cosa si debba fare richieda uno sforzo. Quest'idea è penetrata in noi fin dalla culla. Tutto ilsistema educativo è basato sopra di essa; e a dispetto dei meravigliosi risultati ottenuti dalla Montessori attraverso la totaleeliminazione di ogni tipo di costrizione nel processo educativo, educatori che si dicono moderni rimangono tuttora attaccatialla frusta, sotto vari travestimenti, come al necessario complemento dell'insegnamento.

È naturale per l'occhio vedere così come è naturale per lo spirito acquistare cognizioni, e qualsiasi sforzo in ambo i casinon soltanto è inutile ma nocivo per lo scopo finale. Potete far penetrare alcuni fatti in una mente infantile con vari mezzi dicostrizione, ma non le farete imparare nulla. I fatti rimangono, se pur rimangono, come un peso morto nel cervello. Noncontribuiscono al processo vitale del pensiero e siccome non sono acquisiti naturalmente e non sono assimilati, distruggonoil naturale impulso della mente verso l'acquisizione di nuove cognizioni. Quando il ragazzo lascia la scuola o il collegio, nonsolo non sa nulla ma, nella maggior parte dei casi, non è più capace di apprendere.

Nella stessa maniera, si può temporaneamente migliorare la vista con lo sforzo ma non si può migliorarla fino allanormalità, e se si permette allo sforzo visivo di diventare continuo, la vista si andrà sempre più deteriorando e potrà anchevenire distrutta. Molto di rado la diminuzione o la distruzione dell'acutezza visiva sono dovute a un difetto dellacostituzione dell'occhio. Di due paia di occhi ugualmente buoni, uno conserverà una vista perfetta sino al termine della vitamentre l'altro la perderà fin dal giardino d'infanzia, semplicemente perché uno guarda le cose senza sforzarsi e l'altro no.

L'occhio con vista normale non cerca mai di vedere. Se per qualche motivo – mancanza di luce, per esempio, o distanzadell'oggetto, – non riesce a vedere un punto particolare, si volge a un altro. Non cerca mai di discernere quel dato puntofissandolo, come fa costantemente l'occhio che vede imperfettamente.

Quando l'occhio cerca di vedere, cessa immediatamente di avere la vista normale. Una persona può guardare le stelle convista normale, ma se cerca di contare le stelle di una data costellazione diventerà probabilmente miope, perché queltentativo è uno sforzo visivo. Un paziente riusciva a vedere sulla tabella la lettera K con visione normale, ma quando gli fudetto di contare i suoi 27 angoli, la perse completamente di vista.

È ovvio che occorra uno sforzo per non vedere a distanza, perché l'occhio a riposo è accomodato per la visione lontana.Qualsiasi cosa si faccia per cercare di vedere lontano, si commette un errore. La forma del globo oculare non può esserealterata durante la visione lontana senza compiere uno sforzo visivo. È ugualmente uno sforzo il non riuscire a vedere davicino, perché quando i muscoli rispondono al desiderio della mente, lo fanno senza sforzo. E solo con uno sforzo si puòimpedire all'occhio di allungarsi per la visione da vicino.

L'occhio possiede la visione perfetta solo quando è assolutamente a riposo. Qualsiasi movimento, sia dell'organo, siadell'oggetto che si guarda, produce un errore di rifrazione. Col retinoscopio si può dimostrare che perfino i necessarimovimenti del globo oculare producono un lieve errore di rifrazione, e il cinema ci ha dato una dimostrazione pratica delfatto che è impossibile vedere perfettamente un oggetto in moto. Quando il movimento dell'oggetto è abbastanza lento, laconseguente diminuzione della vista è cosi lieve da essere quasi impercettibile, proprio come sono impercettibili gli errori dirifrazione provocati da lievi movimenti del globo oculare; ma quando gli oggetti si muovono molto rapidamente essipossono esser visti soltanto in modo confuso. Per questo motivo si è trovato necessario sistemare la macchina di proiezionecinematografica in modo che ogni immagine si fermi per un sedicesimo di secondo e sia schermata mentre viene messa inposizione. Perciò i film non sono, in realtà, visti mentre le figure sono in movimento.

L'atto di vedere è passivo. Le cose si vedono, cosi come si sentono o si toccano o si gustano, senza sforzo o volontà daparte del soggetto. Quando la vista è perfetta le lettere sulla tabella di prova sono in attesa di essere riconosciute,perfettamente nere e perfettamente distinte. Non devono essere cercate; esse sono là. Invece la vista imperfetta le cerca.L'occhio le insegue. Viene fatto uno sforzo per vederle.

Si suppone che i muscoli del corpo non siano mai a riposo. I vasi sanguigni, con la loro tunica muscolare, non riposanomai. Anche mentre si dorme il pensiero non cessa. Ma la condizione normale dei nervi dei sensi – udito, vista, gusto, tatto,odorato – è quella del riposo. Si può agire su di essi; ma essi non possono agire. Il nervo ottico, la retina e i centri visivi delcervello sono passivi come le unghie delle dita. Non hanno nella loro struttura nulla che renda possibile una loro azionevolontaria, e quando sono sottoposti a uno sforzo da fonti esterne la loro efficienza viene sempre diminuita.

La mente è la fonte di tutti gli sforzi esteriori che vengono a essere sopportati dall'occhio. Ogni sforzo mentale, qualunqueesso sia, trasmette un impulso motore all'occhio e ognuno di questi impulsi provoca una deviazione dalla normalità nellaforma del globo oculare e diminuisce la sensibilità del centro della vista. Se si vogliono evitare errori di rifrazione, bisognache la mente non abbia alcun pensiero che la affatichi. Lo sforzo mentale di qualunque genere produce sempre una tensionevisiva cosciente o incosciente, e se questa tensione prende la forma del tentativo di vedere, si produce sempre un errore dirifrazione. Uno scolaro era capace di leggere l'ultima riga della tabella di Snellen a tre metri, ma quando il suo maestro gli

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disse di pensare a quello che faceva non riuscì più a leggere neanche la grande C (1). Molti bambini vedono benissimofinché hanno la mamma accanto, ma se questa esce dalla stanza possono diventare immediatamente miopi a causa dellosforzo generato dalla paura. Oggetti insoliti producono una tensione visiva con conseguente errore di rifrazione perchéproducono per prima cosa uno sforzo mentale. Una persona può avere una buona visione mentre dice la verità; ma seafferma una cosa non vera, anche senza intenzione di ingannare, o se immagina una cosa non vera, si produrrà un errore dirifrazione perché è impossibile affermare o immaginare senza sforzo una cosa non vera.

Posso vantarmi di avere scoperto che dire bugie è dannoso per gli occhi, e la portata che questa circostanza può averesull'insieme dei difetti della vista può essere facilmente dimostrata. Se una persona può leggere tutte le lettere piccole di unatabella di prova e poi deliberatamente o per indolenza le pronuncia diversamente, il retinoscopio indicherà un errore dirifrazione. In molti casi è stato chiesto a dei pazienti di dichiarare inesattamente la loro età o di cercare di immaginare diavere un anno di meno o di più della realtà e il retinoscopio ha indicato sempre un errore di rifrazione. Un uomo diventicinque anni non aveva alcun difetto di rifrazione quando guardava una parete vuota senza cercare di vedere, ma sediceva di avere ventisei anni o se un’altra persona glielo diceva o egli stesso cercava di immaginarlo, diventavaimmediatamente miope. Lo stesso accadeva se affermava o cercava di immaginare di averne ventiquattro. Quandodichiarava o ricordava l'età esatta e cioè la verità, la sua vista era normale, ma quando dichiarava o immaginava il falso, siproduceva il difetto di rifrazione.

Un giorno due piccole pazienti arrivarono una dopo l’altra e la prima accusò la seconda di essersi fermata da Huyler perun ice-cream soda (2), cosa che le era stata raccomandato di non fare, perché era troppo abituata alle cose dolci. La secondanegò l’accusa e la prima, che aveva usato il retinoscopio e sapeva cosa faceva alle persone che dicevano bugie, disse:

“Prenda il retinoscopio e vediamo.”Seguii il suggerimento, e avendo posizionato la luce negli occhi della seconda bambina, chiesi:“Sei andata da Huyler?”“Si” fu la risposta e il retinoscopio non mostrò errori di rifrazione.“ Hai preso un ice-cream soda”“No”, disse la bambina; ma l’ombra si muoveva nella direzione opposta a quella dello specchio, mostrando che era

diventata miope e non stava dicendo la verità. La bambina arrossì quando le dicevo questo e capì che il retinoscopio avevaragione; aveva sentito parlare dello strano strumento e non sapeva cosa poteva accaderle se diceva ancora qualcosa che nonfosse vero.

Questo test è così sensibile che se il soggetto, sia che la sua visione sia ordinariamente normale o no, pronunciava leiniziali del suo nome correttamente mentre guardava a una superficie vuota senza cercare di vedere, non ci sarebbe statoerrore di rifrazione; ma se sbagliava una iniziale, anche senza coscienza dello sforzo e con piena conoscenza che non nestava sbagliando una, si sarebbe prodotta miopia.

Lo sforzo mentale può produrre molte diverse specie di sforzi visivi. Secondo l'affermazione di molte autorità in materiaci sarebbe una sola specie di sforzo visivo, una cosa indefinita risultante dal cosiddetto uso eccessivo degli occhi, o daltentativo di correggere un difetto del globo oculare. Si può però dimostrare che non solo c’è una diversa tensione per ognidiverso errore di rifrazione ma una diversa tensione per molte condizioni anormali dell'occhio. La tensione che produce unerrore di rifrazione non è la stessa che produce lo strabismo, la cataratta,(3) il glaucoma (4), l'ambliopia,(5) l'infiammazionedella congiuntiva (6) o del margine delle palpebre, o una malattia del nervo ottico o della retina.

Tutte queste affezioni possono esistere con un solo lieve errore di rifrazione, e mentre alleviare una tensione significa disolito alleviare tutte le altre che possono coesistere con essa, accade a volte che la tensione che si associa a reazioni comecataratta o glaucoma possa essere alleviata senza che lo sia completamente quella che causa l'errore di rifrazione. Anche ildolore che spesso accompagna i errori di rifrazione non è mai provocato dalla stessa tensione che è causa di questi errori.Alcuni miopi non possono leggere senza dolore o disagio, ma molti invece non soffrono alcun disturbo. Quandol'ipermetrope guarda un oggetto a distanza, l'ipermetropia diminuisce ma il dolore e il fastidio possono aumentare. Però,mentre ci sono molte tensioni, c’è per esse un solo rimedio: il rilassamento.

La salute degli occhi dipende dal sangue, e la circolazione è grandemente influenzata dal pensiero. Quando il pensiero ènormale – cioè non alterato da eccitamento o tensione – la circolazione nel cervello è anch'essa normale, l'afflusso di sangueal nervo ottico e ai centri visivi è normale e la visione è normale. Quando il pensiero è anormale la circolazione è turbata,l'afflusso di sangue al nervo ottico e ai centri visivi è alterato e la visione è menomata. Possiamo elaborare coscientementepensieri che turbano la circolazione e diminuiscono la forza visiva e possiamo anche elaborare coscientemente pensieri cheriportano alla normalità la circolazione e per conseguenza aiutano a curare gli errori di rifrazione e tutte le altre condizionianormali dell'occhio. Non possiamo fare alcuno sforzo mediante il quale si possa vedere, ma imparando a controllare inostri pensieri possiamo raggiungere indirettamente lo scopo.

Si può insegnare alle persone a produrre errori di rifrazione, a produrre strabismo, a vedere due immagini di un oggetto,l'una sull'altra o l'una accanto all'altra o ad un angolo diverso dall'altro, semplicemente insegnando a pensare in un datomodo. Quando il pensiero che disturba è sostituito da un pensiero riposante, lo strabismo scompare e la doppia visione e glierrori di rifrazione vengono corretti; questo è tanto vero nelle anormalità preesistenti quanto in quelle prodotte

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volontariamente. Qualunque sia il loro grado e la loro durata, la loro eliminazione si compie non appena il paziente riesce adassicurarsi il controllo mentale. L'origine di qualsiasi errore di rifrazione, dello strabismo o di qualsiasi altro disturbofunzionale dell'occhio è soltanto un pensiero – un pensiero errato – e la cura è rapida come un pensiero riposante. In unafrazione di secondo il più alto grado di errore refrattivo può venire corretto, uno strabismo può scomparire, o l'accecamentodell'ambliopia può essere alleviato. Se il rilassamento è solo momentaneo, anche la correzione è momentanea. Quandodiventa permanente, la correzione è permanente.

Questo rilassamento, ad ogni modo, non può essere ottenuto mediante uno sforzo. È fondamentale che i pazienti sirendano ben conto di questo: fin quando si crederà, consciamente o inconsciamente, che il sollievo dalla tensione possaessere ottenuto mediante un'altra tensione, la cura verrà ritardata.

Note1 In questo caso e altri che saranno menzionati in seguito, la grande lettera in cima alla tabella letta dall’occhio con

visione normale a 60 metri era una C2 Bevanda fredda gassata con panna (n.d.t.)3 Opacità del cristallino4 Condizione nella quale l’occhio diventa anormalmente duro5 Condizione nella quale c’è un declino della visione senza causa apparente6 Una membrana che copre la superficie interna della palpebra e la parte visibile del bianco dell’occhio

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CAPITOLO XI

FISSAZIONE CENTRALE

L'occhio è una macchina fotografica in miniatura che corrisponde esattamente in molti punti alla macchina inanimatausata per la fotografia. Sotto certi aspetti c’è però una grande differenza fra i due strumenti. La pellicola sensibile dellamacchina fotografica è ugualmente sensibile in ogni punto; ma la retina dell'occhio ha un punto massimo di sensibilità, eogni altra sua parte è meno sensibile in proporzione alla sua distanza da quel punto. Il punto di massima sensibilità sichiama “fovea centralis” letteralmente “fossa centrale.”

La retina, sebbene sia una membrana delicatissima che ha uno spessore variabile da un quarantesimo di centimetro ameno della metà di questa misura, è straordinariamente complessa. È composta di nove strati, uno solo dei quali si presumeche sia destinato a ricevere le impressioni visive. Questo strato è composto di piccoli corpi a forma di bastoncini e di conidislocati diversamente nelle sue varie parti. Nel centro della retina vi è una piccola elevazione circolare, chiamata, per ilcolore giallo che assume nella morte e a volte anche in vita, macula lutea, ovvero “macchia gialla.” Nel centro di questamacchia c'è la fovea, una profonda fossetta di colore più scuro. Nel centro di questa fossetta non ci sono bastoncini e i conisono più allungati e strettamente uniti insieme. Gli altri strati, invece, diventano qui estremamente sottili o scompaionocompletamente, perciò i coni vengono coperti da tracce appena percettibili di essi. Al di là del centro della fovea i conidiventano più grossi e sono in numero minore, e sono inframmezzati da bastoncini, il numero dei quali aumenta verso ibordi della retina. La funzione precisa di questi coni e bastoncini non è chiara; ma è un fatto che il centro della fovea, dovepraticamente scompaiono tutti gli elementi a eccezione dei coni e delle cellule associate, sia la sede della visione più acuta.Allontanandosi da questo punto l'acutezza delle percezioni visive diminuisce rapidamente. L'occhio dotato di vista normale,però, vede bene solo una piccola parte di quello che guarda, e vede peggio tutte le altre parti in proporzione alla distanza dalpunto di massima visione; e la perdita di questa fissazione centrale è un sintomo invariabile in tutte le condizioni anormalidell'occhio, sia funzionali che organiche.

Queste condizioni sono dovute al fatto che quando la vista è normale la sensibilità della fovea è normale, ma quando lavista è imperfetta, per qualsiasi causa, la sensibilità della fovea è diminuita e l'occhio vede altrettanto bene, o magari meglio,con le altre parti della retina. Contrariamente a quanto generalmente si crede, la parte che si vede più distintamente quandola vista è normale è estremamente piccola. I libri di testo dicono che a sei metri di distanza un'area che abbia un diametro dipoco più di un centimetro può essere vista col massimo di visione, ma chiunque cerchi a questa distanza di vedere ogniparte o anche le lettere più piccole della tabella di prova – e il loro diametro può essere meno di mezzo centimetro –ugualmente bene nello stesso momento, diventerà immediatamente miope. Il fatto è che più il punto di massima visione siavvicina a un punto matematico, il quale non ha area, migliore è la vista.

La causa di questa perdita di funzione da parte del centro della vista va attribuita alla tensione mentale; e poiché tutte lecondizioni anormali degli occhi, sia organiche che funzionali, sono accompagnate da tensione mentale, ne consegue chetutte queste condizioni debbano necessariamente essere accompagnate da perdita di fissazione centrale. Quando la mente èin uno stato di tensione l'occhio diventa generalmente più o meno cieco. Il centro della vista si offusca per primo,parzialmente o completamente, a seconda del grado di tensione; e se questa è forte tutta o buona parte della retina puòessere coinvolta. Quando la visione da parte del centro della vista è stata completamente o parzialmente soppressa, lapersona non vede più perfettamente il punto che sta guardando, ma vede anche oggetti che non sta affatto guardando e livede altrettanto bene o anche meglio, perché la sensibilità della retina è diventata approssimativamente uguale in ogni suaparte o può essere perfino migliore nei bordi che nel centro. Perciò in tutti i casi di vista difettosa una persona vede peggiodi tutto il resto il punto che sta fissando.

Questa condizione si verifica a volte in modo così eccessivo che una persona arriva a guardare il più lontano possibilel'oggetto che vuol vedere, e nonostante ciò lo vede come se lo guardasse direttamente. Una mia paziente vedeva soltanto colbordo della retina dalla parte del naso. In altre parole, non vedeva le proprie dita se le teneva davanti al viso, ma le vedevase le teneva di fianco all'occhio, dal lato esterno. Aveva solo un piccolo vizio di rifrazione, dimostrando che, mentre ognivizio di rifrazione è accompagnato da una “fissazione eccentrica,” la tensione che produce una condizione è diversa daquella che ne produce un’altra. La paziente era stata visitata da specialisti nel suo paese e in Europa e tutti avevanoattribuito la sua cecità a una malattia del nervo ottico o del cervello; ma il fatto che la vista sia stata ristabilita per mezzo delrilassamento dimostra che la condizione era dovuta soltanto a tensione mentale.

La fissazione eccentrica, anche in grado minore, è talmente innaturale che produce disagio e dolore in pochi secondi se ilpaziente tenta di vedere ogni parte di una zona di dieci centimetri a distanza di sei metri, o anche meno, o una zona di duecentimetri, o meno, posta al punto di visione da vicino; il retinoscopio dimostrerà che si è prodotto un vizio di rifrazione.Questa tensione, quando è abituale, porta ad ogni tipo di condizioni anormali ed è, infatti, alla base di molti disturbi visivi,sia funzionali che organici. Tuttavia il disagio e il dolore possono essere assenti nella condizione cronica, e quindi è unsegno incoraggiante quando una persona inizia a provarli.

Quando l'occhio possiede la fissazione centrale, non solo ha una vista impeccabile ma è perfettamente a riposo e può

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essere usato indefinitamente senza stanchezza. È aperto e calmo; non si osserva alcun movimento nervoso, e quando guardaun punto lontano gli assi visuali sono paralleli. In altri termini, non ci sono insufficienze muscolari. Questo fatto non ègeneralmente noto. I libri di testo affermano che le insufficienze muscolari possono verificarsi in occhi dotati di vistanormale, ma io non ho mai osservato nulla di simile. I muscoli del viso e di tutto il corpo sono anch'essi in riposo, e quandola condizione è abituale non ci sono rughe né occhiaie intorno agli occhi.

Viceversa, in molti casi di fissazione eccentrica, l'occhio si stanca molto presto e la sua espressione, come quella di tuttoil viso, dimostra sforzo o tensione. L'oftalmoscopio (1) rivela che il globo oculare si muove a intervalli irregolari, roteandoda una parte all'altra o verticalmente o in altre direzioni. Questi movimenti sono a volte cosi estesi che si possono notareanche alla semplice visita, e a volte sono così marcati da sembrare nistagmo (2). Si possono notare anche movimenti nervosidelle palpebre, sia con la visita ordinaria sia toccando leggermente la palpebra di un occhio mentre l'altra guarda un oggettovicino o lontano. Gli assi visivi non sono mai paralleli, e la deviazione dal normale può diventare così accentuata dacostituire una condizione di strabismo. L'arrossamento della congiuntiva e dei bordi delle palpebre, le rughe attorno agliocchi, le occhiaie sotto ad essi e la lacrimazione sono altri sintomi di fissazione eccentrica.

La fissazione eccentrica è un sintomo di tensione ed è alleviata da qualunque metodo atto ad alleviare la tensione, ma incerti casi il soggetto prova sollievo non appena riesce a dimostrare i fatti della fissazione centrale. Quando si rende conto,attraverso la reale dimostrazione di tale fatto, che non vede bene quello che sta guardando, ma che guardando a una certadistanza vede peggio di quando guarda direttamente, riesce, in qualche modo, a ridurre la distanza finché potrà guardaredirettamente la parte superiore di una lettera piccola vedendone peggio la parte inferiore o viceversa. Più piccola è la letteraguardata in questo modo, o più breve è la distanza a cui il paziente deve distogliere lo sguardo da una lettera per vedereindistintamente la parte opposta, maggiore è il rilassamento e migliore è la visione. Quando diventa possibile guardare labase della lettera e vederne peggio l'estremità superiore, o viceversa, diventa possibile vedere la lettera perfettamente nera edistinta. All'inizio questa visione viene solo a sprazzi: la lettera appare distinta per un attimo e poi scompare. Magradatamente, se l’esercizio continua, la fissazione centrale diventerà abituale.

Molte persone riescono facilmente a guardare la base della grande C e vederne a malapena la parte superiore; ma inalcuni casi non solo è impossibile far questo ma è impossibile perfino abbandonare completamente le lettere grandi finchéqueste si trovano nel campo visivo. Questi casi estremi richiedono a volte una considerevole ingegnosità, prima perdimostrare al paziente che egli non vede meglio guardando nella direzione da lui prescelta, e poi per aiutarlo a vedere unoggetto peggio quando guarda altrove che quando lo guarda direttamente. L'uso di una luce forte per la fissazione o anchedue luci poste a due o tre metri di distanza, è stato trovato utile. Un individuo che distoglie lo sguardo dalla luce la vedemeno chiara più prontamente di quanto veda male una lettera nera quando non la fissa. Diventa allora più facile per luivedere la lettera peggio quando ne distoglie lo sguardo. Questo metodo si è dimostrato efficace nel caso seguente.

Una paziente con una vista di 3/200 diceva di vedere la grande C meglio quando guardava poco lontano da essa chequando la guardava direttamente. La sua attenzione fu richiamata sul fatto che i suoi occhi si stancavano presto e la suavisione era insufficiente quando guardava le cose in questo modo. Le fu detto di guardare un oggetto brillante che si trovavaa circa un metro dalla tabella di prova, e questo attrasse la sua attenzione a tal punto che riuscì a veder male la letteragrande, dopo di che la guardò di nuovo e la vide meglio. Le fu dimostrato che poteva fare una delle due cose; guardarealtrove e vedere la lettera meglio di prima, oppure guardare altrove e vederla peggio. Allora riuscì sempre a vederla peggioquando guardava a un metro di distanza. Poi a poco a poco abbreviò la distanza a sessanta centimetri, a trenta, a quindicicon un costante miglioramento della visione. Finalmente poté guardare la base della lettera vedendone male la partesuperiore o viceversa. Con l'esercizio riuscì a guardare nello stesso modo le lettere piccole, e alla fine riuscì a leggere ladecima riga a 6 metri. Con lo stesso metodo divenne anche capace di leggere caratteri piccolissimi prima a 30 centimetri epoi a 7/8 centimetri. Con questi semplici esercizi fu, dopo un certo tempo, in grado di vedere molto meglio il punto cheguardava direttamente e la sua guarigione poté dirsi completa.

Il massimo grado di fissazione eccentrica si verifica nelle miopie gravi, e in questi casi, poiché si vede meglio quando siguarda da vicino, la persona trae beneficio dall'esercitarsi a vedere peggio a questo punto. La distanza può venire aumentatagradatamente finché la persona riesce a fare la stessa cosa a sei metri. Una paziente, che era affetta da una forte miopia,diceva che più guardava da lontano un lampada elettrica meglio la vedeva; guardando alternativamente la lampada da vicinoe distogliendone lo sguardo, riuscì in breve tempo a vederla più chiaramente quando la fissava che quando guardava altrove.Più tardi riuscì a fare lo stesso a sei metri e ne provò grande sollievo. Nessuna parola, disse, poteva adeguatamentedescriverlo. Le sembrava che tutti i suoi nervi fossero rilassati, e un senso di benessere e di riposo permeava tutto il suocorpo. Dopo di ciò il suo progresso fu rapido. In breve riuscì a guardare una parte delle lettere più piccole della tabellavedendone peggio le altre parti e poi riuscì a leggere le lettere a sei metri.

Basandosi sul principio che il bimbo scottato ha paura del fuoco, alcune persone trovano utile peggiorare coscientementela propria vista. Quando apprendono, con la reale dimostrazione dei fatti, come si producono i loro difetti di vista,inconsciamente evitano la tensione che li produce. Quando il grado di fissazione eccentrica è troppo estremo per essereaumentato, è utile imparare come si può aumentarlo. Quando una persona ha coscientemente diminuito la propria acutezzavisiva e prova disagio e perfino dolore nel cercare di vedere la lettera C, o un'intera linea di lettere ugualmente bene nello

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stesso tempo, diventa maggiormente capace di correggere lo sforzo incosciente compiuto dall'occhio per vedere nello stessomomento e ugualmente bene tutte le parti di una piccola zona.

Imparando a veder meglio dove sta guardando, di solito è preferibile che la persona pensi al punto che non guardadirettamente come quello che si vede meno distintamente di quello che sta guardando, invece di pensare che si vede meglioquello che sta fissando, perché quest'ultimo sistema tende in molti casi a intensificare lo sforzo in cui l'occhio già si trovaimpegnato. Una parte di un oggetto è vista meglio soltanto quando la mente si accontenta di vederne indistintamente la partemaggiore, e come il grado di rilassamento aumenta, aumenta pure la zona che si vede peggio, finché la parte che si vedebene si è ridotta a un puntino.

I limiti di visione dipendono dal grado di fissazione centrale. Una persona può essere in grado di leggere un'insegna aqualche centinaio di metri se vede tutte le lettere nello stesso modo, ma quando le viene insegnato a veder meglio unalettera, riuscirà a leggere anche quelle più piccole di cui ignorava l'esistenza in quel punto. La vista sorprendente deiselvaggi, che riescono a distinguere a occhio nudo oggetti per cui le persone del mondo civile hanno bisogno delcannocchiale, dipende dalla fissazione centrale. Alcune persone vedono a occhio nudo gli anelli di Saturno o i satelliti diGiove, non a causa della superiorità dei loro occhi ma perché hanno raggiunto un grado di fissazione centrale più alto dellamaggior parte dei componenti del mondo civile.

Non solo tutti i vizi di rifrazione e i disturbi dell'occhio scompaiono quando esso centralizza la sua visione, ma molteaffezioni organiche vengono alleviate o curate. Non posso porre alcun limite alle sue possibilità. Non oserei asserire che ilglaucoma, la cataratta incipiente, e l'irite sifilitica (infiammazione dell'iride) possano essere eliminate dalla fissazionecentrale, ma è un fatto che queste affezioni sono scomparse quando la fissazione centrale è stata raggiunta. Spesso si èottenuto un sollievo in pochi minuti e, in qualche caso raro, il sollievo è stato permanente. Di solito, però, un miglioramentopermanente richiede un trattamento più prolungato. Affezioni infiammatorie di ogni specie, comprese l'infiammazione dellacornea, dell'iride, della congiuntiva, delle varie tuniche del globo oculare e perfino dello stesso nervo ottico, hanno trattovantaggio dalla fissazione centrale dopo che altri metodi non hanno avuto successo. Anche infezioni e malattie prodotte daproteine tossiche e dalle tossine della febbre tifoide, dell'influenza, della sifilide e della gonorrea, ne hanno avuto vantaggio.Perfino con un corpo estraneo nell'occhio non c'è arrossamento e dolore finché si possiede la fissazione centrale.

Poiché la fissazione centrale è impossibile senza controllo mentale, fissazione centrale dell'occhio significa fissazionecentrale della mente. Vuol dire, perciò, salute in ogni parte del corpo, perché tutte le operazioni del meccanismo fisicodipendono dalla mente. Non soltanto la vista ma tutti gli altri sensi – tatto, gusto, udito, e odorato – traggono beneficio dallafissazione centrale. Tutti i processi vitali – digestione, assimilazione, eliminazione, ecc. – ne sono migliorati. I sintomi deidisturbi funzionali e organici migliorano. L'efficienza della mente è enormemente aumentata. In breve, i benefici dellafissazione centrale o centralizzazione, sono tali e tanti che il soggetto merita un'ulteriore ricerca.

Note1 Si può notare un movimento più corto quando l’osservatore guarda il nervo ottico con l’oftalmoscopio che quando

guarda solo l’esterno dell’occhio2 Una condizione nella quale c’è un cospicuo e più o meno ritmico movimento del globo oculare da parte a parte

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CAPITOLO XII

PALMING

Tutti i metodi usati nella cura dei difetti di rifrazione sono semplicemente mezzi intesi a ottenere il rilassamento, e moltepersone trovano senz'altro più semplice di tutto riposarsi con gli occhi chiusi. Questo riposo generalmente diminuisce losforzo di vedere, e in questi casi è seguito da un temporaneo o più durevole miglioramento della vista.

Molti sono coloro che traggono beneficio soltanto chiudendo gli occhi e lasciandoli riposare per qualche minuto o più,quindi riaprendoli e guardando una tabella per un secondo o meno; di regola, si ottengono rapidamente flash di visionemigliorata. Alcuni ottengono temporaneamente, con questo mezzo, quasi la visione normale e in rari casi si è effettuato uncompleto ristabilimento, a volte in meno di un'ora.

Ma un po' di luce penetra sempre attraverso le palpebre chiuse, e si può ottenere un maggiore grado di rilassamento intutti i casi, salvo in qualche caso eccezionale, escludendola completamente.

Questo si ottiene coprendo gli occhi chiusi con le palme delle mani (con le dita incrociate sulla fronte) in modo da evitarela pressione sui globi oculari. Questo esercizio, che ho chiamato “palming”, è cosi efficace come mezzo per alleviare latensione, che tutti vi ricorriamo a volte istintivamente, e molte sono le persone che ne traggono un forte grado dirilassamento.

Ma anche con gli occhi chiusi e coperti in modo da escluderne la luce, i centri visivi del cervello possono ancora esseredisturbati, e l'occhio può ancora sforzarsi di vedere; e invece di vedere un campo tanto nero che è impossibile ricordare,immaginare o vedere nulla di più nero, come dovrebbe normalmente accadere quando il nervo ottico non è soggetto allostimolo della luce, una persona avrà illusioni visive di luci e di colori che da un nero imperfetto si estendono incaleidoscopiche apparizioni così vivide che sembrerà di vederle con gli occhi. Di solito, quanto peggiore è la condizionedella vista, tanto più vivide e persistenti sono queste apparizioni. Eppure ci sono persone con vista imperfetta che riesconofin dall'inizio a compiere un palming quasi perfetto e, perciò, sono curate molto velocemente. Qualsiasi disturbo della menteo del corpo, come stanchezza, fame, collera, dispiacere o depressione, rende difficile per il paziente veder nero quandocompie il palming; persone che in condizioni normali lo eseguono perfettamente non ci riescono senza aiuto quando sonoammalate o hanno qualche preoccupazione.

È impossibile vedere un nero perfetto se la vista non è impeccabile, perché soltanto allora la mente è in perfetto riposo;ma alcuni riescono senza difficoltà ad avvicinarvisi quasi tanto quanto basta a migliorare la loro vista, e quando questamigliora, la profondità del nero va aumentando. Persone che non vedono neanche un nero approssimativo dichiarano cheinvece di nero vedono nuvole fluttuanti grigie, bagliori, sprazzi rossi, azzurri, verdi, gialli, ecc. A volte, invece di un neroimmobile, si vedono nuvole nere che si muovono nel campo. Altre volte si vede nero per qualche secondo e poi un altrocolore ne prende il posto. Le diversità delle difficoltà nel modo di vedere il nero quando si hanno gli occhi chiusi e copertisono numerose e spesso molto strane.

Alcune persone sono così impressionate dalla vividezza dei colori che hanno creduto di vedere che nessuna affermazionebasta a convincerle che non hanno potuto effettivamente vederli.

Ammettono che se altri, con gli occhi chiusi e coperti, vedono dei colori vivaci, queste sarebbero illusioni, ma quello chehanno visto loro nelle stesse condizioni era realtà. E non credono, finché non viene loro dimostrata la verità in modoinconfutabile, che si tratta di loro illusioni dovute a un'immaginazione al di sopra del loro controllo.

Per avere successo col palming in questi casi difficili occorre di solito praticare anche gli altri metodi per migliorare lavista descritti nei capitoli seguenti. Per ragioni che spiegheremo nei successivi capitoli, la maggior parte delle persone puòessere molto aiutata dal ricordo di un oggetto nero. Costoro dovrebbero guardare quest'oggetto dalla distanza alla qualepossono vederlo meglio, poi chiudere gli occhi e ricordare il colore, e ripetere finché il ricordo appare uguale alla visione.Allora, continuando a ricordare il nero, dovrebbero coprirsi gli occhi chiusi col palmo delle mani nel modo indicato. Se ilricordo è perfetto, non vedranno altro che nero. Se non lo vedono, subito o dopo qualche secondo, dovranno riaprire gliocchi e guardare nuovamente l'oggetto nero.

Molti pazienti riescono con questo metodo a vedere un nero quasi perfetto per breve tempo; ma molti, anche se non hannouna vista molto cattiva, hanno grande difficoltà a vederlo continuamente. Essendo incapaci di ricordare il nero per più di treo cinque secondi, essi non possono vederlo per un tempo più lungo di questo. Queste persone possono essere aiutate dallafissazione centrale. Quando sono riuscite a vedere una parte di un oggetto nero più scura del resto, potranno ricordare questapiccola zona più a lungo che non la grande; allora riusciranno anche a vedere nero per un periodo più lungo quandopraticano il palming. Hanno anche il beneficio dello spostamento mentale (v. cap. XV) da un oggetto nero a un altro, o dauna parte all'altra di un oggetto nero.

È impossibile vedere, ricordare, o immaginare qualsiasi cosa, nemmeno per un secondo, senza passare da una parte aun'altra, o da un oggetto a un altro e tornando poi al primo, e questo produce sempre tensione. Coloro che credono diricordare un oggetto nero continuamente, lo paragonano inconsciamente con qualche cosa che non è nera, oppure il suocolore e la sua posizione mutano continuamente.

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Fig.42 Palming.Questo è uno dei metodi più efficaci per

ottenere il rilassamento di tutti i nervi sensori.

Fig.43Un paziente con atrofia del

nervo ottico ha dei flash divisione migliorata dopo ilpalming.

È impossibile ricordare anche una cosa così semplice come un punto perfettamente nero e immobile per più di unafrazione di un secondo.

Quando lo spostamento non è fatto inconsciamente bisogna incoraggiare i pazienti a farlo consciamente. Per esempio, colricordare in successione un cappello nero, una scarpa nera, un abito di velluto nero, un tendaggio di felpa nera, o una piegadell'abito o del tendaggio, trattenendo ogni ricordo per non più di una frazione di un secondo. Molte persone hanno trattovantaggio dal ricordare tutte le lettere dell'alfabeto una dopo l'altra perfettamente nere. Altre preferiscono passare da unpiccolo oggetto nero, come un punto o una piccola lettera a un altro, o fare oscillare questo oggetto nel modo che saràdescritto più avanti (v. cap. XV ).

In alcuni casi si è trovato efficace il metodo seguente. Quando una persona vede quello che essa ritiene sia perfettamente

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nero, fatele venire in mente un pezzo di candido gesso su quel fondo nero, e sul gesso la lettera F nera come il fondo. Poifatele dimenticare il gesso per ricordare soltanto una parte della F sul fondo nero. Dopo poco tempo tutto il campo diventerànero come la parte più nera della F. Il procedimento può essere ripetuto molte volte con un costante aumento del nero delcampo.

In un caso una paziente vedeva così chiaramente il grigio quando praticava il palming che era persuasa di vederlo coi suoiocchi invece che solamente con l'immaginazione; riuscì ad annullarlo quasi completamente immaginando prima una C neranel campo grigio, poi due C nere e infine una moltitudine di C sovrapposte.

È impossibile ricordare il nero in modo perfetto quando non lo si vede perfettamente. Se lo si vede imperfettamente, ilmeglio che si può fare è ricordarlo imperfettamente. Tutti, senza eccezione, quelli che riescono a leggere o vedere caratteripiccolissimi da vicino, per quanto forte sia la loro miopia o per quanto ammalato sia l'interno dell'occhio, possono arrivare avedere il nero con gli occhi chiusi e coperti più presto di coloro che sono affetti da ipermetropia o astigmatismo. Questoperché i miopi, mentre non riescono a vedere niente in modo perfetto nemmeno da vicino, al punto prossimo vedono peròsempre meglio che gli ipermetropi o gli astigmatici a qualsiasi distanza. Persone fortemente miopi trovano però spessodifficile il palming, poiché non solo vedono imperfettamente il nero, ma a causa dello sforzo che fanno per vederlo nonpossono ricordarlo per più di uno o due secondi.

Qualsiasi altra condizione dell'occhio che impedisce di vedere perfettamente il nero rende difficile il palming. In alcunicasi il nero non è mai visto come tale, ma appare grigio, giallo, bruno e perfino rosso brillante. In questi casi, è megliotentare di migliorare la vista con altri metodi, prima di provare il palming. I ciechi hanno di solito maggior difficoltà avedere il nero che le persone che ci vedono, ma possono essere aiutati dal ricordo di un oggetto nero a loro familiare primache perdessero la vista. Un pittore cieco che vedeva continuamente grigio le prime volte che tentò il palming, riuscì a vederericordando la pittura nera. Non aveva affatto la percezione della luce e questo lo faceva soffrire molto, ma quando cominciòa vedere il nero la sofferenza svanì e quando riaprì gli occhi vide luce.

Perfino la memoria imperfetta del nero è utile perché col suo aiuto si può ricordare e vedere un nero ancor più nero equesto conduce a un ulteriore miglioramento. Per esempio, guardate una lettera sulla tabella di Snellen alla distanza allaquale meglio ne vedete il colore, poi chiudete gli occhi e ricordatevela. Se il palming produce rilassamento, sarà possibileimmaginare una sfumatura di nero più intenso di quello che si è visto, e ricordando questo nero quando si guarderà di nuovola lettera la si vedrà più nera di prima. Si può immaginare un nero ancor più intenso, e questo nero più intenso può essereriportato sulla lettera della tabella di prova. Continuando tale procedimento si ottiene una perfetta percezione di nero, e avolte rapidamente una vista perfetta. Più è profonda l'ombra del nero immaginato con gli occhi chiusi, più facilmente sipotrà ricordarlo quando si guarderanno le lettere della tabella.

Il rilassamento che si ottiene sarà tanto maggiore quanto più tempo si praticherà il palming e quanto più intenso sarà ilnero che si riesce a ricordare e vedere. Alcuni riescono a fare il palming con successo per brevi periodi, ma se lo prolunganotroppo provano tensione.

È impossibile riuscire sforzandosi, o tentando di “concentrarsi” sul nero. La concentrazione, come viene intesa di solito,significa fare o pensare una cosa sola - ma questo è impossibile, e tentare di fare l'impossibile è uno sforzo che annulla ilproprio scopo. La mente umana non è fatta per pensare una sola cosa. Può pensare meglio una cosa che un'altra e sentirsiriposata soltanto quando fa questo, ma non può pensare soltanto una cosa sola. Una paziente che cercava di vedere soltantonero e cercava di ignorare i colori caleidoscopici che s'intrufolavano nel suo campo visivo, peggiorando sempre più colpersistere nell'ignorarli, finì col cadere in convulsioni per la tensione, e fu curata per un mese dal medico di famiglia primadi poter riprendere il trattamento. Fu consigliato alla paziente di smettere il paIming e, con gli occhi aperti, rievocare quantipiù colori le era possibile, ricordandone ciascuno quanto più perfettamente era nelle sue possibilità. Prendendo così il toroper le corna e facendo consciamente vagare la mente più di quanto vagasse inconsciamente, riuscì a praticare il palming perbrevi periodi.

Alcuni speciali oggetti neri possono essere ricordati più facilmente di altri, Per esempio, la pelliccia nera si dimostrava un“optimum” (v. cap. XVIII) per molte persone, paragonata col velluto, la seta, il panno, l'inchiostro e le lettere della tabella diprova, benché non fosse più nera di questi altri neri. Un oggetto familiare nero può essere ricordato dal paziente piùfacilmente di quelli che lo sono meno.

Per esempio, una sarta ricordava benissimo un filo di seta nera, mentre era incapace di ricordare altri oggetti neri. Quando guarda una lettera prima del palming, il paziente di solito ricorderà non solo il nero della lettera ma anche il

fondo bianco su cui spicca. Se però il ricordo del nero rimane per qualche secondo, il fondo bianco di solito svanisce e tuttoil campo diventa nero.

D'altronde molto di frequente le persone dicono di ricordare perfettamente il nero mentre non è così. Si può di solito direse questo è o no il caso notando l'effetto del palming sulla vista. Se non vi è miglioramento nella vista quando si aprono gliocchi, si dimostrerà al paziente che egli non si era ricordato perfettamente del nero, avvicinandoglielo agli occhi.

Benché il nero sia, di regola, il colore che si ricorda più facilmente, per ragioni che spiegheremo nel prossimo capitolo,quando il ricordo del nero manca a volte ha successo la applicazione del metodo seguente. Bisogna ricordare una varietà dicolori: rosso, giallo, verde, azzurro, porpora e specialmente bianco, tutti nella tonalità più vivida possibile. Non bisogna

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tentare di trattenerne nessuno per più di un secondo. Continuare per cinque o dieci minuti. Poi ricordare un pezzo di gessobianco di poco più di un centimetro di diametro e il più bianco possibile. Notare il colore del fondo. Generalmente ènerastro. Se lo è, bisogna cercare di ricordare qualcosa di ancor più nero o di vedere qualche cosa di molto nero con gliocchi aperti. In tutti i casi in cui si ricorda perfettamente il biancore del gesso, il fondo sarà talmente nero che saràimpossibile ricordare una cosa più nera con gli occhi chiusi o vedere una cosa più nera con gli occhi aperti.

Fig.44No.1- A causa della paralisi del

settimo nervo dal lato destro,risultante da un’operazionemastoide all’orecchio destro, lapaziente non è in grado di chiudere lelabbra

No.2- Dopo il palming e dopo averricordato un periodo perfettamentenero divenne capace non solo dichiudere le labbra ma anche difischiare. La cura fu permanente.

Quando il palming riesce, è uno dei metodi migliori che io conosca per assicurare il rilassamento di tutti i nervi sensoriali,compresi quelli della vista. Quando si raggiunge in questo modo un rilassamento perfetto, come è indicato dal riuscire avedere un nero uniforme, si conserva tale possibilità a occhi aperti, e la vista del paziente è permanentemente migliorata. Inpari tempo le sensazioni dolorose degli occhi, della testa e di altre parti del corpo sono anch'esse alleviate permanentemente.Sono casi rari, ma avvengono.

Fig.45Fig.1- Paziente con glaucoma

assoluto all’occhio destro, avevasofferto di dolore lancinante per seimesi e non aveva percezione dellaluce. Fu fotografato mentre si testavala tensione del suo occhio, che eglitrovava essere assolutamente duro.

Fig.2- Il paziente stava facendopalming e ricordando un puntoperfettamente nero. Dopo mezz’oral’occhio divenne morbido, il dolorecessò, e il paziente fu capace divedere la luce. Dopo tre anni nonc’era ritorno del glaucoma.

Con un minor grado di rilassamento gran parte del beneficio va perduto quando si riaprono gli occhi, e quello che rimanenon dura permanentemente. In altri termini, quanto più è grande il rilassamento prodotto dal palming, tanto più rimane ed èduraturo quando si riaprono gli occhi. Se si compie il palming perfettamente, quando si riaprono gli occhi si conserva tutto

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quanto si è acquistato col rilassamento e non lo si perde più. Se il palming è imperfetto, solo una parte di quello che si èguadagnato col rilassamento rimane ed è temporaneo - può durare anche solo pochi momenti. Anche il più piccolo grado dirilassamento è utile, perché per suo mezzo si può ottenerne un grado maggiore in seguito.

Bisogna rallegrarsi con i pazienti che riescono fin dal primo momento a praticare il palming, perché sono sempre curatimolto rapidamente. Un caso assai notevole di questo genere fu quello di un uomo quasi settantenne che aveva un complessodi ipermetropia, astigmatismo e presbiopia, complicato da cataratta incipiente. Da oltre quarant'anni portava gli occhiali permigliorare la visione da lontano e da vent'anni li portava per leggere e lavorare a tavolino. A causa dell'opacizzazione delcristallino dei suoi occhi ora non vedeva più così bene da poter lavorare neanche con gli occhiali, e gli altri medici da luiconsultati non gli avevano dato alcuna speranza di miglioramento se non con l'operazione quando la cataratta fosse statamatura. Quando trovò beneficio nel palming, chiese:

“Può essere che io ne faccia troppo?” “No,” gli fu risposto. “Il palming è semplicemente un modo di riposare gli occhi e non potrà mai riposarli troppo.” Pochi giorni dopo tornò e disse: “Dottore, è stata una cosa noiosa, molto noiosa, ma l'ho fatta.” “Che cosa era noioso?” chiesi. “Il palming,” rispose. “L'ho fatto continuamente per venti ore.” “Ma non avrà potuto restare per venti ore in quella postura” osservai incredulo. “Avrà dovuto interrompere per

mangiare.” Allora mi disse che dalle quattro del mattino sino alla mezzanotte non aveva mangiato niente, aveva soltanto bevuto

grandi quantità di acqua, dedicando praticamente tutto il suo tempo al palming. Era stato noioso, disse, ma ne era valsa lapena. Guardando la tabella di prova, aveva letto l'ultima riga a sei metri senza occhiali. Aveva letto anche caratteripiccolissimi a quindici centimetri e a cinquanta. L'opacizzazione del cristallino era molto migliorata, e nel centro eracompletamente scomparsa. Due anni dopo non c’era ancora stata alcuna ricaduta.

Benché la maggioranza dei pazienti trovi beneficio nel palming, c’è una minoranza che non riesce a veder nero e la cuitensione aumenta cercando di ottenere il rilassamento con questo mezzo. Nella maggior parte dei casi è possibile, usandol'uno o l'altro dei vari metodi indicati in questo capitolo, rendere capace il paziente di esercitare il palming con successo; mase si trova molta difficoltà è meglio, dopo alcune prove, abbandonare il metodo finché la vista non sarà stata migliorata conaltri mezzi. Il paziente potrà allora riuscire a vedere nero quando pratica il palming, ma alcuni non ci riescono mai finchénon sono curati.

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CAPITOLO XIII

LA MEMORIA COME AIUTO PER LA VISTA

Quando la mente riesce a ricordare esattamente qualsiasi fenomeno dei sensi, è sempre perfettamente rilassata. La vista ènormale se gli occhi sono aperti; e quando sono chiusi e coperti in modo da escludere completamente la luce, si vedeperfettamente un campo nero uniforme - cioè assolutamente nulla. Se riuscite a ricordare esattamente il ticchettio di unorologio o un dato odore o sapore, la vostra mente è perfettamente riposata e vedrete un nero uniforme se chiudete gli occhie li coprite. Se il vostro ricordo di una sensazione tattile fosse identico alla realtà, vedreste nero solo quando la luce vieneesclusa dai vostri occhi. Se riusciste a ricordare esattamente una battuta di musica quando i vostri occhi fossero chiusi ecoperti, non vedreste altro che nero.

Ma per ognuno di questi fenomeni non è facile provare l'esattezza del ricordo, e lo stesso avviene per i colori diversi dalnero. Tutti gli altri colori, compreso il bianco, sono alterati dall'intensità della luce a cui vengono esposti e raramentepossono essere visti così perfettamente come li vede un occhio normale.

Ma nel caso di qualunque di questi fenomeni non è facile testare la correttezza della memoria, e lo stesso è vero per altricolori. Tutti gli altri colori, compreso il bianco, sono alterati dalla quantità di luce alla quale sono esposti, e raramente sivedono così perfettamente come è possibile per l'occhio normale.

Ma quando la vista è normale, il nero è tanto nero alla luce intensa come alla luce tenue. Ed è tanto nero da lontano comeda vicino, e una piccola zona è proprio nera come una grande, anzi appare più nera. Il nero è, inoltre, più facile a trovarsi diqualsiasi altro colore; non c’è nulla di più nero dell'inchiostro di stampa il quale è quasi - si potrebbe dire - onnipresente.Perciò, mediante il ricordo del nero si può misurare accuratamente il proprio rilassamento. Se il colore è ricordatoperfettamente, si è perfettamente rilassati. Se è ricordato quasi perfettamente, si è quasi perfettamente rilassati. Se non lo siricorda affatto, vi è poco o niente rilassamento.

Questi fatti possono essere prontamente dimostrati mediante la retinoscopia simultanea. Un ricordo assolutamenteperfetto è rarissimo, tanto raro che può difficilmente esser preso in considerazione; ma un ricordo quasi perfetto, o quelloche può essere definito normale, può essere ottenuto da chiunque in certe condizioni. Con un simile ricordo del nero, laretinoscopia mostra che tutti i difetti di rifrazione sono corretti. Se la memoria è meno che normale, sarà il contrario. Sefluttua, anche l'ombra del retinoscopio fluttuerà.

La testimonianza del retinoscopio è, infatti, più sicura delle dichiarazioni del paziente. Spesso i pazienti credono edichiarano di ricordare il nero perfettamente, o normalmente, mentre il retinoscopio indica un difetto di rifrazione; ma inquesti casi si può dimostrare facilmente, portando una tabella di prova nel punto dove si possono vedere meglio le letterenere, che la memoria non corrisponde alla vista. Il lettore può facilmente dimostrare che il colore non può essere ricordatoperfettamente quando occhi e mente sono in preda a tensione, stanno cercando di ricordarlo con uno sforzo cosciente pervedere - fissando, socchiudendo gli occhi, aggrottando la fronte ecc. - o tentando di vedere ugualmente bene le lettere chesono su una riga, contemporaneamente. Si constaterà che in queste condizioni non si può ricordare affatto o si può ricordaremolto imperfettamente. Quando i due occhi di una persona sono diversi, è stato constatato che la differenza può esseremisurata esattamente dalla durata del tempo in cui può essere ricordato un punto nero, guardando una tabella di prova contutti e due gli occhi aperti e con l'occhio migliore chiuso. Un individuo con vista normale all'occhio destro e seminormale alsinistro, potrebbe, guardando la tabella di Snellen con tutti e due gli occhi aperti, ricordare un punto per venti secondicontinui; con l'occhio migliore chiuso, lo ricorderà solo per dieci secondi. Un paziente con vista seminormale all'occhiodestro e un quarto del normale al sinistro potrà ricordare un punto per dodici secondi con gli occhi aperti e soltanto per seisecondi con l'occhio migliore chiuso. Una terza persona con vista normale a un occhio e vista di un decimo all'altro potràricordare il punto per venti secondi con entrambi gli occhi aperti e per soli due secondi con l'occhio migliore chiuso. In altritermini, se l'occhio destro è migliore del sinistro, la memoria è migliore quando l'occhio destro è aperto che quando invece èaperto solo il sinistro; la differenza è in esatta proporzione con la differenza di visione fra un occhio e l'altro.

Nel trattamento dei disturbi funzionali dell'occhio questo rapporto fra rilassamento e memoria è di grande importanzapratica. Le sensazioni dell'occhio e della mente forniscono un'informazione assai scarsa sulla tensione a cui entrambi sonoassoggettati, poiché chi si sforza più spesso soffre minor disagio; ma mediante la sua capacità di ricordare il nero unapersona può accorgersi se è in tensione o meno, e perciò riesce a evitare le condizioni che producono tale tensione.Qualunque metodo un individuo usi per migliorare la propria vista, è consigliabile che egli abbia sempre con sé il ricordo diuna piccola zona nera, come un punto, in modo da poter sempre riconoscere ed evitare le condizioni che produconotensione, e in alcuni casi pazienti hanno ottenuto una cura completa in un tempo veramente breve con solo questo mezzo.Un vantaggio del metodo è che non richiede una tabella, poiché a ogni ora del giorno o della notte, qualsiasi cosa il pazientestia facendo, può sempre mettersi nelle condizioni favorevoli alla perfetta memoria di un punto.

La condizione della mente nella quale un punto nero può essere ricordato non può essere ottenuta mediante nessun tipo disforzo. La memoria non è la causa del rilassamento, ma deve essere preceduta da esso. È ottenuta solo durante momenti dirilassamento, e ritenuta solo se le cause di sforzo sono evitate; ma come si ottiene questo non può essere completamente

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spiegato, come molti altri fenomeni psicologici non possono essere spiegati. Sappiamo solo che sotto certe condizioni chepossono essere ritenute favorevoli un grado di rilassamento sufficiente per la memoria di un punto nero è possibile, e che,cercando continuamente queste condizioni, il paziente diviene capace di aumentare il grado di rilassamento e prolungarequesta durata, e riuscendo infine a ottenerlo e farlo durare anche in condizioni sfavorevoli.

Per molti pazienti il palming costituisce la condizione migliore per ricordare il nero. Quando lo sforzo di vedere èdiminuito a causa dell’esclusione della luce il paziente di solito riesce a ricordare un oggetto nero per pochi secondi o più, equesto periodo di rilassamento può essere prolungato in uno di questi due modi. Il paziente può aprire gli occhi e guardareun oggetto nero con la fissazione centrale alla distanza alla quale può essere vederlo meglio, e alla quale gli occhi saranno,perciò, più rilassati, o può spostarsi mentalmente da un oggetto nero all’altro, o da una parte di un oggetto nero a un’altra.

Con questi mezzi, e forse anche attraverso altre influenze che non sono comprese chiaramente, la maggior parte deipaziente diventa capace, prima o poi, di ricordare il nero per una lunghezza indefinita di tempo con gli occhi chiusi ecoperti.

Con gli occhi aperti e guardando una superficie vuota senza provare coscientemente a vedere, lo sforzo inconscio èdiminuito, così che il paziente diventa capace di ricordare un punto nero, e tutti gli errori di rifrazione, come dimostrato dalretinoscopio, sono corretti. Questo risultato è stato trovato essere invariabile, e finché la superficie rimane vuota e ilpaziente non inizia a ricordare o immaginare cose viste imperfettamente, la memoria e la visione possono essere trattenute.Ma se, con la visione migliorata, cominciano ad apparire sulla superficie dei particolari, o se la persona comincia a pensarealla tabella di prova che ha visto imperfettamente, la tensione per vedere ricomincerà e il punto sarà perso.

Guardando una superficie sulla quale non c’è nulla di particolare da vedere, la distanza non ha importanza per lamemoria, perché si può sempre guardare una simile superficie, dovunque sia, senza fare alcuno sforzo. Però guardandolettere o altri particolari, la memoria è migliore nel punto in cui la persona vede meglio, perché in quel punto gli occhi e lamente sono più rilassati che quando le stesse lettere o oggetti sono guardati da una distanza alla quale la visione non ealtrettanto buona. Perciò praticando la fissazione centrale alla distanza più favorevole e usando qualsiasi altro mezzo che siastato riconosciuto efficace per migliorare la visione, il ricordo del punto può, in certi casi, migliorare molto rapidamente.

Se il rilassamento acquistato sotto queste favorevoli condizioni è perfetto, una persona riuscirà a trattenerlo quando lamente è conscia delle impressioni della vista a distanza sfavorevole. Questi casi sono però molto rari. Di solito il grado dirilassamento acquistato è notevolmente imperfetto, e lo si perde in maggior o minor grado quando le condizioni sonosfavorevoli, come quando le lettere o gli oggetti vengono guardati a distanze sfavorevoli. Le impressioni della vista in talicircostanze sono così disturbanti che appena si cominciano a percepire dei particolari a distanze alle quali prima non siscorgevano, il paziente di solito perde il rilassamento e con esso il ricordo del punto. In realtà lo sforzo per vedere puòanche riprendere prima che egli sia cosciente dell'immagine che è proiettata sulla sua retina, come il caso seguente illustra inmodo singolare.

Una donna di 55 anni che aveva una miopia di quindici diottrie, complicata da altre condizioni che rendevano impossibileper lei vedere la grande C a più di 30 centimetri, o uscire di casa e andare per strada senza essere accompagnata, riuscì,guardando una parete verde senza cercare di vederla, a ricordare un punto perfettamente nero e a vedere una piccola zonadella tappezzeria tanto bene da lontano come la vedeva da vicino. Quando si avvicinò alla parete le fu detto di porre la manosulla maniglia della porta, cosa che fece senza esitazione. “Ma non vedo la maniglia,” si affrettò a spiegare. In verità l'avevavista abbastanza da poter mettere la mano su di essa, ma quando le fu suggerita l'idea di guardarla, perse il ricordo del puntoe con esso la vista migliorata, e quando cercò nuovamente di trovare la maniglia non ci riuscì.

Quando si ricorda perfettamente un punto mentre si guarda una lettera della tabella di Snellen, la lettera migliora;consciamente o inconsciamente è impossibile sforzarsi e rilassarsi contemporaneamente, e se uno si rilassa abbastanza daricordare il punto, deve anche rilassarsi abbastanza da vedere, consciamente o inconsciamente, la lettera. E migliorerannoanche le lettere che sono ai due lati di quella guardata e sulla linea superiore e inferiore. Se un paziente è conscio di vederele lettere, ne rimane distratto e questo gli fa generalmente, all'inizio, dimenticare il punto. In alcune persone, come abbiamogià notato, la tensione può tornare anche prima che le lettere siano consciamente riconosciute.

Così ci si trova davanti a un bivio. Il rilassamento indicato dal ricordo di un punto migliora la vista, e le cose che sivedono con questa vista migliorata fanno perdere il rilassamento e il ricordo. Sono ben conscio di come non sia facilevincere questa difficoltà, ma alcuni individui vi riescono in pochi minuti o al massimo in mezz'ora. Per altri il procedimentoè molto più lungo e noioso.

Vi sono diversi modi di comportarsi di fronte a questa situazione. Uno è quello di ricordare il punto guardando un po’ difianco alla tabella, trenta centimetri o poco più, poi guardare un po’ più da vicino la tabella, e infine guardare fra le righe. Intal modo si può riuscire a vedere le lettere nel campo eccentrico senza perdere il punto, e giunti a questo si può fare un passoavanti e guardare direttamente una lettera senza perdere il controllo della memoria. Se non si può far questo, si guarderà unasola parte di una lettera - di solito il fondo - o si guarderà o si immaginerà il punto come parte della lettera stessa, notandoche il rimanente di questa è meno nero e meno distinto della parte che viene guardata direttamente. Facendo in questo modosi può ricordare il punto meglio che se si vedesse la lettera tutta uguale. Vedendo la lettera tutta uguale, il perfetto ricordodel punto viene perduto. Il modo successivo consiste nell'osservare se la base della lettera è diritta, curva o aperta, senza

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perdere il punto sul fondo. Quando una persona può far ciò, può cercare di far lo stesso con i lati e la sommità della lettera,senza perdere il punto sul fondo. Di solito quando si possono osservare separatamente in questo modo le parti, si può vederel’intera lettera senza perdere il ricordo del punto; ma può per caso accadere che questo non si verifichi, e occorreràperseverare nell'esercizio prima che una persona possa diventare consapevole di tutte le parti della letteracontemporaneamente, senza perdere il punto. Per questo possono occorrere minuti, ore, giorni o mesi. In un caso si ebbesuccesso col seguente metodo.

Il paziente, un uomo con quindici diottrie di miopia, era tanto turbato da ciò che vedeva quando la sua visione era statamigliorata dal ricordo del punto, che gli fu detto di distogliere lo sguardo dalla tabella di prova, o da qualsiasi altro oggettostesse guardando. Trovò che così distingueva le lettere e altri particolari. Per circa una settimana continuò persistentementea evitare questa sua vista migliorata. Col migliorare della sua memoria gli divenne sempre più difficile far questo, e alla finedella settimana gli era addirittura impossibile. Quando guardava la riga in basso a distanza di 6 metri, ricordavaperfettamente il punto, e quando gli si chiedeva se poteva vedere le lettere, rispondeva:

“Non posso fare a meno di vederle.” Alcune persone ritardano il loro miglioramento complicando il ricordo con punti diversi mentre durante la giornata vanno

in giro, invece di ricordare semplicemente quel dato punto. Questo non aiuta, anzi, al contrario, è causa di tensione. Il puntopuò essere immaginato perfettamente e con vantaggio come facente parte di una lettera nera sulla tabella di prova, perchéquesto significa semplicemente immaginare che uno vede meglio una parte della lettera, ma non può essere immaginatoperfettamente su qualsiasi superficie che non sia nera, e tentare di immaginarlo su qualsiasi altra superficie fa venire meno ilfine prefisso.

Quanto più è piccola la zona nera che una persona riesce a ricordare, tanto maggiore è il grado di rilassamento indicato,ma alcuni trovano più facile ricordare all'inizio una zona molto più grande, come una delle lettere della tabella di prova conuna parte più nera del rimanente. Possono cominciare con la grande C, poi passare alle lettere più piccole e finalmentelimitarsi a un punto. Si trova allora che questa piccola zona è ricordata più facilmente delle grandi, e che il suo nero è piùintenso. Invece di un punto, alcuni trovano più facile ricordare due punti, con un punto più nero dell'altro, o un insieme dipunti con uno più nero di tutti gli altri, o il puntino su una I o J minuscola. Altri ancora preferiscono una virgola a un punto.Alcuni individui trovano da principio più facile passare coscientemente da una di queste zone nere all'altra, o da una parte diqueste zone a un'altra, e realizzare l'oscillazione, o pulsazione, prodotta da questo passaggio (v. Cap. XV). Ma quando ilricordo diventa perfetto, un oggetto può essere trattenuto continuamente senza deviare, mentre l'oscillazione si verificasoltanto quando si concentra l'attenzione sulla cosa.

Sebbene il nero sia il colore che si ricorda più facilmente, alcuni ne sono annoiati o depressi e preferiscono ricordare ilbianco o qualche altro colore. Un oggetto familiare, o un oggetto che ricordi qualcosa di piacevole, si ricorda più facilmentedi uno che non presenta un interesse particolare. La vista di una donna venne corretta mediante il ricordo di un ranuncologiallo, e un'altra ricordava l'opale di un suo anello mentre non riusciva a ricordare un punto. È meglio che la persona ricordiqualunque cosa le riesca più facile, perché il ricordo non può mai essere perfetto se non è facile.

Quando il ricordo del punto diventa abituale, non solo non è un fastidio ma è un aiuto per tutti gli altri processi mentali.La mente possiede, quando ricorda una cosa meglio di un'altra, la fissazione centrale, e la sua efficienza viene a essereaumentata come l'efficienza dell'occhio è aumentata dalla fissazione centrale. In altri termini, la mente raggiunge la suamaggiore efficienza quando è a riposo, e non è mai a riposo a meno che una cosa non sia ricordata meglio di tutte le altre.Quando la mente è in tale condizione da ricordare perfettamente un punto, la memoria di tutte le altre cose è migliorata.

Un'allieva della scuola superiore racconta che quando non riusciva a rispondere a una domanda all'esame, si ricordava ilpunto e la memoria le tornava. Quando io non ricordo il nome di un paziente ricordo il punto, e il nome mi torna in mente.Un musicista che aveva ottima vista e ricordava perfettamente un punto, aveva anche una memoria impeccabile per lamusica, ma un musicista con vista imperfetta che non riusciva a ricordare un punto non poteva suonare un pezzo senzaspartito, e ci riuscì soltanto quando la sua vista e la sua memoria visiva divennero normali. In alcuni casi eccezionali losforzo per vedere le lettere sulla tabella di prova è stato talmente faticoso che i pazienti hanno detto che mentre leguardavano non ricordavano non soltanto il punto ma perfino il proprio nome.

Un individuo può misurare la precisione del suo ricordo del punto non solo paragonandolo con la vista ma anche con leprove seguenti:

Quando il ricordo del punto è perfetto, è istantaneo. Se occorre un secondo o anche più per ottenere il ricordo, vuol direche la memoria non è perfetta.

Una memoria perfetta è non solo istantanea ma anche continua. Quando il punto è ricordato perfettamente, la vista diviene istantaneamente normale. Se si ottiene la visione normale solo

dopo uno o due secondi, si può sempre dimostrare che la memoria è imperfetta, e così pure la vista. II ricordo di un punto è una prova di rilassamento. È evidente che occhi e mente di una persona sono in riposo. Può essere

paragonato alla quantità di vapore emessa da una macchina, che non ha nulla a che vedere con la macchina stessa ma è digrande importanza perché rivela la capacità del meccanismo di funzionare a dovere. Quando il punto è nero, si sa che ilmeccanismo dell'occhio funziona bene. Quando il punto diventa chiaro o scompare, vuol dire che il meccanismo è in

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disordine.Un paziente che aveva acquistato una visione telescopica e microscopica coi metodi esposti in questo libro disse,

rispondendo alle domande di qualcuno che s'interessava alla cura dei difetti di rifrazione senza occhiali, che egli non solonon aveva fatto niente per evitare una ricaduta ma aveva perfino dimenticato come era stato guarito. La risposta fu pocosoddisfacente per l'interrogante, ma viene citata per illustrare il fatto che quando la vista di una persona viene corretta nonoccorre che essa faccia nulla consciamente per conservarla in queste condizioni, benché il trattamento possa sempre esserecontinuato con vantaggio, poiché anche una vista supernormale è passibile ancora di miglioramento.

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CAPITOLO XIV

L'IMMAGINAZIONE COME AIUTO PER LA VISTA

Vediamo molto con la mente e solo una piccola parte con gli occhi. Il fenomeno della vista dipende dall'interpretazioneche la mente dà all'impressione che si produce sulla retina. Ciò che noi vediamo non è quell'impressione bensìl'interpretazione che noi le diamo. La nostra impressione di grandezza, colore, forma, e posizione dipende dall'impressioneprodotta sulla mente dal quadro retinico. La luna sembra più piccola quando è allo zenit che quando è all'orizzonte, sebbenel'angolo ottico sia lo stesso e l'impressione sulla retina possa essere la stessa; la ragione è che quando la luna è all'orizzontela mente inconsciamente la paragona con gli oggetti circostanti, mentre allo zenit non vi è nulla con cui possa paragonarla.La sagoma di un uomo su un edificio elevato, o sull'albero di una nave, sembra piccola a chi sta sulla terra ferma, ma almarinaio sembra di grandezza ordinaria perché è abituato a vedere la figura umana in simili posizioni.

Persone dotate di vista normale si servono della loro memoria, o immaginazione, per aiutare la vista; quando la vista èimperfetta può essere dimostrato non solo che l'occhio è in errore, ma anche l'immaginazione e la memoria sono in stato diinferiorità e perciò la mente aggiunge imperfezioni all'immagine retinica imperfetta. Due persone dotate entrambe di vistanormale non avranno mai le identiche impressioni dagli stessi oggetti, perché le loro interpretazioni della visione retinicadifferiscono tanto quanto differiscono le loro individualità, e quando la vista è imperfetta l'interpretazione è ancor piùvariabile. Essa riflette, infatti, la perdita del controllo mentale che è responsabile del vizio di rifrazione. Insomma, quandol'occhio è fuori fuoco, anche la mente è fuori fuoco.

Secondo le idee generalmente accettate, la maggior parte delle anormalità della visione, che si manifestano quando c’è unerrore di rifrazione nell'occhio, è attribuita all'esistenza di tale errore. Per alcune si suppone una malattia del cervello o dellaretina. Le immagini multiple sono attribuite all’astigmatismo, sebbene solo due possano essergli attribuite legittimamente,mentre alcuni individui dichiarano di vedere mezza dozzina e più di immagini, mentre altre persone affette da astigmatismonon ne vedono alcuna. Si può facilmente dimostrare, però, che l'inesattezza del fuoco conta solo per minima parte in questirisultati, e poiché essi possono tutti essere corretti in pochi secondi correggendo, mediante il rilassamento, il difetto dirifrazione, è evidente che non possono essere dovuti a malattia organica.

Se paragoniamo l'immagine ottenuta da una macchina fotografica quando essa è fuori fuoco con l'impressione visiva dellamente quando l'occhio è fuori fuoco, troveremo fra esse una grande differenza.

Quando la macchina fotografica è fuori fuoco trasforma il nero in grigio e i contorni della fotografia sono confusi; maquesti risultati sono prodotti uniformemente e costantemente. Sullo schermo di una macchina fotografica, l'immagineimperfetta di una lettera nera sarà ugualmente imperfetta in tutte le sue parti, e la stessa messa a fuoco riprodurrà sempre lastessa immagine.

Ma quando l'occhio è fuori fuoco, l'immagine imperfetta che la persona immagina di vedere è sempre mutevole, sia che ilfuoco cambi o no. Vi sarà più grigio in una parte che in un'altra, e tanto l'ombra quanto la posizione del grigio potrannovariare in breve tempo entro limiti abbastanza vasti. Una parte della lettera può apparire grigia e il resto nero. Certi contornipossono essere visti meglio di altri, le linee verticali possono magari apparire nere e le diagonali grigie, e viceversa. Inoltre,il nero può mutarsi in bruno, giallo, verde e perfino rosso, mutamenti che sono impossibili nella macchina fotografica.Possono esserci macchie di colore o macchie nere sul grigio o sul bianco. Possono anche esserci macchie di bianco, o dicolore, sul nero.

Quando la macchina fotografica è fuori fuoco l'immagine che si produce di un oggetto è sempre leggermente più grandedi quella prodotta quando il fuoco è giusto; ma quando l'occhio è fuori fuoco, l'immagine vista dalla mente può essere piùgrande o più piccola di come lo sarebbe normalmente. Ad una persona la C a tre metri sembrava più piccola che a sei metrio a dieci centimetri. Ad alcuni sembra più grande di quello che è realmente, vista a sei metri; ad altri sembra più piccola.

Quando l'occhio umano è fuori fuoco la forma degli oggetti guardati dal paziente sembra spesso contorta, mentre anche laloro posizione sembra diversa. L'immagine può essere raddoppiata, triplicata e anche moltiplicata più volte, e mentre oggettio parte di essi possono essere moltiplicati, altri oggetti o parti di oggetti nello stesso campo visivo possono rimanere singoli.La posizione di queste immagini multiple è a volte costante e altre volte è soggetta a continuo mutamento. Nulla di ciòaccade quando la macchina fotografica è fuori fuoco.

Se due macchine fotografiche sono fuori fuoco allo stesso grado, le immagini saranno identicamente imperfette. Se dueocchi sono fuori fuoco allo stesso grado, impressioni similari verranno prodotte sulla retina di ciascuno, ma l'impressionesulla mente potrà essere completamente diversa, sia che gli occhi appartengano alla stessa persona, sia che appartengano adue persone diverse. Se l'occhio normale guarda un oggetto attraverso gli occhiali, questi cambiano la sua rifrazione,l'annebbiamento e il grigio prodotti sono uniformi e costanti; ma quando l'occhio ha un vizio di rifrazione equivalente aquello prodotto dagli occhiali, questi fenomeni non sono uniformi e sono variabili.

È fondamentale che una persona comprenda che queste aberrazioni della vista - che sono trattate più minutamente in unaltro capitolo - sono illusioni, e non sono dovute a difetto degli occhi. Quando uno sa che una cosa è dovuta a una illusioneottica, è poco probabile che la veda nuovamente. Quando si convince che quello che vede è immaginario, ciò contribuisce a

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controllare l'immaginazione e poiché una perfetta immaginazione è impossibile senza perfetto rilassamento, non solol'immaginazione perfetta corregge la falsa interpretazione dell'immagine retinica ma corregge anche il vizio di rifrazione.L'immaginazione è strettamente congiunta alla memoria, sebbene ne sia distinta. L'immaginazione dipende dalla memoriaperché una cosa può essere immaginata fin tanto che viene ricordata. Non si può immaginare un tramonto se non lo si è maivisto. Se si tenta di immaginare un sole azzurro, che non si è mai visto, si diventa immediatamente miopi, come vienerilevato dalla retinoscopia simultanea. Né l'immaginazione né la memoria possono essere perfette se la mente non ècompletamente rilassata. Quindi, quando immaginazione e memoria sono perfette, anche la vista è perfetta. Immaginazione,memoria e vista sono, infatti, coincidenti. Quando una è perfetta, tutte sono perfette e viceversa. Se immaginateperfettamente una lettera, vedrete quella e le altre lettere vicine risaltare più distintamente perché e impossibile per voirilassarvi e immaginare di vedere una lettera perfetta e nello stesso tempo sforzarvi a vederne una imperfetta. Se immaginateun punto perfetto sul fondo di una lettera, vedrete la lettera perfetta, perché non potete prendere il quadro mentale di unpunto perfetto e applicarlo a una lettera imperfetta. Può darsi, però, come accennato nel capitolo precedente, che la vista siainconscia. In alcuni casi la persona immagina il punto perfettamente, com'è dimostrato dal retinoscopio, senza esserecosciente di vedere la lettera, e spesso occorre un certo tempo prima di riuscire a esserne consci senza perdere il punto.

Quando una persona desidera credere che può immaginare le lettere, e si accontenta di immaginarle senza cercare divedere, o di confrontare meglio che con quello che immagina, la qual cosa si risolve sempre in uno sforzo, si possonoottenere a volte risultati notevoli con l'aiuto dell'immaginazione. Alcuni possono ad un tratto leggere tutte le letteredell'ultima riga della tabella di prova non appena sono riusciti a immaginare di vederne una perfettamente nera e distinta. Lamaggioranza delle persone è però talmente distratta da ciò che vede quando la sua visione viene miglioratadall’immaginazione, che perde quest'ultima. Una cosa è riuscire a immaginare la perfetta visione di una lettera, e una cosa èriuscire a vedere quella e altre lettere senza perdere il controllo dell'immaginazione.

Nella miopia il metodo seguente ha spesso successo. Prima si guarda una lettera dal punto da cui si vede meglio. Poi sichiudono gli occhi e la si ricorda. Si ripete finché il ricordo è quasi tanto buono quanto la visione dal punto più vicino. Conla tabella di prova a distanza di 6 metri, si guardi una superficie bianca di fianco alla tabella, alla distanza di 30 centimetri opiù e si cerchi di ricordare la lettera. Si rifaccia lo stesso a distanza di quindici centimetri e di sette centimetri. Alla fine sinota la comparsa delle lettere sulla tabella - cioè sul campo eccentrico. Se la memoria è ancora perfetta, esse appariranno diun nero sbiadito, non grigiastro, e quelle più vicine al punto fissato saranno più nere di quelle più lontane. Riducendogradatamente la distanza tra il punto fissato e la lettera finché si guarderà direttamente questa, si penserà di vederla cosìdistintamente come viene ricordata. Saltuariamente sarà bene durante questo esercizio chiudere gli occhi, coprirli e ricordarela lettera o un punto perfettamente neri. Il riposo e il controllo mentale acquisiti in questo modo sono di aiuto per acquisire ilcontrollo anche mentre si guarda la tabella di prova.

Coloro che hanno successo con questo metodo non sono coscienti, nell'immaginare una lettera perfetta, nello stessomomento di vederne una imperfetta e non sono distratti quando la loro acutezza visiva è migliorata dalla loroimmaginazione. Molti ricordano perfettamente quando chiudono gli occhi, o quando guardano in un posto dove nonpossono vedere la lettera, ma appena la guardano cominciano a sforzarsi e perdono il controllo della loro memoria. Quindi,siccome l'immaginazione dipende dalla memoria, non possono immaginare di vedere la lettera. In questi casi, ho usato ilprocedimento descritto nel capitolo precedente. Ho cominciato col chiedere:

“ Potete immaginare un punto nero alla base di questa lettera e contemporaneamente, mentre immaginate perfettamente ilpunto, potete immaginare di vedere la lettera?”

A volte i pazienti possono farlo, ma, molto più frequentemente, no. In tal caso chiedo loro di immaginare parte dellalettera, generalmente la base. Quando essi immaginano questa parte dritta, curva o aperta (secondo il caso) possonoimmaginare anche i lati e la parte alta, mantenendo sempre il punto in basso. Ma anche dopo di questo può darsi che ancoranon riescano a vedere tutta la lettera senza perdere il punto. Devo allora lusingarli portando la tabella un po' più vicino, poiriallontanandola; perché guardando una superficie sulla quale vi è qualche cosa da vedere, l'immaginazione migliora inproporzione dell'avvicinamento al punto dove la vista è migliore, perché in quel punto gli occhi sono più rilassati. Quandonon vi è nulla di speciale da vedere, la distanza non ha importanza, poiché non vi è da fare alcuno sforzo per distinguerequalche cosa.

Per incoraggiare i pazienti ad immaginare di vedere la lettera, aiuta dir loro ogni tanto: “ Naturalmente non vedete la lettera. Non vi chiedo di vederla. Vi chiedo soltanto di immaginare che la vedete

perfettamente nera e perfettamente distinta.” Quando con l'aiuto dell'immaginazione i pazienti riescono a vedere una lettera conosciuta, possono applicare lo stesso

metodo a una lettera sconosciuta; perché non appena una qualsiasi parte della lettera, come una zona uguale a un punto, puòessere immaginata perfettamente nera, si vedrà nera tutta la lettera, benché all'inizio la percezione visiva di questo fattopossa non durare abbastanza perché il paziente ne sia cosciente.

Cercando di distinguere lettere sconosciute, una persona scopre che è impossibile immaginarle perfettamente a meno cheuno non le immagini come sono in realtà; perché se una lettera, o parte di essa, è immaginata diversa da quella che è, ilquadro mentale è nebuloso e incostante, come quando si vede una lettera in modo imperfetto.

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Molti sono i modi in cui l'immaginazione può interferire. C'è un modo di immaginare perfettamente, e moltissimi altri diimmaginare imperfettamente. Il modo giusto è facile. Il quadro mentale della cosa immaginata si presenta rapido come ilpensiero, e può essere trattenuto più o meno a lungo. Il modo errato è difficile. Il quadro si presenta lentamente ed èvariabile e discontinuo. Questo può essere dimostrato immaginando dapprima o ricordando con gli occhi chiusi una letteranera quanto più perfettamente è possibile, poi immaginando la stessa lettera imperfettamente. Di solito è facile compiere laprima fase, ma si troverà difficoltà ad immaginare che una lettera nera con contorni netti sia grigia con orli incerti e apertureopache, ed è impossibile formarne un quadro mentale che resti costante per una misura di tempo apprezzabile. La letteravarierà di colore, di forma e di posizione nel campo visivo, precisamente come accade quando una lettera è vistaimperfettamente, e come la tensione di una visione imperfetta produce fastidio e dolore, così la tensione di immaginareimperfettamente produce a volte dolore. Al contrario, più la raffigurazione mentale della lettera si avvicina alla perfezione,più presto e facilmente essa risalta e più è costante.

Alcuni miglioramenti veramente drammatici sono stati ottenuti con l'aiuto dell'immaginazione. Un medico che portava gliocchiali da quarant'anni e senza di essi non vedeva la grande C a 6 metri, fu curato in quindici minuti semplicementeimmaginando di vedere la lettera nera. Quando gli fu chiesto di descrivere la grande C senza l'ausilio della vista, disse chegli sembrava grigia e che il fondo era annebbiato da una specie di nuvola grigia così estesa che era costretto ad indovinare icontorni della C. Gli fu detto che la lettera era nera, perfettamente nera, e lo sfondo perfettamente bianco, senza nube grigia,e la tabella gli fu avvicinata in modo che potesse vedere che era proprio così. Quando guardò nuovamente la lettera dalontano, ne ricordò il nero così vividamente che riuscì a immaginare che la vedeva come l'aveva vista da vicino, con losfondo perfettamente bianco, perciò la vedeva ora sulla tabella di prova perfettamente nera e distinta. Nello stesso modoriuscì a leggere la settima linea, e così giù alla base della tabella finché dopo cinque minuti fu in grado di leggere a sei metrila riga che la vista normale legge a 3 metri. Dopo di questo, gli furono dati da leggere i caratteri piccolissimi. Le lettere glisembrarono grigie e non gli fu possibile decifrarle. La sua attenzione fu richiamata sul fatto che esse erano proprio nere, eimmediatamente immaginò di vederle nere e riuscì a leggerle a venticinque centimetri.

La spiegazione di questo caso notevole si trova nel semplice rilassamento. Tutti i nervi del corpo del dottore eranorilassati quando immaginava di vedere le lettere nere, e quando divenne conscio di vedere le lettere sulla tabella di provaaveva ancora il controllo della sua immaginazione. Così non ricominciò a sforzarsi e vide le lettere cosi nere come leimmaginava.

Questo paziente non ebbe ricadute, e continuò a migliorare. Circa un anno dopo mi recai a trovarlo nel suo ufficio e glichiesi come andava. Mi rispose che ci vedeva perfettamente tanto da lontano che da vicino. Vedeva le automobili sull'altrariva dell'Hudson e la gente che c'era dentro, e leggeva i nomi dei battelli sul fiume, cosa che altri riuscivano a fare soltantocol cannocchiale. In pari tempo non provava alcuna difficoltà a leggere i giornali, e per dimostrarmelo prese un giornale eme ne lesse un brano ad alta voce. Ne fui stupito e gli chiesi come ci fosse riuscito.

“Ho fatto quello che mi aveva detto di fare.” fu la risposta.“Che cosa le avevo detto di fare?” domandai. “Mi ha detto di leggere ogni giorno la tabella di Snellen e l'ho fatto, e di leggere quotidianamente caratteri piccolissimi a

luce attenuata, cosa che ho pure fatto.” Un altro che aveva un forte grado di miopia, complicata da atrofia del nervo ottico, e che era stato scoraggiato da molti

oculisti, ebbe con l'aiuto dell'immaginazione un vantaggio così rapido e così grande che un giorno, nel mio studio, persecompletamente il controllo. Sollevando una tabella di prova che aveva fra le mani la gettò attraverso la stanza.

“È troppo bello per essere vero!” esclamò. “ Non posso crederci. La possibilità di esser guarito e la paura della delusionesono troppo per le mie forze!”

Fu calmato con una certa difficoltà e incoraggiato a continuare. Più tardi, riuscì a leggere le lettere piccole della tabella diprova, con visione normale. Allora gli furono dati da leggere i caratteri piccolissimi. Vedendo i caratteri piccolissimi,dichiarò subito che era impossibile per lui anche solo tentarne la lettura. Ma gli fu detto di usare lo stesso procedimento cheaveva usato per la visione lontana. Doveva cioè immaginare un punto in una parte delle lettere piccole tenendone il pezzostampato a 15 centimetri. Dopo aver provato la memoria del punto per parecchie volte, riuscì ad immaginare di vedere ilpunto perfettamente nero su una delle lettere piccole. Ma ridiventò nervoso e quando gli fu chiesto il perché, rispose:

“Comincio a leggere la stampa piccola, e sono così sopraffatto dall'emozione che perdo la testa.”In un altro caso, quello di una donna con forte miopia complicata da cataratta incipiente, la visione migliorò in pochi

giorni da 3/200 a 20/50. Invece di scendere gradatamente sulla tabella di prova, ci fu un balzo dalla quinta alla decima riga.Le fu portata la tabella vicino dicendole di guardare la lettera O a otto centimetri, la distanza a cui vedeva meglio, e diimmaginare di vedere un punto alla base della lettera e che la base della lettera fosse la parte più nera di essa. Quando ladonna riuscì a farlo da vicino, la distanza fu gradatamente aumentata finché riuscì a vedere la O a un metro. Allora misi latabella a poco più di un metro e la donna esclamò:

“Oh, dottore, è impossibile! La lettera è troppo piccola. Mi faccia provare prima con una più grande.” Eppure, dopo unquarto d'ora riusciva a leggere la piccola O della decima riga a distanza di 6 metri.

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CAPITOLO XV

SPOSTAMENTO E OSCILLAZIONE (SHIFTING E SWINGING)

Quando un occhio con vista normale guarda una lettera da vicino o da lontano, può sembrare che la lettera pulsi, o simuova in varie direzioni da una parte all'altra, dall'alto in basso od obliquamente. Guardando da una lettera a un'altra dellatabella, o da una parte della lettera a un'altra, può sembrare che non solo la lettera ma tutta la riga e anche tutta la tabellaoscilli da una parte all'altra. Questo movimento apparente è dovuto all'oscillazione dell'occhio ed è sempre in direzionecontraria al suo movimento. Se uno guarda la sommità di una lettera, la lettera viene a trovarsi sotto la linea di visione esembra che si muova verso il basso. Se invece si guarda la base della lettera, questa si trova al di sopra della linea di visionee sembra muoversi verso l'alto. Lo stesso accade se si guarda il lato sinistro o il lato destro: sembrerà che la lettera si muovanella direzione opposta.

Coloro che hanno vista normale raramente sono consapevoli di questa illusione e possono trovare difficoltà neldimostrarlo, ma tutti i casi capitati sotto la mia osservazione sono riusciti a farlo, dopo un periodo di tempo più o menobreve o più o meno lungo. Quando la vista è imperfetta, le lettere possono rimanere immobili o muoversi nella stessadirezione dell'occhio.

È impossibile per l'occhio fissare un punto più di una frazione di un secondo. Se cerca di farlo, si sforza e la visione èdiminuita. Questo si può facilmente dimostrare cercando di trattenere per un certo tempo una parte di una lettera. Per quantola vista sia buona, la lettera fissata comincerà ad annebbiarsi, e perfino a scomparire, e a volte lo sforzo di trattenerla puòprodurre dolore. In poche persone eccezionali, un punto può essere trattenuto per un certo tempo o il soggetto stesso crededi trattenerlo, ma questo avviene soltanto perché l'occhio si sposta inconsciamente, e i movimenti sono talmente rapidi chesi ha l’illusione di vedere simultaneamente tutti gli oggetti.

Lo spostamento dell'occhio che ha una vista normale di solito non è rilevante, ma l'esame diretto con l'oftalmoscopio puòsempre dimostrarlo. Se un occhio è esaminato con questo strumento mentre l'altro guarda verso una piccola zona, si vedemuovere l'occhio che è esaminato - che segue i movimenti dell'altro - in varie direzioni in un'orbita che generalmente èvariabile. Se la vista è normale questi movimenti sono straordinariamente rapidi e non sono accompagnati da alcunaapparenza di sforzo. Lo spostamento dell'occhio con vista imperfetta, al contrario, è più lento, le sue escursioni sono piùampie, e i movimenti sono a scatti e compiuti con sforzo apparente.

Si può anche dimostrare che l'occhio è capace di spostarsi con una rapidità che l'oftalmoscopio non può misurare.L'occhio normale può leggere le undici lettere dell'ultima riga della tabella di prova a distanza di quattro o cinque metri, conluce scarsa, così rapidamente che sembra siano lette tutte in una volta. Eppure si può dimostrare che per potere identificareuna lettera in queste condizioni, sono necessari circa quattro movimenti per ogni lettera. Da vicino, anche se una parte diuna lettera viene vista meglio, il resto può essere visto abbastanza bene da essere riconosciuto; ma a distanza è impossibilericonoscere le lettere a meno che non si sposti lo sguardo dall'alto al basso e da un lato all'altro. Bisogna anche spostarlo dauna lettera all'altra, facendo così circa settanta spostamenti in una frazione di un secondo.

Una riga di lettere piccole della tabella di prova può essere lunga trenta centimetri per un'altezza di mezzo centimetro, ese occorrono settanta spostamenti in una frazione di un secondo per vederle apparentemente tutte in una volta, occorrerannomolte migliaia di spostamenti per vedere una zona della grandezza di uno schermo cinematografico, con tutti i suoiparticolari di persone, alberi, animali, ecc. Per vedere sedici di queste zone in un secondo, come avviene quando si guardaun film, occorre una rapidità di movimento che difficilmente si può concepire.

Non solo l'occhio e la mente umani sono capaci di questa rapidità di azione, e di compierla senza sforzo, ma è soltantoquando l'occhio è capace di muoversi rapidamente che tanto esso quanto la mente sono in riposo, e che l'efficienza dientrambi è al massimo. È vero che ogni movimento dell'occhio produce un vizio di rifrazione, ma quando il movimento èbreve l'errore è lievissimo. Di solito i movimenti sono così rapidi che il vizio non dura abbastanza da poter essere rilevatocol retinoscopio, poiché la sua esistenza si possa dimostrare soltanto riducendo la rapidità dei movimenti a meno di quattroo cinque al secondo. Il periodo durante il quale l'occhio è a riposo è molto più lungo di quello durante il quale si produce ildifetto di rifrazione. Perciò, quando l'occhio si sposta normalmente nessun errore di rifrazione è manifesto. Più è rapidol'incosciente spostamento dell'occhio, migliore è la visione; ma se si cerca di essere cosciente di uno spostamento tropporapido, si produce una tensione.

Una vista normale è impossibile senza un continuo spostamento; e tale spostamento è l'illustrazione del controllo mentalenecessario per la visione normale. Occorre un controllo mentale perfetto per pensare migliaia di cose in una frazione disecondo, e ogni punto di fissazione dev'essere pensato separatamente, perché è impossibile pensare perfettamente due coseo due parti di una cosa contemporaneamente. L'occhio che vede imperfettamente e cerca di compiere l'impossibileguardando fissamente un punto per un certo tempo - cioè fissandolo. - quando guarda una lettera insolita e non la vede,continua a fissarla sforzandosi di vederla. Questi sforzi non hanno mai successo, e sono un fattore importante nellaproduzione della vista imperfetta.

Uno dei metodi migliori per correggere la vista consiste nell'imitare consciamente l'inconscio spostarsi della visione

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normale e nel realizzare l'apparente movimento prodotto da questo spostamento. Se si ha vista imperfetta o normale, lospostamento e l'oscillazione coscienti sono di grande aiuto e vantaggio per l'occhio; non solo la vista imperfetta ma anchequella normale possono, con tale mezzo, migliorare. Quando la vista è imperfetta, lo spostamento, se è fatto bene, riposal’occhio non meno del palming, e diminuisce sempre o corregge i difetti di rifrazione.

L'occhio con vista normale non cerca mai di trattenere un punto per più di una frazione di un secondo, e quando si sposta,come è detto nel capitolo sulla fissazione centrale, vede il punto di fissazione precedente peggio di come lo vedeva prima.Quando cessa di spostarsi rapidamente e di vedere peggio il punto da cui si è distolto, la vista cessa di essere normale,poiché l'oscillazione è abbreviata o allungata o a volte invertita. Questi fatti sono la chiave del trattamento per mezzo dellospostamento. Per peggiorare la visione del punto di fissazione precedente, l'occhio con vista imperfetta deve guardare piùlontano di quanto fa l'occhio con vista normale. Se lo sguardo si sposta solo di mezzo centimetro, per esempio, può vedere ilpunto che stava fissando come lo vedeva prima o anche meglio, e invece di provare riposo per questo spostamento, la suatensione sarà aumentata, non vi sarà oscillazione e la visione sarà diminuita. A cinque centimetri riuscirà ad abbandonare ilprimo punto, e se un punto può essere trattenuto più di una frazione di un secondo, l'occhio verrà riposato da questospostamento e l'illusione dell'oscillazione potrà esser prodotta. Più breve è lo spostamento, più grande è il beneficio, maanche uno spostamento minimo- come un metro o più - può giovare a chi non è capace di compierne uno più corto. D'altraparte, quando un individuo è capace di uno spostamento breve, lo spostamento lungo diminuisce la visione.

L’oscillazione è la prova che lo spostamento è stato compiuto a dovere, e quando ciò avviene la visione è sempremigliorata. È possibile spostamento senza miglioramento, ma è impossibile senza miglioramento produrre l'illusionedell'oscillazione; quando questo può farsi con uno spostamento lungo, il movimento può venire gradatamente abbreviatofinché la persona può spostare lo sguardo dall'alto al basso delle più piccole lettere, sulla tabella di prova o altrove, emantenere l'oscillazione. Più tardi, può riuscire a diventare conscia dell'oscillazione delle lettere senza essere conscia dellospostamento dello sguardo.

Per quanto la vista sia imperfetta, è sempre possibile compiere lo spostamento e produrre l'oscillazione, finché il puntoprimitivo di fissazione viene visto imperfettamente. Perfino la diplopia e la poliopia (1) non impediscono l'oscillazione conun certo miglioramento di visione. Di solito l'occhio imperfetto può spostare lo sguardo da un lato all'altro della tabella diprova o dall'alto al basso, e osserverà così che nel primo caso la tabella si muove lateralmente mentre nel secondo andrà su egiù.

Per coloro che soffrono di un grado elevato di fissazione eccentrica può essere necessario usare qualcuno dei metodidescritti nel capitolo sulla fissazione centrale. Di solito, però, coloro che non riescono a peggiorare la loro visionedistogliendo lo sguardo, ci riescono guardando da vicino, poiché la vista è migliore da vicino non solo nella miopia maanche nell'ipermetropia. Quando si può produrre l'oscillazione da vicino, la distanza può venire gradatamente aumentata,benché la stessa oscillazione si possa ottenere a sei metri.

Dopo aver riposato l'occhio chiudendolo e praticando il palming, lo spostamento e l'oscillazione riescono meglio. Conquesto metodo di alternare il riposo dell'occhio con il movimento, individui che avevano una vista molto imperfetta hannospesso ottenuto in poche settimane un sollievo temporaneo o permanente.

Il movimento può essere compiuto lentamente o rapidamente, secondo lo stato della vista. All’inizio una persona siaffaticherà se sposterà lo sguardo troppo rapidamente, il punto prefissato non sarà visto peggio e l'oscillazione non avràluogo. Quando comincerà il miglioramento, si potrà aumentare la rapidità. Ma di solito è impossibile realizzarel'oscillazione se lo spostamento è più veloce di due o tre movimenti al secondo.

Di regola, si può fare oscillare l'immagine mentale di una lettera, come si può fare oscillare quella della tabella di prova.C'è casualmente qualche persona a cui si verifica l'opposto, ma per quasi tutti l'oscillazione mentale è all'inizio più facile diquella visiva. Chi riesce nell’oscillazione in questo modo, trova poi più facile fare oscillare le lettere della tabella di prova.Alternando l'oscillazione mentale con quella visiva e con lo spostamento, si ottengono a volte progressi molto rapidi. Colperfezionarsi del rilassamento si può abbreviare l'oscillazione mentale finché diventerà possibile concepire e fare oscillare lalettera della grandezza di un punto fermo di un giornale. Questo, quando si può farlo, è più facile che fare oscillare unalettera più grande, e molte persone ne hanno tratto un vero vantaggio.

Tutti quanti, per quanto grande sia il loro vizio di rifrazione, lo correggono parzialmente o completamente (come èdimostrato dal retinoscopio) almeno per una frazione di secondo, quando spostano e oscillano con successo. Il tempo puòessere così breve che la persona non è conscia della vista migliorata, ma le è possibile immaginarlo e allora diventa piùfacile mantenere il rilassamento abbastanza a lungo da rendersi conto del miglioramento visivo. Per esempio, dopo averedistolto lo sguardo dalla tabella di prova, un individuo può guardare nuovamente la grande C, e per la frazione di unsecondo il suo vizio di rifrazione può essere diminuito o corretto, come viene dimostrato dal retinoscopio. Eppure può nonavere coscienza di alcun miglioramento nella sua vista. Però immaginando di vedere meglio la C, il rilassamento potràessere prolungato tanto da essere realizzato.

Quando l'oscillazione, mentale o visiva, riesce, un individuo può diventare cosciente del senso di rilassamento che simanifesta con una sensazione di dondolio generale. Questa sensazione si comunica a qualsiasi oggetto di cui l'individuo siacosciente. Il movimento può essere immaginato in qualunque parte del corpo sulla quale si rivolga l'attenzione. Può essere

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comunicato alla sedia su cui siede l'individuo, o a qualunque altro oggetto che egli ricordi. Così la stanza, la casa, la città, ilmondo intero può apparire dondolante. Quando una persona diventa conscia di questo dondolio generale perde il ricordodell'oggetto col quale ha cominciato, ma, finché riesce a mantenere il movimento in direzione contraria al movimentooriginale degli occhi, o il movimento immaginario della mente, il rilassamento continua. Se la direzione muta, ne risulta unatensione. È facile immaginare un dondolio generale con gli occhi chiusi, e ci sono alcuni che riescono in breve tempo a farlocon gli occhi aperti. Più tardi il senso di rilassamento che accompagna il dondolio può essere realizzato senza che si abbiacoscienza di questo; ma il dondolio può sempre essere prodotto quando una persona ci pensa.

C'è una sola causa che impedisce di produrre l'oscillazione, ed è la tensione. Alcuni cercano di fare oscillare le letterefacendo uno sforzo. Questi sforzi non hanno mai successo. Gli occhi e la mente non fanno oscillare le lettere, ma oscillanoessi stessi. L’occhio può muoversi volontariamente. È un atto muscolare che risulta da un impulso motore. Ma l’oscillazioneviene spontanea quando lo spostamento normale. Non produce il rilassamento ma ne è la prova; mentre non ha alcun valorein sé stessa ha, come il punto, valore indicativo, cioè indica che il rilassamento c'è.

I seguenti metodi di spostamento sono stati trovati utili in parecchi casi:

No.1a) Guardare una lettera sulla tabella di prova. b) Portare lo sguardo ad altra lettera sulla stessa riga abbastanza lontano

perché la prima sia vista peggio. c) Guardare nuovamente la prima in modo da vedere peggio la seconda. d) Guardare lelettere alternativamente per alcuni secondi, vedendo peggio quella che non viene guardata. Se l'esercizio riesce, entrambe lelettere migliorano e sembrano muoversi da una parte all'altra in direzione opposta al movimento dell'occhio.

No.2a) Guardare una lettera grande. b) Guardarne una più piccola a molta distanza. La grande allora si vede peggio. c) Tornare

alla prima e vedetela meglio. d) Ripetere mezza dozzina di volte. Se l'esercizio riesce, entrambe le lettere si vedono piùdistinte e la tabella si muove su e giù.

No.3Trasferire lo sguardo coi metodi suddetti dà la possibilità alla persona di vedere una lettera su una riga meglio delle altre

lettere e, generalmente, di distinguerla a tratti. Per vederla continuamente occorre riuscire a spostare lo sguardo dall'alto inbasso o dal basso in alto, vedendo peggio la parte che non viene guardata direttamente e producendo l'illusione diun'oscillazione verticale. a) Guardare un punto che sia abbastanza lontano sull'estremità superiore della lettera da poternevedere peggio la base o anche tutta la lettera. b) Guardare un punto abbastanza lontano dalla base in modo da vedere peggiola sommità o tutta la lettera. c) Ripetere una mezza dozzina di volte.

Se l'esercizio riesce, si avrà l'impressione che la lettera vada su e giù e la visione migliorerà. Il movimento può essere resopiù frequente finché sia possibile passare dall'alto al basso della lettera conservando l'oscillazione. Ora la lettera si vedecontinuamente. Se il metodo non riesce, occorre riposare gli occhi, fare il palming, e provare di nuovo. Si può ancheesercitarsi passando lo sguardo da un lato della lettera a un punto al di la dell'altro lato o da un angolo a un punto al di làdell'altro angolo.

No.4a) Guardare una lettera alla distanza dalla quale essa è vista meglio. Nella miopia sarà una visione da vicino, trenta

centimetri dal viso o anche meno. Passare lo sguardo dall'alto al basso finché le due parti si vedono peggio alternativamente,allora la lettera apparirà più nera di prima e si produrrà un'illusione di oscillazione. b) Ora chiudere gli occhi e passarementalmente dall'alto al basso della lettera. c) Guardare una parete bianca con gli occhi aperti e ripetere quanto dice ilparagrafo precedente. Paragonare l'abilità di muovere e di oscillare mentalmente con l'abilità di fare altrettanto visualmente.d) Guardare la lettera a distanza e trasferire lo sguardo dall'alto al basso.

Se l'esercizio riesce, la lettera sarà più distinta e si produrrà un'illusione di oscillazione.

No.5Alcune persone, specialmente i bambini, vedono meglio quando qualcuno indica loro le lettere. In altri casi questa è una

distrazione. Quando si trova che il metodo di indicare la lettera è utile, occorre procedere come segue a) Un'altra personadovrà posare la punta di un dito a otto o dieci centimetri al di sotto della lettera. L'individuo che è in cura guarderà la letterae poi passerà lo sguardo alla punta del dito in modo da vedere peggio la lettera. b) La persona che indica la lettera ridurrà ladistanza fra questa e la punta del proprio dito, prima a cinque o sei centimetri, poi a due o tre e infine ad un centimetro,procedendo ogni volta come indicato nel paragrafo precedente. Se l'esercizio riesce, il paziente dovrà riuscire a guardaredall'alto al basso della lettera vedendo alternativamente una delle parti peggio dell'altra e producendo l'illusionedell'oscillazione. Sarà allora possibile vedere la lettera continuamente.

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15 - SPOSTAMENTO E OSCILLAZIONE (SHIFTING E SWINGING) - W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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No.6Quando la visione è imperfetta avviene spesso che guardando una lettera piccola, alcune delle più grandi che sono nelle

righe superiori, o la grande C che è in cima, sembrino più nere della lettera che si sta guardando. Questo rende impossibilevedere perfettamente le lettere più piccole. Per correggere la fissazione eccentrica, bisogna guardare la lettera che si vedemeglio e passare lo sguardo alla più piccola. Riuscendo, dopo poco la lettera piccola sembrerà più nera della grande. Se nonsi riesce dopo qualche tentativo, bisogna riposare gli occhi chiudendoli e facendo il palming, e poi tentare nuovamente. Sipuò anche passare dalla lettera grande a un punto a una certa distanza sotto la lettera piccola, avvicinando gradatamentequest'ultima man mano che la visione migliora.

No.7Passando da una tabella di prova che si trova a un metro o un metro e mezzo da una che si trova a tre o sei metri, spesso si

ha un vantaggio, perché il ricordo inconscio della lettera vista da vicino aiuta a far risaltare quella che è lontana.

Diverse persone troveranno questi vari metodi di spostamento dello sguardo poco soddisfacenti. Se dopo un paio ditentativi un metodo non riesce, bisogna abbandonarlo e provarne un altro. Continuare ad esercitarsi in un metodo che non dàrapidi risultati è un errore. La causa dell'insuccesso è lo sforzo, e perseverare nello sforzo è nocivo.

Quando non è possibile esercitarsi con una tabella di prova, si possono utilizzare altri oggetti. Per esempio si può, standoalla finestra, volgere lo sguardo da un edificio a un altro, da una parte di una finestra a un'altra della stessa finestra, daun'automobile a un'altra, producendo, in ogni caso, l'illusione che gli oggetti si muovano in senso contrario al movimentodell'occhio. Parlando con persone, si può volgere lo sguardo dall'una all'altra, da una parte di un volto a un'altra. Leggendoun libro o un giornale si può passare consciamente da una parola o da una lettera a un'altra, o da una parte di una lettera aun'altra.

Questi esercizi, dando ad una persona un compito definito, sono spesso più efficaci di altri metodi per ottenere ilrilassamento, e in certi casi si hanno notevoli risultati semplicemente facendo osservare al paziente che fissare lo sguardodiminuisce la visione mentre distoglierlo la migliora. Una mia paziente, una ragazza di sedici anni con miopia progressiva,ottenne col movimento dello sguardo un rapido sollievo. Venne nel mio studio con un paio di occhiali gialli con paraocchilaterali; malgrado questa protezione, la luce le dava un tale fastidio che camminava con gli occhi quasi chiusi e si muovevacon difficoltà nella stanza. Senza occhiali, la sua vista era 3/200. Le era stato proibito di leggere, di suonare il piano con lospartito, e aveva dovuto rinunciare ad andare a scuola. La sua eccessiva sensibilità alla luce fu alleviata in pochi minuti conla lente d’ingrandimento (vedere capitolo XVII). Allora fu posta a sedere davanti alla tabella di prova e le fu detto diguardare altrove, di riposare gli occhi e poi guardare la grande C. Per una frazione di secondo la sua vista ebbe unmiglioramento, e con frequenti dimostrazioni le fu fatto rilevare che qualsiasi sforzo per vedere le lettere provocava sempreuna diminuzione della vista. Sviando alternativamente lo sguardo e poi guardando nuovamente le lettere per una frazione diun secondo, la sua vista migliorò così rapidamente che dopo mezz'ora era quasi normale per la visione da lontano. Poi lefurono dati da leggere i caratteri piccolissimi. Il tentativo di leggerli le provocò subito un forte dolore. Le fu detto allora diprocedere come aveva fatto con la tabella di prova e in pochi minuti, guardando alternativamente altrove e di volta in voltala prima lettera di ogni parola, riuscì a leggere senza fatica, spasmo o dolore. Lasciò il mio studio senza occhiali e in gradodi vedere la strada senza difficoltà. Altri pazienti hanno avuto altrettanto beneficio con questo metodo semplicissimo.

Note1 Visione doppia o multipla

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CAPITOLO XVI

LE ILLUSIONI DELLA VISTA IMPERFETTA E NORMALE

Coloro che hanno una vista imperfetta hanno sempre delle illusioni visive; così pure le persone che hanno vista normale.Ma mentre le illusioni della vista normale sono una prova di rilassamento, quelle della vista imperfetta sono una prova ditensione. Alcune persone che hanno vizi di rifrazione hanno poche illusioni; altre ne hanno molte, perché la tensione che ècausa del vizio di rifrazione non è la stessa tensione che è causa delle illusioni.

Le illusioni della vista imperfetta possono essere relative al colore, alla forma, alla grandezza, alla posizione dell'oggettoguardato. Possono includere apparenze di cose inesistenti, e altre strane e curiose manifestazioni.

ILLUSIONI DI COLOREQuando una persona vede una lettera nera e crede che sia grigia, gialla, bruna, azzurra o verde, soffre di un'illusione di

colore. Questo fenomeno differisce dal daltonismo. La persona daltonica è incapace di distinguere fra diversi colori, disolito azzurro e verde, e questa sua incapacità è costante. Invece chi soffre di illusioni di colori, non vede i colori sbagliaticostantemente e uniformemente. Guardando la tabella di prova le lettere nere possono apparirgli a volte grigie, ma in unaltro momento gli appariranno di una sfumatura di giallo o di azzurro o di bruno. Alcuni vedono le lettere nere semprerosse; ad altri appaiono rosse solo occasionalmente. Sebbene le lettere siano tutte dello stesso colore, alcuni possono vederequelle grandi del loro vero colore nero, le piccole gialle o azzurre. Di solito le grandi, di qualunque colore sembrino,appaiono più scure delle piccole. Spesso diversi colori appaiono nella stessa lettera, una parte di questa sembra nera, l'altragrigia, o di altro colore. Macchie di nero, o di colore, possono apparire sul bianco e macchie di bianco, o di colore, sul nero.

ILLUSIONI DI GRANDEZZALe lettere grandi sembrano piccole e le piccole sembrano grandi. Una può sembrare di grandezza normale mentre un'altra,

della stessa misura e alla stessa distanza, può sembrare più grande o più piccola. Una lettera può sembrare normale vista davicino o da lontano, ma ad una distanza media sembrerà soltanto la metà di com'è in realtà. Quando una persona puògiudicare correttamente la misura di una lettera a distanza superiore ai 6 metri, la sua vista è normale. Se la misura gliappare diversa a diverse distanze, vuol dire che soffre di illusione di grandezza. A grandi distanze il parere sulla misura èsempre imperfetto perché a tali distanze ogni vista è imperfetta, anche quella che a distanze normali è perfetta. Le stellesembrano punti perché l'occhio non possiede la perfetta visione per oggetti così enormemente lontani. Una candela vista amezzo chilometro di distanza sembra più piccola che vista da vicino, ma vista attraverso un cannocchiale che dia la visioneperfetta a quella distanza, è identica a come uno la vede da vicino. Migliorando la visione, anche la possibilità di misurare lagrandezza migliora.

La correzione di un vizio di rifrazione mediante gli occhiali raramente consente a una persona di giudicare la grandezza diun oggetto correttamente come può farlo l'occhio normale, e l'abilità nel far questo può differire molto in persone che hannolo stesso vizio di rifrazione. Un individuo con dieci diottrie di miopia corretta da occhiali, può (raramente) saper giudicarecon esattezza la misura di un oggetto. Un altro con lo stesso grado di miopia e gli stessi occhiali può vedere gli oggettisoltanto a metà o a due terzi della loro vera misura. Questo indica che i vizi di rifrazione hanno ben poco a che fare con lapercezione inesatta della misura.

ILLUSIONI DI FORMALettere rotonde possono apparire quadrate o triangolari; lettere diritte possono sembrare curve; lettere di forma regolare

possono apparire irregolarissime; una lettera tonda può sembrare che abbia i bordi quadrettati o una croce nel centro. Luce,distanza, e oggetti circostanti sono tutti fattori di questa forma di imperfezione visiva. Molte persone possono vederecorrettamente la forma di una lettera quando le altre sono coperte, ma non riescono più a vederla quando queste sonovisibili. L'indicazione della posizione di una lettera da parte di un'altra persona può aiutare a vederla. Altri sono invece cosìdisturbate dalla presenza dell'altra persona che stentano a veder bene la lettera.

ILLUSIONI DI NUMEROImmagini multiple sono viste frequentemente da persone che hanno una visione imperfetta, sia dai due occhi insieme, sia

da ciascun occhio separatamente, o da un occhio solo. Il modo in cui queste immagini multiple fanno la loro comparsa è avolte curiosissimo. Per esempio, un paziente con presbiopia leggeva la parola HAS normalmente con tutti e due gli occhi.Leggeva correttamente la parola PHONES con l'occhio sinistro, ma quando la leggeva col destro vedeva la lettera P doppia,quella immaginaria era a breve distanza a sinistra della vera. L'occhio sinistro, quello che vedeva normalmente la parolaPHONES, moltiplicava il gambo di uno spillo quando questo era tenuto verticalmente, benché la testa rimanesse singola, emoltiplicava la testa quando lo spillo veniva posato orizzontalmente, mentre il gambo rimaneva singolo. Quando la puntadello spillo veniva messa sotto a una lettera molto piccola, la punta veniva a volte raddoppiata mentre la lettera rimaneva

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singola. Questi fenomeni non si possono attribuire ad alcun vizio di rifrazione. Sono scherzi che fa soltanto la mente. I modiin cui le immagini multiple si dispongono sono infiniti. A volte sono collocate verticalmente, oppure orizzontalmente oobliquamente, a volte si compongono in circoli, in triangoli e in altre forme geometriche. Anche il loro numero può variareda due a tre, quattro o più. Possono essere stazionarie o mutare la posizione più o meno rapidamente. Hanno ancheun'infinita varietà di colori, fra cui perfino un bianco che è più bianco della parete che fa da sfondo.

ILLUSIONI DI POSIZIONE Un punto che segue una lettera sullo stesso livello orizzontale della base della lettera stessa sembra a volte mutare

posizione in molte maniere strane. La sua distanza dalla lettera può variare. Può perfino sembrare che sia dall'altro lato dellalettera. Oppure sopra o sotto la riga. Alcuni vedono le lettere disposte in modo irregolare. Per esempio, nel caso della parolaAND, la D può occupare il posto della N, o la prima lettera può cambiare posto con l'ultima. Tutte queste sono illusionimentali. A volte le lettere sembrano più lontane di quello che sono in realtà. Quelle piccole, a 6 metri di distanza, sembranolontane un chilometro. Individui che soffrono di questa illusione della distanza chiedono a volte se la posizione della tabelladi prova è stata cambiata.

ILLUSIONI DI OGGETTI INESISTENTI Quando l'occhio vede imperfettamente, la mente non solo distorce le immagini viste dall'occhio, ma vede immagini che

non esistono. Fra le illusioni di questa specie ci sono le macchie fluttuanti che appaiono così di frequente davanti agli occhiquando la vista è imperfetta e perfino quando essa è generalmente buona. Queste macchie vengono definite scientificamentemuscae volitantes (mosche volanti) e sebbene non abbiano grande importanza perché sono soltanto sintomi di tensionementale, attirano l'attenzione e a volte spaventano talmente coloro che le vedono, che ne discuteremo a lungo in un altrocapitolo.

ILLUSIONI DI COLORE COMPLEMENTARIQuando la vista è imperfetta, una persona guardando un oggetto nero o bianco o di un colore vivo e chiudendo gli occhi,

immagina spesso di vedere per qualche secondo l'oggetto in un colore complementare o approssimativamentecomplementare. Se l’oggetto è nero su fondo bianco, si vedrà l'oggetto bianco su fondo nero. Se è rosso si potrà vedere blu eviceversa. Queste illusioni che sono conosciute come “immagini residue” possono anche essere viste, ma menocomunemente, a occhi aperti, su qualsiasi sfondo la persona guardi, e sono a volte cosi vivide da sembrare reali.

ILLUSIONI DEL COLORE DEL SOLEIndividui che hanno vista normale vedono il sole bianco, bianchissimo, ma quando la vista è imperfetta l'astro può

apparire quasi di ogni colore dello spettro solare: rosso, verde, porpora, giallo ecc. È perfino stato descritto comecompletamente nero, da persona con vista imperfetta. Il sole al tramonto appare di solito rosso, a causa delle condizioniatmosferiche, ma in molti casi queste condizioni non sono affatto sufficienti per cambiare il colore, e mentre esso appareancora rosso alle persone che vedono imperfettamente, appare bianco a chi ha vista normale. Quando il rosso del sole èun'illusione e non è dovuto a condizioni atmosferiche, l'immagine del sole sul vetro smerigliato della macchina fotograficasarà bianca, non rossa, e anche i raggi che si faranno convergere con una lente convessa saranno bianchi. Lo stesso accadeper la luna rossa.

MACCHIE NERE DOPO AVER GUARDATO IL SOLEDopo aver guardato il sole, molte persone vedono macchie nere o colorate che possono durare da qualche minuto a un

anno o anche più, ma non sono mai permanenti. Anche queste macchie sono illusioni e non sono dovute comecomunemente si crede a un mutamento organico dell'occhio. Anche la completa cecità che a volte risulta temporaneamentedall'aver guardato il sole è soltanto la falsa impressione che l'occhio riceve da un fenomeno sensorio.

ILLUSIONI DI STELLE TREMULEL'idea che le stelle ammicchino è stata sfruttata nelle canzoni e nei racconti ed è naturalmente accettata come parte

dell'ordine naturale delle cose, ma si può dimostrare che il supposto ammiccamento non è che un'illusione della mente.

LA CAUSA DELLE ILLUSIONI NELLA VISTA IMPERFETTATutte le illusioni della vista imperfetta sono il risultato di una tensione mentale; quando la mente è turbata per qualsiasi

ragione è più probabile che essa vada soggetta a illusioni di ogni specie. Non solo questa tensione è diversa da quellaprodotta dal vizio di rifrazione, ma si può anche dimostrare che per ognuna di queste illusioni esiste una specie diversa ditensione. Alterazioni di colore non interessano necessariamente la grandezza o la forma di un oggetto e non produconoun'altra illusione, ed è possibile vedere perfettamente il colore di una lettera o di una parte di essa senza riconoscere lalettera. Per mutare le lettere nere in blu o gialle o in altro colore occorre uno sforzo subcosciente per ricordare o immaginare

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i detti colori, mentre per alterare la forma occorre uno sforzo subcosciente per vedere la forma in questione. Con un po' diesercizio chiunque riuscirà a produrre illusioni di forma e di colore sforzandosi consciamente nella stessa maniera in cui cisi sforza inconsciamente, e quando le illusioni sono prodotte in questo modo si constaterà che sono stati prodotti anche vizidi rifrazione e fissazione eccentrica.

Lo sforzo che produce la poliopia è ancora diverso da quello che produce illusioni di colore, di forma e di grandezza.Dopo pochi tentativi chiunque riesce facilmente a produrre la poliopia a volontà. Guardando fisso o facendo gli occhistrabici si ottiene generalmente l'effetto, se lo sforzo è abbastanza forte, di vedere doppio. Guardando più in alto di unalampada o di una lettera, cercando di vederle bene come mentre le si guardava direttamente, si può produrre l'illusione diparecchie lampade, o lettere, disposte verticalmente. Se lo sforzo è abbastanza grande se ne possono vedere delle dozzine.Guardando di fianco o obliquamente si può ugualmente ottenere la visione multipla orizzontale od obliqua.

Vedere gli oggetti in posizione errata, come quando le lettere che formano una parola appaiono scambiate o spostate,richiede un'ingegnosità di fissazione eccentrica e un'educazione dell'immaginazione insolite.

Le macchie nere o colorate che si vedono dopo aver guardato il sole e gli strani colori che il sole sembra assumere a volte,sono pure il risultato di uno sforzo mentale. Quando si riesce a guardare il sole senza sforzo questi fenomeni scompaionoimmediatamente.

Le cosiddette immagini residue sono state attribuite a stanchezza della retina, che si suppone sia stata così eccessivamentestimolata da un certo colore che non può più concepirlo e così cerca sollievo nel colore complementare. Per esempio, se si èstancata nel guardare la C nera sulla tabella bianca, cercherà sollievo vedendo la C bianca. Questa spiegazione delfenomeno è molto ingegnosa, ma scarsamente plausibile. Gli occhi non possono vedere quando sono chiusi, e se si hal'impressione che vedano, è ovvio che il soggetto soffre di illusione mentale con la quale la retina non ha alcun rapporto. Népossono gli occhi vedere ciò che non esiste e se credono di vedere una C bianca su una parete verde quando questa non c'è,è ancora ovvio che la persona soffre di illusione mentale. L'immagine secondaria, difatti è semplicemente una perdita delcontrollo mentale, e si verifica quando vi è un vizio di rifrazione perché anche questo è dovuto a una perdita del controllomentale. Chiunque può produrre a volontà un'immagine secondaria cercando di vedere in quel modo la grande C - cioèfacendo uno sforzo - ma si può guardarla indefinitamente centralizzandola senza ottenere un simile risultato.

Mentre chi ha vista imperfetta vede di solito le stelle che ammiccano, questo non accade invariabilmente. Perciò èevidente che lo sforzo che provoca il tremolio è diverso dalla tensione che produce il vizio di rifrazione. Se uno guarda unastella senza cercare di vederla, la stella non ammicca, non ha tremolio; quando si produce quest'illusione si puòinterromperla facendo “oscillare” la stella. D'altra parte, è possibile far tremolare i pianeti e perfino la luna se ci si sforzaabbastanza per vederli.

ILLUSIONI DELLA VISTA NORMALE Le illusioni della vista normale comprendono tutti i fenomeni della fissazione centrale. Quando l'occhio che vede

normalmente guarda una lettera sulla tabella di prova vede meglio di tutto il punto fissato, e tutto il rimanente nel campovisivo appare meno distinto. Sicuramente tutta la lettera e le altre lettere sono perfettamente nere e distinte, e l'impressioneche una lettera sia più nera delle altre, o parte di essa più nera delle altre parti, è un'illusione. L'occhio normale, però, puòmuoversi così rapidamente che sembra vedere contemporaneamente tutta una riga di lettere piccole. In realtà, non c'èquest'immagine sulla retina. Ogni lettera è stata vista separatamente, ed è stato dimostrato nel capitolo precedente che se lelettere sono viste alla distanza di cinque o sei metri, non potrebbero essere riconosciute senza almeno quattro spostamentidello sguardo per ogni lettera. Per produrre l'impressione dell'immagine simultanea di undici lettere, devono essere stateprodotte sulla retina sessanta o settanta immagini, ciascuna con qualche punto ben distinto dalle altre. Si vede quindi chel'idea che tutte le lettere siano viste simultaneamente è una mera illusione. Qui abbiamo due diverse specie di illusioni. Nelprimo caso l'impressione prodotta sul cervello si accorda con l'immagine sulla retina ma non con la realtà. Nel secondo casol'impressione mentale si accorda con la realtà ma non con le immagini sulla retina. L'occhio normale vede generalmente losfondo su cui spicca la lettera più bianco di quanto non lo sia in realtà. Guardando le lettere su una tabella di prova, essovede delle strisce bianche ai margini delle lettere, e leggendo una stampa piccola vede fra una riga e l'altra e nell'aperturadelle lettere un bianco più intenso della realtà. Anche gli individui che non possono leggere la stampa piccola hanno questaillusione, ma meno chiaramente. Più chiaramente si vede, migliore è la visione, e se si può immaginare consciamente -quando la vista è normale si immagina inconsciamente - la visione migliora. Se le righe di stampa piccola sono coperte, lerighe bianche scompaiono. Quando le lettere vengono guardate da un occhio normale attraverso una lente d'ingrandimento,l'illusione non è distrutta, ma l'intensità del bianco e del nero diminuisce. Con la vista imperfetta tale intensità puòaumentare molto usando questi mezzi, ma tutto rimarrà sempre meno intenso del bianco e del nero visti da occhi normali.

Anche le illusioni di movimento prodotte dallo spostamento dello sguardo e descritte particolareggiatamente nelprecedente capitolo devono venire annoverate fra le illusioni della vista normale; e così anche la percezione di oggetti inposizione capovolta. Quest’ultima è l'illusione più strana di tutte. Qualunque sia la posizione della testa, e senza badare alfatto che l'immagine sulla retina è rovesciata, noi vediamo sempre le cose diritte.

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17 - VISIONE IN CONDIZIONI AVVERSE UN BENEFICIO PER GLI OCCHI - W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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CAPITOLO XVII

VISIONE IN CONDIZIONI AVVERSE UN BENEFICIO PER GLI OCCHI(NdT: Prima di leggere questo capitolo è necessario leggere la prefazione del CD per un avviso molto importante!)

Secondo le idee accettate dall’igiene oculistica, è importante proteggere gli occhi da una gran quantità di influenze chespesso è difficile evitare e a cui molta gente si rassegna, pur con la spiacevole sensazione che “in quel modo si rovina lavista”. Luci troppo intense, luce artificiale, luce troppo scarsa, cambiamenti repentini di luce o luci fluttuanti, stampapiccola e poi la lettura fatta stando in veicoli in moto, o stando coricati e così via, sono tutte cose che per molto tempo sonostate considerate “dannose per gli occhi”, e intere biblioteche sono state scritte sui “terribili effetti” che si supponeva esseproducessero. Queste idee sono diametralmente opposte alla verità. Quando gli occhi vengono adoperati nel modo giusto, lavisione in condizioni contrarie non solo non li danneggia ma anzi è benefica perché per vedere in queste condizioni sirichiede un grado di rilassamento maggiore che per vedere in condizioni favorevoli. È vero che le condizioni anzidettepossono essere a tutta prima causa di disagio, anche per persone con vista normale; ma un accurato studio dei fatti hadimostrato che solo le persone con vista imperfetta ne soffrono veramente e anche queste, esercitandosi alla fissazionecentrale, si abituano presto a quelle circostanze e ne traggono beneficio.

Sebbene gli occhi siano fatti per reagire alla luce, un generale terrore degli effetti di questo elemento sugli organi dellavista sgomenta tanto quelli che esercitano la professione medica quanto i profani. Nelle nostre case vengono presestraordinarie precauzioni, e così negli uffici e nelle scuole, per temperare la luce, sia naturale sia artificiale, e peraccertarsi che non vada a colpire direttamente gli occhi. Occhiali affumicati o gialli, paralumi e cappelli con visiera sonogeneralmente usati per proteggere gli organi della vista da quello che viene considerato un eccesso di luce. E quando sipresenta una malattia, non è raro che si tengano gli ammalati per settimane, mesi, anni in camere buie o con gli occhibendati.

Questo universale timore è basato su prove minime. Nella voluminosa letteratura sulla materia si trova una mancanzadi informazione tale che nel 1910 il dr. J. Herbert Parsons del Royal Ophtalmic Hospital di Londra, rivolgendosi ad unconvegno della sezione oftalmologica dell’ American Medical Association, si sentì autorizzato a dire che gli oftalmologi,se erano onesti con sé stessi, “devono confessare una ignoranza deplorevole delle condizioni che rendono la luce pienadeleteria per gli occhi”(1). Da allora, Verhoeff e Bell (2) hanno riportato una serie esauriente di esperimenti condotti allaboratorio patologico del Massachussetts Charitable Eye and Ear Infirmary, che indicano che il pericolo di danno perl’occhio da parte di una leggera radiazione come quella è stato “veramente molto esagerato”. Che le sorgenti di luce fortequalche volta producano sintomi spiacevoli temporanei non può, certo, essere negato; ma per quel che riguarda sicurieffetti patologici, o un danneggiamento permanente della vista derivante solo dall’esposizione alla luce, i dr. Verhoeff eBell furono incapaci di trovare, sia clinicamente che sperimentalmente, qualcosa di natura sicura. Per quanto riguarda ilpericolo derivante dagli effetti del calore della luce, lo considerano” cadere fuori dalla considerazione dell’immediatofastidio prodotto dall’eccesso di calore”. In breve concludono che “ l’occhio nel processo dell’ evoluzione ha acquisitol’abilità di proteggersi sotto condizioni estreme di illuminazione fino ad un grado fino ad ora creduto altamenteimprobabile”. Nei loro esperimenti, gli occhi dei conigli, scimmie e esseri umani sono esposti per un ora o più a luce diintensità estrema, senza alcun segno di danno permanente, le risultanti scotomata (aree cieche) spariscono entro pocheore. Le luci commerciali sono state trovate interamente prive di pericolo sotto ogni condizione normale di utilizzo. Fuanche trovato impossibile danneggiare la retina con qualsiasi luce artificiale, eccetto che con l’esposizione ad intensitàenormemente più forti di quelle che avvengono fuori dal laboratorio. In un caso un animale soccombette al calore dopoun esposizione di un ora e mezza a una lampada nitrogena di 750 watt a 20 cm-circa 8 pollici; ma in un secondoesperimento, nel quale era ben protetto dal calore, non ci fu danno nell’occhio anche dopo un esposizione di due ore. Perquanto riguarda la parte ultravioletta dello spettro, alla quale un’ importanza esagerata è stata attribuita da molti autorirecenti, la situazione fu trovata essere circa la stessa rispetto al resto dello spettro; cioè “mentre sotto condizioniconcepibili o realizzabili di sovraesposizione può esser procurato danno all’occhio esterno, tuttavia sotto tutte lecondizioni pratiche trovate nel reale uso di fonti artificiali di luce per l’illuminazione la parte ultravioletta dello spettropuò essere trascurata come una possibile fonte di danno”. I risultati di questi esperimenti sono in completo accordo con lemie osservazione sull’effetto della luce forte sugli occhi. Nella mia esperienza questa luce non è mai statapermanentemente pericolosa. Le persone con una vista normale sono state in grado di guardare il sole per un indefinitoarco di tempo, anche un’ora o più, senza nessun fastidio o perdita di vista. Immediatamente dopo erano capaci di leggerela tabella di Snellen con la vista migliorata, essendo la loro vista diventata migliore di quanto è consideratoordinariamente normale. Alcune persone con vista normale accusavano fastidio e perdita di visione quando guardano ilsole; ma in questi casi il retinoscopio indica sempre un errore di rifrazione, mostrando che questa condizione è dovutanon alla luce, ma allo sforzo. In casi eccezionali persone con vista difettosa sono state capaci di guardare il sole o hannopensato di averlo guardato, senza fastidio e senza perdita di vista; ma, come regola, lo sforzo in tali occhi è enormementecresciuto e la vista sicuramente abbassata dal guardare al sole, come manifestato dall’inabilità di leggere la tabella di

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Snellen. Le aree cieche (scotomata) possono svilupparsi in varie parti del campo-due o tre o più. Il sole, invece diapparire perfettamente bianco, può apparire del color dell’ardesia, giallo, rosso, blu e anche totalmente nero. Dopo averguardato lontano da sole, si possono vedere macchie di colore di vario tipo e dimensione, che continuano per un arco ditempo variabile, da pochi secondi fino a pochi minuti, ore, o anche mesi. In fatti un paziente aveva avuto problemi inquesto modo per un anno o più dopo aver guardato il sole per un po’ di secondi. È stata prodotta anche una cecità totaledurata un po’ di ore. Possono essere prodotti anche cambiamenti organici. Infiammazione, arrossamento dellacongiuntiva, opacità dei cristallini e degli umori acqueo e vitreo, congestione e opacità della retina, nervo ottico ecoroide, sono tutti risultati del guardare il sole. Questi effetti, comunque, sono sempre temporanei. Gli scotomata, glistrani colori, anche la cecità totale, come spiegato nel capitolo precedente, sono solo illusioni mentali. Non importa se lavista possa essere stata danneggiata dal guardare il sole o quanto a lungo il danno possa essere durato, c’è sempre statoun ritorno alla normalità, mentre un pronto sollievo di tutti gli altri sintomi menzionati ha sempre seguito il sollievo dallosforzo, mostrando che le condizioni sono il risultato, non della luce, ma dello sforzo.

Fig.46Donna con vista normale che

guarda direttamente il sole.Notare che gli occhi sono

completamente aperti e che nonc’è segno di fastidio.

Alcune persone che credevano che i loro occhi fossero permanentemente danneggiati dal sole sono state prontamentecurate dalla fissazione centrale, indicando che la loro cecità era stata semplicemente funzionale. Insistendo a guardare ilsole, una persona con vista normale presto diventa capace di farlo senza alcuna perdita di vista; ma persone con vistaimperfetta di solito trovano impossibile abituarsi alla luce così forte senza che la loro vista sia migliorata tramite altrimezzi. Bisogna essere molto prudenti nel raccomandare di guardare il sole a persone con vista imperfetta; perchésebbene non ne risulti un danno permanente, può essere prodotto un grande fastidio temporaneo, senza nessun beneficiopermanente. In alcuni rari casi, comunque, cure complete sono state effettuate esclusivamente con questi mezzi. In uno diquesti casi la sensibilità della paziente, anche alla luce ordinaria del giorno, era così grande che uno specialista eminentesi era sentito giustificato a metterle una benda nera su un occhio e a coprire l’altro con un vetro color fumo così scuro daessere quasi opaco. Era stata tenuta in questa condizione di quasi totale cecità per due anni senza nessun miglioramento.Un altro trattamento che si svolse in diversi mesi era fallito nel produrre risultati soddisfacenti. Il risultato immediato fucecità totale che durò per diverse ore; ma il giorno seguente la vista non fu restituita nella sua condizione precedente, maera migliorata. Il trattamento del sole fu ripetuto e ogni volta la cecità durò per un periodo minore. Alla fine dellasettimana la paziente fu capace di guardare direttamente al sole senza fastidio e la sua visione, che era stata 20/200 senzaocchiali e 20/70 con essi era migliorata a 20/10, due volte lo standard accettato per la normale visione. Pazienti di questotipo hanno ricevuto grande beneficio dal focalizzare i raggi del sole direttamente sugli occhi, ottenendo un sollievomarcato in pochi minuti. Come il sole, una luce elettrica forte può abbassare la vista temporaneamente, ma non producenessun danno permanente. In quei casi eccezionali nei quali il paziente può diventare abituato alla luce, è benefica. Dopoavere guardato una luce elettrica forte alcuni pazienti sono stati capaci di leggere la tabella di Snellen in modo migliore.

Non è la luce ma il buio ad essere pericoloso per l’occhio. Una prolungata esclusione dalla luce abbassa sempre lavista, e può produrre serie condizioni infiammatorie. Fra i bambini piccoli che vivono in appartamento questa è unacausa frequente di ulcera sulla cornea, e alla fine distrugge la vista. Il bambino, trovando i propri occhi sensibili alla luce,li seppellisce nel cuscino ed esclude totalmente la luce.

L’universale paura di leggere o fare lavori di precisione in una luce piena, è, comunque, infondata. Fin quando la luce èsufficiente per vedere senza fastidio, questa pratica non è solo senza pericolo, ma può essere benefica. Si suppone checontrasti improvvisi di luce siano particolarmente dannosi per l’occhio.

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Fig.47Donna, 37 anni, bambino, 4

anni, entrambi guardanodirettamente il sole senza fastidio.

Fig.48 Focalizzazione dei raggi del solesull’occhio di un paziente per mezzo di una lented’ingrandimento.

La teoria sulla quale questa idea è basata è riassunta come segue da Fletcher B Dresslar, specialista in igiene dellascuola e sanità nell’United States Bureau of Education: “I muscoli dell’iride sono automatici nei loro movimenti, mapiuttosto lenti. Improvvisi contrasti di luce forte e debole illuminazione sono dannosi e pericolosi per la retina. Peresempio, se l’occhio, abituato a una luce fioca, è subito volto verso un oggetto illuminato brillantemente, la retinariceverà troppa luce e subirà uno shock prima che i muscoli che controllano l’iride possano reagire per escludere lasovrabbondanza di luce. Se i contrasti non sono forti, ma fatti di frequente, se l’occhio è chiamato a funzionare in questo

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modo dove adattamenti frequenti sono necessari, i muscoli che controllano l’iride diventano affaticati, rispondono piùlentamente e meno perfettamente. Come risultato, è prodotto uno forzo nel muscolo ciliare e la retina è iperstimolata.Questa è una causa di mal di testa e occhi stanchi.“ (3)

Non vi è prova che supporti questi fatti. Improvvise fluttuazioni di luce senza dubbio causano fastidio a molte persone,ma sono molto lontane dall’essere pericolose. Le ho trovate molto benefiche in tutti i casi osservati. La pupilladell’occhio normale, quando ha una vista normale, non cambia apprezzabilmente sotto l’influenza dei cambi diilluminazione; e persone con vista normale non sono danneggiate da tali cambiamenti.

Ho visto un paziente guardare direttamente al sole provenendo da una stanza imperfettamente illuminata, e poi,ritornando alla stanza, immediatamente prendere un giornale e leggerlo. Quando l’occhio ha vista imperfetta, la pupilladi solito si contrae nella luce e si espande nel buio ma è stato osservata contrasti fino alla dimensione di una capocchia dispillo nel buio. Che le contrazioni avvengano sotto l’influenza della luce o del buio, la causa è la stessa, vale a dire losforzo.

Le persone con vista imperfetta soffrono grandi fastidi, risultanti nell’abbassamento della visione, dai cambiamenti inintensità della luce; ma l’abbassamento della vista è sempre temporaneo se l’occhio è permanentemente esposto a questecondizioni, la vista ne beneficia. Pratiche come leggere alternativamente in una luce fioca e brillante, o andare da unastanza buia a una ben illuminata, e vice versa, sono da raccomandare. Anche fluttuazioni così rapide e violente comequelle coinvolte nella produzione di film sono, a lungo andare, benefiche per gli occhi. Consiglio sempre i pazienti sottotrattamento per la cura della visione difettosa di andare al cinema frequentemente e praticare la fissazione centrale.Diventano presto abituati alla luce guizzante e, successivamente, altre luci e altri riflessi causano meno fastidio.

Si dice che la lettura sia uno dei mali necessari della civiltà, ma si crede che evitando la stampa piccola e badando aleggere soltanto in certe condizioni favorevoli la sua influenza deleteria possa essere minimizzata. Ampie ricerchesull'effetto di vari tipi di stampa sulla vista degli scolari hanno dettato regole particolareggiate sulla grandezza dellastampa, sul suo chiaroscuro, sulla distanza fra le lettere, gli spazi fra le righe, la lunghezza delle righe, ecc.

A riguardo degli effetti di differenti tipi di caratteri sull’occhio umano in generale e su quelli dei bambini in particolare, ilDr. A. G. Young, nella sua relazione molto citata (4) al Maine State Board of Health fa le seguenti interessanti osservazioni:

“Perla“, come lo chiamano i tipografi è inadatto a qualsiasi occhio, eppure le pile di Bibbie e Vangeli annualmente stampati in esso tentano molti occhiall'auto-distruzione.

“Agata“, e il carattere, nel quale un ragazzo, a quanto ne sa lo scrivente, si impegnò a leggere tutta la Bibbia. I suoi occhi oltraggiati si rovinarono conl'astenopia, prima che egli progredisse troppo nell'impresa e poterono comunque essere usati, ma solo un poco per gli impegni scolastici i due annisuccessivi.

“Nonpareil“ è usato in alcuni giornali e riviste per bambini, ma per conservare gli occhi, tutto questo materiale dovrà figurarenell'elenco delle letture da proibire, in tutte quelle case dove il pericolo rappresentato da tali letture è capito.

“Minion“ è letto dai giovani occhi normali e sani senza difficoltà apprezzabili, ma persino per l'occhio sano, il pericolo disforzarsi è così grande che tutti testi per ragazzi stamparti in esso dovranno essere banditi dalle case e dalle scuole.

“Brevier“ è molto usato nei quotidiani, ma è troppo piccolo per le riviste o i libri destinati alla gioventù.

“Bourgeois” è molto usato nelle riviste, ma dovrà essere usato solo in quei libri scolastici che possano essereusati solo per brevi consultazioni.

“Long Primer” è adatto per le letture scolastiche delle classi medie e superiori, e per i libri di testo in generale.

“Small Pica” è un carattere ancora più elegante, ed è usato nel “Nord American Review” e nel“Forum”

“Pica” è un buon carattere per i libri dei bambini.

“Great Primer” dovrà essere usato per il primo libro di lettura.

Tutto questo è il contrario della mia esperienza. I bambini possono essere infastiditi da una stampa troppo piccola, ma nonho mai avuto alcuna ragione di supporre che questo danneggiasse i loro occhi o gli occhi di chiunque.

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Al contrario, la lettura di una stampa piccola, quando può essere fatta senza fastidio, ha invariabilmente dato prova diessere benefica, e quanto più scarsa è la luce e quanto più vicino agli occhi dev'essere messo lo stampato a caratteripiccolissimi, tanto maggiore è il beneficio. Con tal mezzo, dolori acuti agli occhi hanno avuto sollievo in pochi minuti oanche istantaneamente. La ragione di questo è che la stampa piccola non può essere letta in una luce scarsa se gli occhi nonsono rilassati, mentre la stampa grande si può leggere con buona luce ed a ragionevole distanza, anche se gli occhi sonosotto tensione. Quando si può leggere una stampa piccola in condizioni sfavorevoli, la lettura della stampa ordinaria incondizioni ordinarie viene ad essere molto migliorata. Nella miopia può essere un beneficio sforzarsi di vedere la stampapiccola perché la miopia è sempre diminuita quando vi è uno sforzo per vedere gli oggetti da vicino, e questo ha a voltecontrobilanciato la tendenza allo sforzo di vedere oggetti lontani, che è sempre associata alla miopia. Anche sforzarsi pervedere una stampa talmente piccola che è impossibile leggerla può essere un beneficio per alcuni miopi.

A coloro che tengono a preservare la loro vista viene spesso raccomandato di non leggere quando sono in un veicolo inmoto, ma poiché nelle moderne condizioni di vita parecchie persone devono passare gran parte del loro tempo entro veicoliin moto, e molte non hanno altro tempo per leggere, è inutile aspettarsi che abbandonino quest'abitudine. Fortunatamente lateoria dei suoi effetti nocivi non è suffragata dai fatti. Quando l'oggetto guardato si muove più o meno rapidamente, siproducono all'inizio tensione e diminuita forza visiva, ma è sempre cosa temporanea, e infine la visione viene ad esseremigliorata con la pratica.

Fig. 50. Riduzione fotograficaPazienti che riescono a leggere caratteri ariduzione fotografica sono istantaneamentesollevati dal dolore e dal fastidio quando lofanno, e quelli che non riescono a leggere questotipo di carattere possono essere beneficiatisemplicemente guardandolo.

Probabilmente non c’è abitudine contro la quale siamo stati tanto ammoniti come quella di leggere coricati. Molte ragioniplausibili sono state addotte per spiegarne i supposti effetti nocivi, ma la cosa è tanto piacevole che probabilmente pochepersone hanno smesso per timore delle conseguenze. Mi è gradito perciò poter affermare che ho trovato queste conseguenzebenefiche piuttosto che dannose. Come accade per l'uso degli occhi in altre difficili condizioni, è ottima cosa poter leggerestando sdraiati, e l'abilità nel farlo migliora con la pratica. In posizione eretta, con una buona luce che viene da sinistra, sipuò leggere anche con gli occhi in considerevole stato di tensione, ma stando coricati, con la luce e l'angolo visualesfavorevole per l'occhio, non si può leggere se non si è rilassati. Chiunque sia capace di leggere senza fastidio standosdraiato non avrà probabilmente alcuna difficoltà a leggere in condizioni ordinarie.

La visione in difficili condizioni è un buon allenamento mentale. La mente all'inizio può essere disturbata dall’ambientesfavorevole, ma dopo esservisi abituata, il controllo mentale migliora e con questo migliora anche la vista. Ammonire dinon adoperare gli occhi in condizioni sfavorevoli è lo stesso come dire a una persona che è stata qualche settimana a letto eprova difficoltà a camminare, di fare a meno di esercitarsi. Naturalmente, in ambedue i casi occorre discrezione. Ilconvalescente non deve tentare subito di vincere una maratona, e la persona che ha vista difettosa non dovrà provare aguardare il sole a mezzogiorno, senza una preparazione. Ma come l'invalido può a poco a poco aumentare le sue forzeperché la maratona non lo spaventa più, così l'occhio con vista difettosa può venire educato finché tutte le regole che pertanto tempo ci hanno tormentati nel nome della “igiene oculare” possano essere trascurate, non solo con sicurezza ma convantaggio.

Note1 Jour. Am. Med. Assn., 10 Dic. 1910, p.20282 Proc. Am. Acad. Arts and Sciences, 1916, vol. 51, no.133 School Hygiene, brief course series in education, edito da Monroe, 1916, p. 2404 Settima relazione annuale al Maine State Board of Health, dal segretario, Dr. A. G. Young, p.193

Sette Verità della Vista Normale.1-- La vista normale può sempre essere dimostrata nell'occhio normale, ma solo in

condizioni favorevoli.2-- Fissazione Centrale: La lettera, o la parte di lettera, che si sta guardando è sempre

vista meglio.3-- Shifting (spostamento): Il punto osservato cambia rapidamente e continuamente.4-- Swinging (dondolio): Quando il dondolio è lento, la lettera appare spostarsi da un

lato all'altro, od in altre direzioni, con un movimento come di pendolo.5-- Memoria Perfetta: Il colore e lo sfondo delle lettere, o di altri oggetti, visti, sono

ricordati perfettamente, istantaneamente e continuamente.6-- Buona Immaginazione: Si può percepire la parte bianca delle lettere persino più

bianca di quanto sia in realtà., mentre la parte nera non è alterata dalla distanza,dalla illuminazione, dalla misura o dalla forma delle lettere.

7-- Il riposo o il rilassamnto della mente sono perfetti e possono essere sempredimostrati.

Quando uno di questi principi è perfetto, tutti sono perfetti.

Fig. 49 Esempio di diamond type.Molti pazienti sono stati largamente beneficiati dalleggere caratteri di questa misura.

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CAPITOLO XVIII

OPTIMUM E PESSIMUM

In quasi tutti i casi di vista imperfetta dovuta a vizi di rifrazione, c’è qualche oggetto, o più di uno che può essere guardatocon visione normale. Ho definito ognuno di tali oggetti “optimum”. D'altra parte, vi sono oggetti che persone con vistanormale vedono sempre imperfettamente: quando li guardano si produce un vizio di rifrazione, come viene dimostrato dalretinoscopio. Ognuno di questi oggetti l’ho chiamato “pessimum”. Un oggetto diventa un optimum o un pessimum aseconda dell'effetto che produce sulla mente e in alcuni casi l'effetto è facilmente spiegato.

Per molti bambini il viso della loro mamma e un optimum e il viso di un estraneo è un pessimum. Una sarta riuscivasempre a infilare un ago con un filo di seta fine senza adoperare gli occhiali, mentre era costretta a mettere gli occhialiquando doveva cucire un bottone perché non ne vedeva i buchi. Insegnava in una scuola di taglio e credeva che le ragazzefossero delle sciocche quando non vedevano la differenza fra due tonalità di nero. Assortiva un colore senza bisogno diconsultare il campione, ma non riusciva a vedere una riga nera in una copia fotografica della Bibbia che non era certo piùsottile di un filo di seta, e non era capace di ricordare un punto nero. Un impiegato di una fabbrica di barili, che per anniaveva avuto l'incarico di scartare i barili difettosi quando gli passavano davanti rapidamente su un piano inclinato, riuscì acontinuare questo lavoro quando la sua vista era diventata debole per molti altri oggetti, mentre persone che, secondo latabella di prova, avevano una vista molto migliore, non riuscivano a distinguere i barili difettosi. La familiarità dei varioggetti rendeva possibile ai soggetti guardarli senza tensione, cioè senza cercare di vederli. Perciò ogni barile era unoptimum per l'impiegato e la cruna dell'ago era un optimum per la sarta, e cosi i colori della seta. Ogni oggetto insolito, alcontrario, era invece sempre un pessimum, come indicato nel capitolo sulla variabilità della rifrazione nell’occhio.

In altri casi non vi è spiegazione per l'idiosincrasia della mente che fa di un oggetto un pessimum e di un altro unoptimum. È anche impossibile spiegare il fatto che un oggetto possa essere un optimum per un occhio e non per l'altro o unoptimum una volta e a una distanza e non più ad altre. Fra questi inesplicabili casi di optimum a volte si trova unaparticolare lettera di una tabella di prova. Per esempio, una mia paziente riusciva a vedere la lettera K nella settima, nellaottava e nella decima riga, ma non vedeva nessuna delle altre lettere nelle stesse righe - mentre altri pazienti ne vedevano lamassima parte di esse, a causa della semplicità del loro profilo, meglio di come vedevano la lettera K.

Ogni pessimum può essere tanto strano e inesplicabile come ogni optimum. La lettera V ha un profilo così semplice chemolte persone la vedono quando non riescono a vederne altre nella stessa riga. Eppure vi sono alcuni che sono incapaci didistinguerla a qualsiasi distanza, sebbene leggano altre lettere nella stessa parola o nella stessa riga della tabella di prova. Ealcuni non solo sono incapaci di riconoscere la lettera V in una parola ma anche di leggere qualsiasi parola che la contenga,giacché il pessimum diminuisce la loro forza visiva tanto per sé quanto per gli altri oggetti. Alcuni oggetti o letterediventano un pessimum solo in situazioni speciali. Per esempio, una lettera può essere un pessimum quando è collocata allafine o al principio di una riga o di un periodo e non in altro punto. Quando l'attenzione del paziente è richiamata sul fattoche una lettera posta in un dato punto dovrebbe essere logicamente vista bene come le altre, accade spesso che la letteracessi di essere un pessimum in qualsiasi posizione si trovi.

Un pessimum, come un optimum, può essere perduto e più tardi ridiventare manifesto. Può variare secondo la luce e ladistanza. Un oggetto che è un pessimum in una luce moderata può non esserlo più quando la luce aumenta o diminuisce. Unpessimum a sei metri può non esserlo più a quaranta o cinquanta centimetri o un metro, e un oggetto che è un pessimumquando è guardato direttamente può essere visto con visione normale in campo eccentrico.

Per molte persone la tabella di prova è un pessimum. Chi può vederla con visione normale, può vedere quasi qualunquealtra cosa al mondo. Pazienti che non possono vedere le lettere sulla tabella, possono spesso vedere altri oggetti della stessagrandezza e alla stessa distanza, con vista normale. Quando vengono guardate lettere che sono viste imperfettamente o chenon si vedono affatto o che la persona non è conscia di vedere, il vizio di rifrazione aumenta. Un individuo può guardareuna semplice tabella bianca senza alcun vizio di rifrazione, ma se guarda la parte inferiore di una tabella di prova, che gliappare bianca come l'altra, quasi sempre si manifesta un vizio di rifrazione e il risultato è lo stesso se le lettere visibili dellatabella venissero coperte. In breve, il pessimum può consistere in lettere o oggetti che la persona non è conscia di vedere.Questo fenomeno è comunissimo.

Quando la tabella è vista in campo eccentrico, può diminuire la forza visiva per il punto guardato direttamente. Peresempio, una persona può guardare a distanza una zona di tappezzeria verde e vedere il colore tanto bene come lo vede davicino; ma se una tabella le cui lettere sono viste imperfettamente o non sono viste affatto viene collocata in vicinanza dellazona che si sta guardando, il retinoscopio indicherà un vizio di rifrazione. Quando la visione migliora, il numero dellelettere della tabella in cui ognuna è un pessimum diminuisce e il numero di ogni optimum aumenta, finché tutta la tabelladiventa un optimum.

Un pessimum, come un optimum, è una manifestazione della mente. Il pessimum è in certo modo associato con lo sforzodi vedere, come l'optimum, invece non lo è. Non è provocato da un vizio di rifrazione, ma produce sempre detto vizio; equando la tensione e stata alleviata, il pessimum cessa di essere tale e diventa un optimum.

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CAPITOLO XIX

IL SOLLIEVO DAL DOLORE E ALTRI SINTOMI CON L’AIUTO DELLA MEMORIA

Molti anni fa i pazienti che erano stati curati da vista imperfetta con il trattamento senza occhiali abbastanza spesso midicevano che dopo che la loro visione era diventata perfetta si erano quasi sempre liberati dal dolore, non solo negli occhi enella testa, ma in altre parti del corpo, anche quando il dolore era apparentemente causato da alcuni problemi fisici o da unincidente. Il sollievo in molti casi era così marcato che ho investigato alcune migliaia di casi e ho trovato essere un datoreale che persone con la vista perfetta, o la memoria della vista perfetta- che è di qualcosa perfettamente visto- non soffronodolore in nessuna pare del corpo, mentre con sforzo di vedere ho provocato dolore in molte parti del corpo.

Con vista perfetta non si intendeva, necessariamente, la perfetta visione percettiva del mondo, lettere o oggetti di formapiù o meno complicata. Per vedere perfettamente il colore da solo è sufficiente, e il colore più facile da vedere perfettamenteè il nero. Ma la vista perfetta non è mai continua, test scientifici accurati hanno mostrano che raramente è mantenuta per piùdi pochi minuti e di solito non così a lungo. Per propositi pratici nel sollievo del dolore, perciò, la memoria è piùsoddisfacente della vista. Quando il nero è ricordato perfettamente, ne risulta un sollievo dal dolore temporaneo, se nonpermanente. La pelle può essere punta con uno strumento appuntito senza causare fastidio. Il lobo di un orecchio può esserestretto fra le unghie di pollice e indice, e non si sente dolore. Allo stesso tempo la sensazione di tocco diventa più acuta. Isensi di gusto olfatto e udito sono migliorati, mentre l’efficienza della mente è aumentata. L’abilità di distinguere diversetemperature è aumentata ma non si soffre di freddo o caldo. Le condizioni organiche possono non cambiare; ma tutti isintomi funzionali, come febbre, debolezza e shock, che sono causati da queste condizioni, sono alleviati. I pazienti chehanno imparato a ricordare il nero in tutte le circostanze non hanno più paura della visita dal dentista. Quando ricordano unpunto il trapano non provoca dolore, e non sono disturbati neanche dall’estrazione dei denti. È possibile fare operazionichirurgiche senza anestetico quando il paziente è capace di ricordare perfettamente il nero. I seguenti sono solo alcuni dimolti ugualmente impressionanti casi in cui è stato portato sollievo o si è prevenuto il dolore con questi mezzi:

Una paziente soffriva di ulcera dell’occhio, che avveniva in diversi momenti e risultava nella formazione di bucheattraverso le quali i fluidi dell’interno sfuggivano. Queste aperture dovevano esser chiuse da operazione chirurgica. Primaqueste operazioni furono eseguite sotto l’influenza della cocaina; ma il fastidio progressivo dell’occhio causò così tantacongestione che non si poté più ottenere un’anestesia completa con l’uso di questa droga, e fu impiegato anche cloroformio.Poiché c’era bisogno di molte operazioni, divenne desiderabile andare avanti, se possibile, senza anestetico, e il successodella paziente nell’alleviare il dolore con la memoria del nero suggerì che potesse essere in grado di prevenire il dolore delleoperazioni allo stesso modo.

Fig.51 Operazione senza anesteticoLa paziente soffriva di ulcera al bulbo

oculare risultante nella formazione dibuche attraverso le quali i fluididell’interno sfuggivano. Queste buchedovevano esser chiuse con operazionichirurgiche, e quattordici di questeoperazioni furono eseguite senzaanestetici poiché la paziente era ingrado di prevenire il dolore con lamemoria di un punto nero.

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La sua abilità di farlo fu testata toccando leggermente il suo bulbo oculare con una sonda spuntata. Inizialmente dimenticòil nero appena la sonda toccò l’occhio ma poi divenne capace di ricordarlo. L’operazione fu poi eseguita con successo; lapaziente non solo non sentiva dolore, ma il suo autocontrollo era migliore di quando era stata usata la cocaina

Più tardi furono eseguite quattordici operazioni nelle stesse condizioni, e la paziente non solo non provava dolore, ma,cosa notevole, non sentiva dolore o stanchezza dopo. La paziente disse che se fosse stata operata da un estraneo sarebbeprobabilmente stata così nervosa che non sarebbe stata capace di ricordare il nero; ma più tardi fu trattata da uno dentistache non conosceva, che fece due estrazioni e altri lavori, tutti non causandole nessun fastidio, perché fu in grado di ricordareperfettamente il nero.

Un uomo che era estremamente nervoso sulla sedia del dentista e aveva avuto quattro estrazioni sotto gas, sorprese il suodentista, dopo aver imparato gli effetti della memoria di un punto nel lenire il dolore, avendo un’estrazione senza cocaina,gas o cloroformio. Il dentista si complimentò sui suoi nervi e si mostrò incredulo quando il paziente disse che non avevasentito per niente dolore. In un secondo caso, quello di una donna, il dentista rimosse il nervo dal tre denti senza causare alpaziente alcun dolore.

Un ragazzo di quattordici anni arrivò alla clinica oculistica dell’Harlem Hospital, a New York, con un corpo estraneoprofondamente conficcato nella cornea. Gli faceva molto male, e sua madre disse che diversi medici non erano stati in gradodi rimuoverlo, perché il ragazzo era così nervoso che non poteva star abbastanza fermo, sebbene fosse stata usata cocainaabbastanza liberamente. Fu detto al ragazzo di guardare un oggetto nero, chiudere e coprire l’occhio e pensare all’oggettonero finché vedeva nero. Fu preso in grado di farlo, e il dolore nell’occhio fu alleviato. Gli fu poi insegnato a ricordare ilnero con gli occhi aperti. Il corpo estraneo fu poi rimosso dalla cornea. L’operazione fu una dei quelle difficili e richiese untempo considerevole ma il ragazzo non sentì dolore. Mentre era convalescente gli fu chiesto se stava ancora ricordando ilnero. “Può scommeterci”, disse.

Nello stesso ospedale un chirurgo della guardia medica visitò la clinica oculistica con un amico che soffriva di dolorenegli occhi e alla testa. Il paziente fu beneficiato veramente rapidamente dai metodi di rilassamento. Il chirurgo disse cheera strano, e parlò con sprezzo dei miei metodi. Lo sfidai a portarmi un paziente il cui dolore non sarei riuscito ad alleviarein cinque minuti.

“Va bene” disse. “ voglio che lei capisca che sono del Missouri”Ritornò preso con una donna che aveva sofferto di diversi dolori alla testa in diversi anni. Era stata operata diverse volte,

ed era stata in cura all’ospedale per molti mesi.“Non può alleviare il dolore nella testa di questa paziente,” disse il chirurgo, ”perché ha un tumore al cervello.” Dubitavo

dell’esistenza di un tumore al cervello, ma dissi: ” tumore al cervello o no, la mia assistente fermerà il dolore in cinqueminuti.”

Tirò fuori il suo orologio, lo aprì, guardò l’ora e disse alla mia assistente di procedere. La paziente fu messa a guardaregrandi lettere nere, notare il nero, poi coprire il suo occhio chiuso con il palmo delle mani, escludendo tutta la luce, e diricordare il nero delle lettere finché non vedeva tutto nero. In meno di tre minuti disse:

“Ora vedo ogni cosa perfettamente nera. Non sento dolore alla testa. Sono completamente sollevata, e la ringrazio davveromolto.”

Il chirurgo mi guardò meravigliato e lasciò la stanza senza una parola.Per prevenire una ricaduta la paziente fu consigliata di fare palming sei volte al giorno o più spesso. Il dolore non ritornò,

e alcune settimane dopo arrivò alla clinica per esprimere la sua gratitudine.Non solo la memoria della vista perfetta allevia il dolore e i sintomi di disagio, ma in alcuni casi produce un manifesto

sollievo delle cause di questi sintomi.Tosse, raffreddore, febbre, reumatismi e glaucoma sono fra le condizioni che sono state alleviate in questo modo.Una paziente sotto trattamento per vista imperfetta da un alto grado di astigmatismo misto arrivò un giorno in ufficio con

un serio raffreddore. Tossiva di continuo, e gocciolava copiosamente da occhi e naso. Vi era febbre, con un serio dolorenegli occhi e in testa, e la paziente non era capace di respirare dal naso a causa dello stato infiammatorio. Il palming ebbesuccesso in mezz’ora, quando il dolore e il gocciolamento cessarono, il naso si aprì e il respiro e la temperatura divenneronormali. Il beneficio fu permanente- una cosa davvero insolita dopo un solo trattamento.

Un bambino di quattro anni con tosse canina fu sempre aiutato dal coprire gli occhi e ricordare il nero. Le ricadutedivennero meno frequenti, e in poche settimane si era rimesso completamente.

Un uomo che soffriva ogni estate di attacchi di febbre da fieno, che iniziavano in Giugno e continuavano per tutta lastagione, fu completamente aiutato dal palming per mezz’ora; e dopo tre anni non c’erano state ricadute.

Un uomo di sessantacinque anni che era stato sotto trattamento per reumatismi per sei mesi senza miglioramento ottennesollievo temporaneo dal palming, e entro il tempo in cui la sua vista era diventata normale, il sollievo dai reumatismi fucompleto.

In molti casi di glaucoma non solo il dolore, ma la tensione che è spesso associata al dolore, sono stati completamentealleviati dal palming. In alcuni casi un sollievo permanente della tensione ha seguito un solo trattamento. In altri moltitrattamenti sono stati richiesti.

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Fig.52. Nevralgia alleviata col palming e la memoria del nero.Mentre il visitatore stava spiegando alla sua scettica padrona di casa il metodo di alleviare il dolore col palming e la

memoria del nero, un altro membro della famiglia, che soffriva di nervo trigemino, arrivò e avendo sentito cosa si stavadicendo, immediatamente lo mise in pratica e fu curato. La padrona di casa, più tardi, sviluppò un forte dolore alla testa eagli occhi, e non ottenne alcun sollievo finché non praticò il palming e la memoria del nero.

Perché la memoria del nero abbia questo effetto non può essere completamente spiegato, come non può essere spiegatal’azione di molte droghe; ma è evidente che il corpo deve essere meno suscettibile ai disturbi di tutti i tipi quando la mente èsotto controllo, e solo quando la mente è sotto controllo il nero può essere ricordato perfettamente. Questo dolore può essereprodotto in ogni parte del corpo con l’azione della mente, non è una nuova osservazione, e se la mente può produrre dolore,non è una sorpresa il suo essere anche capace di alleviare il dolore e le condizioni che lo producono.

Ciò, senza dubbio, è la spiegazione di alcune delle notevoli cure riportate dai guaritori della fede e dagli scienziaticristiani. Qualunque sia la spiegazione, comunque, i fatti sono stati attestati da numerose prove, e sono di grande valorepratico.

Con un po’ di allenamento si può insegnare a chiunque con una buona vista a ricordare perfettamente il nero con gli occhichiusi e coperti, e con un po’ più di allenamento tutti possono imparare a farlo a occhi aperti. Quando si sta provando doloremolto intenso, comunque, il controllo della memoria può essere difficoltoso, e l’assistenza di qualcuno che capisca ilmetodo può essere necessaria. Con questa assistenza, ciò è raramente o mai impossibile.

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20 - PRESBIOPIA: SUA CAUSA E CURA - W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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CAPITOLO XX

PRESBIOPIA: SUA CAUSA E CURA

Fra le persone che vivono nelle condizioni della vita civile, il potere di accomodazione dell'occhio declina a poco a poco,in molti casi verso i 60-70 anni sembra completamente scomparso e le persone hanno assolutamente bisogno degli occhialiper la visione da vicino. Se questo accade anche tra i popoli primitivi che vivono in condizioni primitive non possiamodirlo, non avendo informazioni attendibili. Donders(1) ritiene che il potere di accomodazione non diminuisca molto di più,se pure diminuisce, fra coloro che usano molto gli occhi nella visione da vicino che fra agricoltori, marinai, ed altri che liusano soprattutto per la visione da lontano. Roosa e altri (2) sostengono il contrario. È un fatto, però, che gli analfabeti a cuiviene chiesto di osservare dei caratteri di stampa, qualunque sia la loro età e sebbene la loro visione da vicino degli oggettifamiliari sia perfetta, hanno un insuccesso. Che costoro, all'età di 45-50 anni non possano distinguere i caratteri stampatinon è però una prova che il loro potere di accomodazione sia in declino. Un analfabeta giovane non farebbe di meglio, e ungiovane studente, che legge senza difficoltà i nostri caratteri di stampa da vicino, mostra sintomi di vista imperfetta quandogli accade per la prima volta di leggere caratteri greci o cirillici o cinesi.

Quando il potere di accomodazione è diminuito al punto che leggere e scrivere diventa difficile, si dice che la persona èdiventata presbite. Questa condizione è generalmente accettata sia dalla massa sia dal mondo scientifico come uno degliinevitabili inconvenienti della vecchiaia. “ La presbiopia,”, dice Donders, “è la normale qualità dell’occhio normale,emmetropico, nell’età avanzata” (3) e frasi simili si possono moltiplicare a dismisura. De Schweinitz ritiene la condizione “un normale risultato del diventare vecchi” (4), secondo Fuchs è un “processo fisiologico che accade a ogni occhio” (5),mentre Roosa parla del cambiamento che “alla fine affligge ogni occhio”(6).

Il declino del potere di accomodazione con l'avanzare degli anni è comunemente attribuito all'indurimento del cristallino,influenza che si crede sia con gli anni aumentata dall'appiattimento di questo corpo e dalla diminuzione del suo statorefrattivo, insieme con l'indebolimento o l'atrofia del muscolo ciliare. Nella maggior parte dei casi il declino è così regolareche sono state compilate delle tabelle che indicano il punto di visione da vicino che si prevede per tutte le età. Si dice che amezzo di queste si possano quasi adattare gli occhiali senza misurare la vista della persona, e viceversa si può giudicare l'etàdi un uomo con una differenza approssimativa di un anno o due dalla graduazione delle sue lenti . La seguente tavola è citatadal capitolo di Jackson sulle “Diottrie dell’occhio” ne “System of Diseases of The Eye” di Norris e Oliver (7) e nondifferisce materialmente dalle tabelle date da Fuchs, Donders e Duane. La prima colonna indica l’età, la seconda le diottriedi potere accomodativo, la terza il punto da vicino per un occhio emmetropico,(8) in pollici.

Età Diottrie Pollici10 14 2.8115 12 3.2820 10 3.9425 8.5 4.6330 7 5.6335 5.5 7.1640 4.5 8.7545 3.5 11.2550 2.5 15.7555 1.5 26.2560 0.75 52.4965 0.25 157.4870 0 0

Secondo le cifre scoraggianti di una di queste tabelle, ci si dovrebbe aspettare di aver perduto a trent'anni non meno dellametà del potere di accomodazione originario, mentre a quaranta se ne sarebbero perduti i due terzi, e a sessanta essopraticamente non esisterebbe più addirittura.

Ci sono però molte persone che non corrispondono a questa specie di catalogo. Parecchi individui a quarant'anni leggonola stampa piccola a dieci centimetri mentre, secondo le tabelle, essi dovrebbero aver perduto questa possibilità fin dall'età diventi anni. Peggio ancora, ci sono persone che rifiutano assolutamente di diventare presbiti. Oliver Wendell Holmes citauno di questi casi, nel suo “The Autocrat of the Breakfast Table”: “Vive attualmente nello Stato di New York,” dice “unvecchio signore il quale, accorgendosi che la vista gli s'indeboliva, cominciò immediatamente a esercitarla nella lettura dellastampa più minuta, e in questo modo sfidò spavaldamente la Natura nella sua sciocca abitudine di prendersi delle libertà

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quando uno si avvicina alla cinquantina, o giù di lì. E ora il vecchio signore compie con la sua penna le imprese piùspettacolari come se i suoi occhi fossero un paio di microscopi. Non oso dire quante cose riesce a scrivere in un cerchiettogrande come una monetina da 5 cents - non so se i Salmi o i Vangeli, o se i Salmi e i Vangeli.” (9)

Ci sono anche individui che riacquistano la visione da vicino dopo averla perduta per dieci, quindici anni o anche più, e visono quelli che, mentre sono presbiti per alcuni oggetti, hanno vista perfetta per altri. Per esempio molte sarte infilano l'agoa occhio nudo, e col retinoscopio si può dimostrare che hanno l'occhio perfettamente a fuoco sulla cruna; eppure nonpossono leggere o scrivere senza occhiali.

Per conto mio, posso affermare che io ho osservato i casi suddetti, ma altri sono ben noti a qualunque oftalmologo cheabbia una certa esperienza. Se ne sente nelle relazioni presentate alle riunioni delle società oftalmologiche, se ne legge neigiornali medici; ma la forza della tradizione è tale che quando si scrivono dei libri quei casi vengono ignorati o se ne da unaspiegazione a vanvera, e molti dei nuovi trattati che vengono dati alle stampe ripetono la vecchia superstizione che lapresbiopia è “il normale risultato della vecchiaia.” Il sussiego della scienza tedesca opprime ancora i nostri intelletti e ciimpedisce di prestare fede alla semplice evidenza dei nostri sensi. Alcuni di noi sono pieni di ripugnanza per gli Unni tantoda non riuscire a sopportare la musica di Bach, il linguaggio di Goethe e Schiller; ma l'oftalmologia germanica è ancorasacra, e nessun fatto può gettarvi sopra del discredito. Fortunatamente per coloro che si sentono chiamati a difendere levecchie teorie, la miopia pospone l'avvento della presbiopia, e un rimpiccolimento della pupilla, che spesso si verifica nellatarda età, ha come effetto di facilitare la visione da vicino. Casi di persone che leggono senza occhiali dopo i 50 od i 55 annivengono riferiti deducendone che l'individuo doveva essere miope o che le sue pupille erano insolitamente piccole. Se ilcaso arriva sotto osservazione, la cosa è meno semplice, perché può capitare di riscontrare che la persona, lungi dall'esseremiope, è ipermetrope o emmetrope, e che la pupilla è di grandezza normale. Non c’è altro da fare, in questi casi, cheignorarli.

È stata anche attribuita a mutamenti anormali nella forma del cristallino la permanenza della visione da vicino oltre l'etàprescritta, o del suo recupero dopo averla perduta, poiché il rigonfiamento del cristallino nella cataratta incipiente offre unaspiegazione conveniente e plausibile per l'ultima classe di casi del genere. Nei casi di presbiopia prematura, una “sclerosiaccelerata” (10) del cristallino e una debolezza del muscolo ciliare ne sono stati ritenuti i responsabili; e se sono statiosservati casi come quelli delle sarte che possono infilare l'ago ma non leggere il giornale, non dubito che sarà trovata unaspiegazione che si accordi col punto di vista tedesco.

La verità sulla presbiopia non è un “normale risultato del diventare vecchi”, essendo sia prevenibile che curabile. Non ècausata dall'indurimento del cristallino ma dallo sforzo di vedere che non ha un rapporto obbligatorio con l’età, perchéavviene a volte anche a soli dieci anni, e in altri casi non avviene mai, sebbene il soggetto possa vivere fino alla cosiddettaetà della presbiopia. È vero che il cristallino s'indurisce col passare degli anni, come anche le ossa s'induriscono e lastruttura della pelle cambia, ma poiché il cristallino non è un fattore d'accomodazione, questo caso non è rilevante, e mentrein alcuni casi questi può con l'andar degli anni appiattirsi o perdere parte del suo potere refrattivo, è stato osservato che essorimane perfettamente chiaro e di forma immutata anche dopo i novant’anni. E poiché neanche il muscolo ciliare è un fattoredell'accomodazione, nemmeno la sua debolezza o atrofia può contribuire al declino del potere di accomodazione.

La presbiopia è, in realtà, semplicemente una forma di ipermetropia in cui la visione da vicino è principalmenteinteressata, benché la visione da lontano, contrariamente a quanto generalmente si crede, sia essa pure diminuita. Ladifferenza fra le due condizioni non sempre è chiara. Un ipermetrope può o non può leggere una stampa minuta, e unindividuo giunto all'età della presbiopia può invece leggerla senza fatica eppure avere vista imperfetta per la distanza. Inentrambe le condizioni la vista è diminuita per ambedue le distanze, senza che le persone se ne rendano conto.

È stato dimostrato che quando gli occhi si sforzano per vedere da vicino, il fuoco è sempre spinto più lontano di come eraprecedentemente, in uno o in tutti i meridiani. A mezzo della retinoscopia simultanea si può dimostrare che quando unapersona presbite cerca di leggere una stampa minuta e non ci riesce, il fuoco è sempre più lontano di quello che era primadel tentativo, indicando così che l'insuccesso è stato provocato dallo sforzo. Anche il pensiero di dover fare questo sforzoproduce tensione, così che può mutare la rifrazione e si può avere dolore, fastidio e stanchezza, prima ancora di guardare lastampa minuta. Inoltre, quando una persona presbite fa riposare gli occhi chiudendoli o praticando il palming, riescesempre, almeno per qualche momento, a leggere stampa piccola a quindici centimetri, rivelando che il suo precedenteinsuccesso non era dovuto a difetto degli occhi ma allo sforzo di vedere. Quando lo sforzo viene permanentemente alleviato,la presbiopia è permanentemente eliminata; questo è accaduto non in pochi casi ma in molti, e a ogni età anche al di sopradei sessanta, settanta e ottant’anni.

Il primo paziente che ho guarito della presbiopia sono stato io. Avendo dimostrato con gli esperimenti sugli animali che ilcristallino non è un fattore di accomodazione sapevo ormai che la presbiopia doveva essere guaribile. Ma mi resi conto chenon potevo fare assegnamento generale di questa rivoluzionaria conclusione a cui ero pervenuto benché portassi io stesso gliocchiali per una condizione che si supponeva dovuta alla perdita del potere di accomodazione dei cristallini.

Soffrivo allora del più alto grado di presbiopia. Non avevo affatto potere di accomodazione e dovevo avere un interoassortimento di occhiali perché quelli che mi facevano leggere caratteri piccolissimi a 35 cm non mi permettevano dileggerli a 32 o 38. Il retinoscopio mostrava che quando tentavo di vedere qualche cosa da vicino senza occhiali i miei occhi

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erano a fuoco per la visione a distanza e viceversa. II mio problema perciò consisteva nel trovare il modo di invertire questa condizione e di indurre i miei occhi a mettersi a

fuoco per il punto che volevo vedere e nel momento in cui lo volevo vedere. Consultai parecchi specialisti per gli occhi, mail mio linguaggio era come quello di San Paolo per i Greci: pura follia.

“Il suo cristallino è duro come una pietra” dicevano. “Nessuno può far nulla per lei.” Allora andai da un neurologo. Questi mi esaminò col retinoscopio e confermò le mie osservazioni sulla particolare

inversione del mio potere di accomodazione, ma non aveva idea di ciò che avrei potuto fare per correggerlo. Mi disse cheavrebbe consultato qualche collega e mi pregò di tornare da lui dopo un mese. Al mio ritorno mi disse che c’era un solouomo che poteva guarirmi e quest'era il dottor William H. Bates, di New York.

“Perché dice questo?” gli chiesi.“Perché lei è il solo che mi pare ne capisca qualche cosa” mi rispose. Dovendo così fare assegnamento solo sulle mie risorse, ebbi la fortuna di trovare un brav'uomo, il rev. R. B. B. Foote di

Brooklyn, che non era un medico, disposto ad aiutarmi. Costui uso con bontà e pazienza il retinoscopio per molte ore bennoiose, mentre io studiavo il mio caso cercando di trovare il modo di accomodare quando stavo leggendo, invece di quandovolevo vedere qualcosa da lontano.

Un giorno, mentre guardavo una figura della rocca di Gibilterra che pendeva dalla parete, notai alcune macchie nere sullasua superficie. Immaginai che queste macchie fossero le aperture delle grotte, e che c’erano persone che si muovevano inesse. Quando lo facevo i miei occhi erano focalizzati per leggere. Poi guardai alla stessa figura alla distanza per leggere,immaginando ancora che le macchie erano grotte con persone dentro. Il retinoscopio mostrava che avevo accomodato, e cheero capace di leggere le lettere sotto la figura. Ero infatti stato temporaneamente curato dall’uso della mia immaginazione.Più tardi trovai che quando immaginavo le lettere nere ero capace di vederle nere, e quando le vedevo nere ero capace didistinguere la loro forma. Il mio progresso dopo questo non poteva essere detto rapido. Passarono sei mesi prima che potessileggere i giornali senza fastidio, e un anno prima di ottenere la mia presente accomodazione di 35 cm, da dieci centimetri a45; ma la mia esperienza aveva un grande valore, perché avevo in forma pronunciata ogni sintomo successivamenteosservato in altri pazienti con presbiopia.

Fortunatamente per i pazienti, raramente mi ci è voluto altrettanto tempo nel curarli quanto ne occorse per me. In alcunicasi una correzione completa e permanente fu ottenuta in pochi minuti. Un paziente che portava occhiali da presbite da circavent'anni migliorò in meno di un quarto d’ora con l'uso dell'immaginazione.

In quest'ultimo caso, quando al paziente fu chiesto di leggere caratteri piccolissimi egli disse che non poteva perché lelettere gli sembravano grigie e tutte uguali. Gli ricordai che erano stampate con quell'inchiostro di stampa che è quanto c'èdi più nero. Gli chiesi se non avesse mai visto un inchiostro tipografico. Mi rispose di si, che lo aveva visto. Si ricordavacom'era nero? Si. Credeva che quelle lettere fossero nere come l'inchiostro di cui si ricordava? Disse di si e allora lesse lelettere - e siccome il miglioramento della sua vista fu permanente, disse che io l'avevo ipnotizzato. In un altro caso, un taleche era presbite da dieci anni ebbe un sollievo altrettanto rapido e con lo stesso metodo. Quando gli ricordammo che lelettere che non riusciva a leggere erano nere, rispose che lo sapeva ma che gli sembravano grigie. “Se sa che sono nere e levede grigie, dissi allora “vuol dire che le immagina grigie. Cerchi di immaginare invece che sono nere. Può farlo?” “Si”rispose “posso immaginarle nere.” e fu capace di leggerle.

Questi casi di cure estremamente rapide sono rari. In nove casi su dieci i progressi sono molto più lenti ed e statonecessario ricorrere a tutti i mezzi per ottenere quel rilassamento che si era trovato utile nel trattamento di altri errori dirifrazione. Nei casi più difficili di presbiopia, spesso le persone soffrono delle stesse illusioni di colore, di grandezza, diposizione, di forma, e molti soffrono quando cercano di leggere la stampa piccola come accade agli ipermetropi, o agliastigmatici e ai miopi, quando cercano di leggere a distanza le lettere sulla tabella di prova. Sono incapaci di ricordare oimmaginare, quando cercano di vedere da vicino, anche una cosa tanto semplice come un punto nero, ma lo ricordanoperfettamente quando non cercano di vedere. La loro visione da lontano è spesso imperfetta e sempre al di sotto delnormale, sebbene la credano perfetta; e come negli altri casi di errore di rifrazione, il miglioramento della visione da lontanomigliora anche la visione da vicino. Senza tenere conto della difficoltà del caso e dell'età del paziente, si è sempre ottenutoqualche miglioramento, e se il trattamento è stato continuato abbastanza a lungo, si è ottenuta una vista completamentenormale.

L'idea che la presbiopia sia il normale risultato della vecchiaia è responsabile di molti difetti della vista. Quando qualcunoprova difficoltà a leggere ricorre subito agli occhiali, con o senza consiglio dell'oculista. In alcuni casi può darsi che lapersona sia veramente presbite; in altri la difficoltà può essere temporanea, e nessuno ci avrebbe badato se fosse stato piùgiovane, e il disturbo sarebbe passato lasciando fare alla Natura. Ma una volta che si sono adottati gli occhiali, nella granmaggioranza dei casi, essi producono proprio la condizione che avrebbero dovuto alleviare o, se questa già esisteva, lapeggiorano, a volte molto rapidamente, come ben sa ogni oftalmologo. A volte, in poche settimane, come è detto nel cap.“cosa ci fanno gli occhiali”, la persona trova che non può più leggere senza occhiali la stampa grande che prima leggeva aocchio nudo. In un periodo da cinque a dieci anni il potere di accomodazione dell'occhio di solito scompare, e se da questomomento la persona non si avvia alla cataratta, al glaucoma o all'infiammazione della retina, può dirsi veramente fortunata.

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Solo saltuariamente gli occhi rifiutano di sottoporsi alle condizioni artificiali che vengono loro imposte, ma in questi casisopportano per lunghi periodi una lotta davvero stupefacente. Una donna di settant'anni che da vent'anni portava occhialiriusciva ancora a leggere caratteri piccolissimi ed aveva una buona visione da lontano senza metterli. Diceva che gli occhialile stancavano gli occhi e le annebbiavano la vista, ma che aveva continuato a portarli, a dispetto della continua tentazione dibuttarli via, finché le avevano detto che era necessario che facesse così.

Se coloro che sentono che stanno diventando presbiti o che arrivano all'età della presbiopia, invece di ricorrere agliocchiali seguissero l'esempio citato dal Dott. Holmes e si esercitassero a leggere la stampa più minuta, l'idea che il declinodel potere di accomodazione sia “il normale risultato della vecchiaia” morrebbe di morte naturale in breve tempo.

Note1 On the anomalies of accomodation and refraction of the eye, p. 2232 Roosa: A clinical manual of diseases of the eye, 1894, p. 537; Oliver: System of Diseases of the eye, vol. iv, p.4313 On the anomalies of accomodation and refraction of the eye, p. 2104 Diseases of the eye, p. 1485 Text-book of ophtalmology, traduzione autorizzata dalla dodicesima edizione tedesca di Duane, 1919, p. 862, Ernst

Fuchs( 1851-) professore di oftalmologia a Vienna dal 1885 al 1915. Il suo text-book of ophtalmology è stato tradotto inmolte lingue

6 A clinical manual of diseases of the eye, p. 5357 vol. i, p. 5048 Un occhio che, quando è a riposo, focalizza raggi paralleli sulla retina, è detto essere emmetrope o normale9 Everyman’s library, 1908, pp-166-16710 Fuchs: Textbook of ophtalmology, p. 905

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CAPITOLO XXI

STRABISMO E AMBLIOPIA: LORO CAUSA

Dato che abbiamo due occhi è ovvio che nell’atto del guardare si formino due immagini.; affinchè queste due figure sifondano in una nella mente, è necessario che ci sia perfetta armonia di azione tra i due organi della visione. Guardando unoggetto lontano i due assi visivi devono essere paralleli, e guardando un oggetto a una distanza minore dell'infinito, che perpropositi pratici è considerato meno di 6 metri, devono convergere esattamente allo stesso grado.

L’assenza di questa armonia di azione è nota come “strabismo” ed è uno dei più brutti difetti visivi, non solo perl’abbassamento della visione coinvolta, ma perché l’asimmetria del viso che ne risulta ha un effetto molto spiacevolesull’aspetto personale. Anche questa condizione ha per molto tempo tenuto in scacco la scienza oftalmologica. Mentre leteorie sostenute nei libri di testo possono applicarsi in alcuni casi, ne rimangono molti altri inspiegati e si riconosce che tuttii metodi di cura danno risultati molto incerti.

L'idea che la mancanza di armonia nei movimenti degli occhi sia dovuta a una mancanza di armonia nella forza deimuscoli che li fanno muovere nell'orbita sembrava talmente naturale che per un certo tempo questa è stata la teoria accettataquasi universalmente. Una volta erano in gran voga le operazioni basate sopra di essa, ma oggi sono consigliate daglistudiosi più autorevoli solo come rimedio estremo. È vero che molte persone ne hanno avuto vantaggio, ma nei casi migliorila correzione dello strabismo è solo approssimativa e in molti casi la condizione è stata resa anche peggiore, mentre per ilristabilimento della visione binoculare- il potere di fondere le due immagini visive- vi è poca speranza.(1)

Oggi la teoria riguardante i muscoli si accorda così poco coi fatti che quando si è pensato che lo strabismo fosse unacondizione dipendente da errori di rifrazione - essendo l'ipermetropia causa dello strabismo convergente e la miopia perquello divergente - l'idea è stata universalmente accettata. Ma anche questa teoria non si è dimostrata soddisfacente, e oral'opinione della scienza è divisa tra varie teorie. Nansen-Grut attribuiva la condizione, nella grande maggioranza dei casi, aun difetto, non dei muscoli, ma del nervo; e questa idea ha avuto molti sostenitori. Worth e i suoi discepoli insistono nellamancanza della così detta facoltà di fusione, e hanno raccomandato l’uso di prismi o altre misure, per svilupparla Stevenscrede che l’anomalia derivi da una forma sbagliata dell’orbita, e che sia impossibile alterare questa condizione, richiedendooperazioni per neutralizzarne l’influenza.

Per far apparire consistente ciascuna di queste teorie, occorre dare un'errata interpretazione a molti fatti che rendonoperplessi. Il risultato incerto delle operazioni sui muscoli dell'occhio è sufficiente per rendere sospetta la teoria che lacondizione sia dovuta ad anormalità dei muscoli, e molti casi di paralisi di uno o più muscoli sono stati osservati senza chevi fosse strabismo. Inoltre il sollievo della paralisi, può non correggere lo strabismo e viceversa. Worth esaminò tantipazienti i quali non traevano alcun beneficio dagli esercizi prescritti per migliorare la facoltà di fusione, tanto cheraccomandò, in questi casi, di operare sui muscoli; Donders, notando che la maggioranza degli ipermetropi non era strabica,fu costretto a dedurre che l'ipermetropia non poteva provocare lo strabismo senza il concorso di altre circostanze.

Fig.53No.1 Leggendo la tabella di Snellen con

visione normale; assi visivi paralleliNo.2 La stessa paziente si sforza di vedere

la tabella; Sono stati prodotti miopia estrabismo convergente.

Che le condizioni della vista non siano un importante fattore nella produzione di strabismo è attestato da una moltitudinedi fatti. È vero, come osservato da Donders, che lo strabismo generalmente non va disgiunto da difetti di rifrazione, ma

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molta gente è strabica con piccolissimi errori di rifrazione. E anche vero che molte persone con strabismo convergentehanno ipermetropia; ma molte altre non l’hanno. Alcune persone con strabismo convergente hanno miopia. Si può ancheavere strabismo convergente con un occhio normale e emmetrope o miope, o anche con un occhio cieco. Di solito la vistadell'occhio che volge verso l'interno è più debole di quella dell'occhio diritto; nondimeno vi sono casi in cui accade ilcontrario. Vi possono anche essere casi di cecità con tutti e due gli occhi diritti, o con uno volto verso l'interno. Con unocchio che ci vede e uno cieco entrambi possono essere diritti. Sovente, più l’occhio e cieco, più accentuato è il suostrabismo; ma vi sono frequenti eccezioni fra cui quella di un occhio con vista normale che volge persistentementeall'interno.

Lo strabismo può anche scomparire e tornare, o da convergente mutare in divergente e tornare convergente. Con lo stessodifetto di rifrazione una persona può essere strabica e un'altra no. Una terza sarà strabica con un occhio diverso da quellodella prima. Una quarta avrà lo sguardo strabico prima con un occhio e poi con l'altro. In una quinta la misura dellostrabismo varierà. Una persona migliorerà senza occhiali e senz'altra cura, e a un'altra invece occorreranno questi aiuti. Leguarigioni possono essere temporanee o permanenti, e le ricadute si possono verificare con o senza occhiali.

Per quanto il difetto di rifrazione sia lieve, la visione di molti occhi strabici è inferiore a quella dell'occhio diritto, e disolito non si trova nella costituzione dell’occhio alcuna causa apparente o sufficiente per questa condizione. Vi sonoopinioni diverse sul fatto se questo curioso difetto della vista sia conseguenza dello strabismo o se lo strabismo siaconseguenza del difetto della vista; ma l'opinione prevalente che lo strabismo ne sia almeno aggravato è stata cristallizzatanel nome dato a tale condizione: ambliopia ex anopsia, letteralmente “diminuzione di acutezza visiva da disuso” - perché siritiene che la mente sopprima l'immagine dell'occhio deviato per evitare il fastidio della doppia visione. Vi sono, però, moltiocchi strabici senza ambliopia, e questa condizione è anzi stata trovata in occhi che non hanno mai avuto strabismo.

La letteratura in proposito è piena dell'impossibilità di guarire l'ambliopia, e negli scritti più diffusi si raccomanda a chiha dei bambini strabici di curarli presto, affinché l'occhio strabico non perda la vista. Secondo Worth, non si ottiene granmiglioramento negli occhi ambliopici dopo l'età di sei anni, mentre Fuchs dice ( 2): “La funzione della retina non ridiventamai perfettamente normale, anche se la causa della turba visiva è abolita”. Eppure è noto, come il traduttore di Fuchsaccentua in un commento editoriale su questa frase (3), che se la vista dell’occhio buono è perduta in qualsiasi periodo dellavita, quella dell'occhio ambliopico spesso diventa normale. Inoltre, un occhio può essere ambliopico qualche volta e qualchevolta no. Quando L'occhio buono è coperto, quello strabico può diventare talmente ambliopico da distinguere a stento laluce dall'oscurità, ma quando gli occhi sono entrambi aperti si può trovare che la visione dell'occhio strabico È buona comel'altra, se non migliore. In molti casi, inoltre, l'ambliopia si trasferisce da un occhio all'altro.

Raramente nello strabismo si verifica la doppia visione, e quando ciò avviene assume spesso forme assai curiose. Quandogli occhi deviano all'interno, L'immagine vista dall'occhio diritto dovrebbe, secondo tutte le leggi dell'ottica, essere a destrae quella vista dall'occhio sinistro dovrebbe essere a sinistra. Quando gli occhi divergono dovrebbe avvenire l'opposto. maspesso la posizione delle immagini è invertita, l'immagine dell'occhio destro nello strabismo convergente essendo vista asinistra e quella dell'occhio sinistro a destra, e l'opposto avviene nei casi di strabismo divergente. Questa condizione èconosciuta come “diplopia paradossale”. Inoltre, persone con vista quasi normale a tutti e due gli occhi perfettamente diritti,possono avere la stessa specie di doppia visione.

Tutte le teorie esposte fin qui non riescono a spiegare i fatti precedenti, ma è vero che in tutti i casi di strabismo si puòdimostrare uno sforzo, e che in tutti i casi di sollievo dalla tensione tale sollievo è seguito dalla scomparsa dello strabismo,nonché dell’ambliopia e dell’errore di rifrazione. È anche vero che tutte le persone con occhi normali possono diventarestrabiche nello sforzo di vedere. Non è una cosa difficile, e molti bambini ci si divertono, mentre ciò dà un'inutilepreoccupazione ai genitori i quali temono che quello strabismo possa diventare permanente. È relativamente facile produrrelo strabismo convergente. I bambini lo ottengono sforzandosi di vedere la punta del proprio naso. La produzione dellostrabismo divergente è più difficile, ma con l'esercizio molte persone che hanno occhi normali diventano capaci di deviareall'esterno un occhio o tutti e due, a volontà. Riescono anche a deviare l'uno o l'altro degli occhi verso dentro o verso fuori, oa deviare uno solo in alto o in basso, all'angolo desiderato. Di solito vi è una diminuzione della forza visiva quando siproduce uno strabismo volontario, e i metodi accettati per misurare la forza dei muscoli sembrano mostrare delle deficienzecorrispondenti alla natura dello strabismo.

Note:1 I risultati ottenuti con l’operazione sono, come regola, semplicemente cosmetici. La vista dell’occhio strabico non è

influenzata dall’operazione, e in solo pochi casi anche la visione binoculare è ristabilita- Fuchs: Text-Book ofOphtalmology, p. 795; Il risultato anche delle operazione di maggior successo, nello strabismo di lunga data, è meramentecosmetico nella grande maggioranza dei casi. Eversbusch:The diseases of children, edito da Pfaunder and Schlossman.Traduzione inglese di Shaw e La Fetra, seconda edizione, 1912-1914, vol. vii, p.316

2 Text-book of ophtalmology, pag. 6443 Sono stati riportati casi, alcuni sicuramente autentici, nei quali un occhio strabico ambliopico ha acquisito buona

visione, o con la correzione della rifrazione o perché la perdita di vista nell’occhio buono ne ha stimolato l’uso. Ibidem.

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CAPITOLO XXII

STRABISMO E AMBLIOPIA: LORO CURA

È dunque evidente che strabismo e ambliopia, come i difetti di rifrazione, sono puramente disturbi funzionali, e poichésono sempre alleviati con I'alleviarsi della tensione a cui sono associati, ne consegue che tutti i metodi che produconorilassamento e fissazione centrale possono essere usati per la loro eliminazione. Come avviene per i vizi di rifrazione, lostrabismo scompare e l'ambliopia viene corretta non appena una persona acquista sufficiente controllo mentale da ricordareperfettamente un punto nero. In tal modo entrambe le condizioni possono essere temporaneamente alleviate in pochisecondi, dipendendo la loro modifica solo dal rendere permanente questa condizione temporanea.

Uno dei modi migliori di acquistare il controllo mentale nei casi di strabismo consiste nell'imparare a aumentarevolontariamente lo sguardo strabico e produrre altre specie di strabismo. Citiamo il caso di una donna affetta da strabismodivergente verticale in tutti e due gli occhi. Quando l'occhio sinistro era diritto, quello destro volgeva all'esterno e in alto, eviceversa. Tutti e due gli occhi erano ambliopici e vi era doppia visione con le immagini a volte entrambe dallo stesso lato ealtre volte ai lati opposti. La donna soffriva di mal di testa e non aveva avuto nessun sollievo dagli occhiali o da altre cure,così decise di farsi operare e consultò il Dr. Gudmund J. Gislason, di Grand Forks, N. D., con l’intenzione di farseneoperare uno. Questi, perplesso nel trovare tanti muscoli che sembravano apparentemente difettosi, chiese la mia opinioneper decidere quale di essi dovesse essere operato.

Insegnai alla donna come doveva fare per peggiorare il suo strabismo e raccomandai al chirurgo di educare quegli occhi,invece di operarli. Mi diede retta, e in meno di un mese la donna aveva imparato a volgere tutti e due gli occhi all'interno,secondo la sua volontà. Da principio lo fece guardando una matita tenuta sul setto nasale, ma più tardi riuscì a farlo senza lamatita e infine riuscì a produrre a volontà ogni specie di strabismo. La cura non era piacevole per lei perché la produzione dialtre specie di strabismo o il peggioramento di quello esistente le provocava dolore, ma il risultato fu un sollievopermanente e completo sia dello strabismo che dell’ambliopia. Lo stesso metodo si è dimostrato efficace con altre persone.

Alcuni non sanno se guardano diritto un oggetto oppure no. Essi possono essere aiutati da un'altra persona che osservil'occhio che devia e diriga queste persone in modo che guardino il più esattamente possibile verso la parte designata.Quando l'occhio strabico guarda direttamente un oggetto, lo sforzo di vedere è minore e quindi la visione è migliorata.Coprendo l'occhio buono con uno schermo opaco o con una lente non trasparente si incoraggerà l'uso dell'occhio strabico,specialmente se questo ha una vista imperfetta.

Nel caso di bambini di sei anni o meno, lo strabismo si può generalmente diminuire con istillazioni di una soluzione diatropina all'uno per cento, in un occhio o in tutti e due, due volte al giorno, per parecchi mesi, un anno o più. L'atropinarende più difficile al bambino il vedere e gli rende fastidiosa la luce solare. Per superare queste noie il bimbo è costretto arilassarsi e il rilassamento guarisce lo strabismo.

Il miglioramento che risulta dall'educazione dell'occhio nello strabismo e nell'ambliopia è a volte così rapido che sembraquasi incredibile. Citiamo qualcuno dei molti esempi che sono a nostra conoscenza.

Una ragazza undicenne aveva uno strabismo convergente verticale dell'occhio sinistro. La visione di quest'occhio dalontano era 2/200, mentre da vicino era cosi imperfetta, che essa non riusciva a leggere. La vista dell'occhio destro eranormale da lontano e da vicino. Quando venne al mio studio la ragazza portava gli occhiali, convessa 4.00 D.S. combinatacon convessa 0.50 D.C., asse 90, per l’occhio destro; e convessa 5.50 D.S. per l’occhio sinistro, ma non ne aveva avutoalcun vantaggio. Quando guardava deviando l'occhio sinistro dalla grande C di circa un metro la vedeva meglio che quandola guardava direttamente, ma quando le chiesi di contare le mie dita tenendole discoste un metro dalla tabella la suaattenzione ne fu cosi attratta che riuscì a vedere la grande lettera più imperfettamente. Dunque non guardando la tabelladirettamente poteva vedere la lettera meglio o peggio a volontà e le facemmo osservare che quando la vedeva peggio la suavista migliorava e viceversa. Dopo aver distolto l'occhio dalla tabella a un punto discosto un metro e aver visto la tabella piùimperfettamente, la sua vista era migliorata a 10/200. La sua abilità nel distogliere l'occhio e vedere peggio migliorò cosìrapidamente con l'esercizio che in meno di dieci giorni la visione era normale in tutti e due gli occhi e in meno di due mesiera migliorata a 20/10, mentre riusciva a leggere i caratteri piccolissimi con tutti e due gli occhi da 7-8 centimetri a 50centimetri. In meno di tre settimane la sua visione da lontano era ancora migliorata a 20/5 alla luce artificiale, e leggeva icaratteri di stampa più minuti a cinque centimetri, con tutti e due gli occhi insieme o separatamente. Leggeva anche tabelledi prova che non le erano note, prontamente come leggeva quelle che le erano familiari. Le fu consigliato di continuare lacura a casa per evitare una ricaduta e dopo tre anni non se ne era verificata alcuna. Durante la cura nel mio studio e gliesercizi a casa l'occhio buono era coperto con uno schermo opaco, ma il rimanente del tempo era libero.

Un caso simile fu quello di una ragazza quattordicenne che era stata strabica fin dall'infanzia. Il muscolo retto internodell'occhio destro era stato tagliato quando la piccina aveva due anni, ma l'occhio continuava a volgersi all'interno. Laragazza si ribellava all'idea di portare una lente opaca sull'occhio buono perché le sue amiche la burlavano e inoltre lesembrava che questo la facesse notare più di quanto non lo facesse lo strabismo.

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Fig.54 caso di strabismo divergenteverticale curato dall’educazione visiva.

No.1 l’occhio destro è girato in fuori everso l’alto, il sinistro è diritto.

No.2 La paziente impara a guardare inbasso e in fuori con l’occhio sinistro mentreil destro guarda dritto.

No.3 La paziente impara a girareentrambi gli occhi guardando una manotenuta sopra il naso

No.4 La paziente è curata in manierapermanente.

Tutte le figure sono state prese con 15minuti tra l’una e l’altra, avendo la pazienteimparato a riprodurre le condizionirappresentate volontariamente.

Un giorno perse gli occhiali nella neve, ma suo padre la fornì subito di un altro paio. Allora dichiarò che era ammalata enon poteva andare a scuola. Dissi al padre che la ragazza era isterica e che fingeva di star male unicamente per evitare lesedute nel mio studio. Il padre insistette perché la cura continuasse, e poiché la ragazza sosteneva di non sentirsi abbastanzabene per poter venire da me, andai io da lei. Con l’aiuto del padre le feci comprendere che per suo bene doveva continuarela cura, e allora vi si dedicò con tanta energia e intelligenza che in mezz'ora la visione dell'occhio strabico e ambliopico eramolto migliorata, da 3/200 a 20/30. Riuscì anche a leggere la stampa piccola a trenta centimetri. Tornò a scuola portando lalente opaca sull'occhio buono, ma quando aveva bisogno di vedere qualche cosa guardava al di sopra di essa. Suo padrel'accompagnò a scuola insistendo perché adoperasse l'occhio più debole invece di quello migliore. La ragazza si convinseche il miglior modo per liberarsi dai suoi fastidi era di seguire le mie istruzioni, e in meno di una settimana lo strabismo eracorretto e la vista era normale in tutti e due gli occhi. Al principio della cura non vedeva le sue dita a un metro di distanza,con l'occhio più debole, ma in tre settimane, compreso anche il tempo che aveva perduto, non aveva più il minimo disturbo.Quando le dicemmo come stavano le cose la sua sola preoccupazione fu di sapere se doveva ancora portare la lente opaca.Le fu assicurato che non sarebbe stato necessario, a meno di una ricaduta; ma non vi fu alcuna ricaduta. (1)

Il terzo caso fu quello di una bimba di otto anni con ambliopia e strabismo fin dai suoi primi anni. La visione dell'occhiodestro era 10/40, più debole di quella del sinistro, 20/30. Gli occhiali non avevano portato alcun miglioramento. La bimbasedette a 6 metri dalla tabella di prova e l'occhio destro - il più debole - fu coperto con uno schermo opaco. Le fu detto diguardare con l'occhio migliore le lettere grandi sulla tabella di prova e di notarne bene i contorni. Subito dopo le fu detto diguardare in un punto di bianco alla tabella, lontano un metro da questa e la sua attenzione fu attratta dal fatto che nonvedeva più tanto bene le lettere. Il punto di fissazione fu portato sempre più vicino alle lettere, finché la bimba constatò chevedeva male anche guardando a soli pochi centimetri da esse. Guardando una lettera piccola constatò che una fissazioneeccentrica di meno di due centimetri diminuiva il suo potere visivo.

Dopo aver imparato ad aumentare l'ambliopia dell'occhio migliore, questo fu coperto e le fu insegnato a peggiorare lavisione dell'altro, cioè del più debole, aumentando la fissazione eccentrica.

Questo fu compiuto in pochi minuti. Le dicemmo che la causa della sua vista difettosa era la sua abitudine di guardare glioggetti con una parte della retina di lato al vero centro della visione. Le fu consigliato di guardare diritto la tabella di prova.In meno di mezz'ora la visione dell'occhio sinistro diventò normale, mentre l'occhio destro migliorò da 10/40 a 10/10. In duesettimane la sua vista era completamente normale.

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Fig.55No.1 Strabismo convergente dell’occhio

destroNo.2 Il paziente è temporaneamente curato

con la memoria di un periodo nero.

Il seguente caso fu inusualmente prolungato, poiché appena un occhio fu curato il difetto dal quale era stato trattatoapparve nel sinistro. La visione dell’occhio destro era stata ristabilita dopo alcune settimane con l’educazione visiva,quando l’occhio sinistro si girò in dentro e divenne ambliopico. L’occhio destro fu poi coperto, e dopo un po’ di settimanedi educazione visiva il sinistro divenne normale. L’occhio destro poi si girò in dentro e la visione divenne difettosa. Funecessario educare gli occhi alternativamente, per circa un anno, prima che entrambi diventassero normali allo stesso tempo.Questa paziente aveva un paralisi congenita del retto esterno in entrambi gli occhi, una condizione che non eraapparentemente alleviata quando furono curati lo strabismo e l’ambliopia.

Nel seguente caso la paziente ebbe un attacco di paralisi infantile dopo la cura, risultante in una ricaduta, con nuovi e piùgravi sviluppi, che erano, comunque, rapidamente curati. La paziente, una bambina di sei anni, vista prima l’11 Dicembre1914, aveva avuto strabismo divergente nell’occhio sinistro per tre anni, e aveva portato occhiali per due anni senzabeneficio- convessa 2.50 per l’occhio destro, e convessa 6.00 D. S. combinata con convessa 1.00 D. C., asse 90 per ilsinistro. La visione dell’occhio destro con gli occhiali era 12/15 e nel sinistro 12/200. Fu prescritta l’atropina per l’occhiodestro con lo scopo di renderlo parzialmente cieco e perciò incoraggiare un uso più appropriato dell’occhio strabico, e imetodi usuali di assicurare il rilassamento, come shifting, palming, l’esercizio della memori, etc., furono usati. Il 13Gennaio 1915, la visione senza occhiali era migliorata a 10/70 per l’occhio destro e 10/50 per il sinistro. Il 6 Febbraio lavisione dell’occhio destro era 10/40 e quella del sinistro 10/30. Gli occhi erano apparentemente diritti, e test scientificimostravano che entrambi erano usati allo stesso tempo (visione binoculare singola). Il 17 Aprile, dopo circa quattro ore ditrattamento, la visione dell’occhio sinistro era normale, e c’era una visione binoculare singola a 15 cm. Il primo Maggio lavisione dell’occhio sinistro era ancora normale, e sebbene all’inizio la paziente era stata incapace di leggere con esso, anchecon occhiali, ora leggeva caratteri piccolissimi senza occhiali a 15 cm

Il 16 Agosto 1916, la paziente ebbe un attacco di paralisi infantile che allora era epidemica. La vistas di entrambi gli occhifallì, le palpebre si contraevano, e c’era doppia visione. Vari muscoli della testa, la gamba sinistra e il braccio sinistrofurono anche paralizzati. Quando lasciò l’ospedale dopo cinque settimane l’occhio sinistro era girato in dentro, e la visionedi entrambi gli occhi era così cattiva che non era capace di riconoscere sua madre. Più tardi sviluppò uno strabismoconvergente alternato. Il 2 Novembre la paralisi nell’occhio destro scomparve, e quattro settimane dopo quella del sinistroincominciò a migliorare. Il 9 Novembre ritornò per il trattamento senza strabismo evidente, ma soffriva ancora di doppiavisione, con le immagini qualche volta dalla stessa parte e qualche volta in parti opposte. Il 23 Novembre gli occhi eranodritti e la visione normale.

L’11 Luglio 1918 gli occhi erano ancora diritti e la visione normale, e c’era visione singola binoculare a 15 cm, avendo lafissazione centrale superato il potere paralizzante della droga. Secondo la teoria corrente l’accomodazione dovrebbe esserstata completamente paralizzata, rendendo la visione da vicino praticamente impossibile. La paziente leggeva anchecaratteri piccolissimi con l’occhio sinistro allo stesso modo, o anche meglio, dell’occhio destro.

Note:1 Bates, l’éducation de l’oeil dans l’amblyopie ex anopsia, Coin. Opht., 10 Dic. 1912.

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CAPITOLO XXIII

LE MACCHIE FLUTTUANTI: LORO CAUSA E LORO CURA

Un fenomeno molto comune della vista imperfetta è quello a cui abbiamo già accennato, noto col nome di “muscaevolitantes”, mosche volanti. Queste macchie fluttuanti sono generalmente scure o nere, ma a volte appaiono come bollebianche, e in casi rari assumono tutti i colori dell'arcobaleno. Si muovono piuttosto rapidamente, generalmente in lineecurve, davanti agli occhi, e sembra sempre che siano dietro al punto sul quale si fissa lo sguardo. Se uno cerca di fissarledirettamente, sembra che si allontanino un poco. Da questo il loro nome.

La letteratura sull'argomento è piena di speculazioni sull'origine di queste apparizioni. Alcune le hanno attribuite allapresenza di macchie fluttuanti - cellule morte o parti di cellule - nel corpo vitreo, la sostanza trasparente che riempie iquattro quinti del globo oculare dietro al cristallino. Si è anche pensato di poter attribuire la loro presenza a macchie similisulla superficie della cornea. Si è perfino supposto che potessero essere provocate dal passaggio di lacrime sulla cornea.

Sono così comuni nella miopia che si è pensato che fossero uno dei sintomi di questa condizione, sebbene si trovinoanche in altri vizi di rifrazione e anche in occhi normali. Sono state attribuite a disturbi circolatori, digestivi, renali, esiccome molti dementi le hanno, si è detto che potevano essere la prova di una incipiente demenza. I ciarlatani hanno trattoprofitto da tutto questo, e sarebbe difficile dire quanta tortura mentale queste macchioline hanno provocato, come èdimostrato dai casi seguenti.

Un ecclesiastico che era molto infastidito dal continuo apparire di macchie fluttuanti si recò dal suo oculista il quale glidisse che erano un sintomo di disturbi renali, e che in molti casi di malattie renali i disturbi della retina potevano essere unodei primi sintomi. Così l'ecclesiastico si recò a regolari intervalli da questo specialista per farsi esaminare gli occhi, equando alla fine l'oculista morì ne cercò immediatamente un altro che potesse fargli questi esami periodici. Il suo medico difamiglia lo indirizzò a me.

Non ero certo una celebrità come il suo consulente oftalmologo, ma avevo insegnato al medico di famiglia a servirsidell'oftalmoscopio. Tuttavia, egli pensò che io dovessi saperlo maneggiare molto meglio, e poiché l'ecclesiastico desideravasoprattutto che esaminassi con attenzione l'interno del suo occhio per potergli dire se i sintomi della malattia renalefacevano la loro comparsa, io ero -. secondo il dottore - la persona indicata per far questo.

Così egli venne da me, e io gli feci un esame accurato degli occhi, prendendoci tutto il tempo possibile, così che credesseche era veramente accurato. Se ne andò ben felice quando gli dissi che non avevo rilevato niente di anormale, però tornòperiodicamente per un controllo.

Ma una volta, mentre io mi trovavo fuori città, gli andò un bruscolo in un occhio ed egli dovette recarsi da un altrooculista per farselo levare. Tornando a casa la sera, lo trovai seduto sul gradino della mia porta, in attesa del mio ritorno. Miraccontò una storia molto dolorosa. Il nuovo dottore gli aveva osservato gli occhi con l'oftalmoscopio e aveva emessol'ipotesi di un glaucoma, descrivendo la malattia come una cosa molto pericolosa che poteva farlo diventare cieco da unmomento all'altro e che sarebbe stata dolorosissima. Esagerò quanto era già stato detto al paziente a proposito del pericolodella malattia renale, aggiungendo che anche il cuore e il fegato potevano essere compromessi, e gli consigliò di farsiesaminare attentamente tutti questi organi.

Feci un altro esame generale degli occhi dell'ecclesiastico, e particolarmente esaminai la loro tensione; gli feci toccare isuoi globi oculari e confrontarli coi miei, in modo che potesse convincersi che non stavano affatto diventando duri comeuna pietra; infine riuscii a rassicurarlo. Non dubito, comunque, che andò di nuovo dal suo medico di famiglia per un esamedei suoi organi interni.

Un altro caso che ebbi modo di osservare fu quello di un tale che un giorno tornando dall'Europa mentre stava guardandoalcune nuvole bianche vide improvvisamente apparire delle macchie nere fluttuanti davanti ai suoi occhi. Consultò ilmedico di bordo il quale gli disse che il sintomo era molto grave e poteva essere foriero di cecità. Poteva anche indicaredemenza incipiente, come altri malanni nervosi o organici. Gli consigliò di consultare, appena sbarcato, il suo medico difamiglia e uno specialista per gli occhi, cosa che si affrettò a fare.

Il fatto accadde venticinque anni fa, ma non potrò mai dimenticare il terribile stato di nervosismo e di spavento di cuiquell'uomo era in preda quando venne da me. Egli era anche più preoccupato dell'ecclesiastico, perché questi era semprepronto ad ammettere che le sue paure erano irragionevoli. Esaminai molto attentamente gli occhi del nuovo cliente e litrovai assolutamente normali. La visione di entrambi gli occhi era perfetta, da vicino e da lontano. La percezione dei colori,la tensione, tutto era normale, e sotto una forte lente di ingrandimento non trovai la più piccola opacità del corpo vitreo. Inbreve, non vi era il più lontano sintomo di alcun disturbo.

Dissi al cliente che i suoi occhi stavano benissimo, e gli mostrai anche in un giornale la pubblicità di un ciarlatano chededicava molto spazio alla descrizione delle terribili cose che potevano seguire la comparsa delle macchie fluttuanti davantiagli occhi a meno che non si cominciasse in tempo a prendere un medicamento che si vendeva a un dollaro la boccetta. Glifeci notare che quella pubblicità, che appariva ogni giorno in tutti i giornali della città e, probabilmente anche in altre città,doveva costare un sacco di quattrini e senza dubbio renderne ben di più. Evidentemente dovevano esserci moltissime

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persone che soffrivano di quel sintomo, e se fosse stato così grave come si credeva generalmente, ci sarebbero stati moltipiù ciechi e pazzi di quanti non ce ne fossero in realtà. Il mio paziente se ne andò un po' confortato, ma alle undici - la suaprima visita era stata alle nove - era di ritorno. Vedeva di nuovo le macchie fluttuanti e ne era nuovamente preoccupato.Esaminai i suoi occhi attentamente come prima e potei nuovamente assicurargli che non vi era niente di irregolare. Nelpomeriggio non ero nel mio studio, ma mi fu detto che era tornato alle quindici e alle diciassette. Alle diciannove venneancora, conducendo con sé il medico di famiglia, che era un mio vecchio amico. Dissi a quest'ultimo:

“Ti prego di far rimanere quest'individuo a casa. Sarei costretto a fargli pagare queste visite perché mi fa perderemoltissimo tempo, ma in coscienza non posso prendergli del denaro sapendo che non ha nulla.”

Non so che cosa gli disse il mio amico ma so che non tornò più. Non sapevo allora tanto sul conto delle muscae volitantes quanto quello che ne so adesso, altrimenti avrei risparmiato ai

due individui sopra descritti una buona dose di fastidi. Avrei detto loro che avevano occhi normali, ma che non sapevocome liberarli da quell'inconveniente che è semplicemente un'illusione risultante da tensione mentale. Le macchie vannogeneralmente unite a vista fortemente imperfetta, perché coloro che vedono male si sforzano sempre per vedere meglio; maanche persone con vista normale possono a volte vederle, perché nessun occhio ha la vista continuamente normale. Moltivedono le muscae volitantes dopo aver guardato il sole o una superficie uniformemente lucida, come un foglio di cartabianca su cui batte il sole. Questo avviene perché per guardare queste cose si fa di solito uno sforzo.

In altri termini, le macchie non si vedono mai se non quando gli occhi e la mente sono in preda a tensione, e scompaionosempre quando la tensione è alleviata. Se uno riesce a ricordare una lettera piccola della tabella di prova per mezzo dellafissazione centrale, le macchie scompariranno immediatamente o cesseranno di muoversi, ma se uno cerca di ricordarecontemporaneamente due o più lettere ugualmente bene, esse riappariranno e si muoveranno.

Generalmente la tensione che provoca le muscae volitantes viene alleviata molto facilmente. Una volta venne da me unmaestro di scuola che aveva questo fastidio da molti anni, ma negli ultimi tempi la cosa era peggiorata. In mezz'ora riuscii aportare la sua vista, che era leggermente miope, al normale, e le macchie scomparvero. Il giorno dopo riapparvero, maun'altra visita al mio studio bastò ad eliminarle. Dopo di che il maestro continuò la cura a casa e non ebbe più fastidi.

Un medico che soffriva costantemente di mal di testa e di muscae volitantes poteva leggere solo 20/70 quando guardavala tabella di prova, mentre il retinoscopio indicava un astigmatismo misto; inoltre egli vedeva le macchie. Quando guardavauna parete, o una tabella bianca, il retinoscopio indicava ancora astigmatismo misto ed egli continuava a veder le macchie.Ma quando ricordò un punto nero il nel modo migliore che poteva, guardò nuovamente quelle superfici senza vedermacchie, e il retinoscopio non indicò alcun errore di rifrazione. In pochi giorni il medico ottenne la correzione completadell'astigmatismo e le muscae volitantes e il mal di testa scomparvero e così pure una congiuntivite cronica di cui soffriva.Gli occhi, che prima teneva costantemente socchiusi, si spalancarono e la sclera divenne bianca e chiara. Riuscì a leggere intreno senza inconvenienti, e - cosa che gli fece più impressione di tutto - poté vegliare per un'intera notte qualche ammalatosenza che i suoi occhi ne risentissero il giorno seguente.

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24 - TRATTAMENTO A CASA - W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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CAPITOLO XXIV

TRATTAMENTO A CASA

Non è sempre possibile recarsi da un medico competente per avere un sollievo ai propri mali. Siccome il metodo dicorreggere i difetti dell'occhio presentato in questo libro è relativamente nuovo, può darsi che il sofferente non riesca atrovare nelle sue vicinanze un medico capace di capirlo, e in pari tempo non possa permettersi la spesa di un lungo viaggio oavere il tempo per una cura lontano dalla sua casa. Voglio perciò dire che per moltissime persone è possibile correggere unavista difettosa senza l'ausilio di un medico o di altra persona. Anche loro possono migliorare la loro vista, e per far questonon è neppure necessario che comprendano tutto quello che è scritto in questo o in qualsiasi altro libro. Basta soltanto cheseguano poche semplici indicazioni.

Mettete una tabella di prova attaccata a una parete a distanza di 3, 4, 5 metri, e dedicate mezzo minuto al giorno, o più, aleggere le lettere più piccole che riuscite a decifrare, con ogni occhio separatamente, coprendo l'altro col palmo della manoin modo da evitare di toccare il globo oculare. Tenete nota dei progressi che fate, con le date relative. Il modo più sempliceper far questo è il metodo usato dagli oculisti, i quali prendono nota del potere visivo in forma di frazione indicante indecimi il grado di acutezza visiva sulla base della distanza convenuta di 6 metri. La frazione sopra alle righe delle letteredella tabella indica il grado di acutezza visiva a cui esse dovrebbero essere lette da persone con vista normale. Così unavisione di 10/200 significa che la grande C che su una tabella usuale dovrebbe essere letta a sessanta metri, non viene vista auna distanza maggiore di sei metri. Una visione di 20/10 significa che la decima riga, che l'occhio normale non è capace dileggere comunemente a una distanza maggiore di sei metri, viene letta a una distanza doppia. Questa è la regolageneralmente osservata da coloro che praticano il mio metodo.

Un altro mezzo, anche migliore, di provare la vista consiste nel paragonare il nero di una lettera vista da vicino e vista dalontano, a luce tenue ed a luce intensa. Come ho già spiegato, per una vista perfetta il nero non è alterato dall'illuminazioneo dalla distanza. Appare tanto nero da lontano come da vicino, e tanto nero visto con luce scarsa come con luce sufficiente.

Se non vedete ugualmente nero in queste diverse condizioni, vuol dire che la vostra vista è imperfetta. I bambini al di sotto di dodici anni che non hanno mai portato occhiali possono generalmente correggere i loro difetti di

vista coi metodi suddetti, in tre mesi, sei mesi, o un anno. Adulti che non hanno mai portato occhiali trovano vantaggio inun tempo molto più breve – una settimana o due – e se il difetto non è molto grave, si può correggere perfettamente in unperiodo da tre a sei mesi. Per bambini o adulti che hanno portato gli occhiali, è più difficile ottenere un buon risultato, e peressi occorre in genere il rilassamento descritto negli altri capitoli di questo libro. E dovranno anche dedicare parecchiotempo al trattamento.

È assolutamente necessario abolire gli occhiali. Non si possono tollerare mezze misure, se si desidera un sollievocompleto.

Non cercate di mettere occhiali più deboli, né di usare gli occhiali in casi, diciamo così, di emergenza. Chi non può fare ameno degli occhiali per qualsiasi cosa, non può guarire.

Bambini e adulti che hanno portato gli occhiali dovranno dedicare quotidianamente un'ora e anche più all’esercizio con latabella di prova, e un altro po’ di tempo ad esercitarsi con altri oggetti. È anche opportuno avere due tabelle di prova, una dausare per la visione da vicino, dove si può vederla meglio, e l'altra per la visione da lontano. Si troverà molto utile passare losguardo da una tabella all'altra, perché il ricordo inconsapevole delle lettere viste da vicino aiuterà a far risaltare quelle visteda lontano. Se non si può avere una tabella, si può farsene una disegnando lettere nere della misura adatta su un fogliobianco, o su un pezzo di carta bianca. Il diametro approssimativo di queste lettere, leggendo dalla cima della tabella alfondo, è: 9 cm; 4, 5 cm; 3 cm; 2 cm; 1,75 cm; 1,25 cm; 1 cm; 0,6cm; 0.45 cm. Sarà molto vantaggioso avere l'aiuto di unapersona dotata di vista normale. Infatti, individui il cui caso è ostinato troveranno assai difficile, se non impossibile, curarsisenza l'aiuto di un maestro. Questi, se deve rendersi utile, dovrà trarre anch’egli vantaggio dai metodi raccomandati. Se lasua vista è 10/10, dovrà riuscire a migliorarla a 20/10. Se legge la stampa piccola a 30 centimetri, dovrà riuscire a leggerla aquindici e a otto. Dovrà anche avere sufficiente controllo sulla sua memoria visiva da potere alleviare e prevenire il dolore.Chi ha vista difettosa, da vicino o da lontano, e che non è in grado di ricordare perfettamente il nero sufficientemente beneda prevenire ed alleviare il dolore, non potrà essere di alcun aiuto nell'assistenza materiale dei casi ostinati; e nessuno potràdare un aiuto efficace nell'applicazione di un metodo se prima non lo ha provato egli stesso con successo.

Genitori che vogliono preservare e migliorare la vista dei loro bambini devono incitarli a leggere ogni giorno la tabella diprova. Dovrebbe esservene in ogni famiglia, perché quando è usata debitamente essa previene sempre la miopia e gli altrierrori rifrazione, migliora sempre il potere visivo anche quando questo è normale e porta sempre beneficio ai disturbifunzionali nervosi. I genitori dovrebbero migliorare la loro vista portandola al normale, in modo che i loro bambini nonpossano imitare modi sbagliati di usare gli occhi e non vadano soggetti a un'atmosfera di sforzo. Dovrebbero ancheapprendere i principi della fissazione centrale per poter insegnare ai loro figli. Questa pratica non solo rende possibileevitare la sofferenza, ma è di grande beneficio per la salute in generale.

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25 - TRATTAMENTO PER CORRISPONDENZA - W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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CAPITOLO XXV

TRATTAMENTO PER CORRISPONDENZA

Il trattamento per corrispondenza è di solito additato come ciarlataneria, e si dice che sarebbe manifestamente impossibiletrattare molti disagi in questo modo. La polmonite e il tifo, per esempio, non possono certo essere trattati percorrispondenza, anche se il medico ha una cura sicura per queste condizioni e le lettere non sono troppo lente per lo scopo.Nel caso della maggior parte dei disturbi, infatti, ci sono serie obiezioni al trattamento per corrispondenza

Ma la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo sono condizioni funzionali, non organiche, come i manuali insegnano ecome credo finché non imparerò di più. Il loro trattamento per corrispondenza, perciò, non ha le controindicazioni cheesistono nel caso di molte malattie fisiche. Uno può, se è vero, provare occhiali per corrispondenza come se il paziente fossein ambulatorio, ma anche se potesse essere fatto, come dimostrano i seguenti casi.

Una vecchia donna di colore delle foreste dello Honduras, lontana da ogni medico o oculista, non era in grado di leggerela sua Bibbia, e suo figlio, un cameriere di New York, mi chiese se non potessi fare nulla per lei. La richiesta mi diede unoshock distinto che ricorderò finché vivo. Non avevo mai sognato la possibilità di prescrivere occhiali a qualcuno che nonavevo mai visto, e avevo, prima, alcuni ricordi inquietanti di donne di colore alle quali avevo tentato di prescrivere occhialinella mia clinica.

Se avevo una così grossa difficoltà nel prescrivere gli occhiali giusti sotto condizioni favorevoli, come potevo aspettarmidi prescrivere a una paziente che non potevo nemmeno vedere? Il cameriere era deferentemente insistente, comunque.Aveva più fede nel mio genio di quanta ne avessi io, e sua madre era in fin di vita, era molto ansioso di esaudire i suoiultimi desideri. Così, Come il giudice ingiusto della parabola, cedetti infine al suo fare importuno e scrissi una prescrizioneper lenti convesse a 3 D S. Il giovane uomo ordinò gli occhiali e li spedì a sua madre, e con la risposta mi arrivò una letterapiena di gratitudine dicendo che erano perfettamente soddisfacenti.

Un po’ dopo la paziente scrisse che non poteva vedere oggetti alla distanza che era perfettamente normale per le altrepersone, e chiese se non potessi mandarle alcuni occhiali che la facessero. vedere da lontano bene come da vicino.

Mi sembrava un proposito più difficile del primo, ma di nuovo il figlio fu insistente, e non potevo togliermi la vecchiadalla mente. Così di nuovo decisi di fare quello che potevo. Il cameriere mi aveva detto che sua madre aveva letto la Bibbiaun bel po’ dopo i quarant’anni. Perciò conoscevo che non poteva avere molta ipermetropia, e era probabilmenteleggermente miope. Sapevo che non poteva avere molto astigmatismo, perché in quel caso la sua vista sarebbe sempre statanotevolmente imperfetta. Perciò dissi a suo figlio di chiederle molto accuratamente la misura della distanza tra gli occhi e ilpunto al quale non poteva leggere la sua Bibbia meglio con gli occhiali, e di mandarmi le figure.

Nel tempo dovuto ricevetti non figure ma un pezzo di spago di mezzo cm di diametro e esattamente lungo 25 cm. Se lavisione della paziente era normale per la distanza, sapevo che avrebbe dovuto essere in grado di leggere la Bibbia megliocon gli occhiali a 32 cm. La corda mostrava che a 25 cm aveva una rifrazione di quattro diottrie. Sottraendo da queste le trediottrie degli occhiali da lettura, aveva una diottria di miopia. Scrissi una prescrizione per lenti concave da 1 diottria D e S, egli occhiali furono ordinati e spediti in Honduras. Il ringraziamento fu anche maggiore che nel caso del primo paio. Lapaziente disse che per la prima volta nella sua vita era capace di leggere cartelli e vedere altri oggetti alla stessa distanzadelle altre persone, e che il mondo intero le sembrava diverso.

Qualcuno osa dire che non era etico per me provare ad aiutare questa paziente? Sarebbe stato meglio lasciarla nel suoisolamento senza neanche la consolazione del leggere la Bibbia? Non lo penso. Quel che ho fatto per lei richiedeva solo unaconoscenza ordinaria della fisiologia ottica, e se avessi fallito, non le avrei fatto grande danno.

Nel caso del trattamento della vista imperfetta senza occhiali ci possono essere meno obiezioni al metodo corrispondente.È vero che nella maggior parte dei casi il progresso è più rapido e i risultati più sicuri quando il paziente può essere visto dipersona; ma spesso questo è impossibile, e non vedo ragione perché i pazienti che non possono avere il beneficio ditrattamento personale dovrebbero essere esclusi dall’aiuto che può esser loro dato per corrispondenza. Ho trattato pazienti inquesto modo per anni, e spesso con successo straordinario.

Alcuni anni fa un gentiluomo inglese mi scrisse che i suoi occhiali erano insoddisfacenti. Non solo non gli davano unabuona vista, ma incrementavano, invece di diminuirlo, il suo fastidio. Me chiese se potessi aiutarlo, poiché il rilassamentoaiuta sempre il fastidio e migliora la visione, non credevo che gli stessi facendo un danno dicendogli come riposare gliocchi. Seguì le mie istruzioni con risultati così buoni che in poco tempo ottenne una vista perfetta sia da lontano che davicino senza occhiali e fu completamente liberato dal dolore. Cinque anni dopo mi scrisse che era stato qualificato cometiratore scelto nell’esercito. Ho fatto male a trattarlo per corrispondenza? Non lo penso.

Dopo che gli Stati Uniti sono entrati nella guerra mondiale un ufficiale scrisse dal deserto dell’Arizona che l’utilizzo degliocchi da vicino gli causava grande fastidio, che gli occhiali non alleviavano, e che la fatica produceva granulazione dellapalpebra. Poiché era impossibile per lui venire a New York, lo presi in trattamento per corrispondenza. Migliorò moltorapidamente. L’infiammazione della palpebra fu alleviata quasi immediatamente, e in circa quattro mesi mi scrisse cheaveva letto una delle mie ristampe, di sicuro un breve, in una luce debole, con effetti non cattivi, che il bagliore del sole

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dell’Arizona, che il termometro governativo registrava a 114, non lo disturbava; e che poteva leggere la decima linea dellatabella a quattro metri e mezzo quasi perfettamente, mentre anche a sei metri era capace di riconoscere la maggior partedelle lettere.

Un terzo caso fu quello di un forestale impiegato dal governo Usa. Aveva astigmatismo miopico e soffriva di grandefastidio, che non era alleviato nemmeno dagli occhiali o dalle lunghe estati in montagna, dove usava poco gli occhi per illavoro da vicino. Non era in grado di venire a New York per il trattamento, e sebbene gli dicessi che il trattamento percorrispondenza era in qualche modo incerto, disse che voleva rischiare. Ci volevano tre giorni perché la sua lettera miraggiungesse e altri tre per la mia replica, e poiché le lettere non erano prontamente scritte da entrambe le parti, spesso nonmi sentiva più di una volta ogni tre settimane. Il progresso in queste condizioni fu necessariamente lento; ma il suo fastidiofu alleviato molto rapidamente e in circa dieci mesi la sua vista era migliorata da 20/50 a 20/20.

In quasi tutti i casi il trattamento dei pazienti che vengono da lontano è continuato per corrispondenza dopo che sonotornai a casa; e sebbene non facciano così bene di quando venivano in ambulatorio, di solito continuano a fare progressifinché sono curati

Allo stesso tempo è spesso veramente difficile far capire ai pazienti quel che devono fare quando bisogna comunicareinteramente con la scrittura e probabilmente tutto andrebbe meglio se potessero avere un po’ di trattamento personale. Alpresente il numero di dottori in diversi parti degli Stati Uniti che capiscono il trattamento della vista imperfetta senzaocchiali è ancora troppo esiguo e i miei sforzi per interessarli nella questione non hanno avuto grande successo.

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CAPITOLO XXVI

LA PREVENZIONE DELLA MIOPIA NELLE SCUOLE: METODI FALLITI

Nessuna parte dell’oftalmologia, neanche il problema dell'accomodazione, è stata soggetta a tanti studi e tante discussionicome quella riguardante le cause della miopia e il modo di prevenirla. Finché si supponeva che l’ipermetropia fosse dovutaa una deformazione congenita del globo oculare e finché abbastanza recentemente si supponeva che anche l'astigmatismofosse, nella maggior parte dei casi, congenito, non si pensava a cercare alcun'altra spiegazione per questi difetti né al mododi prevenirli; ma la miopia parve che potesse essere acquisita. Si presentò quindi un problema d'immensa importanza praticaa cui molti uomini eminenti dedicarono anni di fatiche.

Furono raccolte voluminose statistiche in proposito, e se ne raccolgono tuttora. Sull'argomento sono state scritte interebiblioteche. Ma ben poca luce si acquista dall'esame di tutto questo materiale, e generalmente esso lascia nel lettoreun'impressione di tremenda confusione. È anche impossibile giungere a una qualsiasi conclusione su quella che può esserela prevalenza dei disturbi lamentati, perché non solo non vi è uniformità di regole e di metodi, ma nessuno degli studiosi hatenuto conto del fatto che la rifrazione dell'occhio non è una condizione costante ma varia continuamente. Non vi è dubbioperò che molti bambini, quando cominciano ad andare a scuola, sono esenti da questo difetto e che il numero dei miopi e ilgrado di miopia cresce col progredire degli studi. Il prof. Hermann Cohn di Breslavia, la cui relazione sui suoi studi sugliocchi di oltre diecimila bambini in Germania fu la prima che richiamò la generale attenzione su questo argomento, trovòappena l’1 per cento di miopi nelle scuole elementari, dal 3O al 35 per cento nel ginnasio, dal 53 al 64 per cento nelle scuoleprofessionali. Le sue ricerche furono ripetute in molte città europee e americane, e le sue osservazioni, con qualchedifferenza di percentuali, furono confermate dovunque.

Queste condizioni furono unanimemente attribuite all'uso eccessivo degli occhi per il lavoro da vicino, sebbene, data lateoria che il cristallino è l'agente dell'accomodazione, fosse un po' difficile vedere perché proprio il lavoro da vicino dovesseprodurre quell'effetto. Con la supposizione che l'accomodazione fosse effettuata da un allungamento del globo oculare,sarebbe stato facile comprendere perché un'eccessiva quantità di accomodazione potesse produrre un allungamentopermanente. Ma perché una richiesta anormale del potere accomodante del cristallino produceva un mutamento non nellaforma di quel corpo ma nella forma del globo oculare?

Furono avanzate numerose ipotesi per rispondere a questa domanda, ma nessuna sembrò soddisfacente. (1) Nel caso di bambini, molte personalità autorevoli hanno affermato che siccome le tuniche dell'occhio sono più morbide

nell'infanzia che quando si è più avanti negli anni, esse non hanno sufficiente resistenza alla supposta tensione intraoculareprovocata dal lavoro compiuto con visione da vicino. Quando erano presenti altri vizi di rifrazione, come ipermetropia eastigmatismo, che si credevano congeniti, si suppose che lo sforzo di accomodazione per vedere distintamente producesseirritazione e tensione che a loro volta producevano la miopia. Quando questo avveniva negli adulti, bisognò modificare laspiegazione per adattarla al caso, e il fatto che un numero considerevole di miopi si trovasse fra contadini e altre personeche non usavano gli occhi per lavori compiuti da vicino, indusse le autorità oftalmologiche a dividere l'anomalia in dueclassi, una provocata dal lavoro da vicino e l'altra che non aveva alcun rapporto con questo e veniva attribuita a tendenzeereditarie.

Siccome era impossibile abbandonare il sistema di educazione, furono fatti dei tentativi per minimizzare i cattivi effettiche si supponevano prodotti dalla lettura, scrittura ed altri lavori da vicino. Regole accurate e particolareggiate furonodiramate dalle suddette autorità riguardanti la grandezza dei caratteri tipografici da usare nei libri scolastici, la lunghezzadelle righe, lo spazio fra l'una e l'altra, la distanza a cui andava tenuto il libro, l'intensità e la disposizione della luce, laforma dei banchi, la quantità di tempo durante il quale si potevano adoperare gli occhi senza cambiare la loro messa a fuocoe così via. Furono escogitati perfino dei sostegni per il viso con lo scopo di tenere gli occhi alla distanza prescritta dal bancoe per impedire di curvarsi, giacché si supponeva che questo producesse congestione del globo oculare e ne provocassel'allungamento. I Tedeschi, con caratteristica perfezione, usarono questi strumenti di tortura e Cohn non permise mai ai suoibambini di scrivere senza servirsene, anche “quando sedevano alla migliore scrivania possibile.” (2)

I risultati di queste misure preventive furono una delusione. Alcuni osservatori notarono una lieve diminuzione dellamiopia nelle scuole dove si attuavano le riforme prescritte, ma nel complesso, come ha osservato Risley nella suadiscussione sul soggetto nel “System of Diseases of the Eye”, di Norris e Oliver, “gli effetti dannosi del sistema educativonon furono eliminati in modo apprezzabile” “È un significativo, sebbene scoraggiante fatto” continua, “ che l’incremento,come trovato da Cohn, sia nella percentuale e nel grado di miopia, ha avuto luogo in quelle scuole dove si era specialmentededicato ad assicurare l’introduzione delle riforme igieniche; e lo stesso è vero delle osservazioni di Just, che avevaesaminato gli occhi di 1229 allievi delle due scuole superiori di Zittau, in entrambe le quali le condizioni igieniche eranotutto ciò che si poteva desiderare. Trovò, comunque, che la sistemazione eccellente non aveva in nessun grado diminuito lapercentuale di aumento della miopia.(3)

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Fig.56 Sostegno per il visodisegnato da Kallmann, unottico tedesco.

Cohn non permise mai ai suoibambini di scrivere senza di esso,anche quando sedevano al bancomigliore.

Studi ulteriori sull'argomento ne hanno soltanto aumentata la difficoltà, mentre nello stesso tempo sollevavano le scuoleda molta della responsabilità che veniva originariamente attribuita a esse per la formazione della miopia. Come rileval'Enciclopedia americana di Oftalmologia, la teoria che la miopia sia dovuta al lavoro da vicino aggravato dalla vitacittadina e dalla cattiva illuminazione delle stanze va gradatamente perdendo terreno davanti alle statistiche.(4)

In un'inchiesta compiuta a Londra dove le scuole furono accuratamente selezionate per rilevare quelle differenze chepotevano sorgere dalle varie influenze igieniche, sociali e razziali a cui i bambini erano soggetti, la proporzione della miopianel gruppo delle aule meglio illuminate fu trovata più alta che in quelle aule in cui le condizioni della luce erano peggiori,quantunque i gradi più alti di miopia fossero più numerosi nelle ultime che nelle prime. Si è anche constatato che c’è tantamiopia nelle scuole nelle quali si compie lavoro da vicino quanta in quelle in cui si richiede maggiormente il potere diaccomodazione dell'occhio.(5) Inoltre, solo una minoranza di bambini diventa miope, sebbene tutti siano sottoposti allestesse influenze, e avviene persino che in uno stesso bimbo un occhio diventi miope mentre l'altro rimane normale. Data lateoria che la miopia risulta da influenze esterne a cui l'occhio è esposto, è impossibile ammettere che nelle stesse condizionidi vita gli occhi di due diversi individui o i due occhi di uno stesso individuo si comportino diversamente.

A causa della difficoltà di conciliare questi fatti sulle basi delle vecchie teorie, vi è la tendenza ad attribuire la miopiaall'ereditarietà.(6) Ma non si sono avute prove soddisfacenti di questa opinione e il fatto che persone primitive che hannosempre avuto ottima vista diventino miopi come le altre quando sono sottoposte alle condizioni della vita civile, come gliallievi indiani dell'Istituto Carlisle (7), induce a concludere in senso contrario a quest'opinione.

A dispetto dei ripetuti fallimenti delle misure preventive basate sulla limitazione del lavoro da vicino e la regolazione diluce, banchi, caratteri, etc, l’uso degli occhi da vicino sotto condizioni sfavorevoli è ancora giudicato dalla maggior partedegli esponenti della teoria ereditaria come probabilmente, se non sicuramente, una causa secondaria di miopia. Sidler-Huguenin, comunque, le quali conclusioni iniziali sulla mancanza di speranza di controllare la miopia sono state citateprima, ha osservato un beneficio così esiguo da queste precauzioni che crede che un miope possa diventare un ingegnerecome un contadino, o un forestale; e come risultato dei dati sulle sue esperienze con gli anisometropi, persone conun’ineguaglianza di rifrazione tra i due organi della visione, suggerisce che l’uso degli occhi miopi possa essere piùfavorevole al loro benessere che il loro non-uso. In 150 casi nei quali, per questa ineguaglianza e altre condizioni, i soggettipraticamente usavano solo un occhio, l’organo più debole, egli riporta, divenne gradualmente più miope, alcune volteeccessivamente, in aperto contrasto con tutte le accettate teorie sull’argomento.

La diffusione della miopia, la mancanza di spiegazioni soddisfacenti intorno alle sue origini e l'inutilità di tutti i metodi diprevenzione hanno indotto alcuni studiosi a tenere per buona la conclusione che l'allungamento del globo oculare è unnormale adattamento fisiologico ai bisogni della civiltà. Contro questa visione possono essere portati due argomenti a cuinon è possibile dare risposta. Uno è che l’occhio miope non vede bene neanche da vicino come l’occhio normale, e l’altroche il difetto tende alla progressione con risultati veramente gravi, spesso finendo nella cecità.

Se la natura ha tentato di adattare l’occhio alle condizioni civilizzate con un’elongazione del globo, lo ha fatto in una

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maniera veramente maldestra. È vero che molte autorità presumono l’esistenza di due tipi di miopia, una fisiologica, oalmeno senza danno, e l’altra patologica; ma poiché è impossibile dire con certezza se un dato caso progredirà o no, questadistinzione, anche se fosse corretta, sarebbe più importante teoricamente che praticamente.

Le fatiche mal dirette di un centinaio di anni hanno finito col condurci a questo pantano di disperazione e dicontraddizioni. Ma nella luce della verità il problema diventa assai semplice. In vista dei fatti riferiti nei cap. V e IX, è facilecomprendere perché tutti i tentativi di prevenire la miopia sono falliti. Tali tentativi tendevano a diminuire per l'occhio losforzo della visione da vicino, senza occuparsi della tensione per la visione da lontano e non badando affatto alla tensionementale che si accompagna a quella ottica.

Vi è una gran differenza fra le condizioni a cui erano soggetti i bambini dell'uomo primitivo e quelle nelle quali i bambinidei paesi civili passano gli anni dello sviluppo, oltre al fatto che questi ultimi imparano a leggere e scrivere e gli altri non loimparavano. Nel processo dell'educazione, i bambini sono chiusi per parecchie ore della giornata entro quattro mura, affidatiad insegnanti che molte volte sono nervosi e irritabili. Sono anche costretti a rimanere a lungo nella stessa posizione. Lecose che si insegnano loro vengono presentate in modo non molto interessante ed essi sono sotto la continua coercizione delpensiero di ottenere buoni voti e vincere premi piuttosto che acquistare cognizioni per il proprio bene. Alcuni bambinisopportano queste condizioni non naturali meglio di altri. Molti non resistono allo sforzo, e così le scuole diventano il vivaionon solo della miopia ma di tutti gli altri vizi di rifrazione.

Note1 Una spiegazione soddisfacente del meccanismo tramite il quale il lavoro da vicino produce miopia non è stata ancora

data- Tscherning: Physiologic Optics, pag. 86Tuttora non è determinato come il lavoro da vicino cambi la struttura longitudinale dell’occhio- Eversbusch: The diseases

of children, vol. vii, p.2912 The Hygiene of the Eye in Schools, p. 1273 School Hygiene, System of Diseases of the Eye, vol. ii, p.3614 Enciclopedia americana e dizionario di oftalmologia, editi da Wood, 1913-1919, p. 82715Lawson: Brit. Med. Jour., 18 Giugno 18986 Sembra essere ampiamente dimostrato dagli studi di Motais, Steiger, Miss Barrington e Darl Perason, che gli errori di

rifrazione sono ereditari. E mentre l’uso degli occhi per il lavoro da vicino è probabilmente una causa secondaria,determinante soprattutto lo sviluppo del difetto, non è la causa primaria- Cyclopedia of Education, edita da Monroe, 1911-1913, vol. iv, p. 361

7 Fox (citato da Risley): System of Diseases of the Eye, vol. ii, p. 357

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CAPITOLO XVII

PREVENZIONE E CURA NELLE SCUOLE: UN METODO CHE HA AVUTO SUCCESSO

Non si può vedere nulla con vista perfetta se non lo si è già visto prima. Quando l'occhio guarda un oggetto insolito fasempre più o meno degli sforzi per vedere quell'oggetto e sempre si produce un vizio di rifrazione. Quando i bambiniguardano una parola insolita o le cifre sulla lavagna, una carta geografica da lontano, un diagramma o un quadro, ilretinoscopio mostra sempre che in quel momento essi sono miopi, benché in altre circostanze la loro vista sia assolutamentenormale. Lo stesso accade quando gli adulti guardano un oggetto insolito da lontano. Invece quando l'occhio guarda unoggetto familiare, l'effetto è del tutto diverso. Non solo lo si guarda senza sforzo, ma più tardi lo sforzo di guardare glioggetti insoliti è diminuito.

Questi fatti ci forniscono il modo di vincere la tensione mentale a cui i bambini sono sottoposti dal moderno sistemaeducativo. È impossibile vedere perfettamente qualsiasi cosa se la mente deve sforzarsi, e se il bambino riesce a rilassarsinel guardare gli oggetti familiari riuscirà anche, a volte in uno spazio di tempo incredibilmente breve, a rimanere rilassatomentre guarda oggetti insoliti.

Scoprii questo esaminando gli occhi di 1500 bambini nella scuola di Grand Forks, Dakota Settentrionale, nel 1903 (1). Inmolti casi, bambini che non riuscivano a leggere tutte le lettere della tabella di prova al primo esperimento, ci riuscivano alsecondo o al terzo. Dopo che una classe era stata esaminata, alcuni bambini che non erano riusciti nella prova, nechiedevano a volte una seconda, e spesso accadeva che leggevano tutta la tabella con vista normale. Ciò avveniva così difrequente da condurre necessariamente alla conclusione che la vista era stata in certo modo migliorata dalla lettura dellatabella di prova.

In una classe trovai un ragazzo che all’inizio sembrava molto miope ma che, dopo un po' di incoraggiamento, lesse tuttele lettere della tabella di prova. La maestra mi chiese informazioni sulla vista del ragazzo, perché lo aveva per l'appuntotrovato miopissimo. Quando le dissi che la vista era normale rimase incredula, e dichiarò che probabilmente il soggettoaveva imparato le lettere della tabella a memoria o gli erano state suggerite da un altro scolaro. Non riusciva mai a leggerenulla sulla lavagna, disse, né distingueva il contenuto delle carte geografiche o altro sulle pareti, e non riconosceva lepersone per la strada. Mi chiese di esaminare la sua vista di nuovo, cosa che feci con molta attenzione, sotto la sorveglianzadella maestra, cambiando la tabella ed eliminando i possibili suggeritori. Il ragazzo lesse nuovamente tutte le lettere dellatabella di prova. Allora la maestra scrisse sulla lavagna alcune parole e numeri e gli chiese di leggerli. Il ragazzo lessecorrettamente. Allora la maestra scrisse altre parole e altre cifre che egli lesse proprio bene. Finalmente gli chiedemmo didirci l'ora guardando l'orologio che era a otto metri di distanza, e la risposta fu esatta. Era una situazione stupenda, poichésia l’insegnante che i bambini erano intensamente interessati.

Ci furono nella stessa classe altri tre casi simili; i ragazzi che avevano vista difettosa per le cose lontane, acquistarono lanormalità dopo pochi momenti dedicati all'esperimento con la tabella di prova.

Non c’è da stupirsi che dopo tante dimostrazioni la maestra abbia chiesto di avere una tabella di prova permanentementenell'aula.

I bambini dovevano leggere le lettere più piccole che riuscivano a distinguere dai loro posti almeno una volta al giorno,coi due occhi insieme e con ciascun occhio separatamente, coprendo quello che non veniva adoperato col palmo della manosenza premere sul globo oculare. Quelli che avevano vista difettosa furono incitati a leggere la tabella più frequentemente –ma non ebbero bisogno di essere spinti a farlo quando si accorsero che quell'esercizio li aiutava a vedere meglio la lavagna efaceva scomparire i mal di testa e altri fastidi che prima erano il risultato dello sforzo che facevano per vedere.

In un'altra classe di quaranta bambini, tutti fra i sei e gli otto anni, trenta di essi riacquistarono la vista normale durante gliesperimenti. Per gli altri il miglioramento si verificò più tardi, sotto la guida della maestra, che li faceva esercitare allavisione da lontano con la tabella di prova. Questa insegnante aveva notato ogni anno, per quindici anni, che all'aperturadella scuola in autunno tutti i bambini potevano leggere quanto era scritto sulla lavagna dai loro posti, ma prima dellachiusura delle scuole in primavera tutti, senza eccezione, si lagnavano di non poter leggere ad una distanza maggiore di 6metri. Dopo aver constatato il vantaggio che derivava dall'esercizio quotidiano della visione da lontano di oggetti familiaripresi come punto da fissare, la maestra volle tenere in classe una tabella e fece esercitare quotidianamente con essa gliallievi. Il risultato fu che durante otto anni nessuno dei bambini a lei affidati si buscò un difetto della vista.

L'insegnante di quella classe aveva attribuito l’immancabile deterioramento della vista dei suoi scolari al fatto che durantel'anno scolastico l'aula era semisotterranea e la luce era scarsa. Ma insegnanti con aule bene illuminate fecero la stessaesperienza, e dopo che la tabella fu introdotta tanto nelle aule bene illuminate quanto in quelle dove la luce era scarsa, e ibambini si esercitarono a leggerla quotidianamente, il peggioramento della loro vista cessò come per incanto e per di più lavista di tutti migliorò. Quelli che avevano vista al di sotto di quella normale diventarono, nella maggior parte dei casi,normali, mentre quelli che l'avevano normale e leggevano generalmente a 10/20, riuscirono a leggere a 15/10 o anche a20/10. E non solo la miopia fu eliminata, ma anche la visione da vicino fu migliorata.

A richiesta del soprintendente della scuola di Grand Forks, il signor J. Nelson Kelly, il sistema fu introdotto in tutte le

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scuole della città e fu usato continuamente per otto anni. Durante questo tempo la miopia fra i ragazzi, che avevo trovato daprincipio essere di circa il 6 per cento, fu ridotta a meno dell'un per cento.

Nel 1911 e 1912 lo stesso sistema fu introdotto nelle scuole di New York City,(2) frequentate da circa diecimilabambini.

Molti insegnanti, però, trascurarono di usare le tabelle, non credendo che un metodo così semplice, e che si allontanavatanto da tutti gli insegnamenti avuti in proposito, potesse dare i risultati desiderati. Altri tennero le tabelle in un armadioeccetto quando servivano per l'esercizio quotidiano, per timore che i bambini le imparassero a memoria. Così non solo siassegnavano un compito inutile ma rendevano vano lo scopo del metodo che è di fare esercitare quotidianamente i bambinicon la visione da lontano di un oggetto familiare.

Un numero considerevole di insegnanti ha, invece, usato il sistema intelligentemente e con perseveranza, e in meno di unanno tali insegnanti hanno potuto presentare relazioni che dimostravano che su tremila bimbi con vista imperfetta, più dimille avevano ottenuto con quel mezzo una vista normale. Alcuni di questi bambini, come quelli di Grand Forks, ebberosollievo in pochi minuti. Anche molti insegnanti ne trassero beneficio, alcuni in tempo brevissimo. Talvolta i risultati delmetodo non furono sorprendenti – ma alla fine l'istituto d'educazione e gli ottici non poterono andar d'accordo, e a poco apoco l'uso delle tabelle di prova fu accantonato.

In una classe di ritardati, dove l'insegnante prendeva nota da parecchi anni dei difetti della vista dei bambini, si eraconstatato che la loro vista era andata gradatamente peggiorando col passare degli anni scolastici. Però, essi cominciarono amigliorare appena fu introdotta la tabella di prova. Venne allora un medico del locale ufficio d'igiene il quale esaminò gliocchi dei bambini e mise gli occhiali a tutti, anche a quelli che avevano una vista abbastanza buona. Fu allora interrotto l'usodella tabella, perché l'insegnante non credette che fosse il caso di intervenire quando i ragazzi portavano gli occhialiprescritti da un medico.

Però in breve tempo i ragazzi cominciarono a perdere, rompere o dimenticare gli occhiali. Alcuni dissero che portandoliavevano mal di capo, o che si sentivano meglio senza. Dopo circa un mese la maggior parte degli scolari veniva a scuolasenza occhiali. L'insegnante allora si credette in diritto di riesumare la tabella di prova. I vantaggi furono immediati. Lavista e le reazioni mentali dei bambini migliorarono simultaneamente, e presto parecchi furono ammessi nelle classiregolari, perché fu riconosciuto che progredivano nei loro studi molto meglio degli altri.

Un'altra maestra fece una relazione di un'esperienza ugualmente interessante. Aveva una classe di bambini che nonriuscivano ad avanzare alle classi superiori. Molti erano indietro negli studi, altri erano infingardi, e tutti avevano vistadifettosa. Una tabella fu messa nella classe dove tutti i bambini potevano vederla, e l'insegnante si attenne letteralmente allemie istruzioni. In capo a sei mesi tutti i bambini, eccetto due, avevano vista normale, e anche quei due avevano avuto undeciso miglioramento, mentre il più incorreggibile e il più gran fannullone era diventato uno dei ragazzi diligenti.L’incorreggibile, che prima si rifiutava di studiare, perché, diceva, gli veniva mal di testa a guardare nel libro o alla lavagna,trovò che la tabella, in qualche modo, gli faceva molto bene; e sebbene l’insegnante gli chiedesse di leggerla solo una voltaal giorno, la leggeva ogni qual volta si sentiva male. Il risultato fu che in poche settimane la sua visione era diventatanormale e il suo rigetto per lo studio era sparito. Il fannullone aveva l’abitudine di stare a casa da scuola due o tre giorni allasettimana e né i suoi genitori né l’ufficiale fannullone non riuscivano a farci niente. Con grande sorpresa del suo insegnantenon mancò nemmeno un giorno dopo aver iniziato a leggere la tabella di Snellen. Quando chiese una spiegazione, gli disseche quello che l’aveva allontanato dalla scuola era il dolore che provava negli occhi quando provava a studiare, o a leggerele scritte sulla lavagna. Dopo la lettura della tabella, disse, i suoi occhi e la testa erano riposati ed era capace di leggeresenza fastidio.

Per togliere ogni dubbio che potesse sorgere sulla causa del miglioramento notato nella vista dei bambini, furono fattiesperimenti comparativi con e senza le tabelle di prova. In un caso sei scolari con vista difettosa furono esaminatigiornalmente per una settimana senza l'ausilio della tabella. Non si verificò alcun miglioramento. Fu rimessa la tabella alsuo posto e fu detto al gruppo di esercitarsi a leggerla ogni giorno. Dopo una settimana tutti erano migliorati e cinqueavevano una completa vista normale. Si ebbe un risultato simile con un altro gruppo di ritardati. Durante la settimana in cuinon fu usata la tabella, non ci fu alcun miglioramento, ma dopo una settimana di esercizi di visione da lontano con latabella, tutti mostrarono un notevole miglioramento e alla fine del mese tutti erano normali.

Affinché non ci fossero questioni sull'affidamento che potevano dare le dichiarazioni degli insegnanti, alcuni direttoriscolastici pregarono l'ufficio d'igiene di mandare un ispettore per esaminare la vista degli scolari, e quando questo fu fatto siconstatò che le dichiarazioni corrispondevano a verità.

Un giorno mi trovavo nella città di Rochester e mentre ero lì mi recai a visitare il soprintendente delle scuole pubbliche alquale parlai del mio metodo per prevenire la miopia. S'interessò molto alla cosa e m'invitò a introdurre il metodo in una diquelle scuole. Dopo tre mesi ricevetti una relazione dalla quale si rilevava che la vista di tutti gli scolari era migliorata,mentre molti avevano addirittura acquisito una vista normale in tutti e due gli occhi. Ma anche qui il sistema finì con l'essereabbandonato, com'era accaduto a New York City.

Il metodo è stato usato in molte altre città e sempre con lo stesso buon risultato: molti bambini hanno recuperato la vistanormale in pochi minuti, o giorni, o settimane, o mesi.

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È difficile dimostrare una proposizione negativa, ma poiché il metodo ha migliorato l'acutezza visiva di tutti i bambiniche lo hanno usato, ne consegue che nessuno avrebbe potuto peggiorare. Perciò è ovvio che deve aver prevenuto la miopia.

Questo non può esser detto a proposito di qualsiasi altro metodo che sia stato sperimentato nelle scuole con lo scopo diprevenire la miopia. Tutti gli altri metodi sono basati sull'idea che è l'uso eccessivo degli occhi per il lavoro da vicino checausa la miopia, e tutti quanti si sono risolti in un insuccesso.

È anche ovvio che il metodo deve aver prevenuto altri difetti di rifrazione, un problema che prima non era mai statoconsiderato seriamente, perché si supponeva che l'ipermetropia fosse congenita e fino a non molto tempo fa lo stesso siriteneva dell'astigmatismo. Nondimeno, chiunque sappia come si adopera il retinoscopio, può dimostrare in pochi minutiche tutt'e due queste condizioni sono acquisite; giacché per quanto un occhio possa essere astigmatico o ipermetrope la suavista diventa sempre normale quando guarda una superficie vuota senza cercare di vedere. Si può anche dimostrare chequando ai bambini si insegna a leggere, scrivere, disegnare, cucire o altro che richiede che essi guardino da vicino unoggetto insolito, l'ipermetropia o l'astigmatismo ipermetrope si producono sempre. Lo stesso è vero per gli adulti.

Questi fatti servono ad affermare nella maniera più assoluta che i bambini hanno bisogno, prima di tutto, dell'educazionedell'occhio. Devono poter guardare lettere od oggetti insoliti da vicino senza sforzo prima di fare qualsiasi progresso neiloro studi, e in ogni caso in cui si è tentato l'esperimento si è visto che lo scopo si otteneva con l'esercizio quotidiano dellavisione a distanza a mezzo della tabella. Quando in questo modo è stata migliorata la visione, da lontano, i bambiniriusciranno invariabilmente a usare senza sforzo gli occhi per vedere da vicino.

Il metodo è sempre riuscito meglio quando l'insegnante non portava occhiali. Non solo i bambini imitanoinvolontariamente il modo di guardare dell'insegnante che porta gli occhiali, ma la tensione nervosa, di cui la vista difettosaè un'espressione, produce in loro una condizione simile. In classi dello stesso grado, con uguale illuminazione, la vista deibambini i cui maestri non portavano occhiali è sempre stata migliore di quella dei bambini che avevano insegnanti che liportavano. Esaminai una volta la vista di certi bambini che avevano una maestra con gli occhiali, e la trovai moltoimperfetta. La maestra uscì dalla stanza non so per che cosa, e io esaminai di nuovo gli occhi dei bambini. I risultati furonomolto migliori.

Quando la maestra tornò, mi chiese della vista di un certo bambino, un tipo molto nervoso, e mentre io lo esaminavo leigli era davanti e gli disse: “Quando il dottore ti dice di leggere la tabella, leggila.” Il bimbo non vide nulla. Allora la maestrasi mise dietro di lui e il risultato fu lo stesso di quando ella aveva lasciato la stanza. Il bambino lesse tutta la tabella.

Potrebbero essere ottenuti risultati anche migliori se potessimo riorganizzare il sistema educativo su base razionale.Potremmo aspettarci un ritorno generale alla primitiva acutezza di visione di cui ci meravigliamo così tanto quando neleggiamo nei ricordi dei viaggiatori. Ma anche sotto le condizioni esistenti è stato provato senza ombra di dubbio che glierrori di rifrazione non sono parte necessaria del prezzo che dobbiamo pagare per l’educazione.

Ci sono oggi nelle scuole degli Stati Uniti almeno dieci milioni di bambini che hanno vista difettosa. Questa condizioneimpedisce loro di trarre tutti i vantaggi che dovrebbero ricavare dall'istruzione che viene impartita a cura dello Stato, nuocealla loro salute e fa si che il denaro dei contribuenti sia in parte sprecato. Continuando in tal modo, sarà una spesa e unostacolo per quei ragazzi per tutta la loro vita. In molti casi sarà fonte di continua pena e sofferenza. Eppure praticamentetutti questi casi potrebbero essere alleviati e si potrebbe prevenire lo svilupparsi di casi nuovi senza ricorrere a cure piùcomplicate tranne quella della quotidiana lettura di una tabella di prova.

Perché i nostri figli dovrebbero essere costretti a soffrire ed a portare gli occhiali per mancanza di questa semplice misuraatta a dar loro sollievo? Non costa quasi nulla. In molti casi, infatti, non occorre neppure procurarsi la tabella di provaperché queste vengono già usate per esaminare la vista dei bambini. Non è un altro compito per gli insegnanti perché colmigliorare la vista, la salute e le disposizioni mentali dei loro scolari, le loro fatiche vengono alleviate. Inoltre, nessuno puòosare di dire che la cosa possa essere minimamente nociva. Perché allora si dovrebbe esitare a introdurle nelle scuole? Se cifosse ancora bisogno di ricerche addizionali e di discussione, possiamo ricercare e discutere prima e dopo aver dato tabelleai bambini, e adottando questo metodo non dovremo correre il rischi di condannare senza appello un’altra generazione allamaledizione che fino adesso ha sempre seguito i passi in avanti della civiltà, e per inciso, la cattiva visione. Mi appello atutti coloro che leggono queste righe perché usino qualsivoglia influenza in loro possesso per ottenere questo fine.

ISTRUZIONI PER L'USO DELLA TABELLA DI PROVAPER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLA VISTA IMPERFETTA NELLE SCUOLE

La tabella è sospesa permanentemente a una parete dell'aula, e ogni giorno i bambini leggono silenziosamente le letterepiù piccole che riescono a vedere dai loro posti, con un occhio per volta, coprendosi l'altro col palmo della mano evitando dipremere il globo oculare. Non occorre molto tempo per questo e l'esercizio è sufficiente per migliorare la vista di tutti ibambini in una settimana e per eliminare in qualche mese, o un anno o più, tutti i vizi di rifrazione.

I bambini che hanno accentuati difetti di vista debbono leggere la tabella più frequentemente. Quelli che portano occhialinon si occuperanno di questo esercizio, poiché si suppone che siano sotto la cura di un medico, e l'esercizio è di poco o nullagiovamento quando si portano gli occhiali.

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27 - PREVENZIONE E CURA NELLE SCUOLE: UN METODO CHE HA AVUTO SUCCESSO - W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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Pur non essendo essenziale, è pero un gran vantaggio tenere nota del grado di acutezza visiva di ogni scolaro quando sicomincia a usare il metodo, e più tardi riesaminarlo a intervalli opportuni – annualmente o più spesso. Questo può esserefatto dall'insegnante.

Le note debbono portare il nome e l'età di ogni ragazzo, il grado di acutezza visiva di ogni occhio provato a 6 metri, e ladata. Per esempio:

John Smith, dieci anni, l5 settembre l919O. D. (visione dell'Occhio Destro) 20/40O. S. (visione dell'Occhio Sinistro) 20/20

John Smith., undici anni, l2 gennaio l920.O. D. 20/30O. S. 20/15

Una certa dose di sorveglianza è assolutamente necessaria. Almeno una volta l'anno, la classe dovrebbe essere visitata dauno che sia al corrente del metodo per rispondere alle domande, incoraggiare gli insegnanti a continuare l'uso del metodo, efare una specie di relazione alle autorità scolastiche e mediche. Ma non occorre che né l'ispettore, né gli insegnanti, né ibambini conoscano qualche cosa concernente la fisiologia dell'occhio.

Note:1 Bates: The prevention of Myopia in School Children, N.Y. Med. Jour., 29 Luglio 19112 Bates, Myopia Prevention by Teachers, N. Y. Med. Jour., 30 Agosto, 1913,

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CAPITOLO XXVIII

LA STORIA DI EMILY

L’efficacia del metodo di trattamento della vista imperfetta senza occhiali presentato in questo libro è stata dimostrato inmigliaia di casi, non solo nella mia pratica privata ma in molte persone delle quali non ho mai sentito parlare; perché quasitutti i pazienti, quando sono curati, proseguono a curare altri.

A un incontro sociale una sera una signora mi disse che aveva incontrato un numero dei miei pazienti; ma quando avevamenzionato i loro nomi ho trovato che non ne ricordavo nessuno e lo disse.

“Questo è perché li cura tramite il prossimo”, disse.“Non cura direttamente Mrs Jones o Mrs. Brown ma ha curato Mrs. Smith e Mrs. Smith ha curato le altre signore. Non ha

curato Mr. e Mrs. Simpkins o la madre di Mr. Simpkins e il fratello ma può ricordare di aver curato il figlio di Mr. Simpkinsdi strabismo, e lui ha curato il resto della famiglia.”

Nelle scuole dove le tabelle di Snellen sono state usate per prevenire e curare la vista imperfetta, i bambini, dopo che sonostati curati, spesso mettono in pratica l’oftalmologia con il più grande entusiasmo e successo, curando i loro compagni, iloro genitori e i loro amici. Fanno una specie di gioco del trattamento, e il progresso di ciascun caso scolastico è osservatocon grande e intenso interesse da tutti i bambini. In un giorno luminoso, quando i pazienti vedevano bene, c’era una grandegioia, e in un giorno buio c’era una corrispondente depressione. Una bambina curò ventisei bambini in sei mesi; un’altra necurò dodici in tre mesi; una terza sviluppò una varia pratica oftalmologica, e fece cose dei quali praticanti più vecchi e conpiù esperienza sarebbero andati fieri. Andando a scuola dove frequentava un giorno, chiesi a questa bambina della suavista, che era stata molto imperfetta. Rispose che era molto buona e che i suoi mal di testa se ne erano andati. Ho testato lasua vista e l’ho trovata normale. Poi un altro bambino la cui vista era stata molto carente parlò

“Anch’io riesco a vedere tutto bene” disse. “Emily” indicando la prima “mi ha curato”.“Davvero!” risposi. “Come ha fatto”?La seconda bambina spiegò che Emily le aveva fatto leggere la tabella che non riusciva a vedere del tutto dal fondo della

stanza, a distanza di poche decine di cm. Il giorno dopo l’aveva spostata un po’ più indietro e così via, finché la paziente erastata in grado di leggerla dal fondo della stanza, come faceva ogni altro bambino. Emily ora le diceva di coprire l’occhiodestro e leggere la tabella con il sinistro e entrambe le bambine erano considerevolmente sconvolte a scoprire che l’occhioscoperto era apparentemente cieco. Il preside fu consultato e disse che non si poteva far nulla. L’occhio era stato cieco dallanascita e nessun trattamento avrebbe funzionato.

Non spaventata, comunque Emily fece il trattamento. Disse alla paziente di coprire il suo occhio buono e di andare vicinoalla tabella e alla distanza di un piede o meno fu trovato che poteva leggere anche le lettere piccole. La piccola praticantepoi procedette con confidenza con l’altro occhio, e dopo molti mesi di pratica la paziente divenne la felice possessore divista normale in entrambi gli occhi. Il caso era, in fatti di semplice alta miopia, e il medico scolastico che non era unaspecialista, non aveva distinto la differenza dalla condizione di cecità.

Nella stessa classe c’era una bambina con cataratta congenita, ma nell’occasione della mia visita il difetto era scomparso.Anche questo era opera di Emily. Il medico scolastico diceva che non c’era speranza per questo occhio tranne chel’operazione, e siccome la vista dell’altro occhio era abbastanza buona, fortunatamente non aveva pensato fosse necessariodi farlo così presto. Emily prese il caso nelle sue mani. Fece mettere la paziente vicino alla tabella, dove, con l’occhio buonocoperto, non era capace di vedere neanche la grande C. Emily ora teneva la tabella tra la paziente e la luce e la muovevaavanti e indietro. Alla distanza di tre o quattro piedi questo movimento poteva essere osservato indistintamente dallapaziente. La tabella fu poi mossa indietro, finché la paziente divenne capace di vederla muovere a dieci piedi e di vederealcune delle lettere più grandi indistintamente a una distanza minore. Finalmente, dopo sei mesi, divenne capace di leggerela tabella con l’occhio malato come con l’occhio sano. Dopo avere testato la sua vista trovandola normale in entrambi gliocchi dissi a Emily:

“Sei un fantastico dottore. Li batti tutti. Hai fatto qualcos’altro?”La bambina arrossì e girandosi verso un’altra compagna disse:“Mamie, vieni qui.”Mamie venne avanti e guardai i suoi occhi, non sembrava esserci niente di malato in loro.“L’ho curata” disse Emily“Di cosa?”chiesi.“Occhi incrociati.” Disse Emily“Come?” chiesi con grande stupore.Emily descrisse una procedura molto simile a quella adottata nell’altro caso. Trovando che la vista degli occhi incrociati

era molto debole, così debole che, invece quella povera Mamie non sembrava niente al confronto, il corso ovvio d’azione lesembrò lo ristabilimento della vista; e, non avendo mai letto letteratura medica, non sapeva che era impossibile. Così andò

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avanti. Fece coprire a Mamie il suo occhio buono e fece pratica con la malata a casa e a scuola finchè alla fine divennenormale e l’occhio dritto. Il medico scolastico voleva che le fossero operati gli occhi, mi dissero, ma fortunatamente Mamiefu spaventata e non acconsentì. E eccola qui con due occhi perfetti e dritti.

“Qualcos’altro?” chiesi, quando era stato illustrato il caso di Mamie. Emily arrossì di nuovo e disse:“C’è Rose. I sui occhi le facevano sempre male e non poteva vedere nulla alla lavagna. Aveva mal di testa così forti che

doveva stare a casa da scuola ogni tanto. Il dottore le aveva dato occhiali ma non l’avevano aiutata e non li aveva messi.Quando ci hai detto che la tabella avrebbe aiutato i nostri occhi mi diedi da fare con lei. Avevo letto la tabella da vicino epoi la spostai avanti e ora riesce a vedere bene e la sua testa non fa più male. Viene a scuola ogni giorno e ti ringraziamotutti molto.”

Questo fu un caso di astigmatismo composto ipermetropicoQueste storie possono moltiplicarsi indefinitivamente. Il record sbalorditivo di Emily non può forse essere ripetuto ma

cure più modeste da pazienti curati sono state numerose e servono a mostrare che i benefici del metodo di prevenire e curarei difetti di visione nella scuola che sono presentati nel capitolo seguente si diffonderanno. Non solo errori di rifrazionesaranno curati, ma molti più difetti seri; e non solo i bambini saranno aiutati ma anche le loro famiglie e gli amici.

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CAPITOLO XXIX

MENTE E VISTA

La cattiva vista è una delle maggiori cause di ritardo nelle scuole. Si stima (1) che possa essere a ragione ritenutaresponsabile di un quarto degli abituali “ritardi” e si pensa comunemente che tutto ciò possa essere evitato da occhiali adatti.

Vi è molto di più sotto una visione difettosa, comunque, che la mera incapacità di vedere la lavagna o di usare gli occhisenza dolore o fastidio. La visione difettosa è il risultato di una condizione anormale della mente. Gli occhiali messi ad unbambino, possono qualche volta neutralizzare l'effetto di tale condizione sugli occhi, e dando un senso di maggiore agioall'individuo possono migliorare fino a un certo punto le facoltà mentali; ma in questo modo noi non alteriamo la condizionedella mente, e facendola perseverare in una cattiva abitudine, non possiamo che peggiorarla.

Si può facilmente dimostrare che la memoria è tra le facoltà della mente quella che migliora quando la vista è migliorata;e poiché gran parte del procedimento educativo si basa sull'immagazzinare nella mente un gran numero di fatti, e siccometutti gli altri processi mentali dipendono dalla cognizione dei fatti, è facile vedere quale scarso miglioramento vengaraggiunto semplicemente col mettere gli occhiali a una persona che “ha gli occhi che non vanno bene.”

La memoria straordinaria dei popoli primitivi è stata attribuita al fatto che, per l'assenza di qualsiasi mezzo atto aricordare i fatti scrivendoli, bisognava che essi si adattassero soltanto della loro memoria che in rapporto con questanecessità era lucidissima. Ma visto ciò che sappiamo dei rapporti fra la memoria e la vista possiamo agevolmente dedurreche la buona memoria dell'uomo primitivo era dovuta alla stessa causa della sua vista acuta e, cioè, al riposo della mente.

La memoria primitiva, come l’acutezza della vista dei primitivi, è stata trovata fra persone civilizzate e se fossero statifatti i necessari esperimenti si sarebbe indubbiamente trovato che entrambe vanno sempre assieme, come in un caso che miè accaduto di osservare. Il soggetto era una giovane con una vista così straordinaria che vedeva i satelliti di Giove a occhionudo, cosa che fu dimostrata dal diagramma che ella disegnò e che corrispondeva esattamente al diagramma fatto da chi siera servito di un telescopio.

La sua memoria era altrettanto notevole. Era capace di recitare l'intero contenuto di un libro dopo averlo letto, come sidice che facesse Lord Macaulay, che imparò più latino in pochi giorni e senza insegnante di quanto ne aveva imparato invari anni sua sorella che aveva sei diottrie di miopia. Ricordava quello che aveva mangiato al ristorante cinque anni prima, eil nome del cameriere, la strada e il numero civico della casa. Ricordava anche che abito portava in quell'occasione e gliabiti di tutte le altre persone che erano a quel pranzo. Lo stesso era per ogni altro avvenimento che avesse destato il suointeresse in un modo qualsiasi, e in famiglia si divertivano a chiederle qual era stata la lista dei cibi e gli abiti degli invitatinell'una o nell'altra occasione.

Quando due persone hanno vista diversa, si è constatato che anche la loro memoria differisce esattamente nello stessogrado. Due sorelle, una delle quali aveva generalmente una buona vista, indicata dalla formula 20/20, mentre l'altra l'avevamigliore a 10/20, constatarono che il tempo occorrente a ciascuna di loro per imparare a memoria otto versi di una poesiadifferiva esattamente nella stessa proporzione della loro vista. Quella che l'aveva migliore li imparava in quindici minutimentre all'altra ne occorrevano trentuno.

Dopo aver praticato il palming, quest'ultima imparò altri otto versi in ventun minuti e l'altra riuscì a ridurre il suo tempodi soli due minuti, variazione che era evidentemente nei limiti del difetto di rifrazione. In altri termini, la mente di quellacon vista migliore era già in condizione normale o quasi e quindi essa non poteva migliorarla di molto col palming, mentrela prima, la cui mente non era in riposo ma in stato di tensione, acquistò il rilassamento col palming e perciò poté migliorarela sua memoria.

Anche quando la differenza di visione è fra i due occhi di una stessa persona, si può dimostrare, come rilevato nel Cap.“memoria come aiuto alla visione”, che c’è una corrispondente diversità di memoria, a seconda che gli occhi siano entrambiaperti o che il migliore sia chiuso. La memoria non può essere costretta più di quanto possa essere costretta la vista.Ricordiamo senza sforzo, così come vediamo senza sforzo, e più cerchiamo di ricordare e di vedere, meno ci riusciamo.

Ricordiamo le cose che ci interessano, e la ragione per cui abbiamo difficoltà a impararne altre è che esse ci annoiano. Quando una cosa ci annoia la nostra vista peggiora, giacché la noia e una condizione di sforzo mentale nella quale è

impossibile all’occhio di funzionare normalmente. Alcuni dei vari tipi di costrizione ora impiegati nel processo educativo possono avere l’effetto di svegliare l’interesse.

L’interesse di Betty Smith di vincere un premio, per esempio, o solamente di far meglio di Johnny Jones, può avere l’effettodi risvegliare il suo interesse per lezioni che fino a quel momento l’avevano annoiata, e questo interesse può svilupparsi inun interesse genuino nell’acquisizione di conoscenza; ma questo non può essere detto dei vari incentivi paurosi cosìlargamente usati dagli insegnanti. Questi, al contrario, hanno l’effetto, di solito, di paralizzare completamente menti giàafflitte da mancanza di interesse, e l’effetto sulla visione è ugualmente disastroso.

La ragione fondamentale della cattiva memoria e della cattiva visione negli scolari è, in breve, nel nostro sistemaeducativo irrazionale e innaturale. La Montessori ci ha insegnato che è solo quando il bambini sono interessati possonoimparare. È ugualmente vero che è solo quando sono interessati che possono vedere. Questo fatto fu chiaramente illustrato

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nel caso di una delle due sorelle menzionate sopra, Phebe, dalla vista buona, che poteva ripetere a memoria un intero libroquando questo l'aveva interessata. Ma aveva una grande antipatia per la matematica e l'anatomia, e non solo non riusciva aimpararle ma quando le si presentavano alla mente essa diventava miope. Leggeva lettere di mezzo centimetro a 6 metri conluce scarsa, ma quando le si chiedeva di leggere numeri alti tre o quattro centimetri a 3 metri di distanza e con buona luce nesbagliava la metà. Se le si diceva di sommare due e tre, cominciava col dire quattro e poi si decideva per cinque, e per tuttoil tempo in cui si occupava di questo antipatico soggetto il retinoscopio mostrava che era miope. Le chiesi di guardare nelmio occhio con l'oftalmoscopio e non vide nulla, quantunque per vedere nell'interno dell'occhio basti un grado di vistamolto più basso di quello che occorre per vedere i satelliti di Giove.

Per prendere il caso opposto, citeremo quello della giovane miope Isabel, la quale aveva una vera passione per lamatematica e l'anatomia ed eccelleva in questi studi. Imparò a usare l'oftalmoscopio con la stessa facilita con cui Phebeaveva imparato il latino. Quasi immediatamente vide il nervo ottico e notò che il centro era più bianco della periferia. Videle linee più chiare, le arterie; e quelle più scure, le vene; e le minute strisce più pallide sui vasi sanguigni. Alcuni specialistinon sono mai riusciti in questo e nessuno ha mai potuto farlo se non aveva vista normale. Perciò la vista di questa giovanedoveva essere temporaneamente normale mentre faceva questo esame. Leggeva poi i numeri, sebbene la sua vista non fossenormale, meglio delle lettere.

In ambo i casi l'abilita di imparare e quella di vedere procedevano di pari passo con l'interesse per l'argomento. Phebepoteva leggere caratteri di stampa piccolissima e ripetere senza esitazioni quello che aveva letto e vedere i satelliti di Giovee disegnare il diagramma di essi, perché tutto questo la interessava; ma non riusciva a vedere l'interno dell'occhio, né adistinguere i numeri come distingueva le lettere, perché questo la annoiava. Ma quando le fu suggerito che sarebbe stato unbello scherzo da fare alle sue insegnanti, che le rimproveravano sempre la sua negligenza in matematica, ottenere un buonpunto ai prossimi esami, il suo interesse per la matematica si ridestò ed essa riuscì a imparare abbastanza da strappare unvoto molto superiore alla media.

Nel caso di Isabel, erano invece le lettere che non interessavano. E siccome quasi tutte le materie dovevano essere lette,essa le trascurava ed era diventata abitualmente miope. Ma quando doveva guardare oggetti che fortemente la interessavano,la sua vista diventava normale.

Insomma, quando un individuo non è interessato, la sua mente non è controllata, e senza controllo mentale non si può néimparare né vedere. Non solo la memoria ma tutte le altre facoltà mentali migliorano quando la vista diventa normale. È unfatto assodato che le persone guarite dai loro difetti di vista trovano sempre che la loro abilita nel compiere il proprio lavoroè aumentata.

L’insegnante la cui lettera è citata in un capitolo posteriore certificò che dopo aver ottenuto una vista perfetta “sapevacome meglio arrivare alla mente degli allievi,”, era “ più diretta, più definita, meno diffusa, meno vaga”, possedeva infatti,“una fissazione centrale della mente”. In un’altra lettera disse: “più migliora la mia vista più è alta la mia ambizione. Neigiorni nei quali la mia vista è migliore ho maggior urgenza di fare le cose.”

Un’altra insegnante riportò che uno dei suoi allievi di solito stava seduto a far niente tutto il giorno e non appariva avereinteresse in niente. Dopo che la tabella fu introdotta nell’aula e la sua vista fu migliorata, divenne ansioso di imparare, ediventò velocemente uno dei migliori studenti della classe. In altre parole, i suoi occhi e la sua mente divennero normalicontemporaneamente.

Un contabile settantenne che da quarant'anni portava gli occhiali trovò che dopo avere acquistato vista normale abolendogli occhiali, poteva lavorare più rapidamente e con maggiore precisione e minor fatica di prima. Durante la stagione dellavoro più intenso o quando mancavano gli altri impiegati, egli lavorava talvolta per qualche settimana dalle sette delmattino alle undici di sera, e insisteva col dire che si sentiva meno stanco alla sera che al mattino, quando iniziava il lavoro.Prima, benché lavorasse normalmente come gli altri, si sentiva sempre molto stanco. Notò anche un miglioramento nel suocarattere. Essendo da tanti anni in quell'ufficio, ed essendo per conseguenza al corrente di molte delle faccende riguardanti isuoi colleghi, spesso gli veniva chiesto il suo consiglio. Queste interruzioni, prima che la sua vista diventasse normale, glidavano molto fastidio e spesso lo facevano andare in collera. Dopo, non gli provocavano più irritazioni di sorta.

In un altro caso, sintomi di pazzia furono mitigati quando la vista ridivenne normale. Un medico che era già stato visitato da parecchi neurologi e oftalmologi venne da me, non perché avesse fede nei miei

metodi ma perché gli sembrava che non gli rimanesse più altro da fare. Portò con sé un'intera collezione di occhiali che glierano stati prescritti da diversi medici, e non un paio era uguale all'altro. Mi disse che aveva portato gli occhiali per varimesi alla volta senza vantaggio, e poi li aveva smessi ma non gli sembrava di star peggio. La vita all'aria aperta neppure gliaveva giovato. Dietro consiglio di alcuni eminenti neurologi aveva persino rinunciato da un paio d'anni alla sua professioneandando a vivere in campagna, ma queste vacanze non gli erano servite a niente.

Gli esaminai gli occhi e non trovai alcun difetto organico né errore di rifrazione. Eppure la sua acutezza visiva inentrambi gli occhi era tre quarti del normale ed egli soffriva di visione doppia e di altri disturbi visivi. Gli accadeva divedere le persone a testa in giù e di vedere dei diavoletti che ballavano sulla sommità di edifici alti. Soffriva anche di altreillusioni ottiche così numerose da non poter esser tutte menzionate qui. La sera vedeva talmente poco che stentava a trovarela strada, e quando percorreva una strada di campagna gli sembrava di veder meglio quando volgeva gli occhi da una parte

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all'altra, vedendo con la coda dell'occhio anziché col centro. Ad intervalli vari, senza preavviso a senza perdita di coscienza,aveva degli attacchi di cecità. Questo rappresentava un enorme inconveniente per lui, perché faceva il chirurgo, con unavasta clientela che gli rendeva molto, e temeva che gli sopravvenisse un attacco mentre operava.

La sua memoria era molto labile. Non ricordava il colore degli occhi di nessuno dei membri della sua famiglia, sebbeneda anni li vedesse quotidianamente. Né ricordava il colore della sua casa, il numero delle stanze ai vari piani o altriparticolari. Ricordava con difficoltà o non ricordava affatto i visi e i nomi dei clienti e degli amici.

La cura di quest'uomo si dimostrò da principio assai difficile, prima di tutto perché egli aveva un'infinità di idee sbagliateintorno all'ottica fisiologica in generale e al suo caso in particolare. Insistette per discutere tutto questo, e le discussioni nongli giovarono. Ogni giorno parlava e discuteva per ore e ore. Aveva una logica straordinaria, apparentemente inconfutabile,eppure sbagliata.

La sua fissazione eccentrica aveva un grado così elevato che quando egli guardava a un punto a quarantacinque gradidalla tabella di prova vedeva la grande C perfettamente nera come quando la guardava direttamente. Lo sforzo di far questoera tremendo e produceva grande astigmatismo, ma il paziente non ne era cosciente e non riusciva a convincersi che in quelsintomo ci fosse qualche cosa di anormale. Se vedeva le lettere, diceva, era naturale che le vedesse nere com'eranorealmente, non essendo daltonico. Finalmente riuscì a sviare lo sguardo da una delle lettere piccole della tabella di prova e avederla peggio di quando la guardava direttamente. Ci vollero otto o nove mesi per arrivare a questo, ma quando ci riuscì ilpaziente disse che gli sembrava di essersi tolto dalla mente un gran peso. Provava un meraviglioso senso di riposo e didistensione in tutto il corpo.

Quando gli fu chiesto di ricordare il nero con gli occhi chiusi e coperti disse che non poteva farlo, vedeva tutti i colorimeno il nero che è quello che si dovrebbe vedere normalmente quando il nervo ottico non è stimolato dalla luce. Era statoperò un giocatore entusiasta di calcio quando era in collegio, e finalmente riuscì a ricordare un pallone nero. Gli dissi diimmaginare che quella palla fosse stata gettata in mare e portata al largo dalla corrente, diventando sempre più piccola manon meno nera. Riuscì a far questo, e la tensione diminuì con l'allontanarsi della palla finché questa divenne piccola comeun punto fermo di un carattere tipografico di un giornale e poi scomparve completamente. Il sollievo continuò finché ilpaziente ricordò il punto nero, ma siccome non poteva ricordarlo continuamente, gli suggerii un altro metodo per acquistareun sollievo permanente. Si trattava di rendere la sua vista volontariamente peggiore, progetto contro il quale protestò conenergia.

“Dio mio” esclamò. “Come se la mia vista non fosse già abbastanza cattiva per cercare anche di peggiorarla!” Però, dopo una settimana di discussioni, acconsentì a fare l'esperimento, e il risultato fu molto soddisfacente. Dopo avere

imparato a vedere due o tre lampade quando ve n'era una sola, sforzandosi di vedere un punto al di sopra della lampada macercando di vedere in pari tempo anche questa, come quando la guardava direttamente, riuscì ad evitare lo sforzoincosciente che produceva la visione doppia e multipla e non fu più disturbato da queste immagini superflue. Nello stessomodo furono impedite altre illusioni visive.

Una delle ultime illusioni a scomparire fu la sua convinzione che occorresse uno sforzo per ricordare il nero. La sualogica su questo punto era schiacciante, ma dopo molte dimostrazioni si convinse che non occorreva sforzo alcuno, equando fu persuaso di questo, tanto la sua vista quanto le sue condizioni mentali ebbero immediato miglioramento.

Finalmente fu in grado di leggere a 20/l0 o più, e malgrado avesse oltre cinquantacinque anni leggeva anche caratteripiccolissima a distanza variabile da quindici a sessanta centimetri. La quasi cecità notturna ebbe sollievo, gli attacchi dicecità diurna cessarono ed egli mi disse il colore degli occhi di sua moglie dei suoi bambini. Un giorno mi dichiarò:

“ La ringrazio, dottore, di ciò che ha fatto per la mia vista, ma non ci sono parole per esprimere la mia gratitudine perquello che ha fatto per la mia mente.”

Qualche anno dopo venne a trovarmi per dirmi che non c’era stata alcuna ricaduta. Da tutti questi fatti si può vedere che i problemi della vista sono strettamente connessi con quelli della mente più di

quanto sembri, e che non possono in alcun modo essere risolti mettendo davanti agli occhi dei bambini delle lenti concave,convesse o astigmatiche.

Note1 School Health News, pubblicato dal dipartimento della salute di New York, Febbraio 1919

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30 - VISTA NORMALE E SOLLIEVO DAL DOLORE PER SOLDATI E MARINAI - W. H. Bates - La cura della vista imperfetta per mezzo del trattamento senza occhiali -

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CAPITOLO XXX

VISTA NORMALE E SOLLIEVO DAL DOLORE PER SOLDATI E MARINAI

La grande guerra è finita e tra milioni di uomini coraggiosi che hanno lasciato le loro vita nel crudele conflitto ce n’eranoalcuni che pensavano che quello che stavano facendo era perché non ci fossero più guerre. Ma la terra è ancora piena diguerre e attese di guerra e nei paesi dei vittoriosi alleati lo spirito del militarismo è rampante. Negli Stati Uniti siamo spinti aincrementare le spese navali e militari è vi è una forte domanda di preparazione militare universale.

Se sia necessario per noi unirci alla corsa agli armamenti che risulta nella terribile convulsione attraverso la quale siamoappena passai è una domanda che non deve essere posta qui; se se lo stiamo facendo, dobbiamo avere soldati e marinai convista normale; se lo otteniamo non avremmo dato vita al militarismo e al navalismo insieme invano.

Dopo che gli Stati Uniti sono entrati nella recente guerra ho avuto il privilegio di far sì’ che molti giovani uomini che nonerano in grado di presentare i requisiti visivi per l’ammissione all’esercito e alla marina o per rami specifici di questi servizia ottenere una visione normale; e non vedendo ragione perchè questi benefici dovrebbero esser confinati a pochi, ho offertoal General Surgeon dell’esercito un programma tramite il quale, con meno problemi e spese che coinvolgendo il servizioottico dal quale eravamo dipendenti per rendere i peggiori portatori di difetti visivi pronti per servire al fronte, la visionenormale senza occhiali sarebbe stata assicurata a tutti i soldati e marinai. Questo piano non era stato adottato e ora lopresento con qualche modifica per il pubblico nella speranza che abbastanza gente veda il suo valore militare per assicurarela sua adozione.

Se dobbiamo avere un addestramento militare universale dobbiamo considerare, come le nazioni dell’Europa hanno fatto,che è necessario prendere misure per fornire materiale adatto a questo addestramento. In Europa questa necessità ha creatoun estensivo sistema di cura dei bambini ma in questo libro siamo preoccupati della questione della vista. Nella primacoscrizione per la recente guerra la vista difettosa fu la più grande causa singola per il rifiuto all’arruolamento, mentre inaltre coscrizioni divenne una delle tre maggiori cause soltanto per un enorme abbassamento di un già abbastanza bassostandard. Tuttora non c’è alcun impedimento alla crescita di un esercito che non possa essere facilmente rimosso. Sevogliamo che i nostri figli crescano grandi abbastanza per essere soldati, senza perdere la maggior parte dei denti osviluppare piedi piatti e schiene curve prima che raggiungano l’età militare, dobbiamo prendere alcuni accorgimenti, comeogni paese dell’Europa avanzata ha fatto, per fornire materiale e cibo intellettuale nelle scuole. Dobbiamo impiegare imedici scolatici a tempo pieno e pagarli abbastanza per compensare uomini di sapienza per la perdita della pratica privata.Dobbiamo anche controllare che i bambini non siano sacrificati all’ignoranza o all povertà del loro genitori prima cheraggiungano l’età scolastica. Ma per conservare la loro vista è necessario mettere tabelle di Snellen in ogni aula scolastica efar sì che i bambini le leggano ogni giorno.

Con questo semplice sistema di educazione visiva che comincia nell’asilo e si estende attraverso l’intero sistemaeducativo fino all’università e alla scuola professionale, si scoprirebbe presto che i giovani uomini di campagna, all’arrivodell’età militare, sono praticamente privi di difetti visivi.

Ma devono passare ancora degli anni prima che questi risultati felici siano raggiunti; e tutti gli occhi, più e meno, nonimporta quanto sia buona la loro visione, sono beneficiati dalla pratica giornaliera dell’arte di vedere mentre con questapratica quelle defaillance visive alle quali ogni occhio è soggetto e che sono particolarmente pericolose nelle operazionimilitari e navali sono prevenute o minimizzate. Perciò si deve offrire un sistema di educazione visiva per campi diaddestramento e il fronte. Per questo proposito il metodo usato nelle scuole deve essere modificato

Sotto le condizioni dell’attuale sistema di guerra o nelle parate dei campi di addestramento, una tabella di Snellen puòessere impraticabile, ma ci sono altre lettere, o piccoli oggetti sulle uniformi, sulle pistole, sui carri o in qualche altro postoche possono servire ugualmente bene al proposito.

Le lettere o gli oggetti che richiedono una visione di 20/20 devono essere selezionati da qualcuno a cui è stato insegnatocosa vuol dire 20/20, e gli uomini devono essere pregati di guardare queste lettere o oggetti due volte al giorno. Dopo lalettura delle lettere gli si deve ordinare di coprire gli occhi chiusi con le palme delle mani per escludere tuta la luce ericordare un colore, preferibilmente il nero, come riescono a vederlo, per mezzo minuto. Poi devono leggere le lettere dinuovo e notare il miglioramento della visione. L’intera procedura non richiederà più di un minuto. Dovrebbe essere partedell’attività regolare, notte e giorno, e gli uomini con la vista imperfetta dovrebbero essere incoraggiati a ripeterlo tantoquanto è conveniente. Non c’è bisogno di fretta; perché la visione imperfetta è uno sbarramento all’avanzamento. e escludedalle branche favorite del servizio, specie l’aviazione.

In ciascun reggimento dieci uomini dovrebbero essere sotto la supervisione di un uomo che capisce il metodo e che deveavere una vista normale senza occhiali.

Deve portare una tabella tascabile, consistente di poche piccole lettere e dovrebbe testare la visione degli uomini all’iniziodell’addestramento e poi a intervalli di tre mesi, riportando i risultati all’ufficiale medico in carica.

Poiché gli errori di rifrazione sono curabili, non si dovrebbe permettere a nessun soldati di portare occhiali; ma se l’uso diquesti ausili alla visione è permesso gli uomini che li portano non dovrebbero prendere parte gli esercizi per gli occhi poiché

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il metodo non funziona bene in queste condizioni. Quando vedranno i benefici dell’educazione visiva, comunque potrebberovolere abbandonarli e volere, senza dubbio sopportare l’inconveniente che risulta temporaneamente dall’andare senzaocchiali.

Nei collegi militari lo stesso metodo può essere usato come nelle scuole; ma un’esercitazione oculare dovrebbe formareparte delle manovre sul campo di parata, così che gli studenti possano essere preparati a usarle dopo nel campo diaddestramento o al fronte.

Per gli aviatori, impegnati in operazioni militari o civili, o se volano solo per piacere, l’educazione visiva è di particolareimportanza. Incidenti agli aviatori, anche se non sono raccontati sono facilmente spiegati quando si capisce quanto siadipendente l’aviatore dalla vista, e quanto facilmente la vista perfetta può essere persa tra gli scenari non abituali, i pericolie i disagi dell’aria.

Si supponeva che gli aviatori mantenessero il loro equilibrio nell’aria con l’aiuto dell’orecchio interno; ma è ora evidentedalla testimonianza di aviatori che si sono trovati emergere da una nuvola con un ala spezzata o anche con la loro interamacchina girata a testa in giù che l’equilibrio è mantenuto quasi interamente, se non interamente, dal senso della vista.(1)

Se l’aviatore perde la vista, perciò, è perduto e abbiamo un di quegli incidenti inenarrabili che, durante la guerra sono cosìsfortunatamente comuni nel servizio dell’aria. Tutti gli aviatori perciò dovrebbero fare pratica giornaliera leggendo letterepiccole e familiari o osservando altri oggetti piccoli e familiari, a una distanza di tre metri o più. In aggiunta, dovrebberoavere poche piccole lettere o una lettera singola sulle loro macchine a una distanza di un metro e mezzo, tre metri o più dailoro occhi, illuminandole per il volo notturno e la foschia, e dovrebbero leggerle frequentemente nell’aria. Questodiminuirebbe molto il danno dei buchi visivi con conseguente perdita di equilibrio e precipitazione.

Come è stato già sottolineato, l’educazione visiva non migliora solo la vista ma fornisce un mezzo tramite il quale dolore,fatica, sintomi di disagio e altri fastidi possono essere alleviati. Per quest’ultimo proposito è importante per soldati emarinai; e se durante la recente guerra avessero solo capito il metodo semplice e sempre disponibile di alleviare il dolorecon l’aiuto della memoria non solo molta sofferenza ma molte morti derivanti dagli effetti distruttivi del dolore sul corpo sisarebbero potute prevenire. Un soldato in un impermeabile bagnato se riesce a ricordare perfettamente il nero, saprà latemperatura dell’acqua ma non soffrirà di freddo. Sotto le stesse condizioni potrebbe soccombere da debolezza nella marciama non sentirà la fatica. Può morire di emorragia ma morirà senza dolore. Non sarà necessario dargli morfina per alleviare ilsuo dolore; e perciò ai pericoli del campo di battaglia non si aggiungerà il danno di ritornare alla vita civile sotto l’handicapdella perenne abitudine alla morfina.

Questo guaio, c’è ragione di crederlo, ha assunto enormi proporzioni durante la guerra. I tedeschi usavano un proiettileche attraversava l’osso e causava dolore inteso. Gli uomini spesso morivano di questo dolore prima che arrivasse aiuto.Quando raggiungevano i chirurghi veniva data loro morfina. Un po’ di ore dopo l’iniezione era probabilmente ripetuta. Poila droga era data meno frequentemente ma in molti casi non era smessa interamente finché l’uomo era in ospedale. Unchirurgo della croce rossa a un convegno della società medica di New York affermò di essere responsabile per aver prodottodipendenza da morfina in centinaia di soldati e che ogni medico al fronte aveva fatto lo stesso. Con un metodo semplicecome il palming tutto questo si sarebbe potuto prevenire.

Se avremo un addestramento militare e navale universale, una parte essenziale di questo addestramento dovrebbe esserel’istruzione dei futuri soldati e marinai nell’arte di alleviare il dolore; e nel caso della guerra chi va al fronte, in qualunquecapacità dai generali e ammiragli in già fino ai guidatori di ambulanza dovrebbe capire il palming. Chiunque nella zona diguerra non importa quanto lontano dalle linee, ha bisogno di questa conoscenza per alleviare il proprio dolore e ognuno puòaverne bisogno per alleviare il dolore altrui.

Note1 Anderson: Lancet, 16 Marzo 1918, p. 398; Hucks: Scientific American, 6 Ottobre 1917, p. 263

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CAPITOLO XXXI

LETTERE DAI PAZIENTI

Le seguenti lettere sono state selezionate quasi a caso dal sacco postale dell’autore, e sono solo lo specchio di molte chesarebbero state ugualmente interessanti. Le pubblico perché sento che le storie personali dei pazienti, raccontate con le loroparole, possano essere più interessanti e utili a molti lettori della presentazione più formale dei fatti nei capitoli precedenti.

UN UFFICIALE DELL’ESERCITO CURA SÉ STESSO.

Come sottolineato nel capitolo su “cosa ci fanno gli occhiali”, la vista migliora sempre quando si abbandonano gliocchiali, sebbene questo miglioramento possa essere così leggero da non essere notato. In pochi particolari casi, i pazientiliberati dall’handicap di una condizione che li obbligava a tenere i loro occhi continuamente sotto sforzo, scoprirono, inqualche modo, come evitare l’affaticamento e perciò come ottenere un grado più o meno alto del loro normale potere visivo.L’autore delle seguenti lettere fu in grado, senza nessun aiuto, di scoprire e mettere in pratica i principi fondamentalipresentati in questo libro, e divenne perciò capace di leggere senza occhiali. È un ingegnere, e al tempo in cui fu scritta lalettera aveva cinquantuno anni. Aveva portato occhiali dall’1896, prima per l’astigmatismo, procurandosene di sempre piùforti ogni paio di anni, e poi per l’astigmatismo e la presbiopia. Una volta chiese al suo oculista e a diversi ottici se gli occhinon potessero essere rinforzati dagli esercizi, così da rendere gli occhiali non necessari, ma loro dissero: “ No. Una volta cheha iniziato a portare gli occhiali deve continuare a tenerseli.”. Quando scoppiò la guerra i suo occhi non lo rendevanopraticamente adatto a servire nelle forze di spedizione, ma riuscì a passare i test richiesti, dopo i quali fu mandato all’esterocome ufficiale nel servizio del gas. Avendo visto nel “Literary Digest” del 2 maggio 1918 un riferimento al mio metodo dicurare la vista difettosa senza occhiali, mi scrisse l’11 maggio:

“Al fronte ho trovato che gli occhiali fossero una seccatura terribile, e non potevano essere portati con la maschera a gas.Dopo essere stato all’estero per sei mesi chiesi a un ufficiale del corpo medico di potere andare senza occhiali. Disse chepotevo avere ragione e mi disse di provare. La prima settimana fu terribile, ma insistei e portavo gli occhiali solo per leggeree scrivere. Allo stesso tempo ho smesso di fumare per rendere la vita più facile ai miei nervi.”

“Avevo portato in Francia due paia di occhiali e due lenti in più per le riparazioni. Ho appena rimosso il pezzo per la vistada vicino da queste lenti extra e le ho montate su pinza, con montatura da usare per leggere e scrivere, perciò i soli occhialiche uso adesso sono per astigmatismo”.

“Tre mesi fa non riuscivo a leggere i titoli del giornali senza occhiali. Oggi, con una buona luce, riesco a leggere i caratterinormali, tenuti a una distanza di 50 cm dai miei occhi, Dalla prima settimana di Febbraio, quando ho abbandonato gliocchiali, non ho mal di testa, problemi di stomaco o vertigini, e sono in buona salute in generale. I miei occhi stannoritornando alla condizione precedente, e credo che sia dovuto al fatto di averli portati allo scoperto. Viaggio molto inautomobile e nei tram e in qualche modo si è insinuata nella mia mente l’idea che dopo ogni viaggio sono più forti. Questo,credo, è dovuto al rapido cambiamento di fuoco nel vedere paesaggi andare così veloci. Altri uomini hanno provato questoprogramma su mio consiglio, ma hanno rinunciato dopo due o tre giorni. Credo che la maggior parte della gente portiocchiali perché “coccolano” i loro occhi.”

Il paziente aveva ragione di pensare che il moto e il tram miglioravano la sua vista. Il movimento rapido favorisce ildelineamento rapido.

L’ESPERIENZA DI UN’INSEGNANTE

È stato frequentemente sottolineato in questo libro che la visione imperfetta è sempre associata con uno stato anormaledella mente, e che quando la visione migliora migliorano anche le facoltà mentali, ad un grado più o meno altro. Laseguente lettera è un notevole illustrazione di questo fatto. La scrittrice, un’insegnante di quarant’anni di età, fu per la primavolta trattata l’8 marzo 1919,. Stava portando questi occhiali, occhio destro, convessa 0.75 con convessa 4. D.C., 105 gradi;occhio sinistro convessa 0.75 con convessa 3.50 D.C. 105 gradi. Il 9 Giugno 1919 scrisse:

“Le racconterò dei miei occhi, ma prima mi lasci dire altre cose. Lei è stato il primo a spiegarmi le sue teorie, e le hotrovate subito buone- cioè sono stata favorevolmente impressionata dall’inizio. Non ho fatto la cura perché me l’haraccomandata altra gente, ma perché ne sono stata convinta: primo, perché lei credere per primo nella sua scoperta; secondo,perché la sua teoria della causa di problemi agli occhi è vera. Non so come sapevo queste due cose, ma lo sapevo. Dopo unpo’ di conversazione con lei, Lei e la sua scoperta mi sembravate entrambi avere le carte in regola per una buona cura. Sulsuccesso del metodo su di me avevo un po’ di dubbi. Poteva curare gli altri, ma non sarebbe stato in grado di curare me.Comunque, mi sono buttata, ed è stato un grande cambiamento per me e la mia vita.”

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“Per iniziare, adoro la mia vista. Mi piace guardare le cose, esaminarle in maniera completa e piacevole, come un bambinoesamina le cose. Non lo capivo a quel tempo, ma era fastidioso per me guardare le cose quando portavo gli occhiali, e lofacevo il meno possibile. L’altro giorno, andando sul Sandy Hook Boat, ho apprezzato un cielo meraviglioso senza odiosebarriere di occhiali misti, ed ero sicura di distinguere delicate sfumature di colore che non ero mai stata in grado di vedere,anche con occhiali puliti. Le cose sembravano avere più forma, realtà, di quando portavo occhiali. Guardando allo specchiosi vede una rappresentazione solida su una superficie piatta e il vetro piatto non può mostrarti nulla di veramente solido. Imiei occhiali, certo, non mi davano questa impressione, ma una curiosamente simile. Poter vedere così’ chiaramente senzadi loro è come guardare attorno agli angoli senza cambiare la posizione. Credo quasi di poterlo fare.”

“Ho occasioni di fare palming raramente. Una volta ogni tanto sento la necessità di farlo. Lo stesso posso dire delricordare un periodo. Non è più necessario nulla. Penso raramente ai miei occhi, ma a volte mi è chiaro quanto li uso equanto mi piace usarli.”

“I miei nervi si sentono molto meglio. Sono più equa, più posata, meno timida. Non ero solita mostrare di essere timida oinsicura. Di solito andavo avanti e facevo il mio dovere, senza esitazione; ma era dura. Ora lo trovo facile. Gli occhiali, opiuttosto la cattiva vista, mi hanno fatto diventare consapevole. È sicuramente un grande difetto e una persona lo soffresenza rendersene conto. Provo pietà per chi ha cattiva vista e ha necessità di mettere occhiali. Ne ho messo un paio l’altrogiorno solo per esperimento, e ho trovato che ingrandivano le cose. La mia pelle sembrava come sotto una lente diingrandimento. Le cose sembravano troppo vicine. Gli articoli al negozio di tessuti sembravano così vicini che mi sentivocome se li stessi scacciando lontano da me. Mi irritavano. Li tolsi e mi sentii pacifica. Le cose sembravano normali.”

“Fin dall’inizio del trattamento riuscivo a usare i miei occhi abbastanza bene, ma di solito mi stancavano. Ricordo di averfatto un Liberty Loan Poster (1) due settimane dopo aver tolto gli occhiali e di essere stata sorpresa di scoprire che potevofare l’intero lavoro quasi perfettamente senza righello, bene come con gli occhiali. Quando lo verificai con il righello trovaiche solo l’ultima riga di lettere era un po’ fuori linea verso la fine. Non avrei potuto fare di meglio con gli occhiali.Comunque non fu un lavoro di precisione. Circa lo stesso periodo cucii un orlo di notte in un vestito nero, usando un agosottile. Ho faticato un po’ ma non molto. A quel tempo ero solita fare i miei esercizi e fare il palming con fede. Ora nondevo fare esercizio o palming; non sento fastidio e sono assolutamente generosa nell’uso dei miei occhi. Faccio ogni cosache voglio con loro. Non escludo nulla, non lascio scappare nessuna opportunità di usarli. Per la prima volta facevo tutto ilmio lavoro scolastico, leggevo ogni nota, scrivevo tutto ciò che era necessario, non trascuravo nulla.”

“ora per riassumere alla fine della scuola: di solito avevo mal di testa alla fine del mese per aggiungere colonne di votinecessarie per le pagelle etc. Ora non li ho più. Ero infastidita quando entrava gente nella mia stanza. Ora non lo sono; lisaluto. È un piacevole cambiamento sentirsi in questo modo. E- suppongo questo è veramente importante, anche se ci pensomeno- insegno meglio. So come arrivare alla mente e come fare vedere ai bambini le cose in prospettiva. Ho fatto unalezione sul cilindro orizzontatale recentemente, che si sa, non è un argomento interessante e entusiasmante ed è stata unalezione notevole sia per i risultati che per l’interesse di ogni bambina nella stanza, che fosse stupida o brillante. Ciò che miha insegnato mi fa usare di più memoria e immaginazione, specie poi, nell’insegnare.”

“Per riassumere l’effetto della cura sulla mia mente: sono più diretta, più definita, meno diffusa, meno vaga. In breve,sono conscia di essere centrata. È la fissazione centrale della mente. L’ho visto nel suo ultimo articolo, ma l’ho capito moltoprima e sapevo come chiamarlo.”

1 Liberty Loan Poster: Manifesto in cui erano trascritti i nomi di coloro che avevano sostenuto economicamente le spesemilitari durante la guerra mondiale (n.d.t.)

UNA TRANSIZIONE MENTALE

Un uomo di quarantaquattro anni che aveva portato occhiali dall’età di venti fu visitato l’8 Ottobre 1917, quando stavasoffrendo, non a causa di una vista molto imperfetta, ma di mal di testa e fastidio. Stava portando per l’occhio destro unaconcava 3.00 D. S con concava 0.50 D. C., 180 gradi e per il sinistro un concava 2.50 D. S. con una concava 0.50 D. C.,180 gradi Poiché le visite non erano molto frequenti e spesso ritornava agli occhiali, i suoi progressi erano lenti. Ma ildolore e il fastidio erano stati alleviati molto rapidamente e quasi dall’inizio aveva flash di visione molto migliorata enormale.

Questo lo incoraggiò a continuare, e i sui progressi, anche se lenti, furono stabili. Ora non porta più occhiali da mesi e lasua condizione nervosa è migliorata come la sua vista. Sua moglie è stata particolarmente impressionata dall’ultimo effettoe nel Dicembre 1919, mi scrisse:

“Mi sono molto interessata al pensiero di rinnovare la mia giovinezza diventando come un bambino piccolo. L’idea dellatransizione mentale non è sconosciuta, ma questa transizione mentale, o dovrei forse dire spirituale, dovrebbe produrre uneffetto fisico, che porterebbe a vedere chiaramente, in una sorta di miracolo davvero possibile, dovrei supporre, per coloroche hanno fede.

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“nel caso di mio marito, è avvenuto sicuramente qualche miracolo; non solo è stato in grado di abbandonare gli occhialidopo molti anni di uso costante, e di vedere e leggere in quasi ogni condizione di illuminazione, ma ho particolarmentenotato la sua serenità di mente dopo i trattamenti. In questa serenità sembrava capace di fare molto lavoro efficientemente, enon sotto l’alta pressione nervosa il quale effetto conseguente è la devastante dispersione di forze.

“ non mi ci è voluto molto tempo per capire che forse il suo trattamento stava quietando i suoi nervi. Ma ora penso che iquieti periodi di rilassamento, due o tre volte al giorno, durante i quali faceva pratica con la tabella, dovevano fargli uneffetto benefico. È così entusiasta di natura e i suoi nervi sono così facilmente stimolati che per anni è stato solito strafareperiodicamente.

Certo la sua vista molto migliorata e il sollievo dal precedente sforzo devono essere stati un grande fattore nel suomiglioramento. Ma sono incline a pensare che gli intervalli di quiete e pace erano meravigliosamente benefici, e perché nonlo avrebbero dovuto essere? Stiamo vivendo di stimolo, stimoli fisici, stimoli mentali di ogni tipo. Il minuto che si fermanoci sentiamo come senza scopo, e ancora, se manteniamo qualcuna della normalità della nostra giovinezza, non pensa cherispondiamo molto felicemente alle semplici cose della natura?”

SOLLIEVO DOPO VENTICINQUE ANNI

Mentre molte persone sono beneficiate dagli accettati metodi di trattare i difetti della visione, c’è una minoranza di casi,noti a ogni specialista dell’occhio, che possono essere aiutati poco o niente. Questi pazienti qualche volta abbandonano laricerca di sollievo disperati e qualche volta la continuano con sorprendente tenacia, non volendo abbandonare laconvinzione, a dispetto della testimonianza dell’esperienza, che da qualche parte nel mondo ci sia qualcuno con sufficientecapacità di prescrivere loro i giusti occhiali.

La rapidità con cui questi pazienti rispondono al trattamento con rilassamento è spesso veramente drammatica, e fornisceun’illustrazione schiacciante della superiorità di questo metodo al trattamento tramite occhiali e tagli del muscolo. Nelseguente caso il rilassamento è stato fatto in 24 ore quando i vecchi metodi, praticati da una successione di eminentispecialisti, non l’hanno potuto fare in 25 ani.

Il paziente era un uomo di 49 anni, e la sua vista imperfetta era accompagnata da dolore continuo e debolezza di nervi,culminata 20 anni prima che lo vedessi, in un completo esaurimento nervoso. Poiché era uno scrittore, dipendente dalla suapenna per vivere, la sua condizione era un serio handicap economico, e consultò molti specialisti nella vana speranza diottenere sollievo. Gli occhiali gli facevano poco, anche per migliorare la sua vista, o per alleviare il suo fastidio, e glioculisti parlavano vagamente di disagio del nervo ottico e del cervello come possibile causa dei suoi problemi. Glispecialisti dei nervi, comunque, non erano capaci di far nulla per sollevarlo. Uno specialista diagnosticò il suo caso comemuscolare, e gli diede dei prismi, che lo aiutarono un po’.

Più tardi lo stesso specialista, trovando che tutto l’apparente problema muscolare non era corretto con gli occhiali, tagliò imuscoli esterni di entrambi gli occhi. Ciò gli portò un po’ di sollievo, ma non molto. All’età di 29 anni il paziente soffrivadell’ esaurimento nervoso già menzionato. Per questo fu trattato senza successo da vari specialisti, e per nove anni fucostretto a vivere all’aperto. Questa vita, sebbene gli facesse bene, fallì nel ristabilire la sua salute, e quando venne da me il13 settembre 1919, stava ancora soffrendo di nevrastenia. La sua visione da distante era mento di 20/40 e non potevamigliorare con gli occhiali. Era capace di leggere senza occhiali ma non lo poteva fare senza fastidio. Non si potevanotrovare sintomi di malattia nel cervello o all’interno dell’occhio.

Quando provò a fare palming vide grigio e giallo invece di nero; ma era capace di riposare i suoi occhi semplicementechiudendoli, e con questo mezzo solo divenne capace, in 24 ore di leggere caratteri piccolissimi e di riconoscere la maggiorparte delle lettere sulla ventesima riga della tabella a sei metri. Allo stesso tempo il suo fastidio fu materialmente alleviato.Fu sotto trattamento per circa sei settimane e il 25 Ottobre scrisse quanto segue::.

“L’ho vista il 6 ottobre e alla fine della settimana, l’11, ho iniziato un percorso di dieci giorni come uno degli ufficiali deltest di cavalleria per cavalli. L’ultimo tocco di sforzo visivo che mi affliggeva nervosamente l’ho sperimentato l’8 e il 9.Lungo il percorso, sebbene avessi dormito una media di cinque ore, avessi cavalcato tutto il giorno all’aperto senza occhialida protezione e scritto lettere di notte con cattiva luce, non avevo problemi. Dopo il terzo giorno l’oscillazione lentauniversale sembrò stabilizzarsi da sola e non ha più avuto un momento di disagio. Sopportavo fatica e eccitazione meglio diquanto avessi mai fatto, e andavo avanti con meno sonno. La mia pratica durante il percorso fu necessariamente in qualchemodo accorciata, sebbene ci fosse un notevole miglioramento nella visione. Da quando sono ritornato ho fatto pratica unpaio d’ore al giorno, e per lo stesso tempo ho scritto molto.

“Ieri, il 24, ho fatto un test coi caratteri piccolissimi e ho trovato che dopo venti minuti di pratica potevo leggere le righedistintamente, e riconoscere le iniziali e un po’ del testo a distanza di 7 cm. A 20 potevo leggerle bene, sebbene non potessivederle perfettamente. Questo fu nella media della luce del giorno, non al sole. In una buona luce posso leggere il giornalequasi perfettamente a una distanza normale, per dire 40 cm.

“Sento che ora ne sono veramente fuori. Ho lavorato di notte senza soffrirne ed è una cosa che non ho fatto in 25 anni, eho lavorato continuamente per più ore e sono stato in grado di lavorare come prima del tempo del mio collasso nel 1899,

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tutto senza senso di fatica o nervoso. Può immaginare la mia gratitudine verso di lei. Non solo a mio beneficio a anche per isuo non lascerò niente di intentato per rendere la cura completa e ritornare agli occhi di bambino, cosa che sembraperfettamente possibile nella luce del progresso che ho fatto in otto settimane.”

CERCANDO UNA CURA PER LA MIOPIA

A dispetto dell’enfasi con cui la professione medica denigra la possibilità di curare gli errori di rifrazione, ci sono moltiprofani che si rifiutano di credere di essere incurabili. L’autore della seguente lettera rappresenta una classe considerevoleed era notevole per la persistenza con la quale cercava sollievo. Lo vidi la prima volta il 27 Giugno 1919, a quel tempoaveva 32 anni. Portava lenti concave.50 D.S. per ciascun occhio e la sua visione in ciascun occhio era 20/100- dopo averottenuto un visione quasi normale scrisse il seguente resoconto della sua esperienza per il “Better eyesight”.:

“Quando il Lusitania fu affondato sapevo che gli Stati Uniti sarebbero entrati nei guai, e volevo essere nella posizione diunirmi all’esercito. Ma soffrivo di una forma di grave miopia, e sapevo che non mi avrebbero preso con gli occhiali. Piùtardi prendevano chiunque non fosse cieco ma a quel tempo non potevo raggiungere lo standard. Allora iniziai a cercare unacura. Provai l’osteopatia ma non mi fece molto effetto. Chiesi all’ottico che mi aveva prescritto gli occhiali un consiglio madisse che la miopia era incurabile. Abbandonai la questione per un po’ ma non riuscivo a smettere di pensarci. Sono uncontadino e so dall’esperienza della vita aperta che la salute è la normale condizione degli essere viventi. Sapevo chequando si perde la salute la si può spesso riconquistare. Sapevo che quando avevo provato la prima volta a caricare unacassa di mele su un carro non riuscivo a farlo, ma che dopo un po’ di pratica riuscivo a farlo facilmente, e non sapevoperché, se una parte del corpo poteva essere rinforzata dall’esercizio altre non potessero essere rinforzate. Riesco a ricordareun tempo in cui non ero miope e mi sembrava che se l’occhio normale poteva diventare miope, doveva essere possibile perun occhio miope ottenere la normalità. Dopo un po’ ritornai dall’ottico e gli dissi che ero convinto che c’era una cura per lamia condizione. Replicò che era praticamente impossibile, che chiunque sapeva che la miopia era incurabile. La sicurezzacon cui fece questa affermazione ebbe un effetto su di me circa opposto di quello che intendeva, perché quando disse che lacura della miopia era impossibile sapevo che non lo era e mi risolsi di non abbandonare la ricerca di una cura finché nonl’avessi trovata. Poco dopo ebbi la fortuna di sentire del Dr Bates, e non persi tempo ad andarci. Alla prima visita fuicapace, chiudendo e riposando i miei occhi, di migliorare la mia vista considerevolmente per la tabella di Snellen e pocodopo pochi mesi di trattamento intermittente riuscii a leggere 20/10o in flash. Sto ancora migliorando, e quando riuscirò avedere un po’ meglio intendo ritornare dall’ottico e dirgli cosa penso della conoscenza oftalmologica. “

FATTI CONTRO TEORIE

Si ritiene comunemente che leggere i caratteri piccolissimi sia una pratica estremamente dannosa, e leggere stampa di ognitipo su un veicolo mobile sia anche peggio.

Guardare lontano, comunque, e non vedere nulla in particolare è ritenuto benefico per gli occhi. Alla luce di questesuperstizioni i fatti contenuti nella lettera seguente sono particolarmente interessanti:

“Tornando a casa un Lunedì mattina sono stato sorpresa e contenta ai commenti della mia famiglia riguardo l’aspetto deimiei occhi. Pensavano tutti che fossero così brillanti e riposati, e questo dopo due giorni di viaggio. Non ho risparmiato imiei occhi nel resto del ritorno. Ho letto giornali e quotidiani, guardato i paesaggi; infatti, ho usato i miei occhi tutto iltempo,. La mia vista da vicino è splendida. Posso leggere per ore senza stancarmi gli occhi…Sono uscita oggi e quandosono tornata a casa i miei occhi erano veramente stanchi. Mi hanno aiutato molto i caratteri piccolissimi…

Vorrei avere la vostra piccola Bibbia (è una riduzione fotografica della Bibbia con caratteri più piccoli del diamond). Sonosicura che i caratteri veramente piccoli hanno un effetto calmante sugli occhi, senza pensare alle mie precedenti ideesull’argomento.

Osserverò che gli occhi della paziente non erano stanchi da due giorni di viaggio in treno, durante i quali leggevacostantemente; non erano stanchi da ore di lettura dopo il ritorno, erano riposati dal leggere caratteri piccolissimi; ma eranostati stancati da una gita in centro durate la quale non erano stati chiamati a focalizzarsi su oggetti piccoli. Più tardi un fogliodella bibbia le fu inviato e scrisse:

“L’effetto del primo sforzo di leggerlo è stato magnifico. Se ci crede, non ho ma avuto problemi sentendo i miei occhi”incrociati” prima e mentre la mia vista attuale non sembra essere migliorata, i miei occhi si sentono molto meglio.”

CURATO SENZA ASSISTENZA PERSONALE

Sento costantemente di pazienti che sono stati capaci di migliorare la loro vista con l’aiuto delle informazioni contenutenelle mie pubblicazioni, senza assistenza personale. L’autore della seguente lettera, un medico, è un esempio notevole diquesti casi, poiché non fu solo in grado di curare sé stesso, ma anche di alleviare alcuni casi gravi di visione difettosa tra isuoi pazienti.

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“Provai prima la fissazione centrale su di me e ebbi meravigliosi risultati. Gettai i miei occhiali e ora riesco a vederemeglio di quanto abbia mai fatto. Leggo caratteri piccolissimi (più piccoli del caratteri di giornale) alla distanza di 15 cmdagli occhi e posso riconoscerli con le braccia distese e leggerli senza sfocare il carattere.

“Ho istruito alcuni dei miei pazienti col suo metodo, e stanno tutti ottenendo risultati. Un caso che ha una parzialecataratta nell’occhio sinistro non riusciva a vedere nulla sulla tabella di Snelle a 6 metri, e poteva vedere le lettere amalapena a 3 metri. Ora può leggere 20/10 con entrambi gli occhi assieme, e anche con ciascun occhio separatamente; mal’occhio sinistro sembra, come dice, guardare attraverso una foschia. Potevo citare molti altri casi che hanno beneficiatodella fissazione centrale, ma questo è il più interessante per me. “

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CAPITOLO XXXII

RAGIONE E AUTORITÀ

Qualcuno – forse era Bacone – disse:“Non si può correggere con la ragione un uomo convinto di un’opinione sbagliata che non ha mai acquisito ragionando.”Avrebbe potuto fare un passo in più e dire che neanche ragionando o con dimostrazioni reali dei fatti, si possono

convincere alcune persone che un’opinione che hanno accettato sulla base dell’autorità è sbagliata.Un uomo il cui nome non mi importa di menzionare, un professore di oftalmologia, e autore di libri ben conosciuto nel

suo paese e in Europa, mi vide eseguire l’esperimento illustrato a pagina 40, un esperimento che, secondo le altre personeche vi testimoniarono, dimostrava aldilà di ogni possibilità di errore che il cristallino non è un fattore dell’accomodazione.Ad ogni passo dell’operazione egli esaminò i fatti; ma alla conclusione preferì screditare la prova dei sensi piuttosto cheaccettare l’unica conclusione che questi fatti ammettevano.

Prima esaminò l’occhio dell’animale su cui si sarebbe svolto l’esperimento, col retinoscopio, e lo trovò normale, e il fattofu trascritto. Poi l’occhio fu stimolato con l’elettricità, e verificò che accomodava. Anche questo fu trascritto. Divisi ilmuscolo superiore obliquo, e l’occhio fu di nuovo stimolato con l’elettricità. Il dottore osservò l’occhio col retinoscopiomentre lo stavo facendo e disse:” ha fallito nel produrre accomodazione”. Anche questo fatto fu trascritto. Il dottore ora usòegli stesso l’elettrodo, ma di nuovo non fu in grado di osservare accomodazione, e questi fatti furono trascritti. Cucii leestremità tagliate del muscolo e ancora una volta stimolai l’occhio con l’elettricità. Il dottore disse, “Ora ha avuto successonel produrre accomodazione,” e anche questo fu trascritto. A questo punto gli chiesi:

“Pensa che il superiore obliquo abbia qualcosa a che fare con la produzione di accomodazione?”“Sicuramente no”, disse.“Perché?” chiesi“Beh,” disse, “Ho solo la testimonianza del retinoscopio; sto avanzando negli anni e non sento quella sicurezza nella mia

abilità di usare il retinoscopio come facevo una volta. Preferirei che lei non mi citasse in questo.”Mentre era in corso l’operazione, comunque, non diede nessuna indicazione che potesse far dubitare della sua abilità

nell’usare il retinoscopio. Era molto sicuro, infatti, che avessi fallito nel produrre accomodazione dopo il taglio del muscoloobliquo, e il suo tono suggeriva che considerava il fallimento un’ignominia. Fu solo dopo essersi trovato in una trappolalogica, con nessun’altra uscita che rigettare le sue osservazioni, che apparve avere qualche dubbio sul loro valore.

Pazienti che ho curato da vari errori di rifrazione sono tornati di frequente dagli specialisti che avevano loro prescritto gliocchiali e, leggendo caratteri piccolissimi e la tabella di Snellen con visione normale, avevano dimostrato il fatto che eranocurati, senza in alcun modo scuotere la fede di questi praticanti nella convinzione che queste cure erano impossibili.

La paziente con miopia progressiva il cui caso è stato menzionato nel capitolo XV ritornò dopo la sua cura allo specialistache le aveva prescritto gli occhiali, e che aveva detto non solo che non c’era speranza di miglioramento, ma che lacondizione sarebbe probabilmente progredita fino alla cecità, per dirgli le buone notizie che, come vecchio amico difamiglia, credeva volesse sentire. Ma mentre non era in grado di negare che la sua vista era, infatti, normale senza occhiali,disse che era impossibile che fosse stata curata da miopia, perché la miopia era incurabile. Come riconciliò questa frase conla condizione precedente della paziente non fu in grado di chiarirglielo.

Una signora con astigmatismo misto composto soffriva di costanti mal di testa che erano molto peggiori quando sitoglieva gli occhiali. Il cinema e i film le causavano così tanto fastidio che aveva paura di indulgere in questi passatempi. Lefu detto di togliere gli occhiali e le fu consigliato, tra le altre cose, di andare al cinema; guardando prima all’angolo delloschermo, poi al buio, poi di nuovo allo schermo un po’ più vicino al centro, e così via. Lo fece e presto divenne capace diguardare direttamente al filmato senza fastidio. Dopo di questo niente le causava problemi. Un giorno chiamò il suooftalmologio di fiducia, in compagnia di un’amica che voleva farsi cambiare gli occhiali, e gli disse della cura. I fattisembravano non impressionarlo per niente. Si limitò a ridere e disse, “scommetto che il Dr. Bates è più popolare di mepresso di lei”.

Qualche volte gli stessi pazienti, dopo essere stati curati, permettono a sé stessi di convincersi che è impossibile che siaaccaduta un cosa simile, e ritornano agli occhiali. Questo accadde nel caso di un paziente già menzionato nel capitolo sulla“presbiopia”, e che fu curato in quindici minuti con l’aiuto dell’immaginazione. Mi fu molto grado per un po’, e poi iniziò aparlare agli specialisti degli occhi che conosceva e divenne mano a mano scettico sul valore di quanto avevo fatto per lui.

Un giorno lo incontrai a casa di un comune amico, e alla presenza di altre persone mi accusò di averlo ipnotizzato,aggiungendo che ipnotizzare un paziente senza la sua conoscenza o consenso era come fargli un grosso danno. Alcuni degliascoltatori protestarono che, l’avessi ipnotizzato o no, non solo non gli avevo fatto alcun male, ma gli avevo procurato ungrande beneficio, e doveva perdonarmi. Non fu in grado, comunque di prenderla in questo modo. Più tardi chiamò uneminente specialista che gli disse che la presbiopia e l’astigmatismo dei quali aveva sofferto erano incurabili, e che secontinuava ad andare senza occhiali si sarebbe fatto del male. Il fatto che la sua vista fosse perfetta da lontano e da vicinosenza occhiali non ebbe nessun effetto sullo specialista, e il paziente si fece spaventare e non lo prese in considerazione.

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Ritornò agli occhiali, e da quel che ne so li porta ancora. La storia ottenne grande pubblicità, perché l’uomo aveva ungrande cerchia di amici e conoscenti; e se avessi distrutto la sua vista avrei difficilmente sofferto di più di quanto soffrii peraverlo curato.

Quindici o venti anni fa lo specialista menzionato nella storia precedente lesse una relazione sulla cataratta a un convegnodella sezione oftalmologica dell’associazione medica americana ad Atlantic City e affermò che chi diceva che la catarattapoteva essere curata senza bisturi era un ciarlatano. A quel tempo ero assistente chirurgo al New York Eye and EarInfirmary, e guarda caso stavo collezionando statistiche della cura spontanea della cataratta alla richiesta del capo chirurgodell’istituzione, il Dr. Henry G. Noyes, professore di oftalmologia alla Bellevue Hospital Medical School. Come risultatodella mia inchiesta mi ero assicurato registrazioni di un largo numero di casi che erano guariti, non solo senza bisturi, masenza trattamento. Avevo anche registrazioni di casi che avevo mandato al Dr. James E. Kelly di New York e che egli avevacurato, per la maggior parte con metodi igienisti. Il Dr. Kelly non è un ciarlatano e al tempo era professore di anatomia alNew York Post Graduate Medical School and Hospital e faceva il chirurgo in un grande ospedale della città. Nei cinqueminuti offerti a chi volesse discutere l’articolo, fui in grado di dire al pubblico abbastanza di questi casi per fargli venirevoglia di sentirne di più. Il mio tempo fu, perciò, esteso, prima a mezz’ora e poi a un’ora. Più tardi sia io che il Dr. Kellyricevemmo molte lettere da uomini in diverse parti del paese che avevano provato il suo trattamento con successo. L’uomoche scrisse quella relazione aveva sbagliato, ma non perse alcun prestigio al mio attacco, con fatti contro teorie. È ancora uneminente e stimato oftalmologo, e nel suo ultimo libro non dà segno di aver ascoltato nulla dell’efficace metodo di trattarela cataratta senza operazioni. Non era convinto dalle mie registrazioni di cure spontanee, né dalle registrazioni del Dr. Kellyriguardo le cure col trattamento, e mentre alcuni uomini erano sufficientemente impressionati per provare il trattamentoraccomandato, e mentre ottenevano risultati soddisfacenti, i fatti non impressionarono la professione nel complesso e nonmodificarono l’insegnamento nelle scuole. Che le cure spontanee della cataratta facessero qualcosa non poteva esserenegato; ma si supponeva che fossero molto rare, e chi suggerisce che la condizione può essere curata col trattamento siespone ancora al sospetto di essere un ciarlatano.

Tra il 1886 e il 1891, fui assistente al Post-Graduate Hospital and Medical School. Il capo dell’istituzione era il Dr. D BST. John Roosa. Era l’autore di molti libri ed era riverito e rispettato dall’intera professione medica. Alla scuola avevanol’abitudine di mettere occhiali ai dottori miopi, e io avevo l’abitudine di curarli senza occhiali. Naturalmente avevo datofastidio ad un uomo che aveva messo occhiali a uno studente che era apparso ad una lezione senza e aveva detto che il Dr.Bates lo aveva curato.

Il Dr. Roosa lo trovò particolarmente fastidioso e il problema raggiunse l’apice una sera al banchetto annuale della facoltàquando, alla presenza di 150 dottori, sfogò la sua rabbia su di me. Disse che stavo colpendo la reputazione della scuola dispecializzazione dicendo di curare la miopia. Tutti sapevano che Donders diceva che era incurabile e non avevo il diretto didire che ne sapevo di più di Donders.

Gli ricordai che ad alcuni degli uomini che avevo curato erano stati prescritti occhiali proprio da lui. Replicò che se avevadetto che erano miopi si era sbagliato. Suggerii un’investigazione più approfondita. “Prescriva ad alcuni dottori occhiali perla miopia “, dissi,” e li curerò. È facile per lei esaminarli in seguito e dire se la cura è genuina.”

Questo metodo comunque non gli piaceva. Ripetè che era impossibile curare la miopia, e per provare che era impossibilemi espulse dalla scuola di specializzazione, togliendomi il privilegio di dare le dimissioni

Il fatto è che, eccetto in rari casi, l’uomo non è un essere ragionevole. È dominato dall’autorità e quando i fatti non sono inaccordo con la visione imposta dall’autorità, i fatti hanno la peggio. Possono, e anzi devono vincere sulla lunga distanza; manel frattempo il mondo brancola senza aiuto nel buio e continua ad esistere molta sofferenza che potrebbe essere stataevitata.

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INDICE ANALITICO - (NdE: Trattandosi di edizione elettronica è inutile, ma riportato comunque come riferimento).

Accomodazione, (vedere anche “Afachia”, “Miopia”, Presbiopia”) Arlt sull’, l’autore sull’, Brucke sull’, Cohn sull’, Cramer sull’ Davis sull’, Descartes sull’, Donders sull’, Duane sull’, Forster sull’, Fuchs sull’, von Graefe sull’, Helmholtz sull’, Hensen sull’, Holmes sull’, Huxley sull’, Jackson sull’, Kepler sull’, Landolt sull’, Langenbeck sull’, Loring sull’, Roosa sull’, Sanson sull’, Scheiner sull’, Tscherning sull’, de Schweinitz sull’, Volckers sull’, Young sull’,Afachia,Ainus,Allergia, vedi Raffreddore da fienoAmbliopia, (vedere anche “Strabismo”)Anisometria,Arlt, Ritratto, frontespizioArmati,Astigmatismo, Prevenzione, Produzione, Trattamento, (vedere anche “Rifrazione, errori di, trattamento”)Atropina,Aviatori,

Barrington,Bell,Brucke,

Cataratta, Trattamento,Cecità notturna,Centri della visione, (vedere “Visione, centri della”)Ciliare, muscolo,(vedere anche “Atropina”)Cristiani, scienziati,Cohn,

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Congiuntiva,Cornea,(vedere anche “Immagini, sulla cornea”)Corrispondenza, trattamento per,Cramer,Cristallino, (vedere “Accomodazione”, “Cataratta”, “Immagini”,“Presbiopia”)

Davis,Descartes,Dolore,Domestico, trattamento,Donders,Dresslar,Duane,

Emmetropia,Esterni, muscoli,Everbusch,

Fabre,Fissazione centrale,Fissazione eccentrica, (vedere anche “Fissazione centrale”)Forster,Fotografica, macchinaFovea,Fox,Fuchs,

Giove, lune di,Gislasson,Glaucoma, Trattamento,Gould,von Graefe,Guaritori della fede e Scienziati Cristiani,

Hansen-Grut,Helmholtz, Ritratto,Hensen,Holmes,Huxley,

Illusioni, Di vista imperfetta, Di vista normale,Immagini, Sulla cornea, Sull’iride, Sul cristallino(retro), Sul cristallino(fronte), Sulla sclera,Immaginazione,Indiani,Ipermetropia, Prevenzione,

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Produzione, Trattamento,(vedere anche “Rifrazione, errori di, trattamento”)Irite,

Jackson,Johnson,Just,

Kelly,Kepler,

Lancaster,Landolt,Langenbeck,Lawson,Lente, (vedi “Cristallino”)Lettura,Loring,Luce,

Macaulay,Macula,Malattia,Memoria,Mente,(vedere anche “Memoria”)Militare, addestramento,Miopia,(vedere anche “Accomodazione”) Barrington sulla, Cohn sulla, Donders sulla, Eversbusch sulla, Fox sulla, Just sulla, Lawson sulla, Motais sulla, Pearson sulla, Prevenzione, Produzione, Risley sulla, Roosa sulla, Sidler- Huguenin sulla, Steiger sulla, Trattamento,(vedere anche “Rifrazione, errori di, trattamento”) Tscherning sulla,Montessori,Morfina,Moros,Motais,Movimento, figure in,Muscae volitantes,Muscolo ciliare,(vedere “Ciliare, muscolo”)Muscoli esterni,(vedere “Esterni, muscoli”)

Nervi sensori,(vedere “Sensi, nervi dei”)Nervo ottico,(vedere “Ottico, nervo”)

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Nevralgia

Nistagmo,

Notturna, cecità,(vedere “Cecità notturna”)

Occhiali,Occhio, Evoluzione, Muscoli dell’, Retina dell’, Incapace di fissare un punto,Oftalmologia,Oftalmometro,Oftalmoscopio,Optimus,Oscillazione, (vedi “Swinging”)Oscurità,Ottico, nervo,

Palming,Paralisi,Parsons,Patagonia, abitanti della,Pearsons,PertossePessimum,Pigmei,Poliopia,Presbiopia,Pupilla,Purkinje,

Ray,Raffreddore,Raffreddore da fieno(rinite allergica),Retina,Retinoscopio,Reumatismi,Rifrazione, errori di (vedere anche “Astigmatismo”, Ipermetropia”, “Miopia”), Causa (vedere anche “Produzione”), Prevenzione, Produzione, Trattamento, Verificarsi di,Rifrazione, variabilità della,Rilassamento(vedere “Rifrazione, errori di, trattamento”),Risley,Roosa,Rosenau,

Sanson,Saturno, anelli di,Scheiner,Scuola, testide Schweinitx,

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Sclera,(vedere “immagini sulla sclera”)Scotomata,Scott,Sensi, nervi dei,Sforzo, (vedere “tensione”)Shifting, (spostamento),Sidler-Huguenin,Snellen,Snellen jr.,Snellen, tabella di,Soldati e marinai,Spostamento, (vedere “Shifting”),Strabismo,Steiger,Stevens,Swinging(oscillazione),

Tensione,Tosse,Tosse canina(vedere “Pertosse”),Tscherning,

Verità,VerhoeffVisione, difetti della, (vedere anche “Rifrazione, errori di, verificarsi di”,“Rifrazione, variabilità di”) Limiti della, Standard militari di,Visione, primitiva Standard normali di,Viso, sostegno per ilVisione, centri della,Volkers,

Webster,Woinow,Worth,

Young, Dr. A. G.,Young, Dr. Thomas, ritratto,