Meteorologia No. 1 / Mar. 2011 MonitoraGGio aMBientaLe...

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MONITORAGGIO AMBIENTALE No. 1 / Mar. 2011 FOTO: VISTA DELL’ITALIA MERIDIONALE DALLA CUPOLA POSTA SULLA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE I.P. UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET Clima ed energia Puntare su CCS, rinnovabili e nucleare Meteorologia Condizioni del tempo: implicazioni e soluzioni Osservazioni satellitari Occhi italiani che vigilano dallo spazio Dai satelliti alla strumentazione di terra Il monitoraggio ambientale analizza lo stato dell’ecosistema. DALLO SPAZIO AL TERRITORIO PER VIGILARE SULL’ECOSISTEMA 7 IDEE

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Page 1: Meteorologia No. 1 / Mar. 2011 MonitoraGGio aMBientaLe 7doc.mediaplanet.com/all_projects/6905.pdf · riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Gli im-pegni assunti dal Consiglio

MonitoraGGio aMBientaLe

No. 1 / Mar. 2011

FOTO: vISTA DELL’ITALIA MERIDIONALE DALLA cUPOLA POSTA SULLA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALEI.P.

uno speciale realizzato da Mediaplanet

clima ed energiapuntare su ccs,rinnovabili e nucleare

Meteorologiacondizioni del tempo: implicazioni e soluzioni

osservazioni satellitariocchi italiani chevigilano dallo spazio

Dai satelliti alla strumentazione di terraIl monitoraggio ambientale analizza lo stato dell’ecosistema.

DALLO SPAZIOAL TERRITORIO

PeR VIGILARe SULL’eCOSISTeMA

aMBientaLe

PeR VIGILARe

7IDee

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2 · monitoraggio ambientale uno speciale realizzato da Mediaplanet

il potenziale del monitoraggio planetario

Scienze dure e scienze umane unite nella formulazione di un nuovo paradigma, che permetta alla nostra specie di mantenere una “buona vita” in armonia con il resto della biosfera.

L’ Umanità è a un bi-vio ma forse sarà proprio un saggio utilizzo del nostro sapere e della stra-ordinaria capacità di osservarci dall’ester-

no e dall’interno a off rirci la possi-bilità di non cadere nelle trappole da noi stessi costruite.

La storiaDopo duecentomila anni durante i quali Homo sa-

piens si è limitato a utilizzare le energie rinnovabili off erte dalla fotosintesi, dall’acqua, dal vento, dalla forza muscolare, la scoperta delle potenzialità energetiche del carbone e del petrolio ha cambia-to completamente l’approccio al-lo sfruttamento delle risorse del piccolo pianeta Terra.

La crescita senza limiti è stato il mito avvelenato durato due se-coli, la popolazione è lievitata da un miliardo di individui nel 1800 agli attuali sette, un fatto del tutto

inedito nella nostra avventura. L’energia fossile ha regalato be-

nessere ma non per tutti, ha fat-to progredire strepitosamente scienza e tecnologia ma ha chie-sto un tributo in termini di esau-rimento di risorse e inquinamen-to di acqua, aria, suolo.

La scienzaDa mezzo secolo ogni genere di satellite raccoglie impres-

sionanti quantità di dati su cieli, ghiacci, acque, foreste, aiutando-ci a formulare la diagnosi dei ma-lanni della biosfera e del clima, e permette di comunicare in tempo reale dati di sensori galleggianti persi nell’immensità degli oceani o su remoti ghiacciai.

Osserviamo, misuriamo, si-muliamo, prevediamo. Tutti i sa-peri sono chiamati a dare il loro contributo a questa sfi da epoca-le: scienze dure e scienze umane unite nella formulazione di un nuovo paradigma, che permetta alla nostra specie di mantenere

ancora per centinaia di migliaia di anni una “buona vita” in armo-nia con il resto della biosfera. Ma il rischio che questo patrimonio entusiasmante e ramifi cato di in-formazione e di consapevolezza non venga compreso e sfruttato in tempo è alto.

Il mondo è distratto, non è abi-tuato a gestire nuovi e complessi elementi strategici per il proprio futuro. Solo un raff orzamento dei programmi di ricerca interdisci-plinari e internazionali, unita-mente a un colossale sforzo di comunicazione potrà mettere a frutto in tempo utile il potenzia-le del monitoraggio planetario. Il paziente comincia ad aggravarsi e non c’è molto tempo: la diagno-si precoce era stata emessa qua-rant’anni fa, e la prevenzione non è stata fatta.

Ora abbiamo esami più precisi, un’infi nità di sensori elettronici controllano il polso del pianeta, e chiedono a gran voce di applicare una terapia d’urto.

“osserviamo,misuriamo, simu-liamo, prevedia-mo. tutti i saperi sono chiamati a dare il loro con-tributo a questa sfi da epocale”.”

Luca Mercalli, presidente società Meterologia italianaliBro: “che tempo che farà. Breve storia del clima con uno sguardo al futuro” - rizzoli 2009

eDitoriaLe

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“il servizio Meteo-rologico nazionale costituisce una componente chiave delle infrastrutture di un paese moderno.”

IN EvIDENZAColonnello Paolo Cesolaridirettore cnMca (centro nazionale di Meteorologia e climatologia ae-ronautica)paGina 10

MonitoraGGio aMBientale, priMa edizione, Marzo 2011

Managing Director: elisa de donno

editorial Manager:Gianluca cò

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Project Manager: Giulia MondelliTelefono: + 39 02 49 58 36 10e-mail: [email protected]

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Factor 20: un progetto per la razionalizzazione delle politiche di sostenibilità energetica

La politica europea defi nita “20-20-20” o “Azione Clima” individua importanti target di effi cienza energetica e riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Gli im-pegni assunti dal Consiglio Europeo, con scadenza al

2020, prevedono per i Paesi dell’Unione un abbatti-mento del 20% delle emissioni di gas ad eff etto serra oltre ad una riduzione del 20% dei consumi energetici e un incremento della produzione del 20% del fabbiso-gno energetico da fonti rinnovabili. Azione Clima persegue questi obiettivi di sostenibilità energetica e ambientale promuovendo risparmio, ef-fi cienza energetica e uso delle fonti rinnovabili attra-verso interventi di pianifi cazione strategica sia a livello globale sia a livello locale, fi nalizzate ad una riduzione delle emissioni climalteranti.

Il ruolo delle Regioni e degli enti locali: il progetto LIFE+ Factor20Le Regioni e gli enti locali hanno un ruolo fondamen-tale nell’attuazione della strategia UE. Nasce pertanto l’esigenza di poter dotare questi soggetti di un set di strumenti a supporto della pianifi cazione delle politi-che a scala regionale e nazionale. Il progetto Factor 20, cofi nanziato dal programma co-

munitario LIFE+ e dal Ministero dell’Ambiente, è certa-mente un interessante esempio di strumento idoneo ad aiutare gli enti coinvolti a indirizzare effi cacemente e contabilizzare gli sforzi di avvicinamento ai target 20-20-20. Factor20 (www.factor20.it) è promosso da Regione Lombardia, partner coordinatore, con la partecipazio-ne di Regione Sicilia e Regione Basilicata, oltre che di Cestec SpA e di Sviluppo Basilicata. Il progetto adotta un approccio integrato fi nalizzato alla costruzione di un sistema di contabilizzazione e di programmazione delle politiche che dia sostanza ai contributi dei territori regionali e locali al raggiun-gimento degli obiettivi UE al 2020. Ciò si concretizzerà nella predisposizione di uno strumento tecnico condiviso, SIRENA Factor20, dedicato alla promozione delle azioni locali per la lotta ai cambia-menti climatici.

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Monitoraggio ambientale · 3uno speciale realizzato da Mediaplanet

L’Europa da sempre ha guidato le discussioni e le prese di posizio-ne in merito ai cambiamenti cli-matici. Per prima ha riconosciu-to l’urgenza, scientificamente provata, di adottare rapide ed ef-fi caci strategie per fronteggiare i cambiamenti climatici. Europea è anche la leadership tecnologi-ca fi nalizzata alla riduzione di emissioni e allo sfruttamento di energia rinnovabile per condurci a un economia low-carbon.

Altri paesi stanno velocemen-te intraprendendo lo stesso per-corso, sia per contenere il proble-ma delle emissioni di Co2 che per intraprendere nuove forme di business. La Cina ne è un esem-

pio emblematico: da qualche an-no sta facendo importanti inve-stimenti in questa direzione.

Roadmap 2050Roadmap 2050 è un progetto di ricerca in grado di illustrare co-me gli accordi internazionali in termini di sicurezza adottati al fi ne di ridurre le emissioni gasso-se e l’eff etto serra possono essere raggiunti senza compromettere lo sviluppo del tessuto economi-co europeo.

La decarbonizzazione porterà il sistema energetico e il mercato ad adottare tutta una serie di in-vestimenti, tesi allo sfruttamen-to di fonti energetiche rinnova-bili e una riduzione dell’impiego di gas e petrolio. Essenziale sa-rà l’adozione di politiche mirate a promuovere l’effi cienza ener-getica, favorire gli investimenti nelle reti di trasporto naziona-li e internazionali e nelle smart grid coordinate a livello interna-

zionale, oltre a creare le condi-zioni favorevoli per investimenti di lungo periodo in nuove infra-strutture e tecnologie.

Pertanto accanto a un ca-lo della domanda di combusti-bili fossili la Roadmap off re tre diversi percorsi idonei al calo dell’impronta di carbonio euro-pea per mezzo delle rinnovabili, dell’energia nucleare e del car-bon capture and storage.

Politiche energetiche nazionaliL’Italia dispone di un elevato po-tenziale naturale per quanto ri-guarda lo sviluppo dell’energia solare ed eolica.

Politiche energetiche nazio-nali ambiziose, unite a una ve-ra leadership europea, posso-no consentire all’Europa di otte-nere numerosi benefi ci da una low-carbon strategy nel settore dell’energia.

Pertanto lo sviluppo di un si-stema di trasmissione di energia elettrica a livello internazionale, obiettivo principale del progetto Roadmap 2050, consentirà ai pa-esi europei di poter scambiare la propria energia con quella di al-tri paesi creando cosi nuove op-portunità di lavoro e investimen-ti in tecnologie rinnovabili.

JULeS KORTeNhORSTCeO della european Climate Fondation

heNry bOrZI

[email protected]

Domanda:■■ come ridur-re le emissioni di co2 senza compromettere l’economia?

Risposta:■■ investendo sul-le rinnovabili, l’energia nucle-are e il carbon capture and storage.

news

CLIMA eD eNeRGIA

Monitoraggio ambientaleuno speciale realizzato da Mediaplanet

CLIMA eD eNeRGIA

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Clima, energia ed economiaenergia nucleare per ridurre le emissioni di Co2

[email protected]

Dichiara Umberto Minopoli, ■■Segretario Generale AIN (Asso-ciazione Italiana Nucleare) “È letteralmente impossibile am-bire a ridurre le emissioni di Co2 e prescindere dall’utilizzo della fonte nucleare. L’Ocse ha calcolato che, nel periodo 1975-2007, nei soli paesi membri si sono risparmiate oltre 250 Giga tonnellate di Co2 grazie al nu-cleare, riducendo di oltre il 20% il totale delle emissioni lega-te alla produzione elettrica. In Italia, attuando il piano di nuo-ve centrali previste, il rispar-mio di Co2 sarebbe di oltre 400 Mega tonnellate evitate nel pe-riodo fi no al 2030”.

IN bREvE

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4 · monitoraggio ambientale uno speciale realizzato da Mediaplanet

L’evoluzione e il perfezionamento apportati negli ultimi 10 anni al-le tecnologie satellitari consente oggi una attività di Osservazione della Terra di utilità sempre mag-giore, tale da consentire: il moni-toraggio e la gestione delle risorse in caso di calamità e altri fenome-ni naturali (terremoti, alluvioni, inquinamenti); lo studio dei para-metri del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. I satel-liti consentono di acquisire dati, su scala locale e regionale, essen-ziali per chi deve gestire le emer-genze, il territorio, la sicurezza e le risorse naturali. I recenti sistemi satellitari hanno inoltre reso pos-sibile applicare in contesti opera-tivi tecnologie di grande utilità come l’interferometria diff eren-ziale, largamente utilizzata per il monitoraggio accurato dei movi-

menti lenti del terreno dovuti alle frane, alla subsidenza e a fenome-ni vulcanici o sismici.

L’impegno italianoL’Italia è all’avanguardia nel mondo nel settore del monitorag-gio satellitare grazie alla costella-zione di satelliti COSMO-SkyMed, che ha raggiunto la piena opera-tività con il recente posiziona-mento in orbita del quarto satel-lite. Una confi gurazione defi niti-va che è in grado di fornire fi no a 1800 immagini al giorno, riprese con qualsiasi condizione meteo-rologica e di illuminazione, gra-zie alla tecnologia radar. In Euro-pa l’Osservazione della Terra e la gestione della Sicurezza, con l’uso di mezzi satellitari, è rappresen-tata dal programma GMES (Global Monitoring for Environment & Security). La Comunità di Osser-vazione della Terra Italiana par-

tecipa alle cinque aree applicative prioritarie di GMES, dando a CO-SMO-SkyMed un ruolo rilevante tra i sistemi di acquisizione. L’Ita-lia, nella Conferenza Ministeria-le ESA del 2008, a fronte del signi-fi cativo impegno fi nanziario in GMES, ha ottenuto il diritto prio-ritario all’utilizzo, anche per ap-plicazioni commerciali, dei da-ti dei satelliti Sentinella di Gmes. Dal 2003 l’ASI è impegnata nello sviluppo di programmi applica-tivi che sfruttano i dati satellitari per analizzare rischi naturali e ri-schi indotti dalle attività dell’uo-mo. I progetti pilota, realizzati con il Dipartimento di Protezione Civile, gli ARPA di diverse regioni e il concorso dell’industria e della ricerca, sono relativi ad alluvioni, frane, incendi, rischio sismico, ri-schio vulcanico, qualità dell’aria, inquinamento da idrocarburi sulmare, gestione delle coste. L’Agen-zia è attiva anche con iniziative bilaterali in campo internaziona-le per satelliti di osservazione, con Paesi quali Argentina e Israele.

enricoSaggesepresidente asi (agenzia spaziale italiana)

LA TERRA VISTA DALLO SPAZIO

heNry bOrZI

[email protected]

news

DALLO SPAZIODALLO SPAZIO

2IDeA

Domanda:■■ Quale oppor-tunità offre l’osservazione della terra dallo spazio?

Risposta:■■ la messa a punto di sistemi per la previ-sione, il controllo e la gestio-ne dei fenomeni ambientali naturali e indotti dall’uomo.

occhi vigili sui rischi legati al territorio

Misurare uno sposta-mento di 1 millimetro da 800 chilometri di distan-za. Oggi è possibile gra-zie a una tecnologia ita-liana che utilizza sensori radar satellitari.

Che informazioni si pos-■■sono ottenere dai dati sa-tellitari?– Dal 1991 sono in orbita satelli-ti, con sensori radar a bordo, che possono acquisire con regolari-tà informazioni sul nostro ter-ritorio.

Le potenzialità legate alle misure radar satellitari, e la loro grande utilità nella prevenzione dei dis-sesti ambientali, sono ancora po-co conosciute al grande pubblico, mentre in ambito professionale stanno guadagnando una visibi-

lità crescente per il monitorag-gio continuo di aree a rischio di frane, cedimenti e terremoti, e non solo.

Anche edifici, grandi opere, linee metropolitane, tracciati strada-li possono essere “sorvegliati” dall’alto, con regolarità e preci-sione, senza dover strumentare l’area d’interesse.

Che ruolo ha avuto l’Ita-■■lia nello sviluppo di queste tecnologie? – I primi studi sull’interferome-

tria radar (la tecnologia per il ri-lievo degli spostamenti da satel-lite) sono stati fatti negli Stati Uniti, ma spetta all’Italia un ruo-lo di primo piano nelle successi-ve innovazioni.

In particolare, il Politecnico di Milano ha portato avanti la sua ricerca in questo settore per ol-tre 20 anni, sforzi sfociati nel bre-vetto italiano della tecnica PSIn-SAR™, oggi riconosciuto e protet-to a livello internazionale.

A chi si rivolge l’offerta ■■

di dati satellitari?– A compagnie del settore ener-getico, pubbliche amministra-zioni, società di costruzioni e studi professionali di ingegne-ria e geologia, nonché, in ambito scientifico, a università e centri di ricerca .

I satelliti non conoscono fron-tiere e sono una nuova sorgen-te d’informazione che promette grandi sorprese per il futuro.

bOTTA & RISPOSTA

aNNa PeLLIZZONe

[email protected]

AlessandroFerrettitre, spin off del politecnico di Milano.

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Monitoraggio ambientale · 5uno speciale realizzato da Mediaplanet

Lo Shuttle agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale.

news

Nel contesto del monitoraggio geospaziale la navigazione satel-litare ha un ruolo rilevante.

Sono in fase di studio moltepli-ci applicazioni dei sistemi di po-sizionamento satellitare (GNSS, Global Navigation Satellite Sy-stems) finalizzate al monitorag-gio di fenomeni meteorologici attraverso lo studio degli strati alti dell’atmosfera, al controllo della stabilità strutturale di co-struzioni, al rilevamento del traf-fico, allo studio dell’inquinamen-to delle acque… tutti temi molto a cuore sia alla comunità scienti-

fica che all’opinione pubblica.

Le sfide per il futuro sono tan-te, sia per le imprese che per la ri-cerca, lo dimostra il successo di un evento come l’European Sa-tellite Navigation Competition, il concorso internazionale ri-volto ad aziende, imprenditori, università e privati che premia le migliori idee basate sulla na-vigazione satellitare, nell’ambi-to del quale Altran Italia ha vin-to il “GMES Masters” Special To-pic Prize.

L’idea premiata - scaturi-ta attraverso la metodologia dell’Open Innovation – è quella di una “Rete distribuita di senso-ri GPS per l’analisi di dinamiche emergenti su larga scala”.

Questa rete potrebbe monito-rare il comportamento di sistemi complessi come lo spostamento di grandi masse d’aria (correnti atmosferiche, uragani o tornado), i movimenti oceanici di superfi-cie (correnti, andamenti mareali, preallerta tsunami), i movimenti tettonici (studio e previsione di terremoti, eruzioni, smottamen-ti, spostamento dei ghiacciai).

Il progetto consentirebbe an-che lo studio dei flussi del traf-fico stradale e la pianificazione di metodi di gestione, a livello aziendale e urbanistico.

sistemi di navigazione e monitoraggio

AntonioAbadessaManagingdirector asd e chief operating officer di altran italia

L’Osservazione della Terra e la Navigazione Satellitare sono temi apparentemente distanti, ma non è così. Ne parliamo con Antonio Abadessa, Managing Di-rector ASD e Chief Opera-ting Officer di Altran Ita-lia, branch del Gruppo Al-tran che offre consulenza nell’ambito delle applicazio-ni delle tecnologie spaziali.

Aerospace & Defense Meetings

2011,Torino 25 - 27 ottobre 2011

Conferenze, seminari tecnici, workshop e soprattutto in-contri d’affari tra fornitori e committenti di tutto il mon-do: questo il programma di Aerospace and Defense Me-etings, che Torino si prepara ad accogliere all’Oval Lingotto dal 25 al 27 ottobre. Giunta alla terza edizione, è l’unica con-vention internazionale in Italia interamente focalizzata sul business, “una piattaforma di visibilità” dove sono attesi più di 1000 partecipanti, per i quali si prevede l’organizzazione di oltre 7000 b2b. Una preziosa opportunità per fornitori di prodotti e servizi di incontrare il procurement delle principali imprese aerospaziali mediante agende pianificate, un’occasio-ne per i grandi gruppi e primes di ottimizzare il proprio tempo nella ricerca di nuovi fornitori e soluzioni. L’iniziativa, promossa dalla Camera di commercio di Torino, è organizzata dal Cen-tro Estero per l’Internazio-nalizzazione, nell’ambito di Torino Piemonte Aerospace - il progetto di supporto e accom-pagnamento sui mercati esteri, rivolto alla filiera aeronautica, spazio e difesa del Piemonte -, in collaborazione con la so-cietà francese abe (advanced business events), conosciuta soprattutto con il marchio di BCI Aerospace.

Per informazioni: [email protected]@centroestero.org

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6 · monitoraggio ambientale uno speciale realizzato da Mediaplanet

occhi italiani che scrutano nello spazio

COSTeLLAZIONe DI SATeLLITI COSMO-SKYMeDFoto: archiVio FotograFico

thaleS aleNia Space

Domanda:■■ un progetto italiano a supporto dello sce-nario internazionale di osser-vazione della terra. È così?

Risposta:■■ sicuramente cosMo-skyMed è il miglior aiuto nella gestione delle ri-sorse ambientali e dei rischi naturali e indotti dall’uomo.

Le sue immagini radar di alcune delle più gravi catastrofi naturali degli scorsi anni, come il ciclone Nargis in Birmania, il terremoto in Cina e gli uragani Hannah e Ike su Haiti, o il devastante sisma del-le aree abruzzesi nell’aprile 2009, sono state utilizzate dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni uma-nitarie, come il Dipartimento del-la Protezione Civile, impegnate negli aiuti alla popolazione. Ma questi sono solo alcuni esempi delle eccezionali capacità operati-ve di COSMO-SkyMed, il più am-bizioso programma di osservazio-ne satellitare terrestre mai realiz-zato dall’Italia per la prevenzione dei disastri ambientali, per lo stu-dio della superfi cie terrestre e per la sicurezza.Ne parliamo con Luigi Pasquali, Amministratore Delegato di Tha-

les Alenia Space Italia, azienda spaziale nata da una joint-ventu-re tra Thales e Finmeccanica e Ca-po Commessa con la responsabi-lità dell’intero sistema.

Componenti e modalità operativeLa costellazione COSMO-SkyMed è composta da quattro satelliti, tutti uguali tra loro, come quattro “occhi” in grado di scrutare la Ter-ra dallo spazio metro per metro,

di giorno e di notte, con ogni con-dizione meteo, grazie ai radar ad apertura sintetica (SAR) che lavo-rano in banda X (in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in as-senza di luce solare). Il vero pun-to di forza di COSMO-Skymed è la straordinaria fl essibilità di utiliz-zo. L’occhio del radar può operare in varie modalità. Brevissimi so-no anche i tempi di risposta, cioè il tempo necessario per confi gu-rare la costellazione in modo da

ottenere immagini dell’area desi-derata. Altro eccezionale punto di forza è il rapido tempo di rivisita (l’intervallo tra due passaggi sul-lo stesso punto), che consente di monitorare costantemente l’evo-luzione della situazione di emer-genza in una particolare area. At-tualmente, nessun sistema satel-litare può vantare caratteristiche così avanzate. La costellazione è stata realizzata in forma gradua-le: il primo satellite è stato lancia-to nel giugno 2007 e l’ultimo nel novembre dello scorso anno. Ora il sistema è completamente ope-rativo.

Obiettivi raggiuntiGli ottimi risultati raggiunti con il programma COSMO-SkyMed sono sicuramente la miglior te-stimonianza dell’eccellenza rag-giunta dall’industria spaziale ita-liana che, oggi, è senza alcun dub-bio leader mondiale per i radar ad apertura sintetica. Il successo, inoltre, di questo sistema è stato sicuramente lo stimolo per l’av-vio di una seconda generazione di satelliti COSMO-Skymed, di cui Thales Alenia Space sarà uno tra i principali artefi ci.

news

FOcUS

All’■■ avanguardia in campo mondiale.

Concepito■■ fi n dall’inizio per applicazioni ad uso duale (mili-tare da un lato e civile istituzio-nale e commerciale dall’altro).

Realizzato■■ sotto l’egida del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, attra-verso il fi nanziamento e coor-dinamento tecnico e operati-vo dall’Agenzia Spaziale Ita-liana e il co-fi nanziamento del

Ministero della Difesa.

Gestito ■■ dalla stessa Agen-zia Spaziale Italiana nell’ambi-to di un Uffi cio di Programma congiunto ASI/Difesa.Telespazio gestisce le opera-zioni in orbita della costella-zione.

! Notiziedal web:

www.esa.intwww.asi.itwww.thalesaleniaspace.it

La costellazione COSMO-SKYMed

SATeLLITI

uno speciale realizzato da Mediaplanet

SATeLLITI

3IDeA

e-GEOS è la società fonda-ta da Telespazio (Finmec-canica/Thales) e dall’Agen-zia Spaziale Italiana che da alcuni svolge un ruolo da protagonista nel setto-re dell’osservazione della Terra.

L’azienda, che ha sedi a Roma e Matera, commer-cializza a livello mondiale i dati radar COSMO-SkyMed e opera come Hub europeo per la diff usione dei dati satellitari ad altissima ri-soluzioneli GeoEye-1, IKO-NOS, RADARSAT, QuickBird, WorldView e IRS.

“Con il sistema COSMO-SkyMed - dichiara l’Am-ministratore Delegato di e-GEOS, Marcello Mara-nesi - abbiamo inaugu-rato una nuova era nelle applicazioni operative nel campo delle informazioni geospaziali. Grazie alla pri-ma costellazione operativa in orbita, dotata di quattro satelliti radar, siamo in gra-do di garantire l’acquisi-zione di dati a livello mon-diale indipendentemente dalle condizioni meteoro-logiche, e di luce (giorno e notte), con altissima fre-quenza di rivisitazione”.

“Negli ultimi mesi - pro-segue Maranesi - e-GEOS è stata attivata da orga-nizzazioni come l’ONU, la Croce Rossa Internaziona-le e dall’Unione Europea, nel quadro di importanti progetti come G-MOSAIC (GMES services for Ma-nagement of Operations, Situation Awareness and Intelligence for regional Crises), ed è stata prota-gonista nella gestione delle gravi emergenze ad Haiti dopo il terremoto, nel monitoraggio dell’in-quinamento dalla piat-taforma petrolifera nel Golfo del Messico, e, più recentemente, in Australia a seguito delle devastanti alluvioni”.

OSSERVAZIONE:UNA NUOVA ERA

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L’epoca delle telecomunicazioni via satellite iniziò ne-gli anni ‘60 con l’impiego di frequenze che ricadevano nella cosiddetta “banda C” (4 / 6 GHz). Fu poi l’Italia - nei primi anni ‘70 - a cogliere le potenzialità off erte dalle bande di frequenza più elevate, attuando il pro-gramma sperimentale SIRIO il quale fece per la prima volta impiego di frequenze che si collocavano nella “banda Ku” (12 / 14 GHz), quelle - per intenderci - che vengono oggi comunemente utilizzate per la diff usio-ne televisiva via satellite. Grazie a SIRIO l’Italia si connotò come pioniere a livel-lo mondiale - dell’utilizzo delle bande di frequenza più alte. Verso la fi ne degli anni ‘80, l’Italia ebbe modo di rinnovare questa vocazione grazie al nuovo pro-gramma sperimentale/pre-operativo ITALSAT il quale faceva uso - per la prima volta al mondo (insieme al satellite Americano ACTS) - di frequenze ancora supe-riori, ovvero quelle della“banda Ka” (20 / 30 GHz), le quali - dopo vent’anni con il recentissimo lancio del sistema Eutelsat KA-SAT - sono ormai diventate di im-piego commerciale.

Con la successiva iniziativa dell’Agenzia Spaziale Ita-liana (ASI) di sperimentare in orbita frequenze ancora superiori (ovvero i 40 / 50 GHz della cosidetta “ban-da Q/V”), è la terza volta dopo SIRIO e ITALSAT - che

l’Italia viene a trovarsi all’avanguardia della tecnologia delle comunicazioni satellitari.La sperimentazione della banda Q/V sarà possibile grazie al dispiegamento - da parte ASI - di una mis-sione basata su un apposito ripetitore spaziale (de-nominato per motivi storici “Technology Demonstra-tion Payload 5” - TDP#5) e un’infrastruttura a terra che comprende delle Stazioni ricetrasmittenti e dei Centri sperimentali. Il citato TDP#5 volerà a bordo del satel-lite Alphasat dell’ESA, il cui lancio è previsto nel corso dell’anno 2012. La realizzazione della missione è stata interamente affi data all’industria Italiana, in particolare a Space Engineering per quanto riguarda l’infrastruttura di terra e a una co-contractorship tra la stessa Space Engineering e Thales Alenia Space Italia per quanto riguarda il carico spaziale che è attualmente in fase di integrazione presso lo stabilimento di TeS Telein-formatica e Sistemi del gruppo Space Engineering - sito nei pressi di Potenza in Basilicata - ove verrà an-che posizionata una delle due Stazioni attraverso cui

verrà attuata la campagna di sperimentazione. Per Space Engineering si tratta di un consistente im-pegno da realizzarsi nei prossimi tre anni.

I principali vantaggi che si prevede di conseguire tra-mite l’impiego della banda Q/V sono da una parte le elevatissime larghezze di banda e le conseguenti eco-nomie di scala ottenibili, e dall’altra la possibilità di utilizzare terminali utente più piccoli di quelli odierni. Relativamente al primo punto l’idea è quella di rea-lizzare inizialmente un sistema “misto”, ovvero basato su terminali utente operanti in banda Ka e su stazioni nodali (quelle che raccolgono il traffi co degli utenti e lo instradano in rete) in banda Q/V con confi gurazio-ne “diversity”. Per quanto riguarda il secondo aspetto, l’applicazione principe è certamente quella dei colle-gamenti con mezzi mobili aeronautici che si trovino al di sopra dell’atmosfera, i quali non richiedano quindi l’adozione di particolari contromisure nei confronti dei fenomeni di attenuazione che, in presenza di pioggia o neve, tipicamente riguardano la banda Q/V. Le tecnologie satellitari sono sempre vivaci, e lasciano intravedere all’orizzonte sempre nuove applicazioni, esperienze ed opportunità.Space Engineering è da sempre pronta a contribuire al loro sviluppo.

E l’Italia già pensa all’era del dopo KA-SATLanciato un programma sperimentale per la validazione in orbita di bande di frequenza

ancora più elevate. Importante partecipazione di Space Engineering

w w w.space. it

Gli strumenti elettro-ottici spazialiI sistemi di osservazione della Terra con strumentazione elet-tro-ottica di tipo innovativo sono solo l’ultima frontiera tecnologi-ca per il monitoraggio ambien-tale. Ne parliamo con Armando Buccheri, direttore della Linea di Business Spazio di SELEX Galileo, società responsabile dello stru-mento iperspettrale per la mis-sione PRISMA dell’ASI, in avan-zata fase di sviluppo. “Questo im-portante programma raff orza la nostra leardership a livello euro-peo nella tecnologia ottica iper-spettrale e conferma le capacità sistemistiche nella realizzazio-ne di payload per applicazioni di

osservazione della Terra, missio-ni scientifi che e di osservazione dell’Universo”. PRISMA è un si-stema di osservazione della Terra che integra un sensore iperspet-trale con una camera pancroma-tica a media risoluzione. “La ca-pacità della tecnologia iperspet-trale di individuare la composi-zione chimico-fi sica degli ogget-ti osservati”, prosegue Buccheri, “consentirà di monitorare le ri-sorse naturali e le caratteristi-che dell’atmosfera e contempo-raneamente fornirà alla comu-nità scientifi ca immagini ad al-ta risoluzione spettrale, utili per sviluppare nuove applicazioni nel campo dell’osservazione am-bientale”. La prossima qualifi ca in orbita di un payload iperspet-trale costituirà un primato a li-vello europeo.

Alta tecnologia per le missioni satellitariI principali programmi di osser-vazione e sorveglianza del pia-

neta come METOP, che studia tra l’altro la concentrazioni di ozono e altri gas-traccia nell’atmosfe-ra, o il GMES, che monitorerà an-che la temperatura di terra, aria e acque, sono tutti equipaggiati da spettrometri di ultima gene-razione. Stesse capacità di anali-si e composizione dell’atmosfera caratterizzano gli spettrometri a bordo delle missioni internazio-nali per lo studio dell’universo, quali Cassini-Huygens, Roset-ta, Venus Express, Dawn. L’osser-vazione della Terra dallo spazio sta andando quindi di pari pas-so con lo sviluppo dei satelliti per l’esplorazione planetaria, per le

telecomunicazioni e per la navi-gazione. Comune denominatore tra queste diverse tipologie di sa-tellite sono anche i sensori d’as-setto, in grado di guidare e posi-zionare il satellite nello spazio.I satelliti LEO e GEO utilizzati per servizi quali radio-localizzazio-ne e trasmissione dati e le son-de spaziali destinate alla esplo-razione del nostro sistema solare (come la missione New Horizon della Nasa) sono entrambi equi-paggiati da sensori di tipo Star Tracker, in grado di “disegnare” una mappa delle stelle. Il sen-sore d’assetto di tipo terrestre IRES-NE, mantenendo il corretto assetto in orbita dei satelliti per il sistema di navigazione euro-peo GALILEO, contribuirà inve-ce a garantire il preciso posizio-namento a terra (radiolocalizza-ione tipo GPS) scandito dall’oro-logio atomico Passive Hydrogen Maser (PHM).

heNry bOrZI

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Domanda:■■ Quali sistemi tecnologici innovativi vengo-no adottati per l’osservazione della terra?

Risposta:■■ i sistemi con strumentazione elettro-ottica di tipo innovativo.

news

TeCNOLOGIe SPAZIALIsatelliti per l’osservazione

La tecnologia iperspettrale

Integrata in strumentazio-■■ni elettro-ottiche altamente sensibili e sofi sticate, questa tecnologia permette di iden-tifi care la cosiddetta “fi rma spettrale” degli oggetti osser-vati, determinandone, di con-seguenza, la composizione chimica.

Ogni materiale, infatti, si di-stingue per una propria capa-cità di rifl ettere la luce, gene-rando quindi una ‘fi rma’ che consente di distinguere e clas-sifi care i materiali stessi, for-nendo informazioni utili per la prevenzione delle catastro-fi naturali, la gestione delle ri-sorse del territorio, la mappa-tura geologica e delle aree ur-bane, agricole boschive.

IN bREvE

La tecnologia iperspettrale di SeLeX Galileo per la missione Prisma

Monitoraggio ambientale · 7uno speciale realizzato da Mediaplanet

TeCNOLOGIe SPAZIALI

Monitoraggio ambientaleuno speciale realizzato da Mediaplanet

4IDeA

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8 · monitoraggio ambientale uno speciale realizzato da Mediaplanet

Domanda: Quali sono le principali esigenze dei sistemi ottici per l’Osservazione della Terra e la Sorveglianza?Risposta: Compattezza, leggerezza, alte prestazioni e basso costo. Ed una buona idea per realizzarli.

I sistemi ottici di precisione di nuo-va generazione stanno portando importanti innovazioni nella stru-mentazione destinata all’Osserva-zione della Terra, Sorveglianza, e Li-tografia per Semiconduttori. Giovanni Nocerino, di Media La-rio Technologies, PMI del lecchese, racconta le ultime novità tecnolo-giche del settore.

Che cosa si intende per ■■ottiche di precisione riflet-tive?Per ottiche di precisione riflettive intendiamo “specchi” con un er-rore di forma dell’ordine di frazio-ni della lunghezza d’onda della lu-ce utilizzata, e con rugosità superfi-ciale molto bassa (qualche frazione del nanometro). Normalmente queste ottiche so-no costruite una per una lavorando il materiale del substrato dal pie-no, con notevoli costi e lunghi cicli produttivi. Oggi, però, è possibile

ovviare questi inconvenienti grazie alla tecnologia dell’elettroformatu-ra. Con questo approccio si realizza lo specchio copiando esattamente la forma di uno stampo molto accu-rato (ovvero il negativo dello spec-chio) ottenendo un’ottica di eleva-ta precisione e bassissima rugosità. Una volta separato lo specchio dal-lo stampo, quest’ultimo è pronto per essere usato una seconda volta e così via. Il vantaggio? Replicare uno stampo costa meno, è più veloce, e permet-te di costruire specchi altamente asferici (off-axis free form), sottili e leggeri. In questo modo gran par-te della complessità costruttiva si concentra sullo stampo (matrice), che deve avere le stesse prestazio-ni ottiche richieste allo specchio fi-nale. L’Italia in questo campo ha dimo-strato competenze e capacità d’in-novazione a livello mondiale.

Quali sono i principali am-■■biti di applicazione di questo

tipo di sistemi ottici?I campi di applicazioni sono mol-teplici e spaziano dall’astronomia (ad esempio telescopi per raggi X e pannelli per riflettori di radiotele-scopi) ai sistemi ottici per la pros-sima generazione di macchine li-tografiche per la produzione di mi-crochips (dove questa tecnologia ha rivoluzionato il mercato), alle mac-chine per oftalmologia, e in futuro nel settore dell’Osservazione della Terra e della Difesa.In particolare in questi ultimi set-tori c’è una forte esigenza di siste-mi ottici per sensori multi spettrali e iperspettrali, compatti, leggeri, ad alte prestazioni e a basso costo. Generalmente le ottiche di questi sensori sono composte da diver-si sistemi di lenti ognuno dei qua-li opera in un particolare interval-lo della lunghezza d’onda della luce, sono costruite con materiali pre-giati e costosi, e hanno significati-ve masse e ingombri. Esistono an-che sistemi ottici basati su specchi e quindi “multi-spettrali”, ma han-

no ancora costi e peso elevati.Grazie all’elettroformatura, che permette di realizzare ottiche con design estremo a bassissima rugo-sità, leggeri, a costi più contenuti con elevate prestazioni ottiche an-che in condizioni ambientali estre-me, è possibile dare oggi una rispo-sta concreta a questa esigenza.

Quali promesse per il fu-■■turo?La collaborazione tra aziende, agen-zie spaziali e centri di ricerca si sta rivelando la strategia migliore per realizzare innovazioni di proces-so. Un esempio è quello del Centro di Eccellenza creato con l’Osserva-torio Astronomico di Brera; anche grazie a esso sarà prodotto attraver-so elettroformatura un dimostrato-re di un sistema ottico per sensori multi spettrale/iperspettrale.

sistemi ottici:innovazioni di eccellenza

aNNa PeLLIZZONe

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LA NOSTRA SOLUZIONE

”l’italia in questo campo ha dimostrato competen-ze e capa-cità d’in-novazione a livello mondiale.”Giovanni Nocerino Presidente e Amministratore Delegato di Media Lario Technologies

inspiration

I Droni, veicoli aerei senza pilota (UAV) operano da anni nel mondo militare. E come spesso accade nelle moder-ne tecnologie di mobility, il loro impiego nel civile segue a ruota.

La nostra sfida è stata quella di replicare l’esatto procedi-mento (pianificatorio ed ese-

cutivo) di una Ripresa Aero-fotogrammetrica tradizionale, anche su piattaforma UAV.

E questo ci ha portato a con-siderare tre distinte proble-matiche:- il peso degli UAV e la loro dimensione (intorno agli 1-3 Kg con diametro massimo di circa 70-100 cm) li rendono

più sensibili ai venti, per cui occorre correggere costante-mente la posizione dell’ogget-to in volo affinche mantenga il sensore costantemente nadi-rale al terreno;- il carico trasportabile, in particolare l’attrezzatura di presa, non può pesare più di qualche centinaio di grammi e deve essere montata su di una

mini piattaforma di stabilizza-zione in grado di compensare rollio, beccheggio e drifting;- per le nostre necessità di filiera, la pianificazione delle strisciate è realizzata attra-verso il medesimo software (Flight Management System) utilizzato per le Riprese Aero-fotogrammetriche tradizionali; Il sensore ad infrarosso termi-

co, implementato su aeromo-bile tradizionale oppure minia-turizzato su drone, determina la temperatura di qualsivoglia entità rilevata e lo fa ad una risoluzione geometrica molto interessante (ove la dimen-sione del pixel a terra può arrivare ad essere inferiore ai 10 cm), nonché ad una ac-curatezza intorno ai 0,1 gradi

centrigradi. Un impianto foto-voltaico di dimensioni pari a 2 megawatt può essere rilevato nella sua completezza in sei minuti di volo.

Ad oggi non esiste metodo meno invasivo e meno costo-so per verificare il corretto funzionamento di pannelli e di celle.

Aerofotogrammetria UAV(Unmanned Aerial Vehicle)

Infrarosso termico applicatoal fotovoltaico

STUDIO SIT & Location Services SrlCorso Italia, 10/317100 Savona SVT: +39 019 822642F: +39 019 8487800E: [email protected]: www.studiosit.it

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Monitoraggio ambientale · 9uno speciale realizzato da Mediaplanet

Ottiche elettroformate di precisione sul banco otti-co durante la fase di inte-grazionemedia lario copyright

inspiration

Il centro di Spino d’Adda (CR) rappresenta uno dei più impor-tanti siti sperimentali per gli studi di propagazione delle on-de radio in collegamenti spazio-terra; ospita strumentazione di proprietà del Politecnico di Mila-no, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’IEIIT-CNR.

La stazione sperimentale è operativa dal 1979 e ha preso par-te ai più importanti esperimen-ti di propagazione satellitare (Si-rio, Olympus and Italsat). Oltre che nel settore delle telecomuni-cazioni, le osservazioni condotte

sulla troposfera trovano natura-le applicazione anche nel moni-toraggio ambientale; a tal fine gli strumenti installati più impor-tanti sono il radar meteorologico Doppler, i radiometri e la stazio-ne meteorologica.

Il radar meteorologico - in par-ticolare - è un sensore formidabi-le, in grado di rilevare le precipi-tazioni fino a 150 km di distanza e di monitorarne lo spostamen-to in tempo reale, fornendo una mappa 3D ogni 5 minuti circa. Il principio di funzionamento è concettualmente semplice: il ra-

dar emette un impulso radio e ri-leva i deboli echi provenienti dal-

le idrometeore (gocce di pioggia, grandine ,ecc.); il ritardo e l’in-

tensità dell’eco ricevuta deter-minano rispettivamente la di-stanza e l’intensità dell’evento piovoso. Il radar di Spino d’Adda è stato utilizzato in passato per la fornitura in tempo reale di map-pe di pioggia alla Regione Lom-bardia (per scopi di protezione civile) e per lo studio non invasi-vo della migrazione degli uccelli in Val Padana.

La stazione si doterà a breve di un sensore di fulmini che sa-rà connesso alla rete europea LI-NET (Lightning Detection Net-work).

il Centro sperimentale di spino d’adda (Cr) del politecnico di Milano

MICheLe D’AMICODipartimento di elettronicae Informazione (DeI)Politecnico di Milano

La ricerca tecnologica per le bassissime rugositàAbbiamo incontra-to Giovanni Pareschi, Direttore dell’Osser-vatorio Astronomico di Brera, un prestigioso istituto di ricerca lea-der in questo settore, per capire quali sono le principali ricerche tec-nologiche nel settore

“La richiesta di ottiche a bas-sissima rugosità per sistemi ot-tici di precisione di nuova ge-nerazione ha alimentato lo svi-luppo di processi tecnologici e di strumentazione metrologica di controllo sempre più avanza-ti, sia per la produzione delle ot-tiche stesse, sia per la produzio-ne delle matrici necessarie per i processi di replica come l’elet-troformatura.Un’importante linea di ricerca avviata al Centro di Eccellenza e che sta dando risultati mol-to interessanti è quello del “su-perpolishing deterministico” di tipo avanzato. Questa tecni-ca consente di produrre ottiche con prestazioni elevatissime rimuovendo selettivamente le “impronte” di lavorazione la-sciate dalle fasi precedenti del processo produttivo senza de-gradarne l’accuratezza di for-ma e ottenendo superfici con una rugosità bassissima.

aNNa PeLLIZZONe

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10 · monitoraggio ambientale uno speciale realizzato da Mediaplanet

Per usare una metafora, la si-tuazione è simile a ciò che acca-de nell’Occhio di un Ciclone.

Ai margini di quella calma ras-sicurante dalla quale apprendia-mo ogni giorno il tempo di do-mani, si scatenano innumerevoli processi, che avvengono in modo incessante e velocissimo, in un crescendo quasi vorticoso.

I dati meteo rilevati dalle piat-taforme di osservazione terre-stri e spaziali (stazioni e satelliti) viaggiano continuamente (reti di telecomunicazioni) verso enti meteo specializzati (Centri Ope-rativi) che li controllano ed ela-borano, sfruttando moderne me-todologie tecnico-scientifiche (Supercalcolatori e Modelli di Si-mulazione del tempo), generan-do innumerevoli prodotti meteo che fl uiscono senza interruzio-ne verso la collettività naziona-le, il tutto all’interno di un con-tinuum istituzionale complesso

(Servizio Meteorologico Nazio-nale - SMN) che coopera con altre strutture organizzative interna-zionali del settore (Agenzie e Ser-vizi Meteorologici esteri).

Il WMOMa tutto ciò, per funzionare,

ha bisogno di un grande “regi-sta”. Così come la struttura fi -sica del Ciclone è regolata dalla Natura, anche le strutture orga-nizzative meteo sono regolate dall’Organizzazione Meteoro-logica Mondiale (WMO – World Meteorological Organization).

Questa Agenzia specializzata delle Nazioni Unite (ONU), sta-bilisce le regole idonee affi n-ché la comunità meteorologi-ca mondiale si “muova” all’uni-sono per ottimizzare gli sforzi, standardizzare le procedure e i mezzi e raggiungere nuovi tra-guardi comuni.

Siamo davanti a uno degli esempi più riusciti di coopera-

zione internazionale, avviata più di 70 anni fa.

Il SMNIn questa complessa organizza-

zione, un SMN (Servizio Meteoro-logico Nazionale) costituisce, da una parte, una componente chia-ve delle infrastrutture di un Pae-se moderno, dall’altra, rappresen-ta un costo in termini di risorse fi nanziarie, mezzi, uomini e im-pegni internazionali. Questo one-re ricade sugli Stati, in quanto i servizi erogati da un SMN hanno quale scopo principale la tutela della vita e dei beni.

Il WMO stabilisce che la funzio-ne principale di un SMN è quella di “fornire informazioni e servi-zi di base per consentire di mini-mizzare i costi, in termini di vite umane e di beni, ascrivibili a disa-stri naturali connessi ad avversità atmosferiche”. Minimizzare i co-sti? Proprio di questo si tratta. Le condizioni del tempo infl uiscono

sulle attività umane e generano, in vari modi, un costo in diversi settori della società. Questo costo, può essere ridotto con l’utilizzo delle informazioni meteo, trami-te la “Gestione del rischio meteo-rologico”.

La Gestione del rischio meteorologico

In qualche modo, tutti abbiamo messo in atto una “Gestione del rischio meteo”: quando decidia-mo o meno di fare una gita anche sulla base delle condizioni meteo attese, non facciamo altro che mi-nimizzare l’impatto negativo che il tempo potrebbe avere su tale at-tività. Questo semplice esempio, esteso su scala nazionale alle atti-vità che risentono del tempo (tra-sporto, turismo, agricoltura, ecc.), consente di capire come una “Ge-stione del rischio meteo” mirata possa permettere di ridurre i costi sostenuti da un Sistema Paese per eff etto delle condizioni meteo.

Il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare svol-ge il compito di SMN. Il CNMCA, l’Ente che ho il piacere e respon-sabilità di dirigere, rappresen-ta il più sofi sticato componente operativo di cui disponga il Servi-zio Meteo e la Nazione. La calma quindi nasconde una vera tem-pesta organizzativa e procedura-le, non esente da oneri per la Na-zione ma, tali oneri, sono tuttavia ampiamente compensati da be-nefi ci per l’intero Sistema Paese.

il Meteo, la calma nell’occhio del cicloneQuando si parla di me-teorologia la prima cosa che viene in mente sono le previsioni diffuse dai Mass Media. La “sempli-cità” di queste informa-zioni, che influenzano non solo le decisioni sul “co-sa si farà domani” ma an-che le attività socio-eco-nomiche, nasconde una complessa organizzazio-ne tecnico-scientifica, forse non percepita.

news

MeTeOROLOGIA

uno speciale realizzato da Mediaplanet

MeTeOROLOGIA

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”il WMo ha stimatoche le nazioni ottengono annualmente dalle info meteo benefi ci economici molto superiori alla spesa annua che sostengono per il proprio sMn”Colonnello Paolo Cesolaridirettore cnMca (centro nazionale di Meteorologia e climatologia aeronautica)

Carlo Cacciamanidirettore servizioidroMeteoclimaarpa (arpa-siMc).

Gli strumenti modellistici ■■globali (GCMs) e regionali per-mettono di sviluppare degli scenari di cambiamento che nel tempo si sono sempre più affi nati, pur con tutte le incer-tezze, soprattutto per quanto concerne la variabilità spazia-le dei segnali di cambiamento. Alcune recenti simulazioni, re-gionalizzate alla scala dell’Eu-ropa, evidenziano delle tan-gibili modifi che del clima nei prossimi decenni. Per le tem-perature si rileva un aumento abbastanza omogeneo, proiet-tato al periodo 2021-2050, sulla gran parte del continente eu-ropeo, con punte di aumento tra 1.5 e 2 °C rispetto al periodo 1961-1990. Per le piogge si rileva invece una diff ormità di anda-mento tra Nord e Sud d’Euro-pa, con scenari di aumento sul Nord Europa e una chiara dimi-nuzione sul Mediterraneo, assai più sensibile d’estate. Parimen-ti, si rileva un possibile aumen-to della probabilità di occorren-za di eventi “intensi” (es: onde di calore, piogge intense di bre-ve durata).

IN bREvE

TRANSLATE NATURE INTO DATATO TRANSLATE DATA INTO CHOICES

Nata nel 1982, MTX è leader in Italia per la produzione di apparecchiature, sistemi e servizi rivolti al controllo remoto, di alta affi dabilità ed elevato livello tecnologico, con particolare attenzione verso la meteorologia e l’agro-meteorologia, l’idrologia, la nivologia. Comprendendo e adattandosi rapidamente alle esigenze dell’utente, MTX è l’azienda che Pubbliche Amministrazioni e prestigiose aziende private hanno scelto per il controllo dell’ambien-te e la riduzione dell’impatto ambientale, attraverso un maggiore ed oculato utilizzo delle risorse. A supporto di chi studia i fenomeni fi sici responsabili del tempo at-mosferico MTX mette a disposizione una ampia gamma di strumenti di altissima qualità tutti conformi alle di-rettive WMO ed alle normative nazionali, consentendo

una precisa rappresentazione delle variabili climatiche che possono essere assunte come fattori di scelta alta-mente affi dabili. I prodotti che MTX progetta, produce, commercializza e installa sono sottoposti a calibrazione e taratura utilizzando apposite apparecchiature a dispo-sizione nel laboratorio dell’azienda, equipaggiato con camera climatica, camera barometrica, banco di taratura

per pluviometri, banco di taratura per sensori di ra-diazione solare, tunnel del vento, sistema di verifi ca della soglia di innesco per sensori di velocità del ven-to, oltre a tutta una serie di accessori quali bilance, pesi e metri certifi cati.

Sede operativa:Campogalliano (MO)web: www.mtx.itInformazioni: [email protected]

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Monitoraggio ambientale · 11uno speciale realizzato da Mediaplanet

La necessità di disporre di una serie accurata, precisa e rappresentativa delle variazioni che hanno luogo nell’atmosfera è fondamentale per il complesso di-battito sul clima. Il cambiamento climatico è oggetto di ricerca da par-te degli scienziati che svolgono il proprio studio, a lungo termine, confrontando le variazioni che han-no luogo nelle risorse naturali della terra. Allo studio contribuiscono le osservazioni che si eff ettuano in maniera sistematica su scala mondiale con satelliti, radiosonde, stazioni meteorologiche, radar meteo-rologici, stazioni di misura delle radiazioni solari. In particolare, l’energia solare regola tutti i processi di-namici sulla superfi cie terrestre e al di sopra di essa. È, quindi, fondamentale determinare il bilancio ener-getico sulla superfi cie terrestre, ai fi ni della compren-sione della variabilità del clima e dei cambiamenti climatici di origine antropogenica. Aziende specializ-zate del settore, quali i brand rappresentati in Italia

dalla EURELETTRONICA ICAS, contribuiscono con il proprio impegno nella Ricerca e Sviluppo, a migliora-re le capacità e l’accuratezza delle soluzioni di misura e a mettere a punto nuovi strumenti di osservazione, come ad esempio la radiosonda di riferimento.Infatti, nel 2007 il WMO ha defi nito la necessità di istituire la rete GRUAN, di riferimento globale per le osservazioni di radiosondaggio, costituita da circa 40 stazioni. I radiosondaggi vengono già eseguiti, in tut-to il mondo, ad orari prestabiliti per creare una rete omogenea di dati. Vaisala, quale leader mondiale nel settore, si è impegnata a dedicare proprie risorse per progettare, in risposta e in collaborazione con la co-munità di ricerca scientifi ca mondiale, una radioson-da specifi ca per soddisfare i requisiti di accuratezza e di parametri di misura richiesti da GRUAN. Un altro utile strumento di osservazione del clima è costituto dai sistemi di rilevamento dei fulmini. Vaisala, leader da 25 anni nello studio del fenome-

no, ha messo a punto un innovativo sistema di rile-vamento su scala globale, che fornisce alla comunità scientifi ca uno strumento per monitorare continua-mente le relazioni fra il cambiamento climatico e le attività di fulmini e precipitazioni convettive su scala da regionale a globale.

Maria Rita Leccese, Amministratore Unico

NOI CREDIAMO IN UN MONDO NEL QUALE LE OSSERVAZIONI AMBIENTALI MIGLIORANOLA QUALITA’ DELLA VITA DI TUTTI I GIORNI

La radiosonda VAISALA RS92 è uno strumento altamente sofi sticato, progettato per misurare la temperatura dell’aria, l’umidità relativa e la pres-sione atmosferica e calcolare la direzione e la velo-cità del vento. Essa viene trasportata nell’atmosfe-ra da un pallone lanciato dalle stazioni di misura a terra. I dati osservati dalle radiosonde vengono impiegati per inizializzare i modelli matematici per le previsioni a medio-lungo termine.

EURELETTRONICA ICAS Srl ha iniziato la sua vita nel 1961 con il fondatore, Pasquale Leccese, che ebbe l’intuizione di dedicarsi ai campi scientifi ci della oceanografi a e della meteorologia. Sin dagli anni 1970 l’azienda si specializza nel settore del-la meteorologia sinottica ed applicata, introdu-cendo in Italia innovative tecnologie nel campo dell’automazione delle osservazioni meteorologi-che, grazie al Brand VAISALA rappresentato in Ita-lia sin dal 1978 e successivamente KIPP&ZONEN. Sito web: www.eurelettronicaicas.com

La principale limitazione esoge-na al rendimento ottimale di un impianto fotovoltaico in fase di esercizio è costituita dalle reali condizioni ambientali in cui es-so si trova ad operare. Ne parlia-mo con l’Ing. Federico Pasquini, della LSI Lastem s.r.l., esperto del settore meteorologico e ambien-tale.

La produttività effettivaIl principale fattore che infl uen-za la produttività eff ettiva di un impianto fotovoltaico è l’irrag-giamento solare, che costitui-sce la “materia prima” del siste-ma; quindi vengono le tempera-ture, che infl uenzano in modo determinante le prestazioni dei

principali componenti (in parti-colare dei moduli). Valutare con precisione le prestazioni di fun-zionamento dei propri sistemi è fondamentale per operatori e in-vestitori, sia a breve che a lungo periodo. Nel breve, per monitora-re l’eff ettiva effi cienza di conver-sione ed eventuali guasti o deca-dimenti. Nel lungo, per garantire l’investimento e i suoi tempi di rientro.

Le soluzioni tecnologicheLe innovazioni tecnologiche che l’industria specializzata mette al servizio degli impianti fotovol-taici per monitorare i parame-tri meteorologici sono numero-se. Esistono diversi tipi di senso-ri ciascuno con i propri punti di forza e di debolezza. Le tecnolo-gie basate sul silicio sono indub-biamente le meno costose e tra le più diff use, in virtù del fatto che la loro risposta spettrale si ritie-ne sia molto simile a quella dei pannelli riproducendo lo stesso

eff etto fotovoltaico per eff ettua-re la misura di irraggiamento. Di fatto tale supposizione spes-so non si verifi ca poiché far cor-rispondere la tecnologia del pan-nello installato (monocristallino, policristallino, fi lm sottile…) con la tecnologia della cella di misu-razione è un aspetto immediato e ad oggi non ancora abbastanza conosciuto.

I PiranometriPer la misura dell’irraggiamen-to, la scelta tecnica migliore con

prestazioni superiori dal punto di vista dell’accuratezza è costi-tuita dall’utilizzo dei piranome-tri. Il piranometro è uno stru-mento che permette di misurare l’intensità della radiazione glo-bale composta dalla radiazione diretta e dalla radiazione diff u-sa. Tale tecnologia garantisce, se-condo norme tecniche interna-zionali, bassi tempi di risposta, limitata infl uenza della tempe-ratura, la migliore risposta spet-trale possibile ed un elevata sta-bilità nel tempo. In un panora-ma in cui la ricerca sui i pannelli fotovoltaici è in continua evolu-zione, la tecnologia a piranome-tro rappresenta la migliore ri-sposta tecnologica a disposizio-ne per valutare la reale effi cienza dell’impianto, ovvero la sua ca-pacità di trasformare l’intera ri-sorsa disponibile (l’energia sola-re) in energia elettrica.

FeDeRICO PASQUINILsi Lastem

heNry bOrZI

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Domanda:■■ Quali sono i fattori climatici che infl uenza-no il reale rendimento di un impianto fotovoltaico?

Risposta:■■ innanzitutto l’ir-raggiamento e le tempera-ture.

news

SOLUZIONI TeCNOLOGICheMeteorologia e fotovoltaico

All’inseguimento del sole e del vento

Tra le tecnologie dinami-■■che, quelle a inseguimento so-no le più rappresentative (e con le maggiori prospettive di svi-luppo nell’immediato futuro). In sostanza il sole viene segui-to nei vari momenti del giorno e dell’anno durante tutta la sua naturale declinazione valutan-do l’irraggiamento proveniente direttamente dal disco solare e dall’atmosfera. (basate su un di-spositivo denominato insegui-tore solare)

Oggi spesso (nelle stazioni di livello più elevato) si introduce anche la misura della direzione e velocità del vento mediante anemometri. Tale sistema per-mette un’accurata misurazio-ne del raff reddamento dell’im-pianto fotovoltaico.

IN bREvE

Monitoraggio ambientaleuno speciale realizzato da Mediaplanet

SOLUZIONI TeCNOLOGIChe

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12 · monitoraggio ambientale uno speciale realizzato da Mediaplanet

osservazioni della terra e rischi naturali In un recente rapporto dell’Unio-ne Europea, il Cnr è l’unico ente italiano presente tra le prime 50 istituzioni europee per capaci-tà di accesso a risorse derivan-ti dai bandi del VII Programma Quadro per la Ricerca dell’Unio-ne Europea.

Il Cnr risulta al 3 posto per nu-mero di partecipazioni e al 12 po-sto per entità dei fi nanziamenti, questo risultato è ancor più stra-ordinario se si confronta il nu-mero dei ricercatori del Cnr con quelli del CNRS (Francia) e del Max Plank Institute (Germania) che risultano ai primi posti di questa graduatoria.

Le ricercheNel settore delle Osservazioni della Terra e dei Rischi Natura-li, un contributo ai successi del Cnr in ambito europeo è fornito dall’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (Cnr-Imaa) che ha avviato ricerche per lo svi-luppo e l’integrazione di tecnolo-gie osservative da satellite, da ae-reo e dal suolo (Sensor Synergy) per la mitigazione dei rischi na-turali e antropici, come il moni-

toraggio di nubi vulcaniche, di frane e incendi boschivi.

Rete europea earlinetDurante l’emergenza provoca-ta dal vulcano islandese, è stato proprio il Laboratorio Lidar del Cnr-Imaa a coordinare la rete eu-ropea Earlinet, composta da 26 stazioni Lidar che forniscono in-formazioni sulla concentrazione degli aerosols in atmosfera.

Le osservazioni eff ettuate dal-la rete Earlinet sono state utiliz-zate dagli enti impegnati nella gestione dell’emergenza a segui-to del blocco del traffi co aereo.

Tecniche e monitoraggioI ricercatori hanno sviluppa-■■

to una tecnica che consente di individuare gli incendi boschi-vi in maniera tempestiva (come è accaduto durante l’emergenza

del 2007 sul Gargano) e di risol-vere alcune problematiche di ca-rattere geologico-geofi sico: stu-di sulla Faglia del Monte Aquila compiuti mediante una tecnica di tomografi a elettromagnetica non invasiva in Val d’Agri (Basili-cata) e le attività a supporto della Protezione Civile durante l’emer-genza Abruzzo.

E ancora, il monitoraggio di infrastrutture civili di interesse strategico (es. ponti, dighe) me-diante l’integrazione di tecnolo-gie satellitari con tecniche di to-mografi a a microonde, sensori in fi bra ottica e tecniche iperspet-trali.

I risultatiInfi ne, il Cnr-Imaa ha presta-to grande attenzione al trasferi-mento dei risultati al sistema de-gli utenti fi nali. In questo conte-sto il Cnr-Imaa è Centro di Com-petenza del Dip. di Protezione Ci-vile e ha contribuito la costitu-zione del Consorzio pubblico-pri-vato TERN che sta promuovendo il Distretto Tecnologico della Re-gione Basilicata su “Osservazioni della Terra e Rischi Naturali”.

news

FOcUS

I ricercatori del cnr-Imaa ■■hanno progettato e realizzato Infrastrutture di Ricerca di rile-vanza internazionale:

Un ■■ Osservazioni Atmo-sferico che è uno dei 12 si-ti mondiali della rete GRUAN – GcOS UPPER-AIR NET-WORK;

Un ■■ sistema di ricezione, processamento ed archi-viazione di dati satellitari (capacità di processare in li-nea oltre 120 Tbyte di dati);

Un ■■ Campo Prove speri-mentali hydrogeosite (pri-mo laboratorio full-scale in Italia per lo studio di processi idrogeofi sici)

Un ■■ Sistema di mezzi mo-bili e sensori per piatta-forme aeree a supporto del-la gestione di emergenze am-bientali.

! Notizie dal web:

www.earlinet.orgwww.doris-project.euwww.imaa.cnr.it

Le infrastrutture di Ricerca

Actris

1“Aerosols, Clouds, and Trace gases Research Infrastructure Net-

work”. Questo progetto ha l’obiettivo strategico di coordi-nare ed integrare le attività le infrastrutture di ricerca pre-senti in Europa che misurano in maniera sistematica e per lunghi periodi di tempo gli ae-rosol ed i gas traccia in atmo-sfera.

Istimes

2“Integrated System for Transport Infrastruc-tures surveillance and

Monitoring Electromagnetic Sensing”. Questo progetto pro-pone lo sviluppo di un sistema innovativo di sorveglianza del-le infrastrutture di trasporto, ubicate in aree ad elevato ri-schio naturale, basato su tecno-logie di rilevamento elettroma-gnetico da satellite, da aereo e da terra in grado di rilevare spo-stamenti e dislocazioni, feno-meni di degrado, cambiamenti delle condizioni chimico-fi si-che dei materiali, difetti strut-turali congeniti o indotti.

Doris

3“Ground Deformations Risk Scenarios: an Ad-vanced Assessment

Service” – Il progetto ha l’obiet-tivo di sviluppare prodotti e servizi innovativi per la pre-venzione e la mitigazione dei rischio da frane mediante l’uti-lizzo e l’integrazione di tecni-che di interferometria radar da satellite con mappe e rilievi ge-omorfologici e geofi sici.

IN NUMERI

3i principali progetti europeiIl Cnr-Imaa attualmen-te partecipa ad oltre 10 progetti del VII Program-ma Quadro dell’Unione europea ed è una del-le poche realtà italiane a coordinare progetti in-frastrutturali. Tra le at-tività più rilevanti si se-gnalano:

LeGeNDA1. Laboratorio interferometria e radiometria.2. Laboratorio telerilevamento da aereo e da satellite.3. Rete earlinet di stazioni Lidar.Foto: archiVio FotograFico imaa

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RISChI NATURALI

uno speciale realizzato da Mediaplanet

RISChI NATURALI

7IDeA

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La Kayser Italia è una PMI aerospaziale indipen-dente, fondata nel 1986. Dal 1995 è totalmen-te italiana e posseduta dalla famiglia dell’Ing. Valfredo Zolesi. Situata nel cuore delle colline livornesi, a 25 Km dall’aeroporto di Pisa e a 90 Km da Firenze, l’azienda occupa circa 5.000 mq di uffici e laboratori ed è immersa in 30.000 mq di bosco mediterraneo.

Dalla sua costituzione ad oggi, la Kayser Italia ha partecipato a 48 missioni spaziali con 76 esperimenti scientifici eseguiti in orbita, in as-senza di gravità. Lo staff dell’azienda è costitu-ito da 40 persone di altissima specializzazione

con competenze in elettronica, software, fisica, ottica, meccanica, termica, biologia molecola-re. Le capacità di progettazione e realizzazione di dettaglio, unite ad una profonda prepara-zione di tipo sistemistico, hanno consentito la sua partecipazione sia come prime-contractor che come sub-contractor a programmi dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), in modo particolare nel setto-re delle Scienze della Vita (Biologia e Fisiologia).

Gli esperimenti realizzati dalla Kayser hanno volato con capsule russe della classe Photon, Progress, Soyuz, con lo Shuttle, con il modulo giapponese HTV, con il modulo europeo ATV, e naturalmente sulla ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Nel 2011 un incubatore vole-rà con la capsula cinese Shenzou. La società è certificata ISO 9001, e il personale è qualificato per il montaggio di circuiti, cavi, connettori e la loro ispezione. L’utilizzo di diversi lanciatori ha favorito la crescita delle competenze della struttura dei Project Managers e dell’area di as-sicurazione di qualità e sicurezza, garantendo il pieno successo tecnico, scientifico, economico e programmatico delle missioni fin qui svolte.

Oltre agli uffici e sale riunioni e conferenze, l’azienda è dotata di laboratori di produzione e integrazione in camera bianca, e di un User Support and Operation Center (USOC) attivo durante l’esecuzione degli esperimenti con

astronauti sulla ISS. Oltre alla realizzazione dei bioreattori, per i quali l’azienda è leader in Euro-pa, grazie all’uso intensivo di molle a memoria di forma, la Kayser è impegnata nello sviluppo di LMC (Life Marker Chip) per la ricerca di vita presente e passata su Marte con la missione EXOMARS, nella realizzazione di tensostrutture facilmente dispiegabili nello spazio, nello svi-luppo di prototipi per analizzatori, e nelle tec-nologie relative a materiali intelligenti.

L’azienda mantiene stretti contatti con il mon-do accademico e della ricerca ed è attiva nella promozione della integrazione tra grandi e pic-cole e medie imprese spaziali italiane.

www.kayser.it

Ing. Valfredo Zolesi

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14 · monitoraggio ambientale uno speciale realizzato da Mediaplanet

Abbiamo bisogno di dati, che ci permettano di meglio compren-dere le variazioni climatiche ed i conseguenti effetti ambientali. Per far questo servono informa-zioni che derivino da osservazio-ni sempre più precise e attendibi-li, di cui sia garantita l’affidabilità nel rispetto dei protocolli interna-zionali e attraverso sistemi quali-ficati di verifica. Queste informa-zioni sono poi messe a disposizio-ne di coloro che sono chiamati a promuovere corrette politiche di mitigazione ed adattamento per far fronte alle variazioni climati-che che già da oggi sono in grado di condizionare la vita dell’uomo e del suo habitat.

Luoghi sensibiliIn questo contesto le montagne divengono sensibili “sentinelle”

dei cambiamenti climatici ove le stazioni di rilevamento scientifi-co in alta quota giocano un ruolo molto importante.Il Comitato EvK2Cnr, l’ente di ri-cerca, senza scopo di lucro, co-stituito da ricercatori del CNR, sta promuovendo un progetto di monitoraggio climatico in al-ta montagna denominato SHA-RE Stations at High Altitude for Research on the Environment. Il progetto, considerato un pun-to di riferimento a livello inter-nazionale per le ricerche clima-tiche in alta montagna si è rive-lato utile per lo studio del riscal-

damento globale e per la valuta-zione dei suoi effetti sui sistemi glaciali, idrici e biologici. SHARE, infatti, fornisce un sup-porto alle politiche di gestione ambientale, nonché ai proces-si decisionali dei paesi in via di sviluppo per una migliore com-prensione degli effetti dei cam-biamenti climatici sull’agricoltu-ra, sulla biodiversità, sulla salute, sulle riserve idriche e sulla vita quotidiana di milioni di individui che dipendono da queste risorse, fornendo un quadro di possibili strategie di adattamento e miti-gazione.

ShARe Una rete di stazioni di rilevamentoUn monitoraggio efficace neces-sita di poter raccogliere informa-zioni utili grazie ad una rete di stazioni che siano tanto più uti-li agli studi climatici, quanto più siano poste in siti remoti e sensi-bili ai cambiamenti climatici. La rete SHARE è presente da anni in Asia, Africa ed Europa e conta al momento 16 stazioni d’alta quo-ta che forniscono dati climatici in Nepal, Pakistan, Uganda ed Ita-lia. Attualmente la punta di dia-mante è il Nepal Climate Obser-vatory – Pyramid (Ncop) realizza-to nel 2006 a 5079 metri di quota, nei pressi del Laboratorio Pirami-de sull’Everest e nato nell’ambi-to del Progetto Abc – Atmosphe-ric Brown Clouds di Unep - United Nation Environmental Program - il programma ambientale delle Nazioni Unite. Tale progetto fu av-viato dal Premio Nobel P. Crutzen e dal Prof. V. Ramanathan per stu-diare le“nubi brune” ricche di ae-rosol ed altri inquinanti, oggi rico-nosciute come fenomeno globale in grado di influenzare negativa-mente il clima, la qualità dell’aria e l’ambiente.

Montagne: sentinelle del clima in alta quota

Laboratorio Osservatorio Piramide 5050 mt everest.photo: Name SurName

inspiration

heNry bOrZI

[email protected]

Domanda:■■ di cosa abbia-mo bisogno per meglio com-prendere le variazioni clima-tiche?

Risposta:■■ servono in-formazioni ed osservazioni sempre più precise e attendi-bili attraverso sistemi qualifi-cati di verifica.

LA NOSTRA SOLUZIONE

FOcUS

Nano SHARE: una stazione ■■di rilevamento della compo-sizione atmosferica unica nel suo genere: interamente auto-matica, in grado di funzionare in ambienti estremi in comple-ta autonomia, inviando i pro-pri dati e mantenendosi in fun-zione dal punto di vista ener-getico.

La stazione SHARE Nepal ■■climate Observatory “Everest-Pyramid” nel 2010 è stata ri-consciuta dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale co-

me una delle stazioni globa-li del programma (Gaw-Wmo) diventando cosi il 33° punto di monitoraggio globale della composizione dell’atmosfera terrestre: il più elevato di que-sta rete.

SHARE Everest 2011: que-■■sta primavera una squadra di alpinisti e ricercatori del co-mitato EvK2cnr ritorneranno nella stazione metereologica a colle Sud – Everest (8.000 mt.) per ripristinare i sensori della stazione più alta al mondo.

In alta quota

heNry bOrZI

[email protected]

Black CarbonIn area montana il legame ■■

tra inquinamento atmosferi-co e zone con copertura nevo-sa è legato principalmente al-la deposizione di black carbon. Il black carbon è una frazione carboniosa fortemente assor-bente del particolato atmosfe-rico che influisce pesantemen-te sui cambiamenti climatici perchè si comporta, per certi versi, in modo simile ai gas ser-ra. È infatti composto da parti-celle nere che, assorbendo la ra-diazione solare, provocano un riscaldamento dell’atmosfe-ra e, assunte determinate pro-porzioni, possono influenzare la fusione dei ghiacciai: quan-do queste particelle si deposita-no in quantità sulla neve e sul ghiaccio, ne accelerano lo scio-glimento.

Recenti studi hanno permes-so di osservare in certe zone dell’Himalaya concentrazioni molto elevate di black carbon. Dai primi risultati che stanno emergendo si ritiene che que-sti alti valori di black carbon potrebbero avere un impat-to sul surriscaldamento loca-le quasi pari alla CO2, con va-lori molto più elevati di quan-to ipotizzato nel Report Ipcc 2007.Inoltre, assorbendo la ra-diazione solare il black car-bon attenua la quantità di ra-diazione che raggiunge il suo-lo contribuendo a influenzare negativamente anche il ciclo idrologico e, di conseguenza, la produzione agricola. Tutta-via, esiste anche un importan-te aspetto positivo: a differen-za della CO2, il principale dei gas serra climalteranti, il black carbon permane in atmosfe-ra solo per pochi giorni o qual-che settimana. Questo signifi-ca che promuovendo adegua-te politiche di mitigazione, in particolare in quelle aree for-temente influenzate da emis-sioni di BC, una riduzione del-la concentrazione atmosferica di queste particelle carbonio-se può positivamente influen-zare il clima, concorrendo alla riduzione del riscaldamento dell’atmosfera.

IN bREvE

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Geocart, eccellenza made in Italy

ESPLORIAMO IL TERRITORIO CON L’INGEGNO DI PERSONE APERTE ALL’INNOVAZIONE

“Esploriamo il territorio con l’ingegno di persone aperte all’innovazione”.È questa la mission di Geocart, società di ingegneria nata in Basilicata. Negli ultimi cinque anni, ha molto investito nello sviluppo avanzato e nell’acquisizione di tecnologie innovative nel settore dell’Osservazione della Terra e del Monitoraggio Ambientale. Centro di eccellenza riconosciuto, non solo a livello nazionale, per la qualità e il cambiamento introdotti nell’approccio alla soluzione di problematiche sensibili, Geocart offre servizi connessi all’elaborazione di immagini satellitari e al trattamento di dati acquisiti mediante rilievi aerei e terrestri con l’impiego delle più efficaci tecnologie.

“L’obiettivo irrinunciabile – dichiara Antonio Colangelo, Amministratore della società – è garantire in ogni circostanza uno standard elevato nella progettazione, realizzazione e aggiornamento delle banche dati geografiche. Ciò rappresenta il nucleo delle attività realizzate dalla nostra azienda. Ecco perché affianchiamo alla disponibilità di tecnologie innovative, la crescita costante delle competenze e della specializzazione del nostro personale. Perseguire questo scopo per Geocart – continua Colangelo - significa investire nelle eccellenze, nella formazione dei giovani che rappresentano il motore di un modello d’azienda, oggi in grado di richiamare l’attenzione di Enti ed Istituti di ricerca accreditati in Italia e all’estero”.

Grazie ad un team selezionato di ingegneri, informatici, fisici, geologi, forestali e tecnici esperti CAD e GIS, l’attività di Geocart si caratterizza per alta flessibilità e tempestività, fattori che assicurano quella competitività oggi indispensabile su ogni mercato. Dalle alluvioni alle frane e agli incendi, dai gasdotti alle discariche,

dalle reti alle grandi opere, gli strumenti e le professionalità messi a disposizione da questa società ricoprono oggi un ruolo sempre più importante nella caratterizzazione del territorio e nel monitoraggio della vulnerabilità ambientale.

“Un’applicazione molto interessante – come sottolinea Colangelo - è quella che consente, attraverso sensori aviotrasportati e ad alta risoluzione, di raccogliere, con misurazioni in remoto, le informazioni necessarie alla elaborazione dei dati. I laser scanner, le camere termiche e digitali, i sensori iperspettrali ci mettono in condizione di ricostruire, con elevato dettaglio, i modelli digitali del terreno e delle superfici. Ciò rende riconoscibile la presenza di inquinanti sul suolo e nei corpi idrici, permette di studiare l’evoluzione delle coste, rilevare le specie vegetali ed analizzarne lo stato di stress. Ed ancora, identificare le perdite di oleodotti e gasdotti e rintracciare anomalie su elettrodotti, costruire i modelli virtuali di aree urbane e di infrastrutture stradali e ferroviarie. Uno dei punti di forza della nostra azienda – conclude l’amministratore di Geocart - è coniugare l’elevato standard della qualità alla capacità di intercettare le esigenze esplicite ed implicite dei clienti sia del settore pubblico, sia della grande impresa. Questo ci permette di personalizzare i servizi erogati e di fornire prodotti su misura, proprio grazie alla consolidata esperienza nell’ingegnerizzazione di sistemi che integrano i fattori professionali, scientifici e tecnologici”.

www.geocart.net

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