Messaggi dei ragazzi postati su facebook della fondazione fossoli durante il viaggio ad auschwitz ne

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Messaggi dei ragazzi postati su facebook della Fondazione Fossoli durante il viaggio ad Auschwitz nel marzo 2013 (controlla se è informaticamente corretta la dicitura L'esperienza nei campi di concentramento e sterminio non può certamente lasciare indifferente una persona. La crudeltà di quanto ho potuto osservare mi ha confermato il pensiero che già da tempo avevo assodato dentro di me: accettare razionalmente ciò che è accaduto è impossibile, ma di un evento del genere si può solamente cogliere la sua irrazionalità. L'unica cosa che rimane fondamentale di fronte a ciò è ricordare e farsi testimoni, proprio come anche Wiesel ha voluto sottolineare dicendo: “Vivere? Non ci tengo più alla vita. Sono solo ma sono voluto tornare a avvertirvi”(E. Wiesel, La notte, Giuntina, Firenze, 1980). B.B.

Diamanti di neve soffocano meridiane d'erba: lancette bloccate su un istante passato.Una ragazza gioca a stare in equilibrio sulle rotaie di un treno sola andata.Ombre uguali si stagliano nel fango e domandano bambine: perchè? SilviPenso sia giusto, nel bene e/o nel male, vedere ciò che un ideale può diventare, ciò che il genere umano è in grado di fare agli altri e a se stesso. Ogni giorno sentiamo episodi di violenza, ad esempio al telegiornale, ma Auschwitz è stata sede di obbrobri indegni per una civiltà che si definisce “civile”. Ciò che si può fare è ricordare, per dare voce alle vittime ed evitare che ciò si ripeta in futuro. J. Molishti 5^F Meucci

Questo viaggio, per me, è stato molto significativo in quanto mi ha permesso di “toccare con mano” ciò che, studiato sui libri di scuola, rimane molto spesso astratto. Inoltre, mi ha fatto capire ancora meglio quanto superficiali siamo al giorno d'oggi, senza renderci conto dei veri problemi della vita, magari interessandoci solamente ad essere all'ultima moda o avere l'I-Phone appena uscito perchè il modello precedente è “troppo vecchio”. Mi hanno impressionato le valanghe di capelli e di oggetti dei deportati, soprattutto perchè so che non erano tutti! È sconvolgente la crudeltà a cui l'uomo può arrivare... Mi è dispiaciuto molto però il fatto che molte delle persone che hanno partecipato a questo viaggio l'abbiano preso molto superficialmente...come se fosse una gita qualunque senza avere coscienza dell'importanza civile, sociale e morale di visitare un luogo come questo per evitare di ripetere lo stesso crimine contro l'umanità. Anonimo

Questo viaggio è stato tutto quanto mi è servito a diventare testimone su questo crimine contro l'umanità, uno dei tanti del mondo, il più importante per la storia europea. Mi ha aiutato a capire che non è sufficiente celebrare la memoria, ma comprendere il suo significato storico-epocale analizzando la sua genesi. Anonimo

Questo viaggio è stato intenso ma proprio per questo edificante. Certamente l'aspetto più “superficiale”, ovvero quello dei fatti storici in sé, è stato molto interessante ed è stato abbastanza impressionante diventare partecipe anche per un solo momento. Ciò che però mi ha colpito è stato il come, grazie a questa visita, sia riuscita ad affrontare quei pensieri che sempre e comunque sono con te, ovvero la paura della mancanza di un senso della vita e la volontà, a volte inconscia disperata, di trovarcelo a tutti i costi. Anonimo

Sono molto contenta e grata di aver fatto questa esperienza. Le cose viste sono state molte e molto forti, quindi forse c'è bisogno di ancora un po' di tempo per elaborare tutte le emozioni e le informazioni captate. Questo anche perchè le aspettative su questo viaggio erano tante e si rischia che queste grandi aspettative rovinino il nostro vissuto. C'è solo bisogno di tempo, e sono sicura che tutte le nostre emozioni e le nostre riflessioni sull'esperienza verranno fuori facendoci sentire tutta la loro forza e probabilmente

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facendoci anche stare piuttosto male. Anonimo

Durante questo viaggio ho cercato di immaginare come fosse, di visualizzare la realtà come doveva apparire agli occhi dei deportati e ho capito che è stata una cosa così grande che quasi è inimmaginabile. C.B.

Sono contenta di essere riuscita a prendere parte a questo viaggio poiché l'ho trovato molto interessante dal punto di vista storico e soprattutto è e sarà fonte di riflessioni personali su uno degli eventi più tragici della storia umana. Chen J. Liceo Fanti

Questo viaggio è stato molto emozionante: mi ha permesso di toccare con mano una realtà che altrimenti sarebbe rimasta solo sui libri di scuola. In particolare l'attività svolta la seconda sera (lettura di alcune pagine di diari di deportati) mi ha molto commosso e mi ha permesso di capire lo stato d'animo di coloro che hanno vissuto durante questo orrore. I.T.

È stata un'esperienza molto toccante. Sono molto contento di aver partecipato a questo viaggio attraverso la memoria che mi ha permesso di toccare con mano i luoghi della deportazione e dello sterminio. F.L.

Questo viaggio per me è stato un insieme di tante emozioni, positive e negative, ma anche e soprattutto la realizzazione di un desiderio che era nato in me già da molto tempo, cioè quello di confrontarmi con una realtà conosciuta ma ancora incompresa. Ho provato emozioni controverse, ad esempio gioia per il fatto di aver ampliato la mia cerchia di amicizie ma anche sdegno e delusione nei confronti di ciò che mi si è presentato sotto gli occhi ad Auschwitz I e II. Reputo comunque questo viaggio molto significativo ed educativo, anche se le mie aspettative prima della partenza, forse troppo alte, sono state un po' deluse perchè, a mio parere, il viaggio è stato affrontato in maniera molto scolastica e formale. Avrei preferito rapportarmi a quella realtà così dura con più emozione, senza che per forza ci fosse una guida a raccontarci gli eventi accaduti ma lasciando che i ragazzi potessero riflettere e dosare le loro emozioni in base a quello che vedevano. Federica, Liceo Fanti

Da tanto tempo sognavo di andare ad Auschwitz ed ora finalmente ci sono stata. Posso affermare senza ombra di dubbio che il mio “bagaglio” culturale si è arricchito molto, ma quello sentimentale? Purtroppo torno con un amaro in bocca in quanto le mie aspettative (forse troppo alte?), sono state deluse. Non ho provato emozioni particolari forse perchè ci hanno presentato questa esperienza sotto un punto di vista troppo storico. Non ho mai avuto un momento per riflettere e questo mi dispiace molto. Spero di cambiare idea quando tornerò a casa. Grazie dell'esperienza. Esse i

Sono commosso e onorato per aver avuto la possibilità di divenire testimone di uno degli eventi più tragici del '900, poiché ritengo che facendo questo viaggio ci siamo caricati sulle spalle una grande responsabilità: tener viva la memoria per evitare che eventi del genere si verifichino nuovamente nel futuro. Anonimo

Auschwitz non era come me lo aspettavo. La prima visita al campo di Birkenau si è svolta di mattina, con il sole ed ero arrabbiata per questo perchè la prima cosa che ho provato scendendo dalla corriera è stato”che bello!”. Si, l'ho pensato perchè il sole conferiva al luogo un senso di pace, di tranquillità. In quel momento avevo voglia di entrarci! Il giorno dopo la visita ad Auschwitz I, il campo era cupo e durante la cerimoniaa Birkenau, con cui abbiamo concluso la giornata, nevicava. Un senso di morte

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si è impadronito di me ed in quel momento ho avuto chiaro che nemmeno il sole avrebbe cambiato ciò che quel posto trasmetteva e che forse a quel punto il famoso “peso sullo stomaco” non era altro che la voglia di vivere. IV B Vallauri.

I ragazzi del Liceo San Carlo:Mi ha particolarmente colpito il freddo: nonostante il fatto fossimo tutti ben ristorati e sufficientemente coperti, provavamo un freddo a volte quasi insopportabile. Colpisce pensare che persone vsetite con solamente un pigiama d cotone e malnutrite abbiano potuto vivere in quelle condizioni fino all'ultimo dei giorni.Mi ha colpito il paesaggio che con la freddezza rispecchiava gli animi di coloro che hanno potuto compiere un delitto simile contro l'umanità.Mi ha colpito il fatto di aver capito, o piuttosto di non aver capito,l'imprevedibilità della mente umana e immane differenza con cui una situazione può essere vista dagli occhi della vittima e del persecutore.Mi hanno colpito i numeri. I numeri delle vittime, i numeri dei deportati, i tempi rigorosi con cui i soldati nazisti svolgevano i propri compiti all'interno del campo. Numeri, sì, perchè per loro erano solo numeri, mentre ora sono pezzi di storia.