Mese dell’EderaDa: AUTORE.IT Inviato: Domenica 30 del Mese dell’Edera (sotto il segno del Sole e...

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g Mese dell’Edera Il mese della gioia, della tristezza, del pianto, della noia, del vizio, della virtù e della felicità.

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g Mese dell’Edera Il mese della gioia, della tristezza, del pianto, d ella noia, del vizio, della virtù e della felicità.

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Settimana genealogica Domenica 30 A come Armstrong Lunedì 1 Le vittime si farebbero ascendere a 1300 Martedì 2 Scacciapensieri Mercoledì 3 Betty Page Old Leopard Giovedì 4 SE IL FUTURO NON ARRIVA – A scuola col co mputer Venerdì 5 Storie di cantastorie siciliani Sabato 6 MILANO – Metropolitana Undicesima Stazione

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Da: AUTORE.IT Inviato: Domenica 30 del Mese dell’Edera

(sotto il segno del Sole e della Gioia) A: LEI.IT Oggetto: A come Armstrong

Si dice, e spesso a ragione, che il genio non sorrida mai, e che non si possono fare grandi cose col sorriso sulle labbra, ma sicuramente dobbiamo ammettere che c’è sempre un’eccezione. E parlando di geni musicali, l’eccezione c’è, si chiama Louis Armstrong, detto “Satchmo” (una abbreviazione di “satchel month”, che tradotto in italiano rimanda a qualcosa che assomiglia alla famosa rana dalla bocca larga, “bocca a cartella”, “bocca a sacco”, “grande bocca”). Quando Satchmo sorrideva sembrava che avesse il doppio dei denti, e sorrideva spesso durante i suoi concerti. Era un sorriso contagioso. Louis Armstrong venne al mondo in un caldissimo e afoso 4 agosto, nel lontano 1901. Sua mamma aveva 15 anni, suo padre era scappato e così venne affidato alla nonna. All’età di 5 anni tornò con la madre, ma si dovette rimboccare subito le maniche e partecipare attivamente all’economia domestica. Quando non lavorava, giocava a fare il quartetto vocale, fino a quando non trovò una scassata tromba di latta e incominciò a suonare. Più avanti, per cinque dollari (una cifra enorme per lui) riuscì a riscattare da un banco dei pegni una vera cornetta. Da allora, aveva 9 anni, non se ne distaccò più. Louis Armstrong era un genio sia nella musica vocale, sia in quella strumentale e ha letteralmente inventato il canto jazz, dal quale dovevano nascere il pop, il rock e il rap. Di lui, i musicisti onesti, dicevano: “Non ci sembra giusto che noi veniamo pagati per fare questo mestiere fino a che c’è lui che canta”. Di lui, i conservatori bacchettoni, dicevano: “La folle frenesia di questo musicista minaccia il perbenismo puritano, accorcia e solleva le gonne alle ragazze, spinge la gente a fare cose stupide e sensuali, mette in uno stato di agitazione incontrollabile, sommergendo l’intero paese come un’epidemia.” Satchmo era un vero rivoluzionario del sorriso perché la sua musica aveva il ritmo del cuore. (1)

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Da: AUTORE.IT Inviato: Lunedì 1 del Mese dell’Edera

(sotto il segno della Luna e della Tristezza) A: LEI.IT Oggetto: Le vittime si farebbero ascendere a 1300 Corriere della Sera, 17 aprile 1912 Pagina tre. Londra, 16 aprile, notte. “Le vittime del disastro. Ventotto italiani tra i naufraghi” L’immane disastro del Titanic, sebbene ne resti finora imprecisata l’esatta estensione, è il più grave che si ricordi nella storia della marina mercantile di tutto il mondo, è un disastro che colpisce l’immaginazione di doloroso stupore. Il magnifico mostro oceanico, espressione poderosa dei progetti più recenti dell’ingegneria navale, pareva racchiudere nella sua mole gigantesca una forza prepotente, capace di sfidare e conquidere le furie degli elementi. La traversata si compiva in condizioni ideali. Il mare era calmo e il cielo era terso. In qual punto del mondo l’uomo poteva trovarsi sicuro che sulla tolda del Titanic, in quella fatale notte di domenica, sul Titanic che tutti credevano un sommergibile? Ma lo attendeva un’insidia inattesa: il ghiaccio. (…) Vi è il timore che quasi tutti gli uomini siano periti, i superstiti sarebbero 868 e il numero comprende i marinai incaricati di guidare le scialuppe e tutte le donne e fanciulli. New York, 16 aprile, notte “I passeggeri italiani” Eccovi i nomi esatti degli italiani che si erano imbarcati sul Titanic quali risultano dall’elenco passeggeri di seconda classe: Carlo Sebastiani, Emilio Portalupi, Emilio Mangiavacchi. Finora mancano di essi notizie. “Gli italiani del restaurant” Tra le vittime ci sono purtroppo anche vari italiani. Il magnifico ristorante del Titanic era in mano agli italiani; 28 nostri compatrioti appartenevano al personale di bordo. Erano 24 camerieri, la maggior parte piemontesi e due sopraintendenti. Di uno di questi non m’è riuscito di ottenere il nome, l’altro era un tale Scarini, lombardo. Viaggiavano poi sul Titanic il direttore del ristorante stesso, Nannini e con lui il direttore generale dell’impresa dei ristoranti dei transatlantici della White Starkline, signor Gatti. Corriere della Sera, 17 aprile 1912 Prima pagina. “A Tripoli gruppo di cavalieri turchi inseguito dai Lancieri del Deserto” (servizio particolare del Corriere della Sera) (…) Il colonnello Litta Modigliani dette ordine di non rispondere al fuoco, ma di attendere per scoprire quale intenzione avesse il nemico; ma avendo i cavalieri turchi nuovamente fatto fuoco, ordinò una carica. Però, appena i Lancieri con grande impeto si slanciarono avanti, il nemico pensò bene di spronare i suoi cavalli alla fuga e scomparve tra la polvere, dietro le dune lontane. (…)

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Stasera, all’uscita del porto, il piroscafo Egadi, della Società Generale dei Servizi Marittimi, che era diretto verso la Tunisia recando a bordo dei soldati per Sidi Said si è incagliato sopra una secca. Si tratta di una cosa molto lieve. Il piroscafo è stato prontamente soccorso dal rimorchiatore Ciclope. Corriere della Sera, 17 aprile 1912 Terza pagina “Forfecchia” Racconto di Adolfo Albertazzi. (…) Finale: Anche la bambina stette un pezzo senza dare segno di vita. Tutto il mondo adesso taceva; tutto il mondo aspettava… Ma ad un tratto ella levò su il capo, la persona. Esclamò, vivace e giuliva: ”Guarda, nonno! Guarda che formicole era!” Il nonno cercava con lo sguardo. E vide: era proprio una forfecchia. E vide che il sole risplendeva ancora; e che il mondo era tornato bello. Sorrise. Eppoi, non vide più niente. (2)

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Da: AUTORE.IT Inviato: Martedì 2 del Mese dell’Edera

(sotto il segno di Marte e del Pianto) A: LEI.IT Oggetto: Scacciapensieri

Mille nomi per un solo strumento, da 4600 anni, l’universalità dello scacciapensieri. In Europa Albania: vegel tringullnese Paesi Baschi: trompa, medu-gitarra, muxu-gitarra, mosu-musika Bielorussia: drymba Repubblica Ceka: brumle, drukaaka Danimarca: mundtrom Olanda: mondtrom Inghilterra: jew’s harp, jew’s trump, jawbrarp, jaw’s harp, juice hay Estonia: parumpil, konnapill, sunpill Finlandia: muniharpu, turpajurra, maristystranta, lunulipeli, sunpeli, sunharppa, morinorante, luulipeli, moristysrante, juuta-laisharppu, juutalaisen, harppu, taavetinharpu, pussipeli Belgio: tromp Francia: guimbarde Svizzera: bombarde, rebairbe, rbiba, rbairbe,trunni, trimpi, trinni, nunltremule, tremolo Germania: maultrommel, nuudharmonica Ungheria: doromb Islanda: munuharpa Irlanda: trumpadt ITALIA: scacciapensieri, ribeba, marrauzanu, guagnscarrone, sa trunfa Lettonia: vargas Lituania: bandiralis, banduka, scivale Norvegia: numharpa, ruunnspil

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Portogallo: berimbau Romania: drimba, drimbaje, drimb, drind, drinda, dring ROM: timpan, suna da bucca, trumbla, tschinfoguo, schanforgera Russia: vargan Scozia: (gaelico) tromp Serbia: drambulja, drombuljie,drimboly Spagna: birimbao, guimbarda Svezia: nuugiga Ucraina: drymba, druunyala, doromba, organ, vargan, vigram Galles: ysturmant, biwba, biwbo, giwga, giwgan Asia Afghanistan: chang-ko’zu Birmania: ato, rab, ncas Cambogia: angknoc Cina: huang, koginj, k’api Filippine: kubing, ahafiw, alibaw, olart, onat, bigqung, guyud, giwong, ulibao, ilibaw, ko-ding,kulibao, ori-bao India: murchang, morchang, muchang, murstang, nursing, morsine, gagano, ghoralyan, tendor, ko-mien Indonesia: gunggang, rinding, karinding, gogo, jojo,druribewa, duri, ego, robe, saga-saga, korombi, oli, ket besi, nogobesi Iran: zamburak Giappone: mukkuri, mukkuna Kazakistan: komyz, temir-komyz, Laos: toi hurr Malesia: rangoyd, rangun, jiryn, tuniran, serup-tuniran Mongolia: aman khnur, aman tobshuur, khulsan, khunur, temur Nepal: binayio, mochinga, chenger, machunga, kom-I, gong-kay Pakistan: chang, morchang Thailandia: loentoog Taiwan: tivtiv Tadjikistan: chang-kobez, tenir-chang, change Tibet: kha-ruga Turchia: aeiz tamburasi Turkmenistan: kabiz Tuva: yash-khomus,temir-khamus Uzbekistan: cheng-kobez, temir-chang Vietnam: canmoi, uggoec, tong, kog lee, konhle, rhumi, roding, goch, then, ang ten ing Oceania Isole di Cook: pakakaka, titapu Gnam: belembaupacket Hawaii: m’au kami Isole Marchesi: hiva oa, tica ‘a kohe New Britain Island: kaur Nuova Guinea: susap, begnaukz, bombom, songer Nuova Zelanda: kukan, rooria Samoa: utete Isole Salomone: mabu, tankuvani Tonga: morena

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Africa Madagascar: losanga, vava Nigeria: barbaro, bambolo, babore,zagara Sudafrica: sekebeku, setjoli, isithokotholo Tanzania: koma N.B. Lo scacciapensieri nasce dalle popolazioni delle alte montagne cinesi dello Yunan 4600 anni fa. (3)

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Da: AUTORE.IT Inviato: Mercoledì 3 del Mese dell’Edera

(sotto il segno di Mercurio e della Noia) A: LEI.IT Oggetto: Betty Page Old Leopard

Betty Page, anni ’40 e ’50, l’America inventa la pin up. Orfana, divorziata dal primo marito (l’amore del liceo), fallimento iniziale a Hollywood (per via di un trucco sbagliato che mirava a farla assomigliare a Joan Crawford e per via di un accento del sud troppo marcato) Betty Page diventa “Betty Page” grazie ad un pigmalione di nome Terry Tibbs, che la convince a farsi la “bang” (la mitica frangia tentatrice) nero corvino. Betty Page si spogliava con classe, ma venne accusata di oscenità dal giorno in cui venne eletta playmate da Playboy. (4)

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Da: AUTORE.IT Inviato: Giovedì 4 del Mese dell’Edera

(sotto il segno di Giove e del Vizio) A: LEI.IT Oggetto: SE IL FUTURO NON ARRIVA – A scuola col computer

- Personal computer richiesti dalla scuola italiana: n° 104.235 - Personal computer donati: n° 4.461 - Iniziativa: non del Ministero dell’Istruzione, ma del quotidiano La Repubblica, dal 27 ottobre 1999 al 27 ottobre 2000, nome in codice: “Computer per la scuola” - Aziende che hanno aderito, donando i computer: n° 42 - Richieste inevase: n° 99.774 Domanda : i personal computer nella scuola sono un fatto privato o un fatto pubblico? La competenza è dello Stato o di un qualsiasi privato? Risposta : barrare la casella preferita ( ) la competenza è dello Stato ( ) la competenza è di un qualsiasi privato ( ) ma perché, a scuola servono i personal computer? ( ) non ci sono più le scuole di una volta ( ) non ci sono più gli stati di una volta ( ) meglio non pensarci ( ) se me lo dicevi prima… ( ) a lavorare, altro che personal computer ( ) non so, non rispondo ( ) il PC mi suona tanto comunista ( ) e chi lo sa? (5)

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Da: AUTORE.IT Inviato: Venerdì 5 del Mese dell’Edera

(sotto il segno di Venere e della Virtù) A: LEI.IT Oggetto: Storie di cantastorie siciliani …HAVI LI RADICHI ‘NTRA LA TERRA E LI RAMI CIURUTI APERTI ALL’ARIA COMU VRAZZA D’OMM (Ignazio Buttitta, da “Li poeti d’oggi”) Ricordiamo i nomi dei cantastorie siciliani, sono la nostra memoria: FRANCO TRINCALE IGNAZIO BUTTITTA FRANCESCO PAPARO (detto Rinziun) CICCIO BUSACCA VITO SANTANGELO FORTUNATO SINDONI NONO’ SALOMONE ORAZIO STRANO TURIDDU BELLA Regaliamoci una storia di un cantastorie dal titolo “Craxi e il marinaio suicida all’altare della patria” Cosa ci fanno i marinai Su quel marmo consacrato Dove ieri uno di loro Col fucile si è sparato Marinaio sognatore Che sognavi navigare Ora fai la guardia a ore Alla patria in quell’altare. In quell’isola deserta Senza mare e senza amore Fai la statua giorno e notte Senza manco riposare. Per la patria, nella patria C’è il riposo del più scaltro Per chi gode c’è chi muore, per la patria questo ed altro E i ragazzi arruolati Nell’esercito assoldati Per nutrire la morale Della patria ufficiale

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Questo fanno se non lo sai, caro Dalla e De Gregori, mentre voi dei marinai decantate sol gli amori. E perciò che in quell’altare Senza mare e senza amore Sia voi che ai generali Farei fare il turno ad ore. Muore Carlo e Craxi poi Muore ognuno a modo suo Due italiani, due eroi Uno è il mio, l’altro è il tuo. E ancor lì a piazza Venezia Con retorica ed inerzia Fanno i giovani soffrire Per la patria servire. (6)

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Da: AUTORE.IT Inviato: Sabato 6 del Mese dell’Edera

(sotto il segno di Saturno e della Felicità) A: LEI.IT Oggetto: MILANO – Metropolitana Undicesima Stazione Ha voluto un gelato Renzo Tramaglino. “Parigina fior di latte”, mi aveva detto, alludendo a un cono da passeggio. Sembra un bambino felice. Cammina lentamente e lecca il suo gelato non preoccupandosi di quello che gli si scioglie sulla mano. Siamo tornati sui Bastioni di Porta Nuova e non oso domandargli dove stiamo andando. Davanti al Fatebenefratelli si ferma. C’è una fontanella. Si lava mani e faccia. Mi guarda e, indicando il Pronto Soccorso dell’ospedale, mi dice: “Sai quanto si soffre là dentro?” Domanda retorica, non si aspetta una risposta. Infatti non rispondo. Lui prosegue: “Sai dov’è l’ospedale Bassini?”. Questa volta la domanda è invece concreta. Rispondo: “Certo, è a Cinisello Balsamo, tra il campo volo di Bresso, l’autostrada e viale Zara”. Renzo Tramaglino si siede sul marciapiedi e mi fa segno di fare altrettanto. Poi, mi racconta questa storia. “C’era un dottore, all’Ospedale Bassini, un dottore del cuore, si chiamava Marco Oscar Triulzi, un vero partigiano, una persona speciale… Non aveva fatto la Resistenza, era giovane, era nato nel 1948… era un generoso. Era un partigiano perché ha dato la vita per la nostra libertà di star bene. Era stato tra i primi ad andare a Chernobyl, dopo il disastro alla centrale nucleare, per vedere, per studiare, per cercare di aiutare…e si era ammalato di leucemia. Nonostante la malattia, ha continuato a lavorare fino quando ha potuto, poi è morto da partigiano… Sapessi quanta gente ha rimesso al mondo! Se n’è andato perché il mare che vuole ogni cosa l’ha chiamato, è stato un ordine tassativo del vento… Se n’è andato perché è stato amante di irraggiungibili vette e ha vissuto su cime così alte da avere come compagna soltanto l’aquila” Piange in silenzio Renzo Tramaglino. Gli domando: “Perché piangi?”. “Perché con lui sono stato felice”, mi risponde, “Milano, per me, è anche questo mite e meraviglioso dottore”. Poi si asciuga gli occhi, si alza e si incammina verso la metropolitana, linea verde, stazione Repubblica.

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A testa bassa – www. rifiutiquotidiani. org Mese dell’edera NOTE alle e-mail della settimana genealogica

(1) Foto e notizie sono tratte dalla sezione Ultrasuoni di Alias del 14 luglio 2001, interamente dedicato a Louis Armstrong, con articoli di Helmut Failoni, Luigi Onori, Roberto Silvestri e Matteo Guarnaccia.

(2) Le notizie sono state integralmente riprese dal Corriere della Sera del 17 aprile1912, foglio anastatico inserito in uno speciale dedicato alla tragedia del Titanic.

(3) I nomi dello scacciapensieri sono stati tratti dall’articolo “Stregati dallo scacciapensieri” di Alessio Surian, pubblicato su Alias n. 43 del 1 novembre 2003.

(4) Fotografia e testo sono tratti dall’inserto Musica e Basta n. 89 de Il Manifesto di venerdi 16 maggio 1997, curato da Francesco Adinolfi.

(5) L’elenco è stato pubblicato su Repubblica di venerdi 27 ottobre 2000. (6) Notizie tratte dall’inserto Ultra Suoni dal titolo “Storie di cantastorie”, con articoli

di Mauro geraci e Emiliano Li Castro, pubblicato su Alias n. 14 dell’8 aprile 2000. La poesia è di Franco Trincale.