MENSILE DELL’ASILO DEI NONNI Anno XI N° 07 S. Giovanni ... · ro ricevuto lo Spirito Santo, : -...

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MENSILE DELL’ASILO DEI NONNI S. Giovanni Paolo II - Coccolia Anno XI N° 07 Luglio / Agosto 2019

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MENSILE DELL’ASILO DEI NONNI

S. Giovanni Paolo II - Coccolia

Anno XI N° 07

Luglio / Agosto 2019

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Cooperativa Sociale a.r.l. - ONLUS

Benedetta Bianchi Porro

Sede: Coccolia (RA) Via Ravegnana 737

Presidente: Luisa Corazza

Vice-Presidente: Francesco Bruni

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“LA VOCE DEI NONNI”

Mensile dell’Asilo dei Nonni - S. Giovanni Paolo IICentro Diurno e Comunità Alloggio

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e-mail: [email protected] site: www.asilodeinonni.eu

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Redattori

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Pubbliche Relazioni

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Stampa e Grafica

Tipografia GE.GRAF srlV.le 2 Agosto, 583 - Bertinoro (FC)

T. 0543 448038 - [email protected]

www.gegraf.it

in questo numero

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀa cura di LUISA CORAZZA

“…E chinato il capo consegnò lo Spirito“... 3

15 agosto - Assunzione / Ferragosto 13

…200 mila euro alla diocesi di Trieste 14

Vegetale o in minima coscienza? 16

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONIa cura di LAUBER

INSTÉ 2019 | Estate 2019 18Racconti 20Il modo di dire del mese 21

L’ANGOLO DELLA STORIASrebrenica e i suoi martiri. Fu genocidio? 22

L’ANGOLO DELLE NEWSAcqua salata in alternativa alla dolce 25Chi ha ragione? Carola Rackete o Salvini? 26ELFAC, paladina della famiglia 28Il network europeo dei Comuni.... 30Dove sono finite le volpi di Fedro? 32Muri liberi, 100 muri per Street Art 33Ravenna la Capitale bizantina 36

L’ANGOLO DELLA NATURADifendiamo le nostre montagne 38

L’ANGOLO DEGLI ANIMALIGermania: gemiti e urla, è la stagione dell’amore.... 42

L’ANGOLO DELLA SALUTECon uno stretto controllo della pressione... 44

L’ANGOLO DELLA MEDICINATumore seno, nuovo test scopre le recidive.... 45

L’ANGOLO DELLE RIFLESSIONINel parcheggio 46

GALLERIA FOTOGRAFICAUn salutare pediluvio estivo per le nostre nonne 47Le nostre nonne al Centro Benessere “TABOR“ 48I Compleanni 50

L’angolo dell’umorismo 51

L’angolo degli aforismi 52

L’ANGOLO DEGLI EVENTISettembre a Montepaolo 55Veglia per Benedetta Bianchi Porro 56

L’ANGOLO DEGLI ANNUNNCIGina è ritornata alla Casa del Padre 57

La posta del direttore 58

In copertina: Un salutare pediluvio estivo:

relax e benessere per le nostre nonne!

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Leggendo in Giovanni 19 la morte di Gesù, (ver-setti 28-30) restiamo muti perché la sua figura si rivela in tutta la sua sovranità.Il chiedere da bere è un atto di obbedienza e condivisione per compiere le scritture (Sal 22,16) “…la mia lingua si è incollata al palato…” e (Sal 69,22) “…e quando avevo sete mi hanno dato aceto” e conclude proclamando di aver com-piuto la sua missione “fino alla fine” (Gv. 13,1).Dunque può “consegnare lo Spirito….”che nei testi meno aggiornati e correnti è scritto spirò; ma correttamente va tradotto donò lo Spirito (emiset Spiritum)” e ancor meglio “trasmise la sua interiorità”, quindi sé stesso alla comunità ai piedi della sua croce.

In Atti degli Apostoli capitolo 2,6 leggiamo “e tutti furono colmati di Spirito Santo e comin-ciarono a parlare in altre lingue”: infatti “ciascu-no li udiva parlare nella propria lingua”.Gli esegeti più informati e accorti potenziano il significato e lo estendono al dono dello Spirito Santo.Anche qui dobbiamo fare un salto di quali-tà, superare certi nostri stereotipi e accoglie-re quanto ha detto Papa Francesco: “Si tratta del linguaggio della verità e dell’amore, che è la lingua universale, …il linguaggio della verità e dell’amore lo capiscono tutti”.Poi ha proseguito spiegando che se andiamo incontro all’altro con la verità del cuore, con la

“…E chinato il capo consegnò lo Spirito“ (Gv19,30)

“E tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare altre lingue…” (AT 2,4)

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

Papa Leone XIII (1810 -1903)

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sincerità, e con amore, saremo capiti da tutti e se non possiamo parlare, possiamo dare “una carezza che sia veritiera e amorevole”.Ecco cosa fa lo Spirito Santo: “È amore e può dare solo amore”. Lo Spirito Santo è verità e può dare solo verità. Lo Spirito Santo è crea-tivo e multiforme ma è l’artefice della comu-nione e della riconciliazione che si manifesta a Pentecoste.La Pentecoste non è più una serie di leggi scrit-te sulla pietra, ma una presenza viva di Dio, Spirito Santo, che ci fa liberi con i suoi doni, la sua forza, il suo amore, la sua saggezza, la sua consolazione.Gesù aveva detto ai suoi apostoli che il Padre avrebbe mandato nel suo nome il Paraclito, lo Spirito Santo e questi avrebbe insegnato loro ogni cosa e fatto ricordare tutto ciò che egli aveva detto (Gv. 14,26).

Il Concilio Vaticano II ha ripetuto più volte e messo in evidenza l’opera meravigliosa dello Spirito Santo che santifica il popolo di Dio, lo guida, lo abbellisce di virtù, lo impreziosisce di grazie speciali per la sua edificazione.La sua azione nella Chiesa è multiforme e le tante grazie che ci elargisce operano alla no-stra salvezza.San Giovanni Crisostomo scrisse che attraverso lo Spirito Santo siamo stati liberati dalla schiavi-tù e chiamati alla libertà, perciò diventiamo figli adottivi di Dio rinati dopo aver lasciato cadere il fardello dei nostri peccati.È lo Spirito Santo che suscita sacerdoti e dot-tori; fa scaturire “doni di rivelazioni, grazie di guarigioni, e tutti gli altri carismi che decorano la Chiesa di Dio.Elena Guerra, è la religiosa italiana, fondatrice della Congregazione delle Suore Oblate dello Spirito Santo beatificata da Papa Giovanni XXIII nel 1959.In una delle sue molteplici lettere scritte al papa Leone XIII così si esprimeva: “Si raccomandano tante devozioni, va bene, ma di quella devo-zione, che secondo lo spirito della Chiesa do-vrebbe essere la prima, si tace. Si fanno tante novene, e va bene, ma quella novena che, per ordine del Salvatore medesimo, fu fatta anche da Maria santissima e dagli Apostoli è ora qua-si dimenticata. Si lodano dai predicatori tutti i santi, e va bene, ma una predica in onore dello Spirito Santo, che è quello che forma i santi, quando mai si ascolta?Se abbiamo un congiunto ammalato, o smar-riamo un oggetto a cui teniamo, corriamo su-bito in chiesa, affinché si faccia una preghie-ra, un triduo a un santo, e sta bene; ma quanti sono i cristiani che hanno un peccato, un difet-to, una brutta abitudine da correggere, insom-ma un vizio da sradicare, corrono in chiesa, per un triduo, per una preghiera, o per far celebra-re una Messa allo Spirito Santo, che li illumini e sovrabbondi con le sue grazie e con i suoi doni per farli avanzare nella via della santità?Il mondo oggi brancola nel buio del peccato, perché apprezza solo il piacere materiale e ha dimenticato i grandi valori morali.

Diego Velasquez 1631 ca. - Museo del Prado, Madrid

4 LA VOCE DEI NONNI | 07

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Risolleviamoci, torniamo allo Spirito Santo, ed egli rinnoverà la faccia della terra (Sal 104,30).” Si impegnò a ricondurre tutti i fratelli alla co-noscenza e all’amore per lo Spirito Santo, del quale Cristo ha detto: ”Egli vi condurrà alla ve-rità tutta intera” (Gv. 16,13)Scrisse a Papa Leone XIII, andò anche in udien-za per promuovere forti spinte “per un ritorno allo Spirito” che nel secolo successivo sarà an-nunciato da movimenti e gruppi.Tra il 1895 e il 1902 vengono pubblicati tre do-cumenti pontificie invitano ad attivarsi per que-sto scopo.Il vecchio papa dà alle suore di Elena il nome di Oblate dello Spirito Santo.Anni fa lessi su una rivista cattolica che l’anno 0 al 1000 era stato del Padre, dal 1000 al 2000 del Figlio, dal 2000 al 3000 dello Spirito Santo.Stando ad una convinzione diffusa nell’eccle-

siologia peculiare è emerso che si sarebbe par-lato poco dello Spirito Santo limitandosi a defi-nirlo la terza persona della SS. Trinità.La Chiesa latina è stata accusata di cristomoni-smo da alcuni teologi orientali, Vladimir Lassky e Nicos Nissiotis.Yves Congar, teologo francese domenicano, riconosce e conferma l’idea della mancanza cattolica cheavrebbe ridotto lo Spirito Santo ad un ruolo di mantenimento. In uno studio successivo rivela come molte ca-ratteristiche dell’azione dello Spirito siano state solo dimenticate, e trasferite verso figure eccle-siali più concrete come la Madonna o il papa.Leone XIII dedica un’enciclica allo Spirito San-to la “Divinum illud munes”.Egli riprende la “simbologia dell’anima”, dà allo Spirito Santo il ruolo di “principio animatore” dellacristologia e dell’ecclesiologia.

Tiziano Vecellio (1490-1576), Discesa dello Spirito Santo - Basilica di Santa Maria della Salute - Venezia

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L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Il papa parla dei carismi, non come ne parliamo oggi, e conclude augurando una serie di inizia-tive che studino e invochino colui che appare ancora come il “Grande sconosciuto”. Scrive che “forse se si chiedesse a qualcuno (dei suoi tempi) chi è lo Spirito Santo, ci sentiremmo rispondere come una volta certuni risposero all’apostolo Paolo che chiedeva loro se avesse-ro ricevuto lo Spirito Santo, : - Noi non sappia-mo neppure se lo Spirito Santo esiste” (At. 19,2).Poi sollecita predicatori e parroci di spiegare diligentemente al popolo la dottrina cattolica sullo Spirito Santo.Ai nostri giorni durante la discussione della co-stituzione conciliare sulla Chiesa, fu avvertito da parte dei vescovi la necessità di “colmare una lacuna” mentre nel secondo periodo, mal-grado il testo definitivo fosse quasi ultimato,

intervenne l’arcivescovo maronita di Beirut, mons. Ignace Ziadè per dire “qualcuno è prati-camente assente in questo capitolo, ovvero lo Spirito Santo”.Nei numeri 4,7 e 12 della Lumen gentium è sin-tetizzata la pneumatologia conciliare.Il 4 elenca una serie di azioni, il 7 focalizza il principio dinamico, il 12 riconosce i carismi, il 4 definisce la Chiesa con la categoria del tem-pio e riconosce nello Spirito Santo il regista che costruisce, unifica , purifica, santifica.Molto importante è l’idea del continuum cioè lo Spirito Santo è una grazia attualizzante e per questo, motivo di giovinezza: “Lo Spirito Santo fa ringiovanire la Chiesa continuamente, rinnova e conduce alla perfetta unione con il suo Sposo”.Per Anscar Vanier lo Spirito Santo non ritor-na ma rimane,ed è la sua presenza ad operare l’incessante rinnovamento della Chiesa.Nel n. 7 della Lumen gentium è precisato che per rinnovarsi continuamente in sé, Cristo ci ha partecipato il suo Spirito che, unico e identico nel capo e nelle membra, vivifica, unifica e di-namizza il corpo intero.L’azione dello Spirito Santo perdurerà fino a quando lo stesso Spirito non condurrà la Chie-sa “alla luce che non conosce tramonto”(n.9).San Paolo in Rm 8,26 afferma “Allo stesso modo lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso inter-cede con gemiti inesprimibili”.Lo Spirito Santo procede nel suo agire creativo

Beata Elena Guerra

Sede delle Oblate dello Spirito Santo - Roma

6 LA VOCE DEI NONNI | 07

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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in modo diretto: vivifica la storia e il cuore degli uomini al punto di gemere e pregare in essi; agisce in modo indiretto per mezzo dei “doni gerarchici e carismatici”La definizione “doni” è stata sottolineata dal Concilio ed entrambi sono stati dati da Dio, dallo Spirito Santo, da Cristo per cooperare in modi diversi all’edificazione della chiesa.Sono illuminanti le parole profetiche espresse al Concilio Vaticano II, da Ignazio IV Hazim: “Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la missione una propagan-da, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una

morale di schiavi. Ma in Lui il cosmo si solleva e geme nelle doglie del Regno, il Cristo Risorto è presente, il Vangelo è potenza di vita, l’autorità è servizio liberatore, la missione è Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano è edificato”.I doni gerarchici sono stati elargiti ai “chia-mati” perché guidino la Chiesa e sorveglino con attenzione e cura la buona applicazione e funzionamento degli altri carismi al fine di concorrere al bene della Chiesa e alla sua mis-sione evangelizzatrice, tenendo sempre pre-sente che è lo Spirito Santo che distribuisce i doni carismatici a ciascuno come vuole (1Cor. 12,11).La nostra tradizione cristiana vanta migliaia di venerabili, beati, santi, fondatori di confraterni-ta, di gruppi ecclesiali che abitati da uno o più doni dello Spirito sono stati pietre miliari per i fratelli non solo del loro tempo ma sempre.Il 14 settembre nella nostra Diocesi Benedetta Bianchi Porro sarà beatificata.

Andrej Rublëv - SS. Trinità ( 1425 )

Discesa dello Spirito Santo (Icona russa)

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Concilio Vaticano II ( 11 Ottobre 1962 ) Basilica di San Pietro

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munione non manchino mai ad ogni fedele l’offerta obiettiva della grazia nei sacramenti, l’annuncio normativo della parola di Dio e la cura pastorale (IE 14).I doni gerarchici sono conferiti con la consacra-zione episcopale che comunica “con l’ufficio di santificare, gli uffici di insegnare e governare, quali però, per loro natura, non possono essere esercitati se non nella comunione gerarchica col capo e con le membra del collegio”.Altri doni gerarchici, partendo dalla consacra-zione episcopale, sono conferiti agli altri gra-di dell’ordine: quelli dei presbiteri, che sono “consacrati per predicare il Vangelo, pascere i fedeli e celebrare il culto divino” e “sotto l’au-torità del vescovo, santificano e governano la parte di gregge loro affidata”.Mentre per i vescovi e i presbiteri, nel sacra-mento dell’ordine, l’unzione sacerdotale “li configura a Cristo sacerdote, in modo da po-ter agire in persona di Cristo capo”, seguono i doni dati ai diaconi, ai quali sono state imposte le mani “non per il sacerdozio ma per il mi-nistero”; ed essi, sostenuti dalla grazia sacra-mentale, nel ministero della liturgia, della pre-dicazione e della carità, servono il popolo di Dio, in comunione con il Vescovo e i suoi sa-cerdoti.I doni carismatici negli autori sacri da S. Pietro e S. Paolo sono elencati ora in modo sommario (1Pt, 4-10) ora in modo dettagliato (1 Cor. 12,8-10, 28-30; Rom. 12,6-8).

Pur essendo cieca, sorda, immobile in un letto ha saputo essere quel faro di luce, di speranza, di carità ai suoi contemporanei e ora più che mai a noi del 2000.È stata riconosciuta tale dalla Chiesa perché è lo Spirito Santo che dona alla gerarchia della Chiesa la capacità di discernere i carismi au-tentici, di accoglierli con gioia e gratitudine, di promuoverli con generosità e di accompa-gnarli “con vigilante paternità”.Commento spesso che se la Chiesa non è crol-lata in 2000 anni di storia, malgrado i suoi er-rori e peccati, lo si deve all’azione dello Spirito Santo che l’ha edificata “sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pie-tra angolare lo stesso Cristo Gesù (Ef.2,20), vive la sua missione nel mondo” (IE. 8).Questo lo si legge nel documento Iuvenescit Ecclesia, datato 15 maggio 2016 n.2°, inviato dalla Congregazione per la dottrina della fede ai vescovi della Chiesa cattolica sulla relazione tra doni gerarchici e dono carismatici per la vita e la missione della Chiesa.Lo Spirito Santo edifica la Chiesa con il contri-buto di tutti ed è chiaramente espresso nella Lumen gentium n.30 che afferma: “ ministeri e carismi ci sono affinché tutti cooperino con-cordemente all’opera comune nel modo che è loro proprio”.Così sintetizzo: i doni gerarchici propri del sacramento dell’ordine nei suoi diversi gradi, sono stati dati affinché nella chiesa come co-

Cresima Papa Francesco

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A leggere si rimane sbalorditi, ci sono doni ec-cezionali (di guarigione, di opere di potenza, di varietà di lingue), e doni ordinari (di insegna-mento, di servizio, di beneficenza), ministe-ri per la guida delle comunità (EF4,11) e doni concessi per mezzo delle imposizioni delle mani (1 Tm. 4,14; 2Tm. 1,6) ecc.Non è sempre chiaro che tutti questi doni siano considerati “carismi”.S. Paolo ha ricordato più volte i doni eccezio-nali in 1 Cor. 12-14, poi nei testi successivi spa-riscono; nell’elenco della lettera ai Romani 2,68 sono elencati carismi meno vistosi ma costan-temente utili alla vita della comunità cristiana.Nessuno di questi elenchi può essere conside-rato completo.Abbiamo altrove S. Paolo che parla del celibato per amore di Cristo e lo considera come frutto di un carisma, così come quello del matrimo-nio (1 Cor. 7,7).

Quanto S. Paolo esemplifica è subordinato al grado di sviluppo raggiunto dalla Chiesa in quel tempo e pertanto suscettibile di ulteriori ag-giunte: “La Chiesa, infatti, sempre cresce nel tempo grazie all’azione vivificante dello Spiri-to Santo”(IE 6).Lo Spirito Santo distribuisce i doni carismatici affinché la grazia sacramentale porti frutto nel-la vita cristiana in modo diversificato e a tutti i suoi livelli.I carismi sono adatti alle necessità della Chiesa e la sostengono permettendo così al popolo di Dio di vivere pienamente la missione evange-lizzatrice, scrutando i segni dei tempi e inter-pretandoli alla luce del Vangelo.I fedeli animati dai doni carismatici, si attivano in piena libertà e in modo consono ai tempi, al dono della salvezza, facendo di se stessi un dono d’amore per gli altri e una testimonianza auten-tica del Vangelo di fronte a tutti gli uomini (IE 15)

Papa Francesco incontra il Vescovo di Forlì/Bertinoro Mons. Livio Corazza

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Mi è piaciuto molto Papa Francesco quando ha detto che “lo Spirito Santo non solo si mani-festa mediante una sinfonia di suoni che uni-sce e compone armonicamente le diversità, ma si presenta come direttore d’orchestra che fa suonare le partiture delle lodi per le “grandi opere di Dio”.Poi ha dato una sferzatina alle aggregazioni carismatiche, gruppi associazioni, movimenti, sollecitandoli all’apertura missionaria, alla ne-cessaria obbedienza ai pastori e allo stare den-tro la chiesa, poiché è all’interno della comu-nità che si sviluppano i doni di cui ci ricolma il Padre.Il Paraclito è Colui che attraverso i sacramen-ti diffonde la grazia salvifica offerta da Cristo morto e risorto ed è anche colui che elargisce i carismi.Presso la tradizione liturgica dei cristiani d’O-riente, soprattutto presso quella siriaca, l’azio-ne dello Spirito Santo, il suo ruolo, è simboleg-giata dall’immagine del fuoco.Il teologo e poeta Efrem il Siro lo commen-ta così: “il fuoco di compassione è sceso e ha preso dimora nel pane” definendo la sua azione trasformante non solo sui doni, ma anche nei credenti che mangeranno il pane eucaristico.Dunque accostandoci all’Eucarestia, Cristo ci dona lo Spirito Santo che poi per mezzo della

sua azione nei credenti, nutre la vita in Cristo, portandoli ad una più profonda vita sacramen-tale, specialmente nell’Eucarestia.Sempre nello Juvenescit Ecclesia n.12 è scritto “in tal modo l’azione libera della SS. Trinità nel-la storia raggiunge i credenti con il dono della salvezza e al contempo li animano perché vi corrispondano liberamente e pienamente con l’impegno della propria vita.Ma se un dono carismatico, invece, si presen-ta come “carisma originario” o fondamentale” allora esso ha bisogno di un riconoscimen-to specifico, perché tale ricchezza si articoli adeguatamente nella comunione ecclesiale e si trasmetta fedelmente nel tempo. Qui emer-ge il decisivo compito di discernimento che è di pertinenza dell’autorità ecclesiale. Ricono-scere l’autenticità del carisma non è sempre un compito facile, ma è un servizio doveroso che i pastori sono tenuti ad effettuare.

I fedeli, infatti, hanno “il diritto di essere avvertiti dai pastori sull’autenticità dei carismi e sulla af-fidabilità di coloro che si presentano come loro portatori” (EI 17).Andiamo al pratico: l’azione dello Spirito Santo nella storia si riflette nella politica, nel sociale,-nella cultura, nell’ecologia, temi assenti nella ri-flessione conciliare, ma che oggi sono urgenti.

Sacerdoti e religiosi della Diocesi di Sulmona

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Lo Spirito di vita ridà vigore, lo Spirito di for-za riaccende le speranze perdute, combatte la corruzione, l’odio, l’ingiustizia, e attiva le forze della creazione perché sia eliminato, scardina-to, ciò che la riduce alla schiavitù e all’annien-tamento.

Fortemente incoraggiante, per chi non spera che fiaccamente, è il versetto 30 del salmo 104 “Mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra”Salmo poetico che rivela tutto il pensiero ebrai-co: la sapienza di Dio sta nella creazione di un cosmo ordinato che custodisce e conserva la vita.Jurgen Moltman interessato, come Papa Fran-cesco a questi temi, vede “lo Spirito creatore di un cammino cosmico-universale, con cui Dio agisce per realizzare il Regno.”Ne consegue che entra nella storia come cre-atore del nuovo futuro e come ricreatore del passato per questo futuro.Come forza divina che porta le cose alla loro realizzazione o compimento “Egli rende viva la creazione asservita e tutto riempie con la for-za della nuova creazione”.Lasciamoci dunque trasformare dal fuoco del suo amore e saremo nuove creature.

Luisa

XI Convegno Nazionale DMRT – Risveglio Pentecostale

Miracolo Eucaristico di Lanciano

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La salita al cielo di Maria SS. in anima e corpo è diventato dogma il 10 novembre 1950, secon-do la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus, in virtù dell’infallibilità papale. Il papa fu Pio XII che lo emanò durante l’Anno Santo 1950.Sin dal 5° secolo Maria SS. dai cristiani è stata riconosciuta tale diventando nei secoli radicata nella devozione popolare.San Gregorio di Tours (538…-594), storico e agiografo gallo-romano scrisse che “quando sentirono che stava per essere chiamata da questo mondo, gli apostoli da tutte le regioni dove si trovavano si misero in viaggio e si riu-nirono nella casa di Maria. Vegliarono insieme con lei. Ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’Arcangelo Michele allontanandosi.All’alba gli apostoli, sollevato il corpo lo depo-sero in un sepolcro e lo custodirono, in attesa del Signore. Per la seconda volta Cristo si pre-sentò e ordinò agli angeli che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso.Tale dogma è riconosciuto dalla Chiesa cattoli-ca, dalla Chiesa Ortodossa, dalle Chiese Orto-dosse Orientali. I protestanti e gli evangelici la rifiutano mentre un numero ristretto di anglica-ni la condividono.Pio XII non ha però spiegato se Maria SS. si sia addormentata in un sonno profondo o morte naturale oppure no. La differenza importante tra dormizione e as-sunzione è che l’assunzione non coinvolge ne-cessariamente la morte, ma neppure la esclude.A Gerusalemme un po’ distante dal Cenacolo c’è la Chiesa tedesca intitolata alla Dormizione

L’imperatore Augusto nel 18 a.C. istituì la festi-vità Feriae Augusti o riposo di Augusto che si aggiunse alle altre festività del mese quale i Vi-nalia Rustica, i Casualia, feste che festeggiava-no i raccolti e la fine dei lavori agricoli.Non c’è che dire intelligente autopromozione

di Maria. La cripta nel suo centro su un catafal-co marmoreo ha esposta la statua di Maria SS. dal volto cadaverico. A dire il vero, pensare che Maria SS. sia stata così alla fine dei suoi giorni terreni mi è impossibile.Fuori Gerusalemme vicino agli Orti degli ulivi di fronte c’è la Chiesa ortodossa che contiene il sepolcro nel quale sarebbe stata deposta Maria morta sulla quale è appeso un quadro che de-scrive l’assunzione.Agli apostoli recatisi per vederla poco dopo la deposizione nel sepolcro, questo fu trovato pie-na di rose. Agli occhi meravigliati degli apostoli apparve lei mentre ascendeva al cielo o meglio era assunta per volontà del Padre e del Figlio che mai avrebbe permesso che la sua mamma si corrompesse, perciò Lui stesso – Dio - la at-trasse al cielo con la forza divina. Maria perciò fu la prima creatura umana dopo Cristo a sperimentare la risurrezione della carne che per tutti gli uomini avverrà dopo il Giudizio Universale. Essa è una festa molto importante perché ri-guarda Maria SS. Vergine Immacolata che nata senza peccato di origine, fu accolta alla gloria celeste in anima e corpo e dal Signore, magnifi-cata quale regina dell’universo, perché fosse più conforme al figlio, Signore dei dominanti e vin-citore del peccato e della morte (Concilio Vat. II, Lumen Gentium, 59).Maria SS. è “primizia” della Chiesa e segno di consolazione e di sicura speranza per la Chiesa pellegrina che siamo tutti noi e noi siamo tuoi figli bisognosi del tuo amore.

Luisa

politica il cui fine era anche di unire le festivi-tà agostane dette Augustali, per permettere un adeguato periodo di riposo, necessario per far recuperare le forze al corpo dopo le grandi fa-tiche.

LCZ

15 AGOSTO - ASSUNZIONE

FERRAGOSTO

13LUGLIO / AGOSTO | 2019

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Inaudito! Sono state stanziate dalla giunta per un convegno su scienza e fede

Chi l’avrebbe mai detto, eppure è successo a Trieste! Il Comune ha stanziato 200 mila euro alla sua Diocesi per organizzare un convegno e una serie di momenti di formazione sul rappor-to tra scienza e fede.

Inevitabile l’opposizione del centro sinistra che la definisce “devota marchetta” pensata e volu-ta dal presidente Massimiliano Fedriga, cattoli-cissimo.

L’assessore Alessia Resolen stoppa l’obiezione sollevata dal PD ad un incontro organizzato da

…200 MILA EUROalla diocesi di Trieste

NEWS

religiosi che prevede tra l’altro un evento inter-nazionale di scienziati. La giunta ha ribattuto che è doveroso organizzare un momento di riflessione teologica sul tema contemporanea-mente allo svolgersi dell’evento scientifico Esof 2020.

Il progetto “Trieste Research Institute on Ethi-cs, Science and Theology in Ecumenical con-text” approfondirà il rapporto tra scienza e fede in relazione agli sviluppi della scienza e della tecnica e al cosiddetto pluralismo culturale e religioso, coinvolgendo esperti, il grande pub-blico e le scuole.Il progetto ha come finalità l’organizzazione di un convegno teologico internazionale la cui modalità prevede collaborazione con il mondo accademico, “realizzazione di eventi formativi e informativi a più livelli ed eventi per le scuole”.

14 LA VOCE DEI NONNI | 07

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Il professore Stefano Fantoni, che organizza Esof, risponde che la Curia è interessata a rea-lizzare un evento a Esof “insieme ad altre con-fessioni”.

Riconosce che le problematiche legate alla bioetica non sono “effettivamente tipiche” del-la religione, e poiché nelle precedenti edizioni di Esof si sono verificate discussioni sul rappor-to tra scienza e fede, ritiene necessario appro-fondirle in un confronto che si augura avvenga anche a Trieste.

Chissà che il nostro Comune di Forlì possa de-volvere una cifra consistente alla nostra Dioce-si per organizzare un simile evento!

Buttare un sasso nell’acqua e vedere i suoi cer-chi allargarsi, moltiplicarsi sulla superficie… non è fuori posto.

Mai mettere limiti alla Provvidenza”Luicor

NEWS

La Resolen sottolinea che durante l’Esof si discuteranno “temi legati all’etica e ai limiti dell’applicazione di qualsiasi tipo di ricerca e questo per capire fin dove è giusto arrivare”.

E’ dunque un approfondimento filosofico-cul-turale quello proposto dalla Curia e che preve-de il coinvolgimento ”di personalità di primissi-mo piano, uomini di fede e laici”.

L’assessore regionale con delega a Lavoro, Università, Ricerca e famiglia, rimarca che non tutto quello che si fa può avere nella scienza e nella ricerca la sua spiegazione, come nel caso della “bioetica e del fine vita”.Ma il PD con il consigliere Roberto Casolini tor-na all’attacco preannunciando la presentazione di un emendamento che trasformi il contributo con nome e cognome “in un bando sul tema del rapporto tra scienza e bioetica” cui possa-no partecipare oltre che la Diocesi anche altri soggetti. Il fine è garantire pluralità e laicità dell’approccio.

15LUGLIO / AGOSTO | 2019

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Questa è una domanda la cui risposta può es-sere data solo da neuropsichiatri e neurochi-rurghi. Ormai Lambert Vincent ci ha lasciati. A nulla sono valse le rimostranze dei genitori, il ricorrere alla Corte di Strasburgo, gli interessa-menti da parte delle associazioni dei difensori della vita. Vincent è stato condannato a morte, omicidio legale di Stato, perché la sua vita era indegna di essere vissuta in quanto tetraplegico ma con “minima coscienza” accertata dal lumina-re belga Steven Laureys nel 2011. Per i medici dell’ospedale di Reims Vincent “era in stato ve-getativo permanente irreversibile” quindi “uno scarto”, direbbe papa Francesco, perciò elimi-nabile a discrezione di medici e parenti e, in questo caso dalla moglie e dai fratelli.Il neurochirurgo e psichiatra Massimo Gandol-fini ha spiegato che Vincent non si trovava nel-

VEGETALE O IN MINIMA COSCIENZA?

la condizione definita “stato vegetativo, né per-manente, né tanto meno, irreversibile”, come ce lo dimostrano casi sempre più numerosi di ripresa funzionale variabile anche dopo molti anni di pazienti definiti in tale stato. Gandolfi-ni dice che la corretta terminologia attuale è “disturbi prolungati di coscienza” o “sindro-me della veglia senza comunicazione”, che ha definitivamente cancellato la cosiddetta defini-zione di “coma irreversibile” o “coma apollico”: la persona in oggetto è vigile, possiede una qualche forma di consapevolezza, però non è in grado di comunicare. Viene anche definita “coscienza sommersa, primaria, non comunicabile”.Arrivare a questa acquisizione, ha avuto ruo-lo determinante lo sviluppo delle conoscenze che la risonanza magnetica funzionale, la PET e l’ECG ad alta densità hanno reso possibile in

16 LA VOCE DEI NONNI | 07

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tema di funzione cosciente. Su questa base si è sviluppato il dibattito per abolire il termine “ve-getativo” che nell’immaginario comune porta all’immagine di un vegetale. L’uomo non è un vegetale ma “una persona ”con tutta la sua as-soluta ed intrinseca “dignità” che non dipende dalla capacità di svolgere azioni e funzioni.La definizione “vegetale” porta a giustificazione di forme eutanasiche ma il paziente che non comunica “non è una pianta bensì un uomo”.Poi Gandolfini esprime una ulteriore osserva-zione “…da come appare nelle immagini che ci arrivano, Vincent non è in stato vegetativo bensì in “stato di minima coscienza”, non è attaccato a nessuna macchina, non è ogget-to di nessun accanimento terapeutico, gode di vita biologica autonoma salvo l’alimentazione e l’accudimento igienico: pertanto morirà di inanizione (cioè a seguito della mancanza di sostentamento idrico e alimentare)”.Anche a noi accadrebbe così se smettessimo di alimentarci. Il colmo è che la morte di Vin-cent è stata procurata da medici il cui compito è salvare vite umane e non uccidere. Sì, i me-dici sono diventati molto sensibili, rispettosi, misericordiosi e quello che è un assassinio lo chiamano “morte medicalmente assistita”.Quanto pietosi, attenti, rispettosi questi me-dici!Ma Ippocrate che dice? E noi che desideria-mo? Non incontrarli mai!

Luicor

COSA RECITA IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE

Consapevole dell’importanza e della solen-nità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, GIURO:

• di esercitare la medicina in libertà e indipen-denza di giudizio e di comportamento,

• di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichi-ca dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui

ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale,

• di non compiere mai atti idonei a provoca-re deliberatamente la morte di un paziente, di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona non utilizzerò mai le mie conoscenze,

• di prestare la mia opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che rego-lano l’esercizio della medicina e quelle giuridi-che che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione,

• di affidare la mia reputazione esclusivamente alle mie capacità professionali ed alle mie doti morali,

• di evitare, anche al di fuori dell’esercizio pro-fessionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione,

• di rispettare i colleghi anche in caso di con-trasto di opinioni,

• di curare tutti i miei pazienti con eguale scru-polo e impegno indipendentemente dai senti-menti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica,

• di prestare assistenza d’urgenza a qualsiasi in-fermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’Autori-tà competente,

• di rispettare e facilitare in ogni caso il dirit-to del malato alla libera scelta del suo medico tenuto conto che il rapporto tra medico e pa-ziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto,

• di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato.

17LUGLIO / AGOSTO | 2019

VEGETALE O IN INIMA COSCIENZA?

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INSTÉ 2019Estate 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

Siamo in piena estate ed è arrivato anche

quest’anno, come sempre un caldo “record”,

poi il caldo africano, poi i consigli dei com-

portamenti di quando fa caldo, poi le minacce

delle manifestazioni temporalesche, che, a dire

il vero mai come in questo periodo si sono re-

almente verificate: alberi caduti, pali divelti, pini

abbattuti come stuzzicadenti, poi frane, alla-

gamenti, interruzioni di strade e delle vie fer-

roviarie e purtroppo anche vittime. Per i com-

portamenti da assumere durante il gran caldo

son quelli di sempre: bere molta acqua, vestirsi

leggeri, evitare di fare gli elegantoni con giacca

e camicia, non uscire nelle ore più calde, man-

giare molta frutta e verdura, chiudere le fine-

stre nelle ore più calde…. (come ogni estate).

ESTATE

Quando la terra è calda e matura,

quando la sera si cerca la frescura,

quando la valle è piena d’oro

e le cicale gridano in coro,

quando le gole sono assetate:

questa è l’ESTATE.

R. Piumini

A San Bonaventura (15 luglio) si è finito di mie-

tere in pianura; per Santa Maddalena (22 lu-glio) si tgalia l’avena e lanoce e la nocciola è

piena. La pioggia di Sant’Anna è una manna

(26 luglio).

18 LA VOCE DEI NONNI | 07

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L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

Dal 26 luglio al 26 agosto sono i giorni della

CANICOLA, parola che viene dal latino “cani-

cula” piccolo cane ed è il nome della stella più

luminosa (Sirio) della costellazione del “Cane”

maggiore, che in questo periodo si vede molto

luminosa.

E sol piò gaglierd che us possa avè l’è quel d’a-

gost quant cl’è arivè - il sole più gagliardo che

si possa avere è quello d’agosto quand’esso ar-

riva.

San Lorenzo, il 10, è infatti, secondo tradizio-

ne, il giorno più caldo dell’anno, che fa il paio

con il 17 gennaio, giorno di Sant’ANTONIO, che

è il più freddo.

San Lurenz gran calura, Sant’Antoni gran fre-

scura on e cl’etar poc - San Lorenzo gran ca-

lura, Sant’Antonio gran frescura l’uno e l’altro

poco dura.

Era usanza fare il bagno nelle acque del fiu-

me, del mare, dei laghi il giorno di San Lorenzo

e quel bagno ne valeva sette e tutte le acque

magicamente diventavano curative. Ricordo

che io, che vivevo da bambina vicino al fiume,

vedevo in quel giorno processioni di mucche,

vitellini, cavalli, asini, maialini, condotti al fiume

a fare un bel bagno che li avrebbe preservati da

ogni malattia durante l’anno.

Il 10 agosto è anche il giorno in cui fu ucciso il

padre del Pascoli, è la notte di San Lorenzo nel-

la quale il fenomeno delle stelle cadenti appare

più evidente e per il poeta le stelle cadenti sono

le lacrime che il cielo piange nel vedere tutte le

cattiverie della terra. Il poeta paragona la morte

del padre a quella di una rondine che viene uc-

cisa sulla via del ritorno, mentre veloce porta il

cibo ai suoi rondinini che invano aspetteranno

la mamma nel nido.

10 AGOSTO

San Lorenzo io lo so perché tantodi stelle nell’aria tranquillaarde e cade, perché sì gran piantonel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:l’uccisero: cadde tra spini:ella aveva nel becco un insettola cena dei suoi rondinini.

Ora è là come in croce che tendequel verme a quel cielo lontano,e il suo nido è nell’ombra che attendeche pigola sempre più piano

Anche un uomo tornava al suo nido:l’uccisero. Disse Perdonoe restò negli occhi aperti un grido:portava due bambole in dono

Ora là nella casa romitalo aspettano, aspettano invanoegli immobile attonito additale bambole al cielo lontano

E tu cielo dall’alto dei mondisereni, infinito immortale,oh d’un pianto di stelle lo inondiquest’atomo opaco del male.

Giovanni Pascoli

Grande importanza hanno sempre avuto in questo periodo i lavori della campagna.

Io sono agosto e sono il più galante,asciugo i fossi e taglio le piante:se non avessi già il campo vangatosarei da tutti poltrone chiamato.Porto le more e le notti bellea san Lorenzo il pianto delle stellee per l’Assunta piccioni arrosto,perdo le rondini il dì di San Rocco

19LUGLIO / AGOSTO | 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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In agosto il bravo contadino zappava la terra per dare respiro alle viti:

A sapé la vegna ad agost us rimpess la cante-na ad most cioè a zappare la vigna in agosto si riempie la cantina di mosto.

Se un fa cheld ad loi e ad agost e’ sará schers e’ most cioè se non fa caldo di luglio e di agosto triste sará il mosto.

Se piove luglio e agosto piove miele olio e mosto.

A San Lorenzo e a San Gaetano (il 7 agosto) se ne va il caldo dell’anno.

Le giornate si stanno accorciando velocemen-te e i nostri nonni dicevano: A San Bartolomeo attacca la lucerna alle travi.

FATTI

Anche nel momento in cui scrivo, una nave, che ha tratto in salvo migranti che rischiava-no di annegare, attende il permesso di poter attraccare in qualche porto per farli sbarcare, cosa che avverrà certamente fra qualche gior-no. Ormai è una “farsa“ che si ripete tristemen-te e quasi quasi rischia di diventare “normalità”. Non dobbiamo dimenticare che anche noi sia-mo stati e siamo tuttora un popolo di migranti.

IL TRENO DEGLI EMIGRANTI

Non è grossa, non è pesantela valigia dell’emigrante…C’è un po’ di terra del mio villaggio,per non restare solo in viaggio…un vestito, un pane un fruttoe questo è tutto.Ma il cuore no, non l’ho portato:nella valigia non c’è entrato.Troppa pena aveva a partire

oltre il mare non vuol venire.Lui resta fedele come un canenella terra che non mi dà pane:un piccolo campo, proprio lassù… Ma il treno corre: non si vede più.

Gianni Rodari(Filastrocche in cielo e in terra)

Un emigrante ragazzino, che è annegato, ave-va portato sotto la maglietta, la sua pagella, che gli è rimasta attaccata alla pelle anche dopo il naufragio.

RACCONTI

Ho trovato un libretto con i testi del famoso Ettore Pretolini, testi che ha recitato nei più grandi teatri riscuotendo enormi successi. Era il famoso GASTONE recitato anche da Nino Manfredi e da Gigi Proietti.

GASTONE

Gastone, sei del cinema il padrone

perché porto bene il fracche

Gastone con la riga al pantalone…

Gastone Gastone

Ho le donne a profusione Gastone

e ne faccio collezione.

Tante mi ripetono: sei elegante!

Gastone Bello, non ho niente nel cervello!

Gastone Raro, io mi faccio pagar caro

Sono sempre ricercato

specialmente alla pensione

per le filme più bislacche Gastone

perché sono ben calzato Gastone

da: PETROLINI - Macchiette, lazzi, colmi e parodie a cura di Giovanni Antonucci

20 LA VOCE DEI NONNI | 07

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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IL MODO DI DIRE DEL MESE

A proposito di caldo e’ prem bulor (il primo bollore) un s cus miga int e’ prem buolr! (non si cuoce mica al primo bollore!)

Si dice con tono leggermente sprezzante, di una persona caparbia, dura, difficile da convin-cere o conquistare e, anche, in fondo , cattiva. L’espressione dialettale è talmente colorita che le corrispondenti in italiano risultano sempre un po’ sbiadite. D’altra parte quando il romagnolo vuol dire cattivo raramente usa il termine CA-TIV, ma o lo rinforza dicendo L’É BROT E CATIV o usa paragoni che rafforzano il concetto.

L’é mei perdal che smarilÈ meglio perderlo che smarrirlo.

L’é cativ come e’ loiÈ cattivo come l'aglio, la ben nota zizzania della parabola evangelica!

L’é avalné come una bessaÈ avvelenato come una biscia, le bisce sono state sempre odiate perché col-piscono a tradimento.

L’é l’erca di vituperiÈ un vaso pieno di brutture.

Ma ci sono delle espressioni in cui l’ironia pre-vale sul disprezzo:

L’é pez che l’oli ad reze’ peggio dell’olio di ricino.

Un’é ad zera banadetanon è di cera benedetta .

Un’é bon gnaca fretnon e’ bujomo meanche fritto.

Liberamente tratto da “MODI DI DIRE ROMAGNOLI“ di U. Foschi Longo editore Ravenna

Fiorin di melograno lucente La Voce dei Nonni è affascinante,

mi informa, mi fa compagnialo leggo sempre e…così sia!Cari nonni ricordate che ….

se vuoi viver e star beneprendi il mondo come viene!

Tanti cari saluti dalla VostraLauber

21LUGLIO / AGOSTO | 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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Sì fu genocidio anche se la premier serba Brna-bic alla vigilia dell’anniversario della strage, 10-16 luglio 1995, ha anticipato che non sarebbe andata a Potocari per mancato invito. Poi dopo aver ricordato gli attacchi a Vucic nel 2015 a Srebrenica e aver fatto controverse condo-glianze a tutte le vittime della Bosnia, inclusa Srebrenica, ha invitato a non tornare” alle stes-se incomprensioni, ai disaccordi e al passato, ma a guardare al futuro”.Parole che sono state fortemente criticate in particolare sui social.Di rimando il premier bosniaco Denis Zvidic ha commentato che la riconciliazione è possibile solo riconoscendo il genocidio perpetrato dai serbi sui bosgnacchi. A rafforzare la autentici-tà del genocidio ci ha pensato l’ambasciatore tedesco a Belgrado,Thomas Schieb puntualiz-zando in linea con Bruxelles il 10 luglio giorno

dell’anniversario, che ”la posizione della Ger-mania e degli altri paesi europei è che a Sre-brenica fu genocidio”.

Berlino resta in attesa che “la Serbia si allinei su questa posizione”, ma la adesione non arriva.L’11 luglio al cimitero monumentale di Potoca-ri, alle porte di Srebrenica, sono state tumulati i resti di altre 338 vittime dei massacri in quella zona.Giorno di memoria e di dolore, questo 24mo anniversario della strage di 8372 bosgnacchi (mussulmani bosniaci) per mano delle forze serbe bosniache comandate da Rakko Mladic.Una manifestazione partecipata da migliaia di persone, vittime e sopravvissuti, autorità na-zionali e straniere, ma di rappresentanti serbi e bosniaci nemmeno l’ombra.Le ultime salme sono state collocate accanto

Srebrenica e i suoi martiri.FU GENOCIDIO?

L’ANGOLO DELLA STORIA

22 LA VOCE DEI NONNI | 07

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L’ANGOLO DELLA STORIA

alle altre 8042 già tumulate negli anni passati, vittime della volontà di “distruggere un intero popolo”.Quest’ultimo è il commento proferito dal membro bosgnacco della presidenza, Dzafe-rovic, che ha attaccato il presidente in carica, il serbo bosniaco Melorad

Dodok, affermando che è “difficile” condivi-dere la carica “con chi nega il genocidio”.A Potocari tutto parla di dolore e la memoria non si spegne, come continuano le polemiche attorno agli orribili massacri del luglio 1995 a Srebrenica, definiti genocidio da più sentenze di tribunali locali e internazionali, però non ri-conosciuti dalla Serbia. Srebrenica rimane una delicata questione po-litica per la Serbia, che a livello istituzionale de-finisce i fatti, successi e commessi da militari serbi, “un crimine orribile” ma nega che fu ge-nocidio.Inoltre lo stesso giudizio è stato richiesto nei giorni scorsi da Ong serba e da altre forze della società civile.Come non definirlo genocidio quando ad es-sere uccisi furono 8.372 mussulmani bosgnac-chi, per la maggior parte ragazzi e uomini ? Fu un vero e proprio genocidio perché massacro commesso con lo specifico intento di annien-tare il gruppo etnico dei bosgnacchi.In TV si è visto un servizio sull’avvenimento e ho ancora vivissima la sequenza “uomini, gio-vani e ragazzi, sdraiati a terra, con le mani le-gate dietro la schiena, faccia giù, uccisi con un colpo di pistola alla nuca da due esecutori del crimine intenti a ridere e a fumare.Agghiacciante, impossibile a dimenticare!La Corte penale internazionale dell’AIA ha con-dannato all’ergastolo Rakko Mladic e Radovan Karadzc (all’epoca presidente della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina).Ma in questo massacro è da ricordare la re-sponsabilità dei Paesi Bassi per omissione di in-tervento in difesa dei civili da parte della proprie truppe in missione di pace in loco per l’ONU.Il 26 luglio 2014 lo Stato olandese è stato ri-conosciuto colpevole della morte di oltre 330

uomini e ragazzi musulmani a Srebrenica il 13 luglio 1995.

Lo ha stabilito un tribunale dell’AIA accoglien-do il ricorso presentato dalle madri di Srebre-nica, un’associazione di familiari delle vittime del massacro, che ha denunciato la mancanza di protezione del contingente Dutchbot che avrebbero dovuto difendere i civili.Il governo olandese , ha ordinato il tribunale, dovrà risarcire le famiglie delle 300 vittime.Tuttavia la Corte ha assolto l’Olanda per la mag-gior parte della oltre 8000 vittime del massacro di Srebrenica.

Ecco in breve quell’episodio.“Nel pomeriggio del 13 luglio, il Dutchbat (il battaglione olandese dei caschi blu) non ha la-sciato che gli uomini presenti nel compound restassero nei loro edifici per cui ha spiegato il Giudice Larissa Ehvon “possiamo dire con ra-gionevole certezza che se il Dutchbat avesse permesso agli uomini di restare, si sarebbero salvati”. Inoltre ha precisato che l’enclave di Srebrenica era sotto la protezione delle Nazio-ni Unite quando fu conquistata dalle forze ser-bo-bosniache nel luglio 1995.Il giudice ha poi precisato che già a quella epo-ca c’erano prove di crimini commessi dai ser-bi bosniaci e “collaborando nella deportazione di questi uomini, il Dutchbat ha agito contro la legge”.I caschi blu sotto pressioni del generale Mladic, costrinsero migliaia di famiglie mussulmane a lasciare il loro compound recintato. I militari serbi separarono le donne dagli uomini, por-tando gli ultimi via e giustiziandoli. I corpi delle vittime furono abbandonati in fosse comuni.Perché parlarne ancora? Perché solo cono-scendo la verità, risarcendo le vittime, e so-prattutto chiedendo perdono è possibile rico-struire la storia del proprio popolo e prendere coraggio per guardare al futuro. Negare un crimine è avvalorarlo. Nascondere la verità è un crimine. Perdonare e chiedere perdono è giustizia.

LCZ

23LUGLIO / AGOSTO | 2019

L’ANGOLO DELLA STORIA

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STATISTICA DEL GENOCIDIOGli uccisi a Srebrenica 332, i ritrovati 7119 di cui ancora 102 senza identità. Dati forniti da Amos Masovic, presidente della Commissione per la ricerca delle persone scomparse, che ha rac-contato che nelle bare dei 330 sepolti il giorno 10 luglio 2019 “non c’era nemmeno uno sche-letro completo, solo povere membra scompo-ste”.Mancano ancora un migliaio di sterminati, i cui corpi sono stati trasferiti in fosse “secondarie” di difficile localizzazione il cui scopo è stato di occultare l’ampiezza dei crimini.Manisa Subasic, una delle madri storiche rap-presentanti di Srebrenica e Zepa, ha lanciato l’appello nel quale chiede a chi sa dove si tro-vano gli ultimi “desaparecidos”, di farsi avanti. I tribunali sono invitati a”non rilasciare i crimi-nali di guerra”, almeno non prima che abbiano rivelato dove si trovano le ultime fosse.

Luicor

ULTIMISSIME SU SREBRENICAPazzesco! L’Olanda in questi giorni si è autoas-solta del massacro di Srebrenica. Ad essere corretti è stata la propria Corte su-prema a sentenziare che il massacro di 330 musulmani a Srebrenica è solo il 10% attribui-bile ai soldati olandesi che erano sotto la ban-diera dei Caschi blu dell’ONU.In primo grado nel 2017, la percentuale era stata considerata del 30%. Cosa è cambiato dall’eccidio? Niente. I fatti restano i caschi blu olandesi “Dutchbat” erano trincerati nella loro base in quel luglio 1995 ed avevano accolto migliaia di profughi musulmani che poi costrinsero ad andarsene dandoli così in mano ai serbi che li trasporta-rono via su pulman dopo aver divisi uomini e ragazzi dalle donne.I 350 uomini furono uccisi per mano dei soldati del Generale Rakko Mladice e di Radovan Ka-radzic e ad essi seguirono nei giorni successivi altri 7650.La Corte suprema il 19 luglio ha ritenuto che “lo Stato avesse sbagliato” a proposito dei mus-sulmani consegnati ai Serbi, perché gli olandesi “non hanno lasciato la scelta ai bosgnacchi di restare dove si trovavano, mentre questo sa-rebbe stato possibile”.

Lo hanno stabilito i giudici ma hanno anche detto che “ciò non avrebbe per forza salvato loro la vita, ma avrebbe loro dato la possibilità di sfuggire ai Serbi di Bosnia se avessero potuto restare. Le possibilità di salvezza erano piccole, eppure non trascurabili”. Questo quanto recita la sentenza. A quanto ammanta la percentuale di respon-sabilità attribuibile ai soldati olandesi? Il 10% è relativo solo all’importo che il governo olande-se dovrà dare ai parenti delle vittime quindi alle “Madri di Srebrenica”.Triste a dirsi ma in giurisprudenza un massa-cro si misura in percentuale, e qui ne abbiamo un esempio! Noi ignoranti in materia commen-tiamo che “è uno schifo”.Ma non è finita. Il procuratore capo della Corte delle Nazioni Unite all’AIA, Serge Brammertz, durante la presentazione del suo rapporto se-mestrale al Consiglio di sicurezza ha affermato che sono inaccettabili i recenti commenti di un ministro serbo e di un membro del partito al governo a Belgrado che hanno negato il geno-cidio di Srebrenica ed elogiato il capo militare serbo bosniaco Rakko Mladic artefice “di una brillante operazione militare”. Il deputato Vla-dimir Djukanovic del Partito progressista ser-bo lo ha rimarcato il 10 luglio, un giorno prima della commemorazione annuale dei massacri di 8372 uomini e ragazzi bosniaci da parte delle forze serbo bosniache comandate da Mladic. Ecco il testo che fa accapponare la pelle, per-ché potrebbe capitare anche a noi nei corsi e ricorsi storici, di vivere una simile e assurda carneficina osannata come “gloriosa impresa militare”:“Voglio congratularmi con il popolo serbo nel giorno della liberazione di Srebrenica. Grazie al generale Rakko Mladic per l’operazione mi-litare brillantemente condotta.” Questo mas-saggio è stato trasmesso su twitter. E c’è di più. Lo stesso premier Ana Brnabic è stata accusata di negazionismo del massacro di Srebrenica. Bell’azione militare massacrare uomini amma-nettati, indifesi, stesi a terra e spediti al creato-re con un colpo di pistola alla nuca da aguz-zini che ridono e scherzano nell’uccidere uno dopo l’altro le vittime come fossero mosche!Se non è genocidio questo, cosa è allora?

L.C.Z.

24 LA VOCE DEI NONNI | 07

L’ANGOLO DELLA STORIA

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In quest’ultimo caso il sodio può avere effetti più o meno negativi sui geni che regolano una componente essenziale delle olive e, quindi, dell’olio, gli acidi grassi.

Le ricerche proseguono nella ricerca di trova-re altre varietà tolleranti al sodio e capire se di altre ancora si possa migliorare il dna in modo che lo diventino.

C.L.

Questa è l’ultima scoperta dei ricercatori della scuola superiore S. Anna a Pisa. Hanno speri-mentato e poi divulgato la notizia che l’irriga-zione con l’acqua salata non arreca danni agli ulivi, che sopportano moderate quantità di so-dio. Eh sì! L’acqua salata è un’ alternativa all’ac-qua dolce che scarseggia causa i cambiamenti climatici.

Hanno spiegato che ci sono due momenti im-portanti nella somministrazione dell’acqua:

a- la percentuale di sale;b- il momento in cui l’acqua viene sommi-nistrata in base al livello di maturazione dei frutti.

ACQUA SALATA in alternativa alla dolce

L’ANGOLO DELLE NEWS

25LUGLIO / AGOSTO | 2019

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Grosso dubbio. Parlare per parlare lo si può fare, al bar giocando a carte, in fila alla Conad…..ma cosa rispondere e quindi chi dei due scegliere, è un’altra cosa.Il fatto in breve: Carola Rackete è il capitano di una nave ONG, Sea Watch che batte bandiera di un altro stato, ma i migranti provengono da uno stato che non li vuole, e come se non ba-stasse, l’equipaggio della nave fa parte di uno stato che non li vuole ma Carola li accoglie. A dirla schietta schietta, i no ci sono perché i migranti costituiscono un costo economico, il che è tutto dire.Matteo Salvini, Ministro degli interni, ha reagito come il suo solito il giorno in cui Carola è sta-ta rilasciata dal Tribunale assolta per aver dato asilo sulla sua nave ai migranti. Inoltre su di lei pendeva la grave accusa di aver cercato di speronare la nave vedetta della

Guardia di finanza che le intimava di non com-piere il salvataggio.L’accusa successivamente è stata smentita da fonti certe.Dunque Carola viene liberata, imbarcata su un aereo e rimandata in Germania mentre il Mini-stro tuona : ”Sentenze così vanno contro l’Ita-lia. Finchè farò il ministro, io non mollo”.A questo punto come dipanare la matassa ov-vero chi ha ragione e chi ha torto? Chi è il lupo cattivo e chi l’agnellino buono?Non procedo per giro rocamboleschi e arrivo al dunque. Le ragioni di Salvini sono ragioni di Stato che nulla hanno a che fare con la giusti-zia.La giustizia è la qualità che fa rispettare i diritti degli altri ed è quel valore che fa agire secon-do bontà e verità. In altre parole la giustizia è la volontà di rico-

CHI HA RAGIONE?Carola Rackete o Salvini?

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26 LA VOCE DEI NONNI | 07

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noscere il diritto di ognuno dandogli ciò che gli spetta, tutelare i suoi diritti, ascoltare le sue ri-chieste accordandogli ciò che è giusto ovvero praticando giustizia che è sempre comportarsi in modo da considerare le necessità degli altri. L’art. 38 della nostra bellissima Costituzione afferma che in una società civile l’assistenza ai cittadini bisognosi non può restare affidata a molte o poche persone generose ma è un obbligo dello Stato.Mi direte che quei migranti non erano e non sono cittadini del nostro stato perciò la giusti-zia stava nel lasciarli sul gommone e portarli da dove erano venuti. E qui sta il nodo. Sal-vini porta avanti le ragioni di Stato che nulla hanno a che fare con la giustizia. Difatti quale intesse c’era per salvarli? Non c’e dubbio oggi come oggi esiste una morale, anzi la morale dello stato, perché quella di ieri, di un tempo, è considerata morale “arcaica”perché agire per giustizia mossi da pietà oggi significa essere “fuorilegge” cioè fuori dalla legge.

Non è così. Agire secondo coscienza, è avere un’altra legge che non è quella dell’opportu-nità che la maggioranza ha in quanto schiava degli interessi.Salvini ha definito Carola “fuorilegge” ovvero una criminale, un delinquente fuori del bene, fuori del giusto. Ahiai! Qui sta la lotta o contra-sto tra Stato e coscienza.Da una parte lo Stato e l’economia, dall’altro la pietà e la coscienza.Questo è il dramma che può essere capito se prendiamo atto, riconosciamo, che la morale non è mai antica, arcaica, superata mentre la legge invecchia e si deve adeguare ai tempi.Cosa ha combinato Carola? Ha provocato con il suo agire lo scontro tra ciò che è giusto e ciò che è legale.La pietà è al di sopra della legge. E se noi fossimo stati al posto di quei migranti?

L. C.

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È paladina delle famiglie numerose.

La sigla è tutto un programma: ”European lar-

ge families Conferedation” che comprende

24 associazioni di famiglie numerose nate nel

Vecchio Continente.

La sua presidente è un’italiana, Regina Florio,

madre di quattro figli, formatrice, giornalista

e pittrice. Regina con il marito Fabrizio faceva

parte, anzi era una delle prime associate, della

nostra Anfn, Associazione nazionale famiglie

numerose. Ha svolto il ruolo di consigliere na-

zionale per ben 8 anni.

Che dire di Regina? Donna combattiva, entu-

siasta e propositiva.

Sta girando il mondo per sensibilizzare all’as-sociazionismo familiare. Ultimamente a New York, al Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite, ha portato il suo accalorato intervento.Le è stato chiesto da un nostro giornalista, Andrea Bernardini, che aria tira all’ONU. La sua risposta ha confermato che l’ONU, preso atto del fallimento del figlio unico in Cina e del conseguente sconquasso sociale che ha provocato lo spopolamento delle campagne, il problema di 400 milioni di anziani soli, l’a-vanzare dei Paesi emergenti che considerano la famiglia fondamento della società, ha acqui-sito una nuova sensibilità.Glielo ha dimostrato il fatto che a Palazzo di Vetro si vive la convinzione che non sono le categorie, anziani, giovani, disabili da sole a far raggiungere gli obiettivi che l’ONU ha pro-

ELFACpaladina della famiglia

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grammato di attivare entro il 2030 per lo svi-luppo sostenibile ma la forza trainante parte dalla famiglia che li include tutti.Lo ha dedotto constatando che su 17 obiettivi fissati nell’Agenda ONU in ben 14 la famiglia è fondamentale per la loro realizzazione:

a) la fame e la povertà si combattono interve-nendo sulla famiglia;b) l’educazione;c) la parità tra uomo e donna;d) la salute;e) la riduzione delle ineguaglianze;f) la promozione di un consumo responsabile;g) l’occupazione;h) la costruzione di infrastrutture innovative;i) di città;j) le comunità sostenibili;k) pace e giustizia.

Tornando alla nostra Europa, Elfac, che è un osservatorio privilegiato per le formazioni ag-giornatissime ed esclusive, stima la Polonia e l’Ungheria i Paesi più virtuosi che investono molto nelle famiglie per migliorare il trend de-mografico e per evitare che i giovani fuoriesca-no dalla loro patria. Cosa fa la Polonia per le famiglie numerose?Concede una carta sconti che è stata diffusa capillarmente con l’aiuto della convenzione con la Associazione delle famiglie numero-se che la gestisce: 500 zloty per ogni figlio al mese.

Questo aiuto ha fatto intascare un bel po’ di denaro alle famiglie.Veramente innovativa è la politica per la fa-miglia dell’Ungheria che la segue, fin dalla sua formazione e la cura con attenzione.Concede prestiti consistenti alle coppie da non restituire se nasceranno figli. Conseguenza dell’iniziativa è che i matrimoni sono cresciuti del 40%.Inoltre sono concessi i congedi parentali,

l’obbligo per il datore di lavoro di mantene-re il posto per chi è in maternità, le misure di “conciliazione e la possibilità di accudire i figli con un vero e proprio stipendio” per le mam-me che non lavorano fuori casa, e l’esenzio-ne a vita delle tasse sul reddito per le mamme con 4 o più figli.

Tutte queste agevolazioni rappresentano un grande aiuto. Ma non tutti gli Stati europei la pensano così.

La Francia è uno di questi, ha ridimensionato sì il quoziente familiare ma ha ricavato un imme-diato riscontro negativo sui tassi di natalità.Regina ha presentato a Bruxelles il progetto di una Carta famiglia europea da distribuire alle famiglie numerose, quelle con tre o più figli.Detta carta riconosce lo status di famiglia nu-merosa mentre si è in viaggio per l’Europa e per poter usufruire di sconti e offerte.Con soddisfazione afferma che l’Associazione lavora per raccogliere le offerte con i privati: al-berghi, ristoranti, parchi a tema, supermercato etc. ed anche per accedere ai benefici previsti dalle Carte sconto nazionali per i musei, e i tra-sporti.

È uno strumento importantissimo perché per-metterà alle famiglie numerose di aumentare la propria mobilità, favorire gli scambi cultu-rali, l’accesso allo sport e alla cultura. La carta sarà digitale e si potrà acquistare sul sito Elfac con 10 euro per le famiglie socie e 25 per chi non lo è, in quanto abita in Paesi dove non esiste una associazione di famiglie nume-rose come Irlanda, Norvegia, Svezia.Le aziende disponibili ad accettare la card pos-sono inviare la loro offerta sempre sul sito El-fac: il meccanismo è volutamente semplice e gratuito totalmente.Buon lavoro Regina! Grazie a nome di tutte le famiglie numerose.

LCZ

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Che l’inglese abbia invaso il mondo si sa.È sintetico, pragmatico, tecnico veloce, arriva al dunque senza fronzoli ma io preferisco le calde lingue latine.Il mio preambolo è per parlare di network. Cosa è il network? Il vocabolo di per sé va tradot-to come sostantivo “rete” mentre usato come verbo significa “collegare in rete”, “diffondere”, “crearsi dei contatti”.Bene, mi approprio del verbo per presentare una importante iniziativa a livello europeo “Co-muni family friendly”.

È la rete europea che collega e anima le fami-glie amiche dei comuni degli Stati europei in essa coinvolti (comuni family friendly). Si è ispi-rata al modello italiano ma arricchito da espe-rienze simili e già vissute e sperimentate in Por-togallo, Spagna, Lettonia, Ungheria.

La nuova realtà sociale si sta sviluppando sot-to la regia dell’European large families con-federation (Elfac) e la provincia autonoma di Trento, con il beneplacito dell’accordo firmato a Stettino (Polonia) nel giugno 2018.

È stato dato l’incarico di fare da pilota, guida-re la nuova esperienza ad alcune città Trento, Alghero, Zagabria, Stettino e la XVIII munici-palità di Budapest.Nella città spagnola di Sant Cugat si terrà la pri-ma convention.

Aderire a questa rete, ovvero al network, è facile basta scaricare dal sito Elfac il modulo di ade-sione, produrre il documento con le risposte date, almeno cinque, ai requisiti minimi rico-nosciuti con assoluta certezza da Elfac e dalla Provincia autonoma di Trento, ed impegnarsi a

Il network europeo dei Comuni“COMUNI FAMILY FRIENDLY”

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conseguire la certificazione di “Comune family friendly” nell’arco di due anni dalla adesione al network.

L’esperienza trentina ed italiana conferma che il modello è serio ed efficace. Purtroppo si conoscono i problemi dell’Euro-pa: spopolamento, calo della natalità e invec-chiamento della popolazione, per cui, afferma Regina Florio, presidente dell’Elfac, conoscere un sistema che può ottimizzare i servizi, ren-dere attrattivo un territorio alle famiglie con bambini, favorire un’identità precisa alla pro-pria politica, partendo dalla base, dai bisogni della gente, operare sia sul disagio quanto sul benessere delle famiglie, risulta molto interes-sante per un amministratore e un politico che voglia darsi da fare.

Fa piacere alle famiglie sapere che c’è qualcu-no che si impegna a rendere la loro vita più fa-cile, magari attraverso soluzioni piccole come il parcheggio riservato a mamme con bambini piccoli, uno spazio per allattare, piste ciclabili con servizi…”

Elfac ha preparato cinque richieste che le as-sociazioni rappresentanti di 9 milioni di coppie

con almeno 3 figli in Europa, sottoporranno ai loro candidati.

Richieste concrete, proprie delle famiglie nu-merose: “riconoscimento del lavoro di cura non retribuito, il lavoro invisibile che ognuno compie per i propri cari”(attività questa di va-lore infinito) e per le persone più deboli e la società intera; abbassamento dell’aliquota IVA sui pannolini, tassati oggi come beni di lusso; richiesta che le tariffe di energia, gas, acqua, tengano conto del numero dei componenti il nucleo famigliare e così non avvenga la pena-lizzazione delle famiglie numerose; concessio-ne di facilitazioni per la patente dei papà delle famiglie numerose, cioè quelli che adesso de-vono dotarsi di un documento professionale, pagandolo di conseguenza per poter guidare vetture con più di 9 posti; sostegno per la ”Fa-mily card”.

Tutte queste richieste raggruppate in cinque proposte saranno presentate al Parlamento Europeo. Noi restiamo in attesa delle risposte adeguate alle richieste.

Luicor

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Sono finite in città, insieme a cinghiali, caprioli, tassi e lepri. Brutta realtà perché significa che noi umani abbiamo danneggiato o distrutto il loro habitat naturale. Questo è il motivo per cui gli animai selvatici in città non sono più una rari-tà. Cerchiamo di trovare il positivo nel negativo. Se tranquillamente girano per le nostre strade e, quando ci vedono, ci ignorano, beh allora vuol dire che non ci temono e quindi sembriamo loro meno pericolosi. Lo siamo veramente?Di passaggio a Rjeka, Fiume, presso la ex fab-brica dell’Istravino, ho scorto mamma volpe con il suo/a cucciolo. Ci siamo guardate, io un po’ più timorosa, lei tranquilla. E’ passata oltre inse-gnando al piccolo a destreggiarsi per la strada. Mi sono commossa nel vedere con quanta at-tenzione, prudenza e determinazione si faceva seguire dal piccolo.Inevitabile è stato poi ricordare certe mamme di

noi umani che compiono gesti omicidi sui loro figli. Un abitante del rione, vedendo la mia aria sorpresa, mi ha spiegato di averla fotografata più volte e di aver anche detto ai media locali che mamma volpe si era avvicinata alla sua casa sen-za accennare alcuna paura nel vederlo. Ha anche commentato che anche lui la prima volta era ri-masto sorpreso nell’incontrarla di giorno perché le volpi sono attive per lo più di notte. L’unica preoccupazione degli abitanti è che in giro ci sia qualche volpe rabica o rabida (aggressiva).A tranquillizzare gli abitanti è intervenuta la dot-toressa della Stazione Veterinaria di Fiume che ha comunicato che la rabbia silvestre è spari-ta da parecchi anni nella Regione, merito della campagna di vaccinazione orale attuata dieci e più anni fa a livello nazionale, quindi si può stare tranquilli.

L. C.

Dove sono finite

LE VOLPI DI FEDRO?

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Proprio così, il Comune di Milano ha offerto agli artisti metropolitani spazi dislocati in 71 luoghi della città.La Street Art altro non è che “arte urbana” o arte di strada realizzata da “Street artist”ovvero arti-sti di strada, che vogliono stupirci, emozionarci o farci riflettere. Insomma vogliono trasmette-re una sensazione corretta a chi vedrà l’opera, fosse una sola volta.Interessanti vederli al lavoro. Di giorno ciò non è possibile perché per lo più lavorano di nasco-sto di notte per farci stupire la mattina dopo del lavoro nato in quella notte.A Forlì in Via Monte S. Michele, tratto di strada che porta alla rotonda Chiara, li ho visti lavo-rare di giorno in squadra, un gruppo a destra e uno a sinistra. Determinati, precisi, scattanti armeggiavano con naturalezza normografie, bombolette spray, stencil, incuranti delle auto

che sfreccia=vano ma rallentavano di botto per osservare ciò che stavano combinando.Questi artisti di strada si firmano con uno pseu-donimo per restare ignoti per lo più lavorano di nascosto essendo vietato disegnare su superfici pubbliche o private a meno che non abbiano il nulla-osta dal Comune di coprire i muri con i loro affreschi.Anche sulla parete di un edificio alto che si erge sul parcheggio nei pressi del vescovado di Forlì un artista famoso ha affrescato l’immagine ve-ramente artistica di una donna ma, come tutte le pitture sui muri, ha avuto già bisogno di re-stauro e ne ha ancora.Il destino di questo tipo di opere esposte ai fe-nomeni atmosferici e allo smog, è proprio il de-terioramento delle pitture.Questi artisti visti al’opera quando è possibile, appesi ad una corda dopo essersi calati dal tetto

MURI LIBERI100 muri per Street Art

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all’alba quando tutti dormono, fanno sbalordire e si resta con il naso all’insù e la bocca aperta in un “ohooo“ che non finisce!Le pitture di Via Monte S. Michele rappresenta-no aspetti della vita a Forlì con i suoi importanti scambi socio-economico-culturali. Ce n’é uno bellissimo nella sua contenuta espressività “Ro-magna in fiore” che predispone ad esaltarsi e a coinvolgersi invitando alla speranza e alla gioia. In più richiama la musica popolare del M° Casa-dei e della sua orchestra, famosa ormai in tutto il mondo che riempie il cuore di voglia di vivere.In altri casi le pitture sono forme di protesta contro la politica, la società, e il mercato dell’ar-te. A ben riflettere le loro opere sono continua-mente esposte al pubblico, gratis, mentre non si può dire altrettanto delle esposizioni nelle gallerie d’arte.Tra gli artisti di strada del mondo il più noto è Banksy, geniale e prolifico padre di tante opere il cui soggetto è la politica, la cultura e la mora-

le. Ha tappezzato letteralmente muri, grattacieli e monumenti con messaggi contro le guerre e le ingiustizie sociali.Altra sua qualità è che riesce ad entrare nei mu-sei di tutto il mondo, e appendere i suoi quadri tra quelli esposti.Poi c’è il francese Charles Leval, le sue opere sono firmate Levalet, la cui caratteristica è re-alizzare poster a china in bianco e nero di figu-re umane a grandezza naturale che incolla tra grondaie, finestre, piante ecc. Poi la polacca Nespoon le cui opere si rifanno all’antica arte del merletto. Realizza giganteschi pizzi che poi riproduce con stencil e vernici sul-le facciate dei palazzi ottenendo effetti di deli-catezza propri del passato.L’italiano Blu usa la vernice per le pareti di casa e rulli su aste telescopiche per creare opere di rilevanti dimensioni che riproducono perso-naggi del mondo dei fumetti e dei video giochi.Altri nomi famosi Millo, Diavù, Nevererew.

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Chi furono i primi writers della storia? Nemme-no a chiederlo, sono i nostri antenati preistorici che lasciarono graffiando le pareti delle caver-ne scene di vita quindi di caccia, di cerimonie propiziatrici, di divinità buone e cattive ecc. Pertanto possiamo affermare che il graffitismo esiste dalla notte dei tempi però l’America verso la metà degli anni ‘70 del novecento è esploso in un grafismo tutto suo. Non ha inventato nulla questo è palese, anche perché i graffiti erano in voga già nel XV e XVI secolo e decoravano pa-lazzi con scene di ispirazione classica o motivi vegetali.Diamo all’America quello che è suo cioè l’aver nella metà degli anni ‘70 del novecento, dato la miccia al fenomeno di tracciare scritte e im-magini con vernice a spruzzo sui vagoni della metropolitana di New York e poi ovunque.Questi artisti sono chiamati writer dal verbo “ to write” cioè scrivere.Purtroppo le scritte abbondano in tutto il mon-do, ce ne sono di orribili come si può consta-tare passando in treno nelle varie stazioni, altre sono gradevoli e veramente artistiche perché le lettere dell’alfabeto sono studiate e scritte in modo personale.

L’artista si firma con uno pseudonimo e la sua firma è il “tag” che scrive e riscrive più volte per avere riconoscimento dagli altri writer.La tag-firma è pertanto importantissima e spes-so identifica la squadra “cru” che ha prodotto il lavoro. Va precisato che il “cru” è composto da ragazzi uniti dagli stessi motti e interessi.Fin qui tutto bene ma esiste il vandalismo grafi-co ovvero l’imbrattare, il rovinare edifici e mo-numenti, mezzi di trasporto pubblico e strut-ture con scritte brutte sciocche, difficilmente cancellabili.E come se non bastasse creano altri reati fer-mando convogli, interrompendo i servizi pub-blici, danneggiandoli. Arrivano addirittura a vio-lenze private.Per questi motivi a Milano è sorto come deter-rente e quindi operativo il nucleo anti-graffiti della Polizia locale: nel 2016 sono stati ricono-sciuti ben 135 imbrattatori.C’è anche da sapere che nei weekend i vandali si spostano e praticano il terrorismo vandalico nelle città non preparate ad impedire i loro di-sastri.

Luicor

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La rassegna “Mosaico di notte“, fino al 30 ago-

sto, offre agli amanti dell’Arte 4 itinerari tra il

Centro e Classe: dalle 21 alle 23 ogni martedì,

mercoledì, venerdì, sono previste visite guidate

ai monumenti definiti “Patrimonio del Mondo”

dall’UNESCO: la Basilica di San Vitale, il Mau-

soleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodori-

co, il mercoledì mentre il venerdì sarà dedicato

alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

Negli itinerari sono previste le visite all’Antico

Porto di Classe, la Domus dei Tappeti di Pietra,

La Cripta Rasponi e i Giardini Pensili, il Museo

Nazionale e il Museo Classis di Ravenna.

Il biglietto costa € 15 e c’è l’obbligo della

prenotazione: 0544-482838/35755/35404

www.turismo.ra.it.

L.C.

13 SETTEMBRE A RAVENNA

Anche quest’anno come ormai da 70 anni sarà offerto l’olio per la lampada votiva della Tom-ba (orribile artisticamente) del “grande Poeta” il giorno 8, domenica alle ore 9. Questo per ri-cordare l’anniversario della sua morte avvenu-ta il 13 settembre presso il Convento dei Frati francescani della città.Alle ore 21 del 13 si vivrà il Transito in coinci-denza con la notte della morte di Dante. Pre-senzierà il presidente della CEI, cardinale Gual-tieri Bassetti.Inoltre il 20 settembre, alle 21 sarà conferito il Lauro Dantesco ad honorem, dedicato nel 2019 alla lingua spagnola.Evento molto importante ideato da Walter del-la Manica dal titolo “La Divina Commedia nel mondo”.

RAVENNAla Capitale bizantina

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Il 31 ottobre sera avrà luogo l’altro evento “Dante a Ravenna” nella quale studenti di origi-ne straniera leggeranno l’ultimo canto dell’In-ferno nella loro lingua.Il Ghibellino fuggiasco a maggior ragione deve restare a Ravenna e Firenze si rassegni a non avere le sue ossa.Doveva pensarci prima, ma col senno del poi i commenti sono facili.Sono stati invitati ad essere presenti i sindaci delle città cantate nella Divina Commedia o ri-levanti per la biografia o la fortuna dantesca, oltre un centinaio.Il corteo si svolgerà tra recita di poesie, versi e cori, grazie alla collaborazione con il teatro delle Albe. Questa è la pluripremiata compagnia ravenna-te che ha “partorito” lo straordinario progetto, “realizzato su commissione” di Ravenna Festi-val “Inferno, Purgatorio e Paradiso: Chiamata pubblica”.

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Gli artisti Ermanna Montanari, Marco Martinel-li e Sandro Lombardi scandiranno i momenti salienti della celebrazione mentre cori cittadini segneranno il tempo tra un artista e l’altro.Lucia Battaglia Ricci con immagini renderà viva la poesia del grande poeta attraverso “il commento figurato”.

Il Cardinale Giuseppe Bertori, arcivescovo di Firenze celebrerà la “Messa di Dante” e questo a suggellare il legame profondo tra le città a cui sono legate la nascita e la morte del più grande tra i poeti dell’Occidente.

La giornata sarà conclusa da un momento conviviale rivolto a tutti i cittadini. Per parteciparvi iscriversi entro il 4 settembre a:[email protected]

L.C.

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La nostra bella Italia vanta territorio montano del 35%, la collina del 42%, e la pianura del 23%.Una straordinaria bellezza che anche la TV sta valorizzando ambientando serie di sceneggiati proprie nelle zone montane. Ultimamente ricordiamo Quattro passi dal Cie-lo girato a San Candido e dintorni: meraviglioso lago verde, cascate, acque cristalline, foreste di abeti –prati infiniti di un bel verde intenso ecc.Un modo intelligente per farci conoscere le nostre meraviglie che tralasciamo per andare a Cuba, Sri Lanka, Hawai, Dubai ecc.Dunque il FAI si sta dando da fare per imple-mentare e conservare la bellezza dei nostri bo-schi, e valorizzare un uso produttivo che favo-risca la ricchezza delle comunità di montagna e far riconoscere la grande importanza del lavoro idraulico forestale e di tutte le attività ad esso connesse.

Un po’ di statistica: l’Italia occupa il 2° posto nel legno arredo, è il 1° paese per il consumo di legno e pellet quali combustibili, ma importa l’80% di materia prima forestale.Abbiamo 12 milioni di ettari di superfici boschive, il 39% del territorio nazionale, ma ci sono zone prive di aree forestali. Di questa risorsa utilizzia-mo il 30% mentre la media europea è del 60%.Ci infervoriamo nel parlare di energia e filiera del legno, però non esaltiamo come dovremmo le foreste che sono insostituibili per tutto il siste-ma della montagna e delle aree verdi.Ci dobbiamo svegliare e puntare su una politi-ca che sostenga la dignità delle persone con il lavoro ambientale di qualità, con processi di in-clusione sociale e qualificazione professionale.Tutto questo ci permetterà di pianificare il futuro delle aree boschive, di tutelare l’ambiente e la salute, sostenere crescita e sviluppo.

Difendiamo le nostre

MONTAGNE

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L’intervento del sindacato Agro-alimentare e ambientale smuove la sfida che coinvolgerà la-voratrici e lavoratori della forestazione, dell’agri-coltura, della bonifica, del sistema zootecnico, della pesca e dell’acquacoltura.Una sfida che coinvolge in un patto sociale e promuove un network montano tra mondo del-le imprese, parti sociali, istituzioni. Il fine è rilan-ciare gli asset strategici della montagna e per-mettere alle grandi potenzialità inespresse dei nostri territori di avere voce e identità.In che cosa consistono gli asset strategici?Ottenere una legge adeguata che monitorizzi molteplici aspetti, soprattutto sul consumo di suolo, per salvaguardare la superficie agricola e incentivare il recupero di aree abbandonate; per applicare la legge n° 221 del 2015 sulla “Green economy”.Trovare una fiscalità differenziata per le perso-ne e le imprese impegnate a vivere ed operare nei territori montuosi, attuazione alla Risolu-zione per un’Agenda europea per le zone mon-tane, rurali e periferiche; attuazione del testo unico della forestazione dell’aprile 2018; con-siderazione dei finanziamenti del piano “Proteg-gi Italia”, deciso dal governo per affrontare “le emergenze e per migliorare la prevenzione del dissesto idrogeologico, dando il giusto valore al ruolo dei consorzi di bonifica e i compar-ti forestali regionali; riallacciarsi all’’UNCEM per riaprire le conseguenti trattative”: portare avanti una negoziazione e rinnovare il con-tratto nazionale, scaduto nel dicembre 2012”.

Tutto questo contribuirà a riconoscere la dignità di chi lavora nel comparto e per gestire i nostri boschi con maggiore attenzione.Una pecca della nostra Italia è l’essere rimasta indietro, rispetto altri paesi, di coniugare servizi ambientali e produzione economica.C’è da correggere uno stereotipo che è stato applicato e permane sull’operaio forestale che viene considerato un addetto alla deforestazio-ne. Nulla di più sbagliato perché va considera-to come il cultore, il difensore della foresta in quanto è preposto a creare una più equilibrata gestione delle risorse boschive.Non dimentichiamo che nel mondo sta avan-zando la deforestazione con gli squilibri che sappiamo. E’ pazzesco pensare che ogni giorno 50 mila ettari vengono distrutti dall’uomo com-promettendo gli ecosistemi e la capacità dei boschi di contenere i cambiamenti climatici ed assorbire CO2.Per questo Papa Francesco in ottobre 2019 ha indetto il Sinodo dei Vescovi dedicato all’Amaz-zonia e ai suoi indigeni minacciati, uccisi e im-poveriti. Questo per “ricercare un modello di svilup-po alternativo, integrale e solidale fondato su un’etica attenta alla responsabilità per un’au-tentica ecologia naturale ed umana”.Questa è la sintesi di un meeting “Giornate per la montagna: riflessioni in alta quota” che si aprirà a Dobbiaco con le proposte della FAI CISL.

L.C.Z.

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L’ANGOLO DELLA NATURA

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IL MANIFESTO PER LA MONTAGNA“Persone, mestieri e territori”

Un manifesto interessante ed altamente eti-co-sociale perché mette al centro delle deci-sioni pubbliche il lavoro e la dignità della per-sona.Nel 1° punto si riconosce al lavoro il ruolo di sostenere come leva lo sviluppo del sistema montagna e fattore di coesione sociale. Il lavoro va considerato nei due aspetti princi-pali tra loro interconnessi, quello contrattuale e quello di sistema.La questione contrattuale porterà ad un patto di responsabilità tra tutte le parti sociali e le isti-tuzioni “per dare dignità e pieno riconoscimento alle lavoratrici e ai lavoratori della forestazione, della bonifica, dell’agricoltura, dell’acquacoltu-ra, del sistema zootecnico”, i cui obiettivi de-vono essere condivisi per un lavoro sempre più ben professionalizzato, retribuito, tutelato.Urge il rilancio di politiche e strategie di svilup-po del sistema italiano verso modelli aggiornati, programmati, che tengano conto:a. coniugare aspetti conservativi e produttivi;b. l’innovazione tecnologica con i livelli oc-cupazionali;c. la formazione di ricchezza con strumenti adeguati di redistribuzione.Gli altri punti del manifesto considerano aree marginali, che devono essere costituite da “co-munità connesse ed inclusive”, gli interven-ti legislativi da realizzare “in maniera organica lungimirante”, la tutela dell’ambiente, misure per l’equità fiscale e la giustizia sociale.Un paragrafo considera esclusivamente il lavoro idraulico forestale, che necessita di essere ben qualificato e professionalizzato perché è un fat-tore chiaro per una più equilibrata gestione del-le risorse boschive.Poi si rimarca la necessità di un rinnovo contrattuale che garantisca a livello nazionale un presidio umano presente costan-temente sul territorio, capace di coniugare un uso protettivo del bosco alla tutela ambientale e al superamento “delle logiche emergenziali degli eventi calamitosi.”

CH. L.

SAN GIOVANNI PAOLO II E LA MONTAGNA

Quante foto lo hanno immortalato come scia-tore, come turista, come camminatore e negli ultimi anni seduto di fronte alle innevate cime.Nell’Angelus dell’11 luglio 1999 in Val d’Aosta così si espresse “Ogni volta che ho la possibi-lità di recarmi in montagna e di contemplare questi paesaggi, ringrazio Dio per la maestosa bellezza del creato … La montagna, in parti-colare, non solo costituisce un magnifico sce-nario da contemplare, ma quasi una scuola di vita. In essa si impara a faticare per raggiungere una meta, ad aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà, a gustare insieme il silenzio, a rico-noscere la propria piccolezza in un ambiente maestoso”….Parole vibranti di entusiasmo e riconoscimento della grandissima risorsa che è la montagna sia per la bellezza dei suoi paesaggi, sia per il ruolo fondamentale ricoperto dalle culture montane, sia per il contatto più forte ed immediato fra l’uomo e Dio suggerito dall’impressione di toc-care il cielo e di essere già arrivati nel Regno del-la Pace eterna e infine l’importante compito di salvaguardare questo tesoro affidato all’uomo.La nostra penisola è caratterizzata dalle mon-tagne che nel loro interno custodiscono una molteplicità di significati e assumono un’im-portanza diversa “un ruolo strategico nella no-stra cultura, nell’economia e nella sopravviven-za dell’uomo”.Sono le montagne che conservano riserve di acqua essenziali in ogni continente e, proprio così, quotidianamente la metà dell’umanità si affida alle montagne per ricavare l’acqua dolce. Forse che i fiumi non nascono dalle montagne?Forse che miliardi di persone non si affidano all’acqua di montagna per bere, igienizzare, ir-rigare e produrre energia? Certamente che non possiamo negare l’impor-tanza della montagna per le sue fonti di acqua pulita che mantengono in vita le persone che dipendono da loro, eppure ora tutto è a rischio!Gli studiosi o esperti hanno già avvertito che per ogni grado di riscaldamento nelle zone di

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L’ANGOLO DELLA NATURA

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pianura, le regioni montane si surriscalderanno in media di 1,8 gradi. Il mondo necessita di persone che vivendo nelle montagne sappiano gestire in modo so-stenibile queste fonti d’acqua, proteggano l’of-ferta di questo bene prezioso e la qualità di vita di tutti coloro che dipendono da essa, per cui le comunità montane devono essere in grado di gestire le risorse idriche locali, per mezzo di programmi idonei a rendere le loro economie più resilienti.Le difficoltà economiche impediscono alle fa-miglie montane l’accesso ai Servizi, all’educa-zione, e alle opportunità di guadagno, e vanno sostenute con libere scelte adeguate, adatte alla montagna, “che sfruttino le culture e gli ecosistemi unici delle loro comunità”. Purtroppo l’ambiente montano è minacciato dal progressivo declino della sicurezza alimen-tare difatti sulle montagne vive circa un decimo della popolazione mondiale, quasi la metà de-gli affamati del mondo.Come mai? L’isolamento, i servizi pubblici ina-deguati e l’emarginazione etnica e sociale.Dobbiamo sapere che circa la metà delle po-polazioni rurali di montagna non ha cibo a suf-ficienza, dovuto anche al maggior fabbisogno energetico necessario per sopravvivere in am-bienti alti e freddi.Dal punto di vista culturale le montagne pos-siedono antiche culture locali che conservano

un patrimonio di conoscenza e di pratiche tra-dizionali dalla ricchezza inestimabile.Nella nostra Italia ben più di 1000 dialetti e idio-mi sono parlati nelle comunità montane. Questo immenso patrimonio di tradizioni cul-turali e conoscenze uniche, modellate dal loro ambiente naturale, per migliaia di anni, sono oggi in pericolo causa la globalizzazione e lo spopolamento provocato dalla crisi di modelli economici difficilmente sostenibili.Bisogna conservare le culture proprie delle regioni montane e gli abitanti devono essere supportati in ogni modo possibile in quanto sono sovente i custodi di siti molto importanti che vanno dai templi ai monumenti sacri alle antiche fortezze.Ricordiamo che le montagne presso le prin-cipali religioni sono state considerate sacre o come luoghi di importanza mistica.La religione cristiana ha scelto la montagna come luogo adatto a costruire eremi, mona-steri in quanto l’uomo poteva avvicinarsi a Dio.Le montagne ospitano antiche culture indige-ne che mantengono un patrimonio di cono-scenze e pratiche tradizionali.Non è da meravigliarsi se lo stesso Magistero Pontificio sia sempre stato attento alla monta-gna e alle foreste Papa Francesco ne ha parla-to in vista del Sinodo straordinario dei Vescovi dell’Amazzonia.

LCZ

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I cittadini chiamano la polizia

Da aprile a settembre alcuni parchi tedeschi sono frequentati da coppie di ricci in amore che fanno molto chiasso. La maggior parte delle telefonate alla polizia proviene da per-sone convinte che i vicini stiano facendo ses-so a un volume extraterrestre.

BERLINO. Forse qualcuno rimpiangerà i tempi in cui minacciavano di estinguersi. Ora che ri-popolano allegramente i giardini e i parchi della Germania, i ricci stanno causando una serie di allarmate telefonate alla polizia che scambia i loro versi per rumorosissimi gemiti da accop-piamento umano.

Il picco si registra tra aprile e settembre, nel-la loro lunga stagione d’amore. L’ultimo caso è avvenuto qualche giorno fa ad Augusta, città natale del più grande castigatore di borghesi, Bertolt Brecht.

Nel bel mezzo della notte, un rumore sospet-to che proveniva da un campetto sportivo ha buttato giù dal letto il guardiano, che insieme alla polizia ha ispezionato l’area e ha trovato la coppia di “visitatori con gli aculei”, come ha poi diligentemente scritto nel suo rapporto, che “stavano copulando”. Peraltro, la coppia ha continuato indisturbata la sua attività an-che con i fari del campetto puntati contro e gli umani a un metro.

GERMANIA:gemiti e urla, è la stagione dell’amore dei RICCI

L’ANGOLO DEGLI ANIMALI

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L’ANGOLO DEGLI ANIMALI

Sempre in Baviera, un signore è stato svegliato tre anni fa da rumori che riteneva inequivocabi-li: dal suo sottoscala qualcuno stava ansiman-do a tutto volume. Spaventato, l’uomo ha chia-mato la polizia per scoprire che una coppia di ricci stava moltiplicandosi sotto al suo ingresso di casa. Stavolta, alla luce dei fari, i due anima-letti colti in flagrante hanno preso la via di fuga.

La maggior parte delle telefonate alla polizia proviene da persone convinte che i vicini stiano facendo sesso a un volume extraterrestre, ma c’è anche chi teme che un gatto si sia incastra-to da qualche parte: a volte i gemiti diventano urla.

C’è persino un hashtag in Germania, #igelsex, sesso tra ricci, per il fenomeno che d’estate ro-vina il sonno a tanti tedeschi.

Ma è diffuso anche in Francia: una giornalista, Petra van Cronenburg, ha raccontato su Twitter

che un’amica fece le valigie, un giorno, perché era convinta che sotto alla sua finestra ci fos-se un maniaco ansimante. “Lasciò la ‘corrotta’ Francia e non mi credette mai quando le dissi che si trattava semplicemente di ricci”.

Come spiega un’esperta della facoltà di Veteri-naria dell’Università Ludwig-Maximilian di Mo-naco, “I ricci ansimano a volume alto durante l’accoppiamento - un rito che dura ore”. Su YouTube spopolano anche i video degli #igelkarrussell, in cui si vede il maschietto gi-rare intorno alla femmina per un tempo infini-to, mentre la femmina si sottrae, sempre scap-pando in cerchio.

Probabilmente, ne vale la pena. Secondo l’e-sperta di riti dei ricci, quando finalmente si ac-coppiano, il casino maggiore “lo fanno i ma-schietti”.

Fonte: La Repubblica

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L’ANGOLO DEGLI ANIMALI

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Studio, confrontate le scansioni cerebrali di 449 adulti over 50, con un'età media di 67 anni

Tenere sotto controllo la pressione ha dei be-nefici anche per la salute del cervello. La pra-tica, auspicabilmente quotidiana, è associata a un minor numero di cambiamenti avversi, il che potrebbe significare minori rischi di demenza e compromissione cognitiva. Chi soffre di iper-tensione e ha dei valori di pressione massima sotto i 120, un valore definito di controllo in-tensivo, ha infatti una piccola ma significati-vamente più bassa quantità di lesioni della so-stanza bianca rispetto a chi invece raggiunge lo standard di 140 (seppur con una diminuzione leggermente maggiore del volume cerebrale) e queste lesioni è ben documentato che siano associate a una maggiore probabilità o inten-

sità di declino cognitivo. Lo rileva una ricerca dell'Università del Texas di Austin, pubblicata sulla rivista Jama.Per arrivare a questa conclusione i ricercato-ri hanno confrontato delle scansioni cerebrali di 449 adulti over 50, con un'età media di 67 anni e pressione arteriosa sistolica tra 130 e 180 all'inizio dello studio e dopo quattro anni. "La grande notizia di questo studio- evidenzia Nick Bryan, uno degli autori- è che la pressio-ne alta è una condizione curabile e se si tratta la pressione alta in modo deciso, si può avere un beneficio positivo sulla cognizione e sulla struttura del cervello. Sebbene i benefici pos-sano essere ridotti, è uno dei pochi interventi di impatto a livello cognitivo che abbiamo".

Fonte: ANSA

Con uno stretto controllo della pressione, BENEFICI ANCHE PER IL CERVELLO

L’ANGOLO DELLA SALUTE

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Si chiama Tardis, cerca nel sangue il Dna "elusivo" del cancro

Una nuova tecnologia sviluppata da ricercatori

britannici e statunitensi è in grado di prevedere

se persone curate per tumore al seno abbiano

la probabilità di avere recidive.

Il test personalizzato, chiamato Tardis (Tar-

geted Digital Sequencing), ha una affidabilità

fino a 100 volte più sensibile, nel rintracciare le

cellule del cancro presenti ancora nel sangue,

rispetto ad altri esami di biopsia liquida simi-

li usati finora. E consente di raccogliere il Dna

"elusivo" del cancro presente nel sangue.

L’esito della ricerca del gruppo di studio-

si dell’Arizona State University, della City of

Hope (California), della Mayo Clinic (Minneso-ta) e del Cancer Research UK Cambridge In-stitute è stato pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. Sebbene vi sia necessità di ulteriore sperimen-tazione, affermano gli scienziati, il test potrà essere usato in futuro per monitorare come i pazienti rispondano alla chemioterapia e a identificare eventuali ricadute in fase iniziale.La nuova tecnologia consente di individuare specifiche mutazioni del Dna attraverso il pre-lievo di un campione limitato di sangue. Tardis è stato usato dai ricercatori su 33 pazien-ti, il prossimo passaggio nella sperimentazione porterà a usare il test su centinaia di persone malate di tumore al seno. 

Fonte: ANSA

TUMORE SENO,nuovo test scopre le recidive in fase iniziale

L’ANGOLO DELLA SALUTE L’ANGOLO DELLA MEDICINA

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Siamo qui. In questo parcheggio. È notte, ma non so che ora sia. La radio della macchina è alta e copre i rumori, attutisce i pensieri. In questa sera chea abbiamo tutti bevuto un po' troppo neppure ci parliamo. Abbiamo fatto km su quella Via Emilia antica e vitale, su cui da duemila anni scorrono e si sfiorano affari, dolori, gioie, noie, apprensioni, speranze, com-merci , guerre, tradimenti, matrimoni, passioni, zoccoli, piedi e ruote.

Questa notte d'inverno tante macchine, paesi, frazioni e città, luci, ombre e penombre sotto le alte lampade fredde dei lampioni. Di tanto in tanto sui bordi, visibili e nascoste, ragazze troppo giovani per vendere il loro corpo e bu-carsi l'anima. Ma esiste un'età giusta per farlo? Al self della benzina, con una lontana ambu-lanza a piangere la notte, una di loro ci si ri-volge con accento straniero... indifferenti, ma dove si è spezzata la tua vita?

Ora siamo qui. In questo parcheggio. È tardi.

Un camion esce da una fabbrica di questa zona industriale che mette i brividi più del freddo, se ne va piano. Scende la nebbia, o forse sale, non lo so e ci circonda piano, grigia e spessa, togliendo il mondo dal nostro sguardo. Gliene sono grato.

Resta solo un'isola di visibile consapevolezza attorno alla nostra auto. Guardo attorno dal finestrino e solo allora mi accorgo di una sa-goma scura, vicino al marciapiede. È grande. Capisco che è un uomo. Un uomo cui la sorte ha rubato il nome, tutto intero. Dorme con un cuscino di cemento e una coperta di cartone. Pur attraverso l'ovatta dell'alcol, penso che for-se non ho mai avuto realmente freddo e re-almente fame. Chiudo gli occhi. Poi osservo i tuoi messaggi sul telefonino e cerco di trovarci un senso.

Ma ora siamo qui. In questo parcheggio. Ed è tardi, davvero molto, molto tardi.

Alessandro Abiuso

NEL PARCHEGGIOL’ANGOLO DELLE RIFLESSIONI

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

UN SALUTARE PEDILUVIO ESTIVO PER LE NOSTRE NONNEDopo essere state al mare, le nostre nonne hanno approfittato di una piccola piscina gonfiabile messa loro a disposizione dalla RAA Mariasilvia, sempre provvida di trovate geniali, per rilassarsi in un benefico e salutare pediluvio estivo. Le foto che seguono testimoniano il loro gradimento di questo momento di relax e benessere!

L’ANGOLO DELLE RIFLESSIONI

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

LE NOSTRE NONNE AL CENTRO BENESSERE “TABOR“

Se si parla di Benessere non si può non trascor-

rere qualche ora alla SPA del Centro Residen-

ziale “TABOR“.

Le nonne, seguite dal Fisioterapista Stefano o

dalla RAA Mariasilvia, gradiscono moltissimo

questi momenti di salutare relax al “Percorso

Kneipp”, una delle cure termali più praticate nei

Centri Benessere, o all’idromassaggio plantare.

48 LA VOCE DEI NONNI | 07

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

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GALLERIA FOTOGRAFICA

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

I COMPLEANNICento di questi giorni alle nostre carissime GIULIA e DELIA che hanno compiuto rispettivamente 90 anni e 94 anni! A U G U R O N I !!!

50 LA VOCE DEI NONNI | 07

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L’ANGOLO DELL’

UMORISMO

Come vedi mi limitoad un solo bicchiere di vino

al giorno…

FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

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L’ANGOLO DEGLI

AFORISMIL’uso migliore della vita è di spenderla per qualcosa che duri più della vita stessa.

William James

Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, ecco tutto.

Oscar WildeLa vita non si misura attraverso il numero di respiri che facciamo, ma attraverso i momenti che ci lasciano senza respiro.

Maya Angelou

Nessuna cosa vivente deve essere uccisa, non il più piccolo animale o insetto, perché ogni vita è sacra.

Buddha

Chi pondera a lungo prima di fare un passo passerà la sua vita su una gamba sola.

Anthony De Mello

La vita mi sembra troppo breve per spenderla ad odiare e a tener conto dei torti altrui.

Charlotte Bronte

Se ami la vita, la vita ricambia il tuo amore. Arthur Rubinstein

Si hanno due vite. La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una.

Confucio

La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.

Jim Morrison

Se nella tua vita qualcosa non ti piace, cambiala. Se non puoi cambiarla, cambia il tuo atteggiamento. Non lamentarti.

Maya Angelou

Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare.

Elbert Hubbard

Avremmo bisogno di tre vite: una per sbagliare, una per correggere gli errori, una per riassaporare il tutto.

Alberto Jess

l’aforisma del mese

Non sappiamo quali saranno i giorni che cambieranno la nostra vita. Probabilmente è meglio così.

Stephen King

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Vini DOC, DOCG, classici della RomagnaChardonnay, Sauvignon bianco e Cabernet

Az. Agr. Colombina di Garofoli LucianoVia Trò Meldola, 1541 • 47032 Loc. Fratta Terme • Bertinoro (FC)

tel./fax +39 0543 460658 • mail: [email protected] • www.colombina.it

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Sull’Argine destro del fiume Montone (linea di confine tra la provincia di Ravenna e quella di Forlì), nel cuore rurale della Romagna, da oltre 200 anni sorge l’antica Trattoria da Luciano.

Un tempo osteria di passaggio e luogo di ristoro frequentata da viandanti e birocciai, grazie alla sapiente conduzione famigliare di padre Luciano, madre Mina e le figlie Nadia e Sandra, la trattoria da Luciano è oggi punto di riferimento per tutti gli amanti della miglior cucina della tradizione romagnola.

Unica quanto rara, custode di sapori autentici ormai dimenticati e di una saggia esperienza, la cucina propone i piatti della tradizione con un pizzico di genuina creatività: la sfoglia per la preparazione della pasta si tira ancora a mano e i sughi si preparano con ore ed ore di paziente lavorazione, con materie prime freschissime, pro-venienti esclusivamente dal bacino locale.

La verde campagna antistante, l’orto con le verdure, il pollaio all’aperto, le caprette, le oche e i pulcini sono la cornice di questo angolo di Romagna dove si respira quella famigliarità che fa sentire ogni ospite come a casa propria.

Così, come per incanto, ad ogni piatto ritroverai gli antichi sapori di una volta. Quelli della tua infanzia, quando la nonna in cucina tirava la sfoglia con uova di giornata.

Scritto da MARIO...un Cliente della Trattoria da Luciano

Trattoria da“Luciano”

Via Fiume Montone, 1 - Ponte Vico - 48026 Russi (RA)Tel./Fax 0544 58 13 14 - Cell. trattoria 340 72 42 771 (dalle 9,00 alle 20,00)

www.trattoriadaluciano.it

• uscita da Ravenna seguire indicazioni Russ-Prada

• da Faenza per Prada (via Provinciale)

• da Forlì per Villafranca (via Lughese) prodeguire fino alla Trattoria

N.B. per i satellitari NON seguire via Montone 1

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1 SETTEMBREOre 15 nel Santuario Meditazione:“ Sant’Antonio e la Madonna”con Fr. Tarcisio Centis

8 SETTEMBREOre 15 processione lungo il Sentiero della Speranza

15 SETTEMBREOre 15 processione lungo il Sentiero della Speranza

22 SETTEMBREOre 15 nel Santuario Meditazione:“Antonio asceta e atleta in Cristo, con Cristo, per Cristo”con Fr. Giuseppe Cantù

29 SETTEMBREOre 15 nel Santuario Meditazione:“ Sant’Antonio mistico e attivista nel sociale”con Fr. Alessandro Ratti

Provincia S. Antonio di Padova dei Frati Minori ConventualiAss. Gruppo di Preghiera di MontePaolo

S. Messe: sabato ore 17 domenica ore 11 e ore 17Angolo dei ricordini religiosi dalle ore 10,30 alle ore 18

Stand gastronomico per vendita piadine dalle ore 11 alle 19

MESE DISANT’ANTONIOA MONTEPAOLO

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DIO

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Lì-B

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O VEGLIAin preparazione alla

BEATIFICAZIONE

di BENEDETTA

Bianchi Porro

DOMENICA 8 SETTEMBRE 2019Natività della B.V. Maria

ore 20.45 chiesa della SS. Annunziata(Via Ospedale, 7 - Dovadola)

parrocchia di Dovadola e Comitato Montepaolo per S. Antonio

PROGRAMMA ore 20.45 accoglienza - ore 21.00 Rosario

ore 21.30 testimonianza di p. ROBERTO BRANDINELLI

vicario provinciale dei Frati Minori Conventuali del nord Italia

"L'ATTuALITà della SPIRITuALITà di BENEDETTA BIANChI PORRO nella VOCAzIONE BATTESIMALE e SACERDOTALE"

ore 22.00 celebrazione Sacramento della Riconcil iazione

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L’ANGOLO DEGLI NNUNCI

Ginaè ritornata alla “Casa del Padre”

Ospite della Comunità Alloggio

La Direzione ed il Personale dell’Asilo dei Nonni - S. Giovanni Paolo II porgono sentite condoglianze ai fraterni amici congiunti dei nostri carissimi ospiti.

Una S. Messa in suffragio è stata celebrata nella cappella dell’Asilo dei Nonni

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LA POSTA DEL DIRETTORE

Carissimi lettrici e lettori,come avrete letto, la nostra carissima Gina è ri-tornata alla “Casa del Padre”.

Lo scorso mese di giugno aveva tagliato l’ambi-to traguardo dei 100 anni e la copertina de “La Voce dei Nonni” era stata dedicata a lei, in for-ma smagliante, intenta a spegnere la simbolica candelina dei suoi “primi cento anni”.

Che gioia quel giorno per noi tutti e che festa all’Asilo dei Nonni!

Adesso la gioia e la festa albergano in Cielo, nella “Casa del Padre”, dove Gina ha stabilito per sempre la sua nuova dimora e dalla quale, ne siamo certi, pregherà ed intercederà per tutti noi che l’abbiamo tanto amata.

Da Lassù Gina seguirà lo svolgersi della tradi-zionale “Festa degli Anziani” del prossimo 1° settembre giunta alla 31ª edizione e della quale daremo ampio risalto nella “Galleria fotografica“ del mese di settembre che sarà ad essa intera-mente dedicata.

Alla nostra carissima Lauber, apprezzata redat-trice de “La Voce dei Nonni“ e ai famigliari tutti, vadano le nostre sincere condoglianze.

Un caro saluto,Giuseppe Russo

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Centro Diurno Assistenziale e Comunità Alloggio

ASILO DEI NONNIS. GIOVANNI PAOLO IIVia Ravegnana, 737 - COCCOLIA (RA)Tel. 0544 569177 - Fax 0544 239947

e-mail: [email protected] site: www.asilodeinonni.eu