Melo

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167 Nuovi orientamenti per gli impianti di melo SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO Il continuo miglioramento delle tecniche vivaistiche nella moltiplicazione delle piante da frutto ha portato all’ottenimento di piante sempre più disposte ad una entrata in produzione precoce, con conseguente riduzione dei tempi di ammortamento del nuovo impianto. Oggigiorno vengono proposti diversi tipi di piante con rami anticipati e spesso risulta difficile capire la differenza tra le varie classi. Qui di seguito riportiamo la classificazione riconosciuta dal Consorzio Italiano Vivaisti (CIV). Requisiti biometrici e qualitativi minimi del materiale vivaistico per i nuovi impianti (pomacee). CARATTERISTICHE PREFERENZIALI 3 La parte apicale della pianta deve essere ben lignificata (gemma apicale ferma). 3 Per le varietà standard, i rami anticipati devono avere una lunghezza di almeno 30 cm ed essere inseriti ad un’altezza minima da terra di -60 cm. L’angolo d’inseri- mento deve essere aperto e il diametro non superiore al 30-40% del fusto. 3 Per le varietà appartenenti al gruppo Spur è preferibile che i rami anticipati siano di lunghezza ridotta tipo “spini”. MELO CARATTERISTICHE SPECIFICHE Tipo Calibro minimo a 10 cm sopra il punto d’innesto (mm) Altezza minima della pianta dal colletto alla gemma apicale (cm) Altezza minima del punto d’innesto dal colletto (cm) Rami Anticipati Apparato Radicale Astoni classe commerciale A 10 110 (cv. Standard) 100 (cv. Spur) 20 0 - 3 speroni Ben strutturato con radici non troppo corte e ben distribuite Astoni con rami anticipati classe commerciale A + 10 110(cv. Standard) 100 (cv. Spur) 20 3 - Astoni con rami anticipati Classe commerciale EXTRA 12 110 20 - 7 Piante preformate tipo “KNIPS” 14 (cv. Standard) 140 (cv. Standard) 20 7 +

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nuovi orientamenti per gli impianti di melo

SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO

Il continuo miglioramento delle tecniche vivaistiche nella moltiplicazione delle piante da frutto ha portato all’ottenimento di piante sempre più disposte ad una entrata in produzione precoce, con conseguente riduzione dei tempi di ammortamento del nuovo impianto. Oggigiorno vengono proposti diversi tipi di piante con rami anticipati e spesso risulta difficile capire la differenza tra le varie classi.Qui di seguito riportiamo la classificazione riconosciuta dal Consorzio Italiano Vivaisti (CIV).

requisiti biometrici e qualitativi minimi del materiale vivaistico per i nuovi impianti (pomacee).

caratteriStiche preferenziaLi

3 La parte apicale della pianta deve essere ben lignificata (gemma apicale ferma).3 Per le varietà standard, i rami anticipati devono avere una lunghezza di almeno 30

cm ed essere inseriti ad un’altezza minima da terra di ��-60 cm. L’angolo d’inseri-mento deve essere aperto e il diametro non superiore al 30-40% del fusto.

3 Per le varietà appartenenti al gruppo Spur è preferibile che i rami anticipati siano di lunghezza ridotta tipo “spini”.

melo

caratteriStiche Specifiche

TipoCalibro minimoa 10 cm sopra

il punto d’innesto(mm)

Altezza minimadella pianta dal

colletto allagemma apicale

(cm)

Altezza minimadel punto d’innesto

dal colletto(cm)

RamiAnticipati

ApparatoRadicale

Astoniclasse

commercialeA

10110 (cv.

Standard)100 (cv. Spur)

200 - 3

speroni

Ben strutturato con

radici nontroppo corte e

ben distribuite

Astoni con ramianticipati classe

commercialeA +

10110(cv.

Standard)100 (cv. Spur)

20 3 - �

Astoni con rami anticipati

Classe commerciale

EXTRA

12 110 20 � - 7

Piante preformate

tipo “KNIPS”

14(cv. Standard)

140(cv. Standard)

20 7 +

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

CARATTERISTICHE GENERALI

3 Crescita eretta e lineare.3“Saldatura integra” all’innesto (solo per astoni).3 Assenza di sintomi di disidratazione (raggrinzimento).3 Assenza di danni meccanici dovuti all’estirpazione in vivaio.3 Non derivanti da reinnesto di materiale non attecchito. 3 Non derivanti da materiale invenduto nelle campagne precedenti (solo astoni).3 Uniformità della partita del materiale vivaistico.3 Assenza di gravi ferite non cicatrizzate dovute a grandine e animali.

scelta del sistema e densita’ d’impiantoUn moderno impianto deve:3 Consentire una buona distribuzione della luce.3 Garantire un’adeguata durata del frutteto.3 Non ostacolare le lavorazioni.3 Avere la capacità di produrre costantemente quantità e qualità.

DENSITA’ DELL’IMPIANTO

Per la scelta del portinnesto si rimanda al capitolo dei portinnesti (scala di vigoria dei portinnesti)

I portinnesti di riferimento sono quelli che meglio rappresentano le tipologie di mag-

giore e minore vigoria. Nella scelta della distanza d’impianto si dovrà tenere conto

della fertilità del terreno, dell’eventuale situazione di reimpianto, dell’esistenza del-

l’impianto di irrigazione localizzata: tali fattori determinano una variazione del (+/-)

10% sulle distanze riportate in tabella.

VARIETA’ PORTAINNESTODISTANZA

(m)N° piante/ha

Gala M 9 4 x 1-1.30 2�00-19�0

Golden Delicious M 9 4 x 1-1.20 2�00-2100

Fuji M 9 4.20 x 1.20-1.�0 2000-1600

Red Delicious (Standard) M9 4 x 1-1.20 2�00-2100

Red Delicious (Spur)M 26 - M 9

MM 1063.80 x 0.8-1

4 x 1.23300-26�0

2100

Braeburn M9 4 x 1-1.3 2�00-19�0

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

consigli per l’impianto: la messa a dimora

3 Programmazione anticipata all’inverno precedente per l’ordinativo delle piante.

3 Preparazione del terreno evitando lavorazioni troppo profonde e trasferimenti con-sistenti di terra che determinerebbe un impoverimento della fertilità; si consiglia, nelle lavorazioni, l’utilizzo di erpici di superficie (rotofresa).

3 Quando è possibile, va evitata la successione del melo a se stesso; ottimi risultati si registrano invece quando questa specie succede all’actinidia che conferisce al ter-reno una situazione di fertilità e di buona attività microbica. Nel caso si rendesse necessario il reimpianto, si ricorda che le linee guida nazionali di difesa integrata, non consentono l’utilizzo di geodisinfettanti chimici (Dazomet e altri) e si consiglia di attenersi alle raccomandazioni riportate nell’apposito capitolo.

3 Concimazione di fondo:- Eseguire fertilizzazioni con gli elementi per i quali l’analisi del terreno ne evidenzia la carenza. - Nel caso sia necessario l’apporto di sostanza organica, quando possibile preferire letame bovino maturo la cui applicazione non va localizzata alla base della pianta, ma disposta lungo il filare.- È sconsigliabile effettuare concimazioni azotate durante il primo anno di vita del l’impianto, mentre risulterà utile l’apporto di fosforo, compatibilmente con la sua dotazione nel terreno, in quanto stimola lo sviluppo radicale.

3 Allo scopo di creare le migliori condizioni di idratazione della pianta è consigliabile provvedere alla loro immersione in acqua per almeno 24 ore prima della messa a dimora meglio ancora se al liquido si aggiunge una quantità di sostanza organica (inzaffardatura).

Effettuare un attento esame dell’apparato radicale, scartando le piante le cui radici presentassero formazioni anomale o dubbie (ingrossamenti, cisti) nel qual caso se-gnalandolo sempre al proprio tecnico; in tutti i casi risulterà benefica una spunta-tura delle radici asportando quelle danneggiate o all’apparenza non funzionali.

3 È importante lasciare il punto d’innesto almeno 10-1� cm fuori dal terreno per non creare eccessivo vigore ed evitare rischi di “infranchimento”.

3 Appena messe a dimora le piante, provvedere alla loro legatura al primo filo al fine di evitare lesioni e scollamenti alle radici.

3 Nei primi mesi si deve prestare massima attenzione all’irrigazione localizzata delle giovani piante. La zona del colletto deve sempre essere mantenuta umida.

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

Forme di allevamento e potatura del melo

CRITERI PER LA SCELTA DI UNA FORMA

3 Deve esulare da canoni estetici e da tendenze del momento.3 Essere di facile esecuzione.3 Essere economica e che richieda modesti interventi anche in vista di futuri opera-

zioni meccaniche. 3 Consentire una buona penetrazione della luce.3 Essere predisposta a tutte le operazioni colturali.3 Adattabile all’impianto antigrandine.

Per soddisfare tali requisiti, le forme di allevamento proponibili e di conseguenza le tecniche di potatura adottate, si rifanno al sistema ideato dal ricercatore J.M. Lespi-nasse dell’INRA di Bordeaux ed alle esperienze scaturite dal gruppo di lavoro “Mafcot” appositamente creato che come si vedrà di seguito è proponibile per i gruppi varietali più diffusi. Alcuni aggiustamenti andranno applicati a questo sistema per taluni grup-pi particolari (es Braeburn e Spur) riguardo alla potatura di produzione.

CONCETTI FONDAMENTALI PER IL CONTROLLO DELLA FRUTTIFICAZIONE

In modo schematico sono di seguito descritti i punti essenziali per il controllo della fruttificazione evidenziati nella (Fig. 1)

1. Favorire una ramificazione alta, evitando le strutture troppo basse, per assicurare un buono sviluppo delle branche fruttifere.

2. Piegare le branche fruttifere lasciate li-bere per anticipare l’induzione fiorale e favorire il rivestimento di fruttificazioni secondarie.

3. Controllare lo sviluppo dell’albero e del suo equilibrio con la piegatura della cima e il mantenimento della totalità della ramificazione.

4. Controllare la densità dei punti di fruttifi-cazione con l’estinzione gemmaria (extin-ction) per mantenere l’autonomia di pro-duzione nell’insieme dell’albero.

�. Privilegiare i punti di fruttificazione che si sviluppano nella parte periferica della ra-mificazione (conduite centrifuge).

Fig. 1 Forma di allevamento Solaxe

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

RACCOMANDAZIONI ALL’IMPIANTO

3 rispettare l’altezza del punto d’innesto

Durante la messa a dimora degli asto-ni, è importante rispettare un’altezza minima di 10-1� cm tra il suolo e il punto d’innesto, condizione impor-tante per la futura omogeneità del frutteto (Fig. 2).Un punto d’innesto troppo basso può favorire nel corso degli anni l’affran-camento e il conseguente aumento del vigore vegetativo, gravando sulla qualità della pro-duzione futura.Al contrario un punto d’innesto troppo alto può pro-vocare un blocco dell’accrescimento della pianta

3 Piantare presto e legare la pianta ai fili di sostegno

Un impianto precoce favorisce una migliore ripresa vegetativa. Quando è possibile preferire l’esecuzione dell’impianto in autunno in modo da consentire un preventivo sviluppo delle radici in grado di supportare adeguatamente la parte epigea dell’albero spesso mol-to sviluppata. È importante la legatura delle giovani piante per evi-tare che il vento le scuota troppo, penalizzando l’inizio dell’attività delle giovani radici.

3 l’astone non deve assolutamente essere ribattuto

Devono essere eliminati gli anticipati troppo bassi (al di sotto del metro) e quelli di vigore uguale o superiore all’asse centrale (Fig. 3 e 4).In situazioni di elevato vigore (gruppo Fuji), è consiglia-bile lasciare qualche ramo in più alla base allo scopo di meglio controllare la spinta vegetativa verso l’alto.Conservare gli anticipati aventi la stessa età dell’astone permette di ottenere una produzione di qualche chilo-

Fig. 2 Altezza corretta del punto d’innesto

Fig. 3 Astone all’impianto completo di tutti i rami

fig 4 Astone all’impianto dopo l’eliminazione dei rami antici-pati bassi

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

grammo di mele al 2° anno, ma spesso con la con-seguenza di un futuro disequilibrio della pianta.

Tenendo conto delle principali varietà coltivate nel nostro areale, le forme di allevamento consi-gliate si possono ridurre alle seguenti:- solaxe: asse verticale con piegatura della cima

Sono comprese tutte le varietà di buona vigoria (Gala, Golden Delicious, Red Delicious Standard, Fuji, Braeburn ecc.)

- Fuso/asse verticale (Red Delicious Spur)

SOLAXE: GRUPPO GOLDEN DELICIOUS,GALA, RED DELICIOUS STANDARD, FUJI, BRAEBURN

1° e 2° anno deL frutteto

3 Favorire lo sviluppo dell’asse centrale e piegare le branche

È importante che il primo anno non ci sia una produzione e che il secondo anno la pianta non venga sovraccaricata (Fig. �).Continuare la legatura dell’astone ai fili superiori e conservare tutte le ramificazioni. Piegare le ramificazioni al di sotto dell’orizzontale, circa 110° rispetto alla verticale, per anticipare l’induzione fiorale nella parte apicale del ramo. Su varietà Red Delicious standard ( Jeromine in particolare ), limitare l’angolo di apertura delle branche a 90° ; valori maggiori determinerebbero un completo arresto dell’apice con eccessivo svi-luppo di rami dorsali. La piegatura deve essere realizzata possibilmente all’inizio dell’autunno o al più tardi in primavera, alla ripresa vegetativa, su branche che abbiano raggiunto una lunghez-za superiore ai 60 cm o meglio quando la loro lunghezza abbia superato la metà della distanza che intercorre tra due piante.Evitare la piegatura delle branche lungo il filare, ma disporle verso l’esterno, tra i fila-ri, per favorire una migliore penetrazione della luce (Fig. 6).Questo concetto potrebbe venire parzialmente modificato in vista di una possibile introduzione della macchi-na per il diradamento (vedi capitolo).Per dare alle branche il giu-sto angolo di curvatura si consiglia l’utilizzo di un filo di ferro di 1,� mm di dia-metro circa e di lunghezza variabile secondo l’esigenza (Fig. 7, 8, 9 e 10).Di norma si consiglia di non

Fig. 6 Visione dall’alto, orientamento delle branche fruttifere

Fig. � Fuji kiku 8 al 2° anno d’impianto

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

piegare più di 3 o 4 ramificazioni per pianta, poiché la piegatura di tutte le branche penalizzerebbe il volume produttivo dell’albero. Ovviamente più la pianta è vi-gorosa e più branche verranno piegate (Fig. 11).Durante il periodo estivo (giugno-luglio) risulta molto efficace l’eliminazione di eventuali ricacci vegetativi che si sono formati sul dorso delle branche in corri-spondenza delle piegature.Ritardare questa operazione provoca degli squilibri vegetativi alla pianta, mentre l’eliminazione in verde dei ricacci favorisce uno sviluppo più equilibrato della ramificazione fruttifera (Fig. 12).Gli eventuali ricacci formatisi in posizione laterale alla branca, se non troppo vigorosi, possono essere mante-nuti e successivamente piegati per favorire la forma-zione di una ramificazione complessa.

3° anno deL frutteto

3 Piegatura delle branche e dell’asse centrale

Continuano le operazioni di piegatura delle branche più vigorose.La piegatura della cima migliora l’equilibrio generale dell’albero. Ecco perché quando la cima supera di circa 70-90 cm l’ultimo filo di sostegno, occorre piegarla con un arco ampio, evitando in modo assoluto piegature orizzontali. Una volta attaccata la cima bisogna con-durla come se fosse una branca fruttifera, evitando di farla “correre” lungo il filo (Fig. 13 e 14).In alcune varietà non è sempre necessario forzare la piegatura poiché le cime piegano da sole con il peso

Fig. 10 Piegatura del ramo con il fil di ferro

Fig. 7 Utilizzo del fil di ferro per la piegatura dei rami

Fig. 8 Angolo di piegatura corretto

Fig. 9 Piegatura da evitare

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

dei frutti.Inoltre, se nella potatura tradizionale la semplifica-zione della cima era una priorità, questa necessità ora viene meno e diventa possibile, in situazioni di elevata vigoria, lasciare anche due o più cime.È sempre importante l’eliminazione, durante il perio-do estivo, degli eventuali ricacci vegetativi che si sono formati sul dorso delle branche in corrispondenza del-le piegature.

4° anno deL frutteto

3 Piegatura branche e creazione del camino centrale e extinction

Continuano le operazioni di piegatura delle branche più vigorose che non piegano sotto il peso dei frutti. È sempre importante, per mantenere l’equilibrio della pianta, l’eliminazione degli eventuali ricacci sul dorso delle branche e della cima. Un elemento molto impor-tante della conduite centrifuge è la luce, fattore indi-spensabile che garantisce la perennità, l’autonomia e la qualità dei punti di fruttificazione.Per questo motivo, durante il riposo vegetativo, si provvederà a creare un camino di luce nella parte cen-trale della pianta asportando le lamburde dell’asse centrale e quelle poste nei primi 1�-20 cm dal punto d’inserzione delle branche con il tronco. Questa ope-razione, creando una zona senza vegetazione intorno al tronco, permette alla luce di penetrare anche nelle parti più basse ed interne della pianta (Fig. 1�).

Fig. 14 Corretta piegatura della cima

Fig. 11 Piegatura delle branche

Fig. 12 Eliminazione in estate dei ricacci

Fig. 13 Piegatura della cima

17�

forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

Il 4° anno, secondo le varietà e se non ci sono stati problemi durante la for-mazione delle piante, corrisponde al primo anno di forte produzione.L’assenza di tagli di ritorno sulla rami-ficazione porta all’“invecchiamento” delle branche e all’aumento nel tem-po del numero di punti di fruttifica-zione (lamburde, brindilli ecc.).in questa fase diventa dunque im-portante intervenire sulla pianta per regolare il rapporto tra produzione e accrescimento ed evitare di incorrere in fenomeni di alternanza e comunque in produzioni eccessive che penalizze-

rebbero la qualità dei frutti.Per mantenere un buon equilibrio fisiologico della pianta non verranno effettuati dei tagli di rinnovo sul-la ramificazione fruttifera.Prendendo in considerazione il comportamento natu-rale delle diverse varietà, s’interverrà, invece, con l’ex-tinction artificiale che permette di controllare al me-glio l’accrescimento vegetativo e la densità dei punti di fruttificazione. In poche parole si effettuerà un di-radamento degli organi fruttiferi.Quest’operazione sarà realizzata manualmente solo sulle branche piegate sotto l’orizzontale e ben equili-brate, iniziando con l’eliminazione di tutte le lambur-de più deboli e sistematicamente di tutte quelle che si sono sviluppate sotto la ramificazione, perché poco esposte alla luce e perché producono frutti di scarsa qualità (Fig. 16, 17, 18 e 19).Successivamente diventa importante determinare l’in-tensità dell’extinction, cioè il numero di organi frutti-feri ideale da lasciare sulla pianta, per ottenere delle produzioni di qualità.Ricordiamo inoltre che l’extinction è un’operazione di potatura, dunque, come tutte le potature, se troppo severa rischia di rilanciare il vigore con cacciate inde-siderate, se troppo blanda rischia di produrre frutti di scarsa qualità. In entrambi i casi si comprometterebbe l’equilibrio vegeto-produttivo della pianta.Il gruppo MAFCOT francese ha messo a punto un me-todo oggettivo di misurazione e controllo del numero di gemme da lasciare per ottenere la produzione desi-derata. Questo metodo viene messo a punto attraver-so un semplice regolo chiamato equilifruit (Fig. 20) su

Fig. 1� Camino centrale

Fig. 16 Branca prima dell’ex-tinction

Fig. 17 Branca dopo extinction. Camino centrale più elimina-zione delle lamburde poste sotto il ramo

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

cui è indicata l’area della sezione del-la branca e il corrispondente numero di gemme da mantenere sulla branca stessa; questo strumento consente di velocizzare le operazioni di extinc-tion e migliorare la distribuzione de-gli organi fruttiferi sull’insieme della chioma.Apparentemente, il principio ideato dal gruppo francese, può sembrare complesso, ma in realtà è semplice e soprattutto logico, poiché si basa sulla misurazione del diametro delle bran-che fruttifere e sul calcolo del numero di gemme a fiore da lasciare per ogni branca.Precisiamo che la misurazione delle branche non viene estesa all’intero frutteto perché comporterebbe un tempo di esecuzione troppo lungo e di conseguenza costoso.Per questi motivi è importante che il frutticoltore prima di iniziare l’extin-ction sull’intero frutteto faccia una simulazione misurando un numero di piante rappresentative dell’appezza-mento, da cui, in base ad un calcolo che considera la pezzatura desiderata dei frutti e la produzione ad ettaro che vuole realizzare, decide il numero di gemme da lasciare per ogni cm2 di branca.Tempi di esecuzione: uno dei mag-giori limiti che sovente viene mani-festato soprattutto da chi è contrario a questa pratica è il tempo di esecu-zione. In realtà l’elevato numero di ore (200 - 2�0/ ore/anno/ettaro) va suddiviso nei primi 2 anni. Negli anni successivi il tempo va ridotto a 20-40 ore/anno/ettaro. Di seguito vengono descritte, con un esempio, le varie operazioni da segui-re per impostare una simulazione di calcolo.

Fig. 20 Utilizzo dell’Equilifruit

Fig. 19 Guanto per l’extinction

Fig. 18 Branca complessa della Conduite Centrifuge

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

come doSare L’extinction?

1. Valutare il potenziale produttivo del frutteto.Solo il produttore, con l’aiuto del tecnico, può valutare quanto può produrre il frutte-to prendendo in considerazione età, vigore delle piante, sesto d’impianto e obiettivi economici che si vogliono raggiungere.2. Determinare la somma delle sezioni delle branche.- Selezionare � piante rappresentative del frutteto.- Misurare il diametro delle branche.- Calcolare l’area della sezione di ogni branca e per ogni pianta calcolarne la media.

3. Determinare il numero di punti difruttificazione per cm2 di sezione della branca.

Nell’esempio riportato, il potenziale produttivo del frutteto è stimato a 300 q/ha, per un obiettivo commerciale di �,2 frutti per kg (frutti di pezzatura 7�/80 mm per un peso di circa 192 grammi): 30000 kg/ha * �,2 / 2000 piante per ettaro = 78 frutti per pianta.

frutteto di golden delicious4 anni, sesto 4 m x 1,25 m (2000 piante /ha)

Calcolo area della sezione in cm2 : 3,14 + raggio in mm) 2/100Calcolo area della sezione in cm2: 3,14 * (raggio in mm) 2/100

Tabella di conversione

Diametromm 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

Area cm2 0,6 0,8 0,9 1,1 1,3 1,5 1,8 2 2,3 2,5 2,8 3,1 3,5 3,8 4,2 4,5 4,9 5,3 5,7 6,2 6,6 7,1

Nell’esempio riportato, il potenziale produttivo del frutteto è stimato a 300 q/ha, per un obiettivocommerciale di 5,2 frutti per kg (frutti di pezzatura 75/80 mm per un peso di circa 192 grammi):

30000 kg/ha * 5,2 / 2000 piante per ettaro = 78 frutti per pianta.

Otteniamo dunque 78 frutti / 20,7 (sezione media in cm2) = 3,76 frutti / cm2 di sezione.

Considerando un frutto per mazzetto, con un margine del 10%, per ottenere una produzione diGolden D. stimata a 300 q/ha, con frutti di 190 grammi circa, durante l’operazione di extinction sidovranno lasciare 4 punti di fruttificazione per ogni cm2 di sezione di branca.Questo semplice calcolo è un mezzo efficace per distribuire in modo ragionato il potenzialeproduttivo del frutteto sulla ramificazione fruttifera.Determinato il numero di gemme da lasciare, in base alla sezione delle branche, si procede conl’extinction.Tale operazione trova la sua migliore attuazione nel periodo che va da mazzetti affioranti (STADIOD – D3) sino alla fioritura (STADIO F – F2) (fig. 21M).

CAMPI DI APPLICAZIONE

PIANTE TAILLE LONGUE EXTINCTION

Vigorose Sì No (solo camino centrale)

Equilibrate SìSì (formazione del camino centrale ed

eliminazione dei siti fruttiferi esauriti)

Deboli Ragionata Sì

ANNI SUCCESSIVI

Dopo i primi 2 anni di extinction la “potatura” annuale sarà un’operazione semplice, finalizzata almantenimento dell’equilibrio fisiologico della pianta. Essa sarà realizzata più rapidamente solo pereliminare eventuali ricacci vegetativi, per diradare i punti di fruttificazione in esubero edeventualmente per eliminare le branche che possano compromettere la penetrazione della luce.Come già detto più volte, questo tipo di allevamento non prevede cospicui e laboriosi interventi dipotatura di rinnovo. In alcuni casi però, quando l’accrescimento della ramificazione fruttifera nellaparte più periferica comincia ad esaurirsi (cacciate troppo deboli e gemme di cattiva qualità),

tabella di conversione

ESEMPIO:

branche

Pianta 1 Pianta 2 Pianta 3 Pianta 4 Pianta 5

Diametromm

Areasezione

cm2

Diametromm

Areasezione

cm2

DiametroMm

Areasezione

cm2

Diametromm

Areasezione

cm2

Diametromm

Areasezione

cm2

br1 14 1,� 12 1,1 12 1,1 1� 1,8 14 1,�

br3 1� 1,8 12 1,1 13 1,3 14 1,� 13 1,3

br4 11 0,9 13 1,3 14 1,� 1� 1,8 12 1,1

br� 13 1,3 14 1,� 1� 1,8 17 2,3 19 2,8

br6 13 1,3 14 1,� 1� 1,8 13 1,3 16 2,0

br7 14 1,� 1� 1,8 13 1,3 16 2,0 17 2,3

br8 16 2,0 14 1,� 14 1,� 13 1,3 18 2,�

br9 14 1,� 13 1,3 16 2,0 18 2,� 14 1,�

br10 12 1,1 16 2,0 14 1,� 12 1,1 1� 1,8

br11 13 1,3 13 1,3 12 1,1 16 2,0 18 2,�

br12 14 1,� 1� 1,8 12 1,1 12 1,1 19 2,8

br13 12 1,1 17 2,3 14 1,� 13 1,3 Media

Tot sezioni

cm217,9 20,� 18,3 22,0 24,9 20,7

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

Otteniamo dunque 78 frutti / 20,7 (sezione media in cm2) = 3,76 frutti / cm2 di sezione.

Considerando un frutto per mazzetto, con un margine del 10%, per ottenere una produzione di Golden D. stimata a 300 q/ha, con frutti di 190 grammi circa, durante l’operazione di extinction si dovranno lasciare 4 punti di fruttificazione per ogni cm2 di sezione di branca.Questo semplice calcolo è un mezzo efficace per distribuire in modo ragionato il po-tenziale produttivo del frutteto sulla ramificazione fruttifera.Determinato il numero di gemme da lasciare, in base alla sezione delle branche, si procede con l’extinction.Tale operazione trova la sua migliore attuazione nel periodo che va da mazzetti affio-ranti (STADIO D – D3) sino alla fioritura (STADIO F – F2) (Fig. 21).

anni SucceSSiVi

Dopo i primi 2 anni di extinction la “potatura” annuale sarà un’operazione semplice, finalizzata al mantenimento dell’equilibrio fisiologico della pianta. Essa sarà realizza-ta più rapidamente solo per eliminare eventuali ricacci vegetativi, per diradare i punti

Fig. 21 Stadi ottimali per effettuare l’extinction

D Mazzettiaffioranti

D3 Mazzetti divaricati F2 Piena fioritura

campi di appLicazioneFig. 22 Branca esaurita

Fig. 23 Branca rinvigorita dopo un moderato intervento di potatura

PIANTETAILLE

LONGUEEXTINCTION

Vigorose Sì No (solo camino centrale)

Equilibrate SìSì (formazione del camino

centrale ed eliminazione dei siti fruttiferi esauriti)

Deboli Ragionata Sì

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

di fruttificazione in esubero ed eventualmente per eliminare le branche che possano compro-mettere la penetrazione della luce. Come già detto più volte, questo tipo di alle-vamento non prevede cospicui e laboriosi in-terventi di potatura di rinnovo. In alcuni casi però, quando l’accrescimento della ramificazio-ne fruttifera nella parte più periferica comincia ad esaurirsi (cacciate troppo deboli e gemme di cattiva qualità), diventa necessario ringiovanirla con moderati interventi di ritorno per rinvigorire i punti restanti (Fig. 22, 23 e 24). A tale proposito ritornerà utile mantenere qualche ramo dorsale non troppo vigoroso in grado di sostituire il pro-lungamento del ramo esaurito (Fig. 2�).

caSo particoLare: Jeromine (red deLi-ciouS Standard)

Fase di ProduzioneIl comportamento di questa varietà che al mo-mento è la più diffusa fra le Red Delicious Stan-dard può essere assimilato a quello di Gala e Golden, pertanto valgono le indicazioni fornite per questi gruppi varietali.Tuttavia tenendo conto della maggior sensibilità di questa varietà alla butteratura amara si rac-comanda di limitare l’eccessiva pulizia di forma-zioni fruttifere come invece avviene per le altre varietà.Sulle piante più vi-gorose sulle quali si dovrà asportare delle branche mal inserite o in nu-mero eccessivo è consigliabile elimi-

narle mediante lo strappo che oltre a evitare l’insorgen-za di ricacci favorirà l’indebolimento della pianta e una migliore cicatrizzazione della ferita (Fig. 26). Per quanto riguarda la gestione della cima continuare nella piega-tura della stessa con lo scopo di mantenere l’equilibrio generale della pianta. Fig. 26 Eliminazione di un

ramo con la tecnica dello strappo

Fig. 2� Esempio di ricaccio da non eli-minare ma da utilizzare in futuro per la sostituzione della branca esausta

Fig. 24 Ripartizione ottimale dei frutti nella chioma

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

FUSO: GRUPPO RED DELICIOUS SPURLe piante di Red Delicious spur devono essere allevate mantenendo un andamento eretto della pianta al fine di esaltare la crescita della freccia centrale. La forte carat-teristica basitona del gruppo Red Delicious spur fa sì che i rami generati all’impianto, se non controllati con piegature o tagli, creino una forte competizione con la freccia centrale compromettendone la crescita. Diventa importante in questi casi la scelta del materiale vivaistico per l’impianto. Sono da preferire piante con piccoli rami anticipati (spini) e lamburde fruttifere.Piante con molti rami anticipati possono solo creare problemi alla crescita della pianta senza anticipare una raccolta interessante. Per le tecniche di impianto vale quanto riportato nel capitolo precedente.

1° e 2° anno deL frutteto

3 Eliminazione di eventuali ramificazioni troppo vigorose concorrenti con la punta.

3 Piegatura dei rami medi non oltre l’orizzontale

3 Eliminazione dei fiori o dei frutticini originati dalla gemma apicale in particolare quelli situati sul fusto centrale.

3 Diradamento dei frutticini

Durante il primo anno si dovranno eliminare tutti i frutti

Nel secondo è possibile lasciare 20 frutti per pianta nel caso di portinnesti deboli e 40 frutti per pianta nel caso di portainnesti più vigorosi (Fig. 27).

Fig. 27 Red Chief alla II foglia Fig. 28 Eliminazione di branche basali troppo vigorose

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

3° anno deL frutteto

3 Soppressione di branche troppo vigorose (Fig. 28).

3 Asportazione delle gemme nella zona più interna della pianta e comunque tutte quelle in sovrannumero

3 Esecuzione dei primi tagli di ritorno su legno di due anni, preferibilmente su gem-ma a fiore.

3 Mantenere la freccia priva di rami concorrenti (Fig. 29; 30; 31).

GRUPPO BRAEBURN

Il gruppo Braeburn che, con la recente introdu-zione di cloni ben colorati (Eve, Joburn ecc.), sta incontrando un certo favore fra diversi produt-tori, merita un cenno a parte in particolare per quanto riguarda la potatura di produzione.

faSe di aLLeVamento Nei primi due anni di vita, la conduzione del frut-teto è del tutto simile a quella consigliata per il gruppo Gala e Golden. L’unica differenza sta nel fatto che, dovendo su questo varietà effettuare negli anni, tagli di raccorciamento sui rami pro-duttivi, come si dirà fra breve, è possibile mante-nere le branche basali a partire da 80-100 cm di altezza.

Fig. 29 Red Chief alla IV foglia (le frecce in rosso indicano i rami concorrenti vigorosi da eliminare)

Fig. 30 Red Chief alla IV foglia dopo la potatura

Fig. 31 Esiti produttivi di Red Chief in conduzione centrifuga

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

faSe produttiVaL’elevato potenziale produttivo di questa varietà costringe, a differenza di altri grup-pi, a regolare già in potatura invernale il carico di gemme. Per realizzare ciò, si pos-sono seguire due strade: o effettuando raccorciamenti sui rami di due anni su una gemma a fiore (Fig. 32) e, su piante in piena produzione, anche sui rami dell’anno al fine di ridurre l’elevato potenziale produttivo (o, in alternativa, nel caso si volesse effettuare la pratica dell’extinction (Fig. 33), si dovrà operare esclusivamente da inizio fioritura quando cioè sia ben definito il reale potenziale produttivo, diversamente si rischierà di lasciare un numero di gemme a fiore troppo elevato con grave pregiudizio della fioritura anche in considerazione della difficoltà nel disporre di prodotti efficaci per il diradamento chimico.

LA POTATURA NEL SISTEMA DI ALLEVAMENTO “BIASSE”

Questo sistema è un’innovazione vivaistica che prevede di fornire astoni bi-cauli preformati in vivaio ed è registrato con il termine “Bibaum®”(Fig. 34).Tale tecnica permette di ottenere un albero a doppio asse attraverso la cimatura dell’astone al 2° anno, con conse-guente ritardo nella formazione della pianta di un anno.L’astone viene messo a dimora con il doppio asse disposto nella direzione del filare in modo da formare una forma appiattita e alta.Essendo questo sistema adottato da pochi anni non è anco-ra possibile formulare un giudizio definitivo: tuttavia dalle prime osservazioni risulta una sensibile riduzione nei tempi di lavoro nella fase di allevamento e una maggior produzio-ne al 2° e 3° anno.

Fig. 32 Clone di Braeburn: taglio su legno di 2 anni.

Fig. 33 Clone di Braeburn: esito dell’extinction

Fig. 34 Sistema di allevamen-to “biasse”

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forme di allevamento e tecniche di potatura: melo

faSe di aLLeVamentoIn questa fase devono essere eliminate le formazioni troppo vigorose le quali ostacolerebbero eccessiva-mente lo sviluppo dell’asse centrale determinando, nei casi estremi, il suo esaurimento. La cima non deve essere spuntata ma lasciata libera di crescere fino al raggiungimento dell’ultimo filo.Con questo procedimento non è più necessaria la le-gatura dei singoli rami e ciò rappresenta uno dei pun-ti di forza del sistema.

faSe di produzioneAllo scopo di avere una pianta equilibrata nel tempo è necessario procedere ogni anno con l’eliminazione delle branche più grosse effettuando 3 – 4 tagli per asse (Fig. 3�). Attuando questa serie di tagli su ciascun asse si favoriscono le branche più piccole (brindilli) che permettono di mantenere una forma in parete e garantiscono la produzione migliore.Quando la pianta ha raggiunto l’ultimo filo, per evitare l’eventuale inserimento del-l’apice della pianta stessa nella rete antigrandine, si consiglia di procedere con una cimatura estiva (inizio giugno). E’ stato osservato che con questo tipo di operazione la pianta rimane equilibrata nel tempo e l’emissione di succhioni risulta limitata (Fig. 36). Una scorretta gestione della pianta durante i primi anni di allevamento (Fig. 37) può causare l’affermazione di branche troppo vigorose le quali, da un lato vanno a sot-trarre linfa al resto della pianta e dall’altro vanno ad ostacolare la penetrazione della luce ai rami sottostanti. Questa errata gestione porta ad avere uno squilibrio generale della pianta che si manifesta con la mancanza di nuovi rami da utilizzare per sostituire quelli che andranno in esaurimento.

Fig. 36 Corretta gestione della cima effettuata con taglio di semplificazione estivo

Fig. 37 Esempio di un’errata gestione con con-seguente prevalenza di branche grosse

Fig. 3� Eliminazione delle branche più vigorose su Fuji in biasse