Media e network Sociologia delle comunicazioni 28.4.2011.

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Media e network

Sociologia delle comunicazioni

28.4.2011

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Mass Media Digital Media

Postmodernismo

(iperrealtà e simulazione:

Jean Baudrillard;

pastiche, schizofrenia, euforia: Fredric Jameson)

MTV

Centri commerciali

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1969 prima rete di computer ARPANET

Anni 70: diffusione tecnologie informatiche nelle imprese, nell’industria, nei mercati finanziari; microelettronica

Anni 80: diffusione del personal computer nelle case e negli uffici; Internet limitato alle università; prime reti informatiche di PC

Anni 90: commercializzazione di Internet; world wide web; new economy (dotcom)

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Cyberpunk e cyberspazio“Cyberspazio. Un’allucinazione consensuale sperimentata quotidianamente da milioni di operatori legittimi, in ogni nazione, da bambini ai quali sono stati insegnati concetti matematici… Una rappresentazione grafica di dati astratti da banche dati presenti in ogni computer del sistema umano. Complessità impensabile. Linee di luce ordinate nel nonspazio della mente, serie di ingranaggi e costellazioni di dati. Come luci della città che retrocedono…” (William Gibson 1986 Neuromante cit in Ricciardi p. 288)

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“In questo mondo silenzioso, tutta la comunicazione è digitata. Per entrare in esso, ci si deve liberare sia del corpo che dell’ambiente circostante e si diviene solo una cosa fatta di parole. Si può vedere quello che i nostri interlocutori stanno dicendo (o che hanno detto di recente), ma non come sono loro fisicamente, né il luogo dove si trovano… Collettivamente, formano ciò che gli abitanti della città virtuale chiamano la Rete. Essa si estende attraverso l’immensa regione dello stato di elettroni, microonde, campi magnetici, luci intermittenti che lo scrittore di fantascienza William Gibson battezzò Cyberspazio” (John Perry Barlow cit in Ricciardi p. 289)

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“Cyberspazio è il ‘luogo’ nel quale sembra accadere una conversazione telefonica. Non all’interno del vostro reale telefono, l’apparecchio in plastica o altro materiale che si trova nella vostra scrivania. Non all’interno del telefono dell’altra persona, che si trova in una qualche altra città… Lo spazio tra i telefoni… negli ultimi ventanni… si è praticamente espanso… la luce lo ha inglobato, sotto forma di luce tremolante dello schermo di un computer… Dagli anni sessanta, il mondo del telefono è divenuto ibrido con i computer e la televisione, e sebbene non vi sia alcuna sostanza di cyberspazio, nulla che si possa maneggiare, esso ora ha uno strano tipo di fisicità. E’ buon senso oggi parlare di cyberspazio, come un luogo a sé stante.” (Bruce Sterling cit in Ricciardi pp. 289-290)

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Etnografi del ciberspazio:

Rosanne Alluquere Stone (1991) ‘Will the Real Body Stand Up? Boundary Stories About Virtual Cultures’

Howard Rheingold (1993) The Virtual Community: Homesteading on the Electronic Frontier

Julian Dibbel (1993) ‘A Rape in Cyberspace’

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…ciò che lo sviluppo dei media fa è creare nuovi tipi di azione e di interazione e nuove forme di relazioni sociali – tipi e forme profondamente diversi dal genere d’interazione che ha dominato per buona parte della storia dell’umanità. (John B. Thompson cit in Ricciardi p. 269)

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L’utente non è totalmente assimilabile al consumatore di merci; recupera, anzi, il suo ruolo nelle attività prettamente culturali… (Ricciardi p. 271)

Come contrappeso alla tendenza ‘massificante’ dei media agisce la libera attività mentale ed emozionale degli individui che, partecipando dell’effetto mediatico, ne possono trarre autonomi significati e quindi realizzare forme originali di appropriazione. L’universo simbolico è uno spazio culturale attivo nella ricezione mediatica che consente l’elaborazione culturale su scala individuale. (Ricciardi p. 272)

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Simultaneità spazializzata e storicità mediata

“La maggioranza degli individui delle società occidentali contemporanee ha derivato la propria conoscenza degli eventi principali del passato, anche del passato più recente (le due Guerre mondiali, la Rivoluzione russa, l’Olocausto), principalmente da libri, giornali, film e programmi televisivi. “(Thompson in Ricciardi p. 273)

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Manuel Castells (1942-)

The Information Age. Economy, Society and Culture 1996-2004.

Tre volumi:

• The Rise of the Network Society (1996)

• The Power of Identity (1997)

• End of Millennium (1998)

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Manuel Castells (1942-)

• The Internet Galaxy: Reflections on the Internet, Business and Society (2001)

• Mobile Communication and Society: A Global Perspective (2006)

• Communication and Power (2009)

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“Nella visione di Castells alla società industrializzata del Novecento – i cui capisaldi sono l’economia materiale, il mercato, l’organizzazione gerarchica del lavoro e il ruolo centralizzatore dello Stato e dei sistemi di informazione – si contrappone la dimensione della rete, decentralizzata, flessibile, partecipativa, basata sull’informazione e sulla comunicazione” (Ricciardi p. 279)

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“Sono questi gli elementi fondamentali che costituiscono lo scenario della fine del secondo millennio:

• a) rivoluzione tecnologica incentrata sulle tecnologie dell’informazione…

• b) economia globale (crollo dello statalismo sovietico, riorganizzazione del sistema capitalista corrispondente a maggiore flessibilità nella gestione, decentralizzazione interconnessione, rafforzamento del capitale rispetto al lavoro, aumento della competizione economica globale)” (Ricciardi p. 283)

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L’informazione come materia prima (le tecnologie servono per agire sulle informazione non il contrario)

Logica delle rete (insieme di elementi divergenti, struttura minima)

Flessibilità e riconfigurazione continuaConvergenza tecnologica (microelettronica,

informatica telecomunicazioni, ingegneria genetica)

(Ricciardi p. 282)

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Dimensione sociale e culturale dell’informazionalismo: la società della rete

tempo senza tempo

spazio dei flussi e spazio dei luoghi

l’io e la rete