McBain_Le Ore Vuote

67
Le ore vuote di Ed McBain Dapprincipio pensarono che si trattasse di una donna di colore. L’agente di pattuglia incaricato di verificare una denuncia non si aspettava di trovare una donna morta. Era la prima volta che vedeva un cadavere, e rimase turbato dalla posi- zione grottesca e comicamente rilassata della ra- gazza che giaceva supina sul tappeto, tanto che nello stendere il rapporto gli tremava un po’ la mano. Giunto alla riga vuota che richiedeva l’identificazione della RAZZA, il poliziotto scrisse senza esitazioni “Nera”. La chiamata era arrivata alla centrale ed era stata ricevuta da un agente dell’ufficio denunce. Questi, che sedeva alla sua scrivania davanti a un blocco di moduli prestampati, annotò l’informazione, si strinse nelle spalle pensando si trattasse della solita “soffiata” di routine, arrotolò il modulo e, fa- cendolo scivolare in un tubo metallico, lo inviò alla sala radio col sistema della posta pneumati- ca. L’agente che ricevette il modulo, lo lesse, si strinse nelle spalle pensando si trattasse della solita “soffiata” di routine, esaminò la carta dei distretti posta sulla parete di fronte alla sua scrivania, e poi mandò sul posto l’auto numero un- dici dell’87° distretto. * * * La ragazza era mor- ta. Poteva essere stata una bella ragazza, ma la morte la rendeva orribile, deformandola con i gas che le dilatavano il corpo. Indossava una gonna e un maglione, ed era a piedi nudi. Quando era cadu- ta sul tappeto le si era sollevata la gonna; la testa era girata a formare uno strano angolo; i corti capelli neri risaltavano sui colori vivaci del tappeto; gli occhi castani erano sbarrati nel viso gonfio. L’agente avvertì l’istintivo impulso di abbassare la gonna della ragazza fino a coprir-

Transcript of McBain_Le Ore Vuote

Page 1: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 1/67

 

Le ore vuote

di Ed McBain

Dapprincipio pensarono che si trattasse di unadonna di colore. L’agente di pattuglia incaricatodi verificare una denuncia non si aspettava ditrovare una donna morta. Era la prima volta chevedeva un cadavere, e rimase turbato dalla posi-zione grottesca e comicamente rilassata della ra-gazza che giaceva supina sul tappeto, tanto che

nello stendere il rapporto gli tremava un po’ lamano. Giunto alla riga vuota che richiedeval’identificazione della RAZZA, il poliziottoscrisse senza esitazioni “Nera”. La chiamata eraarrivata alla centrale ed era stata ricevuta da unagente dell’ufficio denunce. Questi, che sedevaalla sua scrivania davanti a un blocco di moduliprestampati, annotò l’informazione, si strinsenelle spalle pensando si trattasse della solita

“soffiata” di routine, arrotolò il modulo e, fa-cendolo scivolare in un tubo metallico, lo inviòalla sala radio col sistema della posta pneumati-ca. L’agente che ricevette il modulo, lo lesse, sistrinse nelle spalle pensando si trattasse dellasolita “soffiata” di routine, esaminò la carta deidistretti posta sulla parete di fronte alla suascrivania, e poi mandò sul posto l’auto numero un-

dici dell’87° distretto. * * * La ragazza era mor-ta. Poteva essere stata una bella ragazza, ma lamorte la rendeva orribile, deformandola con i gasche le dilatavano il corpo. Indossava una gonna eun maglione, ed era a piedi nudi. Quando era cadu-ta sul tappeto le si era sollevata la gonna; latesta era girata a formare uno strano angolo; icorti capelli neri risaltavano sui colori vivacidel tappeto; gli occhi castani erano sbarrati nelviso gonfio. L’agente avvertì l’istintivo impulsodi abbassare la gonna della ragazza fino a coprir-

Page 2: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 2/67

 

le le ginocchia. Capì, a un tratto, che lei avreb-be apprezzato un tale gesto. La morte l’aveva col-ta in quella posizione indecente, defraudandoladel suo istinto femminile. C’erano molte cose che

quella ragazza non avrebbe più fatto; tantissimecose che la ragazza stessa avrebbe consideratoenormemente importanti, e, in quel momento, lamorte amplificava un infinitesimale dettaglio chepareva incarnare tutte quelle cose: la ragazza nonavrebbe più compiuto il semplice gesto femminilee, in un certo senso, bello, di abbassarsi la gon-na sulle ginocchia. Con un sospiro, l’agente finì

di redigere il suo rapporto. L’immagine della ra-gazza morta lo accompagnò fino all’auto che loaspettava in strada. * * * Quella sera d’agostofaceva caldo nell’ufficio della centrale di poli-zia. Gli uomini che svolgevano il turno notturnosi erano presentati al lavoro alle sei del pome-riggio e non sarebbero tornati a casa prima delleotto del mattino successivo. Erano tutti detectivee, probabilmente, membri privilegiati delle forzedi polizia, ma molti poliziotti – fra cui il de-tective Meyer Meyer – sostenevano che la vita diun agente in uniforme aveva molto più senso diquella di un detective. «È così» insisté Meyer,seduto alla sua scrivania in maniche di camicia.«Il lavoro di un poliziotto in servizio di pattu-glia garantisce regolarità e sicurezza. Ti assicu-ra una vita domestica...» «Quest’ufficio è la tua

casa, Meyer» lo interruppe Carella. «Ammettilo!»«Certo» rispose Meyer con un sogghigno. «Ogni mat-tina, quando mi alzo, non vedo l’ora di venire allavoro...» Si passò una mano sulla zucca pelata.«Sai che cosa apprezzo in particolar modo di que-sto posto? L’arredamento. È molto riposante.» «Nonti piacciono i tuoi colleghi, eh?» osservò Carel-la. Si lasciò scivolare giù dalla scrivania e fece

l’occhiolino a Cotton Hawes, il quale se ne stavaappoggiato all’armadio che conteneva l’archivio.Dopodiché, si avviò verso il distributore

Page 3: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 3/67

 

dell’acqua in fondo alla stanza, appena al di quadella balaustra che divideva l’ufficio dal corri-doio. Si muoveva con una disinvoltura ingannevole.Steve Carella non era mai stato uno smidollato

tutto muscoli, e l’immagine che offriva al mondonon era certo quella di un sorprendente vigore fi-sico. Il modo in cui si muoveva denotava, però,una placida forza, e il modo in cui accettava lecapacità e le limitazioni del suo corpo indicavauna certa sicurezza. Si fermò davanti al distribu-tore dell’acqua e, riempito un bicchiere di carta,si girò a guardare Meyer. «I miei colleghi mi

piacciono» replicò questi. «Infatti, Steve, se mifosse concessa la possibilità di scegliere le per-sone con cui lavorare, io sceglierei proprio voi,onesti e rispettabili amici. Proprio così...»Meyer annuì, animandosi. «In effetti, stavo pen-sando di farmi conferire delle medaglie, in mododa poterle poi distribuire a tutti voi. Sono dav-vero fortunato ad avere questo lavoro! Da questomomento in poi, potrei anche venire a lavoraresenza percepire alcuno stipendio; potrei rifiutareil mio salario, tanto è appagante questo lavoro.Voglio ringraziarvi, ragazzi: voi mi fate conosce-re i reali valori della vita...» «Bel discorso»intervenne Hawes. «Dovrebbe svolgere un lavoro dicoordinamento: spezzerebbe la monotonia. Come mainon svolgi un lavoro di coordinamento, Meyer?» «Mihanno proposto di farlo, Steve» replicò Meyer con

aria seria. «Ho risposto che l’87° distretto habisogno di me. Mi hanno offerto la carica di inve-stigatore capo e, quando ho detto di no, mi hannoofferto quella di questore, ma io sono rimasto fe-dele alla squadra.» «Diamogli una medaglia!»esclamò Hawes e, in quel momento, squillò il tele-fono. Meyer sollevò il ricevitore. «Ottantasette-sima squadra, detective Meyer. Cosa? Un attimo...»

Attirò verso di sé un bloc-notes e cominciò ascrivere. «Sì, ho capito. Va bene. Va bene.D’accordo...» Riattaccò. «Una ragazza di colore»

Page 4: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 4/67

 

spiegò Meyer. «Sì?» «In una stanza ammobiliatanella Undicesima Sud.» «E allora?» «Morta» risposeMeyer. * * * Alle prime luci dell’alba, la città èirriconoscibile. È una donna, naturalmente, e il

tempo non potrà mai cambiare questo fatto. Si sve-glia come una donna e tocca titubante il giorno,stiracchiandosi con uno sbadiglio e un sorriso, lelabbra prive di rossetto, i capelli arruffati,caldi di sonno, il corpo opulento, qualcosa difanciullesco nell’aspetto mentre il sole tingel’orizzonte, inondandola del primo tepore. Si ve-ste in stanze ammobiliate di cadenti bassifondi, e

si veste negli attici signorili e negli innumere-voli appartamenti che gremiscono gli edifici diIsola, e Riverhead, e Calm’s Point, nelle case chefiancheggiano le strade di Bethtown e Majesta,trasformandosi in una donna diversa, elegante edefficiente, attraente ma non sexy, curata e raffi-nata, l’aria abile e competente di chi non ha tem-po per le cose futili: l’aspetta una lunga giorna-ta di lavoro. Alle cinque si verifica una metamor-fosi. Non si cambia d’abito, questa città, questadonna: indossa lo stesso vestito o lo stesso tail-leur, le stesse scarpe coi tacchi alti o le stesseciabatte, ma qualcosa penetra in quell’immacolataconchiglia, uno stato d’animo, una disposizione,una tendenza occulta. È una donna diversa quellache siede nei bar o nelle sale da cocktail, che sirilassa nei patios o sulle terrazze che coronano i

grattacieli; una donna diversa, dal sorriso pigra-mente invitante, i lineamenti stanchi,un’espressione impenetrabile sul viso e negli oc-chi; solleva il bicchiere, ride sommessamente: lasera siede con aspettazione sulla lineadell’orizzonte, il cielo si inonda del color por-pora della fine della giornata. Di notte, diventa“femmina”. Abbandona la sua raffinatezza e diventa

femmina. Smessa l’eleganza e la meccanica abilità,diventa un po’ sventata e un po’ coccolona; acca-valla le gambe con noncuranza, si lascia cancella-

Page 5: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 5/67

 

re il rossetto dalle labbra con un bacio e si mo-stra sensibile al tocco delle mani maschili sulsuo corpo; diventa dolce, invitante e miracolosa-mente istintiva. La notte è un momento femminile,

e la città non è altro che una donna. E nelle orevuote dorme, e non sembra più lei. Alla mattina,si sveglierà un’altra volta e toccherà l’ariastendendo le braccia, fra uno sbadiglio e un sor-riso soddisfatto sulle labbra prive di rossetto.Avrà i capelli scompigliati, e da questo la rico-nosceremo: l’abbiamo vista spesso così. Ma ora leidorme; dorme in silenzio, questa città. Qua e là

nei palazzi della notte, si accende un occhio...si apre, si richiude... silenzio. Lei riposa; e,nel suo sonno, noi non la riconosciamo. Il suosonno non è come la morte, perché ci è possibileudire e percepire il mormorio della vita tra lelenzuola tiepide. È una strana donna che noi ab-biamo conosciuto intimamente, amato appassionata-mente; adesso, è rannicchiata sotto le coperte, ela nostra mano accarezza la sua anca armoniosa.Possiamo sentire la vita che scorre in lei, ma nonpossiamo conoscerla. Al buio, è priva di volto edi lineamenti: potrebbe essere qualsiasi città,qualsiasi donna, in qualsiasi posto. La tocchiamocon esitazione. Si è avvolta nella nera camicia danotte del primo mattino, e noi non la conosciamo.È un’estranea, e i suoi occhi sono chiusi. * * *L’affittacamere era spaventata dalla presenza dei

poliziotti, anche se era stata lei a chiamarli. Ilpiù alto, quello che si chiamava detective Hawes,era un gigante dai capelli rossi coronati da unaciocca bianca – una delle cose più orribili chemai le fosse capitato di vedere. L’affittacamerese ne stava immobile nella stanza in cui la ragaz-za giaceva morta sul tappeto, rivolgendosi ai de-tective a voce bassissima, non perché si trovasse

al cospetto della morte, ma solo perché erano letre del mattino. Si era infilata un accappatoiosulla camicia da notte. Tutta la scena era carat-

Page 6: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 6/67

 

terizzata da una certa intimità, la stessa intimi-tà che contraddistingue un’imminente battuta dipesca o un’assoluta tragedia. Le tre del mattinorappresentano un’ora in cui si dorme, e coloro i

quali sono svegli mentre la città dorme sono acco-munati da qualcosa che li rende similmente emargi-nati. «Come si chiamava la ragazza?» chiese Carel-la. Erano le tre del mattino, e lui non si radevadalle cinque del pomeriggio precedente, ma il suomento appariva assolutamente levigato. Gli occhileggermente inclinati all’ingiù, unitamente al vi-so perfettamente rasato, gli conferivano un curio-

so aspetto orientaleggiante. Era un bel ragazzo,pensò la donna. Secondo il suo vocabolario, gliuomini che popolavano la terra erano “bei ragazzi”oppure “vermi”. Non aveva ancora deciso la defini-zione da attribuire a Cotton Hawes, ma immaginavache fosse un insetto parassita. «Claudia Davis»rispose, rivolgendosi a Carella, uomo di suo gra-dimento, e ignorando completamente Hawes che nonaveva alcun diritto di essere un omone così grandee grosso, e di avere quella spaventosa cioccabianca fra i capelli. «Ha idea di quanti anniavesse?» domandò Carella. «Ventotto o ventinove,credo.» «Abitava qui da molto tempo?» «Da giugno»rispose l’affittacamere. «Così poco tempo, eh?»«Proprio così» replicò la donna. «Sembrava una ra-gazza così ammodo. Chi pensa possa essere stato?»«Non ne ho idea» rispose Carella. «O pensa che si

tratti di un suicidio? Non sento odore di gas; elei?» «No» disse Carella. «Sa dove viveva prima ditrasferirsi qui, signora Mauder?» «No.» «Non le hachiesto delle referenze?» «È solo una camera ammo-biliata» spiegò la signora Mauder, stringendosinelle spalle. «Mi pagava l’affitto in anticipo.»«A quanto ammonta l’affitto, signora Mauder?»«Sessanta dollari. Pagava in contanti: io non ac-

cetto mai assegni dagli sconosciuti.» «Ma non haidea se fosse di questa città o di un’altra città,o che so io, vero?» «Già.» «Davis...» borbottò Ha-

Page 7: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 7/67

 

 wes, scuotendo il capo. «Sarà difficile condurredelle ricerche su una donna con un tale nome, Ste-ve: nell’elenco telefonico ci saranno migliaia diDavis.» «Perché ha i capelli bianchi?» «Eh?»

«Quella ciocca.» «Oh...» Inconsapevolmente, Hawessi toccò la tempia sinistra. «Una volta sono statoaccoltellato» rispose, liquidando bruscamente ladomanda. «La ragazza viveva da sola, signora Mau-der?» «Non lo so: io mi faccio gli affari miei.»«Be’, avrebbe certamente notato...» «Credo che vi-vesse da sola. Io non ficco il naso nelle faccendealtrui; io non spio i miei inquilini. Quella ra-

gazza mi pagava l’affitto in anticipo.» Hawestrasse un profondo sospiro e decise di lasciare aCarella il compito di interrogarla. «Andrò a dareun’occhiata ai cassetti e agli armadi» dichiarò,allontanandosi senza aspettare la risposta di Ca-rella. «In questa stanza fa un caldo spaventoso»osservò questi. «L’agente in servizio di pattugliaha detto di non toccare niente fino a quando nonfoste arrivati voi» spiegò la signora Mauder. «Èper questo che non ho aperto le finestre, né hotoccato niente.» «È stata molto sollecita» affermòCarella, sorridendo. «Ma ora credo proprio che po-tremmo aprire la finestra; che ne dice?» «Se vuo-le. C’è puzza qui dentro. È... è lei? È lei chepuzza?» «Sì» rispose Carella, andando ad aprire lafinestra. «Là... Così va un po’ meglio.» «La cosanon è poi di grande aiuto» osservò

l’affittacamere. «Il tempo è stato terribile...proprio terribile. Non si riesce neanche a dormi-re...» Abbassò lo sguardo sulla ragazza morta. «Haun aspetto orribile, non trova?» «Già. SignoraMauder, saprebbe dirmi dove lavorava o, almeno, seaveva un lavoro?» «No, mi dispiace.» «Non è maicapitato che ricevesse delle visite? Amici? Paren-ti?» «No, mi dispiace: non ho mai visto nessuno.»

«Sa dirmi qualcosa delle sue abitudini? A che orausciva di casa, la mattina? A che ora rientrava,la sera?» «Mi spiace, ma non ci ho mai fatto ca-

Page 8: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 8/67

 

so.» «Che cosa le ha fatto pensare che ci fossequalcosa che non andava?» «Il latte. Dietro laporta. Ieri sera sono uscita con degli amici, e almio rientro l’inquilino del terzo piano è venuto

da me dicendomi che il suo vicino teneva la radioa un volume insopportabile e chiedendomi la corte-sia di andargli a dire di spegnere. Così, sono sa-lita di sopra e gli ho chiesto di,spegnere la ra-dio, e poi sono passata davanti alla porta dellasignorina Davis e ho visto il latte dietro la por-ta, e ho pensato che, con un caldo simile, la cosafosse piuttosto bizzarra, ma mi sono detta che il

latte era suo, e a me non piace ficcare il nasonelle faccende altrui. E così, sono tornata nelmio appartamento e mi sono messa a letto, ma nonriuscivo a smettere di pensare al latte rimastosul pianerottolo. Così, mi sono infilata una ve-staglia, e sono salita a bussare alla sua porta;ma lei non mi ha risposto. Così ho immaginato chedoveva esserci qualcosa che non andava. No so per-ché. L’ho immaginato, e basta... non saprei. Seera in casa, perché mai non rispondeva?» «Come fa-ceva a sapere che era in casa?» «Non lo sapevo.»«La porta era chiusa a chiave?» «Sì.» «Ha provatoad aprirla?» «Sì. Era chiusa a chiave.» «Capisco»annuì Carella. «Sono arrivate un paio di macchine»annunciò Hawes, avvicinandoglisi. «Probabilmentequalcuno della scientifica. E qualcuno della squa-dra omicidi.» «Sanno bene che siamo stati noi a

raccogliere la soffiata» replicò Carella. «Perchési sono disturbati a venire?» «Per fare bella fi-gura» disse Hawes. «La squadra omicidi si avvaledella targa sulla porta, e così i suoi membri pen-sano di dover darsi da fare per guadagnarsi lostipendio.» «Hai scoperto qualcosa?» «Un set divaligie, nuove di zecca, nel ripostiglio. Gli ar-madi e i cassetti sono pieni di vestiti. La mag-

gior parte degli indumenti sembrano nuovi. Ho tro-vato anche dei libri appena acquistati.» «Che al-tro?» «Della posta sulla toletta.» «Niente che ci

Page 9: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 9/67

 

possa essere utile?» Hawes si strinse nelle spal-le. «Un estratto conto della banca della ragazza.Una gran quantità di assegni annullati. Potrebbeesserci d’aiuto.» «Forse» replicò Carella. «Vedia-

mo che cosa riescono a scoprire quelli dellascientifica.» * * * Il rapporto della scientificaarrivò il giorno seguente, insieme al referto ne-croscopico. Congiuntamente, i resoconti eranopiuttosto esaustivi. La prima cosa che i detectiveappresero fu che la ragazza era una caucasica dirazza bianca di trent’anni circa. Sì, di razzabianca. La notizia lasciò di stucco i poliziotti

perché la ragazza che giaceva sul tappeto avevaindubbiamente l’aspetto di una donna di colore.Dopo tutto, la sua pelle era nera. Non abbronzata,né olivastra, né ambrata, bensì nera, nera come lapelle degli appartenenti a quelle tribù primitiveche trascorrono la maggior parte del loro temposotto il sole. La conclusione pareva logica, ma lamorte tende ad annullare tutte le discriminazioni,non senza uno stravagante umorismo tutto suo, e loscherzo più buffo che possa riuscirle è quello diingannarci con una sorta di illusione ottica. Lamorte cambia il bianco in nero, e quando la maca-bra signora avanza con risolutezza tutte le diffe-renze cadono davanti ai suoi occhi. La pigmenta-zione della pelle non ha più alcuna importanza,amico mio. La ragazza sul pavimento sembrava ne-gra, ma era bianca e, qualunque altra cosa ella

fosse, era anche morta stecchita, e questa è lacosa peggiore che possa succedere a chiunque. Ilreferto spiegava che il corpo della ragazza era instato di avanzata putrefazione, utilizzando unaserie di termini esoterici come “dilatazione gene-rale delle cavità corporee, dei tessuti e dei vasisanguigni causata dai gas” e “mutamento del coloredella pelle, delle mucose e delle iridi, causato

dall’emolisi e dall’azione dell’idrogeno solforatosui pigmenti del sangue”, il che si riduceva alsemplice fatto che la ragazza era morta in una

Page 10: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 10/67

 

caldissima settimana di agosto, e che il suo corpoera rimasto su un tappeto che tratteneva il calo-re, accelerando la putrefazione successiva al de-cesso. Secondo l’opinione degli esperti, che con

un caldo come quello era piuttosto una congettura,la ragazza era morta e aveva cominciato a decom-porsi almeno quarantott’ore prima del momento delrinvenimento del cadavere, indicazione che collo-cava il decesso ai primi di agosto. Uno dei refer-ti aggiungeva che i vestiti che la ragazza indos-sava erano stati acquistati in uno dei più famosigrandi magazzini della città. Tutti i suoi abiti – 

quelli che indossava e quelli trovati nel suo ap-partamento – erano piuttosto costosi, ma qualcheesperto della scientifica aveva ritenuto necessa-rio aggiungere che tutte le mutandine della ragaz-za erano ornate di merletti belgi e che costavanoventicinque dollari al paio; qualcun altro avevasottolineato il fatto che un accurato esame delcorpo e degli indumenti non aveva rivelato traccedi sangue, sperma o olio. Il coroner stabilì chela ragazza era morta per strangolamento. * * * Èsorprendente notare quanto, talvolta, un apparta-mento possa fruttare alla scienza. Ed è altrettan-to sorprendente, nonché estremamente deludente,non ottenere nulla dal luogo del delitto quando siè alla ricerca disperata di un indizio. La cameraammobiliata in cui Claudia Davis era stata stran-golata era piena di interessanti superfici che re-

cavano potenzialmente centinaia di impronte digi-tali; gli armadi e i cassetti contenevano pile diabiti che avrebbero potuto recare tracce di qual-siasi cosa, dalla polvere da sparo alla cipria. Iragazzi della scientifica si diedero da fare a ri-levare le impronte e a esaminarle accuratamente,si recarono all’obitorio e analizzarono la pelledella ragazza, ma non scoprirono assolutamente

niente. Zero. Be’, non proprio zero: trovarono unmucchio di impronte appartenenti a Claudia Davis,e un mucchio di polvere che, raccolta in giro per

Page 11: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 11/67

 

la città, si era attaccata alle sue scarpe e aisuoi mobili. Trovarono anche dei documenti che ap-partenevano alla morta: un certificato di nascita,un diploma di maturità rilasciato da un liceo di

Santa Monica, e una tessera d’accesso a una bi-blioteca scaduta. E – oh, sì – una chiave, unachiave che non pareva appartenere ad alcuna delleserrature della stanza. Inviarono tutta quellapaccottiglia all’87° distretto e, quello stessogiorno, Sam Grossman chiamò personalmente Carellaper scusarsi della scarsità dei risultati. QuandoCarella ricevette la telefonata dalla scientifica,

l’ufficio era caldo e rumoroso. La conversazioneche ebbe luogo fu curiosamente unilaterale. Carel-la, il quale aveva vuotato il contenuto della bu-sta inviatagli dal laboratorio sulla sua scriva-nia, si limitava a emettere dei grugniti e ad an-nuire col capo. Alla fine, ringraziò Grossman e,dopo aver riagganciato, fissò lo sguardo sulla fi-nestra che si apriva sulla strada e su GroverPark. «Saputo qualcosa?» chiese Meyer. «Sì. Gross-man ritiene che l’assassino indossasse un paio diguanti.» «Grandioso!» esclamò Meyer. «Inoltre,credo di sapere a cosa serve questa chiave» conti-nuò Carella, sollevandola dal piano della scriva-nia. «Sì? A che cosa?» «Hai visto gli assegni?»«No.» «Da’ un po’ un’occhiata» propose Carella,aprendo la busta marrone della banca indirizzata aClaudia Davis. Dopodiché, sparse gli assegni an-

nullati sulla scrivania e spiegò il foglio giallocontenente l’estratto conto. Meyer analizzò in si-lenzio il rendiconto. «Cotton ha trovato la bustanella stanza della ragazza» spiegò Carella.«L’estratto conto riguarda il mese di luglio. Que-sti sono tutti gli assegni emessi dalla ragazza o,almeno, tutto quanto le ha addebitato la banca fi-no al trentuno del mese.» «Ha emesso un mucchio di

assegni» osservò Meyer. «Venticinque, perl’esattezza.» Che ne pensi? «Io so cosa penso» ri-spose Carella. «Di che si tratta?» «Guardando que-

Page 12: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 12/67

 

sti assegni, riesco a vedere la vita di quella ra-gazza: è come leggere il suo diario. Tutto ciò cheha fatto il mese scorso è sotto ai nostri occhi,Meyer. tutti i grandi magazzini in cui ha fatto

acquisti, guarda, un fioraio, il parrucchiere, unnegozio di dolciumi, perfino un calzolaio. E da’un’occhiata qui... un assegno intestato aun’impresa di pompe funebri. Chi era morto, Meyer,eh? E guarda qui. La ragazza abitava presso la si-gnora Mauder, ma qui c’è un assegno intestato alladitta che gestisce un elegante palazzo a StewartCity. E alcuni di questi assegni sono intestati a

dei nomi propri, a delle persone. Questo caso re-clama a gran voce delle persone.» «Vuoi che prendal’elenco telefonico?» «No, aspetta un attimo. Os-serva questo estratto conto. La ragazza ha apertoil conto il cinque di luglio con mille dollari.All’improvviso, quella ragazza deposita mille dol-lari alla Seaboard Bank of America!» «E che c’è distrano?» «Niente, forse; ma Cotton ha chiamato lealtre banche della città e ha scoperto che ClaudiaDavis possedeva un conto molto sostanzioso allaHighland Trust, in Cromwell Avenue. Un conto, sot-tolineo, molto sostanzioso.» «Quanto sostanzioso?»«Circa sessantamila dollari.» «Cosa?» «Hai capitobene. E la Highland Trust non ha registrato alcunprelievo nel mese di luglio. Dove avrà preso, al-lora, i soldi da versare sul conto della SeabordBank?» «È quello l’unico versamento?» «Da’

un’occhiata...» Meyer prese in mano l’estrattoconto. «La ragazza ha aperto il conto il cinque diluglio» continuò Carella. «Mille dollari. Il dodi-ci luglio ha effettuato un altro versamento dimille dollari; e un altro il diciannove; e un al-tro il ventisette.» Meyer inarcò un sopracciglio.«Quattromila dollari... È un bel malloppo.» «Quat-tromila dollari, e tutti depositati in meno di un

mese.» «Per non parlare dei sessantamilanell’altra banca. Dove pensi che li abbia presi,Steve?» «Non lo so. So solo che tutta questa fac-

Page 13: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 13/67

 

cenda non ha alcun senso. Claudia Davis porta mu-tandine orlate di pizzo belga, ma vive in una fa-tiscente camera ammobiliata con bagno. Che diavolone arguisci? Due conti in banca, venticinque dol-

lari per abbigliarsi il sedere, e tutto ciò cheriesce a spendere sono sessanta dollari al meseper una stamberga d’infimo ordine...» «Forse è ri-cercata, Steve.» «No» replicò Carella scuotendo ilcapo. «Ho consultato l’archivio, appurando che laragazza non aveva precedenti penali e che non eraricercata per alcun reato. Non ho ancora saputoniente dai federali, ma immagino che sarà la stes-

sa storia.» «E la chiave? Hai detto che...» «Ah,sì. Ringraziando Dio, questo particolare è di sem-plice soluzione. Guarda un po’ qui.» Allungò lamano verso la pila di assegni, traendone un fo-glietto giallo più grande degli assegni che porsea Meyer. Il foglietto diceva: THE SEABOARD BANK OFAMERICA Agenzia di Isola - P 1698 5 luglio Addebi-teremo sul suo conto le somme relative alle vocisottoelencate. La preghiamo di voler detrarre iseguenti importi dalla sua contabilità, in modoche il saldo da lei calcolato sia esatto. PER Af-fitto cassetta di sicurezza #37 5 00 Tassa gover-nativa 50 TOTALE $ 5 50 A DEBITO DI Claudia DavisREGISTRATO DA 1236 Undicesima Sud BPL Isola «Hapreso in affitto una cassetta di sicurezza lostesso giorno in cui ha aperto il nuovo conto cor-rente, eh?» disse Meyer. «Già.» «Che cosa contie-

ne?» «Ottima domanda!» «Sta’ a sentire, vuoi ri-sparmiare un bel po’ di tempo, Steve?» «Certo.»«Procuriamoci un mandato prima di andare alla ban-ca.» * * * Il direttore della Seaboard Bank ofAmerica era un uomo calvo di circa cinquant’anni.Basandosi sulla teoria che le persone con le stes-se caratteristiche fisiche sono affini, Carellalasciò che fosse Meyer a condurre

l’interrogatorio. Ottenere delle risposte dal si-gnor Anderson, il direttore della banca, non eraimpresa agevole, perché quel tipo era reticente

Page 14: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 14/67

 

per natura. Il detective Meyer, però, era l’uomopiù paziente della città, se non del mondo intero.La sua pazienza era un tratto acquisito, piuttostoche ereditario. Meyer aveva, in verità, ereditato

alcune cosette da suo padre, un signore giovialedi nome Max Meyer, ma la pazienza non era fra que-ste. Max Meyer, infatti, era stato un uomo estre-mamente impaziente, per non dire collerico. Quan-do, per esempio, la moglie gli comunicò che aspet-tava un bambino, Max era stato sul punto di monta-re su tutte le furie. Amava immensamente i piccolischerzi ed era forse il più grande burlone di tut-

ta Riverhead, ma quella particolare beffa dellanatura non lo divertì affatto. Era convinto chesua moglie avesse superato da un pezzo l’età incui la possibilità di concepire un figlio era giàremotissima. Non aveva mai pensato a se stesso co-me a un uomo ormai prossimo al rimbambimento, ma,dopo tutto, era ormai avanti negli anni, e il mu-tamento delle abitudini che un bambino inevitabil-mente porta con sé non era proprio ciò che gliaveva ordinato il dottore. Lasciò che l’imminentenascita si sedimentasse dentro di lui, continuandoa meditare la sua vendetta, congegnando il grandescherzo che avrebbe messo fine a tutti gli scher-zi. Quando il bambino vide la luce, egli lo chiamòMeyer, delizioso appellativo che, accostato al co-gnome, dotava il frugolino di una sorta di nomi-gnolo: Meyer Meyer. La cosa è piuttosto buffa. Am-

mettetelo. Potreste spanciarvi dalle risate difronte a un bambino con un simile nome, a meno chenon foste un ragazzino di animo sensibile, chefosse anche un ebreo ortodosso, e che vivesse inun quartiere non a predominanza israelita. I bam-bini del quartiere erano convinti che il nomeMeyer Meyer fosse stato inventato unicamente perfarli divertire. Se avevano bisogno di ulteriori

provocazioni per ridurlo a mal partito – e non neavevano alcuno – il suo nome forniva loro un otti-mo pretesto. “Meyer Meyer, Jew on fire!” (ebreo in

Page 15: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 15/67

 

fiamme) gli urlavano, rincorrendolo per la stradae riempiendolo di botte. Meyer imparò a essere pa-ziente. Non capita spesso che un bambino, o ancheun uomo adulto, sia in grado di difendersi da

un’intera banda che lo attacca. A volte, però, èpossibile sottrarsi alle percosse con la forzadella parola; a volte, se si è pazienti, ci si puòappostare in strada, affrontare un membro delgruppo quando è da solo, faccia a faccia, da uomoa uomo, e conoscere la gioia di un combattimentoequo, senza la frustrazione di una disparitàschiacciante. Lo scherzo di Max Meyer era innocuo,

e poi non si può negare a un vecchio di togliersiun piccolo sfizio. Il signor Anderson, il diretto-re della banca, era, invece, un uomo di cinquanta-quattro anni e, per di più, era completamente cal-vo. Anche Meyer Meyer, il detective di secondogrado che sedeva di fronte a lui facendogli unmucchio di domande, era completamente calvo. For-se, una vita di tollerante pazienza non lascia ci-catrici. Forse no. Ma Meyer Meyer aveva solo tren-tasette anni. «Non trovava strani dei versamenticosì consistenti, signor Anderson?» chiese in tonopaziente. «No» rispose Anderson. «Mille dollarinon rappresentano una somma ingente.» «Signor An-derson» riprese Meyer con immensa pazienza «natu-ralmente, lei è al corrente del fatto che, in que-sta città, le banche hanno l’obbligo di riferirealla polizia il verificarsi di versamenti di somme

insolitamente consistenti depositate tutte in unavolta. Ne è al corrente, non è vero?» «Sì; ne sonoal corrente.» «La signorina Davis ha depositatoquattromila dollari in tre settimane. La cosa nonle è sembrata insolita?» «No. Quel denaro non èstato versato tutto in una volta. Mille dollarinon costituiscono una somma ingente, né un versa-mento insolitamente consistente.» «Per me» replicò

Meyer «mille dollari costituiscono una somma in-gente. Con mille dollari si può comprare un saccodi birra.» «Non bevo birra» ribatté Anderson in

Page 16: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 16/67

 

tono reciso. «Neanch’io» gli fece eco Meyer. «Einoltre, noi ci premuriamo di avvertire la poliziaogniqualvolta venga effettuato un versamento moltoconsistente, a meno che il depositante non sia un

nostro cliente abituale. Non ho ritenuto necessa-rio denunciare i versamenti in questione.» «Gra-zie, signor Anderson» annuì Meyer. «Vorremo aprirela cassetta di sicurezza presa in affitto dallasignorina Davis: abbiamo un mandato.» «Potrei ve-derlo, per piacere?» chiese Anderson. Meyer glielomostrò e, sospirando, Anderson disse: «Molto bene.Avete la chiave della signorina Davis?» Carella si

infilò una mano in tasca. «È per caso questa?» do-mandò, posando la chiave sul tavolo. Era la chiavearrivatagli dal laboratorio insieme ai documentiche erano stati rinvenuti nell’appartamento. «Sì,è questa» rispose il signor Anderson. «Ogni cas-setta ha due chiavi diverse: una la tiene la ban-ca, e l’altra il possessore della cassetta. Lacassetta non può essere aperta se non utilizzandoambedue le chiavi. Volete seguirmi, prego?» Presela chiave appartenente alla banca che apriva lacassetta di sicurezza numero 375 e condusse i de-tective nella parte posteriore della banca. Lastanza sembrava rivestita di scintillante metallo.Nel vedere le cassette disposte una sopraall’altra, Carella pensò all’obitorio e ai cassonirefrigerati che scorrevano fuori dalla parete surotelle scricchiolanti. Anderson infilò la chiave

della banca in una serratura e la girò; dopodiché,introdusse la chiave di Claudia Davis in una se-conda serratura, girando anche quella. Fece, quin-di, scorrere la lunga e sottile cassetta fuoridalla parete, porgendola poi a Meyer che, poggia-tala sul bancone in fondo alla sala, sollevò ilgancio. «Ok?» chiese a Carella. «Procedi.» Meyersollevò il coperchio della cassetta. Al suo inter-

no c’erano 16.000 dollari. C’era anche un fogliodi carta. I 16.000 dollari erano ordinatamente di-visi in quattro mazzette di banconote. Tre delle

Page 17: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 17/67

 

mazzette comprendevano 5.000 dollari ognuna; laquarta ne comprendeva soltanto 1.000. Carella pre-se il foglio di carta. Qualcuno – presumibilmenteClaudia Davis – vi aveva appuntato delle annota-

zioni a matita. 5/7 20.000- 1.000 19.000- 12/71.000 18.000- 19/7 1.000 17.000- 27/7 1.000 16.000«Le dice niente, signor Anderson?» «No. Temo pro-prio di no...» «Claudia Davis è venuta in questabanca il 5 di luglio con ventimila dollari in con-tanti, signor Anderson; mille di quei ventimila liha depositati in un conto corrente, mettendo ilresto in questa cassetta. Le date su questo fo-

glietto mostrano chiaramente in quali giorni laragazza abbia prelevato il denaro dalla cassetta,versandolo sul conto corrente. Conosceva le norme,signor Anderson, e sapeva che un versamento diventimila dollari in una volta sola avrebbe signi-ficato un intervento della polizia. Questa solu-zione era molto più sicura...» «Sarà bene che ciprocuriamo una lista di questi numeri di serie»osservò Meyer. «Le spiacerebbe incaricare uno deisuoi dipendenti di prepararla per noi?» Andersonsembrò sul punto di protestare. Poi, invece, guar-dò Carella fisso negli occhi e, con un sospiro,rispose: «Ma certo.» I numeri di serie non furonodi nessun aiuto. I detective li confrontarono conle loro liste, e con quelle dei posti di poliziadei dintorni, e con quelle dell’F.B.I., ma nessunadi quelle banconote risultò essere “calda”. Sol-

tanto agosto lo era. * * * Stewart City orna i ca-pelli di Isola come un diadema di pietre preziose.Non una città, e neanche un paese, ma piuttosto unsusseguirsi di prestigiosi edifici che sovrastanoil fiume Dix, il sito aveva preso il nome dai rea-li inglesi e costituiva uno dei quartieri piùesclusivi della città. Chi vantava un appartamentoa Stewart City, vantava anche un reddito elevato,

una residenza di campagna a Sands Spit e una Mer-cedes nel garage sottostante l’edificio, e potevadare il proprio indirizzo con un briciolo di sno-

Page 18: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 18/67

 

bismo non scevro di un certo orgoglio: dopo tutto,apparteneva all’élite. La ragazza morta di nomeClaudia Davis aveva emesso un assegno di 750 dol-lari in favore della Management Enterprises, Inc.,

con sede al numero 13 di Stewart Place South.L’assegno recava la data del 9 luglio, era, cioè,di quattro giorni posteriore all’apertura del con-to alla Seaboard Bank. Quando Carella e Hawes fer-marono l’auto, dal fiume soffiava una leggerabrezza. La luce del tardo pomeriggio si riflettevanelle acque inquinate del Dix. I ponti che colle-gavano Calm’s Point a Isola si stagliavano contro

un cielo che attendeva l’arrivo del crepuscolo.«Ti dispiace abbassare l’aletta parasole?» chieseCarella. Allungando una mano, Hawes la abbassò.Attaccato all’aletta in modo che fosse visibileattraverso il parabrezza, c’era un tesserino ver-gato a mano che diceva: POLIZIOTTO IN SERVIZIO – 87° DISTRETTO. L’automobile – una Chevrolet del1956 – era quella di Carella. «Devo fare anch’ioun cartellino per la mia macchina» osservò Hawes.«La scorsa settimana, un furbacchione mi ha datouna multa.» «E tu che hai fatto.» «Sono andato dalgiudice e mi sono dichiarato innocente. Durante lamia giornata di libertà.» «Sei riuscito a cavarte-la?» «Certo: stavo rispondendo a una chiamata. Ilfatto che io debba usare la mia auto è già fasti-dioso, ma, per l’amor di Dio, beccarmi anche unamulta è troppo!» «Io preferisco usare la mia mac-

china» replicò Carella. «Le tre auto in dotazionealla squadra sono pronte per lo sfasciacarrozze.»«Le due auto» lo corresse Hawes. «Una delle tre sitrova nell’officina della polizia da più di un me-se.» «L’altro giorno, Meyer è andato a informarsisulla sua sorte.» «E cosa gli hanno detto? Erapronta?» «No; il meccanico gli ha detto che, primadella nostra, doveva riparare altre quattro mac-

chine che avevano la precedenza. Che ne dici?»«Che mi sembra logico. Devono ancora rimborsarmile spese della benzina, lo sai?» «Scordatene! Non

Page 19: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 19/67

 

ho mai avuto indietro un centesimo del denaro cheho speso per la benzina.» «E Meyer che cosa hafatto?» «Ha allungato cinque dollari al meccanico:forse la cosa servirà a fargli dare una mossa.»

«Sai cosa dovrebbero fare le autorità?» replicòHawes. «Dovrebbero acquistare qualche taxi usato.Potrebbero averli per due o trecento dollari, far-li riverniciare e consegnarli alle varie squadre.Alcuni di quei taxi sono ancora in buone condizio-ni.» «Be’, è un’idea...» borbottò Carella, dubbio-so, mentre varcavano la soglia dell’edificio. Tro-varono la signora Miller, la direttrice, in un uf-

ficio che si apriva in fondo alla sala d’ingresso.Era una donna di circa quarant’anni dal fisico ot-timamente conservato e dalla voce rauca. Aveva icapelli rossicci raccolti in una crocchia da cuiemergeva disinvoltamente la punta di una matita.Dopo aver dato un’occhiata alla fotocopiadell’assegno, disse: «Oh, sì, certo.» «Conoscevala signorina Davis?» «Sì; ha vissuto qui per pa-recchio tempo.» «Quanto tempo?» «Cinque anni.»«Quando si è trasferita?» «Alla fine di giugno...»La signora Miller accavallò le magnifiche gambe eatteggiò le labbra a un cortese sorriso. Le gambeerano davvero notevoli per una donna della suaetà, e il sorriso era radioso. Si muoveva conesperta femminilità, con una consapevole e calco-lata disinvoltura che suggeriva disponibilità, purincutendo rispetto. Sembrava aver dedicato

un’intera vita all’apprendimento delle astuziefemminili, che si era poi abituata ad applicarecon abilità e charme. Era piacevole stare in com-pagnia di quella donna; era piacevole guardarla,starla ad ascoltare, pensare di toccarla. Carellae Hawes, soggiogati da quel fascino irresistibile,si resero conto che la presenza della donna li ri-lassava. «Questo assegno...» continuò Carella, in-

dicando la fotocopia. «In pagamento di cosa le èstato versato?» «Dell’affitto di giugno. L’ho ri-cevuto il dieci di luglio. Claudia pagava sempre

Page 20: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 20/67

 

l’affitto entro il dieci di ogni mese. Eraun’ottima inquilina.» «L’appartamento costa sette-centocinquanta dollari al mese?» «Sì.» «Non è unpo’ caro per un appartamento?» «Non a Stewart Ci-

ty» replicò la signora Miller in tono gentile. «Epoi, l’appartamento di Claudia si affaccia sulfiume.» «Capisco. A quanto pare, la signorina Da-vis aveva un buon lavoro...» «No, no, Claudia nonlavora.» «E allora come faceva a permettersi...»«Be’, è piuttosto benestante, sa...» «Dove prende-va tutto quel denaro, signora Miller?» «Be’...» Lasignora Miller si strinse nelle spalle. «Credo che

questo dovrebbe chiederlo a lei, non le pare? Vo-glio dire, se vi interessa sapere qualcosa sulconto di Claudia, non dovreste...» «Signora Mil-ler» la interruppe Carella «Claudia Davis è mor-ta.» «Cosa?» «Claudia Davis è...» «Cosa? No,no...» La donna scosse il capo. «Claudia? Mal’assegno... Io... L’assegno è arrivato soltantoil mese scorso...» Scosse di nuovo la testa. «No.»«È morta, signora Miller» ripeté Carella in tonogentile. «È stata strangolata.» Per un attimo, ilfascino della donna vacillò. Nel suo sguardo scin-tillò un lampo di repulsione; per un attimo, sem-brò che le si stessero inumidendo gli occhi e chele labbra accuratamente truccate fossero sul puntodi sgretolarsi. Poi, qualcosa dentro di lei reagì,qualcosa che esigeva autocontrollo, qualcosa chele ricordò che una donna affascinante non scoppia

in lacrime, facendo sciogliere il rimmel. «Mi di-spiace» replicò in un soffio. «Mi dispiace tanto.Era una ragazza davvero simpatica...» «Può dircitutto ciò che sa sul conto di Claudia Davis, si-gnora Miller?» «Sì. Sì, certo...» La donna scossedi nuovo il capo, restia ad accettare l’idea. «Èterribile, terribile... Era ancora una bambina...»«Abbiamo calcolato che aveva circa trent’anni, si-

gnora Miller. Ci siamo sbagliati?» «Sembrava piùgiovane, ma forse dava questa impressione per-ché... be’, era una ragazza molto timida. Quando è

Page 21: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 21/67

 

venuta qui per la prima volta, aveva l’aria... di-rei che avesse l’aria smarrita. Certo, le eranoappena morti genitori, e quindi...» «Da dove veni-va, signora Miller?» «Dalla California. Santa Mo-

nica.» Carella annuì. «Stava dicendoci che se lapassava piuttosto bene. Potrebbe...?» «Azioni, sa-pete...» «Quali azioni?» «I suoi genitori avevanofissato un conto fiduciario in titoli per lei. Al-la loro morte, Claudia cominciò a ricevere i gua-dagni ricavati dalle azioni. Era figlia unica.» «Eviveva soltanto dei dividendi delle azioni?» «Sitrattava di somme rilevanti. Che lei metteva da

parte, potrei aggiungere. Era una persona estrema-mente metodica e per niente frivola. Quando rice-veva un assegno relativo a un dividendo, lo giravae andava immediatamente a depositarlo in banca.Claudia era una ragazza molto assennata.» «Qualera la sua banca, signora Miller?» «La HighlandTrust. Proprio qui, in fondo alla strada,all’incrocio con Cromwell Avenue.» «Capisco» re-plicò Carella. «Frequentava molti uomini? Ne haidea?» «Non credo. Se ne stava sempre per contosuo. Anche dopo l’arrivo di Josie.» Carella sipiegò leggermente in avanti. «Josie? Chi è Josie?»«Josie Thompson. Josephine è il nome per esteso.Sua cugina.» «E da dove è arrivata?» «Dalla Cali-fornia. Venivano tutt’e due dalla California.» «Ecome possiamo metterci in contatto con questa Jo-sie Thompson?» «Be’, lei... Non lo sapete? Non

avete...?» La signora Miller prese a balbettare.«Non sappiamo cosa, signora Miller?» «Che Josie èmorta. È morta in giugno. E credo sia questo ilmotivo per cui Claudia si è trasferita... Credoche non riuscisse a sopportare l’idea di continua-re a vivere in quell’appartamento senza Josie.Questa storia è un po’ impressionante, non vi pa-re?» «Sì» replicò Carella. * * * DIVISIONE INVE-

STIGATIVA – RAPPORTO SUPPLEMENTARE: pdcn 360 rev25M SQUADRA: 87 DISTRETTO: 87 RAPPORTO: 32-101 DI-VISIONE INVESTIGATIVA - NUMERO DEL RAPPORTO: DD 60

Page 22: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 22/67

 

R-42 NOME E INDIRIZZO DEL DICHIARANTE: Miller Ire-ne 13, Stewart Place S. DATA DELL’INTERROGATORIO:4/8/1960 DETTAGLI Riassunto dell’interrogatoriodella signora Irene Miller svoltosi negli uffici

della Management Enterprises, Inc., indirizzo comeindicato sopra; riguardo all’omicidio di ClaudiaDavis, la signora Miller dichiara: Claudia Davisarrivò in questa città nel giugno del 1955, presein affitto un appartamento da settecentocinquantadollari al mese al sopraindicato indirizzo e vi sistabilì da sola. Raramente si accompagnava ad ami-ci, di sesso maschile o femminile. Era il tipo

della giovane reclusa che vive della consistenterendita garantita da azioni ricevute in eredità. Igenitori – il signore e la signora Carter Davis – rimasero uccisi sull’autostrada di San Diego inuno scontro frontale con una giardinetta, il 14aprile del 1955. La polizia locale confermal’incidente stradale; il conducente dell’altroveicolo fu condannato per omicidio colposo. La si-gnora Miller descrive Claudia Davis come una ra-gazza di altezza e peso medi, capelli corti di co-lore castano, occhi castani, nessuna cicatrice osegno particolare di cui abbia memoria, elementiche corrispondono con quelli riscontrati sul cada-vere. Dice, inoltre, che Claudia Davis eraun’inquilina silenziosa e riservata; pagaval’affitto e tutti i conti con estrema puntualità,era gentile, dolce, semplice, timida, accorta nel-

le faccende di denaro, apprezzata ma inavvicinabi-le. Nell’aprile o nel maggio del 1959, JosieThompson, cugina della vittima, arrivò da Brent-

 wood, California. (Controlli di routine presso laC.I.A. negativi: nessun precedente. Controlli inatto presso la polizia locale e l’F.B.I.). De-scritta come leggermente più vecchia di Claudia,piuttosto diversa per aspetto e personalità. “Era-

no corna il bianco e il nero” dice la signora Mil-ler “ma andavano perfettamente d’accordo”. Josiesi trasferì nell’appartamento della cugina. Parole

Page 23: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 23/67

 

usate per descrivere il rapporto fra le due ragaz-ze: “due sorelle molto unite”, “proprio in sinto-nia”, “ottime amiche”, e così via. Le ragazze nonfrequentavano molta gente, ma stavano sempre in-

sieme. Josie sembrava aver assimilato il comporta-mento da reclusa di Claudia. Andavano spesso a fa-re dei viaggi insieme. Trascorsero l’estate del’59 a Tortoise Island, nella baia, e rientraronoil primo lunedì di settembre. Partirono di nuovodurante le vacanze di Natale per andare a sciare aSun Valley, e poi ancora nel marzo di quest’anno,dirette a Kingston, Giamaica, per tre settimane, e

rientrarono ai primi di aprile. La fonte di denaroera rappresentata dal reddito derivante da un pac-chetto di azioni. Claudia non ne era proprietaria,ma aveva diritto all’usufrutto sui dividendi. Illascito specificava che alla morte di Claudia leazioni e i dividendi fossero trasferiti allaU.C.L.A. (l’università del padre). In ogni caso,Claudia avrebbe goduto per l’intera durata dellasua vita di una rendita molto cospicua (cfr. contocorrente alla Highland Trust). A quanto pare, laragazza manteneva anche Josie, dal momento che lasignora Miller afferma che nessuna delle due ra-gazze lavorava. Sollevata la questione di possibi-li rapporti lesbici, ma la signora Miller, che èsagace e moderna, dice che nessuna delle due eraomosessuale. Il 3 giugno, Josie e Claudia partiro-no per il fine settimana. Il portiere ha riferito

di averle aiutate a caricare le valigie nel baga-gliaio dell’automobile di Claudia, una Cadillacdecappottabile del 1960. Claudia salì al volante.Il lunedì mattina, giorno che avevano indicato co-me data del loro ritorno le ragazze non erano an-cora rientrate. II mercoledì, Claudia chiamò lasignora Miller, scoppiando a piangere al telefono.Disse alla signora Miller che Josie aveva avuto un

terribile incidente ed era morta. La signora Mil-ler ricorda di aver chiesto a Claudia se potevaesserle utile in qualche modo. Claudia rispose:

Page 24: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 24/67

 

“No; è già tutto a posto.” Il 17 luglio, la signo-ra Miller ricevette una lettera di Claudia (lette-ra allegata – confronto della calligrafia con lefirme sugli assegni emessi da Claudia è risultato

positivo) in cui la ragazza diceva che, dopo quan-to era accaduto alla cugina, non poteva più torna-re nel suo appartamento. Ricordava alla signoraMiller che il contratto scadeva il 4 luglio, spe-cificando che avrebbe inviato l’assegno perl’affitto di giugno prima del 10 luglio. Aggiunge-va che una compagnia di trasporti si sarebbe occu-pata di imballare e portare via tutto ciò che le

apparteneva, consegnando a lei tutti gli oggettidi valore e i documenti, e mettendo il resto in unmagazzino. (Cfr. assegno di Claudia Davis numero0107/14 in favore di Allora Brothers, Inc., a sal-do del trasloco e dell’immagazzinamento). ClaudiaDavis non è più tornata in quell’appartamento. Lasignora Miller non l’aveva più vista e non avevapiù avuto sue notizie, fino al momento in cuil’abbiamo informata dell’omicidio. DATA RAPPORTO:6 agosto GRADO: Det 2 gr COGNOME: Carella INIZIA-LI: S.L. NUMERO DISTINTIVO: 714-56-32 UFFICIALECOMANDANTE: Ten. Peter Bymes * * * La strada perTriangle Lake offriva un magnifico panorama e, dalmomento che era agosto e che la domenica era ilsuo giorno libero, Carella pensò di poter benissi-mo unire l’utile al dilettevole. E così, abbassòla cappotta della macchina, caricò Teddy sul sedi-

le anteriore insieme all’occorrente per un pic-nice a un thermos di caffè ghiacciato, e, avviatosilungo la strada che attraversava le montagne, can-cellò dalla sua mente il caso Davis. Quando eracon sua moglie, Carella non aveva alcuna difficol-tà a dimenticarsi di tutto il resto. Per lui – eil suo sagace giudizio era stato confermato da di-versi fischi provenienti dagli angoli delle strade

 – Teddy era semplicemente la donna più bella delmondo. Carella non era mai riuscito a capire inche modo un uomo come lui – un banalissimo poli-

Page 25: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 25/67

 

ziotto peloso, brutto, stupido e maldestro – fosseriuscito a conquistare una donna meravigliosa comeTheodora Franklin. Eppure l’aveva conquistata e,in quel momento, era seduto accanto a lei, nella

decappottabile, intento a guardarla con la codadell’occhio, eccitato come sempre dalla sua sem-plice presenza. Gli scompigliati capelli neri chele sferzavano l’ovale perfetto del viso sembravanocatturare parte della frenesia del vento; gli oc-chi scuri si socchiudevano per contrastarel’impeto dell’aria che la investiva da sopra ilparabrezza. Indossava una camicia bianca che le

aderiva alla curva armoniosa del seno e un paio dipantaloni neri che le fasciavano i fianchi genero-si e le belle gambe. Si era tolta i sandali e ave-va piegato le ginocchia contro il petto, poggiandoi piedi nudi al cassetto portaoggetti. Carella in-tuiva che in lei si attuava una singolare combina-zione di selvaggio e sofisticato. Non riusciva maia capire se fosse sul punto di baciarlo o dischiaffeggiarlo, e l’incertezza la rendeva eterna-mente desiderabile ed eccitante. Teddy guardava ilmarito che guidava, accarezzando con lo sguardo lemani dalle nocche pronunciate sul volante dellamacchina. Lo guardava non solo perché il guardarlole dava piacere, ma anche perché stava parlando, edal momento che lei non aveva la possibilità diudirlo – era sordo-muta dalla nascita – era essen-ziale che, quando parlava, lei gli osservasse le

labbra. Parlava di tutto, tranne che del caso.Teddy sapeva che uno degli assegni di Claudia Da-vis era intestato all’impresa di pompe funebriFancher di Triangle Lake, e sapeva anche che Ca-rella voleva parlare di persona con il proprieta-rio della ditta. Sapeva inoltre che la cosa era diestrema importanza, perché altrimenti suo maritonon avrebbe passato la domenica alla guida della

sua auto, sulla strada che conduceva verso il norddello stato. Le aveva promesso, però, che avrebbeunito l’utile al dilettevole. Quella era la parte

Page 26: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 26/67

 

piacevole della gita e, rispettando la promessafatta alla moglie, Carella evitò di parlare delcaso che, in verità, occupava gran parte dei suoipensieri. Parlò, invece, del panorama, dei loro

progetti per l’autunno, del modo in cui crescevanoi gemelli, e disse a Teddy che era in ottima for-ma, osservando che avrebbe fatto bene ad allac-ciarsi l’ultimo bottone della camicia prima discendere dall’auto, ma non nominò mai Claudia Da-vis fino a quando non furono nell’ufficiodell’impresa di pompe funebri Fancher, al cospettodi un uomo dagli occhi cupi che si chiamava Barton

Scoles. Scoles era alto e magro, e indossava unvestito nero che, probabilmente, aveva indossatoil giorno della sua cresima, nel 1912 almeno. In-carnava talmente bene lo stereotipo del becchinodi provincia che, nel vederlo, Carella rischiò discoppiare a ridere. Anche se, per ovvi motivi,l’ambiente non induceva certo all’ilarità. Unostrano odore aleggiava sugli spessi tappeti, lepareti tappezzate e i lampadari a corona. Passòqualche minuto prima che Carella si rendesse contoche si trattava di formaldeide; attuò, allora,l’automatica associazione, e, strano per un uomoche aveva guardato così spesso la morte negli oc-chi, si sentì assalire da un conato di vomito. «Il15 luglio, la signorina Davis ha emesso un assegnoin suo favore» cominciò Carella. «Potrebbe dirmiper cosa doveva pagarla?» «Certo che posso» repli-

cò Scoles. «Ho dovuto aspettare a lungo per rice-vere quell’assegno. La ragazza mi aveva lasciatoun anticipo di soli venticinque dollari. Di solitone prendo cinquanta, sa... Mi hanno fregato più diuna volta, mi creda.» «Che intende dire?» chieseCarella. «La gente. Seppellisci i loro morti e,talvolta, loro non ti pagano. Questo lavoro non ètutto rose e fiori, sa. Mi è capitato più d’una

volta di organizzare il funerale, la funzione, lasepoltura e tutto quanto, e di non ricevere poi ilpagamento che mi spettava. Sono cose che fanno

Page 27: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 27/67

 

perdere la fiducia nel genere umano!» «Ma, allafine, la signorina Davis l’ha pagata.» «Oh, certo;ma le assicuro che cominciavo a temere che nonl’avrebbe fatto. Dopo tutto, quella ragazza era

una perfetta sconosciuta; ha voluto che il funera-le si svolgesse qui e vi ha partecipato solo lei,seduta nella cappella là fuori, lo sguardo fissosul cadavere, come se qualcuno avesse potuto ru-barlo; c’erano solo lei e la defunta. Le dico, si-gnor Carella... si chiama così?» «Sì, Carella.»«Le dico che quella faccenda aveva qualcosa dispettrale. È rimasta là due giorni, sua cugina; e

poi, la signorina Davis ci ha chiesto di seppelli-re la ragazza nel cimitero locale, e io l’ho fat-to, fidandomi di un anticipo di venticinque dolla-ri. Questa si chiama fiducia, signor Carella, fi-ducia con la F maiuscola.» «Quando è successo tut-to questo, signor Scoles?» «Quando la ragazza èannegata era il primo fine settimana di giugno»rispose Scoles. «A ogni modo, non c’era alcun mo-tivo di andare in barca sul lago in quel periodo:in giugno l’acqua è ancora gelida, e non si ri-scalda fino alla seconda metà di luglio. È cadutanel lago – stava remando, sa com’è... – e l’acquagelida l’ha fatta congelare, oppure le ha provoca-to i crampi o qualcosa del genere e, in poche pa-role, l’ha fatta annegare...» Scoles scosse il ca-po: «Non c’era alcun motivo di andare in barca sullago in quel periodo.» «Ha visto il certificato di

morte?» «Sì; lo ha stilato il dottor Donnelli. Laragazza è morta per annegamento: non ci sono dubbiin proposito. C’è stata anche un’inchiesta. Ilmartedì seguente al decesso. Hanno stabilito chesi è trattato di morte accidentale.» «Ha detto cheera in barca. Era da sola?» «Sì. Sua cugina, lasignorina Davis, la guardava dalla spiaggia. Quan-do è caduta nel lago, la cugina si è gettata in

acqua, cercando di raggiungerla, ma è arrivatatroppo tardi. L’acqua è gelida, mi creda. Non ètanto calda neanche adesso, e siamo già in ago-

Page 28: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 28/67

 

sto.» «Ma la signorina Davis non ne ha risentito,vero?» «Be’, probabilmente è un’abile nuotatrice.So per esperienza che molte delle ragazze bellesono anche forti. Scommetto che anche sua moglie è

una ragazza forte. Bella lo è senz’altro...» Sco-les sorrise, e anche Teddy sorrise, stringendo lamano del marito. «Tornando al pagamento per lespese del funerale e della sepoltura» riprese Ca-rella «ha idea del motivo per cui la signorina Da-vis ha impiegato così tanto tempo a inviarlel’assegno?» «No. Le ho scritto due volte. La primavolta, le ho mandato un sollecito amichevole; la

seconda, ho calcato un po’ la mano. Un mio amicoavvocato che lavora in città le ha scritto su car-ta intestala, cosa che fa sempre un certo effetto.Non ho avuto risposta nessuna delle due volte. Al-la fine, inaspettatamente, ho ricevuto l’assegnoche saldava l’intero conto. Sono rimasto a boccaaperta. Forse era addolorata per la morte dellacugina, o forse ci mette sempre tanto a pagare isuoi debiti. L’unica cosa che mi interessa è chel’assegno sia arrivato. A volte, i vivi possonocreare molti più problemi di quanti non ne creinoi morti, mi creda...» Passeggiarono insieme versoil lago, Carella e sua moglie, e mangiarono qual-cosa sulla spiaggia. Carella era stranamente si-lenzioso; Teddy ciondolava i piedi nell’acqua che,come aveva asserito Scoles, era molto fredda, ben-ché fosse agosto. Sulla via del ritorno dal lago,

Carella disse: «Tesoro, ti spiace se faccioun’altra breve sosta?» Teddy lo fissò con sguardointerrogativo. «Vorrei parlare con il capo dellapolizia di questo posto...» Teddy coniugò la fron-te. Nei suoi occhi aleggiava una domanda, e il ma-rito le rispose immediatamente: «Voglio scoprirese qualcuno ha assistito alla morte della ragazza.Oltre a Claudia Davis, intendo dire. Da quello che

ha detto Scoles, mi è sembrato di capire che ingiugno il lago è pressoché deserto.» * * * Il capodella polizia era un ometto dalla pancia prominen-

Page 29: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 29/67

 

te e dai piedi enormi. Questi ultimi, durante lapermanenza di Carella nell’ufficio, rimasero pertutto il tempo appoggiati sulla scrivania. Carellalo osservò, chiedendosi come mai tutti gli abitan-

ti di quel paese sembrassero usciti da un film della MGM. Dietro alla scrivania del capo dellapolizia c’era un armadio a vetri contenente unafila di fascicoli. Una miriade di volantini recan-ti la scritta RICERCATO rivestivano interamenteuna bacheca per gli avvisi. Il capo della poliziaaveva un buco nella suola della scarpa sinistra.«Sì» rispose «certo che c’era un testimone.» Ca-

rella accolse quella notizia con un certo disap-punto. «Chi?» domandò. «Un tizio che pescava allago. Ha visto tutto e ha testimoniato davanti al-la giuria che ha collaborato con il coroner.» «Eche cosa ha detto?» «Ha detto che era intento apescare e che ha visto Josie Thompson che mettevain acqua la barca. Ha detto che Claudia Davis èrimasta sulla spiaggia. Ha detto che la signorinaThompson è caduta nel lago, andando giù come unsasso. Ha detto che la signorina Davis si è tuffa-ta in acqua e ha cominciato a nuotare verso dilei, ma è arrivata troppo tardi. Ecco che cos’hadetto.» «Che altro ha detto?» «Be’, ha presol’auto della signorina Davis – una Cadillac decap-pottabile del 1960 – e ha riaccompagnato la ragaz-za in paese. La signorina non riusciva neanche aparlare. Singhiozzava, mormorava parole senza sen-

so e si torceva le mani, completamente sconvolta.Si figuri che abbiamo dovuto farci raccontare tut-ta la storia da quel tizio che pescava! Solo ilgiorno seguente la signorina Davis ricominciò aconnettere.» «Quando si è tenuta l’inchiesta?»«Martedì; il giorno prima che seppellissero la ra-gazza. Il coroner ha eseguito l’autopsia il lune-dì. Abbiamo avuto l’autorizzazione della signorina

Davis: secondo l’articolo 2213 del codice penale,il parente più prossimo, incaricato dalla legge diassumersi l’onere della sepoltura, può autorizzare

Page 30: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 30/67

 

l’autopsia allo scopo di accertare le cause dellamorte.» «E il coroner ha stabilito che la ragazzaera morta per annegamento?» «Proprio così. Lo haaffermato davanti alla giuria.» «Perché avete

svolto un’inchiesta? Sospettavate che potessetrattarsi di qualcosa di più di un annegamento ac-cidentale?» «Non necessariamente. Quel tizio chepescava, però, veniva anche lui dalla città e, perquanto ne sapevamo, lui e la signorina Davisavrebbero potuto essere complici: avrebbero potutoessere stati loro a spingere in acqua la ragazza,inventandosi poi tutta quella storia. Era anche

possibile che stessero mentendo spudoratamente.»«Ed era così?» «Per quanto ne so io, no. Non homai visto qualcuno distrutto dal dolore come lasignorina Davis quando quel tipo l’ha riaccompa-gnata in paese. Per fingere in quel modo, la ra-gazza avrebbe dovuto essere un’ottima attrice. Ilgiorno dopo si tranquillizzò un po’, ma avrestedovuto vederla quando è successo. Durantel’inchiesta fu chiaro che il tizio che pescava nonaveva mai visto la signorina prima di quel giornoal lago. Ha convinto la giuria di non aver mai co-nosciuto o avuto a che fare con nessuna delle dueragazze. E, se è per questo, ha convinto ancheme.» «Come si chiama?» domandò Carella. «Il pesca-tore...» «Courtenoy.» «Come?» «Courtenoy. SidneyCourtenoy.» «Grazie» replicò Carella, alzandosi discatto. «Andiamo, Teddy: voglio tornare in città.»

* * * Courtenoy viveva in un villino unifamiliarea Riverhead. Stava aprendo la porta del garage,quando, di buon’ora, lunedì mattina, Carella eMeyer fermarono l’auto nel vialetto che conducevaalla casa. Courtenoy si girò a osservare la mac-china con sguardo curioso, la mano ancora poggiataalla porta del garage. Questa si bloccò in aria,mezza aperta e mezza chiusa. Carella avanzò lungo

il vialetto. «Il signor Courtenoy?» chiese. «Sì?»L’uomo fissò su Carella uno sguardo perplesso, co-me succede sempre quando ci si sente interpellare

Page 31: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 31/67

 

per nome da un perfetto sconosciuto. Courtenoy eraun uomo di quasi cinquant’anni; indossava un ber-retto, una giacca sportiva tutta sformata e unpaio di pantaloni neri di flanella. Sulle tempie,

i capelli cominciavano a spruzzarglisi di grigio.Aveva l’aria stanca, molto stanca, e la sua stan-chezza non aveva niente a che fare con il fattoche erano solo le sette del mattino. Ai suoi piedic’era il cestino del pranzo, che l’uomo aveva pro-babilmente poggiato lì per aprire la porta del ga-rage. L’automobile al suo interno era una Ford del1953. «Siamo agenti di polizia» spiegò Carella.

«Le spiace se le facciamo qualche domanda?» «Vor-rei vedere il suo distintivo» replicò Courtenoy.Quando Carella glielo ebbe mostrato, l’uomo annuì,come se avesse adempiuto a un pubblico dovere pre-cauzionale. «Domande riguardo a cosa?» chiese.«Sto andando al lavoro. Si tratta di nuovo diquella dannata licenza edilizia?» «Quale licenzaedilizia?» «Per ampliare il garage. Sto per compa-rare un macinino a mio figlio, e non voglio la-sciarlo in strada. Ci vuole un’eternità per avereuna licenza edilizia. Se l’immagina? Voglio sem-plicemente aggiungere quattro metri al garage; sisarebbe portati a credere che stessi tentando dicostruire un intero parcheggio o chissà che. È ve-nuto a parlarmi di questo?» Dall’interno della ca-sa, una voce di donna gridò: «Chi è, Sid?» «Nien-te, niente» rispose Courtenoy in tono impaziente.

«Nessuno. Non preoccuparti, Bett...» rivolse losguardo su Carella. «Mia moglie. Lei è sposato?»«Sì, sono sposato.» «Allora sa che vuol dire» os-servò Courtenoy con fare enigmatico. «Che cosa vo-leva chiedermi?» «L’aveva mai visto prima d’ora?»chiese Carella, tendendogli una fotocopiadell’assegno intestato al signor Courtenoy, ilquale, dopo avergli dato un’occhiata, gliela re-

stituì immediatamente. «Certo.» «Le spiacerebbespiegarmi, signor Courtenoy?» «Spiegare cosa?»«Spiegare perché Claudia Davis le ha mandato un

Page 32: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 32/67

 

assegno di centoventi dollari.» «Come ricompensa»rispose Courtenoy senza esitazione. «Come ricom-pensa, eh?» intervenne Meyer. «In cambio di cosa,signor Courtenoy? Di una piccola frottola?» «Cosa?

Ma di che sta parlando?» «Ricompensa per cosa, si-gnor Courtenoy?» «Per aver perso tre giornate dilavoro... ma che diavolo avete in mente?» «Comemai?» «Ditemi prima che cosa avete in mente...»replicò Courtenoy in tono irato, agitando l’indicesotto al naso di Meyer. «Voi per cosa credete chefosse? Eh?» «Signor Courtenoy...» «Ho perduto tregiornate di lavoro per quella maledetta inchiesta.

Sono stato costretto a restare a Triangle Laketutto il lunedì, e il martedì, e poi anche il mer-coledì, in attesa della decisione della giuria.Sono un muratore; prendo cinque dollari all’ora, eho perso tre giornate lavorative di otto ore algiorno, e la signorina Davis è stata così gentileda mandarmi un assegno di centoventi dollari. Mavoi che diavolo avete in mente? Volete dirmelo, sìo no?» «Aveva mai visto la signorina Davis, primadi incontrarla a Triangle Lake, signor Courtenoy?»«Mai vista prima in vita mia. Che significa? Sonosotto processo? Che significa tutto questo?»Dall’interno della casa, si udì di nuovo la vocedella donna: «Sidney! Qualcosa non va? Tutto be-ne?» «Tutto bene. Vuoi chiudere il becco?»All’interno della casetta calò un silenzio dolen-te. Courtenoy borbottò qualcosa fra i denti, tor-

nando poi a volgere il capo verso i detective.«Avete finito?» domandò. «Non ancora, signor Cour-tenoy. Vorremmo che ci dicesse che cosa vide quelgiorno a Triangle Lake.» «Per quale motivo? Se viinteressa tanto, andatevi a leggere i verbalidell’inchiesta. Io devo andare a lavorare.» «Illavoro può aspettare, signor Courtenoy.» «Questolo dice lei. Questo lavoro è...» «Signor Courte-

noy, non ci costringa ad andare alla centrale e atornare indietro con un mandato di cattura perlei...» «Un mandato di cattura! Per cosa? State a

Page 33: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 33/67

 

sentire, io non ho fatto altro...» «Sidney? Sid-ney, vuoi che chiami la polizia?» urlò la donna dadentro la casa. «Oh, chiudi il becco!» esclamòCourtenoy. «Chiamare la polizia» borbottò. «Sono

circondato da poliziotti, e lei vuole chiamare lapolizia! Che cosa volete da me? Sorto un onestomuratore. Ho visto annegare una ragazza, e ho rac-contato tutto quello che ho visto. È un reato?Perché venite a importunarmi?» «Non deve far altroche raccontarci un’altra volta la storia, signorCourtenoy; deve soltanto raccontarci tutto quelloche ha visto.» «Era in barca sul lago» cominciò

Courtenoy sospirando. «Io stavo pescando; sua cu-gina era sulla spiaggia. D’un tratto è finita inacqua.» «Josie Thompson.» «Sì, Josie Thompson, oqualunque fosse il suo nome.» «Era l’unica passeg-gera della barca?» «Sì; era l’unica passeggeradella barca.» «Continui.» «L’altra, la signorinaDavis, lanciò un urlò e, tuffatasi in acqua, co-minciò a nuotare verso di lei...» L’uomo scosse ilcapo. «Ma è arrivata troppo tardi. La barca eramolto distante dalla riva, e quando la ragazza laraggiunse le acque del lago erano immobili. Lei siimmerse e tornò su, e poi si immerse un’altra vol-ta, ma era troppo tardi... troppo tardi. Poi, men-tre tornava a riva, pensai che anche lei stesseper annegare: esitò un istante, e poi affondò aldi sotto della superficie, e io aspettai, sicuroche fosse morta. Poi vidi un riflesso giallo

nell’acqua e mi resi conto che stava bene.» «Per-ché non si è tuffato ad aiutarla, signor Courte-noy?» «Non so nuotare.» «D’accordo. E poi che èsuccesso?» «È uscita dall’acqua... la signorinaDavis, intendo. Era esausta e isterica. Io cercaidi calmarla, ma lei continuava a urlare e a pian-gere ripetendo cose senza senso. La trascinai allamacchina e le chiesi di darmi le chiavi.

All’inizio, la ragazza non capì neanche di cosastessi parlando. “Le chiavi!” dissi, e lei si li-mitò a fissarmi. “Le chiavi della macchina!” ur-

Page 34: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 34/67

 

lai. Alla fine, infilò una mano nella borsetta emi porse le chiavi.» «Vada avanti.» «La riaccompa-gnai in paese. Fui io a raccontare la storia allapolizia. La ragazza non riusciva a parlare; le

riusciva soltanto di balbettare parole senza sen-so, di strillare e di piangere. Era terribile avedersi: non avevo mai visto una donna così fuoridi sé prima di allora. Non riuscimmo a cavarle dueparole sensate una di seguito all’altra primadell’indomani. Poi si riprese. Disse alla poliziachi era, spiegò loro ciò che io avevo già detto ilgiorno prima, e asserì che la ragazza morta era

sua cugina, Josie Thompson. Allora dragarono illago e tirarono fuori dall’acqua il corpo. Un pec-cato. Un vero peccato: una ragazza giovane e cari-na come quella...» «Che cosa indossava la ragazzamorta?» «Un vestito di cotone. E un paio di sanda-li, credo. Sul vestito, portava un maglioncinoleggero. Un cardigan.» «Gioielli?» «Non mi pare.No.» «Aveva una borsetta?» «No. La sua borsa eranell’auto della signorina Davis.» «Che cosa indos-sava la signorina Davis?» «Quando? Il giorno incui la cugina è annegata? O quando hanno tiratofuori il cadavere dall’acqua?» «Era presente anchein quella occasione?» «Certo. Ha identificato ilcorpo.» «No; volevo sapere che cosa indossava ilgiorno dell’incidente, signor Courtenoy.» «Unagonna e una camicetta, mi pare. Un nastro fra icapelli. Sandali. Ma non ne sono certo.» «Di che

colore era la camicetta? Gialla?» «No; era blu.»«Ma lei ha detto gialla.» «Era blu. Io non ho det-to gialla.» Carella corrugò la fronte. «Mi sembra-va che, prima, avesse detto gialla...» Si strinsenelle spalle. «Va bene. Che cosa è accaduto dopol’inchiesta?» «Non molto. La signorina Davis miringraziò per la gentilezza e disse che mi avrebbemandato un assegno che mi ripagasse del lavoro

perduto. In un primo momento, rifiutai, ma poipensai: “Che diavolo! Io lavoro sodo, e i soldinon crescono sugli alberi!”. Così, le diedi il mio

Page 35: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 35/67

 

indirizzo. Pensai che potesse permetterselo: avevauna Cadillac, e pagò anche un tizio perché glielariportasse in città.» «Perché non l’ha portata in-dietro da sé?» «Immagino che fosse ancora molto

scossa. Stia a sentire, è stata un’esperienza ter-ribile. Ha mai visto morire una persona da vici-no?» «Sì» rispose Carella. Dall’interno della ca-sa, la moglie di Courtenoy urlò: «Sidney, di’ aquegli uomini di spostare l’auto dal vialetto!»«Avete sentito?» disse Courtenoy, finendo di tira-re su la porta del garage. * * * Nessuno ama illunedì mattina. Non è l’inizio di una nuova setti-

mana, ma solo la coda della settimana precedente.Non piace a nessuno, e non è necessario che siapiovoso, cupo o blu per provocare ostilità. Puòessere una giornata splendida e piena di sole diinizio agosto; può cominciare con un interrogato-rio in un vialetto d’accesso alle sette del matti-no, e peggiorare progressivamente. Il lunedì è illunedì, e la legislatura non cambierà mai la suapersonalità. Il lunedì è il lunedì e, per di più,puzza. Alle nove e mezza di quel lunedì mattina,il detective Steve Carella era in preda aun’assoluta perplessità e, come ogni persona nor-male, ne attribuì la colpa al lunedì. Era tornatoin ufficio e aveva ricontrollato diligentemente lapila di assegni emessi da Claudia Davis durante ilmese di luglio, venticinque in totale, cercando ditrarne qualche indizio sulla sua morte, esaminan-

doli con l’accuratezza di un tipografo in unastamperia. Molte cose risultavano evidenti dagliassegni, ma nessuna sembrava pertinente. Carellasi ricordava di aver detto: “Guardando questi as-segni, riesco a vedere la vita di quella ragazza:è come leggere il suo diario”, e, ora, cominciavaa credere che quella frase rappresentasse le fati-diche “ultime parole famose”. Perché se quello era

il diario di Claudia Davis, si trattava di un re-soconto straordinariamente privo di interesse chenon sarebbe mai entrato a far parte dei best-

Page 36: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 36/67

 

seller della nazione. La maggior parte degli asse-gni era stata emessa in favore di negozid’abbigliamento o di grandi magazzini. Claudia,fedele al suo sesso, sembrava avere un debole per

lo shopping, nonché un libretto degli assegni chele permetteva di assecondare la sua voglia dispendere. Delle brevi visite ai negozi a cui eranointestati gli assegni, rivelarono che i gusti del-la ragazza comprendevano una vasta gamma di ogget-ti. Un controllo dei registri delle vendite mostròche, solo nel mese di luglio, Claudia Davis avevaacquistato tre baby-doll, due sottovesti, un

trench, un orologio, quattro paia di pantaloni divari colori, due paia di scarpe, un paio di oc-chiali da sole, quattro bikini, otto abitini, duegonne, due maglioni di cachemire, una decina dibest-seller, una confezione grande di aspirina,sei valigie e quattro pacchi di dischetti deter-genti. La cosa più dispendiosa che aveva compratoera un vestito da sera che costava cinquecentodollari. Tali acquisti coprivano gran parte degliassegni che la ragazza aveva emesso in luglio.C’erano anche assegni intestati a un parrucchiere,un fioraio, un calzolaio, un negozio di dolciumi,e poi ce n’erano tre inspiegati, intestati a pri-vati, due uomini e una donna. Il primo era inte-stato a George Badueck. Il secondo era intestato aDavid Oblinsky. Il terzo era intestato a MarthaFedelson. Uno dei componenti della squadra si era

attaccato all’elenco telefonico, ricavandone gliindirizzi di due dei tre intestatari degli asse-gni. Il numero di telefono del terzo, Oblinsky,non era registrato sulla guida del telefono, ma,dopo mezz’ora di discussione con un supervisore,riuscì finalmente a ricavare un indirizzo ancheper lui. La lista completa era, poi, finita sullascrivania di Carella, insieme agli assegni emessi

da Claudia Davis. Il detective sapeva che avrebbedovuto cominciare a cercare quelle persone, eppurec’era qualcosa che lo tormentava. «Perché mai

Page 37: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 37/67

 

Courtenoy mi ha mentito?» chiese a Cotton Hawes.«Perché mai ha mentito su una cosa tanto semplicecome gli abiti che Claudia Davis indossava ilgiorno in cui la cugina è annegata?» «In che senso

ha mentito?» «Prima ha detto che era vestita digiallo... ha detto di aver visto un riflesso gial-lo sulla superficie del lago; dopo, ha detto cheera vestita di blu. Perché lo ha fatto, Cotton?»«Non ne ho idea.» «E se ha mentito a questo propo-sito, perché non avrebbe potuto mentire su tutto?Perché lui e Claudia non avrebbero potuto far fuo-ri la piccola Josie insieme?» «Non lo so» rispose

Hawes. «Da dove vengono quei ventimila dollari,Cotton?» «Forse si trattava del dividendo di unpacchetto azionario.» «Forse. E perché, allora,non limitarsi a depositare l’assegno? Erano con-tanti, Cotton, contanti. Da dove venivano? È unabella somma; ventimila dollari non si trovano micacosì, per strada.» «Certo che no.» «Credo di sape-re dove si possano racimolare ventimila dollari,Cotton.» «Dove?» «Presso una compagniad’assicurazioni. Quando qualcuno muore...» Carellaannuì con un brusco cenno del capo. «Farò un girodi telefonate. Dannazione, quel denaro dovrà puressere saltato fuori da qualche parte!» Alla sestatelefonata, Carella scoprì qualcosa. L’uomo chegli rispose si chiamava Jeremiah Dodd ed era undipendente della Security Insurance Corporation,Inc. Riconobbe immediatamente il nome di Josie

Thompson. «Sì» rispose. «Abbiamo regolato quelladomanda di indennizzo in luglio.» «Chi è stato apresentare la domanda di indennizzo, signor Dodd?»«Il beneficiario, naturalmente. Un attimo: vado aprendere la pratica. Le spiace restare in linea?»Carella aspettò con una certa impazienza.Dall’altro capo del filo, negli uffici della com-pagnia d’assicurazioni, udiva delle voci attutite.

D’un tratto, una ragazza scoppiò in una risatasciocca, e lui si chiese chi fossero quelli che sibaciavano accanto al distributore d’acqua. Alla

Page 38: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 38/67

 

fine, Dodd tornò al telefono. «Ecco qui!» esclamò.«Josephine Thompson. Il beneficiario era sua cugi-na, la signorina Claudia Davis. Oh, sì, ora ricor-do! È proprio quella.» «Quale?» «Quella in cui le

ragazze erano ambedue beneficiarie.» «Che intendedire?» «Le cugine» rispose Dodd. «C’erano due po-lizze sulla vita: una per la signorina Davis e unaper la signorina Thompson, e le due ragazze eranoreciprocamente beneficiarie.» «Vuol dire che lasignorina Davis era la beneficiaria della polizzadella signorina Thompson e viceversa?» «Esatto.»«A quanto ammontavano le polizze?» «Oh, era una

somma minima.» «Che intende per minima?» «Mi sem-bra che fossero assicurate entrambe per dodicimilae cinquecento. Un attimo: controllo subito. Sì,proprio così.» «E, dopo la morte della cugina, lasignorina Davis ha chiesto che le fosse pagata lapolizza, vero?» «Sì. Ecco qui... Josephine Thomp-son è annegata a Triangle Lake il quattro luglio.Sì... Claudia Davis ci ha inviato la polizza, ilcertificato di morte e anche il verdetto del coro-ner.» «Avete esaudito la sua richiesta?» «Sì. Eraassolutamente legittima. Avviammo immediatamentel’iter burocratico.» «Non avete mandato nessuno aTriangle Lake per accertarvi delle circostanze inseguito alle quali la signorina Thompson avevaperso la vita?» «Sì; ma si è trattato diun’indagine di routine. Per noi, l’inchiesta di uncoroner è più che sufficiente, detective Carella.»

«In che data avete consegnato alla signorina Davisquella somma di denaro?» «Il primo luglio.» «Leavete mandato un assegno di dodicimila e cinque-cento dollari, giusto?» «No, detective Carella.»«Non mi ha forse detto che...» «La polizza la as-sicurava per dodicimila e cinquecento dollari, èvero; c’era, però, una clausola di doppio inden-nizzo, e la morte di Josephine Thompson è stata

accidentale. No, abbiamo dovuto pagare il massimoprevisto da quel tipo di polizza, detective Carel-la: il primo luglio, abbiamo inviato a Claudia Da-

Page 39: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 39/67

 

vis un assegno di venticinquemila dollari.» * * *Nel lavoro della polizia non ci sono misteri. Nul-la si adatta a uno schema preconcetto. Il puntoculminante di qualsivoglia caso è costituito molto

spesso dal cadavere che dà il via alle indagini.Non c’è una progressione verso il punto di massimatensione; la suspense è per i film. Ci sono sol-tanto persone e moventi stranamente contorti; cisono piccoli dettagli, e coincidenze, e imprevistiche si uniscono a formare una sequenza di eventi,ma non c’è reale mistero, non c’è mai reale miste-ro. C’è solo la vita e, a volte, la morte, e nes-

suna delle due segue una regola precisa. I poli-ziotti odiano i romanzi gialli perché ritrovano inessi un controllo che spesso manca nelle indaginireali, che sono a volte di routine, a volte spet-tacolari, e a volte estremamente noiose. È moltopiacevole, e molto intelligente, e molto comodofar combaciare perfettamente tutti i tasselli; èmolto carino pensare ai detective come a provettimatematici che lavorano a un problema di algebrale cui costanti sono la morte e una vittima, e lacui incognita è un assassino. Molti di questi ge-niali detective, però, incontrano spesso delledifficoltà a sommare le detrazioni sul loro sti-pendio. Il mondo è sicuramente pieno di maghi, manessuno di loro lavora per la polizia. Nel caso diClaudia Davis c’era una grossa discrepanza matema-tica. Sembravano esserci cinquemila dollari miste-

riosi. Venticinquemila dollari erano stati inviatia Claudia Davis il primo luglio e, presumibilmen-te, la ragazza aveva ricevuto l’assegno dopo lafestività del 4 luglio, lo aveva incassato daqualche parte e aveva, quindi, portato il denaroalla Seaboard Bank of America, aprendovi un nuovoconto corrente e prendendo in affitto una cassettadi sicurezza. La somma totale depositata alla

Seaboard Bank era, però, di ventimila dollari,mentre l’assegno ammontava a venticinquemila dol-lari. Dov’erano finiti, allora, i restanti cinque-

Page 40: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 40/67

 

mila? E chi aveva incassato l’assegno per contodella ragazza? * * * Il signor Dodd, della Securi-ty Insurance Corporation, Inc., spiegò estesamentea Carella come funzionava il complicatissimo si-

stema contabile della compagnia. Un assegno venivatrattenuto nell’ufficio locale per diversi giornidopo che era stato incassato, in modo da liquidarela polizza; dopodiché, veniva inviato all’ufficiocentrale di Chicago dove, talvolta, restava perparecchie settimane, fino a quando la praticaprincipale non veniva archiviata. A quel punto,veniva spedito al reparto contabilità e revisione

dei conti, a San Francisco. Il signor Dodd, con-vinto che l’assegno fosse già stato inviato agliuffici contabili in California, promise che avreb-be fatto del suo meglio per rintracciarlo. Carellalo pregò cortesemente di fare in fretta. Qualcunoaveva incassato quell’assegno per conto di Claudiae, presumibilmente, quel qualcuno era anche inpossesso di un quinto del valore di quell’assegno.Il fatto che Claudia non si fosse limitata a por-tare l’assegno alla Seaboard Bank sembrava indica-re che la ragazza aveva qualcosa da nascondere.Probabilmente, non voleva le fossero rivolte do-mande riguardanti gli assegni delle compagnie diassicurazioni, o le polizze sulla vita, o le dop-pie indennità, o gli annegamenti accidentali, o,specialmente, sua cugina Josie. L’assegno era as-solutamente valido, eppure lei aveva scelto di in-

cassarlo prima di aprire un nuovo conto. Perché? Eperché, se è per questo, si era disturbata adaprire un nuovo conto quando possedeva un contoattivo e ben pingue presso un’altra banca? Nel la-voro della polizia ci sono unicamente dei perché,ma tali perché non significano necessariamente al-trettanti misteri. Significano, piuttosto, durolavoro, e nessuno al mondo ama lavorare. I poli-

ziotti dell’87° distretto avrebbero preferitostarsene con la mani in mano a sorseggiare gin to-nic, ma i loro perché erano là e, così, presi i

Page 41: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 41/67

 

cappelli e le fondine, uscirono alla ricerca diqualche risposta. Cotton Hawes interrogò sistema-ticamente tutti gli inquilini dell’edificio in cuiClaudia Davis era stata uccisa: ognuno di loro

aveva un alibi di ferro. Nel suo rapporto al te-nente, Hawes espresse la convinzione che nessunodegli inquilini fosse colpevole di omicidio: perciò che lo riguardava, erano tutti puliti. MeyerMeyer contattò tutti gli informatori dell’87°. Neldistretto – e nell’intera città – c’erano cambia-valute a bizzeffe, uomini che, dietro pagamento diuna certa somma, mutavano bottini caldi in contan-

ti freddi. Se qualcuno aveva incassato un assegnodi venticinquemila dollari per conto di Claudia,trattenendo cinquemila dollari per sé, non eraforse possibile che si trattasse di uno di queicambiavalute? Meyer mise sull’avviso gli informa-tori del distretto, chiedendo loro di mettersi incerca di notizie riguardo a un assegno della Secu-rity Insurance Corporation. Gli informatori nonscoprirono niente. Il tenente Sam Grossman condus-se i suoi ragazzi sul luogo del delitto, esaminan-dolo ancora una volta. E ancora una volta. E anco-ra una volta. Annunciò, poi, che la serratura del-la porta era una serratura a scatto, una di quelleche, quando la porta viene chiusa con forza, scat-tano automaticamente. Grossman dichiarò anche che,a giudicare dalle apparenze, la notte del delittoil letto di Claudia era rimasto intatto. Un paio

di scarpe erano state rinvenute ai piedi di unagrande poltrona nella camera da letto, mentre sulsuo bracciolo giaceva un libro aperto. Il tenentesuggerì che Claudia si era addormentata mentreleggeva; si era, quindi, risvegliata, passandonell’altra stanza, dove aveva incontrato il suoassassino e la morte. Grossman non aveva idea dichi potesse essere tale assassino. Steve Carella

era impaziente e oberato di lavoro. Nel distrettoaccadevano altre cose – furti, aggressioni, accol-tellamenti, stupri, bambini con l’estate nelle ma-

Page 42: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 42/67

 

ni che picchiavano altri bambini con le mazze dabaseball perché non gradivano il modo in cui pro-nunciavano la parola señor – senza contare il fat-to che i telefoni squillavano in continuazione, e

che bisognava stilare dei rapporti in triplice co-pia, e che il loro ufficio era sempre gremito dipersone che si lamentavano degli abitanti di quel-la bella città, e il caso di Claudia Davis comin-ciava a diventare un’enorme spina nel fianco. Ca-rella si chiese come fosse fare il ciabattino. Co-sì meditando, iniziò a fare delle ricerche sugliassegni intestati a George Badueck, David Oblinsky

e Martha Fedelson. Fortunatamente, Bert Kling nonaveva niente a che fare con il caso di Claudia Da-vis. Non ne aveva neanche mai parlato con qualcunodegli uomini della squadra. Era un giovane detec-tive, un pivellino, e le cose che accadevano inquel distretto erano sufficienti a fare impazzireun ragazzo come lui e a tenerlo impegnato quaran-tott’ore al giorno, tanto da togliergli la vogliadi ficcare il naso nei casi degli altri. Aveva giàabbastanza guai. Uno di questi guai eral’assemblea dei detective. Il mercoledì mattina,il nome di Bert Kling comparve sulla tabella deipartecipanti all’assemblea. L’assemblea aveva luo-go nella palestra del quartier generale, ad HighStreet. Si svolgeva quattro volte alla settimana,dal lunedì al giovedì, e il suo scopo era di farconoscere ai detective della città le persone che

avevano commesso dei crimini, secondo il principioche il crimine è una professione ripetitiva, e cheun furfante sarà sempre un furfante, e che è benesapere chi sono i propri avversari nel caso in cuiaccadesse di ritrovarsi faccia a faccia con uno diloro. La tempestiva identificazione di un ladroaveva contribuito alla soluzione di molti casi e,in alcune occasioni, aveva salvato la vita a più

di un detective. L’assemblea era, dunque,un’attività di gruppo piuttosto preziosa. Questonon significava che l’idea di recarsi al quartier

Page 43: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 43/67

 

generale fosse gradita ai detective. Ognuno di lo-ro partecipava all’assemblea una volta ogni duesettimane e, il più delle volte, l’assemblea cade-va nel loro giorno di libertà, e nessuno amava

trovarsi gomito a gomito con dei criminali durantela sua giornata di libertà. L’assemblea di quelmercoledì seguì le modalità classiche di tutte leassemblee. I detective presero posto nella pale-stra, su sedie pieghevoli, e il loro capo si acco-modò su un alto podio in fondo alla sala. Le tendeverdi furono tirate, e il palco fu illuminato,mentre i criminali tratti in arresto il giorno

prima venivano fatti sfilare dinanzi ai poliziottiriuniti. Il capo, nel frattempo, leggeva le impu-tazioni e conduceva l’interrogatorio. Le modalitàerano semplici: quando il furfante da lui cattura-to saliva sul palco, l’agente – in borghese o inuniforme – che aveva proceduto all’arresto rag-giungeva il capo in fondo alla palestra; il capoleggeva il nome del criminale, la sezione dellacittà in cui era stato arrestato e, poi, un nume-ro. Diceva, per esempio: “Jones John, Riverhead,tre”. Il “tre” indicava semplicemente che quelloera il terzo arresto a Riverhead quel giorno. Alleassemblee venivano trattati soltanto particolaritipi di crimini e misfatti, cosa che accorciava lalista dei furfanti che sfilavano in passerella.Dopo aver annunciato il numero del caso, il capospiegava di quale tipo di reato si era macchiato

l’arrestato e diceva, poi, “Dichiarazione” oppure“Nessuna dichiarazione”, comunicando così ai poli-ziotti riuniti se, al momento della cattura, illadro avesse asserito qualcosa o meno. Se c’erastata una dichiarazione, il capo limitava le suedomande ad argomenti di ordine generale, dal mo-mento che non voleva spingere il criminale a direqualcosa che potesse contraddire la sua dichiara-

zione iniziale, qualcosa che potesse essere usatocontro di lui in tribunale; se non c’era stata al-cuna dichiarazione, il capo cercava di cavare

Page 44: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 44/67

 

qualche risposta dal malvivente. In genere, avevasotto gli occhi qualsiasi informazione a disposi-zione della polizia riguardo all’uomo immobilesotto le luci accecanti, e il ladro furbo, che ca-

piva immediatamente lo scopo dell’assemblea, sape-va che non era tenuto a rispondere a nessuna dellestramaledette domande che gli venivano rivolte. Ilcapo dei detective era una sorta di Mike Wallaceestremamente coscienzioso; nel suo caso, però, laposta in gioco era leggermente più alta, perché lasua attività riguardava qualcosa di più importantedi un romanziere che lanciava il suo nuovo libro o

di un senatore che spiegava la posizione da luiassunta riguardo a un disegno di legge sulle im-prese agricole. Si trattava di veri e propri in-terrogatori, e il premio di consolazione consiste-va spesso in un lungo periodo in un’accoglientestanzetta a una finestra lungo il fiume. Le assem-blee annoiavano a morte Kling. Lo annoiavano sem-pre di più: era come vedere uno spettacolo perl’ennesima volta. Di tanto in tanto, qualcuno in-terrompeva lo spettacolo con qualche “numero” dav-vero divertente, ma, in genere, era sempre lastessa solfa. E quel mercoledì non era certo di-verso. Mentre l’ottavo criminale sfilava sul palcosottoponendosi al fuoco di fila delle domande delcapo, Kling cominciò a sonnecchiare. Il detectiveseduto accanto a lui gli assestò una leggera gomi-tata fra le costole. «Reynolds Ralph» stava dicen-

do il capo «Isola, quattro. Arrestato mentre cer-cava di svaligiare un appartamento nella TerraNord. Nessuna dichiarazione. Che mi dici, Ralph?»«Che le dico riguardo a che?» «Fai spesso cose delgenere?» «Di quale genere?» «Furto con scasso.»«Io non sono un ladro» replicò Reynolds. «Ho qui isuoi precedenti penali» spiegò il capo. «Arrestatoper furto con scasso nel 1948; la teste ritirò la

sua deposizione, affermando di essersi sbagliatanell’identificarlo. Arrestato un’altra volta perfurto con scasso nel 1952, condannato a dieci anni

Page 45: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 45/67

 

a Castleview, rilasciato sulla parola nel ’58 perbuona condotta. Sei tornato alla vecchia attività,eh, Ralph?» «No davvero. Da quando sono uscito digalera ho sempre rigato diritto.» «E, allora, che

ci facevi in quell’appartamento nel cuore dellanotte?» «Ero un po’ sbronzo: devo aver sbagliatopalazzo.» «Che intendi dire?» «Pensavo che fosseil mio appartamento.» «Dove abiti, Ralph?» «Nel-la... be’... ehm...» «Andiamo, Ralph!» «Abito nel-la Quinta Sud.» «E l’appartamento in cui ti trova-vi ieri notte è nella Terza Nord: dovevi esserecompletamente sbronzo per cercare casa tua

dall’altra parte della città.» «Sì, credo propriodi aver alzato il gomito.» «La donna che vive inquell’appartamento dice che quando si è svegliatatu l’hai colpita. È vero, Ralph?» «No. No, io nonl’ho colpita affatto!» «Lei dice di sì, Ralph.» «Eallora non ha capito niente.» «Be’, c’è il refertodi un medico che afferma che qualcuno l’ha colpitaalla mascella, Ralph. Tu che ne dici?» «Be’...forse.» «Sì o no?» «Be’, forse quando ha iniziatoa strillare mi sono innervosito. Voglio dire chepensavo di essere nel mio appartamento e tutto ilresto.» «Ralph, tu stavi svaligiandoquell’appartamento. Perché non ci dici la verità?»«No; sono entrato in quella casa per errore.» «Co-me hai fatto a entrare?» «La porta era aperta.»«Nel cuore della notte, eh? La porta era aperta?»«Sì.» «Sei proprio sicuro di non aver scassinato

la serratura, o qualcosa del genere?» «No, no. Eperché mai avrei dovuto farlo? Ero convinto chefosse il mio appartamento.» «Che ci facevi con de-gli attrezzi da scasso, Ralph?» «Chi? Chi, io?Quelli non erano attrezzi da scasso.» «E, allora,che cos’erano? Avevi una rotella tagliavetro, unassortimento di piedi di porco, un trapano munitodi svariate punte, tre strisce di celluloide, una

serie di grimaldelli, otto passe-partout. A mequesti sembrano proprio arnesi da scasso,Ralph...» «No. Io faccio il falegname.» «Eh già,

Page 46: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 46/67

 

tu fai senz’altro il falegname, Ralph. Abbiamoperquisito il tuo appartamento, Ralph, e abbiamotrovato un paio di cosette che ci hanno incuriosi-to. Porti sempre con te sedici orologi da polso,

quattro macchine da scrivere, dodici braccialetti,otto anelli, due stole di visone e tre servizi diposate da tavola in argento, Ralph?» «Sì. Facciocollezione.» «Di oggetti appartenenti ad altrepersone. Abbiamo trovato anche quattrocento dolla-ri in valuta americana e cinquemila dollari infranchi francesi. Dove hai preso quel denaro,Ralph?» «Quale?» «Quello di cui ti farà piacere

parlarci.» «Be’, i dollari... li ho vinti allecorse; gli altri... be’, un francese mi doveva deisoldi e, così, mi ha pagato in franchi. Ecco tut-to.» «In questo momento, uno dei miei ragazzi stacontrollando la lista degli oggetti rubati,Ralph.» «Controlli pure!» sbottò Reynolds, improv-visamente innervositosi. «Che diavolo volete dame? Dovrete pur lavorare per guadagnarvi da vive-re! Volete tutto su un vassoio d’argento! Nienteda fare! Vi ho detto tutto ciò che...» «Portatelofuori di qui!» ordinò il capo. «Il prossimo. BlakeDonald, Bethtown, due. Tentato stupro. Nessuna di-chiarazione...» Bert Kilng si sprofondò nella se-dia pieghevole e ricominciò a sonnecchiare. * * *L’assegno intestato a George Badueck recava il nu-mero 018. L’ammontare era minimo: cinque dollari.Carella non riteneva che potesse avere una grande

importanza, ma era pur sempre uno dei tre assegniinspiegati e, così, decise di controllare. Scoprìche Badueck era un fotografo. Il suo negozio sor-geva di fronte al palazzo del consigliodell’amministrazione provinciale di Isola. Un car-tello posto in vetrina annunciava che nel negoziosi eseguivano fotografie per licenza di chauffeur,licenze di caccia, passaporti, porto d’armi e così

via. Il negozio era piccolo e affollato e, al suointerno, Badueck sembrava uno scarafaggio in unatrappola congegnata dalle formiche. Era un omone

Page 47: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 47/67

 

grande e grosso dai folti capelli scompigliati dacui emanava un forte odore di lozione dopo sham-poo. «E chi si ricorda?» disse. «In questo postoentrano milioni di persone ogni giorno di ogni

settimana. Mi pagano in contanti, mi pagano con unassegno; che siano brutte oppure belle, magre op-pure grasse, nelle fotografie hanno tutte la stes-sa faccia. La stessa faccia disgustosa. Ho semprel’impressione di aver scattato delle foto commis-sionate da voi poliziotti. Ha presente le fotogra-fie per gli schedari? Proprio così: sembrano tuttefoto segnaletiche. Come faccio a ricordarmi di

questa... come si chiama? Ah già, Claudia Davis.Un’altra faccia, ecco tutto. Un’altra foto segna-letica. Perché? L’assegno è scoperto, o qualcosadel genere?» «No; l’assegno va benissimo.» «E, al-lora, qual è il problema?» «Nessun problema» re-plicò Carella. «Grazie mille.» Con un sospiro, siavviò verso l’afa di agosto. Il palazzo del consi-glio dell’amministrazione provinciale al di làdella strada era bianco e gotico nell’abbaglianteluce del sole. Passandosi un fazzoletto sullafronte, Carella pensò: “Un’altra faccia, ecco tut-to”. Con un altro sospiro, attraversò la strada evarcò la soglia del palazzo. Negli alti corridoi avolta faceva fresco. Dopo aver esaminato la piantadell’edificio, Carella salì all’ufficio della mo-torizzazione, dove chiese all’impiegato se qualcu-no di nome Claudia Davis avesse fatto richiesta di

una licenza che necessitasse di una fotografia.«Richiediamo una fotografia soltanto per le licen-ze di chauffeur» rispose l’impiegato. «Le spiace-rebbe controllare?» domandò Carella. «Certo. Però,mi ci vorrà qualche minuto. Perché non si siede?»Carella si sedette. L’ufficio era freschissimo:sembrava ottobre. Guardò l’orologio. Era quasi oradi pranzo, e lui cominciava ad avere fame.

L’impiegato rientrò nella stanza e, con un cenno,lo invitò ad avvicinarsi. «Il nome di Claudia Da-vis è nei nostri elenchi» spiegò «ma la signora è

Page 48: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 48/67

 

già in possesso di una licenza, e non ha presenta-to altre richieste.» «Di che tipo di licenza sitratta?» «Una patente di guida.» «Quando scade?»«In settembre.» «E non ha presentato richiesta per

nulla che richiedesse una foto?» «No. Mi dispia-ce.» «Non fa nulla. Grazie» si congedò Carella.Uscì nel corridoio. Non riteneva probabile cheClaudia Davis avesse presentato una richiesta chegli permettesse di entrare in possesso o di guida-re un taxi e, così, tralasciato l’ufficio che sioccupava delle vetture pubbliche, salì di sopra,alla sezione porto d’armi. La donna a cui si ri-

volse era molto gentile ed estremamente efficien-te. Dopo aver controllato il suo archivio, gli ri-spose che nessuna donna di nome Claudia Davis ave-va mai presentato richiesta per ottenere un portod’armi. Ringraziatala, Carella tornò nella salad’ingresso. Aveva una fame da lupi, e il suo sto-maco cominciava a borbottare. Rifletté sulla pos-sibilità di andare a mangiare un boccone per poitornare alla sua indagine, ma decise che sarebbestato meglio arrivare a una conclusione il piùpresto possibile. L’uomo al di là del banconedell’ufficio passaporti era vecchio e magro, e in-dossava una visiera verde. Carella gli rivolse lasolita domanda, e, dopo aver consultato il suo ar-chivio, il vecchietto si avvicinò alla finestraaccanto alla quale Carella stava aspettando.«Esatto» affermò. «Che cosa è esatto?» «L’ha fat-

to. Claudia Davis. Ha presentato richiesta per unpassaporto.» «Quando?» Il vecchio controllò il fo-glio che stringeva fra le mani tremanti: «Il ventiluglio» rispose. «E voi glielo avete dato?» «Ab-biamo accettato la richiesta, certo. Non siamo noiche emettiamo i passaporti: noi ci limitiamo a in-viare la richiesta a Washington.» «Ma l’avete ac-cettata?» «Certo; e perché no? La ragazza ha pre-

sentato tutti i documenti necessari. Perché nonavremmo dovuto accettare la sua richiesta?» «Qualisono i documenti necessari?» «Due fotografie, una

Page 49: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 49/67

 

prova della cittadinanza, un modulo di richiestacompilato in tutte le sue parti, qualche spiccio-lo.» «Che cosa le ha mostrato come prova dellacittadinanza?» «Il certificato di nascita.»

«Dov’era nata?» «In California.» «Ha pagato incontanti?» «Sì.» «Non con un assegno?» «No. Ha co-minciato a scrivere un assegno, ma l’inchiostrodella penna si è esaurito. Noi usiamo le penne asfera, sa, e, mentre riempiva il modulo, quellausata dalla signorina è rimasta a secco. Così, miha pagato in contanti. Sono solo pochi spiccioli,sa...» «Capisco. Grazie» annuì Carella. «Di nien-

te» replicò il vecchio, dirigendosi verso il suoarchivio per riporre la pratica relativa a ClaudiaDavis. * * * L’assegno recava il numero 007 e ladata del 12 luglio, ed era intestato a una donnadi nome Martha Fedelson. La signorina Fedelson sisistemò il pince-nez e osservò l’assegno. Dopodi-ché mise da parte alcune delle carte che ingombra-vano la scrivania del disordinato ufficio e, pog-giato l’assegno, si chinò a esaminarlo più da vi-cino. «Sì» disse «questo assegno era stato inte-stato proprio a me. Claudia Davis lo ha scrittoproprio in questo ufficio...» La signorina Fedel-son abbozzò un sorriso. «Ammesso che lo si possachiamare ufficio. Il posto per una scrivania e untelefono. Del resto, sono appena agli inizi, sacom’è...» «Da quanto tempo lavora come agente diviaggi, signorina Fedelson?» «Da sei mesi. È un

lavoro estremamente eccitante.» «Aveva mai preno-tato un viaggio per la signorina Davis prima diallora?» «No. Quella è stata la prima volta.»«Qualcuno le aveva fatto il suo nome?» «No. La si-gnorina l’ha trovato sull’elenco telefonico.» «Ele ha chiesto di organizzarle questo viaggio, giu-sto?» «Sì.» «E l’assegno? A cosa serve?» «Per ibiglietti aerei, e per la caparra da depositare

nei vari alberghi.» «Alberghi dove?» «A Parigi e aDigione. E poi, un altro a Losanna, in Svizzera.»«Aveva intenzione di andare in Europa?» «Sì. Da

Page 50: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 50/67

 

Losanna si sarebbe spostata in Italia. Stavo occu-pandomi anche di quello... degli spostamenti e de-gli alberghi, sa com’è.» «Quando aveva intenzionedi partire?» «Il primo settembre.» «Questo spiega

le valigie e gli abiti...» osservò Carella ad altavoce. «Prego?» mormorò la signorina Fedelson e,sorridendo, inarcò le sopracciglia. «Niente, nien-te» rispose Carella. «Qual è stata la sua impres-sione della signorina Davis?» «Difficile a dirsi.È stata qui solo una volta, lei capisce...» Dopoaverci pensato su un istante, la signorina Fedel-son continuò: «Immagino che, se si fosse sforzata

un po’, avrebbe potuto essere una ragazza simpati-ca. Il fatto è che non si sforzava minimamente.Aveva i capelli corti e scuri, e sembrava piutto-sto... be’, introversa, direi. La si sarebbe potu-ta definire timida. O spaventata. Non so...» Lesue labbra si atteggiarono un’altra volta al sor-riso: «Le sono stata di qualche aiuto?» «Se nonaltro, adesso sappiamo che aveva intenzione di an-dare all’estero» rispose Carella. «Settembre è unbuon mese per viaggiare» replicò la signorina Fe-delson. In settembre, i turisti sono tornati tuttia casa... «C’era una nota malinconica nella suavoce.» Dopo averla ringraziata per il tempo chegli aveva dedicato, Carella lasciò il piccolo uf-ficio con i dépliant che illustravano i viaggisparsi sulla scrivania ingombra. * * * Era ormaiquasi a corto di assegni e quasi a corto di idee.

Tutto sembrava indicare un ragazza ansiosa di fug-gire, ansiosa di nascondersi. Di nascondersi dache? Josie Thompson era da sola sulla barca; ilcoroner aveva stabilito che si era trattato di uncaso di annegamento accidentale; la compagnia diassicurazioni non aveva contestato la richiesta diClaudia, e le aveva consegnato un assegno cheavrebbe potuto essere incassato in qualsiasi parte

del mondo. Eppure, era tangibile l’ansia di na-scondersi, di fuggire, e Carella non riusciva acomprenderne il perché. Scosse il capo. Trasse,

Page 51: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 51/67

 

quindi, dalla tasca della giacca la lista degliassegni che gli rimanevano da controllare: il cal-zolaio, il parrucchiere, un fioraio, un negozio didolciumi. Nessuno che avesse una reale importanza.

E, infine, l’assegno intestato a un privato, quel-lo che recava il numero 006 e la data dell’undiciluglio, emesso in favore di un uomo di nome DavidOblinsky per un importo di quarantacinque dollarie settantacinque. Carella pranzò alle due e mezzae, poi, andò in centro. Trovò Oblinsky in un barnei pressi del terminal degli autobus. Era sedutosu uno degli sgabelli di fronte al bancone, inten-

to a sorseggiare una tazza di caffè. Chiese a Ca-rella di unirsi a lui, e Carella accettò di buongrado. «Mi ha rintracciato attraversoquell’assegno, eh?» esordì. «La compagnia dei te-lefoni le ha dato il mio numero e il mio indiriz-zo, eh? Il mio nome non è sull’elenco telefonico,come lei saprà. Non sono tenuti a comunicare ilmio numero a nessuno.» «Dato che la richiesta ve-niva dalla polizia, hanno fatto un’eccezione.»«Ah, sì? E se i poliziotti chiedessero il numerodi Marlon Brando? Crede che riuscirebbero ad aver-lo? Neanche per idea. Questa faccenda non mi pia-ce. Nossignore, non mi piace nemmeno un po’!»«Qual è la sua attività, signor Oblinsky? Esisteuna ragione particolare perché il suo numero nonrisulti sull’elenco telefonico?» «Faccio il taxi-sta; e certo che c’è una ragione. Il fatto di non

avere il proprio nome sull’elenco telefonico fafine. Non lo sapeva?» Carella sorrise. «No, non losapevo.» «Eppure, è proprio così.» «Perché ClaudiaDavis le ha dato questo assegno?» domandò Carella.«Vede, io lavoro per una compagnia di taxi in que-sta città, ma, di solito, durante i fine settimanao le giornate di libertà uso la mia auto per ac-compagnare i clienti che devono percorrere dei

tragitti piuttosto lunghi; capisce cosa intendo?Brevi viaggetti verso la campagna, la montagna, ilmare o qualunque altro luogo dove vogliano recar-

Page 52: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 52/67

 

si.» «Capisco.» «Già. E così, in giugno, ai primidi giugno, ho ricevuto una chiamata da un cono-scente di Triangle Lake, il quale mi ha detto chec’era una riccona che aveva bisogno di qualcuno

che riportasse in città la sua Cadillac. Mi haspiegato che, se fossi stato disposto a prendereil treno e a riportare l’auto in città, avrei po-tuto guadagnarmi trenta dollari. Io gli ho rispo-sto: “No, grazie”. Ne volevo quarantacinque; incaso contrario, niente da fare. Sapevo di averloin pugno, capisce? Mi aveva già detto che nessunodi quei campagnoli che vivono lassù si sentiva in

grado di affrontare un tale viaggio. Così, mi harisposto che ne avrebbe parlato con la ragazza eche mi avrebbe richiamato. Insomma, mi ha richia-mato... questa storia della compagnia dei telefonimi infastidisce terribilmente. E se si trattassedi Doris Day? Pensa che darebbero a chiunque ilsuo numero? Solleverò uno scandalo, mi creda!»«Che cosa è successo quando l’ha richiamata?»«Be’, ha detto che la ragazza era disposta a darmii quarantacinque dollari, ma mi ha chiesto se po-tevo aspettare il pagamento fino a luglio, perché,in quel momento, lei era un po’ a corto di denaro.“Che diavolo” mi sono detto “non sarà certo unasignora che possiede una Cadillac del 1960 a farmifesso”! Decisi, insomma, che avrei potuto fidarmidi lei. Però ho fatto presente a quel tizio che,stando così le cose, pretendevo che la ragazza mi

pagasse i pedaggi della via del ritorno, partico-lare che, in genere, tralascio. Ecco a cosa servi-vano i settantacinque centesimi: i pedaggi.» «Dun-que, lei ha viaggiato in treno fin lassù, e poi hariportato la Cadillac e la signorina Davis in cit-tà, giusto?» «Sì.» «Immagino che durante il viag-gio di ritorno la ragazza fosse sconvolta...»«Eh?» «Turbata... triste, insomma.» «Eh?» «Scossa.

In lacrime. Isterica» insisté Carella. «No. No,stava benone.» «Ciò che intendo dire è...» Carellaesitò. «Ho immaginato che non fosse in grado di

Page 53: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 53/67

 

riportare indietro l’auto da sé...» «Già; propriocosì. È per questo che mi ha mandato a chiamare.»«E allora...» «Ma non perché fosse sconvolta ochissà che.» «Perché, allora?» Carella aggrottò le

sopracciglia. «Aveva molti bagagli? Aveva bisognoche lei le desse una mano con le valigie?» «Sì,certo. Aveva tanto le sue, che quelle della cugi-na. Sua cugina è annegata, sa...» «Sì, lo so.»«Chiunque, però, sarebbe stata in grado di aiutar-la coi bagagli» precisò Oblinsky. «No, non è perquesto che mi ha mandato a chiamare. Quella ragaz-za aveva realmente bisogno di me, signore.» «Per-

ché?» «Perché? Perché non sapeva guidare, eccoperché.» Carella lo fissò a bocca aperta. «Si sba-glia» borbottò. «Oh, no» replicò Oblinsky. «Non saguidare, mi creda. Mentre caricavo le valigie nelportabagagli, le ho chiesto di mettere in moto lamacchina, e lei non sapeva fare neanche quello.Ehi, pensa che dovrei andare a fare una scenataalla compagnia dei telefoni?» «Non ne ho idea» ri-spose Carella, alzandosi di scatto. D’un tratto,l’assegno intestato al parrucchiere di Claudia Da-vis aveva assunto ai suoi occhi una importanzafondamentale. Era quasi rimasto a corto di asse-gni, ma, all’improvviso, gli era balenata un’idea.* * * Il negozio del parrucchiere si trovava nellaVentitreesima Sud, subito al di là di JeffersonAvenue. Davanti all’ingresso del negozio troneg-giava una tettoia verde, su cui, in bianco, erano

discretamente tracciate le parole: ARTURO MANFRE-DI, INC. Una targa di vetro alla finestra, ripete-va il nome del parrucchiere e, a beneficio di co-loro i quali non leggevano né Vogue né Harper’sBazaar, aggiungeva che il negozio aveva due sedi,una a Isola e un’altra a “Nassau, Bahamas”. Sotto,in piccolo, si leggeva: “Famoso in tutto il mon-do”. Carella e Hawes varcarono la soglia del nego-

zio alle quattro e mezza del pomeriggio. Nellapiccola sala d’ingresso c’erano due signore accu-ratamente pettinate che, le gambe accavallate,

Page 54: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 54/67

 

sembravano in attesa degli chauffeur, dei mariti,ovvero degli amanti. Quando i detective entrarono,le donne sollevarono lo sguardo con aspettazione,espressero un lieve disappunto inarcando impercet-

tibilmente le sopracciglia appena depilate, e tor-narono a immergersi nella lettura delle loro rivi-ste di moda. Carella e Hawes si avvicinarono albancone. La ragazza che li accolse era una biondadall’aspetto patinato e la vocina da collegio fem-minile. «Sì» esordì. «In cosa posso esservi uti-le?» Quando Carella esibì il suo distintivo, lacompostezza della ragazza vacillò per un istante.

Dopo aver letto la scritta in rilievo sullo scu-detto e aver osservato la fotografia sulla tesseradi riconoscimento, riacquistò immediatamente lasua squisita calma e, in tono freddo e privo diemozioni, disse: «Sì, cosa posso fare per voi?»«Ci chiedevamo se lei sarebbe stata in grado didirci qualcosa riguardo alla ragazza che ha emessoquesto assegno» spiegò Carella e, infilatasi unamano nella tasca della giacca, ne trasse una foto-copia dell’assegno che posò sul bancone, sottoagli occhi della bionda. La bionda gli lanciòun’occhiata distratta. «Qual è il nome?» chiese.«Non riesco a decifrarlo.» «Claudia Davis.» «D-A-V-I-S?» «Sì.» «Non conosco nessuno con questo no-me» dichiarò la bionda. «Non si tratta di una no-stra cliente abituale.» «Eppure, ha emesso un as-segno in favore del vostro negozio» replicò Carel-

la. «L’assegno è stato staccato il sette luglio;le spiacerebbe controllare i registri, e scoprireper quale motivo si è rivolta a voi e chi è statoa occuparsi di lei?» «Mi dispiace.» «Cosa?» «Midispiace, ma il negozio chiude alle cinque e, pernoi, a quest’ora l’attività è più intensa che mai.Sono certa che possiate capirmi. Se voleste torna-re più tardi...» «Non abbiamo nessuna intenzione

di tornare più tardi» la interruppe Carella. «Per-ché se tornassimo più tardi, torneremmo con unmandato e, possibilmente, un mandato che ci con-

Page 55: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 55/67

 

sentisse di sequestrare i vostri registri e, tal-volta, cose del genere sono in grado di provocarenon poca eccitazione fra i cronisti mondani, equesto tipo di eccitazione potrebbe incrementare

la vostra fama internazionale. Abbiamo avuto unagiornata faticosa, signorina, e ciò che le chie-diamo è molto importante. Allora, che ne dice?»«Naturalmente. Siamo sempre lieti di collaborarecon la polizia» replicò la bionda in tono gelido.«Specialmente quando i suoi rappresentanti sonocosì ben educati.» «E noi lo siamo estremamente»ribatté Carella. «Il sette luglio, ha detto?» «Il

sette luglio.» Allontanatasi dal bancone, la bion-da si diresse verso il retrobottega. Una bruna fe-ce capolino nella sala d’ingresso, chiedendo: «Ègià andata via la signorina Marie?» «Chi è la si-gnorina Marie?» domandò Hawes. «La ragazza bion-da.» «No. È andata a prenderci una cosa.» «Quellaciocca di capelli bianchi è molto affascinante»osservò la brunetta. «Sono la signorina Olga.»«Molto lieto.» «Piacere mio» replicò la signorinaOlga. «Al suo ritorno, le spiacerebbe dirle cheuno dei caschi del terzo piano ha qualcosa che nonva?» «Lo farò senz’altro» rispose Hawes. Con unsorriso, la signorina Olga agitò la mano e svanìdi nuovo nel retrobottega. La signorina Marie ri-comparve qualche minuto dopo. Fissando lo sguardonegli occhi di Carella, disse: «Una certa signori-na Davis è stata qui il sette luglio. Se n’è occu-

pato il signor Sam. Volete parlare con lui?» «Sì.»«Allora seguitemi, prego» li invitò senza tantipreamboli la signorina Marie. I due detective laseguirono nel cuore del negozio, sfilando dinanzia donne che, con indosso dei grembiuli, sedevanocon le gambe accavallate e la testa sotto al ca-sco. «A proposito» proruppe Hawes «la signorinaOlga ha detto di avvisarla che uno dei caschi del

terzo piano ha qualcosa che non va.» «Grazie» re-plicò la signorina Marie. In quel mondo di macchi-nari femminili, Hawes si sentiva particolarmente

Page 56: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 56/67

 

goffo. Nel negozio aleggiava un’atmosfera di deli-cata efficienza, e Hawes – un metro e novanta sen-za tacchi, ottantacinque chili di peso – era certoche avrebbe rovesciato una boccetta di smalto per

unghie o una bottiglia di tintura per capelli. Nelvarcare la soglia della sala al secondo piano, ab-bassando lo sguardo su quella lunga fila di ron-zanti caschi spaziali da cui emergevano dei corpidi donna dalle gambe accavallate, le cui sottove-sti di nylon erano celate da una sorta di grembiu-le da barbiere, Hawes acquisì consapevolezza di unnuovo fenomeno. Le donne stavano lentamente vol-

gendo le teste all’interno dei caschi per osserva-re la ciocca di capelli bianchi sulla sua tempiasinistra. Nonostante quella ciocca bianca fosse ilrisultato di una coltellata – gli avevano rasato icapelli rossi per curare la ferita, e quelli eranoricresciuti in quel modo – Hawes si rese improvvi-samente conto che molte di quelle donne avevanosborsato una discreta somma di denaro, duramenteguadagnato da chissà chi, per riprodurre delleciocche di capelli bianche identiche alle sue, enon si sentì più un poliziotto in missione. Sisentì, piuttosto, un cliente arrivato al negozioper farsi ritoccare quella dannata ciocca bianca.«Questo è il signor Sam» disse la signorina Mariee, quando Hawes si girò, Carella stava stringendola mano a un uomo piuttosto allungato. L’uomo nonera particolarmente alto: era semplicemente allun-

gato. Si aveva l’impressione di guardarlo dallepoltrone laterali di un cinema, e di vederlo de-formato, stranamente bidimensionale. Indossava ungrembiule bianco dal cui taschino emergevano tresottili pettini, e teneva un paio di forbici nellamano affusolata e dall’aspetto sensibile. «Moltolieto» disse rivolto a Carella, e abbozzò un mezzoinchino, europeo in origine, americano per esecu-

zione. Dopodiché, si girò verso Hawes e, stringen-dogli la mano, ripeté: «Molto lieto.» «Sono dellapolizia» lo informò la signorina Marie in tono

Page 57: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 57/67

 

brusco, esonerando il signor Sam dall’obbligo diessere cortese, e poi lasciò gli uomini da soli.«Una donna di nome Claudia Davis è stata qui ilsette luglio» cominciò Carella. «A quanto pare, è

stato lei a pettinarla. Vorrebbe essere così gen-tile da dirci che cosa ricorda di lei?» «ClaudiaDavis... Claudia Davis...» mormorò il signor Sam,accarezzandosi l’ampia fronte nel tentativo direalizzare un’operazione di stenografia visiva,come se volesse tirare fuori il concetto che gliinteressava senza svolgere il relativo ragionamen-to. «Vediamo un po’, Claudia Davis... Claudia Da-

vis...» «Già.» «Sì, Claudia Davis. Una bionda mol-to graziosa.» «No» replicò Carella, scuotendo ilcapo. «Una bruna. Lei sta sbagliando persona.»«Non sto affatto sbagliando persona» ribatté ilsignor Sam. Si picchiettò, quindi, la tempia conil dito indice, esibendosi in un’altra operazionedi stenografia visiva. «Mi ricordo di Claudia Da-vis. Una bionda.» «Una bruna» insisté Carella,continuando a fissare il signor Sam. «Quando è an-data via; ma quando è arrivata era bionda.» «Co-sa?» intervenne Hawes. «Era bionda; una bionda na-turale molto carina. È raro. Trovare una biondanaturale, intendo. Non riuscivo a capacitarmi delfatto che volesse cambiare colore.» «Le ha tinto icapelli?» chiese Hawes. «Proprio così.» «Le haspiegato perché mai volesse tingersi i capelli?»«No, signore. Ho anche cercato di dissuaderla. Le

ho detto: “Lei ha dei capelli ma-gnifici; io possofare me-raviglie con dei capelli del genere. Lei èbionda, mia cara; ci sono brune che vengono quiogni giorno di ogni settimana implorandoci di far-le diventare bionde!”. Ma no: lei non ha volutodarmi ascolto. E io le ho tinto i capelli. L’hofatta diventare bruna.» Quell’idea sembrava ferireancora il signor Sam, il quale guardò i due detec-

tive come se fossero responsabili dell’ostinazionedi Claudia Davis. «Cos’altro ha fatto per lei, si-gnor Sam?» domandò Carella. «Tintura, taglio e

Page 58: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 58/67

 

messa in piega. E credo che una delle ragazze leabbia fatto un massaggio facciale e una manicure.»«Che intende dire con “taglio”? Quando è arrivataqui la ragazza aveva i capelli lunghi?» «Sì; dei

magnifici capelli biondi e lunghi. Voleva cheglieli tagliassi. E io glieli ho tagliati...»Ilsignor Sam scosse il capo. «Un vero peccato. Eraorribile. In genere, non mi esprimo mai in questitermini riguardo a qualcuno di cui mi sono occupa-to io stesso, ma quando è uscita di qui, quellaragazza era orribile. Si sarebbe stentato a rico-noscere in lei la graziosa biondina che era entra-

ta non più di tre ore prima.» «Grazie, signor Sam.Sappiamo che è molto occupato.» Quando furono instrada, Hawes disse: «Lo sapevi già prima che en-trassimo in quel negozio, non è vero, signor Ste-ve?» «Lo sospettavo, signor Cotton. Su, torniamoalla centrale.» Giunti alla centrale, si accomoda-rono nell’ufficio del tenente Byrnes, sforzandosidi indovinare che cosa sarebbe successo. Stavanolanciando un salvagente per vedere se qualcuno visi aggrappava, ecco tutto; stavano semplicementeissando la bandiera, per vedere se qualcuno salu-tava. L’ufficio del tenente aveva quattro finestreperché il tenente rivestiva un ruolo piuttosto im-portante. Era un ufficio molto elegante; era dota-to di un ventilatore elettrico, nonché di unascrivania grande e spaziosa. Era davvero moltopiacevole. Be’, a dire la verità, era una topaia,

e non era certo il luogo più adatto a tenervi unariunione ad alto livello, ma era la stanza miglio-re che il distretto potesse offrire. Dopo un po’,del resto, ci si abituava all’intonaco che sisgretolava e alle pareti sudice, alla pessima il-luminazione e al puzzo di urina che proveniva dalgabinetto degli uomini in fondo al corridoio. Pe-ter Byrnes non lavorava per la B.B.D. & O., lavo-

rava per la città. E, in un modo o nell’altro, lacosa era ben diversa. «Ho appena telefonato a Ire-ne Miller» cominciò Carella. «Le ho chiesto di de-

Page 59: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 59/67

 

scrivermi Claudia Davis, ed ecco cosa mi ha detto:piccola, capelli scuri, timida, semplice. Poi leho chiesto di descrivermi la cugina, Josie Thomp-son...» Carella annuì con aria cupa. «Indovina un

po’?» «Una bella ragazza» rispose Hawes. «Una bel-la ragazza dai lunghi capelli biondi.» «Propriocosì. A dire la verità, la signora Miller ci avevadescritto entrambe le ragazze la prima volta cheabbiamo parlato con lei: è tutto nel rapporto, ne-ro su bianco. Ha detto che erano come il bianco eil nero, sia per aspetto che per personalità.Bianco e nero, certo... Una bruna e una maledet-

tissima bionda!» «Questo spiega il giallo» osservòHawes. «Quale giallo?» «Courtenoy. Ha detto diaver visto una macchia gialla che affiorava in su-perficie. Non parlava dei vestiti, Steve... parla-va dei capelli.» «Questo spiega un mucchio di co-se» replicò Carella. «Spiega perché la timidaClaudia Davis stesse preparandosi per un viaggioin Europa acquistando baby-doll e bikini. E spiegaperché l’impresario delle pompe funebri lassù ab-bia definito Claudia una bella ragazza. E spiegaperché il referto autoptico le abbia attribuitocirca trent’anni, mentre tutti quanti parlavano dilei come se fosse molto più giovane.» «La ragazzache è annegata non era Josie, eh?» disse Meyer.«Sei convinto che si trattasse di Claudia.» «Pro-prio così: sono convinto che si trattasse di Clau-dia.» «E sei convinto che, in seguito, Josie si

sia tagliata i capelli, se li sia tinti e abbiaassunto il nome della cugina, cercando di farsipassare per Claudia fino a quando non fosse riu-scita a lasciare il paese, eh?» riprese Meyer.«Perché?» domandò Bymes. Era un uomo massiccio,caratterizzato da un grosso testone rotondo e daun corpo tarchiato e robusto. Non amava sprecareil tempo o le parole. «Perché solo Claudia poteva

riscuotere i dividendi delle azioni; perché Josienon possedeva neanche un centesimo...» «Avrebbepotuto incassare il denaro dell’assicurazione sul-

Page 60: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 60/67

 

la vita della cugina» obiettò Meyer. «Certo, manon avrebbe ottenuto nient’altro. Alla morte diClaudia, le azioni sarebbero passate alla U.C.L.A.Un’università, per l’amor di Dio! Cosa credi che

ne pensasse Josie? Ascolta, non sto tentando diattribuirle un omicidio. Penso soltanto che abbiasfruttato una situazione favorevole. Claudia erain barca da sola. Quando è caduta nel lago, Josieha cercato davvero di salvarla, non c’è il minimodubbio. Non vi è riuscita, e Claudia è annegata.Ok. Josie ha avuto una crisi di nervi: non riusci-va a parlare in modo coerente, piangeva, singhioz-

zava... una crisi isterica in piena regola. Poi,però, arrivò il nuovo giorno. E con il nuovo gior-no, Josie cominciò a riflettere. Erano lontanedalla città, straniere in un paese straniero.Claudia era annegata, ma nessuno sapeva che sitrattasse di Claudia. Nessuno, tranne Josie. Laragazza non aveva documenti di identità su di lei,ricordate? La sua borsetta era in macchina. Ok. Seavesse identificato la morta come Claudia Davis,Josie avrebbe incassato i venticinquemila dollaridell’assicurazione, ma tutte le azioni sarebberostate trasferite a nome dell’università, e la cuc-cagna sarebbe finita. Immaginate, invece, provatea immaginare che Josie abbia detto alla poliziache la ragazza nel lago era Josie Thompson; imma-ginate che abbia detto: “Io, Claudia Davis, vi di-co che la ragazza annegata è mia cugina, Josie

Thompson”...» Hawes annuì. «In tal caso, avrebbesempre incassato l’assicurazione e, in più, avreb-be usufruito delle notevoli somme derivanti daidividendi.» «Esatto. Che cosa occorre per incassa-re l’assegno relativo a un dividendo? Un sempliceconto corrente. Un conto corrente con una firmaben precisa. Josie non doveva, dunque, far altroche aprire un conto, firmare col nome di Claudia

Davis, e poi girare di conseguenza ognuno degliassegni relativi ai dividendi.» «Il che spiega ilnuovo conto» intervenne Meyer. «Josie non poteva

Page 61: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 61/67

 

usare il vecchio conto di Claudia perché la bancaconosceva sicuramente sia Claudia che la sua fir-ma. Così, Josie ha dovuto rinunciare ai sessanta-mila dollari alla Highland Trust e cominciare da

zero.» «E mentre si costruiva una nuova identità euna nuova fortuna» continuò Hawes «se ne sarebbeandata in Europa, in modo che i pochi amici diClaudia si dimenticassero del tutto di lei. Forse,aveva programmato di restare laggiù per anni e an-ni.» «I conti tornano» osservò Carella. «Claudiaaveva la patente, ed è stata lei a guidare la mac-china da Stewart City. Josie, invece, ha avuto bi-

sogno di uno chauffeur per riportare indietrol’automobile.» «Ed è plausibile che Claudia, cosìmeticolosa riguardo alle faccende di denaro, la-sciasse tanti conti in sospeso?» rifletté Hawes.«No, signori: è stata Josie. E Josie era in bol-letta. Josie aspettava che l’assicurazione le ver-sasse il dovuto, in modo da pagare i suoi debiti elasciare il paese.» «Devo ammettere che le cosequadrano» osservò Meyer. Peter Byrnes non sprecavamai le parole. «Chi ha incassato l’assegno di ven-ticinquemila dollari per conto di Josie?» domandò.Nella stanza era calato il silenzio. «Nelle taschedi chi sono finiti i cinquemila dollari mancanti?»Un altro silenzio. «Chi ha ucciso Josie?» chiese.* * * Jeremiah Dodd, della Security Insurance Cor-poration, Inc., chiamò solo due giorni dopo. Chie-se di parlare con il detective Carella e, quando

glielo ebbero passato, disse: «Signor Carella, hoappena ricevuto notizie di quell’assegno da SanFrancisco.» «Quale assegno?» domandò Carella. Ave-va appena finito di interrogare il testimone di unaccoltellamento avvenuto in una drogheria di Cul-ver Avenue e, in quel momento, il caso di ClaudiaDavis o, per meglio dire, di Josie Thompson eral’ultima cosa che gli passava per la testa.

«L’assegno pagato a Claudia Davis» rispose Dodd.«Ah, sì. Chi l’ha incassato?» «Sul retrodell’assegno ci sono due girate: una effettuata da

Page 62: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 62/67

 

Claudia Davis, naturalmente; l’altra effettuata dauna società chiamata Leslie Summers, Inc. Si trat-ta del regolare timbro di una società, recante lascritta “Solo per Deposito” e la firma di uno dei

dirigenti.» «Ha idea di che tipo di compagnia sitratti?» domandò Carella. «Sì» rispose Dodd. «Sioccupa del cambio di valuta estera.» «Grazie» re-plicò Carella, riagganciando. Nel pomeriggio, sirecò alla sede della società in compagnia di BertKling. Ci andò insieme a Kling per puro caso, soloperché Kling, diretto in centro per comprare unregalo di compleanno a sua madre, gli aveva offer-

to un passaggio. Quando parcheggiarono l’auto,Kling domandò: «Quanto ci metterai, Steve?» «Pochiminuti, immagino.» «Vuoi che ci rincontriamo qui?»«Be’, io sarò alla Leslie Summers, Inc., 720 Hall:se finisci prima di me, passa di là.» «D’accordo.Ci vediamo dopo» lo salutò Kling. Si separarono inHall Avenue senza stringersi la mano. Trovatol’ufficio a pianterreno della Leslie Summers,Inc., Carella ne varcò la soglia. Un bancone, die-tro al quale lavoravano parecchie ragazze, separa-va in due la stanza. Una delle ragazze stava par-lando a un cliente in francese, e un’altra parlavain italiano con un uomo che voleva lire in cambiodi dollari. Una tabella dietro al bancone indicavail cambio del giorno per i paesi di tutto il mon-do. Carella si mise in fila e aspettò. Quando ebberaggiunto il bancone, la ragazza che aveva sentito

parlare in francese, disse: «Sì, signore?» «Sonoun detective» spiegò Carella e, aprendo il porta-foglio, mostrò il distintivo. «In luglio, aveteincassato un assegno per conto della signorinaClaudia Davis... un assegno di una compagnia diassicurazioni del valore di venticinquemila dolla-ri. Lei, per caso, se ne ricorda?» «No, signore;non credo proprio di essermene occupata io.» «Le

spiacerebbe chiedere un po’ in giro e cercare discoprire chi se n’è occupato?» La ragazza si con-sultò brevemente con le sue colleghe e, poi, si

Page 63: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 63/67

 

avvicinò a una scrivania dietro alla quale sedevaun uomo corpulento e dalla calvizie incipiente,con un paio di baffi sottilissimi. I due discusse-ro per cinque minuti abbondanti. L’uomo continuava

ad agitare le mani; la ragazza continuava a cerca-re di spiegargli la faccenda dell’assegno dellacompagnia assicurativa. Il campanello sulla portad’ingresso trillò. Bert Kling fece il suo ingres-so, si guardò attorno e, individuato Carella, loraggiunse al bancone. «Tutto fatto?» domandò Ca-rella. «Sì; le ho comprato un ciondolo per ilbraccialetto. E tu?» «Stanno tenendo un incontro

al vertice» rispose Carella. L’uomo grasso si av-vicinò al bancone. «Qual è il problema?» chiese.«Nessun problema. Ha incassato un assegno del va-lore di venticinquemila dollari?» «Sì. L’assegnonon è forse valido?» «È validissimo.» «Sembrava unassegno valido. Era stato emesso da una compagniadi assicurazioni. La signorina era qui mentrechiamavamo la compagnia. Lì ci hanno detto che eraautentico e che non correvamo rischi ad accettar-lo. Non era valido?» «No, no, era perfetto.» «Laragazza ci ha anche fornito prova della sua iden-tità. Sembrava tutto a posto.» «Che documento viha mostrato?» «In genere, noi richiediamo la pa-tente di guida o il passaporto, ma lei non avevanessuno dei due, e così abbiamo accettato il cer-tificato di nascita. Dopo tutto, avevamo chiamatola compagnia... L’assegno non è valido?» «È vali-

dissimo. L’assegno, però, era di venticinquemiladollari, e noi stiamo cercando di scoprire che neè stato dei cinquemila dollari che...» «Ah, sì. Ifranchi.» «Cosa?» «La ragazza ha cambiato cinque-mila dollari in franchi» spiegò il grassone. «Ave-va intenzione di andare all’estero?» «Sì, avevaintenzione di andare all’estero» annuì Carella.Dopo un attimo, trasse un profondo sospiro: «Be’,

mi pare sia tutto.» «Sembrava tutto a posto» insi-sté il grassone. «E lo era. Grazie. Andiamo,Bert.» Percorsero Hall Avenue in silenzio. «Non ci

Page 64: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 64/67

 

capisco niente!» esclamò Carella. «A proposito diche, Steve?» «Di questo caso...» Trasse un altrosospiro. «Al diavolo!» «Andiamo a bere una tazzadi caffè. Cos’è la storia dei franchi?» «La ragaz-

za ha cambiato cinquemila dollari in franchi» ri-spose Carella. «Ultimamente, i francesi se la pas-sano piuttosto bene, eh?» osservò Kling, sorriden-do. «Ecco un bar. Sembra buono, no?» «Ottimo» re-plicò Carella aprendo la porta del locale. «Cheintendi dire, Bert?» «Con i franchi.» «Con i fran-chi, cosa?» «Il cambio dev’essere particolarmentefavorevole.» «Non capisco dove vuoi arrivare.»

«Semplicemente al fatto che circolano un mucchiodi franchi.» «Di che diavolo stati parlando,Bert?» «Non c’eri anche tu? Mercoledì scorso?»«Dove?» «All’assemblea. Ero convinto ci fossi an-che tu.» «No, non c’ero» replicò stancamente Ca-rella. «Ora capisco.» «Ora capisci cosa? Bert, perl’amor del...» «Ora capisco perché non ti ricordidi quel tizio.» «Di quale tizio?» «Il tipo arre-stato per furto con scasso: hanno trovato cinque-mila dollari in franchi francesi nel suo apparta-mento.» Carella si sentì come se fosse stato inve-stito da un treno. * * * Quella storia era statafolle sin dall’inizio. A volte, capita. La ragazzasembrava nera e, invece, era bianca; si pensavache fosse Claudia Davis e, invece, era JosieThompson; si ricercava un assassino e, invece, sitrattava di un ladro. Lo prelevarono dalla cella

in cui aspettava un processo per furto con scasso.Salì in ascensore scortato dalla polizia. Il fur-gone della polizia lo scaricò davanti alla portalaterale del tribunale, che varcò sotto scorta. Dalì, attraverso un lungo corridoio, fu condottoall’edificio che ospita l’ufficio del procuratoredistrettuale e, quindi, fatto entrare in ascenso-re. La porta dell’ascensore si aprì su una stan-

zetta del piano superiore. L’altro uscio dellastanza era chiuso a chiave dall’esterno e contras-segnato da un cartello che diceva: VIETATO

Page 65: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 65/67

 

L’INGRESSO. L’agente che aveva accompagnato RalphReynolds alla sala degli interrogatori rimase ap-poggiato alla porta dell’ascensore per tutto iltempo in cui i detective interrogarono l’uomo, te-

nendo la mano destra appoggiata al calcio dellapistola. «Mai sentita nominare» dichiarò Reynolds.«Claudia Davis» insisté Carella. «O Josie Thomp-son. Scegli quello che più ti aggrada: va bene unodei due.» «Non conosco nessuna delle due. Che dia-volo significa tutto questo? Mi avete arrestatocon l’accusa di furto con scasso, e ora tentate diattribuire a me tutto quello che succede in cit-

tà?» «Chi ha detto che è successo qualcosa, Rey-nolds?» «Se non è successo niente, perché mai miavete trascinato quassù?» «Nel tuo appartamentosono stati rinvenuti cinquemila dollari in fran-chi, Reynolds. Dove li hai presi?» «Chi lo vuolesapere?» «Non fare il furbo, Reynolds! Dove haipreso quel denaro?» «Un tizio che mi doveva deisoldi mi ha pagato in franchi. Era un francese...così ha pagato in franchi.» «Come si chiama?» «Nonme lo ricordo.» «Farai meglio a farti tornare lamemoria.» «Pierre qualcosa.» «Pierre come?» chieseMeyer. «Pierre La Salle, o qualcosa del genere.Non lo conoscevo bene.» «Ma gli hai prestato cin-quemila dollari, eh?» «Già.» «Che cosa hai fattola notte del primo agosto?» «Perché? Che cosa èsuccesso il primo agosto?» «Sei tu che devi dirce-lo.» «Non so che cosa ho fatto.» «Eri al lavoro?»

«Sono disoccupato.» «Sai bene cosa intendo dire!»«No. Che intende dire?» «Eri intento a svaligiarequalche appartamento?» «No.» «Rispondi! Sì o no?»«Ho detto di no.» «Sta mentendo, Steve» disseMeyer. «Certo che sta mentendo.» «Già, proprio co-sì. State a sentire, sbirri, non potete accusarmidi niente, a parte il furto con scasso» ammessoche possiate provarlo. Quindi, smettetela di cer-

care di attribuirmi altri reati: non ci riusciretemai. «Ammesso che quelle impronte digitali noncoincidano...» si affrettò a replicare Carella.

Page 66: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 66/67

 

«Quali impronte digitali?» «Quelle che abbiamotrovato sul collo della ragazza» mentì Carella.«Indossavo...!» Nella piccola stanza era calato unsilenzio di tomba. Reynolds trasse un profondo so-

spiro, abbassando lo sguardo sul pavimento. «Vole-vi dirci qualcosa?» «No» rispose. «Andate al dia-volo.» Alla fine, confessò. Dopo dodici ore di in-terrogatorio serrato, l’uomo crollò. Non aveva in-tenzione di uccidere la ragazza, spiegò. Non sape-va neanche che nell’appartamento ci fosse qualcu-no. Aveva guardato in camera da letto, e il lettoera vuoto; non si era accorto ce la ragazza si era

addormentata in una poltrona, vestita di tuttopunto. Aveva trovato i franchi in un grosso barat-tolo su una delle mensole sopra al lavandino. Ave-va preso il denaro e, poi, aveva accidentalmentefatto cadere il barattolo; la ragazza si era sve-gliata, era entrata nella stanza e, vistolo, avevacominciato a strillare. E così, lui le avevastretto le mani attorno al collo. Voleva solo zit-tirla, ma lei continuava a dimenarsi. Era una ra-gazza forte. Lui aveva continuato a stringere, masolo per farla tacere. La ragazza, però, avevacontinuato a dimenarsi, e lui era stato costrettoa stringere ancora di più. Continuava a lottarecome se... come se lui avesse davvero avuto inten-zione di ucciderla, come se non volesse perdere lavita. Ma si trattava di omicidio preterintenziona-le, no? Non voleva uccidere la ragazza. Non era

omicidio volontario, no? «Non volevo ucciderla!»urlò Reynolds, mentre due poliziotti lo trascina-vano in ascensore. «Ha iniziato a strillare! Nonsono un assassino! Guardatemi! Vi sembro un assas-sino?» Poi, mentre l’ascensore si avviava verso ilseminterrato, gridò: «Sono uno scassinatore!» comese fosse stato orgoglioso della sua professione,come se avesse voluto dichiarare che lui era qual-

cosa di più di un ladro comune, come se fosse sta-to un operaio specializzato, un artigiano qualifi-cato. «Non sono un assassino! Sono uno scassinato-

Page 67: McBain_Le Ore Vuote

5/17/2018 McBain_Le Ore Vuote - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/mcbainle-ore-vuote 67/67

 

re!» urlava. «Non sono un assassino! Non sono unassassino! Non sono un assassino!» E la sua voceecheggiò nel pozzo dell’ascensore, mentre la cabi-na scivolava verso il seminterrato e il furgone li

aspettava in strada. Dopo che l’uomo fu portatofuori, i detective rimasero nella piccola stanzaancora per qualche minuto. «Fa caldo qui» osservòMeyer. «Già...» Carella annui. «Qualcosa non va?»«No, niente.» «Forse quell’uomo ha ragione» disseMeyer. «Forse è solo un ladro.» «Ha smesso di es-serlo nello stesso istante in cui ha rubato unavita, Meyer.» «Anche Josie Thompson aveva rubato

una vita.» «No» replicò Carella, scuotendo il capo«lei l’aveva soltanto presa in prestito. È diver-so, Meyer.» Nella stanza calò il silenzio. «Ti vaun caffè?» chiese Meyer. «Perché no?» Scesero alpianterreno in ascensore e uscirononell’abbagliante solo di agosto. Le strade bruli-cavano di vita. I due uomini si mescolarono allafolla, ma rimasero silenziosi. Alla fine, Carelladisse: «Credo proprio di essere convinto che quel-la ragazza non dovesse morire. E credo anche chequalcuno intento a rifarsi una vita con tale osti-nazione non meritasse di finire così...» Meyerpoggiò la mano sulla spalla di Carella. «Ascolta»replicò con aria grave. «È lavoro. È solo lavoro.»«Già» mormorò Carella. «È solo lavoro.»