Matrici di massa degli elementi finiti - uniroma2.it · Matrici di massa degli elementi finiti La...
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Matrici di massa degli elementi finiti
La matrice di massa può assumere due forme: una detta lumped o concentrata che assume valori
diversi da 0 sulla sola diagonale principale, l’altra consistent o distribuita che utilizza un metodo
consistente con il campo di spostamenti interno assunto
In genere si commette un errore non grande nel considerare la matrice lumped
Si ha il vantaggio di una minore occupazione di memoria
Nella risoluzione delle equazioni di equilibrio (integrazione al passo) si può avere una
consistente diminuzione dei tempi di calcolo
Infatti la lumped si inverte immediatamente
Non esiste un metodo univoco per passare dalla formulazione consistente a quella concentrata
Il metodo più comune prevede di sommare i termini di ciascuna riga sulla diagonale
Nella tabella che segue sono presentate le regole di integrazione più comuni per le matrici di massa
Si noti che, per avere integrazione ottimale, occorre spesso un ordine più basso rispetto a quello
della matrice di rigidezza
Analisi modale
Tale problematica ha senso solo per i sistemi lineari
La ricerca degli autovalori di un sistema meccanico costituisce un punto di partenza fondamentale in
quanto, oltre che a fornire informazioni circa le frequenze e modi propri, permette di costruire una
base di calcolo per il comportamento dinamico complessivo
È interessante rimarcare come, anche per quegli elementi finiti ove si forniva la rigidezza in forma
esatta (es. trave) la matrice di massa sia approssimata, per cui suddividendo la discretizzazione la
soluzione si modifica e tende a convergere
Come già detto in precedenza, in genere si trascura nel problema agli elementi finiti la presenza
dello smorzamento nella risoluzione agli autovalori, salvo poi introdurre successivamente uno
smorzamento modale
In alternativa, si costruisce una matrice di smorzamento proporzionale che garantisce modi di
vibrare reali
KMC
Esistono diverse forme canoniche di presentare il problema, tutte equivalenti
x Bx A 0x BA 0x IAB1
La ricerca degli autovalori coincide analiticamente con la ricerca degli zeri del polinomio
caratteristico det p BA
Nei problemi meccanici non smorzati si ha: 0u MK i i
Gli autovettori sono arbitrari a meno di un fattore di scala, ma si può
eliminare l’arbitrarietà attraverso una normalizzazione rispetto ad M 1i
t
i u M u
Gli autovettori sono ortogonali rispetto alla matrice di massa 0k
t
h u M u
Considerando infatti due autovalori distinti, h k , si può scrivere
hh u Mu K h kk u M u K k
Premoltiplicando la I per e la II per T
huT
ku
h
T
kh
T
k u M uu K u h k
T
hk
T
h u M u u K u k
Sfruttando la simmetria matrici, si traspone ad esempio la II e si sottrae I
h
T
k u M u hk0 Che, nell’ipotesi h k , dimostra ortogonalità
Quindi gli autovettori costituiscono una base completa del sistema stesso
n21 u u u x n21 con i
TTi
iT
i i
x M ux M u
u M u
Si può allora pensare ad un cambio di base, utilizzando la matrice U (nxn)
n21 uuuU
h k
(Se normalizzati a 1)
Si esamina il caso di risposta armonica (eccitazione sinusoidale)
tsen fxKxM q Ux
tsen fq UKq UM Premoltiplicando per UT
tsen f Uq UK Uq UM UTTT tsen f Uq UK Uq I
TT
Che fornisce un sistema risolutivo disaccoppiato essendo
n
1
Λ UK UTCome si potrebbe dimostrare ...
tsen f Uq Λq IT
Un importante vantaggio acquisito con tale procedura è che si può decidere di utilizzare
nel calcolo un numero minore di frequenze proprie rispetto ad n, troncando ove le
frequenze diventano molto più alte di quelle di eccitazione
Risolto nelle coordinate modali q si ritorna a quelle fisiche con la q Ux
Rapporto di Raileigh
0u MK i i 0u M uu K u i
T
ii
T
i i
i
T
i
i
T
i
u M u
u K ui
Se invece di un autovettore si utilizza un vettore
spostamento (compatibile con i vincoli)
x M x
x K xT
T
xR
Quanto più x è prossimo a ui , tanto più R(x) è vicino a i
Facendo ancora ricorso alla base modale q Ux
2
i ii
2
ii
q R
q
T T T
T T T
q U K U q q Λ q x
q U M U q q I q
È interessante rimarcare che x , la stima di 1 è sempre per eccesso
22
1 1 i 1 i 1i
22
1 i 1i
q 1 q q R
q 1 q q
x n21
Pertanto, se vengono utilizzati una serie di x vettori di prova, il risultante R(x)
minore è il più vicino al primo autovalore
Separazione autovalori e serie di Sturm
Si pensi di costruire, accanto al problema autovalori originario, un’altra serie ottenuta
utilizzando sottomatrici di M(m) e K(m) che eliminano le ultime m righe e m colonne
0u MK(m)
i
(m)(m) )m(
i
0u MK1)(m
i
1)(m1)(m )1m(
i
m
mn
m
2
m
1
1m
1mn
1m
2
1m
1
La proprietà di separazione afferma che confrontando i due gruppi di autovalori, essi
sono separati nel senso che
1m
mn
1m
1mn
1m
3
m
3
1m
2
m
2
1m
1
m
1
Si dice che la serie dei polinomi caratteristici (le cui soluzioni sono i ) costruita facendo
variare m è una serie di Sturm se vale la proprietà di separazione
Metodi di risoluzione del problema autovalori per alti numeri gdl
Non esistono soluzioni analitiche efficienti, occorre risolvere il problema in via approssimata
mediante iterazioni
In alcuni casi è conveniente operare non con il sistema completo, ma con un sistema
condensato mediante la riduzione di Guyan (estesa anche alle masse)
(Fisicamente è come dire che si vincolano gli m gdl corrispondenti)
m = master ; s = slave
Da ANSYS
C - Calcolo degli autovalori mediante la serie di Sturm
Senza entrare in dettagli, si tratta di un metodo che
utilizza la decomposizione di Cholesky T
LLA
Quest’ultima si può anche scrivere in questa forma TLZLA
Dove i termini sulla diagonale di L sono tutti unitari e la Z è diagonale
Partendo dal solito sistema 0u MK
Lo si decompone nella forma di Cholesky TLZLA
Si può dimostrare (da Sturm) che, fissato un valore di , il numero di autovalori in Z
minori di zero corrisponde agli autovalori i minori di
Facendo variare si possono identificare così gli intervalli ove cadono i i minori di
Una volta calcolati gli intervalli si determinano tutti i valori con il metodo della
secante applicato alla A()
i
i i i i 1
i i 1
A
A A ii 1
iA
i 1A
i
D - Calcolo degli autovettori mediante il metodo della iterazione inversa
Quando sono noti gli autovalori, gli autovettori si possono determinare mediante un
procedimento iterativo basato su un vettore iniziale assunto (ad esempio unitario)
u Mu K 0Prima stima
01 M K Risolvendo in 1 si ha II stima
n1n M K Convergenza se 01
Lo shift consente una maggiore velocità di convergenza della soluzione quando
l’autovalore è piccolo
Si ottiene modificando il sistema nel modo seguente
u Mu K u Mu MK
Valore di shift
Non viene descritto in dettaglio, è migliore del precedente per trattare grandi problemi
agli autovalori ove non si voglia ridurre il sistema mediante condensazione
Block Lanczos
Non viene descritto in dettaglio, si applica sui grandi sistemi, in particolare quando le
matrici sono sparse, richiede di memorizzare matrici molto grandi
Solutore non simmetrico
Si applica necessariamente quando le matrici da trattare sono non simmetriche, come
nel caso di interazione fluido-struttura
Solutore per sistemi smorzati
È possibile determinare autovalori ed autovettori non reali, mediante un algoritmo che
si basa sempre sul Block Lanczos
Subspace iteration
Risposta armonica
È la risposta di un sistema forzato, ovvero la risposta che si ha quando le condizioni iniziali
non hanno più effetto sulla soluzione (stazionario)
Per il calcolo è fondamentale sottolineare che, in condizioni stazionarie, i sistemi lineari
rispondono unicamente alla medesima frequenza di eccitazione (eventualmente con un
ritardo di fase dominato dallo smorzamento
La soluzione quindi è sempre ricercata nel dominio delle frequenze
a) Metodo diretto
Partendo dal solito sistema (con smorzamento eventuale)
tsen FxKxCxM La soluzione ha la forma tsen 0xx
Ove sia x che F sono valori complessi (ampiezza e fase), sostituendo
Fx MCK 0 2 i F MCKx1
0
2 i
Ovvero il problema è, nel dominio delle frequenze, analogo al problema statico, ma con una
matrice di rigidezza che varia con e che inoltre è composta da numeri complessi
Il metodo è valido quando la F ha pochi termini in frequenza o quando l’analisi è estesa a
pochi termini di frequenza (ad ogni si deve invertire il sistema (eventualmente complesso)
Gli algoritmi di calcolo sono gli stessi dei sistemi statici
b) Metodo della sovrapposizione modale
Qualche consistente vantaggio si può avere facendo precedere una condensazione di
Guyan alla soluzione
Operando nello spazio modale, ciascun modo si comporta come un oscillatore isolato ad 1
gdl, pertanto la risposta complessiva si ha sovrapponendo le risposte di tutti i modi
(troncando quando la risposta è irrilevante)
In questo caso il calcolo deve essere preceduto da un’analisi modale
Ovviamente non si possono trattare sistemi non lineari
Per ogni modo vale (smorzamento viscoso) il seguente grafico di risposta
2
n
2
22
n
0
41 k
Fx
n
2
n
n
1
2tan
La stessa soluzione si può scrivere per il sistema completo, in forma compatta, avendo svolto
l’analisi modale tsen fxKxCxM tsen i f Uq Λ UC Uq I
TT
Per ciascun modo r si ha
r
22
r
r
c i
tsen q
f UT
r
(se C diagonale, cr termine diagonale)
e, complessivamente
n
1r r
22
r
r
c i
tsen t
f UUx
T
r
Come si vede, occorrono i vettori Ur e le frequenze proprie r
Se invece C non è diagonalizzata dalla U le soluzioni modali non sono disaccoppiate e
conviene trattare il problema con, ad esempio il metodo di Duncan (vedi lezioni precedenti) che
però raddoppia la dimensione del problema
Il principale vantaggio del metodo di
sovrapposizione modale è tutto lo sforzo
computazionale è preventivo e poi è facile
avere diagrammi di risposta a molteplici
frequenze, del tipo:
Risposta spettrale
L’analisi è sempre preceduta da un’analisi modale e quindi si opera nello spazio modale
Si suppone di conoscere il contenuto (spettro) della forzante e si determina la risposta del
sistema
La forzante può essere sia in termini di carichi (forze vento, …) sia in termini di spostamenti
imposti (terremoti, …)
Si possono distinguere i due casi in cui lo spettro è unico per tutti i punti di eccitazione
(single point response) , oppure varia su ciascun punto (multiple point response)
L’utilizzo della sovrapposizione modale è del tutto simile al caso precedente, ma si possono
poi fare molte scelte circa il modo in cui si sovrappongono tutte le frequenze eccitate
Il punto è: tutte le risposte avranno una fase tale da raggiungere nella oscillazione tutti i
massimi contemporaneamente?
a) Complete Quadratic Combination Method
In questo metodo la risposta è determinata facendo la radice quadrata della somma dei
quadrati delle risposte a ciascun valore della frequenza
Si scartano nella somma tutte le risposte che non raggiungono un prefissato valore di soglia
Si ottiene un unico valore per la risposta che considera tutto lo spettro di carico assunto
b) Grouping Method, ...
È analogo al precedente ma si raggruppano le frequenze in modo da ottenere una risposta
spettrale suddivisa in campi di frequenze
c) Power Spectral Density method
In questo caso si considera il problema in chiave probabilistica
Non si parte dallo spettro dei carichi, ma dalla sua densità di probabilità
Per l’elaborazione si utilizza la matrice di risposta complessa ad una
eccitazione unitaria H(j)
2
forzanterisp jH SS
Modulo del valore complesso