GIACOMORIZZO Mater.pdf · 2020. 7. 5. · 85 BIOGRAFIA / BIOGRAPHY. 5 ... Rizzo cerca di catturare...

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GIACOMO RIZZO MATER/MATTER

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  • GIACOMORIZZOMATER/MATTER

  • A CURA DI / CURATED BYSerena Ribaudo

    TESTI CRITICI / CRITICAL TEXTSAntonio ArévaloAlberto Dambruoso Andrea IngenitoSerena Ribaudo

    RICERCA E SELEZIONE DELLE IMMAGINISEARCH AND SELECTION OF IMAGESGiacomo Rizzo

    CREDITI FOTOGRAFICI / PHOTO CREDITS José Antonio Aguilar Galea pag. 84Adriano La Licata pag. 74, 75Gianluca Panareo pag. 12, 17, 25

    TRADUZIONE / TRANSLATIONFrancesco Caruso

    COORDINAMENTO EDITORIALEEDITORIAL COORDINATIONMaria Paola Poponi

    PROGETTO GRAFICO / BOOK DESIGNLisa Camporesi Valentina Giovagnoli

    © Maretti Editore

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può es-sere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.

    All rights reserved. No reproduction and mechanically or electronically transmission of the present book is allowed in any parts, except with the permission of the editor’s copyright.

    ISBN 978-88-98855-67-4

    GIACOMORIZZOMATER/MATTER

    ANDREA INGENITO CONTEMPORARY ART

    INDICE / CONTENTS

    AICA | Andrea Ingenito ContemporaryArtVia Cappella Vecchia, 8/A - NAPOLIT: +39 081.0490829Via Massimiano, 25 - MILANOT: +39 02.36798346Via Le Botteghe, 56 - CAPRIT: +39 [email protected]

    Giacomo Rizzo [email protected]@gmail.it www.giacomorizzo.it

    5 INTRODUZIONE / INTRODUCTION Andrea Ingenito

    7 FRA LA FIGURA CHE FU C’È QUALCOSA CHE SEMBRAVA IRRAGGIUNGIBILE IN WHAT WAS ONCE A FIGURE, THERE IS SOMETHING THAT SEEMED UNATTAINABLE Antonio Arévalo

    13 SULLA CROSTA DEL MONDO ON THE CRUST OF THE WORLD Alberto Dambruoso

    19 QUANDO LA SCULTURA DIVENTA IMAGO ANIMAE WHEN SCULPTURE BECOMES IMAGO ANIMAE Serena Ribaudo

    22 OPERE / WORKS

    85 BIOGRAFIA / BIOGRAPHY

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    È indubbio che Giacomo Rizzo sia destinato a divenire un grande nome nel panorama dell’arte contemporanea. La sua arte, caratterizzata da un uso sapiente della tecnica, si mette al servizio di un nuovo modo di indagare il rapporto tra natura, scultura e architettura. Le sue capacità tecniche sono indiscutibili ma ciò che desta maggiore attenzione all’interno della sua opera è l’innovativa ed originale tecni-ca dello “strappo” che lo pone di diritto tra i giovani artisti più interessanti degli ultimi anni. Attraverso questa tecnica peculiare, che gli consente di ricavare l’impronta organica dagli elementi della natura, come tronchi d’albero o pareti rocciose, Rizzo cerca di catturare l’intima essenza del territo-rio che ci circonda, mettendo in moto una sorta di processo di metempsicosi per cui l’anima della natura viene traslata e ri-vive attraverso lo “strappo” nella nuova creazione scultorea. Questa particolare predisposizione denota un’attitudine che pochi artisti contemporanei posseggono, ossia la capacità di intuire il nuovo, di fare luce su strade non ancora praticate senza però mettere mai da parte l’abilità manuale e la com-petenza tecnica.Il nostro percorso con Giacomo è iniziato qualche anno fa con la mostra collettiva “Otherwhere” del 2014 a Milano, ha fatto seguito l’ambizioso “Progetto Pompei” del 2015 e la recente mostra personale “Passaggi. I luoghi della Pelle” del 2016. Altri interessanti progetti sono in programma, primo tra tutti una spettacolare scultura rappresentante il calco della grotta di Matermania per la splendida cornice di Villa Lysis nell’Iso-la di Capri. Villa Lysis, eretta dal leggendario barone Fersen, fu un luogo molto caro a Lucio Amelio, all’interno di questo piccolo gioiello in stile liberty il gallerista desiderava istituire un museo di arte contemporanea, purtroppo questo progetto non vide mai la luce. Memori di questa vicenda, con la col-laborazione dell’associazione “Apeiron”, abbiamo pensato di riprendere questa bellissima intuizione con l’auspicio che l’opera di Giacomo Rizzo possa diventare l’opera fondante di questa nuova collezione di arte contemporanea.

    Andrea Ingenito

    It is out of doubt that Giacomo Rizzo is meant to be a big name in the world of contemporary art. His art is characterized by a competent use of the technique and is at the service of a new method to investigate the relationship between nature, sculp-ture and architecture. His technical skills are unquestionable but our attention in his work focuses on the innovative and original technique of the “tearing” which puts him rightful-ly among the most interesting young artists in recent years. Thanks to this particular technique, which allows him to get the organic imprint of parts of the nature, such as tree trunks or rock faces, Rizzo tries to capture the intimate essence of the world around us, setting in motion a process of metem-psychosis in which the soul of the nature shifts and lives again through the “tearing” in the new sculpture.This specific inclination indicates an attitude owned by few contemporary artists, that is the ability to sense the new, to shed light on not yet practiced roads without putting aside the manual skills and the technical competence.Our collaboration with Giacomo started a few years ago with the group exhibition “Oterwhere” in 2014 in Milan, followed by the ambitious “Progetto Pompei” in 2015 and the recent solo exhibition “Passaggi. I luoghi della Pelle” in 2016. Oth-er interesting projects are planned, first of all a spectacular sculpture of Matermania cave for the wonderful location of Villa Lysis in Capri. Villa Lysis, built by the legendary Baron Fersen, was beloved by Lucio Amelio, in this Art Nouveau little jewel he wanted to establish a new museum for con-temporary art, unfortunately this project never saw the light. Mindful of this story we have decided in collaboration with the association “Apeiron”to resume this beautiful idea hoping that the work of Giacomo Rizzo will be the founding piece of this new contemporary art collection.

    Andrea Ingenito

    PASSAGGI, LUOGHI DELLA PELLE 2016Galleria AICA, Milano, 2016

    Passaggi. I luoghi della Pelle 2016 Galleria AICA, Milano

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    IGiacomo Rizzo.Non ci conosciamo. Il nostro primo contatto avviene attra-verso dei messaggi su facebook. E’ la Sicilia a programmare l’incontro, avvenuto dopo un pò a Ficarra, paesino dell’entro-terra messinese. Lui, scultore materico, poliedrico, palermitano di nascita, io curatore che si occupa soprattutto dei processi sociali.Siamo in residenza.Il panorama fin dall’inizio ci si presenta amico, Ficarra ha vo-glia di conoscere e di farsi conoscere. Abbiamo ottimi anfi-trioni, buon cibo e paesaggi mozzafiato.La nostra incursione comincia senza preconcetti, nessuna at-tenuante imporrà delle diatribe, delle direttive. Ci lasciamo andare ai racconti paesani. Piazziamo una vecchia macchina da scrivere al centro della piazza (sarà Olivetti a darci la spinta iniziale?) e aspettiamo che la gente ci doni un pensiero, un ricordo, e dia inizio a questo viaggio attraverso un Input. Noi dal nostro facciamo lo stesso.Quotidianamente Giacomo sceglie un’immagine e io elaboro un piccolo testo, una frase o un fruscio; le chiamiamo cartoline. “E’ un albero secolare che mi riporta indietro nel tempo a ripercorre i luoghi e a rivivere le emozioni della mia infanzia. Il maestoso albero, dal gigantesco fusto e delle folte fronde” (Maria Grazia Colavecchio).“Poi il vento, la morte antica del cielo. Nel cervello i sentieri senza sete, poi gli occhi che piangono dentro gli occhi” (C. Santa Cruz).“Nessuno dica di te ciò che il fiume può dire degli argini, che esistono per limitarlo” (F. Pessoa).

    FRA LA FIGURA CHE FU C’È QUALCOSA CHE SEMBRAVA IRRAGGIUNGIBILE Antonio Arévalo

    IN WHAT WAS ONCE A FIGURE, THERE IS SOMETHING THAT SEEMED UNATTAINABLE Antonio Arévalo

    IGiacomo Rizzo.We had never met. Our first contact was via Facebook mes-sages. Sicily scheduled our first meeting, which took place a bit later, in Ficarra, a village in Messina inland: he is a Paler-mo-born multi-talented, highly tactile sculptor; I, an art cura-tor dealing mostly with social processes.

    We are now in residency.Since the very beginning, the surrounding panorama appears friendly. Ficarra is eager to know and be known. We have excellent hosts, good food, and breathtaking landscapes.Our exploration begins with no bias on our part. No circum-stance will make our discussions milder or impose rules. We indulge in the villagers’ stories.We place an old typewriter in the middle of the square (shall Olivetti give us the impetus?) and wait for people to give us a thought, a souvenir, an Input to get started with this journey. We do our part.Each day, Giacomo picks an image and I write a little text, a phrase or a swish; we call them postcards.“A secular tree takes me back in time and back to the places of my childhood, making me relive those emotions. It’s a ma-jestic tree, with its giant trunk and its thick branches” (Maria Grazia Colavecchio).“Then the wind, the ancient death of the sky. In the brain thirst-less paths, then the eyes crying inside the eyes” (C. Santa Cruz).“Let no one ever say of you what the river’s soul might say of its banks: that they exist to confine it” (F. Pessoa).

    Tarbiah (detail) 2016 resin, silver, graphite, 120x110x20 cm

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    Intanto Giacomo cerca di custodire questi segreti. Fa il calco di ogni albero importante: prima trae l’informazione, poi fa la scheda, valuta, fa l’archivio del processo della scultura. Ed è in questo passaggio che avviene il miracolo della contempo-raneità: la consapevolezza. 1) Si trasferiscono le dimensioni temporali nello spazio con-creto ed è il calco a definire la distanza fra passato e futuro.2) Perchè l’arte -quando è arte- è capace di cogliere le sfuma-ture, quelle sfumature che vengono impresse nell’atto stesso di spoliazione delle cortecce. L’assemblaggio fa rivivere il reale.3) Giacomo Rizzo dà vita alla scultura, una scultura che divie-ne costellazione di ricordi e sogni.4) E se ogni scultura ha una storia, una genesi, qui è l’impron-ta a dare un’altra appartenenza ed è assoluta poesia. Guarda caso siamo ospiti. Ed io soggiorno nella Stanza della Seta, la stanza che simbolicamente fu del poeta Lucio Piccolo, cugino del più famoso Tomasi di Lampedusa. Così ogni corteccia costruirà un estratto; sarà il totale di que-sti brandelli a trasformarsi in opera. Nasce così l’albero ideale, composto da tanti altri alberi, da tanti ricordi scritti in piazza sotto nostra richiesta, e l’opera finale sarà quasi una dichiarazione, una traduzione: la rappre-sentazione di una coscienza collettiva. E a quella coscienza collettiva apparterrà, a quella comunità che è stata presente dall’inizio alla fine. È attraverso la realizzazione di calchi di tronchi d’albero, parti di terreno, porzioni di prato, pezzi di scogliera o pareti roc-ciose che l’impronta organica viene presa effettuando quello che lo stesso scultore definisce uno “strappo”; il ricordo che mi riaffiora di quei giorni è la nostalgia della percezione che si è tramutata in tutte le nuove opere di Giacomo Rizzo, intri-se di materie, ma lievi come un soffio, quasi a farci accarez-zare la lucida ebbrezza di un Barone rampante.Perchè lì, “dove c’era una luce, il principe mette in ordine quella luce e ne simula un’altra”.

    IIRaccogliamo tutto e ci rendiamo conto che sono i ricordi ad alimentare l’immaginario ficarrese. Ricordi legati all’infanzia, ricordi legati alla natura. Sono gli alberi i veri protagonisti di questa storia. Ci addentriamo allora a voler vedere.Ogni luogo significativo all’interno di questo territorio ha un albero, come il centro su cui gira tutto: ce l’ha la scuola, ce l’ha il cimitero. Ma ce l’ha soprattutto un luogo del ricordo, il piazzale dove anni fa i bambini dell’intero paese andavano a giocare, per finire poi ad abbracciare con un gesto collettivo un grande albero che il tempo e le sue ingiurie hanno secca-to ma che è ancora lì, coperto di vegetazione, rami, nidi di vespe, ragni e serpi. Di quest’albero se ne ricordano proprio tutti; e chi non c’era ne ha sentito parlare e lo racconta a sua volta come se lo avesse vissuto.Il posto, tolti i ragni, le vespe e le serpi, viene ripulito. Affiorano i ricordi del paese, l’emotività cresce.

    IIWe collect all our stuff and realize that memories fuel Fi-carra’s imagery. Memories connected to childhood, memories connected to nature. Trees are the true protagonists of this story. Then we go in, as we want to see.In each meaningful place of this region there is a tree, as the center around which everything revolves: there is one in the school, one in the cemetery. But, more importantly, there is a tree in a place of memory: the yard where years ago the village kids would go play and then, with a collective ges-ture, hug a large tree. The ravages of time have withered it away, but it is still there covered with vegetation, branches, and nests of wasps, spiders, and snakes. Anyone remembers this tree: those who were not there, have heard of it and tell about it as if they had lived it.The place – taken away the spiders, the wasps, and the snakes – now has been cleaned up.

    Memories of the villagers crop up. Emotions are on the rise.Meanwhile, Giacomo tries to keep these secrets. He casts a mold for any significant tree: first he gathers the information, then writes them down in a file, makes an assessment, and creates the archive of the sculpting process. It is in this last passage that the miracle of our time occurs: awareness.1) Temporal dimensions are transferred to a concrete space and the cast mold defines the distance between past and present.2) Since art – when it is art – can grasp the nuances, those nuances imprinted in the very act of removing the bark of a tree. Assembling makes you relive reality.3) Giacomo Rizzo gives life to sculpture, a sculpture that be-comes constellation of memories and dreams.4) And if each sculpture has a story, a genesis, it is the im-print given to it that makes it belong to something or some-one different – and this is absolute poetry. Not by chance we are guests here. I am staying in the Silk Room, the room that once symbolically belonged to the poet Lucio Piccolo, cousin to the better-known Tomasi di Lampedusa.Thus, each bark will be an extract: the totality of these frag-ments will yield an artwork.This is how the ideal tree is born, made up by many other trees, many other souvenirs written in the square upon our request, so that the final work will be a sort of statement, a translation: the presentation of a collective mind. And it will belong to that collective mind, to that community that has been present from the beginning to the end. Through the creation of plaster casts of tree trunks, frag-ments of land, portions of lawns, pieces of reef or rock walls the organic imprint is taken by performing what the sculptor himself defines a “strip”: the memory of those days that sur-faces is the nostalgia of the perception that has morphed into each of Giacomo Rizzo’s new works, saturated of material, but light as a breath, as if to make us stroking the shiny thrill of a Baron in the Trees.Since there, “where there was a light, a prince put that light in order, and feigned a new one”.

    Enter (detail) 2015installation, glossy silicone

    L’A project Space, Palermo

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    RESPIRO 2014-15resin

    350x210 cmMuseo Riso, Fondazione Fiumara d'Arte, Castel di Tusa, Messina

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    “Bisogna andare oltre la crosta del mondo”, affermava De Chirico, intendendo con questo che l’arte doveva porsi fuori dalle dimensioni del reale e del visibile per esplorare e far emergere i territori dell’inconoscibile e dell’indicibile. Contravvenendo alla celebre frase del sommo pittore della Metafisica, lo scultore siciliano Giacomo Rizzo ha impostato la sua ultima ricerca, iniziata qualche anno fa e i cui esiti sono ben rappresentati in questo volume, con l’obiettivo di evidenziare proprio gli strati superficiali del mondo, con la finalità di cogliere le sue proprietà immaginifiche, poetiche ed estetiche. Il punto di partenza da cui muove questa ricerca si deve rintracciare nella natura e in generale nel paesaggio, colti dall’artista nelle loro molteplici forme e manifestazioni: a partire dalla corteccia di un tronco o da fusti di piante, pas-sando per la pelle porosa di una roccia, fino alla terra colta nella sua cruda essenza, sia essa un campo, il greto di un fiume o di un ruscello.Tutto ha origine con alcune escursioni in campagna, che vedo-no l’artista addentrarsi in boschi, incamminarsi per sentieri di montagna, o recarsi finanche sul letto di un fiume. Io stesso l’ho visto attraversare le acque del Crati a Cosenza, durante l’espe-rienza delle residenze d’artista, da me curate lo scorso anno. Dopo aver esperito i luoghi, avviene la scelta mirata dei sog-getti che verranno poi prelevati; infine avviene l’ultimo atto, quello che contraddistingue il modus operandi di Rizzo per questa serie di opere: il ricalco o lo “strappo” della natura come ama definirlo l’artista stesso. Una volta selezionati questi elementi, l’artista attua infatti un trasferimento di tipo copiativo dalla matrice originaria a un nuovo supporto, costi-tuito da materiali industriali quali resine, siliconi o alluminio.

    SULLA CROSTA DEL MONDOAlberto Dambruoso

    “One must go beyond the crust of the world”, De Chirico used to say. He meant that art had to posit itself outside the di-mensions of real and visible and explore and let the space of the unknown and of the unspeakable appear.Contradicting this famous statement by the great painter of Metaphysical art, the Sicilian sculptor Giacomo Rizzo has set up his most recent project – which he initiated some years ago and whose results are clearly shown in the present vol-ume – with the aim of emphasizing the superficial strata of the world, of isolating its imaginative, poetic, and aesthetic qualities.The point of departure of Rizzo’s research has to be found in nature and, more generally, in landscape, which he captures in their most diverse variety: from the bark of a tree trunk or the stems of plants to the porous skin of rocks, up to soil taken in its raw essence – be it from a field or a bed of a river or a stream.It all begins with some excursions into the countryside, with the artist going into the woods, setting out along mountain paths, or even going to a riverbed. I myself saw him cross the waters of river Crati in Cosenza, during the artist residencies I curated last year.Once he has had experience of the sites, he then passes to the careful selection of objects that will be sampled. Finally, takes place the last act, which distinguishes Rizzo’s modus operandi for this series of works: the casting or “stripping” as the artist himself likes to call it. Once these elements have been chosen, the artist “copies” them from their originary array and “pastes” them onto a new medium consisting of industrial materials such as resins, silicones or aluminum. The results of this operation are higly evocative and visionary

    ON THE CRUST OF THE WORLDAlberto Dambruoso

    In levare (detail) 2014chalk, 400x250 cmCasa Sponge, Pergola, Pesaro-Urbino

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    I risultati di quest’operazione sono delle forme scultoree di grande suggestione e potenza visionaria, capaci di trasporta-re lo spettatore in quel mondo “altro” cui faceva riferimento il pictor optimus, ma al tempo stesso in grado anche di con-servare un forte legame con la terra d’origine.Nel suo vagare erratico all’interno della natura, alla ricerca di stimoli e sensazioni, Rizzo, novello Darwin, giunge dun-que a campionare il reale che gli sta intorno, guidato da una sorta di fiuto rabdomantico che gli permette di individuare in una serie di elementi naturali la testimonianza di un tempo circolare, che è contemporaneamente arcaico e presente. La corteccia di una pianta, l’epidermide di una roccia, il profilo di una scogliera, riportano impressa di fatto la storia del mondo, che risale al primordiale, alle diverse ere geologiche, in un continuum temporale che giunge dritto fino alla contempo-raneità.All’interno di questa ricerca si trova un altro elemento, sem-pre legato alla storia, che talvolta emerge nei lavori e che coincide con la storia stessa dei luoghi dove l’artista posa il suo sguardo. La monumentale scultura “Respiro”, ad esem-pio, è stata tratta dal calco della roccia che sovrasta la mon-tagna dove si erge il santuario dedicato a Santa Rosalia, la patrona di Palermo, divenendo così simbolo astratto della città stessa oltreché della santa. Nel corso della residenza artistica a Cosenza lo scorso anno (2015), Rizzo, come già sopra anticipato, si era recato alla confluenza dei due fiumi (Crati e Busento) che attraversano la città, per effettuare un calco con il silicone del tratto di corso d’acqua dove la leggenda vuole sia stato sepolto il re dei Visigoti Alarico. Qui l’artista si è spinto oltre, riuscendo a trasformare un fatto mitico in una realtà tangibile. Il calco in silicone dei sassi presenti nel letto del fiume si offriva alla vi-sta degli spettatori sotto forma di sindone, evocando in modo poetico e allo stesso tempo incisivo quella storia avvolta an-cor oggi dal mistero. Sempre nel corso della residenza, Rizzo aveva realizzato an-che quattro calchi di un tronco d’albero individuato nella zona boschiva a ridosso dell’area dove sono collocati i box d’arte.

    sculptural forms, capable of taking the viewer into that “oth-er” world about which the pictor optimus was speaking, and yet being also able to keep a strong link with the native land.In his erratic wandering through nature, in search for stimuli and sensations, Rizzo – a second Darwin – comes to sample the reality around him, led by a sort of dowsing instinct al-lowing him to identify in a number of natural features the tes-timony of a circular time, which is both archaic and present. As a matter of fact, the bark of a plant, the skin of a rock, the profile of a cliff, all bear stamped upon themselves the his-tory of the world that dates back to the primordial times and to the different geological eras, in a time continuum reaching directly to our present.Whitin the scope of this research there is another element, again connected to history, that sometimes comes up in Riz-zo’s works and coincides with the history of the very places where the he directs his glance. The monumental sculpture entiled Respiro, for instance, was drawn from the cast of the rock overlooking the mountain where stands the shrine ded-icated to St. Rosalia, Palermo’s patron saint. The sculpture thus became an abstract symbol of the city itself besides that of the saint’s.As said above, during his artist residency in Cosenza in 2015, Rizzo went to the confluence of the two rivers – Crati and Busento – flowing through the city, to make a silicone cast of the river stretch where according to legend, was buried Alaric, king of the Visigoths. Here the artist went further, managing to turn a mythical fact into a tangible reality. The silicone cast of the gravel in the riverbed was offered to the sight of the spectators in the form of a shroud, evoking poetically and yet sharply that story still cloaked in mystery.Again during the residency, Rizzo had produced also four casts of a tree trunk located in the wooded area near the place where the art boxes were located. It was very interest-ing for me to follow closely the various phases of his work up to the final setting up. These four barks had been placed inside four plexiglas display cases. Fragments of nature had

    È stato molto interessante per chi vi scrive poter seguire da vicino le varie fasi del lavoro fino all’allestimento finale. Le quattro cortecce erano state poste all’interno di quattro te-che di plexiglass. Brani di natura si erano trasformati così in una sorta di reliquie, oggetti sacri che potevano essere visti sia orizzontalmente sia verticalmente. Mi ricordo che abbia-mo fatto alcune prove per vedere quale fosse il modo più cor-retto per allestire le sculture e alla fine abbiamo deciso per il verso orizzontale. Particolari quest’ultimi che evidenziano, a mio avviso, l’estrema cura anche per il display delle sue opere, che è a tutti gli effetti parte integrante del lavoro.Quello di RIzzo è in definitiva un tentativo di registrare e ren-dere permanente e stabile ciò che per natura è effimero e sog-

    thus become some kind of relics, sacred objects that could be seen both horizontally and vertically. I remember we did some tests to see which was the most correct way to set up the sculptures and in the end we decided for the horizontal position. These last details show, in my opinion, the extreme care Rizzo puts even in showcasing his artworks, which is in fact an integral part of his activity.Ultimately, that of Rizzo’s is an attempt to record and make permanent and stable what is by nature ephemeral and sub-ject to constant transformation, as the natural elements.Memory, present, and future are all condensed within this work that from the point of view of art history can also be seen as a reprise of Arte Povera themes of or of some re-

    In levare (detail) 2014chalk, 400x250 cmCasa Sponge, Pergola Pesaro-Urbino

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    getto a costante trasformazione, come gli elementi naturali.Memoria, presente e futuro sono tutti condensati all’interno di questo lavoro che dal punto di vista storico-artistico può essere letto anche come una ripresa di tematiche poveriste o di certe ricerche sorte in seno alla Land Art, ma anche di artisti isolati come Beuys o Gilardi, sia per l’utilizzo dei ma-teriali sia per l’approccio estetico. Pur essendo presenti que-ste ascendenze è pero indubbio che Rizzo non abbia copiato nessuno di questi artisti. La sua infatti è una ricerca unica nel panorama artistico contemporaneo. Le copie lui, le riserva solo per il suo lavoro.

    searches done within Land Art, but also, especially for use of materials and aesthetic approach, of isolated artists like Beuys or Gilardi. Although these influences are present, however, Rizzo certainly copied none of those artists. His is a unique research in the contemporary art scene. The copies, he keeps them for his own work.

    Input 2013, chalkMuseo Stanza della Seta, Ficarra, Messina

    In levare (detail) 2014 chalk, 400x250 cm

    Casa Sponge, Pergola, Pesaro-Urbino

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    Dalle montagne invalicabili fino ai deserti che nessun piede ha mai calpestato, fino agli estremi lidi dell’oceano igno-to, alita lo spirito dell’eterno creatore e si compiace di ogni pulviscolo che lo percepisce e vive.

    J.W. Goethe

    E se da una lira la vibrazione si trasmette perfino in un’al-tra – a tanto giunge la simpatia! – anche nell’universo regna un’unica armonia, sebbene essa derivi dai contrari: essa na-sce anche dai simili come dai contrari, poiché tutte le cose sono affini.

    Plotino

    Io vedo tutta la verità, e non soltanto quella della superficie. A. Rodin

    Giacomo Rizzo diparte dalla res terrena per sublimare quest’ultima in imago animae attraverso lo strappo, risalendo dal contingente-terra all’idea pura-anima. La realtà sensibile si epura dalla propria accidentalità, trasmuta fino a divenire idea universale plasticamente inverata.Rizzo ha dedicato gli ultimi anni della sua ricerca, con voca-zione d’anacoreta e con religioso rigore d’analisi e d’esplora-zione, all’operazione artistica dello strappo di brani di natura: tronchi, campi arati, greti di un fiume, scogliere e in special modo monti “sacri”. Monti come padri dell’umanità, monti come padri di una spiritualità sepolta ma non dimenticata, perduta ma tenacemente cercata dall’artista, monti che con una dilatazione di pensiero e d’azione vengono ridestati a se-conda vita per il loro senso storico, religioso, antropologico, culturale, apotropaico. La “petra alpestra e dura” di cui scrive Michelangelo e che nel processo di creazione scultorea viene assalita a colpi di scalpello diviene qui invece principio informatore (e spirituale)

    QUANDO LA SCULTURA DIVENTA IMAGO ANIMAESerena Ribaudo

    From the inaccessible mountains, across the desert which no mortal foot has trod, far as the confines of the unknown ocean, breathes the spirit of the eternal Creator; and every atom to which he has given existence finds favor in his sight.

    J.W. Goethe

    If the vibration in a lyre affects another by virtue of the sym-pathy existing between them, then certainly in the All—even though it is constituted in contraries—there must be one me-lodic system; for it contains its unisons as well, and its entire content, even to those contraries, is a kinship.

    Plotinus

    I see all the truth, and not only that of the outside. A. Rodin

    Giacomo Rizzo departs from the res terrena in order to subli-mate the latter into an imago animae. He does so by an act of stripping, from a terrestrial-contingent dimension to the pure idea-soul. Sensible reality purges itself from its own acciden-tal qualities, and transforms itself at the point of becoming a universal idea expressed into plastic form. With a hermit’s vocation and a religious rigor of analysis and investigation, Rizzo has devoted the last years of his re-search to the act of stripping away shreds of nature: trunks, ploughed fields, gravel riverbeds, cliffs, and, especially, ‘sa-cred mountains’: mountains seen as ancestors of mankind, fathers of a buried but not forgotten spirituality that is lost but still tenaciously sought after by the artist; mountains that owing to their historical, religious, anthropologic, cultural, and apotropaic meaning have been brought to a new life by the expansion of thought and action.The “stone rough and hard” about which wrote Michelangelo and is assailed by the chisel in the creative process of sculp-

    WHEN SCULPTURE BECOMES IMAGO ANIMAESerena Ribaudo

    Passaggi (detail) 2015resin, wax, wood, plex, chalk, 160x80 cm

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    dal valore intrinseco già compiutissimo. Svellere l’anima delle cose, escavare, trarre manipolando con affabilità e perizia la materia della terra per ricondurla a quella sacralità della sua origine: un atto arcano, faticoso e sublime, alla ricerca del significato cosmico delle cose. Un’estetica/aletheia dove la natura – Tempio ed insieme ve-demecum di forme – si sottomette docilmente alla capziosità dello scultore che sempre ne coglie le componenti più coeren-ti alle proprie formule e alla propria disposizione visionaria.Come un ficiniano uomo universale Rizzo padroneggia sa-pientemente la materia che tratta, modifica, trasforma, a cui giunge finanche a strappare lo spirito, per poi im-mortalarla in un negativo che parossisticamente diviene matrice/mater e da cui genera nuove forme titaniche e rigurgitanti che pos-seggono palpitazione plastica e fremiti luministici. Se, come scrive Rosalind Krauss nel suo più celebre saggio sulla scul-tura, la fenomenologia e la linguistica strutturale (…) fanno entrambe dipendere la significazione dal fatto che una forma contiene l’esperienza latente del suo opposto1 è nella matrice la chiave di volta dell’opera di Rizzo; saturata di tracce, pro-iezioni, compenetrazioni, essa s’evolve in uno straniante cor-to circuito dove l’assenza possiede la medesima essenziale espressività della presenza, il verso del recto, perfino il nega-tivo del positivo. La sostanza dei valori impressi, che sono or dunque non solamente ontici ma anche ontologici, restituisce al gesto dello strappo le dinamiche di una metempsicosi. C’è nelle opere di Rizzo una mirabile sensibilità coloristica. Le superfici s’ammantano di una scaltrita orchestrazione cro-matica; esse s’animano nella sintassi di segni quasi incisi a bulino o nella spinta dei volumi, fibrillano in abbacinanti cre-pitii o si sciolgono in trapassi di lume e d’ombra. Perfino i neri possono divenire più neri e vibrare ad un diapason voluttuo-samente più basso.Ci sovvengono le parole di Rodin: “Per quanto possa sembrare paradossale, i grandi scultori sono coloristi al pari dei migliori pittori o piuttosto dei migliori incisori. Si servono così abilmen-te di tutte le risorse del rilievo, coniugano così perfettamente

    1 R. Krauss, Passaggi: storia della scultura da Rodin alla Land Art, a cura di E. Grazioli, Bruno Mondadori, Milano, 1998.

    ture, here yields a form and a spirit whose intrinsic value is most perfect. To uproot and dig up into the soul of things han-dling carefully and pleasantly the earthy material and to take it back to its sacred origin: this is an arcane, laborious, and sublime act in the quest for the cosmic meaning of things.These are aesthetics of truth where nature – both Temple and guide for forms – obediently submits to the captiousness of the sculptor, who can always grasp the elements that best comply with his methods and visionary inclination. Like a Ficinian universal man, Rizzo expertly masters the ma-terial he handles, changes, and transforms; he is even able to strip off its spirit, to freeze it in a photo-negative that be-comes matrix/mother and from which he produces titanic and abounding forms charged with plastic pulsations and luminist glows. If, as Rosalind Krauss writes in her best-known es-say on sculpture, in phenomenology and structural linguistics […] meaning is understood to depend on the way that any form of being contains the latent experience of its opposite1, then the cornerstone of Rizzo’s art must be found in the ma-trix. Filled to the brim with traces, projections, penetrations, his artworks develop as in an estranging short-circuit where absence has the same, quintessential expressivity of pres-ence, the recto has that of verso, and even negativity that of positivity. The substantiality of the qualities bestowed on the sculptures – qualities that are ontic as well as ontological – makes the act of stripping function as metempsychosis.Rizzo’s works possess an exquisite sensibility for color. Sur-faces are cloaked with a cunning chromatic arrangement. Their plastic language articulates in lightly chiseled signs or follows the pushing masses, sparkles in dazzling cracklings or disappears in passing from light to shadow. Even blacks can become “blacker” and vibrate to a voluptuously lower turning fork.Here Rodin’s words come to mind: “As paradoxical as it may seem, a great sculptor is as much a colorist as the best paint-er, or rather the best engraver. He plays so skillfully with all the resources of relief, he blends so well the boldness of light with the modesty of shadow, that his sculptures please one,

    1 R. Krauss, Passages in modern sculture, The Viking Press, NY,1977

    l’audacia della luce con la modestia dell’ombra, che le loro sculture sono saporose come le più cangianti acqueforti”2. Rizzo si muove nell’autonomia di svolgimento delle forme e di sperimentazione materica. Resina, cera, silicone, metalli adamantini o cauterizzati pulsano corroborati da tensione in-terna e vitalità panteistica, estroflettono per poi introiettarsi, si accartocciano, vengono invasi da una cosmogonia di tracce come in un eidotipo dove il dato fenomenico e la stratificazio-ne segnica acquisiscono valori metalinguistici e lirici. Siamo dinanzi ad una scultura che possiede la ritualità di un opus alchemico e che si concreta in lenti e pazienti passaggi; altresì ad una scultura che diventa un’iperbole di mallarme-ana memoria perché j’installe, par la science, l’hymne des coeurs spirituels en l’oeuvre de ma patience, Atlas, herbiers et rituels.La presa del dato reale si sfrena in una perdita del contenuto riconoscibile e in uno sconvolgimento dei confini dove inesau-ste contaminazioni si cristallizzano in schegge laminacee o si effondono in densi velli. Il disvelamento dell’ousia nelle cose di natura si amplia alla considerazione che in queste viga un’Anima del Mondo: ed ora esse ci appaiono come se un demiurgo le avesse tutte inverate secondo un principio universale della forma, un al-tissimo archetipo scultoreo. Non di rado difatti le opere di Rizzo rassomigliano ad organismi biomorfi dalle turgide spire, a membra poderose che si contraggono, a schegge d’ossa. O a epidermidi di microfessurazioni, a maglie rutilanti di dotti linfatici, a polmoni che si riempiono d’aria. L’anima diventa roccia, fili d’erba, legno. L’anima diventa carne, diventa ten-dini. C’è un respiro che lega l’universo e che è in incessante mutazione.Nelle mani di Giacomo Rizzo, l’operazione artistica dello strappo viene declinata alla luce di un’intensa spiritualità della natura e trasfigura nella poiesi di una sindone ove si imprime l’essenza di un luogo.

    2 A. Rodin, L’ Arte. Conversazioni raccolte da P. Gsell, a cura di L. Quattrocchi, Abscondita, Milano, 2003

    as much as the most charming etchings”2. Rizzo acts freely in the realization of forms and in the experimentation with matter. Resin, wax, silicone, adamantine or cauterized met-als pulsate because of their internal tension and pantheistic vitality, turn outward and then inward, shrivel, and are per-meated by a cosmogony of traces: as in an eidotype whose phenomenal aspects and sign stratification acquire metalin-guistic and poetic import.We are in front of a sculpture that has the rituality of an al-chemic opus, articulated in slow and diligent passages; or, otherwise, in front of a sculpture that becomes a hyperbole reminiscent of Mallarmé, since “j’installe, par la science,/ l’hymne des coeurs spirituels/ en l’oeuvre de ma patience,/ Atlas, herbiers et rituels”.The unleashed grasp on reality causes the loss of a recog-nizable content and around the now altered profiles of the sculptures an infinite series of contaminations crystallizes in blade-like splinters or expands in a thick coating. The unveiling of the essence in all things natural leads to think that they contain a Soul of the World: now they appear as though a demiurge had made them real according to a uni-versal principle of Form, a supreme archetype of sculpture. Rizzo’s works resemble turgid-coiled biomorphic organisms, tense sturdy limbs, bone splinters. And also: skins covered with microfissures, fabrics glowing with lymph ducts, air-filled lungs. The soul becomes stone, blades of grass, wood. The soul becomes flesh and tendons. There is a breath bind-ing the universe and changing incessantly. In Giacomo Rizzo’s hands, the aesthetic operation of strip-ping is realized in the light of nature intense spirituality and transfigured in the poiesis of a shroud bearing impressed the essence of a place.

    2 A. Rodin, Art: Conversations with P. Gsell, University of California Press, 1984

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    IN LEVARE 2014chalk, 400x250 cm

    Casa Sponge, Pergola PU

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    ENTER 2015installation, glossy siliconeL’A project Space, Palermo

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    I, L’ANIMA DELLA CARNE 2015resin, stainless steel, plex100x50 cm

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    INPUT 2013chalkMuseo Stanza della Seta,Ficarra (ME)

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    INPUT 2013wood, leadMuseo Stanza della Seta,Ficarra (ME)

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    ITACA 2016aluminum, 300x180 cm Centro IAMC CNR, Osservatorio della Biodiversità, Capo Granitola

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    PASSAGGI 2015resin, wax, wood, plex, chalk160x80 cm

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    PELASGI 2015resin275x180 cm

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    PASSAGGI#2 2015resin, graphitevarious sizes

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    RESPIRO 2014-15resin350x210 cmMuseo Riso, Fondazione Fiumara d’Arte, Castel di Tusa Messina

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    SEQUENZE 2014resin, aluminum140x86 cm

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    SOSPESO IN ARIA IN UNA CESTA 2014 resinSan Biagio Platani (PA)

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    SPECULUM CAELI 2014waxMilano

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    SUDARIO DEL FIUME 2015black silicone, graphite

    147x70 cmCosenza

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    TARBIAH 2016resin, silver, graphite120x110x20 cm

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    ACHAINAI 2016chalk, wood230x61x30 cm

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    HEIRKTE 2016resin, graphite130x110x25 cm

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    DAL VUOTO, DAL CORPO 2012installation, resin

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    PRENDERE CORPO 2013installation, wood, rubble250x130 cmChurch Giglio, Palermo

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    MATERMANIA PROJECT 2016Villa Lysis, Capri (NA)

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    Giacomo Rizzo nasce a Palermo nel 1977. È Docente di Scultura e Tecniche della Fonderia presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. La sua opera spesso si configura con installazioni in rapporto al territorio o all’archi-tettura. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni e musei. L’arti-sta palermitano sta realizzando da anni una continua ricerca estetica e di linguaggio a contatto diretto con i vari territori che incontra dai quali ama trarre forti sensazioni. Emozioni e suggestioni che rivivono nelle sue opere attraverso un’attenta analisi della nostra società contemporanea che racconta con messaggi chiari e precisi. Nel Novembre 2015 è stato protagonista delle conferenze De lo Micro a lo Macro. Realizaciòn de una escultura de gran formato e La escultura e y su entorno. Lenguajes pla-sticos, intervenciones urbanas y naturales su invito del Departamento de Escultura e Historia de las Artes Plasticas de la Facultad de Bellas Artes de la Universidad de Sevilla. Ha al suo attivo numerose collaborazioni con teatri nazionali ed internazionali tra cui il Piccolo Teatro di Milano, dove ha lavorato con Luca Ronconi e il Teatro Massimo di PalermoHa realizzato molte opere pubbliche e monumenti fra cui: Respiro (2016), Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo (Palazzo Riso); Itaca (2016) Monumento presso IAMC CNR- UOS, Osservatorio del-la biodiversità marina, Capo Granitola (TP); Input (2013) scultura, Museo Stanza della seta, Ficarra, Messina

    BIOGRAFIA BIOGRAPHY

    Giacomo Rizzo (b. 1977, Palermo) teaches Sculpture and Techniques of Fundry at Accademia di Belle Arti in Palermo. A good number of his works consists in installations dialoguing with architecture or the environment. His works are present in several museums and collections. Over the ye-ars, Rizzo has been conducting his aesthetic and linguistic research by experiencing directly the places he visits, from whence he loves to recei-ve powerful emotions. Emotions and ideas relived in his works through a careful study of contemporary society, which he expresses with a clear and precise communication. In November 2015, upon invitation from the Departamento de Escultura e Historia de las Artes Plasticas de la Facul-tad de Bellas Artes de la Universidad de Sevilla, Rizzo participated to two conventions, respectively entitled De lo Micro a lo Macro. Realizaciòn de una escultura de gran formato and La escultura e y su entorno. Lenguajes plasticos, intervenciones urbanas y naturales. He has collaborated with a number of national and international theaters, like Piccolo Teatro in Milan, where he worked with Luca Ronconi, and Teatro Massimo in Palermo. In his career, Rizzo realized several monuments and public artworks, among which: Respiro (2016), Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo (Palazzo Riso); Itaca (2016), monument at IAMC CNR- UOS, Os-servatorio della biodiversità marina, Capo Granitola,Trapani; Input (2013), sculpture, Museo Stanza della seta, Ficarra, Messina.

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    BIENNALI / PARTICIPATION TO BIENNALE2012 X Biennale d’arte contemporanea di Mulhouse (Francia)

    RESIDENZE / RESIDENCIES WORKSHOP 2016 Nautilus, residenza presso Lanzarote, Isole Canarie Workshop Facultad de Bellas Artes Complutense, Madrid

    2015 Workshop Facultad de Bellas Artes de Sevilla I Martedì Critici, The Bocs, Cosenza Workoshop Akademie der Bildenden Kunste Nurnberg

    2014 IN LEVARE, a cura di Helga Marsala, Casa Sponge arte contemporanea, Pergola Pesaro-Urbino

    2013 INPUT, residenza presso il museo Stanza della Seta, Ficarra Messina

    2012 I simposio-residenza di scultura in marmo, Lipari, Messina

    PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI / SELECT SOLO EXHIBITIONS2016 Passaggi, i luoghi della Pelle, Galleria AICA, Milano

    2015 A Sicilian Walk, Museo regionale Palazzo Riso, Fondazione Fiumara d’Arte, Tusa, Messina Enter, L’A Project Space, Palermo

    2013 Input, La Stanza della Seta, Palazzo Milio, Ficarra, Messina

    2011 In colours, Spazio Cultura, Palermo Arte in vetrina, ex pescheria, a cura del museo Stanza della Seta, Ficarra, Messina

    2008 Sei chiese per sei Artisti, museo Stanza della Seta, Ficarra, Messina

    2006 Dal racconto al disegno dello spazio, galleria Agorà, Palermo

    PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE / SELECT GROUP EXHIBITIONS2016 IoSo, in viaggio per Pasolini, Palazzo degli Ottoni, Matelica, Massa Carrara

    2015 Museo delle Palme, Galleria Operativa Arte Contemporanea, Roma Progetto Pompei, Galleria Andrea Ingenito Contemporary Art, Lambrate Milano Creative Lab, Art on Loan, Museo d’Arte Contemporanea, Collegio dei Gesuiti, Alcamo (TP)

    2014 Zaino in Spalla, Casa Sponge Arte Contemporanea di Pergola (PU) e Alviani ArtSpace Weltanschauung, Ex Mulino, Scicli (RG) Otherwhere, Galleria Andrea Ingenito Contemporary Art, Lambrate Milano UNESCO, Bioethics Art Competition, Anahuac University North, Mexico City Nuvole, Villa Penna Scicli, Ragusa UNESCO, Bioethics Art Competition, Palazzo dell’ONU, New York, USA

    2013 ArtVerona; St’Art, Foire Européen d’a Contemporain, Park EXPO STRASBURG / WACKEN L’arte del Dialogo, Palazzo Fernandez, Accademia di Belle Arti di Palermo

    Inganno Contemporaneo, Chiesa di Santa Maria della Consolazione, Site Specific e galleria Quam, Scicli Ragusa UNESCO, Bioethics Art Competition The Third International Conference on Bioethics, Hong Kong ART MARKET, Budapest ST’ART, foire européen d’art contemporain, PARC EXPO STRASBURG/WACKEN Premio Termoli, Plus Ultra, Galleria d’arte moderna, Termoli, Campobasso

    2012 Portrait x, galleria Clou, Ragusa Amici Miei, galleria Cannatella, Palermo Terra Acqua Fuoco, Accademia di Belle Arti di Palermo Paratissima evento collaterale di Artissima, Ingotto, Torino THE ABBEY OF THELEMA ART SHOW, abbazia di Thelema di Edward Alexander Crowley, Cefalù (PA)

    2010 La Terra ha bisogno di Uomini, Artisti delle Accademie di Belle Arti d’Italia, Reggia di Caserta, Napoli Exsposition de livres d’Artistes, Bibliothèque de Caen, France Giornata mondiale del libro, Una Marina di Libro, Palermo

    2009 Ripartenza XXXVII mostra nazionale Vita e Paesaggio di Capo d’Orlando ieri e oggi”. Pinacoteca Tono Zancanaro, Comune di Capo D’Orlando, Messina

    2008/09 Parva Naturalia, annotazioni di Aristotele Biblioteca Comunale Santa Maria La Nuova, Monreale (PA)

    2005/06 Gli intellettuali del novecento nel parco, Fondazione Villa Piccolo Capo D’Orlando, Messina, Galleria Agatirio, Castelbuono, Palermo

    2001 49° edizione Biennale di Venezia Mostra collaterale Arte Fiera Padova Renzo Collura, palazzo Provincia Regionale Agrigento Renzo Collura, Accademia di Belle Arti, Catania Giovani artisti, Abbazia Santa Maria in Castagnola, Chiaravalle (AN) Giovani artisti, Museo Fondazione Luciana Matalon, Milano Mostra Sculture da Vivere, Fondazione Peano, Cuneo

    PREMI E RICOSCIMENTI / PRIZES AND AWARDS2013 Premio internazionale della cattedra di Bioetica dell’Unesco,“Bioeticart competion Fine Art”

    2012 1° Premio e critica 1° simposio-residenza di scultura in marmo, circuito del mito contemporaneo, Lipari Sicilia Archivio S.A.C.S. Palazzo Riso, Museo Regionale d’arte contemporanea della Sicilia, Palermo

    2011 Benemerenza civica conferita dall’Associazione internazionale Joe Petrosino, Città di New York

    2009 Conferimento della cittadinanza onoraria dal Comune di Palazzo Adriano, Palermo

    2006 Premio ANTONINO MAGGIO, Museo Delle Marionette A. Pasqualino, fondazione Ignazio Buttitta

    2004 1° premio internazionale del pubblico, simposio Art in Ice, Livigno

    2000 Premio Regionale d’Arte “Renzo Collura” per giovani artisti

  • Finito di stampare nel mese di giugno 2016Realizzato e prodotto in Italia

    www.marettieditore.com