geometra materia, che sta diventano una nuova e significativa opportunità nelle attività dei...

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Mensile - Sped. in a.p. 70% - D.C.B. - UD - Direttore responsabile BRUNO RAZZA GEOMETRA dimensione 10 2010 Organo ufficiale del Comitato Regionale dei collegi dei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia

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Mensile - Sped. in a.p. 70% - d.c.b. - ud - direttore responsabile bRuNO RAZZA

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102010

Organo ufficiale del

comitato Regionale

dei collegi

dei Geometri e

Geometri laureati del

Friuli Venezia Giulia

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Indice4 EditorialE

Il Geometra di oggi e quello di domani di Bruno Razza

8 aMBiENtE Albo Nazionale dei Gestori Ambientali di Livio Lacosegliaz

14 SiCUrEZZa Radiazioni Ottiche Artificiali titolo VIII Capo V del d.lgs. 81/08 di Antonio Tieghi

26 ENErGEtiCa Difficoltà per la certificazione VEA di Elio Miani

29 CataSto Fabbricati rurali e imposizione fiscale di Pierdomenico Abrami

32 Finalmente le planimetrie catastali On Line di Bruno Razza

36 ForMaZioNE Calendario dei Corsi e Seminari per i Geometri in Regione di Elio Miani

38 attiVita' dEl CollEGio di PordENoNE Sulle orme di Calatrava di Iacopo Chiaruttini

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Il Geometra di oggi e quello di domanidall’ultima assemblea dei Presidenti di Collegio, arrivano spunti interessanti per la categoria

di Bruno razza

Il direttore di DGBruno Razza

Editoriale

Il problema principale da affrontare

con tutta la nostra determinazione, è

quello della formazione dei giovani, per

farli diventare Geometri e conseguen-

temente identificare per loro, un futuro

ed un’aspettativa lavorativa credibile.

Per poter sperare che la nostra società

abbia sempre bisogno della presenza

di un ruolo tecnico professionale come

quello del Geometra, è ineludibile la

necessità di poter garantire la qualità

delle nostre prestazioni tecniche.

I temi che ci tengono impegnati quoti-

dianamente nella ricerca di una miglio-

re definizione del ruolo del Geometra

nella società italiana, sono ancora quelli

della formazione continua ed obbligato-

ria degli iscritti, la riforma scolastica con

l’individuazione dei nuovi piani di studio

per i Geometri, le competenze profes-

sionali, la riforma complessiva delle

professioni e la formazione del nuovo

Ordine dei tecnici intermedi, assieme

ai Periti Industriali ed Agrari.

Quindi la sesta Assemblea dei Presi-

denti del presente mandato del Consi-

glio Nazionale, tenutasi a Roma il 27 ed

il 28 settembre scorsi, ha rappresenta-

to principalmente un momento infor-

mativo e formativo per l’intero vertice

della categoria.

Hanno dato lustro e spessore all’even-

to, due sociologi ed analisti di fama

nazionale, rappresentanti di filosofie

completamente opposte, una assolu-

tamente laica e l’altra cristiana. Il prof.

Paolo Crepèt esperto psicologo, noto

anche al grande pubblico per le sue

apparizioni televisive nei programmi

culturali e di riflessione e monsignor

Fabiano Longoni, esperto nelle scienze

sociali ed ispiratore di grandi intuizioni

nel campo sociale e politico, aiutante

diretto del Patriarca di Venezia. Questi

grandi esperti (per altro entrambi ve-

neti), hanno evidenziato con forza l’in-

tervenuto cambiamento delle modalità

educative e l’influenza di queste, nella

formazione dei nostri figli in generale e

del Geometra nel particolare.

Entrambi hanno compiuto una lucida

analisi della realtà odierna e delle diffi-

coltà in cui si dibatte la cosiddetta “edu-

cazione familiare e scolastica”.

Hanno evidenziato incongruenze e

problematiche, cercando per quanto

possibile, di suggerirci soluzioni ed

opportunità, che se ad alcuni possono

sembrare delle banalità, hanno in realtà

stupito molti, aprendo un’ottica nuova

di coscienza dei nostri problemi rispet-

to al mondo giovanile.

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La formazione dei giovani e la loro rea-

lizzazione all’interno della società civile,

deve necessariamente passare attra-

verso la straordinaria mutazione antro-

pologica che ha coinvolto e continua a

coinvolgere la famiglia.

E’ indispensabile che ognuno di noi

prenda atto che quello che è stata per

secoli l’istituzione familiare, cioè il pila-

stro dell’intera nostra comunità, è ra-

dicalmente cambiato. Nella affannosa

ricerca di cambiare e migliorare la qua-

lità della nostra vita, con un egoismo

imprescindibile dettato dal continuo

sviluppo del benessere, siamo stati

contagiati in questo cambiamento.

Oggi tutti scopriamo, che la famiglia

è diventata una struttura sempre più

fragile, incapace di mantenere un ruo-

lo autorevole e coerente, anche per

l’incondizionata disponibilità dei geni-

tori, unita alla fragilità dei figli, rispetto

all’esterno.

Così nel ruolo di padri e madri, siamo

diventati irrimediabilmente autisti, fac-

chini, camerieri, amici e sponsor dei

nostri figli e dimentichiamo il vero ruolo

che dovrebbe competerci, cioè quello

di assumerci la responsabilità di critica-

re, di progettare di educare con l’esem-

pio e con le testimonianze.

Probabilmente tutti noi sbagliamo ed

abbiamo sbagliato, portando lo zainetto

ai nostri piccoli, affinchè non si affati-

chino, abbiamo sbagliato e sbagliamo a

sacrificarci per dare loro con facilità, il

denaro necessario per gli svaghi ed i di-

vertimenti, a lasciar credere loro che la

vera qualità della vita possa identificarsi

nelle “fiction” e nella cultura televisiva

e mediatica in cui siamo inconsciamen-

te caduti oggi. E’ così che plasmiamo

i giovani, con la pedagogia della falsa

felicità e non con la consapevolezza

della realtà, del dolore, della sofferen-

za, della fatica, della vita dura e della

morte. Da ciò deriva anche la nostra

incompetenza nell’indirizzare i figli ver-

so una cultura ed una formazione utile

per il loro domani. La fine dell’industria-

lizzazione, la pesante crisi nazionale e

mondiale ed anche quella del nostro

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Didascalia

Rubrica????????

titolotitoloSottotitolodi

lavoro, ci insegnano che la possibilità di

occupazione nei settori tradizionali si è

assottigliata, per cui dobbiamo essere

in grado di evitare di indirizzare i giovani

verso lo studio in ambiti ormai sulla via

del tramonto, senza facili illusioni, che

vivono ormai soltanto nei nostri ricordi.

Perciò bisogna che l’impegno dei verti-

ci della categoria, promuova e tuteli la

professione del Geometra, rendendola

appetibile e rinnovabile, trasformando-

la in certezza. Una certezza che deve

guardare al futuro e non al passato. Le

riforme si fanno per il domani e non per

il ieri, per cui non dobbiamo limitarci a

riproporre i nostri trascorsi modelli, cer-

cando di riprodurli e perpetuarli a nostra

immagine e somiglianza, ma dobbiamo

rivolgerci al futuro ed alla realtà che in-

contreranno i nostri figli. La scuola deve

forgiare in ognuno dei nostri ragazzi, la

conoscenza dell’essere, prima di tutto,

per poi capire la qualità del sapere e la

necessità del saper fare.

E noi dobbiamo aiutarli a superare la

paura di crescere, la voglia semplicisti-

ca del vivere nel limbo dell’eterna ado-

lescenza, la voglia di rimandare ogni

decisione a tempo indeterminato, la

voglia di rimanere più a lungo possibile

invisibili e “bamboccioni”. La categoria

è chiamata ad un forte cambiamento

nella propria consolidata mentalità, che

deve diventare meno rigida e più flessi-

bile, proprio per favorire l’adattamento

evolutivo delle situazioni esterne, sem-

pre più difficili e complesse, modifican-

do sia la formazione delle nuove gene-

razioni che quella degli attuali iscritti.

Chi vi scrive, ha relazionato in Assem-

blea come potete immaginare, nelle

materie catastali, già note a tutti i lettori

di Dimensione Geometra, ma che spero

si potranno approfondire ulteriormente

nei prossimi numeri, sia nei dettagli re-

lativi al calcolo delle rendite presunte,

che in merito alla certificazione di con-

formità tra le planimetrie catastali e lo

stato di fatto dei fabbricati che vengono

trattati negli atti di trasferimento.

Il collega Antonio Benvenuti ha descrit-

to il lavoro in corso, per la stesura degli

standard di qualità ai fini della qualifica-

zione professionale della Categoria dei

Geometri. Lavoro ormai in significativo

stato di avanzamento, che viene realiz-

zato entro l’anno 2011, in sinergia dal

CNG con l’UNI e per il quale viene coin-

volta l’intera categoria.

Il dott. Nicola Fiotti, ricercatore pres-

so la Facoltà di Medicina e Chirurgia

dell’Università di Trieste, ha tenuto un

interessantissima relazione sulla “sin-

drome della casa malata”, coniugando

la medicina con la tecnica del sano

costruire, per prevenire una infinità di

patologie, già in fase di costruzione e di

progettazione degli immobili.

Infine, tutte le Associazioni, hanno avu-

to l’opportunità di illustrare con rinno-

vato entusiasmo, la loro attività e le loro

proposte operative e formative per il fu-

turo. Come noto si tratta di GEOVAL,

GEOSPORT, GEOSICUR, AGIT, AGEL-

LPP, AGICAT, AGIAI e DONNE GEOME-

TRA, associazioni alle quali (secondo

gli argomenti di interesse) dobbiamo

convenientemente aderire tutti. Sta

nascendo intanto, anche sulla spinta

dell’entrata in vigore del D.Lgs. 4 mar-

zo 2010 n° 28, sulla conciliazione delle

controversie, la nostra associazione in

materia, che sta diventano una nuova

e significativa opportunità nelle attività

dei Geometri. Ogni argomento affron-

tato, meriterebbe adeguati approfondi-

menti a beneficio dei lettori, speriamo

di riuscirci nei prossimi numeri.dim

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Livio Lacosegliaz

Albo Nazionale dei Gestori Ambientaliart. 212 del d.lgs. 152/2006 e successive modificazionidi livio lacosegliaz

Ambiente

della tutela del territorio. I componenti

del Comitato nazionale vengono desi-

gnati rispettivamente:

a) due dal Ministro dell’ambiente di

cui uno con funzione di Presiden-

te;

b) uno dal Ministro delle attività pro-

duttive, con funzione di Vice-Presi-

dente;

c) uno dal Ministro della salute;

d) uno dal Ministro dell’economia e

delle finanze;

e) uno dal Ministro delle infrastrutture

e trasporti;

f) uno dal Ministro dell’interno

g) tre dalle regioni;

h) uno dall’Unione italiana delle Ca-

mere di C.I.A.A.;

i) sei dalle organizzazioni maggior-

mente rappresentative delle cate-

gorie economiche interessate, di

cui due dalle organizzazioni rappre-

sentative della categoria degli auto-

trasportatori e due dalle associazio-

ni che rappresentano i gestori dei

rifiuti;

j) due dalle organizzazioni sindacali

maggiormente rappresentative.

Le Sezioni regionali e provinciali dell’Al-

Con l’art. 212 del D.Lgs. 152/2006,

modificato con il D.Lgs. 16/01/08 n.

4, è stato costituito L’albo Nazionale

dei Gestori Ambientali e sono state

regolamentate le sue funzioni. La sua

sede naturale è stata collocata presso

il Ministero dell’Ambiente e tutela del

territorio.

La struttura organizzativa è stata arti-

colata in un Comitato Nazionale che,

come già accennato, avrà la sua sede

presso il citato Ministero ed in Sezioni

regionali e provinciali istituite presso le

camere di commercio, industria, arti-

gianato e agricoltura dei capoluoghi di

regione e delle province autonome di

Trento e Bolzano.

Con separato decreto del Ministero

dell’Ambiente, sono istituite altresì,

Sezioni speciali del Comitato Naziona-

le, per ogni singola attività soggetta ad

iscrizione all’Albo; naturalmente senza

gravare la finanza pubblica di nuovi o

maggiori oneri.

Il Comitato nazionale dell’Albo ha po-

tere deliberante ed è composto da

diciannove membri di comprovata

e documentata esperienza tecnico-

economica o giuridica nelle materie

ambientali e vengono nominati con

decreto del Ministro dell’ambiente e

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bo sono anch’esse istituite con decre-

to del Ministro dell’ambiente e della

tutela del territorio e sono composte:

a) dal Presidente della Camera di

Commercio, industria, artigianato

e agricoltura o da un membro del

Consiglio camerale all’uopo desi-

gnato dallo stesso, con funzioni di

Presidente;

b) da un funzionario o dirigente di

comprovata esperienza nella mate-

ria ambientale, designato dalla re-

gione o dalla provincia autonoma,

con funzioni di Vice-Presidente

c) da un funzionario o dirigente di

comprovata esperienza nella mate-

ria ambientale, designato dall’Unio-

ne regionale delle province o delle

province autonome;

d) da un esperto di comprovata espe-

rienza in materia ambientale, desi-

gnato dal Ministro dell’ambiente e

della tutela del territorio.

Le funzioni del Comitato nazionale e

delle Sezioni regionali dell’Albo, sono

svolte, fino alla scadenza del mandato

che è di cinque anni, dagli stessi orga-

nismi sopra elencati, integrati dai due

componenti delle organizzazioni sinda-

cali maggiormente rappresentative.

Agli oneri per il funzionamento del

Comitato nazionale e delle Sezioni re-

gionali e/o provinciali, si provvede con

le entrate derivanti dai diritti annuali

d’iscrizione, che saranno determinati

con decreto del Ministro dell’ambien-

te e tutela del territorio.

L’iscrizione all’Albo è obbligatoria per

lo svolgimento dell’attività di raccolta

e trasporto di rifiuti non pericolosi, di

raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi,

di bonifica dei siti, di bonifica dei beni

contenenti amianto, di commercio ed

intermediazione dei rifiuti senza de-

tenzione dei rifiuti stessi, nonché di

gestione di impianti di smaltimento

e di recupero di titolarità di terzi e di

gestione di impianti mobili di smalti-

mento e di recupero di rifiuti, nei limi-

ti di cui all’art. 208, comma 15. Sono

esonerati dall’obbligo dell’iscrizione

all’Albo, le organizzazioni di cui agli ar-

ticoli 121, comma 3, lettere “a” e “c”

e art.i. 223, 224, 228, 233, 234, 235

e 236, a determinate condizioni, che

verranno analizzate e pubblicate in un

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prossimo articolo su questa rivista, in

considerazione della vastità delle va-

riabili previste dalla presente legge.

L’iscrizione all’Albo (per le imprese non

esonerate), che costituisce titolo per

l’esercizio delle attività di raccolta, tra-

sporto, commercio e intermediazione

dei rifiuti, deve essere rinnovata ogni

cinque anni. Per le altre attività, l’iscri-

zione abilita alla gestione degli impian-

ti il cui esercizio sia stato autorizzato o

allo svolgimento delle attività soggette

ad iscrizione.

Le imprese che effettuano attività di

raccolta e trasporto di rifiuti, le impre-

se che effettuano attività di interme-

diazione e commercio di rifiuti senza

detenzione dei medesimi e le imprese

che effettuano l’attività di gestione di

impianti mobili di smaltimento e recu-

pero dei rifiuti, devono presentare ido-

nee garanzie finanziarie a favore dello

Stato. Tali garanzie sono ridotte del

cinquanta percento per le imprese re-

gistrate, ai sensi del regolamento (CE)

n. 761/2001 e del quaranta percento

nel caso in cui dette imprese siano in

possesso della certificazione ambien-

tale, ai sensi della norma Uni En Iso

14001.

Le imprese che effettuano attività di

gestione di impianti fissi di smaltimen-

to e di recupero di titolarità di terzi e

le imprese che effettuano l’attività di

bonifica dei siti e di bonifica dei beni

contenenti amianto, devono presenta-

re idonee garanzie finanziarie a favore

della regione territorialmente compe-

tente. Tali garanzie sono ridotte del

cinquanta percento, per le imprese re-

gistrate ai sensi del regolamento (CE)

n. 761/2001 e del quaranta percento

nel caso in cui dette imprese siano in

possesso della certificazione ambien-

tale, ai sensi della norma Uni En Iso

14001.

Le citate garanzie devono essere pre-

state in base alla seguente distinzio-

ne:

a) le imprese che effettuano l’attivi-

tà di gestione di impianti fissi di

smaltimento e di recupero di tito-

larità di terzi, devono presentare le

garanzie finanziare a favore della

regione per ogni impianto che vie-

ne gestito;

b) le imprese che effettuano l’attività

di bonifica dei siti e dei beni conte-

nenti amianto, devono prestare le

garanzie finanziarie a favore della

regione per ogni intervento di bo-

nifica

Le imprese produttrici iniziali di rifiuti

non pericolosi, che effettuano opera-

zioni di raccolta e trasporto dei propri

rifiuti e i produttori iniziali di rifiuti peri-

colosi, che effettuano operazioni di rac-

colta e trasporto di 30 Kg o trenta litri

al giorno dei propri rifiuti pericolosi, a

condizione che dette operazioni siano

parte integrante e accessoria dell’or-

ganizzazione dell’impresa dalla quale

i rifiuti sono prodotti, sono esentate

dalla presentazione delle sopra citate

garanzie finanziarie. Queste imprese

vengono iscritte in apposita sezione

dell’Albo, in base alla presentazione di

una loro comunicazione alla Sezione

regionale o provinciale dell’Albo terri-

torialmente competente, attestando

sotto la propria responsabilità;

a) la sede dell’impresa, l’attività o le

attività dalle quali sono prodotti i

rifiuti

b) le caratteristiche e la natura dei ri-

fiuti prodotti

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c) gli estremi identificativi e l’idoneità

tecnica dei mezzi utilizzati per il tra-

sporto dei rifiuti, tenuto anche con-

to delle modalità di effettuazione

del trasporto medesimo

d) il versamento del diritto annuale di

registrazione che, in base alla pri-

ma applicazione è stabilito in 50 €

all’anno ed è rideterminabile ai sen-

si dell’art. 21 del D.M. dell’ambien-

te 28 aprile 1998 n. 46.

L’impresa è tenuta a comunicare ogni

variazione intervenuta successiva-

mente all’iscrizione. Presso il Comi-

tato nazionale sono istituiti i registri

delle imprese autorizzate alla gestione

dei rifiuti che vengono aggiornati ogni

trenta giorni, nei quali, sono inseriti a

domanda, gli elementi identificativi

dell’impresa, consultabili dagli opera-

tori secondo le procedure fissate con

decreto del Ministro dell’ambiente, nel

rispetto dei principi di cui al decreto le-

gislativo 30 giugno 2003 n. 196 (legge

sulla privacy)

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Antonio Tieghi

Innanzitutto devo fare ammenda per non aver segnalato prima, e di conseguenza inse-

rito nell’autocertificazione che è stata pubblicata, anche l’obbligo di valutazione dei ri-

schi per le Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) Il Capo I (artt. 180 – 186) è già entrato in

vigore dal 26 aprile 2010, infatti gli articoli del TU che seguono individuano:

Art. 214: definizione dei valori limite di esposizione: il rispetto di questi limiti garantisce

che i lavoratori esposti a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche siano protetti contro

tutti gli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute conosciuti.

Art. 215: allegato XXXVII parte I (VLE per radiazioni incoerenti) e parte II (VLE per rad.

Laser).

Art. 216, comma 1: il Datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola

i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori, secondo le

metodologie IEC (radiazioni coerenti), CIE, CEN (radiazioni incoerenti)……..e richie-

de che per la valutazione dei rischi siano

Radiazioni Ottiche Artificiali titolo VIII Capo V del d.lgs. 81/08Ulteriori adempimenti per gli studi professionali: le roa

di antonio tieghi

Sicurezza

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presi in considerazione i seguenti ele-

menti:

a) il livello, la gamma di lunghezze d'on-

da e la durata dell'esposizione;

b) i valori limite di esposizione;

c) qualsiasi effetto sulla salute e sulla si-

curezza dei lavoratori appartenenti a

gruppi particolarmente sensibili al ri-

schio;

d) qualsiasi eventuale effetto sulla salu-

te e sulla sicurezza dei lavoratori, ri-

sultante dalle interazioni tra radiazio-

ni ottiche e sostanze chimiche foto-

sensibilizzanti;

e) qualsiasi effetto indiretto come l'ac-

cecamento temporaneo, le esplosio-

ni o il fuoco;

f) attrezzature di lavoro alternative pro-

gettate per ridurre i livelli di esposizio-

ne;

g) la disponibilità di azioni di risanamen-

to per minimizzare i livelli di esposi-

zione;

h) informazioni raccolte nel corso della

sorveglianza sanitaria, e pubblicate;

i) sorgenti multiple di esposizione;

j) la classificazione dei laser e quelle

analoghe per tutte le sorgenti artificia-

li che possono arrecare danni simili a

quelli di un laser della classe 3B o 4;

m) le informazioni fornite dai fabbricanti.

Le ROA ci riguardano da vicino perché, ol-

tre ad altre frequenze ottiche che noi non

utilizziamo, gli strumenti ottici che utilizza-

no il laser, sono gli inseparabili compagni

delle nostre campagne di rilevazione.

Le radiazioni ottiche (infrarosso,visibile

,ultravioletto) sono parte di un più am-

pio spettro di radiazioni, che spazia dal-

le radiazioni ionizzanti a quelle non ioniz-

zanti (NIR).

La demarcazione tra le due grandi cate-

gorie di radiazioni, risiede proprio nella

regione inferiore dell’ultravioletto (UVC,

c.a. 100 nm, oltre la quale inizia la regio-

ne dei raggi X molli).

Tali radiazioni sono della stessa natura,

ma la forma della loro interazione con la

materia, è diversa e quindi diverse sono

le modalità per la generazione, trasmis-

sione (nei mezzi materiali), la deposizio-

ne di energia (e quindi la capacità di de-

terminare reazioni chimiche, ionizzazio-

ne, ecc.) nei materiali e in particolare,

nei tessuti umani, nonché la rivelazione

di tali radiazioni.

In radioprotezione si introduce il concet-

to di deposizione di energia; nel campo

delle NIR vedi ad esempio i RUV, che ca-

ratterizzano la diversa penetrazione della

radiazione, in funzione della frequenza e

delle intensità della radiazione.

Le regioni spettrali: il VISIBILE

La radiazione visibile all’occhio umano e

compresa in un intervallo ristretto di fre-

quenze da 3.8x10^14 a 7.7x10^14Hz, ov-

vero da 400 a 780 nm.

Essa è prodotta dalle transizioni ener-

getiche degli elettroni più esterni degli

atomi.

In un corpo incandescente come il Sole,

gli elettroni sono accelerati e si urtano ca-

sualmente: la radiazione emessa (radia-

zione termica) è a spettro continuo (ra-

diazione corpo nero).

Newton fu il primo a scoprire che la lu-

ce percepita come bianca è in realtà co-

stituita da una miscela di tutti i colori del-

lo spettro.

Le regioni spettrali:

l’ULTRAVIOLETTO

Vicino alla porzione visibile vi e l’ultravio-

letto che si estende da circa 8x10^14 a

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5x10^16Hz, lunghezze d’onda da 100 a

400 nm. Le corrispondenti energie dei

fotoni sono da 3.2 a 150 eV.

I raggi u.v. provenienti dal sole hanno suf-

ficiente energia, per ionizzare gli atomi

e le molecole della parte alta dell’atmo-

sfera, creando la ionosfera.

Fortunatamente lo strato di ozono (O3)

nell’alta atmosfera, scherma la radiazio-

ne UV (taglio a circa 290 nm) che altri-

menti sarebbe deleteria per molte for-

me di vita sulla terra.

L’emissione di radiazione UV avviene per

salti da livelli energetici degli atomi o del-

le molecole sia degli elettroni esterni che

ancor più di quelli interni, che possiedo-

no maggiore energia di legame.

La banda degli UV è suddivisa in tre ran-

ge:

UVA: lunghezza d’onda compresa tra 315

e 400 nm;

UVB: lunghezza d’onda compresa tra 280

e 315 nm;

UVC: lunghezza d’onda compresa tra 100

e 280 nm (più energetici e pericolosi).

La rilevazione delle radiazioni ottiche nel

campo del visibile e dell’ultravioletto,

sfrutta il cosiddetto effetto fotoelettrico,

che consiste nel fatto che l’energia della

radiazione incidente, si trasforma in ener-

gia cinetica degli elettroni colpiti, purché

superi la forza che tiene legati gli elettro-

ni all’atomo.

SORGENTI NATURALI

ED ARTIFICIALI

Luce solare

Lo spettro della radiazione solare oltre

l’atmosfera terrestre, corrisponde in

buona approssimazione, a quella emes-

sa da un corpo nero alla temperatura di

circa 6000°C. a livello del mare, non è

presente la radiazione UV-C e UV-B fi-

no a 290 nm perché completamente as-

sorbita; l’intensità della radiazione UV-

B, compresa fra 290 e 315 nm, è note-

volmente attenuata mentre quella del-

la radiazione UV-A lo è in misura molto

minore. Di tutta la radiazione solare in-

cidente al suolo (ultravioletta, visibile e

infrarossa) la RUV è circa il 5%. Rispet-

to a questo valore le componenti UV-B

e UV-A, integrate nell’arco della giorna-

ta, rappresentano rispettivamente circa

il 5% e il 95%.

La radiazione UV-B solare è presente so-

prattutto nella parte centrale della gior-

nata. Alle nostre latitudini, circa il 60%

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della radiazione UV efficace nell'indur-

re l’eritema è presente nell'intervallo

dalle 10 alle 14, ora solare.

Saldatrici

Gli archi di saldatura sono caratterizza-

ti da una emissione di radiazione mol-

to intensa.

Infatti, nell’arco si raggiungono tempe-

rature molto elevate,corrispondenti a

quelle dello spettro solare (oltre 6.000

°K), con la differenza che lo spettro sola-

re è filtrato dagli strati superiori dell’at-

mosfera, con una lunghezza d’onda di

taglio di c.a. 290 nm al suolo.

I valori dell’irradianza e dell’irradianza

spettrale misurati in prossimità dell’ar-

co, dipendono dai parametri caratteristi-

ci dei processi di saldatura (MIG. TIG,

MAG, filo, elettrodo, ...) quali corrente

d’arco, composizione metallo apporto

(filo, bacchetta, ...), composizione gas

schermante (CO2, argon, ...).

Lampada a scarica

(v. lampade germicide e fly killer)

La lampada a scarica è un tipo di lam-

padina basata sull'emissione di radia-

zione elettromagnetica da parte di un

plasma di gas ionizzato. La ionizzazio-

ne del gas e ottenuta per mezzo di una

scarica elettrica. E’ costituita da una

ampolla e/o un tubo di vetro o quarzo

contenente il gas e almeno due elet-

trodi tra cui avviene la scarica.

Le lampade germicide sono usate per

assicurare la sterilita di utensili e am-

bienti ospedalieri. In genere contengo-

no una miscela gassosa di argon e va-

pori di mercurio a bassa pressione, at-

traverso i quali viene indotta una sca-

rica elettrica.

Lampade a fluorescenza

(chiamate anche tubi/lampade al ne-

on)

La lampada fluorescente è un parti-

colare tipo di lampada a scarica in cui

l'emissione luminosa visibile e indiret-

ta, ovvero non è emessa direttamen-

te dal gas ionizzato, ma da un materia-

le fluorescente.

È costituita da un tubo di vetro al cui

interno e dapprima praticato il vuoto,

poi introdotto un gas nobile (argon, xe-

no, neon, o kripton) a bassa pressione

ed una piccola quantità di mercurio li-

quido, che in parte evapora mescolan-

dosi al gas nobile.

La superficie interna del tubo è rivestita

di un materiale fluorescente, dall'aspet-

to di una polvere bianca. Ai due estre-

mi del tubo sono presenti due elettro-

di, gli elettroni in movimento tra i due

elettrodi eccitano gli atomi di mercu-

rio contenuti nel gas, sollecitandoli ad

emettere radiazione ultravioletta. Il ma-

teriale fluorescente di cui e ricoperto il

tubo, investito da tali radiazioni, emet-

te a sua volta luce visibile.

Lampade per trattamenti estetici a

fluorescenza

Un altro utilizzo delle lampade UV, oggi

molto comune, e negli istituti di esteti-

ca per favorire l´abbronzatura. In que-

sto caso la lampada e opportunamen-

te schermata per eliminare le compo-

nenti nocive e permettere la fuoriusci-

ta della sola radiazione UVA che è quel-

la ad effetto abbronzante.

LASER (light amplification by stimula-

ted emission of radiation)

Quando un sistema atomico si trova nel

suo stato di energia più alta, dopo un

certo intervallo di tempo, il sistema si

trasferisce spontaneamente nello sta-

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to di energia più bassa, emettendo nel

processo un fotone di energia hv = alla

differenza di energia tra i due stati.

Questo processo si dice emissione

spontanea, in quanto l'emissione non

è indotta da alcuna influenza esterna,

generalmente la vita media t per l'emis-

sione spontanea da parte di atomi ecci-

tati è: t = 10^(- 8) s., in qualche caso,

però, vi sono stati per i quali è molto

maggiore, anche fino a t = 10^(- 3) s.

Questi stati, detti metastabili, hanno

un ruolo fondamentale nel funziona-

mento del laser.

Ad esempio, consideriamo un sistema

atomico a tre livelli E1, E2 ed E3, con

E2 metastabile, esponendo il sistema

ad una intensa sorgente, gli atomi pas-

sano dallo stato E1 a quello E3, quindi

si diseccitano rapidamente dallo stato

E3 allo stato metastabile E2. In questo

modo, lo stato E2 diventa molto più po-

polato dello stato E1, procurando quin-

di la necessaria inversione di popola-

zione e quindi, ottenendo la produzio-

ne di luce laser.

PRINCIPALI TIPI DI LASER

I diversi tipi di laser si distinguono per

consuetudine, in base allo stato di ag-

gregazione del materiale attivo, si han-

no così:

laser a stato solido, a cristalli e •

vetri o a semiconduttori

laser a liquidi•

laser a gas •

(ulteriormente suddivisi in laser

ad atomi neutri, laser a ioni, laser

molecolari, laser ad eccimeri e

laser ad elettroni liberi).

CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI

LASER SECONDO LA NORMA

CEI 76-2*

Sono individuate 5 classi: 1, 2, 3A, 3B

e 4, con indice di pericolosità crescen-

te.

Classe 1: vengono raggruppati i laser

cosiddetti intrinsecamente sicuri, poi-

ché il livello di esposizione massima

permesso non viene mai superato, o

quei sistemi laser non pericolosi grazie

alla loro progettazione ed ingegnerizza-

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zione: involucri fissi e sicurezze intrin-

seche come ad esempio sistemi che

bloccano definitivamente l’emissione in

caso di guasto o di apertura involontaria

o volontaria dell’apparato, sono intrinse-

camente sicuri perché di bassa potenza.

I LEA per la classe 1 sono le condizioni

di esposizione massima permessa più ri-

gide e limitative per ciascuna lunghezza

d’onda e durata di esposizione.

Classe 2: sorgenti o sistemi che emet-

tono radiazione nell’intervallo 400 e 760

nm (cioè nel visibile) a bassa potenza, non

sono intrinsecamente sicuri, ma la prote-

zione dell’occhio è normalmente facilita-

ta dal riflesso di ammiccamento. Bisogna

evitare di guardare nel fascio.

Classe 3A: comprende i laser con poten-

ze di uscita non inferiori a 5 mW, la pro-

tezione dell’occhio è facilitata dal rifles-

so di ammiccamento. Bisogna evitare di

guardare nel fascio, né osservarlo diret-

tamente con strumenti ottici.

Per la Classe 3B i livelli, sia per radiazio-

ne visibile che per quella non visibile, non

devono superare i 500 mW, la visione

diretta nel fascio è sempre pericolosa,

mentre non è a rischio la visione di ra-

diazioni non focalizzate, mediante rifles-

sione diffusa.

I laser di Classe 4 sono i più potenti e pe-

ricolosi. La classe 4 comprende tutti quei

sistemi che superano i livelli imposti alla

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classe 3B. Il loro uso richiede un’estrema

prudenza. Sono pericolosi anche per rifles-

sione diffusa. Essi possono causare dan-

ni a carico della cute e presentano anche

un rischio di incendio. E’ necessario evi-

tare l’esposizione dell’occhio e della pel-

le alla radiazione diretta o diffusa.

PRINCIPALI APPLICAZIONI

DEI LASER

Lavorazioni di materiali

Foratura, taglio, saldatura, trattamenti •

termici, etc.

Misure industriali, civili ed ambientali

Settore industriale:• interferometri

laser per metrologia, misuratori

di diametri di fili, granulometri,

rugosimetri sistemi di rilievo di campi

di deformazione.

Settore civile:• sistemi laser di

allineamento livelle laser, telemetri

topografici e geodimetri.

Settore ambientale: • Lidar e rilevatori

di inquinamento.

Settore della presentazione:• laser

per la visualizzazione di ologrammi,

pointer laser per conferenze, sistemi

laser per la didattica.

Settore giochi di luce:• laser per

effetti speciali in discoteche, mostre

spettacoli all’aperto e simili.

Settore beni durevoli:• lettori al laser

di codici a barre, lettori di compact

disc, stampanti laser e simili.

EFFETTI BIOLOGICI

DELLA RADIAZIONE LASER

L’occhio, per la sua configurazione ana-

tomofunzionale e per il suo comporta-

mento ottico, è l’organo più vulnerabi-

le nei confronti della luce laser e rappre-

senta pertanto l’organo “critico” per ec-

cellenza. A seconda della radiazione otti-

ca (ultravioletto 100-400nm, visibile 400-

760 nm, infrarosso 760-1mm) e dell’in-

tensità di dose si possono avere diver-

si tipi di danno a carico di questo organo

quali: danni retinici di natura fotochimica,

alterazioni retiniche caratterizzate da pic-

coli addensamenti di pigmento, discro-

mie, effetti catarattogeni di origine foto-

chimica e termica, fotocheratocongiunti-

vite, ustioni corneali.

Di minore importanza è l’eventuale dan-

no a carico della cute e i più comuni so-

no: eritemi, ustioni cutanee, superficiali

e profonde, la cui gravità sarà in rappor-

to, oltre che all’energia calorica inciden-

te, al grado di pigmentazione, all’efficien-

za dei fenomeni locali di termoregolazio-

ne, alla capacità di penetrazione nei vari

strati delle radiazioni incidenti. Laser di

potenza notevolmente elevata possono

danneggiare seriamente anche gli orga-

ni interni.

PROTEZIONE PERSONALE

Classe 1

a) Utilizzo senza prescrizioni: •

CLASS 1 LASER PRODUCT

Classe 2

a) Evitare una visione continua del •

fascio diretto

b) Non dirigere il fascio laser •

deliberatamente sulle persone

LASER RADIATION

DO NOT STARE INTO BEAM

CLASS 2 LASER PRODUCT

Classe 3 A

a) Evitare l’uso di strumenti ottici •

quali binocoli o teodoliti

b ) A ff i gge re un segna le d i •

avvertimento laser

c) Allineamento laser tramite mezzi •

meccanici o elettronici

d) Terminare il fascio laser in una zona •

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esterna al luogo di lavoro o delimitare

tale zona

e) Fissare la quota del raggio laser •

molto al di sopra o al di sotto

dell’altezza dell’occhio

f) Evitare che il fascio laser sia diretto •

verso superfici riflettenti

g) Immagazzinare il laser portatile •

non in uso in un luogo inaccessibile

alle persone non autorizzate

LASER RADIATION DO NOT STARE IN-

TO BEAM OR VIEW DIRECTLY WITH OP-

TICAL INSTRUMENTS

CLASS 3 A LASER PRODUCT

Classe 3 B

Può causare danni a un occhio non pro-

tetto.

Valgono le precauzione della classe 3 A

e inoltre:

a) Funzionamento solo in zone •

controllate dagli operatori

b) Evitare assolutamente riflessioni •

speculari

c) Far terminare il fascio su un •

materiale atto a disperdere calore

e riflessione

d) Indossare le protezioni oculari•

LASER RADIATION AVOID

EXPOSURE TO BEAM

CLASS 3B LASER PRODUCT

Classe 4

Causa danni all’occhio sia tramite il fa-

scio diretto, riflessioni speculari e diffu-

se. Rappresentano anche un potenziale

pericolo di incendio. Valgono le precau-

zione della classe 3 B e inoltre:

a) Tragitti dei fasci protetti da un ri-•

paro

b) Durante il funzionamento presen-•

za solo di personale tecnico muni-

to di protettori oculari e idonei ve-

stiti protettivi

c) Per evitare la presenza di perso-•

nale sarebbe preferibile se fossero

comandati a distanza

d) Preferibili bersagli metallici non •

piani e adeguatamente raffreddati

come coni e assorbitori

e) Per evitare riflessioni indesidera-•

te nella parte invisibile dello spettro

per la radiazione laser situata nell’in-

frarosso lontano, il fascio e la zona

di impatto dovrebbero essere avvol-

te da un materiale opaco per la lun-

ghezza d’onda del laser

LASER RADIATION AVOID EYE OR

SKIN EXPOSURE TO DIRECT OR

SCATTERED RADIATION

CLASS 4 LASER PRODUCT

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di Elio Miani

Energetica

Difficoltà per la certificazione VEA il regolamento regionale, complica le procedure per la qualificazione dei tecnici certificatoridi Elio Miani

La Giunta Regionale ha recentemente

emanato il “regolamento recante il

sistema di accreditamento dei soggetti

abilitati alla certificazione VEA di cui

all'articolo 1 bis della L.R. 23/2005

(disposizioni in materia di edilizia

sostenibile) e modifiche al Regolamento

recante le procedure per la certificazione

VEA emanato con D.P.Reg. 274/2009”.

In estrema sintesi, il regolamento

individua sia i soggetti abilitati alla

certificazione energetica (articolo 2), che

i soggetti abilitati alla certificazione VEA

per la sostenibilità energetico ambientale

(articolo 3), inoltre prevede la realizzazione

di specifici corsi che si sviluppano in

due moduli: corsi della durata di 80 ore

per i tecnici di cui all'articolo 2 e corsi

della durata di 64 ore, per i tecnici di cui

all'articolo 3.

Il testo della norma, prevede che tutti

i tecnici debbano obbligatoriamente

frequentare entrambe i modul i ,

indipendentemente dai requisit i

professionali che già posseggono e che

di per sè già abilitano i liberi professionisti

iscritti ai rispettivi Collegi (Geometri e

Periti edili e termotecnici), ad operare in

questo settore, limitatamente al proprio

specifico ambito di competenza.

Questa norma non è assolutamente

condivisa dai Geometri della regione,

perché siamo convinti che il compito

del Certificatore Energetico non debba

essere quello di rifare il progetto degli

impianti e degli isolamenti, bensì

quello di verificare se le opere e gli

impianti realizzati, corrispondano a

quelli indicati sui progetti depositati.

Con ciò confermando alla costruzione,

l'attribuzione di una classe energetica, già

indicata nelle previsioni progettuali e che

può e deve venire certificata, solamente

dopo che il tecnico certificatore abbia

eseguito le necessarie verifiche e gli

appropriati controlli, a lavori ultimati.

Il Certificatore non è un progettista

che debba e possa decidere, assieme

al committente, se si vuole costruire

un edificio in classe A, B o C, bensì è

una figura professionale qualificata per

valutare la corrispondenza fra il progettato

e l'eseguito.

Perciò ne consegue evidentemente,

che certamente il Geometra Libero

Professionista, regolarmente iscritto

all’Albo, possiede già i requisiti necessari

alla redazione di una certificazione

energetica, senza l'obbligo di partecipare

ad un corso di 80 ore.

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Per la certificazione Ambientale, oltre ai

requisiti necessari per la certificazione

energetica, la Regione impone agli

aspiranti certificatori, la frequenza di un

corso di 64 ore.

Sulla necessità di un corso specialistico

e qualificante per i certificatori, possiamo

anche essere d'accordo, anche se

riteniamo di essere in grado di certificare

comunque con competenza. Ma non

possiamo invece essere assolutamente

d’accordo sulla durata che la Regione

impone per lo stesso corso, visto tra

l’altro, che nelle fasi preparatorie del

regolamento e nelle riunioni tenutesi in

ambito regionale ed alle quali le categorie

professionali erano state appositamente

invitate per esprimere il loro punto di

vista, era stato prospettato con chiarezza,

che la durata dei corsi avrebbe dovuto

essere contenuta in un massimo di 35

o 40 ore.

In un periodo come l’attuale, di crisi

del nostro settore e non solo, dove

tutte le energie vengono da più parti

indirizzate verso una nuova e più

significativa snellezza e semplificazione

delle procedure, per permettere e

stimolare l’accelerazione dei processi

tecnici burocratici del costruire, appare

inutilmente penalizzante richiedere ai

nostri tecnici un impegno superiore alle

35/40 ore per svolgere delle attività che

comunque, sono largamente note a tutti

gli operatori del settore.

Tutto ciò è ulteriormente suffragato dal

fatto che tale adempimento è previsto

solamente dalla nostra regione, la

quale se da un verso dimostra con ciò

una maggiore sensibilità ambientale,

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l'entrata in vigore del Regolamento,

l’Amministrazione Regionale potrebbe

essere denunciata per aver assunto

provvedimenti incostituzionali.

Detta denuncia, sarebbe infatt i

indispensabile a tutela di tutto i l

mondo professionale, in quanto le

modalità previste fin qui, precludono

evidentemente la possibilità di operare

in regime di libera concorrenza favorendo

di fatto, la formazione di un illecito

monopolio a favore di quei pochi tecnici

che nel frattempo, fossero in grado di

frequentare il corso VEA.

Ad ogni buon conto, si ribadisce qui

con certezza che comunque, per la

Certificazione Energetica, non vi debba

essere la necessità di dover partecipare

ad un corso della durata di 80 ore per i

tecnici iscritti agli Albi professionali.

Al Consigliere Regionale Colautti,abbiamo

richiesto che venga data la possibilità,

anche ai nostri Collegi, di organizzare

in proprio i corsi necessari, con un

programma di formazione qualificato

e concordato, dove si possa offrire la

possibilità di conseguire anche i Crediti

Formativi ad un costo inferiore ai 10

euro/ora, già previsti e definiti per la

partecipazione ai corsi di ARES.

In conclusione, possiamo ritenerci

parzialmente soddisfatti dell’esito

dell’incontro, in quanto la Regione ha

immediatamente licenziato un apposito

emendamento che per intanto, sposta

la data di entrata in vigore della norma

al 31 ottobre 2011. Speriamo che nel

frattempo possa venir modificato anche

il regolamento, eliminando gli aspetti

negativi qui denunciati.

Intanto, nel periodo dal 1 gennaio al

31 ottobre 2011, la certificazione VEA

resta facoltativa, a libera scelta della

committenza.

produce per contro l’appesantimento di

una incombenza aggiunta, non prevista

dalle disposizioni comunitarie.

Risulta inoltre assolutamente inaccettabile

la scelta delle tempistiche indicate dalla

norma in parola, per l'entrata in vigore

del Regolamento (gennaio 2011), alla

stessa maniera è incomprensibile e non

condivisibile il fatto che possa essere

imposta obbligatoriamente la sola

ARES (Agenzia Regionale per l'Edilizia

Sostenibile) come struttura abilitata a

tenere i corsi. Infatti, prevedendo (a

fini didattici e culturali qualificanti e

condivisibili) una limitazione al numero

dei partecipanti ai medesimi corsi, ma

con un impegno temporale spropositato

e complesso, unito anche alla scelta

ingiustificabile della limitazione delle sedi

previste, è sin troppo facile prevedere un

completo fallimento dell’iniziativa.

Essendo obbligatorio il possesso

del requisito di aver partecipato con

profitto ai corsi, al fine di poter essere

abilitati per le certificazioni necessarie,

risulta talmente chiara l’incongruenza

del dettato regionale, che così come

previsto, non permette in tempi certi

e rapidi, la formazione e la successiva

iscrizione negli appositi elenchi dei tecnici

necessari e di coloro che comunque,

volessero cimentarsi in questa attività.

Il 21 settembre scorso, abbiamo avuto la

possibilità di partecipare ad un’apposita

audizione con il Presidente della IV

Commissione, Consigliere Regionale

Alessandro Colautti.

In quel la sede, sono state fatte

presenti tutte queste criticità ed è

stato chiaramente esposto il completo

dissenso della nostra categoria nei

confronti di quanto sopra citato,

palesando inoltre che, nel caso non

venisse per lo meno procrastinata

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Fabbricati rurali e imposizione fiscalela ruralita’ di fatto esonera dall’ici l’immobile, indipendentemente dalla classificazione catastaledi Pierdomenico abrami

Catasto

La problemati-

ca dei fabbricati

rurali ritorna di

attualità, anche

con l’emanazio-

ne del Decreto

Legge 31 mag-

gio 2010 n.78

il quale, all’art.

19, tra l’altro, obbliga alla regolarizza-

zione con l’accatastamento, dei fabbri-

cati che hanno perso i requisiti per il ri-

conoscimento della ruralità entro il 31

dicembre 2010.

I requisiti oggettivi e soggettivi per

il riconoscimento della ruralità ai fini

fiscali dei fabbricati sono definiti dall’art.

9 del Decreto Legge n. 557 del 30

dicembre 1993, convertito nella Legge

n. 133/1994, così come ulteriormente

modificato dal DPR 23 marzo 1998 n.

139 rappresentati in forma organica dalla

Agenzia del Territorio, a mezzo circolare

n.7 prot. 48015 del 15 giugno 2007

e dalla NOTA 26.02.2010 n. 10933 –

REQUISITI PER IL RICONOSCIMENTO

DEL CARATTERE DI RURALITA’ DEI

FABBRICATI E DISCIPLINA ICI -

La normativa di riferimento distingue tra

fabbricati ad uso abitativo e fabbricati

strumentali all’esercizio dell’attività

agricola.

1- UNITA’ IMMOBILIARI AD USO

ABITATIVO

S O N O R U R A L I L E C A S E D I

ABITAZIONE possedute dal soggetto

titolare di diritto di proprietà o di

altro diritto reale sul terreno, ovvero

dall’affittuario del terreno stesso o dal

soggetto che ad altro titolo conduce

il terreno cui l’immobile è asservito,

che servono:

- all’imprenditore agricolo iscritto al

registro delle imprese

- alle persone addette alla coltivazione

della terra compreso il socio coltivatore

d i retto o imprenditore agr icolo

professionale

- ai familiari conviventi a loro carico

- ai titolari di trattamenti pensionistici

da attività lavorativa in agricoltura

- ai lavoratori agricoli subordinati

Quindi i fabbricati allibrati al catasto

terreni come “fabbricato rurale” o

“porzione di fabbricato rurale” potranno

permanere tali a condizione che siano

verificati i seguenti requisiti oggettivi

e soggettivi:

a) IL POSSESSO deve essere esercitato

da soggetto avente titolo;

b) L’UTILIZZAZIONE ad abitazione da

parte dei soggetti citati alla lettera a);

c) LA SUPERFICIE PODERALE minima

di mq. 10.000 ridotta a 3.000 qualora

il terreno insista in zona montana o vi

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2- UNITA’ IMMOBILIARI

STRUMENTALI ALL’ATTIVITA’

AGRICOLA

LE UNITA’ IMMOBILIARI STRUMENTALI

ALL’ATTIVITA’ AGRICOLA, comprese

quelle destinate ad attività agrituristiche,

devono essere censite nella categoria

speciale D/10.

I fabbricati agricoli strumentali sono

quelli che servono

- alla protezione delle piante;

- al la conservazione dei prodotti

agricoli;

- alla custodia delle macchine agricole,

degli attrezzi e delle scorte occorrenti

per la coltivazione e l’allevamento;

- all’allevamento e al ricovero degli

animali;

- all’agriturismo, in conformità a quanto

previsto dalla Legge n. 96/2006;

- ad abitazione dei dipendenti esercenti

attività agricole nell’azienda a tempo

indeterminato o a tempo determinato

per un numero annuo di giornate

lavorative superiore a cento, assunti

in conformità alla normativa vigente in

materia di collocamento;

- alle persone addette all’attività di

alpeggio in zona montana;

- ad uso ufficio dell’azienda agricola;

si pratichino colture intensive;

d) IL REDDITO che deve derivare da

attività agricola con volume di affari del

soggetto conduttore del fondo superiore

alla metà del suo reddito complessivo,

escluso reddito pensionistico da attività

agricola.

Per fondi in territorio montano, il limite

della metà è ridotto a un quarto;

e) LA TIPOLOGIA non può presentare

caratteristiche di lusso o essere

censibile in categoria A/1 o A/8;

f) L’UBICAZIONE deve essere nello

stesso comune o in altro confinante

con quello dove insistono i terreni;

g) L’AMPIEZZA nei limiti di consistenza

definiti all’art. 9, comma 5 del DL n.

557/93;

h) L’ISCRIZIONE al Registro delle

Imprese del soggetto conduttore

l’azienda che però non è richiesta per

i familiari conviventi a carico, i titolari

di trattamenti pensionistici da attività

agricola, i lavoratori agricoli subordinati

e coadiuvanti iscritti come tali ai fini

previdenziali.

I requisiti soggettivi possono essere

dimostrati anche tramite dichiarazioni

sostitutive di notorietà del dichiarante

su apposita modulistica.

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ICI fin dall’origine e senza alcun limite

dei fabbricati rurali, non dovendo tener

conto dell’inquadramento catastale

della costruzione, ma solo del rispetto

del requisito oggettivo in presenza

di immobili strumentali all’esercizio

dell’attività agricola, a prescindere dal

possessore, e dei requisiti soggettivi

e oggettivi in presenza di unità a

destinazione abitativa. E’ appena il caso

di sottolineare che l’Agenzia del Territorio

non può accettare accatastamenti di

abitazioni (anche se rurali) nelle categorie

A/6 o A/5, che di fatto non esistono più,

così facendo si ridurrebbe a “sporcare” la

propria banca dati con elementi inesatti.

Per la corretta inventariazione degli

immobili (principio fondamentale tecnico

di ogni Catasto, prima di qualunque

attribuzione di fiscalità), è indispensabile

accatastare gli alloggi identificandoli con

le precise e reali caratteristiche fisiche e

funzionali, rappresentate correttamente

all’Urbano nelle vigenti categorie A.

Quindi l’esenzione ICI per i fabbricati

rurali non può essere garantita da un

accatastamento falsato ed inserito in una

categoria inopinatamente errata, ma da

una realtà oggettiva correlata all’attività ed

alla produzione agricola. Come noto, tutti

i fabbricati rurali e non, debbono essere

accatastati ed i rurali esistenti, possono

non essere accatastati al Catasto dei

Fabbricati, soltanto in presenza della loro

corretta introduzione in mappa. Per cui

è ben difficile poter immaginare che

questo requisito sia presente ovunque

nei fabbricati rurali.

Da ciò consegue direttamente che

procedendo tecnicamente con gli

accatastamenti, questa operazione

debba e possa essere eseguita in qualità,

nell’interesse di tutti, noi ed il Catasto

per primi.

- alla manipolazione, trasformazione,

conser vazione, valor izzazione o

commercializzazione dei prodotti agricoli,

anche se effettuate da cooperative e loro

consorzi di cui all’articolo 1, comma 2,

del decreto legislativo 18 maggio 2001

n. 228;

- all’esercizio dell’attività agricola in maso

chiuso.

Qualora l’attività di manipolazione e

trasformazione o commercializzazione

riguardi prodotti agricoli provenienti

in misura non prevalente (50%) dalla

produzione del fondo il classamento deve

essere effettuato nelle categorie D/7 o

D/8. Nell’ambito dell’attività agrituristica

si ritengono compatibili con la ruralità

dell’immobile la destinazione residenziale

dell’abitazione dell’imprenditore in

categoria A (escluse A/1 o A/8 e di

lusso) e gli immobili con classamento

C/2, C/3, C/6 e C/7. I copiosi interventi

normativi succedutisi nel tempo, i

chiarimenti dell’Agenzia del Territorio,

le sentenze della giurisprudenza di

merito e la più recente sentenza della

corte di Cassazione n. 24299 del 28

ottobre 2009 (che di fatto cambia l’

indirizzo della sentenza 21.08.2009 n.

18565) confermano l’esenzione ai fini

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Catasto

Finalmente le planimetrie catastali On LineUn grande successo della categoria dopo anni di attese ed incomprensionidi Bruno razza

PROVVEDIMENTO 16 settembre 2010Disciplina delle modalità di consultazione telematica delle planimetrie catastali da parte dei soggetti abilitati alla presentazione telematica degli atti di aggiornamento catastale

...(omissis)... DISPONE

Articolo 1 {Ambito di applicazione)Le disposizioni di cui al presen-te provvedimento si applicano al-la consultazione delle planimetrie catastali delle unità immobiliari ur-bane, con esclusione di quelle re-lative agli immobili censiti nelle ca-tegorie B/3 (prigioni e riformatori), D/5 (istituti di credito, cambio ed assicurazione), E/5 (fabbricati co-

stituenti fortificazioni e loro dipen-denze). Non è in ogni caso consen-tito l'utilizzo delle planimetrie degli immobili che, ancorché non cen-siti nelle categorie di cui al com-ma 1, hanno la medesima desti-nazione d'uso e di quelle relative ad obiettivi sensibili per la sicurez-za dello Stato.Non sono, altresì, utilizzabili le pla-nimetrie dichiarate non conformi dagli Uffici, in quanto non redatte sulla base delle regole catastali.

Articolo 2 (Servizio di consulta-zione telematica delle planimetrie catastali)1. L'accesso al sistema telemati-co dell'Agenzia del Territorio (SI-STER) per la consultazione delle planimetrie catastali è consentito ai soggetti abilitati alla presenta-zione telematica degli atti tecnici

Dopo tanti anni di richieste, di pressioni, di promesse e di incomprensio-ni, finalmente potremo avere per via telematica, le planimetrie del Catasto Urbano. Per noi si attiva una procedura nuova e storica ed utilissima. Il 16 settembre scorso il Direttore Generale dell’Agenzia del Territorio ha firmato il provvedimento che qui di seguito si riassume e che ci abilita, assieme ai notai ed ai segretari comunali, a richiedere ed ottenere le tanto sospirate planimetrie. Ulteriori approfondimenti nel merito, li faremo prossimamen-te, per ora gioiamo di questa bella notizia, certi che la conquista di questo risultato, è per tutti noi e per il nostro lavoro, un bel successo.

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di aggiornamento del catasto edi-lizio urbano di cui all'art. 1, com-ma 374, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, ai notai, nonché ai segretari o delegati della pubblica amministrazione abilitati all'utilizzo delle procedure telematiche di cui all'art. 3-bis del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 463.

Articolo 3 (Richiesta di consul-tazione)La consultazione telematica della planimetria avviene previa sotto-scrizione, con firma digitale, di ap-posita richiesta attraverso l'acces-so al sistema telematico dell'Agen-zia del Territorio. Il soggetto richie-dente dichiara, ai sensi degli artico-li 38, 47 e 76 del decreto del Presi-dente della Repubblica 28 dicem-bre 2000, n. 445, di essere:professionista abilitato alla presen-tazione degli atti di aggiornamen-to catastale, incaricato da parte di uno dei soggetti titolari di diritti re-ali sull'immobile, della redazione di atti tecnici di aggiornamento del catasto edilizio urbano, ovvero di adempimenti connessi alla stipula di atti concernenti l'immobile, non-ché dall'autorità giudiziaria;notaio od altro pubblico ufficiale incarica-to della stipula di atti concernen-ti l'immobile.3. L'incarico professionale, di cui al comma 2 lettera a), è conservato, in originale, dal soggetto richieden-te, per un periodo di 5 anni.

Articolo 4 (Utilizzazione dei dati)1. I dati acquisiti per via telemati-

ca, in relazione all'incarico ricevu-to, possono essere utilizzati esclu-sivamente per i fini consentiti e nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente in materia di ri-utilizzazione commerciale e di pro-tezione dei dati personali.

Articolo 5 (Attivazione del servizio)1. La data di attivazione del ser-vizio di cui al presente provvedi-mento è stabilita con comunica-to del Direttore dell'Agenzia del Territorio, pubblicato sul sito in-ternet all'indirizzo www. agenzia territorio, it.

Articolo 6 (Controlli, sospensio-ne e chiusura del servizio)L'inosservanza degli obblighi del presente provvedimento deter-mina la sospensione o la chiusura del servizio, in relazione alla gravi-tà dell'inadempimento, ferma re-stando l'applicazione dell'art. 76 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445. L'Agenzia del Territorio ha fa-coltà di effettuare i controlli volti a verificare l'osservanza degli ob-blighi di cui al presente provvedi-mento.

Articolo 7 (Disposizioni finali)1. Il presente provvedimen-to è pubblicato sul sito internet dell'Agenzia del Territorio, ai sensi dell'articolo 1, comma 361, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ed entra in vigore il giorno suc-cessivo a quello della sua pubbli-cazione.

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Calendario dei Corsi e dei Seminari per i Geometri in Regionedi Elio Miani

Formazione

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Con il numero 3 (marzo 2010) è iniziata la pubbli-

cazione su Dimensione Geometra, del Calenda-

rio dei Corsi e dei Seminari programmati dai Col-

legi Regionali. I tempi tecnici di uscita della no-

stra rivista, non ci permettono di fornire un elen-

co completo degli eventi formativi, in particolar

modo quelli dei seminari, che spesso vengono or-

ganizzati con tempistiche rapide. La finalità della

pubblicazione del calendario è soprattutto quel-

la di fornire ai lettori un elenco degli eventi che si

svolgono nei collegi di non appartenenza del sin-

golo professionista, in quanto ogni Collegio Pro-

vinciale provvede ad informare per tempo e per

posta elettronica i propri iscritti in merito alle atti-

vità che si tengono nel proprio ambito territoriale.

Non è pertanto necessario richiedere informazioni

al proprio collegio in quanto, al momento opportu-

no, ogni iscritto riceverà una e-mail con i program-

mi del seminario o corso in programma e le mo-

dalità per l'adesione. Si desidera comunque sot-

tolineare che la finalità di questi eventi formativi,

pur nell'obbligatorietà di dover rispettare i credi-

ti previsti dal nostro Regolamento della Forma-

zione Continua, rimane quella dell'aggiornamen-

to ed acculturamento professionale del Geome-

tra, secondo le specifiche specialità ed interessi

di ognuno e non quella di ottenere comunque un

“punteggio” numerico elevato di crediti.

TIPO1

DESCRIZIONE DELL'EVENTO PERIODO ORE ORG.2

LUOGO N°3

CREDITI4

C Aggiornamento coordinatori sicurezza21-28 ott. 201024 nov. 2010 2-9 dic. 2010

20 TS Collegio Geometri TS 3510+4 per

esame

C Corso energetica 22 ott. 2010 8 PN ITG Pertini Pordenone 40 4

C Termotecnica nov. 2010 8 PN ITG Pertini Pordenone 40 4

CLa gestione di rifiuti – terre e rocce da scavo

4-5 nov. 2010 11-12 dic. 2010

20 TS Collegio Geometri TS 3510+4 per

esame

SRestauro e isolamento termico

esterno degli edifici12 nov. 2010 4 UD

Sala consiliareComune di Osoppo

s.l. 3*

CAcustica nella progettazione edilizia e

nella D.L.15-16-22-23

nov. 201012 TS Collegio Geometri TS 35

6+4 per

esame

C GEOVAL estimo immobiliare17-18-19-29-30

nov. 201040 TS Collegio Geometri TS 35

40+4 per

esame*

C Topografia applicata 25-26 nov. 2010 16 TS Collegio Geometri TS 358+4 per

esame

S Seminario urbanistica 1 dic. 2010 4 TS Collegio Geometri TS s.l. 2

C Corso CTU 6-7-11 dic. 2010 24 TS Collegio Geometri TS 3512+4 per

esame

C Corso CTU 27-28 gen. 2011 16 PN ITG Pertini Pordenone 50 8

1 TIPOLOGIA: corsi = C seminari = S 3 POSTI DISPONIBILI: s.l. = senza limiti

2 ORGANIZZAZIONE: Collegio di Gorizia = GOCollegio di Udine = UDCollegio di Pordenone = PNCollegio di Trieste = TSCollegio Periti e Geometri di Udine = PGUD

4 CREDITI IPOTIZZATI: in attesa di validazioneda parte del CNG

* CREDITI GIA’ RICONOSCIUTI DAL CNG

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Iacopo Chiaruttini

Il famoso Mercato della Seta,

edificio dichiarato Patrimonio

dell'umanità

Sulle orme di Calatrava Viaggio studio dei Geometri Pordenonesi a Valencia

di iacopo Chiaruttini

Attività del Collegio di Pordenone

Come da tradizione, anche quest’anno

l’Associazione dei Geometri della pro-

vincia di Pordenone ha organizzato dal 9

al 13 Giugno scorso, l’ormai tradiziona-

le viaggio studio che questa volta, par-

tendo in aereo da Bologna, ha toccato

il suolo spagnolo, per visitare una delle

città più importanti e più in crescita del

Mediterraneo, ovvero Valencia.

Valencia, la bellissima terza città della

Spagna (800.000 abitanti circa), ha affa-

scinato e fatto innamorare i 28 colleghi

pordenonesi che hanno aderito all’inizia-

tiva, sia per la visita agli aspetti più famo-

si e caratteristici della città, che per aver

potuto ammirare direttamente e da vici-

no, le splendide creazioni firmate dal fa-

mosissimo architetto Calatrava.

Questa città, conosciuta ai più per il con-

nubbio “paella-movida”, stupisce anche

il turista più vacanziero, perché questa

fama di tipo “culinario/divertimento” è

di certo riduttiva rispetto al resto delle

sue attrattive. Basti pensare che Valen-

cia possiede una storia enorme ed a dir

poco interessante, essendo stata fonda-

ta dai romani nel 138 avanti Cristo ed ha

conservato ancora molti dei monumenti

costruiti nei suoi oltre 2000 anni di sto-

ria, come lo dimostra il suo invidiabile

centro storico.

E’ presente anche un segno inconfondi-

bile dell’architettura gotica, testimoniata

dalle due torri del Serranos, che costi-

tuivano l’entrata all’antica muraglia me-

dievale della città, con alle loro spalle la

Plaza de la Vergen, che gli attenti e pre-

cisi Geometri pordenonesi hanno visita-

to fin da subito.

Poi merita ricordare anche l’imponente

cattedrale gotica di Santa Maria, una del-

le chiese più importanti della Spagna, fa-

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mosa in tutto il mondo perché al suo in-

terno vi è ancor’oggi custodito il Sacro

Calice. Nella sue fattezze si osserva pre-

valentemente lo stile gotico della sua for-

mazione ma con questo si fondono pre-

gevolmente anche elementi del romani-

co, barocco e rinascimentale.

Il primo giorno utile dopo l’arrivo a Valen-

cia, è stato visitato il famoso Mercato

della Seta, testimone dell’antica prosperi-

tà della città, struttura dichiarata dall’Une-

sco patrimonio mondiale dell’umanità,

anche per la sua forma architettonica, ri-

specchiante un castello medievale che

comprende tra l’altro, uno spettacolare

salone dove venne firmato il primo “pa-

gherò” della storia.

Nelle vicinanze del mercato della Seta,

al di là dei prodotti gastronomici presen-

ti, la visita al Mercato Centrale ha colpi-

to la sensibilità dei Geometri, trattando-

si di un capolavoro del modernismo spa-

gnolo con una incredibile ed affascinan-

te struttura. Oltre all’aspetto storico del-

la città e dei luoghi visitati, hanno molto

interessato la curiosità dei Geometri an-

che le opere contemporanee e più mo-

derne, come quelle progettate dall’archi-

tetto inglese Foster, complice della pro-

gettazione di un maestoso centro con-

gressi dove si sono tenute importantis-

sime conferenze internazionali.

Non da meno è stat l’attenzione per l’am-

modernamento del porto, confinante con

una splendida spiaggia e per le numerose

realizzazioni eseguite in occasione dell’

America’s Cup di Valencia, il più famoso

trofeo nello sport della vela, nonché il più

antico trofeo sportivo del mondo per cui

si compete tuttora. In occasione di que-

sto evento, sono stati realizzati interventi

di altissimo livello, come l’edificio per gli

ospiti ideato dall’architetto britannico Da-

vid Chipperfield e la creazione della ba-

se del team italiano, affidata all’architet-

to sempreverde Renzo Piano.

Ma l’opera che ha lasciato a bocca aper-

ta i turisti Geometri, è quella che ha con-

tribuito al rilancio assoluto di Valencia ed

all’incremento costante del suo turismo,

cioè la Città delle Arti e delle Scienze,

spettacolare complesso di edifici futuristi-

ci progettati dal geniale architetto Santia-

go Calatrava. Questa oggi è l’icona vera e

propria di Valencia: un’architettura d’avan-

guardia, unica nel suo genere, vedendola

si rimane folgorati dalla sua bellezza. E’

composta da una passeggiata, l’Umbra-

cle, dall’Opera House dedicata al teatro

ed alla musica, simile per la concezione

a quella di Sydney, dall’oceanografico,

enorme ed incredibile acquario naturale

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tutti. Di Valencia però abbiamo apprezza-

to anche molte altre cose, il clima locale

(caldo mediterraneo ma sempre venti-

lato), la funzionalità dei trasporti (buona

rete metropolitana e numerosa presen-

za di taxi), la enogastronomia, che non

è assolutamente banale come qualcu-

no potrebbe asserire.

La cucina tipica della città, tra le sue spe-

cialità annovera certamente la famosa

“paella valenciana”, variante locale della

tradizionale paella, ottimi piatti di pesce,

tapas (antipasti particolari) e menaditos

(stuzzicanti panini farciti), accompagnati

da bevande caratteristiche come la san-

gria e l’agua de Valencia, un cocktail a

base di succo d’arancia, cava e vodka,

oltre all’horchata, bevanda rinfrescante

a base di acqua, zucchero e chufa. Na-

turalmente non è mancato il divertimen-

to a base di movida valenciana, ovvero

la tradizionale e conosciuta festa “itine-

rante” del dopo cena, nei numerosissi-

mi locali dei quartieri cittadini, accom-

pagnati da musica.

Quindi va sottolineato quanto la scelta

di visitare questi meravigliosi luoghi, sia

stata azzeccata ed apprezzata da tutti,

per il contesto, l’organizzazione e ovvia-

mente la bellezza di Valencia. Inoltre il

viaggio ha permesso di creare un’occa-

sione di confronto e forte coesione tra

colleghi, in attesa di una nuova avventu-

ra, alla quale si sta già pensando.

che ospita più di 45.000 esemplari di cir-

ca 500 specie marine provenienti da tut-

ti gli ecosistemi acquatici dall’emisfero.

La struttura ospita un planetario ed un ci-

nema imax ed infine la cittadella si com-

pleta con il museo delle scienze Princi-

pe Felipe, il museo più grande di tutta la

Spagna, dalla forma a scheletro di bale-

na, dove si possono scoprire tutte le me-

raviglie della scienza. Una piacevole par-

ticolarità è il motto di questo museo: “

toccare è sempre permesso” a differen-

za di tutti gli altri musei del mondo dove

l’imperativo è “vietato toccare”.

Qui invece si chiede al pubblico proprio

il contatto con la scienza, infatti tutte le

installazioni e le esposizioni richiedono la

partecipazione attiva dei visitatori, susci-

tando grande interesse soprattutto tra i

giovani. Calatrava in questa città nella cit-

tà, ha voluto creare un polo attrattivo per

il turista, calamitandolo nella sua architet-

tura, che lui osa definire un’arte concreta,

non impossibile e a servizio dell’uomo.

Piacevoli ed interessanti si sono rivela-

te anche le visite lampo al vecchio sta-

dio ed a quello nuovo ancora in costru-

zione, alla stazione centrale dei treni, al

circuito di formula uno e ad un’elegante

ponte con annessa stazione metrò, ec-

cezionali opere firmate sempre da Cala-

trava, sul letto prosciugato del fiume Tu-

ria, dove nella complessiva riqualificazio-

ne del luogo, è stato realizzato anche un

bellissimo ed utile parco, a disposizione di

Parte del complesso

di costruzioni futuristiche

della Città delle Arti e delle Scienze

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iN cOpeRtiNA“I poggioli del Friuli Venezia Giulia”Cassacco (Ud)

diRettORe ReSpONSAbiLebrUno razza

cOMitAtO di RedAZiONePIEr GIUSEPPE SEra (Go) anTonIo TIEGHI (Pn)LIVIo LaCoSEGLIaz (Ts) ELIo mIanI (Ud)

cOORdiNAtORe di RedAZiONeGLorIa GobETTI (Ud)

pROpRietàorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa

editORe, diReZiONe,RedAZiONe, AMMiNiStRAZiONeaSSoCIazIonE dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dELLa ProVInCIa dI UdInEper conto del Comitato regionale dei Collegidei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia Via Grazzano 5/b33100 UdineTel 0432 501503Fax 0432 504048e-mail: [email protected]

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StAMpALA tipOGRAFicA SRLVia Julia, 2733030 basaldella di Campoformido (Ud)Tel 0432 561302Fax 0432 561750Per invio materiali: [email protected]

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aUTorIzz. dEL TrIbUnaLE dI UdInEn. 42/92 dEL 21.11.92PrEzzo dI CoPErTIna € 2,00arrETraTI € 3,00abbonamEnTo 12 nUmErI € 20,00abbonamEnTo ESTEro (EUroPa) € 27,00

Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana

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geometraorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa

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iN cOpeRtiNA“I pozzi del Friuli Venezia Giulia” Fr. nogaredo di Corno - Comune di Coseano (Ud)

diRettORe ReSpONSAbiLebrUno razza

cOMitAtO di RedAZiONePIEr GIUSEPPE SEra (Go) anTonIo TIEGHI (Pn)LIVIo LaCoSEGLIaz (Ts) ELIo mIanI (Ud)

cOORdiNAtORe di RedAZiONeGLorIa GobETTI (Ud)

pROpRietàorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa

editORe, diReZiONe,RedAZiONe, AMMiNiStRAZiONeaSSoCIazIonE dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dELLa ProVInCIa dI UdInEper conto del Comitato regionale dei Collegidei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia Via Grazzano 5/b33100 UdineTel 0432 501503Fax 0432 504048e-mail: [email protected]

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