TORQUATO TASSO. 4 gli elementi caratterizzanti secondo il Getto: CORTE ACCADEMIA VIAGGIO PAZZIA.
Master Teatro e Musica - unich.it · centro materiale della partitura: un espediente che Wagner,...
Transcript of Master Teatro e Musica - unich.it · centro materiale della partitura: un espediente che Wagner,...
Drammaturgia musicale Antinomie, Categorie
• TEMPO: rappresentazione/rappresentato (tempo “musicale”/tempo reale)
• VOCE: recitativo/cantabile (con tutte le gradazioni) • DRAMMA: dialogo diretto / ‘a parte’; azione esteriore/interiore;
opera continua / non continua (“a numeri”) • POESIA, METRICA: versi sciolti/lirici; parisillabi/imparisillabi… (versi
doppi) • MUSICA: canto/orchestra (= attore “occulto”); musica come
finzione / musica “di scena” (o “in scena”); linguaggio scenicamente attivo / liricamente contemplativo (Dahlhaus). EFFETTI SONORI: interno/esterno (da “dentro”, ovvero fuori scena)
• SCENA: luogo chiuso/aperto; scena unica / mutazioni sceniche • FORMA: forma aperta/chiusa; convenzionale / non convenzionale
(difettiva, estesa); ecc. • NUMERO: aria/duetto/concertato/coro/finale/introduzione/ballo,
(ouverture) • REGISTRO DRAMMATICO: comico/tragico
1
2
3
4
Strofe parallele
Libero dialogo
Strofe parallele
Libero dialogo (“parlante”)
Strofe parallele
t. a
ttac
co
adag
io
t. d
i mez
zo
cab
alet
ta
Personaggio A
Personaggio B
Personaggio A
Personaggio B
a due = canto parallelo
Personaggio A
Personaggio B
A + B (rip. cabaletta)
(“comune”)
identità
contrasto
identità
contrasto
identità
contrasto
DIALOGO
STASI (“a parte”) o
DIALOGO
DIALOGO
STASI (risoluzione o inasprimento del conflitto)
[Solita forma del Duetto]
TENORE SOPRANO
BARITONO (o Basso)
Il Duetto tra Soprano e Tenore comincerà col corruccio, e finirà con una riconciliazione;
tra Soprano e Basso è scena di gelosia;
tra Tenore e Basso di rivalità e vendetta. (Poetica ad uso dei librettisti,1855)
amore
SOPRANO (o Mezzos.)
La “solita forma de’ duetti”
«un tempo d’attacco»
«l’adagio»
«il tempo di mezzo»
«la Cabaletta»
1
2
3
4
Basevi, 1859 Ritorni, 1841
«Un duetto, verbigrazia, comincerà da due
strofe pari di quantità …»
«Verrà talora dopo l’adagio, in cui si
risponderanno perfettamente co’ sentimenti e
desinenze loro i versi de’ due contendenti.»
«Terrà dietro un dialogo di canto dissimulato
a guisa de’ recitativi.»
«Finalmente nella cabaletta si combineranno a
cantar assieme forse le stesse parole.»
Varianti formali
Tempo d’attacco Adagio Tempo di mezzo Cabaletta
1 2 3 4
3 4
MODELLO:
1 4
1 2
(variante 2:
“cabaletta-driven”)
-
1 2 =
1 2 - -
4
- (variante 1)
(variante 3)
(variante 4)
DON GIOVANNI giovane cavaliere
estremamente licenzioso
(Basso/Baritono)
DON OTTAVIO [cavaliere]
(Tenore)
DONNA ANNA dama (Soprano)
LEPORELLO [servitore]
(Basso buffo)
DONNA ELVIRA dama di Burgos
(Soprano)
ZERLINA contadina
(Soprano)
IL COMMENDATORE [nobile/statua funebre]
(Basso profondo)
MASETTO [contadino]
(Basso)
sposi
sposi
[Personaggi seri]
[Personaggi buffi]
[Da Ponte, Memorie, parte II]
Questo Finale, che deve essere, per altro, intimamente connesso col rimanente dell’opera, è una spezie di commediola o di picciol dramma da sé, e richiede un novello intreccio ed un interesse straordinario. In questo principalmente deve brillare il genio del maestro di cappella, la forza de’ cantanti, il più grande effetto del dramma. Il recitativo n’è escluso, si canta tutto, e trovar vi si deve ogni genere di canto: l’adagio, l’allegro, l’andante, l’amabile, l’armonioso, lo strepitoso, l’arcistrepitoso, lo strepitosissimo, con cui quasi sempre il suddetto finale si chiude; il che in voce musico-tecnica si chiama la «chiusa» oppure la «stretta», non so se perché in quella la forza del dramma si stringe, o perché dà generalmente non una stretta ma cento al povero cerebro del poeta che deve scrivere le parole.
In questo finale devono per teatrale domma comparir in scena tutti i cantanti, se fosser trecento, a uno, a due, a tre, a sei, a dieci, a sessanta, per cantarvi de’ soli, de’ duetti, de’ terzetti, de’ sestetti, de’ sessantetti; e, se l’intreccio del dramma nol permette, bisogna che il poeta trovi la strada di farselo permettere, a dispetto del criterio, della ragione e di tutti gli Aristotili della terra; e, se trovasi poi che va male, tanto peggio per lui.
DUCA DI MANTOVA
libertino (Tenore)
GILDA (Soprano)
RIGOLETTO buffone di corte
(Baritono)
MONTERONE (Baritono)
Rigoletto. Costellazione dei personaggi principali e delle loro relazioni
maledizione
Cortigiani
(Marullo, Br) Maddalena
(Mezzosoprano)
Sparafucile (Basso)
seduzione/amore
ALFREDO (Tenore)
VIOLETTA (Soprano)
GERMONT (Baritono)
La traviata. Costellazione dei personaggi principali
amore
Verdi, La traviata (1853)
Salotto in casa di Violetta
Casa di campagna presso Parigi
Galleria nel palazzo di Flora
Camera da letto di Violetta
[Dal memorandum di Verdi]
Il ballo diventa un banchetto nel quale nessuno porta la maschera.
(«Vi sono d’altronde in musica pezzi immaginati, creati, intrecciati in modo che non possono patire la menoma alterazione senza diventar mostruosi. Per esempio in questo Duetto, l’espressione desolata, straziante del canto di questi due personaggi è tessuta in modo da non potersi disgiungere dai suoni festivi della danza. Come dunque si saria potuto accettare il radicale cambiamento di un banchetto, la cui espressione musicale deve essere il brindisi?»).
Busenello-Monteverdi, L’incoronazione di Poppea (1643)
NERONE e POPPEA
Pur ti miro, pur ti godo,
pur ti stringo, pur t’annodo.
Più non peno, più non moro,
o mia vita, o mio tesoro.
Io son tua. Tuo son io.
Speme mia, dillo, dì!
Tu sei pur l’idolo mio,
sì, mio ben [cuor], mia vita sì.
Pur ti miro, pur ti godo,
pur ti stringo, pur t’annodo.
Darwin
La musica ha la sua origine
nell’espressione del sentimento
amoroso (stato di eccitazione del
maschio, corteggiamento)
P. Gallarati (Sulla regìa del Don Giovanni di P. Brook, Aix-en-Provence, 1998)
Seduto e immobile, come un incantatore di serpenti, inizia «Là ci darem la mano»: Zerlina gli gira intorno, lentamente, in cerchi sempre più stretti, finché cade nelle sue braccia e lui l’avvolge voluttuosamente, con quel medesimo lenzuolo, ora piegato come una sciarpa, in cui poco prima [lei] s’era rotolata per gioco con Masetto.
DON ALFONSO vecchio filosofo
(Basso)
FIORDILIGI (Soprano)
DESPINA cameriera
(Soprano)
GUGLIELMO (Basso)
sposi
DORABELLA (Soprano)
FERRANDO (Tenore)
sposi
Così fan tutte (1790), costellazione dei personaggi
(M. H. Schmid, Le opere teatrali di Mozart)
La produzione operistica di Mozart si comporta come uno specchio ustorio: racchiude in sé le verità dell’umana esistenza per restituirle potenziate dalla musica e accendere il cuore di chi è sensibile all’armonia dei suoni. Dall’arte non si può voler di più.
AMORE
AMNERIS mezzosoprano
AIDA soprano
RADAMÈS tenore
AMONASRO baritono
Aida – costellazione dei personaggi
AMORE
AMNERIS mezzosoprano
AIDA soprano
RADAMÈS tenore
AMONASRO baritono
Aida – costellazione dei personaggi
duetto (III)
duetto finale
TRIANGOLO
TRIANGOLO AMOROSO
POLITICO
CARMEN zingara
(mezzosoprano)
MICAELA giovane contadina
(soprano)
DON JOSÈ brigadiere dei Dragoni
(tenore)
ESCAMILLO torero
(baritono)
Carmen – costellazione dei personaggi
Riccardo (T) Amelia (S)
Renato (Br)
amore
Verdi, Un ballo in maschera
Costellazione dei personaggi e delle loro relazioni
© Giorgio Pagannone
Mila
Il Ballo in maschera […] è il vertiginoso poema tragico d’un amore impossibile e disperato. … il Ballo in maschera è il Tristano e Isotta di Verdi.
Questo è il soggetto dell’opera: la corrente magnetica che passa fra i due personaggi, i quali non hanno volto, ma sono semplicemente simboli e poli dell’eterno sentimento amoroso.
Riccardo (T) Amelia (S)
Renato (Br)
Ulrica (C)
Samuel (B)
& Tom (B) (Congiurati)
Oscar (S)
amore
complicità
(difensore)
Verdi, Un ballo in maschera
Costellazione dei personaggi e delle loro relazioni
VICENDA POLITICA
VICENDA AMOROSA
© Giorgio Pagannone
[Dal memorandum di Verdi]
Quando Armando la incalza perché dichiari il suo amore, Adelia risponde pudicamente: “A chi lo chiedi?”.
(«Misericordia! Se ad Amelia non isfugge la parola t’amo tutto il pezzo rimane senza vita, senza passione, senza calore, senza quell’entusiasmo e quell’abbandono che è necessario nelle scene di questo genere [...] questo duetto non ha più ragion d’essere. [...] in cosifatta situazione l’impeto è tutto; e nella scena modificata manca completamente»).
Verdi a Ghislanzoni (22.VIII.1870)
Non dubiti, io non aborro dalle cabalette, ma voglio che vi sia il soggetto ed il pretesto. Nel duetto del Ballo in maschera c’era un pretesto magnifico. Dopo tutta quella scena bisognava, sto per dire, che l’amore scoppiasse…
Mila (sul gran duetto)
Le parole sono quel che sono: tra le più sciagurate di tutta la librettistica dell’Ottocento … Ma le parole non contano più nulla: il dramma si è trasferito completamente in quell’urto di due linee melodiche, una delle quali lambisce, circuisce ed incalza l’altra fino a una progressiva e totale compenetrazione.
Baldini (sul duetto)
... Il rapporto d’amore, inteso nella sua maggiore pienezza di desiderio erotico, con tutto quel che d’irrazionale comporta, è dunque al centro dell’opera, e questo effetto viene raggiunto col mezzo più diretto e ovvio, quello, cioè, di collocare semplicemente un duetto d’amore al centro materiale della partitura: un espediente che Wagner, per il Tristano, farà proprio in quegli stessi anni, e per le stesse ragioni, e cioè per raggiungere gli stessi effetti: e, naturalmente, il parallelo finisce qui.
De Rossi Re, Canto della carcerata (da Cesare Lombroso ovvero il corpo umano come principio morale, 2001)
Duetto Lucia-Enrico (la pallidezza del suo volto, lo sguardo smarrito, tutto annuncia in lei i patimenti che sofferse, ed i primi sintomi di uno squilibrio mentale) Il core mi balzò! (un tremito l'investe dal capo alle piante)
Finale secondo (Io gelo ed ardo… / io manco…) (cade tramortita) “lo smarrimento di Lucia lascia divedere, che la mente turbata della infelice intende appena ciò che fa: quindi si toglie tremando l'anello dal dito)
Scena della pazzia Infelice! della mente la virtude a lei mancò! [Raimondo] Ha la ragion smarrita. [Raimondo] (Lucia è in succinta e bianca veste: ha le chiome scarmigliate, ed il suo volto, coperto da uno squallore di morte, la rende simile ad uno spettro, anziché ad una creatura vivente. Il di lei sguardo impietrito, i moti convulsi, e fino un sorriso malaugurato manifestano non solo una spaventevole demenza, ma ben anco i segni di una vita, che già volge al suo termine) (sempre delirando)
Scena «Il dolce suono / mi colpì di sua voce» (Andante) 4/4 modulante
Cantabile «Ardon gl’incensi... - Alfin son tua» Larghetto 6/8 Fa magg.
T. di mezzo «S’avanza Enrico» Allegro 4/4 modulante
Cabaletta «Spargi d’amaro pianto» Moderato 3/4 Fa magg.
Lucia di Lammermoor, Scena della pazzia (schema generale)
Lucia di Lammermoor, Scena della pazzia (cantabile)
Ardon gl’incensi... splendono ‘parlante’ (melodia in orchestra)
le sacre faci intorno!...
Ecco il ministro! Porgimi
la destra... Oh lieto giorno!
Alfin son tua, alfin sei mio! cantabile
A me ti dona un Dio...
Ogni piacer piú grato
mi fia con te diviso...
Del ciel clemente un riso
la vita a noi sarà!
Macduff tenore comprimario
LADY MACBETH soprano
MACBETH baritono
Banco basso comprimario
Verdi, Macbeth (1847/1865) – Costellazione dei personaggi
Re Duncano (silente)
istiga
Northrop Frye
Voi non andreste a vedere Macbeth per imparare qualcosa sulla storia della Scozia: ci andate per apprendere come si sente un uomo dopo che ha guadagnato un regno e ha perso l’anima.
a) Una macchia... (Re)
b) Che parlò / Di Fiffe il sire (re La)
c) Di sangue umano (Fa)
d) Ohimè! / Geme? (Fa re)
e) Questo ancor? [Lunga parte cadenzale] (Re)
Sonnambulismo (Andante assai sostenuto)