Mario Corticelli_ mille idilli (gammmhost, 2014)

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Mario Corticelli mille idilli: giugno 2013 (aria) ________________________________________________________ gammmhost _ 2014

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Testi letti a RicercaBo, novembre 2013

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Mario Corticelli

mille idilli: giugno 2013 (aria)

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/ lampi o superficie del cielo mentre sotto fan tritatino i grilli dell’aria macine della sua parte bassa. resta intatta e inesauribile ci pare. tutto porta ad andare ad andare, a mandare. spesso si rompono durante il transito si erode. il buio è appena più fresco dell’aria, seghettato ai margini del corpo, una scimmietta che ha sonno e saltella

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/ se una farfalla passa, passa, passa. nella stessa maniera si possono formare. il declivio ha prateria e chiome a mostrare il percorso del vento, del ventre del vento che via, è una gran parte, via. l’aria è un reticolato di fischi fitti trasparente ancora alla luce. la foschia è altro, e i passeri sono. si schiudono ai margini. il vento ne fa uno talvolta, alto, talvolta ne fa un sasso

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/ da destra il fico sbanda. grazie a questo la sua chioma resta sbanda verde contro il cielo, e più di un verde. le nuvole si spostano continuamente, dal punto dentro l’aria e dal corpo loro, si spostano a corpo loro. durante queste migrazioni, a contatto con l’aria trasparente marcatamente asimmetrica per loro

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/ l’aria ha grandi dimensioni e tutto è ai suoi margini è l’aria maggiore emersa, centrale, aperta a distesa. il declivio può essere risalito talvolta può essere disceso talvolta ripetuto può essere risalito, è questa la sua parte. l’aria più umida è nelle cantine, laggiù a cui si fissano

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/ possiamo considerare come regola l’assenza dell’apparato respiratorio nell’aria se possiamo ripetere di nostra pertinenza

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/ il vento risale il declivio lo sfondo è impassibile il piede che attraversa il suolo circolano nella corrente sanguigna risalgono lentamente il vento dondola

i gerani

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/ sta tutto fuori. ha cura di posarsi

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/ poche case ravvicinate costruiscono un polmone morto, molto vuoto tra le costole. laggiù. possono raggiungere il volume di un uovo di gallina. retrocedendo man mano che le depositano

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/ la luce che invecchia arrivando è lenta dal sole fino a qui come puoi perdonarla se non è ritardo ferma non è uno spettro che si libra nell’aria. negli uccelli invasi da un gran numero di essi di cui si accorgono battendo le ali e con un unico paio di ali. la ripetono la fanno diffusa. tra i vari modi di associazione che possono stabilire ridestarne l’estensione se se ne vanno. capovolta è buio se battendo se torna a girarsi

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/ l’insistenza con cui questo fico questo fico questo fico val la pena dirlo vederlo vederlo. il vuoto è un parassita che parassita il vuoto e si riflette in tutta l’organizzazione interna questo caso siamo. la temperatura è leggermente più bassa è leggermente più fresco e tra le ombre mobili nel vuoto. tutti noi abbiamo un cuore. è che vorremmo allontanarcene il più possibile, è già così spazioso. mentre le infestazioni leggere passano in genere inavvertite

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/ per dirti come suonano i fischi degli uccelli ora suonano come i fischi dei richiami c’è molto richiamarsi tra i due estremi c’è molto sfumare verso il vuoto e poi di nuovo verso un estremo c’è molto sfumare vuoto c’è sul dondolo come dondola il fico per la brezza che poi sfuma verso l’aria nella sua periodicità diurna resta solo luce può provocare con la sua presenza il fico restituisce tutto il vento del giorno alla sera ne soffia verso l’alto o appena meno, poco inclinato trovano il suolo i fischi dei richiami poi possono spostare vuoto come conseguenza possono premere

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/ la luce in pieghe trasversali accentuate, le spighe molte e docili alla brezza di cui trascurano e hanno molte barbe molti fili che si muovono con loro senza alcuna deviazione o autonomia sono ferme quanto a loro quanto all’insieme della spiga e non sono oro neanche secco sono culmine pieno simile alla luce ben definito e tutte così, tutte coese docili alla brezza di cui trascurano e il correre del giorno una corona di uncini nel loro polo superiore però liberi nel vento però scivolano nella luce e accondiscendono alla brezza di cui trascurano di cui se ne la luce le cui pareti si dilatano talvolta

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/ gerani a parte che ne trattengono, molti colori molto colore il più del colore in aria non visibile e che può provocare la morte per asfissia di molti e che può fare invisibili i morti e che non si vede

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/ il grande tappeto sospeso il bordone tessuto il così costante il ampio delle api senza numero senza apparenza a causa del loro distare non interferiscono in alcun modo con la luce non confondono nullamente i contorni dondolanti contro

l’aria di tutto quanto dondolando taglia l’aria appena impercettibile a occhio nudo appena sì no che rimanga aderente al proprio corpo non si faccia ape lo spazio tra ape e ancora ape lo spazio tra ape e stessa ape stato ape la particolare condizione di fluttuazione a cosa si appoggia il colore del cielo il colore interno della nuca

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/ le farfalle non sono di alcun danno se non molto lentamente e se sapessero passare e ripassare – se potessero – ognuna a una gli stessi tratti, la stessa spezzata che non si fa notare per la varietà delle venature naturalmente l’aria è nascosta in altre screpolature l’aria screpolata ancora indietro

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/ se sia una semplice serie colmare diradata

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/ c’è comunque una sedia, bianca, con una gamba che non arriva a terra e a toccare l’ombra della sedia. lo spazio d’aria tra l’estremità di quella gamba e la sua ombra è comunque ombra, anche se non si vede. si vede comunque un’ape attraversare lo schienale della sedia. c’è il sole di mezzogiorno e ci sono i gerani e il loro ondulare ondula la loro ombra accanto a quella ferma della sedia. gli steli e i fiori dei gerani non toccano terra nè la loro ombra. lo spazio d’aria tra gli steli e i fiori dei gerani e la loro ombra è comunque ombra, anche se non si vede. è stata vista comunque un’ape attraversare lo schienale della sedia. la loro capacità d’incistamento resta nulla, si vede comunque un’ape attraversare lo schienale della sedia, bianca, in pieno mezzogiorno, in piena luce.

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/ rispettivamente – facilita il passaggio

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/ che come le nuvole sono specie distinte ma molto bianche tra loro che stabiliscono contatti che è l’aria che sono aria prendere aria dall’aria poi respirare o come propria abitazione dentro fuori dall'aria

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/ loro

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/ resta di tutta nostra competenza di nostra responsabilità il respiro vuoto l’esterno del respiro la risposta se l'aria priva di polmoni l'aria inutile ai morti

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mille idilli / Mario Corticelli © 2013

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