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Maria Corsini e Luigi Beltrame Quattrocchi Un’aureola per due è il nostro omaggio ad una coppia che amiamo ritrovare in Paradiso Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese

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Maria Corsini e Luigi Beltrame Quattrocchi

Un’aureola per due è il nostro omaggio ad una coppia che amiamo ritrovare in Paradiso

Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese

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Maria CorsiniMaria Luisa, figlia unica di due

fiorentini (Angiolo Corsini e Giulia Salvi), nasce il 24 Giugno 1884 e viene battezzata nel “bel San Giovanni”.

I genitori le impartiscono un'accurata educazione morale, non particolarmente pia, principalmente attraverso la testimonianza

La sua infanzia e la sua adolescenza non presentano nulla di straordinario: le foto però ce la presentano in un atteggiamento alquanto riflessivo.

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MariaI dissapori tra i genitori, determinati dal carattere molto forte di

entrambi e dalla irascibilità del padre la rattristano: usava mettere una fogliolina di olivo sotto la tovaglia quando apparecchiava la tavola per incoraggiare alla pace.

“Con quel carattere che hai papà, io non ti avrei sposato”

Quando aveva 4 anni il papà si trasferì a Pistoia e poi di nuovo a Firenze, Arezzo e infine a Roma, ma Maria Luisa rimarrà sempre molto attaccata alla sua Firenze.

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La giovane MariaMaria, secondo la

differenziazione di genere allora vigente, poté studiare alla Scuola femminile di commercio per direttrici contabili, benché avrebbe preferito approfondire le lettere, le lingue, l’arte, per cui era più portata

Ebbe comunque la possibilità, tra la scuola e le frequentazioni familiari, di conoscere francese, inglese, letteratura europea, arti, pianoforte

A 20 anni pubblicò: Dante Gabriele Rossetti e i preraffaelliti

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Luigi Beltrame

Luigi Beltrame nasce a Catania il 12 Gennaio 1880 da Carlo (di Tarcento, Udine)e Francesca Vita, sposata quindicenne

Trascorsa la prima infanzia con i suoi genitori Carlo e Francesca, e i fratelli Gregorio, Mariannina ed Ettore, intorno al 1889 va a vivere con Luigi e Stefania Quattrocchi, zii per parte materna, che ne chiedono l'affidamento ai cognati non potendo avere figli.

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Luigi Beltrame Quattrocchi

Una sorella di Francesca, Fanny, sposa Luigi Quattrocchi, da cui il nome che Luigi e la famiglia hanno aggiunto a Beltrame.

Luigi passò da Catania ad Ancona per il Ginnasio e poi a Roma dove visse con gli zii respirando un moderato anticlericalismo risorgimentale

Non riceve una particolare formazione religiosa, ma un’ottima istruzione letteraria e giuridica. Ama il teatro, la musica, i viaggi. E’ attestata una tenuta morale integerrima.

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Il giovane LuigiNel 1890, a seguito di un trasferimento

dello zio Luigi, cassiere principale della Regia Dogana, luigi approda a Roma dove trascorre il resto della sua esistenza.

Nella capitale frequenta il liceo Umberto I e nel 1898 consegue la licenza liceale con ottimi risultati.

Iscrittosi nello stesso anno alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università La Sapienza, si laurea il 14 luglio 1902.

Nel lavoro Luigi è prima aiuto avvocato e pretore, poi nel 1909 viene nominato Sostituto Avvocato Erariale; nel 1919 Vice Avvocato Erariale; nel 1921 Segretario Generale.

Arriva al pensionamento nel 1946 con la qualifica di Vice-Avvocato Generale Onorario dello Stato.

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Luigi e MariaL’amicizia con la famiglia Corsini

risale al 1899 Durante gli studi (1901) conosce

Maria Corsini e, dopo tre anni di incontri nei ricevimenti dei salotti romani all’inizio del secolo sboccia l’amore.

È del 1901 un biglietto della diciassettenne Maria Corsini alla signora Fanny Quattrocchi, con cui la prega di chiedere l’intervento del nipote Luigi a favore di un tale per lo svolgimento di una pratica. Poi uno scambio di libri

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Maria prega per LuigiMaria stringe col giovane Luigi

un’amicizia spontanea, basata sulla sintonia, sugli stili di vita simili e su una comune attrazione per la letteratura

In un altro biglietto Maria scrive a Luigi circa un “notre affaire” alludendo a un lavoro (non é noto l’argomento) su cui interessare l’editore Treves.

Nel 1904 Luigi si ammala di peritonite e lei gli fa recapitare una immaginetta della Madonna di Pompei.

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MariaDietro l’immaginetta scrive: «This is the

Image before which I have so much prayed and wept for your health. Kiss it every evening and morning and keep it always with you. God and this Holy Virgin bless you and Yours. Maria Luisa»

Luigi rimane fedele all’impegno fino alla morte, quando l’immagine è stata ritrovata nel portafoglio, custodita per 47 anni.

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Maria e LuigiLa conoscenza reciproca si

approfondirà pian piano, facilitata dalla amicizia fra la famiglia Corsini e gli zii Quattrocchi, fino a che si arriva, attraverso un carteggio sempre più frequente, al fidanzamento (la dichiarazione il 15 marzo 1905 e il fidanzamento ufficiale il 31 dello stesso mese)

Il matrimonio avviene otto mesi dopo nella Capella S. Caterina di Santa Maria Maggiore, il 25 novembre.

L’amore si nutre ininterrottamente di sincerità, fedeltà, cultura, passione, ironia, reciproco sostegno spirituale.

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I figliI figli si susseguono: Filippo,

1906; Stefania, 1908; Cesare, 1909, Enrichetta 1914.

Nel 1913 l'annuncio della quarta gravidanza porta una nuova gioia, turbata al quinto mese dalla drammatica prospettiva che un noto ginecologo presenta ai genitori dopo aver constatato abbondanti emorragie: placenta previa totale.

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Quarta gravidanzaIl medico sostiene che se non si interrompe la

gravidanza, per Maria ci sono 90-95 % probabilità di morte, mentre il feto rimarrà tale perché non alimentato. “Sappia avvocato che lei a mille provabilità di rimanere vedovo con tre bambini”. Gli sposi all’unisono  rispondono con un deciso

NOLe condizioni di Maria, giorno per giorno, peggiorano

a causa della crescente anemia.

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Famiglia al completo

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Quarta gravidanzaAll’ottavo mese il provvidenziale

intervento del Ginecologo fa trasportare immediatamente Maria in ospedale e le salva la vita (lei sopporterà sveglia quattro ore di manipolazione) e fa vedere la luce miracolosamente a Enrichetta il 6 aprile 1914.

Dopo un forte deperimento organico, Maria si riprende e si impegna in una crescente attività, dalla catechesi presso la Parrocchia di S. Vitale alle donne profughe dall’Abruzzo dopo il terremoto di Avezzano.

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Attività sociali di LuigiDopo la liberazione Luigi collabora con il Prof. Luigi Gedda  nei

Comitati Civici

Coadiuva gli onorevoli Reggio d'Aci e Jacini al Centro Studi Politici; fonda in Via Depretis un gruppo del Movimento di Rinascita Cristiana per gli amici e aiuta attivamente a Maria che era diventata vicepresidente del Fronte della Famiglia.

Preziosa è anche la sua presenza come barelliere in vari viaggi del'UNITALSI.

In ogni attività i colleghi apprezzano l’integrità morale e intellettuale, il rifiuto della maldicenza e del compromesso per la carriera, la vicinanza umana ai colleghi.

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LuigiIn assoluta onestà e rispetto della legalità, Luigi svolge

numerosi incarichi presso diversi Ministeri: consulenza legale per l'IRI, la Banca d'Italia, la Banca Commerciale Italiana, la Banca Nazionale del Lavoro, il Consorzio per le Opere Pubbliche, la STET, ecc.

Sotto il governo Badoglio viene nominato commissario dell'ENPAS mostrando doti di equità ed equilibrio riconosciute dal personale dell’istituto.

De Gasperi (presidente Consiglio Ministri dal 1945) lo avrebbe voluto Avvocato Generale ma fu scavalcato da candidati politicamente più “forti”.

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Attività sociale ed ecclesiale di Maria

Nel 1917 Maria diventa terziaria francescana

Si occupa dei terremotati di Avezzano, è crocerossina, s’impegna con l’ACI, gli Scouts, l’Unione Donne, i Corsi per fidanzati…

Dal 1936 Maria è accompagnatrice dei malati sui treni dell'UNITALSI diretti a Lourdes e a Loreto.

Nel 1945 collabora, sempre come crocerossina, con la presidente del CIF al posto di Ristoro alla Stazione Termini per accogliere i profughi provenienti dalla Venezia Giulia.

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Attività di apostolato Entrambi hanno seguito a distanza le vicende del

fascismo, unendosi della gioia della Chiesa per la raggiunta Conciliazione (11 Feb. 1929).

Nel 1946-1947 Maria aderisce all'iniziativa dei P. P. Lombardi e Rotondi nota come "Mondo Migliore".

Negli stessi anni entra a far parte del Movimento “Fronte della Famiglia”, del quale sarà Vice-Presidente del Comitato romano. Altro campo d'azione è “Rinascita Cristiana”.

Entrambi sono impegnati nell’educazione dei figli, che ritengono prioritaria e “sacra”: sacerdozio dei genitori.

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Maria e Luigi

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Maria scrittriceNel 1920 Maria pubblica vari articoli su

“Fiamma viva”, “Il Solco”, “In Alto” e sul Bollettino della FUCI.

Del 1924 è un epistolario ideale, non concreto, con i suoi figli.  Dall'epistolario vede la luce "Voce di Madre".

Nel 1936 dà alle stampe "Il libro della giovane" e nel 1937 "I nostri ammalati".

Nel 1940 escono "Il fuoco ha da ardere" e "Mamma vera".

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Maria scrittriceNel 1943 scrive "Fiore che

sboccia", con la collaborazione di P. Paolino.

Nel 1952: "Lux vera" e "Vita coi figli".

Nel 1953, ripercorrendo la vita col marito Luigi, pubblica "L'ordito e la trama. Radiografia di un matrimonio”.

L'ultimo scritto è del 1955 "Rivalutiamo la vita".

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Attività sociali diLuigiNell’avvocatura dallo Stato,

soprattutto con il suo esempio, luigi attua silenziosamente un apostolato efficace, con pochi, opportuni e delicati interventi sui colleghi

Dal 1916 coopera con l'Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (ASCI), divenendo nel 1917 Presidente del Reparto Roma V e nel 1918 membro del Commissariato Centrale.

Nel 1919 fonda con l'amico Pulvirenti un oratorio presso la Basilica di Santa Pudenziana per i ragazzi della “suburra” che trasforma poi in Reparto Scout-Roma XX, diretto fino al 1923.

Dal 1921 al ‘27 é nominato Consigliere generale dell'ASCI fino a che il movimento viene sciolto dal Regime Fascista.

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Luigi aiuta MariaNel suo rapporto con Maria, Luigi è

innamorato, fedele, attento e rispettoso del carattere e dei talenti della moglie

Fa quel che può perché la fatica della grande famiglia non la affatichi

La sostiene aiutandola a trovare gli editori e rileggendo con lei tutti gli scritti.

Apprezza l’anima di Maria e si unisce a lei nel cammino di spiritualità, avendo come punti fermi la Messa, il rosario quotidiano, la confessione, la vita familiare.

Al mattino, prima di uscire per la Messa le legge le letture del giorno.

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Le vocazioni dei figlidon Tarcisio (Filippo), già monaco benedettino e poi

sacerdote diocesano, tanto compianto dall’AGESCI, Cecilia, monaca benedettina (Fanny),  Padre Paolino (Cesare), trappista delle Frattocchie,Enrichetta, la figlia che non doveva nascere e che ha

assistito i genitori fino alla fine, tuttora vivente e residente in via De Pretis, 86.

Le vocazioni sono state favorite dal clima di famiglia, ma non sollecitate

Il rapporto genitori figli è rimasto costantemente affettuoso e spiritualmente fecondo, allargandosi ai confratelli e alle necessità dei conventi.

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Vocazione Filippo«“Un giovedì grasso”, dopo pranzo, un

generale amico di famiglia, che l’aveva conosciuto piccino, rivolge all’improvviso al mio figlio maggiore, quindicenne, questa domanda: “E tu, cosa pensi di fare? L’avvocato…?”. Colto alla sprovvista, arrossendo, risponde senza molta convinzione, per troncar l’argomento: “L’avvocato”.

I miei figli non erano molto usi a cinema o teatri. Ma, nel periodo di carnevale, non mancavano mai alle rappresentazioni del teatrino del Massimo, di cui il lieto giovanile fracasso rimane ancora un vivo ricordo nel mio cuore.

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Vocazione FilippoSono in camera sola… vedo venire mio figlio un po’ commosso -

come ogni volta che mi apriva il suo cuore - che dice senza preamboli: “Dianzi quella domanda del generale mi ha imbarazzato e ho risposto così: ma io voglio esser sacerdote”. “Da quando, figlio mio?”. “Da due anni”. La risposta mi commosse anche più, dandomi immediatamente la garanzia della verità del dono con cui Iddio beneficava la mia famiglia. A quindici anni, mentre ferve la vita, mentre mille luci allettatrici incalzano e premono, mentre l’avvenire promette, aver già per due anni conservata intatta nel cuore la divina chiamata! Lo strinsi al mio cuore… e poiché tutti eran pronti, andammo al teatrino… Giunti al Massimo, mentre il mio cuore batteva per la grande novella, egli entrò fra i suoi compagni, con la sua luce celata nell’anima, dopo che il primo raggio brillato all’esterno, era stato vibrato nel cuore della sua mamma”.

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Vocazione Cesarino“L’altro, il più piccolo, temperamento diverso,

più proclive a manifestare le proprie tendenze, aveva parlato sempre “di fare il prete”: anzi da piccino, diceva senz’altro “di voler fare il Papa”. Appunto forse per la precocità di queste manifestazioni, nessuno aveva pensato di prenderle sul serio, benché mostrasse un’indubitabile costanza. Conosciuta l’intenzione del fratello, non trovò in essa che la conferma, secondo lui ormai “convenuta”, della propria intenzione.

Suo padre, che aveva accolto la prima rivelazione come la seconda con perfetta sottomissione alla divina volontà, e con senso di profonda commozione per la divina e manifesta predilezione usata alla nostra famiglia, volle che aspettasse la licenza liceale del fratello maggiore, per entrare insieme in seminario… Occorreva secondare, non deviare, come pensavano stranamente taluni, ma approfondire”.

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Vocazione Stefania: suor CeciliaLa vocazione di Stefania, una ragazza

intelligente ed esuberante, viene raccontata da lei stessa, ricordando il ruolo del p. Matheo Crowly, apostolo del Sacro Cuore:

«Ricordo la sua figura, allora magra e alta, l’aspetto di una pietà che mi colpì, ma della predica non capii quasi nulla, perché parlava in francese. Facemmo allora la prima consacrazione al sacro Cuore. Ma fu nel 1920 che il p. Matheo venne in casa per la cerimonia dell’ Intronizzazione e volle che Enrichetta facesse subito la prima comunione e invitò me alla comunione quotidiana…mi disse: ’si vous voulez…’, ’oui, je veux bien’ risposi senza immaginare che svolta prendeva quella sera del 1 giugno 1920 la mia vita…”

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Vocazione Stefania“Ormai la vocazione dei due fratelli era decisamente

affiorata e nel 1922 fu la mia volta. Mi sembra di ricordare tutto, nei minimi particolari. Con grande chiarezza e delicatezza il p. Matheo mi presentò l’ideale di una donazione senza riserve.

Fu ancora un ‘si vous voulez…’ e quasi per istinto, o meglio sotto l’azione della grazia, risposi anche allora ‘oui, je veux bien’… Non misuravo minimamente la grazia abissale che il Signore mi faceva; ricordo che nell’atto che composi mi impegnavo, consacrandomi al Signore, a unirmi al futuro sacerdozio dei fratelli».

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Vocazione StefaniaUna cugina ricorda il dolore del papà mentre

Stefania si preparava alla clausura: «Non so ridire come, ma l’effetto di quel dolore paterno mite e contenuto, senza parole e senza lacrime, non mi si è più cancellato dall’anima. Non potevo allora capirne la profondità e il valore né rendermi conto che avevo dinanzi a me l’immagine di un olocausto accettato e voluto con adesione eroica”

Enrichetta: «La partenza di mia sorella costituì nel suo (di papà) cuore uno strappo veramente violento. Ho ancora negli occhi, a distanza di più di 70 anni, il silenzioso e pudico pianto di mio padre inginocchiato mentre ‘al di là della grata’ si svolgeva la cerimonia della vestizione della sua figliola, donata a Dio nel fiore della sua stupenda giovinezza».

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Maria e le vocazioni dei figli

Sr. Cecilia: «L’uscita di casa dei due ragazzi produsse un vuoto enorme. Chi più ne risentì fino a sentirne danno nel fisico fu papà; oh! Non che mammà ne sentisse meno, ma si sa, la donna nel dolore è più reattiva, soprattutto ha il compito di sostenere l’uomo. Quindi, fu sua cura di nascondere il dolore... E, intanto, sosteneva moralmente e spiritualmente me, cercando di formarmi avendo in vista la strada cui mi sapeva chiamata, ma si sapeva benissimo che questo terzo sacrificio sarebbe stato per lei… la terza spada.

Credo tra noi tutti di essere stata quella che, per volontà e per missione del Signore, ha esigito da lei la parte massima di rinuncia affettiva. La vita claustrale, in partenza, impone un distacco più totale che altre forme di vita religiosa... Il Signore non mancò di dare ad entrambi qualche compensazione e qualche consolazione, da ambedue apprezzate assai, sul piano naturale non meno che sul piano soprannaturale».

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Maria e le vocazioni dei figli

Così Maria stessa risponde alle possibili investigazioni riguardo alle vocazioni dei figli:

«Le mamme che leggeranno questi ricordi si potranno forse chiedere qual segreto possa aver, non dico originato - ché le vocazioni vengono da Dio - ma favorito lo sviluppo di queste chiamate divine. Un ambiente di concentrata pietà? Una vita d’inesorabili rinunzie, penitenze, sacrifizi, costrizioni? Altarini, preghiere senza fine? Non so: ma da tutto questo non può esser dipesa la vocazione dei miei figli, perché tutto questo non c’è mai stato.

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Maria e le vocazioni dei figli

“…Abbiamo cercato che le loro anime, fresche e pure, fossero difese dall’influsso del male; che respirassero la vita cristiana e si nutrissero quotidianamente della divina Eucaristia; che facessero la loro breve meditazione ogni giorno, senza esasperarli con soverchie oppressioni; che gioissero del dono della vita, delle bellezze della natura, nel cimento di escursioni, di ascensioni, in compagnie sane e confacenti ai nostri principi; che amassero lealmente e con entusiasmo la Patria e le sue istituzioni, e i doveri che sono ad esse connessi; che conoscessero la religione nelle sue basi e nelle sue vette, e la servissero con coerenza. Ecco tutto”.

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Maria e le vocazioni dei figli

Scrive Paolino: “Non rinunziò mai ad esercitare questo suo amorevole e zelante servizio di “sacerdozio materno” verso le nostre anime consacrate, mettendo in opera l’invito di S. Paolo, II a Timoteo (citato da S. Bernardino) “argue, obsecra, increpa” (ammonisci, supplica, esorta) in una vigile e amorevole azione di sostegno, di incoraggiamento, di sprone o di correzione, pur nella più delicata e discreta attenzione a non interferire minimamente nel campo formativo e disciplinare dei nostri superiori.

Io ricordo che il giorno della mia ordinazione sacerdotale la mamma, nel baciarmi commossa le mani appena consacrate, mi disse con tenerezza indicibile, tra il serio e il faceto: “Tu ora sei sacerdote. D’ora innanzi tu non solo puoi benedirmi, ma anche assolvermi. Ma io sono e rimango sempre tua madre: ricordati bene che se, Dio ne liberi, un giorno tu dovessi mostrarti infedele, un paio di ceffoni da tua mamma non te li leverebbe nessuno”».

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Maria e luigi

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Gioia e distaccoLa mattina del 5 novembre 1924,

tutta la famiglia viene ricevuta in udienza privata da Pio XI, che incoraggia e benedice. La sera la famiglia è unita in una felice e commossa ‘ultima cena’. Tutti s’inginocchiano pregando davanti all’immagine del S. Cuore.

Maria rinnova l’atto di consacrazione della famiglia e Luigi intona le Litanie del S. Cuore.

Don Tarcisio: «Ci alternammo con loro nella recita del Pater noster e del Magnificat in irripetibile armonia, ben più potente dell’incoercibile tumultuare dei sentimenti»

Gli sposi ebbero il privilegio di essere ricevuti da tutti i Papi dello loro vita, da S. Pio X, quando Maria portava in grembo Cesarino sino a Paolo VI, sul finire della vita di lei.

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Commiato Luigi Muore il 9 novembre 1951 per infarto miocardico. «Attendo il momento in cui dovrò lasciare questa vita

terrena e presentarmi al Tribunale di Dio con animo trepido ma pur fiducioso nella misericordia infinita di Lui che vorrà perdonare i miei peccati, le mie mancanze, le negligenze, le infedeltà e ammettermi, quando sia compiuta la mia purificazione, fra i suoi eletti. Spero che Egli vorrà concedermi la grazia della perseveranza finale in quella fede che oggi sento vivissima e a cui cerco, come so e posso, di mantenermi coerente nei miei pensieri e nei miei atti. Attendo la morte col dolore di dovermi staccare dalla mia dilettissima Maria, cui debbo gratitudine immensa ed eterna per tutto il bene, morale e materiale, che mi ha fatto, e dai figlioli adorati; ma con la speranza che ci ritroveremo tutti, quando Dio vorrà, riuniti in cielo nell’eterna glorificazione di Lui. Invoco su tutti l’assistenza di Gesù, della Madonna, dei Santi, perché li preservino nella loro santificazione. A tutti, e specialmente alla mia compagna amorosissima e fedelissima, chiedo perdono d’ogni pena procurata non tanto dalla mia cattiva volontà, quanto dalle deficienze del carattere e dalle tante imperfezioni»

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Maria vedovaLuigi muore per arresto cardiaco il 5 Novembre 1951Maria rimane in vita ancora 14 anni, scrivendo,

accogliendo, consigliando sposi, suore, sacerdoti...Nell’estate del 1965, a 81 anni, Maria trascorre un bel

periodo di vacanze a Serravalle di Bibbiena, nella villetta "La Madonnina", fatta costruire per lei da Luigi.

Aveva già fatto con Enrichetta i preparativi per il rientro a Roma, quando il 26 agosto, verso mezzogiorno, muore, per un infarto improvviso. Enrichetta racconta che il decesso della madre avvenne subito dopo la recita dell’Angelus.

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L’ordito e la tramaCome dire cos’è stata per Maria la morte di Luigi?

“ Quello che c’è nel cuore non si può descrivere, ma tu mi comprenderai di certo, vero?... Sai, una vita vissuta così, convinti che l’unità non si sarebbe potuta infrangere senza portare quaggiù lo sfacelo... lo sfacelo di un blocco…

Mai come quando lo portarono via, io ho visto questo blocco nella sua compattezza… mai come in quel momento sentii che avevo perduto… il mio re e… m’inchinai reverente…

Blocco voluto da Dio nel sacramento, composto, plasmato, reso compatto, infrangibile dal mutuo amore, dalla comprensione, dall’elevazione reciproca delle anime nella carità e nella Grazia…”

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Commiato MariaNel 1958 Maria scrive ai figli una lettera-

Testamento: «Figli miei carissimi, vi lascio queste mie

ultime parole, brevissime, perché le possiate sentire nelle anime vostre anche quando la mia voce terrena tacerà. Anzitutto debbo dirvi che l'affezione che mi avete mostrato nella mia malattia è stata veramente commovente, e ve ne sono tanto grata. Ci ritroveremo tutti lassù, con il vostro santo Papà, coi nonni, coi bisnonni. Che gioia!... E ancora vi torno ad abbracciare tutti e quattro, con tutta l'anima mia chiedendovi perdono se feci inevitabili errori nell'intento di educarvi, o in qualunque momento vi dispiacqui. Di una cosa posso sinceramente assicurarvi nella verità; che tutto quello che ho fatto, in qualunque momento, con chiunque di voi o di altri, anche se ho sbagliato, l'ho fatto nella intenzione pura di difendere gli interessi di Dio nelle anime”

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Commiato Maria“Figli miei, vi lascio queste ultime parole affinchè le possiate sentire

nelle anime vostre quando la mia voce tacerà. In questi giorni di ‘attesa’, quando sono sola, vado attorno per le stanze di questa casa che vi ha visti nascere tutti e che ha visto andarsene i nonni eppoi il vostro papà, mille volte benedetto! Vado attorno, e ogni stanza di questa casa mi parla : vedo i ritratti di voi bambini, poi ragazzi, poi giovani, e rivivo quel tempo e quelle ansie e quelle consolazioni che mi deste… Rivedo le fotografie del tempo di guerra e mi ricordano le ansie fiduciose sofferte per voi… E penso… penso che quando non ci sarò più , tutto questo rivivrete col dolore ispirato e accresciuto dall’affetto di cui mi avete ricolmato in questi ultimi anni…. Ve ne sono grata figlioli miei carissimi. Che la vostra vita, di momento in momento, si perfezioni sempre di più. Non a caso Gesù ci ha donato tante grazie, Egli che amandoci d’amore gratuito e infinito, aveva su ciascuno di noi disegni di carità. Così mi darete una gioia ineffabile di cui Dio vi compenserà largamente e Papà ed io dal Cielo, vi benediremo.”

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Santuario Divino AMoreAttualmente si può visitare la tomba presso il

santuario del Divino Amore, a Roma, dove diverse volte Maria si è recata a pregare, in particolare durante la guerra per la salvezza dei figli e dove il 13 Agosto aveva consacrato la sua famiglia

Effettivamente in quella stessa data, anni dopo i figli hanno scampato pericoli gravi: Suor Stefania è sfuggita all’incendio del monastero benedettino, Cesare sulla moto a un cecchino e Filippo si è salvato su una nave colpita e affondata da un siluro, essendosi spostato poco prima da prua a poppa.

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Tomba Maria e Luigi

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MessaggiFiat (risposta di consenso e amore), Magnificat (lode),

Adveniat (costruzione del Regno)

“Vivere guardando dal tetto in su” (libera traduzione di San Paolo: “… Cercate e pensate alle cose dell’Alto, non a quelle della terra …” Colossesi, 3, 1-2).

“La fedeltà nel minimo”: valorizzare la vita quotidiana, laica, solennizzando anche i piccoli gesti.

“I tre pani per nutrire l’anima: Eucaristia, Parola, Volontà di Dio, i più efficaci “integratori” dell’anima.

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Beatificazione Maria e luigi

Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001 ha detto: "Oggi ci siamo dati appuntamento per la beatificazione di due coniugi, con questo solenne atto ecclesiale noi intendiamo porre in evidenza un esempio di risposta affermativa alla risposta di Cristo. La risposta è data da due sposi vissuti a Roma nella prima metà del ventesimo secolo che hanno tenuto accesa la lampada della fede e l’hanno trasmessa ai figli dei quali tre oggi qui presenti. Carissimi di voi cosi scriveva vostra madre: “li avevamo nella fede perché conoscessero Dio e l’amassero”, ma quella vivida fiamma i vostri genitori l’hanno trasmessa agli amici, ai conoscenti e ai colleghi. Ed ora dal cielo la donano a tutta la Chiesa".

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Beatificazione

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Una nuova associazione

“L’Associazione Maria e Luigi” Beltrame Quattrocchi è nata il 18 Giugno 2010, con un respiro nazionale e internazionale, dotata di personalità giuridica, approvata dal Vescovo di Pescara, T. Valentinetti

Intende operare nella Chiesa e nella società, a sostegno dell’itinerario umano e spirituale dell’amore di ogni singola persona e particolarmente dei fidanzati e degli sposi, sulla scia   dei Beati Maria e Luigi.

Per il primo quinquennio, a presiedere  l’associazione sono stati chiamati  i coniugi Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese, assistente: Don Emilio Lonzi, Segretari: Barbara Pucarelli e Felice Scarlatella.

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Associazione: Logo e Tessera

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A.MAR.LUI.Presidente onorario a vita è Enrichetta, la quarta figlia

L’associazione è aperta a quanti intendono sostenere la spiritualità coniugale (sacerdoti, religiose e religiosi, singoli).

Sostiene gruppi che nascono dal basso, liberamente, in sintonia con gli obiettivi statutari dell’Associazione.

Non ha fini di lucro e mira alla formazione permanente dei propri membri, secondo una spiritualità di comunione.

Stanno arrivando adesioni da diverse città ed anche dall’estero.

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Associazione Maria e Luigi

Note caratteristiche della spiritualità: una laicità tipica della ferialità della vita di famiglia, in unità e

distinzione rispetto alle altre vocazioni; Il servizio alla società e alla Chiesa, nel rispetto della dignità di

ogni persona; La valorizzazione dell’intreccio tra “eros” e “agape”, senza

confonderli né contrapporli; L’accoglienza delle persone così come sono, nelle situazioni

materiali e morali in cui si trovano, La disponibilità ad imparare da tutti, interrogandosi insieme sul

senso degli eventi, in spirito di fraternità universale; La promozione dell’amore umano e cristiano tra tutti, con

particolare attenzione al rispetto e all’obbedienza reciproca tra gli sposi, al compito educativo dei genitori e alla gratitudine filiale.

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Un’aureola per dueLa storia di Maria e Luigi è diventata teatro-musica dal

titolo "Un'Aureola per due” (come il libro da cui lo spettacolo è stato tratto).

L’oratorio (che si avvale di una coppia di attori, una di cantanti e di un quartetto strumentale) unisce musica e parole creando un unicum che fa rivivere il momento storico, la storia d'amore di Maria e Luigi e la loro spiritualità.

La regia è di Redi Maghenzani e le musiche sono di Giacomo Maria Danese.

 

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Aureola per Due- Sulmona 2008

Info: [email protected]

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Gli artisti

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Sito: www.luigiemaria.com

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Un’aureola per due

Un’aureola per due è anche il titolo del libro da cui sono stati attinti i materiali, titolo scelto dai figli sin dalla prima edizione del 2001

Il libro è stato tradotto in francese e in polacco