Maria 07-08 2002 · to assoluto dell’iniziativa divina; contemplan-dola, i cristiani glorificano...

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MARIA Mensile sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani Sped. in A. P. - comma 20, lett c., art. 2, legge 23/12/96, n. 662 - Roma Ferrovia - Taxe perçue N° 7-8 Luglio - Agosto 2002

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MARIAMensile sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani

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N° 7-8 Luglio - Agosto 2002

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Nel Medioevo circolavano molte preghiereche si diceva fossero state rivelate dallaMadonna a santi veggenti. Recitandole

(così avrebbe detto la Vergine), i fedeli si assicu-ravano grazie speciali e, soprattutto, avevano lagaranzia della salvezza finale. Ecco un episodiosignificativo che racconta l’origine di una di que-ste preghiere.La Vergine appare a un pio canonico di nomeArnoldo, caro a Dio e alla sua Beata Madre per-ché li serviva giorno e notte. Gli mostra una bel-lissima preghiera e gli dice: “Arnoldo, prendiquesta preghiera; mostrala e falla imparare atutti quelli che potrai. A quanti la reciterannocon devozione in mio onore, sarà concessa unagrande gioia: mi vedranno cinque volte prima dimorire e in punto di morte. (…). La prima volta,mi vedranno com’ero quando l’Angelo Gabrielemi annunziò l’incarnazione del Beato Figlio diDio; la seconda, quando partorii e mentre allat-tavo il mio amato Figlio; la terza, quando fuinell’angoscia vedendolo morire in croce; laquarta, quando lo vidi risorto dalla morte allavita; la quinta, quando sedetti sul trono divinocome imperatrice del cielo e della terra”1. Il mattino dopo, Arnoldo trovò accanto a sé lapreghiera che la Madonna gli aveva dato insogno.Per i cristiani del Medioevo, Maria era l’inter-mediaria ideale tra sé (peccatori indegni) e Dio;la sua vicinanza garantiva il paradiso e la possi-bilità di vedere Dio faccia a faccia. Mentre per imonaci era previsto un lungo cammino asceticoche li portasse alla perfezione evangelica e,quindi, alla salvezza, ai laici era sufficiente unapreghiera, recitata quotidianamente, per avereun’anima vergine (simile a quella di Maria) emeritasse loro la salvezza2. Riporto una preghiera simile alla precedente, mapiù concisa e di origine diversa, che idealmentene svela tono e contenuti.“L’orazione che segue è stata rinvenuta sotto la

sepoltura di Nostra Signora3. Ogni uomo che ladirà una volta al giorno o che la porterà su disé, non perirà mai per fuoco né per acqua. Noncadrà sul campo di battaglia e non sarà sconfit-to dai nemici. Inoltre, ogni donna che sta parto-rendo, sulla quale si leggerà questa orazione osul ventre della quale la si poserà, darà felice-mente alla luce il suo bambino. Inoltre, laVergine apparirà, a colui o colei che la dirà tut-ti i giorni, tre giorni prima del trapasso: “Vergine Maria, porta del paradiso, reggia degli angeli, fiore di coloro che sperano, salvezza per tutti, Vergine Maria, degnati di non abbandonarmi nell’ora spaventosa del giorno del giudizio che si avvicina e degnati di pregare Dio affinché voglia darmi onore e piacere sempre e eternamente, a me e a tutta la gente, Amen”4.Nel medioevo, dunque, Maria era presentatacome modello di perfezione assoluta e, in quantotale, autorizzata a svolgere un ruolo di mediazio-ne tra Dio e l’umanità tutta: monaci, sacerdoti elaici. Imitandola, diventavano (come lei), spec-chio di Dio e degni di essere associati alla suagloria.La miniatura rappresenta un’esemplificazionedidattica di tale concetto: nel momento in cui lanobildonna recita, sul terrazzo del propriomaniero, la preghiera con le ancelle, le appare laMadre Santa con il Figlio, come promesso.

1 Da V. Leroquais, Les Livres d’heures manuscrits de laBibliothèque Nationale, tomo I, Parigi 1927, p. 95 (citato in SylvieBarnay, Specchio del Cielo, Editrice Marietti 1999).

2 Per questo in quasi tutti i libri di preghiera per laici era inseri-ta quella preghiera.

3 L’incredibile luogo del rinvenimento la dice lunga sulla deri-vazione umana (seppure a fin di bene!) di queste preghiere.

4 Dal Libro di Preghiere alla Vergine, secolo XV (citato inSpecchio del cielo o.c., p. 145).

2 LuglioLuglio - Agosto 2002

Iconografia mariana

Nobildonna che prega Maria per la buona morte1475 circa, miniatura dal Libro d’Ore dette di Baudricourt,

Parigi, Bibliothèque Nationale

a cura di P. Gianni Colosio

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Le vacanze: tempo di riposo fisi-co e spirituale. È nel riposo chenoi, fatti ad immagine e somi-

glianza di Dio, ci avviciniamo di più alsupremo modello di riferimento.Avendo in sé tutte le perfezioni, Dionon ha bisogno di attività per cui, sevogliamo descriverlo antropomorfica-mente, come fa abitualmente la SacraScrittura, lo dobbiamo immaginareseduto (inattivo) perché è la posturapiù consona ai sovrani e a chi non hanulla da aggiungere alla propria digni-tà, in quanto perfetto.Durante le vacanze ci capita di stare sedutipiù del solito per un meritato riposo.Ebbene, quando siamo in quell’atteggia-mento di inattività dovremmo sentirci piùvicini (e quindi simili) a Dio. Certo, inquanto creature imperfette (nel senso cheabbiamo ancora molto da fare per raggiun-gere la perfezione), anche - e talora soprat-tutto - nei momenti di riposo si affollanoalla nostra mente le cose che dobbiamo epossiamo fare. Dovremmo, allora, allonta-nare con risolutezza quei pensieri e assapo-rare con sovrana voluttà (in questo caso nonè affatto peccato!) il dolce far niente, chenon è oziosità colpevole ma, anzi, somi-glianza con Dio.Immaginando la reazione scandalizzata deibenpensanti al mio invito, mi affretto atranquillizzarli. Quando parlo di dolce farniente, intendo il dedicarsi ad attività (inquanto imperfetta, la creatura deve pursempre fare qualcosa!) non remunerate e

quantificabili, tese a ricreare lo spirito,ossia quel versante della nostra persona cheabitualmente è sottoposta a lunghi digiuni. Contemplare un suggestivo paesaggio, leg-gere un buon libro, conversare e bere unbicchiere con amici, osservare il trafficodella strada, vedere un bel film, sono tutteoccupazioni per mezzo delle quali ci ren-diamo conto che la vita non è fatta solo dipressanti impegni quotidiani e di obblighisociali, ma anche di concessioni alla spon-taneità, all’improvvisazione; in altre parole,alla libertà; Dante ci direbbe con linguaggioelevato: “fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza”(Inferno XXVI, 119-120). Ed è in questecircostanze che percepiamo con evidenza(e, magari, con un briciolo di nostalgia) diessere chiamati ad uno stile di vita bendiverso da quello abituale, stile che puòriassumersi nel termine dantesco di cano-scenza. Conoscere nel senso di sapere chisiamo, di quale sia il senso e il fine dellavita. Favoriti dal dolce far niente vacanzie-ro, dovremmo trovare una risposta a questedomande ristabilendo un filo diretto risolu-tore col Padre celeste. Alle oziose e nobilioccupazioni accennate sopra, dovremmoquindi (saggiamente) aggiungere quella ditrascorrere del tempo nella riposantepenombra di qualche chiesa e là riscoprirela nostra identità di creature fragili ed esuliin un paese non sempre ospitale (la terra) eanelanti alla patria celeste: il luogo dellacompiutezza e della perfezione ultima.

Allora sì che le nostre vacanze sarannostate tempo di riposo fisico e spirituale!...

La pagina del direttore

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Non sono pochi quelli che si chiedonoche senso abbiano certi dogmi maria-ni come l’Assunzione e se essi non

rappresentino l’esasperata sopravvalutazionedi una creatura che, pur avendo svolto l’altamissione di Madre del Salvatore, rimane, sem-pre e comunque, una creatura. La risposta è semplice: nella biografia dellaVergine si riflette in maniera singolare il prima-to assoluto dell’iniziativa divina; contemplan-dola, i cristiani glorificano non tanto la sua per-sona, ma Dio stesso, che in lei ha compiutograndi prodigi - scegliendola come Madre delFiglio e Madre della Chiesa - in vista dellanostra salvezza. La biografia totale di Maria, infatti, si inscrivenella biografia totale del Figlio; in lei “si mani-festa anticipatamente ciò che il suo Figlio divi-no ha compiuto per noi risorgendo dai morti, lavittoria appunto sul peccato e sulla morte. InMaria risplende il compimento del progettodivino sulla creatura umana: la dignità dell’uo-mo appare in piena luce in questa supremadestinazione, già compiuta nella VergineMadre, a partecipare nell’integralità della per-sona, cioè in anima e corpo, alla gloria celeste”(B. Forte).I privilegi di Maria appaiono, dunque, comesegni concreti di speranza offerti all’umanità,che rendono manifesta la méta ultima del pel-legrinaggio terreno, garantita dalla risurrezio-ne di Cristo.Nella figura della Vergine si riflette allora ladignità presente e futura dell’uomo creato eredento da Dio; per questo la comunità deicredenti guarda a lei quale prima creaturaredenta e modello di fede; ce lo ricorda il con-

cilio Vaticano II: “Mentre la Chiesa ha giàraggiunto nella beatissima Vergine la perfe-zione (…), i fedeli si sforzano ancora di cre-scere nella santità debellando il peccato; eper questo innalzano gli occhi a Maria, laquale rifulge come modello di virtù davanti atutta la comunità degli eletti. La Chiesa, pen-sando a lei con pietà filiale e contemplandolaalla luce del Verbo fatto uomo, con venerazio-ne penetra più profondamente nell’altissimomistero dell’incarnazione e si va ognor piùconformando col suo Sposo. Maria infatti, laquale per la sua intima partecipazione allastoria della salvezza riunisce, per così dire, eriverbera i massimi dati della fede, mentreviene predicata e onorata, chiama i credential Figlio suo, al suo sacrificio e all’amore delPadre. A sua volta la Chiesa, mentre perseguela gloria di Cristo, diventa più simile alla suaeccelsa figura, progredendo continuamentenella fede, speranza e carità e in ogni cosacercando e seguendo la divina volontà. Onde,anche nella sua opera apostolica, la Chiesagiustamente guarda a Colei che generòCristo, concepito appunto dallo Spirito Santoe nato dalla Vergine, per nascere e crescereanche nel cuore dei fedeli per mezzo dellaChiesa. La Vergine, infatti, nella sua vita fumodello di quell’amore materno del qualedevono essere animati tutti quelli che nellamissione apostolica della Chiesa cooperanoalla rigenerazione degli uomini” (LumenGentium, 441).

4 LuglioLuglio - Agosto 2002

Pagina mariana

A proposito del dogma dell’Assunzione di Maria

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Continuiamo l’esame dell’esortazio-ne apostolica “Christifi-deles laici”dal n° 16 al n.° 24.

Numero 16 “E’ quanto mai urgente cheoggi tutti i cristiani riprendano il camminodel rinnovamento evangelico, accogliendocon generosità l’invito apostolico: “esseresanti con tutta la condotta”.Numero 17 “La vocazione dei fedeli laicialla santità comporta che la vita secondo loSpirito si esprima nel loro inserimento nel-le realtà quotidiana della vita e nella loropartecipazione alle realtà terrene”.Numeri 18 - 19 - 20 “Dalla comunione deiCristiani con Cristo scaturisce la comunio-ne dei cristiani tra loro. Tutti sono tralcidell’unica vita che è Cristo”.“La Chiesa è dunque una comunione equindi una duplice partecipazione vitale:l’incorporazione dei cristiani nella vita diCristo e la circolazione della medesimacarità in tutti i fedeli”.“Questa comunione si configura come unarealtà organica, caratterizzata dalla com-presenza dalla diversità e nella comple-mentarietà delle vocazioni e condizioni divita dei ministeri, dei carismi, delle respon-sabilità”Numeri 21 - 23 “II Concilio EcumenicoVaticano II° presenta i ministeri ed i carismicome doni dello Spirito Santo per l’edifica-

zione del Corpo di Cristo e per la sua mis-sione di salvezza nel mondo. La chiesa(Popolo di Dio), infatti, è diretta e guidatadallo Spirito che elargisce diversi doni.... atutti i battezzati chiamandoli ad essere, cia-scuno a suo modo, attivi e corresponsabili.Nella Chiesa si trovano in primo luogo iministeri che derivano dal sacramento del-l’ordine. I pastori devono riconoscere e pro-muovere i ministeri, gli uffici e le funzionidei fedeli lasci che hanno il loro fondamen-to nel battesimo, nella confermazione e, permolti nel battesimo e possono affidare aifedeli laici alcuni compiti che sono connes-si con il loro ministero di pastori ma chenon esigono il sacramento dell’ordine”.Numero 24 “Lo Spirito Santo mentre affidaalla Chiesa comunione i diversi ministeri(servizi) l’arricchisce di altri particolaridoni chiamati carismi. Essi hanno un’utili-tà ecclesiale essendo ordinati all’edifica-zione della Chiesa, al bene degli uomini,alle necessità del mondo”.Come vediamo una forte dinamica, grazieallo Spirito, percorre la vita della Chiesa, laanima, la arricchisce.Chiaramente ne emerge che il laicato ricevedal Signore, per la missione della Chiesa,una grande parte di responsabilità.I fedeli laici hanno dunque la vocazione e lamissione di essere ammaliati dal Vangelo.

Laicato

I laici nella chiesa (3)

Continua la serie di articoli sui laiciper comprendere il significato del laicato

nella attuale visione della Chiesa, e in rapporto alla Congregazione dei Padri Maristi

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Tutti siamo entrati nel Popolo di Dio attraver-so il battesimo, in quel momento siamo statisegnati con il crisma mentre veniva recitataquesta formula: “Ti ungo con l’olio segno disalvezza perché ad immagine di Cristo sacer-dote, re e profeta tu sia sempre membro delsuo popolo”; successivamente nella cresimaquanto detto sopra è stato confermato conl’unzione e la formula: “Ricevi il sigillo delloSpirito Santo che ti è dato in dono”. Confermando così che entravamo nel popo-lo di Dio in modo adulto e responsabile eperciò era nostro compito vivere ed agirenon da spettatori ma da testimoni ed evan-gelizzatori.Scrive un autore medievale, RabanoMauro: “L’unzione viene data perché l’uo-mo sia fortificato dallo Spirito Santo per

predicare agli altri ciò che lui stesso ha rice-vuto nel battesimo”.L’uomo viene al mondo con una missioneben precisa, come dice la preghiera sacer-dotale di Gesù, “affinché il mondo creda”(Gv 17,21), dunque viene per il ministerodella testimonianza apostolica in vista dellasalvezza del mondo.A questo punto possiamo dire che ilCristiano è sacerdote (offre a Dio il cultodella propria vita), re (è responsabile di por-tare il mondo al compimento), profeta (leg-ge la storia con gli occhi della fede e saindicare i sentieri di Dio dove gli altri nonvedono nulla).Nulla dunque di passivo ma vita profonda-mente coinvolta.

Un Marista

Laicato

6 LuglioLuglio - Agosto 2002

GMG 2002 TORONTONei giorni in cui questo numero va in stampa, si svolge a Toronto (Canada) la GiornataMondiale della Gioventù (GMG), che ha per tema quest’anno: “Voi siete il sale della ter-ra. Voi siete la luce del mondo”.Anche dalle nostre parrocchie sono partiti dei giovani per il Canada. Ospiteremo le loroimpressioni su questa esperienza nel prossimo numero di Maria. E intanto li ricordiamonella preghiera, perché sia pieno di frutti questo pellegrinaggio.

Esperienza missionaria in GuatemalaLunedì 8 luglio sono partiti per un’esperienza missionaria in Guatemala, P. LuigiSavoldelli e alcuni giovani che sono in ricerca vocazionale.Questa iniziativa si colloca all’interno del cammino di discernimento, iniziato due anni fa,con la intera famiglia marista (Padri, Fratelli, Suore, e Suore Missionarie).Alla fine del percorso di discernimento, i giovani, che saranno ospiti di una casa deiFratelli Maristi. si impegneranno “sul campo”, con la visita ai poveri, la catechesi e laconoscenza di altre realtà. Sarà questo il loro campo di lavoro futuro?

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La diocesi di VanuatuConta oggi 16 sacerdoti indigeni e solo 6europei. Il Vescovo, Michel Visi, è nativo diLolowai (isola di Ambae) Aveva frequenta-to la scuola di Lolopuepue dal 1962 al '68;Lolopuepue fu una delle prime missioni cuiera stato assegnato Padre Morlini al suoarrivo nel Vanuatu; vi è rimasto per ben 9anni (dal 1966 al '75); in tal modo ha potu-to seguire il progresso intellettuale e spiri-tuale del dodicenne Michel Visi, futurovescovo.

L'evangelizzazione dei rimanenti paganiprocede oggi a spizzico, ma procede. PadreMorlini mi dice che nella sua missione cele-bra 10-12 Battesimi di adulti ogni anno.Oggi il missionario deve saper cogliereogni occasione per avvicinare i pagani. Coni Protestanti si è stabilito un tacito accordo;loro operano al nord dell'isola e i Cattolicinel sud; fra loro non ci sono più frizioni.Ciascun gruppo cristiano cerca di esercitarela sua influenza sui pagani della sua zona.Al Sud si trovano i seguaci di John Frum i

MissioniPADRE GIANNI MORLINI

40 ANNI DI FEDELTA' (II parte)di Bruno Spedalieri

Terminiamo di pubblicare in questo numero la relazione del viaggio che l’Autore ha fatto, partecipando ai festeggiamenti

in onore di Padre Gianni.

Il Palazzo di Giustizia di Tanna

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quali praticano il culto del cargo, un cultosempre vivo, ma che apparentementecomincia a creare frustrazione e quindi acontrarsi. Certo, in un paese dove mancal'elettricità, il telefono, la tv, dove non cisono strade decenti, dove la sola acqua dis-ponibile è quella piovana, dove le auto sicontano sulle dita della mano, il benesserefa gola specialmente a coloro che lo hannosperimentato durante l'occupazione ameri-cana degli anni Quaranta o durante i viaggia Port Vila.

Le strategie di Padre GianniLa tattica di Padre Morlini sta nel frequen-tare il nakamal, il luogo d'incontro della tri-bù, di partecipare alla cerimonia del kava edi dare passaggi sulla sua auto a coloro cheincontra per strada, siano essi cristiani o no.

A chi incontra, chiede dove è diretto, sevuole un passaggio e poi attacca discorso: aquale nakamal appartiene, dove è situato, ediplomaticamente si autoinvita alla cerimo-nia del kava, certo che il suo passeggero,grato del servizio ottenuto, lo introdurràalla gente della sua tribù. Farsi conoscere èil primo passo; poi seguirà l'invito ai bam-bini di quella tribù di frequentare la scuoladella missione e, attraverso i bambini, labuona parola passerà ai genitori.

Il kavaLa sera del mio arrivo ad Imaru PadreMorlini ed io siamo stati invitati al nakamalper il kava. Cammin facendo il Padre midice: "Qui lo preparano nel modo tradizio-nale. Se non te la senti, non sei tenuto a ber-lo". Il modo tradizionale vuole che la radi-ce del kava sia masticata da un gruppo digiovani; la poltiglia viene poi diluita inpoca acqua e spremuta entro una tazza innoce di cocco. Lo si beve tutto d'un fiato el'usanza vuole che si sputi a terra, si rendala tazza vuota e ci si sieda in silenzio. Se sivuol parlare bisogna farlo sottovoce pernon disturbare gli altri. Su un lato del naka-mal arde un falò. In genere il kava è offertodue volte. Quando coloro che hanno bevutosi alzano per fare ritorno alle loro capanne,viene dato loro un tizzone ardente. Quelliche li incontrano sanno così che non devo-no disturbarli e lasciare loro il passo. Io hobevuto il mio kava e, tra la sorpresa genera-le, ho seguito il protocollo alla perfezione.Ma subito ho sperimentato l'effetto ine-briante della bevanda: quando sono partito,circa mezz'ora più tardi, barcollavo comeun ubriaco. La pratica del kava un tempoera stata bandita dai missionari europei enon tolleravano che i cristiani partecipasse-ro alla cerimonia. Le ragioni addotte erano

Missioni

8 LuglioLuglio - Agosto 2002

Piccole danzatrici di Imaru

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Missioni

che il kava è una sostanza intossicante e unapratica pagana. Nella credenza indigena,quando una persona beve il kava entra incontatto con lo… spirito (una sorta di esta-si). E' questa la ragione per cui, durante lacerimonia, è richiesto il silenzio. Oggi isacerdoti indigeni tendono a frequentareregolarmente il nakamal e i pochi missiona-ri europei sono diventati più flessibili.Senza ombra di dubbio, il termine spiritomeriterebbe di essere studiato per poterglidare un'interpretazione più specifica e reali-stica.

7 Aprile 2002, giorno dell'anniversario. Colazione alle ore 7: caffè solubile, latte inpolvere, pane riscaldato, una fetta di colom-ba Motta (portata da me dall'Australia), efrutta. Padre Gianni usa riscaldare ognigiorno tutto il pezzo di pane per evitare chesi ammuffisca; una pagnotta, infatti, glideve durare almeno una settimana. ATanna, il missionario vive quasi in simbiosicon le formiche: delle formichette micro-scopiche che s'infiltrano ovunque, malgra-do le precauzioni. "Dopo aver preparato ezuccherato il latte, è prudente - mi dice - fil-trarlo per togliere grumi e formiche". Dopocolazione si parte per Lamlu. All'entrata delvillaggio, a pochi metri l'uno dall'altro,sono stati eretti due archi intrecciati di ramie su di essi sono stesi due striscioni di cartacon la scritta: Bienvenus a Lamlu. Ad atten-derci sotto gli archi vi è un gruppo di dan-zatori in costume per la danza. Lasciatal'auto siamo stati accompagnati verso lascuola dove sono allineati gli anziani delvillaggio, i Padri David e Nataniel. LeSuore e i Fratelli; Padre Cyprien con leSuore di Imaki sono giunti più tardi perchési sono impantanati in una strada melmosa:

incidente alquanto abituale da queste parti.Ci sono state offerte delle collane di fiori edopo le parole di benvenuto del catechistasono iniziate le danze. La Santa Messa ècominciata alle 9,30. La chiesetta è addob-bata a festa e nell'abside, sotto il Crocifisso,sono scritte a caratteri d'oro le parole: 40Ans de Fidelité. Parole d'oro che diconotanto. Nel suo sermoncino in bishlamar e infrancese, prendendo spunto da quelle paro-le, Padre Morlini ha saputo testimoniare inbreve la riconoscenza per la vocazione a cuiè stato chiamato e per l'assistenza che Dio ela Madonna gli hanno sempre dato durantei 40 anni di apostolato in Vanuatu, annicostellati di difficoltà e di episodi non sem-pre piacevoli. Egli mi aveva già presentatoai fedeli e ha voluto che l'assistessi all'altarecome ministro dell'Eucaristia. Commoventeè stato il momento in cui il Padre ha offertoun cero alla Madonna. Il pranzo è stato

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degno della circostanza; non solo c'era iltradizionale maialetto allo spiedo, il pollo,il bugna e vari tipi di lap-lap, ma anche ildolce che le Suore hanno preparato, lo spu-mante che ho portato io da Noumea e persi-no il gelato che Suor Françoise Nguyen(una mia ex giovane parrocchiana dellaValle dei Coloni ed ora Economa regionaledel Vanuatu) ci ha spedito per aereo quellastessa mattina. Sono seguiti i discorsi di ritoe l'offerta dei doni.

Un tragico incidentePadre Gianni è cieco di un occhio. Nel 1991si era recato a Lenakel per spedire a PortVila dei rami di kava affidatigli dalle Suore;quel giorno era infatti di passaggio a Tannaun battello malaysiano. Giunto al porto, ilPadre notò che il mare era mosso e che imarinai faticavano ad attraccare. Una cordaera stata allacciata allo spuntone di una roc-cia corallina e il capitano manovrava per faravvicinare il fianco del battello alla banchi-na. Tutt'ad un tratto lo spuntone della rocciacedette e fu lanciato come per fionda sullatesta del Padre che, colpito, cadde svenuto.Si risvegliò in ospedale. Quello spuntone diroccia aveva causato al povero Morlini un

affossamento, tutt'ora visibile, sopra ilciglio destro e la recisione totale e irrepara-bile del nervo ottico destro.

L'infernale YasurL'8 aprile, Celebrata l'Eucaristia durante laquale Padre Gianni ha ricordato la suaPrima Messa a Moncalieri e dopo la cola-zione offerta dalle Suore, siamo partiti perLoanatom, Isangel e Lenakel. Abbiamopranzato a Lenakel coi Padri Natanael eDavid e abbiamo poi raggiunto la valle delvulcano Yasur. Uno spettacolo indescrivibi-le: un'immensità grigia e polverosa, segna-ta qua e là da qualche misero arbusto, cola-te di cenere tra alberi e strade. Nel foscocrepuscolo, dei boati, ritmati e accompa-gnati da sbocchi di fumo e di cenere. L'ariasa di zolfo e il vento ci sferza senza posa,con folate di sabbia. Poiché le missioni diLoono e di Lautapunga sono sulla direttricedei venti, non meraviglia che qui tutto siacoperto di una coltre di polvere vulcanica.Si rientra la sera ad Imaru. Dopo le comu-nicazioni-radio delle 6 e il kava rituale, pre-pariamo la cena accompagnata da un purédi patate e da una pasta bolognese, squisi-tissima, della ditta Gianni Morlini.

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10 LuglioLuglio - Agosto 2002

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Squisitissima, ho detto tutto; potrebbe esse-re degnamente servita all'Hilton Hotel diSydney!

La falciatrice e il polloMartedì 9, giornata di riposo. Riposo permodo di dire. In una missione non si riposamai. Le suore lamentano che la falciatricemeccanica non funziona a dovere. Il poveroPadre Gianni smonta, pulisce e annota ipezzi mancanti o guasti. Io non sono mec-canico, ma uomo pratico sì; gli suggeriscoche, forse, è più economico comprare unafalciatrice nuova invece che la dozzina dipezzi da sostituire. Padre Morlini trova sag-gio il mio suggerimento e decide di partirecon me, l'indomani, per fare l'acquisto nellacapitale Port Vila. Contenti della risoluzio-ne presa, ci siamo dedicati ad un'altra ope-razione: in mattinata, una santa donna eravenuta a offrire al missionario e al suo ospi-te un polletto già spennato. Si tratta ora ditagliarlo e pulirlo a dovere. Guardo concuriosità Padre Morlini manipolare il pen-nuto. Gli chiedo dove ha imparato. "L'hovisto fare qualche volta da mia madre", miha risposto. E con dedizione e pazienza hacontinuato l'operazione. Era interessantevedere con quanta delicatezza trattava ilpollo: lo teneva con due dita per non farglitroppo…male e usava il coltello a mo' dibisturi. Il Padre ha messo i pezzi di carnenella pentola a pressione aggiungendovi unpeperone e dei fagiolini; poi l'ha chiusaermeticamente e posta sul fornello."Bastano venti minuti", ha detto, mentreponeva le zampe, la testa e le interiora entroun sacchetto di plastica. "Per i nostri bam-bini - mi ha spiegato -; è come dar loro del-le caramelle". Non so quanto i bambiniabbiano gustato quel tipo di… caramelle,ma il pollo di Padre Morlini era certamente

appetitoso. Nel pomeriggio siamo passati asalutare le Suore e a chiedere se avesserodelle missive per Port Vila. Poi ci siamodedicati ai bagagli; al mattino infatti nonc'era tempo da perdere poiché l’aereo parti-va alle 8,25.

La torta del ConsoleEccomi a Port Vila. Mi piacerebbe poterincontrare il Vescovo, Monsignor Visi; nonavevo potuto vederlo durante il mio brevesoggiorno del luglio 1999 perché era inviaggio apostolico per le isole. Desiderereiincontrarlo almeno ora, ma proprio allavigilia ci è stato comunicato via radio che èin viaggio per la Malaysia. A Vila si è peròdiffusa la notizia della mia presenza inVanuatu e della circostanza per cui ero là. Ilconsole onorario d’Italia a Port Vila,Signora Teresa Traverso, avendo saputodella festosa circostanza del 40mo di

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Sacerdozio di Padre Morlini, ha volutoinviare un’enorme torta gelato e tre botti-glie di champagne. L’11 aprile quindi sonostato invitato al Vescovado da Padre CyrilTofor, sacerdote melanesiano, Curato dellaCattedrale e Vicario Generale. Vi ho trova-to i Padri Morlini e Patrice (indigeno, assi-stente di Tofor) e i Padri Maristi Janique eRodet; al momento del dolce si sono unite anoi le Suore della Cattedrale. A Parey hoavuto il piacere di rivedere le SuoreAgostina, Renata, Gianpaola, MarieFrançoise Nguyen, Tiziana e altri amici diun tempo. Ho anche visitato il Museo delleMissioni che Padre Rodet sta allestendo.

"Brucerò la mia vita"Come sempre, purtroppo, gli eventi felicipassano. Rimangono i ricordi e una certanostalgia. Ma la gioia di ritrovarmi conPadre Morlini dopo tanti anni, e per una cir-costanza tanto significativa, non mi lasceràpiù. La visita a Tanna è stata come un pel-legrinaggio, un’esperienza che mi ha rivela-to come tanti missionari vivono ancora oggi

una vita di dedizione totale, privi di como-dità, ma ricchi di generosità e di amore perle anime. Padre Morlini vede il numero deimissionari bianchi diminuire. Sa bene cheprima o poi anche a lui verrà forse chiestodi lasciare quelle isole, come è già capitatoai Padri Clementi, Bordiga e De Stephanis.E’ pronto a tutto. “Desidererei però - mispecifica - poter lasciare sul posto dellestrutture complete: chiese e scuole, poichénoi missionari d’Europa possiamo contaresugli aiuti dei parenti, amici e conoscenti. Ipreti indigeni non hanno di questi aiuti. Ed’altra parte se ci sono strutture in piedi, ilclero locale potrà concentrarsi a diffonderee ad approfondire la fede”.Curiosando tra le pagine del Breviario diPadre Gianni ho trovato un’immagine conla scritta: “Chiamami ancora, chiamami pernome; sulla tua parola getterò le reti, bruce-rò la mia vita. Nient’altro vale se non esse-re con te, o Signore”. Questo è senza dub-bio il programma di vita di Padre GianniMorlini, missionario marista nel Vanuatu.

(Fine)

Missioni

12 LuglioLuglio - Agosto 2002

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Luglio - Agosto 2002 13

Lo scorso 30 giugno, Andrea Volonninoè diventato diacono. Di sicuro unadata che Andrea terrà stretta nel cuo-

re per sempre.Trent’anni, corporatura media, occhi casta-ni, capelli biondo scuro e un sorriso dolcis-simo, quello stesso che appare sul volto dichi, con spontaneità si mette al servizio diNostro Signore, e quindi del proprio prossi-mo.

Certamente una scelta importante, che seda un lato comporta una serie di rinunceimportanti, dall’altro dona allo spirito unappagamento che non si può capire se nonprovandolo in prima persona.Una grandissima emozione per mammaElia, papà Fidia e il fratello Gianluca, chedurante la celebrazione, erano visibilmentecommossi. Mancava invece, la sorellaAlessandra, perché in Scandinavia per

Ordinazione diaconaleAndrea Volonnino diacono

Una grande festa per Andrea,

e con lui, tutti gli amici di Pratola Peligna

Di Raffaella Perleonardi

Un momento della cerimonia: ad Andrea viene consegnata la Sacra Scrittura.

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Ordinazione diaconale

14 LuglioLuglio - Agosto 2002

motivi di lavoro. Emozionatissimi eranoanche tutti gli amici di Pratola Peligna, unridente paese di 8 mila abitanti in provinciadell’Aquila. Un pomeriggio di grande festa che ha avu-to il suo culmine all’interno del SantuarioMariano in cui si venera la Madonna dellaLibera, la cui devozione risale al lontano1540, allorquando la Madonna, secondo iracconti di allora, liberò il paese dalla pestee i suoi abitanti, per riconoscenza, eresse-ro in Suo onore una chiesa, ampliata poi ametà dell’800. Alla presenza di centinaia ecentinaia di fedeli, del vescovo di SulmonaMons. Giuseppe Di Falco, che ha presiedu-

to la celebrazione, e di un nutrito grupposacerdotale, formato soprattutto da confra-telli della Società di Maria, Andrea, che nonera più nella pelle, ha passato 90 minuti diintensa emozione.Un raggio di luce ha attraversato il suo vol-to, rendendolo ancora più bello e radioso,momento in cui ha indossato gli abiti propridel diacono. Andrea ha capito l’importanzadel suo mandato, della missione che,davanti a Dio, ha giurato di portare avanticon serietà e rettitudine.Del resto, quella del sacerdozio, è una stra-da alla quale si è chiamati, e alla quale sirisponde con il cuore aperto e ben disposto.

Una strada che se ben vis-suta, ripaga delle milleresponsabilità, con altret-tante soddisfazioni. A con-clusione della celebrazionepoi, un po’ di pioggia hareso ancora più fresca efrizzantina un’aria che giàin quella domenica sem-brava essersi dimenticataappena dell’estate, stuzzi-cando al tempo stesso l’ap-petito dì tutti, nel momentoin cui si è aperto il rinfresconella sala del teatrino dellaCasa Parrocchiale.Una grande tavola dispo-sta a ferro di cavallo eimbandita con ogni ben diDio, tutte prelibatezze pre-parate dalle donne diPratola. E alla fine, il brin-disi e il taglio delle torte.Auguri Andrea, da tutticoloro che con il cuore tisono vicini!!

Il momento della“prostrazione”: Andrea,sostenuto dalle preghieredi intercessione, attende ildono della consacrazione.

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Luglio - Agosto 2002 15

Ordinazione diaconale

Erano ormai più di trent’anni che la comu-nità di Pratola Peligna non assisteva aduna cerimonia di diaconato!! Così il 30

giugno 2002, il fratello marista AndreaVolonnino, nel santuario della Madonna dellaLibera, è divenuto “Diacono”. Ma facciamo unpasso indietro.Qualche tempo fa, Andrea ha annunciato divoler diventare diacono. Subito si sono messi inmoto tutti, ognuno con le proprie competenze.Nella parrocchia pratolana d’è stato un gran dafare. Ogni realtà (Comitati, Confraternite, ACR,Gruppo Giovani…) ha pensato di curare unaspetto particolare: la cerimonia, l’accoglienza,il rinfresco serale… Nella settimana precedenteal gran giorno, il nostro oratorio era tutto in fer-mento; ogni addobbo è stato confezionato amano, ed ogni cosa curata fin nei minimi parti-colari.Arrivato il fatidico giorno, Andrea indossa il suoabito ed immediatamente dal suo viso è evidenteuna luce particolare, uno sguardo radioso (alme-no noi, non eravamo abituati a tale visione!)Durante la cerimonia la comunità marista hapresentato Andrea al Vescovo della Diocesi di

Sulmona-Valva, Monsignor Di Falco che, abraccia aperte, lo ha accolto. La cerimonia hacommosso molti e quanti si erano recati in san-tuario spinti dalla pura curiosità.La cerimonia poi è stata benedetta da un grantemporale che ha costretto i festeggiamentiall’interno dei locali della parrocchia. Il teatrinosi è trasformato presto in un ambiente pieno dipersone, felici per il nostro Andrea ed il suonuovo ruolo… ambiente colmo anche di leccor-nie di vario genere che certo hanno aiutato ifesteggiamenti.La cosa più importatne è il dono che si sono fat-ti il Signore e Andrea: l’amore e il servizio. Ilnostro diacono di è messo al servizio di chi avràbisogno del suo aiuto e il Signore in questo gliha porto e gli porgerà sempre la sua mano.Era speciale l’atmosfera che si respirava il 30giugno a Pratola Peligna. Ma ancora più parti-colare è il sentimento che Andrea prova perCristo. L’unico augurio che si possa fare alnostro Diacono è di continuare ad amare Diocon tutto il cuore. Sarà Lui a guidarlo in ogniazione ed a tenergli la mano sulla testa. Auguri, Diacono.

“Il nostro diacono”di Nancy Buccilli

Andrea e sua madre nel teatrino della parrocchia.

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Padre Giuliano è nato a Roma nel 1941. Hafatto la professione religiosa nella Societàdi Maria nel 1966. Dal 1974 fino al 1991 èstato missionario in Venezuela. Da alcunianni lavora in Perù.

Tu sei una vocazione adulta, vero?. Sì,sono entrato nel Seminario dei PadriMaristi alla soglia dei 25 anni.

Perché dai Maristi? Ho fatto la scuola(elementari e liceo) al collegio SanGabriele dei Parioli, gestito dai Gabriellistie lì ho incontrato padre Bellincampi che miha indirizzato dai Maristi.

So che i tuoi genitori erano contrarialla tua scelta. Mia madre; pensava chepadre Bellincampi mi avesse manipolato…Mio padre era già morto (nel 57).

So che tuo padre è stato un personag-gio importante. Credo di sì. Parlava 25 lin-gue (!). Era specializzato in Lingue eLetterature degli Stati dell’Europa dell’Est,docente nelle Università di Roma e diNapoli. Ha ricoperto anche il ruolo di

Ispettore Generale al Ministero dellaPubblica Istruzione.

Ha fatto delle pubblicazioni? Era tra-duttore e quindi ha fatto conoscere operecaratteristiche delle culture in cui era spe-cializzato allo scopo di favorire lo scambioculturale tra i vari popoli.

Hai preso da tuo padre? Decisamentel’amore per le lingue.

Quante lingue parli? Cinque: Francese,Inglese, Tedesco e Spagnolo.

Dove le hai imparate? Dopo il liceo hofrequentato l’Istituto Tecnico per ilTurismo.

Qual è quella che parli meglio?Ovviamente lo spagnolo, dopo l’italiano,s’intende!.

Fratelli? Due fratelli e una sorella. Unfratello fa l’architetto, vive a Roma, sposa-to con 2 figli. Il secondo in Inghilterra, spo-sato con due figli, lavora nella ricerca sul-l’energia atomica a scopi pacifici. La sorel-la, nubile, vive a Bogotà ed è impiegatapresso il Consolato Italiano.

16 LuglioLuglio - Agosto 2002

Il personaggio

Padre Giuliano Salvinimissionario in Perù

Intervistato da P. Colosio

Secco come una scopa (nonostante coltivi una smodata passione per il cioccolato), ciuffo ribelle appena spolverato di bianco,faccia scavata, mobili occhi azzurri, risata facile e rumorosa,

apostolica disponibilità, cordialità da vendere, in perpetua agitazione come un tarantolato: questo è Padre Giuliano.

E’ in Italia per un breve periodo di riposo. Prendo al volo l’occasione del suo approdo

a Via Cernaia per intervistarlo (prima che mi scappi!)

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Ho saputo che tua sorella è una notacollezionista di bambole. Sì, al punto chela sua collezione ha avuto l’onore di mostrea Roma, in Palazzo Barberini e poi inPalazzo Venezia. Credo che ora se ne siadisfatta.

Come faceva a possedere pezzi tantopreziosi e rari? Mio padre, che viaggiavamolto per lavoro, tornava sempre dai varipaesi con bambole, che le regalava.

Hai chiesto tu di andare in Venezuela?Veramente il mio sogno era di andare mis-sionario in Oceania. Mi ha convinto PadreImbiscuso. Tornando per le vacanze dopodieci anni di missione in Oceania, si era fer-mato in Venezuela per un mese. Giunto inItalia ci ha visitati in Seminario dicendo chenon sarebbe più tornato in Oceania perché

là i cristiani erano pochi e sparsi, mentre inAmerica Latina aveva visto moltissimi gio-vani abbandonati a se stessi e senza sacer-dote. La sua constatazione mi ha fatto deci-dere per il Venezuela. Ho chiesto e mi han-no mandato.

Cos’è che ti ha colpito di più lavorandoin America Latina? La cordialità della gen-te, il senso di ospitalità e il senso della fami-glia, la semplicità; il loro saper sorridere nel-la miseria; il loro vivere la croce con moltafede; la generosità nell’aiutarsi a vicenda; illoro candido affidamento alla Provvidenza;il loro vivere intensamente il momento pre-sente con molta allegria; la loro invidiabilecapacità di accostarsi al buon Dio attraversouna religiosità semplice; la loro venerazione,ricca di affetto, per i Santi.

Il personaggio

P. Giuliano (a destra) a colloquio con Giorgio Sarandrea, già alunno dei Padri maristi, ed ora medico di molti di loro.

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E tu cosa pensi di aver dato (e di dare)a loro? Credo un po’ di fede, l’amicizia sin-cera, un paziente ascolto, l’aiuto disinteres-sato, la condivisione dei loro momenti cri-stiani e di vita.

In qualità di religioso marista cosapensi di dare loro? Non saprei…Una vici-nanza basata sulla semplicità e sulla discre-zione; cerco di fare famiglia con loro, dicomunicare gioia e semplicità; so sorrideree sdrammatizzare insieme a loro. In altreparole, cerco di vivere il Vangelo con lospirito di Maria.

C’è qualche espressione o atteggia-mento marista che ti ispira nel lavoro?Ho sempre presente l’immagine dellaVergine Maria tra gli Apostoli nel cenacolo,assidua nella preghiera e tenace nel soste-nere la loro fede. Cerco d’imitare la suaapertura verso gli altri apprezzando ciò chedi buono hanno e fanno. E poi, non dimen-tico i primi missionari maristi francesi, illoro entusiasmo e la loro consapevolezza diavere accanto, nel duro lavoro di evangeliz-zazione, la Madre celeste…

Se tu fossi presidente della Repubblicaperuviana, quali provvedimenti prende-resti? Domanda difficile e curiosa… Nellamisura del possibile creerei posti di lavoro.

Come? Stimolando e aiutando la creati-vità giovanile, favorendo le piccole e medieimprese. Senza occupazione i grandi cervel-li se ne vanno, la gioventù si scoraggia e nonha possibilità di metter su famiglia. In talmodo nascono disordini sociali dovuti alladisperazione (droga, violenza). Darei inoltregrande incentivazione alla formazione scola-stica e a tutto ciò che può formare la coscien-za del popolo, come ai mezzi di comunica-zione; in Perù questi (come ad esempio la tv)si limitano a trasmettere zuccherose e defor-manti telenovele USA che dipingono unmondo falso e inquinano la mentalità.

C’è molta violenza in Perù? Sì, e lapovertà ne è la forza scatenante: furti rapi-ne, droga, sfruttamento delle donne.

Secondo te, la religiosità dei peruvianiè autentica o prevale in essa la supersti-zione? E’ fondamentalmente sincera, mainquinata da molta ignoranza. E’ il senti-mentalismo tipico della mentalità latina checon l’ignoranza e un disinvolto eclettismoformano una strana mescolanza difficile dapurificare. Ma nel fondo della gente c’è unasana sincerità che deriva dalla sostanzialepurezza interiore.

Naturalmente sono presenti le settecristiane, no? Molte e attive. Sono tutterappresentate: dai Testimoni di Geova, aiMormoni, agli Avventisti. Raggiungono il10% della popolazione peruviana.

Come mai hanno tanta presa sullagente? Oltre a denigrare l’azione dellaChiesa cattolica, le sette danno più sicurez-za alla gente: noi insistiamo sulla libertà dicoscienza; loro dicono: “Fai così e così e seisalvo”. Praticano la logica del mercato:offrono i mezzi infallibili di salvezza (aprezzi concorrenziali) e la gente li prende!

Attualmente che lavoro svolgi? Sono aSullana, aiuto nella parrocchia e mi occupodi cinque paesini per un totale di 10.000 ani-me (sono frazioni della parrocchia centrale).

Com’è composta la comunità religiosadi cui fai parte? Vivo con due padri spa-gnoli, Gonzalo e Severino. Parroco e supe-riore è Franklin Cubas, peruviano di 40 anni.

Che iniziative avete per coltivare lospirito comunitario? In comune recitiamotutte le mattine le Lodi, facciamo il pranzoe prendiamo il caffè al pomeriggio insieme.Quasi tutti i lunedì abbiamo la riunione dicomunità. Diamo grande importanza allavoro comune. Facciamo in modo di aiu-tarci sempre a vicenda.

Oltre al ministero sacerdotale hai un

Il personaggio

18 LuglioLuglio - Agosto 2002

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compito specifico? Sì, quello di formaremissionari laici dando loro un’istruzione dibase, e poi una formazione continua, conriunioni settimanali, in modo che siano ingrado di catechizzare, di visitare a domici-lio le famiglie, di dirigere gruppi biblici e dispiegare la Parola di Dio nelle celebrazionidomenicali, di fare funerali ecc.

Vocazioni ne avete? Due professi per-petui se ne sono purtroppo andati recente-mente. La prospettive non sono rosee.

A che attribuisci la crisi di vocazioni?Alla difficoltà che incontrano i giovani nel-l’assumere un impegno stabile e nel vivereil celibato; alla difficoltà di distaccarsi dal-la famiglia; alla mentalità maschilista percui credono impossibile che un uomo possastare senza una donna. Tuttavia non cirisparmiamo per quanto riguarda l’attivitàvocazionale: ogni meseorganizziamo un Ritirospirituale per i giovani e,dopo un certo cammino,un Ritiro di tre giorni perquelli più motivati.

Che differenza notitra il ministero parroc-chiale in Italia e inPerù? In America Latinac’è più urgenza di evan-gelizzazione e dobbiamoresistere alla gente cheinvece richiede sacra-mentalizzazione (vorreb-bero i sacramenti senzapreparazione adeguata).In Italia c’è più organiz-zazione e consapevolez-za, là è tutto da inventare.Per l’evangelizzazionecerchiamo di sfruttare imomenti più impensati; èsoprattutto attraverso l’a-

micizia e la simpatia con individui e picco-li gruppi che riusciamo a gettare il seme.

Come impieghi il tempo libero?Pregando, dedicandomi alla lettura e all’a-scolto della musica classica, visitando gliamici.

I tuoi autori preferiti? Bach, Mozart,Haydn, Haendel, tutta la musica barocca,che uso come sottofondo ideale. Le lettureche prediligo sono quelle di argomento teo-logico e sociologico.

Vivete in un paese povero; come pra-ticate la povertà? Problema spinoso.Cerchiamo, nella misura del possibile, divivere come vive la maggioranza della gen-te; mangiamo quello che mangiano i locali(ci concediamo qualche volta la carne, cheper gli indigeni è un lusso). Abbiamo ladoccia calda, che i poveri non hanno.

Il personaggio

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Confesso che ho insistito io per installarla;ma ho constatato che anche i miei confra-telli la usano volentieri…

C’è un’affermazione, un’intuizionedel nostro padre Fondatore che ti affasci-na? Il motto vivere sconosciuti e nascosti;non parlare di se stessi; non farsi avanti, macedere posti e meriti agli altri.

L’attitudine della Vergine che venerimaggiormente? La sua disponibilità totaleai piani di Dio nell’Annunciazione, la gioiae la cordialità che ella manifesta nella visi-ta alla cugina Elisabetta.

Sei famoso per essere uno spirito…dinamico; qualcosa è cambiato? Mi sono

calmato, un po’ a causa dell’età non piùverde, e un po’ per i bernoccoli accumulatinel correre e agitarmi. Un fatto è che nonsono mai in ozio.

La tua guida (nervosa) in macchinaera proverbiale. Non faccio spaventare piùnessuno, non ho investito nessuno, dò pas-saggi agli autostoppisti solo nelle stradedove mancano i mezzi pubblici, ma lo evi-tiamo dopo che un padre ha avuto un inci-dente con un autostoppista a bordo e chel’ha spremuto (sfruttato) ben bene.

Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori? Aigiovani, che non scartino l’idea di fare del-la loro vita un dono a Cristo e ai fratelli; c’è

un grande bisogno di missio-nari nella Chiesa… Che inve-ce di abbronzarsi sulla spiag-gia vengano a fare esperienzadi lavoro con noi. Agli adulti,a parte la preghiera, che edu-chino i figli alla generosità,all’altruismo, ad ampliare gliorizzonti (non c’è solo ilmatrimonio); che aiutino ipaesi poveri con le adozioni adistanza.

Agli anziani? Li ringrazioper le preghiere (di cui sentol’efficacia), per i sacrifici chefanno per aiutare i missionaricon danaro e invio di materia-le. Li ringrazio anche per l’e-sempio che danno di vitasemplice e cristiana.

Il personaggio

20 LuglioLuglio - Agosto 2002

Perù, nazione in cuiattualmente P. Giuliano sta svolgendo il suo ministero di missionario.Più precisamente, egli lavora a Sullana,

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Ricordo: studente di teologia e residente aSanta Fede di Cavagnolo (Asti) comeeducatore, fui invitato da padre Gianni

Colosio a farmi ordinare sacerdote a Brescia.“Non ti preoccupare - mi disse padre Gianni –organizzo tutto io!”. Fu così che la mia consa-crazione sacerdotale avvenne nella Cappella delCollegio ‘Santa Maria’ dei Padri Maristi, il 25giugno 1977. Sia la cerimonia religiosa che ilpranzo superarono ogni mia aspettativa. Oggi,sfogliando l’album-ricordo di quel giorno lonta-no e radioso, non finisco di ringraziare padre

Gianni per avermi donato giornate splendidetogliendomi ogni preoccupazione organizzativa.Oggi, 25 giugno 2002, mi trovo a Interlaken(Berna) a festeggiare il mio 25mo di sacerdozio.Non faccio più parte della congregazione deiPadri Maristi, ma nel cuore mi sento (e forse piùdi prima) marista. Attualmente sono incardinato nella diocesi diBasilea e sono missionario degli italiani nellazona chiamata Oberland Bernese; è la Missioneitaliana più grande della Svizzera per estensionee conta circa 6500 italiani provenienti dalle

Il personaggio - 2Da Surano (Lecce) a Interlaken (Svizzera)

Un itinerario lungo 25 annidi padre Ostion Salvatore

Il padre, un tempo membro della congregazione marista, svolge da anni l’apostolato inSvizzera in qualità di missionario degli emigrati italiani. Egli ha da poco festeggiato il25mo di sacerdozio e ci ha mandato alcuni pensieri. A nome di tutti i lettori gli inviamovive felicitazioni e l’augurio che la sua operosa missione continui a lungo, contrassegna-ta dall’entusiasmo di sempre, per il bene spirituale delle persone che gli sono affidate.

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varie regioni: dal Veneto alla Sicilia, dallaToscana alla Puglia.Anche qui, come 25 anni or sono, il consiglioPastorale della Missione ha voluto organizzareuna cerimonia per sottolineare il mio importan-te anniversario. La Santa Messa, celebrata indue lingue, l’italiana e la tedesca, è stata anima-ta dal coro della Missione e ha visto una grandepartecipazione di fedeli, amici, conoscenti eautorità. Dopo la liturgia ho offerto l’aperitivo atutti i presenti. Al pranzo che è seguito, hannopartecipato circa 260 persone; tra di esse ancheautorità italiane e svizzere. Durante il pranzo igiovani hanno allestito uno spettacolo diverten-te con canti, balli e folklore. Anch’io sono statocoinvolto nella danza da un gruppo denominatoBlues Brothers; non mi sono fatto pregare duevolte, il ballo è sempre stato la mia passione…A fine giornata ero stanchissimo, ma contentoperché tutto era riuscito bene! Gli italiani, mieiparrocchiani, mi hanno dimostrato il loro affet-to e la loro stima partecipando numerosi efacendomi regali di ogni genere: càsule, càmici,quadri commemorativi, ecc... Spero che anche il Signore sia contento di me,di questi miei venticinque anni di sacerdozio(dei quali diciotto trascorsi a lavorare in unalbergo per guadagnarmi il pane). In questianni, Dio mi ha fatto un grande regalo: la soffe-renza. Devo essere sincero: non sono ancora del

tutto convinto che la sofferenza sia davvero unregalo, tuttavia, con l’aiuto di Dio, cerco di con-vincermene giorno dopo giorno. Noi sacerdotidiciamo spesso che chi soffre è più vicino aCristo e che la sofferenza nostra contribuisce,insieme alla sua, alla redenzione del mondo;ebbene, Dio mi dà l’opportunità di dimostrarloconcretamente accettando la mia sofferenza econvivendo con essa, senza vittimismi e scorag-giamento.Nonostante le difficoltà presenti e passate, sonosoddisfatto del bilancio dei miei primi venticin-que anni al servizio del Signore. Se ho un rim-pianto, è quello di non poter più godere delbuono spirito e dell’allegria della FamigliaMarista che ho abbandonato per motivi perso-nali. Ma in fondo, vi rimango sempre legato,come dimostra questo scritto; d’altronde nonpotrei farne a meno, è come il sangue che scor-re nelle vene…Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno aiu-tato a scalare la vetta del Sacerdozio e coloroche mi hanno aiutato a viverlo. Devo particola-re riconoscenza a mia madre, che mi è semprestata molto vicina in questo cammino così arduoe così bello.

Il personaggio

22 LuglioLuglio - Agosto 2002

In questa pagina e nella precedente: due momenti del 25° di P. Ostion.

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Luglio - Agosto 2002 23

L’anno parrocchiale 2001-2002 si èormai concluso e, al Rivaio, ci stia-mo godendo un po’ di riposo estivo.

Non si può non ricordare però la festa dellaMadonna delle Grazie che si celebra tuttigli anni nel mese di giugno.Con l’intendimento di dare ai festeggia-menti tradizionali un rinnovato vigore che

veda la comunità parrocchiale radunarsi nelsuo Santuario, vissuto come “scuola di pre-ghiera e cattedra di formazione”, anchequest’anno il programma della festa haoccupato due settimane: la prima (dal 3 al 9giugno), intesa più come festa della comu-nità parrocchiale e la seconda che ha vistosvolgersi i tradizionali festeggiamenti in

Dalle nostre caseCASTIGLION FIORENTINO

FESTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIEDEL RIVAIO

di Fabio L.

Il momento della benedizione

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una dimensione allargata alla città. Dal 3 giugno quindi è cominciato il fer-mento dei fedeli intorno all’affresco dellaMadonna delle Grazie, ed anche intornoalla statua di Maria, normalmente collocatanella chiesa di S. Pietro Chanel e sistemataper l’occasione sotto il porticato antistantela chiesa del Rivaio.Durante la prima settimana si sono svoltidegli incontri di preghiera, una celebrazio-ne penitenziale e due conferenze, (tenute daP. Carlo Maria Schianchi), sulla spiritualitàmarista e inserite in un percorso che lacomunità porta avanti da due anni. Nellasettimana si è tenuta anche una veglia deiGruppi Giovanili.Sabato 8 il Santuario, già addobbato a festacon le bandiere colorate dei rioni paesani, è

stato allietato dalle note delle corali, invita-te dalla Corale Mariotti e convenute daArezzo e dai paesi vicini per il tradizionaleomaggio a Maria.Sempre molto ricca l’ormai consolidata“fiera di beneficenza” apprezzata moltissi-mo dai bambini (e non solo !). Il ricavato diquest’anno sarà utilizzato per realizzare unricordo di P. Luigi Grazioli.La prima settimana di festeggiamenti è ter-minata nella giornata di domenica 9 giugno.Per sottolineare la centralità del Santuarionella vita della comunità parrocchiale, tuttele messe si sono celebrate al Rivaio.Durante S. Messa delle 10, alla presenzadelle autorità e dei rappresentanti dei terzie-ri, è stata effettuata la benedizione del Palio(trofeo conteso nella corsa dei cavalli dis-

Dalle nostre case

24 LuglioLuglio - Agosto 2002

L’offerta dei doni

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putata la domenica dopo). Nel pomeriggio,la chiusura dell’anno catechistico: almenoun centinaio di ragazzi hanno fatto festa alVillaggio del Giovane insieme ai loro cate-chisti con giochi, merenda, preghiere e buo-ni propositi per l’estate in arrivo e per ilprosieguo del loro impegno nel catechismo.Nella seconda settimana di festeggiamenti,che in pratica è quella che precede la festadella terza domenica di Giugno, ogni sera,a turno, i gruppi parrocchiali che operanonei vari settori (accoglienza, sevizio al tem-pio, animazione, catechesi), hanno animatouna mezz’ora di preghiera nel Santuario, aipiedi della Madonna, con invocazioni, sal-mi e canti diversi tra loro, ma accomunatidall’unico spirito di devozione alla Madre

Celeste ed espressione di un sempre mag-giore coinvolgimento dei laici come sog-getto attivo nella Chiesa.Contemporaneamente il Villaggio delGiovane è stato ancora teatro di diversemanifestazioni quali l’“Estate Ragazzi”,(una tre-giorni di giochi e gare per i più pic-coli) e soprattutto il 2° Torneo di calcetto“Madonna del Rivaio” organizzato dallaPolisportiva sorta per dare opportunità diincontro ai nostri giovani.Nella città si svolgeva intanto la SettimanaMedievale promossa dall’AmministrazioneComunale, dalla Pro-Loco e dai Rioni: ogniterziere ha organizzato varie iniziative ed inparticolare la tradizionale “cena propiziato-ria”, una tavolata lunghissima di tutti i con-

Dalle nostre case

La processione lascia la Chiesa del Rivaio

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tradaioli quasi come portafortuna per la cor-sa dei cavalli della domenica successiva. Sabato 15, davanti al Santuario la FilarmonicaCastiglionese ha reso omaggio alla Madonnadelle Grazie. La serata si è conclusa con glispumeggianti fuochi artificiali, svoltisi incima al Viale Mazzini.Il giorno seguente, domenica 16, sotto un cal-do sole estivo, i fedeli, le autorità, i rioni coni loro costumi e stendardi si sono nuovamen-te dati appuntamento alla S. Messa delle 10,presieduta da P. Antonio. Il parroco, al termi-ne della celebrazione, ha benedetto i cavalliche nel pomeriggio si sarebbero sfidati nellecorse in tondo nel Piazzale Garibaldi.Il corteggio storico dei rioni per le vie di

Castiglion Fiorentino ha dato ancora unavolta mostra di sé con i suoi costumi, lechiarine e i tamburi, gli sbandieratori,rievocando ancora di più l’antica fede neicolori del proprio terziere.Per la cronaca, dopo una sentita e bella cor-sa, il Palio è stato vinto dal rione di PortaRomana, che ha raggiunto la sua decimavittoria portandosi in testa nell’albo d’orodi questa manifestazione giunta quest’annoalla sua 25° edizione dopo la ripresa del1977. Al termine i contradaioli con cavalloe fantino, immersi in un mare di colori gial-lo-rossi, si sono recati presso il Santuariodel Rivaio per porgere il ringraziamentoalla Madonna per la vittoria ottenuta.

Dalle nostre case

26 LuglioLuglio - Agosto 2002

Maristi in aggiornamentoSi è svolta nella casa di esercizi spirituali “San Luca” di Guarcino (FR) una setti-mana di aggiornamento mariologico-marista, cui hanno partecipato 23 confratellidella Provincia. Daremo nel prossimo numero spazio alle relazioni ivi tenute e alladocumentazione fotografica dettagliata. In basso inseriamo la foto di gruppo deipartecipanti, davanti alla cappella della casa stessa.

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Luglio - Agosto 2002 27

Con un bel e sentito pellegrinaggio, almoderno Santuario di Nostra Signora diFatima di San Vittorino (*) alle porte di

Roma, il 13 giugno, nel giorno di Sant’Antonio,si è concluso l’anno 2001-2002, del “GruppoAnziani” di Santa Francesca Cabrini, laParrocchia romana, al Nomentano, officiata daiPadri Maristi. Sicuramente “un tempo di proficua attività”. Come sempre, fin dai suoi inizi nell’84, il“Gruppo Anziani”, seguendo l’illuminata guida

di Padre Pietro Necci, e il fattivo impegno dialcuni animatori, ha rappresentato, per tutticoloro che lo hanno frequentato, negli abitualiincontri del Giovedì, una interessante serie dibelle occasioni di serena comunione. In quest’ ultimi otto mesi, il “Gruppo” ha potu-to vivere, unitamente, i più significativi momen-ti dell’Anno Liturgico e, guardando, all’attuali-tà della vita della Chiesa, anche intense occasio-ni di interessante acculturazione religiosa.Quest’anno, è stato dedicato, in particolare,

Il “gruppo anziani” della Parrocchia Santa Francesca Cabrini di Roma,con Padre Pietro Necci e Padre Agostino Piovesan

Una bella cronaca di vita del “Gruppo Anziani”di Franco Rossi Marcelli

Santa Francescsa Cabrini

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all’analisi dell’enciclica post giubilare di SuaSantità Giovanni Paolo II, la Tertio MillennioIneunte. Il “Gruppo Anziani”, di tanto in tanto, gode dioccasioni di agape fraterna e conviviale condivi-sione, specie in occasione di pellegrinaggi comequelli sulle orme di Padre Pio, a San GiovanniRotondo e a Pietrelcina ed in decine d’altri santie bellissimi luoghi francescani, mariani di un po’tutta l’Italia centrale.

(*) Il Santuario Nostra Signora di Fatima, situa-to a San Vittorino, sull’antico itinerario della via

Collatina, è officiato dai Padri Oblati di MariaVergine, ed è amorevolmente “curato”, anchedall’Ordine delle Suore Oblate di NostraSignora di Fatima. Ordini, ambedue ispirati allaspiritualità di Sant’Ignazio, promossa dal vene-rabile P. Pio Brunone Lanteri (Cuneo 1759 –Pinerolo 1830). Ambedue, questi Ordini sonoreligiosamente e civilmente impegnati in nume-rosi, diversi importanti scenari dell’umanità piùdolente, specie in quello missionario e in quelloverso la sofferenza degli più esclusi della socie-tà, quali gli ammalati ed i carcerati.

Santa Francesca Cabrini

28 LuglioLuglio - Agosto 2002

Notizia flashPadre Dante Di Girolamo, un tempo padre marista e da anni pastore di una parrocchiadegli Stati Uniti, nel mese di giugno è stato in Italia per una vacanza. Ha visitato i suoiparenti in Abruzzo e ha trascorso alcuni giorni ospite della comunità marista di viaCernaia. Mentre era con noi, ha festeggiato il suo 74mo compleanno; complimenti per labuona forma e auguri per altri lunghi anni felici e operosi.

La foto è stata scattata al Collegio marista di San Giovanni Evangelista; padre Dante (il primo dasinistra) è in compagnia dei Padri Filippucci, Principiano, Lo Giudice e Cicalese.

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Luglio - Agosto 2002 29

La vita della cara Ebe è stata caratte-rizzata da una profonda fiducia nelSignore e nella Vergine; fede che l'ha

sempre sostenuta, soprattutto nei momentidi maggior travaglio, quando rimase vedovain giovane età e quando, dopo aver cresciu-to il figlio Fausto con la speranza che sareb-be stato il suo sostegno nella vita, lo perse

all'improvviso a soli 29 anni. Ogni anno l'haricordato facendo celebrare una SantaMessa nella nostra Cappella, con la parteci-pazione dei suoi ex alunni, parenti, amici eterziarie mariste, e un'altra Messa nel cimi-tero di Antella (Firenze) dove riposa e doveanche lei sarà sepolta, unendosi così al figlioe ai genitori.

Via Cernaia

In ricordo della signora Ebe Breschi

La presidente del Terz'Odine Marista di via Cernaia non ha fatto in tempo a compie-re il novantesimo compleanno. Da mesi ricoverata prima in ospedale e poi in una clini-ca per infarto, il Signore l'ha chiamata a sé mentre noi Padri eravamo in RitiroSpirituale. Tuttavia abbiamo fatto in tempo, l'8 luglio. a partecipare numerosi alle ese-quie, svoltesi nella chiesetta del Rosario, che ella frequentò con assiduità. La liturgia,particolarmente intensa e raccolta, è stata presieduta dal Padre Provinciale e conce-lebrata dai Padri che l'hanno conosciuta, stimata e amata. Riportiamo alcuni stralcidell’omelia e la commemorazione che una parente ha letto dopo la Comunione.

La Signora Ebe con P. Lorenzo, provinciale, e un suo fratello

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La ricordiamo come una donna forte, chenon si è mai arresa, che non ha mai perso lasperanza (…). La sua speranza era incrolla-bile: ormai priva del figlio, non si chiuse inse stessa, ma si aprì ad una maternità spiri-tuale veramente grande. La sua casa diven-tò il luogo dell'accoglienza, dell'amicizia,della preghiera, della condivisione dellaParola di Dio, della festa; i suoi ex alunniormai cresciuti e assorbiti dagli impegnifamigliari e professionali, andavano spessoa trovarla perché vedevano in lei una mae-stra di vita, trasmettitrice di valori autenticicome lo era stata sui banchi di scuola, sen-sibile alle loro problematiche. Quando andò in pensione dalla scuola, siiscrisse ai Corsi di Teologia per Laiciall'Università Gregoriana, e seguiva i nostriragazzi nel cammino di preparazione allaCresima. Da una trentina d'anni frequenta-va assiduamente la nostra chiesa. Entrata afar parte del Terz'Ordine Marista, si impe-gnò a rendere presente lo spirito marianonel mondo d'oggi cercando di pensare comeMaria, giudicare come Maria e agire comeMaria (secondo la raccomandazione delnostro Fondatore Giovanni Claudio Colin).Fu terziaria entusiasta, desiderosa di appro-fondire il senso e il privilegio di questaappartenenza. Riscosse la fiducia e la stimadelle consorelle che la elessero presidente,incarico che svolse e conservò con ammira-bile zelo fino all'ultimo. Trovò anche iltempo per dare ripetizioni di lingua latina eitaliana ai nostri giovani seminaristi, cheella seguiva con la simpatia e la preghieranelle loro tappe verso il sacerdozio.Noi Padri Maristi le siamo grati per avervoluto far parte della nostra famiglia e con-dividere la nostra spiritualità, per la sua affe-zione a questo santuario che ha sempre fre-quentato pur abitando lontana, dandoci un

esempio di pietà convinta e di entusiasmonel vivere la fede. Ci uniamo a parenti eamici nel ringraziare il Signore per averceladonata. Grazie, cara Ebe, per la tua testimo-nianza di vita. Dal cielo prega per tutti noiche ti ricordiamo con affetto e gratitudine".

"Alla fine se n'è andata, in silenzio, nelsonno, serenamente. Apparentementeuna donna sola, fragile, segnata dagliacciacchi di un'età molto avanzata; inrealtà una donna forte che ha superatoin sette mesi due infarti e un bloccorenale senza lamentarsi, anzi accettan-do ogni nuovo giorno di vita come undono. La sua fede incrollabile in Dio enella vita le ha permesso di superare itanti momenti difficili di questi ultimimesi dandole la forza di sorridereancora poco prima di morire.Serena sempre, nonostante le soffe-renze che l'hanno colpita, aperta e dis-ponibile con tutti, riusciva a trasmettereamicizia e calore umano ai giovaniseminaristi lontani da casa, agli exalunni ormai adulti, alle consorellemariste, ai vicini di casa. Per noiparenti è stata un perno, un centro diaggregazione, un'occasione d'incontro;la Messa d'anniversario di Fausto eraormai divenuto un appuntamento irri-nunciabile, un momento di gioia e dipace interiore.Donna di grande cultura, sapeva mette-re a proprio agio sia il dotto che l'incol-to. Tutto l'appassionava: dal calcio allapolitica, dai viaggi agli animali domesti-ci. A tutti si interessava, partecipando aiproblemi e alle aspettative altrui, senzaessere mai invadente. Se n'è andatauna gran donna. Ma nei nostri cuoriresta, incancellabile, il ricordo delle sueparole e delle sue opere".

Via Cernaia

30 LuglioLuglio - Agosto 2002

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Luglio - Agosto 2002 31

MARIA

Mensile sulle operee sulle missioni

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Finito di stampare il18 luglio 2002

In questo numero

7-8, Luglio - Agosto 2002

2 ICONOGRAFIA MARIANA

A cura di P. Gianni Colosio

3 LA PAGINA DEL DIRETTORE

4 PAGINA MARIANA

A cura della Redazione

5 I LAICI NELLA CHIESA (3)

A cura di un Marista

7 MISSIONI

Padre Gianni Morlini 40 anni di fedeltà

di Bruno Spedalieri

13 ORDINAZIONE DIACONALE

Una grande festa per Andrea

di Raffaella Perleonardi

15 Il nostro Diacono

di Nancy Buccilli

11 IL PERSONAGGIO

Padre Giuliano Salvini missionario in Perù

di P. Gianni Colosio

21 Da Surano (Lecce) a Interlaken (Svizzera)

di P. Salvatore Ostion

23 DALLE NOSTRE CASE

Festa delle Madonna delle Grazie del

Rivaio di Fabio L.

27 Santa Francesca Cabrini: Gruppo Anziani

di Franco Rossi Marcelli

Via Cernaia: Ricordo della Signora

Ebe Breschi

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Giovanni Domenico Cerrini (1606-1861)Assunzione della Vergine

Roma - Santa Maria in Vallicella