Marco Fiorani - puntoeffe.it · Integratori tra storia e trend parliamone Dove va lo shopping?...
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Marco FioraniNutraceutici: un consumo consapevole
Anno XV | N° 9 | 20 maggio 2014
ECM 2014 - 3 corsi
CREDITIFORMATIVIECM fad
Farmaci innovativi per le patologiecroniche: diabete, malattia di Alzheimer, sclerosi multipla
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Il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento sintomatico della IBS-C3
• Migliora i sintomi della IBS-C quali dolore addominale, gonfiore e stipsi5 già dalla prima settimana ed è efficace per tutta la durata del trattamento.6
• Indicato nei pazienti adulti.4
Il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento sintomatico della IBS-C3*
StipsiDolore addominale Gonfiore
La sindrome dell’intestino irritabile con stipsi (IBS-C) è un disturbo gastrointestinale cronico ricorrente1,2 caratterizzato da:
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* Da moderata a grave-pazienti adulti.
1 capsula una volta al giorno, 30 minuti prima di un pasto.4
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Bibliografia: 1. Hungin AP, Whorwell PJ, Tack J, et al. The prevalence, patterns and impact of irritable bowel syndrome: an international survey of 40,000 subjects. Aliment Pharmacol Ther. 2003;17(5):643-50 2. Spiller R, Aziz Q, Creed F, et al. Guidelines on the irritable bowel syndrome: mechanisms and practical management. Gut. 2007;56(12):1770-98 3. European Medicines Agency. Press release. European Medicines Agency recommends authorisation of first medicine specifically for irritable bowel syndrome. Available at: http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Press_release/2012/09/ WC500132887.pdf. 2012 4. Constella® Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 2014 5. Rao S, Lembo AJ, Shiff SJ, et al. A 12-week, randomized, controlled trial with a 4-week randomized withdrawal period to evaluate the efficacy and safety of linaclotide in irritable bowel syndrome with constipation. Am J Gastroenterol. 2012;107:1714-24 6. Chey WD, Lembo AJ, Lavins BJ, et al. Linaclotide for irritable bowel syndrome with constipation: A 26-week, randomized, double-blind, placebo-controlled trial to evaluate efficacy and safety. Am J Gastroenterol. 2012;107:1702-12
Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Ciò permetterà la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalità di segnalazione delle reazioni avverse.
1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE. Constella® 290 microgrammi capsule rigide. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA. Ogni capsula contiene 290 microgrammi di linaclotide. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA. Capsula rigida. Capsula opaca da bianca a bianco-arancio (18 mm x 6,35) contrassegnata con “290” con inchiostro grigio. 4. INFORMAZIONI CLINICHE. 4.1 Indicazioni terapeutiche. Constella® è indicato per il trattamento sintomatico della sindrome dell’intestino irritabile da moderata a grave con costipazione (IBS-C) negli adulti. 4.2 Posologia e modo di somministrazione. Posologia La dose raccomandata è di una capsula (290 microgrammi) una volta al giorno. I medici devono periodicamente valutare la necessità di proseguire il trattamento. L’efficacia del linaclotide è stata stabilita in studi in doppio cieco
controllati verso placebo, della durata massima di 6 mesi. Se i pazienti non riscontrano un miglioramento dei loro sintomi dopo 4 settimane di trattamento, è opportuno visitare nuovamente il paziente e riconsiderare il beneficio e i rischi di proseguire il trattamento. Popolazioni speciali Pazienti con insufficienza renale o epatica Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con insufficienza epatica o renale (vedere paragrafo 5.2). Pazienti anziani Per i pazienti anziani, sebbene non siano necessari aggiustamenti della dose, il trattamento deve essere attentamente monitorato e periodicamente rivalutato (vedere paragrafo 4.4). Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia del linaclotide nei bambini da 0 a 18 anni non è ancora stata stabilita. Non ci sono dati disponibili. Constella® non deve essere utilizzato nei bambini e negli adolescenti (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Modo di somministrazione Per uso orale. La capsula deve essere assunta almeno 30 minuti prima di un pasto (vedere paragrafo 4.5). 4.3 Controindicazioni. Ipersensibilità al linaclotide o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Pazienti con ostruzione gastrointestinale meccanica accertata o presunta. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego. Constella® deve essere utilizzato esclusivamente laddove siano state escluse patologie organiche e sia stata accertata una diagnosi di IBS-C da moderata a grave (vedere paragrafo 5.1). I pazienti devono essere consapevoli della possibile comparsa di diarrea durante il trattamento. Devono inoltre essere avvisati di informare il loro medico in caso di diarrea grave o prolungata (vedere paragrafo 4.8). Qualora si manifesti una diarrea prolungata (ad es., per più di una settimana) o grave, si deve prendere in considerazione la sospensione temporanea del linaclotide fino alla risoluzione dell’episodio di diarrea e ci si deve rivolgere al medico. Occorre prestare particolare cautela nei pazienti soggetti a disturbi dell’equilibrio idrico o elettrolitico (ad es., gli anziani, i pazienti con malattie CV, diabete, ipertensione), e prendere in considerazione il controllo degli elettroliti. Il linaclotide non è stato studiato in pazienti con condizioni infiammatorie croniche del tratto intestinale, come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa; pertanto non è raccomandato l’uso di Constella® in questi pazienti. Pazienti anziani Vi sono dati limitati sui pazienti anziani (vedere paragrafo 5.1). A causa del rischio accresciuto di diarrea osservato nelle sperimentazioni cliniche (vedere paragrafo 4.8), occorre prestare particolare attenzione a questi pazienti e il rapporto beneficio-rischio deve essere accuratamente e periodicamente valutato. Popolazione pediatrica Constella® non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti perché non è stato studiato su questa popolazione. Poiché è noto che il recettore GC-C è sovraespresso in giovanissima età, i bambini al di sotto dei 2 anni potrebbero essere particolarmente sensibili agli effetti del linaclotide. 4.5 Interazione con altri medicinali e altre forme di interazione. Non sono stati condotti studi di interazione medicinale medicinale. Il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma in seguito a somministrazione delle dosi cliniche raccomandate e gli studi in vitro hanno dimostrato che il linaclotide non è né un substrato né un inibitore/induttore del sistema enzimatico del citocromo P450 e non interagisce con una serie di trasportatori comuni di efflusso e assorbimento (vedere paragrafo 5.2). Uno studio clinico di interazione con il cibo in soggetti sani ha dimostrato che il linaclotide a dosi terapeutiche non era rilevabile nel plasma sia in condizioni di stomaco pieno che di digiuno. L’assunzione di Constella® a stomaco pieno ha causato feci più frequenti e più molli, nonché più eventi avversi gastrointestinali, rispetto all’assunzione a digiuno (vedere paragrafo 5.1). La capsula deve essere assunta 30 minuti prima di un pasto (vedere paragrafo 4.2). Il trattamento concomitante con inibitori della pompa protonica, lassativi o FANS può aumentare il rischio di diarrea. In caso di diarrea grave o prolungata, essa può influire sull’assorbimento di altri medicinali per via orale. L’efficacia dei contraccettivi orali potrebbe essere ridotta e si raccomanda l’uso di un metodo contraccettivo aggiuntivo per prevenire la possibile insufficienza della contraccezione orale (vedere il foglio illustrativo del contraccettivo orale). È necessario usare cautela nel prescrivere medicinali assorbiti nel tratto intestinale con un indice terapeutico ristretto come la levotiroxina, dal momento che la loro efficacia potrebbe essere ridotta. 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento. Gravidanza I dati sull’uso del linaclotide sulle donne in gravidanza sono limitati. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Come misura precauzionale, è preferibile evitare l’uso durante la gravidanza. Allattamento Poiché l’esposizione sistemica al linaclotide è minima, è improbabile l’escrezione nel latte materno, benché ciò non sia stato ancora valutato. Nonostante a dosi terapeutiche non si siano riscontrati effetti su neonati/bambini allattati al seno, in assenza di dati sull’uomo, l’uso durante l’allattamento non è raccomandato. Fertilità Gli studi condotti sugli animali dimostrano che non esiste alcun effetto sulla fertilità maschile e femminile. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Constella® non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati. Riassunto del profilo di sicurezza Linaclotide è stato somministrato oralmente a 1.166 pazienti con IBS-C in studi clinici controllati. Di questi pazienti, 892 hanno ricevuto linaclotide alla dose raccomandata di 290 microgrammi al giorno. L’esposizione totale nel piano di sviluppo clinico superava 1.500 anni-paziente. La reazione avversa più frequentemente riferita con la terapia a base di Constella® è stata la diarrea, generalmente di intensità da lieve a moderata, che si è manifestata in meno del 20% dei pazienti. In casi rari e particolarmente gravi ciò potrebbe, di conseguenza, condurre all’insorgenza di disidratazione, ipokaliemia, riduzione del bicarbonato nel sangue, capogiri e ipotensione ortostatica. Altre reazioni avverse comuni (>1%) erano dolori addominali, distensione addominale e flatulenza. Tabella delle reazioni avverse In studi clinici controllati, alla dose raccomandata di 290 microgrammi al giorno, sono state riferite le seguenti reazioni avverse con frequenze corrispondenti a: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), rara (≥1/10.000, <1/1.000), molto rara (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Descrizione di reazioni avverse selezionate La diarrea è la reazione avversa più frequente ed è compatibile con l’azione farmacologica del principio attivo. Negli studi clinici, il 2% dei pazienti trattati ha sperimentato diarrea di intensità grave e il 5% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa della diarrea. La maggior parte dei casi riferiti di diarrea era di intensità da lieve (43%) a moderata (47%); il 2% dei pazienti trattati ha avuto diarrea di intensità grave. Circa la metà degli episodi di diarrea ha avuto inizio durante la prima settimana di trattamento. Relativamente alla durata della diarrea, la durata di oltre 28 giorni è stata riferita nel 21% dei pazienti con diarrea; circa un terzo dei casi di diarrea si è risolto entro 7 giorni. Negli studi clinici, il 5% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa della diarrea. Nei pazienti in cui la diarrea ha portato all’interruzione del trattamento, essa si è risolta entro pochi giorni dall’interruzione del trattamento. I pazienti anziani (>65 anni), gli ipertesi e i diabetici hanno riferito diarrea più frequentemente rispetto alla popolazione IBS-C generale inclusa nelle sperimentazioni cliniche. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili 4.9 Sovradosaggio. Un sovradosaggio può causare sintomi derivanti da un eccesso degli effetti farmacodinamici noti del medicinale, principalmente la diarrea. In uno studio condotto su volontari sani che hanno assunto un’unica dose da 2.897 microgrammi (fino a 10 volte la dose terapeutica raccomandata), il profilo di sicurezza in questi soggetti era compatibile con quello della popolazione generale, con la diarrea come evento avverso più comunemente riferito. Qualora si
verifichi un sovradosaggio, il paziente deve essere trattato sintomaticamente e, se necessario, occorre adottare le misure di supporto. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE. 5.1 Proprietà farmacodinamiche. Categoria farmacoterapeutica: altri farmaci per la costipazione, codice ATC: A06AX04. Meccanismo d’azione Linaclotide è un agonista dei recettori della guanilato ciclasi C (GC-C) con attività analgesica e secretiva viscerale. Linaclotide è un peptide sintetico di 14 aminoacidi strutturalmente correlato alla famiglia dei peptidi della guanilina endogena. Sia il linaclotide che il suo metabolita attivo si legano al recettore della GC-C, sulla superficie luminale dell’epitelio intestinale. Attraverso la sua azione a livello di GC-C, il linaclotide ha dimostrato di ridurre il dolore viscerale e aumentare il transito gastrointestinale in modelli animali e aumentare il transito nel colon nell’uomo. L’attivazione della GC-C causa un aumento delle concentrazioni di guanosina monofosfato ciclico (cGMP),
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
sia a livello extracellulare che intracellulare. La cGMP extracellulare diminuisce l’attività delle fibre del dolore, riducendo il dolore viscerale in modelli animali. La cGMP intracellulare induce la secrezione di cloruro e bicarbonato nel lume intestinale, attraverso l’attivazione del regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR), che comporta l’aumento del fluido intestinale e l’accelerazione del transito. Effetti farmacodinamici In uno studio di interazione incrociata con il cibo, Constella® 290 microgrammi è stato somministrato per 7 giorni sia a digiuno che a stomaco pieno a 18 soggetti sani. L’assunzione di Constella® immediatamente dopo una colazione molto grassa ha causato feci più frequenti e più molli, nonché più eventi avversi gastrointestinali, rispetto all’assunzione a digiuno. Efficacia e sicurezza clinica L’efficacia del linaclotide è stata stabilita in due studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati verso placebo, di fase III in pazienti affetti da IBS-C. In uno studio clinico (studio 1), 802 pazienti sono stati trattati con Constella® 290 microgrammi o placebo una volta al giorno per 26 settimane. Nel secondo studio clinico (studio 2), 800 pazienti sono stati trattati per 12 settimane e poi nuovamente randomizzati per un ulteriore periodo di trattamento di 4 settimane. Durante il periodo basale pre-trattamento di 2 settimane, i pazienti hanno registrato un punteggio di dolore addominale medio pari a 5,6 (su una scala da 0 a 10) con il 2,2% di giorni privi di dolori addominali, un punteggio di gonfiore medio pari a 6,6 (su una scala da 0 a 10) e una media di 1,8 movimenti intestinali spontanei (SBM)/settimana. Le caratteristiche della popolazione dei pazienti inclusi nella sperimentazione clinica di fase III erano le seguenti: età media di 43,9 anni [età compresa tra 18-87 anni con 5,3% ≥65 anni di età], 90,1% di sesso femminile. Tutti i pazienti soddisfacevano i criteri di Roma II per l’IBS-C e dovevano riferire un punteggio medio di dolore addominale di ≥3 su una scala numerica di valutazione da 0 a 10 punti (criteri corrispondenti ad una popolazione con IBS da moderata a grave), <3 movimenti intestinali spontanei completi e ≤5 SBM a settimana per un periodo basale di due settimane. Gli endpoint co-primari in entrambi gli studi clinici erano il grado del tasso di risposta con sollievo per l’IBS a 12 settimane e il dolore addominale/tasso di risposta con malessere a 12 settimane. Un grado di risposta con sollievo per l’IBS corrispondeva a un paziente considerevolmente o completamente sollevato dal dolore per almeno il 50% del periodo di trattamento; una risposta con dolore/fastidio addominale corrispondeva a un paziente con un miglioramento del 30% o più per almeno il 50% del periodo di trattamento. Per i dati a 12 settimane, lo studio 1 mostra che il 39% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 17% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al grado di sollievo per l’IBS (p<0,0001) e il 54% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 39% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al dolore/fastidio addominale (p<0,0001). Lo studio 2 mostra che il 37% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 19% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al grado di sollievo per l’IBS (p<0,0001) e il 55% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 42% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al dolore/fastidio addominale (p=0,0002). Per i dati a 26 settimane, lo studio 1 mostra che il 37% e il 54% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 17% e al 36% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al grado di sollievo per l’IBS (p<0,0001) e al dolore/fastidio addominale (p<0,0001), rispettivamente. In entrambi gli studi, questi miglioramenti sono stati riscontrati entro la settimana 1 e mantenuti per tutto il periodo di trattamento (Figura 1 e 2). Linaclotide non ha dimostrato di causare effetto rebound quando il trattamento è stato interrotto dopo 3 mesi di trattamento costante. Gli altri segni e sintomi di IBS-C inclusi gonfiore, frequenza di movimenti intestinali spontanei completi (CSBM), tensione, consistenza fecale, sono migliorati nei pazienti trattati con linaclotide rispetto ai pazienti trattati con placebo (p<0,0001) come dimostrato nella tabella seguente. Questi effetti sono stati raggiunti a 1 settimana e sono proseguiti per tutti i periodi di trattamento. Il trattamento con linaclotide ha prodotto anche significativi miglioramenti nella misura della Qualità della Vita convalidata e specifica per la malattia (IBS-QoL; p<0,0001) ed EuroQoL (p=0,001). Una risposta clinicamente significativa nella IBS-QoL complessiva (>14 punti di differenza) è stata raggiunta nel 54% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 39% dei pazienti trattati con placebo. Popolazione pediatrica L’Agenzia europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi clinici con Constella® in uno o più sottogruppi della popolazione pediatrica in costipazione funzionale. Vedere paragrafo 4.2 per le informazioni sull’uso pediatrico. 5.2 Proprietà farmacocinetiche. Assorbimento Generalmente, il linaclotide è minimamente rilevabile nel plasma in seguito a dosi terapeutiche orali e pertanto i parametri farmacocinetici standard non possono essere calcolati. A seguito di singole dosi fino a un massimo di 966 microgrammi e di dosi multiple fino a un massimo di 290 microgrammi di linaclotide non si sono rilevati livelli plasmatici del composto originale o del metabolita attivo (des-tirosina). Quando si sono somministrati 2.897 microgrammi il giorno 8, dopo una somministrazione di 290 microgrammi/giorno per un periodo di 7 giorni, il linaclotide era rilevabile in solo 2 dei 18 soggetti a concentrazioni di poco al di sopra del limite inferiore di quantificazione pari a 0,2 ng/ml (le concentrazioni variavano da 0,212 a 0,735 ng/ml). Nei due studi pivotal di fase III, in cui i pazienti sono stati trattati con dosi di 290 microgrammi di linaclotide una volta al giorno, il linaclotide è stato rilevato solamente in 2 dei 162 pazienti circa 2 ore dopo la dose iniziale di linaclotide (le concentrazioni erano comprese tra 0,241 ng/ml e 0,239 ng/ml) e in nessuno dei 162 pazienti dopo 4 settimane di trattamento. Il metabolita attivo non è mai stato rilevato in nessuno dei 162 pazienti. Distribuzione Poiché il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma a seguito di dosi terapeutiche, non sono stati condotti studi standard sulla distribuzione. Si prevede che la distribuzione del linaclotide sia trascurabile o non sistemica. Biotrasformazione Linaclotide è metabolizzato localmente entro il tratto gastrointestinale nel suo metabolita primario, des-tirosina. Sia il linaclotide che il metabolita attivo des-tirosina sono ridotti ed enzimaticamente proteolizzati nel tratto gastrointestinale in peptidi più piccoli e in aminoacidi naturali. La potenziale attività inibitoria del linaclotide e del suo metabolita primario attivo MM-419447 sui trasportatori di efflusso umani BCRP, MRP2, MRP3 e MRP4 e i trasportatori di assorbimento umano OATP1B1, OATP1B3, OATP2B1, PEPT1 e OCTN1 è stata esaminata in vitro. I risultati di questo studio hanno dimostrato che nessuno dei peptidi è un inibitore dei comuni trasportatori di efflusso e di assorbimento studiati a concentrazioni clinicamente rilevanti. L’effetto del linaclotide e dei suoi metaboliti di inibire gli enzimi intestinali comuni (CYP2C9 e CYP3A4) e gli enzimi epatici (CYP1A2, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4) o per indurre gli enzimi epatici (CYP1A2, 2B6 e 3A4/5) è stato studiato in vitro. I risultati di questi studi hanno dimostrato che il linaclotide e il metabolita des-tirosina non sono inibitori o induttori del sistema enzimatico del citocromo P450. Eliminazione A seguito di una dose unica di 2.897 microgrammi di linaclotide il giorno 8, dopo una somministrazione di 290 microgrammi/giorno per 7 giorni su 18 volontari sani, circa il 3-5% della dose è stato recuperato nelle feci, virtualmente tutto nella forma del metabolita attivo des-tirosina. Età e sesso Non sono stati condotti studi clinici per determinare l’impatto di età e sesso sulla farmacocinetica clinica del linaclotide poiché esso è raramente rilevabile nel plasma. Non si prevede che il sesso abbia alcun impatto sulla dose. Per le informazioni relative all’età, vedere i paragrafi 4.2, 4.4, e 4.8. Insufficienza renale Constella® non è stato studiato in pazienti con insufficienza renale. Il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma, pertanto, non si prevede che l’insufficienza renale influisca sulla clearance del composto originale o del suo metabolita. Insufficienza epatica Constella® non è stato studiato in pazienti con insufficienza epatica. Il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma e non è metabolizzato dagli enzimi epatici del citocromo P450, pertanto, non si prevede che l’insufficienza epatica influisca sul metabolismo o la clearance del farmaco originale o del suo metabolita. 5.3 Dati preclinici di sicurezza. I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali farmacologici sulla sicurezza, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità della riproduzione e dello sviluppo. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE. 6.1 Elenco degli eccipienti. Contenuto della capsula Cellulosa microcristallina, ipromellosa, calcio cloruro diidrato, leucina. Rivestimento della capsula Biossido di titanio (E171), gelatina, ossido di ferro rosso (E172), ossido di ferro giallo (E172). Inchiostro della capsula Gommalacca, glicole propilenico, soluzione di ammoniaca concentrata, potassio idrossido, biossido di titanio (E171), ossido di ferro nero (E172). 6.2 Incompatibilità. Non pertinente. 6.3 Periodo di validità. Flacone non aperto: 3 anni. Una volta aperto il flacone, le capsule devono essere utilizzate entro 18 settimane. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione. Non conservare a temperatura superiore ai 30ºC. Tenere il flacone ben chiuso per proteggerlo dall’umidità. Il flacone contiene uno o più contenitori sigillati, contenenti gel di silice per tenere anidre le capsule. Tenere i contenitori nel flacone. 6.5 Natura e contenuto del contenitore. Flacone bianco, in polietilene ad alta densità (HDPE) con un sigillo antimanomissione e un tappo a prova di bambino, con uno o più contenitori essiccanti contenenti gel di silice. Confezioni da: 10, 28, 60 e 90 capsule. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento. Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMISSIONE IN COMMERCIO. Almirall, S.A. - Ronda General Mitre, 151 - 08022 Barcelona - Spagna. 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMISSIONE IN COMMERCIO. AIC n. 042491011/E confezione da 10 capsule rigide; AIC n. 042491023/E confezione da 28 capsule rigide; AIC n. 042491035/E confezione da 60 capsule rigide; AIC n. 042491047/E confezione da 90 capsule rigide. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE. Data della prima autorizzazione: 26 novembre 2012. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO. 03/2014. Informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web dell’Agenzia europea dei medicinali http://www.ema.europa.eu
Insieme di studi clinici di fase III sull’efficacia (studio 1 e 2). Approccio OC (popolazione ITT)
Fig 1. Grado di risposta con sollievo IBS70
60
50
40
30
20
10
01 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
* valore p<0,0001
Risp
oste
(%)
Settimana sperimentazione
70
60
50
40
30
20
10
0
* valore p<0,0001
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Risp
oste
(%)
Fig 2. Risposta dolore/fastidio addominale
Settimana sperimentazione
290 µg
Placebo
Effetto di Constella® sui sintomi di IBS-C durante le prime 12 settimane di trattamento nell’insieme degli studi clinici di fase III sull’efficacia (studi 1 e 2)
Principali parametri di efficacia secondaria
Placebo (N=797) Linaclotide (N=805)
Media basale
Media12 settimane
Deviazione dalla media basale
Media basale
Media12 settimane
Deviazione dalla media basale
Differenza media LS
Gonfiore (11 punti NRS) 6,5 5,4 –1,0 6,7 4,6 –1,9 –0,9*
CSBM/settimana 0,2 1,0 0,7 0,2 2,5 2,2 1,6*
Consistenza delle feci (punteggio BSFS) 2,3 3,0 0,6 2,3 4,4 2,0 1,4*
Tensione (scala ordinale a 5 punti) 3,5 2,8 – 0,6 3,6 2,2 –1,3 –0,6*
*p<0,0001, linaclotide vs placebo. LS: minimi quadrati. CSBM: movimento intestinale spontaneo completo
MedDRa classificazione per sistemi e organi
Molto comune Comune Non
comune Rara Non nota
Infezioni ed infestazioni Gastroenterite virale
Patologie gastrointestinali Diarrea Dolori addominali, Flatulenza Distensione addominale
Incontinenza fecale Urgenza di defecare
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Ipokaliemia, DisidratazioneRiduzione dell’appetito
Patologie del sistema nervoso Capogiri
Patologie vascolari Ipotensione ortostatica
Esami diagnostici Riduzione del bicar-bonato nel sangue
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FARMACEUTICI
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Sommario
Editoriale 5
PARLIAMONETra noi Dove va lo shopping? 6
Interventi Fatalismo parassita 10
PRIMO PIANOIncontri Marco Fiorani 12
Mercato Gli integratori in farmacia 16
Attualità Tra storia e trend 22
Galenica Allestire nutraceutici vegetali 26
Nutraceutica Apparato digerente e integrazione 30
Aggiornamento In tema di prevenzione 34
Ecm La malattia di Alzheimer 36
Diritto Le competenze di Stato e Regioni 43
Fisco Le norme sui cartelli 46
RUBRICHE
Spigolature 51
Intervista a... 54
Consigli per le vendite 59
Farmacinema 64
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5maggio 2014
Editoriale
Una concretastrategia di filiera
Dieci milioni di confezioni all’anno integre risparmiate, garanzia di sicurezza
ed efficacia delle cure, continuità terapeutica: i foglietti illustrativi modificati, approvati
da Aifa, potranno dai primi di giugno essere consegnati ai cittadini in farmacia in tempo reale
al momento dell’acquisto del medicinale. Anche in parafarmacie e corner della Gdo,
naturalmente, se si tratta di farmaci senza obbligo di prescrizione medica.
Con la Determina n.371 “Criteri per l’applicazione delle disposizioni relative allo smaltimento
delle scorte dei medicinali”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 maggio, l’Aifa
ha disciplinato le modalità di attuazione delle norme che prevedono la consegna al cittadino
da parte dei farmacisti del foglio illustrativo aggiornato e consente alle farmacie
e agli altri esercizi abilitati alla vendita di farmaci di dispensare fino a esaurimento
le scorte, anche quando siano intervenute modifiche del cosiddetto “bugiardino”.
Nel solo 2013 sono state oltre 5.000 le variazioni dei foglietti illustrativi, sia di natura
amministrativa sia riguardanti nuove evidenze scaturite dalla pratica clinica o da studi recenti.
Finora, come ben sanno i farmacisti, le aziende titolari di Aic erano tenute al ritiro
e alla sostituzione dei lotti contenenti i “bugiardini” non aggiornati, che dovevano essere
distrutti, con un vergognoso spreco di farmaci integri e sicuri e danni ambientali evidenti.
L’Italia è il primo Paese dell’Unione europea a introdurre questa nuova modalità operativa,
grazie all’emendamento al “Decreto del fare” presentato dal senatore Mandelli
e alla collaborazione di Aifa con Farmindustria, Assogenerici, Federchimica Assosalute
e Federfarma. Le associazioni industriali hanno messo a punto e condiviso
con il sindacato dei titolari di farmacia “Farmastampati”, un sistema che consentirà a medici
e farmacisti di conoscere tempestivamente il contenuto delle modifiche del foglio illustrativo
e di stamparne la versione aggiornata da consegnare al paziente in farmacia.
«L’attuazione di Farmastampati», si legge nel comunicato congiunto delle associazioni,
«costituisce un’ulteriore conferma dell’efficienza della filiera, che si muove all’unisono,
ponendo al centro il paziente e il farmaco, per garantire trasparenza e tracciabilità
dell’informazione, in collaborazione con i medici e i farmacisti».
di Laura Benfenati
II comportamenti d’acquisto sono radical-
mente cambiati, ne abbiamo scritto anche
nell’ultimo numero di Punto Effe, si è pas-
sati dal paradigma del procurement a quel-
lo dello shopping, da processi di consumo
domestico a pratiche di consumo sociale.
Nel procurement conta la logistica, nello shop-ping il marketing: bisogni e desideri coesistono
ma le polarità per essere attrattive devono
proporsi in modo diverso. «Lo shopping non
è solo acquisto, è anche entertainment», ha
spiegato Luca Pellegrini, presidente di Trade-
Lab, che ha organizzato a Milano il convegno
“Dove va lo shopping?”, «è cultura, ha utilità in
sé, si fa con gli altri e misurandoci con gli altri, è
valutazione, autovalutazione, ricerca e aggior-
namento, è autogratificazione, porta a soddi-
sfare bisogni latenti e non sempre si conclude
con un acquisto».
Le polarità commerciali spontanee rimangono
senza dubbio vie e centri città, poi ci sono quel-
le pianificate: centri commerciali, parchi com-
merciali, factory outlet center. E c’è internet,
che si aggiunge e sovrappone alle altre.
«Vinceranno le polarità che sapranno interpre-
tare meglio lo shopping, non più in un contesto
di crescita, in cui nuove polarità pianificate si
aggiungono a quelle naturali per seguire lo svi-
luppo urbano, ma in un sistema in equilibrio»,
ha proseguito Pellegrini. «Le nuove polarità
pianificate troveranno come concorrenti quelle
urbane, che cercano strumenti per diventare
sempre più competitive e a tutte si sovrappo-
ne internet: dall’e-commerce all’omnichannel con gli smartphone tablet. La polarità inter-
net è sempre sovrapponibile a quella fisica nel
momento della visita: serviranno meno negozi
ma ci sarà maggiore concorrenza. Il mobile au-
menta l’interazione tra canali fisici e virtuali, con
il confronto dell’offerta e dei prezzi, la modalità
di transazione e consegna. I punti vendita non
finiranno ma il retail deve adeguarsi ai nuovi
comportamenti di acquisto, con modelli di bu-
siness coerenti e integrati».
Per i negozi reali aumenta la necessità di con-
trollare il posizionamento nel proprio territorio
rispetto alle altre polarità esistenti: «Ecco dun-
que il diffondersi di “polarità su misura”, con
crescente differenziazione e territorializzazio-
ne dei formati, per attrarre insegne coerenti
con il proprio posizionamento ed essere un’al-
ternativa di shopping», ha concluso Pellegrini.
«Per polarità su misura intendo polarità che
siano progettate con riferimento specifico al
territorio di riferimento e non basandosi su
format replicati in modo più o meno identico.
I centri commerciali, per esempio, costruiti at-
torno agli ipermercati sono stati sviluppati su
formati quasi identici, senza una ricerca atten-
ta sul contesto territoriale di riferimento».
Dove valo shopping?
Il retail deve adeguarsiai nuovi comportamenti di acquisto con modelli di business coerenti e integrati. I dati dell’Osservatorio polarità commerciali
di Laura Benfenati
6maggio 2014
Parliamone Tra noi
UNA RIvOLUzIONE«Siamo all’inizio di una nuova era, un periodo
di 5-10 anni che ridisegnerà il settore del re-tailing», ha spiegato Marco Cuppini, direttore
Centro studi e comunicazione Indicod-Ecr.
«L’ultima volta che è accaduto è stato negli
anni Sessanta, con la nascita degli ipermercati:
oggi social network, nuovi dispositivi mobili, il
cambiamento dei consumi, dalle cose ai servi-
zi, e la crisi stanno cambiando gli scenari».
Dal 2012 i consumatori digitali sono la maggio-
ranza (figura 1). Il consumatore usa, a seconda
delle sue esigenze, diverse polarità commer-
ciali viste come un insieme. I principali motivi di
frequentazione dei diversi canali sono visibili in
figura 2: «Si va in internet soprattutto per ve-
dere le ultime novità. I centri commerciali vin-
cono sempre per prossimità, orari di apertura
e comodità d’accesso, internet per la conve-
nienza dei prezzi. A parità internet e i negozi dei
centri urbani per la qualità delle marche; vinco-
no invece i negozi tradizionali per la piacevolez-
za dell’ambiente e la possibilità di passare un
tempo gradevole», ha proseguito Cuppini.
Il relatore ha spiegato che nel Regno Unito esi-
ste da 14 anni un mercato on line per i prodotti
grocery, oggi aumentano i players (anche i
discount), cresce il focus sull’e-commerce,
il consumatore è mobile e sempre più con-
nesso (il 22 per cento acquista con i tablet, il
20 per cento con gli smartphone), più evoluto
e chiede comodità, accessibilità, più informa-
zioni e servizi come, per esempio, consegna
nello stesso giorno, di domenica, sul posto di
lavoro. In Olanda la percentuale di chi usa in-
ternet sul totale della popolazione è il 92,9 per
cento, in Inghilterra l’83,6 per cento, in Italia il
67,5 per cento. Il mercato dell’e commerce in
Inghilterra è di 96 miliardi, in Francia 45, in Ita-
lia 10. «Per continuare a essere attrattivi ed
evitare che diminuisca il giro d’affari, i negozi
fisici devono continuare a investire in quello
che manca all’e-commerce: la relazione face to face con il cliente, investendo sul personale,
potenziando il consiglio e la prova dei prodot-
ti», ha spiegato Cuppini. «Anche la tecnologia
può migliorare la shopping experience in ne-
gozio con wi-fi gratuiti, app. L’approccio om-nichannel richiede una perfetta combinazione
di web, negozi e social. Non affrontare il mon-
do digitale nel retailing significa fare la fine di
Kodak e morire».
L’OssERvAtORIO POLARItà COMMERCIALI «L’Osservatorio polarità commerciali 2014
nasce dunque per capire a che punto siamo e
dove stiamo andando», ha spiegato Luca Pel-
legrini, «perché il cambiamento sarà veloce e
va tenuto sotto osservazione il rapporto tra si-
stema di offerta e consumatori, per riuscire a
muoversi per tempo». L’indagine è stata con-
dotta a fine 2013 in tre contesti - Milano, Ro-
ma e Catania - con piena accessibilità a tutte
le polarità commerciali. Sono state effettuate
Figura 1Fonte: Indicod-Ecr
Cosa è successo in questi anni
Figura 2Fonte: Indicod-Ecr
Principali motivi di frequentazione
totale consumatori digitali
Consumatori convertiti al digitale
nativi digitaliConsumatori tradizionali
Decade del cambiamento
italia
-Spagna
francia
Germania
uK
20030%10%
20%30%40%50%60%70%80%
90%100%
200420052006 2007 20082009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025
Consumatori tradizionaliPersone che non utilizzano internet frequentemente
Consumatori convertiti al digitalePersone che utilizzano internet frequentemente
nativi digitaliPersone nate dopo il 1990 e che utilizzano internetfrequentemente
totale consumatori digitaliSomma dei valori dei “convertitial digitale” e dei “nativi digitali”
Nel grafico sono indicati anche gli anni di “swich-over” per alcune altre nazioni europee, ovvero gli anni in cui i consumatori digitali hanno superato la soglia del 50%. Elaborazioni PwC su dati Eurostat e Istat 2014 in merito alle popolazioni reali e al numero di individui che utilizzano internet frequentemente
Total retail “2012: i consumatori digitali sono la maggioranza.Siamo ora nel mezzo di un forte cambiamento”
Centri commerciali
Parchi commerciali
Factory Outlet Center Centri Urbani Internet
Per la spesa alimentare 55,7
51,8
47,8
23,8
14,1
3,0 3,0 12,4
1,1 10,6 2,7 1,5
54,2 76,4 42,8 24,0
14,6 1,0
59,5 49,8 29,4 39,3
18,3 22,3 51,9 33,2
43,6 40,1 28,8 63,3
Per gli acquisti non alimentari
Per fare gli acquisti in generale
Per passeggiare o incontrare gli amici
Per vedere le ultime novità
Per andare in un bar/pub/etc
Per andare a teatro/cinema
% rispondenti, risposte multiple
7maggio 2014
Parliamone Tra noi
3.000 interviste telefoniche con un questio-
nario strutturato su un campione di respon-
sabili d’acquisto tra i 18 e i 74 anni, 1.000 per
ogni ambito territoriale, riponderato in base
alle variabili socio-demografiche. Le mer-
ceologie analizzate vanno dagli alimentari
all’abbigliamento intimo ed esterno, dalle
calzature all’elettronica di consumo, dalla
telefonia alla cosmesi, dalla cura della perso-
na ai beni della casa. Il 94,3 per cento degli
intervistati ha dichiarato che la sua polarità
commerciale di riferimento (esclusi studio e
lavoro) è il centro commerciale, il 19,8 il par-
co commerciale extraurbano, il 34,1 il factory outlet center, l’85,5 il negozio del centro ur-
bano e il 40,2 internet. Con alcune differenze
in base a età, ubicazione geografica e reddi-
to. Chi lo ha più basso si reca meno ai factory
outlet center e acquista meno su internet. A
Milano e Catania gli intervistati frequenta-
no almeno una volta alla settimana i centri
commerciali, a Roma di più i negozi del cen-
tro urbano.
«Per quel che riguarda le motivazioni di vi-
sita», spiega Massimo Viganò, partner di
TradeLab e responsabile di ASA, «per i cen-
tri commerciali “fare la spesa” traina la scel-
ta (56 per cento), affiancata alla galleria non
alimentare (52 per cento). La dimensione re-
lazionale è invece la motivazione prevalente
fra i giovani (24 per cento). Nel centro urbano
è centrale la dimensione relazionale (52 per
cento) seguita dallo shopping (43 per cento)
e dalla ricerca di novità (29 per cento). Inter-
net invece concentra tendenze e novità per il
63 per cento, è meno rilevante per gli acquisti
(39 per cento) ed è in forte crescita la compo-
nente relazionale, soprattutto per i giovani».
La scelta della polarità dipende da fattori lo-
gistici e dai componenti dell’offerta commer-
ciale: convenienza prezzi, qualità e varietà
marche e insegne, piacevolezza dell’ambien-
te. Il sistema di offerta non presenta rilevanti
punti di debolezza ma esistono comunque
aspettative non soddisfatte sulla comodità di
accesso, la convenienza dei prezzi, la qualità
delle marche, la prossimità, la piacevolezza
dell’ambiente. Per i giovani risultano molto
importanti le componenti accessorie dei luo-
ghi di acquisto, come la varietà della ristora-
zione, l’animazione e gli eventi.
«Se analizziamo le possibilità di migliora-
mento delle diverse polarità», ha proseguito
Viganò, «i centri commerciali risultano trop-
po omologati e si dovrebbe puntare sulle
componenti accessorie, molto importanti per
i giovani. Nei centri urbani dovrebbero mi-
gliorare la convenienza, gli orari, la comodità
di accesso e anche le componenti accesso-
rie. Internet dovrebbe recuperare la compo-
nente emozionale ed essere più fruibile per i
meno giovani».
Un dato che colpisce è che il giro dei nego-
zi è ancora di gran lunga la principale fonte
informativa per gli acquisti (figura 3), a pre-
scindere dal contesto geografico, anche se
internet sale al 17 per cento per i più giova-
ni. La preferenza va alle aggregazioni retail nei centri commerciali per i più giovani e nei
centri urbani per i meno giovani. Se nel set-
tore alimentare contano molto i volantini, per
l’abbigliamento e la cura della persona si gira
per negozi, per l’elettronica si va su internet
e per i beni per la casa la ricerca è varia. «Per
gli acquisti i consumatori continuano a pre-
ferire le polarità fisiche e comunque le pola-
rità commerciali non segmentano, il 33 per
cento degli intervistati si reca in almeno due
delle tre polarità commerciali principali: cen-
tri urbani, centri commerciali e commercio
diffuso e il 30 per cento va in tutte», ha con-
cluso Viganò. «Il consumatore utilizza molte
polarità per informarsi e ancora di più per ef-
fettuare acquisti e oggi concentrare l’atten-
zione solo sul proprio format o business non
permette di cogliere a pieno le complesse
dinamiche competitive».
il sistema di offerta non presenta rilevanti punti di debolezza ma esistono comunque aspettative non soddisfatte sulla comodità di accesso, la convenienza dei prezzi, la qualità delle marche, la prossimità, la piacevolezza dell’ambiente
Figura 3Fonte: TradeLab
Il “giro per negozi” è di gran lunga la principale fonte informativa per gli acquisti
Visita a negozi78,6
Ricerca Internet8,3
Volantini7,0
Suggerimento Conoscenti3,4
Pubblicità Stampa1,5
Altre modalità1,3
Sale al 17% per i più giovaniScende al 2% per i meno giovani
% rispondenti
8maggio 2014
Parliamone Tra noi
9maggio 2014
Parliamone Tra noi
Under license of
* Da moderata a grave-pazienti adulti. Bibliografia: 1. European Medicines Agency. Press release. European Medicines Agency recommends authorisation of first medicine specifically for irritable bowel syndrome. Available at: http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Press_release/2012/09/ WC500132887.pdf. 2012 2. Rao S, Lembo AJ, Shiff SJ, et al. A 12-week, randomized, controlled trial with a 4-week randomized withdrawal period to evaluate the efficacy and safety of linaclotide in irritable bowel syndrome with constipation. Am J Gastroenterol. 2012;107:1714-24 3. Chey WD, Lembo AJ, Lavins BJ, et al. Linaclotide for irritable bowel syndrome with constipation: A 26-week, randomized, double-blind, placebo-controlled trial to evaluate efficacy and safety. Am J Gastroenterol. 2012;107:1702-12 4. Constella® Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 2014
Migliora i sintomi della sindrome dell‘intestino irritabile con stipsi (IBS-C)2
già dalla prima settimana ed è efficace per tutta la durata del trattamento.3
StipsiDolore addominale Gonfiore
Classe C - RR Prezzo o 32,84
1 capsula una volta al giorno, 30 minuti prima di un pasto.4
Dat
a D
epo
sito
AIF
A 1
9/03
/201
4
Il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento sintomatico della IBS-C1*
Fatalismo parassita delle persone
che non sanno interpretare il futu-
ro, non riescono a credere in qual-
cosa di importante e aspettano dal
cielo il segno della provvidenza».
È la definizione che meglio si addice ai re-
sponsabili Federfarma provinciali, regionali
e nazionali dell’ultimo ventennio. Assolvo
(sessant’anni di professione me lo me lo con-
sentono) i 17.000 titolari che, anche se col-
pevolmente, solo ora si sono accorti (Enrico
Finzi lo ricordava trent’anni fa) dell’esauri-
mento progressivo dei fondi del Servizio sa-
nitario nazionale dovuto anche al previsto e
progressivo allungamento della vita. Troppo
assorti e impegnati nell’attività quotidiana,
sempre a minor marginalità/redditività, e
quindi demotivati alla partecipazione alla vita
sindacale: la gestione attuale della farmacia
prevede infatti una presenza dei titolari ben
superiore all’orario di apertura, le otto ore
giornaliere di lavoro sono un’utopia, non c’è
quindi tempo per il sindacato.
LA RAPPREsENtANzAL’ultima assemblea elettorale milanese ha
visto presenti, oltre ai Consiglieri uscenti,
meno di cento iscritti su ottocento, divenuti
circa duecento con lo squallido giochino della
raccolta delle deleghe: votare con la Pec (Po-
sta elettronica certificata) onde assicurare la
partecipazione di tutti gli iscritti non è anco-
ra previsto dagli statuti Ferderfarma (all’alba
del 2014). Evidentemente i titolari non de-
vono essere invogliati a partecipare alla vita
sindacale.
Sempre nella logica dell’attesa del segno della
provvidenza, fortunatamente in Fofi si comin-
ciò a parlare della farmacia dei servizi: tutti
pensammo all’esperienza, canadese, svizze-
ra, inglese eccetera. Quindi alla gestione della
compliance del paziente, alle vaccinazioni in
Fatalismo parassita
farmacia, alla gestione del fascicolo sanitario
elettronico (prescrizioni farmaceutiche com-
prese) e quindi alla partecipazione al grande
processo di deospedalizzazione. Leggo invece
sui quotidiani che per un accordo tra Federfar-
ma e Regione Lombardia la farmacia dovrebbe
diventare di fatto un’entità front office del Ser-
vizio sanitario regionale: in farmacia si potrà
pagare il ticket, attivare Adi, Cup, ritirare i refer-
ti, sostituire il medico di base, il tutto in sicura
coerenza con i miei vent’anni di studi, laurea
compresa, e con l’economia della farmacia. Ri-
cordo che l’azienda farmacia ha un costo di un
euro al minuto per operatore. L’accordo lom-
bardo, per noi di grande valenza economica,
non è stato sottoposto a ratifica assembleare,
ritenuta evidentemente inopportuna per sicu-
ra scarsissima affluenza dei titolari.
La motivazione di questa decisione deriva dal
pensiero: «Dobbiamo aiutare i cittadini che so-
no sempre stati con noi, dalla nostra parte». Lo
Riflessioni a margine del rinnovo delle cariche sindacali
di aLBerto amBreCK, farmacista
10maggio 2014
Parliamone Interventi
Fatalismo parassita
prevede una costante presenza nelle farmacie
italiane di farmaci per un valore di circa tre mi-
liardi di euro, regolarmente pagati dai titolari di
farmacia all’industria farmaceutica, che come
tutti sanno non concede dilazioni di pagamen-
to. È questo comportamento imprenditoriale
che salva la nostra vera funzione sanitaria: la
dispensazione del farmaco in tempi certi. Ho
detto dispensazione e non cessione!
La Dpc (distribuzione per conto) equivale a
tempi di consegna ben superiori alle 24-36
ore. La Distribuzione diretta equivale a “buchi”
del servizio di oltre 60 ore: venerdì pomerig-
gio, sabato e domenica, più tutti i festivi. Ma
naturalmente i disagi logistici dei cittadini non
hanno significato. Prima o poi i cittadini italiani
se ne accorgeranno ed è quindi ipotizzabile la
nascita dei “forconi sanitari”. Come dovrebbe-
ro nascere i “forconi farmacistici”.
Il professor Spandonaro (direttore del Ceis Tor
Vergata, Roma) afferma che «oggi nessuna
farmacia consegue un utile dalla ricetta Ssn».
In compenso però i nostri rappresentanti sin-
dacali da circa 36 mesi (tre anni) dicono che
stanno operando, lavorando, lavorando, e
ancora lavorando per la nuova remunerazio-
ne, per il rinnovo della Convenzione, mentre il
numero delle farmacie insolventi nei confronti
dei grossisti progredisce geometricamente. La
quotidiana litania Federfarma è: lavoriamo, la-
voriamo, ci impegniamo. Si, soprattutto con le
Regioni. Mi ricordano il bollettino di guerra del
Generale Comandante dell’Esercito delle Mo-
sche: «Dopo averla attaccata con successo
abbiamo occupato la carta moschicida» (Gra-
ham Greene).
Alcuni rappresentanti regionali (quasi il 40 per
cento) affermano di non condividere l’attuale
situazione sindacale ma proprio loro, mai al-
ternati nell’ultimo decennio, non pensino di
chiamarsi fuori e di rifarsi una verginità: erano
e sono tenacemente seduti dalla stessa parte
della scrivania. Naturalmente penso agli ami-
ci liguri, umbri, laziali, piemontesi ecc.: anche
loro hanno concorso a non far comprendere
a politici e amministratori che l’esclusiva per
la dispensazione del farmaco e il prezzo fisso
coprivano solo i costi sostenuti dalle farmacie
per il Servizio sanitario nazionale.
LE PROsPEttIvEUn alto magistrato ha esattamente definito la
farmacia territoriale italiana come «impresa
sanitaria privata, di interesse pubblico».
La farmacia in quanto impresa si finanzia
anche con la cessione di un bene: il farmaco.
Non è più accettabile che politiche gestionali
e non, comunque di parte, possano essere
attivate senza verifiche (ricordiamo la Pec)
assembleari, soprattutto in assenza totale di
una progettualità che comunque dovrebbe
essere sottoposta all’approvazione dell’As-
semblea. Parliamo del servizio farmaceutico
e quindi di farmacie territoriali, parliamo di
piccole e medie imprese sull’orlo del collasso
per conduzione sindacale dilettantesca e di
parte. Rammento ancora che la Convenzione
rappresenta il nostro contratto di lavoro con lo
Stato e che con l’attuale conduzione sinda-
cale la nostra pensione (valore della farma-
cia) è stata decurtata del 50 per cento: Che
Guevara affermava che «chi fa la guerra può
anche perderla ma se non la fa ha già perso».
È comunque chiaro che la farmacia italiana
non troverà pace e coerenza sociale se non
darà un’immagine di se stessa e della propria
dignità e questo non avverrà mai con l’attuale
rappresentanza Federfarma.
Possiamo fare nostra una dichiarazione di
Marchionne sulla Fiat, affermando che «il ca-
rattere» della farmacia italiana «esiste ed è
una ricchezza e un impegno a ripartire».
E come dice A. A. noi titolari di farmacie pos-
siamo concorrere a dare forma e significato
alla società del futuro: l’abbiamo sempre fatto
e continueremo a farlo ridefinendo, lo ripeto,
l’attuale Federfarma.
abbiamo sempre fatto in coerenza con la no-
stra piccola-media impresa e con la nostra lau-
rea, mantenendo vivo e attivo il miglior servizio
farmaceutico mondiale: i tempi di consegna al
paziente di oltre il 90 per cento dei farmaci di
prescrizione medica vanno dai cinque secondi
(tempo di apertura del cassetto) a 4-6 ore; nel
resto dell’Europa l’82 per cento dei farmaci di
prescrizione richiede tempi tra le 6 e le 18 ore.
Il tempo ridotto di consegna è merito della ge-
stione imprenditoriale dei titolari italiani, che
non è più accettabile che politiche gestionali e non, comunque di parte, possano essere attivate senza verifiche (ricordiamo la Pec) assembleari, soprattutto in assenza totale di una progettualità che comunque dovrebbe essere sottoposta all’approvazione dell’assemblea
11maggio 2014
Parliamone Interventi
Un consumoconsapevole
La crescente diffusione degli integratori in Italia non è un fenomeno di moda ma va di pari passo con la maggiore attenzione rivolta dai cittadini ai corretti stili di vita. A colloquio con il presidente di Federsalus Marco Fiorani
di GiuSePPe tanDoi
Originario di Recanati, sposato, due figli adolescenti, Mar-
co Fiorani si laurea a pieni voti nel 1988 presso l’Università
Bocconi di Milano con una tesi sperimentale sull’innovazio-
ne di prodotto nel settore alimentare e inizia il suo percorso
professionale in Isea Spa - un’azienda del Gruppo Ange-
lini che operava nel mercato delle grandi colture (girasole,
mais, soia, frumento) - dove ricopre il ruolo di responsabile
marketing ed estero. Nel 1992 passa nel settore farma-
ceutico del Gruppo, per gestire alcuni brand nel canale
Farmacie e Ospedale. In Angelini ricopre diverse posizioni
nel marketing e nella pianificazione e sviluppo del business.
Si occupa dell’acquisizione e rilancio sul mercato italiano di
diversi marchi tra cui Acutil Fosforo, BodySpring, Wassen, e
in seguito del marketing strategico dell’area food supple-ments a livello internazionale, del category management
nutraceutici & cosmetici e di apertura nuovi canali e-com-merce. Nel 2004 entra a far parte del consiglio direttivo di
Federsalus, dove ricopre anche l’incarico di membro della
giunta esecutiva e in seguito di vicepresidente, sviluppan-
do iniziative e partnership per favorire la crescita dell’as-
sociazione sul piano nazionale ed europeo. Nel 2013 viene
eletto presidente. È docente in master e corsi universitari e
relatore in convegni e seminari in Italia e all’estero. Appas-
sionato di montagna e natura, la percorre come può, a piedi,
in mountain bike e arrampicandosi. Nei suoi spostamenti di
lavoro non mancano mai le scarpe da running, da utilizzare,
con qualsiasi tempo, all’alba.
NEL CONsIgLIO DIREttIvO DAL 2004
12maggio 2014
Primo piano Intervista
Io non parlerei di boom degli integratori in
relazione a quanto è successo in Italia negli
ultimi tempi. Si rischia di farla passare per
una moda, destinata a tramontare in fret-
ta. In realtà già da alcuni anni assistiamo a
una maggiore sensibilità dei cittadini verso i
temi della salute, del benessere, della preven-
zione». Vuole che non ci siano equivoci Marco
Fiorani, presidente di Federsalus, l’associazio-
ne che riunisce le maggiori aziende italiane
operanti nel settore degli integratori alimentari.
Giusto sottolineare che, secondo una recente
indagine Gfk Eurisko-Federsalus, sette italia-
ni su dieci fanno uso di integratori almeno una
volta all’anno. Più importante rimarcare che si
tratta di un fenomeno strutturale, di un pro-
cesso, virtuoso, già in atto da tempo.
Che cosa c’è all’origine di questo processo?
C’è stata una vera e propria evoluzione del rap-
porto degli individui con la salute e il benessere.
Una quindicina di anni fa l’attenzione ai corretti
stili di vita - salute, prevenzione, alimentazio-
ne - era patrimonio soltanto dei ceti sociali più
agiati. Ora non è più così, questa cultura interes-
sa fasce sempre più ampie della popolazione
anche in Italia. In questo contesto va quindi in-
quadrata la crescita costante dell’integrazione
alimentare, che è stata accompagnata da una
crescente attenzione da parte dei media e del
web e, fortunatamente, dal ruolo fondamentale
svolto da farmacisti e medici nello “sdoganare”
questi prodotti, che fanno ormai parte a pieno
titolo della loro pratica, nel confronto quotidiano
con i loro clienti e pazienti.
Secondo le statistiche, due terzi dei consu-
matori sono donne: permane ancora un certo
scetticismo negli uomini oppure si tratta sol-
tanto del fatto che le donne hanno maggiori
opportunità di acquisto?
È vero che il consumo di integratori è legato
storicamente all’universo femminile. Sono so-
prattutto le donne a frequentare la farmacia,
per soddisfare le necessità di tutta la famiglia.
Non solo medicinali ma anche altri prodotti,
come appunto gli integratori. Detto questo il
fenomeno di cui parlavamo poc’anzi coinvolge
in pieno anche gli uomini, particolarmente se in
età matura, sempre più attenti ai prodotti per la
prevenzione e per la performance fisica - cor-
relata all’attività sportiva - e mentale.
analizzando i dati di mercato più recenti cosa
balza all’occhio?
Tra i prodotti più venduti in assoluto, in testa,
secondo le rilevazioni Nielsen, ci sono i fer-
menti lattici, che coprono il 14 per cento circa
del mercato in farmacia, seguiti da multivita-
minici, integratori salini, dimagranti. Allargan-
do lo sguardo, notiamo che i trend emergenti
riguardano i prodotti per il controllo del cole-
sterolo e dei trigliceridi, gli immunostimolanti, i
calmanti e i prodotti per stimolare il sonno. Gli
integratori non sono quindi, contrariamente al
luogo comune, semplici complementi alimen-
tari di vitamine e minerali, ma prodotti funzio-
nali utili cioè a soddisfare specifici bisogni di
salute e benessere degli individui.
Più dell’80 per cento del mercato degli in-
tegratori passa dalla farmacia, che invece è
in sofferenza negli altri comparti. Ci parli del
rapporto tra federsalus e le farmacie.
Il consiglio del farmacista è un fattore potentis-
simo di orientamento delle scelte del consuma-
tore in tema di integrazione alimentare, anche
in termini di rassicurazione. Federsalus punta
molto sul dialogo costante con i professionisti
della salute, nell’ottica dell’ulteriore sviluppo
del mercato su basi informate e consapevoli.
L’attività di consulenza di farmacisti e medi-
ci è fondamentale; si tratta di una consulenza
qualificata che fa da contraltare alla tendenza,
sempre più presente tra gli utenti, di informarsi
via internet sui temi della salute. In Federsalus
abbiamo creato il gruppo di lavoro “Canali di-
stributivi”, di cui sono il coordinatore, che ha tra
gli obiettivi principali quello di creare un ponte
tra i produttori e il canale farmacia. Quest’ulti-
mo è in una fase di profonda trasformazione,
come del resto tutto il settore. Possiamo dire
che imprese e farmacie sono compagne di
viaggio in questo comune percorso.
Come provvedete ad aggiornare gli associati?
Negli ultimi anni Federsalus ha avviato partner-
ship con alcuni istituti di ricerca e consulenza di
respiro nazionale e internazionale come Niel-
sen, Eurisko, Euromonitor, New Line e altri che
forniscono ai nostri associati periodici report e
seminari di aggiornamento sulle dinamiche del
mercato e sulle modalità più avanzate di rela-
zione con i canali di distribuzione.
e le attività rivolte direttamente al titolare di
farmacia?
È ormai consuetudine, per Federsalus, par-
tecipare ai maggiori eventi dedicati alla far-
macia - in particolare Cosmofarma e, da
quest’anno, FarmacistaPiù - con convegni o
13maggio 2014
Primo piano Intervista
corsi accreditati Ecm di approfondimento su
aspetti tecnico-scientifici, sulle diverse cate-
gorie di integratori, sui trend di consumo, sui
parametri di qualità e di selezione dei prodotti,
un tema su cui stiamo lavorando molto. È im-
portante che il farmacista abbia gli strumenti
per leggere e interpretare le etichette, com-
prendere le discriminanti di una categoria di
prodotti rispetto ad altre.
e il medico?
Abbiamo avviato una relazione con Snamid,
società scientifica dei medici di medicina ge-
nerale, per un dialogo costante sulle caratteri-
stiche tecniche e scientifiche degli integratori
alimentari.
Cosa replica a quanti sostengono che la cre-
scente diffusione degli integratori non è sup-
portata da studi scientifici accreditati?
Questa è una domanda complessa che riguar-
da un tema di grande attualità all’esame della
Commissione europea. Alla base di tutto c’è
una questione di approccio e di metodo: gli in-
tegratori non sono farmaci ma prodotti alimen-
tari funzionali che si rivolgono alla popolazione
sana per mantenere uno stato di salute o be-
nessere o ridurre il rischio di malattie. Il fatto è
che il consumo di massa di questi prodotti è un
fenomeno relativamente recente e con carat-
teristiche molto differenti nei diversi Paesi della
Comunità e così a livello europeo ci si è trovati
impreparati ad affrontarlo adeguatamente.
Con il risultato che nell’applicazione del Rego-
lamento CE 1924/06, il cosiddetto “regola-
mento claims” si è introdotto il golden standard
farmaceutico dello studio clinico randomizzato
in doppio cieco come criterio scientifico per la
valutazione delle indicazioni d’uso degli inte-
gratori alimentari. Che farmaci non sono.
un punto cruciale
Esatto. La questione è quindi quale metodo
scientifico applicare nella valutazione dell’ef-
ficacia di un integratore. Quello farmaceutico
si è rivelato inappropriato e l’applicazione del
regolamento si è arenata sulla valutazione dei
botanicals, integratori a base erboristica, e dei
probiotici che rappresentano una quota mol-
to rilevante del nostro mercato. Nella “pausa
di riflessione” della Commissione europea un
ruolo centrale ha giocato il ricorso alla Corte
di giustizia europea presentato da un pool in-
ternazionale di associazioni di settore, tra cui
Federsalus.
il dibattito è aperto…
Sì, e ogni tanto c’è una buona notizia. Nel
novembre scorso, nell’ambito di un meeting
internazionale tenutosi presso la sede di Efsa,
la European food safety authority, sono sta-
ti messi in discussione i requisiti degli studi
scientifici a sostegno degli health claims su-
gli integratori. L’autorità di controllo europea
comincia dunque a rivedere le sue posizioni.
Non solo, ma recentissima è la pubblicazione
da parte del ministero della Salute della lista
“Bel.Fr.It.” (acronimo di Belgio-Francia-Italia),
che contiene l’elenco di oltre mille botanicals
dichiarati sicuri sulla base di una solida tradi-
zione d’uso. Una lista transnazionale - defini-
ta dalle autorità dei tre Paesi con il sostegno
delle associazioni di categoria - che ambisce
a diventare una lista europea. La tradizione
d’uso come garanzia di sicurezza ed efficacia
è il criterio scientifico di validazione già ap-
plicato a quei farmaci di origine vegetale che
vanno sotto il nome di Traditional herbal medi-cinal products (Thmp). Perché non estendere
tale criterio agli integratori? Sarebbe la scelta
più logica.
il tema della qualità degli integratori è, tra l’al-
tro, all’attenzione della Commissione europea.
Proprio così. C’è da fare una premessa. Nel
caso dei farmaci esiste una regolamenta-
zione molto stringente che disciplina ogni
singola fase del processo produttivo all’in-
segna delle Good manifacturing practices
(Gmp) e distributivo. Gli integratori non sono
farmaci, fanno parte del comparto alimen-
tare e Federsalus ha intrapreso un percorso
molto preciso nel sostenere la qualificazione
di tutta la filiera della produzione e commer-
cializzazione di tali prodotti, coerente con la
loro natura e le caratteristiche delle aziende di
produzione, a tutela e garanzia delle scelte dei
consumatori. Ci sono progetti in fase ormai
molto avanzata di elaborazione delle norme
di Gmp di settore ufficiali, validate dagli organi
istituzionali preposti, come il ministero della
Salute e l’Istituto superiore di sanità. È questa
una delle priorità che ci siamo dati, anche allo
scopo di avere più voce in capitolo a Bruxelles,
quando partecipiamo ai tavoli di discussione
con le autorità europee tramite la Federazio-
ne europea Ehpm (European health products manifacturers).
Dal novembre scorso è attiva una collaborazione tra Fe-
dersalus e la banca dati Codifa - L’informatore farmaceu-
tico, che fa parte, come Punto Effe, del gruppo Edra Lswr.
In pratica, sul sito http://bancadati.codifa.it le aziende del
settore hanno la possibilità di aggiornare le informazioni
correlate ai propri prodotti e attività, oltre a quella di cari-
care nuove schede, visualizzare e aggiornare le esistenti.
Il tutto confluisce in una grande banca dati cui accedono
giornalmente migliaia di professionisti della salute. «Il
progetto è di primaria importanza», sottolinea Fiorani,
«e rientra nella volontà di Federsalus di intensificare i
rapporti con il canale farmacia, con i farmacisti e con gli
stessi medici. Nel caso specifico l’obiettivo è quello di
mettere a disposizione di queste figure professionali in-
formazioni corrette ed esaurienti sui prodotti attraverso
un sistema che entri nella quotidianità del loro lavoro.
Stiamo facendo una grande opera di sensibilizzazione
nei confronti dei nostri associati affinché rendano questo
archivio sempre più aggiornato e completo, mediante la
compilazione della scheda tecnica sugli integratori ali-
mentari formulata da Federsalus e Codifa. C’è qualche
dettaglio da perfezionare, per rendere il progetto ancora
più fruibile da parte delle aziende, ma le potenzialità dello
strumento sono fuori discussione».
LA PARtNERsHIP FEDERsALUs-CODIFA: AggIORNAMENtO CONtINUO
14maggio 2014
Primo piano Intervista
È passato più di un anno da quando ha assun-
to la carica di presidente di federsalus. Può
fare un primo bilancio?
Ho assunto la presidenza di Federsalus dopo
un lungo periodo di militanza nel Consiglio di-
rettivo dell’associazione. Ho cercato in questi
anni di dare un contributo concentrandomi su
alcuni obiettivi principali. Il primo è quello di
aumentare il numero degli associati. In questo
modo possiamo far sentire la nostra voce, go-
dendo di un maggiore credito anche a livello
europeo. A questo scopo nel 2013 Federsa-
lus è entrata nel board direttivo della federa-
zione europea Ehpm, che ci ha consentito di
coordinare la nostra attività con quella della
Federazione e di sostenere iniziative istitu-
zionali di rilievo come i tre convegni tenutisi
lo scorso anno - uno presso il ministero della
Salute e due presso il Parlamento europeo -
che avevano per oggetto principale la propo-
sta di utilizzare il criterio della tradizione d’uso
come metodo di validazione dei claims. Poi
la cura delle Good manufacturing practices di
settore e dei capitolati tecnici di fornitura del-
le materie prime per lo sviluppo della qualità
dell’offerta e per favorire le esportazioni e,
non ultimo, il miglioramento dell’informazione
rivolta a farmacisti e medici, per sviluppare
un circuito virtuoso di credibilità e affidabilità.
Tutti punti che vorrei ulteriormente sviluppa-
re nella seconda parte del mio mandato.
il numero degli associati è cresciuto?
È cresciuto di quindici unità - attualmente gli
associati sono 148 - e come uomo di azien-
da, abituato a ragionare in termini quanti-
tativi, non posso che esserne soddisfatto.
Tanto più che quest’anno abbiamo dovuto
affrontare parecchie difficoltà. Una derivante
dal ritiro forzato dal mercato degli integratori
contenenti più di un milligrammo di melato-
nina per far posto a un farmaco, nonostante
non ci fossero questioni sulla loro sicurezza
d’uso. Poi c’è stata la questione dell’appli-
cazione dell’articolo 62 del decreto Monti
sulle liberalizzazioni riguardante il termine di
sessanta giorni come tempo massimo per
il pagamento degli integratori, che ha creato
molta confusione sul mercato. Nonostante
le difficoltà credo che questa crescita sia un
riconoscimento dell’impegno e della visibilità
dell’associazione in ambito sia nazionale sia
comunitario per sostenere un quadro regola-
torio e gli interventi a favore delle potenzialità
del nostro settore.
un auspicio per chiudere.
Il mercato e il settore attraversano una fase
delicata di cambiamento e ci stiamo concen-
trando sul semestre di presidenza italiana del
Consiglio d’Europa che, nella seconda parte
di quest’anno, sarà un’occasione unica per
portare a Bruxelles il peso e la voce del mer-
cato italiano degli integratori alimentari. Pochi
lo sanno, ma il nostro è tra i più importanti e
dinamici della Comunità europea, su temi
fondamentali come health claims e botani-cals, che in Italia pesano molto. È necessario
un maggiore rispetto dell’identità del setto-
re sotto il profilo regolatorio, sia rispetto ai
farmaci sia verso gli alimenti di uso comune.
L’auspicio è quello di perseguire il riconosci-
mento di questa identità e del ruolo e delle
potenzialità dell’integratore alimentare per la
salute e il benessere delle persone.
www.syrio.net
Primo piano Intervista
Per analizzare in modo esau-
riente il sell out di questa par-
ticolare tipologia di prodotti
occorre tener conto dei mec-
canismi che portano il consu-
matore all’acquisto e partire da una nuova
classificazione, che prenda in considerazio-
ne la destinazione d’uso prima ancora che la
categoria di registrazione.
Questa visione supera la tradizionale sepa-
razione tra farmaco e commerciale e mostra,
tra l’altro, come anche nel parafarmaco mol-
te referenze siano ancora legate a un biso-
gno di salute e siano trainate dall’indicazione
del medico o dal consiglio del farmacista.
Figura 1
fatturato totale 12 mesi → 141.357 euro1.5341,1%
7.1665,1%
132.65893,8%
La Banca dati degli integratori
Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
n° di referenze totali → 26.705(almeno 1 pezzo venduto all’anno)
1.8567,0%
3101,2%
24.53991,9%
dispositivi medici
integratori
prodotti erboristici
dispositivi medici
integratori
prodotti erboristici
Nella nostra indagine il mercato è stato quindi
ampliato includendo, oltre alle referenze regi-
strate come integratori, anche tutte le formu-
lazioni pre dosate per uso sistemico di origine
industriale registrate come dispositivi medici
insieme ai prodotti “erboristici” (prodotti non
confluiti negli integratori perché introdotti in
commercio prima del Dl 169/04).
Il numero di referenze totali che ne risulta è
16maggio 2014
Primo piano Mercato
gli integratori alimentari in farmaciaOgni cinque scontrini uno contiene almeno un nutraceutico e molte categorie di prodotti sono legate a un bisogno di salute. Un mercato, quello dell’integrazione alimentare, dalle grandi potenzialità
di eLena foLPini, New Line Ricerche di Mercato
pari a 26.705 (figura 1), considerando quel-
le di cui è stato venduto almeno un pezzo
all’anno, con un fatturato medio per far-
macia (anno terminante a marzo 2014) di
141.357 euro.
Interessante ci è sembrato a questo punto
confrontare la performance degli integra-
tori sia a totale anno (ultimi 12 mesi termi-
nanti a marzo 2014) sia nel primo trimestre
17maggio 2014
Primo piano Mercato
Figura 2Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
Dati generali sugli integratori
fatturato annuale (euro) diff. % anno precedente
SOP
OTC
INTEGRATORI TOTALE
41.039
101.177
141.357
-0,5%
+1,3%
+8,1%
Figura 3Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
Principali segmenti
ripartizione del fatturato tra i principali segmenti degli integratori
ALTRI INTEGRATORI
36%PRIMI 10
64%
VITAMINE E SALI MINERALI
15,4%
PROBIOTICI13,0%
PATOLOGIE INVERNALI,GOLA TOSSE
5,5%CONTROLLO DEL PESO
5,1%
ENERGETICI4,8%
COADIUVANTI FUNzIONE
INTESTINALE4,7%
NUTRICOSMETICI4,6%ANTIOSSIDANTI
4,1%
CONTROLLO DEL COLESTEROLO
3,7%
CIRCOLAzIONE3,4%
dell’anno, rispetto ai prodotti Otc e Sop che
nel percepito del consumatore riteniamo
essere i “prodotti” più sovrapponibili e vici-
ni, proprio perché più legati a un bisogno di
cura e salute. Non dimentichiamoci, inoltre,
che spesso gli integratori sono prescritti o
suggeriti dal medico stesso. In questo con-
fronto gli integratori appaiono decisamente
“più in forma” con un trend rispettivamente
del +8,1 per cento (anno) e +8,4 per cento
(primo trimestre) rispetto ai comparti Sop e
Otc, che sono invece in flessione (figura 2).
Doveroso ricordare che, a questa ottima
performance contribuiscono anche una
maggiore innovazione di prodotto rispet-
to al mondo degli Otc e Sop, che portano
a un ampliamento ulteriore degli ambiti di
applicazione.
degli antiossidanti che sono però stabili, e
con picchi decisamente interessanti come il
+14,1 per cento per i prodotti per le patolo-
gie invernali, gola e tosse o il +13,8 per cento
quelli per il controllo del colesterolo sull’anno
a marzo 2014. Interessante osservare anche
la graduatoria in ordine di trend decrescen-
te, ne emergono segmenti minori, ma che
al proprio interno presentano prodotti con
performance molto soddisfacenti: si tratta,
per esempio, dei prodotti per le ossa e le ar-
ticolazioni, dei prodotti per la prostata o dei
coadiuvanti delle funzioni delle vie urinarie.
(figure 3 e 4).
LE AzIENDE E I PRODOttIConcentrandoci ora sulla graduatoria del-
le principali aziende (tabella 1) è possibile
notare come il mercato abbia dimensioni
notevoli e sia molto disperso: le prime venti
aziende coprono il 37,4 per cento del fat-
turato del comparto, la restante parte del
fatturato si ripartisce tra oltre 1.600 azien-
de. Interessante notare come l’azienda le-
ader sia Aboca, che nel tempo ha scalato
18maggio 2014
Primo piano Mercato
Segmenti degli integratori
Figura 4Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
fatturato annuale (euro) dei primi 10 segmenti diff. % anno precedente
INTEGRATORI DI VITAMINE E SALI MINERALI
PROBIOTICI
PRODOTTI PER PATOLOGIE INVERNALI, GOLA E TOSSE
COADIUVANTI NEL CONTROLLO DEL PESO
ENERGETICI
COADIUVANTI DELLA FUNzIONE INTESTINALE
COADIUVANTI NEL CONTROLLO DEL COLESTEROLO
NUTRICOSMETICI
ANTIOSSIDANTI
PRODOTTI PER LA CIRCOLAzIONE
21.800
18.409
7.826
7.177
6.746
6.658
6.493
5.766
5.205
4.756
+5,1%
+14,1%
+4,7%
+4,8%
+5,2%
+1,2%
-0,1%
+5,5%
+13,8%
+5,4%
LE CAtEgORIE PIù vENDUtETra le categorie di integratori più vendute in
farmacia spiccano gli integratori di vitamine
e sali minerali; i probiotici (esclusi ovviamen-
te gli Otc) e i prodotti per le patologie inver-
nali, gola e tosse, che da soli rappresentano
il 34 per cento circa (33,9 per cento) del to-
tale mondo degli integratori. Se a queste
categorie aggiungiamo le altre sette più
vendute, il mercato raggiunge addirittura il
64 per cento del totale. Tutti i segmenti re-
gistrano inoltre trend positivi, a eccezione
Tabella 1Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
fatturato anno mobile diff. % anno prec. quota% fatturato totale
INTEGRATORI 141.357 +8,1% 100,0%
ABOCA 6.548 +7,3% 4,6%
PFIZER 6.540 -0,2% 4,6%
ROTTAPHARM 4.439 +1,1% 3,1%
SOFAR 3.813 +2,3% 2,7%
MONTEFARMACO 2.954 +11,3% 2,1%
NAMED 2.911 +13,7% 2,1%
BIOFUTURA PHARMA 2.187 +7,4% 1,5%
GIULIANI 2.170 -6,9% 1,5%
UNIFARCO 2.117 +21,6% 1,5%
POOL PHARMA 2.069 -3,3% 1,5%
Principali aziende
sempre maggiori posizioni, imponendosi in
questo mercato con prodotti naturali che
hanno raccolto grande consenso. Allineata,
in termini di risultati, Pfizer seguita poi da
Rottapharm, Sofar e Montefarmaco.
Per quello che riguarda i principali pro-
dotti delle categorie più vendute ottima la
performance di Sideral forte di Pharma-
nutra (+37 per cento sull’anno terminante
a marzo 2014) o il Shedirflu 600 20 bust
di Shedri Pharma (+43,2 per cento) e per
quelle categorie con trend “più frizzanti” il
Carti joint forte 20 cpr di Fidia Farmaceutici
(+265 per cento) oppure il Forprost 400 15
cps molli di Shedir Pharma (+514 per cen-
to), vedi tabella 2.
IL MEDICO E IL FARMACIstACome già accennato, il medico e il farmacista
rappresentano il driver di maggiore rilevan-
za nell’acquisto degli integratori. Per capire
meglio quale sia l’incidenza di questi due
aspetti, sono stati attribuiti i listini delle prin-
cipali aziende del mercato integratori (per
una quota totale del fatturato pari al 73 per
cento) a tre aree principali, sulla base delle
modalità prevalenti di informazione e pro-
mozione dei propri prodotti: attività sul me-
dico, attività sulla farmacia, attività mista.
La percentuale di fatturato sviluppata dal-
la prevalente attività sul medico sul totale
fatturato del mondo degli integratori si at-
testa al 35 per cento, che sommata a quella
dell’attività prevalente sul farmacista diventa
addirittura il 60 per cento, dimostrando co-
me, nell’ambito degli integratori, l’attività di
formazione e promozione dei prodotti, che le
aziende rivolgono al medico e al farmacista,
siano molto rilevanti, sia in termini di fattura-
to sia di trend. Inoltre, per quanto riguarda la
farmacia, al training sui prodotti si affiancano
spesso anche attività di promozione in store.
Interessante sottolineare inoltre il differenzia-
le prezzo medio per pezzo tra gli integratori
promossi prevalentemente al medico (17,2 eu-
ro) e quelli al farmacista (12,3 euro). Se a questa
considerazione aggiungiamo il confronto con il
valore del prezzo medio per referenza rispetto
ai prodotti Otc e Sop, che è decisamente molto
19maggio 2014
Primo piano Mercato
Tabella 2Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
fatturato anno mobile diff. % anno prec. quota% fatturato totale
INTEGRATORI DI VITAMINE E SALI MINERALI 21.800 +5,4% 100,0%
POLASE 24BUST PFIZER 1.037 -8,3% 4,8%
POLASE 36BUST PFIZER 711 -12,2% 3,3%
SIDERAL FORTE 20CPS PHARMANUTRA 596 +37,0% 2,7%
BETOTAL PLUS 40CPR PROMO JOHNSON & JOHNSON 577 +11,9% 2,6%
SUSTENIUM PLUS INT FORM 22BUST A.MENARINI 512 -6,1% 2,3%
BETOTAL SCIROPPO CLASS 100ML JOHNSON & JOHNSON 452 -11,0% 2,1%
DITREVIT FORTE 15ML NF HUMANA ITALIA 404 +7,4% 1,9%
POLASE 12BUST EFFERVESCENTI PFIZER 356 +6,5% 1,6%
BETOTAL 20CPR JOHNSON & JOHNSON 341 -1,2% 1,6%
SIDERAL 20CPS PHARMANUTRA 317 +1,6% 1,5%
Principali prodotti
Analisi degli scontrini (scr) che contengono almeno una referenza nella categoria analizzataAUTOMEDICAZIONE (SOP E OTC) INTEGRATORI
Tipo di farmacia frequenza acquisto %
pezzi medi per
scontrino
euro medi per
scontrinoeuro medi per pezzo
frequenza acquisto %
pezzi medi per
scontrino
euro medi per
scontrinoeuro medi per pezzo
FARMACIA COMMERCIALE 37,0% 1,3 9,55 7,52 18,5% 1,2 19,47 16,01
MEDIA ITALIA 41,8% 1,3 9,48 7,52 19,2% 1,2 18,58 15,77
FARMACIA ETICA 46,8% 1,2 9,21 7,41 19,8% 1,1 17,71 15,60
Questa analisi permette di fotografare il valore medio e la frequenza delle vendite nelle categorie Automedicazione e Integratori a confronto con “frequenza” si intende il N° percentuale di singoli eventi di vendita nella categoria esaminata rispetto al totale
Tabella 3Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
più basso (circa il 50 per cento), il mondo de-
gli integratori appare importante anche da un
punto di vista della marginalità.
LO sCONtRINOPer approfondire ancora meglio questo
aspetto abbiamo effettuato un’analisi pun-
tuale sul dato dello scontrino, confrontando il
mondo degli integratori con quello degli Otc e
Sop in tre tipologie di farmacie: la media ita-
liana, la farmacia maggiormente orientata al
commerciale e quella più orientata all’etico.
La frequenza di acquisto per gli integratori
(tabella 3) raggiunge quasi il 20 per cento del
totale (ogni 100 scontrini battuti in farmacia
circa 20 contengono almeno un integratore)
e il valore medio per pezzo è più che doppio
rispetto agli Otc e Sop in tutte le tipologie di
farmacie.
LA FARMACIA PREsIDIO tERRItORIALEL’area dell’extrafarmaco, all’interno della qua-
le si colloca il mondo degli integratori, è quindi
un segmento al quale sempre più farmacisti
stanno prestando la loro attenzione. Tuttavia
questo orientamento non allontana la farma-
cia dal suo ruolo predominante di salute per-
ché, se guardiamo bene all’interno della voce
parafarmaco, possiamo individuare molte ca-
tegorie di prodotti legate ancora a un bisogno
di salute, dove il driver di vendita è il consiglio
professionale del farmacista e del medico.
Nella tabella in questa pagina abbiamo infatti
ricostruito interamente il mercato, aggregan-
do categorie e prodotti sulla base del bisogno
a cui sono destinati e ne emerge una farmacia
media italiana che “risponde” a una domanda
di salute per ben l’85 per cento del suo fattu-
rato. Nelle aree di Parafarmaco Cura abbiamo
infatti ricondotto le referenze dell’extrafar-
maco ancora prescritte a integrazione o in
alternativa di una terapia farmacologica e
nell’area Parafarmaco Benessere quelle non
strettamente legate al trattamento farmaco-
logico ma vicine a una richiesta di “benessere
e bellessere”. Il mondo degli integratori non si
discosta da questa visione: essi rappresenta-
no infatti ben il 41 per cento del fatturato del
segmento Parafarmaco Cura e addirittura
l’80 per cento di quello del Parafarmaco Be-
nessere. (tabella 4 e figura 5). I risultati in ter-
mini di trend dimostrano come siano proprio
questi segmenti ancora una volta a registrare
le performance migliori.
Tabella 4Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
fatturato anno mobile diff. % anno prec. quota% fatturato totale
RICETTA 996.315 -0,0% 61,2%
AUTOMEDICAZIONE 143.776 +0,8% 8,8%
Parafarmaco INTEGRATORI CURA 71.137 +8,9% 4,4%
Parafarmaco CURA ALTRO 173.317 +4,4% 10,6%
Parafarmaco INTEGRATORI BENESSERE 70.220 +7,2% 4,3%
Parafarmaco BENESSERE ALTRO 87.214 +0,4% 5,4%
Parafarmaco MASS MARKET 86.764 -0,9% 5,3%
Principali comparti visti secondo il “bisogno” che guida la domanda
Fonte: Campione New Line pesato a Totale Italia - anno terminante a marzo 2014
85% Salute
Figura 5
riCettaauto
meDiCaZione
ParafarmacoCura
ParafarmacointeGratori
Cura
ParafarmacointeGratoriBeneSSere
ParafarmacoBeneSSere
ParafarmacomaSS marKet
ELABORAzIONI E DAtI A CURA DI NEw LINE RICERCHE DI MERCAtOI dati riportati nell’articolo si riferiscono
alle vendite rilevate su un campione di
4.500 farmacie, statisticamente rap-
presentativo del mercato italiano. I va-
lori nelle tabelle e nei grafici indicano la
vendita media ponderata per farmacia.
La suddivisione nelle principali cate-
gorie del farmaco e del parafarmaco
è realizzata a partire dalla Banca Dati
Federfarma e perfezionata attraverso
uno studio continuo mirato alla costru-
zione di mercati omogenei per area te-
rapeutica e per bisogni di consumo.
20maggio 2014
Primo piano Mercato
21maggio 2014
Primo piano Mercato
PUNTOEFFE.indd 1 06/05/14 19:07
tra storia e trendAlbori e sviluppo del mercato dei nutraceuticidi mariaSanDra aiCarDi, farmacista
22maggio 2014
Primo piano Attualità
IIn Italia una persona su tre fa regolarmente
uso di integratori, probiotici e alimenti fun-
zionali, decretando un trend caratterizzato
da una crescita continua e pressoché co-
stante. Questo conferma che i consumi di
nutraceutici, per cui spendiamo a testa me-
diamente 34 euro all’anno, stanno acquisen-
do sempre più carattere di continuità: il loro
uso, infatti, non è legato a fenomeni estem-
poranei, ma va radicandosi come attitudine,
sostenuta dalla soddisfazione che i consuma-
tori traggono dal loro consumo. Se i dati Istat ci
mostrano che gli italiani hanno reagito ai cali di
spesa pubblica nel settore salute attingendo
alle proprie risorse personali, ne conseguono
un paio di tendenze: da una parte, c’è chi inve-
ste maggiore attenzione e risorse finanziarie
per la difesa della propria salute e del proprio
benessere; dall’altra c’è il progressivo spo-
stamento dalla centralizzazione della sanità
pubblica alla libera scelta dell’individuo e al suo
crescente coinvolgimento diretto nelle scelte
che riguardano la propria salute. La conse-
guenza dei due comportamenti è un aumento
di spesa in questo settore.
IL CONsUMAtOREQual è l’identikit del consumatore di integra-
tori? È una persona residente nel centro-nord
d’Italia, con un’istruzione medio-alta, circa
quarantenne, con un’attenzione alle abitudini
alimentari e a un sano stile di vita, che sce-
glie la farmacia come canale d’elezione per
l’acquisto, anche se viene registrata una cre-
scita significativa del canale parafarmacia. I
più gettonati, tra i nutraceutici, sono quelli per
l’apparato gastrointestinale, al primo posto per
i consumi (il 27 per cento tra tutti quelli venduti
in Italia) e al cui interno spopolano i probiotici,
che rappresentano il 57 per cento dei prodotti
acquistati in questo segmento, e quelli multi-
vitaminici e di sali minerali (1 su 4 dei vendu-
ti). Anche le aziende produttrici specializzate
crescono di numero: erano 372 nel 2009, oggi
sono 511, considerando quelle del settore, con
un fatturato di almeno 250.000 euro. Se la far-
macia è il luogo in cui maggiormente si acqui-
stano gli integratori - vi avviene il 90 per cento
delle vendite secondo Ims Health - il medico di
medicina generale comincia a percepire l’inte-
gratore o il nutraceutico come un prodotto da
conoscere e prescrivere, o meglio consigliare.
Secondo una rilevazione Ims Health, condotta
un anno fa su un campione rappresentativo di
medici di famiglia, 8 su 10 consigliano ai propri
assistiti gli integratori nella pratica quotidiana.
ALLE ORIgINILa pioniera è stata senza dubbio la francese
Marie Béjot, medico nutrizionista, un’infanzia
vissuta a Dakar, specializzatasi nel 1978 Parigi
in Medicina estetica. Fu proprio in quel perio-
do che Marie iniziò a sviluppare il concetto di
“bellezza dall’interno”, mettendo a punto i pri-
mi integratori alimentari tagliati su misura per
le esigenze cosmetiche delle sue pazienti. Nel
1985 Marie Béjot fondò i Laboratori Oenobiol e
lanciò il primo prodotto: una capsula idratante
agli acidi grassi omega-3. Ma è l’introduzione
sul mercato dell’integratore solare, nel 1989,
che segnò un vero e proprio momento di svol-
ta per l’azienda. «Ho lanciato Oenobiol Solaire
basandomi sui bisogni constatati nelle pazienti
all’interno del mio studio medico», dice Béjot.
«Al ritorno dalle vacanze estive, infatti, alcune
riscontravano allergie dovute all’esposizione
al sole, altre si lamentavano per la difficoltà
nell’abbronzarsi, altre ancora vedevano ridursi
Qual è l’identikit del consumatore di integratori? È una persona residente nel centro-nord d’italia, con un’istruzione medio-alta, circa quarantenne, con un’attenzione alle abitudini alimentari e a un sano stile di vita, che sceglie la farmacia come canale d’elezione per l’acquisto
23maggio 2014
Primo piano Attualità
drasticamente gli effetti di alcuni trattamenti di
medicina estetica come i filler». Pensato per
preparare, stimolare e prolungare l’abbronza-
tura, il nutricosmetico ha beneficiato di tutte
le più recenti scoperte sui carotenoidi, uno dei
temi di studio che Béjot predilige. «All’epoca»,
ricorda, «tutte le capsule presenti sul merca-
to coloravano di arancione la pelle delle mani
e la pianta dei piedi. Anche le lacrime e le len-
ti a contatto venivano colorate da dosi quasi
farmacologiche di beta carotene sintetico».
La sua intuizione, a quel punto, fu quella di in-
trodurre carotenoidi naturali all’interno della
formula, cambiando così lo standard degli inte-
gratori per esaltare l’abbronzatura: «Le prime
testimonianze di soddisfazione sono arrivate
dalle mie pazienti, dalle giornaliste e, infine,
dal pubblico. Oggi questo integratore presenta
un tasso di soddisfazione superiore al 90 per
cento presso un campione di più di 4.000 con-
sumatrici intervistate ogni mese».
IL BOOM DEI PRODOttIDopo la nascita di questi primissimi nutraceu-
tici, molte aziende si attivarono e ne seguirono
un’infinità: gli integratori alimentari ed erbori-
stici, i preparati a base di piante officinali, gli ali-
menti funzionali, alcuni alimenti naturalmente
ricchi di componenti bioattivi, fino ad arrivare
ai designer food, cioè gli alimenti ingegneriz-
zati. Riguardo alle materie prime, la maggior
parte dei nutraceutici ha un’origine vegetale:
fibre viscose, b-glucani, proteine di soia, toco-
trienoli e fitosteroli/fitostanoli, glucosinolati,
composti solforati, terpenoidi, polifenoli (quali
antociani, proantocianidine, flavonoli, stilbeni,
idrossicinnamati, cumarine, acido ellagico, el-
lagitannini, isoflavoni, lignani, eccetera) le cui
attività biologiche sono numerose e spesso
ben documentare in letteratura. Un esempio è
la correlazione positiva tra il consumo di frutta
e verdura e la riduzione del rischio di cancro,
che è stata messa in evidenza in diversi stu-
di epidemiologici. O l’efficacia degli isoflavoni
nella riduzione dei disturbi neurovegetativi
(vampate, sudorazioni, eccessiva irritabilità,
sbalzi d’umore…) tipici della menopausa. Alcuni
di questi, regolando la produzione ormonale in
modo del tutto naturale, sono utili per la pre-
venzione di tumori all’utero e alla mammella e
rappresentano una protezione sia per l’appa-
rato cardiocircolatorio, per via della riduzione
del livello dei lipidi nel sangue, sia per l’apparato
osteoarticolare. Il trend vede in testa quelli del
trifoglio rosso, 45 volte più efficaci degli iso-
flavoni della soia, grazie alla presenza di ben
quattro isoflavoni rispetto ai soli due della soia,
all’elevata biodisponibilità (entrano in circolo
già dopo quindici minuti rispetto alle tre ore
necessarie alla soia) a cui si unisce una mag-
giore affinità recettoriale e l’assenza totale di
zuccheri (presenti negli isoflavoni della soia
sottoforma di aglicone), che comporta una più
facile assimilazione.
Riscontra molto successo, per la sua effica-
cia, un nuovo prodotto fitoterapico nato per
sostenere il sistema immunitario nei mesi in-
vernali, supportato da studi clinici e brevettato
da Named. È a base di Panax quinquefolium,
pianta canadese che ha superato la “moda”
dell’Echinacea. Contiene un innovativo po-
ol di poli-furanosil-piranosil-saccaridi, i quali
vantano una significativa azione immunomo-
dulante e sono in grado di attivare la risposta
immunitaria sia a livello dei macrofagi sia a li-
vello dei linfociti. Il Panax è associato al succo di
Sambucus nigra, ricco di antocianine, flavonoi-
di naturali ad azione antiossidante, che sono in
grado di bloccare la replicazione cellulare dei
virus. Molto meno numerosi sono i nutraceu-
tici di origine animale, anche se alcuni di essi,
come i noti acidi grassi Omega-3, sono tra i
più diffusi. Questi possono presentarsi in for-
ma legata a trigliceridi, come nel caso dell’olio
di pesce, o a fosfolipidi, come nel caso dell’olio
di krill, così il loro assorbimento risulta più facile
e rapido. Infatti l’olio di krill, grazie alla struttura
degli Omega 3 che contiene, si disperde in ac-
qua. Pertanto si amalgama subito con i succhi
gastrici, senza provocare lo spiacevole ritorno
di gusto di pesce.
IL sUCCEssO«Il successo degli integratori è dovuto al fatto
che le persone entrano sempre di più in farma-
cia, non per ricordarsi di sentirsi malate, ma per
trovare supporto nel prendersi cura del bene
più grande che hanno: la salute», afferma Lu-
ca Crippa, country manager di Nestlé Health
Science. «Un esempio pratico: una signora di
39 anni che si reca in farmacia per acquistare
un antibiotico per la madre o per la figlia e che
considera, insieme al farmacista, l’acquisto di
un super-ricostituente: proteico, vitaminico
e con micronutrienti. La signora non sta cer-
cando l’ennesimo medicamento per sconfig-
gere il male, ma la marcia in più per riportare al
100 per cento le difese naturali. Vorrei anche
aggiungere che non si dovrebbe aspettare
un’infezione batterica per riflettere sulla salute
di una persona anziana e di una ragazzina. Gli
anziani hanno un catabolismo accelerato della
massa muscolare (bastano alcuni giorni di non
movimento per perdere peso) mentre gli ado-
lescenti hanno un anabolismo molto esigente.
La loro dieta ha abbastanza vitamine e minerali
per supportare anabolismo e ridurre il catabo-
lismo di entrambi? La signora di 39 anni proba-
bilmente non ha molto tempo per porsi spesso
queste domande. Il farmacista può aiutarla in
questa riflessione».
24maggio 2014
Primo piano Attualità
Primo piano Attualità
NATHURA.COM
Il rimedio celere ai disturbi della regione anale
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Gel a base di acido ialuronico con estratti naturali per favorire la cicatrizzazione, lenire e lubrifi care la cute e la mucosa della regione anale. Tutto questo è
Dall’antico speziale all’odierno
farmacista di tempo e aggior-
namenti ne sono trascorsi, ma
la professionalità del prepara-
tore fonda le proprie origini in
un periodo in cui centrale era l’allestimento
oltre alla vendita del rimedio, in un rapporto di
collaborazione con il medico prescrittore. Per
affrontare le sfide del futuro professionale si
sta tornando a porre una maggior attenzione
a questa importante attività, che distingue ed
eleva il punto vendita, oltre a fornire un servi-
zio ai pazienti-clienti con particolari necessi-
tà. Merito va anche ad associazioni come la
Società italiana farmacisti preparatori (Sifap),
che si adopera da anni per la tutela e l’aggior-
namento di questa disciplina. Sì, perché il pre-
parato galenico è considerato un medicinale
ad alto rischio rispetto al prodotto industriale.
In particolare ben si sa che il magistrale è con-
sentito solo per sopperire a eventuali carenze
non soddisfatte dall’industria, come l’utilizzo di
eccipienti alternativi in caso di allergie o intolle-
ranze, una diversa forma farmaceutica o diffe-
rente dosaggio se si tratta per esempio di un
paziente pediatrico, sempre dopo un’attenta
valutazione del rapporto rischio/beneficio che
comporta l’allestimento.
Allestire nutraceutici vegetali
L’attività di preparazione sta riacquisendo vigore, con nuove prospettive che vanno oltre il solo medicinale magistraledi eLena BottaZZi, farmacista
26maggio 2014
Primo piano Galenica
Attualmente si riscontra particolare aumento
e richiesta di specialità contenenti ingredienti
vegetali, che possono essere preparate come
magistrali per uso topico o orale in capsule o
compresse oppure, ove possibile dopo un’at-
tenta valutazione, come salutistici.
È bene ricordare che è possibile allestire co-
me “salutistici” in deroga alla circolare n. 3 del
18 Luglio 2003, confermato dalla nota DG San
0015807 -P-19/05/2010, estemporanea-
mente e non, preparati non medicinali a base
di ingredienti vegetali a condizione che:
◆ siano a base di piante, loro parti e derivati
riportati in un apposito elenco stilato dal mini-
stero della Salute;
◆ siano per uso orale;
◆ siano ottenuti seguendo le Nbp;
◆ siano venduti direttamente e unicamente ai
clienti della farmacia.
Per questa categoria di prodotti si ha una
maggiore libertà nel determinare il prezzo fi-
nale, quindi nell’affiliare la clientela anche da
un punto di vista economico.
LA LIstA BELFRItCome è stato rimarcato nell’ambito del quin-
to congresso Sifap - svoltosi lo scorso aprile
a Roma nell’ambito di FarmacistaPiù - per i
botanicals in Italia esiste il Dm 9 luglio 2012,
aggiornato a gennaio 2013, riguardante le
sostanze ammesse all’interno dei preparati
allestiti in farmacia.
Per fare in modo che, alla stregua delle so-
stanze nutritive (vitamine, minerali...), per
i quali già esiste un elenco armonizzato a
livello europeo, anche gli ingredienti vege-
tali raggiungano un’uniformità nei vari Paesi
dell’Unione, nel 2011 è stata avviata una col-
laborazione tra Italia, Belgio e Francia di reci-
proco riconoscimento degli estratti ammessi,
giungendo a stilare la cosiddetta “Lista Bel-
frit”, che nel 2015 in Italia sostituirà l’attuale,
valevole solo a livello nazionale. Saranno così
ammessi 120 nuovi estratti vegetali, che si
vanno ad aggiungere ai circa 1.200 già pre-
senti. Per citare un esempio, sarà possibile
includere nelle preparazioni anche i semi di
Aesculus Hippocastanum, attualmente non
ammesso nel nosto Paese.
PER PREPARARsI In analogia a quanto avviene nell’allestimento
di preparati medicinali, l’utilizzo da parte del
farmacista preparatore delle procedure inte-
grali applicative delle Nbp invece delle sempli-
ficate agevolerebbe anche il modus operandi dei preparati salutistici. Infatti, sebbene le cri-
tiche mosse all’applicazione delle integrali
affermino che, soprattutto per una farmacia
di piccole dimensioni, si dovrebbe conservare
un’eccessiva quantità di documenti e proce-
dure, oltre ai fogli di lavorazione, in realtà que-
sti ultimi agevolano molto l’attività in quanto
permettono per esempio di risalire imme-
diatamente al lotto del flacone della sostanza
utilizzata (senza dover conservare il flacone
vuoto per sei mesi, come da semplificate) e
di indicare la composizione quali-quantitativa
degli attivi, mentre solo qualitativa per quan-
to riguarda gli eccipienti. Allo stesso modo si
può affermare che le procedure indicate nelle
norme integrali in realtà semplifichino l’atti-
vità di preparazione, poiché accompagnano
il farmacista nelle varie fasi, prevedendo la
compilazione dell’organigramma, che stabi-
lisce “chi fa cosa”, le procedure di pulizia dei
locali e di allestimento delle forme farma-
ceutiche. Attualmente esistono poi gestionali
che, alla stregua del controllo del magazzino
e degli ordini, già dispongono al loro interno
delle procedure e accompagnano il profes-
sionista nell’attività.
Un altro aspetto che può sembrare critico per
chi decide di dedicare parte del proprio punto
vendita al laboratorio galenico è l’investimen-
to da affrontare per l’acquisto delle strumen-
tazioni necessarie all’allestimento. In realtà
molte apparecchiature sono già presenti ob-
bligatoriamente in farmacia, come stabilito
dalla tabella 6 della Farmacopea: bilancia, al-
colometro, bagnomaria, apparecchio per la
determinazione del punto di fusione... Il farma-
cista quindi dovrà solo chiarirsi le idee e valu-
tare eventuali ulteriori investimenti in base alle
forme farmaceutiche che intende preparare.
COME PREPARAREPer l’allestimento dei salutistici a base vegetale
nel laboratorio della farmacia, Sifap organizza
corsi sul territorio nazionale, proponendo un
percorso di lavoro confermato dalle più recenti
indicazioni sull’attività del farmacista territo-
riale e ospedaliero, basato su tre aspetti cardi-
ne: esame della letteratura disponibile, cosa si
può preparare e come la si prepara.
Una volta stabiliti questi aspetti, oltre alle
consuete verifiche sulla fattibilità del pre-
parato si dovranno valutare le caratteri-
stiche chimico-fisiche della materia prima
quali la solubilità e l’eventuale igroscopicità,
quest’ultima in grado di condizionare la scor-
revolezza della polvere. Circostanza che, nel
caso di capsule e compresse, richiederebbe
un’attenta e idonea scelta dell’eccipiente. Un
approfondito esame possono richiedere an-
che le modalità di conservazione e di utilizzo,
quindi se la materia prima sia sensibile alla
luce o incompatibile con qualche materiale o
eccipiente. Solo al termine di questa analisi,
effettuata con l’ausilio della scheda tecnica e
della letteratura di riferimento, sarà possibile
allestire la preparazione. Gli estratti di origine
vegetale sono solitamente contraddistinti da
una bassa biodisponibilità legata alla polari-
tà delle molecole, che contrasta il passaggio
attraverso le barriere lipidiche. Infatti, per
raggiungere una buona disponibilità un attivo
naturale deve possedere un corretto bilancio
allo stesso modo si può affermare che le procedure indicate nelle norme integrali in realtà semplifichino l’attività di preparazione, poiché accompagnano il farmacista nelle varie fasi, prevedendo la compilazione dell’organigramma, che stabilisce “chi fa cosa”, le procedure di pulizia dei locali e di allestimento delle forme farmaceutiche
27maggio 2014
Primo piano Galenica
tra idrofilia e lipofilia. Per ovviare alle proble-
matiche accennate viene in aiuto anche la
tecnologia brevettata del Fitosoma, che mira
a creare un complesso tra il botanical e un fo-
sfolipide, in modo da ridurre la polarità dell’at-
tivo e permettere il suo passaggio attraverso
le barriere lipidiche. Si tratta di una dispersione
solida in cui gli estratti vegetali interagiscono
con i fosfolipidi della soia attraverso deter-
minati rapporti ponderali, formando addotti
non covalenti; ne deriva un sistema in grado di
migliorare l’assorbimento e la disponibilità di
alcune tipologie di attivi vegetali. Nonostan-
te le analogie non può essere considerato
un liposoma, in quanto in quest’ultimo l’in-
grediente attivo è generalmente contenuto
all’interno della struttura micellare costituita
da fosfolipidi. Nel Fitosoma invece l’attivo è
intercalato tra la testa polare e le code idro-
fobiche, diventando parte integrante della
membrana micellare. Inoltre nel liposoma il
contenuto fosfolipidico è circa cinque volte più
alto, rendendolo inadatto ai dosaggi accet-
tabili per gli ingredienti naturali. Per citare un
esempio di applicazione del Fitosoma, i poli-
fenoli glicosilati hanno una buona idrosolubi-
lità, ma sono scarsamente assorbiti a causa
delle elevate dimensioni molecolari, incom-
patibili con il processo di diffusione passiva
e/o della scarsa miscibilità con i componenti
lipidici. Sono però dotati di elevata affinità
per i fosfolipidi, con i quali formano legami
idrogeno e interazioni dipolari con i gruppi
fosfato di cui sono costituite le teste polari.
Da questa interazione nasce il Fitosoma che,
mantenendo le caratteristiche lipofile dei fo-
sfolipidi contenuti, riesce ad attraversare le
membrane biologiche fungendo da carrier
per l’attivo vegetale contenuto, proteggen-
do, allo stesso tempo, il fitocostituente dalla
degradazione idrolitica, migliorandone così la
stabilità. Conferme sulla validità di questo tipo
di tecnologia sono giunte dagli studi condotti,
tanto che attualmente può essere applicata a
una serie di estratti frequentemente utilizzati
nella produzione di nutraceutici. L’estratto di
Curcuma longa rappresenta un esempio evi-
dente. La curcumina in esso contenuta, infatti,
presenta scarsa idrosolubilità, instabilità chi-
mica a pH intestinale e basso assorbimento
orale, riducendone, in passato, il possibile
utilizzo clinico. La dispersione nella matrice
fosfolipidica, possibile grazie all’interazione
tra i gruppi polari dell’attivo e le teste polari
fosfolipidiche, permette di veicolare l’atti-
vo attraverso le membrane biologiche. Si è
così potuto “recuperare” un noto e impor-
tante rimedio antinfiammatorio per la salute
osteoarticolare, per ridurre dolore e rigidità.
Gli studi finora effettuati hanno permesso di
affermare che tale formulazione permette di
migliorare la stabilità chimica della curcumi-
na nel tratto intestinale, proteggendola dalla
degradazione idrolitica e consentendo quindi
di aumentare la biodisponibilità dell’estratto
per via orale di circa trenta volte. Una volta di
fronte a un estratto ottenuto con la tecnica
del Fitosoma è comunque importante per il
farmacista confrontare i dati e la letteratura
forniti dal produttore con quelli di altre fonti bi-
bliografiche, per esempio professionisti par-
ticolarmente attivi, sempre secondo i criteri
di trasparenza e i metodi dell’Evidence based medicine (Ebm). Oltre alle fonti cartacee sono
utili anche ricerche on line per esempio sui siti
Pubmed e Pubchem.
A livello operativo sono necessarie alcune
accortezze nell’utilizzare questi estratti; con-
siderando per esempio la formulazione in
capsule, la bassa densità apparente limita la
quantità che si può introdurre nella capsula,
anche se di tipo 0 oppure 00. Ove fosse ne-
cessario aumentare la quantità di estratto
da inserire è bene ricordare che il metodo di
riempimento è “a caduta libera non forzata”;
quindi si deve evitare ogni sistema che, com-
primendo eccessivamente la polvere, possa
alterare il tempo di dissoluzione e di riflesso la
biodisponibilità. In particolare è sconsigliabile
utilizzare i compattatori a puntali per com-
primere le polveri negli alveoli, sia usando
incapsulatrici manuali sia semiautomatiche,
in quanto tale sistema può interferire con
l’uniformità di massa del preparato. È sicura-
mente da preferire un opportuno sistema vi-
brante che disperda uniformemente le polveri
all’interno degli alveoli. A causa della scarsa
scorrevolezza potrebbe essere necessario
scegliere un’opportuna miscela di eccipienti,
nella quale sia presente un agente di scorri-
mento utilizzando, per esempio silice anidra
alla concentrazione dell’1 per cento.
Per l’allestimento di compresse invece, a cau-
sa delle già ricordate scarsa scorrevolezza e
bassa densità apparente, si può preparare per
compressione diretta per dosi unitarie il cui
valore generalmente non supera il 20-30 per
cento dell’intera massa di eccipiente, che co-
stituirà il 70-80 per cento della compressa.
DROgHE vEgEtALI: PRINCIPALI INtERAzIONI FARMACOLOgICHEAglio: warfarin, Ace-inibitori, antivirali, antinfiammatori.
Ginseng: warfarin, antipiastrinici, antidepressivi, antiepilettici.
Ginkgo: warfarin, antinfiammatori, calcio-antagonisti, antinfiammatori, antidepressivi, salicilati.
Iperico: warfarin, digossina, antidepressivi, ansiolitici, ormoni sessuali, antivirali, immuno-soppressori, antitumorali, anestetici, teofillina.
EtICHEttA DEL PREPARAtO sALUtIstICO◆ Indicare sempre la posologia (il salu-tistico è privo di ricetta medica) e, non trattandosi di medicinale, non inserire frasi che possano rimandare a proprietà terapeutiche;
◆ inserire le note indicate nel Dm 9 luglio 2012 per le sostanze che lo richiedono (per esempio Citrus Aurantium).
28maggio 2014
Primo piano Galenica
Primo piano Galenica
Ancora molti quesiti riman-
gono aperti accingendosi a
parlare di apparato gastroin-
testinale. Innanzitutto perché
esso comprende un insieme
di organi che attraversano verticalmente
quasi tutto l’organismo, quindi coinvolti in
importanti interazioni fisiopatologiche con
altri apparati e sistemi. Non a caso molti
specialisti affermano che lo stato di salute
del digerente si evince già dalla condizione in
cui si trovano l’“inizio” e la “fine” di esso, ov-
vero il cavo orale e il retto-ano. Vi sono anche
esperti che sostengono con convinzione che
l’intestino possa essere definito un “secondo
cervello”, poiché pare dotato di una memo-
ria fisica ed emozionale. Inoltre alcuni studi
documentano che gli squilibri del tratto ga-
strointestinale possano essere implicati nel-
lo sviluppo di diverse patologie sistemiche
di considerevole entità, tra le quali sindrome
dell’intestino irritabile, morbo celiaco e ma-
lattie reumatiche, ma anche depressione.
NUOvE EvIDENzESecondo gli studi compiuti dalla medicina fun-
zionale, che vede ogni sistema biologico in
grado di autoregolarsi in base agli stimoli am-
bientali con cui entra in relazione, vi è una in-
terconnessione tra disturbi del tratto digerente
Apparato digerente: come e quando integrareMolti disturbi e sintomi: il gastroenterico ricopre un ruolo centrale in varie condizioni patologiche di diversa entità. La medicina funzionale e i nutraceutici specifici aiutano a ripristinare la corretta eubiosi
di eLena BottaZZi, farmacista
30maggio 2014
Primo piano Nutraceutica
e squilibri presenti in altri distretti. Fondamento
delle alterazioni sarebbe uno sbilanciamento
tra il sistema nervoso ortosimpatico e para-
simpatico, le cui funzioni, complementari ma
opposte, sono alla base dei principali mec-
canismi presenti nell’organismo. Molti esperti
suggeriscono inoltre un particolare legame tra
apparato respiratorio, tegumentario e digeren-
te come organi emuntori, poiché accomunati
dalla stessa origine embrionale. Infatti se, co-
me accennato, ancora diverse teorie necessi-
tano di ulteriori validazioni, vi sono comunque
evidenze che suggeriscono l’importanza del
mantenimento dell’integrità e dell’equilibrio
dell’apparato gastrointestinale per contribuire
a trattare e ridurre l’incidenza delle patologie
sistemiche a esso associate. I nutraceuti-
ci costituiscono un valido aiuto preventivo e
curativo a disposizione del paziente e del far-
macista, che essendo a conoscenza delle
terapie già in atto e dello stato di salute della
persona che ha di fronte, può istruire e consi-
gliare la strategia d’integrazione migliore.
A partire dal cavo orale: un’insufficiente masti-
cazione può sia avere conseguenze negative
sulla digestione sia, in caso vi siano problema-
tiche di dentizione, portare verso il consumo di
cibi più facilmente scindibili, ma magari meno
ricchi di fibre e micronutrienti come vitamina A,
E e zinco. La carenza di quest’ultimo ha dimo-
strato di potere compromettere la funzionalità
dell’anidrasi carbonica presente nella saliva,
portando a un’alterata percezione dei sapo-
ri. Non solo: lo zinco svolge un ruolo centrale
nel sistema immunitario ed è un componente
fondamentale di enzimi che partecipano alla
sintesi e al metabolismo di carboidrati, lipidi,
proteine e acidi nucleici, oltre a partecipare alla
trascrizione di polinucleotidi, quindi al proces-
so di espressione genetica. Anche farmaci
che contengono gruppi sulfidrilici (come ace-
inibitori, metimazolo e penicillamina), chelando
zinco e rame, ne provocano deplezione, cau-
sando disgeusia. Per questo motivo, individui
che assumono le terapie sopracitate o che
manifestano raffreddore o influenza ricorrenti,
alterazione del gusto, alopecia, lesioni cuta-
nee a lenta guarigione, necessiterebbero di
un’integrazione con zinco. Se già a livello del
primo tratto dell’apparato digerente vi posso-
no essere situazioni che provocano carenza
di nutrienti, a maggior ragione alterazioni a li-
vello di stomaco e intestino trascinano con sé
conseguenze importanti. Come l’argomento
antiacidi: è ormai raro trovare un paziente, so-
prattutto cronico, che insieme alle ricette dei
farmaci specifici per la patologia non assuma
anche un gastroprotettore. Riduzione o ad-
dirittura eliminazione, seppur temporanea,
dell’acidità normalmente presente nel lume
dello stomaco significa perdita della fisiologi-
ca capacità digestiva presente in questo tratto
dell’apparato gastroenterico. Atrofia gastrica
e terapie antiacidità riducono l’assorbimento
della vitamina B12, che è normalmente insta-
bile a pH alcalino. L’acloridria però può ridurre
anche l’assorbimento di ferro, calcio e folato;
l’ambiente acido, infatti, contribuisce a solubi-
lizzare il ferro presente negli alimenti.
IL sECONDO CERvELLODiscorso a parte merita l’intestino, organo
costituito da un’elevata complessità ana-
tomofisiologica e biochimica, facente parte
dell’apparato digerente, ma, si potrebbe dire,
non solo, vista la stretta relazione con il siste-
ma di difesa immunitaria di tutto l’organismo.
Si sa bene che presenta circa 300 metri qua-
dri di estensione dell’epitelio disponibili all’as-
sorbimento; funziona come un enorme filtro
selettivo per i nutrienti e le sostanze che do-
vranno essere poi eliminate e comprende al
suo interno un importante numero di colonie
di flora batterica, oltre al sistema immuni-
tario associato alla mucosa e alle cellule del
rivestimento epiteliale. Ne deriva quindi che,
qualora si presenti uno squilibrio nella selet-
tività e permeabilità delle sostanze con cui
quotidianamente entra in contatto, possano
subentrare problematiche e patologie anche
a livello di altri distretti dell’organismo. Molto
differenti le cause che possono portare all’al-
terazione della permeabilità. Prime tra tutti le
intolleranze, in particolare al lattosio e al gluti-
ne, che provocano, tra gli altri sintomi, atrofia
dei villi, gonfiore e alterata digestione. Ma non
è tutto: lo stress e l’eccesso di additivi alimen-
tari (acidificanti, addensanti, agenti di carica,
lieviti, antiossidanti, edulcoranti) che si trovano
nei cibi, soprattutto preconfezionati, ma mol-
to spesso come eccipienti anche nei farmaci,
sono ritenuti responsabili, a lungo andare, di
possibile alterazione dell’integrità della barrie-
ra intestinale. Per questo motivo fondamenta-
le per il processo di guarigione è innanzitutto
la ricerca della causa; la medicina funzionale
vede nell’attribuzione delle “responsabilità”
la prima strategia di cura. In questo modo si
potrà poi cercare di procedere alla correzione
fisiologica del deficit. Nella disbiosi intestinale
vi possono essere infatti alla base fenome-
ni fermentativi o putrefattivi; i primi portano
alla proliferazione di anidride carbonica e al-
cool, mentre i secondi causano la liberazione
di cadaverina, putrescina, istamina, tiramina,
il cui eccesso è fonte di tossicità epatica. Da
questo fenomeno s’instaura un circolo vizio-
so che porta all’innesco di altri sintomi solo in
apparenza non collegati, come emicrania, al-
terazioni nella defecazione, difficoltà nell’ad-
dormentamento o più in generale disturbi del
sonno.
FItONUtRACEUtICIAttraverso alcune domande mirate il farmacista
può quindi indirizzare il cliente-paziente verso
l’uso del nutraceutico più idoneo. Particolare
Apparato digerente: come e quando integrare
Se ancora diverse teorie necessitano di ulteriori validazioni, vi sono comunque evidenze che suggeriscono l’importanza del mantenimento dell’integrità e dell’equilibrio dell’apparato gastrointestinale per contribuire a trattare e ridurre l’incidenza delle patologie sistemiche a esso associate
31maggio 2014
Primo piano Nutraceutica
importanza è rivestita da alcuni estratti di ori-
gine vegetale, in grado di stimolare il processo
digestivo e la funzionalità degli organi del tratto
gastroenterico. Il rimedio cosiddetto naturale,
seppur somministrato in dosi ponderali come
il corrispondente chimico, presenta solitamen-
te vantaggio di una minor incidenza di effetti
avversi correlati all’assunzione; per esempio,
l’estratto di salice ha in sé già l’“antidoto” che
garantisce una bassa probabilità di disturbi ga-
strici, decisamente inferiori rispetto all’acido
acetilsalicilico. Fondamentale rimane però la
titolazione dell’attivo e la garanzia della coltiva-
zione e provenienza, per la riproducibilità della
dose ed effetto.
Per contrastare, per esempio, la formazione di
gas e la fermentazione si usa comunemente
l’estratto del frutto di anice: antispasmodico,
antifermentativo e carminativo. Specifici per
sostenere il processo di digestione operato dal
pancreas sono la papaya e l’ananas, entrambi
dotati di enzimi proteolitici, utili anche sulla glia-
dina in soggetti celiaci. La bromelina può inoltre
impedire l’adesione di eventuali batteri dannosi
per il rivestimento del piccolo intestino. La fun-
zionalità epatica è migliorata dal cardo mariano,
in grado di contribuire alla rigenerazione degli
epatociti e di ridurre gli agenti tossici, mentre
l’estratto di curcuma si è rivelato coleretico e
colagogo, oltre a presentare citoprotezione
gastrica e evitare la formazione di ulcere. Sti-
molanti la digestione sono anche l’estratto del
rizoma di zenzero, di fiori di camomilla e l’e-
stratto di radice di genziana. Il primo stimola le
contrazioni antrali, riducendo il tempo di svuo-
tamento gastrico, la seconda allevia gli spasmi
intestinali e le eventuali irritazioni, mentre la
genziana si è rivelata antidispeptica e in grado
di stimolare i recettori gustativi, provocando
aumento delle secrezioni gastriche e salivari.
Seppure differenti tra loro, tutti questi estratti
possono essere scelti dal farmacista, da soli
o in associazione, per consigliare un’integra-
zione in caso di digestione lenta, sonnolenza
postprandiale, gonfiore addominale, dispepsia
e alitosi. Secondo la medicina funzionale, nel
caso in cui l’iperreattività del sistema simpatico
porti un eccessivo carico di stress sull’apparato
gastrointestinale con conseguente caratteri-
stico gonfiore sopraombelicale, stipsi e affati-
camento soprattutto a livello di fegato e reni, è
importante un aiuto per il recupero vagotonico
e anabolico. La verga d’oro agisce favorendo il
ripristino della funzionalità renale, mentre cur-
cuma, cardo mariano e zenzero agiscono a li-
vello epatico. Quando al contrario l’organismo
vive una situazione d’infiammmazione dovuta
a iporeattività del simpatico, che può portare
a gonfiore nella parte inferiore del tratto ga-
stroenterico, è necessario fornire un aiuto che
favorisca il recupero catabolico e simpatico-
tonico. Per esempio, l’estratto d’ippocastano
e di zucca hanno un effetto antinfiammatorio,
stimolando le cortico-surrenali il primo e con-
tenendo direttamente steroidi quest’ultima.
PROBIOtICI Un particolare accenno meritano i probiotici,
di cui ormai si possono trovare innumerevoli
prodotti in commercio, non a torto, in quanto
svolgono funzioni fondamentali per il man-
tenimento dello stato di salute del gastroen-
terico, soprattutto dell’ambiente intestinale.
Innanzitutto costituiscono una barriera anti-
microbica contro l’eccessiva proliferazione di
lieviti e funghi, oltre alla sintesi di vitamine, tra
cui B, K e acido folico. Favoriscono la metabo-
lizzazione degli ormoni steroidei, l’abbassa-
mento del pH e di conseguenza la creazione
di un ambiente sfavorevole alla crescita di pa-
togeni. Come già accennato, il ruolo del pH è
fondamentale, anche dal punto di vista della
difesa immunitaria; ne consegue che terapie
che mirano a neutralizzare l’acidità gastrica
possano causare una non corretta steriliz-
zazione del chimo e atrofia della mucosa. Allo
stesso modo, nel colon variazioni di pH si as-
sociano all’instaurarsi di patologie croniche e a
un’aumentata incidenza di sviluppo di tumore.
A questo proposito l’acido butirrico prodotto
dai probiotici concorre nel neutralizzare l’atti-
vità dei carcinogeni introdotti con la dieta, oltre
a influenzare il ricambio degli enterociti.
A seconda del tratto di digerente che si con-
sidera vi sono differenti tipologie di colonie
Integrazione gastroenterica
Zinco: alterata masticazione, farmaci con gruppi sulfidriliciCalcio, ferro, folati: antiacidiAnice: gonfiore, fermentazionePapaya-ananas: digestione proteicaZenzero, camomilla, genziana: eupepticiCurcuma, cardo mariano: funzionalità epaticaVerga d’oro: funzionalità renale
32maggio 2014
Primo piano Nutraceutica
di microflora intestinale; a livello gastrico so-
no presenti soprattutto lattobacilli e strep-
tococchi, mentre nell’intestino si insediano
principalmente i bifidobatteri, i più importanti
nel favorire la sintesi vitaminica. In ogni ca-
so, affinché risulti efficace, l’integrazione con
probiotici deve garantire che i microrganismi
utilizzati siano esattamente quelli presen-
ti nell’intestino umano in condizioni di salute
e che ovviamente siano sicuri per l’impiego
sull’uomo, senza causare effetti collaterali, so-
prattutto nei pazienti immunocompromessi.
Devono inoltre essere attivi e vitali nell’am-
biente in cui andranno ad agire, resistendo
quindi al pH, ai succhi gastrici, alla bile e al suc-
co pancreatico. I fermenti lattici possono es-
sere anche associati ai rimedi vegetali sopra
menzionati in quanto sinergici nel coadiuvare il
ripristino dell’eubiosi. Un classico esempio del
lavoro combinato di entrambe le classi di nu-
traceutici può essere la candidosi, che non an-
drebbe riferita al solo ecosistema vaginale, ma
inquadrata innanzitutto come sbilanciamento
del sistema di difesa intestinale, non in grado
di contrastare l’eccessiva crescita di un fungo
che normalmente “convive” già nell’uomo con
altri microrganismi senza arrecare disturbi. Per
ridurre l’aumento di questo saprofita ed eli-
minare quindi anche i disturbi legati alla sfera
genitale si è rivelato utile l’estratto di semi di
pompelmo, dotato di ampio spettro antibat-
terico e antimicotico, così come, il classico
estratto di cranberry, l’aglio e l’olio di origano,
entrambi con spiccate proprietà antiproliferati-
ve nei confronti della Candida albicans, anche
in associazione ai probiotici, in particolare Lac-tobacillus rhamnosus, acidophilus e plantarum
(chiamata flora di Doderlein).
affinché risulti efficace, l’integrazione con probiotici deve garantire che i microrganismi utilizzati siano esattamente quelli presenti nell’intestino umano in condizioni di salute e che siano sicuri per l’impiego sull’uomo
Primo piano Nutraceutica
L’alimentazione è uno dei fattori non
genetici che maggiormente contri-
buiscono all’insorgenza di malattie
cronico-degenerative. È facile pre-
vedere quindi che in un futuro non
lontano aumenti significativamente il numero
di patologie correlate a non corretti stili di vita,
nei quali l’alimentazione gioca un ruolo di primo
piano, con conseguente aumento delle spese
sanitarie per la cura. Di qui l’importanza degli
alimenti cosiddetti “funzionali”, che non hanno
il semplice ruolo di strumenti per la sopravvi-
venza e il piacere di mangiare, ma si dimostrano
davvero utili alla medicina preventiva in quanto
fonti di principi bioattivi. Questi biocomponenti,
che non rientrano nella categoria dei nutrienti
classici, prendono il nome di nutraceutici.
CIBI FUNzIONALI«Consumati sotto forma di alimenti e non di
farmaci, rappresentano una delle nuove fron-
tiere della nutrizione, in quanto hanno il valo-
re aggiunto della prevenzione della salute, e
in virtù di questo plusvalore possono essere
considerati dei farma-alimenti», sottolinea
Enrico Roda, presidente della fondazione Isti-
tuto di scienze della salute. «La volontà della
Fondazione è quella di studiare e realizzare cibi
funzionali, trasferendo conoscenze dal mondo
scientifico al settore agroindustriale con il coin-
volgimento trasversale di ricercatori, servizi
tecnici, imprese agroalimentari, organizzazioni
di market, autorità sanitarie, consumatori. Un
obiettivo strettamente legato a un nuovo con-
cetto di nutrizione, che vede il passaggio dalla
nutrizione adeguata alla nutrizione ottimale,
attraverso la ricerca di prodotti alimentari che
abbiano la prerogativa di migliorare il benessere
psicofisico e ridurre il rischio di varie malattie, in
particolare di quelle croniche».
E con 141 milioni di confezioni vendute nel 2013,
il mercato dei nutraceutici conferma il trend po-
sitivo, segnando una crescita del +3,1 rispetto
al 2012. Il valore complessivo del fatturato è
pari a 1.915,5 milioni di euro, perciò in crescita
del +2,9 per cento rispetto ai dodici mesi pre-
cedenti. Se buona parte degli utilizzatori as-
sume gli integratori come supplementi per
accelerare la guarigione, soprattutto in caso di
raffreddore e disturbi gastrointestinali, i nutra-
ceutici utili per la prevenzione sono invece pre-
feriti dagli anziani (+32 per cento rispetto allo
scorso anno) e dalle donne.
sUL vERsANtE FEMMINILEÈ proprio l’universo rosa in testa ai consumi: le
donne risultano essere le principali utilizzatrici
di integratori (il 68 per cento del totale), inver-
tendo una tendenza che fino allo scorso anno
vedeva un primato maschile. Tra i tipici problemi
femminili, la sindrome premestruale (Pms) può
essere felicemente attenuata, se non azzerata,
con l’aiuto preventivo degli integratori. Come
spiega Stefania Piloni, ginecologa omeopata e
docente di Fitoterapia presso l’Università degli
Studi di Milano: «Oltre il 50 per cento delle don-
ne soffre di Pms, e l’emicrania e la nausea che si
scatenano in quei giorni colpiscono soprattutto
chi già tende a soffrire di cefalea. Le cause? Cala
il livello di estrogeni, e aumenta quello di pro-
gesterone e prolattina. Se il progesterone, per
qualunque motivo, non sale a sufficienza, se
ne perde l’effetto “rilassante” e possono au-
mentare tensioni emotive e stress, fattori che
possono favorire l’insorgere del mal di testa. Al
tempo stesso, l’innalzamento dei livelli di pro-
lattina, oltre a causare mastodinia, può creare
uno stato di “tensione” fisica che interessa,
oltre al seno, anche altri punti del corpo. Può
accadere che la prolattina aumenti troppo sca-
tenando la crisi di emicrania. Quando, invece, la
cefalea e la nausea interessano proprio i giorni
del ciclo in cui la donna è mestruata, s’innesca
un meccanismo diverso, di tipo “infiammato-
rio”. Durante le mestruazioni l’utero, attraverso
una serie di contrazioni, si libera per espulsio-
ne del tessuto endometriale in sfaldamento e
della cellula-uovo non fecondata. Ciò innesca
una produzione a cascata di prostaglandine
pro-infiammatorie». Esistono poi fastidi che
complicano la vita anche a chi sceglie la con-
traccezione orale. I forti mal di testa e la nau-
sea evidenti che a volte subentrano durante i
Nutraceutici come prevenzione La nuova frontiera dei farma-alimenti
di mariaSanDra aiCarDi, farmacista
34maggio 2014
Primo piano Aggiornamento
sette o quattro giorni di sospensione della pil-
lola, conferma Piloni, «sono dovuti al momen-
taneo e improvviso calo di estrogeni. E sono,
spesso, motivo sufficiente per decidere di non
usare più la pillola, con tutte le conseguenze
del caso. Ecco che il magnesio, spasmolitico
naturale, oltre a integrare eventuali carenze
croniche, aiuta in fase premestruale, ma anche
quando, con l’inizio del ciclo, le prostaglandine
infiammatorie favoriscono la cefalea muscolo-
tensiva. A livello fitoterapico, è utile un’integra-
zione con dioscorea villosa, ricca di diosgenina,
una sapogenina molto simile dal punto di vista
strutturale al progesterone. Meglio conosciu-
ta come “yam”, vanta anche attività antispa-
smodiche e antinfiammatorie».
UN FAttORE PREPONDERANtELa prevenzione, insomma, sta assumendo un
ruolo preponderante rispetto alla cura, e lo stile
di vita può allungare la vita: un invecchiamento
di successo è quello in cui lo stato di salute è
ottimale, ed è ottenuto con la prevenzione
di più di una patologia. Ecco perché, in fatto di
“anti-età” il desiderio di novità non si ferma
mai, e così pure la ricerca. Anche il noto virologo
Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina
nel 2008, ha voluto spendere la suo opinione
sull’argomento, affermando che «per ogni in-
dividuo c’è un invecchiamento programmato e
naturale, ma anche un invecchiamento acce-
lerato e generale che dipende dal comporta-
mento di ciascuno».
Scrive la giornalista Margherita Enrico nel
suo libro La scienza della giovinezza (Sperling
& Kupfer): «L’invecchiamento, ce lo confer-
mano moltissimi studi, può essere invertito a
qualsiasi età. Attuare un’autentica prevenzio-
ne può rinvigorire e ringiovanire qualsiasi fun-
zione del corpo: cerebrale, cardiaca, sessuale,
digestiva, muscolare, polmonare... miglioran-
do la nostra salute. Oggi, anche se viviamo
nella terra dell’abbondanza, nel cibo che por-
tiamo sulle nostre tavole i valori nutrizionali si
sono ridotti, a causa delle manipolazioni indu-
striali, dell’aggiunta di additivi, di nuovi metodi
di produzione o delle modalità di coltivazione e
conservazione. Anche gli alimenti freschi ven-
gono prodotti e conservati in maniera diversa
rispetto al passato: basti pensare agli alleva-
menti intensivi e alla frutta e alla verdura che
rimangono per mesi chiusi in frigoriferi e ma-
gazzini. Quando questi cibi arrivano sui nostri
piatti il loro valore biologico, il contenuto di vi-
tamine, minerali e nutrienti si è notevolmente
impoverito. A questo si aggiungono le nuove
abitudini dietetiche importate da altri Paesi e
dettate da ritmi di vita che impongono pasti
consumati in fretta, spesso fuori casa.
Il rischio? Alimentarsi di troppe calorie ed es-
sere a corto di vitamine, antiossidanti e ammi-
noacidi, indispensabili per coprire le complesse
esigenze nutrizionali delle nostre cellule e dei
nostri ormoni». Esigenze che, di fatto, servo-
no alle cellule per rigenerarsi e mantenersi in
buona salute, allontanando l’invecchiamento
precoce: «Gli integratori alimentari e i fitormoni
associano in maniera mirata nutrienti che “in-
tegrano” la dieta, apportando macronutrienti
energetici (carboidrati, proteine e grassi) o
micronutrienti come vitamine e sali minerali,
e stimolando inoltre la produzione di ormoni».
Le fa eco Roda: «Molti componenti bioattivi
delle piante e gran parte dei probiotici sono in
grado sia di concorrere alla prevenzione di pa-
tologie cronico-degenerative, sia di ottimizza-
re le funzioni metaboliche. Il consumatore deve
comprendere che solo una complessa miscela
di componenti bioattivi può concorrere in mo-
do sinergico al risultato atteso. Il mondo della
ricerca e il mondo dell’industria devono contri-
buire a stimolare ulteriormente la formazione
di una coscienza critica e di una cultura alimen-
tare nella popolazione».
Oggi la risposta anti-età la si può trovare in
un’alternativa del tutto nuova rispetto alle tra-
dizionali pillole e compresse, come la formula
dello snack antinvecchiamento in barrette,
messa a punto da un gruppo di studiosi inglesi
(Bio-age superfood). Queste barrette diete-
tiche, studiate per mantenere l’equilibrio or-
monale, diversificate per l’uomo e la donna e
per fascia di età (fino ai 45 anni e dai 45 in su),
garantiscono un apporto ideale di proteine e
un mix bilanciato di fitormoni, grassi «buoni»
(utili per l’elasticità della membrana cellulare)
e micronutrienti.
Da sinistra: Enrico Roda, presidente della fondazione Istituto di scienze della salute;Stefania Piloni, ginecologa omeopata e docente di Fitoterapia presso l’Università degli Studi di Milano;Margherita Enrico, giornalista e scrittrice
35maggio 2014
Primo piano Aggiornamento
FASE PRECLINICA: DECLINO COGNITIVO LIEVEIl declino cognitivo lieve o mild cognitive impairment (MCI) è una condizione che si colloca tra il normale invecchiamento cerebrale e la fase iniziale di una demenza: riguarda soggetti anziani che presentano un deficit cognitivo sub-clinico. Molti studi dimostrano che i soggetti con MCI presentano un rischio maggiore di sviluppare una malattia di Alzheimer (AD), rispetto alla popola-zione sana, in una percentuale che oscilla dall’1 al 25 per cento per anno (Dawe et al Int J Geriatr Psychiatry 1992).La diagnosi di MCI si caratterizza per la compromissione di una singola area cognitiva, in genere, della memoria, valutata in maniera oggettiva con l’ausilio di test neuropsicologici. Rimangono inalterate le normali attività della vita quo-tidiana in assenza di demenza. Sono state proposte differenti forme di MCI (tabella 1) a seconda se sia pre-sente o meno compromissione:◆ della memoria senza altri deficit cognitivi, ◆ di una singola funzione cognitiva con processi mnemonici normali, ◆ della memoria con altre funzioni cognitive. Per la MCI di tipo amnesico sono stati proposti criteri diagnostici più specifici (tabella 2) (Petersen et al. Neurology 2001; Petersen, J Intern Med 2004). Inizialmente si era ipotizzato che tutti i soggetti con MCI fossero portatori di lesioni istologiche tipiche di AD (Morris et al. Neutology, 1991), ma in realtà non tutti questi soggetti progredivano verso la AD. Anzi spesso i pazienti con MCI apparivano differenti sia dai soggetti normali di pari età sia dai soggetti con AD con modesti disturbi cognitivi, costituendo pertanto una entità clinica a sé stante (Petersen et al. Arch Neurol 1999).
Nonostante i numerosi dati della letteratura, molte domande restano tutto-ra aperte. In particolare, per quale motivo, nonostante la presenza di placche senili con depositi di amiloide b (Ab), i soggetti con MCI non presentano una franca demenza? Esistono meccanismi compensatori che possono bilan-ciare gli effetti nocivi della Ab? Recenti evidenze hanno mostrato che sostanziali alterazioni biologiche e tutti i maggiori processi pato-fisiologici associati alla AD sono già presenti da tempo.Allo scopo di effettuare una efficace prevenzione secondaria nella AD, è im-portante identificare individui cognitivamente intatti, ma a rischio di AD. I futuri trattamenti farmacologici pertanto dovrebbero essere somministrati prima dell’emergere di chiari sintomi della malattia (Golde TE et al Neuron 2011).Uno dei contributi più recenti alla comprensione della AD è stato un nuovo in-quadramento della malattia: da statica - difensiva a dinamica - compensato-ria (Lazarczyk et al BMC Med 2012).Secondo il modello statico, le lesioni tipiche dell’AD aggrediscono il cervello portando alla perdita progressiva di neuroni e di sinapsi, prima del manifestar-si dei deficit cognitivi. La comparsa del declino cognitivo dipenderebbe quindi dalla gravità della distruzione neuronale e dalla quantità delle riserve strutturali. Secondo il modello dinamico, invece, l’espressione della AD varia molto nel tempo a seconda della vulnerabilità individuale, della gravità della malattia a livello cellulare e della efficacia di meccanismi compensatori.Sia il normale processo di invecchiamento cerebrale che l’AD sono associa-ti a perdita di neuroni e ad accumulo di Ab e di grovigli neurofibrillari; tuttavia l’estensione e la distribuzione delle lesioni non sono le stesse nei due casi. Negli anziani non dementi, grovigli neurofibrillari si trovano principalmente
Aspetti preclinici e clinici della malattia di AlzheimeraBStraCt Nel modulo si descrive il declino cognitivo lieve o Mild Cognitive Impairment, condizione di transizione tra l’invecchiamento cerebrale fisiologico e la fase iniziale di demenza. Sono poi illustrate le diverse fasi della malattia di Alzheimer: il corredo sintomatologico iniziale e il progressivo aggravamento delle funzioni cognitive, neurologiche e comportamentali. Vengono riportati i criteri per la valutazione della compromissione cognitiva e dello stato funzionale del paziente con AD
“Il tempo seppellirà, cancellandone la memoria, le cose che risplendono”
Orazio
Pietro Biagio Carrieri, Ilaria Cerillo
Dipartimento di Neuroscienze, Università Federico II, Napoli
36maggio 2014
ECM La malattia di Alzheimer
nell’ippocampo, mentre in corso di demenza si assiste a una loro progressiva diffusione nella corteccia temporale. La quantità totale di grovigli nell’ippocam-po, nella corteccia entorinale e prefrontale è fortemente predittiva di un deficit cognitivo (Giannakopoulos et al Acta Neuropathol 2007). In quest’ultima con-dizione si assiste anche a una massiva perdita di neuroni piramidali nel corno d’Ammone dell’ippocampo (West MJ et al Lancet 1994). Si può pertanto affer-mare che la perdita di neuroni e la distribuzione spaziale nell’anziano normale è qualitativamente e quantitativamente differente rispetto all’AD. Appare per-tanto importante la necessità di una diagnosi precoce, anni prima della com-parsa di deficit cognitivi.
MALATTIA DI ALZHEIMER: LA SINTOMATOLOGIAIn base all’età vengono distinte due differenti forme di AD:◆ a insorgenza precoce, se la demenza esordisce entro i 65 anni;◆ a insorgenza tardiva, se i sintomi compaiono dopo i 65 anni.Nel decorso della malattia possono essere distinte tre differenti fasi: fase ini-ziale, fase intermedia e fase avanzata (figura 1).
FASE INIZIALEAnche se gli aspetti sintomatologici iniziali sono molto variabili, la AD esordi-sce abitualmente in maniera subdola con deficit mnesici e in particolare con difficoltà nel ricordare gli eventi recenti (dimenticare appuntamenti o collocare oggetti in posti sbagliati) o con lieve disorientamento temporale. Di solito il pa-ziente non è consapevole dei suoi problemi mnesici o della presenza di even-tuali altri disturbi cognitivi, ma sono i familiari a chiedere l’intervento medico. Successivamente cominciano a essere compromesse le capacità di critica e di giudizio e vengono messi in atto progetti o incombenze non compatibili con le condizioni cliniche oppure azioni potenzialmente pericolose, come la guida
di un’autovettura (30 per cento). Possono inoltre comparire iniziale difficoltà in attività più complesse, come le relazioni sociali e il lavoro, oppure perdita di iniziativa e difficoltà ad affrontare situazioni nuove.In una fase iniziale può anche essere presente una sindrome depressiva, che è riscontrabile in circa la metà dei pazienti e che in qualche caso può determinare un comportamento suicidario. Tuttavia la prevalenza di depressione in corso di AD è controversa, con stime oscillanti tra 0 a 86 per cento. Uno dei motivi di questa grande variabilità è legato alla difficoltà di accertare la presenza reale di depressione in corso di AD, in quanto alcuni sintomi, come la perdita di atten-zione e di concentrazione e la riduzione degli interessi, tipici della depressione, possono essere confusi con altri disturbi, come l’apatia.Per quanto riguarda i disturbi del linguaggio, in fase iniziale può comparire dif-ficoltà nel trovare le parole adatte (anomie); in altri casi parole di uso comune vengono sostituite da termini passe-partout, come coso o cosa, o da circon-locuzione o giri di parole (vedi riquadro a pagina 38). Sempre in fase iniziale di malattia può comparire apatia, definita come ridot-ta motivazione non attribuibile ad alterazione dei livelli di coscienza, o a deficit cognitivi o a problematiche emozionali (vedi riquadro a pagina 38). È un sin-tomo molto comune in AD e può giungere sino al 92 per cento dei casi. An-che la valutazione dell’apatia in corso di AD può essere difficile, perché non sempre è chiaro se la riduzione delle attività del paziente con AD sia legata alla apatia o alla incapacità di svolgere determinate azioni, oppure a una sindrome depressiva.Turbe comportamentali possono essere presenti già in fase iniziale e tra questi indifferenza agli eventi familiari, irascibilità, impulsività, egocentrismo, ritiro so-ciale. Raramente aprono il quadro clinico sintomi, più tipici delle fasi avanzate, come agitazione psicomotoria, allucinazioni, false convinzioni o sospettosità nei confronti soprattutto di familiari, incolpati di rubare oggetti o soldi, che il soggetto con AD ha invece collocato in altri posti.
FASE INTERMEDIA I deficit di memoria si aggravano progressivamente con incapacità ad acquisire nuove informazioni. Anche l’orientamento temporo-spaziale peggiora, e in taluni casi, diviene deficitario l’orientamento all’interno del-la propria abitazione. Questi soggetti sono inoltre molto sensibili a eventi
Tabella 1
Varie forme di MCI (Mild Cognitive Impairment)
A) MCI di tipo amnesico con compromissione della memoria senza altri deficit cognitivi (a-MCI)B) MCI con compromissione di una singola funzione cognitiva, esclusa la memoria (non a-MCI single domain)C) MCI con compromissione di più funzioni cognitive (come linguaggio, funzioni esecutive, abilità visuo-spaziali), esclusa la memoria (non a-MCI multiple domain)D) MCI con compromissione di più funzioni cognitive, inclusa la memoria (a-MCI multiple domain)
Fonte: Petersen RC et al. , Neurology, 2001
Criteri diagnostici per MCI (Mild Cognitive Impairment) di tipo amnesico (a-MCI)
Tabella 2
◆ Deficit di memoria confermato da un familiare o da un caregiver◆ Obiettivo deficit di memoria per l’età (mediante test neuropsicologici)◆ Sostanziale conservazione delle capacità cognitive generali ◆ Nessun interessamento per le attività quotidiane, sia lavorative sia sociali◆ Non demenza
Fonte: Petersen RC, J Intern Med , 2004
Figura 1
37maggio 2014
ECM La malattia di Alzheimer
di memoria oppure fatti del passato vengono considerati come accaduti di recente, con confusione tra avvenimenti attuali e del passato.◆ L’aprassia è invece l'incapacità di compiere gesti coordinati e diretti verso un fine determinato, pur in presenza di abilità motoria conservate.◆ L’agnosia è un disturbo della percezione caratterizzato dal mancato rico-noscimento di oggetti, persone o figure già noti con canali sensoriali integri; frequente è la prosopoagnosia, vale a dire il mancato riconoscimento dei volti di familiari o di persone note. Si accentuano i fenomeni di aggressività, sia verbale che fisica, con preva-lenza dal 25 al 67 per cento dei casi. Le aggressioni verbali sono più fre-quenti negli uomini e nei pazienti con false convinzioni. Talora si assiste a un comportamento asociale, con disinibizione e atteggiamenti inappropriati in pubblico, mancato rispetto delle norme convenzionali, scarsa cura dell’i-giene personale. In questa fase può presentarsi vagabondaggio, con allon-tanamenti frequenti dal proprio domicilio, e affaccendamento senza scopo.Franchi episodi psicotici sono presenti sino al 40 per cento dei casi e i sin-tomi più comuni sono allucinazioni e deliri2 di tipo paranoideo semplici, non bizzarri2. Le allucinazioni in corso di AD sono più frequentemente visive, al contrario di quello che succede in corso di schizofrenia in cui le allucinazioni sono prevalentemente uditive. Questi sintomi tendono poi a scomparire nel tempo con la progressione della demenza, ma più che a un miglioramento della sintomatologia psicotica possono attribuirsi a turbe espressive del lin-guaggio, in quanto nelle fasi avanzate i soggetti con AD non sono in grado di esprimersi verbalmente. I disturbi del comportamento e i sintomi psicotici, oltre a determinare una più rapida progressione del decorso, hanno un’influenza negativa sulla gestione del paziente e sulla prognosi. Da non sottovalutare l’impatto sui familiari e sui caregivers che vedono aumentare il loro carico assistenziale e che comporta una più frequente istituzionalizzazione del paziente (tabella 3). Una precoce identificazione delle turbe psicotiche e un rapido intervento farmacologico possono ridurre la cronicizzazione dei disturbi psichiatrici e le ricadute negative su parenti e caregivers.
1 Il termine esecutivo, di derivazione anglosassone "executive", ha il significato di "prendere delle decisioni", pertanto in italiano sarebbe più corretto utilizzare il termine "decisionale" (funzioni decisionali) per non attribuire il significato di funzioni strettamente esecutive.2 Il delirio è un convincimento errato collegato a un disturbo del contenuto del pensiero, che può essere presente in varie patologie come schizofrenia, sindrome depressive o maniacali, disturbi deliranti cronici, demenze. Si tratta di un modello mentale inadeguato della realtà, con rielaborazioni apparentemente razionali e lucide di un sistema di credenze errate. Nel delirio bizzarro, il soggetto aderisce invece a delle credenze totalmente non plausibili per la cultura di riferimento (es. rapimento da extraterrestri).
Principali deficit cognitivi nella malattia di Alzheimer
Le Funzioni Cognitive sono le capacità che ci permettono di interpretare e gestire le informazioni che vengono dal mondo esterno e tra queste il linguaggio, la comprensione, la memoria, l’apprendimento, la concentrazione e l’attenzione, l’orientamento temporo-spaziale, il pensiero astratto, la capacità di calcolo, il giudizio e la critica. Nell’ambito delle funzioni cognitive molta importanza rivestono le Funzioni Esecutive 1 che modulano i processi di pianificazione, controllo e coordinazione del sistema cognitivo. Le funzioni esecutive permettono di selezionare delle azioni specifiche per un determinato contesto, di mettere in atto strategie per realizzare degli obiettivi, di modificare il proprio comportamento adattandolo a nuove condizioni ambientali, per esempio inibendo o rimandando una risposta o un’azione al momento giudicata inadeguata.
Disturbi della memoria (Amnesie)
◆ Disturbo della memoria recente (Cosa ho mangiato oggi? Che giorno è oggi? Dove mi trovo?)◆ Disturbo della memoria episodica -autobiografica (Dove sono nato? Che professione ho svolto?)◆ Deficit memoria procedurale (Che cosa so fare? So suonare uno strumento musicale?)◆ Deficit della memoria semantica (Chi era Leonardo Da Vinci o Dante Alighieri?)
Disturbi del linguaggio (Afasie)
◆ Anomie: difficoltà nel reperire le parole appropriate spesso sostituite da termini pass-partout come "coso, cosa"◆ Difficoltà nella produzione delle parole (Afasia motoria)◆ Difficoltà nella comprensione del linguaggio (Afasia sensoriale)◆ Impoverimento del linguaggio
Agnosie
Disturbo della percezione caratterizzato dal mancato riconoscimento di oggetti, persone o figure già noti con canali sensoriali integri; frequente è la prosopoagnosia, vale a dire il mancato riconoscimento dei volti di familiari o di persone note.
AprassiaIncapacità di compiere gesti coordinati e diretti verso un fine determinato, pur in presenza di abilità motorie conservate (aprassia dell’abbigliamento, aprassia ideomotoria).
Confabulazione
Costruzione fantastica di falsi ricordi riferiti a situazioni e avvenimenti irreali, prendendo spunto da un qualunque suggerimento o domanda. Esperienze immaginarie riempiono i vuoti di memoria oppure fatti del passato vengono considerati come accaduti di recente, con confusione tra avvenimenti attuali e del passato.
esterni come un lutto, un intervento chirurgico di modesta entità o anche il semplice ricovero in ambiente ospedaliero. A volte è sufficiente l’allonta-namento dalla propria abitazione, anche per pochi giorni, per peggiorare sensibilmente il deficit cognitivo. Il linguaggio peggiora e compaiono turbe nell’espressione verbale (afasia motoria) e nella comprensione verbale e scritta (afasia sensoriale) con progressivo impoverimento del linguaggio; il soggetto tende a usare frasi stereotipate.In questa fase compaiono alcuni aspetti tipici come confabulazioni, di aprassia e di agnosia (vedi riquadro in alto).◆ La confabulazione consiste nella costruzione fantastica di falsi ricordi, ri-feriti a situazioni e avvenimenti irreali, che prendono spunto da un qualun-que suggerimento o domanda; esperienze immaginarie riempiono i vuoti
Turbe del comportamento in soggetti con malattia di Alzheimer
Tabella 3
◆ Stato confusionale, con disorientamento temporo-spaziale◆ Comportamento aggressivo◆ Disinibizione, condotte inadeguate◆ Vagabondaggio, affaccendamento senza scopo◆ Ansia, paura, insonnia, depressione◆ Agitazione, collera◆ Disturbi dell’appetito: anoressia, iperfagia◆ Apatia◆ Allucinazioni, deliri
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ECM La malattia di Alzheimer
FASE AVANZATAIn questa fase vi è perdita completa delle capacità cognitive, con disorienta-mento temporo-spaziale, perdita del linguaggio, sino al mutismo, incontinen-za sfinterica, comparsa di piaghe da decubito. Può essere presente disfagia che compromette lo stato di nutrizione e di idratazione e che può anche es-sere causa di polmoniti ab ingestis. Compaiono segni e sintomi neurologici
Principali complicanze nelle fasi iniziali e avanzate della malattia di Alzheimer
Tabella 4
COMPLICANZE
Fasi Iniziale/Intermedia Fase Avanzata
Danni da incidenti domesticiDisorientamento topograficoMalnutrizioneIatrogenesi
CaduteMalnutrizioneIncontinenzaAllettamentoPiaghe da decubito
Schematizzazione dei sintomi principali che caratterizzano le differenti fasi della malattia di Alzheimer
Fase Iniziale
◆ Difficoltà nel ricordare eventi recenti◆ Depressione, perdita di interesse, ansia◆ Modifiche del comportamento◆ Lieve disorientamento temporale◆ Difficoltà nel trovare le parole adatte◆ Collocazione di oggetti in posti sbagliati◆ Iniziale difficoltà in attività più complesse, nelle relazioni sociali e sul lavoro◆ Ridotta capacità di giudizio◆ Perdita di iniziativa◆ Difficoltà ad affrontare situazioni nuove◆ Marcata impulsività e aggressività
Fase intermedia
◆ Deficit di memoria moderato-grave con incapacità ad apprendere nuove informazioni◆ Disorientamento temporo-spaziale◆ Disturbo del linguaggio, nell’espressione e comprensione e impoverimento del linguaggio◆ Aprassia ◆ Agnosia (prosopoagnosia con difficoltà a riconoscere volti anche familiari)◆ Comportamenti inappropriati in pubblico◆ Necessità di controllo ◆ Deliri, allucinazioni
Fase avanzata e dell’allettamento
◆ Completa perdita delle capacità cognitive ◆ Incapacità a orientarsi nella propria abitazione◆ Perdita del linguaggio fino al mutismo◆ Completa perdita di autonomia nelle attività della vita quotidiana◆ Incontinenza sfinterica◆ Rigidità, disturbi della deambulazione, crisi epilettiche, disfagia ◆ Tetraparesi in flessione◆ Allettamento◆ Complicanze internistiche
Tabella 5
come deficit motori, turbe delle deambulazione, parkinsonismo, crisi epi-lettiche. Vi è grave compromissione dell’autonomia nelle Attività della Vita Quotidiana (ADL) e l’evoluzione della malattia si conclude con l’allettamento. Complicanze possono verificarsi in qualsiasi momento del decorso soprat-tutto nelle fasi avanzate. Tra le più temibili le piaghe da decubito e le cadute, talora anche fatali, soprattutto se il soggetto non è ben assistito (tabella 4).La durata dell’AD è in media di 8 anni ed è legata alla qualità dell’assistenza. L’exitus può sopraggiungere per malattie infettive intercorrenti, patologie cardiovascolari, malnutrizione e disidratazione.Per la valutazione della compromissione cognitiva, il Mini Mental State Exa-mination (MMSE) è sicuramente il test più diffuso al mondo, nonostante i suoi limiti. Il MMSE è utilizzato non solo per valutare le capacità cognitive
Tabella 6
Mini Mental State Examination (MMSE)
1. Orientamento temporo-spazialeIl paziente sa riferire il giorno del mese, l'anno, il mese, il giorno della settimana e la stagione.[0] [1] [2] [3] [4] [5]Il paziente sa riferire il luogo in cui si trova, a quale piano, in quale città, regione, stato.[0] [1] [2] [3] [4] [5]2. MemoriaL'esaminatore pronuncia ad alta voce tre termini (tavola, mela, moneta) e chiede al paziente di ripeterliimmediatamente. [0] [1] [2] [3]L'esaminatore deve ripeterli fino a quando il paziente non li abbia imparati (max 6 ripetizioni).Tentativi n. _________3. Attenzione e calcoloFar contare per sette all'indietro, partendo da 100. Fermarsi dopo le prime 5 risposte.Se il paziente avesse difficoltà di calcolo, far scandire all'indietro la parola "MONDO" una lettera alla volta.[0] [1] [2] [3] [4] [5] 4. Richiamo delle tre paroleRichiamare i tre termini precedentemente imparati. [0] [1] [2] [3]5. LinguaggioIl paziente deve riconoscere due oggetti.Come si chiama questo? (indicando una matita). Come si chiama questo? (indicando un orologio).[0] [1] [2]Invitare il paziente a ripetere la frase "TIGRE CONTRO TIGRE". [0] [1]Esecuzione di un compito su comando.Invitare il paziente ad eseguire correttamente i seguenti ordini: a) prenda un foglio con la mano destra,b) lo pieghi a metà, c) e lo butti dal tavolo. [0] [1] [2] [3]Presentare al paziente un foglio con la seguente scritta: "Chiuda gli occhi".Invitare il paziente ad eseguire il comando indicato [0] [1]Far scrivere al paziente una frase formata almeno da soggetto e verbo. [0] [1]Far copiare al paziente il disegno indicato. [0] [1](Il materiale delle ultime due prove va conservato)PUNTEGGIO COMPLESSIVO _____/30
Disegno da eseguire
Fonte: Folstein M.F., Folstein S., McHugh P.R.., J.Psychiatr.Res;12:189-198, 1975
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ECM La malattia di Alzheimer
considerate quelle attività importanti per il mantenimento di un certo grado di indipendenza in un soggetto anziano. Le risposte per ogni domanda sono due: indipendente e dipendente. In alcuni casi le domande non sono applicabili, quando una certa attività non è mai stata svolta dal soggetto in esame.
di una persona, ma anche per eseguire il follow-up dei pazienti con AD. È anche impiegato in studi sperimentali per valutare l’efficacia di trattamenti farmacologici. Il punteggio totale, corretto sulla base degli anni di studio, va da un minimo di 0 a un massimo di 30 (ove 30 indica l’assenza di deficit cognitivi). La soglia di normalità è intorno ai 24 punti. Vengono esplorati vari ambiti cognitivi, come l’orientamento temporo-spaziale, la memoria di fis-sazione, l’attenzione e il calcolo, il richiamo mnemonico e il linguaggio, con denominazione, ripetizione, comprensione orale e scritta, generazione di una frase scritta; infine viene valutata la presenza eventuale di una aprassia costruttiva attraverso la copia di un disegno (tabella 6).Per la valutazione dello stato funzionale di un soggetto con AD le scale più comunemente utilizzate sono l’ADL (Activities of Daily Living) e la IADL (In-strumental Activities of Daily Living) (tabelle 7 e 8). L’ADL permette di studiare le seguenti capacità del paziente: fare il bagno, vestirsi, usare i servizi igienici, deambulare o spostarsi dalla sedia al letto e vi-ceversa, controllare la defecazione e la minzione, alimentarsi. È conteggiato il numero di funzioni conservate su un massimo di 6. Con la scala IADL vengono
Tabella 7
Attività di base della vita quotidiana (Activities of Daily Living - ADL)
A Fare il bagno (vasca, doccia, spugnature)[1] Fa il bagno da solo (entra ed esce dalla vasca da solo) 1[2] Ha bisogno di assistenza soltanto nella pulizia di una parte del corpo (es. schiena) 1[3] Ha bisogno di assistenza per più di una parte del corpo 0B Vestirsi (prendere i vestiti dall’armadio e/o cassetti), inclusa biancheria intima, vestiti, uso delle allacciature o delle bretelle, se utilizzate[1] Prende i vestiti e si veste completamente da solo senza bisogno di assistenza 1[2] Prende i vestiti e si veste senza bisogno di assistenza eccetto che per allacciare le scarpe 1[3] Ha bisogno di assistenza per prendere i vestiti o nel vestirsi oppure rimane parzialmente o completamente svestito 0C Toilette (andare nella stanza da bagno per la minzione e l’evacuazione, pulirsi, rivestirsi)[1] Va in bagno, si pulisce e si riveste senza bisogno di assistenza (può utilizzare mezzi di supporto, come bastone, deambulatore o seggiola a rotelle, può usare vaso da notte o comoda svuotandoli al mattino) 1[2] Ha bisogno di assistenza nell’andare in bagno o nel pulirsi o nel rivestirsi o nell’uso del vaso da notte o della comoda. 0[3] Non si reca in bagno per l’evacuazione 0D Spostarsi[1] Si sposta dentro e fuori dal letto e in poltrona senza assistenza (eventualmente con canadesi o deambulatore) 1[2] Compie questi trasferimenti se aiutato 0[3] Allettato, non esce dal letto 0E Continenza di feci e urine[1] Controlla completamente feci e urine 1[2] “Incidenti” occasionali 0[3] Necessita di supervisione per il controllo di feci e urine, usa il catetere, è incontinente 0F Alimentazione[1] Senza assistenza 1[2] Assistenza solo per tagliare la carne o imburrare il pane 1[3] Richiede assistenza per portare il cibo alla bocca o viene nutrito parzialmente o completamente per via parenterale 0PUNTEGGIO TOTALE (numero totale funzioni perse):______________
Fonte: Katz S, Ford AB et al. JAMA 1963;185:914-919
Tabella 8
Valutazione delle attività strumentali della vita quotidiana (Instrumental Activities of Daily Living - IADL)
Capacità di usare il telefono[1] Usa il telefono di propria iniziativa 1[2] Compone solo alcuni numeri ben conosciuti 1[3] Risponde ma non è capace di comporre il numero 1[4] Non risponde al telefono 0Non applicabile NAFare Acquisti[1] Fa tutte le proprie spese senza aiuto 1[2] Fa piccoli acquisti senza aiuto 0[3] Ha bisogno di essere accompagnato 0[4] Completamente incapace di fare acquisti 0Non applicabile NAPreparazione del cibo[1] Organizza, prepara e serve pasti adeguatamente preparati 1[2] Prepara pasti adeguati solo se sono procurati gli ingredienti 0[3] Scalda o serve pasti preparati oppure prepara cibi ma non mantiene una dieta adeguata 0[4] Ha bisogno di avere cibi preparati e serviti 0Non applicabile NAGoverno della casa[1] Mantiene la casa da solo o con occasionale assistenza (per esempio aiuto per i lavori pesanti) 1[2] Esegue compiti quotidiani leggeri ma non mantiene un accettabile livello di pulizia della casa 1[3] Ha bisogno di aiuto in ogni operazione di governo della casa 1[4] Non partecipa a nessuna operazione di governo della casa 0Non applicabile NABiancheria[1] Fa il bucato personalmente e completamente 1[2] Lava le piccole cose (calze, fazzoletti) 1[3] Tutta la biancheria deve essere lavata da altri 0Non applicabile NAMezzi di trasporto[1] Si sposta da solo sui mezzi pubblici o guida la propria auto 1[2] Si sposta in taxi ma non usa mezzi di trasporto pubblici 1[3] Usa i mezzi di trasporto se assistito o accompagnato 1[4] Può spostarsi solo con taxi o auto e con assistenza 0[5] Non si sposta per niente 0Non applicabile NAResponsabilità nell'uso dei farmaci[1] Prende le medicine che gli sono state prescritte 1[2] Prende le medicine se sono preparate in anticipo e in dosi separate 0[3] Non è in grado di prendere le medicine da solo 0Non applicabile NACapacità di maneggiare il denaro[1] Maneggia le proprie finanze in modo indipendente 1[2] è in grado di fare piccoli acquisti 1[3] è incapace di maneggiare i soldi 0Non applicabile NATotale funzioni perse ___/__8
Fonte: Lawton M.P. e Brody E.M., Gerontologist, 9:179-186, 1969
40maggio 2014
ECM La malattia di Alzheimer
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1) CHE COS’è LA PROSOPOAGNOSIA? a) Mancato riconoscimento di volti notib) Difficoltà nel riconoscere i coloric) Difficoltà nel riconoscere le figured) Comportamento aggressivo
2) A PROPOSITO DEL MINI MENTAL STATE ExAMINATION, quALE DELLE SEGuENTI AFFERMAZIONI è CORRETTA?a) Valuta le funzioni cognitiveb) Ha un punteggio oscillante fra 0 e 100c) Non valuta la memoria recented) Valuta solo l’orientamento temporo-spaziale
3) IN uN PAZIENTE CON MALATTIA DI ALZHEIMER quAL è IL SINTOMO CHE CAuSA MAGGIORE STRESS IN uN FAMILIARE O IN uN CAREGIVER?a) I disturbi comportamentalib) I disturbi della memoria recentec) La confabulazioned) L’aprassia
4) CHE COS’è L’AFASIA MOTORIA?a) Deficit nella produzione della paroleb) Deficit nella comprensione verbalec) Difficoltà a denominare i singoli oggettid) Impoverimento del linguaggio
5) CHE COS’è LA CONFABuLAZIONE?a) Costruzione fantastica di falsi ricordib) Parlare a bassa vocec) Ridotta motivazioned) Collocare oggetti in posti sbagliati
6) quAL è IL TIPO DI ALLuCINAZIONE PIù FREquENTE IN CORSO DI MALATTIA DI ALZHEIMERa) Visivab) Uditivac) Denigratoriad) Olfattoria
TESTMODALITà DI PARTECIPAZIONE AL CORSOPunto Effe, per il 2014, propone 3 corsi FAD per complessivi 37,5 crediti formativi, aperti a tutti i farmacisti territoriali. È possibile fruire dei corsi esclusivamente in combinazione con l’abbonamento alla rivista. Per maggiori informazioni www.edracorsi.it
41maggio 2014
ECM La malattia di Alzheimer
42maggio 2014
Primo piano Legale
fad
P2-20
14
SECONDO CORSO 2014
Malattia di Alzheimer: il paziente, la famiglia, la società
Responsabile Scientifico:
Ettore Novellino Direttore Dipartimento di Farmacia, Università degli studi “Federico II” di Napoli - Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società consortile di Diagnostica e Farmaceutica Molecolare - Presidente della Conferenza Nazionale dei Direttori di Farmacia e Farmacia Industriale - Direttore del CIRFF (Centro Interdipartimentale di ricerca in Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione) dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” - Professore ordinario di Chimica farmaceutica e tossicologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Punto Effe propone 3 corsi FAD per l’anno 2014, per complessivi 37,5 crediti formativi, realizzati con la pubblicazione dei Dossier che costituiscono i contenuti di base. I corsi sono realizzati da Edra Lswr S.p.A. che ha conseguito accreditamento ECM FAD (Rif.n° 4252) presso la commissione Nazionale per la Formazione Continua.
Edra Lswr S.p.A. è accreditata dalla Commissione nazionale ECM a fornire programmi di formazione continua per tutte le professioni.
Edra Lswr S.p.A. si assume la responsabilità per i contenuti, la qualità e la correttezza etica di questa attività ECM.
Modalità di partecipazione: La Fad di Punto Effe è aperta a tutti i Farmacisti territoriali. È possibile fruire dei corsi esclusivamente in combinazione con l’abbonamento alla rivista.
Modalità di fruizione: Autoapprendimento con tutoraggio
Durata della formazione: 9 ore, articolate su 7 moduli didattici, Punto Effe n° 7 – 8 – 9 – 10 – 11-12 e 13
ObiettivO Del SeCONDO CORSO:La Demenza di Alzheimer (AD) rappresenta una malattia di indiscussa rilevanza sociale e di preoccupante incidenza epidemiologica nell’im-mediato futuro a causa dell’invecchiamento generale della popolazione soprattutto nella società industrializzata: infatti, l’età è un’incontestabile fattore di rischio. Il corso, dedicato al farmacista territoriale o di comuni-tà (legge 69/2009), si pone come valido strumento di approfondimento ed aggiornamento culturale su una patologia cronica che richiede com-plessi servizi assistenziali. Sulla Malattia di Alzheimer vengono fornite ai partecipanti sintetiche ed esaustive trattazioni, scientificamente rigorose, sulle diverse pro-blematiche di natura clinico-epidemiologica, diagnostica, terapeu-tica ed assistenziale per questa tipologia di paziente. L’acquisizione di nuove competenze tecnico-scientifiche costituiscono gli elementi fondamentali indispensabili perché il farmacista intervenga per l’ap-plicazione della pharmaceutical care.
Avvio e conclusione del corso: L’avvio del corso è fissato in data 3 aprile 2014. La compilazione e superamento dei questionari di va-lutazione dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2014, data di chiusura del corso stesso.
Questionario di valutazione: L’erogazione dei crediti formativi è subordinata al superamento dei questionari di valutazione (75% di risposte esatte totali), e allo svolgimento del percorso formativo dei 7 moduli didattici.
CREDITIFORMATIVI ECM PER 3 CORSI FAD37,5
CREDITIFORMATIVIECM13,5
FAD_P2-2014_PUNTOF.indd 1 09/04/14 10.52
Sta suscitando scalpore tra gli
operatori del sistema farmacia
pianificato sul territorio la bozza
del Disegno di legge costituzio-
nale approvato dal governo il 31
marzo 2014 recante, tra l’altro, la riforma del Ti-
tolo V della Costituzione, che è stata formulata
da novelli Padri (ri)costituenti, i quali non hanno
certo in simpatia i “professoroni“ che intendo-
no frenare la novella normativa per non turba-
re l’equilibrio dato all’ordinamento dello Stato
apparato dai Padri costituenti della nostra Car-
ta della libertà: vien da consigliare loro (ma si
teme senza speranza) la lettura del Commen-tario sistematico sulla Costituzione, redatto da
altri “professoroni” che, a suo tempo, hanno
spiegato negli stessi termini le logiche, tutt’al-
tro che rottamabili, della ripartizione delle
competenze legislative tra lo Stato e le Regioni
da loro stessi fissata nella Costituzione.
DUE PARtItIS’è così formato (su due opposti fronti) il par-
tito dei “centripeti” che, dall’ostracismo dato
nella bozza della novella normativa alla rigida
frammentazione del riparto della legislazione
concorrente dello Stato e delle Regioni in ma-
teria sanitaria, traggono motivo per ricondurre
alla supremazia statale ogni competenza le-
gislativa per quanto riguarda la farmaceutica,
ma con il rischio di cadere in un centralismo
che si pone in contrasto con il regionalismo co-
operativo (postulato dalla bozza); e il partito dei
“centrifughi”, che rivendicano notevoli spazi
tutt’altro che residuali alle Regioni sull’altare di
detto regionalismo cooperativo che postula di
per sé un riparto di competenze, ma con il ri-
schio di creare uno squilibrio tra le Regioni pur
sempre soggette alla supremazia statale (po-
stulata dalla bozza). Ciò a tacere della possibili-
tà dello Stato di delegare alle Regioni la potestà
legislativa nelle materie o funzioni di sua com-
petenza, che mette in discussione la postulata
supremazia statale in relazione al regionalismo
cooperativo.
C’è da dire che la bozza di riforma dell’articolo
117 della Costituzione - che pure appare volto
a definire una forma di governo multilivello in
grado di bilanciare interessi nazionali, regionali
e locali - a ben vedere non contiene al mo-
mento novità decisive per privilegiare nell’un
senso o nell’altro le due correnti di pensiero.
Questo perché la novella normativa, pur po-
stulando, come s’è detto, una competenza
dello Stato in materia sanitaria non solo in via
esclusiva per materie e funzioni attinenti tas-
sativamente «la determinazione dei livelli es-
senziali delle prestazioni concernenti i diritti
civili e sociali che devono essere garantiti su
tutto il territorio nazionale e le norme generali
a tutela della salute…» (articolo 117, comma 2,
lettera n), ma può anche intervenire in materie
o funzioni non riservate in via elusiva se mai ri-
corrano «esigenze di tutela della unità giuridica
ed economica della Repubblica o di realizza-
zione di riforme economica-sociali di interes-
se nazionale» (articolo 117, comma 4), riserva
pur sempre alle Regioni «la potestà legislativa
in riferimento a ogni materia non espressa-
mente riservata alla legislazione dello Stato
(e) nell’esercizio di tale potestà le Regioni
salvaguardano l’interesse regionale alla pia-
nificazione… e alla organizzazione dei servizi
sociali e sanitari... » (articolo 117, comma 3) e
prevede che possa essere delegato alle Re-
gioni, per un tempo determinato, «l’esercizio
della potestà legislativa in materie o funzioni
di competenza esclusiva statale» (articolo
117, comma 5). Il che vale anche per la rispet-
tiva potestà regolamentare.
Una tale dizione, che potrebbe apparire con-
traddittoria, consegue necessariamente alla
giurisprudenza costituzionale che ha già fis-
sato una ripartizione delle reciproche com-
petenze attraverso una serie di sentenze
manipolatrici che hanno affidato allo Stato i
principi fondamentali in materia sanitaria, ma
alle Regioni la sua gestione e organizzazione: an et quod (se e che cosa) allo Stato, quomodo
An et quod, quomodo et quando La ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in materia farmaceutica
a cura dello studio dell’avvocato Bruno riCCarDo niCoLoSo Firenze - Roma ([email protected])
43maggio 2014
Primo piano Legale
et quando* (in che modo e quando) alle Re-
gioni. Questo vale anche in materia farma-
ceutica, con riferimento ai dicta della Consulta
(Corte Costituzionale n. 27/2003, n. 87/2006,
n. 448/2006, n. 430/2007, n. 76/2008 e n.
295/2009) che costituiscono l’esastilo del-
la normativa sul sistema farmacia pianificato
sul territorio (Punto Effe n. 8/2011: “Quartetto
d’archi”) e che sembrano essere stati recepiti
cripticamente nella bozza di riforma costitu-
zionale, se riferite alle competenze legislative
e regolamentari in materia farmaceutica.
RIsOLvERE IL CONFLIttOCon questo non si può certo dire semplifica-
to il lavoro della Corte Costituzionale che sarà
certamente adita nel futuro, come lo è stata nel
passato, per risolvere il conflitto di competen-
ze tra Stato e Regioni, perché il problema non
è giuridico, ma politico: non sta infatti in quello
che sarà scritto nella nuova vulgata del Titolo
V della Costituzione, ma nel come i loro legi-
slatori lo sapranno applicare, se pure vien da
dubitare che non si ripetano le forzature che
hanno caratterizzato per il passato l’esercizio
della legislazione concorrente. In una parola
non dovremmo, ma potremmo ancora avere,
per esempio, solerti legislatori regionali che
potrebbero inventare nuovi istituti giuridici in
materia di farmacie, come le proiezioni far-
maceutiche toscane (Punto Effe n. 9/2010:
“Habent sua sidera”); ovvero non dovremmo,
ma potremmo ancora avere dei miopi legisla-
tori statali che ne potrebbero affidare la pia-
nificazione a soggetti, come i Comuni, che le
possano anche gestire (Punto Effe n. 5/2013:
“Dissonanze”); ovvero che gli uni e gli altri non
dovrebbero, ma potrebbero disputarsi tra loro,
in funzione delle risorse ascrivibili alla assi-
stenza farmaceutica, gli stessi contenuti delle
relative prestazioni di beni e di servizi. Il che
sarebbe ben più grave perché si porrebbe in
un evidente contrasto con il principio di ugua-
glianza sostanziale di tutti e di ciascuno nell’e-
sercizio del “diritto fondamentale” alla tutela
della qualità e della dignità della vita, attuata
attraverso la cura della salute e la terapia del
dolore, che viene assicurato dagli articoli 3, 32
e 97 della Costituzione.
Rimarrà così, ancora e sempre, la Corte Co-
stituzionale a garantire la chiave di volta
dell’architettura dello Stato sociale voluto
dalla Costituzione, con buona pace di chi non
si dà per vinto nel disconoscere la stessa ne-
cessità di un Giudice delle Leggi che censuri
la legislazione che si ponga in contrasto con
la Costituzione, trovando credito nell’incul-
tura giuridica che è tipica di ogni populismo
mediatico.
* «Che vuol ch’io faccia con il suo latinorum»,
dice renzo a Don abbondio, ma i diciotto fre-
quentatori presbiti di questo osservatorio le-
gale ben sanno che il diritto nasce in latino e
non esiste un modo migliore per puntualizza-
re un concetto giuridico che quello di ricorrere
alle Pandette e ben sanno anche che la locu-
zione latina induce a una seconda lettura (ben
più scorrevole) del testo in cui viene inserita,
ma questo è un altro discorso.
Ci risiamo: si è ancora voluto sentire la burocrazia ministeriale per avere, questa volta,
una interpretazione della normativa sull’incompatibilità relativa alla partecipazione al
concorso straordinario per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche di cui all’arti-
colo 11, comma 3, della Legge n. 27/2012. Questo è avvenuto nel solco della consolidata
consuetudine che ritiene competente tale burocrazia a rendere pareri (pro scientia ov-
vero pro veritate: non è dato sapere) sull’interpretazione di una fonte normativa, quando
una tale attività è riservata al Consiglio di Stato (in sede consultiva nei casi previsti dalla
Legge) e comunque alla Avvocatura dello Stato (su richiesta degli organi dello Stato ap-
parato), così come è stato già detto a iosa da questo osservatorio legale (Punto Effe n.
17/2010, “Oraculum adire”). Ciò, a tacere del fatto che una tale attività esegetica viene
poi svolta dal Ministero interpellato non sempre attraverso i propri Uffici legislativi, ma
più spesso attraverso un suo Dipartimento tecnico (Punto Effe n. 5/2013: “Dissonan-
ze”) e che, in ogni caso, le Regioni cui sono state dirette tali Note ministeriali non sono
organi sottordinati al ministero della Salute, che dovrebbero darvi peso.
Così, dopo la pretesa abrogazione della pianta organica delle sedi farmaceutiche, che è
stata ravvisata dal ministero della Salute con la Nota 21 marzo 2012, reiterata con Nota
31 ottobre 2012, ma poi smentita dal Giudice amministrativo (Consiglio di Stato, 19 set-
tembre 2013, n. 4667) e le incertezze sulla soggettività delle società speziali ai fini della
titolarità del diritto d’esercizio di una farmacia, espressa dal ministero della Salute con la
Nota 23 novembre 2012, ma smentita dalla semplice lettura del Codice Civile che ne è
stata da tempo data dalla giurisprudenza (Cassazione Civile, 24 luglio 1989, n. 3498).
Ora si è avuto l’oracolo della Direzione generale sui dispositivi medici di cui alla Nota 18
ottobre 2013, recepita dalla Determinazione dirigenziale della Regione Emilia Romagna
n. 2876 del 6 marzo 2014, che ha esteso l’effetto ostativo alla partecipazione concor-
suale del titolare del diritto d’esercizio di una farmacia che l’abbia trasferita nel decennio
anteriore al bando di concorso (articolo 12, comma 4, Legge n. 475/1968) ai soci di una
società speziale che abbia effettuato il trasferimento della farmacia nello stesso termine
decennale, ipotizzando così una contitolarità dei soci nel diritto d’esercizio della farma-
cia ascritta a una società personale di farmacisti idonei (articolo 7, comma 1, Legge n.
362/1991) per sostenere l’analogia con il titolare di farmacia monoimprenditore che è
soggetto a una tale incompatibilità. Il che non ha cittadinanza giuridica - a tacere dell’ubi voluti dixit - per quanto già sottolineato in relazione alla soggettività di una società di
persone che, nella fattispecie, è l’unica titolare della concessione sanitaria per l’esercizio
della farmacia: così come è noto orbi non urbi.
REPEtItA NON IUvANt IN MAtERIA DI CONCORsI*
44maggio 2014
Primo piano Legale
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GIULIO MENCARELLIAGENTE SPECCHIASOL
Aosta- Torino Provincia
Quante volte ci siamo lamen-
tati su queste pagine del
peso della burocrazia sul-
la categoria dei farmacisti?
Certamente una causa di così
pesanti gravami è anche la particolare attivi-
tà svolta, che abbraccia diverse legislazioni,
da quelle riguardanti le attività professionali,
a quelle sanitarie soggette a vigilanza, sino
al commercio al minuto. Specchio di questa
situazione è anche la presenza di una molti-
tudine di adempimenti relativi all’esposizione
di cartelli o segnaletica in generale, che pro-
babilmente non ha eguali tra gli altri operatori
commerciali. Abbiamo di seguito individuato
ben undici diverse casistiche - e sicuramente
qualcuna sarà sfuggita - delle quali andiamo
sinteticamente a riassumere i riferimenti nor-
mativi e gli obblighi connessi.
CROCE vERDE La sua obbligatorietà, così come le sue fasce
temporali di utilizzo, sono sancite dalle varie
leggi regionali ma non dall’ultima versione del
codice deontologico della Federazione degli
ordini dei farmacisti, per cui non si tratta di una
imposizione generalizzata su tutto il territo-
rio nazionale anche se resta comunque una
esclusiva riservata alla farmacie. Infatti l’artico-
lo 5 del Dlgs numero 153 del 2009, ha stabilito
che «al fine di consentire ai cittadini un’imme-
diata identificazione delle farmacie operanti
nell’ambito del Servizio sanitario nazionale,
l’uso della denominazione “Farmacia” e del-
la croce di colore verde, su qualsiasi supporto
cartaceo, elettronico o di altro tipo, è riservata
alle farmacie aperte al pubblico e alle farmacie
ospedaliere». Le parafarmacie potranno quin-
di utilizzare, sempre che non creino confusione
con gli esercizi farmaceutici, croci di qualsia-
si altro colore, forse anche solo in parte verdi,
ma non totalmente rosse perché resta ancora
in vigore l’anacronistico articolo 50 del Codice
della strada che recita: «La croce rossa lumi-
nosa è consentita esclusivamente per indicare
farmacie, ambulatori e posti di pronto soccor-
so». Numerose pronunce di tribunali ammi-
nistrativi hanno confermato questa, peraltro
ormai chiara, evoluzione legislativa imponen-
done la rimozione. È opportuno però fare pre-
sente che ancora si discute se il solo simbolo
della croce debba o meno essere considerato
“insegna”, creando ulteriori difficoltà interpre-
tative nella già incerta normativa dell’imposta
di pubblicità. Per una disanima e per le soluzio-
ni della complessa problematica si vedano al
riguardo gli articoli apparsi sui numeri 3 e 4 del
2009 di Punto Effe, a firma dei colleghi Tarabu-
si e Trombetta.
INsEgNE L’articolo 23 del Codice deontologico appro-
vato dalla Fofi nel 2007 stabilisce che: «Salvo
specifiche norme derivanti da leggi, regola-
menti e ordinanze, l’insegna della farmacia
è obbligatoria e deve riportare comunque la
dicitura “farmacia”». La scritta “farmacia”
costituisce una dicitura imprescindibile. Non è
quindi possibile apporre una insegna recante
per esempio solo la dicitura “Sant’Antonio”,
a meno che non lo consentano o impongano
delle, peraltro molto improbabili, normative
specifiche. L’insegna è ovviamente sogget-
ta a imposta di pubblicità, con problemi ap-
plicativi che si intersecano con quelli della
croce (vedasi ancora gli articoli di Punto Effe
del 2009 citati sopra), restando esente dalla
stessa qualora non vengano superati i cinque
metri quadrati di franchigia, derogabile, in au-
mento, dai regolamenti comunali. È prevista
anche l’esclusività del colore nei confronti
degli esercizi commerciali, conformemente
a quanto stabilito per la croce: l’allegato 1 del
46maggio 2014
Primo piano Fiscale
Le norme sui cartelliLa moltitudine di legislazioni che presiede all’attività svolta dalla farmacia
di Stefano De CarLi, Studio Guandalini, Bologna-Modena-Parma
Codice (Dlgs 30 giugno 2003 n. 196) il quale
prevede che «l’interessato o la persona pres-
so la quale sono raccolti i dati personali sono
previamente informati oralmente o per iscrit-
to» circa una serie di diritti a essi spettanti e
di informazioni tra le quali assumono partico-
lare importanza gli estremi identificativi del o
dei titolari o dei responsabili dei trattamento,
compresi quelli esterni, quali per esempio l’uf-
ficio tariffazione o la società di elaborazione dei
dati contabili o delle buste paga. È scontato che
tali cartelli, così come quelli successivamente
elencati, non abbiano funzione pubblicitaria e
pertanto non siano soggetti all’imposta relati-
va. E se anche la avessero subentrerebbe l’e-
simente dell’articolo 17 comma 1 a) del Decreto
507 estesa a ogni esposizione interna.
vIDEOsORvEgLIANzA Il garante della privacy ha emesso un provvedi-
mento in data 8 aprile 2010 nel quale prescrive
al punto 3.1 che «gli interessati devono esse-
re sempre informati che stanno per accedere
in una zona videosorvegliata». L’informativa
viene ritenuta corretta con l’apposizione di un
apposito cartello, individuato nell’allegato 1) e
nell’allegato 2) qualora sia presente un collega-
mento del sistema di videosorveglianza con le
forze di polizia.
Il modello proposto «è ovviamente adattabile
a varie circostanze. In presenza di più teleca-
mere, in relazione alla vastità dell’area oggetto
di rilevamento e alle modalità delle riprese, po-
tranno essere installati più cartelli».
sICUREzzA sUL LAvORO Qualora la farmacia sia dotata di estintori in se-
guito alla valutazione dei rischi di incendi pre-
vista dall’articolo 3 del decreto ministeriale 10
marzo 1998, l’allegato V al Decreto stesso im-
pone (punto 5.4) che «l’installazione di mezzi
di spegnimento di tipo manuale deve essere
evidenziata con apposita segnaletica», così
come l’allegato III denominato “Misure relati-
ve alle vie d’uscita in caso d’incendio” richie-
de (punto3.12) che «le vie d’uscita e le uscite
di piano devono essere chiaramente indica-
te tramite segnaletica conforme alla vigente
normativa».
Decreto del ministero della Salute 9 marzo
2012, che disciplina i requisiti strutturali delle
parafarmacie, recita infatti: «Le insegne, di
colore diverso dal verde, devono essere chia-
re e non ingannevoli».
CARtELLI INDICAtORI L’apposizione di questi è chiaramente facol-
tativa, ma anche qui non mancano le speci-
fiche direttive per la farmacie: i commi 2 e 3
del Codice deontologico della Fofi impongono
i seguenti vincoli, per la verità piuttosto disat-
tesi nella pratica.
◆ 2: «I cartelli indicatori, da intendersi esclusi-
vamente come i cartelli che indicano la dire-
zione e la distanza per raggiungere la farmacia
più vicina, anche in forma di freccia direzionale,
devono essere installati nell’ambito territoriale
della sede farmaceutica di pertinenza prevista
in pianta organica».
◆ 3: «I cartelli indicatori devono riportare ob-
bligatoriamente sia la direzione sia la distanza
della farmacia».
Sono soggetti a imposta di pubblicità, senza
tuttavia il beneficio della franchigia.
tURNI E ORARILa materia, che affonda le proprie radici addirit-
tura nei Regi decreti 1265/1934 e 1706/1938,
è ora disciplinata dalle normative regionali, che
spesso demandano alle singole Asl la redazio-
ne dei regolamenti, i quali prevedono sempre
l’obbligo di esposizione all’esterno della farma-
cia di un cartello recante gli orari di apertura e i
periodi di turno. A titolo di esempio riportiamo
quanto previsto dalla Regione Lazio: «Ciascu-
na farmacia deve esporre al pubblico, in manie-
ra e posizione facilmente visibile dall’esterno,
anche di notte, un apposito cartello indicante il
turno di servizio e l’orario di apertura e chiusu-
ra giornaliera dell’esercizio, nonché le farmacie
vicine di turno durante le ore e i giorni di chiusu-
ra della farmacia stessa». Il cartello non è sog-
getto a imposta di pubblicità, sempre che sia di
dimensioni inferiori a mezzo metro quadrato, in
quanto l’articolo 17 del Dlgs 15 novembre 1993
n. 507 esclude «gli avvisi al pubblico esposti
nelle vetrine o sulla porta di ingresso dei locali,
o in mancanza nelle immediate adiacenze del
punto di vendita, relativi all’attività svolta, non-
ché quelli riguardanti la localizzazione e l’utiliz-
zazione di servizi di pubblica utilità».
PRIvACy È una materia nella quale le farmacie sono
particolarmente coinvolte (per approfondi-
menti vedasi gli articolo apparsi sui numeri 5 e
6/2006 di Punto Effe) per l’indubbia delicatez-
za dei dati trattati. Anche se non specificamen-
te previsto, si ritiene assolutamente opportuno
dotare la farmacia di un cartello riportante tut-
te le informative richieste dall’articolo 13 del
47maggio 2014
Primo piano Fiscale
tEst AUtODIAgNOstICI Questo è un obbligo che verrà, visto che anco-
ra gli accordi regionali non sono stati conclusi.
Prevede comunque l’articolo 6 del Decreto 16
dicembre 2010 del ministero della Salute che
«il farmacista ha l’obbligo di esporre nei locali
della farmacia, in modo chiaro e leggibile, l’indi-
cazione delle tipologie di prestazioni analitiche
disponibili agli utenti, erogabili nell’ambito degli
accordi regionali correlati all’accordo collet-
tivo nazionale di cui all’ art. 4, comma 9, della
legge 30 dicembre 1991, n. 412, e successive
modificazioni. Gli avvisi non possono conte-
nere dizioni che richiamino espressamente o
indirettamente esami di laboratorio non ese-
guibili presso le farmacie». Si ricorda che i test
autodiagnostici concessi, a norma dell’art.2
dello stesso Decreto sono: glicemia, coleste-
rolo, trigliceridi, misurazione in tempo reale di
emoglobina, emoglobina glicata, creatinina,
transaminasi, emotocrito, componenti delle
urine, ovulazione, gravidanza, menopausa per
la misura dei livelli dell’ormone Fsa nelle urine,
colon retto per rilevazione di sangue occulto.
L’elenco potrà comunque essere aggiornato
con apposito decreto.
IL PREzzO AL PUBBLICO In questo caso non parliamo di un solo cartello,
ma di decine se non centinaia di etichette la cui
disciplina è talmente complessa e impegnativa
che difficilmente le ispezioni dei Nas si conclu-
dono con verbali immacolati portando dunque
all’irrogazione di sanzioni del tutto spropor-
zionate rispetto alle irregolarità commesse.
Per un approfondimento delle problematiche
si rimanda alla analisi riportata sui numeri 7 e
8/2013 di Punto Effe.
DIvIEtO DI FUMARE La Legge 16 gennaio 2003 n. 3 all’ articolo 51
denominato “Tutela della salute dei non fu-
matori”, estende il divieto di fumo a tutti i locali
chiusi, con le sole eccezioni dei locali riservati ai
fumatori e di quelli privati non aperti a utenti e
al pubblico. Per vigilare sul rispetto del divieto
devono essere nominati addetti autorizzati a
elevare multe. Coloro cui spetta per legge, re-
golamento o disposizioni di autorità, assicurare
l’ordine all’interno dei locali dove vige il divieto,
nonché i conduttori dei locali pubblici, devono
curare l’osservanza del divieto, esponendo, in
posizione visibile, i cartelli elaborati ai sensi del
Dlgs 14 agosto 1996 n. 493 e del Dpcm 23 di-
cembre 2003 il quale stabilisce che «nei locali
in cui è vietato fumare sono collocati appositi
cartelli, adeguatamente visibili, che eviden-
ziano tale divieto. Ai fini della omogeneità sul
territorio nazionale, tecnicamente opportuna,
tali cartelli devono recare la scritta “Vietato fu-
mare”, integrata dalle indicazioni della relativa
prescrizione di legge, delle sanzioni applicabili
ai contravventori e dei soggetti cui spetta vi-
gilare sull’osservanza del divieto e cui compete
accertare le infrazioni. Nelle strutture con più
locali, oltre al modello di cartello completo so-
no adottabili cartelli con la sola scritta “Vietato
fumare”, da situare nei luoghi di accesso o co-
munque di particolare evidenza».
RItIRO DEI PRODOttI ELEttRICI UsAtI Il Decreto 8 marzo 2010 n. 65 ha introdotto un
obbligo, assurdamente generalizzato a tutti gli
esercenti il commercio di ogni categoria mer-
ceologica, di ritirare le apparecchiature elettri-
che ed elettroniche usate a fronte dell’acquisto
di altro prodotto elettrico od elettronico. Ciò
comporta l’ulteriore onere di iscrizione all’ Al-
bo nazionale gestori ambientali, che tuttavia
può essere effettuata solo in occasione del
primo ritiro dell’usato. Il che per la stragrande
maggioranza delle farmacie non avverrà mai,
in considerazione della scarsa frequenza del-
le vendite e soprattutto del limitato ingombro
dei prodotti elettrici potenzialmente interes-
sati (misuratori della pressione, scaldabiberon,
sterilizzatori per biberon, aerosol, eccetera)
che normalmente permette al cliente un age-
vole smaltimento in proprio. Tuttavia, anche in
assenza di iscrizione, rimane «l’obbligo di in-
formare i consumatori della gratuità del ritiro,
con modalità chiare e di immediata percezione,
anche tramite avvisi posti nei locali commer-
ciali con caratteri facilmente leggibili», previsto
dall’ articolo 1, comma 1, del decreto.
Attenzione quindi alle mancanze che pos-
sono essere pesantemente sanzionate, la
maggioranza dei cartelli richiesti si trovano già
predisposti nei negozi specializzati o in ferra-
menta, per gli altri la pratica informatica verrà
d’aiuto: ormai i farmacisti sono tutti esperti
di navigazione su internet o di programmi di
videoscrittura.
IN CONCLUsIONECerchiamo sempre di concludere gli interventi
con qualche notizia favorevole. Per restare in
tema, ricordiamo che:
◆ il Decreto ministeriale 375/1988, che san-
zionava, all’articolo 60, colui che non esponeva
in modo bene visibile un documento dal quale
risultasse l’iscrizione al Rec, al registro delle
ditte e gli estremi dell’autorizzazione eventual-
mente prescritta, è stato abrogato dall’articolo
26 del Dlgs 114/98. Risulta che i moduli ispet-
tivi di alcune Asl, evidentemente non aggior-
nati, seppure a distanza di più di quindici anni,
lo richiedano ancora ma chiaramente il rilievo
non dovrà portare ad alcuna conseguenza;
◆ l’articolo 5 della Legge 484 del 5 agosto 1978
- che imponeva che il «titolare di farmacia è
tenuto a esporre al pubblico un cartello recante
l’indicazione relativa alle quote di partecipazio-
ne degli assistiti alla spesa di cui all’articolo 2»
- si ritiene essere stato implicitamente can-
cellato dalla Legge 388 del 23 dicembre 2000,
che ha abolito ogni forma di compartecipazio-
ne alla spesa da parte degli assistiti, pur pre-
vedendo che le Regioni possano (e debbano)
assumere le delibere per reintrodurli, ma con
modalità e importi che nulla hanno a che fare
con quanto previsto dal citato articolo 2 della
Legge 484.
attenzione quindi alle mancanze che possono essere pesantemente sanzionate, la maggioranza dei cartelli richiesti si trovano già predisposti nei negozi specializzati o in ferramenta, per gli altri la pratica informatica verrà d’aiuto
48maggio 2014
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FARMACEUTICI
NOME DELLA SPECIALITÀ MEDICINALEHirudoid 40000 U.APTT
2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVAPrincipio attivo per 100 g di crema: glicosaminoglicanopolisolfato (P.M. 5700-13700) mg 445 pari a 40000 U.APTT; principio attivo per 100 g di gel: glicosaminoglicanopolisolfato (P.M. 5700-13700) mg 445 pari a 40000 U.APTT.
3. FORMA FARMACEUTICACrema e gel.
4. INFORMAZIONI CLINICHE4.1. Indicazioni terapeuticheTromboflebiti e flebiti superficiali. Edema da stasi venosa. Dolore, infiam-mazione, edema, disturbi trofici negli stati post-flebitici e varicosi. Ematomi.4.2. Posologia e metodo di somministrazionePerforare la membrana del tubetto con la spina della capsula. Crema: salvo diversa prescrizione, disporre sulla parte malata 2-3 volte al giorno, 3-5 cm di crema (in caso di necessità e nelle applicazioni iniziali an-che di più) e massaggiare leggermente fino all’assorbimento della crema.Nel caso di infiammazioni particolarmente dolenti ed in presenza di trom-bosi, spalmare con cautela Hirudoid 40000 U.APTT su tutta l’area cuta-nea interessata ed anche intorno ad essa, e coprire con garza di cotone o simili.In questi casi l’effetto terapeutico di Hirudoid 40000 U.APTT può essere amplificato frizionando anche zone più lontane dalla parte. Gel: salvo diversa prescrizione, 3-5 cm di gel 2-3 volte al giorno. Hirudoid 40000 U.APTT gel è adatto all’impiego nelle tecniche fisioterapeutiche quali ionoforesi e fonoforesi. Nel caso sia utilizzato con tecnica ionofore-tica, esso va applicato sul catodo.4.3. ControindicazioniIpersensibilità già nota verso il medicamento e gli eparinoidi in genere.4.4. Speciali avvertenze e speciali precauzioni per l’usoUso esterno; se compaiono fenomeni di sensibilizzazione, che possono originarsi con l’uso protratto dei prodotti per applicazione topica, occor-re interrompere il trattamento. Non applicare su cute lesa.4.5. Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genereNon sono segnalate particolari interazioni medicamentose.4.6. Uso in gravidanza e allattamentoNon sono segnalate particolari modalità d’uso in corso di gravidanza e di allattamento.4.7. Effetti sulla capacità di guidare veicoli ed usare macchinariNon sono segnalati particolari effetti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine.4.8. Effetti indesideratiNon sono segnalati particolari effetti indesiderati.4.9. Sovradosaggio Non sono segnalati particolari effetti dovuti a iperdosaggio.
5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE5.1. Proprietà farmacodinamiche Il prodotto si è dimostrato attivo su vari parametri chimico-fisici della sostanza intracellulare, quali la sintesi e la decomposizione degli acidi nu-cleici, i sistemi enzimatici coinvolti nel processo infiammatorio, nonchè dotato di azione inibitoria sull’attività ialuronidasica. L’attività antitrom-
botica è stata documentata su trombi sperimentali in varie specie animali, e nell’uomo, utilizzando fibrinogeno marcato.5.2. Proprietà farmacocineticheÈ stato dimostrato sia il suo assorbimento cutaneo che la sua efficacia nel trattamento percutaneo di essudati o ematomi indotti sperimentalmente.5.3. Dati preclinici sulla sicurezza d’impiegoIl prodotto non presenta tossicità acuta o cronica, non interferisce con il processo gestativo ed è sprovvisto di attività teratogena, pur essendo stato somministrato agli animali da laboratorio in dosi notevolmente su-periori a quelle terapeutiche, e, comunque, le massime possibili tenuto conto della forma farmaceutica e della via di somministrazione.
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE6.1. lista degli eccipientiEccipienti per 100 g di crema: cutina LE g 10, trigliceridi a catena media g 6.25, alcool miristico g 3.75, isopropile miristato g 2.5, bentonite g 1, essenza profumata g 0.025, alcool isopropilico g 1, imidurea g 0.2, fenos-sietanolo g 1, acqua depurata q.b. a g 100; eccipienti per 100 g di gel: iso-propanolo g 20, 1,2- propilenglicole g 0.5, acido poliacrilico g 1.5, sodio idrossido g 0.3, essenza profumata g 0.025, acqua depurata q.b. a g 100.6.2. Incompatibilità Non sono segnalati particolari tipi di incompatibilità.6.3. ValiditàCrema: tre anni a confezionamento integro; gel: cinque anni a confeziona-mento integro.6.4. Speciali precauzioni per la conservazioneHirudoid 40000 U.APTT gel: nessunaHirudoid 40000 U.APTT crema: conservare a temperatura inferiore a 25°C6.5. Natura e contenuto del contenitore Tubi di alluminio flessibile e a foro cieco con capsula a vite in polietilene. Tubo g 50 crema, Tubo g 50 gel6.6. Istruzioni per l’uso e per l’impiegoNessuna in particolare.
7. TITOLARE AICCrinos SpA - Via Pavia, 6 - Milano
8. NUMERO AIC Tubo 50 g crema, codice n. 010386062; tubo 50 g di gel, codice n. 010386074.
9. DATA DI PRIMA AIC/RINNOVO Giugno 2005
10. DATA REVISIONE DEL TESTONovembre 2006
11. TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90Il preparato non appartiene ad alcuna tabella della legge in questione.
12. REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO Medicinale non soggetto a prescrizione medica.
Prezzo al pubblico:HIRUDOID 40000 U.APTT gel 50g € 12,50HIRUDOID 40000 U.APTT crema 50g € 12,50
RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
AVD230x285 con RCP Hirudoid 20mar14.indd 2 20/03/2014 14:44:00
oSServatorio th.KohL: ComuniCare i vaLori DeLLa farmaCia Th.Kohl, azienda leader nelle architetture di interni
per la farmacia, prosegue il suo ciclo di incontri annuali e presenta la seconda edizione dell’“Osservatorio Th.Kohl”, un appuntamento culturale di riflessione per approfondire i temi relativi alla comunicazione dei valori della farmacia. Tra i relatori, Franco Luigi Falorni parlerà di etica e futuro in farmacia relativamente alla comunicazione del cambiamento. Simonetta Carbonaro, titolare di Realise Strategic Consultants, presenterà i nuovi paradigmi del consumo. Giuliano Corti, filosofo, indagherà l’etica della relazione. Frida Doveil, presidente di Fragile Corporate Identity Care, illustrerà come comunicare con l’architettura, Mirto Pellicari, direttore di Kohl Interiors, approfondirà le tematiche relative all’architettura in farmacia. Nicola Posa, presidente di Shackleton Consulting, illustrerà come comunicare l’offerta, i servizi e le promozioni. Alexander von Liechtenstein, presidente di Pharmathek, analizzerà come comunicare il valore del tempo in relazione all’utilizzo dell’automazione in farmacia. L’appuntamento è per il 7 giugno prossimo presso l’Hotel Veronesi La Torre, a Dossubuono di Villafranca (Verona). Per le iscrizioni e il programma completo dell’evento consultare il sito www.thkohl.it.
aGifar aCaDemy in LomBarDia
Da un’idea dell’Agifar Bergamo, e in par-
ticolare dell’attuale presidente Davide
Petrosillo, nel 2013 nasce il progetto
Agifar Academy. Si parte da un presup-
posto: i neoolaureati escono dall’uni-
versità con molte nozioni, spesso però
disancorate dall’esercizio pratico della
professione. Infatti, oltre alla conoscen-
za della materia, oggi più che mai risulta
indispensabile sapersi confrontare con
il contesto dinamico del mercato e con
gli aspetti pratici di gestione quotidiana
che il lavoro in farmacia implica.
Agifar Academy si pone quindi l’obiet-
tivo di aiutare il giovane farmacista ad
affrontare le sfide future tramite corsi
teorico-pratici suddivisi in diverse aree
tematiche (tecnico-informatica, scien-
tifica, commerciale e normativa). Dopo il
successo nel 2013 a Bergamo, nel 2014,
grazie alla proficua collaborazione tra
le rispettive Agifar, il progetto è stato
esteso alle province di Como, Lecco, Mi-
lano e si prospetta un’ulteriore espan-
sione. Tutte le informazioni su www.
agifaracademy.it.
Due ProGetti PfiZer PreSentati a CoSmofarma
Pfizer e Pfizer Consumer Healthcare hanno presen-tato a Cosmofarma due importanti iniziative di infor-mazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica: “Curare la Salute” e “Viverla Tutta”. La prima campa-gna nasce con l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza sull’importanza di adottare uno stile di vita corretto, a partire da un’alimentazione sana ed equilibrata, che può contribuire attivamente alla pre-venzione di patologie legate all’avanzare dell’età. A partire da maggio l’iniziativa sarà on line con un sito dedicato e vedrà protagonisti an-che gli studi medici e le farmacie che aderiranno alla campagna, dove i cittadini potranno trovare materiali informativi e un breve test di autovalutazione, disponibile anche on line in una versione più ampia, per misurare il proprio livello di consapevolezza in tema di sane abitudini alimentari e chiedere consigli mirati. “Viverla Tutta” consiste invece in un pro-getto di medicina narrativa, che vede protagonisti pazienti e caregiver con le loro storie di malattia, raccolte e condivise sul sito www.viverlatutta.it, e ha l’obiettivo di promuovere una maggiore centralità del paziente, mettendosi in ascolto dei suoi bisogni e cercando di costruire risposte concrete per migliorare i percorsi di diagnosi, assistenza e cura.
a cura della reDaZione
51maggio 2014
Spigolature
LA PROFEssIONE IN MOstRALa città di Bergamo ha omaggiato la professione attraverso l’organizzazione, lo scorso autunno, di una mostra dal titolo “La cura, il farmacista nella storia”, di recente trasferita on line sul sito www.ilfarmacistanellastoria.it. Promossa da Federfarma e dall’Ordine locali, insieme alla fondazione Bergamo nella storia - e il contributo, tra gli altri, dell’Accademia italiana di storia della farmacia e della Società italiana farmacisti preparatori (Sifap) - è stata inserita nell’ambito della quindicesima edizione della rassegna di divulgazione scientifica “Bergamoscienza”. Il percorso illustra l’antica arte dello speziale e i rimedi di cui poteva disporre, fino ad arrivare al secolo attuale; c’è anche un’area dedicata alle preparazioni galeniche, con l’allestimento di un piccolo laboratorio. Si è potuto, infine, scoprire la storia di antiche farmacie e dei farmacisti cittadini. Il sito internet riporta immagini, testi e video, oltre a una sezione che informa sulla possibilità di inviare foto di antichi reperti riguardanti la professione, per arricchire l’archivio virtuale della mostra.
eSSere BeneSSere: un Corner a miLano Con marinoni
Essere Benessere, operatore retail privato specia-lizzato nel canale del farmaco e del parafarmaco, ha aperto un corner di pane fresco in partnership con Marinoni, all’interno del city store con Farmacia San Carlo di Milano. Oltre alla normale offerta di farmaci, integratori, prodotti per l’igiene e per la cura di viso e corpo e servizi per la prevenzione, il city store offre al pubblico tutto quanto serve per una spesa quotidiana completa, dalla pasta al caffè, passando per il latte e la frutta (in collaborazione con Unes). Nel punto vendita sono presenti, inoltre, il corner di ottica professionale Vista Sì, e il centro estetico Dibi. E da oggi anche il pane. «Abbiamo scelto Marinoni perché, oltre a essere un simbolo imprenditoriale della città, è un partner in grado di garantirci i più alti standard qualitativi per la produzione del pane», dichiara Danilo Salsi, presi-dente di Essere Benessere. «La sua gestione dell’attività del forno, si sposa perfet-tamente con la filosofia dei City Store, canale innovativo per eccellenza che ha fatto dell’elasticità di orari e della comodità della spesa sotto casa il proprio punto di forza».
CorSo aGifar-Sifo SuGLi innovativi a miLano
Si sono tenuti a Milano, presso la sede
dell’Ordine provinciale dei farmacisti i
due incontri nei quali si articolava il corso
residenziale sui “Medicinali ospedalieri: la
collaborazione tra farmacisti a supporto
della terapia domiciliare”, organizzato da
Agifar Milano e da Sifo Lombardia. Alla
base di tutto il dato di fatto che i farmaci-
sti territoriali conoscono marginalmente
i medicinali innovativi - biotecnologici,
anticorpi monoclonali, peptidi - soprat-
tutto perché vengono generalmente
prescritti e dispensati in ambito ospe-
daliero. Ciò nonostante, la tendenza alla
deospedalizzazione degli ultimi anni ha
portato sempre più frequentemente allo
sviluppo di progetti volti a incoraggiare
la somministrazione di medicinali inno-
vativi a domicilio. L’evento rientra in un
progetto formativo regionale che si col-
loca tra le iniziative volte a potenziare la
partecipazione delle farmacie territoriali
a programmi di assistenza domiciliare ai
sensi dell’articolo 1, comma 2, del D.Lgs
153/2009. Due gli obiettivi: ampliare
le conoscenze dei farmacisti territoriali
sulle problematiche connesse alle nuo-
ve classi di medicinali, in particolare dei
biosimilari/biotecnologici, utilizzati in
ospedale; fornire gli strumenti e le mo-
dalità operative per una corretta col-
laborazione tra farmacisti territoriali e
ospedalieri per migliorare la qualità del
servizio farmaceutico.
a cura della reDaZione
52maggio 2014
Spigolature
a cura della reDaZione
53maggio 2014
Spigolature
C
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Aroma-Guna23x285.pdf 1 14/04/14 11:59
di giuseppe tandoi
54maggio 2014
Intervista a...
Pronto intervento
Il progetto Farmacia Si Cura si propone di soccorrere, con piani di ristrutturazione mirati, le farmacie a rischio fallimento, ma non solo. Lo illustra il presidente di Credifarma Carlo Ghiani
Amio avviso sono circa 2.000
le farmacie italiane che mo-
strano incertezze nel soste-
nere il proprio indebitamento,
per la maggior parte dovuto
a cause di cattiva gestione delle risorse fi-
nanziarie e molto spesso alla difficoltà del
titolare a vestire, oltre al camice del farma-
cista, i panni dell’imprenditore». I numeri ai
quali fa riferimento Carlo Ghiani, presidente
di Credifarma, destano preoccupazione e
dovrebbero fare intendere ai titolari in crisi
che non si può più porre tempo in mezzo,
bisogna correre ai ripari. Oggi hanno a di-
sposizione un’opzione in più, quella offerta -
sotto l’egida di Federfarma - da Credifarma,
Promofarma e Farmafidi: Farmacia Si Cura.
Una partnership che unisce autorevoli isti-
tuti che da tempo operano nel mondo della
farmacia. «La sinergia nasce perché condi-
vidiamo lo stesso intento», spiega Ghiani, «e
cioè quello di riuscire a mitigare il pericolo di
fallimento delle farmacie in stato di difficoltà
e per le quali l’accesso al credito risulta sem-
pre più problematico nell’attuale contesto
economico-finanziario. Mettiamo in cam-
po le competenze e la professionalità di tre
società in grado di fornire una soluzione in-
novativa per sostenere non solo la farmacia
ma tutta la filiera».
I CLIENtI POtENzIALI Precarietà sembra la parola d’ordine di questi
ultimi anni, quando si parla di lavoro. E questo
stato di disagio oggi coinvolge anche attività
economiche, come la farmacia, fino a pochi an-
ni or sono considerate, e non a torto, redditizie
55maggio 2014
Intervista a...
valutare e analizzare la situazione finanziaria
della farmacia per avere tutte le informazioni
che serviranno allo sviluppo del business plan
e stabilire il relativo percorso di risanamento.
La fase successiva sarà quella di presentare
il piano industriale ai fornitori per il raggiun-
gimento di quel necessario accordo che
prevederà un piano di ristrutturazione della
farmacia. Raccolta l’adesione dei fornitori,
Credifarma concederà al farmacista un finan-
ziamento ad ampio respiro, con restituzione
del capitale dopo il quinto anno mentre per
i primi cinque dovrà corrispondere solo gli
interessi, in modo da ristabilire un corretto
flusso di risparmio che possa consentire una
buona crescita e un riassorbimento dei debiti
della farmacia». Proprio qui sta il punto: l’ini-
ziativa ha, come caratteristica principale, la
condivisione con tutta la filiera farmaceutica
delle problematiche da affrontare per giun-
gere insieme al risultato auspicato, evitare
pesanti concordati preventivi in continuità
aziendale e fallimenti. I fornitori saranno sod-
disfatti con i flussi finanziari della farmacia e
con le distinte contabili canalizzate tramite
Credifarma ma si dovranno impegnare, nel
contempo, a non adire alle vie legali per tutta
la durata dell’operazione. La garanzia di Far-
mafidi, in prima istanza, è pari al 50 per cento
del finanziamento concesso.
LA sELEzIONEEssere selezionati per entrare a far parte del
programma Farmacia Si Cura non è un fatto
scontato, occorre che la farmacia in questione
sia nelle condizioni di assolvere a determinate
prerogative. «Attraverso un portale web affi-
dato a professionisti esterni», entra nel det-
taglio Ghiani, «possono verificare la propria
idoneità tutte le farmacie associate a Feder-
farma. Ogni titolare interessato a conoscere
se la propria attività farmaceutica rispetta i re-
quisiti necessari per accedere al progetto può
infatti ottenere tutte le informazioni collegan-
dosi al sito www.progettofarmaciasicura.it».
Tre le risposte possibili:
◆ semaforo verde (pratiche accettabili);
◆ semaforo giallo (pratiche accettabili con l’ap-
porto di mezzi propri);
◆ semaforo rosso (pratiche scartate).
Infine, perché un titolare di farmacia dovreb-
be optare per questa soluzione piuttosto che
per altre possibili? «È un progetto ambizioso
e innovativo», conclude il presidente di Credi-
farma, «una soluzione di sistema non solo un
finanziamento da parte di Credifarma. Il far-
macista è tutelato a 360 gradi, sarà formato
e monitorato costantemente, disporrà di ser-
vizi studiati per migliorare la propria gestione
commerciale con il progetto zenith di Promo-
farma, potrà contare sul sostegno della sua
finanziaria di categoria e sulla garanzia fornita
da Farmafidi. Aggiungendo a ciò il suo impe-
gno, il farmacista, ha di fronte un’opportunità
concreta per risanare la sua impresa. Credifar-
ma non è sicuramente interessata a comprare
o vendere farmacie».
e su cui investire. Non è più così, la riduzione
dei margini della farmacia è un trend ormai
consolidato, le prime crepe hanno comincia-
to a manifestarsi in un sistema che tuttora si
distingue per qualità del servizio e capillarità.
Ma quali sono i potenziali clienti di Farmacia
Si Cura? «Il progetto», risponde Ghiani, «si
rivolge innanzitutto a tutte le farmacie che
vogliono superare una fase di difficoltà finan-
ziaria e che intendono migliorare la conduzione
dell’azienda. È consigliato anche alle farmacie
che sentono la necessità di un affiancamento
al fine di assicurarsi una gestione efficiente e
competitiva dell’attività».
Prevenire, si potrebbe dire in un facile slogan,
è meglio di curare. Non sono solo le farmacie
pericolanti a poter accedere al progetto, ma
anche quelle in fase di start up, che intendo-
no ben posizionarsi sul mercato, e quelle che,
pur non necessitando di interventi strutturali,
vogliono evitare, agendo con lungimiranza,
futuri dissesti.
LE FAsICome si articola Farmacia Si Cura? «La pri-
ma fase», sintetizza Ghiani, «permette di
Carlo Ghiani durante l’edizione 2014 di FarmacistaPiù
TELMISARTAN DOC Generici 20 mg compresse - 40 mg compresse - 80 mg compresse
RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALETELMISARTAN DOC Generici 20 mg compresseTELMISARTAN DOC Generici 40 mg compresseTELMISARTAN DOC Generici 80 mg compresse2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVATELMISARTAN DOC Generici 20 mg compresse: ciascuna compressa contiene 20 mg di telmisartanTELMISARTAN DOC Generici 40 mg compresse: ciascuna compressa contiene 40 mg di telmisartanTELMISARTAN DOC Generici 80 mg compresse: ciascuna compressa contiene 80 mg di telmisartanPer l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.3. FORMA FARMACEUTICACompressaTELMISARTAN DOC Generici 20 mg: compresse bianche arrotondateTELMISARTAN DOC Generici 40 mg: compresse bianche oblungheTELMISARTAN DOC Generici 80 mg: compresse bianche oblunghe4. INFORMAZIONI CLINICHE4.1 Indicazioni terapeuticheIpertensione:Trattamento dell’ipertensione essenziale negli adulti.Prevenzione cardiovascolare:Riduzione della morbilità cardiovascolare in pazienti affetti da:i) malattia cardiovascolare aterotrombotica manifesta (anamnesi di coronaropatia, ictus o malattia arteriosa peri- ferica) oii) diabete mellito di tipo 2 con danno d’organo documentato.4.2 Posologia e modo di somministrazioneTrattamento dell’ipertensione essenziale:La dose generalmente efficace è di 40 mg una volta al giorno. Alcuni pazienti possono trarre già beneficio dalla dose di 20 mg una volta al giorno. Nei casi in cui non viene raggiunto il controllo pressorio, la dose di telmisar- tan può essere aumentata fino ad un massimo di 80 mg una volta al giorno. In alternativa, il telmisartan può esse- re impiegato in associazione con diuretici tiazidici, come l'idroclorotiazide, con il quale è stato dimostrato un effetto additivo in termini di riduzione della pressione, con l'associazione a telmisartan. Qualora si prenda in con- siderazione un aumento di dosaggio, si deve tenere presente che il massimo effetto antipertensivo si ottiene gene- ralmente da quattro a otto settimane dopo l'inizio del trattamento (vedere paragrafo 5.1).Prevenzione cardiovascolare:La dose consigliata è di 80 mg una volta al giorno. Non è noto se i dosaggi di telmisartan inferiori agli 80 mg siano efficaci nella riduzione della morbilità cardiovascolare.Quando si inizia la terapia a base di telmisartan per la riduzione della morbilità cardiovascolare, si consiglia di eseguire un accurato controllo della pressione arteriosa e, se indicato, può essere necessario l’aggiustamento della terapia per la riduzione della pressione arteriosa.TELMISARTAN DOC Generici può essere assunto a stomaco pieno o a digiuno.Compromissione renale: Per i pazienti con compromissione renale da lieve a moderata non è necessario modi- ficare la posologia. L’esperienza in pazienti con grave compromissione renale o in emodialisi è limitata. In que- sti pazienti è raccomandata una dose iniziale più bassa pari a 20 mg (vedere paragrafo 4.4).Compromissione epatica: Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata la dose non deve essere maggiore di 40 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 4.4).AnzianiNon è necessario modificare la dose nei pazienti anziani.Pazienti pediatriciL’uso di TELMISARTAN DOC Generici non è raccomandato nei bambini al di sotto di 18 anni a causa della man- canza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.4.3 Controindicazioni• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 6.1)• Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6)• Ostruzioni alle vie biliari• Compromissione epatica grave4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiegoGravidanza:La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il prosegui-mento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).Compromissione epatica:TELMISARTAN DOC Generici non deve essere somministrato a pazienti con colestasi, ostruzioni alle vie biliari o grave compromissione epatica (vedere paragrafo 4.3) in quanto telmisartan è principalmente eliminato nella bile. Per questi pazienti è prevedibile una clearance epatica ridotta per telmisartan. TELMISARTAN DOC Generici deve essere utilizzato solamente con cautela in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata.Ipertensione renovascolare:Nei pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale afferente al singolo rene funzio- nante, trattati con un medicinale che influenza il sistema renina-angiotensina-aldosterone, c'è un aumentato rischio di ipotensione grave ed insufficienza renale.Compromissione renale e trapianto renale:Quando TELMISARTAN DOC Generici è somministrato a pazienti con funzionalità renale compromessa, si rac- comanda il controllo periodico dei livelli sierici di potassio e di creatinina. Non ci sono dati riguardo la sommi- nistrazione di TELMISARTAN DOC Generici in pazienti sottoposti di recente a trapianto renale.Ipovolemia intravascolare:Nei pazienti con deplezione di sodio e/o ipovolemia causata da dosi elevate di diuretici, diete con restrizione di sale, diarrea o vomito, si potrebbe verificare ipotensione sintomatica, specialmente dopo la prima dose di TELMISARTAN DOC Generici. Tali condizioni vanno corrette prima di iniziare il trattamento con TELMISARTAN DOC Generici. La deplezione di sodio e/o l’ipovolemia devono essere corrette prima di iniziare il trattamento con TELMISARTAN DOC Generici.Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone:Come conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, sono state segnalate ipotensione e alterazioni della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) in individui sensibili, soprattutto in caso di associazione di prodotti medicinali che influenzano questo sistema. Il duplice blocco del sistema renina- angiotensina-aldosterone (ad es. per aggiunta di un ACE inibitore ad un antagonista del recettore dell’angiotensi- na II) non è pertanto raccomandato in pazienti con pressione arteriosa già controllata e deve essere limitata a casi individualmente definiti con uno stretto monitoraggio della funzionalità renale.Altre condizioni con stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone:Nei pazienti il cui tono vascolare e la funzione renale dipendono principalmente dall'attività del sistema renina- angiotensina-aldosterone (es. pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia o malattia renale secondaria, inclusa la stenosi dell'arteria renale), il trattamento con medicinali che influenzano questo sistema, come telmi- sartan, è stato associato ad ipotensione acuta, iperazotemia, oliguria o, raramente, insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.8).Aldosteronismo primario:I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono a medicinali antipertensivi che agiscono tramite l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Quindi, l'utilizzo di telmisartan non è raccomandato.Stenosi della valvola aortica e mitrale, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva:Come per altri vasodilatatori, si consiglia particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola aortica o mitrale, o da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.Iperkaliemia:L’uso di medicinali che influenzano il sistema renina-angiotensina-aldosterone può causare iperkaliemia. Nei pazienti anziani, nei pazienti con insufficienza renale, nei pazienti diabetici, nei pazienti contestualmente tratta- ti con altri medicinali che possono aumentare i livelli di potassio e/o nei pazienti con eventi intercorrenti, l’iper- potassemia può essere fatale.Prima di considerare l’uso concomitante di medicinali che influiscono sul sistema renina-angiotensina-aldostero- ne deve essere valutato il rapporto tra il rischio e il beneficio. I principali fattori di rischio che devono essere presi in considerazione per l’iperkaliemia sono:- Diabete mellito, compromissione renale, età (>70 anni)- Associazione con uno o più medicinali che influiscano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone e/o integra- tori di potassio. Medicinali o classi terapeutiche di medicinali che possono provocare iperkaliemia sono sostituti salini contenenti potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angioten- sina II, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, inclusi gli inibitori COX-2 selettivi), eparina, immunosop- pressori (ciclosporina o tacrolimus) e trimetoprim- Eventi intercorrenti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica, peggioramen- to della funzionalità renale, improvviso peggioramento delle condizioni renali (come infezioni), lisi cellulare (come ischemia acuta dell’arto, rabdomiolisi, trauma esteso)
Nei pazienti a rischio si raccomanda uno stretto controllo del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).Differenze etnicheCome osservato per gli inibitori dell'enzima di conversione dell’angiotensina, telmisartan e altri antagonisti del recettore dell'angiotensina II sono apparentemente meno efficaci nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di colore rispetto agli altri pazienti, forse a causa della maggior prevalenza di stati caratterizzati da un basso livello di renina nella popolazione di colore affetta da ipertensione.AltroCome con qualsiasi agente antipertensivo, un'eccessiva diminuzione della pressione in pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cardiovascolare ischemica potrebbe causare infarto del miocardio o ictus.Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp Lattasi o da malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazioneSono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.Come altri medicinali che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, telmisartan può indurre iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4). Il rischio può aumentare in caso di associazione ad altri medicinali che pure possono indurre iperkaliemia (sostituti salini contenenti potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, inclusi gli inibitori COX-2 selettivi), eparina, immunosoppressori (ciclosporina o tacrolimus) e trimetoprim.L’insorgenza dell’iperkaliemia dipende dai fattori di rischio associati. Il rischio aumenta nel caso di associazione dei trattamenti sopra elencati. Il rischio è particolarmente elevato nel caso di combinazione con diuretici rispar- miatori di potassio e quando combinato con sostituti salini contenenti potassio. L’associazione, ad esempio, con ACE inibitori o FANS presenta un minor rischio purché si osservino strettamente le precauzioni per l’uso.Uso concomitante non raccomandatoDiuretici risparmiatori di potassio o integratori di potassioGli antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, come telmisartan, attenuano la perdita di potassio indotta dal diu- retico. I diuretici risparmiatori di potassio quali spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride, integratori di potassio o sostituti salini contenenti potassio possono portare ad un significativo aumento del potassio sierico. Se l’uso concomitante è indicato a causa di documentata ipokaliemia, devono essere somministrati con cautela ed i livelli di potassio sierico devono essere monitorati frequentemente.LitioAumenti reversibili delle concentrazioni di litio nel siero e tossicità sono stati segnalati durante la somministrazio- ne concomitante di litio con gli inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina e con gli antagonisti del recet- tore dell’angiotensina II, incluso telmisartan. Se l’uso dell’associazione si dimostrasse necessaria, si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici del litio.Uso concomitante che richiede cautelaFarmaci antinfiammatori non steroideiI FANS (cioè l’acido acetilsalicilico a dosaggio antinfiammatorio, inibitori della COX-2 e FANS non selettivi) pos- sono ridurre l’effetto antipertensivo degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II. In alcuni pazienti con fun- zionalità renale compromessa (ad es. pazienti disidratati o pazienti anziani con funzionalità renale compromes- sa) la co-somministrazione di antagonisti del recettore dell’angiotensina II e di agenti che inibiscono la ciclo-ossi- genasi può indurre un ulteriore deterioramento della funzionalità renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta che è solitamente reversibile. Pertanto la co-somministrazione deve essere effettuata con cautela, soprattut- to agli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere considerato il monitoraggio della funzionalità renale dopo l’inizio della terapia concomitante e quindi periodicamente.In uno studio, la co-somministrazione di telmisartan e ramipril ha determinato un aumento fino a 2,5 volte dell’AUC0-24 e della Cmax di ramipril e ramiprilato. La rilevanza clinica di questa osservazione non è nota. Diuretici (tiazidici o diuretici dell’ansa)Un precedente trattamento con elevati dosaggi di diuretici quali furosemide (diuretico dell’ansa) e idroclorotiazi- de (diuretico tiazidico) può portare ad una deplezione volemica ed a un rischio di ipotensione quando si inizi la terapia con telmisartan.Da prendere in considerazione in caso di uso concomitanteAltri agenti antipertensivi:L’effetto ipotensivo di telmisartan può essere incrementato dall’uso concomitante di altri medicinali antipertensivi.Sulla base delle loro caratteristiche farmacologiche ci si può aspettare che i seguenti medicinali possano poten- ziare gli effetti ipotensivi di tutti gli antipertensivi incluso telmisartan: baclofene, amifostina. Inoltre l’ipotensione ortostatica può essere aggravata da alcol, barbiturici, narcotici o antidepressivi.Corticosteroidi (per via sistemica) Riduzione dell’effetto antipertensivo.4.6 Gravidanza e allattamentoL’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)Gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4):Non vi sono dati sufficienti sull’uso di TELMISARTAN DOC Generici in donne in gravidanza. Gli studi condotti sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gra- vidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. È noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossifi- cazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). (Vedere paragrafo 5.3). Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un control- lo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).Allattamento (vedere paragrafo 4.3):Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di TELMISARTAN DOC Generici durante l’allattamento, TELMISARTAN DOC Generici non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato pro- filo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinariNon sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Comunque, quando si guidano veicoli o si utilizzano macchinari, deve essere tenuto in considerazione che con la terapia antipertensi- va potrebbero occasionalmente verificarsi capogiri e sonnolenza.4.8 Effetti indesideratiL'incidenza complessiva degli eventi avversi segnalati con telmisartan (41,4%) era solitamente confrontabile a quella segnalata con il placebo (43,9%) nel corso di studi clinici controllati. L’incidenza degli eventi avversi non era dose correlata e non era correlata al sesso, all'età o alla razza dei pazienti. Il profilo di sicurezza di telmisar- tan nei pazienti trattati per ridurre la morbilità cardiovascolare è risultato coerente con quello ottenuto nei pazienti ipertesi.Le reazioni avverse dovute al farmaco di seguito elencate sono state raccolte da tutte le sperimentazioni cliniche sui pazienti trattati per l’ipertensione e dalle segnalazioni successive all’immissione in commercio. Nell’elenco vengono considerati anche gli eventi avversi gravi e gli eventi avversi che hanno portato all’interruzione della terapia, osservati nell’ambito di tre studi clinici a lungo termine su 21.642 pazienti trattati con telmisartan per la riduzione della morbilità cardiovascolare per un periodo di sei anni.Le reazioni avverse sono state classificate per frequenza ricorrendo alla seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).All’interno di ogni raggruppamento di frequenza, le reazioni avverse sono elencate in ordine decrescente di gravità.Infezioni ed infestazioni:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): infezioni del tratto respiratorio superiore incluse faringite e sinusite, infe- zioni delle vie urinarie inclusa la cistiteNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): Sepsi incluso l’esito letale1
Patologie del sistema emolinfopoietico:Non comune (da ≥1/1.000 a < 1/100): anemiaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): trombocitopeniaNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): eosinofiliaDisturbi del sistema immunitario:Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): ipersensibilitàNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): reazione anafilatticaDisturbi del metabolismo e della nutrizione:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): iperkaliemiaDisturbi psichiatrici:Non comune (da ≥1/1.000 a < 1/100): depressione, insonniaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): ansia
Disturbi del sistema nervoso:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): sincopePatologie dell’occhio:Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): anomalie della vistaPatologie dell’orecchio e del labirinto:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): vertiginiPatologie cardiache:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): bradicardiaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): tachicardiaPatologie vascolari:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): ipotensione2, ipotensione ortostaticaPatologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): dispneaPatologie gastrointestinali:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): dolori addominali, diarrea, dispepsia, flatulenza, vomitoRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): disturbi allo stomaco, bocca seccaPatologie epatobiliari:Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): anomalie della funzione epatica/patologia epaticaPatologie della cute e del tessuto sottocutaneo:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): iperidrosi, prurito, eruzione cutaneaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): eritema, angioedema, eruzione da farmaco, eruzione cutanea tossica, eczema Non noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): orticariaPatologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): mialgia, mal di schiena (es.: sciatica), crampi muscolari Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): artralgia, dolore alle estremitàNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): tendinitePatologie renali e urinarie:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): compromissione renale inclusa l’insufficienza renale acutaPatologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): dolore toracico, astenia (debolezza)Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): malessere di tipo influenzaleEsami diagnostici:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): aumento della creatinina nel sangueRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): aumento dell’acido urico nel sangue, aumento degli enzimi epatici, aumento della creatinfosfochinasi nel sangue, diminuzione dell’emoglobina1Nello studio clinico PRoFEESS, si è osservato un aumento dell’incidenza di sepsi con telmisartan rispetto al pla- cebo. L’evento può essere casuale o legato ad un meccanismo attualmente non noto (vedere paragrafo 5.1).2Segnalata come comune nei pazienti con pressione arteriosa controllata che venivano trattati con telmisartan per ridurre la morbilità cardiovascolare oltre alla terapia standard.4.9 SovradosaggioLe informazioni disponibili riguardo al sovradosaggio nell’uomo sono limitate.SintomiLe manifestazioni più rilevanti legate al sovradosaggio di telmisartan sono state ipotensione e tachicardia; sono stati segnalati anche bradicardia, capogiro, aumento della creatinina sierica e insufficienza renale acuta.TrattamentoTelmisartan non viene rimosso dall’emodialisi. Il paziente deve essere strettamente controllato e il trattamento deve essere sintomatico e di supporto. Il trattamento dipende dal tempo trascorso dall’ingestione e dalla gravità dei sintomi. Le misure suggerite includono induzione di emesi e/o lavanda gastrica. Il carbone attivo può essere utile nel trattamento del sovradosaggio. I livelli degli elettroliti sierici e della creatinina dovrebbero essere controllati frequentemente. Nel caso di ipotensione, il paziente dovrebbe essere posto in posizione supina e sali e fluidi dovrebbero essere reintegrati rapidamente.5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE5.1 Proprietà farmacodinamicheCategoria farmacoterapeutica: antagonisti dell’Angiotensina II, non associati, codice ATC C09CA07. Meccanismo di azione:Telmisartan è un antagonista recettoriale dell’angiotensina II (tipo AT1) specifico ed efficace per via orale. Telmisartan spiazza con un’elevata affinità l’angiotensina II dal suo sito di legame con il recettore di sottotipo AT1, responsabile dei ben noti effetti dell’angiotensina II. Telmisartan non mostra alcuna attività agonista parziale per il recettore AT1. Telmisartan si lega selettivamente con il recettore AT1. Tale legame è di lunga durata. Telmisartan non mostra una rilevante affinità per altri recettori, compresi l'AT2 e altri recettori AT meno caratterizzati. Non sono noti il ruolo funzionale di questi recettori né l'effetto della loro possibile sovrastimolazione da parte dell'an- giotensina II, i cui livelli sono aumentati dal telmisartan. Telmisartan determina una diminuzione nei livelli pla- smatici di aldosterone. Telmisartan non inibisce la renina plasmatica umana né blocca i canali ionici. Telmisartan non inibisce l’enzima di conversione dell’angiotensina (chininasi II), enzima che degrada anche la bradichinina. Quindi non è atteso un potenziamento degli eventi avversi mediati dalla bradichinina.Nell’uomo, una dose di 80 mg di telmisartan determina un’inibizione quasi completa dell’aumento pressorio indotto dall’angiotensina II. L'effetto inibitorio si protrae per 24 ore ed è ancora misurabile fino a 48 ore. Efficacia clinica e sicurezza:Trattamento dell’ipertensione essenziale:L’attività antipertensiva inizia a manifestarsi entro 3 ore dalla somministrazione della prima dose di telmisartan. La massima riduzione dei valori pressori si ottiene generalmente da 4 ad 8 settimane dopo l’inizio del trattamen- to e viene mantenuta nel corso della terapia a lungo termine.L'effetto antipertensivo si protrae costantemente per 24 ore dopo la somministrazione e include le ultime 4 ore prima della successiva somministrazione, come dimostrato dalle misurazioni continue nelle 24 ore della pres- sione arteriosa. Ciò è confermato dal fatto che il rapporto tra le concentrazioni minime e massime di telmisartan negli studi clinici controllati verso placebo rimane costantemente superiore all'80 % dopo dosi di 40 mg e 80 mg.C'è un apparente trend per una relazione tra la dose e il tempo di ritorno ai valori basali della pressione arterio- sa sistolica (PAS). Da questo punto di vista, i dati che riguardano la pressione arteriosa diastolica (PAD) non sono invece consistenti.Nei pazienti ipertesi il telmisartan riduce la pressione sia sistolica che diastolica senza influire sulla frequenza cardiaca. Non è ancora stato definito il contributo dell’effetto diuretico e natriuretico del medicinale alla sua effi- cacia ipotensiva. L'efficacia antipertensiva di telmisartan è paragonabile a quella di medicinali rappresentativi di altre classi di antipertensivi (dimostrata negli studi clinici che hanno confrontato telmisartan con amlodipina, ate- nololo, enalapril, idroclorotiazide e lisinopril).Dopo una brusca interruzione del trattamento con telmisartan, la pressione arteriosa ritorna gradualmente ai valori preesistenti durante un periodo di diversi giorni, senza comportare ipertensione di rebound.Negli studi clinici che confrontavano direttamente i due trattamenti antipertensivi, l’incidenza di tosse secca è risultata significativamente inferiore nei pazienti trattati con telmisartan che in quelli trattati con gli inibitori del- l'enzima di conversione dell’angiotensina.Prevenzione cardiovascolare:Lo studio ONTARGET (Ongoing Telmisartan Alone and in Combination with Ramipril Global Endpoint Trial) ha comparato gli effetti di telmisartan, di ramipril e dell’associazione di telmisartan e ramipril sugli outcome cardio- vascolari in 25620 pazienti di età pari o superiore ai 55 anni con un’anamnesi di coronaropatia, ictus, TIA, malat- tia arteriosa periferica o diabete mellito di tipo 2 accompagnato dall’evidenza di danno d’organo (es.: retinopatia, ipertrofia ventricolare sinistra, macro- o microalbuminuria), ovvero in una popolazione a rischio di eventi car- diovascolari.I pazienti sono stati randomizzati in uno dei tre seguenti gruppi di trattamento: telmisartan 80 mg (n=8542), rami- pril 10 mg (n=8576) o l’associazione di telmisartan 80 mg più ramipril 10 mg (n=8502), e sono stati seguiti per un periodo di osservazione medio di 4,5 anni.Telmisartan ha mostrato un effetto simile a quello di ramipril nel ridurre l’endpoint primario composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale, ictus non letale o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca congestizia. L’incidenza dell’endpoint primario è risultata simile nei gruppi trattati con telmisartan (16,7%) e ramipril (16,5%). Il rapporto di rischio per telmisartan rispetto a ramipril è risultato pari a 1,01 (97,5 % IC 0,93 – 1,10, p (non-inferiorità)= 0,0019 in un margine di 1,13). Il tasso di mortalità per tutte le cause è stato pari all’11,6% e all’11,8% per i pazienti trattati rispettivamente con telmisartan e ramipril.Telmisartan ha dimostrato un’efficacia simile a quella di ramipril nell’endpoint secondario precedentemente spe- cificato di morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale e ictus non letale (0,99 [97,5% IC 0,90-1,08], p [non-inferiorità]=0,0004), endpoint primario nello studio di riferimento HOPE (The Heart Outcomes Prevention Evaluation Study) che aveva studiato l’effetto di ramipril rispetto al placebo.Nello studio TRANSCEND pazienti con intolleranza agli ACE-inibitori e criteri di inclusione simili a quelli dello studio ONTARGET sono stati randomizzati nei gruppi telmisartan 80 mg (n=2954) o placebo (n=2972), entrambi somministrati in aggiunta alla cura standard. La durata media del follow-up è stata di 4 anni e 8 mesi. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nell’incidenza dell’endpoint primario composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale, ictus non letale o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca congestizia) (15,7% nel gruppo trattato con telmisartan e 17,0% nel gruppo tratto con placebo con un rapporto di
rischio pari a 0,92 [95% IC 0,81-1,05,p=0,22]).Sono state riscontrate evidenze di un vantaggio del tel-misartan rispetto al placebo in riferimento all’endpoint secondario composito precedentemente specificato di morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale e ictus non letale (0,87 [95% IC 0,76–1,00, p=0,048]). Non sono state osservate evidenze di un vantaggio sulla mortalità cardiovascolare (rapporto di rischio pari a 1,03, 95% IC 0,85–1,24).Tosse e angioedema sono stati segnalati con minore frequenza nei pazienti trattati con telmisartan rispetto ai pazienti trattati con ramipril, mentre l’ipotensione è stata riferita più frequentemente con telmisartan. L’associazi-one di telmisartan con ramipril non ha apportato ulteriori benefici rispetto a ramipril o a telmisartan da soli. La mortalità CV e la mortalità per tutte le cause sono risultate numericamente più elevate con l’associazione. Inoltre, nel braccio in trattamento con l’associazione, è stata osservata un’incidenza significativamente più elevata di iperkaliemia, insufficienza renale, ipotensione e sincope. Pertanto, l’impiego di un’associazione di telmisartan e ramipril non è raccomandata in questa popolazione.Nello studio PRoFESS (Prevention Regimen For Effectively avoiding Second Strokes) condotto su pazienti di età pari o superiore ai 50 anni, recentemente colpiti da ictus, è stato notato un aumento dell’incidenza di sepsi per telmisartan rispetto al placebo, 0,70% contro 0,49% (RR 1,43 [intervallo di confidenza del 95% 1,00-2,06]); l’in- cidenza dei casi letali di sepsi era aumentata nei pazienti che assumevano telmisartan (0,33%) rispetto ai pazien- ti che ricevevano placebo (0,16%) (RR 2,07 [intervallo di confidenza del 95% 1,14-3,76]). L’aumento del tasso di sepsi osservato, associato con l’impiego di telmisartan, può essere casuale o legato ad un meccanismo attual- mente sconosciuto.Gli effetti benefici di telmisartan sulla mortalità e sulla morbilità cardiovascolare sono tuttora sconosciuti.5.2 Proprietà farmacocineticheAssorbimentoL’assorbimento di telmisartan è rapido, sebbene la frazione assorbita sia variabile. La biodisponibilità assoluta del telmisartan è mediamente del 50% circa. Quando telmisartan viene assunto con il cibo, la riduzione dell’area sotto la curva delle concentrazioni plasmatiche/tempo (AUC0-∞) di telmisartan varia tra il 6% (dose di 40 mg) e il 19% circa (dose di 160 mg). Dopo 3 ore dalla somministrazione le concentrazioni plasmatiche risultano simi- li sia che il telmisartan venga assunto a digiuno che con un pasto.Linearità/non-linearità:Non si ritiene che la lieve riduzione nell’AUC causi una riduzione dell’efficacia terapeutica.Non c'è una relazione lineare tra dosi e livelli plasmatici. Il Cmax e, in misura minore, l'AUC aumentano in modo non proporzionale a dosi superiori a 40 mg.Distribuzione:Il telmisartan è fortemente legato alle proteine plasmatiche (>99,5 %), in particolare all’albumina e alla glicopro- teina acida alfa-1. Il volume medio di distribuzione allo stato stazionario (Vdss) è di circa 500 litri. Metabolismo:Il telmisartan è metabolizzato mediante coniugazione al glucuronide della sostanza originaria.Non è stata dimostrata un'attività farmacologica per il coniugato.Eliminazione:Telmisartan mostra una cinetica di decadimento biesponenziale con un’emivita terminale di eliminazione supe- riore alle 20 ore. La concentrazione plasmatica massima, (Cmax), e, in misura minore, l’area sotto la curva delle concentrazioni plasmatiche/tempo (AUC) aumentano in misura non proporzionale alla dose. Quando il telmi- sartan viene assunto alle dosi raccomandate non si evidenzia un accumulo rilevante dal punto di vista clinico. Le concentrazioni plasmatiche sono superiori nella donna rispetto all’uomo, ma ciò non influisce in modo rilevante sull’efficacia.In seguito alla somministrazione orale (ed endovenosa), il telmisartan viene escreto quasi esclusivamente con le feci, principalmente in forma immodificata. L’escrezione urinaria cumulativa è <1 % della dose. La clearance plasmatica totale (Cltot) è elevata (ca. 1000 ml/min) se confrontata al flusso plasmatico epatico (ca. 1500 ml/min). Popolazioni specialiEffetti legati al genere:Sono state osservate differenze di concentrazioni plasmatiche tra i sessi, nelle donne Cmax e AUC erano rispetti- vamente 3 e 2 volte superiori rispetto agli uomini.Pazienti anziani:La farmacocinetica del telmisartan non differisce tra i pazienti anziani e i soggetti giovani.Pazienti con compromissione renale:Nei pazienti con compromissione renale da lieve a moderata e grave è stato osservato un raddoppio delle con- centrazioni plasmatiche. Tuttavia, nei pazienti con insufficienza renale in dialisi sono state osservate concentra- zioni plasmatiche inferiori. Nei pazienti affetti da insufficienza renale il telmisartan è fortemente legato alle pro- teine plasmatiche e non può essere eliminato con la dialisi. Nei pazienti con compromissione renale l'emivita di eliminazione non varia.Pazienti con compromissione epatica:Negli studi di farmacocinetica in pazienti con compromissione epatica è stato osservato un aumento nella biodi- sponibilità assoluta fino a quasi il 100 %. Nei pazienti con disfunzioni epatiche l'emivita di eliminazione non varia.5.3 Dati preclinici di sicurezzaNegli studi preclinici di sicurezza, dosi tali da determinare un’esposizione confrontabile a quella del range di dosi da impiegarsi nella terapia clinica hanno causato una riduzione dei parametri eritrocitari (eritrociti, emoglo- bina, ematocrito), alterazioni nell’emodinamica renale (aumento di azotemia e creatininemia) come anche un aumento nella potassiemia in animali normotesi. Nel cane sono state osservate dilatazione ed atrofia dei tubuli renali. Nel ratto e nel cane sono state osservate inoltre lesioni della mucosa gastrica (erosioni, ulcere o infiam- mazioni). Questi effetti indesiderati farmacologicamente mediati, come evidenziato dagli studi preclinici sia con inibitori dell'enzima di conversione dell’angiotensina che con antagonisti del recettore dell'angiotensina II, si possono prevenire somministrando supplementi salini orali.In entrambe le specie sono stati osservati aumento dell’attività della renina plasmatica e ipertrofia/iperplasia delle cellule iuxtaglomerulari renali. Tali alterazioni, anch’esse un effetto di tutta la classe degli inibitori dell'enzima di conversione dell’angiotensina e di altri antagonisti del recettore dell'angiotensina II, non sembrano avere signifi- cato clinico.Non vi è alcuna evidenza di un effetto teratogeno, ma studi preclinici hanno mostrato alcuni rischi potenziali di telmisartan nello sviluppo postnatale della prole quali minore peso corporeo, apertura ritardata degli occhi e mortalità più elevata.Non vi è stata alcuna evidenza di mutagenesi, né di attività clastogena rilevante negli studi in vitro né di cance- rogenicità nel ratto e nel topo.6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipientiPovidoneMegluminaIdrossido di sodio Mannitolo Magnesio stearato Crospovidone6.2 IncompatibilitàNon pertinente.6.3 Periodo di validità3 anni.6.4 Precauzioni particolari per la conservazioneBlister alluminio/alluminio:Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.6.5 Natura e contenuto del contenitoreI contenitori esterni sono scatole di cartone.TELMISARTAN DOC Generici 20/40/80 mg compresse è fornito in blister (Alluminio/Alluminio) contenenti 28 compresse.È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimentoNessuna istruzione particolare.Il prodotto non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla norma- tiva locale vigente.7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIODOC Generici S.r.l. - Via Turati 40 - 20121 Milano Italia.8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO040866016 - 20 mg compresse - 28 compresse in blister Al/Al040866028 - 40 mg compresse - 28 compresse in blister Al/Al 040866030 - 80 mg compresse - 28 compresse in blister Al/Al9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONELuglio 201310. DATA DI REVISIONE DEL TESTOOttobre 2013
RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALETELMISARTAN DOC Generici 20 mg compresseTELMISARTAN DOC Generici 40 mg compresseTELMISARTAN DOC Generici 80 mg compresse2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVATELMISARTAN DOC Generici 20 mg compresse: ciascuna compressa contiene 20 mg di telmisartanTELMISARTAN DOC Generici 40 mg compresse: ciascuna compressa contiene 40 mg di telmisartanTELMISARTAN DOC Generici 80 mg compresse: ciascuna compressa contiene 80 mg di telmisartanPer l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.3. FORMA FARMACEUTICACompressaTELMISARTAN DOC Generici 20 mg: compresse bianche arrotondateTELMISARTAN DOC Generici 40 mg: compresse bianche oblungheTELMISARTAN DOC Generici 80 mg: compresse bianche oblunghe4. INFORMAZIONI CLINICHE4.1 Indicazioni terapeuticheIpertensione:Trattamento dell’ipertensione essenziale negli adulti.Prevenzione cardiovascolare:Riduzione della morbilità cardiovascolare in pazienti affetti da:i) malattia cardiovascolare aterotrombotica manifesta (anamnesi di coronaropatia, ictus o malattia arteriosa peri- ferica) oii) diabete mellito di tipo 2 con danno d’organo documentato.4.2 Posologia e modo di somministrazioneTrattamento dell’ipertensione essenziale:La dose generalmente efficace è di 40 mg una volta al giorno. Alcuni pazienti possono trarre già beneficio dalla dose di 20 mg una volta al giorno. Nei casi in cui non viene raggiunto il controllo pressorio, la dose di telmisar- tan può essere aumentata fino ad un massimo di 80 mg una volta al giorno. In alternativa, il telmisartan può esse- re impiegato in associazione con diuretici tiazidici, come l'idroclorotiazide, con il quale è stato dimostrato un effetto additivo in termini di riduzione della pressione, con l'associazione a telmisartan. Qualora si prenda in con- siderazione un aumento di dosaggio, si deve tenere presente che il massimo effetto antipertensivo si ottiene gene- ralmente da quattro a otto settimane dopo l'inizio del trattamento (vedere paragrafo 5.1).Prevenzione cardiovascolare:La dose consigliata è di 80 mg una volta al giorno. Non è noto se i dosaggi di telmisartan inferiori agli 80 mg siano efficaci nella riduzione della morbilità cardiovascolare.Quando si inizia la terapia a base di telmisartan per la riduzione della morbilità cardiovascolare, si consiglia di eseguire un accurato controllo della pressione arteriosa e, se indicato, può essere necessario l’aggiustamento della terapia per la riduzione della pressione arteriosa.TELMISARTAN DOC Generici può essere assunto a stomaco pieno o a digiuno.Compromissione renale: Per i pazienti con compromissione renale da lieve a moderata non è necessario modi- ficare la posologia. L’esperienza in pazienti con grave compromissione renale o in emodialisi è limitata. In que- sti pazienti è raccomandata una dose iniziale più bassa pari a 20 mg (vedere paragrafo 4.4).Compromissione epatica: Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata la dose non deve essere maggiore di 40 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 4.4).AnzianiNon è necessario modificare la dose nei pazienti anziani.Pazienti pediatriciL’uso di TELMISARTAN DOC Generici non è raccomandato nei bambini al di sotto di 18 anni a causa della man- canza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.4.3 Controindicazioni• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 6.1)• Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6)• Ostruzioni alle vie biliari• Compromissione epatica grave4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiegoGravidanza:La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il prosegui-mento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).Compromissione epatica:TELMISARTAN DOC Generici non deve essere somministrato a pazienti con colestasi, ostruzioni alle vie biliari o grave compromissione epatica (vedere paragrafo 4.3) in quanto telmisartan è principalmente eliminato nella bile. Per questi pazienti è prevedibile una clearance epatica ridotta per telmisartan. TELMISARTAN DOC Generici deve essere utilizzato solamente con cautela in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata.Ipertensione renovascolare:Nei pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale afferente al singolo rene funzio- nante, trattati con un medicinale che influenza il sistema renina-angiotensina-aldosterone, c'è un aumentato rischio di ipotensione grave ed insufficienza renale.Compromissione renale e trapianto renale:Quando TELMISARTAN DOC Generici è somministrato a pazienti con funzionalità renale compromessa, si rac- comanda il controllo periodico dei livelli sierici di potassio e di creatinina. Non ci sono dati riguardo la sommi- nistrazione di TELMISARTAN DOC Generici in pazienti sottoposti di recente a trapianto renale.Ipovolemia intravascolare:Nei pazienti con deplezione di sodio e/o ipovolemia causata da dosi elevate di diuretici, diete con restrizione di sale, diarrea o vomito, si potrebbe verificare ipotensione sintomatica, specialmente dopo la prima dose di TELMISARTAN DOC Generici. Tali condizioni vanno corrette prima di iniziare il trattamento con TELMISARTAN DOC Generici. La deplezione di sodio e/o l’ipovolemia devono essere corrette prima di iniziare il trattamento con TELMISARTAN DOC Generici.Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone:Come conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, sono state segnalate ipotensione e alterazioni della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) in individui sensibili, soprattutto in caso di associazione di prodotti medicinali che influenzano questo sistema. Il duplice blocco del sistema renina- angiotensina-aldosterone (ad es. per aggiunta di un ACE inibitore ad un antagonista del recettore dell’angiotensi- na II) non è pertanto raccomandato in pazienti con pressione arteriosa già controllata e deve essere limitata a casi individualmente definiti con uno stretto monitoraggio della funzionalità renale.Altre condizioni con stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone:Nei pazienti il cui tono vascolare e la funzione renale dipendono principalmente dall'attività del sistema renina- angiotensina-aldosterone (es. pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia o malattia renale secondaria, inclusa la stenosi dell'arteria renale), il trattamento con medicinali che influenzano questo sistema, come telmi- sartan, è stato associato ad ipotensione acuta, iperazotemia, oliguria o, raramente, insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.8).Aldosteronismo primario:I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono a medicinali antipertensivi che agiscono tramite l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Quindi, l'utilizzo di telmisartan non è raccomandato.Stenosi della valvola aortica e mitrale, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva:Come per altri vasodilatatori, si consiglia particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola aortica o mitrale, o da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.Iperkaliemia:L’uso di medicinali che influenzano il sistema renina-angiotensina-aldosterone può causare iperkaliemia. Nei pazienti anziani, nei pazienti con insufficienza renale, nei pazienti diabetici, nei pazienti contestualmente tratta- ti con altri medicinali che possono aumentare i livelli di potassio e/o nei pazienti con eventi intercorrenti, l’iper- potassemia può essere fatale.Prima di considerare l’uso concomitante di medicinali che influiscono sul sistema renina-angiotensina-aldostero- ne deve essere valutato il rapporto tra il rischio e il beneficio. I principali fattori di rischio che devono essere presi in considerazione per l’iperkaliemia sono:- Diabete mellito, compromissione renale, età (>70 anni)- Associazione con uno o più medicinali che influiscano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone e/o integra- tori di potassio. Medicinali o classi terapeutiche di medicinali che possono provocare iperkaliemia sono sostituti salini contenenti potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angioten- sina II, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, inclusi gli inibitori COX-2 selettivi), eparina, immunosop- pressori (ciclosporina o tacrolimus) e trimetoprim- Eventi intercorrenti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica, peggioramen- to della funzionalità renale, improvviso peggioramento delle condizioni renali (come infezioni), lisi cellulare (come ischemia acuta dell’arto, rabdomiolisi, trauma esteso)
Nei pazienti a rischio si raccomanda uno stretto controllo del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).Differenze etnicheCome osservato per gli inibitori dell'enzima di conversione dell’angiotensina, telmisartan e altri antagonisti del recettore dell'angiotensina II sono apparentemente meno efficaci nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di colore rispetto agli altri pazienti, forse a causa della maggior prevalenza di stati caratterizzati da un basso livello di renina nella popolazione di colore affetta da ipertensione.AltroCome con qualsiasi agente antipertensivo, un'eccessiva diminuzione della pressione in pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cardiovascolare ischemica potrebbe causare infarto del miocardio o ictus.Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp Lattasi o da malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazioneSono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.Come altri medicinali che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, telmisartan può indurre iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4). Il rischio può aumentare in caso di associazione ad altri medicinali che pure possono indurre iperkaliemia (sostituti salini contenenti potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, inclusi gli inibitori COX-2 selettivi), eparina, immunosoppressori (ciclosporina o tacrolimus) e trimetoprim.L’insorgenza dell’iperkaliemia dipende dai fattori di rischio associati. Il rischio aumenta nel caso di associazione dei trattamenti sopra elencati. Il rischio è particolarmente elevato nel caso di combinazione con diuretici rispar- miatori di potassio e quando combinato con sostituti salini contenenti potassio. L’associazione, ad esempio, con ACE inibitori o FANS presenta un minor rischio purché si osservino strettamente le precauzioni per l’uso.Uso concomitante non raccomandatoDiuretici risparmiatori di potassio o integratori di potassioGli antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, come telmisartan, attenuano la perdita di potassio indotta dal diu- retico. I diuretici risparmiatori di potassio quali spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride, integratori di potassio o sostituti salini contenenti potassio possono portare ad un significativo aumento del potassio sierico. Se l’uso concomitante è indicato a causa di documentata ipokaliemia, devono essere somministrati con cautela ed i livelli di potassio sierico devono essere monitorati frequentemente.LitioAumenti reversibili delle concentrazioni di litio nel siero e tossicità sono stati segnalati durante la somministrazio- ne concomitante di litio con gli inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina e con gli antagonisti del recet- tore dell’angiotensina II, incluso telmisartan. Se l’uso dell’associazione si dimostrasse necessaria, si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici del litio.Uso concomitante che richiede cautelaFarmaci antinfiammatori non steroideiI FANS (cioè l’acido acetilsalicilico a dosaggio antinfiammatorio, inibitori della COX-2 e FANS non selettivi) pos- sono ridurre l’effetto antipertensivo degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II. In alcuni pazienti con fun- zionalità renale compromessa (ad es. pazienti disidratati o pazienti anziani con funzionalità renale compromes- sa) la co-somministrazione di antagonisti del recettore dell’angiotensina II e di agenti che inibiscono la ciclo-ossi- genasi può indurre un ulteriore deterioramento della funzionalità renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta che è solitamente reversibile. Pertanto la co-somministrazione deve essere effettuata con cautela, soprattut- to agli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere considerato il monitoraggio della funzionalità renale dopo l’inizio della terapia concomitante e quindi periodicamente.In uno studio, la co-somministrazione di telmisartan e ramipril ha determinato un aumento fino a 2,5 volte dell’AUC0-24 e della Cmax di ramipril e ramiprilato. La rilevanza clinica di questa osservazione non è nota. Diuretici (tiazidici o diuretici dell’ansa)Un precedente trattamento con elevati dosaggi di diuretici quali furosemide (diuretico dell’ansa) e idroclorotiazi- de (diuretico tiazidico) può portare ad una deplezione volemica ed a un rischio di ipotensione quando si inizi la terapia con telmisartan.Da prendere in considerazione in caso di uso concomitanteAltri agenti antipertensivi:L’effetto ipotensivo di telmisartan può essere incrementato dall’uso concomitante di altri medicinali antipertensivi.Sulla base delle loro caratteristiche farmacologiche ci si può aspettare che i seguenti medicinali possano poten- ziare gli effetti ipotensivi di tutti gli antipertensivi incluso telmisartan: baclofene, amifostina. Inoltre l’ipotensione ortostatica può essere aggravata da alcol, barbiturici, narcotici o antidepressivi.Corticosteroidi (per via sistemica) Riduzione dell’effetto antipertensivo.4.6 Gravidanza e allattamentoL’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)Gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4):Non vi sono dati sufficienti sull’uso di TELMISARTAN DOC Generici in donne in gravidanza. Gli studi condotti sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gra- vidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. È noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossifi- cazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). (Vedere paragrafo 5.3). Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un control- lo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).Allattamento (vedere paragrafo 4.3):Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di TELMISARTAN DOC Generici durante l’allattamento, TELMISARTAN DOC Generici non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato pro- filo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinariNon sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Comunque, quando si guidano veicoli o si utilizzano macchinari, deve essere tenuto in considerazione che con la terapia antipertensi- va potrebbero occasionalmente verificarsi capogiri e sonnolenza.4.8 Effetti indesideratiL'incidenza complessiva degli eventi avversi segnalati con telmisartan (41,4%) era solitamente confrontabile a quella segnalata con il placebo (43,9%) nel corso di studi clinici controllati. L’incidenza degli eventi avversi non era dose correlata e non era correlata al sesso, all'età o alla razza dei pazienti. Il profilo di sicurezza di telmisar- tan nei pazienti trattati per ridurre la morbilità cardiovascolare è risultato coerente con quello ottenuto nei pazienti ipertesi.Le reazioni avverse dovute al farmaco di seguito elencate sono state raccolte da tutte le sperimentazioni cliniche sui pazienti trattati per l’ipertensione e dalle segnalazioni successive all’immissione in commercio. Nell’elenco vengono considerati anche gli eventi avversi gravi e gli eventi avversi che hanno portato all’interruzione della terapia, osservati nell’ambito di tre studi clinici a lungo termine su 21.642 pazienti trattati con telmisartan per la riduzione della morbilità cardiovascolare per un periodo di sei anni.Le reazioni avverse sono state classificate per frequenza ricorrendo alla seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).All’interno di ogni raggruppamento di frequenza, le reazioni avverse sono elencate in ordine decrescente di gravità.Infezioni ed infestazioni:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): infezioni del tratto respiratorio superiore incluse faringite e sinusite, infe- zioni delle vie urinarie inclusa la cistiteNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): Sepsi incluso l’esito letale1
Patologie del sistema emolinfopoietico:Non comune (da ≥1/1.000 a < 1/100): anemiaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): trombocitopeniaNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): eosinofiliaDisturbi del sistema immunitario:Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): ipersensibilitàNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): reazione anafilatticaDisturbi del metabolismo e della nutrizione:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): iperkaliemiaDisturbi psichiatrici:Non comune (da ≥1/1.000 a < 1/100): depressione, insonniaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): ansia
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Disturbi del sistema nervoso:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): sincopePatologie dell’occhio:Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): anomalie della vistaPatologie dell’orecchio e del labirinto:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): vertiginiPatologie cardiache:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): bradicardiaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): tachicardiaPatologie vascolari:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): ipotensione2, ipotensione ortostaticaPatologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): dispneaPatologie gastrointestinali:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): dolori addominali, diarrea, dispepsia, flatulenza, vomitoRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): disturbi allo stomaco, bocca seccaPatologie epatobiliari:Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): anomalie della funzione epatica/patologia epaticaPatologie della cute e del tessuto sottocutaneo:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): iperidrosi, prurito, eruzione cutaneaRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): eritema, angioedema, eruzione da farmaco, eruzione cutanea tossica, eczema Non noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): orticariaPatologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): mialgia, mal di schiena (es.: sciatica), crampi muscolari Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): artralgia, dolore alle estremitàNon noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili): tendinitePatologie renali e urinarie:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): compromissione renale inclusa l’insufficienza renale acutaPatologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): dolore toracico, astenia (debolezza)Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): malessere di tipo influenzaleEsami diagnostici:Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100): aumento della creatinina nel sangueRaro (da ≥1/10.000 a <1/1.000): aumento dell’acido urico nel sangue, aumento degli enzimi epatici, aumento della creatinfosfochinasi nel sangue, diminuzione dell’emoglobina1Nello studio clinico PRoFEESS, si è osservato un aumento dell’incidenza di sepsi con telmisartan rispetto al pla- cebo. L’evento può essere casuale o legato ad un meccanismo attualmente non noto (vedere paragrafo 5.1).2Segnalata come comune nei pazienti con pressione arteriosa controllata che venivano trattati con telmisartan per ridurre la morbilità cardiovascolare oltre alla terapia standard.4.9 SovradosaggioLe informazioni disponibili riguardo al sovradosaggio nell’uomo sono limitate.SintomiLe manifestazioni più rilevanti legate al sovradosaggio di telmisartan sono state ipotensione e tachicardia; sono stati segnalati anche bradicardia, capogiro, aumento della creatinina sierica e insufficienza renale acuta.TrattamentoTelmisartan non viene rimosso dall’emodialisi. Il paziente deve essere strettamente controllato e il trattamento deve essere sintomatico e di supporto. Il trattamento dipende dal tempo trascorso dall’ingestione e dalla gravità dei sintomi. Le misure suggerite includono induzione di emesi e/o lavanda gastrica. Il carbone attivo può essere utile nel trattamento del sovradosaggio. I livelli degli elettroliti sierici e della creatinina dovrebbero essere controllati frequentemente. Nel caso di ipotensione, il paziente dovrebbe essere posto in posizione supina e sali e fluidi dovrebbero essere reintegrati rapidamente.5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE5.1 Proprietà farmacodinamicheCategoria farmacoterapeutica: antagonisti dell’Angiotensina II, non associati, codice ATC C09CA07. Meccanismo di azione:Telmisartan è un antagonista recettoriale dell’angiotensina II (tipo AT1) specifico ed efficace per via orale. Telmisartan spiazza con un’elevata affinità l’angiotensina II dal suo sito di legame con il recettore di sottotipo AT1, responsabile dei ben noti effetti dell’angiotensina II. Telmisartan non mostra alcuna attività agonista parziale per il recettore AT1. Telmisartan si lega selettivamente con il recettore AT1. Tale legame è di lunga durata. Telmisartan non mostra una rilevante affinità per altri recettori, compresi l'AT2 e altri recettori AT meno caratterizzati. Non sono noti il ruolo funzionale di questi recettori né l'effetto della loro possibile sovrastimolazione da parte dell'an- giotensina II, i cui livelli sono aumentati dal telmisartan. Telmisartan determina una diminuzione nei livelli pla- smatici di aldosterone. Telmisartan non inibisce la renina plasmatica umana né blocca i canali ionici. Telmisartan non inibisce l’enzima di conversione dell’angiotensina (chininasi II), enzima che degrada anche la bradichinina. Quindi non è atteso un potenziamento degli eventi avversi mediati dalla bradichinina.Nell’uomo, una dose di 80 mg di telmisartan determina un’inibizione quasi completa dell’aumento pressorio indotto dall’angiotensina II. L'effetto inibitorio si protrae per 24 ore ed è ancora misurabile fino a 48 ore. Efficacia clinica e sicurezza:Trattamento dell’ipertensione essenziale:L’attività antipertensiva inizia a manifestarsi entro 3 ore dalla somministrazione della prima dose di telmisartan. La massima riduzione dei valori pressori si ottiene generalmente da 4 ad 8 settimane dopo l’inizio del trattamen- to e viene mantenuta nel corso della terapia a lungo termine.L'effetto antipertensivo si protrae costantemente per 24 ore dopo la somministrazione e include le ultime 4 ore prima della successiva somministrazione, come dimostrato dalle misurazioni continue nelle 24 ore della pres- sione arteriosa. Ciò è confermato dal fatto che il rapporto tra le concentrazioni minime e massime di telmisartan negli studi clinici controllati verso placebo rimane costantemente superiore all'80 % dopo dosi di 40 mg e 80 mg.C'è un apparente trend per una relazione tra la dose e il tempo di ritorno ai valori basali della pressione arterio- sa sistolica (PAS). Da questo punto di vista, i dati che riguardano la pressione arteriosa diastolica (PAD) non sono invece consistenti.Nei pazienti ipertesi il telmisartan riduce la pressione sia sistolica che diastolica senza influire sulla frequenza cardiaca. Non è ancora stato definito il contributo dell’effetto diuretico e natriuretico del medicinale alla sua effi- cacia ipotensiva. L'efficacia antipertensiva di telmisartan è paragonabile a quella di medicinali rappresentativi di altre classi di antipertensivi (dimostrata negli studi clinici che hanno confrontato telmisartan con amlodipina, ate- nololo, enalapril, idroclorotiazide e lisinopril).Dopo una brusca interruzione del trattamento con telmisartan, la pressione arteriosa ritorna gradualmente ai valori preesistenti durante un periodo di diversi giorni, senza comportare ipertensione di rebound.Negli studi clinici che confrontavano direttamente i due trattamenti antipertensivi, l’incidenza di tosse secca è risultata significativamente inferiore nei pazienti trattati con telmisartan che in quelli trattati con gli inibitori del- l'enzima di conversione dell’angiotensina.Prevenzione cardiovascolare:Lo studio ONTARGET (Ongoing Telmisartan Alone and in Combination with Ramipril Global Endpoint Trial) ha comparato gli effetti di telmisartan, di ramipril e dell’associazione di telmisartan e ramipril sugli outcome cardio- vascolari in 25620 pazienti di età pari o superiore ai 55 anni con un’anamnesi di coronaropatia, ictus, TIA, malat- tia arteriosa periferica o diabete mellito di tipo 2 accompagnato dall’evidenza di danno d’organo (es.: retinopatia, ipertrofia ventricolare sinistra, macro- o microalbuminuria), ovvero in una popolazione a rischio di eventi car- diovascolari.I pazienti sono stati randomizzati in uno dei tre seguenti gruppi di trattamento: telmisartan 80 mg (n=8542), rami- pril 10 mg (n=8576) o l’associazione di telmisartan 80 mg più ramipril 10 mg (n=8502), e sono stati seguiti per un periodo di osservazione medio di 4,5 anni.Telmisartan ha mostrato un effetto simile a quello di ramipril nel ridurre l’endpoint primario composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale, ictus non letale o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca congestizia. L’incidenza dell’endpoint primario è risultata simile nei gruppi trattati con telmisartan (16,7%) e ramipril (16,5%). Il rapporto di rischio per telmisartan rispetto a ramipril è risultato pari a 1,01 (97,5 % IC 0,93 – 1,10, p (non-inferiorità)= 0,0019 in un margine di 1,13). Il tasso di mortalità per tutte le cause è stato pari all’11,6% e all’11,8% per i pazienti trattati rispettivamente con telmisartan e ramipril.Telmisartan ha dimostrato un’efficacia simile a quella di ramipril nell’endpoint secondario precedentemente spe- cificato di morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale e ictus non letale (0,99 [97,5% IC 0,90-1,08], p [non-inferiorità]=0,0004), endpoint primario nello studio di riferimento HOPE (The Heart Outcomes Prevention Evaluation Study) che aveva studiato l’effetto di ramipril rispetto al placebo.Nello studio TRANSCEND pazienti con intolleranza agli ACE-inibitori e criteri di inclusione simili a quelli dello studio ONTARGET sono stati randomizzati nei gruppi telmisartan 80 mg (n=2954) o placebo (n=2972), entrambi somministrati in aggiunta alla cura standard. La durata media del follow-up è stata di 4 anni e 8 mesi. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nell’incidenza dell’endpoint primario composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale, ictus non letale o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca congestizia) (15,7% nel gruppo trattato con telmisartan e 17,0% nel gruppo tratto con placebo con un rapporto di
rischio pari a 0,92 [95% IC 0,81-1,05,p=0,22]).Sono state riscontrate evidenze di un vantaggio del tel-misartan rispetto al placebo in riferimento all’endpoint secondario composito precedentemente specificato di morte cardiovascolare, infarto miocardico non letale e ictus non letale (0,87 [95% IC 0,76–1,00, p=0,048]). Non sono state osservate evidenze di un vantaggio sulla mortalità cardiovascolare (rapporto di rischio pari a 1,03, 95% IC 0,85–1,24).Tosse e angioedema sono stati segnalati con minore frequenza nei pazienti trattati con telmisartan rispetto ai pazienti trattati con ramipril, mentre l’ipotensione è stata riferita più frequentemente con telmisartan. L’associazi-one di telmisartan con ramipril non ha apportato ulteriori benefici rispetto a ramipril o a telmisartan da soli. La mortalità CV e la mortalità per tutte le cause sono risultate numericamente più elevate con l’associazione. Inoltre, nel braccio in trattamento con l’associazione, è stata osservata un’incidenza significativamente più elevata di iperkaliemia, insufficienza renale, ipotensione e sincope. Pertanto, l’impiego di un’associazione di telmisartan e ramipril non è raccomandata in questa popolazione.Nello studio PRoFESS (Prevention Regimen For Effectively avoiding Second Strokes) condotto su pazienti di età pari o superiore ai 50 anni, recentemente colpiti da ictus, è stato notato un aumento dell’incidenza di sepsi per telmisartan rispetto al placebo, 0,70% contro 0,49% (RR 1,43 [intervallo di confidenza del 95% 1,00-2,06]); l’in- cidenza dei casi letali di sepsi era aumentata nei pazienti che assumevano telmisartan (0,33%) rispetto ai pazien- ti che ricevevano placebo (0,16%) (RR 2,07 [intervallo di confidenza del 95% 1,14-3,76]). L’aumento del tasso di sepsi osservato, associato con l’impiego di telmisartan, può essere casuale o legato ad un meccanismo attual- mente sconosciuto.Gli effetti benefici di telmisartan sulla mortalità e sulla morbilità cardiovascolare sono tuttora sconosciuti.5.2 Proprietà farmacocineticheAssorbimentoL’assorbimento di telmisartan è rapido, sebbene la frazione assorbita sia variabile. La biodisponibilità assoluta del telmisartan è mediamente del 50% circa. Quando telmisartan viene assunto con il cibo, la riduzione dell’area sotto la curva delle concentrazioni plasmatiche/tempo (AUC0-∞) di telmisartan varia tra il 6% (dose di 40 mg) e il 19% circa (dose di 160 mg). Dopo 3 ore dalla somministrazione le concentrazioni plasmatiche risultano simi- li sia che il telmisartan venga assunto a digiuno che con un pasto.Linearità/non-linearità:Non si ritiene che la lieve riduzione nell’AUC causi una riduzione dell’efficacia terapeutica.Non c'è una relazione lineare tra dosi e livelli plasmatici. Il Cmax e, in misura minore, l'AUC aumentano in modo non proporzionale a dosi superiori a 40 mg.Distribuzione:Il telmisartan è fortemente legato alle proteine plasmatiche (>99,5 %), in particolare all’albumina e alla glicopro- teina acida alfa-1. Il volume medio di distribuzione allo stato stazionario (Vdss) è di circa 500 litri. Metabolismo:Il telmisartan è metabolizzato mediante coniugazione al glucuronide della sostanza originaria.Non è stata dimostrata un'attività farmacologica per il coniugato.Eliminazione:Telmisartan mostra una cinetica di decadimento biesponenziale con un’emivita terminale di eliminazione supe- riore alle 20 ore. La concentrazione plasmatica massima, (Cmax), e, in misura minore, l’area sotto la curva delle concentrazioni plasmatiche/tempo (AUC) aumentano in misura non proporzionale alla dose. Quando il telmi- sartan viene assunto alle dosi raccomandate non si evidenzia un accumulo rilevante dal punto di vista clinico. Le concentrazioni plasmatiche sono superiori nella donna rispetto all’uomo, ma ciò non influisce in modo rilevante sull’efficacia.In seguito alla somministrazione orale (ed endovenosa), il telmisartan viene escreto quasi esclusivamente con le feci, principalmente in forma immodificata. L’escrezione urinaria cumulativa è <1 % della dose. La clearance plasmatica totale (Cltot) è elevata (ca. 1000 ml/min) se confrontata al flusso plasmatico epatico (ca. 1500 ml/min). Popolazioni specialiEffetti legati al genere:Sono state osservate differenze di concentrazioni plasmatiche tra i sessi, nelle donne Cmax e AUC erano rispetti- vamente 3 e 2 volte superiori rispetto agli uomini.Pazienti anziani:La farmacocinetica del telmisartan non differisce tra i pazienti anziani e i soggetti giovani.Pazienti con compromissione renale:Nei pazienti con compromissione renale da lieve a moderata e grave è stato osservato un raddoppio delle con- centrazioni plasmatiche. Tuttavia, nei pazienti con insufficienza renale in dialisi sono state osservate concentra- zioni plasmatiche inferiori. Nei pazienti affetti da insufficienza renale il telmisartan è fortemente legato alle pro- teine plasmatiche e non può essere eliminato con la dialisi. Nei pazienti con compromissione renale l'emivita di eliminazione non varia.Pazienti con compromissione epatica:Negli studi di farmacocinetica in pazienti con compromissione epatica è stato osservato un aumento nella biodi- sponibilità assoluta fino a quasi il 100 %. Nei pazienti con disfunzioni epatiche l'emivita di eliminazione non varia.5.3 Dati preclinici di sicurezzaNegli studi preclinici di sicurezza, dosi tali da determinare un’esposizione confrontabile a quella del range di dosi da impiegarsi nella terapia clinica hanno causato una riduzione dei parametri eritrocitari (eritrociti, emoglo- bina, ematocrito), alterazioni nell’emodinamica renale (aumento di azotemia e creatininemia) come anche un aumento nella potassiemia in animali normotesi. Nel cane sono state osservate dilatazione ed atrofia dei tubuli renali. Nel ratto e nel cane sono state osservate inoltre lesioni della mucosa gastrica (erosioni, ulcere o infiam- mazioni). Questi effetti indesiderati farmacologicamente mediati, come evidenziato dagli studi preclinici sia con inibitori dell'enzima di conversione dell’angiotensina che con antagonisti del recettore dell'angiotensina II, si possono prevenire somministrando supplementi salini orali.In entrambe le specie sono stati osservati aumento dell’attività della renina plasmatica e ipertrofia/iperplasia delle cellule iuxtaglomerulari renali. Tali alterazioni, anch’esse un effetto di tutta la classe degli inibitori dell'enzima di conversione dell’angiotensina e di altri antagonisti del recettore dell'angiotensina II, non sembrano avere signifi- cato clinico.Non vi è alcuna evidenza di un effetto teratogeno, ma studi preclinici hanno mostrato alcuni rischi potenziali di telmisartan nello sviluppo postnatale della prole quali minore peso corporeo, apertura ritardata degli occhi e mortalità più elevata.Non vi è stata alcuna evidenza di mutagenesi, né di attività clastogena rilevante negli studi in vitro né di cance- rogenicità nel ratto e nel topo.6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipientiPovidoneMegluminaIdrossido di sodio Mannitolo Magnesio stearato Crospovidone6.2 IncompatibilitàNon pertinente.6.3 Periodo di validità3 anni.6.4 Precauzioni particolari per la conservazioneBlister alluminio/alluminio:Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.6.5 Natura e contenuto del contenitoreI contenitori esterni sono scatole di cartone.TELMISARTAN DOC Generici 20/40/80 mg compresse è fornito in blister (Alluminio/Alluminio) contenenti 28 compresse.È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimentoNessuna istruzione particolare.Il prodotto non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla norma- tiva locale vigente.7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIODOC Generici S.r.l. - Via Turati 40 - 20121 Milano Italia.8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO040866016 - 20 mg compresse - 28 compresse in blister Al/Al040866028 - 40 mg compresse - 28 compresse in blister Al/Al 040866030 - 80 mg compresse - 28 compresse in blister Al/Al9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONELuglio 201310. DATA DI REVISIONE DEL TESTOOttobre 2013
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i risvegli soprattutto se di origine ansiosa; valeriana e luppolo per favorire l’addormenta-mento, inoltre la piperina ottenuta da estratti di pepe nero riduce il metabolismo della me-latonina, prolungandone l’effetto benefico relativo alle problematiche dei risvegli notturni.
INESTETISMI E CIRCOLAZIONEBromelina ed estratto di equiseto per un effetto drenante, estratto di caffè verde, estratto di meliloto, in grado di favorire la funzionalità del microcircolo e di migliorare il drenaggio dei liquidi corporei, estratto d’ip-pocastano, che contribuisce alla funzionalità del microcircolo. Questi i principali costituenti che Rottapharm ha inserito in fortilase Cell compresse, utile per contrastare gli inesteti-smi della cellulite, con effetto antinfiammato-rio e antiedemigeno.
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ADDIO STANCHEZZALo stress determina un aumento del fabbiso-gno di vitamina B6 e di magnesio. Le conse-guenze sono: crampi muscolari, sbalzi d’umore, insonnia e stanchezza. Per ritrovare l’equilibrio Arkopharma propone magnesio 24, in confe-zione da 60 capsule (30 per il giorno + 30 per la notte): la capsula giorno, con magnesio e vita-mina B6 permette di ridurre stanchezza e fatica contribuendo al normale funzionamento del sistema nervoso. La capsula notte è arricchita con melissa: favorisce il rilassamento, il benes-sere mentale e il sonno.
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CONTRO LO STRESS OSSIDATIVOQuando è necessario un aiuto per mantene-re la pressione in equilibrio, l’estratto di foglie di ulivo può fornire un sostegno naturale, coadiuvandone la regolarità. verde-ulivo agisce infatti come sostegno per contra-stare lo stress ossidativo, principale causa d’indebolimento delle cellule dei vari tessuti corporei, che divengono così meno efficienti. Inoltre coadiuva il metabolismo di carboidrati e lipidi contribuendo al loro fisiologico equili-brio. Commercializzato da Nature’s Bounty, è disponibile in confezione da 60 capsule.
PAPAYA BREVETTATAIn caso di diminuzione delle difese immuni-tarie e antiossidanti, difficoltà di recupero a livello fisico, immun’age® di Named con Fpp (Fermented Papaya Preparation) che favori-sce un’azione anti-aging, aiuta a contrastare perdita di memoria e di concentrazione, è un aiuto per l’ovetraining sportivo. A confe-rirne le proprietà, un processo brevettato di bio-fermentazione della durata di dieci mesi che permette di modificare il contenuto di proteine e carboidrati, originando un com-plesso di ß-Glucani. È quindi considerato un “functional food”, perché possiede proprietà che vanno ad agire anche a livello cellulare. In confezione da 30 o 60 bustine.
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Abstract dei contenuti. La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, che riguarda una fascia sempre più ampia della popolazione. Tuttavia passa ancora spesso troppo tempo tra l’insor-genza dei sintomi e la diagnosi, che può riguardare tanto i bambini quanto gli adulti. Test genetici permettono oggi di stabilire la predisposizione a sviluppare la patologia. La terapia è rappresentata dalla dieta priva di glutine, basata in parte su alimenti che ne sono na-turalmente privi ed in parte su prodotti appositamente preparati per sostituire, nell’alimentazione del paziente celiaco o sensibile al glutine, quelli tradizionali, a base di cereali contenenti glutine.
Obiettivi del corso sono la defi nizione di celiachia, la conoscenza dell’eziologia e della prevalenza, la comprensione dei criteri diagnostici, il riconoscimento dei sintomi e delle principali complicazioni associate, l’individuazione del glutine sia negli alimenti che nei farmaci e l’identifi cazione dei prodotti privi di glutine e delle relative caratteristiche nutrizionali.
Responsabile Scientifi co: Franca MarangoniFarmacologa.Responsabile della Ricerca e della comunicazione presso Nutrition Foundation of Italy
6 Crediti ECM
in collaborazione con Nutrition Foundation of Italy
CORSO FAD
Celiachia: dalla defi nizione alla dieta senza glutine
Si rimane veramente con poco
ossigeno durante la proie-
zione di questo recente cor-
tometraggio, incentrato sulla
vicenda reale che ha coinvol-
to la facoltà di Farmacia dell’Università di
Catania, costretta a chiudere i propri labora-
tori nel 2008 per inquinamento ambientale
ed esalazioni tossiche a cui sarebbero stati
sottoposti gli studenti. Alba Rohrwacher in-
terpreta sapientemente Stella, un’aspirante
dottoressa in Farmacia che accusa problemi
di salute e sospetta vi siano problemi di si-
curezza per coloro che frequentano i labo-
ratori di chimica dell’ateneo. La sua vicenda
si sovrappone a quella di Emanuele Patanè,
dottorando che realmente ha vissuto anni
all’interno del centro di ricerca e che è scom-
parso nel 2003 a soli 29 anni per un tumo-
re al polmone, lasciando un memoriale in
merito alla sua triste vicenda. Nonostante
le amiche di Stella cerchino di convincerla a
lasciare il laboratorio, la ragazza, come av-
venne per Emanuele, non demorde, affa-
scinata e appassionata per la chimica. Una
netta contrapposizione tra la pacata accet-
tazione dei sacrifici, anche di salute, della
giovane studentessa e la rabbiosa ribellione
di chi le vuole bene e non accetta per lei un
triste destino.
Il film rappresenta in maniera molto realistica
i dubbi e le speranze che accompagnano gli
Il titolo richiamerebbe alla mente un thriller, ma si tratta di trentacinque minuti di vita vissuta. La drammatica vicenda di alcuni aspiranti farmacisti e dottorandi iscritti all’università di Catania
Con il fiato sospeso
studenti alle prime armi con gli esperimen-
ti e le esercitazioni pratiche, consapevoli
che lo studio delle discipline farmaceutiche
non comprende solo i laboratori di chimica,
ma allo stesso tempo entusiasti di potersi
confrontare con le proprie capacità e cono-
scenze, per veder realizzata una reazione,
o addirittura cimentarsi in nuove scoperte
da esporre poi nella tesi di laurea. Un diritto
allo studio e alla realizzazione dei sogni che
dovrebbe essere tutelato con sicurezza e
apparecchiature all’avanguardia in ogni uni-
versità, senza distinzioni.
La giovane regista, Costanza Quatriglio, è
già conosciuta per aver messo in luce, tra
gli altri, anche la vita di un analfabeta nel film
Terramatta, appassionata di docu-fiction e
premiata in diverse occasioni, anche in que-
sto caso, con la partecipazione alla settan-
tesima Mostra del cinema di Venezia. Con il fiato sospeso non si è fermato alla proiezio-
ne, ma è ancora presente con l’omonimo sito
internet, in cui viene raccontata la cronaca di
quanto è accaduto e sta ancora succedendo
intorno a questa vicenda.
«Le scoperte che facciamo, le combinazio-
ni fra gli elementi, sono il frutto della nostra
curiosità; mettiamo alla prova la nostra in-
telligenza, il nostro istinto, e il laboratorio è la
terra in cui tutto questo è possibile. Lavoria-
mo nella bolla, viviamo nella bolla, respiria-
mo nella bolla».
REGIA E SCENEGGIATURA: Costanza QuatriglioCAST: Alba Rohrwacher, Anna Balestrieri, Michele Riondino, Gaetano AronicaFOTOGRAFIA: Sabrina VaraniMUSICA: Paolo Buonvino
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Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Ciò permetterà la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalità di segnalazione delle reazioni avverse.
1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE. Constella® 290 microgrammi capsule rigide. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA. Ogni capsula contiene 290 microgrammi di linaclotide. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA. Capsula rigida. Capsula opaca da bianca a bianco-arancio (18 mm x 6,35) contrassegnata con “290” con inchiostro grigio. 4. INFORMAZIONI CLINICHE. 4.1 Indicazioni terapeutiche. Constella® è indicato per il trattamento sintomatico della sindrome dell’intestino irritabile da moderata a grave con costipazione (IBS-C) negli adulti. 4.2 Posologia e modo di somministrazione. Posologia La dose raccomandata è di una capsula (290 microgrammi) una volta al giorno. I medici devono periodicamente valutare la necessità di proseguire il trattamento. L’efficacia del linaclotide è stata stabilita in studi in doppio cieco
controllati verso placebo, della durata massima di 6 mesi. Se i pazienti non riscontrano un miglioramento dei loro sintomi dopo 4 settimane di trattamento, è opportuno visitare nuovamente il paziente e riconsiderare il beneficio e i rischi di proseguire il trattamento. Popolazioni speciali Pazienti con insufficienza renale o epatica Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con insufficienza epatica o renale (vedere paragrafo 5.2). Pazienti anziani Per i pazienti anziani, sebbene non siano necessari aggiustamenti della dose, il trattamento deve essere attentamente monitorato e periodicamente rivalutato (vedere paragrafo 4.4). Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia del linaclotide nei bambini da 0 a 18 anni non è ancora stata stabilita. Non ci sono dati disponibili. Constella® non deve essere utilizzato nei bambini e negli adolescenti (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Modo di somministrazione Per uso orale. La capsula deve essere assunta almeno 30 minuti prima di un pasto (vedere paragrafo 4.5). 4.3 Controindicazioni. Ipersensibilità al linaclotide o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Pazienti con ostruzione gastrointestinale meccanica accertata o presunta. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego. Constella® deve essere utilizzato esclusivamente laddove siano state escluse patologie organiche e sia stata accertata una diagnosi di IBS-C da moderata a grave (vedere paragrafo 5.1). I pazienti devono essere consapevoli della possibile comparsa di diarrea durante il trattamento. Devono inoltre essere avvisati di informare il loro medico in caso di diarrea grave o prolungata (vedere paragrafo 4.8). Qualora si manifesti una diarrea prolungata (ad es., per più di una settimana) o grave, si deve prendere in considerazione la sospensione temporanea del linaclotide fino alla risoluzione dell’episodio di diarrea e ci si deve rivolgere al medico. Occorre prestare particolare cautela nei pazienti soggetti a disturbi dell’equilibrio idrico o elettrolitico (ad es., gli anziani, i pazienti con malattie CV, diabete, ipertensione), e prendere in considerazione il controllo degli elettroliti. Il linaclotide non è stato studiato in pazienti con condizioni infiammatorie croniche del tratto intestinale, come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa; pertanto non è raccomandato l’uso di Constella® in questi pazienti. Pazienti anziani Vi sono dati limitati sui pazienti anziani (vedere paragrafo 5.1). A causa del rischio accresciuto di diarrea osservato nelle sperimentazioni cliniche (vedere paragrafo 4.8), occorre prestare particolare attenzione a questi pazienti e il rapporto beneficio-rischio deve essere accuratamente e periodicamente valutato. Popolazione pediatrica Constella® non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti perché non è stato studiato su questa popolazione. Poiché è noto che il recettore GC-C è sovraespresso in giovanissima età, i bambini al di sotto dei 2 anni potrebbero essere particolarmente sensibili agli effetti del linaclotide. 4.5 Interazione con altri medicinali e altre forme di interazione. Non sono stati condotti studi di interazione medicinale medicinale. Il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma in seguito a somministrazione delle dosi cliniche raccomandate e gli studi in vitro hanno dimostrato che il linaclotide non è né un substrato né un inibitore/induttore del sistema enzimatico del citocromo P450 e non interagisce con una serie di trasportatori comuni di efflusso e assorbimento (vedere paragrafo 5.2). Uno studio clinico di interazione con il cibo in soggetti sani ha dimostrato che il linaclotide a dosi terapeutiche non era rilevabile nel plasma sia in condizioni di stomaco pieno che di digiuno. L’assunzione di Constella® a stomaco pieno ha causato feci più frequenti e più molli, nonché più eventi avversi gastrointestinali, rispetto all’assunzione a digiuno (vedere paragrafo 5.1). La capsula deve essere assunta 30 minuti prima di un pasto (vedere paragrafo 4.2). Il trattamento concomitante con inibitori della pompa protonica, lassativi o FANS può aumentare il rischio di diarrea. In caso di diarrea grave o prolungata, essa può influire sull’assorbimento di altri medicinali per via orale. L’efficacia dei contraccettivi orali potrebbe essere ridotta e si raccomanda l’uso di un metodo contraccettivo aggiuntivo per prevenire la possibile insufficienza della contraccezione orale (vedere il foglio illustrativo del contraccettivo orale). È necessario usare cautela nel prescrivere medicinali assorbiti nel tratto intestinale con un indice terapeutico ristretto come la levotiroxina, dal momento che la loro efficacia potrebbe essere ridotta. 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento. Gravidanza I dati sull’uso del linaclotide sulle donne in gravidanza sono limitati. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Come misura precauzionale, è preferibile evitare l’uso durante la gravidanza. Allattamento Poiché l’esposizione sistemica al linaclotide è minima, è improbabile l’escrezione nel latte materno, benché ciò non sia stato ancora valutato. Nonostante a dosi terapeutiche non si siano riscontrati effetti su neonati/bambini allattati al seno, in assenza di dati sull’uomo, l’uso durante l’allattamento non è raccomandato. Fertilità Gli studi condotti sugli animali dimostrano che non esiste alcun effetto sulla fertilità maschile e femminile. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Constella® non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati. Riassunto del profilo di sicurezza Linaclotide è stato somministrato oralmente a 1.166 pazienti con IBS-C in studi clinici controllati. Di questi pazienti, 892 hanno ricevuto linaclotide alla dose raccomandata di 290 microgrammi al giorno. L’esposizione totale nel piano di sviluppo clinico superava 1.500 anni-paziente. La reazione avversa più frequentemente riferita con la terapia a base di Constella® è stata la diarrea, generalmente di intensità da lieve a moderata, che si è manifestata in meno del 20% dei pazienti. In casi rari e particolarmente gravi ciò potrebbe, di conseguenza, condurre all’insorgenza di disidratazione, ipokaliemia, riduzione del bicarbonato nel sangue, capogiri e ipotensione ortostatica. Altre reazioni avverse comuni (>1%) erano dolori addominali, distensione addominale e flatulenza. Tabella delle reazioni avverse In studi clinici controllati, alla dose raccomandata di 290 microgrammi al giorno, sono state riferite le seguenti reazioni avverse con frequenze corrispondenti a: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), rara (≥1/10.000, <1/1.000), molto rara (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Descrizione di reazioni avverse selezionate La diarrea è la reazione avversa più frequente ed è compatibile con l’azione farmacologica del principio attivo. Negli studi clinici, il 2% dei pazienti trattati ha sperimentato diarrea di intensità grave e il 5% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa della diarrea. La maggior parte dei casi riferiti di diarrea era di intensità da lieve (43%) a moderata (47%); il 2% dei pazienti trattati ha avuto diarrea di intensità grave. Circa la metà degli episodi di diarrea ha avuto inizio durante la prima settimana di trattamento. Relativamente alla durata della diarrea, la durata di oltre 28 giorni è stata riferita nel 21% dei pazienti con diarrea; circa un terzo dei casi di diarrea si è risolto entro 7 giorni. Negli studi clinici, il 5% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa della diarrea. Nei pazienti in cui la diarrea ha portato all’interruzione del trattamento, essa si è risolta entro pochi giorni dall’interruzione del trattamento. I pazienti anziani (>65 anni), gli ipertesi e i diabetici hanno riferito diarrea più frequentemente rispetto alla popolazione IBS-C generale inclusa nelle sperimentazioni cliniche. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili 4.9 Sovradosaggio. Un sovradosaggio può causare sintomi derivanti da un eccesso degli effetti farmacodinamici noti del medicinale, principalmente la diarrea. In uno studio condotto su volontari sani che hanno assunto un’unica dose da 2.897 microgrammi (fino a 10 volte la dose terapeutica raccomandata), il profilo di sicurezza in questi soggetti era compatibile con quello della popolazione generale, con la diarrea come evento avverso più comunemente riferito. Qualora si
verifichi un sovradosaggio, il paziente deve essere trattato sintomaticamente e, se necessario, occorre adottare le misure di supporto. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE. 5.1 Proprietà farmacodinamiche. Categoria farmacoterapeutica: altri farmaci per la costipazione, codice ATC: A06AX04. Meccanismo d’azione Linaclotide è un agonista dei recettori della guanilato ciclasi C (GC-C) con attività analgesica e secretiva viscerale. Linaclotide è un peptide sintetico di 14 aminoacidi strutturalmente correlato alla famiglia dei peptidi della guanilina endogena. Sia il linaclotide che il suo metabolita attivo si legano al recettore della GC-C, sulla superficie luminale dell’epitelio intestinale. Attraverso la sua azione a livello di GC-C, il linaclotide ha dimostrato di ridurre il dolore viscerale e aumentare il transito gastrointestinale in modelli animali e aumentare il transito nel colon nell’uomo. L’attivazione della GC-C causa un aumento delle concentrazioni di guanosina monofosfato ciclico (cGMP),
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
sia a livello extracellulare che intracellulare. La cGMP extracellulare diminuisce l’attività delle fibre del dolore, riducendo il dolore viscerale in modelli animali. La cGMP intracellulare induce la secrezione di cloruro e bicarbonato nel lume intestinale, attraverso l’attivazione del regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR), che comporta l’aumento del fluido intestinale e l’accelerazione del transito. Effetti farmacodinamici In uno studio di interazione incrociata con il cibo, Constella® 290 microgrammi è stato somministrato per 7 giorni sia a digiuno che a stomaco pieno a 18 soggetti sani. L’assunzione di Constella® immediatamente dopo una colazione molto grassa ha causato feci più frequenti e più molli, nonché più eventi avversi gastrointestinali, rispetto all’assunzione a digiuno. Efficacia e sicurezza clinica L’efficacia del linaclotide è stata stabilita in due studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati verso placebo, di fase III in pazienti affetti da IBS-C. In uno studio clinico (studio 1), 802 pazienti sono stati trattati con Constella® 290 microgrammi o placebo una volta al giorno per 26 settimane. Nel secondo studio clinico (studio 2), 800 pazienti sono stati trattati per 12 settimane e poi nuovamente randomizzati per un ulteriore periodo di trattamento di 4 settimane. Durante il periodo basale pre-trattamento di 2 settimane, i pazienti hanno registrato un punteggio di dolore addominale medio pari a 5,6 (su una scala da 0 a 10) con il 2,2% di giorni privi di dolori addominali, un punteggio di gonfiore medio pari a 6,6 (su una scala da 0 a 10) e una media di 1,8 movimenti intestinali spontanei (SBM)/settimana. Le caratteristiche della popolazione dei pazienti inclusi nella sperimentazione clinica di fase III erano le seguenti: età media di 43,9 anni [età compresa tra 18-87 anni con 5,3% ≥65 anni di età], 90,1% di sesso femminile. Tutti i pazienti soddisfacevano i criteri di Roma II per l’IBS-C e dovevano riferire un punteggio medio di dolore addominale di ≥3 su una scala numerica di valutazione da 0 a 10 punti (criteri corrispondenti ad una popolazione con IBS da moderata a grave), <3 movimenti intestinali spontanei completi e ≤5 SBM a settimana per un periodo basale di due settimane. Gli endpoint co-primari in entrambi gli studi clinici erano il grado del tasso di risposta con sollievo per l’IBS a 12 settimane e il dolore addominale/tasso di risposta con malessere a 12 settimane. Un grado di risposta con sollievo per l’IBS corrispondeva a un paziente considerevolmente o completamente sollevato dal dolore per almeno il 50% del periodo di trattamento; una risposta con dolore/fastidio addominale corrispondeva a un paziente con un miglioramento del 30% o più per almeno il 50% del periodo di trattamento. Per i dati a 12 settimane, lo studio 1 mostra che il 39% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 17% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al grado di sollievo per l’IBS (p<0,0001) e il 54% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 39% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al dolore/fastidio addominale (p<0,0001). Lo studio 2 mostra che il 37% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 19% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al grado di sollievo per l’IBS (p<0,0001) e il 55% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 42% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al dolore/fastidio addominale (p=0,0002). Per i dati a 26 settimane, lo studio 1 mostra che il 37% e il 54% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 17% e al 36% dei pazienti trattati con placebo ha mostrato una risposta al grado di sollievo per l’IBS (p<0,0001) e al dolore/fastidio addominale (p<0,0001), rispettivamente. In entrambi gli studi, questi miglioramenti sono stati riscontrati entro la settimana 1 e mantenuti per tutto il periodo di trattamento (Figura 1 e 2). Linaclotide non ha dimostrato di causare effetto rebound quando il trattamento è stato interrotto dopo 3 mesi di trattamento costante. Gli altri segni e sintomi di IBS-C inclusi gonfiore, frequenza di movimenti intestinali spontanei completi (CSBM), tensione, consistenza fecale, sono migliorati nei pazienti trattati con linaclotide rispetto ai pazienti trattati con placebo (p<0,0001) come dimostrato nella tabella seguente. Questi effetti sono stati raggiunti a 1 settimana e sono proseguiti per tutti i periodi di trattamento. Il trattamento con linaclotide ha prodotto anche significativi miglioramenti nella misura della Qualità della Vita convalidata e specifica per la malattia (IBS-QoL; p<0,0001) ed EuroQoL (p=0,001). Una risposta clinicamente significativa nella IBS-QoL complessiva (>14 punti di differenza) è stata raggiunta nel 54% dei pazienti trattati con linaclotide rispetto al 39% dei pazienti trattati con placebo. Popolazione pediatrica L’Agenzia europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi clinici con Constella® in uno o più sottogruppi della popolazione pediatrica in costipazione funzionale. Vedere paragrafo 4.2 per le informazioni sull’uso pediatrico. 5.2 Proprietà farmacocinetiche. Assorbimento Generalmente, il linaclotide è minimamente rilevabile nel plasma in seguito a dosi terapeutiche orali e pertanto i parametri farmacocinetici standard non possono essere calcolati. A seguito di singole dosi fino a un massimo di 966 microgrammi e di dosi multiple fino a un massimo di 290 microgrammi di linaclotide non si sono rilevati livelli plasmatici del composto originale o del metabolita attivo (des-tirosina). Quando si sono somministrati 2.897 microgrammi il giorno 8, dopo una somministrazione di 290 microgrammi/giorno per un periodo di 7 giorni, il linaclotide era rilevabile in solo 2 dei 18 soggetti a concentrazioni di poco al di sopra del limite inferiore di quantificazione pari a 0,2 ng/ml (le concentrazioni variavano da 0,212 a 0,735 ng/ml). Nei due studi pivotal di fase III, in cui i pazienti sono stati trattati con dosi di 290 microgrammi di linaclotide una volta al giorno, il linaclotide è stato rilevato solamente in 2 dei 162 pazienti circa 2 ore dopo la dose iniziale di linaclotide (le concentrazioni erano comprese tra 0,241 ng/ml e 0,239 ng/ml) e in nessuno dei 162 pazienti dopo 4 settimane di trattamento. Il metabolita attivo non è mai stato rilevato in nessuno dei 162 pazienti. Distribuzione Poiché il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma a seguito di dosi terapeutiche, non sono stati condotti studi standard sulla distribuzione. Si prevede che la distribuzione del linaclotide sia trascurabile o non sistemica. Biotrasformazione Linaclotide è metabolizzato localmente entro il tratto gastrointestinale nel suo metabolita primario, des-tirosina. Sia il linaclotide che il metabolita attivo des-tirosina sono ridotti ed enzimaticamente proteolizzati nel tratto gastrointestinale in peptidi più piccoli e in aminoacidi naturali. La potenziale attività inibitoria del linaclotide e del suo metabolita primario attivo MM-419447 sui trasportatori di efflusso umani BCRP, MRP2, MRP3 e MRP4 e i trasportatori di assorbimento umano OATP1B1, OATP1B3, OATP2B1, PEPT1 e OCTN1 è stata esaminata in vitro. I risultati di questo studio hanno dimostrato che nessuno dei peptidi è un inibitore dei comuni trasportatori di efflusso e di assorbimento studiati a concentrazioni clinicamente rilevanti. L’effetto del linaclotide e dei suoi metaboliti di inibire gli enzimi intestinali comuni (CYP2C9 e CYP3A4) e gli enzimi epatici (CYP1A2, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4) o per indurre gli enzimi epatici (CYP1A2, 2B6 e 3A4/5) è stato studiato in vitro. I risultati di questi studi hanno dimostrato che il linaclotide e il metabolita des-tirosina non sono inibitori o induttori del sistema enzimatico del citocromo P450. Eliminazione A seguito di una dose unica di 2.897 microgrammi di linaclotide il giorno 8, dopo una somministrazione di 290 microgrammi/giorno per 7 giorni su 18 volontari sani, circa il 3-5% della dose è stato recuperato nelle feci, virtualmente tutto nella forma del metabolita attivo des-tirosina. Età e sesso Non sono stati condotti studi clinici per determinare l’impatto di età e sesso sulla farmacocinetica clinica del linaclotide poiché esso è raramente rilevabile nel plasma. Non si prevede che il sesso abbia alcun impatto sulla dose. Per le informazioni relative all’età, vedere i paragrafi 4.2, 4.4, e 4.8. Insufficienza renale Constella® non è stato studiato in pazienti con insufficienza renale. Il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma, pertanto, non si prevede che l’insufficienza renale influisca sulla clearance del composto originale o del suo metabolita. Insufficienza epatica Constella® non è stato studiato in pazienti con insufficienza epatica. Il linaclotide è raramente rilevabile nel plasma e non è metabolizzato dagli enzimi epatici del citocromo P450, pertanto, non si prevede che l’insufficienza epatica influisca sul metabolismo o la clearance del farmaco originale o del suo metabolita. 5.3 Dati preclinici di sicurezza. I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali farmacologici sulla sicurezza, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità della riproduzione e dello sviluppo. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE. 6.1 Elenco degli eccipienti. Contenuto della capsula Cellulosa microcristallina, ipromellosa, calcio cloruro diidrato, leucina. Rivestimento della capsula Biossido di titanio (E171), gelatina, ossido di ferro rosso (E172), ossido di ferro giallo (E172). Inchiostro della capsula Gommalacca, glicole propilenico, soluzione di ammoniaca concentrata, potassio idrossido, biossido di titanio (E171), ossido di ferro nero (E172). 6.2 Incompatibilità. Non pertinente. 6.3 Periodo di validità. Flacone non aperto: 3 anni. Una volta aperto il flacone, le capsule devono essere utilizzate entro 18 settimane. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione. Non conservare a temperatura superiore ai 30ºC. Tenere il flacone ben chiuso per proteggerlo dall’umidità. Il flacone contiene uno o più contenitori sigillati, contenenti gel di silice per tenere anidre le capsule. Tenere i contenitori nel flacone. 6.5 Natura e contenuto del contenitore. Flacone bianco, in polietilene ad alta densità (HDPE) con un sigillo antimanomissione e un tappo a prova di bambino, con uno o più contenitori essiccanti contenenti gel di silice. Confezioni da: 10, 28, 60 e 90 capsule. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento. Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMISSIONE IN COMMERCIO. Almirall, S.A. - Ronda General Mitre, 151 - 08022 Barcelona - Spagna. 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMISSIONE IN COMMERCIO. AIC n. 042491011/E confezione da 10 capsule rigide; AIC n. 042491023/E confezione da 28 capsule rigide; AIC n. 042491035/E confezione da 60 capsule rigide; AIC n. 042491047/E confezione da 90 capsule rigide. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE. Data della prima autorizzazione: 26 novembre 2012. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO. 03/2014. Informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web dell’Agenzia europea dei medicinali http://www.ema.europa.eu
Insieme di studi clinici di fase III sull’efficacia (studio 1 e 2). Approccio OC (popolazione ITT)
Fig 1. Grado di risposta con sollievo IBS70
60
50
40
30
20
10
01 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
* valore p<0,0001
Risp
oste
(%)
Settimana sperimentazione
70
60
50
40
30
20
10
0
* valore p<0,0001
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Risp
oste
(%)
Fig 2. Risposta dolore/fastidio addominale
Settimana sperimentazione
290 µg
Placebo
Effetto di Constella® sui sintomi di IBS-C durante le prime 12 settimane di trattamento nell’insieme degli studi clinici di fase III sull’efficacia (studi 1 e 2)
Principali parametri di efficacia secondaria
Placebo (N=797) Linaclotide (N=805)
Media basale
Media12 settimane
Deviazione dalla media basale
Media basale
Media12 settimane
Deviazione dalla media basale
Differenza media LS
Gonfiore (11 punti NRS) 6,5 5,4 –1,0 6,7 4,6 –1,9 –0,9*
CSBM/settimana 0,2 1,0 0,7 0,2 2,5 2,2 1,6*
Consistenza delle feci (punteggio BSFS) 2,3 3,0 0,6 2,3 4,4 2,0 1,4*
Tensione (scala ordinale a 5 punti) 3,5 2,8 – 0,6 3,6 2,2 –1,3 –0,6*
*p<0,0001, linaclotide vs placebo. LS: minimi quadrati. CSBM: movimento intestinale spontaneo completo
MedDRa classificazione per sistemi e organi
Molto comune Comune Non
comune Rara Non nota
Infezioni ed infestazioni Gastroenterite virale
Patologie gastrointestinali Diarrea Dolori addominali, Flatulenza Distensione addominale
Incontinenza fecale Urgenza di defecare
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Ipokaliemia, DisidratazioneRiduzione dell’appetito
Patologie del sistema nervoso Capogiri
Patologie vascolari Ipotensione ortostatica
Esami diagnostici Riduzione del bicar-bonato nel sangue
I.P.
D
ata
Dep
osi
to A
IFA
06/
03/2
014
Il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento sintomatico della IBS-C3
• Migliora i sintomi della IBS-C quali dolore addominale, gonfiore e stipsi5 già dalla prima settimana ed è efficace per tutta la durata del trattamento.6
• Indicato nei pazienti adulti.4
Il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento sintomatico della IBS-C3*
StipsiDolore addominale Gonfiore
La sindrome dell’intestino irritabile con stipsi (IBS-C) è un disturbo gastrointestinale cronico ricorrente1,2 caratterizzato da:
Under license of
* Da moderata a grave-pazienti adulti.
1 capsula una volta al giorno, 30 minuti prima di un pasto.4
Classe C - RR Prezzo o 32,84
Under license ofAlmirall S.p.A.
Via Messina, 38 - Torre C20154 Milano
Bibliografia: 1. Hungin AP, Whorwell PJ, Tack J, et al. The prevalence, patterns and impact of irritable bowel syndrome: an international survey of 40,000 subjects. Aliment Pharmacol Ther. 2003;17(5):643-50 2. Spiller R, Aziz Q, Creed F, et al. Guidelines on the irritable bowel syndrome: mechanisms and practical management. Gut. 2007;56(12):1770-98 3. European Medicines Agency. Press release. European Medicines Agency recommends authorisation of first medicine specifically for irritable bowel syndrome. Available at: http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Press_release/2012/09/ WC500132887.pdf. 2012 4. Constella® Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 2014 5. Rao S, Lembo AJ, Shiff SJ, et al. A 12-week, randomized, controlled trial with a 4-week randomized withdrawal period to evaluate the efficacy and safety of linaclotide in irritable bowel syndrome with constipation. Am J Gastroenterol. 2012;107:1714-24 6. Chey WD, Lembo AJ, Lavins BJ, et al. Linaclotide for irritable bowel syndrome with constipation: A 26-week, randomized, double-blind, placebo-controlled trial to evaluate efficacy and safety. Am J Gastroenterol. 2012;107:1702-12