Marchesi AssaggioDiGenio

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Marcello Marchesi assaggio di GENIO

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Umorismo

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Marcello Marchesi

assaggio di GENIO

Diario futile di un signore di mezza età, (1963)

Sono un signore di mezza età. L’altra mezza non si sa. Il numero degli anni non ha importanza. Matusalemme a quattrocento anni era un signore di mezza età. Vede? La gioventù, prima o poi, finisce. La mezza età non finisce mai.

Ogni nuovo libro danneggia quelli usciti. Che rimorso, rubare un solo lettore ai classici.

S. ha ancora la gota calda per lo schiaffo di P. e la fa sentire a tutti.

Sperduti nella Brianza, io e Z. vaghiamo in macchina fra quei paesetti all’antica che si danno ancora del voi: Usmate, Carnate, Vimercate. Chiediamo per la strada per M. Gli uomini danno come punti di riferimento la statale, la provinciale, il distributore di benzina. Le donne: la chiesa, il cimitero, il monumento dei Caduti.

“E’ un cretino, ma ogni tanto ha un lampo” “Di genio?” “No, riceve un telegramma lampo in cui gli confermano che è un cretino”.

Ministero: est modulus in rebus.

Viene in ufficio una madre un po’ mesta con una bambinetta compostina e distratta. La madre desidera che faccia del cinema comunque. Ha disposizione,” chiedo “inclinazione?” Come no. Da piccola stava sempre tutto il giorno nuda davanti allo specchio.

“AH, io il giornale lo leggo a modo mio” dice il vecchietto “La prima pagina la salto, il resto non mi interessa. Io leggo solo gli annunci funebri e gli spettacoli.

Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale, se non è morto nessuno vado al cinema”.

“La pubblicità è necessaria” dice F.M., pontefice dell’advertising. “La gallina, quando ha fatto l’uovo, canta; l’anatra no. Nei negozi tutti chiedono uova di gallina, ma nessuno chiede uova di anatra. Chiaro?”

La signora Colgate va a cambiarsi l’alito e torna subito.

Burocrazia: bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli.

“Avete una cattiva stampa, cavaliere” “Sì, per la verità la carta stampata mi ha trattato sempre male, ma in compenso la carta moneta…”

Le calze da uomo muoiono per consunzione. Quelle da donna per un incidente.

Il commendatore, con il suo capino di condor allegro graziosamente inclinato verso la spalla, trattiene all’orecchio il ricevitore del telefono con l’aiuto di un sostegno di gomma, e con le mani libere, mentre parla con Parigi, può, grazie a un

pantografo che aziona venticinque stilografiche, firmare contemporaneamente venticinque assegni a vuoto.

Saint Tropez, santo mondano, promette ai suoi fedeli l’Eden Rock, e chiude un occhio come per dire: “Vi perdono tutti purché facciate concorrenza a San Remo, a San Sebastiano, a Saint Vincent e a tutti i santi degli altri casinò”.

Era una gallina selvaggia. Vagava per i campi, dormiva sugli alberi, mangiava le sue uova e invece di “coccodè” gridava “liberté”.

W. non poteva aspettare. Si è fatto l’elicottero. Adesso arriva prima e aspetta gli altri.

Al ristorante un inglese nel tavolo vicino parla come un lavandino in cui abbiano versato il siero della verità. “London broadcasting corporation” Prosit. Ha digerito.

Piange di fronte, ride di profilo: è un signora che si conosce bene.

“Figli?” “No è il mio unico cruccio. E lei” “Sì, è il mio unico cruccio.”

Balera Ragazze buone ragazze belle con l’odore di minestrone sotto le ascelle.

Non lava, non frulla, non lucida, non stira, non aspira, non refrigera, non riscalda, non depura, non umidifica, e pure è l’elettrodomestico più diffuso. I palazzi hanno i capelli dritti. Sono le antenne del più inutile degli elettrodomestici: il televisore.

Dopo Lolita. “Mio marito è di una fedeltà a prova di bimba”.

Vacanze sul lago. Un po’ prima che il commendatore lanci la lenza, il cameriere serve l’aperitivo ai pesci.

Elio ha viaggiato il viaggiabile a piedi, in auto, in areo, in treno. Ha viaggiato sempre sul serio, mai con la fantasia. Si può quindi affermare, con sicurezza, che non è mai partito.

Piacerebbe a Dalì. Sul comodino l’occhio di vetro fissa la sveglia senza battere ciglio, e le dentiere dei due vecchi sposi che si odiano si sorridono fino all’alba.

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Pensieri e soprapensieri (1973)

Anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano.

Il disastro è organizzato, i soccorsi no.

Dio, dammi un assegno della tua presenza.

Gli astronauti russi non vogliono andare su Venere. Temono di ritornare con una malattia del luogo.

Si parla sempre di sesso e mai della sessa.

Non c’è mai uno sciopero dei postini contro le lettere anonime.

Se Giordano Bruno avesse avuto un microfono si sarebbe salvato dal rogo?

Si era talmente applicato agli studi sessuali che vinse una borsa di strupro.

Sono un democratico. Non ho mai avuto difficoltà a usare il bagno di servizio.

Un popolo con una così grande varietà di aperitivi come il nostro non può morire di fame.

I teschi ridono sempre. E’ il solletico dei vermi.

Collezionando le sconfitte degli altri ho quasi messo insieme la mia vittoria.

Il Duomo di Milano gocciola verso l’alto.

Quanti polli sono morti per noi!

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Amici nemici estranei (74-75)

Nunc est bibendum De gustibus non est disputandum Fatta la legge fatto il referendum.

Se ti assenti per quindici giorni succede un casino. Se muori non succede niente.

La stitichezza è femminilità.

Un editore annuncia una nuova collezione di favole e di capolavori rivisitati in chiave moderna. La favola di Cappuccetto grosso, Le avventure di Finocchio, L’orgasmo con gli stivali, Alice nel paese delle gozzoviglie, La bella addormentata nel coito, Alì Baba e i quaranta guardoni.

A teatro. Visto Persone naturali e strafottenti di Patroni Griffi.

Ricordo una sola battuta: “Sono felice. Scusa questa parola liberty ma non ne trovo altre”. Sono uscito un po’ depresso.

Molti credono di essere di sinistra e invece sono soltanto mancini.

Gli attori dei caroselli hanno l’escalamativo al posto del naso.

Incontro Luciano Emmer mentre gira alcuni Caroselli. Come mai? “Caro mio bisogna fare di necessità T.V.”

Gli estremi si toccano. Gli estremisti si picchiano.

Stamattina ho visto un sottosegretario che andava a sottolavorare al ministero.