Manualetto pp 2 c web

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Istituto Comprensivo di Lendinara Scuola secondaria di primo grado “A. Mario”- Lendinara CLASSE 2C A.S. 2010-2011

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Istituto Comprensivo di LendinaraScuola secondaria di primo grado

“A. Mario”- Lendinara

CLASSE 2CA.S. 2010-2011

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PRESENTAZIONE Il presente manualetto è il risultato del lavoro interdisciplinare svolto dai ragazzi della classe 2C della Scuola secondaria di primo grado di Lendinara, coordinati dai loro insegnanti, sulle tematiche ambientali legate alla raccolta differenziata e alla riduzione dei rifiuti.Il lavoro si è svolto in diverse fasi:raccolta e studio dei materiali;incontro con esperti ed esperienze dirette;elaborazione di testi, schede esemplificative, elaborati grafici nelle diverse discipline;progettazione grafica ed elaborazione finale di un manualetto come raccolta dei materiali prodotti.Obbiettivo del nostro lavoro è quello di promuovere stili di vita e consumo sostenibili e di sviluppare uno spirito critico nei confronti delle problematiche inerenti alla raccolta, allo smaltimento e al recupero dei rifiuti solidi urbani.  Gli alunni della classe 2CMaggio 2011

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PULIAMO IL MONDO pag. 1

Dai nostri inviati DALLA FRANCIA pag. 5

Dai nostri inviati DAGLI STATI UNITI pag. 6

I nuovi sacchetti BIODEGRADABILI pag. 9

INCONTRO ESPERTO ECOGEST pag. 16

Prof.ssa Jenny Furini

Prof.ssa Paola Bellettato

Prof.ssa Anna Maria Rossetto

Prof. Cristiano Zebini

Prof.ssa Chiara Nezzo

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SCHEDE TECNICHE pag. 19

PROGETTIAMO LA COPERTINA … pag. 36

Prof.ssa Martina Signoretto

Prof.ssa Claudia Baesso

II

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PULIAMO IL MONDO

Io e i miei compagni della seconda C, insieme alla seconda D, il 24 settembre 2010 abbiamo fatto un’uscita favorita dalla Legambiente in ambito al nostro progetto scolastico di mantenere pulito l’ambiente.Muniti di guanti e cappello, in una calda giornata, siamo andati per le strade della città di Lendinara a raccogliere tutto ciò che la gente lasciava per terra.Abbiamo raccolto di tutto e di più a partire da lattine, cannucce, carte di ogni tipo ma soprattutto mozziconi di sigarette e addirittura, un cerchione di una bici!Abbiamo messo tutto ciò dentro ad appositi sacchetti, suddivisi in: lattine e cannucce, carte e mozziconi.E’ stato un lavoraccio duro, faticoso ed impegnativo ma siamo contenti di ciò che abbiamo fatto!Non tutti rispettano l’ambiente, noi ci proviamo e cerchiamo di dare il nostro contributo, perché l’ambiente è di tutti ed è giusto che venga rispettato!  IL NOSTRO PERCORSO

Federico Ravara

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Venerdì 24 Settembre 2010, quasi tutta la classe ha partecipato all’iniziativa promossa dal comune intitolata “Puliamo il mondo”. È stata una giornata istruttiva in cui abbiamo raccolto (con i guanti dati in dotazione dal comun) i rifiuti e li abbiamo divisi in: plastica e rifiuto secco non riciclabile negli appositi sacchi (blu = plastica, giallo = secco ). Abbiamo raccolto vari rifiuti: tappi di bottiglie di birra, tappi di bottiglie di plastica, sottili cartine plastificate,un ciuccio da neonati(sotto la ruota di una macchina ferma), bottigliette di plastica, abbiamo poi avvistato fazzoletti usati nella riva dell’Adigetto che però non abbiamo potuto raccogliere per motivi di sicurezza, e, cosa strabiliante, UNA MAREA DI SIGARETTE infilate nelle crepe dei marciapiedi, sotto le panchine, ovunque. Infine siamo ritornati a scuola e, io personalmente, ero felice per aver vissuto quella giornata che ci ha risparmiato qualche ora di lezione. Da quest’iniziativa ho capito che:     

CHI GESTISCE MALE L’USO DEI RIFIUTI     

 INQUINA L’AMBIENTE E CHI INQUINA L’AMBIENTE     

 SCATENA DANNI AMBIENTALI SERI.     

Kety Rossetto

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Il 24 settembre 2010 noi ragazzi della 2^C e quelli della 2^D della Scuola Media “A. Mario” di Lendinara abbiamo partecipato all'iniziativa “Puliamo il mondo”.Accompagnati dai rispettivi professori, e tutti muniti di guanti e sacchetti, dovevamo raccogliere tutta la spazzatura lasciata o gettata per terra dai cittadini.Abbiamo seguito questo percorso: Via G. Mazzini, Piazza Risorgimento, Riviera del Popolo, ex mercato vecchio vicino alla pescheria.Avevamo due sacchi: uno giallo, in cui mettevamo i mozziconi di sigaretta, chewing-gum e le cartine di plastica (quelle delle merendine di plastica o delle caramelle), ed uno azzurro, dove mettevamo i fazzoletti di carta, i rametti caduti per terra e altro materiale.Durante il percorso ci seguiva un camioncino messo a disposizione dall'Ecogest in collaborazione con il Comune di Lendinara, e man mano che riempivamo i sacchi, li consegnavamo all'operatore ecologico.Questa giornata è stata molto bella perchè, oltre a esserci divertiti, ci siamo sentiti utili ed importanti in quanto abbiamo imparato ad avere rispetto dell'ambiente in cui viviamo e, di conseguenza, ad essere cittadini esemplari.  

Francesco Ghisellini

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ESPERIMENTO Il giorno 9 marzo 2011 ho provato, attraverso un esperimento, a capire i danni che provoca la pioggia acida.Ho utilizzato:- 2 uova sode- Un contenitore pieno d’acqua- Un contenitore pieno di aceto diluito in acqua.Ho messo dentro i due contenitori le due uova e, dopo qualche giorno, ho notato che l’uovo immerso nell’aceto, a differenza di quello immerso nell’acqua, aveva il guscio crepato e pian piano iniziava a cadere a pezzi.Questo è l’effetto delle piogge acide: queste piogge infatti, corrodono l’ambiente e le piante, le quali assorbono gli acidi.Anche gli edifici e i monumenti, man mano che le piogge acide cadono, questi iniziano a creparsi ( come è successo all’uovo ).Le piogge sono dannose anche per la salute dell’uomo, e la causa principale di questo fenomeno è l’uso dei combustibili fossili.Da questo esperimento ho capito che è necessario inquinare il meno possibile ed utilizzare fonti rinnovabili ed energie pulite! PRIMA

DOPO

Dopo alcuni giorni, il guscio dell’uovo immerso nell’aceto ha cominciato a creparsi.

Serena Forin

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Dai nostri inviati DALLA FRANCIA

GARE ÀL’EMBALAGE! Règle n° 1: objectif zéro emballage!Préfère les fruits et les legumes vendus en vrac à ceuxpréemballés en barquettes sous film. Les fromages et la charcuterie achetés à la coupe sont aussi plus écolos et pas forcément plus chers.

Règle n° 2: le moins d’emballage possible.Les biscuits emballés un par un et puis vendus en paquets, c’estpratique mais, côté déchetes, c’est la cata! C’est pareil pour lesboissons: une grande bouteille, c’est mieux que plusieurs petites.

Règle n° 3: recyclons les embalages!La grosse boîte de cacao, le pot de confiture, la bouteillede lait… une fois vides, on peut les conserver pour d’autresusages. Et puis, en les recyclant on peut donner libre cours àsa fantaisie et créer des objets tout à fait originaux.

Régle n° 4: des recharges, c’est mieux.Dans ta famille on a acheté du savon en gel dansun flacon avec distributer integer? Bonne idée!mais pourquoi jeter l’emballage quand le contenuest terminé? De plus en plus de prodiuts se vendenten écorecharges. Encore peu connues, elles sontpourtant plus économiques et moins poullantes.

Régle n° 5: vive le réutilisable!Achetez des batteries rechargeables: c’est plus cher,mais on les garde, on ne les jette plus.Idem pour les stylos: avec cartouches, c’est mieux!

Régle n° 6: la guerre aux achats inutiles!Chaque Français consomme 150 litres d’eau enBouteille par an. Alors que l’eau du robinet à toutes Ses normes de qualité et, plutôt qu’une bouteille,Une gourde ferait l’affaire. Beaucoup d’autres achatsPeuvent être évites en réparant au lieu de jeter.Souvent l’achat d’un tournevis peut suffire!Et pour terminer…stop aux sacs plastiques, vive le sac à provisions!

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Dai nostri inviati DAGLI STATI UNITI

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And more …

YES NO

Share old magazines and clothesReuse plastic bagsRecycle plastic, paper, glassRespect your environmentMake your own compostBuy recycled products

Don’t waste foodDon’t drop litter

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I NUOVI SACCHETTI BIODEGRADABILI

 I SACCHETTI BIODEGRADABILI

 Dal 1 gennaio 2011 la distribuzione e vendita dei sacchetti di plastica e vietata! (uni en 13432). Il governo ha messo per legge i sacchetti biodegradabili per il bene dell’ ambiente o dell’economia? I sacchetti di plastica costavano 4 centesimi. Oggi i sacchetti biodegradabili costano 11 centesimi. Essi, inoltre, sono un problema per gli impianti di recupero e smaltimento rifiuti, hanno

un odore sgradevole e sono poco resistenti. Poi non sono biodegradabili del tutto perché hanno un componente non biodegradabile. Per produrre un kg di sacchetti biodegradabili, è necessaria energia termica ed elettronica pari ad kg di petrolio e 50 litri d’acqua e ciò lascia dietro a sé 2 kg di gas serra, 350 kg di rifiuti di solidi, di cui il 17% pericolosi, e un peso indefinito di inquinanti disciolti in acqua e aria. Insomma, una soluzione ben migliore rispetto ai sacchetti di plastica, ma non immune ad effetti sull’ambiente. La novità è comunque ottima e non possiamo che salutarla con entusiasmo. Perché?

Noi ogni anno consumiamo 500 miliardi di sacchetti di plastica. Ciò corrisponde ad un milione di sacchi al minuto ed ad una media annua 83

sacchi di plastica per ogni uomo. In Europa il consumo medio di plastica

è superiore a 40kg a testa all’anno. Essa è difficile da riciclare, ed una

parte finisce nelle discariche o in natura, dove impiega da 300 a 1000 anni per decomporsi, mentre un’altra parte finisce negli oceani dove creano danni notevoli.

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Ad esempio pensiamo a un isola che non tutti conoscono, si chiama il Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell’oceano pacifico, ha un diametro di circa 2500 chilometri è profondo 30 metri ed è composto interamente di plastica. Questa incredibile e poco conosciuta discarica si è formata a partire dagli anni 50 e ha causato tantissimi danni. Oggi più di un milione di uccelli e 100.000 mammiferi, muoiono ogni anno a causa di indigestioni di plastica. L’indigestione di plastica può provocare danni fisici all’esofago, blocchi dell’apparato digestivo e una falsa sensazione di appagamento e tutto ciò porta alla morte dell’animale. L’uso dei sacchi di plastica ha un notevole impatto negativo sull’ambiente tramite:

Il rilascio di materiale tossico nelle acque sotterranee provenienti dalle discariche. L’occupazione dell’ambiente per centinaia d’anni mentre si decompone. La penetrazione della catena alimentare attraverso animali che ingoiano piccole particelle di plastica. Lo spreco di energia durante il processo di fabbricazione. La produzione di CO2 quando vengono termo – “valorizzati” negli inceneritori e quindi la contribuzione al riscaldamento globale del pianeta.

Quindi se noi non facciamo qualcosa entro il 2015 anche l’Italia sarà una penisola di plastica.

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Dal 1 gennaio solo buste biodegradabili 

Dal 1° gennaio 2011 partirà la legge che regola il divieto dei sacchetti di plastica (in polietilene).

 Inizialmente ne sarà vietata solo la produzione, mentre ai commercianti

sarà ancora permesso l’utilizzo per lo smaltimento delle scorte di magazzino; poi la legge prevederà soltanto l’uso di bio-shopper, sacchetti di materiale biodegradabile, non inquinanti e facilmente smaltibili. Chi non rispetta il divieto rischia multe fino a 250 euro.Ebbene, secondo le statistiche di Legambiente, ogni italiano registrato all’anagrafe, utilizza circa 300 sacchetti di plastica non biodegradabili all’anno, per un totale vicino ai 20 miliardi all’anno solo in Italia.Il loro peso è di circa 260.000 tonnellate (di polietilene – PE), di cui il 28% viene poi trasformato in rifiuto. Il dato più allarmante è che ogni sacchetto rimane nell’ambiente, prima di essere degradato, da un minimo di 15 ad un massimo di 1000 anni, con danni incalcolabili per la natura e le amministrazioni comunali. 

L'importanza del contenitore : Il problema di contenere un rifiuto "pesante" (alto peso specifico), "odorigeno" (alta putrescibilità) ed in parte "liquido", riguarda ognuna delle fasi di stoccaggio, trasporto e trattamento e deve trovare una soluzione coerente a partire dal momento della produzione, all'interno delle singole abitazioni fornendole di:

Il sacchetto in Mater-Bi®Grazie alle caratteristiche intrinseche della materia prima, bioplastica biodegradabile e compostabile ai sensi dello standard europeo UNI EN 13432, e grazie alla sua funzionalità, il sacchetto in Mater-Bi® si è dimostrato uno strumento fondamentale per l'utente e per gli impianti di compostaggio.

Il sacchetto in Mater-Bi®, a differenza di quello in polietilene, si trasforma in compost come la frazione organica che contiene, senza creare ulteriori scarti che devono essere a loro volta smaltiti, consentendo il trattamento in ogni tipo di impianto di compostaggio.

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Evoluzione dei prodotti e dei sistemi:

I risultati sin'ora ottenuti dal "sistema areato" sono stati possibili grazie allo stretto rapporto sviluppatosi negli anni tra Novamont, i suoi clienti e le Amministrazioni Pubbliche.Il sacchetto in Mater-Bi®, utilizzato con le pattumiere areate, garantisce infatti netti miglioramenti nelle performance di raccolta della frazione organica dei rifiuti. Grazie alla elevata capacità traspirante del sistema si riducono i processi fermentativi, responsabili dei cattivi odori, e si consente una costante eliminazione della condensa, che in particolare nei periodi caldi, si accumula sul fondo della pattumiera chiusa tradizionale. L'utilizzo di questo sistema, già introdotto da circa 300 Pubbliche Amministrazioni in Italia ed in Europa, permette di ridurre gli odori, eliminare l'effetto condensa e ridurre il quantitativo d'acqua del rifiuto organico.

COS'E' IL MATER-BI® Biodegradabile e Compostabile per natura. Mater-Bi® è un'innovativa famiglia di bioplastiche che utilizza componenti vegetali, come l'amido di mais, e polimeri biodegradabili ottenuti sia da materie prime di origine rinnovabile che da materie prime di origine fossile.

I Mater-Bi® sono prodotti nello stabilimento di Terni, si presentano in forma di granuli e possono essere lavorati secondo le più comuni tecnologie di trasformazione delle materie plastiche, per realizzare prodotti dalle caratteristiche analoghe o migliori rispetto alle plastiche tradizionali, ma perfettamente biodegradabili e compostabili.

I diversi Mater-Bi® sono indicati come ‘gradi’ e identificati ciascuno da un diverso codice.Tutti i Mater-Bi® sono biodegradabili in compostaggio. Alcuni di essi compostano nelle più severe condizioni date dal compostaggio

domestico; altri ancora biodegradano in suolo.

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PLASTICA BIODEGRADABILE

La plastica biodegradabile è un particolare materiale dalle pressoché identiche caratteristiche meccaniche e fisiche della normale plastica

petrolifera ma con la differenza di poter essere smaltita in ambiente naturale entro pochi mesi.

La normale plastica che noi utilizziamo, deriva dalle lavorazioni del petrolio e impiega circa 90 anni per degradarsi nell’ambiente, difficilmente viene riciclata e spesso è destinata a essere ridotta di volume ed incenerita.La plastica biodegradabile, al contrario, può essere assorbita dal terreno e diventare nuovamente fertilizzante per piante, e cibo per i microrganismi presenti nella terra. La bioplastica è un tipo di plastica biodegradabile in quanto derivante da materie prime vegetali rinnovabili annualmente.Il tempo di decomposizione è di qualche mese in compostaggio contro i 1000 richiesti dalle materie plastiche sintetiche derivate dal petrolio.Le bioplastiche attualmente sul mercato sono composte da farina o amido di mais, grano o altri cerali. Oltre ad essere biodegradabili, hanno il pregio di non rendere sterile il terreno sul quale vengono depositate.La bioplastica, dopo l’uso, consente di ricavare concime fertilizzante dai prodotti realizzati, come biopiatti, biobicchieri, bioposate, ed essere impiegato per l’agricoltura.La bioplastica, in agricoltura per la pacciamatura sotto forma di biotelo, risolve il problema dello smaltimento in quanto la pellicola è lasciata a decomporsi naturalmente sul terreno.Il totale smaltimento del biodegradabile si avrà solo quando i percorsi di degradazione sfoceranno nella bio-conversione, ad esempio in biomasse con temperature di 60 - 70 °C e con pochissime emissioni di fumo.ZUCCHERO PER LA BIOPLASTICAAncora in fase di sperimentazione dall’India arriva una interessante scoperta: l’aggiunta di zuccheri al 3% ha reso la normale plastica, commestibile per i batteri che si nutrono di glucosio. Sarà questo il futuro?

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Ma cosa sono? Le isole di plastica, sono delle grandi masse di plastica che, si accumulano negli oceani grazie alle correnti di queste masse d’ acqua. Al momento sono tante ma le più conosciute sono due:

L’isola di plastica nell’ Oceano Atlantico;Pacific Trash Vortex (un’ isola di plastica che si trova nel Pacifico). L’isola di plastica dell’ Oceano Atlantico: La sua misura esatta non è ancora nota perfettamente: si stima un diametro che può arrivare fino a 2500 km, cioè con una superficie tra i 1 e 5 milioni di kmq con una profondità di circa 30 m e oltre 4 milioni di tonnellate di rifiuti. Ricordiamo che attualmente si stima una produzione mondiale di circa 100 miliardi di kg di plastica dei quali, grosso modo, il 10% almeno finisce nei mari e nei nostri cibi.

Ma l’ Oceano Atlantico è immune a questo problema ? Per niente, la plastica è presente anche lì e si notano nuove discariche galleggianti di plastica soprattutto nella parte nord. Il risultato di tutto questo è una mela avvelenata che stiamo portando alle generazioni future; eppure basterebbe poco per ridurre al minimo gli imballaggi, infatti, oggi addirittura è un punto di forza strategico nella politica di commercializzazione di un prodotto. Ci riusciremo? Non si sa, ma potremmo, almeno PROVARCI !!!

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Il Pacific Trash Vortex dell’ Oceano Pacifico (a fianco le correnti che formano l’ isola di plastica).

LO CHIAMANO Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell'Oceano Pacifico, ha un diametro di circa 2500 chilometri è profondo

30 metri ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che giungono da ogni dove. "E' come se fosse un'immensa isola nel mezzo dell'Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce. Nelle ultime settimane la densità di tale materiale ha raggiunto un tale valore che il peso complessiva di questa "isola" di rifiuti raggiunge i 3,5 milioni di tonnellate", spiega Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco, che è tornato da un sopraluogo.

Questa incredibile e poco conosciuta discarica si è formata a partire dagli anni Cinquanta, in seguito all'esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una lenta corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale, prodotta da un sistema di correnti ad alta pressione. L'area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci.

Per la mancanza di vita questa superficie oceanica è pochissimo frequentata da pescherecci e assai raramente è attraversata anche da altre imbarcazioni. Ed è per questo che è poco conosciuta ai più. Ma proprio a causa di quel vortice l'area si è riempita di plastica al punto da essere considerata una vera e propria isola galleggiante. Il materiale poi, talvolta, finisce al di fuori di tale vortice per terminare la propria vita su alcune spiagge delle Isole Hawaii o addirittura su quelle della California. In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento per ripulirle, in quanto si formano veri e propri strati spessi anche 3 metri. La maggior parte della plastica giunge dai continenti, circa l'80%, solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce.

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INCONTRO ESPERTO ECOGEST

Che cos’è l’ Ecogest?L’Ecogest, è un’associazione che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti della provincia di Rovigo, in ben 54 comuni. Dal 1997(anno di nascita dell’Ecogest), infatti, raccoglie, per mezzo di 150 camion circa: 70.000 tonnellate di vetro, 18.000 tonnellate di plastica, 20.000 tonnellate di umido, 10.000 tonnellate di carta e 350.000 tonnellate di cartone; per un totale di 468.000 tonnellate di rifiuti all’anno!

Quali sono gli obiettivi?L’obiettivo principale dell’Ecogest è quello di tenere pulito l’ambiente e per farlo bisogna produrre meno rifiuti ed imballaggi e soprattutto non disperderli nell’ambiente perché contenenti diossina, una sostanza che si degrada solo dopo 1000 anni.Per aiutare e “salvare” l’ambiente si fa anche la raccolta differenziata con cui si raccoglie separatamente umido, vetro, secco non riciclabile, carta, alluminio e plastica insieme. Cosa si fa con i rifiuti raccolti?I rifiuti raccolti vengono trasportati per mezzo dei camion, attraverso il comune o paese e poi portati a dei centri di raccolta dove vengono riciclati separatamente: carta, vetro e plastica per poi fare nuovi prodotti che a loro volta verranno riciclati. 

SEPARAZIONE DEI RIFIUTI PATTUMIERA MARRONE umido in sacchetti biodegradabiliBIDONE VERDE vetroBIDONE GIALLO secco non riciclabileSACCHETTI TRASPARENTI alluminio e plasticaCONTENITORI DI CARTA carta

Federico Ravara 16

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Con 150 mezzi di trasporto specializzati per la raccolta dei rifiuti, 230 dipendenti, 130.000 metri quadrati di rifiuti al giorno e con 70.000 raccolte al giorno per 6 volte alla settimana, l’ Ecogest S.r.l. Polesine è il primo ente di raccolta di rifiuti differenziata.A informarci di questi sicuri dati è stato il direttore del Consiglio di Amministrazione dell’Ecogest, Giribuola Giovanni, in un incontro tenutosi nell’Aula Magna della nostra scuola media “A. Mario” di Lendinara con la partecipazione di tutte le classi seconde dell’istituto.Dopo la presentazione e la serie di immagini che ci sono state offerte per capire meglio, il direttore Giribuola ha iniziato la sua discussione sull’ Ecogest; “L’idea Ecogest” nata nel 97’ ha come obiettivo da sempre lo ‘Zero Rifiuti’ e questi sono i vari gesti di cui anche noi possiamo fare qualcosa per migliorarci:- non produrre rifiuti;- risparmiare più risorse;- meno sprechi di imballaggi;- recuperare molta energia;- recuperare molte confezioni.In un giorno solo nel Polesine si raccolgono oltre 8.000 tonnellate di plastica, 20.000 tonnellate di umido, 10.000 tonnellate di carta, 27.000 tonnellate di erba e verde.I problemi però sono sempre l’estrazione del petrolio e l’importazione del petrolio che purtroppo sono esauribili e non ci possono fornire sempre e costantemente energia. In più c’è da considerare la grave crisi economica del Polesine, ricordando che la gran parte della popolazione immigrata e straniera ruba i rifiuti.Dopo tutto con impianti a Rovigo, a Lendinara, a Porto Tolle, a Bergantino, a Badia Polesine, a Costa di Rovigo, a Boara Pisani, a Bosaro, a Castelnuovo e in molte altre frazioni e province, l’ Ecogestione del Polesine rimane comunque controllata e organizzata sotto tutti i criteri”. Cosi ha concluso Giribuola nel suo discorso informativo sull’ Ecogest. “Perché un ambiente sano porta ad una società sana”. Con queste ultime parole noi studenti siamo ritornati in classe, sapendo qualcosa di più sulla organizzazione ambientale del nostro paese.

Lendinara, 24/02/2011 Alessandro Dallagà 17

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Il 24 febbraio, la nostra classe II ^ C ,insieme altre classi seconde dell’istituto ha assistito ad un incontro con un esperto Ecogest.

Come prima cosa ci ha appunto spiegato il significato di questa parola. Oggi è l’azienda leader nel settore dello smaltimento dei Rifiuti urbani e nel settore di risanamento ambiente. L’Ecogest opera, infatti, nel pieno rispetto della natura con personale specializzato e con strategie tecnologiche all’avanguardia. Ci ha spiegato che le persone che incontriamo fuori di casa prima di andare a scuola, fanno parte dell’Ecogest. E se sembra tanta la spazzatura che può produrre una persona pensate quant’è quella prodotta in tutta la tua via, in tutta la tua città e in tutto il Polesine. 10'000 tonnellate di carta , 6000 di vetro, 8000 di plastica, tutte raccolte da 150 camion tutto l’ anno. L’Ecogest provvede al raccolto a porta a porta e al trasporto di rifiuti di 49 comuni per un totale di 195'000 abitanti … fate voi i calcoli dei rifiuti. A quest’azienda è affidato, inoltre, il compito di smaltire i rifiuti, con l’obbiettivo “ RIFIUTI ZERO”, ovvero il fatto di ridurre al minimo la frazione da destinare alla discarica, diminuire i costi e ridurre il rischio alla salute. Dopo qualche spiegazione teorica , ci ha mostrato alcuni video e diapositive di una loro giornata di lavoro. Sveglia sul presto e poi… via a raccogliere i rifiuti!

Ma … che fine fanno i rifiuti?!Ebbene la carta e i materiali in vengono riciclati , i rifiuti di plastica e le lattine vengono trasformate in altri prodotti di qualità. Il vetro, invece viene fuso e rifuso anche se viene utilizzata una maggior temperatura. La frazione organica invece si trasforma in compost, utilizzato come fertilizzante. Ciò che ci hanno fatto notare soprattutto è che , se anche siamo piccoli, la nostra parte possiamo e dobbiamo farla. Con gesti quotidiani non elimineremo tutti i rifiuti del mondo ma li ridurremmo!!! Con quattro piccoli consigli e non regole si può raggiungere l’obiettivo “ RIFIUTI ZERO” aiutando e rispettando l’ambiente.

 NON ACQUISTIAMO RIFIUTI: scegliamo prodotti con contenitori riciclabili e con meno “strati” d’imballaggio.EVITIAMO i prodotti usa e getta perché una volta usati, si buttano,appunto, provocando più rifiuti.SCEGLIAMO le confezioni per famiglia e non monodosi RICORDIAMO che alcuni materiali (es. BOTTIGLIE) si possono riutilizzare anche una seconda volta prima di buttarle.

Ecco … a noi è arrivato questo messaggio da questo incontro … e possiamo dire che inizieremo a mettere in pratica questi quattro consigli ECOGEST!

Serena Forin 18

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SCHEDE TECNICHE

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PROGETTIAMO LA COPERTINA …

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La Redazione

Gli alunni della classe 2^C:Aguiari KristianBallarin LeonardoBarutti Francesco Bregola Amos Campesan Mirko Celeghin Sara Cestarolli Sally Dallagà Alessandro El Mokhtari SaraFerrati Anna Forin Serena Formaio MassimilianoGhisellini FrancescoGramegna MirkoHu Wen JianLi ZhiyaMazzucco NicoMirandola Lisa Pazak YarynaRavara Federico Rossetto KetySette MatteoTinti Giorgia Zambello AndreaZhang Chen Kai

Gli insegnanti:Bellettato PaolaFurini JennyMorelli FrancescaNervanti MariaelisaNezzo ChiaraRossetto Anna MariaSignoretto MartinaZanforlin FabrizioZebini CristianoZulato Stefano Referente: Baesso Claudia

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A cura di

Istituto Comprensivo di Lendinara Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Mario”- Lendinara

CLASSE 2C