Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

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MANUALE TECNICO NORMATIVO FUMISTI E SPAZZACAMINI Con il contributo di Con la collaborazione tecnica di

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Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

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MANUALE TECNICO NORMATIVO

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Con il contributo di Con la collaborazione tecnica di

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Editore UAPI Belluno

Edizione anno 2012

Revisione 0

Sede Legale

P.le Resistenza 832100 BellunoTel. 0437 933250/260Fax 0437 [email protected]

Centro di Formazione

Zona Ind. Gresal 5/E32036 Sedico (BL)Tel. 0437 851311Fax 0437 851399

Ente di Formazione Certificato UNI EN 9001:2008

BELLUNOp.le Resistenza 8 tel. 0437 933111 fax 0437 933122e-mail: [email protected]

AGORDO via Garibaldi 15 tel. 0437 62293 fax 0437 212394

CAPRILE p.zza Dogliani 5 tel. e fax 0437 721344

CORTINA D’AMPEZZO via Marconi 12 tel. 0436 2782 fax 0437 212392

FELTREvia Ligont 4 tel. 0439 878115 fax 0439 840247

LAMON via Cavalieri di V. Veneto tel. 0439 792220

PIEVE D’ALPAGO viale del Lavoro 48 tel. 0437 989236 fax 0437 212390

PIEVE DI CADORE via degli Alpini 39 tel. 0435 504490 fax 0435 500706

S. STEFANO DI CADORE via Udine 134 tel. 0435 62449fax 0437 212391

www.unartbelluno.org

www.centroconsorzi.it

Testi, foto/immagini:ASSOCOSMA® Associazione Nazionale Costruttori Stufe (parti 2-3-4)PARTNERS: Confartigianato, Progetto Fuoco, Gruppo Italia Legno Energia, Metadistretto della Bioedilizia

Dott.ssa Deborah Coldepinsu fonte pubblicazione studio realizzato dalla Regione Piemonte (parte 1)

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Finito di stampareanno 2012

MANUALE tEcNico NorMAtivo

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Premessa La collocazione ideale di un manuale tecnico è la stessa di ogni strumento di lavoro che deve affiancare quotidianamente l’imprendi-tore nella propria attività professionale: la scrivania o la postazione di la-voro è il luogo in cui ci auguriamo possa trovare posto una pubblicazione che è stata redatta da esperti del settore di cui abitualmente l’Associazio-ne e il Centro Consorzi si avvalgono nella divulgazione di contenuti ad alto tasso professionalizzante.

Il manuale è in grado di fornire agli imprenditori le informazioni essenziali sulle discipline tecniche e giuridiche che presiedono alla specifica disci-plina nazionale e comunitaria del settore e contiene un’ampia modulistica utilizzabile nella quotidianità. L’aggiornamento delle informazioni raccolte in questo manuale cartaceo è reso possibile da uno specifico servizio at-tivato dall’Associazione: presso la sede di Sedico del Centro Consorzi è, infatti, operativo un Punto UNI dove, grazie al collegamento internet con le banche dati centrali, è possibile consultare non solo l’intera raccolta delle norme UNI, ma anche l’insieme delle norme dei principali enti di nor-mazione esteri e delle norme ISO non adottate a livello nazionale.

La crescita professionale è un obiettivo costantemente presente nelle strategie delle imprese: l’Associazione, grazie al contributo della Camera di Commercio di Belluno, è particolarmente lieta di concorrere, attraver-so questo manuale, alla realizzazione di un percorso che, soprattutto nei momenti difficili e più complessi della congiuntura economica, aiuta a ri-trovare stimoli ed opportunità.

Unione Artigiani e Piccola IndustriaIl PresidenteLuigi Curto

Centro ConsorziIl PresidenteAntonio Manzotti

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Introduzione L’Unione Artigiani e Piccola Industria - U.A.P.I. Belluno si propone, attraverso la propria struttura associativa, di portare a cono-scenza di tutti, operatori e privati, dei sistemi, delle regole e vantaggi rela-tivi al riscaldamento a legna e al suo uso come combustibile.Sempre più i costi dei combustibili e il problema dell’inquinamento sono di attualità e la maggiore conoscenza aiuterà nelle scelte non solo dell’appa-recchio generatore di calore ma anche del corretto uso della legna e della sua reperibilità nel territorio. UAPI ha potuto avvalersi del materiale realiz-zato e pubblicato da Assocosma e messo gentilmente a disposizione.

Introduzione Assocosma, Associazione Nazionale Costruttori Stufe, ha editato le linee guida per la categoria che sono frutto di studi approfonditi dei suoi Tecnici che con impegno e professionalità hanno messo a dispo-sizione la loro esperienza.Assocosma è un’Associazione di Professionisti e Imprese che, per il loro livello di preparazione, possono dare al committente la possibilità di ottimizzare, sia in fase di progettazione che in fase di costruzione, la giusta misura degli apparecchi e delle canne fumarie per la realizzazione della stufa.Per la loro qualificata esperienza possono garantire la qualità di un impian-to in sicurezza e di tutto rispetto per l’ambiente.

Il Presidente di AssocosmaDante Bozzetto

Il Vice Presidente di AssocosmaResp. Tecnico Massimo De Biasi

Unione Artigiani e Piccola IndustriaIl Presidente di categoria Diego Fent

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Indice MANUALE TECNICO NORMATIVOFUMISTI E SPAZZACAMINI

PRIMA PARTE: Cos’è il legno

Cos’è il legno .............................................................................................Combustione del legno ..............................................................................Il potere calorifico .......................................................................................

SECONDA PARTE: Combustione a fiamma pulita

1. Perché riscaldare con la legna ..............................................................2. Usare solo legna come combustibile ....................................................3. Il corretto stoccaggio della legna .........................................................4. Varietà dei sistemi di riscaldamento ....................................................5. I generatori domestici prodotti o installati dai fumisti ........................6. Scegliere l’apparecchio giusto ...........................................................7. Dove acquistare l’apparecchio ............................................................8. La combustione a legna .....................................................................9. La corretta gestione ............................................................................10. Le 6 regole per bruciare bene la legna ................................................11. Accensione dall’alto, come accendere correttamente la stufa .............12. La corretta manutenzione ....................................................................

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IND

ICE

TERZA PARTE: Le canne fumariePremessa ...................................................................................................1. Campo di applicazione .........................................................................2. Elenco norme di riferimento ...................................................................3. Serranda di regitro tiraggio ..................................................................4. Termini, definizioni ................................................................................5. Raccordo raccoglicondensa ..............................................................6. Portina d’ispezione ..............................................................................7. Raccordi ..............................................................................................8. Costruzione .........................................................................................9. Collaudo di un sistema fumario ...........................................................10. Corpo del rivestimento ........................................................................11. Ventilazione del rivestimento ................................................................12. Distanze di sicurezza ............................................................................13. Tettuccio camino .................................................................................14. Risanamento ........................................................................................15. Approvvigionamento aria comburente .................................................16. Protezione contro la penetrazione della pioggia ..................................17. Tenuta e comportamento alla diffusione ...............................................18. Fissaggi ...............................................................................................19. Esecuzione di coperture e terminali ......................................................20. Materiali per il rivestimento ....................................................................21. Materiali per la copertura ......................................................................22. Comignolo ...........................................................................................23. Copertura terminale camino .................................................................24. Altezza del camino ...............................................................................25. Esempio di designazione CE ................................................................26. Esempio di targhetta ..............................................................................

QUARTA PARTE: Lo spazzacamino1. Mission ................................................................................................2. Lo spazzacamino portafortuna ............................................................3. Come è cambiato il lavoro dello spazzacamino ....................................4. L’importanza della canna fumaria .......................................................5. Il mestiere dello spazzacamino .........................................................6. La pulizia della canna fumaria ..............................................................7. Tecniche di pulizia ...............................................................................8. Intubamento e installazione di canne fumarie .......................................9. Raccomandazioni e consigli dello spazzacamino .................................10. Lavori aggiuntivi similari ........................................................................11. Installazione di linee di sicurezza ..........................................................

QUINTA PARTE: SicurezzaSchemi Formazione Sicurezza sul Lavoro.................................................Approccio alla Sicurezza sul Lavoro............................................................

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Parte 1

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PRIMA PARTE: COS’è IL LEgNO

ll legno è il più antico combustibile utilizzato dall’uomo per il riscaldamento delle abitazioni e la cottura dei cibi; solo 150 anni fa ha cominciato ad essere sostituito, nel mondo occidentale, dal carbone e dal gas naturale, fino ad essere quasi completamente soppiantato, dall’ultimo dopoguerra, dai combustibili fossili.Negli ultimi anni si sta però assistendo ad un’inversione di tendenza, gra-zie al rinnovato interesse per la legna derivato da una moltitudine di fattori tecnologici, ecologici ed economici.L’innovazione tecnologica, per esempio, ha da un lato messo a dispo-sizione una vasta gamma di macchine e di attrezzature per la raccolta e la trasformazione della legna nei boschi, nelle siepi campestri, nelle col-ture specializzate (cedui a corta rotazione) e trasportarla fino ai luoghi di utilizzazione sotto varie forme (tronchi tal quali, legna in pezzi, minuzzoli o chips). Dall’altro i moderni apparecchi termici alimentati a legna sono caratterizzati da grande praticità d’uso (molti sono ad alimentazione auto-matica), elevata efficienza, bassissime emissioni inquinanti comparabili a quelle della combustione del gas naturale.La riscoperta della legna è legata anche alla crescente attenzione per la tutela dell’ambiente: in particolare si apprezza il fatto che la sua combu-stione non contribuisce a far aumentare il contenuto di anidride carbonica (CO2) della nostra atmosfera. Infatti la CO2 emessa durante la combu-stione della legna è la stessa che era stata sottratta precedentemente all’atmosfera da parte della piante (Figura 1). Queste hanno poi prodotto il legno attraverso la fotosintesi clorofilliana.

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Figura 1Carbonio atmosferico costante; carbonio atmosferico in aumentoFonte: Ministero dell’Ambiente: Servizio per lo Sviluppo Sostenibile

Il legno infatti:• è una fonte di energia rinnovabile;• presenta rischi pressoché nulli per l’ambiente durante la produzione, il

trasporto e lo stoccaggio;• produce, se correttamente bruciato, emissioni comparabili a quelle del

gas naturale, ma che non contribuiscono ad aggravare l’effetto serra;• favorisce la cura ed il miglioramento dei boschi, visto che la sua raccolta

migliora la convenienza economica delle utilizzazioni forestali e che il suo corretto esbosco non peggiora l’ecosistema forestale;

• favorisce il miglioramento dell’ambiente delle campagne quando viene prodotto dalle siepi campestri, dalle fasce fluviali, dagli alberi campestri in genere.

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legenda:

flussodi carbonio

flusso dienergia

conversione incalore e energia

combustibiliper veicoli

sottoprodotti

formazionedel carbonio

ossidazionedel carbonio

stoccaggio stoccaggiotrasporto trasporto

processo processoraccolta produzione

sottoprodotti

sistema basato su fonti fossili

sistema basato su bioenergia

combustibiliper veicoli

fonti fossili non rinnovabilidi carbonio

fonti fossili rinnovabilidi carbonio

conversione incalore e energia

distribuzione dicalore e energia

distribuzione dicalore e energia

CALORE - ELETTRICITà ENERGIA MECCANICA

legenda:

flussodi carbonio

flusso dienergia

CARBONIO ATMOSFERICO COSTANTE CARBONIO ATMOSFERICO IN AUMENTO

emissioni second

arie d

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siliemissioni secondarie da fonti fossili

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Cosa è il legno e perché rilascia energia?Il legno è un tessuto molto complesso che viene prodotto da un vasto gruppo di piante superiori (alberi e arbusti) per svolgere due funzioni es-senziali per la loro vita:1) sostenere e dare forma all’organismo;2) garantire il trasporto della linfa all’interno dell’organismo.Chimicamente la sua composizione è la seguente:•cellulosa il 40-50%;• lignina 20-30%;• altre sostanze (carboidrati, grassi, tannini, sali minerali) 20-30%.Il legno, come ogni altro tessuto vegetale, deriva in ultima analisi dalla fotosintesi: utilizzando l’energia luminosa prodotta dal sole, l’acqua, sali minerali presenti nel terreno, l’anidride carbonica (CO2) presente nell’at-mosfera, le piante verdi sono in grado di produrre nuova sostanza organi-ca, liberando ossigeno (O2) nell’atmosfera.Quando il legno viene degradato il processo della fotosintesi si inverte: viene utilizzato ossigeno, anidride carbonica e sali minerali, viene emessa energia.La degradazione del legno può essere biologica o chimica.La prima viene operata da organismi viventi (funghi, batteri, animali) che attraverso un processo noto come “respirazione” estraggono dal legno l’energia che serve loro per vivere.La seconda è un processo rapido che prende il nome di “combustione” la quale passa attraverso tre fasi:1) essiccazione: fino a temperature di 220 °C viene persa l’acqua ancora

presente nel legno. In questa fase viene assorbito calore e viene emes-so vapore acqueo: tanto più il legno è umido, tanta più energia sarà ne-cessaria per essiccare il legno e tanto più basso risulterà il rendimento della combustione della legna.

2) pirolisi: tra i 220 °C ed i 270 °C la legna comincia a decomporsi in componenti volatili (gas e vapori) ed in carbonio solido. A 500 °C l’85% del peso della legna si presenta sotto forma di composti volatili.

3) gassificazione e combustione: a partire dai 500 °C si ha l’ossidazione finale dei prodotti di decomposizione con liberazione di calore.

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La suddivisione tra le tre fasi ha solo una finalità didattica perché, nella prati-ca, esse si sovrappongono in modo complesso durante la combustione.

Negli apparecchi termici tradizionali, a focolare aperto, la combustionedella legna non è completa; ne consegue:• rendimento limitato;• inquinamento.Molti apparecchi dell’ultima generazione, invece, consentono di ottenererendimenti molto elevati dell’ordine anche dell’80%.Sono infatti di combustione secondaria ovvero di sistemi1 che permetto-no di sfruttare un fenomeno di ossidazione, realizzabile solo negli appa-recchi a focolare chiuso, immettendo in posizione adatta all’interno del focolare, aria surriscaldata; l’afflusso di quest’ultima in quantità definite consente di bruciare i gas (anidride solforosa, benzopirene, monossido di carbonio, ecc.) prodotti nella combustione primaria sviluppando:• significativo aumento della produzione di calore;• abbattimento dell’inquinamento;• riduzione di residui e ceneri.

1200 °C

1000 °C

800 °C

600 °C

400 °C

200 °C

Fase dicombustione

Processo chimico della combustione

Combustione primaria:

2C + O2 = 2CO

+ =

Combustione primaria:

2CO + O2 = 2CO2

+ =

FASI TemperATurA

Fase digassificazione

Fase diessicazione

Fasi della combustione

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Il valore energetico del legno viene espresso dal suo “potere calorifi-co” definito come “la somma delle unità di energia termica che si liberano durante la combustione di un kg di legno”.Il potere calorifero può essere:1) inferiore: non tiene conto del calore che si libera quando il vapore ac-

queo prodotto durante la combustione si condensa in acqua allo stato liquido (calore latente di condensazione);

2) superiore: tiene conto anche del calore di condensazione;3) assoluto o relativo: a seconda che la grandezza fisica a cui ci si riferisce

sia il peso (quantità unitaria: kg) o il volume (quantità unitaria: dm cubi);4) teorico o effettivo: a seconda che il materiale bruciato sia allo stato

perfettamente anidro, o viceversa contenga una certa umidità (da spe-cificare, espressa in percentuale sul peso secco).

Il potere calorifico del legno dipende dal suo contenuto di acqua (umidità relativa).Con l’essiccazione il legno perde circa un terzo del suo peso.

Potere calorifero e calore prodotto da alcuni tipi di combustibile

Combustibile UnitàPotere

calorifico(kWh/unità)

Rendimento(%)

Caloreeffettivo

(kWh/unità)

Fabbisognocombustibileper produrre100kWh di

calore

Gasolio Litri 10 58-53 5,8-8,3 17-12

Gas naturale m3 9,5 58-83 5,5-7,9 18-12

Carbone Coke Kg 7,9 56-74 4,4-5,8 23-17

Mattonelledi lignite

Kg 5,6 56-74 3,1-4,1 32-24

Legname a pezziessiccato all’aria

Kg 4,3 45-74 1,9-3,2 52-31

Legnamesminuzzato

(umidità 40%)Kg 2,9 53-76 1,5-2,2 67-45

Paglia essicataall’aria

Kg 3,8 41-55 1,6-2,1 63-48

Tabella 1

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Il potere calorifero del legno secco (15% di umidità) è di 4,3 kWh/kg mentre quello del gasolio è di 10,00 kWh/L e quello del gas metano è di 9,5 kWh/m3.Le moderne apparecchiature per la combustione del legno hanno ren-dimenti comparabili a quelle delle analoghe attrezzature a gasolio a gas naturale (pari all’80-85%), quindi con 2,3 kg di legno secco si sostituisceun litro di gasolio e 1 m3 di gas naturale.È interessante notare che il potere calorifero del legno, a parità di umidità relativa, varia pochissimo con il variare della specie (è un po’ più alto nel caso delle conifere perché contiene resina).Nella pratica però si parla di “buone” specie da legno e di “cattive” specie da legno, o meglio di specie con legno duro e pesante, e di specie con legno tenero e leggero. Ciò è collegato non tanto al potere calorifico (legato al peso) quanto alla densità (peso per unità di volume) (Tabella 2).

Potere calorifero e peso specifico di alcune specie legnose

Specie legnosaPotere calorifico

superiore assoluto teorico (kcal/kg)*

Peso specifico (kg/m2)mat. stagionato all’aria

umidità residua: 12-15%

Abete BiancoAbete Rosso

Acero NapoletanoBetulla

Carpino NeroCastagno

CerroCipresso

CorbezzoloDouglasia

EricaFaggio

FrassinoLeccioLarice

OntanoOntano Napoletano

OmielloPlatano

Pioppo NeroPino Marittimo

RobiniaRoverella

4.6504.8574.6074.9684.6404.5994.6485.920

-5.030

-4.6175.350

-4.050

4.300-4.4404.700

--

4.1304.9524.5004.631

440450740650820580900620820530900750720960660540530760690500630790880

Tabella 2 - * per ottenere il valore KJ a partire dalle kcal si moltiplica per 4,186

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I dati della Tabella 2 si riferiscono ad un potere calorifero superiore asso-luto e teorico, che è il più adottato in ambito scientifico perché definito in condizioni standard facilmente riproducibili.Ma nella pratica il potere calorifero che conta, quello cioè che indicizza l’attitudine alla combustione, è il potere calorifico inferiore (Figura 3) relati-vo effettivo, perché tiene conto di quanto segue:1) la legna non è mai perfettamente secca (potere calorifero effettivo);2) l’acqua vaporizzata nella combustione di fatto sottrae calore utile (po-

tere calorifico inferiore)3) si preferisce alimentare l’impianto di combustione con materiale pe-

sante, che non costringa a continue introduzioni (potere calorifero re-lativo).

Figura 3 - Potere calorifico inferiore rapportato al volume di minuzzoli di alcune specie legnosePotere calorifico KWh/msr (umidità = 30%)

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Bibliografia: IL LEGNO COME COMBUSTIBILE:CARATTERISTICHE ENERGETICHE E DI PRODOTTOdi Luana Ilarioni *Dottore in Scienze e Tecnologie dei Sistemi Colturali

COMbUSTIONE dEL LEgNO

Rispetto agli altri combustibili solidi (carbone fossile o carbonella) il legno si differenzia perché, a temperatura relativamente bassa, libera quantità ingenti di sostanze volatili, anch’esse combustibili, in ragione dell’85% della massa anidra.Disponendo di un tronco di legno assolutamente secco di 100 kg si può immaginare che a temperature di 100 - 350 °C esso si comporti come una bombola a gas, liberando 85 kg di sostanze volatili combustibili. A dif-ferenza di una bombola, però, anche il “contenitore” residuo, nella quota di 14 kg, è combustibile. La rimanente parte, 1 kg, è costituita da cenere. In termini di calore prodotto le sostanze volatili condorrono nella quota del 67%, mentre il carbone fisso contribuisce nella quota del 33%.Perché il legno possa bruciare fornendo energia termica occorre inizial-mente somministrargli del calore affinché possano in esso avvenire quei complessi fenomeni di degradazione dai quali si origineranno igas combustibili ca-paci di portare, in definiva, ad un bilancio energetico positivo (produzione di calore). La condizione massima di produzione di calore avviene in concomitanza con la produzione delle sostanze volatili, (Figura 4).

Figura 4 - Andamento della produzione di calore in funzione dell’innalzamento della temperatura durante la combustio-ne all’aria libera

quotadi resa

cenere

carbone

sostanzevolatili

quotain peso

85%

1%

14%

67%

33%

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Figura 5 - Sviluppo di calore e variazione della massa volumica all’innalza-mento termico del legno

Durante la combustione del legno possono distinguersi diverse fasi di processo, dall’essiccamento iniziale, fino 100°C, al termine della combu-stione, dopo gli 800°C, vedi Figura 5.Evidentemente la combustione della “parte gassosa” è molto differente da quella non gassosa. Infatti, mentre la fiamma dovuta alla combustione dei gas si presenta molto lunga, al contrario quella relativa al carbonio fisso è appena rilevabile. Inoltre, mentre la parte gassosa si libera subito durante le prime fasi di combu-stione la restante parte è molto persistente.Nella camera di com-bustione di una vecchia stufa, o di alcuni nuovi generatori di conce-zione superata, il legno immesso nella caldaia, una volta acceso, par-tecipa completamente e “contemporanea-mente” alla combustio-ne: allo stesso momen-

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Sviluppo di caloredurante la combustione

Massa volumicarispetto all’inizio

%

Temperatura °C

80

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Fasi di combustione del legno

incenerimentotermine fase dicombustione

fase di combustionecon sviluppo tumultuoso

di calore

distillazione massimale

distillazione viva

essicamentoinvisibile

fase diessiccamento

800°C

300°C

150°C

400°C

290°C

225°C

200°C

105°C100°C

0°C

punto culminantedella combustione

punto diinfiammabilità

avvio dellaproduzione di gas

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to tutto il legno produce “gas” e successivamente nello stesso momento tutto è ridotto in carbone. Ciò significa che la regolazione dell’aria, quando è adatta alla componente gassosa, non può esserlo per la parte solida e viceversa, con la conseguenza di un rendimento limitato. Lo stesso accade se il sistema è regolato sulla condizione di combustione media (contemporanea presenza di gas e carbone residuo): in questo caso il malfunzionamento si verifica nelle situazioni estreme di avvio e conclu-sione. Nei generatori di calore innovativi a tronchetti il problema è stato risolto brillantemente con l’accorgimento, della “fiamma rovesciata”, che attiva la combustione unicamente su una porzione limitata del combusti-bile. La parte combusta, riducendosi in cenere, viene quindi mano a mano sostituita, per caduta, da altro legno fino ad esaurimento della carica. Così facendo, per tutta la durata della carica si presenta la stessa miscela di “combustibile gas - solido”, dove il carbone è presente come residuo della quota di legno in fase terminale di combustione e il “gas” è sprigio-nato dal nuovo legno appena avviato al processo.L’innaturale direzione, antigravitazionale, della fiamma è permessa dal “ri-succhio” ottenuto dal circuito dei fumi che genera depressione (“tiraggio”) proprio nella parte bassa della camera di combustione. Nel caso dei com-bustori a legno cippato, la continua alimentazione del sistema, e quindi “la produzione stabile della stessa miscela di “combustibile gas – solido”, è regolata dal meccanismo di alimentazione (es. coclea) che assicura il trasporto di cippato dal magazzino fino alla camera di combustione. In tutti i nuovi apparecchi, per assicurare la completa ossidazione del legno, sono stati studiati percorsi separati di aria comburente:• aria primaria che avvia la combustione e la completa bruciando total-

mente il carbone residuo,• aria secondaria che ossida tutta la sostanza volatile combustibile liberata du-

rante l’innalzamento termico all’avvio della combustione (“gassificazione”).Per assicurare per intero lo sfruttamento del calore formato, i sistemi sono dotati di percorsi di fumo alquanto sviluppati.La gassificazione del legno non è prerogativa dei sistemi innovativi; tuttavia nei combustori tradizionali le sostanze volatili prodotte non sono completa-mente ossidate, né sfruttate poiché sfuggono dal camino ancora calde.

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Figura 7 - CO2 da combustione di sistemi diversi

Dati medi di riferimento

Legno in pezzi Umidità* % P.C. kcal/kg

AnidroEssiccato al chiusoEssiccato all’apertoEssiccato in bosco

Fresco di taglio

0817

>3040-60

4.5004.0003.5002.700

2.400-1.400

Tabella 3 - * Umidità sul peso umido

Potere calorifico del legno

Specie legnosaPotere calorifico

superiore assolutoteorico kcal/kg

Pesospecificokg/mc

Potere caloricoinferiore assolutoeffettivo kcal/kg

Potere calorificoinferiroe specifico

kcal/mc

Abete BiancoAbete Rosso

AceroBetulla

Carpino NeroCastagno

CerroCipressoFaggio

FrassinoLeccioLarice

OntanoOmielloPlatano

Pioppo cipressivoRobinia

Roverella

4.6504.8574.6074.9684.6404.5994.6485.9204.6175.3504.3294.0504.4004.0593.5394.1304.5004.631

440450740650820580900620750720950660540760690500790880

3.7203.8863.6863.9743.7123.6793.7184.7363.6944.2803.6083.2403.5203.3822.9493.3043.6003.705

2.046.0002.185.6503.409.1803.229.2003.804.8002.667.4204.183.2003.670.4003.462.7503.852.0003.427.2002.673.0002.376.0002.570.0002.034.9002.065.0003.555.0004.075.000

Tabella 4

g/m3

0102030

405060708090

oliocombustibile

gas naturale

gas olio

legno intronchetto

legnosminuzzato

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Figura 8 - Potere calorifico della legna in base all’umidità (poterecalorifico inferiore)

Figura 9 - Produzione di elettricità da biomasse in Italia - fonte ARPAV

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biogas legna rsu

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1,2

1,7

2,3

2,9

3,5

4,1

4,7

5,2kcal/kg kW/kg

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Umidità %

90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190

Umidità calcolatasul legno tal quale

Umidità calcolatasul legno secco

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IL POTERE CALORIFICO dEL LEgNO

Il potere calorifico del legno (P.C.I.) esprime la quantità di energia che può essere ricavata dalla combustione completa di un’unità di peso e si espri-me (SI) in MJ/kg o kWh/kg.Il contenuto idrico (w%) del legno modifica, riducendolo, il potere calorifi-co. Parte dell’energia liberata nel processo di combustione è infatti assor-bita dal processo di evaporazione dell’acqua e quindi non è disponibile per l’uso termico desiderato.Tale processo “dissipa” 2,44 MJ ogni kg di acqua (0,68 kWh). Se riferito all’unità di peso, il potere calorifico del legno nelle diverse specie, a parità di contenuto idrico, varia molto poco (Tab. 5).

Alcuni valori indicativi del potere calorico al contenuto idrico (w) del 13%

Poteri calorifici Specie legnose

4,0 kWh/kg4,1 kWh/kg4,2 kWh/kg4,3 kWh/kg4,4 kWh/kg4,5 kWh/kg

FaggioPioppo - Acero - Robinia - Olmo

Frassino - QuerciaLarice

Pino - DouglasiaPicea - Abete

Tabella 5

Inoltre, contrariamente alla comune percezione, il legno di latifoglie ha un po-tere calorifico (allo stato anidro) leggermente inferiore a quello delle conifere. Le lievi differenze in termini di potere calorifico riscontrabili tra le varie spe-cie sono da imputarsi alla composizione del legno: la lignina ha un potere calorifico di circa 1,5 volte superiore alla cellulosa. Ancora superiore è quello di resine, lipidi, cere e gomme. La formula per il calcolo del P.C.I. di un legno generico a un certo contenuto idrico (w%) è la seguente:

18,5 (100 - w) - 2,44w P.C.I.w= ----------------------------------------------- 0,278 (kWh/kg) 100

Potere calorifico medio del legno anidro = 5,14 kWh/kg = 18,5 MJ/kg

Fonte: pubblicazione di uno studio realizzato dalla Regione Piemonte

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Parte 2

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SECONdA PARTE:COMbUSTIONE A FIAMMA PULITAGuida ragionata al riscaldamento a legna

Perché riscaldare con la legna • Usare solo legna come combustibile • Il corretto stoccaggio della legna • Varietà dei sistemi di riscaldamento • I generatori domestici prodotti o installati dai fumisti • Scegliere l’ap-parecchio giusto • Dove acquistare l’apparecchio • La combustione a legna • La corretta gestione • Le 6 regole per bruciare bene la legna • Come accendere correttamente la stufa • La corretta manutenzione

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1. PERCHÉ RISCALdARE CON LA LEgNA

Motivo ecologico:•La legna, tra le fonti energetiche rinnovabili, è

quella che permette di ridurre il gas effetto serra CO2 a larga scala, senza eccessivi investimenti da parte dell’utilizzatore o dello stato.

•Ilmaterialenaturalecheforniscecombustibileri-cresce.

•Nella combustione si libera esattamente la quanti-tà di CO2 che la pianta ha precedentemente filtrato dall’aria durante la crescita, ma che si formerebbe se la stessa legna venisse lasciata marcire nel bosco.

•L’installazionediunapparecchioalegnaalpostodi una caldaia a combustibili tradizionali riduce le emissioni del gas ad effetto serra CO2 di ca. 5,3 t/anno per ogni famiglia.

•Moderni sistemi di riscaldamento garantisconouna perfetta combustione senza fumo e senza inquinamento ambientale.

•Lavorazione,trasportoestoccaggiodelcombu-stibile legno comportano un pericolo ambientale minimo, perché se disperso nell’ambiente non in-quina.

Vantaggi economici:•Lalegnaèuncombustibilemoltoeconomico.•Laproduzionedella legna,delpelletodelbric-

chette porta nuovi posti di lavoro nel territorio dell’utilizzo.

•Ildenarorimanenelproprioterritorio.•Costicontenutiemenoinquinamento,perlemi-

nori distanze del trasporto.•Ilboscovienepulitoevitandoiparassitie icosti

sono sostenuti con la vendita della legna.

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Vantaggio individuale:•La legna, grazie alle attuali tecniche, crea calore

sano e gradevole, la vista del fuoco crea atmosfera.•Unavastasceltadisistemidiriscaldamentoper-

mette sia il riscaldamento individuale sia di appar-tamenti o edifici.

•L’approvvigionamento può essere a misuradell’utilizzatore che potrà tagliare la legna nel pro-prio bosco, farla tagliare oppure comperarla nelle diverse forme disponibili: pezzatura, pellet, cippa-to, brichette ecc.

2. USARE SOLO LEgNA COME COMbUSTIbILE

Per garantire una perfetta combustione si deve usare esclusivamente le-gna naturale secca e bruciarla con le attuali tecniche di combustione. Solo così è possibile ridurre al minimo le emissioni inquinanti e le polveri sottili.

Riscaldare solo con vera legna:•Legnanaturale,nontrattataesecca•Bricchettedilegna•Pellet (con certificato di qualità e conforme alle

norme)•Cippato•Segaturanontrattata•Arbusti,pigne

La corretta scelta della legna•Bruciareesclusivamentelegnanaturale,nontrat-

tata e secca con umidità massima del 20%, che corrisponde alla legna tagliata ed essiccata in modo corretto da ca. 2 anni.

•Ogni tipodi legnaè adatto, sia legnadurache

Legna a pezzi

Max 20%

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legna tenera: faggio, acero, quercia, betulla, aca-cia, abete, ecc.

•Usaresemprelegnanellapezzaturagiustaenontondini interi, perché la legna rotonda intera ostru-isce il flusso d’aria al suo interno.

•Bruciare la legnasempre inorizzontaleenon inpiedi, (esclusi i caminetti aperti).

•Per ogni carica usare sempre la quantità di le-gna indicata dal produttore per ogni singola cari-ca. Non fare la carica a singhiozzo con un pezzo dopo l’altro, perché la fiamma non raggiungereb-be mai la temperatura sufficiente per una buona combustione.

•Non inseriremai unaquantità superioreaquel-la indicata, perché la fiamma troppo grande crea incombusti e temperature fumi troppo alte, con pericoli di rotture per l’apparecchio e d’incendio per la canna fumaria o la casa.

Attenzione, nelle stufe a legna spesso viene indi-cata la quantità all’ora ma una combustione com-pleta dura circa 30 minuti!

•Lo spessore e la lunghezza della legna devonoessere sempre conformi alle indicazioni del pro-duttore: per stufe ad accumulo in maiolica, stu-fe a legna, caminetti aperti o chiusi, la pezzatura sarà di ca. 7-10 cm. La misura dipende dalla lun-ghezza della camera di combustione (va tenuta leggermente più corta).

•Bricchette di legno è un pressato da biomassaforestale. Si deve usare solo bricchette certificato e con il marchio di qualità.

•Controllareilpesodelbricchette,perchénontuttisonodella stessa pezzatura ed hanno lo stesso peso.

Bricchette di legna

-- Max 7-10 cm

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•1kgbricchetteequivalea1kglegna.•Bricchettebrucianopiùlentamentedellalegna.

•Pellet sonobastoncini pressati dabiomassa le-gnosa e sono impiegati in particolari stufe o ap-parecchi a pellet.

•Sullaconfezionedovrebbeessereindicatalanor-ma di produzione o il certificato di qualità.

•Ilpelletdeveesserestoccato inmodocorretto,cioè all’asciutto e con tutte le precauzioni antin-cendio.

•Semplicetestdiqualitàdell’utilizzatore. Per controllare se il pellet è di buona qualità l’uti-

lizzatore potrà eseguire un semplice test: inserire il pellet in un bicchiere d’acqua, se si sfoglia subi-to è di scarsa qualità, mentre se rimane compatto per i primi 3 minuti trattasi di pellet di qualità.

•Ilcippatoèlegnaspezzettataevieneusatonor-malmente solo in impianti di maggiore potenza, appositamente costruiti e che dispongono di ca-ricamento automatico.

•Lo stoccaggio deve essere eseguito corretta-mente per evitare la formazione di muffe a causa di una cattiva ventilazione.

•Lasegaturavienenormalmenteusatasolonellestrutture produttive (falegnameria).

•Lasegaturapuòdiventareesplosivaesidevonoadoperare tutti gli accorgimenti per evitare peri-coli.

• La legge italiana vieta di bruciare qualsiasi rifiuto negli impianti domestici.

Cippato

Segatura

Non bruciarerifiuti!

Pellet

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Cosa è vietato bruciare:•Carta,giornali,riviste•Cartone,TetraPak,imballi•Plastichedituttiitipi•Legnaverniciata,truciolato•Scartodilegnodacantieri•Legnadaimballi(casse,palette)•Legnavecchiadamobili,finestreopavimenti

•Usareilproprioapparecchioalegnaperlosmalti-mento dei rifiuti provoca l’emissione di fumi aggres-sivi che hanno come conseguenza la corrosione degli apparecchi stessi o della canna fumaria.

•Idannicausanoalticostidimanutenzioneeripa-razione, notevolmente superiori ai costi del rego-lare smaltimento dei rifiuti.

•L’autoritàhal’obbligodimultareitrasgressori!

3. IL CORRETTO STOCCAggIO dELLA LEgNA

•Lostoccaggioèdellamassima importanzaper ilmantenimento della qualità della legna da ardere.

•Lostoccaggiodilegnadovràesserefattogiànel-la pezzatura d’uso.

•Lostoccaggiosaràdi2anni(tempimaggiorinonporterebbero ad una maggiore asciugatura).

•Inmodobenventilatoedarieggiato.•Copertoeprotettodallapioggia.•Protettodalsole,perchéaltrimentilalegnaperde

di qualità.•Per evitare alla legnadimarcire si dovrà tenere

un’altezza dal pavimento di ca. 20-30 cm e una distanza dalle pareti di ca. 5-10 cm.

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•Stoccarepossibilmenteall’apertooppureinloca-li o cantine ben arieggiate evitando la formazione di muffe (lasciare sempre aperta la finestra, anche in inverno!).

•Lostoccaggiodellalegnadevesempreavvenirecon sufficiente distanza di sicurezza dall’apparec-chio di combustione. Osservare sempre le dispo-sizioni antincendio e di sicurezza.

4. VARIETÁ dEI SISTEMI dI RISCALdAMENTO

Nessun altro combustibile offre una varietà di sistemi di riscaldamento come la legna. Il cliente dovrà coinvolgere il fumista già nella fase della progettazione. Il professionista opererà per ottenere il sistema di riscaldamento più ap-propriato al suo gusto e alle sue esigenze. Così come lo aiuterà a sce-gliere e a valutare il tipo di canna fumaria, evitando così spiacevoli incon-venienti.

Apparecchio domestico•Stufeadaccumuload irraggiamento(maiolicao

ad intonaco)•Stufeadaccumulocombinatoad irraggiamento

e convezione d’aria anche forzata per riscaldare diversi ambienti

•Stufametallicaoinmaterialiinertialegna•Stufaapellet•Cucinaalegnaotermocucina•Caminettoaperto,chiusooinsertopercaminetto•Stufaipocausto•Fornodapizzeria,perpaneopergrigliata

generatori di calore per la casa uni o bifamiliare•Caldaiaalegnaconcaricamentomanuale

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•Caldaiaapelletoacippatoconcaricamentoau-tomatico o semiautomatico

•Stufaipocausto•Termocucina

5. I gENERATORI dOMESTICI PROdOTTI O INSTALLATI dAI FUMISTI

I fumisti associati ad CONFARTIGIANATO sono produttori di stufe ad ac-cumulo ed installatori di stufe (anche su misura), stufe a pellets, cucine e caminetti prefabbricati.Per le caldaie a legna o impianti termici, oltre alle normali norme impianti-stiche si devono rispettare anche le prescrizioni severe del Decreto Legi-slativo 152-2006.Pertanto si deve ricorrere sempre ad una ditta installatrice di capacità certificata.Gli apparecchi domestici prodotti dai fumisti sono quelli usati per il riscal-damento ambientale, la cottura dei cibi oppure per entrambi gli impieghi, come quelli di seguito indicati:

Cucina a legna con o senza forno•Combustionesugrigliaconca.2-3kg/h legna/

carica•Rendimento>70%•AriacomburentesecondoUNI10683

Cucina con stufa ad accumulo incorporata•Cucinareeriscaldarecontemporaneamente•Combustionesugrigliaconca.3-5kg/h legna/

carica•Rendimento >78%, perché viene dimensionato

con programma di calcolo•AriacomburentesecondoUNI10683eEN15544

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Stufa ad accumulo• Combustione senza griglia con ca. 10-20 kg/h

legna/carica•Rendimento>80%,perchélastufavienedimen-

sionata con il programma di calcolo•Aria comburente secondo UNI 10683 e EN

15544, possibilmente condotta attraverso un ca-nale direttamente nella camera di combustione ed aspirazione dall’esterno (apparecchio tipo C)

•Tempodellacombustioneca.1,5-3ore•Tempodimantenimentocaloreca.20ore

Stufe o caminetti chiusi prefabbricati•Combustionecongriglia•Rendimento>65/75%conapparecchinuovi•AriacomburentesecondoUNI10683attraverso

la presa d’aria, meglio se con aspirazione a cana-le direttamente dall’esterno

•Tempodellacombustioneca.0,5-1ore•Tempodimantenimentocaloreca.0,5-2ore

Caminetti aperti prefabbricati•Combustioneconosenzagriglia•Rendimentoca.15-30%•AriacomburentesecondoUNI10683attraverso

la presa d’aria, meglio se con aspirazione a cana-le direttamente sotto la griglia

•Tempodellacombustioneca.0,5-1ore•Tempodimantenimentocaloreca.0,5-1,5ore•Trattasinormalmentediapparecchinondestinati

al riscaldamento ma di arredamento

Stufa ipocausto•Combustionesenzagrigliaeconca.10-20kg/h

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•Rendimento>80%,perchélastufavienedimen-sionata con il programma di calcolo

•Aria comburente secondo UNI 10683 e EN15544, possibilmente condotta attraverso un ca-nale direttamente nella camera di combustione ed aspirazione dall’esterno (apparecchio tipo C)

•Tempodellacombustioneca.2-4ore•Tempodimantenimentocaloreca.10-20ore•E’possibilelaproduzionediacquacalda

6. SCEgLIERE L’APPARECCHIO gIUSTO

La scelta dell’apparecchio e sistema di riscaldamento dipende dalle esi-genze individuali d’utilizzo (riscaldare, cucinare, fuoco a vista), di rendi-mento, della potenzialità (fabbisogno termico, numero degli ambienti o appartamenti da riscaldare) e del combustibile previsto.

L’uso dell’apparecchio:•Soloriscaldareosolocucinare•Riscaldareecucinare•Fuocoavista•Emissionecalorerapidaolenta

La potenza necessaria:1. Si consiglia di farsi calcolare il fabbisogno termico

da un progettista di termotecnica oppure dal fu-mista.

Per esempio il fabbisogno termico di un locale di una Casa Clima tipo B è di ca. 30 Watt/mq.

2. Fabbisogno termico totale = 30 m2 x 30 Watt/m2 = 1200 Watt = 1,2 KW

3. Il fumista stabilirà “ l’intervallo di riscaldamento” rap-portandolo alle abitudini ed esigenze dell’utente.

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Il combustibile da utilizzare:•Legnainpezzatura•Bricchettedilegna•Pellet•Cippato•Segatura

Tipologia della distribuzione del calore:•Attraverso l’irraggiamento (stufa in maiolica, ad

intonaco ecc.)•Attraversolaconvezioneadaria(stufaprefabbri-

cata, caminetto chiuso ecc.)•Attraversoilcircuitoadacqua(termocucina,ter-

mocaminetto ecc.)•Attraversoleparetiedipavimenti(stufaipocausto)

Tipologia della camera di combustione:•Combustioneconosenzagriglia•Combustionenormaleoadinversionedifiamma•Conpressioneodepressioneincameradicom-

bustione•Alimentazionemanualeoautomatica•Conregolazionedellacombustioneomodotradi-

zionale

7. dOVE ACQUISTARE L’APPARECCHIO

Per acquistare una stufa si deve scegliere con cura la ditta adatta a cui affidarsi per l’acquisto e l’installazione.Quest’ultima deve essere esclusivamente realizzata da ditte qualificate come richiesto dalla norma UNI 10683 o D.M. 37/08, per esempio da una delle ditte associate CONFARTIGIANATO che hanno superato il test d’ammissione e che partecipano alla formazione continua.

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Il proprietario o inquilino che acquista una stufa non certificata o che fa installare la stufa da una ditta senza la necessaria qualificazione o che la installa da solo, non avrà ottemperato alle disposizioni legislative e in caso di incidente ne dovrà rispondere civilmente e penalmente ai sensi degli articoli 2050 e 40.La scelta del generatore è un passo importante, perché condiziona speso lo stile di vita e l’acquisto deve essere programmato con cura.

Solo una ditta specializzata (fumista o installatore) è autorizzata al montag-gio della stufa o cucina a legna, perché trattasi di installazione classificata pericolosa di cui all’art. 2050 del codice civile. Il fumista deve eseguire tutte le verifiche, anche quella della canna fumaria, è responsabile della corretta installazione e dovrà rilasciare la necessaria dichiarazione di conformità.

8. LA COMbUSTIONE A LEgNA

La combustione a legna non è un processo omogeneo come la combu-stione a gas o gasolio e si sviluppa in 3 fasi:

• Fase 1 - essiccazione totale del combustibile: Quando la legna viene riscaldata inizia subito il

processo di essiccazione dell’umidità ancora pre-sente. L’acqua presente nella legna evapora e si raggiunge una temperatura di ca. 100°C.

•Fase 2 - combustione energetica, gassifica-zione dei componenti combustibili:

Il combustibile legna non brucia, ma bruciano i gas combustibili in esso contenuti, come il carbo-nio e l’idrogeno.

Questi gas combustibili devono essere resi gas-sosi con apporto di calore a ca. 600°C bruciando poi come una fiammella a gas. Infatti nella prima

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fase si può osservare le fiammelle leggermente staccate dalla legna stessa. Questa fase viene chiamata anche fiamma calorica, perché fornisce la maggiore quantità di calore.

•Fase 3 - combustione della carbonella: Attraverso la fiamma della gassificazione viene

prodotta la carbonella dalla legna e si ottiene la terza fase della combustione. La combustione della carbonella porta ancora ca. 1/3 del calore della combustione e dura il maggior tempo.

Le tre fasi della combustione non sono completamente separate, ma in-teragiscono tra loro. Durante la gassificazione si avrà l’essiccazione ed anche la formazione di carbonella.Per non disturbare l’equilibrio della combustione si consiglia di osservare attentamente le indicazioni del produttore: fare la ricarica sempre con la quantità di legna indicata, usare sempre legna asciutta e non mettere mai solo un pezzo di legno dopo l’altro. Il migliore risultato si ottiene con le centraline di regolazione della combustione.

Se la temperatura di fiamma è troppo bassa si avrà una cattiva com-bustione che produce un’alta concentrazione di polveri, di fuliggini e di monossido di carbonio CO. Una buona combustione avviene in camera di combustione calda e con il giusto dosaggio dell’aria comburente.Siccome il tiraggio della canna fumaria influenza direttamente la qualità della combustione e l’aria comburente, il fumista installatore deve assi-curare che queste siano costanti e non eccessive. Inoltre si consiglia di montare sempre una serranda di registro tiraggio.

Il processo di combustione inizia con l’accensione e si conclude quando termina la combustione della carbonella.Tutto il processo generalmente dura diverse ore e, con le centraline di regolazione della combustione, è possibile prolungarlo ulteriormente.

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9. LA CORRETTA gESTIONE

Si deve bruciare solo legna secca. Se si brucia legna vecchia e marcia o addirittura rifiuti nell’impianto domestico, si usa l’impianto in modo er-rato. In primo luogo si danneggia se stessi, perché si inquina l’ambiente circostante all’apparecchio o all’edificio con diossine e particelle di metalli pesanti, cioè l’aria che noi stessi respiriamo. Le conseguenze per la salu-te vanno dalle malattie dell’apparato respiratorio come la tosse cronica, bronchite, asma infezioni polmonari fino all’aumento del rischio di cancro e problemi cardiocircolatori.Inoltre aumenta il pericolo di incendio della canna fumaria e della casa, aumenta il costo della manutenzione e si riduce notevolmente la durata dell’impianto.

•Usaresoloicombustibiliindicatidalproduttore(peresempiolegna,pel-let, cippato).

•Caricareilgeneratoresoloconlaquantitàdicombustibilecompresatrai valori min. e max. come indicato dal produttore per ogni carica, tenen-do conto anche dell’effettivo fabbisogno di calore. Non inserire mai una quantità superiore o inferiore a quanto indicato dal produttore.

•Noncaricaremaiilcombustibilenelgeneratoreconbraceancoracaldae non accenderlo. E’ assolutamente sconsigliato caricare legna la sera precedente per accenderla il mattino dopo. La brace nella cenere può durare anche 3 giorni, la legna potrebbe incendiarsi da sola di conse-guenzea si provocherebbe la formazione di gas che porterebbe all’au-tocombustione con pericoli d’esplosione.

•Nonaverenelleimmediatevicinanzedelgeneratoredicaloreundepo-sito del combustibile.

•Assicuraresempreunsufficienteapportodiariacomburente,possibil-mente attraverso canali di ventilazione che la prelevano direttamente dall’esterno.

L’eccessiva strozzatura delle serrande per l’aria comburente provoca una cattiva combustione con aumento dell’inquinamento atmosferico e notevole riduzione del rendimento. Una precoce chiusura dell’aria com-

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burente provoca la formazione di creosoto con aumento del pericolo di incendi e di piccole esplosioni nella canna fumaria, fino alla completa distruzione dell’impianto.

La mancanza o l’insufficienza di aria comburente provoca la formazione di monossido di carbonio con i pericoli d’intossicazione e morte.

Si consiglia una centralina automatica che gestisce il complesso equi-librio dell’apporto di aria comburente che tende a cambiare durante le diverse fasi della combustione.

•L’usodiimpiantimeccanicidiventilazione(cappedacucina,aspiratoridaWC, impianti di climatizzazione ecc.) non devono condizionare negativa-mente l’apporto di aria comburente. In caso di pericolo aprire le finestre.

•Seunimpiantoèrimastoinutilizzatopertempiprolungatideveesseresottoposto ad una verifica da parte del fumista o installatore.

•Latrasformazionediunapparecchiodicombustionepuòessereese-guita esclusivamente da una ditta certificata, secondo le istruzioni del produttore. Prima di acquistare inserti per caminetti o altri sistemi com-burenti una ditta qualificata deve controllare se la trasformazione è pos-sibile (attenzione a venditori non qualificati e senza scrupolo!).

•Lamancataosservanzadelleistruzionid’usodelproduttorepuòcau-sare danni materiali a cose o persone, oppure spreco di combustibile, riduzione del rendimento ed aumento dell’inquinamento atmosferico.

•Ricordarsidifareseguireunamanutenzioneperiodicadapartedelfu-mista o installatore qualificato, possibilmente durante i mesi estivi, in modo da preparare il generatore e l’impianto fumario prima di metterlo in funzione.

10. LE 6 REgOLE PER bRUCIARE bENE LA LEgNA

Per un funzionamento sicuro, economico e pulito dell’impianto termico si devono rispettare le regole per bruciare bene la legna:

1. Consulenza ed installazione dell’espertoSi consiglia di consultare sempre l’esperto prima di acquistare una stufa,

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un caminetto o una cucina a legna.Impianti dimensionati correttamente permettono un impiego ed una com-bustione ottimale.La stufa, il caminetto o la cucina devono essere installati dalla ditta spe-cializzata (fumista o installatore).Lo spazzacamino deve certificare l’idoneità della canna fumaria all’instal-lazione.

2. CombustibileUsare solo legna naturale secca, non trattata e con un’umidità inferiore a 20% o pellet di buona qualità.Controllare sempre l’umidità e la qualità della legna o del pellet prima di acquistarli.Inserire la legna in modo leggero e a croce, nella pezzatura di max. 7-10 cm.

3. AccensioneAccendere la fiamma con accenditori naturali, come cippato o trucioli di legno (la carta non è ammessa).Prima dell’accensione aprire completamente le aperture dell’aria e del ca-mino.Con le camere di combustione alte si avrà una migliore combustione con la fiamma accesa nella parte superiore.Si dovrà posizionare la legna e poi appoggiare sopra la legna fine per l’ac-censione. Il fuoco brucerà in modo simile ad una candela solo in alto.

4. La fiammaFino a quando si vede la fiamma si devono lasciare aperte le serrande dell’aria. Una fiamma chiara, vivace e giallo-rossa indica una buona com-bustione. Chiudere le aperture dell’aria quando la combustione termina e si ha solo brace. La nuova carica di legna si deve fare solamente sulla brace, mai sulla fiamma.

5. La pulizia e manutenzioneCon una buona combustione si toglie la cenere dalla camera di com-

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bustione ad intervalli maggiori, osservare le istruzioni del generatore. È importante che la cenere non ostacoli il percorso dell’aria comburente. La cenere in particelle fini e grigie è indice di una buona combustione.La manutenzione e il controllo dei componenti meccanici ed elettronici del generatore devono essere eseguite regolarmente da un tecnico qualifica-to. Lo spazzacamino assicura una regolare pulizia della canna fumaria e del generatore. Questo riduce le emissioni inquinanti, fa risparmiare com-bustibile, previene l’incendiarsi della canna fumaria sporca e rivela per tempo danni e problemi strutturali.

11. ACCENSIONE dALL’ALTO COME ACCENdERE CORRETTAMENTE LA STUFA

Fuoco senza fumoAccendere il fuoco in modo corretto significa ridurre notevolmente le emissioni dei fumi. Con l’accensione dall’alto verso il basso la legna bru-cia gradualmente. A differenza dell’accensione dal basso, la combustione è più lenta e controllata. I gas che fuoriescono attraverso la fiamma calda si consumano completamente. La legna accesa da sopra, brucia dall’alto verso il basso, come una candela.

Per quali sistemi di riscaldamento è adatto questo metodo?Per riscaldamento a legna con l’uscita dei fumi ver-so l’alto

Come si procede?

Preparazione: per un’accensione con ridotte emis-sioni preparare 4 pezzi di legna di abete (o similare) secchi con uno spessore di 3x3 cm e una lunghez-za di circa 20 cm, dotarsi di un accendifuoco (pos-sibilmente ecologico).

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Modulo di accensione: il cosiddetto modulo di accensione è facilmente preparabile e sostituisce carta e cartone. Mettere i 4 pezzi di legna sovrap-posti a forma di croce.

Accatastamento della legna nella camera di combustione: nelle camere di combustione gran-di, come nei caminetti, accatastare i ceppi di legna a forma di croce uno sopra l’altro.I pezzi più piccoli devono stare sopra a quelli più grandi.

Posizionamento del modulo di accensione: il modulo di accensione viene posto sopra la pila di combustibile (i pezzi inferiori del modulo di accen-sione vanno posti sulla pila di legna in modo tra-sversale).E’ sufficiente un fiammifero per attizzare il fuoco.

Come riempire gli altri tipi di camere di com-bustioneFOTO 1: Camere di combustione strette: inserire i ceppi in senso longitudinaleFOTO 2: Camere di combustione strette e alte: in-serire i ceppi di legna in posizione verticale.FOTO 3: Camere di combustione larghe e piatte: inserire i ceppi in senso trasversale.FOTO 4: Stufe ad accumulo: inserire i ceppi in sen-so longitudinale e trasversale sovrapposti tra loro.

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Altri consigli per il funzionamento•Nonriempiretroppolacameradicombustioneeseguireleistruzioni

per l’uso.•Nonstrozzaremaiilfuococonlacompletachiusuradell’ingressoaria

per la combustione o della valvola uscita fumi.•Perlecarichesuccessiveall’accensioneinseriresingolarmenteiceppidi

legna, appoggiandoli sulla brace viva, favorendo così il fuoco immediato. Per la ricarica non ridurre l’ingresso dell’aria per la combustione. Nel caso di stufe in pietra ollare o in maiolica evitare di ricaricare continua-mente (effettuare esclusivamente un ciclo di combustione completo).

• Chiudere l’aria per la combustione solo nel momento in cui rimane solo la brace, questo consentirà alla stufa di non raffreddarsi troppo velocemente.

•Toglierelacenereregolarmenteogni10-20ciclidiriscaldamento.•E’utilericordarechelapuliziaregolareeffettuatadaunoSpazzacamino

diminuisce le emissioni di polveri sottili.•Altre informazionisipossonoottenererivolgendosialloSpazzacamino

di fiducia o al proprio rivenditore.

12. LA CORRETTA MANUTENZIONE

L’utilizzatore deve allontanare la cenere per evitare che questa possa peg-giorare la combustione a causa dell’imbrattamento della camera di com-bustione e dei passaggi fumi.Le conseguenze porterebbero a notevoli sprechi di energia e combustibi-le. Inoltre aumenterebbe l’inquinamento da fuliggini e polveri sottili, non-ché la temperatura fumi e il monossido di carbonio CO.La manutenzione e la verifica degli apparecchi che rientrano nella clas-sificazione di impianti termici, deve essere eseguita solo da ditte specia-lizzate e certificate. Questo è richiesto per garantire lo standard minimo della sicurezza e delle emissioni inquinanti a garanzia della incolumità per la popolazione e per l’utilizzatore.La pulizia periodica dell’impianto fumario deve essere eseguita dallo spazza-camino di competenza in conformità alla legge n° 62 del 13 novembre 2006.

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Cosa porta la pulizia periodica dellospazzacamino•Riduzionedelleemissionidipolverisottili•Risparmiodicombustibile(1mmdeposito=6%

spreco di combustibile)•Ottimizzazionedellacombustione•Aumentodelrendimento•Riduzionedelpericolodiesplosioni•Riduzionedelfumonero•Funzionamentoregolaredell’impianto•Allungamentodelladuratadell’impianto• Riduzione del pericolo dell’incendio nella canna

fumaria•Riconoscimentointempodipericolioproblemi•Sicurezzaperl’utilizzatore• Verifica della corretta combustione senza fumo

che potrebbe disturbare il vicinato

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Parte 3

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TERZA PARTE:LE CANNE FUMARIEGuida ragionata alla costruzione del sistema fumario

Campo di applicazione • Elenco norme di riferimento • Serranda di regi-stro tiraggio • Termini definizione • Raccordo raccoglicondensa • Porti-na d’ispezione • Raccordi • Costruzione • Collaudo di un sistema fuma-rio • Corpo del rivestimento • Ventilazione del rivestimento • Distanze di sicurezza • Tettuccio camino • Risanamento • Approvvigionamento aria comburente • Protezione contro la penetrazione della pioggia • Tenuta e comportamento alla diffusione • Fissaggi • Esecuzione di coperture e terminali • Materiali per il rivestimento • Materiali per la copertura • Co-mignolo • Copertura terminale camino • Altezza del camino • Esempio di designazione CE • Esempio di targhetta

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PREMESSA

Normalmente si definisce camino una componente della casa. Il sistema fumario è l’insieme di tutti i sistemi per l’espulsione dei fumi dall’apparec-chio di combustione al comignolo.Il camino predisposto per combustibili solidi deve essere certificato per la bruciatura controllata delle fuliggini.La presente guida è stata elaborata insieme con le categorie artigiane dei fumisti, muratori, carpentieri, lattonieri edili ed artistici, spazzacamini, installatori di impianti termosanitari e vigili del fuoco.

1. CAMPO dI APPLICAZIONE

La presente guida si riferisce alla costruzione del sistema fumario.

Verifica e dimensionamento del sistema fumario:- il diametro richiesto- l’isolamento termico necessario- la stabilità meccanica- il giusto posizionamento- l’apporto di aria comburente- l’altezza necessaria della parte terminale oltre tetto

La verifi ca deve essere eseguita prima della realizzazione insieme con il progettista, esperto o ditta artigiana come lo spazzacamino, il fumista, l’installatore di impianti termosanitari ecc., tenendo conto dell’impiego.Si consiglia inoltre di interpellare precedentemente il progettista, esperto o ditta artigiana, come lo spazzacamino, il fumista, l’installatore di impianti termosanitari per tutti i quesiti o problemi specifici succitati.

Il sistema fumario deve essere sempre certificato dallo spazzacamino competente come previsto dal D.P.P. 13 novembre 2006 n. 62.

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2. ELENCO NORME dI RIFERIMENTO

•UNIEN1443/2005•UNI7129•UNI10845•UNI10683•D.L.152/2006•D.P.P.13.11.2006Nr.62•prEN15544

3. SERRANdA dI REgISTRO TIRAggIO

Nel sistema fumario di impianti termici superiori a 35 KW deve essere installata una serranda di registro tiraggio, l’installazione deve avvenire sulla parete della canna fumaria oppure nel canale da fumi. E’ particolar-mente consigliata per impianti inferiori a 35 KW a combustibili solidi, una serranda di registro tiraggio per contenere le emissioni inquinanti (questo obbligo è contenuto nel D.L. 152/2006).

4. TERMINI, dEFINIZIONI

Sistema fumarioIl sistema fumario è l’insieme di componenti edili per l’apporto di aria comburente e per l’espulsione dei fumi di apparecchi a combustione, come la presa d’aria, il camino, il canale da fumi, lo scarico fumi, il si-stema LAS ecc.Camino per il funzionamento a seccoImpianti che devono essere progettati e impiegati solo per il funzionamen-to senza la condensazione dell’acqua sulle parti interne.Camino per il funzionamento ad umidoImpianti che possono funzionare senza e con la condensazione di fumi sulle parti interne.

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ComignoloAccessorio posto sulla bocca del camino.RivestimentoRivestimento protettivo, supplementare contro le dispersioni di calore, le intemperie o per motivi decorativi.Sistema aria/fumi LASCamino speciale che comprende nel suo involucro un canale di espulsio-ne dei fumi e un canale di ripresa dell’aria comburente, entrambi fino al limite superiore del tetto.CaminoTratto verticale per l’espulsione fumi che deve essere certificato come componente per l’edilizia e nel caso di apparecchi a combustibili solidi deve essere adatto alla bruciatura delle fuliggini e certificato.Camino multistratoIl camino deve avere, lungo tutto il percorso, come minimo un involucro esterno, un isolamento e un tubo interno.

5. RACCORdO RACCOgLICONdENSA

Il raccordo raccoglicondensa si trova alla base del camino e serve per la raccolta delle condense dei fumi oppure dell’acqua piovana che entra dalla sua bocca.A seconda dell’uso del camino stesso il raccordo raccoglicondensa deve essere a tenuta delle condense e, a seconda dell’uso (a secco o ad umi-do), deve essere tappato oppure avere lo scarico collegato alla canalizza-zione (osservare le disposizioni locali per lo scarico!).

6. PORTINA d’ISPEZIONE

Le portine d’ispezione sono montate nella parte fredda della canna fu-maria e devono essere accessibili per le operazioni di verifica e di pulizia, nonché essere a tenuta per la pressione certificata del sistema fumario.

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Ai fini della sicurezza le portine d’ispezione non dovrebbero mai essere montate nelle stanze da letto, nei garage ecc.

Apertura d’ispezioneLe aperture d’ispezione si trovano nel canale da fumo o nell’apparecchio di combustione e devono essere accessibili per le operazioni di verifica e di manutenzione, nonché essere chiuse a tenuta per la pressione certifi-cata del sistema fumario.

Portina di manutenzioneLe portine di manutenzione si trovano nella parte calda del camino, devo-no essere accessibili per le operazioni di verifica e di manutenzione, non-ché essere chiuse a tenuta per la pressione certificata del sistema fumario (tipo N, P o H). Devono inoltre essere coibentate adeguatamente.La dilatazione del tubo interno del camino deve essere assicurata.

7. RACCORdI

I raccordi devono essere già previsti nella fase di progetto.Il raccordo di collegamento del canale da fumo non deve essere fissato al tubo esterno del camino. Generalmente è da prevedere un allacciamento per ogni camino. I raccordi devono essere generalmente rotondi.

8. COSTRUZIONE

Il camino deve avere un andamento rettilineo, verticale fino alla sua bocca ed assicurare la dilatazione.Il camino deve essere un componente edile indipendente per tutto il suo sviluppo e staccato dalle altre parti edili.Il peso del camino e della parte emergente dal tetto devono essere sup-portati da una base ben solida.Le giunzioni tra gli elementi devono essere finite con cura.

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9. COLLAUdO dI UN SISTEMA FUMARIO

Il collaudo del sistema fumario deve essere eseguito dallo spazzacamino competente con prova di tenuta, di tiraggio e videoispezione. L’installato-re dell’impianto deve fornire allo spazzacamino tutta la relativa documen-tazione e gli schemi di montaggio.

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cono terminale

isolante non combustibile

canale di ventilazione

parete esterna

raccoglicondensa

scarico condensa

raccordo stufa o caminetto

portina d’ispezione

griglia ventilazione(verso l’esterno)

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piastra di chiusura

manicotto di protezione in acciaio inox per circolo aerazione e dilatazione del condotto refrattario

semicoppella coibente

canali di ventilazione

camino in Refrattario

camicia in conglomeratocementizio vibrocompresso

allacciamento caldaia

ispezione con portello inox

griglia di aerazione

scarico condensa

zoccolo di raccolta condensa

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10. CORPO dEL RIVESTIMENTO

Per il rivestimento del corpo esterno dei camini, in muratura, in calcestruz-zo o altri materiali specifici, può essere usato il legno o listelli di legno, soltanto se il corpo del rivestimento non appoggia direttamente sul cami-no e se viene mantenuta la distanza di sicurezza prevista dal produttore (per es.: distanza di sicurezza 5 cm per un rivestimento retroventilato e camino T400). Sono sempre impiegabili corpi per rivestimento in materiali non combustibili.

11. VENTILAZIONE dEL RIVESTIMENTO

Se viene utilizzata una ventilazione del rivestimento, si deve prevedere una camera ventilata tra la parete esterna del camino e la parete interna del rivestimento di minimo 2 cm. Le aperture di ventilazione devono essere costruite con dei tagli su tutta la lunghezza con uno spessore minimo di 1 cm. La sezione totale delle aperture deve essere minimo 75 cm2. La ventilazione si ottiene distintamente con i seguenti metodi:Ventilazione del rivestimento con aria proveniente da sotto il tetto.Ventilazione del rivestimento con aria proveniente da sopra il tetto.Quando la ventilazione è ottenuta con aria proveniente dal sottotetto si deve controllare che, la funzionalità del sistema, sia assicurata anche in un eventuale successivo lavoro di costruzione di una mansarda e che l’aria di ventilazione provenga sempre dal sottotetto e non da ambienti abitati.

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muro di rivestimento

parete esterna

isolante

tubo interno refrattario

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tubo interno refrattario

ventilazione dal tetto

ventilazione dal sottotetto

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12. dISTANZE dI SICUREZZA

Nelle canne fumarie composte da tubi interni in refrattario, ceramica, inox e con mantello esterno in blocchetti cementizi, le distanze di sicurezza da materiali combustibili devono essere fornite dal produttore, le misure standard potrebbero essere minimo di 5 cm per un T400 isolato.Con camini isolati a doppia parete inox e con parete esterna inox (solo case unifamiliari), per la distanza di sicurezza minima si dovrà sempre rispettare quella del produttore, le misure standard saranno di 10 cm per un T400 isolato.Le distanze di sicurezza devono essere eseguite come da indicazioni del produttore ed eventualmente possono essere riempite con materiali iso-lanti di classe 0 e con buone caratteristiche isolanti, come per esempio:

•Lanadivetroodiroccianonrivestite•Isolantiminerali•Silicatodicalcio•Calcestruzzosoffiato•Vetroespanso•Fibradiceramica

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legno

muratura

isolante noncombustibile

tubo fumi

rivestimento

lana mineraleo ceramica

isolante

tubo esterno inox

isolante non combustibile

rivestimento

canna fumariainox multistrato

isolante antincendioriempimento

isolante antincendio

canna fumariainox multistrato

rivestimento

distanza secondo le indicazioni del produttore, normalmente 10 cm

tubo protezione

distanza di sicurezza da materiali combustibili come da indicazioni del produttore (standard 10cm)

distanza di sicurezza da materiali combustibili come da indicazioni del produttore (standard 10cm)

distanza di sicurezza da materiali combustibili come da indicazioni del produttore (standard 10cm)

distanza di sicurezzada materiali combustibili come da indicazioni del produttore(standard 5cm)

isolante noncombustibile

tubo fumi

rivestimento

lana minerale o ceramica

profilo

isolante

cartongesso

tubo esterno inox

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La distanza di sicurezza deve essere rispettata an-che da materiali isolatnti combustibili (fornita dal pro-duttore camini normalmente di cm.5)

IsolamentoNON combustibile

Distanza di sicurezza con o senza isolante specifico

Parete strutturale

Struttura indipendente

Involucro esterno camino

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distanza di sicurezza da materiali combu-stibili come da indicazioni del produttore (normalmente 10 cm)

distanza di sicurezza da materiali combu-stibili come da indicazioni del produttore (normalmente 10 cm)

canna fumaria inox multistrato

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Dämmschale

3cm

distanza di sicurezza da materiali combustibili come da indicazioni del produttore (normalmente 5 cm)

isolante esterno non combustibile

intonacotubo interno refrattario

lamiera

rivestimento

parete esterna

vite di fissaggio

gocciolatoio

anello

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muratura

15 cm

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parete esterna

isolante

tubo interno refrattario

lamiera

lamiera protezione

silicone

piastra copertura

anello

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13. TETTUCCIO CAMINO

Il tettuccio camino dovrebbe essere antivento e anti intemperie e garan-tire il defl usso dei fumi in ogni condizione. Il tettuccio camino dovrebbe essere sporgente min. 50 mm e avere una sporgenza del camino di min. 100 mm (vedi disegno). Per l’altezza del tettuccio sono consigliate per le parti basse minimo 180-200 mm e nelle parti più alte minimo ca. 300-350 mm, mentre l’apertura totale deve essere minimo 2 volte la sezione del tubo interno del camino.L’acqua piovana dovrebbe essere scaricata non in modo concentrato ma uniforme. Per questo motivo non sono consigliati i tettucci con grondaia incorporata.

min. 1,5 xø interno camino

min. 1,5 xø interno camino

consigliato nonconsigliato

nonconsigliato

min 20 cm

min 20 cm

>5cm

>10cm

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14. RISANAMENTO

Anche per il risanamento dei camini valgono le indicazioni sopra esposte. Si consiglia di stabilire a priori la scelta dei materiali con la ditta specializ-zata. Il sistema di risanamento deve essere autorizzato preventivamente dallo spazzacamino.

15. APPROVVIgIONAMENTO ARIA COMbURENTE

Ogni sistema di combustione richiede dell’aria comburente, che nel caso di ambienti chiusi, viene prelevata attraverso aperture di ventilazione, a seconda del tipo di combustibile (p.es. min. 80 – 200 cm2 per combu-stibili solidi o impianti a gas domestici 6 cm2/KW e min. 100 cm2). L’aria comburente può essere assicurata anche attraverso una serranda auto-matizzata o meccanica.Negli impianti a tenuta, l’aria comburente viene convogliata alla camera di combustione in un sistema chiuso.Attenzione: Le dispersioni e le sezioni devono essere calcolate dal tecnico o fornite dal produttore dell’apparecchio!

16. PROTEZIONE CONTRO LA PENETRAZIONE dELLA PIOggIA

Le superfici dei camini devono, se esposte all’esterno, essere costruite a tenuta delle intemperie e al gelo ed essere protette dalla penetrazione della pioggia, per es. attraverso un rivestimento esterno.

17. TENUTA E COMPORTAMENTO ALLA dIFFUSIONE

Nella costruzione di un camino multistrato, si deve tenere conto soprat-tutto della resistenza alla diffusione dell’umidità tra i vari strati, della com-posizione, tipo e spessore dell’isolante termico, evitando la formazione di

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umidità dannosa nei materiali.La resistenza alla diffusione dell’umidità di eventuali rivestimenti esterni non deve creare problemi di umidità del camino.E’ da ritenersi soddisfatta quando tra il camino e il rivestimento esiste un’intercapedine ventilata di spessore minimo 2 cm.Alla ventilazione si può rinunciare solamente se si esegue una verifica progettuale a tutte le possibili condizioni di funzionamento e se viene as-sicurata la possibilità di non essere mai sotto il punto di rugiada.

18. FISSAggI

E’ vietato eseguire lavori che potrebbero danneggiare i camini.Questo sia durante l’installazione che successivamente. Sono da osser-vare tutte le prescrizioni del produttore del camino.E’ vietato forare le pareti esterne dei camini, siano essi in muratura, in cal-cestruzzo o altri materiali, anche solo per la costruzione di rivestimenti o per lo staffaggio. Il corpo del rivestimento può essere costruito come ce-stello e applicato con viti. La ventilazione deve essere assicurata. Normal-mente si usano sistemi di fissaggio con speciali distanziatori e tiranti (per esempio a vite). Queste vengono fissate senza forare la parete esterna.

19. ESECUZIONE dI COPERTURE E TERMINALI

La funzionalità, la stabilità e la resistenza al fuoco di camini per il funziona-mento a secco non devono essere compromesse da componenti ester-ne. La costruzione di tettucci, terminali ecc. devono essere concordati preventivamente con lo spazzacamino.Nell’applicazione di tettucci camino possono nascere problemi di con-densazione, si consiglia di proteggere solo la parte terminale e la muratura del camino dalle intemperie e far sì che sia eventualmente retroventilato.Eventuali passaggi dei tubi interni del camino attraverso il tettuccio o la coper-tura devono essere eseguiti in modo da evitare la penetrazione di pioggia.

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Per impianti termici superiori a 35 KW e per caldaie a gas tipo C non sono richieste coperture.

20. MATERIALI PER IL RIVESTIMENTO

Per materiali non combustibili per l’esecuzione del rivestimento del cami-no e cavedio si possono usare per es.:

•Muraturaedintonaco•Zincoaltitanio•Rame•Acciaioinox•Alluminio,ancherivestito•Acciaiozincato,ancherivestito•Piombo,ecc.

Limitazioni per i materiali possono essere dettate dai produttori della can-na fumaria.

21. MATERIALI PER LA COPERTURA

Per la protezione contro la penetrazione delle piogge nelle bocche di ca-mini e cavedi si possono usare per esempio componenti dei seguenti materiali:

•Piastradicoperturaincalcestruzzo•Piastradicoperturainfibradicemento•Copertureinleghed’alluminioanticorrosive,ancherivestite•Copertureinacciaioinox(AISI304omeglioAISI316)•Copertureinrame,esclusoperimpiantiagas,gasolioeoliocom-

bustibile (la copertura in rame è consigliata solo per esecuzioni complete di tutta la parte terminale del camino)

•Sistemicertificati

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22.COMIgNOLO

Alcuni esempi di comignoli.

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Il comignolo dovrebbe terminare con un fascetta di dilatazione oppure con un cono. In ogni caso si deve assicurare la dilatazione del tubo inter-no del camino.

pasta

calcestruzzo

gocciolataio

fascetta di dilatazione

isolamento non combustibile

parete esterna

isolante interno

tubo interno in refrattario

rivestimento

rivestimento

rivestimento esternoretroventilato su

struttura portantenon combustibile

rivestimento esternoretroventilato su

struttura portantenon combustibile

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cm

tubo di uscitacono terminale

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uscita ventilazione

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calcestruzzo

gocciolatoio

isolamento noncombustibile

parete esterna

isolante interno

tubo internoin refrattario

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23.COPERTURA TERMINALE CAMINO

La copertura terminale del camino protegge la muratura dagli agenti at-mosferici e può sostituire il tettuccio camino. Nel caso di aspiratori o iniet-tori di tiraggio si deve assicurare libera uscita dei fumi anche nel caso di mancata corrente elettrica.

intonaco

copertura metallica

gocciolatoio

isolante esternonon bruciabile

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isolante

tubo interno refrattario

rivestimento

rivestimento esternoretroventilato su

struttura portantenon combustibile

fascetta di dilatazione

muro di rivestimento

parete esterna

isolante

tubo interno refrattario

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24. ALTEZZA dEL CAMINO

L’altezza della parte del camino sporgente dal tetto dipende dal tipo di tetto, dalla sua inclinazione e della sua posizione.

> 1,30 m

> 1,50 m

1,50 m

min. 1,20 m

min. 2 m

0,8 m

30°

45°

<= 1,30 m

<= 1,50 m

0,5 m colmo del tetto

0,5 m colmo del tetto

zona di reflusso

zona di reflusso

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25. ESEMPIO dI dESIgNAZIONE CE

CANNA FUMARIA EN 1443 _____________________________________NSB1) EN xxxxx P1 W 1 G100

Numero normaClasse temperaturaClasse pressioneClasse resistenza alle condenseClasse corrosione / combustibileClasse resistenza al fuoco di fuliggine /distanza di sicurezza da materiali combustibili

CANNA FUMARIA EN 1856-1 ___________________________________EN 1856-1 T400 P1 W Vx L40045 G(xx)

Numero normaClasse temperaturaClasse pressioneClasse resistenza alle condenseClasse corrosione / combustibile /scelta del materiale per il tubo internoClasse resistenza al fuoco di fuliggine /distanza di sicurezza da materiali combustibili

26. ESEMPIO dI TARgHETTA

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26. ESEMPIO DI TARGHETTA

27. MODULISTICADal blog www.assocosma.eu è scaricabile la modulisticarelativa alle seguenti voci :

• Dichiarazione di corretta posadella canna fumaria/camino

• Relazione tecnica descrittiva di verificadei lavori e/o controlli

• Elenco riassuntivo di verifica dei sistemidi evacuazione fumi

• Checklist camino

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QUARTA PARTE:LO SPAZZACAMINOGuida ragionata alla manutenzione della canna fumaria

Mission • Lo spazzacamino porta fortuna • Com’è cambiato il lavoro dello spazzacamino negli anni • L’importanza della canna fumaria • Il mestiere dello spazzacamino • La pulizia della canna fumaria • Tecniche di pulizia • Intubamento e installazione di canne fumarie • Raccomanda-zioni e consigli dello spazzacamino • Lavori aggiuntivi similari • Installa-zione di linee di sicurezza

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1. MISSION

La professione di spazzacamino è una vera e propria missione rivolta prin-cipalmente alla sicurezza delle persone. La manutenzione periodica delle canne fumarie è un‘ azione di fondamentale importanza, atta a prevenire gli incendi e a salvaguardare l’ambiente. Il ruolo che riveste lo spazzacamino è considerato essenziale in quanto assicura, attraverso la manutenzione e la verifica degli impianti fumari, il buon funzionamento del focolare utilizzato e la corretta evacuazione dei prodotti della combustione. In particolar modo lo spazzacamino presta la massima attenzione a quegli impianti alimentati da combustibile solido, in quanto ritenuti i più sensibili. Lo spazzacamino inoltre, in collaborazione con un fumista installatore, aiuta l’utente fornendo una consulenza tecnica specializzata sugli apparecchi installati e aiuto nella scelta di quelli da installare che più si avvicinano alle sue esigenze.

2. LO SPAZZACAMINO PORTAFORTUNA

I mestiere dello spazzacamino è una leggenda ma, se ne ha notizia già nel 17° secolo. La sua figura professionale, concepita da italiani che hanno collaborato poi a creare le prime associazioni in Austria e in Germania, nasce per l‘esigenza di salvaguardia del patrimonio edilizio. In molti paesi toccare la spalla e il bottone della giubba dello spazzacami-no è considerato un gesto scaramantico e portafortuna. Questo risale ai tempi in cui la professione dello spazzacamino era considerata di rilevante importanza per la prevenzione degli incendi e come scongiura di catastro-fici focolai che, propagandosi dal camino rendevano inagibili le abitazioni. Era noto per impassibilità e puntualità, tanto che a capodanno lo spazza-camino passava dai committenti per riscuotere il compenso annuale. Lo spazzacamino è da sempre un partner di riferimento per i fumisti in-stallatori e, viste le ultime normative sulla sicurezza e grazie alle tecnologie in suo possesso, riveste un ruolo fondamentale offrendo interventi spe-cialistici come videoispezioni, lavaggi chimici e asportazione di sostanze catramose dalle canne fumarie.

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Senza dimenticare la preparazione sempre aggiornata a livello normativo che gli consente di verificare e consegnare relazioni di valutazioni tecniche per impianti sicuri.

Mary Poppins

Cam caminì, cam caminì, spazzacamin, allegro e felice, pensieri non ho, cam caminì, cam caminì spazzacamin, la sorte è con voi se la mano vi do. Chi un bacio mi dà, felice sarà. Tu penserai che lo spazzacaminsi trovi del mondo al più basso gradin. Io sto fra la cenere eppure non c’è nessuno quaggiù più felice di me. Camcaminì, camcaminì spazzacamin, allegro e felice, pensieri non ho. Cam caminì cam caminì spazzacamin, la sorte è con voi se la mano vi do.

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3. COME è CAMbIATO IL LAVORO dELLO SPAZZACAMINO

Il mestiere dello spazzacamino si è evoluto negli ultimi anni, adeguan-dosi alle esigenze normative riguardanti i nuovi impianti e focolari, per-fezionando così le proprie tecniche di pulizia e di verifica. Mentre in altri paesi europei lo spazzacamino è un mestiere riconosciuto e svolge il proprio lavoro di verificatore anche per conto di comuni, in Italia tutt’ora rimane un libero artigiano che si propone sul mercato offrendo la pro-pria professionalità relativa alla manutenzione di impianti fumari, in linea con le normative vigenti. L’obiettivo è proprio di ottenere il riconoscimento dei mestieri di spaz-zacamino e fumista elevando il livello di qualità del loro lavoro, traguar-do che conta di raggiungere grazie anche al considerevole numero di professionisti associati. In passato lo spazzacamino, preferibilmente di statura minuta, entrava all’interno della canna fumaria armato di una scopa o un raschietto per scovolare manualmente le pareti interne. Molte erano le intossicazioni da fuliggine e non era rara la possibilità che rimanesse incastrato e morisse soffocato. Attualmente si è passati dall’utilizzo di aste e spazzole rigide per camini più incrostati, ad attrez-zature più raffinate come aste flessibili con sonde arrotolate, comune-mente chiamate aspo, oppure sonde flessibili rotanti motorizzate ecc.Fa uso di mascherine per la protezione delle vie respirato-rie, si serve di guanti sintetici e ha in dotazione potenti aspira-tori che rimuovono la fuliggine senza sporcare l’ambiente di lavoro.Oltre a ciò è cambiato anche il sistema di verifica dell’impian-to, che dal semplice controllo visivo con specchio e luce, o con la verifica del tiraggio ac-

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cendendo un foglio di carta, è passato alla videoispezione ed alla prova di tenuta fumi con strumenti elettronici d’avanguardia. Tutto ciò, oltre a rendere lo spazza-camino un artigiano specializzato e aggiornato nel proprio mestiere, lo mette in grado di gestire l’operati-vità con più precisione e sicurezza, matrici fondamentali per essere competitivi sul mercato.

4. L’IMPORTANZA dELLA CANNA FUMARIA

La canna fumaria rappresenta il percorso di scarico dei prodotti della com-bustione di ogni apparecchio termico, quindi una componente preziosa dell’impianto, ma spesso sottovalutata. Per motivi di sicurezza, rendimen-to e appropriato funzionamento del focolare, il camino deve rispettare se-vere leggi e norme, tra le quali, di importante rilievo, l’obbligo di installare utilizzando materiali certificati emarcati CE. Lo spazzacamino deve essere a conoscenza della legislazione specifica e delle tecniache costruttive.tra artigiani associati rimane un valido punto di riferimento per ogni inco-gnita (vedi la terza parte: “Le canne fumarie”).

5. IL MESTIERE dELLO SPAZZACAMINO

Lo spazzacamino è un artigiano specializzato che esercita la propria at-tività anche operando dal tetto. Considerando le normative sempre più severe, le sanzioni ed i controlli sempre più frequenti, lo spazzacamino diventa inoltre a tutti gli effetti un partner valido per i vigili del fuoco, l’am-ministratore di condominio, il fumista installatore e in particolar modo per l’utente finale.

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Allo spazzacamino è affidato il compito di vigilare sulla corretta manuten-zione e verifica degli impianti di evacuazione dei prodotti della combustio-ne, dei generatori di calore ad essi asserviti, in particolar modo a quelli che utilizzano combustibile solido e suoi derivati.

6. LA PULIZIA dELLA CANNA FUMARIA

Dalla incompleta combustione di prodotti solidi e liquidi si vengono a cre-are delle particelle dette incombusti; durante il loro percorso verso l’usci-ta al tetto si depositano sulle pareti del camino sotto forma di fuliggini leggere (presentandosi in conformazione polverosa) o, nel peggiore dei casi, originando croste dure, più comunemente identificate come fuliggini cristalizzate (catrame).Essendo tali incrostazioni un magma di materia non ancora combusta, il pericolo incombente è dato dall’accensione improvvisa di questi sedi-

menti che potrebbe originare sollecitazioni critiche sui mate-riali di costruzione del camino, nonché innescare autocom-bustioni ai materiali limitrofe.Non meno importante l‘ap-parire di macchie scure sulla superficie delle pareti asterne della canna fumaria e la pro-gressiva diminuizione di ren-dimento del focolare dovuta all’ostruzione parziale o totale della stessa. La pulizia del camino ha con-seguenzialmente lo scopo di evitare tali inconvenienti e ga-rantire l’incolumità dell’inquili-no e della struttura in cui vive.

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7. TECNICHE dI PULIZIA

Per l’eliminazione delle fuliggini leggere generalmente si esegue una ra-schiatura manuale attraverso aste felssibili o aspi, collegate a spazzole di varie dimensioni, forme e materiali. La scelta della spazzola è molto importante come nel caso di canne fumarie in acciaio inox per le quali andranno utilizzate solo spazzole dello stesso materiale o di materiale sintetico come il PEK. Utilizzando strumenti inadeguati si corre il rischio di rimuovere quello stra-to di materiale che rende l’acciaio inox inattaccabile dalla corrosione. I depositi catramosi (creosoto), o le croste dure, non sono eliminabili con la sola raschiatura manuale, ma richiedono una pulizia motorizzata me-diante sonde rotanti con catene in testa. Oltre a questo, esistono altri due sistemi: il lavaggio del camino con so-stanze chimiche o, nei casi più drastici, tramite bruciatura controllata. Entrambi i sistemi devono essere eseguiti esclusivamente da personale qualificato e comunque non senza una preventiva ed accurata analisi del-la resistenza dei materiali che compongono il camino alle sollecitazioni che dovranno sostenere. Nel caso della bruciatura controllata dovrà essere informato anticipata-mente il vicinato, i vigili del fuoco e l’amministrazione pubblica, evitando così di suscitare allarmi inutili e costosi.

8. INTUbAMENTO E INSTALLAZIONE dI CANNE FUMARIE

E’ importante che lo spazzacamino controlli la pre-senza di marcatura CE e targa fumi sui camini risa-nati o di nuova installazione, in quanto solo questi sono conformi alle disposizioni legislative. Un fumista installatore esegue i lavori di montaggio o risanamento delle canne fumarie mediante l’intu-bamento o installazione. Il materiale più usato è l’ inox, ma esistono anche altri

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tipi di prodotti, come il refrattario, la ceramica ecc… Compito dello spazzacamino, sarà di richiede-re le dovute documentazioni rilasciate dal fumista all’utente finale, nelle quali dovranno comparire gli esiti della prova di tenuta strumentale dei fumi, la verifica delle distanze da materiali combustibili e l’accertamento, eventualmente anche strumentale, delle prese d’aria di ventilazione.

9. RACCOMANdAZIONI E CONSIgLI dELLO SPAZZACAMINO

Uso della legna appropriato (vedi seconda parte).

Caminetti aperti: pulizia del focolare, innesto camino e canna fumaria ogni 35 quintali circa di legna bruciata.

Caminetti chiusi: pulizia del focolare, raccordo o canale da fumo, cami-no o canna fumaria ogni 25 quintali circa di legna bruciata.

Cucine economiche: pulizia tubi e stufa ogni 10 quintali circa, mentre la canna fumaria ogni 35 quintali circa.

Stufe a legna a fuoco continuo: pulizia tubi e focolare ogni 10 quintali circa di legna bruciata. Per la canna fumaria ogni 35 quintali circa.

Stufe a pellet: pulizia settimanale del braciere e del TEE di deposito po-steriore fuliggine.

Canna fumaria: pulizia annuale.

Stufa a legna ad accumulo e radiante: pulizia giro fumi ogni 100 quin-tali di legna bruciata.

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Canna fumaria e canale da fumo: ogni 30 quintali di legna bruciata.

Caldaie a legna o pellet: pulizia focolare e giro fumi mensile, canna fumaria annuale.

Termocucine: pulizia mensile della stufa e annuale della canna fumaria.

Forni pane o pizza: pulizia focolare e canna fumaria trimestrale.

Questi sono dei parametri indicativi, ma lo spazzacamino deve sempre in-tervenire qualora la necessità lo richieda e soprattutto secondo la propria esperienza e conoscenza del mestiere.Ad affiancarlo, qualora il caso lo richiedesse, ci sarà sempre un fumista installatore che congiuntamente fornirà un valido supporto tecnico-legi-slativo utile a superare qualsiasi tipo di difficoltà.

10. LAVORI AggIUNTIVI SIMILARI

Lo spazzacamino conoscendo tutti gli aspetti e particolarità della struttura del tetto, potrà offrire alla propria clientela, anche lavori diversi dalle sole verifiche delle canne fumarie.

11. INSTALLAZIONE dI LINEE dI SICUREZZA

Lo spazzacamino dovendo salire sul tetto dell’edificio dovrà dotarsi di tutti i dispositivi necessari per lavorare in massima sicurezza. La legisla-zione vigente in proposito è molto severa nei confronti dello spazzacami-no, ma in sede penale perseguirà anche il progettista e l’amministratore o proprietario dell’edificio. in assenza di opportuni punti di aggancio, lo spazzacamino dovrà informare il committente e potrà offrire al proprio cliente l’adeguamento e posizionamento dei sistemi di sicurezza, (per es. fissando i ganci o i cavi sul tetto ed all’uscita dei lucernari). In questo

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caso lo spazzacamino potrà collaborare come concessionario con una ditta produttrice di sistemi di sicurezza.

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sion

e st

essa

az

iend

a; n

uovo

pro

cess

o pr

odut

tivo;

intro

duzi

one

mac

chin

ari,

prod

otti

ecc

Con

form

e al

l’acc

ordo

Eson

ero

Nuo

va fo

rmaz

ione

limita

tam

ente

alle

mod

ifi-

che

o ai

con

tenu

ti di

nuo

va

intro

duzi

one.

Ent

ro 5

ann

i da

lla d

ata

di c

oncl

usio

ne

del c

orso

.

Neo

assu

nti c

on fo

rmaz

ione

pr

eced

ente

all’

assu

nzio

ne

qual

ora

prev

ista

nel

la

cont

ratta

zion

e co

lletti

va

nazi

onal

e

Con

form

e al

la

cont

ratta

zion

eEs

oner

o

Nuo

va fo

rmaz

ione

in re

-la

zion

e ai

risc

hi d

el n

uovo

se

ttore

(4, 8

o 1

2 or

e)

Ent

ro 5

ann

i da

lla d

ata

di c

oncl

usio

ne

del c

orso

.

Azi

ende

mul

tiser

vizi

nei

ca

si in

cui

il la

vora

tore

sv

olga

man

sion

i ric

ondu

ci-

bili

ad u

n se

ttore

a ri

schi

o m

aggi

ore

Con

form

e al

l’acc

ordo

Eson

ero

Nuo

va fo

rmaz

ione

ad in

tegr

azio

ne d

ei ri

schi

de

lla n

uova

man

sion

e

Ent

ro 5

ann

i da

lla d

ata

di c

oncl

usio

ne

del c

orso

.

Neo

assu

nti n

el c

ompa

rto

delle

cos

truzi

oni,

nell’

ipo-

tesi

di p

rimo

ingr

esso

nel

se

ttore

Form

azio

ne e

ffettu

ata

nell’

ambi

to d

el p

roge

tto

stru

ttura

le “1

6ore

-MIC

S”,

delin

eato

dal

For

med

il

Eson

ero

Eson

ero

In c

aso

di c

onte

nuti

corr

ispo

nden

ti al

l’acc

ordo

pr

evio

acc

ordo

con

trattu

ale

nazi

onal

e

Ent

ro 5

ann

i da

lla d

ata

di c

oncl

usio

ne

del c

orso

.

Neo

assu

nti

Form

azio

ne p

rofe

ssio

nale

sv

olta

pre

sso

le s

truttu

re

della

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azio

ne p

rofe

ssio

-na

le o

gli

enti

accr

edi-

tati

dalle

regi

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dal

le

prov

ince

aut

onom

e co

n du

rata

e c

onte

nuti

conf

orm

i al

l’acc

ordo

Eson

ero

Eson

ero

rimar

rà in

ogn

i cas

o in

ca

po a

l dat

ore

di la

voro

l’o

bblig

o di

ass

icur

are

che

la fo

rmaz

ione

spe

cific

a si

a co

nfor

me

alle

risu

ltanz

e de

lla v

alut

azio

ne d

ei ri

schi

az

iend

ali

Ent

ro 5

ann

i da

lla d

ata

di c

oncl

usio

ne

del c

orso

.

Per

sona

le n

eoas

sunt

o ch

e no

n ac

cede

ai r

epar

ti op

erat

ivi

Nes

suna

Da

fare

par

te g

ener

ale

e pa

rte

spec

ifica

per

bas

so

risch

io (8

ore

in to

tale

)

Ent

ro 5

ann

i da

lla d

ata

di c

oncl

usio

ne

del c

orso

.

Reg

ime

tran

sito

rio p

rima

appl

icaz

ione

In c

orso

o d

a in

izia

re

purc

hè a

ppro

vati

docu

-m

enta

lmen

te a

lla d

ata

del

26.0

1.20

12

Eson

ero

Nec

essa

rio c

ompl

etar

e en

tro

il 26

gen

naio

201

3 la

form

azio

ne g

ià in

izia

ta o

da

iniz

iare

Eson

ero

Nec

essa

rio c

ompl

etar

e en

tro

il 26

gen

naio

201

3 la

form

azio

ne g

ià in

izia

ta o

da

iniz

iare

Ent

ro 5

ann

i da

lla d

ata

di c

oncl

usio

ne

del c

orso

.

Page 90: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

88MAN

UALE T

EC

NIC

O N

OR

MATIV

O F

UM

ISTI E S

PAZZAC

AM

INI

89

FOR

MA

ZIO

NE

pAR

TIc

OLA

RE

AG

GIu

NTI

VA d

EL p

REp

OST

O

Situ

azio

nepr

epos

toFo

rmaz

ione

ef

fettu

ata

Form

azio

ne p

artic

olar

e ag

giun

tiva

da e

ffettu

are

conf

orm

e al

nuo

vo a

ccor

do(8

ore

)

Agg

iorn

amen

to(6

ore

)

Pre

post

i già

ass

unti

alla

dat

a de

l 11

genn

aio

2012

Con

form

e al

le p

revi

sion

i de

ll’ar

t. 37

, com

ma

7 de

l D

. Lgs

. 81/

08 e

d ef

fettu

ata

prim

a de

l 11

genn

aio

2012

com

plet

amen

to d

ella

form

azio

ne p

artic

olar

e ag

giun

tiva

entr

o il

11 g

enna

io 2

013

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

Fino

al 1

0 lu

glio

201

3

Pre

post

i già

ass

unti

alla

dat

a de

l 11

genn

aio

2012

, ne

oass

unti

o gi

à as

sunt

i co

n ad

ibiz

ione

al r

uolo

di

prep

osto

Nes

suna

Nec

essa

ria fo

rmaz

ione

N

OTA

: in

sede

di p

rima

appl

icaz

ione

la fo

rmaz

ione

pot

conc

lude

rsi e

ntro

il 1

1 lu

glio

201

3

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

dop

o il

11 lu

glio

201

3

Neo

assu

nti o

già

ass

unti

con

adib

izio

ne a

l ruo

lo d

i pr

epos

to

Nes

suna

Nec

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ria fo

rmaz

ione

P

reve

ntiv

a al

l’adi

bizi

one

o d

a co

nclu

dere

ent

ro 6

0 gi

orni

da

ll’as

sunz

ione

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

Pre

post

oC

onfo

rme

all’a

ccor

do

cre

dito

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ativ

o pe

rman

ete

Ad

ecce

zion

e de

i cas

i in

cui s

i sia

det

erm

inat

a un

a m

o-di

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del s

uo ra

ppor

to d

i pre

posi

zion

e ne

ll’am

bito

del

la

stes

sa o

di a

ltra

azie

nda.

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

Page 91: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

88 89

QU

INTA P

AR

TE LA s

icU

rEzzA s

UL L

Avo

ro

FOR

MA

ZIO

NE

SpEc

IFIc

A d

EL d

IRIG

ENTE

Situ

azio

nedi

rigen

teFo

rmaz

ione

già

ef

fettu

ata

Form

azio

ne s

peci

fica

da e

ffettu

are

conf

orm

e al

nuo

vo a

ccor

do(1

6 or

e)

Agg

iorn

amen

to(6

ore

)

Diri

gent

i già

ass

unti

alla

da

ta d

el 1

1 ge

nnai

o 20

12

Form

azio

ne c

on c

onte

nuti

conf

orm

i all’

art.

3 de

l D.M

. 16

/01/

1997

(effe

ttuat

a do

po il

14

agos

to 2

003)

o a

qu

elli

del

Mod

ulo

A

Eson

ero

NO

TA: L

a fo

rmaz

ione

dev

e es

sere

sta

ta e

ffettu

ata

prim

a de

l 11

genn

aio

2012

Entr

o il

26.0

1.20

17

(5 a

nni d

alla

dat

a di

ent

rata

in

vig

ore

dell’

acco

rdo)

Fino

al 1

0 lu

glio

201

3

Diri

gent

i già

ass

unti

alla

dat

a de

l 11

genn

aio

2012

, ne

oass

unti

o gi

à as

sunt

i co

n ad

ibiz

ione

al r

uolo

di

dirig

ente

Nes

suna

Nec

essa

ria fo

rmaz

ione

N

OTA

: in

sede

di p

rima

appl

icaz

ione

la fo

rmaz

ione

pot

conc

lude

rsi e

ntro

il 1

1 lu

glio

201

3

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

Dop

o il

11 lu

glio

201

3

Neo

assu

nti o

già

ass

unti

con

adib

izio

ne a

l ruo

lo d

i di

rigen

te

Nes

suna

Nec

essa

ria fo

rmaz

ione

P

reve

ntiv

a al

l’adi

bizi

one

o d

a co

nclu

dere

ent

ro 6

0 gi

orni

da

ll’as

sunz

ione

.

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

Diri

gent

eC

onfo

rme

all’a

ccor

doc

redi

to fo

rmat

ivo

perm

anet

eE

ntro

5 a

nni d

alla

dat

a di

co

nclu

sion

e de

l cor

so

Page 92: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

90MAN

UALE T

EC

NIC

O N

OR

MATIV

O F

UM

ISTI E S

PAZZAC

AM

INI

91

FOR

MA

ZIO

NE

SpEc

IFIc

A d

EL d

ATO

RE

dI L

AVO

RO

Situ

azio

ned

ator

e di

lavo

roFo

rmaz

ione

già

ef

fettu

ata

Form

azio

ne d

i bas

e da

effe

ttuar

e co

nfor

me

al n

uo-

vo a

ccor

do (1

6 - 3

2 - 4

8 or

e)

Agg

iorn

amen

to(6

- 12

- 14

ore

)

Nom

inat

i ent

ro il

31 d

icem

bre

1996

Eson

ero

perm

anen

te

ai s

ensi

del

l’arti

colo

95

del D

.Lgs

. 19

set

tem

bre

1994

, n. 6

26Es

oner

o

Entr

o il

11.0

1.20

14 (2

ann

i da

lla d

ata

di p

ubbl

icaz

ione

)N

OTA

: con

con

tenu

ti an

a-lo

ghi a

que

lli p

revi

sti p

er il

co

rso

base

Nom

inat

i dop

o il

31 d

icem

bre

1996

Form

azio

ne c

on c

onte

nuti

conf

orm

i al

l’art.

3 d

el D

.M. 1

6/01

/199

7 ef

fet-

tuat

a en

tro il

11

Eson

ero

Entr

o il

11.0

1.20

17 (5

ann

i da

lla d

ata

di p

ubbl

icaz

ione

)

Nom

inat

i dop

o il

31 d

icem

bre

1996

Form

azio

ne p

revi

sta

nell’

acco

rdo

RSp

p P

osse

sso

dei r

equi

siti

per s

volg

ere

i com

piti

del S

ervi

zio

Pre

venz

ione

e

Pro

tezi

one

ai s

ensi

del

l’arti

colo

32,

co

mm

i 2, 3

e 5

del

D.L

gs. n

. 81/

08.

Eson

ero

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di c

oncl

usio

ne d

el c

orso

R

SP

P

Nom

inat

i dop

o il

31 d

icem

bre

1996

Nes

suna

N

eces

saria

form

azio

neN

OTA

: nec

essa

ria fr

eque

nza

imm

edia

taE

ntro

5 a

nni d

alla

dat

a di

co

nclu

sion

e de

l cor

so

Avvi

o di

nuo

va a

ttivi

tàN

essu

na

Nec

essa

ria fo

rmaz

ione

NO

TA: c

oncl

usio

ne d

el c

orso

ent

ro 9

0 gi

orni

da

ll’av

vio

del

la n

uova

atti

vità

(ana

loga

men

te a

qu

anto

pre

vist

o pe

r l’e

labo

razi

one

del D

ocum

ento

di

Valu

tazi

one

dei R

isch

i)

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

Reg

ime

trans

itorio

pr

ima

appl

icaz

ione

In c

orso

o d

a in

izia

re p

urch

è ap

-pr

ovat

i doc

umen

talm

ente

prim

a de

l 26

.01.

2012

con

con

tenu

ti co

nfor

mi

all’a

rt. 3

del

D.M

. 16/

01/1

997

Eson

ero

Nec

essa

rio c

ompl

etar

e en

tro

il 26

lugl

io 2

012

la fo

rmaz

ione

già

iniz

iata

o d

a in

izia

re

Ent

ro 5

ann

i dal

la d

ata

di

conc

lusi

one

del c

orso

Page 93: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

90 91

QU

INTA P

AR

TE LA s

icU

rEzzA s

UL L

Avo

ro

La S

icu

rez

za

Su

L La

vo

ro

:un

a pi

ccol

a gu

ida

per i

nizi

are

ad a

ffro

ntar

la

Page 94: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

92MAN

UALE T

EC

NIC

O N

OR

MATIV

O F

UM

ISTI E S

PAZZAC

AM

INI

93

Qual

i son

ole

sca

denz

e ?

Qual

i son

ogl

i ade

mpi

men

ti ?

Chi è

sog

gett

oag

li ad

empi

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ti ?

Sicu

rez

za

Su

L La

vo

ro

:CO

ME

CHIA

RIR

SI L

E ID

EE?

E’ u

n te

ma

rego

lato

prin

cipa

lmen

te d

al D

ecre

to L

egge

81

del 2

008

“Tu

tela

del

la s

alut

e e

della

si

cure

zza

nei l

uogh

i di l

avor

o”. E

’ con

osci

uto

anch

e co

me

Test

o Un

ico

sulla

Sic

urez

za e

pre

vede

un

a se

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i ade

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men

ti m

olto

impo

rtant

i.

Alcu

ni a

dem

pim

enti,

com

e la

val

utaz

ione

dei

ris

chi

e a

lcun

i cor

si d

i for

maz

ione

, dev

ono

es-

sere

rin

nova

ti o

aggi

orna

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po u

n in

terv

allo

di t

empo

fiss

ato

dalla

nor

mat

iva,

opp

ure

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do

cam

bian

o el

emen

ti si

gnifi

cativ

i del

l’org

aniz

zazi

one

azie

ndal

e, q

uali

l’acq

uist

o di

app

arec

chia

ture

, l’i

ntro

duzi

one

di n

uove

mat

erie

prim

e o

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razi

oni,

etc.

Il Te

sto

Unic

o su

lla S

icur

ezza

nei

luog

hi d

i lav

oro

si a

pplic

a a

tutti

i se

ttori

di a

ttivi

tà p

rivat

i e

pubb

lici e

a tu

tte le

tipo

logi

e di

risc

hio.

Si a

pplic

a a

tutti

i la

vora

tori,

sub

ordi

nati

e au

tono

mi,

pub-

blic

i e p

rivat

i, no

nchè

ai s

ogge

tti a

d es

si e

quip

arat

i. Pe

r alc

uni s

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tti g

li ad

empi

men

ti ve

ngon

o se

mpl

ifica

ti; t

ra q

uest

i vi s

ono,

ad

esem

pio,

i co

mpo

nent

i di i

mpr

ese

fam

iliar

i, i c

oltiv

ator

i dire

tti,

i soc

i di s

ocie

tà s

empl

ici,

i lav

orat

ori a

uton

omi .

Gli a

dem

pim

enti

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amen

tali

in te

ma

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icur

ezza

sul

Lav

oro

sono

:•

la v

alut

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ne d

ei ri

schi

• la

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ina

del R

espo

nsab

ile d

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zio

di P

reve

nzio

ne e

Pro

tezi

one

e de

i co

mpo

nent

i

delle

squ

adre

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rimo

socc

orso

e d

i em

erge

nza

/ ant

ince

ndio

• l’i

nfor

maz

ione

e la

form

azio

ne d

elle

per

sone

Non

tutti

gli

adem

pim

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sono

app

licab

ili a

tutte

le a

zien

de; n

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pag

ine

segu

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è rip

orta

ta a

tit

olo

pura

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te e

sem

plifi

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o, u

na p

anor

amic

a de

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dem

pim

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più

diffu

si, d

i cui

si d

eve

valu

tare

l’ap

plic

abili

tà a

l cas

o pa

rtico

lare

di c

iasc

una

impr

esa.

Cos’

è la

“s

icur

ezza

sul

lavo

ro”

?

Page 95: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

92 93

QU

INTA P

AR

TE LA s

icU

rEzzA s

UL L

Avo

ro

So C

OSA,

QUA

NDO,

COM

E e

CHI !

Indi

vidu

o qu

ello

che

dev

o fa

re, q

uand

o fa

rlo

e co

me

farl

o…

Iden

tifico

esa

ttam

ente

cos

a de

ve c

onte

nere

cia

scun

ra

ccog

litor

e…

TaN

Ti D

ocu

MeN

Ti c

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FuSi

= P

au

ra

“Org

aniz

za i

tuoi

doc

umen

ti!”

“Usa

un

supp

orto

info

rmat

ico,

anc

he s

empl

ice

com

e ex

cel,

per o

rgan

izza

rti.”

“L’o

rdin

e ch

e ha

i fat

to n

ei d

ocum

enti,

ora

fallo

anc

he n

ella

fabb

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Page 103: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

Editore UAPI Belluno

Edizione anno 2012

Revisione 0

Sede Legale

P.le Resistenza 832100 BellunoTel. 0437 933250/260Fax 0437 [email protected]

Centro di Formazione

Zona Ind. Gresal 5/E32036 Sedico (BL)Tel. 0437 851311Fax 0437 851399

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BELLUNOp.le Resistenza 8 tel. 0437 933111 fax 0437 933122e-mail: [email protected]

AGORDO via Garibaldi 15 tel. 0437 62293 fax 0437 212394

CAPRILE p.zza Dogliani 5 tel. e fax 0437 721344

CORTINA D’AMPEZZO via Marconi 12 tel. 0436 2782 fax 0437 212392

FELTREvia Ligont 4 tel. 0439 878115 fax 0439 840247

LAMON via Cavalieri di V. Veneto tel. 0439 792220

PIEVE D’ALPAGO viale del Lavoro 48 tel. 0437 989236 fax 0437 212390

PIEVE DI CADORE via degli Alpini 39 tel. 0435 504490 fax 0435 500706

S. STEFANO DI CADORE via Udine 134 tel. 0435 62449fax 0437 212391

www.unartbelluno.org

www.centroconsorzi.it

Testi, foto/immagini:ASSOCOSMA® Associazione Nazionale Costruttori Stufe (parti 2-3-4)PARTNERS: Confartigianato, Progetto Fuoco, Gruppo Italia Legno Energia, Metadistretto della Bioedilizia

Dott.ssa Deborah Coldepinsu fonte pubblicazione studio realizzato dalla Regione Piemonte (parte 1)

Page 104: Manuale tecnico normativo Fumisti e spazzacamini

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MANUALE TECNICO NORMATIVO

F U M I S T I E SPAZZACAMIN I

Con il contributo di Con la collaborazione tecnica di