Manuale Metodologia Ufo CISU 2010

41
Manuale di metodologia di indagine ufologica Manuale di metodologia di indagine ufologica Centro Italiano Studi Ufologici Edizioni UPIAR

Transcript of Manuale Metodologia Ufo CISU 2010

  • Manuale di metodologiadi indagineufologica

    Manuale di metodologiadi indagineufologica

    Centro Italiano Studi Ufologici

    Edizioni UPIAR

  • Manuale di metodologiadi indagineufologica

    a cura di Edoardo Russo

    III edizione

    Edizioni UPIAR

    Centro Italiano Studi Ufologici

  • Il Manuale di metodologia dindagine ufologica - lunico utilizzato in modo sistematico in Ita-lia da pi di venticinque anni - uno strumento quotidiano di lavoro per lindagine ufologicae ha lo scopo di fornire un orientamento generale relativo alle tecniche di intervista col testi-mone e alle istruzioni per la stesura del rapporto di indagine. Lo completano unintroduzione epi-stemologica ed alcune appendici.

    Nel corso degli anni centinaia di appassionati e ricercatori hanno letto e applicato le indica-zioni di questo Manuale, che stato adottato come standard di riferimento dal Centro Ita-liano Studi Ufologici e da altre associazioni italiane di studio.

    Scopo del Manuale era e rimane quello di fissare un insieme di regole comuni cui attenersinelle inchieste e nei rapporti, e nel contempo di gettare una base per discussioni, commenti,critiche e proposte, nellintento di realizzare nuove e pi complete edizioni e di integrarealtre procedure quali ad esempio le tecniche di sopralluogo e il trattamento di casi speciali(foto, tracce al suolo, entit ecc.).

    La prima edizione del Manuale, curata da Edoardo Russo, venne pubblicata nel 1984 e fuseguita nel 1993 da una seconda edizione leggermente riveduta e corretta che fu ristampa-ta con qualche modifica nel 2000.

    Questa terza edizione - realizzata con il contributo di Gian Paolo Grassino - rappresenta inve-ce un aggiornamento pi corposo che viene incontro ad alcuni cambiamenti socio-culturali etiene conto dei nuovi strumenti tecnologici oggi a nostra disposizione. Sono inoltre stati inse-riti, come allegati, il questionario per la raccolta di avvistamenti UFO e un rapporto-tipocompilato secondo le regole del Manuale.

    Per la sua stessa natura di strumento operativo il Manuale necessita di un continuo aggior-namento, soprattutto in riferimento agli strumenti tecnici per lespletamento dellindagine.

    Continuano pertanto ad essere utili osservazioni, commenti e suggerimenti da parte di tut-ti coloro che hanno pratica di indagini che possono essere indirizzati alla segreteria delC.I.S.U.

    In caso di necessit, la struttura del C.I.S.U. sempre a disposizione per indicazioni anchesommarie e suggerimenti su problemi non trattati nel Manuale, oltre che per procurare ilmateriale necessario per lo svolgimento di indagini ufologiche a chi non fosse eventualmen-te in grado di reperirlo.

    Manuale di metodologia di indagine ufologicaIII edizione - giugno 2010

    A cura di Edoardo Russo

    Hanno collaborato: Giorgio Abraini, Fabrizio Arcese, Andrea Bovo, Gian Paolo Grassino,Giuseppe Stilo, Paolo Toselli.

    2010 Centro Italiano Studi Ufologici

    CISU - Casella Postale 82 - 10100 TorinoTel. 011.30.78.63 - fax 011.54.50.33 - e-mail: [email protected] - www.ufo.it

    Edizioni UPIAR - Corso Vittorio Emanuele II 108 - 10121 Torinotel. 011. 53.81.25 - www.upiar.com

  • Il fenomeno UFO definito come un insieme ditestimonianze relative a percezioni visive (avvi-stamenti) di fenomeni aerei non identificati dai te-stimoni (UFO in senso lato).

    La ricerca ufologica ha per scopo lindividua-zione e lo studio delle cause (stimoli) degli avvi-stamenti.

    Lattivit di ricerca si suddivide quindi in variefasi successive, collegate fra loro, che possiamoschematizzare come segue:

    raccolta dei dati mediante interviste con i testi-moni di avvistamenti (indagini o inchieste);

    stesura di relazioni sulle inchieste effettuate(rapporti di indagine);

    prima analisi dei rapporti per determinare leven-tuale identificazione dello stimolo (valutazione);

    studi successivi.

    La raccolta di dati mediante indagini il mo-mento fondamentale, perch sulla base di esso chesi sviluppano le attivit successive.

    Assume quindi importanza il modo di rilevare idati, che non pu essere lasciato al caso o allim-provvisazione, ma richiede al contrario metodolo-gie ben precise che vanno scrupolosamente seguiteda chi effettua lindagine.

    Questo manuale ha lo scopo di indicare i criterimetodologici consigliati dal Centro Italiano Studi Ufo-logici (C.I.S.U.) relativamente allinchiesta e allastesura del rapporto.

    Al fine di rendere pi chiare le ragioni di certescelte nei criteri da seguire, forniamo ora un bre-ve quadro epistemologico del problema.

    1.1 LE FASI DEL CASO

    Limpostazione di un discorso metodologico devetener conto della distinzione fra i vari momenti, frale varie fasi che compongono un caso ufologico.

    Semplificando al massimo, possiamo schematiz-zare un caso come segue:

    avvistamento: la percezione visiva di un feno-meno aereo non identificato da parte di un testi-mone. Lo stimolo pu essere dovuto a cause con-venzionali (aerei, stelle, meteore, ecc.) non rico-nosciute dal testimone (IFO, ovvero oggetti volantiidentificati), oppure restare non identificato an-che dopo la valutazione (UFO in senso stretto);

    racconto: il testimone riferisce ad altre personela sua esperienza di avvistamento;

    rapporto: qualcuno raccoglie il racconto e lo tra-scrive. In senso lato rapporto ogni scritto re-lativo a un avvistamento (al limite anche gli ar-ticoli di giornale); in senso stretto intendiamoper rapporto una relazione di indagine redattada un inquirente ufologo.

    evidente che questo schema non sempre ap-plicabile: non tutti gli avvistamenti vengono rac-contati; non tutti i racconti vengono raccolti e tra-scritti da qualcuno; vi un certo numero di racconticui non corrisponde nessun avvistamento (casi fal-si). Lo schema comunque utile a fini illustrativi ecorrisponde in genere alla maggior parte dei casiche vengono a nostra conoscenza.

    Dallo schema risultano alcune importanti con-seguenze.

    Abbiamo gi detto che loggetto della ricerca ufo-logica dato dalle cause (o stimoli) degli avvista-menti, con particolare attenzione per quelle causeche restano non identificate dopo la valutazione(UFO in senso stretto). Gli stimoli non sono per di-rettamente accessibili allufologo, che fa uno studioindiretto, basato sulle esperienze di avvistamentodi testimoni occasionali.

    Per lesattezza tale studio si basa sui rapporti,che costituiscono i soli dati disponibili al ricercato-re. Lattivit di raccolta e trascrizione di raccontotestimoniale da parte dellinquirente deve quindi es-sere organizzata in modo da ottenere ed esporre leinformazioni necessarie allo studio dello stimolo.

    Manuale di metodologia di indagine ufologica

    3

    1. INTRODUZIONE

    STIMOLO

    INQUIRENTE

    TESTIMONEAVVISTAMENTO

    RAPPORTO RACCONTO

  • Centro Italiano Studi Ufologici

    4

    Inoltre lesperienza ha mostrato che i dati si mo-dificano ad ogni passaggio dello schema, a causa divari fattori fisici, psicologici o sociali, che possonoportare a perdite o alterazioni anche rilevanti delcontenuto informativo di un caso.

    Si tratta del problema principale fra quelli rela-tivi allindagine ufologica, per cui utile soffermarcisu di esso.

    1.2 LAVVISTAMENTO

    Una prima serie di trasformazioni avviene ginella prima prima fase, quella dellavvistamento, epu dipendere da caratteristiche sia dello stimolosia dellambiente, sia infine da fattori relativi allapercezione.

    Le particolari condizioni di visibilit (luce, di-stanza, distorsioni atmosferiche), la forma, lango-lo sotto cui lo stimolo osservato, la durata dellav-vistamento e tutta una serie di fattori fisici sonouna delle principali ragioni per cui quanto perce-pito dal testimone (lo stimolo prossimale, ciolenergia luminosa che lo raggiunge) e il fenomenorealmente osservato (l oggetto distale) sono di-versi. Altre alterazioni possono derivare dal mez-zo dosservazione (aria, vetro, lenti) e dal sistemapercettivo fisiologico (occhio, nervi, cervello).

    A queste cause fisiche, si aggiungono cause psi-cologiche di trasformazione del dato sensoriale insede di percezione, rielaborazione immediata e me-morizzazione. Una dettagliata illustrazione di tuttiquesti fattori stata fatta da Paolo Toselli e ad es-sa rinviamo per approfondimenti alle fonti biblio-grafiche.

    1.3 IL RACCONTO DEL TESTIMONE

    Una seconda serie di trasformazioni avviene nel-la successiva fase del racconto, dove intervengonoinnanzi tutto problemi di linguaggio, ossia di ver-balizzazione del ricordo dellesperienza, che costi-tuisce una vera e propria traduzione non semprefedele, data la difficolt (comune a molte esperien-ze della vita quotidiana, ma particolarmente senti-ta per eventi al di fuori dellesperienza comune) direndere a parole il fatto.

    A ci si aggiunge unulteriore rielaborazione in-conscia dellesperienza da parte del testimone, cau-sata in parte dallintervallo di tempo che trascorrefra la percezione e la rievocazione, in parte daltentativo di razionalizzare il discorso adattandoloalle proprie convinzioni (cos da farlo rientrare nel-la propria visione del mondo).

    Alle cause psicologiche di cui sopra si aggiungein questa fase una causa sociale, dovuta cio allin-terazione con terze persone. Il testimone si trova adesporre il proprio racconto anche in funzione di co-

    sa vuole o non vuole che il suo ascoltatore pensi dilui. Da ci deriva unulteriore razionalizzazione mi-rata allesterno (perlopi consistente nellelimina-zione di dettagli particolarmente strani e di tuttoci che potrebbe apparire incoerente o non credibi-le). Inoltre tra chi racconta e chi ascolta si ha unavera e propria interazione: non si ha solo un pas-saggio dinformazioni dal testimone allascoltatore,ma anche una retro-azione (feed-back) dallascolta-tore al testimone, sotto forma di commenti, doman-de, interruzioni e anche solo di gesti, cenni ed altricomportamenti non verbali, in funzione dei quali cia-scuno dei due interlocutori si comporta.

    Si noti che questa fase proprio quella su cuimaggiormente deve lavorare linquirente, il qualese anche non pu eliminare gli effetti di trasfor-mazione della fase precedente (lavvistamento), puinvece in sede di intervista cercare di minimizza-re la sua influenza sul racconto del testimone, oquanto meno esercitarla in modo che questa even-tuale sua influenza possa successivamente esserericostruita, cos che si possa risalire il pi possibi-le verso il ricordo non alterato del teste.

    Alcune tecniche sono esposte nella parte di que-sto manuale che si riferisce appunto allintervista.

    1.4 IL RAPPORTO

    Anche nella fase di stesura del rapporto di soli-to si inseriscono deformazioni dei dati, dovute que-sta volta soltanto allinquirente relatore. Proprioper questo possibile prestare particolare atten-zione a come si effettua il passaggio da racconto arapporto e quindi ridurre fin quasi a zero questealterazioni dellinformazione.

    In pratica, linquirente viene ad essere a sua vol-ta un testimone (uditivo/visivo) del racconto, percui si ripetono qui le possibili cause di deformazio-ne dei dati gi citate pi sopra: le particolari con-dizioni in cui si svolta lintervista, il rapporto per-sonale col testimone, una rielaborazione in funzio-ne delle proprie convinzioni e di come si vissu-to il racconto dellavvistamento, leffetto del tem-po trascorso fra intervista e stesura del rapporto,alcuni effetti tipici conosciuti in pedagogia comeleffetto autorit (pi il ricercatore fa autorit nel-la materia, pi il suo giudizio tende a diventare se-vero), leffetto alone(pregiudizio verso un deter-minato tipo di caso, in base a precedenti esperien-ze), leffetto contrasto(dovuto a unesasperazio-ne del confronto con lultimo caso precedentemen-te esaminato), il cosiddetto errore logico (cio lin-fluenza che giocano fattori soggettivi pregiudizie-voli: istruzione, educazione del testimone, sua et,condizione sociale e perfino il sesso).

    Si tenga presente che nella pratica proprio inquesta fase che si sono rilevate alcune delle mag-giori alterazioni dei dati, soprattutto quando non sitengono distinti e separati i dati grezzi come otte-

  • Manuale di metodologia di indagine ufologica

    5

    nuti rispetto ai commenti e le opinioni di chi redi-ge il rapporto. Pertanto sono stati indicati partico-lari accorgimenti nella parte del manuale che trat-ta la stesura del rapporto.

    1.5 IL CODICE DEONTOLOGICOAnche sul piano etico lindagine sugli avvista-

    menti UFO irta di ostacoli: lemotivit, il senso delridicolo e la mancanza di legittimazione che cir-condano largomento e chi se ne occupa rendono ne-cessaria ladozione di molte prudenze e di regole dicomportamento ben precise.

    Per questo motivo nel 2001 il Centro ItalianoStudi Ufologici ha adottato un codice deontologicoche era stato elaborato anni prima da studiosi in-glesi e che stato fatto proprio in Europa da asso-ciazioni di diversi Paesi. Il codice, che si pu tro-vare per esteso sul sito del CISU, si occupa sia deirapporti con i testimoni, sia di quelli con i colleghie con il pubblico in generale.

    Ecco solo alcuni cenni ad alcune delle norme eti-che cui pare bene attenersi.

    Non solo per adempiere le norme di legge sul-la riservatezza, ma anche per salvaguardare co-me bene principale la tranquillit ed il buon nomedei testimoni, i dati personali degli avvistatori nonsono divulgabili in alcun modo in pubblico e pos-sono essere trasmessi a fini di studio ad altre as-sociazioni solo con il consenso scritto degli stessitestimoni. Fanno eccezione gli studi di caratterestoriografico sul fenomeno, in cui possibile cita-re per esteso generalit derivanti da fonti del pas-sato.

    Il mantenimento della pi rigida privacy per itestimoni anche la miglior garanzia per la libertdi giudizio degli studiosi, che in questo modo po-tranno esprimere riserve sullattendibilit di unracconto senza in alcun modo ledere lonorabilitdi nessuno.

    Non possibile aderire a richieste della stam-pa scritta o radio-televisiva di invitare in ribaltepubbliche testimoni di cui il CISU conosce le gene-ralit. In altri termini, lufologo etico non pu for-nire per suo tramite ai mass media persone cheritengono di aver visto un UFO, anche se fosserodaccordo a farsi avanti.

    Per statuto, tutti gli incarichi svolti nel CISUda propri aderenti sono del tutto gratuiti e non re-tribuibili.

    A causa della natura controversa della que-stione e dello status scientifico e giuridico di questapratica, il CISU respinge lesercizio della cosiddettaipnosi regressiva sui testimoni di presunte espe-rienze UFO.

    1.6 CONSIDERAZIONI GENERALI

    Riepilogando quanto finora esposto, la ricercaufologica ha come obiettivo la determinazione e lostudio delle cause dei casi UFO, cause che si trova-no allinizio della catena informativa costituitadalle varie fasi, partendo per dai rapporti di in-dagine, che della catena si trovano al fondo.

    Deve quindi essere possibile al ricercatore, chelavora sui rapporti, risalire allindietro la succes-sione delle fasi cercando di separare ed eliminarele varie alterazioni e deformazioni dei dati che pos-sono essere introdotte in ogni fase.

    Per questo, lindagine ed il successivo rapportodevono essere costruiti in modo da ridurre al mi-nimo le alterazioni introdotte dallinquirente (e sepossibile anche quelle del testimone in sede di rac-conto), mettendo il ricercatore che ha davanti il rap-porto in condizione di ricostruire il caso nel migliormodo possibile.

    Negli anni ci si venuti via via facendo unideapi precisa dei dati necessari per uno studio del fe-nomeno UFO, delle alterazioni introdotte nelle va-rie fasi e degli accorgimenti metodologici da adot-tare sul campo.

    Non si tratta, come si sar capito, di un lavorosemplice, di un passatempo per appassionati dellin-solito. Al contrario, qualcosa di estremamentecomplesso e delicato, che richiede una buona pre-parazione teorica ed una certa dose di esperienzapratica.

    In effetti linchiesta ufologica a suo modo ati-pica: il compito dellufologo si avvicina in parte siaa quello del giornalista, sia a quello dello psicologosia soprattutto a quello del poliziotto.

    necessaria una certa scioltezza nellesprimer-si e nel trattare con gli altri senza inibizioni. Oc-corrono poi una certa capacit di attenzione e disintesi, ed un minimo di senso critico. Ma, come si detto, tutte queste qualit, pur se necessarie, nonsono sufficienti a formare un inquirente: solo conlesperienza si acquista la capacit di fare indagi-ni e solo lesperienza pu suggerire le tecniche e imetodi pi adatti a ciascuna occasione.

    Abbiamo la speranza che questo manuale pos-sa essere di aiuto per un primo inquadramento ge-nerale.

  • Centro Italiano Studi Ufologici

    6

    NOTE BIBLIOGRAFICHE

    Philippe Besse, Alain Esterle, Manuel Jimenez, Elementsdune methodologie de recherche, in Note technique No. 3(Methodologie dun probleme), GEPAN-CNES, aprile 1981; tr.it. Elementi di una metodologia di ricerca, Ufologia n.15,dicembre 1983, pp.13-22 e Il metodo del GEIPAN: lo sche-ma del tetraedro, UFO - Rivista di informazione ufologica,n. 36, agosto 2008, pp. 8-11.

    Edoardo Russo, Limportanza dellindagine nel campo dellaricerca ufologica, Ufologia n.9, maggio-giugno 1980, pp.3-11.

    Paolo Toselli, UFO: ambiguit percettive e testimoniali nei rap-porti ufologici, Ufologia n.13, dicembre 1981, pp.4-26.

    Paolo Toselli, Note metodologiche sulla raccolta dei dati perun approccio scientifico al fenomeno UFO, Documenti UFOMonografie n.1, febbraio 1983, pp.11-19.

    Paolo Toselli, Dal mito alla ricerca, UFO - Rivista di infor-mazione ufologica, n. 1, giugno 1986, pp. 5-7.

    Allan Hendry, The UFO Handbook, Doubleday & Co., NewYork 1979; tr.it. Guida allUfologia, Armenia, Milano 1980.

    Gian Paolo Grassino, Giuseppe Stilo, a cura di, UFO e ufolo-gia. La guida del Centro Italiano Studi Ufologici, UPIAR, To-rino 2007.

    BIBLIOGRAFIA SULLA METODOLOGIA DI INDAGINE

    Il presente manuale, nella sua originaria stesura, stato in gran parte realizzato sulla base dei manuali e delle guide perinquirenti ufologi, realizzati allestero da associazioni e studiosi dellargomento.

    In particolare, sono stati preziosi i manuali adottati nella seconda met degli Anni 70 dalla British UFO Research Asso-ciation (BUFORA) e dalla Mutual UFO Network (MUFON), ma negli anni precedenti e in quelli successivi alla pubblica-zione del nostro manuale abbiamo raccolto unampia bibliografia di testi (monografie o singoli articoli) che sono statiscritti in tutto il mondo su problemi e indicazioni pratiche relative alle tecniche di intervista, indagine e stesura di rap-porti, sia nellambito ufologico sia pi in generale.

    Tale materiale costituisce un corposo dossier nellarchivio tematico del Centro Italiano Studi Ufologici ed a disposizioneper consultazione (o per trarne copia) presso la sede del CISU. Alcuni di questi articoli sono gi disponibili tramite il no-stro sito Internet (www.cisu.org/manuale.htm) ed altri verranno aggiunti in futuro.

    Quello che segue invece lelenco dei manuali pubblicati allestero, che fanno parte della biblioteca del CISU.

    - Adell Sabates, Alberto: Manual del ufologo, Editorial 7 1/2Barcelona (Spagna), 1979

    - Andrus, Walt & Gurney, Joseph: MUFON Field Investiga-tors Manual, MUFON: 1 edizione Quincy (Illinois, USA),1971

    - Andrus, Walt (a cura di) MUFON Field InvestigatorsManual, MUFON, Seguin (Texas, USA), 4 edizione, 1995

    - Ballester Olmos, Vicente-Juan: Investigacion Ovni, Plaza& Janes, Barcelona (Spagna), 1984

    - Basterfield, Keith: Basic investigators guide, UFOR(SA),Prospect (Australia), 1979

    - Birdsall, Graham W.: Investigators guidelines, YUFOS,Leed (Gran Bretagna), 1985

    - Coomer, David: The UFO Investigators Guide, BlandfordLondon (Gran Bretagna), 1999

    - De Zan, Christian: Guide du chasseur de phnomnes Ovni,De Vecchi, Paris (Francia), 1979

    - Esterle, Alain & Besse, Philippe & Jimenez, Manuel:Methodologie dun probleme - Principes & applications,CNES/GEPAN, Toulouse (Francia), 1981

    - Fowler, Raymond: MUFON Field Investigators Manual,MUFON, Seguin (Texas, USA), 2 edizione 1975, 3 edi-zione 1983

    - Glenday, Craig: The UFO Investigators Handbook - The Pra-

    ctical Guide to Researching, Identifying and DocumentingUnexplained Sightings, Running Press London (Gran Bre-tagna), 1999

    - Gomez, Didier: Guide pratique de lenqueteur, PlanteOvni, Graulhet (Francia), 2007

    - Groupemente Nordiste dEtudes des O.V.N.I.: Le manuelde lenqueteur, GNEOVNI, Ronchin (Francia), 1977

    - Haines, Richard F.: Observing UFOs - An investigativehandbook, Nelson-Hall, Chicago (USA), 1980

    - Hendry, Allan: The UFO Handbook - A Guide to Investiga-ting, Evaluating, and Reporting UFO Sightings. Doubleday,New York (USA), 1979

    - Janosch, Heriberto & Agostinelli, Alejandro: Guia de pro-cedimientos para recopilar datos de experiencias OVNI,CIU, Buenos Aires (Argentina), 1987

    - OConnor, Bernard: How to Investigate UFOs - A Step byStep Guide to Professional Research Techniques, RullinThunder Press, New York (USA), 1979

    - Societ Belge dEtudes des Phnomnes Spatiaux: Guidede lenqueteur, SOBEPS, Bruxelles (Belgio), 1976

    - Stanway, Roger & Randles, Jenny: Ufo investigation - Afield investigators handbook, BUFORA, London (Gran Bre-tagna), 1 edizione 1976, 2 edizione 1979

    - Whitaker, Trevor: Investigation procedure, BUFORA, Stoke-on-Trent (Gran Bretagna), 1976

  • Manuale di metodologia di indagine ufologica

    7

    2.1 IL CONTATTO INIZIALECON IL TESTIMONE

    Il contatto iniziale col testimone pu avvenire indiversi modi. Se lufologo ha fatto un buon lavoro dipubbliche relazioni, pu essere il testimone stesso acontattare linquirente o qualcuno dei suoi collabo-ratori. Pi spesso linquirente a contattare il te-stimone essendo venuto a conoscenza dellavvista-mento tramite amici comuni o perch informato dal-la polizia o da qualche giornalista (se si accorda-to per farsi passare eventuali casi segnalati a talienti e persone), o avendo letto la notizia sui giornalio avendola sentita alla radio o alla televisione. Esi-stono inoltre segnalazioni di avvistamento inviate asiti Internet, blog, mailing list e forum di associa-zioni ufologiche e di singoli ricercatori.

    Ogni segnalazione di avvistamento che giungeallinquirente attraverso qualsiasi via dovrebbe es-sere approfondita con unindagine e costituire log-getto di un rapporto.

    Nella maggior parte dei casi importante la ve-locit, per evitare che il ricordo dellevento vengadistorto, modificato, alterato col passare del tempo.Lideale sarebbe che lindagine avvenisse entro le24 ore successive allavvistamento. In ogni caso bi-sogna sforzarsi di non lasciar passare pi di unasettimana.

    Il problema fondamentale il reperimento di al-meno uno dei testimoni. In molti casi lapprofondi-mento del caso bloccato allorigine dallanonimatoassoluto della testimonianza. Nella maggior parte deicasi comunque un inquirente capace riesce a risali-re alle generalit dei testimoni in qualche modo.

    Il primo contatto con il testimone pu avvenireper via telefonica. Nel caso non si possieda un re-capito telefonico possibile un approccio per viaepistolare oppure - ove possibile - attraverso la po-sta elettronica.

    E bene comunque cercare un contatto direttocon il testimone attraverso il quale spiegare il pro-prio ruolo di ricercatori ufologici e linteresse ad ot-tenere unintervista per la raccolta dei dati relati-vi allavvistamento.

    In taluni casi linquirente pu recarsi diretta-mente e senza preavviso presso il domicilio del te-stimone. Sarebbe comunque sempre meglio, ogni-qualvolta possibile, un preventivo contatto telefo-nico (sia per non indisporre il testimone sia per evi-tare eventuali visite a vuoto, particolarmente nelcaso di grandi distanze).

    Pertanto, considereremo in genere le procedureda seguire telefonicamente, richiamandoci ove ne-cessario agli altri casi.

    2.1.1 LAPPROCCIO TELEFONICO

    Il primo approccio al testimone di unimpor-tanza essenziale; si dovrebbe fare attenzione ad es-sere rispettosi e gentili.

    Sia telefonicamente che di persona (e anche perlettera) buona norma che fin dal primo momen-to linquirente si qualifichi, declinando le propriegeneralit e spiegando il motivo del suo interesseper lesperienza del testimone in modo sintetico esincero.

    Talvolta si incontra diffidenza da parte del te-stimone, specie in zone rurali. In alcuni casi, il te-stimone gi stato avvicinato o comunque contat-tato da altri ricercatori, da giornalisti, da semplicicuriosi o da appassionati e fanatici di vario tipo;limpressione che pu esserne derivata non sempre positiva, e spesso in questo caso il testimone ri-fiuta di collaborare. Telefonicamente o di personasi pu insistere con gentilezza, chiarendo la natu-ra di studio scientifico che sta alla base dellinte-resse dellinquirente, specificando di non essere gior-nalisti e assicurando che linchiesta sar condottaprivatamente, con tutte le garanzie della normati-va sulla privacy, a partire dallanonimato. Pu es-sere utile chiarire che si disposti ad ascoltarlo sen-za prenderlo per pazzo, che anzi la sua testimo-nianza pu essere di aiuto a chi studia seriamenteil problema. Spesso bene accetta lofferta dellin-quirente che il testimone rimandi a lui tutti coloroche in seguito si facciano vivi in relazione al suoavvistamento.

    Di solito questo atteggiamento riesce a convin-cere il testimone a collaborare. Naturalmente nonsi pu generalizzare, ed ogni volta sta allinquiren-te valutare le reazioni del testimone e agire di con-seguenza. In ogni caso sono assolutamente da usa-re gentilezza, educazione, cortesia, anche nel casodi un rifiuto incondizionato del testimone a colla-borare. In tal caso talvolta si rivelato utile noninsistere, ma lasciare ugualmente al testimone re-ticente il proprio recapito telefonico, invitandolo achiamare nel caso cambiasse idea o se venisse a co-noscenza di altri eventi ufologici.

    Se non ci sono difficolt, nel caso di una visitapersonale in genere lintervista ha inizio subito. Nelcaso di un contatto iniziale telefonico invece occor-re passare attraverso due tappe ulteriori: farsi fa-re un breve resoconto a voce del fatto; eventual-mente fissare un appuntamento.

    Innanzitutto gi nel corso di questo primo con-tatto opportuno determinare i dati completi del te-stimone e di eventuali altri testimoni (nome e co-gnome, indirizzo, telefono, et, occupazione, gradodistruzione); poi i dati dellavvistamento vale a di-re: data e ora, luogo di inizio, svolgimento e con-

    2. LINTERVISTA

  • Centro Italiano Studi Ufologici

    8

    clusione dellavvistamento, descrizione del fenomeno(con particolare riferimento a forma, colore, di-mensioni, direzione geografica ed elevazione ango-lare) e successione temporale degli eventi.

    Il metodo migliore di farlo senza influenzare iltestimone di seguire il medesimo procedimento dicui si dir parlando dellintervista personale: pri-ma farsi raccontare brevemente lavvistamento sen-za intervenire; poi fare alcune domande:

    dimensioni apparenti delloggetto se fosse piaz-zato accanto alla luna piena (o ad una stella, oad altri corpi noti): quanto pi grande, o pipiccolo;

    direzione approssimativa in cui il testimone ve-deva loggetto (usando come riferimento lest elovest, ossia il sorgere e il tramontare del sole,o meglio ancora chiedendo da che parte si tro-vava il sole o la luna rispetto allosservatore cheguardasse loggetto);

    aspetto delloggetto (forma, colore, intensit lu-minosa);

    altezza angolare approssimativa delloggettosullorizzonte;

    eventuale presenza di effetti particolari.

    2.1.2 LAPPUNTAMENTO

    Nel caso si ritenga di portare avanti linchie-sta, si deve fissare un appuntamento col testimo-ne, lasciando scegliere a lui luogo, data e ora. Sitenga comunque presente quanto sopra accennatocirca la velocit e lurgenza, che sono tanto mag-giori quanto pi strano il caso.

    In linea di massima preferibile incontrare il te-stimone a casa sua, sia per metterlo a suo agio ilpi possibile, sia per cercare di comprenderne me-glio la personalit osservando lambiente in cui vi-ve, i familiari, i libri che legge, ecc.

    peraltro altrettanto utile ricostruire leventosul luogo dove questo avvenuto. Talvolta esso coin-cide col domicilio del testimone, ma in genere cinon avviene. Il particolare va approfondito col te-stimone in sede di contatto iniziale, cos come in ta-le sede si pu sondare la sua disponibilit (even-tualmente anche in un secondo tempo) a un so-pralluogo, che non comunque sempre possibile.

    Circa la durata dellintervista, opportuno pro-grammare un buon margine di tempo per non do-verla poi interrompere a met. In linea di massimaunoretta pi che sufficiente; in ogni caso menodi mezzora non basta a svolgere uninchiesta de-gna di questo nome.

    Specialmente quando fra il primo contatto e lin-tervista (e quindi a maggior ragione tra lavvista-mento e lintervista) intercorre un certo lasso ditempo (diciamo pi di 24 ore), ma preferibilmentein ogni caso, bisognerebbe pregare il testimone di

    stendere per iscritto immediatamente tutto quantoricorda, al fine di preservare un ricordo quanto pifresco possibile dellevento, ed in ogni caso di faresubito un disegno del fenomeno [1].

    Sar anche bene precisare quanti inquirenti par-teciperanno allincontro, e chiarire che, nel caso dipi testimoni, essenziale che essi siano intervi-stati separatamente e che ciascuno non sia presenteallintervista degli altri. Ci in genere non gradi-to al testimone, il quale sospetta che si dubiti dellasua testimonianza. Sta allinquirente trovare e usa-re le parole adatte per non indisporlo [2].

    2.1.3 IL CONTATTO EPISTOLARE

    Se possibile, si dovrebbero evitare contatti ini-ziali a mezzo lettera, dato il tempo che trascorreprima della risposta e soprattutto lincertezza del-la stessa.

    Per le stesse ragioni, poco consigliabile unin-chiesta condotta esclusivamente per via epistolare.Nel caso per non se ne possa assolutamente farea meno (testimone senza telefono e residente in zo-na lontana o difficilmente raggiungibile, oppurequando non si possa disporre di inquirenti in locoin grado di effettuare unintervista), consigliabi-le luso di moduli o questionari predisposti, al finedi assicurarsi che vengano riportate dal testimonetutte le informazioni utili per larchiviazione del ca-so. Il questionario adottato dal C.I.S.U. riportatoin allegato. Per favorire la risposta da parte del te-stimone si dovrebbero predisporre buste gi indi-rizzate e affrancate per la restituzione del questio-nario, spedito con una lettera-tipo di accompagna-mento.

    2.1.4 IL CONTATTO ATTRAVERSOPOSTA ELETTRONICA

    Laddove si abbia a disposizione solamente il re-capito di posta elettronica del testimone (e-mail) e cisi trovi nellimpossibilit di svolgere unindagine com-pleta, possibile inviare al testimone il questionariovia posta elettronica, eventualmente chiedendoglichiarimenti o ulteriori particolari. Potr comunqueessere utile richiedere - sempre con garbo - un con-tatto telefonico per raccogliere - ove necessario -unintervista dalla viva voce del testimone.

    2.2 LINTERVISTA DIRETTA

    La puntualit nellarrivare allappuntamento puessere essenziale. In casi di ritardo occorre infor-mare il testimone. Un ritardo eccessivo che comportila necessit di rimandare lintervista pu scorag-giare il testimone dal collaborare ulteriormente.

    Naturalmente occorre mantenersi nei limiti ditempo prefissati per il colloquio. Nel caso questi non

  • Manuale di metodologia di indagine ufologica

    9

    fossero sufficienti, bene assicurarsi che il testi-mone possa concedere ancora un po di tempo. Incaso negativo, cercare di ottenere un secondo ap-puntamento.

    2.2.1 PRESENTAZIONE

    Alcuni ritengono che linquirente debba esserevestito in modo adatto al tipo di persona intervi-stata: giacca e cravatta per testimoni intellettuali,di buona istruzione; abiti sportivi se in periferia;abiti da lavoro nelle zone rurali. Ci sono casi in cuiquesto modo di vestirsi pu produrre vantaggi, con-tribuendo a mettere a proprio agio il testimone. Ingenere comunque bene essere ragionevolmenteben vestiti [3].

    in genere preferibile che ciascuna intervistasia condotta alla presenza di due inquirenti. In ognicaso, bisogna evitare di essere pi di due, che creapi confusione che altro. Compito del primo inqui-rente quello di interlocutore del testimone, se-guendone con attenzione il racconto, cercando di as-secondarlo e metterlo a proprio agio senza n in-terromperlo n incoraggiarlo in modo eccessivo, madimostrandogli (anche solo annuendo) il proprio in-teresse o fiducia. Il primo inquirente dovrebbe pren-der nota solo mentalmente del racconto e delle ri-sposte del testimone, mentre il secondo inquirenteprende appunti. preferibile che le domande sianofatte da uno solo dei due inquirenti, per non diso-rientare o aggredire il teste. Il secondo inquirente,avendo potuto seguire in modo pi distaccato lin-tervista e annotare eventuali dati mancanti o pocochiari, pu intervenire quando il primo ha finito.

    Nel caso linquirente sia invece solo, conviene cheprenda brevi appunti sul racconto del testimone eche se li rilegga rapidamente prima di passare allin-tervista, cos da non dimenticare nulla e da non la-sciarsi trascinare dalla dialettica del testimone.

    consigliabile nel caso che il testimone sia unadonna, che almeno uno dei due inquirenti sia di ses-so femminile o che linquirente (se maschio) si fac-cia accompagnare da una donna, sempre al fine dimettere a suo agio il testimone.

    2.2.2 ATTEGGIAMENTO DELLINQUIRENTE

    Non ci sono regole fisse, valide in ogni caso, per-ch ogni avvistamento e ogni testimone hanno ca-ratteristiche proprie, diverse da caso a caso. Ci so-no per diversi principi generali da tener presentiin ogni caso.

    Latteggiamento dellinquirente nel corso dellin-tervista deve essere aperto in tutti i sensi: non sideve manifestare scetticismo o al contrario dare se-gni di assenso al racconto, e meno che mai si devefare riferimento ad altri casi.

    Lo scopo dellintervista raccogliere dati sullav-vistamento e determinare la credibilit del testi-

    mone; accertare se levento si verificato o no, ese s determinare che cosa il testimone ha effetti-vamente visto.

    Linquirente non deve assolutamente lasciarsiandare a valutazioni o commenti. Occorre aspetta-re di avere tutti i dati prima di sbilanciarsi in fa-vore di una certa spiegazione o viceversa della na-tura non identificabile del fenomeno. In ogni caso,come regola generale, bene non esprimere al te-stimone il proprio parere, anche se giusto chie-dergli se sarebbe interessato a essere informato diuneventuale identificazione qualora questa venis-se trovata in sede di valutazione del caso.

    2.2.3 PROBLEMI COI TESTIMONI

    Si tenga presente che il testimone pu averedifficolt ad esprimersi, essere intimorito, non sa-per disegnare, fornire i dati in modi strani ed in-voluti, inserendo informazioni non rilevanti o sal-tando da una fase allaltra dellosservazione sen-za seguire lordine logico dei fatti, stimare erro-neamente tempi e misure, confondere i minuti coni secondi, ecc.: si tratta di fatti inerenti la naturaumana e come tali vanno tollerati; linquirente de-ve anzi cercare di mettere quanto pi possibileil testimone a suo agio.

    Alcuni testimoni possono essere turbati dallespe-rienza e insistere nel chiedere allinquirente cosahanno visto. Linquirente deve fare del suo meglioper tranquillizzarli, ma senza mai sbilanciarsi ingiudizi di merito o discutere largomento ufologicoe le sue idee in proposito col testimone. Si pu tuttalpi confermargli che molte persone segnalano davervisto cose strane che li hanno turbati, e che spes-so si riesce a determinare una causa convenziona-le, ma che talvolta non si riesce e si allora co-stretti a concludere che si trattato di qualcosa dinon identificabile, di cui comunque non si conoscela natura.

    Sempre essere cortesi col testimone, ringra-ziandolo del tempo e della collaborazione prestati. in genere utile lasciare il proprio recapito chie-dendo di essere informati qualunque cosa di insoli-to capitasse o relativamente ad altri avvistamentidi cui si venisse eventualmente a conoscenza.

    2.2.4 PI DI UN TESTIMONE

    Quando ci sono pi testimoni essenziale inter-vistarli separatamente. Pu essere utile metterli aconfronto dopo, per vedere di chiarire eventuali con-traddizioni e far venire fuori altri dettagli, ma pri-ma necessario, anzi indispensabile che siano sen-titi separatamente. In alcuni casi i testimoni abita-no distanti luno dallaltro e allora la cosa abba-stanza semplice, anche se richiede pi manodope-ra. Quando invece i testimoni facciano parte, co-me spesso accade, di uno stesso nucleo familiare,occorre tenerli separati ed evitare che si influenzi-

  • Centro Italiano Studi Ufologici

    10

    no luno con laltro durante lintervista. Lideale sa-rebbe interrogarli separatamente ma contempora-neamente (ad esempio in stanze diverse) ma nonsempre ci sono abbastanza inquirenti a disposizio-ne. In questi casi pu essere utile luso di questio-nari da far compilare ai testimoni separatamente.

    Il modo migliore di condurre lintervista stan-do seduti col testimone davanti a un tavolo, il cheoffre lopportunit di avere una superficie per scri-vere e disegnare, stendere mappe, ecc.

    2.2.5 CAUTELE

    Linquirente deve fare attenzione a non metterele parole in bocca al testimone, a non suggerirgli lerisposte, a non fargli domande direttive (che im-plicano cio gi nella loro impostazione un certo ti-po di risposta preferibile). Ad esempio bisognerebbeevitare di chiedere: sembrava metallico?; meglio do-mandare invece: che aspetto aveva? ed eventual-mente lasciare le domande direttive indispensabiliper ultime, quando non se ne pu fare a meno.

    sempre preferibile fare domande che offranouna certa gamma di possibilit, piuttosto che solodue alternative contrapposte.

    2.3 IL RACCONTO DEL TESTIMONE

    Lintervista si suddivide in due parti ben distin-te e ordinate in un certo modo: il racconto testi-moniale e linterrogatorio del testimone. Dal mo-mento che nonostante tutte le precauzioni linqui-rente influisce sempre e comunque in una certa mi-sura sulla testimonianza con le sue domande, lin-terrogatorio deve seguire il racconto, ossia primasi deve lasciar parlare liberamente il testimone, poilo si interroga.

    Dopo essersi seduti, si va direttamente al pun-to, chiedendo al testimone di raccontare con paro-le sue e senza omettere alcun dettaglio esattamen-te quello che successo Linquirente non deve as-solutamente intervenire o interrompere, eccetto cheper incitare il testimone a continuare il suo rac-conto. Nessun commento o suggerimento deve es-sere fatto. Non bisogna mai dare il minimo segnodi dubitare del racconto.

    Ogniqualvolta sia possibile si raccomanda di rac-cogliere il resoconto testimoniale direttamente suiluoghi dove lavvistamento si svolto. Questo par-ticolare estremamente importante in quanto il ri-trovarsi nelle stesse circostanze in cui si vissutoun evento passato pu fare tornare alla mente unflusso di ricordi altrimenti irrecuperabili.

    2.3.1 USO DEL REGISTRATORE

    Durante il racconto si dovrebbero prendere ap-punti (se si in due, come accennato, da parte

    dellinquirente di spalla). Lideale sarebbe regi-strare lintera intervista. Purtroppo molti testimo-ni sono intimoriti alla vista del registratore [4]. Al-cuni rifiutano di lasciarsi registrare. In genere perconvincere il testimone basta spiegare che si regi-stra per una maggior comodit e fedelt nella ri-scrittura dei dati, anzich prendere frettolosamen-te appunti, e garantire che la registrazione resterin archivio e non verr divulgata. Si tenga presen-te che comunque illegale registrare di nascosto.Lutilit di una registrazione non solo relativa al-la comodit di trascrizione in tempi successivi, ma anche essenziale per una valutazione ad esempioda parte di uno psicologo del linguaggio che pu ri-cavare molto dalla terminologia, dalla fraseologia,dal modo di reagire e rispondere, ecc. Inoltre la re-gistrazione mette qualunque ricercatore in grado dirivivere lintervista, il che in un certo senso forni-sce la condizione di ripetibilit di cui si far cennotrattando del rapporto. Infine, la registrazione ri-mane come documento, non alterabile dalla me-moria o da altri fattori soggettivi, e rappresenta ins la cristallizzazione di una testimonianza.

    2.3.2 USO DELLA VIDEOCAMERA

    In generale luso della videocamera durante lin-tervista non pare necessario e - anzi - potrebbe crea-re una situazione di ulteriore imbarazzo per il te-stimone.

    Nel caso si volesse comunque usufruire di que-sto strumento, oltre alla consueta richiesta di au-torizzazione, bene porre la videocamera in posi-zione decentrata in modo da riprendere la scena inmodo discreto e senza infastidire il testimone, usan-do un treppiede oppure lasciando lincombenza alsecondo inquirente.

    E infatti sconsigliabile luso della videocamerada parte dellinquirente mentre conduce lintervi-sta. Anche da evitare limpostare lintervista instile televisivo con un uso invadente della video-camera: in questo caso potrebbe addirittura venirecompromesso il buon esito dellinchiesta.

    2.4 LINTERROGATORIO

    La seconda fase dellintervista costituita dallin-terrogatorio. Questo consiste a sua volta in due di-stinte operazioni: la raccolta di ulteriori dettagli alfine di completare il quadro coi dati necessari aduna valutazione (fase analitica), e la ricostruzioneinsieme al testimone dellesperienza da questo vis-suta.

    La caratteristica distintiva dellinterrogatorio ri-spetto al resoconto data dal fatto che in questaseconda fase il protagonista non pi il testimonema linquirente, che fa adesso le domande e le os-servazioni (magari su argomenti o punti venuti fuo-ri, o non venuti fuori, in sede di racconto, e di cui

  • Manuale di metodologia di indagine ufologica

    11

    si preso nota mentalmente o per iscritto mentreil testimone parlava).

    Come si gi accennato, preferibile che linter-rogatorio sia condotto da un solo inquirente, mentrelaltro continua a prendere appunti, riservandosi poidi fare un suo giro di domande dopo il primo.

    2.4.1 USO DI MODULISTICA

    Per la fase analitica, molti inquirenti utilizzanoi gi citati moduli o questionari. Noi sconsigliamonel modo pi assoluto e categorico (eccezion fattaper casi particolari cui s fatto cenno) limpiego inmodo vincolante di schede o moduli o questionaripreconfezionati, per diversi motivi:

    a) lestrema complessit dellesperienza UFO che(specialmente per quel che riguarda la struttura,cio la successione temporale degli eventi) non sipresta ad essere schematizzata;

    b) la vasta gamma (aperta) di possibili detta-gli, che rendono restrittiva e per forza di cose in-completa la riduzione dellinformazione a pochi da-ti frammentari e per di pi slegati;

    c) linfluenza suggestiva che domande precon-fezionate possono avere sul testimone (per sua na-tura la scheda ricca di domande direttive, spe-cie i modelli a risposta chiusa, gi completi dellerisposte fra cui scegliere con una crocetta).

    Il modulo presenta peraltro due vantaggi:

    1) funge da promemoria per linquirente di tut-te le informazioni necessarie;

    2) costituisce una precodifica dei dati per suc-cessive elaborazioni statistiche (in particolare, co-stituisce uno schema di minima).

    A questo proposito, il presente manuale forniscein Appendice un sintetico promemoria per linqui-rente, riepilogando le informazioni che indispen-sabile raccogliere durante lintervista, oltre al Que-stionario utilizzato dal C.I.S.U.

    2.4.2 DISEGNI DEL TESTIMONE

    La prima cosa da fare, dopo che il testimone hafinito il suo racconto, fargli disegnare ci che havisto su un foglio bianco (formato UNI A4: cm. 21x 29,7). In ogni caso il testimone deve datare e fir-mare di suo pugno il disegno. Talvolta saranno ne-cessari diversi tentativi prima di ottenere un ri-sultato soddisfacente. Spesso il testimone non ca-pace di disegnare o si schermisce: in ogni caso lin-quirente deve insistere con cortese fermezza. Solodopo che il testimone ha finito il disegno linquirentepu (se il caso, ma preferibile farne a meno,tranne nel caso di enormi difficolt nel disegno daparte del testimone) ridisegnare lui la scena su unfoglio separato [5].

    I disegni dovrebbero sempre essere almeno due:

    1) un disegno del fenomeno (oggetto o luce), dalquale risultino la forma generale, il colore (o i colo-ri), eventuali dettagli e particolarit (protuberan-ze, macchie, aperture, zone di diverso colore, ecc.);il disegno deve indicare con una freccia lalto;

    2) un disegno della scena, cio il panorama vi-sibile dal punto di osservazione, indicando il profi-lo dellorizzonte e in particolare punti di riferimentoed eventuali ostacoli alla visuale (case, alberi, palidella luce, colline o montagne, possibili fonti lumi-nose).

    Se lintervista avviene sul luogo stesso del-lavvistamento, questa parte del disegno pu esse-re fatta direttamente dallinquirente oppure (se sidispone di una Polaroid per istantanee) sostituitada una fotografia istantanea; se non si dispone diuna macchina fotografica per istantanee, comun-que utile che linquirente scatti una o pi foto dalpunto esatto di osservazione; linquirente dovr poichiedere al testimone di indicare (disegnare) su que-sto disegno o sullistantanea la posizione (o la traiet-toria) dellUFO, cercando di indicarne anche le di-mensioni apparenti e - se osservati - la posizionedelle nuvole e dei principali corpi celesti (sole, lu-na, stelle particolarmente luminose) visibili al mo-mento dellavvistamento.

    Analoga procedura potrebbe essere adottata pervia informatica laddove esista la possibilit di scat-tare unimmagine con fotocamera digitale, river-sarla immediatamente su un computer portatile equindi intervenire sullimmagine indicando a videoposizione e dimensioni apparenti del fenomeno os-servato secondo le indicazioni dirette del testimo-ne. Nel rapporto dindagine andrebbe poi inseritauna stampa di buona qualit dellimmagine ottenu-ta secondo questa procedura.

    2.4.3 DETTAGLI SULLAVVISTAMENTO

    Dopo il disegno si passa allinterrogatorio ana-litico vero e proprio, nel quale possiamo distingue-re due momenti:

    a) dapprima bene far luce sui punti rimastioscuri, cercando di arrivare ad avere ben chiara lasuccessione temporale dei fatti che compongonolavvistamento, la sua struttura insomma: ci che successo prima e ci che avvenuto dopo;

    b) poi occorre ottenere dal testimone i dettagliche pu aver omesso nel corso del racconto. Occor-re che linquirente estragga dalla memoria del testi-mone (non dalla sua fantasia per, quindi senza in-sistere per fargli dire particolari che non ricorda onon ha notato) tutte le informazioni possibili, fino atrovarsi idealmente nella situazione di poter rivi-vere lesperienza del testimone in tutti i particola-ri sulla sola base dei dati raccolti, senza bisogno didoversi immaginare ulteriori dettagli per completa-re il quadro.

    al termine di questa fase che viene utile il pro-memoria per linquirente, riportato in Appendice A-

  • Centro Italiano Studi Ufologici

    12

    2 al presente manuale: scorrendolo, linquirente ve-rifica rapidamente quali informazioni sono gi emer-se e quali invece mancano. Se gli inquirenti sonodue, quello di spalla dovrebbe aver spuntato leinformazioni gi emerse nel corso del racconto edellinterrogatorio, e quindi pu intervenire con lesue domande per completare lintervista.

    2.4.4 INIZIO DELLAVVISTAMENTO

    Un punto che va sempre chiarito cosa stava fa-cendo il testimone subito prima di avvistare il fe-nomeno. Suggeriamo di cominciare a farsi raccon-tare dettagliatamente tutto ci che il testimone hafatto negli ultimi 10-15 minuti prima dellavvista-mento, avendo cura di entrare nella sua mentalitdel momento, ossia di determinare non solo cosamaterialmente stesse facendo ma anche quali era-no i suoi pensieri e le sue preoccupazioni in quelmomento o poco prima.

    Sempre in questottica, occorre determinare co-sa ha attirato lattenzione del testimone verso ilfenomeno, cosa cio lha fatto accorgersi della suapresenza.

    Intimamente connesso a questo un altro pun-to: come arrivato lUFO? cio era gi l, oppure venuto da una certa direzione (e allora quale?) ospuntando da dietro qualche ostacolo alla vista (co-sa?), entrato fisicamente nel campo dosserva-zione del testimone oppure comparso (e allora inche modo?).

    Pi importante ancora sar poi il modo di ces-sazione dellavvistamento, come cio lUFO se nandato o scomparso o che altro.

    2.4.5 COMPORTAMENTO DEL TESTIMONE

    Sempre mantenendo lattenzione sul fattore uma-no dellesperienza, bene capire quali sono state lereazioni del testimone, quale il suo comportamentonei momenti seguenti:

    subito prima di aver avvistato lUFO

    nel corso di tutto lavvistamento, nelle varie fa-si

    subito prima della fine dellavvistamento

    subito dopo la fine dellavvistamento.

    Occorre cio farsi spiegare dettagliatamente siale reazioni fisiche (es. corre a nascondersi, oppu-re chiama qualcuno) sia quelle psichiche (in par-ticolare: cosa ha pensato che fosse quello che ve-deva? e perch? quale stata la prima sensazio-ne psicologica? e perch?) allatto della percezio-ne iniziale. Idem quando questa iniziata, cioquando il teste entrato nellidea della presen-za dellUFO.

    Quasi sempre trascurato, bench importante, il comportamento subito prima della fine dellavvi-

    stamento; altrettanto interessanti sono il compor-tamento e le impressioni subito dopo [6].

    2.4.6 DESCRIZIONE DEL FENOMENO

    Entrando poi nel merito dellavvistamento in se per s, vanno chiariti tutti i dettagli relativiallaspetto e al comportamento del fenomeno os-servato.

    Un problema particolare concernente laspetto quello della determinazione dei colori, per la qualela soggettivit sia della percezione sia del ricordo particolarmente spiccata.

    Al fine di ridurre quantomeno il margine di in-certezza in sede di indagine, diversi studiosi so-stengono la necessit delluso di un campionariopreconfezionato di colori (carta pancromatica) sul-la cui base il testimone possa indicare un colorecon una certa precisione. Pur con tutte le riserverelative al sottoporre al teste un qualsiasi model-lo di confronto, si ritiene che tale procedimentopresenti pi vantaggi che svantaggi in quanto, se vero da un lato che il testimone (come per i cam-pionari di forme di UFO) costretto ad adattare ilsuo ricordo ad un certo insieme di colori, dal-tra parte minima linfluenza che egli pu subire seil campionario abbastanza vasto. Piuttosto, sa-rebbe utile verificare a priori le capacit del testedi distinguere i colori. A tale scopo esistono sem-plicissimi test per il daltonismo, che bisognerebbefare prima delleventuale uso di carte pancroma-tiche [7].

    In ogni caso occorre specificare nel rapporto qua-le campionario di colori stato utilizzato (ad esem-pio Pantone Uncoated) perch esistono svariati ti-pi di campionari in commercio e lo stesso codice co-lore pu fare riferimento a tinte utilizzate in am-biti diversi (ad esempio stampa tipografica, pittu-ra murale, ecc.) che a volte risultano significativa-mente differenti tra di loro.

    Circa il comportamento dellUFO, il meno che sipu fare arrivare ad avere idee chiare sui varimovimenti, emissioni di luci, ecc. sia analiticamen-te (dettagli di ciascuno) sia sinteticamente (quale avvenuto prima, quale dopo, ecc.).

    Un ultimo appunto di rilievo la determinazio-ne del mezzo di osservazione, se cio il testimoneha seguito lavvistamento da dietro un vetro (fine-stra di casa, finestrino dellauto) o allaperto, ad oc-chio nudo o con luso di strumenti ottici (occhiali -e allora di che tipo -, binocolo, telescopio); se cera-no ostacoli alla visuale (pu essere utile, se non sipu fare un sopralluogo col testimone, farsi dise-gnare il panorama come visto dal punto di osser-vazione, con i dettagli principali e un tracciato del-la posizione dellUFO o del suo percorso).

    Nel caso in cui sia possibile un sopralluogo, siconsiglia di posizionarsi nel punto esatto da cui iltestimone ha effettuato lavvistamento e scattare

  • Manuale di metodologia di indagine ufologica

    13

    delle foto panoramiche della zona interessata dalfenomeno.

    2.4.7 DATI OGGETTIVI

    Bisogna infine determinare alcuni dati oggettivi,il che abbastanza complesso.

    In particolare, le stime principali sono:

    dimensioni apparenti del fenomeno;

    posizione del fenomeno rispetto al testimone;

    durata dellosservazione;

    condizioni di visibilit.

    In genere, per la maggior parte di queste infor-mazioni opportuno (se non indispensabile) effet-tuare lintervista sul luogo stesso dellavvistamento.

    2.4.7.1 DIMENSIONI APPARENTI

    Contrariamente a quanto molti pensano, qua-si sempre impossibile determinare le dimensionireali del fenomeno o la sua distanza (o la quota),in quanto tali dati sono funzione luno dellaltro (ol-tre che dei dati relativi o apparenti), cos checonoscendone uno (es. dimensioni reali) si pu de-terminarne laltro (es. distanza reale) tramite il cor-rispondente dato relativo (es. dimensioni apparen-ti) mediante lapplicazione delle propriet geome-triche delle figure simili e con semplici calcoli tri-gonometrici. Ma coi soli dati apparenti, ed in as-senza di punti di riferimento, per distanze superioria qualche metro la visione stereoscopica binocula-re (cio la percezione della terza dimensione oprofondit grazie alluso dei due occhi) non con-sente di determinare dati quantitativi significativi.

    In taluni casi invece possibile, utilizzando deipunti di riferimento (alberi, case, montagne o stra-ti di nuvole) dei quali si pu determinare con pre-cisione la distanza, avere stime pi precise almenoa livello di valori massimi o minimi (non pi o nonmeno di tanto), a seconda che lUFO sia passato da-vanti o dietro ad uno di essi.

    Per le dimensioni apparenti, il metodo pi obiet-tivo di determinarle quello di chiedere al testi-mone di confrontarle o paragonarle a quelle deglioggetti visibili nella stessa scena: la luna, le stelleo una casa. Non servono a nulla paragoni con le di-mensioni (apparenti) di aerei, che sono estrema-mente variabili. Si noti che molti testimoni cercanodi fornire una dimensione reale dellUFO (o megliolimpressione che hanno avuto), ed spesso diffi-cile far loro capire cosa si intende per dimensioneapparente, che in sostanza langolo visuale occu-pato dal fenomeno.

    Lesperienza ha dimostrato che sono di scarsa uti-lit anche i confronti con oggetti posti ad una di-stanza fissa (es. una moneta tenuta in mano alla di-stanza del braccio teso), per difficolt di ordine psi-

    cologico a sovrapporre immagini su piani diversi.

    Si tenga inoltre presente che i testimoni hannotendenza a sovrastimare le dimensioni di oggettiosservati, soprattutto se di piccole dimensioni an-golari.

    consigliabile quindi fare domande aperte (con-tenenti pi opzioni alternative) e multiple (piconfronti con pi oggetti diversi): Sembrava pi omeno grande di una stella? e della luna? e di quel-la casa?

    Una conferma o unincongruenza dei dati cosraccolti verr anche dalle dimensioni indicate daltestimone nel disegno della scena di cui si dettoal precedente paragrafo 2.4.2.

    Uno strumento di facile costruzione descrittoin Appendice A-6.

    2.4.7.2 POSIZIONE DEL FENOMENO

    Per quanto riguarda invece la posizione (o latraiettoria) esatta del fenomeno, questa va indivi-duata con riferimento a due parametri: laltezza an-golare sullorizzonte (elevazione) e la direzione geo-grafica (azimut).

    Se si tratta di una luce o di un oggetto fermo, laposizione definita da unelevazione e un azimut.Se invece il fenomeno era in movimento, occorrecome minimo individuare la posizione iniziale e quel-la finale. Se la traiettoria non stata regolare (adesempio un cambiamento di traiettoria), occorre an-che individuare la posizione (elevazione ed azimut)del punto di discontinuit.

    Lazimut in genere abbastanza semplice da de-terminare, se si effettua un sopralluogo sul puntoesatto dellavvistamento, utilizzando una bussola(si consiglia una bussola da puntamento, fornita diun coperchio con finestrella): sufficiente chiede-re al testimone di indicare un oggetto allorizzontein corrispondenza della posizione del fenomeno, omeglio ancora mettere la bussola in mano al testi-mone e chiedergli di tenerla davanti agli occhi epuntare la direzione esatta; lazimut espresso ingradi di deviazione rispetto al nord (es. est = 90,sud = 180, ovest = 270).

    Se non si pu verificare sul posto, occorre chie-dere informazioni al testimone. Purtroppo, ben po-che persone hanno unidea anche approssimativa didove sia il nord. quindi indispensabile chiedere da-ti aggiuntivi, ed in particolare: la posizione del sole(o della luna o di qualche stella particolarmente lu-minosa), e qualche indicazione geografica (posizionedi una montagna particolarmente alta, o di una val-le, o nome del paese pi vicino in quella direzione).

    Lelevazione angolare pi difficile da determi-nare, a meno che si disponga di un apposito stru-mento, il goniometro per geometri, che pu essereacquistato in negozi specializzati, oppure facilmen-te costruito come da istruzioni di Appendice A-5. I

  • Centro Italiano Studi Ufologici

    14

    principali inquirenti del C.I.S.U. ne sono forniti daanni e lo utilizzano correntemente nel corso dei so-pralluoghi: il testimone tiene in mano lo strumen-to e lo punta nella posizione dove si trovava lUFO,in modo che i due mirini si sovrappongano; lin-quirente legge lelevazione direttamente sulla sca-la graduata, in corrispondenza del filo a piombo.

    In assenza dello strumento o non potendo effet-tuare un sopralluogo, lelevazione pu essere sti-mata solo con grande approssimazione. Se erano vi-sibili oggetti celesti (in particolare luna e stelle),pu essere utile in prima approssimazione chiede-re se lUFO si trovava nella parte di cielo pi in al-to o pi in basso. Ma il metodo pi semplice chie-dere al testimone di immaginare di rivivere lavvi-stamento e puntare il braccio teso allaltezza in cuisi trovava il fenomeno: linquirente misurer taleelevazione, tenendo conto comunque che si trattadi una stima rozza.

    Ogni misurazione dovrebbe essere ripetuta (e an-notata) almeno tre volte per poter ridurre gli erro-ri di misura.

    2.4.7.3 DURATA DELLOSSERVAZIONE

    Unaltra informazione importante la duratadellavvistamento. Anche a questo proposito, moltitestimoni hanno idee poco chiare sul trascorrere deltempo. A meno che abbia controllato con lorologioalla mano linizio e la fine dellosservazione, il te-stimone tipico tender a fornire indicazioni grosso-lanamente approssimative, di solito arrotondate (unminuto, cinque minuti) e tendenzialmente sovrasti-mate. Talvolta capita addirittura di trovare perso-ne che non distinguono tra secondi e minuti primi.

    Il metodo migliore - se la durata non supera qual-che minuto - quello di chiedere al testimone di farfinta di rivivere lavvistamento, descrivendone levarie fasi, mentre linquirente cronometra. Pu es-sere utile registrare o videoregistrare questa rico-struzione.

    2.4.7.4 CONDIZIONI DI VISIBILIT

    Occorre sempre raccogliere informazioni relati-ve alle condizioni di visibilit in cui si svolto lav-vistamento. Queste comprendono:

    la vista del testimone: occorre chiedere se por-ta abitualmente occhiali o comunque gli risultanodifetti di vista (miopia, presbiopia, astigmatismo,daltonismo, ecc.); in caso di risposta affermativa, opportuno farsi precisare qualche dato sulle len-ti (numero di diottrie) e naturalmente chiedere sedurante losservazione il testimone portava gli oc-chiali o no;

    strumenti ottici: in caso di uso di binocoli, tele-scopi o altri strumenti simili, bene rilevare i da-ti tecnici (costruttore, ingrandimenti e diametro len-ti, es. 8 x 30) e verificare che non presentino ef-

    fetti di distorsione; se limmagine era diversa daquella visibile a occhio nudo, occorre far eseguiredisegni separati, precisando le differenze;

    altri eventuali mezzi di osservazione: spessoimportante determinare se losservazione avve-nuta attraverso un vetro (finestra di casa, para-brezza dellauto), per determinare possibili effettidi distorsioni e riflessi;

    condizioni meteorologiche: linquirente deve chie-dere al testimone quali erano le condizioni meteo-rologiche al momento dellavvistamento: presenza(e tipo) di nubi, grado di copertura del cielo; preci-pitazioni (pioggia, neve, nebbia); visibilit di stel-le/luna/sole; presenza e direzione del vento (in par-ticolare: direzione di movimento delle nubi).

    2.4.8 DATI AGGIUNTIVI

    Oltre ai dati relativi allavvistamento, oppor-tuno che linquirente raccolga alcune altre infor-mazioni.

    In primo luogo utile chiedere al testimone lasua opinione su ci che ha visto (cosa pensa chefosse), cos come le sue opinioni (e conoscenze)sul problema ufologico (aveva gi letto dei librisullargomento, cosa ne pensava prima dellavvi-stamento, se tale opinione si modificata dopo lav-vistamento).

    Anche il seguito dellavvistamento deve essere ap-profondito: a chi il testimone ha raccontato lacca-duto? si rivolto a giornali, forze dellordine, esper-ti, ecc. (e quali? con che risultati?). Linquirente de-ve appurare se prima di lui altri ufologi (o giornali-sti, o comunque altri) hanno intervistato il testimo-ne e che cosa gli hanno detto, cos da poterne de-terminare leventuale influenza sul testimone.

    Occorre poi chiedere al testimone i nomi di even-tuali altri osservatori dello stesso avvistamento, perprocedere a intervistare anche loro.

    Una domanda da non dimenticare se il testi-mone ha avuto altri avvistamenti di presunti UFO(sia prima sia dopo quello oggetto di inchiesta). Sela risposta affermativa, ovviamente ognuno di es-si dovrebbe essere a sua volta approfondito conunindagine).

    infine probabile che il testimone conosca altrepersone che hanno avuto avvistamenti UFO: fre-quentemente dallindagine su un avvistamento nenascono altre su casi del tutto indipendenti.

    Se lavvistamento stato riportato sui giornalicol nome del testimone, capita spesso che altri te-stimoni (dello stesso o di altri avvistamenti) si fac-ciano vivi con lui. quindi utile che linquirente la-sci al testimone i propri dati (nome, indirizzo, te-lefono; eventualmente un biglietto da visita gi pre-disposto a questo scopo), invitandolo a farlo con-tattare da altri testimoni di cui venisse eventual-mente a conoscenza.

  • Manuale di metodologia di indagine ufologica

    15

    2.4.9 LE FOTO

    Nel corso dellindagine bene costruirsi unade-guata documentazione fotografica. Le foto posso-no essere tradizionali o digitali: in entrambi i casivanno allegate al rapporto delle copie di buona qua-lit.

    E basilare che vengano riprese immagini dellascena nella quale si sono svolti i fatti nella sua in-terezza, quindi il luogo nel quale si trovava il te-stimone, i punti di inizio e fine dellavvistamento,la visuale dal punto di vista del testimone, le posi-zioni di eventuali oggetti presi a riferimento durantelosservazione, ecc.

    Possono poi essere interessanti - anche se nonindispensabili - altre foto di ambiente che linqui-rente ritenga utile allegare al rapporto.

    E possibili fotografare anche il testimone stes-so, ma in questo caso occorre chiedere il permessorichiedendo lautorizzazione ad archiviare ed even-tualmente pubblicare tali immagini.

    Nel caso di tracce o effetti secondari di qualsia-si tipo occorre fotografare con la massima accura-tezza le eventuali tracce, lambiente circostante maanche gli elementi interessati dal fenomeno anchesolo temporaneamente (ad esempio fronde di albe-ri mosse, arbusti piegati, ecc.).

    Se si fotografano piccole porzioni di terreno op-pure reperti di vario genere importante posizio-nare vicino ad essi e fotografare una scala graduataoppure, in mancanza di essa, un semplice righelloo un metro che permettano la corretta valutazionedelle dimensioni delloggetto ripreso.

    2.4.10 LE RIPRESE FILMATE

    Disponendo di una videocamera possibile uti-lizzarla per integrare, ma non sostituire, la docu-mentazione fotografica.

    Per le sue caratteristiche lo strumento pu es-sere utile per riprendere panoramiche della scenadellavvistamento soprattutto in quei casi nei qua-

    li la dinamica dellosservazione risulti particolar-mente complessa.

    Nei casi di tracce od effetti al suolo utile fil-mare lintera zona interessata cercando di renderelidea delle dimensioni e della posizione delle areecoinvolte.

    In sede di sopralluogo (e comunque sempre do-po lo svolgimento dellintervista) possibile ri-prendere eventuali descrizioni dei fatti e dei luoghiriferite direttamente dal testimone, fatte salve leprecauzioni citate al punti 2.3.2 e le cautele sulleautorizzazioni del punto precedente.

    Copia della cassetta oppure, nel caso di videoca-mere digitali, del supporto informatico (CD/DVD)vanno allegati al rapporto dindagine.

    Eventuali dialoghi con il testimone ripresi solocon la videocamera andranno trascritti ed inseritinel rapporto.

    2.5 LA SINTESISulla base del racconto fatto dal testimone, dei

    successivi chiarimenti e dettagli raccolti nellinter-rogatorio, linquirente gi in grado di avere unavisione globale abbastanza precisa dellesperienza.

    A questo punto, bene raccogliere tutti i dati inuna operazione di sintesi dellavvistamento fattadallinquirente con la collaborazione del testimone.

    In pratica linquirente ripete davanti al testimo-ne tutto il resoconto testimoniale integrandolo coidati ricavati dallinterrogatorio e disponendo il tut-to in ordine, seguendo la successione cronologicadei fatti come desumibile da quanto finora detto daltestimone.

    Nel caso non si sia potuto usare il registratoredurante le fasi precedenti, alcuni studiosi suggeri-scono di accenderlo a questo punto, per registrarese stessi che si ricostruiscono lavvistamento, cosache non pu infastidire il testimone e che daltraparte supplisce almeno in parte alla mancata regi-strazione precedente.

  • NOTE

    [1] In genere luso del termine fenomeno non gradito altestimone, che lo interpreta automaticamente come feno-meno naturale. Sia in sede di primo contatto che in sede diindagine linquirente dovrebbe comunque badare molto allaterminologia che usa, evitando ad esempio di parlare di astro-nave, UFO o anche solo di oggetto. Lideale utilizzarecol testimone gli stessi termini da lui impiegati, parlando dicosa se il testimone lha definita cosa, di luce se lhachiamata luce; questo anche al fine di non influenzare latestimonianza mettendogli in bocca parole non sue che pos-sono suggerire uninterpretazione.

    [2] Si noti che anche il termine intervista, che suona unpo troppo giornalistico, in certi casi sconsigliabile; inter-rogatorio troppo poliziesco. Si consiglia luso di termini ge-nerici come colloquio, incontro, discussione, chiac-chierata, qualche domanda, ecc.

    [3] In taluni casi sarebbe bene portarsi addirittura una tutae degli scarponi o stivali, in quanto parte dellintervista po-trebbe aver luogo nel salotto di casa del testimone e parte incampi innevati o fangosi, scavalcando recinti ecc. sul luogodellavvistamento Saranno le particolari circostanze di cia-scun caso a determinare come vestirsi.

    [4] Sarebbe preferibile luso di registratori con microfono in-corporato; in ogni caso, se si nota che la presenza del regi-stratore in funzione innervosisce il testimone, pu essere be-ne toglierlo dalla sua vista.

    [5] Alcuni ricercatori sostengono lutilit di inserire nel ne-cessarie un foglio con le principali forme di UFO o altre coseanaloghe. Riteniamo tale procedimento fondamentalmente er-rato in quanto volendo far rientrare il fenomeno osservatoin un certo insieme chiuso di forme si influenza necessaria-mente il testimone a modificare la forma ricordata per adat-tarla ad una di quelle presentate. Sempre restando in temadi forma, un altro tipico inquinamento della testimonianza siha quando linquirente interferisce cercando, in sede di ri-costruzione di quanto osservato, di adattare e modificarequanto descritto o disegnato dal testimone in funzione di cer-te forme-tipo che sono pi accettabili allinquirente a secon-da dei suoi preconcetti e delle sue convinzioni ufologiche. Se vero che la soggettivit testimoniale contribuisce a creare

    forme diversissime fra loro, non per questo ci si deve senti-re autorizzati a ricondurre la descrizione del testimone a mo-delli preconcetti.Peraltro sorge spesso il problema della difficolt del testimo-ne a rappresentare graficamente ci che ha visto. In genereil problema principale la visione prospettica. Lesperienzainsegna che il teste tende a rappresentare loggetto non comelha visto, ma come sarebbe in proiezione assonometrica (ciovisto dallalto, di lato, di sotto), indipendentementedallangolo visuale di osservazione. Un secondo problema dato dal rapporto fra le dimensioni (altezza / lunghezza) dellog-getto stesso, su cui allatto grafico si fanno errori enormi.Sta allinquirente saper individuare questi errori e farli cor-reggere al teste; come farlo senza per ricadere nel richia-mato errore di suggerire al testimone la soluzione qualco-sa che solo una lunga esperienza sul campo pu insegnare.Ci che conta spesso il modo di porre le domande. Losser-vazione: era cos tanto pi lungo che alto?, nella sua appa-rente innocenza, pu gi condizionare il teste implicando undubbio ed una risposta attesa, quindi pi gradita, quindi picredibile allinquirente, dal punto di vista di un testimone cheha paura di non essere creduto, il quale modificherebbe al-lora il rapporto lunghezza-altezza per accontentare linqui-rente; il tutto, beninteso, a livello non conscio e non per in-gannare linquirente.

    [6] E naturalmente il loro perch: altro dettaglio troppo spes-so e volentieri tralasciato in sede di indagine. Valga un esem-pio: in un caso di atterraggio presso la strada, il testimone abordo di un furgone si ferma per vedere lUFO, ma senza spe-gnere il motore per timore che non si riaccendesse pi. Aquesto punto del racconto - se non si approfondito - la fan-tasia dellufologo si sbizzarrisce nelle pi fantasiose ipotesi:sentiva il rischio di effetti elettromagnetici? o viceversa,aveva gi conoscenze ufologiche (il che lo renderebbe so-spetto). Nulla di tutto ci, e per trovare la ragione di questacuriosa reazione del teste bastato chiedergliene il perch.Risposta: il furgone ha problemi di accensione, ed il testimo-ne, ovviamente impaurito, non voleva correre il rischio dinon potersi pi allontanare dalla luce.

    [7] Sia per le carte pancromatiche sia per il test per il dal-tonismo stiamo ancora cercando un modello di facile reperi-mento e di basso costo, onde poterne fornire gli inquirenti in-teressati.

    Centro Italiano Studi Ufologici

    16

  • Il rapporto il coronamento dellattivit di in-dagine ed la base del successivo lavoro di analisie studio. In altri termini, costituisce lanello di con-giunzione fra il lavoro dinchiesta sul terreno e laricerca da svolgere a tavolino, fra linquirente e ilricercatore.

    In quanto tale, esso deve rispondere a determi-nate esigenze ed essere quindi strutturato in un cer-to modo.

    Il rapporto rappresenta il cristallizzarsi dellatestimonianza in un dato momento. cio qualco-sa che rimane, mentre il ricordo pu modificarsi elo stesso racconto pu variare. Occorre quindi chechi redige un rapporto di indagine badi a come que-sto viene steso.

    Il requisito fondamentale mettere chi leggeril rapporto in condizione di sapere esattamente co-sa si raccolto nellindagine e come lo si raccol-to. Questo requisito corrisponde alla nota condizio-ne di ripetibilit dellesperimento.

    Un sotto-requisito, che discende da questo, cheil rapporto sia steso dallinquirente stesso che hasvolto lindagine e non da altri, e che la stesura del-le parti discrezionali sia fatta al pi presto.

    Il rapporto pu infatti idealmente suddividersiin due gruppi di scritti: quelli che dipendono da chili redige (per ci detti discrezionali) e quelli cheinvece sono indipendenti dal redattore (es.: la tra-scrizione del nastro su cui stata registrata lin-tervista).

    3.1 STRUTTURA DEL RAPPORTO

    La struttura logica semplificata di un rapporto data da tre parti: introduzione, resoconto e com-mento.

    3.1.1 INTRODUZIONE

    Si compone di tre parti:

    Copertina del rapporto, sulla quale devono es-sere evidenziate la data e lora dinizio dellavvi-stamento, il comune anagrafico e la localit preci-sa dove si trovava il testimone, il tipo di caso ed unbreve riassunto dellavvistamento, in poche righe. inoltre indispensabile indicare a fondo pagina legeneralit di chi ha steso il rapporto (nome, co-gnome, indirizzo completo, eventuale appartenen-za al C.I.S.U. o ad altra associazione), la data (o ledate) in cui stata effettuata lindagine, e la datain cui stato ultimato il rapporto.

    Diario dellinchiesta, in cui si riferisce nei det-tagli come si venuti a conoscenza del caso e che

    cosa esattamente si fatto, specificando con pre-cisione tutte le operazioni compiute durante lo svol-gimento dellindagine (contatti telefonici, lettere, in-terviste, sopralluoghi, ricerche) in ordine cronolo-gico e indicando tempi e persone coinvolte. unaparte discrezionale molto importante, in quanto chia-risce i termini, le condizioni, lo svolgimento dellin-tera inchiesta.

    Dati personali dei testimoni e delle altre personeintervistate o comunque coinvolte, precisando perciascuno: nome e cognome, indirizzo, et (meglio:data di nascita), professione, titolo di studio ed even-tuali altri dati personali. Si noti che le generalitcomplete dei testimoni devono figurare solo ed esclu-sivamente in questa parte del rapporto.

    3.1.2 RESOCONTO

    composto a sua volta di tre parti:

    Trascrizione letterale dellintervista con il te-stimone, tratta dalla registrazione (o videoregi-strazione) che va comunque conservata. indi-spensabile riportare lintervista parola per parolafin dal suo inizio, per poter analizzare il passaggiodi informazioni e linterrelazione fra testimone einquirente, oltre che per ricostruire esattamente co-sa stato raccontato dal teste e come. Nel caso nonsi sia potuto registrare lintervista, vanno ricopia-ti senza modifiche gli appunti originali stesi dallin-quirenti nel corso della stessa.

    Ricostruzione dello svolgimento dei fatti dellav-vistamento, effettuata dallinquirente sulla basedellinchiesta, utilizzando possibilmente gli stessitermini impiegati dal testimone ma riscrivendoli sot-to forma di un racconto ininterrotto ed organico deifatti, nel loro ordine temporale. Si invita a predi-sporre opportunamente il testo della ricostruzionein modo che non vi figurino le generalit completedei testimoni ma solo le iniziali oppure il nome dibattesimo seguito dalla sola iniziale del cognome.

    Rilevamenti effettuati dallinquirente in caso disopralluogo, con particolare riferimento ai dati quan-titativi (tempi, dimensioni apparenti, elevazioni an-golari e azimut iniziali e finali, ecc.), per ognunodei quali va precisato come sono stati rilevati (dachi e con quali modalit).

    3.1.3 COMMENTO

    Comprende due sezioni:

    Valutazione ed impressioni dellinquirente sultestimone, con particolare riferimento alle capacitdi osservazione e di critica. Questa parte non halo scopo di dimostrare la credibilit del teste o me-no, ma fornire altre informazioni altrimenti non co-

    3. IL RAPPORTO

    Manuale di metodologia di indagine ufologica

    17

  • Centro Italiano Studi Ufologici

    18

    municabili, relative al vissuto personale dellin-quirente: le sue sensazioni sul campo e tutto quan-to non risulterebbe neppure in una registrazionedellintervista, ma che contribuisce comunque aduna maggior comprensione dellintervista stessa equindi dei dati raccolti, pi che dellavvistamentoin s. difficile predeterminare il contenuto preci-so di questa parte del rapporto, che resta allinqui-rente stabilire. Lobiettivo quello di minimizzareo addirittura eliminare lesistenza di particolari edettagli aggiungibili a voce, anche se marginali(ad esempio: le condizioni in cui si svolta linter-vista: chi cera, dove si era, come reagiva il teste).Si tratta di una parte altamente discrezionale, perla quale sarebbe opportuna una stesura immedia-ta, subito dopo linchiesta (e comunque non oltreun giorno o due).

    Opinione e commenti dellinquirente sul caso: va-glio delle possibili identificazioni, analizzando detta-gliatamente i pro e i contro di ciascuna; conclusioniprovvisorie sulla probabilit che levento si sia ef-fettivamente realizzato nei termini del racconto; im-pressioni generali ed ogni altra annotazione o com-mento rilevante; risultati di ulteriori approfondimentitentati (inchieste dambiente nella zona; ricerchedi dati meteorologici, astronomici, aeronautici; com-parazioni con altri casi; questioni ancora aperte eeventuali azioni supplementari future).

    3.1.4 ALLEGATI

    Oltre allintroduzione, al resoconto e al commento,il rapporto pu comprendere anche degli allegati,che possono essere interni al rapporto oppure ester-ni:

    Allegati interni: eventuali disegni, fotografie,cartine geografiche, ecc. devono essere acclusi alrapporto, di cui fanno parte integrante, e vanno nu-merati fra le pagine; opportuno che ognuno siafornito di didascalia esplicativa.

    Allegati esterni: non fanno invece parte del rap-porto lettere, notizie di stampa, nastri di registra-zione, videocassette, che vanno allegati ma non nu-merati fra le pagine, in quanto costituiscono docu-menti distinti e separati.

    Fanno inoltre parte di questi allegati eventualisupporti informatici (floppy disk, CD, DVD) che con-tengano parte del materiale contenuto nel rappor-to (testi, immagini, filmati, ecc.) possibilmente re-

    gistrati in modo da garantire la maggiore compati-bilit possibile con i programmi pi diffusi.

    3.2 OSSERVAZIONI GENERALI SULLA STESURA

    essenziale che ciascuna delle parti del rapportosia tenuta distinta dalle altre, ed in ogni caso oc-corre separare chiaramente i dati raccolti dai com-menti e le osservazioni di chi redige il rapporto. Inparticolare, si raccomanda di dividere nettamentela ricostruzione dellavvistamento (effettuata dallin-quirente) ed i dati grezzi raccolti (es.: trascri-zione intervista).

    Per ogni sezione del rapporto devono essere in-dicate le generalit del redattore e la data in cui stata ultimata, se le varie parti sono state stese intempi diversi e/o da persone diverse.

    Lintero rapporto deve essere dattiloscritto (in-terlinea 1) o stampato, se scritto a computer, su unsolo lato di fogli bianchi formato UNI A4 (cm. 21 x29,7), numerando tutte le pagine in sequenza.

    Leventuale file del testo del rapporto va co-munque allegato al rapporto stesso su floppy disk,CD o DVD, avendo cura di memorizzarlo anche sot-to forma di file di testo (.txt) oppure di salvarneuna versione in formato .pdf (compatibile con Acro-bat Reader) per garantire unampia compatibilit.

    Ribadiamo che le generalit complete dei testi-moni devono figurare solo nella sezione Dati Per-sonali e non nelle altre parti del rapporto, dove itestimoni vanno indicati con le sole iniziali oppurecol nome di battesimo e liniziale del cognome, inmodo da consentire una libera circolazione del rap-porto (priva della sezione Dati Personali) senzapregiudicare il diritto dei testimoni alla propria ri-servatezza, conformemente alle norme deontologi-che adottate dal Centro Italiano Studi Ufologici e al-le vigenti norme di Legge.

    Il rapporto va redatto in duplice copia. Una del-le copie deve essere conservata dal redattore. Lal-tra va inviata - completa di copia di tutti gli allega-ti - agli Archivi centrali del C.I.S.U. (Casella Posta-le 82, 10100 Torino - e-mail: [email protected]). Una ter-za eventuale copia pu essere inoltrata al Coordi-natore regionale o al responsabile locale del Centro,ove presente.

  • Manuale di metodologia di indagine ufologica

    19

    A - 1.1 MATERIALE INDISPENSABILE

    Registratore a cassette o digitale

    Cassette audio (almeno due, C-60 o C-90)

    Blocco per appunti

    Fogli di carta bianca formato UNI A4 (cm.21x29,7)

    Penne e matite

    Bussola da puntamento

    Misuratore di elevazione angolare

    A - 1.2 MATERIALE CONSIGLIATO (CASI GENERALI)

    Manuale di metodologia di indagine

    Cartina geografica della zona (scala 1:50.000 o1:100.000)

    Macchina fotografica digitale o con pellicola (par-ticolarmente utile se tipo Polaroid per poter in-dicare immediatamente le posizioni dellUFO e/odel testimone sullistantanea)

    Videocamera

    Tessera associativa del CISU

    Biglietto da visita o foglio predisposto con nome,indirizzo e telefono dellinquirente (da lasciareai testimoni o ad altre persone contattate)

    A - 1.3 MATERIALE CONSIGLIATO (SOPRALLUOGO)

    Mappa topografica (scala 1:25.000)

    Doppio metro a nastro o da carpentiere

    Rotella metrica da 10 o 20 metri

    Corda predisposta con nodi a distanze prefissa-te (5 o 10 mt.) lunga almeno 50-100 metri

    Apparecchio GPS per rilevare le coordinate dipunti significativi (posizione del testimone, lo-calizzazione di tracce, punti di riferimento, ecc.)

    A - 1.4 MATERIALE CONSIGLIATO (PRELIEVO DI CAMPIONI)

    Guanti in plastica trasparente o lattice

    Apparecchio per carotaggio oppure cazzuolina

    Contenitori in plastica con chiusura ermeticaper campioni (in alternativa: buste di plasticadel tipo per congelatori, da sigillare con nastroadesivo)

    Scatole di cartone o plastica di media dimensio-ne per trasportare adeguatamente campioni didimensioni pi grandi.

    APPENDICI

    A - 1 EQUIPAGGIAMENTO PER LINDAGINE

    Il materiale solitamente utilizzabile in sede di indagine dipende naturalmente dal tipo di avvistamento.Lelenco che segue si riferisce allequipaggiamento di applicazione generale, con qualche cenno ai casi cherichiedono misurazioni sul posto o prelievo di campioni. Elenchi particolareggiati relativi a casi speciali(tracce, foto, ecc.) verranno inclusi nelle successive edizioni del manuale.

  • DATI SUL TESTIMONE

    Nome e Cognome

    Indirizzo completo e telefono

    Data di nascita

    Professione al momento dellavvistamento e almomento dellintervista

    Livello e tipo di istruzione

    COORDINATE DELLAVVISTAMENTO

    Data (giorno, mese, anno, giorno della settima-na)

    Ora dinizio e ora finale dellavvistamento, spe-cificando se antimeridiane o pomeridiane, se orasolare o legale, e come stata determinata

    Comune anagrafico e localit precisa (contrada,frazione, via e numero) dove si trovava il te-stimone

    DESCRIZIONE DEL FENOMENO

    Forma (dettagliare)

    Colori (dettagliare)

    Movimenti (dettagliare)

    Dinamica (cosa successo e in che ordine)

    DISEGNI

    Schizzo della zona (fenomeno e sfondo) dal pun-to dosservazione

    Disegno del fenomeno di pugno del testimone,firmato e datato (indicando lalto con una frec-cia)

    DATI QUANTITATIVI

    Elevazione angolare iniziale e finale

    Azimut (direzione geografica) iniziale e finale

    Dimensioni apparenti (angolari e comparate)

    Durata (se possibile, cronometrando una rico-struzione dal vivo)

    CONDIZIONI METEOROLOGICHE

    Descrizione del tempo

    Nuvolosit (presenza, tipo, estensione)

    Presenza/assenza (e posizione) di sole, luna ostelle

    VISIBILIT

    Panorama dal punto di osservazione (in parti-colare: ostacoli alla vista, possibili punti di ri-ferimento, fonti luminose, ecc.)

    Mezzo di osservazione (occhio nudo, uso di len-ti da vista, strumenti ottici, finestre, vetri dau-to, ecc.)

    Eventuali difetti di vista del testimone (uso abi-tuale di lenti, tipo di difetto)

    SITUAZIONE AMBIENTALE DEL TESTIMONE

    Dovera e cosa stava facendo subito primadellavvistamento

    Come si accorto del fenomeno

    Che cosa ha pensato che fosse

    Cosa ha fatto durante lavvistamento

    Chi altri era presente

    Come terminato lavvistamento

    Cosa ha fatto subito dopo

    DATI AGGIUNTIVI

    A chi si rivolto il testimone, a chi ha raccon-tato dellavvistamento

    Eventuali altri inquirenti precedenti

    Altri avvistamenti del testimone

    Se conosce altri testimoni (anche di altri avvi-stamenti)

    Opinione del testimone sullavvistamento

    Eventuali opinioni e/o conoscenze del testimo-ne sul problema UFO (precedenti e successiveallavvistamento).

    Centro Italiano Studi Ufologici

    20

    A - 2 PROMEMORIA PER LINQUIRENTE

    Quello che segue non lelenco delle domande da fare al testimone durante linterrogatorio, ma piuttostoun promemoria dei punti che linquirente deve sincerarsi di aver sviluppato nel corso dellintervista edel sopralluogo.

  • CASI CON EFFETTI ELETTROMAGNETICILe presunte interferenze su apparati elettrici ed

    elettronici sono riferite spesso dai testimoni. Lagrande variet di attrezzature coinvolte, vista lapresenza costante di esse, rende anche stavolta mol-to delicata la raccolta dei dati. Tipo, durata, inten-sit, caratteristiche di guasti, interazioni, danni tran-sitori o permanenti sugli apparati dovrebbero esse-re riferiti nei dettagli pi minuti. Si sono manifestatiprima, durante o dopo le osservazioni? Come sonoiniziati? Come sono terminati? Nel caso di interfe-renze su motori di veicoli, come sono cessati? Tuttii dettagli tecnici relativi agli apparati coinvolti do-vrebbero essere desunti da libretti distruzione e si-mili, o ricercati pressi organismi tecnici. In questogenere di casi assai importante cercare di deter-minare, senza naturalmente forzare il ricordo degliosservatori, distanza e posizione dei supposti UFO,dettagli delle loro eventuali emissioni luminose, mo-vimenti e rumori rilevati e cos via.

    In caso di danni permanenti (fusioni, magnetiz-zazioni, bruciature, incendi, ecc.) sarebbe impor-tantissimo poter fare esaminare le parti interes-sate a laboratori tecnici specializzati. Le eventualimagnetizzazioni permanenti di parti metalliche po-trebbero essere descritte con luso di una bussolain termini di deviazione rispetto al nord reale. Lamagnetizzazione uniforme per intensit in tuttele parti interessate? Tende ad attenuarsi pi o me-no rapidamente?

    EFFETTI FISIOLOGICI SUI TESTIMONI O SU ANIMALIPiuttosto diffuse, le testimonianze di danni pi

    o meno lievi subiti da persone ed altri esseri vi-venti sono unaltra area delicata. In questo caso,infatti, si tocca la questione della sfera della salu-te personale.

    Ci sono persone che in concomitanza o dopo unavvistamento UFO riferiscono emicranie, congiun-tiviti, dermatiti, disturbi gastro-intestinali, distur-bi cardiaci, danni da bruciatura, insonnia, ansia,depressione e via discorrendo. Il problema centra-le consiste nel fatto che nessuno di noi abilitatoad acquisire reperti medici che documentino questecondizioni, che ne analizzino le cause e che formu-

    lino diagnosi e prognosi. Appare necessario appog-giarsi a professionisti della salute autorizzati ad ac-cedere, sia a titolo scientifico sia a titolo legale, adocumenti simili. Costoro rappresentano in ogni mo-do dei consulenti insostituibili.

    OSSERVAZIONE DI CADUTE DI CORPI AL SUOLO O IN ACQUAQuando un qualcosa di non ben determinato

    visto precipitare verso il basso o addirittura ab-battersia terra o in acqua, lesperienza cinsegnache in buona parte dei casi sono gli stessi testimo-ni a mettere in allarme le forze dellordine, i Vigi-li del Fuoco, la Guardia Costiera o le varie strut-ture della Protezione Civile. Laspetto peculiaredellindagine ufologica in questi casi rappresen-tata proprio da questi aspetti. Che si riesca o me-no a risolvere in modo convenzionale le osserva-zioni (spesso si tratta di bolidi e meteore viste scen-dere verso il suolo o di palloni sonda di vario ge-nere in caduta), il contatto con questi organismi ri-sulta spesso fondamentale.

    GLI INCONTRI TRA UFO ED AEROMOBILIIn linea generale non facile che il personale di

    volo, soprattutto i piloti, accettino di riferire a de-gli ufologi loro osservazioni. Il timore dellesposi-zione mediatica in una professione di responsabi-lit come la loro pu rivelarsi un ostacolo difficileda superare.

    Nel caso in cui si riesca ad avvicinare testimo-ni del genere, la discrezione ancora pi necessa-ria che non nel resto dei casi. Occorre acquisire tut-ti i dati sul volo durante il quale avvenuta los-servazione, dati sulla rotta, sulla stima del puntoesatto di avvistamento, dati meteorologici e tecnicisul velivolo coinvolto, dati dettagliati