Manuale instal completo ver2 -...

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1 PREFAZIONE: Questo manuale si propone di spiegare agli installatori come realizzare delle automazioni secondo la Regola d’Arte, seguendo i regolamenti dettati dalle nuove normative presenti a livello Europeo. Queste normative mirano a creare dei prodotti che presentino degli standard di sicurezza riconosciuti in tutti gli stati membri della Comunità Europea, per dare luogo ad un libero scambio di merci fra paesi, e realizzare tramite l’utilizzo di tali apparecchi delle macchine che garantiscano un buon livello di sicurezza per l’utilizzatore finale.

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PREFAZIONE:

Questo manuale si propone di spiegare agli installatori come realizzare delle

automazioni secondo la Regola d’Arte, seguendo i regolamenti dettati dalle nuove

normative presenti a livello Europeo.

Queste normative mirano a creare dei prodotti che presentino degli standard di

sicurezza riconosciuti in tutti gli stati membri della Comunità Europea, per dare luogo

ad un libero scambio di merci fra paesi, e realizzare tramite l’utilizzo di tali apparecchi

delle macchine che garantiscano un buon livello di sicurezza per l’utilizzatore finale.

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INTRODUZIONE:

Tutte le chiusure automatizzate devono essere dichiarate conformi almeno alle quattro

direttive europee: Macchine, Bassa Tensione, Compatibilità Elettromagnetica, prodotti

da costruzione. Ma cosa esse impongono, che cosa accade se non vengono rispettate?

Sarà opportuno che ogni installatore per operare con la massima professionalità e

tranquillità conosca il panorama normativo di riferimento e rispetti i principali

requisiti richiesti.

Le caratteristiche tecniche e funzionali dei vari prodotti sul mercato, le necessarie

garanzie di conformità agli standard tecnici, ma soprattutto i doveri e le responsabilità

nei confronti dell'installazione e della sua sicurezza sono temi sempre più sentiti ed

importanti sia a livello formale ma soprattutto rispetto alla tutela dello stesso utente

finale.

Il rapporto con il cliente utilizzatore è gestito dal costruttore (l'installatore della

macchina) il quale è sempre responsabile del proprio lavoro. In quanto responsabile è

opportuno che segua e rispetti le istruzioni tecniche dei prodotti fornite dal

fabbricante, che frequenti i corsi tecnici di aggiornamento svolti dalle aziende, che

sensibilizzi il consumatore sui rischi possibili sui temi della sicurezza e sui dispositivi

necessari per garantirla in tutte le condizioni.

La qualità del proprio lavoro si misura anche e soprattutto dalla tranquillità di aver

compiuto un buon lavoro, a regola d'arte, nel rispetto delle normative: e se così è

diventa automatico affermarlo e certificarlo in una dichiarazione, la famosa

dichiarazione di conformità dell'impianto.

Solo in questo modo l'installatore potrà crearsi un'immagine di sicurezza e affidabilità

presso i propri clienti, garanzia per lavorare oggi ma soprattutto domani.

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Qualsiasi macchina e impianto inoltre funzionando sono soggetti all'usura e quindi per

garantire una costanza nel funzionamento sarà importante prevedere un'adeguata

manutenzione, un ambito che coinvolge l'utente in termini di sicurezza e di

responsabilità ma che preserva da ulteriori rischi l'installatore.

Nice attraverso questa sintesi normativa si pone l'obiettivo di far conoscere il quadro

di riferimento ai propri installatori, nei corsi di approfondimento in azienda i tecnici

approfondiranno i singoli temi rispetto alle norme applicative in riferimento ai prodotti

Nice.

La semplificazione e il riadeguamento della "Dichiarazione di Conformità" in chiave

Nice faciliteranno il lavoro di ogni giorno ad ognuno di Voi.

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LA MARCATURA CE

La marcatura CE è un’attestazione obbligatoria che garantisce la conformità del

prodotto alle Direttive della Comunità Europea applicabili ad esso. Dell’applicazione

della marcatura, è responsabile il produttore, l’importatore o colui che immette il

prodotto sul mercato.

Le principali normative Europee riferite al settore delle Porte e Cancelli automatizzati

sono quattro: (Direttiva Macchine; Direttiva Bassa tensione; Direttiva Compatibilità

Elettromagnetica; Direttiva Prodotti da Costruzione) e verranno successivamente

descritte.

La differenza tra la marcatura CE e i

marchi di qualità (ICIM,IMQ,GS, ecc.)

sta nel fatto che la marcatura CE indica

l’effettivo rispetto dei requisiti obbligatori

per la Comunità Europea, mentre gli altri

marchi facoltativi sono riconosciuti solo da

certi stati e forniscono agli installatori e ai rivenditori un’ulteriore garanzia di qualità.

Tale marcatura CE deve essere posta sulla macchina per quanto richiesto dalla

Direttiva Macchine, sul materiale elettrico se possibile o sull’imballo e sul manuale

delle istruzioni o sulla garanzia per la Direttiva Bassa Tensione, sull’apparecchio e

sulle istruzioni e facoltativamente sull’imballo per la Direttiva Compatibilità

Elettromagnetica.

In tutti i luoghi precedentemente descritti, la marcatura deve essere di tipo indelebile e

posta in un punto ben visibile e leggibile.

L’installatore deve porre molta attenzione nell’acquistare il materiale controllando

sempre che la marcatura CE sia sempre presente e deve leggere le istruzioni allegate al

prodotto verificando se tale apparecchio è adatto all’utilizzo che se ne vuole fare ( es:

un motore per serrande non può essere utilizzato per muovere un ascensore perché le

normative e le caratteristiche richieste sono differenti.).

Se il rivenditore o l’installatore non si accerta della presenza della marcatura CE prima

di acquistare il prodotto, è soggetto a delle specifiche sanzioni previste dalla

legislazione comunitaria.

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LE DIRETTIVE COMUNITARIE

Nella realizzazione di una nuova

automazione o nella modifica o

manutenzione di una vecchia, l’installatore

deve seguire le prescrizioni previste da una

serie di direttive della Comunità Europea.

Le principali direttive da tenere in

considerazione nell’ambito delle Porte e

cancelli motorizzati sono 4, ognuna delle

quali prende in considerazione una parte

dell’automazione.

Queste nuove direttive Europee sostituiscono le vecchie normative a livello nazionale.

Direttiva Macchine:

La direttiva esprime il concetto di “Macchina” e di

“Costruttore” , descrive le caratteristiche costruttive della

macchina, la fase di installazione, la manutenzione, la durata e

lo smantellamento in riferimento al tema essenziale della

sicurezza.

Le chiusure automatizzate sono Macchine in quanto si intende per macchina, un

insieme di parti o di componenti, di cui uno almeno mobile e azionato da un energia

non applicata direttamente dall’uomo.

Un’altra definizione fatta dalla norma, è quella di Costruttore che è colui che assembla

una Macchina, quindi l’installatore che assembla un’automazione (macchina), o ne

modifica una preesistente, è per legge il Costruttore e come tale deve adempiere a

tutti gli obblighi previsti.

Questa direttiva viene applicata alle:

- Macchine costruite o vendute per la prima volta in Italia dopo il 21 settembre 1996.

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- Macchine costruite o vendute per la prima volta in altri paesi europei dopo il 1

Gennaio 1995.

- Macchine modificate dopo il 21 settembre 1996.

Con riferimento agli impianti esistenti prima del 21 settembre 1996, la

manutenzione ordinaria o straordinaria non comporta l’applicazione della Direttiva

Macchine.

Viceversa se vengono eseguiti dei lavori che non rientrano nella normale

manutenzione della macchina, questa viene considerata come “Nuova” e quindi deve

far riferimento a tutte le norme della Direttiva Europea inerenti a tale macchina.

Se dunque viene richiesto di eseguire un intervento su tale macchina che non

rispetti la Direttiva, occorre informare il proprietario dell’impianto sulle

responsabilità civili e penali che derivano dall’inosservanza della legge, sia per il

proprietario, che per l’installatore.

Nel caso in cui il proprietario non sia disposto a porre a norma l’automazione non

bisogna assolutamente procedere con l’installazione e non è possibile ottenere nessun

documento liberatorio in quanto si è sempre tenuti ad eseguire gli impianti a regola

d’arte.

Nella nuova macchina che è stata realizzata deve essere presente una targhetta recante

la marcatura CE come descritto nell’allegato I del DPR 459/96: “ogni macchina deve

recare, in modo leggibile ed indelebile, almeno il nome del fabbricante “installatore”,

il suo indirizzo, la marcatura CE, la designazione della serie o del tipo, l’eventuale

numero di serie e l’anno di costruzione”.

Direttiva Bassa Tensione:

Il campo di applicazione di questa direttiva è su tutti i materiali e apparati elettrici e/o

elettronici alimentati con una tensione compresa tra 50V e 1000V se questa è fornita in

corrente alternata o tra 75V e 1500V se questa è fornita in corrente continua.

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Gli obbiettivi della Direttiva Bassa Tensione sono molto semplici:

• garantire un adeguato livello di sicurezza agli utilizzatori del materiale elettrico;

• garantire la libera circolazione dei prodotti elettrici in tutti gli stati dalla Comunità

Economica Europea CEE. Il materiale marchiato CE, deve assicurare la protezione dai pericoli che possono derivare

dal materiale elettrico e quindi devono essere adottate misure tecniche di sicurezza perché : • persone e animali domestici siano adeguatamente protetti dai pericoli di contatti diretti

o indiretti.

• non vi sia possibilità di riscaldamenti eccessivi dei materiali, archi elettrici o

radiazioni;

• le persone, gli animali domestici e gli oggetti siano protetti da rischi non elettrici

derivati dal materiale elettrico;

• l’isolamento del materiale scelto sia adeguato alle sollecitazioni previste.

Lo stesso marchio assicura la protezione dai pericoli dovuti all’influenza di fattori

esterni sul materiale elettrico che:

• deve avere le caratteristiche meccaniche necessarie a non causare pericolo alle

persone, agli animali domestici e agli oggetti nel luogo in cui è collocato

• deve essere costruito in maniera sicura ed adeguata all’uso nelle condizioni

ambientali previste

• deve resistere alle condizioni di sovraccarico previste.

Direttiva Compatibilità Elettromagnetica:

La Direttiva Compatibilità elettromagnetica si applica ad ogni apparecchio in grado di

generare o di essere influenzato dalle perturbazioni elettromagnetiche.

Richiede che le emissioni elettromagnetiche non interferiscano con il regolare

funzionamento degli apparecchi radio e di telecomunicazione e che non vengano

influenzati con pericolo nelle proprie funzioni in presenza di perturbazioni

elettromagnetiche prevedibili.

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Direttiva Materiali da Costruzione:

La Direttiva Prodotti da Costruzione recepita a livello nazionale con il DPR n°. 246

del 21 aprile 1993, stabilisce i criteri di immissione sul mercato dei prodotti da

costruzione, basati sull’idoneità all’impiego previsto, e la conseguente marcatura CE

in modo da rimuovere le barriere di natura tecnica che attualmente ostacolano la libera

circolazione dei prodotti da costruzione sul mercato comunitario.

Tale direttiva fissa a 6 i requisiti essenziali che le opere devono avere e che i prodotti

della costruzione, che in esse vengono incorporati in modo permanente, non devono

assolutamente compromettere:

1) Resistenza meccanica e stabilità

2) Sicurezza in caso di incendio

3) Igiene, salute e ambiente

4) Sicurezza nell’impiego

5) Protezione contro il rumore

6) Risparmio energetico e ritenzione di calore

NORMATIVE DEL SETTORE RIFERITE ALLE 4

DIRETTIVE

Essendo le direttive generiche, queste descrivono solo le linee guida da seguire e fanno

riferimento alle norme specifiche dei vari settori.

Nel nostro caso delle Porte e Cancelli automatici le norme a cui facciamo riferimento

sono le seguenti:

- EN 292.1 Concetti fondamentali, principi generali di progettazione, terminologia

metodologia di base

Qualche figura relativa al discorso mat. da costruz

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- EN 292.2 Concetti fondamentali, principi generali di progettazione, specifiche e

principi tecnici

- EN 294 Distanze di sicurezza per gli arti superiori

- EN 349 Spazi minimi per evitare lo schiacciamento di parti del corpo

- EN 1050 Valutazione dei rischi

- EN 60204-1 Sicurezza del macchinario – equipaggiamento elettrico delle macchine,

regole generali

- EN 50081-1 Compatibilità elettromagnetica: Norma generica di emissione e di

- EN 50082-1 immunità.

Classe della norma: Domestico, civile, industriale leggero

- prEN 12604/12605 Aspetti Meccanici, Requisiti e Classi – Metodi di Prova

- prEN 12453 Sicurezza d’uso di chiusure automatizzate, Requisiti e Classi

- prEN 12445 Sicurezza d’uso di chiusure automatizzate, Metodi di Prova

- prEN 12635 Procedura per installazione e uso in sicurezza

- prEN 12978 Sensori, Requisiti, Classi e Metodi di prova

- prEN 12650-1/2 Accessori – requisiti e metodi di prova per le chiusure pedonali

automatizzate

- CEI EN 60335-1 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare,

norme generali

- UNI 8612 Cancelli e portoni motorizzati – Criteri costruttivi e dispositivi

di protezione contro gli infortuni

- CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore

a 1000 V in ca. e 1500 V in cc.

Essendo queste normative alquanto complesse, descriveremo tramite una nostra

interpretazione uno alla volta i punti più importanti per aiutare in questo modo

l’installatore nella comprensione di tali normative.

Questo però non solleva l’installatore a leggere le norme e ad informarsi sugli

eventuali aggiornamenti o modifiche future.

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EN 292.1 - EN 292.2

La normativa EN 292.1 e EN 292.2 chiarifica e definisce il significato della

terminologia tecnica specifica e descrive i sistemi di ricerca e progettazione dei

macchinari in modo tale da eliminare tramite particolari accorgimenti i problemi di

sicurezza del macchinario. I Possibili rischi derivanti dalla macchina sono:

1) Pericolo di natura meccanica

2) Pericolo di natura elettrica

3) Pericolo di natura termica

4) Pericoli generati da vibrazioni

5) Pericoli generati da radiazioni

6) Pericoli generati da materiali e sostanze

7) Pericolo derivanti dall’inosservanza dei principi ergonomici in fase di progettazione

Per evitare questi pericoli è opportuno eseguire una strategia per la scelta delle misure

di sicurezza. Queste sono una combinazione di misure studiate dal progettista e

richieste dall’utilizzatore, che vengono adottate in fase di progettazione nel seguente

ordine:

- specificare i limiti della macchina

- individuare i pericoli e valutare i rischi

- eliminare i pericoli o limitare, per quanto possibile, i rischi

- progettare ripari e/o dispositivi di sicurezza (protezioni) contro qualsiasi pericolo residuo

- informare ed avvisare l’utilizzatore circa qualsiasi pericolo residuo

- considerare qualsiasi precauzione supplementare

Per il funzionamento continuo e sicuro della macchina, è importante che le misure

di sicurezza ne consentano un facile uso e non ostacolino il proprio funzionamento.

Questo evita che gli utilizzatori modifichino tali sicurezze per un utilizzo più agevole

dell'apparecchio.

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Per ridurre tali rischi è opportuno prendere in considerazione nella fase di progetto i

seguenti accorgimenti:

- Eliminare se possibile bordi e angoli vivi, parti sporgenti e superfici rugose

- Calcolare lo spazio di spostamento tra gli organi meccanici in modo da eliminare

possibili rischi di schiacciamento e cesoiamento.

- Limitare al minimo indispensabile la velocità delle parti in movimento

- Limitare al minimo il rumore e le vibrazioni della macchina.

- Analizzare se il tipo di materiale utilizzato nella costruzione delle varie parti è adatto

all’utilizzo che ne viene fatto.

- Porre l’utilizzatore nella condizione di utilizzo più agevole (comandi facilmente

accessibili, sforzi di utilizzo ridotti)

EN 294

In questa normativa vengono definite e descritte le distanze di sicurezza da rispettare

in modo tale da impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori.

Per definire tali distanze la normativa presenta due tipici esempi quali:

- Accessibilità verso l’alto (Fig.1)

- Accessibilità al disopra di strutture di protezione (Fig.2)

Fig1 Fig2

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Altezza della

zona pericolosa a

Altezza della struttura di protezione b 1) 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200 2400 2500

Distanza orizzontale dalla zona pericolosa c 2500 2) - - - - - - - - - 2400 100 100 100 100 100 100 100 100 - 2200 600 600 500 500 400 350 250 - - 2000 1100 900 700 600 500 350 - - - 1800 1100 1000 900 900 600 - - - - 1600 1300 1000 900 900 500 - - - - 1400 1300 1000 900 800 100 - - - - 1200 1400 1000 900 500 - - - - - 1000 1400 1000 900 300 - - - - - 800 1300 900 600 - - - - - - 600 1200 500 - - - - - - - 400 1200 300 - - - - - - - 200 1100 200 - - - - - - -

0 100 200 - - - - - - - 1) Non sono considerate le strutture di protezione di altezza minore di 1000 mm perché non

limitano sufficientemente il movimento del corpo. 2) Per le zone pericolose al di sopra di 2500mm vedere 4.2.

Tabella relativa alla fig. 2

Accessibilità verso l’alto :

• Se la zona pericolosa è a rischio ridotto, l'altezza h deve essere maggiore o uguale

a 2500mm

• Se la zona pericolosa è a rischio elevato allora l'altezza h deve essere maggiore di

2700mm oppure si devono adottare altre misure di sicurezza.

Accessibilità al disopra di strutture di protezione

Viene usata la seguente simbologia:

a altezza della zona pericolosa

b altezza della struttura di protezione

c distanza orizzontale della zona pericolosa

• Se la zona pericolosa non è a rischio elevato, si possono tenere come valori di

riferimento le distanze fornite nella tabella soprastante. Non si devono eseguire

interpolazioni bensì si tiene sempre in considerazione il livello di sicurezza più

elevato.

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Tali distanze sono state calcolate analizzando le caratteristiche del corpo umano.

EN 349

Una macchina è da considerarsi sicura se può svolgere la sua funzione, essere

trasportata, installata, regolata, mantenuta, smantellata ed eliminata nelle condizioni

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del suo uso previsto, senza provocare lesioni o danni alla salute.

Un metodo per evitare il pericolo di schiacciamento di parti del corpo consiste nell’uso

degli spazi minimi indicati nella presente norma.

Quindi lo scopo di tale norma è di consentire a coloro che utilizzano la macchina, di

evitare i pericoli derivati dalle zone di schiacciamento definendo quali siano gli spazi

minimi.

Questa norma può essere applicata soltanto ai rischi derivanti dai pericoli di

schiacciamento.

Gli spazi minimi, relativi al pericolo di schiacciameto delle varie parti del corpo, sono

elencati e raffigurati nella tabella soprastante.

EN 1050

La funzione della presente norma è di descrivere i principi generali per una procedura

sistematica e coerente della valutazione dei rischi.

La presente norma fornisce una guida sulle informazioni richieste per consentire

l’esecuzione della valutazione dei rischi, dando dei consigli sulle decisioni da prendere

per la sicurezza delle macchine e sul tipo di documentazione richiesta per verificare

l’esecuzione di una corretta analisi dei rischi.

Il processo di analisi che ci permette di rendere sicura la nostra macchina è il

seguente:

1) Determinazione dei limiti della macchina

2) Identificazione dei pericoli

3) Stima dei rischi

Per la determinazione dei limiti della macchina valutare i rischi tenendo in

considerazione:

a) Le fasi di vita della macchina quali:

- costruzione

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- assemblaggio

- installazione

- regolazione

- messa a punto

- addestramento

- funzionamento

- pulizia

- ricerca dei guasti

- manutenzione

- messa fuori servizio

- smaltimento

b) I limiti della macchina:

- limiti di uso : limiti dell’uso ai quali la macchina è destinata con le indicazioni del

fabbricante

- limiti di spazio: ampiezza dei movimenti, esigenze di spazio per l’installazione della

macchina

- limiti di tempo: determinazione del possibile tempo di vita della macchina

c) tutti gli usi prevedibili della macchina da parte delle persone

d) l’esposizione di persone esterne ai pericoli associati alla macchina quando può essere

ragionevolmente prevista

Per l’identificazione del pericolo analizzare tutti i possibili tipi di rischi derivanti dalla

macchina descritti nella normativa UNI EN 292.1, EN 292.2

Dopo aver identificato i pericoli, si deve eseguire la stima dei rischi per ogni pericolo

analizzando la gravità del possibile danno e la possibilità che tale danno si verifichi.

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EN 60204-1

Questa norma fornisce le indicazioni e le raccomandazioni relative

all’equipaggiamento elettrico delle macchine in modo da garantire:

- la sicurezza delle persone e dei beni

- la congruenza delle risposte ai comandi

- la facilità della manutenzione

La norma prende in considerazione la macchina dalla connessione con

l’alimentazione all’equipaggiamento elettrico e si applica ai dispositivi aventi

tensioni nominali non superiori a 1000 Vac o 1500 Vcc tra le fasi e frequenze

nominali non superiori a 200 Hz.

Essendo la norma ad ampio raggio di utilizzo andremo a descrivere solamente le parti

che riteniamo utili per l’installatore di Porte e Cancelli automatici.

L’equipaggiamento elettrico deve essere preso in considerazione per la valutazione dei

rischi in quanto si possono verificare una serie di guasti tali da compromettere la

sicurezza dell’utilizzatore. Questi possono essere:

- guasti o avarie nell’equipaggiamento elettrico che portano ad una possibile scossa

elettrica o fiamma di origine elettrica.

- Guasti o avarie in circuiti di comando che provocano un cattivo funzionamento della

macchina

- Disturbi e interruzioni nelle sorgenti di energia esterne così come guasti o avarie nei

circuiti di potenza che provocano un cattivo funzionamento della macchina.

- Interferenze elettriche provenienti dall’esterno o generate internamente

dall’equipaggiamento elettrico

- Energia accumulata (sia elettrica che meccanica)

- Disturbi sonori su livelli che possono provocare problemi di salute alle persone

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a. Prescrizioni generali

Da tenere in considerazione nella realizzazione

di una macchina è l’ambiente in cui verrà

utilizzata in quanto la normativa prevede che

l’apparecchiatura debba funzionare

correttamente ad una temperatura tra +5 e

55°C con umidità relativa compresa tra 30 e

95% e ad altitudini fino a 1000m sopra il

livello del mare.

Deve anche essere protetta da agenti contaminanti quali (Polveri, acidi, gas corrosivi ).

Nella collocazione dell’equipaggiamento tenere in considerazione i principi

ergonomici e le possibili vibrazioni o urti a cui può essere sottoposta influenzandone

così il suo funzionamento.

b. Morsetti dei conduttori di alimentazione e dispositivi di interruzione e

commutazione

E’ raccomandabile dove possibile che

l’equipaggiamento elettrico della macchina

sia collegato ad un’unica alimentazione di

potenza.

Per la connessione del conduttore di terra

deve essere predisposto un morsetto in

prossimità dei conduttori di fase associati;

tale morsetto deve essere identificato dalla

scritta PE.

Deve essere previsto a monte dell’automazione un dispositivo di sezionamento

dell’alimentazione a comando manuale che permetta di separare la parte elettrica

della macchina dall’alimentazione, quando richiesto.

Tale dispositivo di sezionamento può essere un interruttore-sezionatore, un sezionatore

con contatto ausiliario, un interruttore automatico, o una combinazione presa/spina.

Oltre a questo dispositivo di sezionamento deve essere previsto nelle immediate

vicinanze della macchina in un luogo facilmente visibile ed accessibile un dispositivo

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per la prevenzione degli avviamenti imprevisti che tolga alimentazione alla macchina

(pulsante rosso di sicurezza a fungo).

c. Protezione contro la scossa elettrica

L’equipaggiamento elettrico deve assicurare la protezione delle persone contro la

scossa elettrica dovuta ai contatti diretti o indiretti.

Tale protezione può essere realizzata tramite l’ausilio di parti plastiche o metalliche

che non permettano di accedere alle parti elettriche se non tramite l’utilizzo di

particolari attrezzi o chiavi che consentono il loro disinserimento.

Un'altra protezione molto importante è quella dell’interruzione automatica

dell’alimentazione in caso si manifesti un guasto all’isolamento.

Questa protezione permette, tramite l’utilizzo di dispositivi di protezione che

assicurano l’interruzione dell’alimentazione in caso di guasto, di impedire che una

tensione di contatto persista per un tempo tale da creare una condizione pericolosa.

d. Protezione dell’equipaggiamento

La protezione contro le sovracorrenti deve essere prevista ogni qualvolta la corrente

in un circuito di una macchina può superare il valore nominale dei componenti

oppure la portata ammissibile dei conduttori.

Per proteggere le parti elettriche da tali correnti, devono essere applicati sulla linea di

alimentazione dei dispositivi quali ( interruttori magneto-termici, fusibili ecc.) con

potere di interruzione adeguatamente calcolato in base alla centrale elettrica e agli

utilizzatori.

Se una caduta di tensione o un’interruzione dell’alimentazione possono essere causa di

un cattivo funzionamento della centrale elettrica, deve essere previsto un dispositivo di

minima tensione che assicuri la protezione appropriata.

e. Collegamenti equipotenziali

Tutte le parti strutturali della centrale elettrica o della machina che non garantiscano

un isolamento dell’alimentazione devono essere collegate ad un circuito

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equipotenziale (messa a terra) che eviti il

rischio di scosse derivanti da correnti

parassite o perforazioni dell’isolamento.

Ogni punto di connessione al circuito

equipotenziale deve essere identificato

utilizzando il relativo segno grafico o

utilizzando conduttori che presentino la

combinazione di colore giallo-verde.

f. Circuiti e funzioni di comando

Ogni macchina deve essere equipaggiata con un arresto di categoria 0 che in caso di

emergenza tolga alimentazione alla centrale elettrica tramite il solo utilizzo di

componenti elettromeccanici.

Tale dispositivo di emergenza comporta le presenti prescrizioni:

- deve in ogni modo di funzionamento prevalere su tutte le altre funzioni ed operazioni

- l’alimentazione di potenza degli attuatori di una macchina che può portare a condizioni

pericolose deve essere interrotta il più rapidamente possibile senza causare altri pericoli

- il riarmo non deve comportare un nuovo avviamento automatico

Questo dispositivo può essere per esempio il cosiddetto “Fungo di emergenza” che

deve essere collocato in un punto ben accessibile e visibile nelle vicinanze del

cancello.

L’avviamento di una operazione

deve essere possibile soltanto se

tutte le protezioni di sicurezza

sono presenti e funzionano.

E’ per questo motivo che le

ultime centrali Nice prevedono un

sistema di Fototest che verifica

l’efficienza dei dispositivi di

sicurezza quali sono le

fotocellule.

Connettore Pluto oppure messa a terra nel PL4024.

Figura relativa al FotoTest oppure centrale A824

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Se la macchina, nel caso in cui vada oltre i

limiti della corsa, può provocare

condizioni di pericolo allora devono essere

installati dei dispositivi di limitazione che

interrompano i circuiti di alimentazione

presenti nella stessa macchina.

I guasti di terra sui circuiti di comando

non devono provocare un avviamento

indesiderato, movimenti pericolosi, o

impedire l’arresto della macchina.

Se viene utilizzata una memoria nel caso di interruzione di tensione e la perdita del

contenuto di tale memoria può portare ad una condizione pericolosa allora deve essere

assicurato il fatto che questa situazione non possa mai presentarsi.

g. Interfaccia con l’operatore e dispositivi di comando montati sulla macchina

I dispositivi di comando montati sulla macchina devono essere:

- facilmente raggiungibili per il funzionamento e la manutenzione

- montati in un luogo nel quali non siano soggetti a danneggiamento dovuto a parti in

movimento.

I dispositivi di comando azionati a mano devono essere scelti e installati in modo che:

- si trovino ad un’altezza non inferiore a 0,6m sopra i piani di lavoro.

- L’operatore non venga a trovarsi in una situazione pericolosa quando li manovra

- Sia minima la possibilità di azionamento involontario.

Tali dispositivi di comando una volta montati devono sopportare le sollecitazioni

dell’uso a cui sono destinati e avere un grado minimo di protezione pari a IP54, ma

preferibilmente IP55.

I dispositivi di comando devono essere realizzati con pulsanti di colore adeguato

conforme alla norma.

A824 con particolare attenzione sul PIC.

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I colori dei pulsanti di avviamento sono il bianco, il grigio o il nero, con una

preferenza per il primo citato. E’ ammesso anche il verde, il rosso non deve essere

usato.

Il colore rosso deve essere usato per i pulsanti Arresto di emergenza, mentre per i

pulsanti di arresto sono da utilizzare i colori nero, grigio o il bianco, è ammesso anche

il rosso mentre il verde non deve essere usato.

Il bianco , il nero, e il grigio sono i colori preferiti per i pulsanti che provocano

alternativamente l’avviamento e l’arresto; il rosso, il giallo ed il verde non devono

essere usati a tale scopo.

I colori bianco, nero e grigio sono i colori preferiti anche per pulsanti che provocano il

funzionamento a uomo presente; i colori rosso, giallo, verde non devono essere usati a

tale scopo.

Il verde è riservato per funzioni che indicano condizioni normali o di sicurezza.

Il giallo è riservato per funzioni che indicano attenzione o condizioni anormali.

Il blu è riservato a funzioni di significato obbligatorio.

Tali pulsanti devono avere anche una marcatura adeguata all’uso.

Il seguenti simboli indicano:

417-IEC-5007 pulsante di avviamento o inserzione

417-IEC-5008 pulsante di arresto o disinserzione

417-IEC-5010 pulsanti che provocano alternativamente avviamento e arresto o

inserzione e disinserzione

417-IEC-5011 pulsanti che provocano un utilizzo a uomo presente

Oltre ai pulsanti di comando nei dispositivi di controllo devono essere presenti degli

indicatori luminosi che forniscono le seguenti informazioni:

- Segnalazione: per attirare l’attenzione dell’operatore o per indicargli di eseguire una

determinata manovra. I colori rosso, giallo, verde e blu sono abitualmente usati per

questo scopo.

- Conferma: per confermare un comando, uno stato o una combinazione o per confermare

la fine di un pericolo di cambiamento o di transizione. I colori blu, bianco sono

abitualmente usati per questo scopo.

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h. Apparecchiature di comando: ubicazione, montaggio e involucri

Tutte le parti delle apparecchiature di comando devono essere posizionate ed orientate

in modo che possano essere identificate senza che esse o il cablaggio debbano essere

rimosse.

Per le parti che richiedono una verifica del buon

funzionamento o che possano necessitare la

sostituzione, queste azioni devono essere

possibili senza smontare altri equipaggiamenti o

parti della macchina.

Tutte le apparecchiature di comando devono

essere montate in modo da facilitare il

funzionamento e la manutenzione dal fronte.

Tali apparecchiature di comando devono avere un grado di protezione atto al luogo e

all’utilizzo che ne deve essere fatto, con un minimo di protezione paria IP 54.

i. Conduttori e cavi

Cavi e conduttori devono essere scelti in modo che siano adatti alle condizioni di

funzionamento e alla influenze esterne che possono verificarsi.

Tab. 5 Tab.6

Fig. Morsettiere estraibili

23

E’ opportuno che i conduttori utilizzati siano di rame, isolati e che non propaghino la

fiamma.

La resistenza meccanica dei cavi deve essere tale che l’isolamento non possa essere

danneggiato durante il funzionamento o le fasi di cablaggio.

La caduta di tensione non deve superare il 5% della tensione nominale e la sezione

minima deve assicurare un’adeguata resistenza meccanica.

l. Cablaggio

Tutte le connessioni, devono essere assicurate contro l’allentamento accidentale.

Il dispositivo di connessione deve essere adatto alla sezione e natura dei conduttori che

devono essere ad esso connessi.

La connessione di due o più conduttori ad un morsetto è permessa solo nei casi in cui

il morsetto è progettato per questo scopo.

I morsetti di tali morsettiere devono essere

chiaramente identificati al fine di trovare la

corrispondenza sugli schemi.

I conduttori e i cavi devono essere stesi da

un morsetto all’altro senza giunzioni

intermedie o saldature.

Le estremità dei cavi multipolari devono

essere fissate in modo tale che nessuna sollecitazione meccanica eccessiva possa

essere esercitata sulle estremità dei conduttori.

Nella realizzazione delle connessioni devono essere sempre tenuti in considerazione i

colori dei conduttori da utilizzare secondo il seguente criterio:

- condutture giallo: non deve essere utilizzato dove può creare confusione con il

conduttore giallo-verde.

- condutture verde: non deve essere utilizzato dove può creare confusione con il

conduttore giallo-verde.

- conduttore giallo-verde : per connessioni di circuiti equipotenziali

- conduttore blu chiaro: per distribuzione del conduttore di neutro

- conduttore nero: circuiti di potenza in c.a. e c.c.

- conduttore rosso: circuiti di comando in c.a.

Morsettiera con evienza sulla serigrafia

24

- conduttore blu: circuiti di comando in c.c.

- conduttore arancio: circuiti di comando di interblocco alimentati da una sorgente di

potenza esterna

Per connessioni di parti in movimento devono essere utilizzati conduttori adatti

all’uso flessibile e devono essere supportati in modo tale che non si abbiano

sollecitazioni eccessive sui punti di connessione o brusche curvature.

A tale scopo il festone deve avere una sufficiente lunghezza per consentire un raggio

di curvatura del cavo di almeno dieci volte il suo diametro esterno.

Quando i cavi sottoposti al movimento sono posizionati vicino a parti mobili, devono

essere prese delle precauzioni in modo che sia mantenuto uno spazio tra i cavi e le

parti mobili di almeno 25 mm.

m. Segnali di avvertimento

I contenitori che non mostrano chiaramente di contenere dispositivi

elettrici devono essere marcati con una saetta nera su sfondo giallo in un

triangolo nero.

n. Prove

Quando l’equipaggiamento elettrico è completamente collegato alla macchina, deve

essere sottoposto alle seguenti prove:

a) Continuità del circuito di protezione

Il circuito di protezione equipotenziale deve essere esaminato a vista e deve essere

effettuata una verifica sulla stabilità delle connessioni dei circuiti di protezione.

25

In aggiunta, la continuità del circuito di protezione deve essere verificata facendo

passare una corrente di almeno 10A a 50 Hz derivata da una sorgente PELV per un

periodo di 10s.

Le prove devono essere effettuate tra il morsetto PE e i vari punti che fanno parte del

circuito di protezione equipotenziale.

La tensione misurata tra il morsetto PE e i punti di prova non deve superare i valori

riportati nella tabella.

b) Prove di resistenza all’isolamento

La resistenza d'isolamento misurata a 500V in c.c. tra i conduttori del circuito di

potenza e il circuito di protezione equipotenziale non deve essere minore di 1M ohm.

c) Prove di tensione

L’equipaggiamento elettrico deve sopportare una tensione di prova applicata per un

periodo di almeno 1 sec. tra i conduttori di tutti i circuiti, esclusi quelli destinati a

funzionare alle tensioni PELV o inferiori, e il circuito di protezione equipotenziale.

La tensione di prova deve:

- avere un valore doppio della tensione d’alimentazione nominale dell’equipaggiamento, o

di 1000V, scegliendo il valore più elevato.

- Essere a una frequenza di 50 Hz

- Essere fornita da un trasformatore di potenza nominale minima di 500VA.

I componenti che non sono dimensionati per superare questa prova devono essere

sconnessi durante tale verifica.

c) Protezione contro le tensioni residue

Le prove devono essere fatte per assicurare che qualsiasi parte attiva che dopo

l’interruzione dell’alimentazione mantiene una tensione residua superiore a 60V riesca

a scaricarla a non oltre 60V entro 5 secondi da l’interruzione dell’alimentazione,

facendo attenzione che la scarica non provochi un funzionamento anomalo

dell’equipaggiamento.

e) Prove funzionali

Le funzioni della centrale elettrica, con particolare attenzione a quelle relative alla

sicurezza e alla protezione, devono essere provate.

26

UNI EN 50081-1 e EN 50082-1

Queste due normative che si applicano ad ogni apparecchio in grado di generare o di

essere influenzato dalle perturbazioni elettromagnetiche non sono di interesse diretto

dell’installatore di Porte e Cancelli automatici in quanto l’osservanza di tale

normativa è di competenza del produttore dell’automatismo.

L’installatore dovrà solamente seguire le prescrizioni di installazione fornite dal

produttore dell’automatismo

CONTROLLO REMOTO E FREQUENZE ABILITATE

Quando si parla di porte e cancelli automatici molto spesso si fa riferimento ad un loro

possibile controllo remoto. Ecco quindi la necessità di disciplinare anche i prodotti a

radiofrequenze secondo opportuni criteri.

In questo settore la legislazione prevede quindi la raccomandazione CEPT/ERC 70-03

ETSI Standard 300-220 valida in tutti i paesi della comunità europea e che autorizza

l'utilizzo delle seguenti frequenze:

• 26.957 - 27.283 MHz

• 40.660 - 40.700 MHz

• 433.05 - 434.79 MHz

Inoltre il decreto del ministero delle poste e telecomunicazioni n.333 del 15

marzo1994 autorizza l'uso delle seguenti gamme di frequenze al solo territorio

italiano:

• 25.700 - 27.600 MHz

• 29.800 - 29.900 MHz

• 30.850 - 30.962 MHz

27

COS’E’ LA prEN

Le normative seguenti come tutte quelle siglate prEN……….. sono delle proposte di

normativa a livello europeo, quindi vengono prese in considerazione solo perché allo

stato attuale delle cose non esiste nessuna norma specifica del settore che sia già stata

emanata.

C’è da dire comunque che queste normative specifiche del settore Porte e Cancelli

automatici, rispecchieranno quasi totalmente le future normative recepite a livello

europeo.

E’ quindi opportuno prenderle in considerazione, prestando comunque molta

attenzione ai successivi sviluppi di queste norme.

prEN 12604

Questa norma, specifica i requisiti relativi alle caratteristiche meccaniche di chiusure

industriali, commerciali, di garage, e cancelli con funzionamento manuale o

automatico, definisce inoltre i requisiti minimi per assicurare una costruzione sicura e

un corretto utilizzo della chiusura .

Tali chiusure possono essere, scorrevoli, pieghevoli a libro in senso laterale,

basculanti, a perno, girevoli, a sollevamento verticale e di altro tipo con numerose

varianti per ogni tipo.

I pericoli relativi all’uso o al funzionamento delle chiusure sono solitamente lo

schiacciamento, il cesoiamento, il tranciamento, o il convogliamento del corpo

umano.

I pericoli sono anche dovuti alla disintegrazione strutturale del sistema di

sospensione dell’anta o di altre parti dovuta a fatica meccanica, logorio, corrosione,

insufficiente resistenza per sopportare le forze statiche e dinamiche.

La chiusura non deve quindi causare danni dovuti a:

- movimento non voluto o non controllato dell’anta della chiusura dovuto a forze esterne

quali il vento, la neve, l’acqua, ecc..

- movimento non voluto o non controllato dell’anta conseguente al disgregarsi del

sistema di chiusura

28

- movimenti voluti dell’anta che portino a convogliare persone o oggetti in qualsiasi

posizione

- insufficiente individuazione dovuta a materiale trasparente

- non prevedibilità del comportamento

- mancanza delle opportune istruzioni sul funzionamento

- rottura di alcune parti del battente

La scelta del tipo di chiusura e delle sue caratteristiche va fatta in funzione del luogo

dove la chiusura va installata e ai requisiti di operatività della stessa.

La sicurezza nell’utilizzo, la facilità d’uso, l'entità e la frequenza della manutenzione

sono legate alla scelta del tipo di chiusura, modo di operare, frequenza di operazione,

ecc.

Il costruttore deve dare tutti i dati tecnici necessari per l’uso della chiusura compreso

il numero dei cicli operativi completi per cui il prodotto è progettato, prevedendo la

manutenzione programmata e la sostituzione delle parti soggette ad usura.

La regola generale nella progettazione della chiusura è di rispettare i criteri della

buona costruzione, con materiale opportuno, adeguatamente resistente e non

soggetto di ovvi difetti.

Le chiusure devono essere progettate e installate in modo da poter essere usate,

ispezionate e sottoposte a manutenzione.

1) Fattori di sicurezza per la costruzione

La resistenza strutturale del progetto di una chiusura va determinata con metodi teorici

e prove in accordo con le norme tecniche e fattori di sicurezza adeguati; tenendo conto

delle forze che si possono presentare durante il normale movimento.

I fattori minimi di sicurezza specificati sono indicati nella seguente tabella nella quale

possiamo notare che per la prova di deformazioni permanenti, il carico deve essere

1.10 volte il carico massimo previsto durante il normale funzionamento.

29

Fattori di sicurezza

CONDIZIONI DI

CARICO

FATTORI DI SICUREZZA

Per la progettazione

Fattore di

sicurezza per il

TEST

Sforzo dovuto a

pressione differenziale

2.0 Resistenza minima di

rottura

1.5 snervamento

1.10

Sforzo dovuto ad altri

carichi, ad esempio la

massa propria

3.5 Resistenza di minima

rottura

2.0 snervamento

1.10

2) Ante delle chiusure

Le ante delle chiusure vanno progettate per una pressione differenziale secondo la

classe n°1 della prEN 12424 “Resistenza al carico del vento”.

La flessione delle ante delle chiusure o di altri elementi dovuti alla pressione

differenziale considerata non devono causare deformazioni permanenti o creare alcun

pericolo di deragliamento o simile.

3) Superfici trasparenti

Nel caso le ante presentino delle superfici trasparenti queste devono essere o di

materiali colorati o presentare marcature sufficienti che impediscano alle persone un

impatto accidentale.

4) Protezione contro movimenti non intenzionali e non controllati

L’anta come ogni altra parte mobile, va progettata in modo da prevenire durante

l’uso lo sgancio o il deragliamento di tali parti mobili, il contatto con ostacoli o

guasti degli organi di sospensione.

L’anta della chiusura va fermata nella posizione finale mediante paraurti di vario tipo

che evitino impatti eccessivi.

30

Le chiusure a funzionamento verticale

vanno costruite in modo che nell’uso

normale il movimento della chiusura possa

essere fermato in qualsiasi posizione

adottando una delle seguenti tecniche:

- Un sistema a freno che interviene

automaticamente quando il movimento viene

fermato

- Un sistema di bilanciamento che mantiene in equilibrio la chiusura in qualsiasi posizione

- Un sistema di bilanciamento che mantiene in equilibrio l’anta solo nelle posizioni di

completa apertura o chiusura , ma che nelle altre posizioni lo sbilanciamento sia il

minore possibile e che comunque non ecceda i 150N per il bordo di chiusura principale.

- Un congegno autosostenente che mantenga l’anta ferma in qualsiasi posizione

5) Salvaguardia contro la caduta delle ante nelle chiusure a funzionamento

verticale

Tali chiusure a funzionamento verticale vanno protette contro la caduta o incontrollato

squilibrio in caso di guasto (di un componente nelle sospensioni o del sistema di

bilanciamento ) se le forze massime di sbilanciamento sul bordo principale superano i

200N.

Le salvaguardie contro la caduta possono essere un fermo, un freno di sicurezza o

qualsiasi caratteristica che garantisca che l’anta si fermi entro una caduta di 20 cm ( 30

cm ad altezze superiori ai 2.50 metri) e che resti in tale posizione.

Questo dispositivo si deve attivare automaticamente a seguito della rottura della

sospensione e va progettato in modo che il meccanismo una volta attivato, non slitti

per effetto di vibrazioni, oscillazioni ecc..

6) Operazione manuale e forze per funzionamento manuale

Il progetto e la costruzione di una chiusura vanno fatti in modo tale che possa aprirsi e

chiudersi senza esporre l’utente a sforzi e spinte che possano essere dannosi.

31

La chiusura per impiego manuale si deve

aprire e chiudere con una forza non

superiore ai 150 N per chiusure di tipo

residenziale, e di 260 N per chiusure

industriali/commerciali.

L’installatore essendo il costruttore della

macchina è responsabile di tutte le parti che

la compongono e deve assicurare che queste

siano adatte all’utilizzo che ne viene fatto.

7) Molle – Contrappesi – cavi di acciaio – catene - cinghie

Le molle devono essere sistemate in modo che non causino funzionamenti difettosi, e

protette per evitare l’eiezione di queste in caso di rottura.

Nel caso di contrappesi questi devono essere protetti nella loro corsa per 2,5 m dal

livello del suolo stabile .

Se si usano cavi di acciaio per la sospensione della chiusura, si devono usare almeno 2

cavi di acciaio con fattore di

sicurezza maggiore a 6.

Le carrucole e i tamburi devono

avere un diametro almeno 20 volte

maggiore del diametro del cavo.

Tali carrucole devono essere

progettate in modo che il cavo di

acciaio non possa saltare fuori

dalla puleggia.

Se vengono utilizzate cinghie, queste non devono essere costruite con materiali

soggetti all’invecchiamento e ciascuna cinghia deve avere un fattore di sicurezza non

inferiore a 6.

Fig. Un qualsiasi sblocco NICE

32

prEN 12605

Prova di resistenza:

Obiettivo: La prova verifica che la chiusura resista ai movimenti senza deformazioni

permanenti che alterino le sue funzioni.

Procedura: La chiusura va aperta e chiusa completamente 10 volte alla massima

velocità e con la massima forza

Risultati della prova: Una volta terminati i cicli, vanno controllate le deformazioni di

dimensione e di forza, nonché l’usura.

Verifica degli accorgimenti presi contro lo sgancio e la fuoriuscita:

Obiettivo: Verificare che lo sgancio o la fuoriuscita dell’anta a causa di ostacolo o

guasto non avvenga.

Procedura:

a) L’anta deve muoversi a velocità normale una singola volta contro l’ostacolo

b) Va simulato un guasto di un organo di sospensione non rigido, come corde, catene o

cinghie.

Risultati della prova: Esaminare se l’anta è rimasta nella guida o negli elementi della

guida e che essi non presentino deformazioni permanenti che ne pregiudichino la

funzionalità.

Verifica degli accorgimenti presi contro movimenti incontrollati di ante che si

muovono verticalmente:

Obiettivo: Verificare che il movimento dell’anta può essere fermato in qualsiasi

posizione evitando movimenti pericolosi non controllati

Procedura: Durante 5 movimenti di apertura e di chiusura l’anta va fermata 10 volte

in posizioni diverse spegnendo l’unità di comando e verificare in questo modo la

distanza di oltrecorsa fino alla posizione di fermo.

Risultati della prova: Esaminare dopo quale distanza di oltrecorsa le chiusure

automatizzate si fermano e se la distanza è costante e regolare.

Verifica delle forze richieste per il movimento manuale:

Obiettivo: Verificare le forze richieste per aprire l’anta in uso normale in assenza di

alimentazione

33

Procedura: L’anta va posta in apertura in chiusura e a metà corsa e verificare la forza

necessaria per muovere l’anta.

Risultati della prova: Si misurano le forze massime statiche richieste per l’operazione

manuale e si confrontano con i valori ammessi.

Verifica della velocità e delle forze di autochiusura:

Obiettivo: L’obiettivo del test è quello di verificare la velocità operativa delle forze.

Procedura: La velocità nell’uso normale, dovuta solamente alla gravità o ad altro

meccanismo automatico va misurata o tramite il tempo impiegato per una determinata

distanza oppure mediante una misura di velocità.

Vanno inoltre misurate le forze dell’anta nel suo movimento normale e nelle posizioni

previste.

Risultati della prova: I risultati vanno confrontati con i valori ammessi.

PrEN 12453

Tale norma ha lo scopo di definire i requisiti e le classi di sicurezza nell’uso normale o

eventualmente anomalo delle chiusure.

I pericoli possono essere suddivisi in varie categorie:

1- Pericoli nel movimento normale dell’anta che si possono verificare:

- tra il bordo di chiusura principale e secondario ed il bordo opposto

- tra i bordi di chiusura e gli ostacoli che si trovano nell’area di chiusura

- tra le ante che si sovrappongono

- tra i bordi di contorno dell’anta e le parti fisse nelle vicinanze

- tra le fessure e la luce dell’anta, se variano di dimensione durante il movimento

dell’anta stessa

- nelle parti sporgenti dell’anta

- su parti mobili dell’automazione

34

2- Pericoli nel movimento normale dell’anta in condizione anomala che si possono

verificare sono:

- ante che escono dalle guide

- caduta involontaria delle ante per guasto

I pericoli per schiacciamento, cesoiamento e aggancio si possono evitare:

- mediante le distanze di sicurezza

- mediante protezioni

- con comando a uomo presente

- mediante limitazione delle forze di impatto

- mediante dispositivi protettivi

Limitazione delle forze per protezione contro lo schiacciamento

I punti di schiacciamento possono essere evitati mediante la limitazione delle forze

esercitate dall’anta nel momento in cui essa colpisce il corpo umano o alcune sue parti.

Tale valore delle forze e il tempo massimo in cui possono agire sono descritte nel

seguente grafico delle forza / tempo.

Fig. 100

Fd: forza massima misurata con lo

strumento nel periodo dinamico Td

Fs: forza massima dopo il periodo

dinamico Td e entro il periodo

statico Ts

Td: periodo di tempo in cui la forza

misurata può superare i 150 N

Ts: periodo di tempo che inizia dopo Td fino al punto in cui la forza va ridotta sotto i

25N

Tt: periodo di tempo che trascorre tra l’impatto ed il punto in cui la forza va ridotta

sotto i 25N

Trasform. 5 posizioni su centrali A6F e A700F.

35

Limitazione delle forze e distanze sui bordi per evitare cesoiamento e

convogliamento

I punti di cesoiamento e convogliamento non possono essere evitati solo mediante la

limitazione delle forze operative.

I rischi di cesoiamento nei bordi di chiusura secondari possono essere evitati con la

limitazione delle forze dei bordi di chiusura secondari a meno di 150 N per carico

statico e meno di 400 N per carico dinamico assieme ad una distanza di almeno 25mm

tra i bordi piani o bordi arrotondati con raggio di almeno 6 mm.

FORZE DI

PICCO

AMMESSE

TRA BORDI DI CHIUSURA E

BORDI OPPOSTI TRA AREE PIANE

con superf. > 0.1 m2

con lati ≥ 100 mm

in varchi

da 50 a

500 mm

In varchi

> 500mm

- chiusure a movimento orizzontale

400N 1400N 1400N

- chiusure rotanti su asse perpendicolare al pavimento

400N 1400N 1400N

- chiusure a movimento verticale

400N 400N 1400N

- chiusure rotanti su asse parallelo al pavimento - Barriere

400N 400N 1400N

I valori sopra riportati sono i valori ammessi nel periodo di tempo massimo di 0,75

sec.

Controllo a “Uomo presente”

Il controllo a “Uomo Presente” garantisce dai pericoli se:

- l’anta si arresta a comando manuale rilasciato

- La distanza di oltrecorsa dell’anta dopo il rilascio del comando è minore uguale a 50 mm

nel caso di un varco di apertura minore uguale a 500 mm e minore uguale a 100 mm per

un varco di apertura maggiore di 500 mm .

In alternativa l’anta deve avere il bordo primario deformabile, con deformazione

maggiore della distanza di arresto, con forza statica minore uguale a 150N su un

testimone di 80 mm di diametro

36

- il movimento dell’anta non deve iniziare con comandi manuali diversi dal comando a

uomo presente

- l’operatore deve avere una visione completa della chiusura e dei punti pericolosi durante

il movimento dell’anta

Se tutti questi requisiti vengono rispettati non sono necessari altri dispositivi di

sicurezza contro lo schiacciamento, il cesoiamento, e il convogliamento.

Protezioni e dispositivi di protezione

Le protezioni quali schermi, coperture o ante fisse di protezione devono essere

progettate in modo tale che:

- nessuno possa raggiungere i punti di pericolo fino ad un altezza di 2,5 m sopra il

pavimento

- siano fissi e resistenti riguardo alle funzioni di sicurezza

- possano essere sconnessi solo tramite attrezzi

- non causino rischi aggiuntivi

- non possano essere resi inefficienti in modo semplice

I dispositivi di protezione a pressione o elettrosensibili devono essere progettati in

modo che:

- venga dato un comando di arresto dell’anta quando il sensore viene attivato

- il comando di arresto dell’anta venga mantenuto finché il sensore è attivo o venga dato

un segnale di inversione del movimento.

- Impediscano di superare le forze di funzionamento ammesse dalla Fig.100 che esprime

le forze dell’anta in funzione del tempo.

- I punti di pericolo siano protetti fino a 2,5 m dal suolo

- Se avviene un singolo guasto che impedisce al segnale di controllo di bloccare l’anta essi

devono mantenere la loro funzione di protezione e possono commutare

automaticamente in un controllo a “Uomo presente”.

37

Protezione contro il sollevamento di persone

A tale scopo possono essere previste le seguenti protezioni:

- limitazione della forza operativa

- prevenzione del sollevamento di pesi di 20 Kg (40 Kg in zone pubbliche) dalla posizione

di chiusura.

- Controllo a “Uomo Presente”

- Arresto dell’anta a seguito del sollevamento e prima di raggiungere posizioni pericolose.

Protezione contro gli urti

Per eliminare tali pericoli si deve:

- limitare il picco di forza sviluppato dalle ante come previsto dalla Fig.100

- impedire che l’anta in movimento tocchi le persone

Dispositivi di limitazione dello spostamento dell’anta

La descrizione di tali dispositivi e già stata fatta nel capitolo 4 della norma PrEN

12604

L’avviamento dell’automazione può essere eseguito mediante impulsi derivanti da

funzione automatica, trasmettitori, inversione automatica o tempo del movimento se

però queste non possono creare nessuna situazione di

pericolo.

Al disinserimento dell’automazione il movimento

dell’anta va fermato se ciò può provocare pericolo.

L’oltrecorsa dell’anta per varco minore uguale a 500 mm

deve essere minore di 50 mm; per varco maggiore di 500

mm deve essere minore di 100 mm.

Se questo non è possibile, il bordo deve avere una

deformazione maggiore della distanza di arresto, con una

forza statica massima di 150 N.

38

Lo Stop al movimento deve avvenire tramite:

- rilascio del comando “Uomo Presente”

- dispositivo di controllo e arresto

- dispositivo di emergenza

- dispositivi di riconoscimento del guasto per la

limitazione della corsa

- dispositivi di controllo della tensione dei sistemi

di sospensione (corde, molle,….)

- inserzione di blocchi di sicurezza

Le Manovelle utilizzate per funzionamento manuale non possono ruotare in senso

inverso.

Devono essere assicurate contro lo sfilamento e qualsiasi rimozione non intenzionale.

Devono essere permanentemente disponibili in prossimità della chiusura.

In caso di apertura manuale, lo sforzo fisico umano necessario per il movimento

dell’anta può superare i valori indicati in EN 12604 al massimo del 50%.

Chiusura manuale di servizio

Se la chiusura pedonale di servizio è presente

all’interno della chiusura, deve impedire

l’attivazione dell’automazione se non è

completamente chiusa.

L’intrappolamento non è ammesso nelle aree

entro le chiusure automatizzate, né in locali dove

la chiusura automatizzata è la sola via di fuga.

In caso di guasto, se è la sola via di uscita, deve

essere possibile aprire manualmente l’anta.

Foto Sblocco PLUTO

Foto FE o FI

39

Limitazione della corsa dell’anta

Tale limitazione può essere realizzata:

- tramite arresto meccanico fisso, che regga alla forza o coppia massima dell’automazione

più l’energia dell’anta in movimento, insieme ad un controllo di fine corsa, elettrico o

elettronico.

- mediante corsa fissa di spostamento meccanico.

- tramite automazione con un controllo del fine corsa elettrico o elettronico più un

controllo di limite ultimativo con disconnessione dell’alimentazione in caso di guasto

e successivo riazzeramento manuale.

- tramite controllo del fine corsa elettronico che, in caso di guasto, mantiene la sua

funzione protettiva o è tenuto monitorato secondo la categoria 2 della EN 954-1.

Tipologie degli utenti e dell’ambiente

GRUPPO Ambiente o

Area

utent

Note

1 PRIVATA Limitato Persone addestrate

2 PUBBLICA Limitato Persone addestrate

3 PUBBLICA Illimitato Persone non addestrate

Foto Due centraline esempio quelle a pg. 20 del listino.

40

Zone e Protezione (rivelatore) richiesti in relazione al tipo di comando:

Per chiusure automatizzate per garage domestici per uso unifamiliare a movimento

verticale, se non aprono su aree pubbliche, si accettano controlli minori se queste porte

sono comandate da automazioni che rispondono ai requisiti di EN 60335-2-95.

Per porte e garage domestici ad uso unifamigliare con controllo a uomo presente,

l’attuatore deve essere di tipo B (chiave o simili).

Gli intervalli della manutenzione non possono superare i 6 mesi.

Esempi di distanze di sicurezza:

Schiacciamento, taglio ed intrappolamento tra anta ed oggetti fissi nelle sue vicinanze,

o ante di chiusure adiacenti non si considerano, se:

a) L'area dietro l'anta ha una larghezza minima di 500mm per tutta la profondità mentre

la chiusura è completamente aperta; ( fig. a)

41

b) rimane una larghezza minima di 200mm quando la chiusura è completamente aperta e

la profondità massima dell'area formata dall'anta aperta e gli oggetti fissi nelle sue

vicinanze è ≥ 250mm; ( fig. b)

c) è prevista una distanza minima di 120mm tra il bordo principale di anta di una

chiusura libro aperta e gli oggetti fissi posti ai lati della chiusura; ( fig. c)

d) tra l'anta e lo stipite/montante o tra le ante dal lato cerniere, resta una distanza di

sicurezza di almeno 25mm, misurata quando i componenti sono compressi, che eviti

danni alle dita e alle mani; (fig. d)

e) E' previsto un gioco di non più di 8mm tra le superfici dell'anta scorrevole e le parti

fisse vicine e l'altezza di parti sporgenti dell'anta scorrevole e delle parti fisse vicine

non è maggiore di 8mm. (Fig. e)

f) E' previsto un gioco non più di 8mm tra le superfici dell'anta scorrevole e le parti fisse

vicine e una distanza di almeno 25mm tra bordi pericolosi di parti sporgenti delle ante

scorrevoli e delle parti fisse vicine, quando l'anta è completamente aperta, se l'altezza

delle parti sporgenti non supera i 3mm. (fig. e)

e

g) tra i bordi cesoianti di una basculante rimane una distanza di sicurezza di almeno

25mm. (fig g)

h) è richiesto un gioco di non più di 8mm tra l'anta scorrevole e le vicine parti fisse; la

superficie dell'anta scorrevole è liscia senza parti sporgenti e gli altri punti pericolosi

tra l'anta scorrevole e le parti fisse sono protetti da parti protettive fisse. (fig. h)

42

i) Il gioco è ≥ 25 mm tra il bordo posteriore dell’anta scorrevole e le parti fisse vicine

quando la chiusura è completamente aperta; lo spessore dell’anta scorrevole è minore o

uguale a 20mm e la distanza tra la superficie interne dell’anta scorrevole e le parti fisse

vicine è ≤ 8 mm. (fig. i)

l),m) il gioco ≥ 200mm [≥500mm] tra il bordo posteriore dell'anta scorrevole e le parti

fisse vicine quando la chiusura è completamente aperta e la distanza tra la superficie

interna dell'anta scorrevole e le parti fisse vicine, mentre l'anta scorre, è ≤250mm

[≥250mm]. (fig. l, m)

i l m

43

PrEN 12445

Quando i punti di schiacciamento, cesoiamento e intrappolamento sono evitati

mediante distanze di sicurezza, questo deve essere verificato per ispezione e misurato

in funzione delle parti del corpo umano in pericolo.

Per punti di schiacciamento protetti con dispositivi di limitazione delle forze, della

coppia, della potenza elettrica, della pressione pneumatica od idraulica, va verificato

mediante prova secondo la norma prEN 12978 e va verificata la sicurezza "in caso di

guasto":

• mediante prove fatte secondo § 19 della norma EN 60335-1:1994.

Durante le prove non devono essere superati le forze massime ammesse, oppure la

porta deve fermarsi.

• oppure mediante un'analisi fatta in accordo col metodo indicato in IEC 60812

"Tecnica di analisi per l'affidabilità dei sistemi".

Per tutti i dispositivi di protezione, la sicurezza in caso di guasto va testata:

• mediante prove fatte in accordo con § 19 della norma EN 60335-1:1994. Durante le

prove la funzione di protezione deve permanere, oppure la porta deve fermarsi.

• oppure mediante un'analisi fatta in accordo col metodo indicato in IEC 60812

"Tecnica di analisi per l'affidabilità dei sistemi

I bordi dell'anta non devono essere taglienti e le parti sporgenti non devono

procurare ferite.

44

SISTEMA DI MISURA

Le forze di apertura e chiusura vanno misurate su una chiusura completa di tutti i

dispositivi di sicurezza con una apparecchiatura tarata almeno una volta all'anno,

mediante apparecchiatura di riferimento, con una precisione del ± 5% costituita da:

• due aree di contatto in materiale duro con 80mm2 ±1%,

• una molla che da all'area di contatto un coefficiente di elasticità di 500± 50 N/mm

• una cella di carico con amplificazione e display, o sistema equivalente meccanico o

elettromeccanico.

• plotter, registratore XY o simile.

• campo di misura: 25 – 2000 N

• tempi di salita e di discesa dell'amplificatore ≤5msec.

• tolleranza di misura : ±5% o 10N, quello che da la tolleranza maggiore

Per ogni punto di misura vanno fatte tre (3) misure il cui valore medio deve essere

entro i limiti ammessi dalla norma.

La direzione della misura della forza deve essere parallela alla applicazione dello

strumento.

Le apparecchiature per prove sul campo vanno calibrate per la forza ed il tempo

almeno una volta l'anno. Sono ammesse tolleranze di ±10% oppure ± 20N a seconda

di quale delle due offre il minor scarto.

TIPI DI CHIUSURE

Scorrevoli – Incernierate in chiusura

Le Misure vanno effettuate alle altezze di:

50mm; hanta/2 o 2500mm se h > 5000; h-300, con h ≤ 2800mm, 2500mm se h>2800.

Inoltre vanno rilevate alle tre larghezze del varco rispettivamente di: 50mm ; 300mm ;

500mm (vedi disegni seguenti).

45

Anta Incernierata.

La misura va effettuata all'altezza di 1m con superfici lisce nelle vicinanze (muro).

Con superfici sporgenti sulla più sporgente purché l'altezza h sia ≤2 m.

A 1000mm dai cardini. Se invece l'anta è < 1000mm, va fatta sul bordo principale.

La larghezza del varco deve essere di 500mm tra anta e bordo principale, la direzione

di misura ortogonale al piano dell'anta e le sporgenze devono avere larghezze

≥100mm e aree ≥ 0,1mq

46

Chiusure Scorrevoli Verticalmente

La misura va effettuata orizzontalmente a 200mm dagli stipiti destro e sinistro ed al

centro della luce ( L/2 ), con tre ampiezze (in verticale) del varco: 50mm; 300mm ed

h-300mm con h < 2800mm, altrimenti 2500mm.

In apertura (bordo secondario)

Punto di misura : con l'anta inclinata di 30°

rispetto alla verticale, la misura va effettuata a

300mm dalla intersezione tra l'anta stessa ed

il bordo secondario.

NB: Ove sia dimostrato che le forze

secondarie sono inferiori alle forze primarie,

non è richiesta la misura secondaria.

Barriere

Misura a 200mm dalla estremità libera

del braccio mobile, ad una altezza di

varco hmax ≤2.000mm e angolo rispetto

al centro di rotazione ≤ 45°. Quando

esistono luci varianti tra parti mobili e

47

terreno o parti adiacenti fisse che

decrescono durante il movimento

a meno di 300mm, i punti di

misura vanno considerati per

varchi di 300mm ed

eventualmente 50mm.

PROVA DEI RILEVATORI DI PRESENZA:

I corpi di riferimento per la prova (CALIBRI) sono di due tipi:

. CALIBRO A: parallelepipedo rigido di 0.7 x 0.3 x 0.2m, tre lati in inox fine, tre

neri opachi, verniciati legno ruvido.

. CALIBRO B: cilindro rigido lungo 0.3m, e di diametro esterno di 500mm. Metà

superficie esterna in acciaio inox fine, l'altra metà nera opaca, verniciata in legno

ruvido. Se più comodo usare due calibri B, uno in acciaio, l'altro in legno.

Test per un dispositivo di rivelazione di presenza impiegato con la limitazione

delle forze

Indicato come tipo "D", attivo su uno,

sull'altro oppure su entrambi i lati della

porta. Se attivo su entrambi i lati,

verificare che non si creino conflitti fra

i due lati. Provare con uno o due

calibri A, posti sul pavimento in

posizioni specifiche, come indicato in

figura a pagina seguente.

48

Chiusure verticali e scorrevoli orizzontali.

Per rilevatore su singolo lato: Il

Calibro A posto su pavimento

deve essere rilevato in qualsiasi

posizione del varco con l'anta in

posizione peggiore.

Per rilevatore su entrambi i lati:

Tracciare a terra la posizione del

bordo della porta chiusa. Con

anta in posizione peggiore

posizionare 2 calibri A come in

figura.

Quando questi vengono mossi tra

i punti A e B, il calibro A deve essere rilevato dal dispositivo di rilevazione di

presenza per l'interno ed il calibro B deve essere rivelato dal dispositivo di rivelazione

di presenza per l'esterno.

Chiusure su cardini e a libro

Rilevazione attiva su un lato

Con le ante nella posizione peggiore, il calibro A posto sul pavimento, deve essere

rilevato come rappresentato in figura seguente:

49

Rivelazione attiva su entrambi i lati

Segnare a terra le proiezioni dell'anta, chiusa e aperta. Con anta mezza chiusa i due

calibri A sono posti a terra: il calibro 1(A) deve essere rilevato dal dispositivo di

presenza interno, e il calibro 2 (A) deve essere rilevato dal dispositivo esterno.

Prove per barriere.

Rilevazione su singolo lato: il calibro di

misura A, posto come in figura, deve

essere rilevato.

Rivelazione su due lati: i

due calibri A, posti come

in figura, devono essere

rilevati:

50

Test sui sistemi di rivelazione presenza (senza contatto) per uso senza limitazione

della forza.

Indicati come tipo E: devono essere attivi su tutta l'area pericolosa di movimento. La

capacità di rilevazione va provata su tutta l'area. La prova si esegue con i due calibri A

e B, come sotto indicato secondo la tipologia di chiusura: Rivelatore di presenza senza

contatto, istallato sull'anta. Posizionare il calibro B nei punti di misura delle forze

operative (per barriere va ulteriormente posizionato localmente ad intervalli di 500mm

lungo il braccio).

Il calibro B va posizionato

con l'asse in orizzontale e

ortogonale al piano

dell'anta(o del braccio del

varco) quando questa è

chiusa, con eccezione per

le chiusure incernierate.

Per chiusure incernierate il

calibro B va posizionato

orizzontalmente con l'asse

a 45° gradi col piano

dell'anta quando questa è

chiusa.

In tutte le posizioni va

verificato che non vi sia

contatto tra il calibro B e

l'anta di chiusura (o

braccio della barriera), che

si ferma oppure ritorna

indietro.

51

Per porte e barriere il calibro A va posizionato verticalmente nella corsa dell'anta o del

braccio della barriera, quando è in chiusura. Il calibro A va rilevato e l'anta o la barra

si deve fermare oppure invertire il moto e non avendo contatto tra l'anta o barra ed il

calibro A.

Per chiusure incernierate il calibro A va posto verticalmente in prossimità del raggio

massimo dell'area percorsa dall'anta: l'anta si ferma oppure inverte il moto e non si

deve avere contatto tra l'anta ed il calibro A, mentre l'anta chiude. Questa procedura va

ripetuta in fase di apertura.

Test con rivelatore di presenza non installato sull'Anta

Test con distanza di sicurezza per l'anta:

Il dispositivo elettrosensibile non deve poter essere danneggiato o reso inoperativo in

qualsiasi condizione funzionale prevedibile. Deve essere tarabile mediante attrezzi ed

accessibile per l'ispezione. Verificare il campo d'azione muovendo il calibro A in

maniera tale da coprire l'intera zona di pericolo sulla chiusura, definita come la

proiezione sul terreno del volume che contiene l'anta in qualsiasi delle sue posizioni

durante il movimento fino ad un'altezza di 2.5m sopra il pavimento ed aumentato di

una distanza di sicurezza "d" in ogni direzione. La distanza di sicurezza "d" deve

essere maggiore di 200mm; se una porta chiude a velocità maggiore di 0.5m/sec "d"

deve essere almeno 900mm.

Verificare in fase di chiusura, con

calibro A posto ovunque nell'area

pericolosa o nella zona di

rilevazione, che l'anta si fermi

oppure inverta il moto e non

avvenga contatto fra anta e calibro

(anche in fase di apertura per le

chiusure incernierate e a libro).

52

Verificare con il calibro A nella zona di rivelazione, che un comando continuo non

porti l'anta a movimenti pericolosi.

Prova della rivelazione di presenza nel piano dell'anta a movimento verticale

Deve essere verificato, con anta in chiusura, il riconoscimento dei calibri e l'arresto o

l'inversione del moto senza contatto coi calibri che vanno posti:

. il calibro B fino a 300mm sopra il pavimento

. il calibro A nella sua dimensione di 200mm per l'altezza da 300mm a 2500mm

sopra il pavimento.

Per quanto riguarda il pericolo di sollevamento, si deve verificare che il corpo

sollevato venga rilevato e che il moto si arresti prima di raggiungere posizioni

pericolose (con il calibro A fisso all'anta). Se il calibro non viene riconosciuto prima

della zona pericolosa, usare il calibro B, che deve essere rilevato portando ad un

immediato arresto del movimento.

PrEN 12978

Questa normativa prende in considerazione i dispositivi di protezione impiegati su

chiusure automatiche con particolare attenzione alla progettazione che quindi non è di

diretto interesse per l’installatore il quale acquista tali apparecchiature di sicurezza e

segue le istruzioni di utilizzo ed installazione fornite dal costruttore.

Quindi nella descrizione di questa normativa non ci soffermeremo in queste parti

descrivendo solo le parti di interesse per l’installatore.

- Prova di deformazione dell’unità di rilevazione:

L’applicazione di una forza statica di 750N ± 20N sull’area di rivelazione per un

periodo di 8 ore non deve produrre una deformazione di più di 2mm sulla parte più

bassa della superficie superiore dopo un’ora.

- Inciampo

Se esiste il pericolo che una persona possa inciampare su bordi, il bordo esposto deve

avere uno spessore massimo di 13mm.

53

In alternativa deve essere prevista una rampa opportuna con spigoli raccordati,

riconoscibile mediante colori in contrasto o provvedendo ad una marcatura.

La rampa o il bordo, non deve avere una pendenza superiore a 14 gradi rispetto al

piano orizzontale.

- Dispositivi di sicurezza ottici

L’angolo di apertura effettivo in

entrambi i piani non deve superare i ± 4

gradi per distanze operative maggiori di

3m.

Per distanze minori di 3 metri il

prodotto della tangente dell’angolo di

apertura effettivo moltiplicato per la

distanza operativa non deve superare

200.

I dispositivi che usano tecniche a riflessione non possono essere usati come

dispositivi di sicurezza elettrosensibili.

PrEN 12978

Questa normativa viene applicata alle chiusure pedonali automatizzate di tipo

scorrevole, incernierate, ad ante girevoli e ad ante mosse orizzontalmente.

Tali chiusure automatizzate possono essere impiegate per ingressi, in posizioni interne,

in vie di fuga, in uscite di emergenza e per chiusure tagliafumo o tagliafuoco.

I concetti presenti in questa norma sono pressoché gli stessi che abbiamo definito nelle

altre normative, solamente che sono applicate al settore delle chiusure pedonali e non a

quello delle porte e dei cancelli automatici.

54

CEI EN 60335-1

Questa norma va applicata agli apparecchi elettrotermici e agli apparecchi elettrici a

motore o ad azionamento magnetico, d'uso domestico e similare. Essa riguarda la

sicurezza relativa a questo tipo di dispositivi tenendo conto anche dell'azione sulla

sicurezza dei dispositivi necessari per ottenere un grado prescritto di soppressione dei

disturbi alla radiodiffusione e alla televisione.

Dopo un intero capitolo (2) dedicato alla terminologia vengono presentate le

prescrizioni generali che la stessa norma introduce:

Gli apparecchi devono essere progettati e costruiti in maniera tale che nell'uso

ordinario il loro funzionamento sia sicuro e che, anche nel caso di eventuale uso

negligente in servizio ordinario, non possano essere messe in pericolo le persone o le

cose circostanti.

Solitamente per verificare quanto sopra detto si eseguono delle prove, le quali sono

esaurientemente esplicate nel capitolo 4. Inizialmente comunque l'apparecchio deve

essere fatto funzionare a tensione e frequenza nominali in maniera da stabilire se è in

grado o meno di operare. Fatto questo seguono delle prove "critiche" testando il

corretto funzionamento dell'apparecchio nelle condizioni più sfavorevoli di

temperatura, tensione, frequenza, pressione etc…

L'EN60335 pur regolando un settore molto ampio degli apparati elettrici ed elettronici

rimane una delle norme a maggior carattere tecnico, questo significa che molti aspetti

non sono lasciati in balia dell'esperienza e della buona fede del costruttore o

dell'installatore bensì vengono regolati da valori specifici e ben determinati.

Per quanto riguarda il campo delle chiusure automatiche, sono numerosi i capitoli che

lo riguardano; dalla protezione contro le scosse elettriche alla potenza e corrente

assorbita, dalla riduzione dei disturbi radiotelevisivi alla resistenza all'umidità, dalla

regolazione delle classi di isolamento alla resistenza meccanica delle parti. Oltre a

quelli citati sono numerosi gli aspetti regolati da questa norma, che offre dei

riferimenti molto precisi in senno alla sicurezza elettrica degli apparecchi definiti

"elettrodomestici e similari".

55

UNI 8612

Questa norma specifica del settore porte e cancelli automatici descrive i criteri

costruttivi e di protezione contro gli infortuni.

Verranno di seguito presentati degli esempi di installazione secondo la normativa

UNI8612.

CANCELLO SCORREVOLE

- In corrispondenza della posizione

di chiusura , il battente deve

fermarsi ad una distanza superiore ai

50mm tra il cancello e il battente

fisso.

- Fra gli elementi dotati di moto relativo (cancello e mura di recinzione) deve essere

realizzato un franco non maggiore di 15mm.

Nel caso i franchi di sicurezza della figura

precedente non siano possibili, dovranno essere

installate delle costole sensibili ad una distanza max. di 50 mm dal punto di maggior

sporgenza del cancello.

- Su ambienti industriali che non danno su una

pubblica via, è possibile installare un elemento

elastico per ridurre il franco ammissibile a meno di 100mm.

Min. 50mm

Puntodi Stop

Max. 15mm

Max. 50mm

Dispositivo disicurezza

fotosensibileCostola

Max. 100mm

56

La rete di protezione è necessaria se il

cancello scorre a meno di 50 cm. da

una recinzione che presenta dei fori

accessibili.

La dimensione di tale rete dipende dalla distanza di “A” tra cancello e recinzione.

• “A” = Minore di 300 mm

La rete non deve consentire il passaggio di una sfera del diametro di 12 mm e la

sezione del filo di costruzione della rete deve essere minimo di 2,5 mm2.

• “A” = Compreso tra 300 e 500 mm

La rete non deve consentire il passaggio di una sfera del diametro di 25 mm e la

sezione del filo di costruzione della rete deve essere minimo di 2,5 mm2.

• “A” = Maggiore di 500 mm

Non è necessario l’utilizzo di nessuna rete.

Oltre alle distanze e ai dispositivi di sicurezza precedentemente descritti sono da

inserire altri dispositivi di sicurezza che dipendono dal peso, dalle larghezza e dal tipo

di funzionamento dell’anta.

Funzionamento “ A Uomo Presente ”

L’operatore comanda a vista diretta o indiretta

il cancello tenendo premuto il pulsante di

comando.

In questo caso è previsto:

- Un segnalatore luminoso a luce gialla

intermittente funzionante durante tutto il

periodo di apertura e chiusura del cancello.

- Un dispositivo di protezione Es. fotocellule, regolazione di coppia, costa sensibile ecc..

- Un dispositivo di emergenza Es. pulsante normalmente chiuso per bloccare

l’automazione

AfotosensibileCostola

Rete direcinzione

57

Funzionamento “ Automatico o Semiautomatico ”

- Semiautomatico: Ad ogni impulso, l’automazione compie una serie di manovre.

- Automatico: Ad ogni impulso, l’automazione compie una manovra completa.

In entrambi i casi è previsto un segnalatore luminoso a luce gialla intermittente

funzionante durante tutto il periodo di apertura e chiusura del cancello, e a seconda

delle caratteristiche del cancello sono previsti dei dispositivi di sicurezza:

Per ante con larghezza inferiore a 0.8m e peso inferiore a 300 Kg:

- Una coppia di fotocellule (esterne alla via di corsa)

- Controllo di coppia o se non disponibile aggiungere una costola sensibile o altro di pari

efficacia

Per ante con larghezza maggiore a 0.8m e peso maggiore di 300 Kg:

- Due coppie di fotocellule ( una esterna e una interna alla via di corsa )

- Costole sensibili (in corrispondenza dei montanti fissi in chiusura ed eventualmente in

apertura se sussiste il pericolo di convogliamento )

CANCELLO A BATTENTE

Nell’installazione di un cancello

a battente sono da rispettare i

seguenti franchi:

- La distanza minima tra

montante e stipite del cancello

deve essere minimo di 30mm. in

tutto l’angolo di rotazione

- La distanza tra cancello e

pavimento deve essere maggiore o uguale a 30mm. La distanza tra le due ante chiuse

deve essere di almeno 50 mm a meno che non si sia provveduto a realizzare la

chiusura delle ante con uno sfasamento tale da garantire un franco di 50 cm.

Min. 30 mm

Min. 30 mm Min. 50 mm Min. 30 mm

58

FASCICOLO TECNICO

DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ - REGISTRO DI MANUTENZIONE

Le nuove normative Europee richiedono che l’installatore crei assieme alla macchina

una serie di documenti che consentano di garantire l’osservanza delle normative

previste. Questo per rendere responsabile dell’installazione colui che l’ha eseguita e

allo stesso tempo creare un registro delle manutenzioni che vengono effettuate.

I documenti previsti per la realizzazione di una automazione sono 3 e verranno

descritti a seguito.

Redazione del fascicolo tecnico

Il fascicolo tecnico deve comprendere una serie di informazioni relative alla macchina

e a colui che l’ha costruita.

Le informazioni e documentazione richieste sono sotto riportate nell’elenco

• Il disegno complessivo della porta motorizzata

• Lo schema dei collegamenti elettrici e dei circuiti di comando

• L’analisi dei rischi comprendenti:

L’elenco dei requisiti essenziali previsti nell’Allegato I della DM;

L’elenco dei rischi presentati dalla porta motorizzata e la descrizione delle

soluzioni adottate

• I manuali di installazione e manutenzione della motorizzazione e suoi dei componenti

• Le istruzioni per l’uso e le avvertenze generali per la sicurezza

• Il Registro di manutenzione

• La Dichiarazione CE di conformità

59

- Redazione della dichiarazione di conformità

Si può ritenere che la dichiarazione di conformità sia un documento con caratteristiche

di ufficialità, nel quale un responsabile dichiara che uno specifico prodotto è conforme

a quanto richiesto dalla comunità europea.

E’ previsto che nella dichiarazione di conformità siano contenute delle informazioni

minime ritenute indispensabili; è inoltre lasciata la possibilità di aggiungere anche

ulteriori notizie ritenute di interesse per confermare la conformità di un prodotto.

L’allegato 1 della direttiva 89/336 riporta le informazioni minime che devono essere

contenute nella dichiarazione di conformità.

Tali informazioni sono:

a) Nome ed indirizzo del fabbricante;

b) Identificazione del prodotto, indicando il modello, o la sigla identificativa

c) Elenco delle direttive e norme applicate al prodotto

d) I risultati delle prove a cui il prodotto è stato sottoposto (rapporto di prova)

e) Ogni ulteriore informazione ritenuta utile a dimostrare la conformità del prodotto

La dichiarazione deve essere datata e firmata dal responsabile.

Nella dichiarazione deve essere specificato senza possibilità di equivoci sia il

responsabile, con l’indirizzo del luogo dove la dichiarazione viene conservata, sia il

prodotto sottoposto alle prove.

Vanno inoltre specificate tutte le direttive e norme che sono state applicate,

individuandole mediante la sigla identificativa.

Può essere utile una giustificazione delle direttive e delle norme applicate sulla base

delle caratteristiche e modalità di funzionamento del prodotto in esame.

Questa giustificazione è particolarmente importante se al prodotto non vengono

applicati alcuni dei vincoli richiesti da una norma per il particolare principio di

funzionamento adottato nell’apparecchiatura.

Va quindi allegato il rapporto di prova, nel quale sono riportati i risultati delle prove

effettuate, con indicazione della norma alla quale si riferivano, corredate di tutte le

ulteriori indicazioni per avallare la validità dei risultati e del sistema di misura

adottato.

60

La dichiarazione di conformità, debitamente firmata dal responsabile, deve essere

disponibile all’atto della immissione sul mercato del primo prodotto, o della sua

messa in servizio, e deve essere conservata e resa disponibile agli organi di verifica

per 10 anni dopo la immissione sul mercato dell’ultimo prodotto di quella serie.

Si fa presente che la dichiarazione di conformità non va allegata al prodotto, ma

deve solamente essere conservata dal responsabile.

La comunità europea impone che per qualunque prodotto circolante nel suo mercato è

necessario che all’interno del suo territorio sia depositata da qualche parte la relativa

dichiarazione di conformità.

Dopo aver redatto la dichiarazione di conformità si può apporre la marcatura CE sul

prodotto.

- Redazione del registro di manutenzione

Ogni macchina per sua natura non può funzionare al massimo delle sue prestazioni e

in massima sicurezza in eterno, perché nel suo normale uso i pezzi che la compongono

subiscono una continua usura.

E’ per questo motivo che il costruttore della macchina deve organizzare gli intervalli e

le modalità della manutenzione ordinaria.

Nel caso dell’installatore di Porte e Cancelli automatici questo deve mettere assieme

tutte le indicazioni di manutenzione dei costruttori delle varie parti che compongono

l’automatismo e creare in base a queste, e all’utilizzo che viene fatto, un registro di

manutenzione della macchina.

In questo registro di manutenzione devono essere presenti:

a) Nome ed indirizzo del fabbricante;

b) Identificazione del prodotto, indicando il modello, o la sigla identificativa

c) Data di installazione

d) Data dell’intervento di manutenzione

e) Descrizione dell’intervento eseguito

f) Tipo di intervento (O= ordinario; P= programmato; S= straordinario)

g) Parti sostituite

h) Firma dell’installatore e del cliente

Tale Registro di manutenzione deve essere consegnato al proprietario dell’impianto

che ha la responsabilità di conservarlo e tenerlo a disposizione per gli usi di legge.