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ECOCRIB v2 MANUALE OPERATIVO

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ECOCRIB v2

MANUALE OPERATIVO

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

Indice

Presentazione

CAP. 1 L’Ingegneria Naturalistica

1.1 I principi, i materiali e gli ambiti di applicazione

1.2 Le palificate vive in legno

1.2.1 Caratteristiche ed ambiti di applicazioni

1.2.2 Costruzione di una palificata viva

1.3 I muri cellulari

1.3.1 Caratteristiche ed ambiti di applicazioni

1.3.2 Posa in opera di un muro cellulari

CAP. 2 Elementi di calcolo e caratteristiche strutturali

2.1 Dimensionamento

2.2 Spinta delle terre

2.2.1 Teoria di Coulomb

2.2.2 Sovraccarichi

2.2.3 Effetti sismici

2.3 Verifiche di stabilità

2.3.1 Verifica al ribaltamento

2.3.2 Verifica allo scorrimento

2.3.3 Verifica allo schiacciamento del terreno

2.3.4 Verifica alla stabilità globale

2.3.5 Verifica stabilità interna

CAP. 3 Elementi di contabilità

3.1 Distinta dei materiali

3.2 Analisi dei prezzi unitari

3.3 Computo metrico e stima delle opere

3.4 Voce di capitolato e di elenco prezzi

CAP. 4 Manuale operativo ECOCRIB

4.1 Requisiti di sistema

4.2 Installazione

4.3 Esecuzione

4.4 Indicazioni d’uso

4.4.1 Menù principale

4.4.2 Tabelle

4.4.3 Palificata viva in legno

4.4.3.1 Progetto e verifica

4.4.3.2 Relazione

4.4.3.3 Contabilità

4.4.3.4 Grafica

4.4.4 Muri cellulari

APPENDICE A1 - Le basi ecologiche della scelta delle piante

(dott. Ing. Nat. Paolo Cornellini – per gentile concessione dell’autore)

A2 - Normativa tecnica di riferimento A3 - Bibliografia

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Ecocrib

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Gli Autori

Antonio Bruzzese

Ingegnere Civile

Svolge attività di libera professione in particolare nel campo dell’idraulica e dell’ingegneria

naturalistica. Dal maggio 1999 è Direttore tecnico della società I.N. Verde S.r.l.

Mariano Lucio Alliegro

Ingegnere Civile

E’ Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Integrale del Vallo di Diano

con sede in Sala Consilina (SA)

La programmazione e la grafica sono state curate dalla società

Phaenomena di Angelo Arato

con sede in Montesano S.M. (SA) alla via Garibaldi

Web www. phaenomena.it

E-mail info@ phaenomena.it

Produzione e distribuzione

I.N. Verde S.r.l..

Via 11 Settembre - 84030 Montesano S/M fraz. Scalo (SA)

Tel. e fax 0975 863674

Web www.inverde.it

E-mail [email protected]

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

Premessa

I problemi della difesa del suolo sono all’ordine del giorno nel nostro Paese e alle continue emergenze con

conseguenze anche dolorose, la risposta deve essere comune e deve coinvolgere tutti coloro che hanno un ruolo nel

settore. La sfera Politica deve assicurare gli strumenti finanziari ed amministrativi, il mondo Accademico con la ricerca

nel settore fornisce i fondamenti teorici per l’attività progettuale, il mondo dell’Associazionismo con l’entusiasmo del

volontariato è capace di aggregare le categorie professionali e favorire la diffusione di principi e tecniche che sappiano

coniugare l’esigenza di “difesa” con l’altrettanto giustificata esigenza di tutela dell’ambiente. Tra le associazioni

impegnate nel settore della difesa del suolo senz’altro un ruolo chiave è svolto dall’AIPIN (Associazione Italiana per

l’Ingegneria Naturalistica). L’AIPIN ha saputo coniugare la volontà di diffusione dei principi dell’Ingegneria

Naturalistica con l’esigenza di fornire supporti tecnico-scientifici per i progettisti di settore.

Alla prima fase di divulgazione dell’Ingegneria Naturalistica, che ha visto l’approccio di numerosi

professionisti di varie categorie professionali, in uno spirito interdisciplinare, e di numerose Amministrazioni Pubbliche,

sta seguendo ora una fase di revisione ed approfondimento delle tematiche dell’Ingegneria Naturalistica. Si avverte forte

l’esigenza di avere metodi e strumenti per la schematizzazione, il dimensionamento ed il calcolo delle opere eseguite

con tali tecniche.

E’ proprio per questa esigenza che è abbiamo condotto studi, ricerche e verifiche su alcune opere, in particolare

le palificate vive. L’esame della letteratura di settore, di diverse progettazioni e l’osservazione nel tempo di alcune

opere, alfine di valutare la risposta di lunga durate, ci ha indotto a trasferire tale esperienza e tale lavoro in un supporto

moderno e valido per i progettisti e per coloro che molto spesso hanno il compito di verificare la bontà di certe

progettazioni, che sicuramente richiedono fondati elementi di calcolo e di verifica.

Tale lavoro si è concluso con la produzione di ECOCRIB.

Il risultato conseguito, le schematizzazioni che ECOCRIB ci ha consentito di impostare ci ripagano

dell’impegno profuso.

Un ringraziamento è rivolto al Comitato Tecnico Geotecnica-Idraulica dell’AIPIN Nazionale che ha esaminato

il lavoro svolto e ha fornito preziosissimi suggerimenti per la stesura definitiva di ECOCRIB, in particolare il dott. nat.

Giuliano Sauli e il dott. ing. nat. Paolo Cornelini hanno fornito le indicazioni botaniche e consentito di individuare lo

schema generale per la scelta delle piante e talee da utilizzare nella realizzazione delle palificate, mentre il dott. for.

Fabio Palmeri ha fornito preziose indicazioni per le incidenza di materiali e noli per la formazione dello schema di

analisi prezzi.

Un ringraziamento particolare alla Phaenomena s.a.s., la software-house che ha ritenuto di produrre

ECOCRIB; ad Angelo Arato, direttore della divisione software della Phaenomena va la nostra più totale gratitudine per

la competenza e la pazienza dimostrata in questi due anni di lavoro.

Da parte nostra la soddisfazione sarà maggiore se ECOCRIB riuscirà a suscitare ulteriori iniziative che vadano

nel senso di fornire valide e collaudate schematizzazioni per la scelta, il dimensionamento ed il calcolo di opere di

Ingegneria Naturalistica.

Gli autori

Antonio Bruzzese - Mariano Lucio Alliegro

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Premessa alla Versione 2.00

La prima versione del software ECOCRIB nasce nel 1998, sotto la spinta di un ritrovato impegno ambientale,

testimoniato dal proliferale di una legislazione, specialmente regionale, che tra la fine degli anni 90 e l’inizio del

secondo millennio, ha rivoluzionato il modo di pensare e progettare il territorio. In particolare una nuova sensibilità

verso l’impatto sul territorio di opere sicuramente necessarie ma spesso devastanti sul piano naturalistico, ha portato ad

utilizzare, o quantomeno a prendere in considerazione, tecniche che determinano un minore impatto sul territorio e

l’ambientale in cui sono inserite.

Dopo un decennio di intenso utilizzo e sperimentazione su tutto il territorio nazionale delle tecniche di

Ingegneria Naturalistica, grazie soprattutto ai finanziamenti dei fondi POR 2000-2006, risulta ora necessario passare alla

seconda fase e cioè superare l’approccio pratico-sperimentale, ricorrente nei progetti e negli interventi realizzati in

questi anni, per puntare ad maggiore valenza tecnico-scientifica, cercando quelle metodologie di analisi e di calcolo che

fanno di una proposta di intervento, un progetto vero e proprio supportato scientificamente.

In quest’ottica la società I.N. Verde S.r.l. (Ingegneria Naturalistica e Sistemi Integrati per l’ambiente) presenta

la Versione 2.0 di ECOCRIB, l’unico software per la progettazione di opere di Ingegneria naturalistica. Il programma è

finalizzato alla verifica e al calcolo di palificate vive in legno e dei muri cellulari tipo cribbwalss. Esso consente di

effettuare, le verifiche geotecniche (anche in zona sismica), il disegno esecutivo, la contabilità (con distinta materiali,

computo, voce di capitolato ed analisi prezzo unitario) e la relazione tecnica dell’opera organizzata con i riferimenti

normativi, la descrizione del tipo di opera, il dimensionamento strutturale, la spinta delle terre, i dati progettuali, i

risultati delle verifiche, le indicazioni circa la realizzazione dell’opera.

Il software è dotato di numerose tabelle preimpostate organizzate in database, che è possibile ampliare e

modificare secondo le esigenze del progettista. Fra queste segnaliamo: la tabella riguardante il materiale costituente

l’ossatura, c’è facoltà di scegliere tra i valori preimpostati (larice, castagno) o di inserirne di nuovi; la tabella per il

materiale di riempimento dell’opera (si va dai detriti, all’argilla, dalle sabbie al terreno vegetale), per il quale sono

preimpostate le caratteristiche geotecniche (che pure possono essere modificate); inoltre sono presenti: una tabella circa

le chiodature, una per le dimensioni dei pali (circolari o rettangolari) complete di caratteristiche geometriche e di

resistenza, ecc.

Nel calcolo il software fa ricorso alla teoria di Coulomb, per la determinazione della spinta delle terre ed

effettua le classiche verifiche geotecniche: al ribaltamento, allo scorrimento, allo schiacciamento del terreno di

fondazione.

La versione 2,00 del software, oltre ad una rinnovata e più moderna veste grafica, adegua i calcoli alle recenti

normative (Norme Tecniche per le costruzioni D.M. LL.PP. 14/01/2008), in particolare per quanto riguarda il calcolo

del contributo sismico alla spinta, che è possibile effettuare sia secondo la vecchia normativa (D.M. LL.PP. 16/01/96)

che secondo la nuova. Infine nell’aggiornamento è stato completamente rivista la parte riguardante l’analisi economica e

computazionale dell’opera progettata.

I.N. Verde S.r.l.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

CAP. 1 L’Ingegneria Naturalistica

I progressi scientifici registrati in questo secolo e il conseguente sviluppo tecnologico, se da

un lato hanno prodotto un notevole progresso socio-economico, dall’altro hanno di fatto

incrementato la presenza antropica sul territorio, innescando forti processi di urbanizzazione,

industrializzazione, ecc.. Il risultato prodotto è una radicale trasformazione dell’uso del suolo, a cui

si associa un sensibile aumento dell’impatto sullo stesso che porta inevitabilmente a situazioni di

squilibrio eco-ambientali spesso irreversibili.

La corsa forsennata allo sviluppo a tutti i costi ha innescato intensi processi di degrado

ambientale con tutte le conseguenze che questo comporta sugli equilibri ecologici e sulla qualità

della vita, fatti questi che devono stimolare in tutti noi una profonda riflessione. Partendo da questi

presupposti si presenta la necessità di un nuovo approccio che porti ad una politica di intervento

tendente al recupero degli ambienti naturali degradati, ma soprattutto che miri al raggiungimento di

un equilibrio spazio-temporale tra uomo e ambiente. In quest’ottica si inserisce l’opera dei

progettisti di opere da realizzare in ambiti naturali spesso di alto pregio, che devono tenere in debito

conto gli aspetti estetici e quelli naturalistici ma che non possono trascurare la valenza tecnica

dell’opera, essenziale per il raggiungimento del risultato che ci si prefigge. E’ evidente in questi

ambiti la difficoltà dei progettisti, che si trovano a dover formulare ipotesi e ad operare scelte in

campi in cui l’approccio fisico-matematico deve essere integrato da conoscenze ecologiche e

naturalistiche.

La sfida allora è quella di riuscire a conciliare le esigenze tecnico-progettuali dell’opera da

realizzare con quelle ambientali, cercando di realizzare una nuova metodologia di progettazione che

prenda le mosse dalla collaborazione tra varie figure professionali (ingegneri, architetti, geologi,

biologi, agronomi, naturalisti, forestali, ecc.) e che utilizzi tecniche e metodologie ancora

sottovalutate dagli operatori del settore.

Lo stato di degrado in cui versano preziosi e rari ambienti naturali del nostro pianeta, come

ad esempio molti eco-sistemi fluviali e numerose zone umide, sia dal punto di vista di quantità delle

acque (deflussi sempre più scarsi -di magra-, o eccessivi -di piena-) che di qualità (inquinamento

urbano, industriale, agricolo), ha portato negli ultimi anni ad una politica sempre più forte di

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recupero e protezione di queste zone con la creazione di vaste aree protette quali parchi, riserve

naturali, ecc..

In questa nuova ottica gli interventi di rinaturazione sono visti come strumenti essenziali per

la progettazione o il restauro di ambienti naturali o più in generale per la realizzazione di opere,

sicuramente necessarie ed utili, ma che inevitabilmente producono un forte impatto sul territorio.

Questi interventi prevedono l’utilizzo di tecniche di diverso tipo, per lo più note come “Tecniche di

ingegneria naturalistica” o “Bioingegneria”.

L’Ingegneria Naturalistica è una disciplina tecnico-scientifica che, attraverso metodologie

proprie dell’ingegneria e sulla base di criteri meccanici, biologici ed ecologici, utilizza come

materiale da costruzione piante vive o parti di esse in abbinamento con altri materiali, quali:

pietrame, legno, terra, biostuoie, geotessili, ecc.. Le origini di queste tecniche affondano lontano

nella storia, ai tempi dell’Impero Romano e forse ancora prima; Schiechtl, uno dei massimi studiosi

e progettista di opere di I.N., in un suo scritto accenna all’utilizzo di viminate a sostegno di fossi per

la recinzione degli accampamenti e la fortificazione di villaggi, da parte dei popoli Celtici ed Illirici.

Le piante vive risultano estremamente efficaci per il consolidamento di strati superficiali di

terreno, in quanto permettono il raggiungimento di un duplice effetto funzionale, l’aumento della

resistenza meccanica dell’opera, attraverso il loro apparato radicale e un gradevole effetto estetico-

ecologico, grazie alla funzione biologica che esplicano. Alcune piante hanno una naturale

predisposizione a soddisfare i requisisti richiesti dalle tecniche di I.N., queste caratteristiche,

indicate come attitudini biotecniche delle piante, sono ad esempio: la capacità di resistenza allo

strappo o al taglio da parte delle radici (ad esempio la Medicago sativa ha una resistenza allo

strappo delle radici che può arrivare fino a 665 kg/cm2,e fino a 262 kg/cm

2 come resistenza al

taglio), la capacità di resistere ad elevate sollecitazioni meccaniche, la capacità di consolidare il

terreno permeandolo con le 1radici. Tutte queste caratteristiche rendono le piante particolarmente

efficaci a contrastare fenomeni quali: inghiaiamento, interrimento, erosione, caduta sassi,

movimenti franosi superficiali, ecc.. A queste poi se ne associano altre non meno importanti, a

seconda della specie vegetale cui la pianta appartiene, come ad esempio la capacità di colonizzare

terreni grezzi (piante pioniere) rendendo possibile l’attecchimento ad altre specie; la capacità di

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

depurazione delle acque, trattenendo gli inquinanti (fitodepurazione, sistemi filtro) o ancora la

capacità di resistere alla sommersione.

Per quanto riguarda gli effetti benefici prodotti sul territorio e l’ambiente in generale con

l’utilizzo di materiali vegetali vivi, basta sottolineare che una buona copertura vegetale: protegge il

suolo dagli agenti atmosferici, rinnova il suolo mantenendo il giusto grado di umidità, migliora le

caratteristiche geomeccaniche del terreno grazie all’apparato radicale contribuendo alla compattezza

e all’adesione tra le particelle di terreno, favorisce la diversificazione floro-faunistica dell’ambiente

creando nicchie ecologiche.

Il limite principale nell’utilizzo di piante vive è il tempo necessario alle stesse per sviluppare

un adeguato apparato radicale, per cui è necessario nel transitorio assicurare la resistenza dell’opera

a carico di strutture da realizzare con elementi inerti (pali in legno, massi, o altro), per poi nel

tempo, man mano che le radici permeano il terreno, poter assolvere pienamente al compito

strutturale assegnatole. Inoltre bisogna fare particolare attenzione, pena il fallimento

dell’attecchimento, al periodo di piantumazione in base alle caratteristiche geopedologiche e

climatiche del sito interessato; e, invero, particolare attenzione va riservata anche agli effetti

“negativi” che le piante, in particolari circostanze, determinano; è l’esempio della vegetazione

ripariale con conseguente riduzione anche notevole delle portate defluenti in alveo.

Le possibilità di intervento con l’utilizzo di tecniche ecocompatibili sono innumerevoli e in

moltissimi casi queste rispondono in modo soddisfacente alle problematiche cui sono applicate;

ovviamente non sempre la loro applicazione è possibile (es. in frane di un certo rilievo o nei tratti

montani dei fiumi in cui la corrente è a carattere torrentizio), e quando ciò accade non bisogna

escludere a priori il ricorso ad interventi a più forte impatto, cercando in questi casi i materiali ed i

procedimenti costruttivi più idonei in modo da attenuare il più possibile tale impatto.

1.1 I principi, i materiali e gli ambiti di applicazione

Gli interventi di Ingegneria Naturalistica si distinguono da quelli tradizionali in quanto

utilizzano preferibilmente, come materiale da costruzione, specie vegetali vive, anche in

abbinamento con altri materiali, quali: materiali organici inerti, materiali di sintesi o di altro tipo.

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Materiali vegetali vivi - Sono essenzialmente i semi di specie vegetali con alta capacità vegetativa,

vengono utilizzati in tutti gli interventi di rinaturazione grazie alla capacità di creare piantine. Molto

utilizzati, nel recupero dei versanti e lungo i corsi d’acqua, sono i semenzali e trapianti di specie

arbustive ed arboree, acquistabili a radice nuda o protetta da terra o anche in fitocella con apparato

radicale in vaso. Molto efficaci nella protezione dall’erosione sono: i rizomi, le radici, le piote

erbose o zolle (insieme di radici e fusti erbacei), i tappeti erbosi a rotoli. Infine le talee di specie

arbustive o arboree, sono segmenti di fusto capaci di produrre radici e di attecchire rapidamente;

molto utilizzate sono quelle specie vegetali con forti e profondi apparati radicali come salici e

pioppi. .

Materiali organici inerti - Sono quei materiali che non hanno capacità vegetativa, come: legno, reti

di juta o fibra di cocco o di altri vegetali, stuoie in fibra di paglia o di cocco o di altri vegetali,

paglia o fieno fissati al suolo con picchetti e fili, compost a base di cellulosa, concimi organici.

Vengono utilizzati in abbinamento con i materiali vivi e in molte tecniche ad essi viene affidata la

tenuta dell’opera nel transitorio, nell’attesa che le piante crescano e contribuiscano, attraverso

l’apparato radicale alla resistenza complessiva.

Materiali di sintesi - Sono: griglie, reti o tessuti di materiale sintetico, come poliammide,

polietilene, poliestere, ecc.; particolarmente utili per il rivestimento di terreni soggetti ad erosione e

da consolidare; fertilizzanti chimici, collanti chimici, impiegati in particolari situazioni di pendenza

e su terreni poveri di sostanze nutritive.

Altri materiali - In molte tecniche di I.N. è prevista la realizzazione di vere e proprie strutture di

tipo ingegneristico, come: muri a gravità in pietrame o massi; strutture di sostegno con elementi in

legno (palificate, graticciate, ecc.); terre rinforzate con reti in acciaio collaborante; ecc..

Gli ambiti di intervento sono quelli finalizzati per lo più alla difesa del suolo, con riguardo

particolare ad interventi antierosivi, per il drenaggio e di consolidamento.

-Difesa idrogeologica: consolidamento di versanti o in generale del terreno; drenaggio delle

acque dilavanti; controllo dell’erosione; sistemazioni a rinforzo spondale nei fiumi.

-Funzione ecologico-naturalistica: recupero di aree naturali degradate, cave e discariche;

protezione dall’inquinamento (fitodepurazione, barriere antirumore);

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

-Funzione estetico-paesaggistica: sistemazione o rinaturazione di rilevati stradali o

ferroviari e di infrastrutture in genere; risanamento estetico di frane o altro, inserimento del

costruito nel paesaggio, arricchimento paesistico con sistemi a verde.

-Funzione socio-economica: tipologie alternative a quelle tradizionali a costi molto

competitivi, recupero produttivo di aree incolte o abbandonate.

1.2 Le palificate vive in legno

La realizzazione di opere per il contenimento del terreno in legname, Palificate vive,

rappresenta una soluzione ideale per tutte quegli interventi di ingegneria che pur richiedendo ampie

garanzie di sicurezza, non trascurano l’esigenza di un corretto inserimento nel paesaggio.

La presenza dell’aggettivo vive sottolinea il contributo offerto alla resistenza dell’opera,

dalle piante opportunamente messe a dimora sul paramento esterno della stessa, contributo dovuto

all’azione esplicata dalla fitta ramificazione del loro apparato radicale e dalle notevoli capacità di

resistenza al taglio delle stesse.

1.2.1 Caratteristiche ed ambiti di applicazione

Molto utilizzate in situazioni ambientali delicate ed in aree protette (parchi naturali, fluviali,

ecc.), le palificate vive sono efficacemente realizzate in svariate situazioni progettuali, quali ad

esempio:

- nelle sistemazioni idrauliche, quali opere di difesa spondale;

- nei lavori stradali, quali opere di contenimento (muri di sostegno, di sottoscarpa e di

controripa), barriere paramassi e barriere fonoassorbenti;

- nel consolidamento di versanti;

- nel recupero ambientale di opere esistenti.

La funzione strutturale viene garantita mediante l’assemblaggio di elementi di diversa

natura, quali: travi in legno, terreno di riempimento, radici delle piante messa a dimora. La struttura

cosi realizzata, agendo a gravità come un corpo unico, contrasta efficacemente la spinta delle terre e,

grazie all’attecchimento di vegetazione sul paramento, determina un basso impatto sull’ambiente

circostante. Strutture di questo tipo presentano inoltre un notevole grado di flessibilità che permette

loro di assorbire cedimenti differenziali e cedimenti a medio-lungo termine, senza mettere in crisi la

stabilità globale dell’intera opera.

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La varietà e versatilità di impiego, la durata, la facilità e velocità di montaggio,

l’economicità e l’inserimento armonico nel paesaggio esistente, rende tali opere altamente

competitive, e spesso preferibili a strutture di tipo tradizionale.

La caratteristica sostanziale che rende la struttura classificabile come intervento di

Ingegneria Naturalistica è, come sopra accennato, che la parte viva dell’opera contribuisce alla

tenuta statica della stessa, mediante un opportuna metodologia di rinterro della gabbia di legno e di

messa a dimora delle specie vegetali, nonché nella scelta delle stesse e di tutti quegli accorgimenti

atti garantire un adeguato sviluppo dell’apparato radicale.

1.2.2 Costruzione di una palificata viva

La posa in opera ed il collegamento degli elementi in legno costituendi la gabbia, prevede la

realizzazione preliminare di un piano di posa in pietrisco, in modo da livellare il fondo dello scavo e

per distribuire uniformemente i carichi sul terreno. Circa il materiale di riempimento, è possibile

fare ricorso a qualsiasi materiale disponibile in sito, purché in grado di assicurare l’attecchimento

della vegetazione, il drenaggio delle acque, impedire il dilavamento per effetto delle acque drenate e

garantire il necessario peso, in modo che la struttura nel suo complesso agisca come muro a gravità.

Il montaggio è estremamente semplice e veloce, dal punto di vista strettamente operativo

esso si realizza con il semplice ricorso ad un escavatore a braccio idraulico e a un limitato numero

di operai, risulta però molto importante il rispetto di alcuni accorgimenti operativi quali:

- utilizzare tondame, di diametro cm 20÷30, scortecciato, in quanto la corteccia favorisce e

accelera i processi di degradazione del legno; il castagno ad esempio se correttamente trattato può

arrivare integro, anche se in acqua, fino a 20-40 anni dalla messa in opera;

- mettere a dimora negli interstizi che si creano tra i pali, rami di specie arbustive con

capacità vegetativa autonoma, avente lunghezza tale da penetrare nel terreno a tergo della palificata

e con sporgenza massima, sul paramento, pari a ¼ della loro lunghezza;

- evitare di lasciare spazi vuoti intorno alla parte terminale delle talee e creare in queste zone

delle nicchie utilizzando terreno più fine;

- la scelta del periodo di realizzazione dell’opera è vincolato dalla messa a dimora delle

piante, è preferibile utilizzare i periodi di riposo vegetativo, mentre in estate occorre far ricorso a

piante radicate;

- il collegamento dei pali può essere realizzato in due modi diversi: con aggancio trasversale

dei pali, mediante barre in acciaio sagomate ad “u”, o meglio ad aggancio verticale mediante

chiodatura con barre di acciaio, eventualmente utilizzando attrezzo a percussione con terminale a

cappuccio, assicurandosi di penetrare con un chiodo due pali.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

- manutenzione nel primo anno, per controllare l’attecchimento delle piante e prevenire

fenomeni di scalzamento al piede.

1.3 I muri cellulari

I muri cellulari (crib-walls) sono opere di contenimento del terreno simili come concezione e

realizzazione alle palificate in legno ma che a differenza di queste ultime utilizzano in alternativa ai

pali di legno elementi prefabbricati in c.a. vibrato.

Risulta evidente quindi che pur avendo un impatto ambientale molto più basso di altre opere

di contenimento realizzate in c.a., non possono essere considerate interventi di Ingegneria

Naturalistica in senso stretto, in quanto la parte viva dell’opera, cioè le piante, non ha una funzione

strutturale importante ma solo quella di attutire l’impatto visivo dell’opera sull’ambiente

circostante.

Ad ogni modo sono comunque da preferirsi a strutture composte solo da c.a., e in special

modo quando la realizzazione di opere di Ingegneria Naturalistica vere e proprie non è praticabile

per motivi strutturali o pedoclimatici. I muri cellulari garantiscono una durata praticamente

illimitata, una facilità e velocità di montaggio, economicità e inserimento armonico nel paesaggio

esistente.

1.3.1 Caratteristiche ed ambiti di applicazione

Gli ambiti di applicazione dei muri cellulari sono gli stessi delle palificate in legno, fermo

restando quanto già detto circa i materiali utilizzati dalle due tecniche e l’impatto ambientale, buono

per i muri cellulari, quasi nullo per le palificate.

I muri cellulari come le palificate sono opere a gravità con paramento a vista rinverdito, che

può essere verticale o inclinato. Essi vengono realizzati assemblando, mediante semplici incastri,

elementi in c.a. vibrato, prefabbricati in stabilimento, in modo da costituire una gabbia, questa viene

poi riempita con materiale di scavo e opportunamente rinverdita con la messa a dimora di piantine

sulla parete a vista.

La caratteristica sostanziale che rende la struttura ecologica è la presenza del paramento

esterno rinverdito.

1.3.2 Posa in opera muri cellulari

La posa in opera degli elementi prefabbricati prevede la realizzazione del piano di posa (in

cls magro o pietrisco o appoggi in elementi prefabbricati), per poi procedere alla posa degli elementi

prefabbricati costituenti le gabbie. Circa il materiale di riempimento, è possibile fare ricorso a

qualsiasi materiale disponibile in sito, purché in grado di assicurare l’attecchimento della

vegetazione, il drenaggio delle acque, impedire il dilavamento per effetto delle acque drenate e

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garantire il necessario peso, in modo che la struttura nel suo complesso agisca come muro a gravità.

E’ preferibile fare ricorso a materiale misto di cava con una percentuale di argilla-limosa di circa il

10% di volume, in modo da evitare, nelle zone particolarmente esposte all’irraggiamento solare, che

possano verificarsi problemi allo sviluppo delle radici a causa dalle elevate temperature che si

determinano tra gli elementi di calcestruzzo. Si provvede infine al completamento dell’opera con la

messa a dimora delle piantine. La potenzialità di realizzare svariate soluzioni progettuali, grazie alle

diverse dimensioni e possibilità di incastro degli elementi prefabbricati, conferisce a questo tipo di

opere una notevole flessibilità di impiego, rendendo possibile la realizzazione di muri adattabili a

diverse condizioni morfologiche e geotecniche nonché la realizzazione di curve planimetriche senza

l’impiego di pezzi speciali.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

CAP. 2 Elementi di calcolo e caratteristiche strutturali

Si intendono fornire chiarimenti circa i procedimenti e le ipotesi di calcolo adottate dal

software ECOCRIB, per il dimensionamento e le verifiche di stabilità relativi a una struttura di

contenimento del terreno costituita da una palificata viva in legno o da un muro cellulare tipo

Cribb-walls.

2.1 Dimensionamento

Questo tipo di opere, sia le palificate vive in legno che i muri cellulari in c.a. vibrato, sono

strutture di contenimento schematizzabili come muri a gravità, il loro dimensionamento statico può

quindi ottenersi attraverso le teorie classiche della geotecnica.

(Fig.2.1) Schema opera di contenimento a gravità;

In fig.2.1 sono schematizzate le forze agenti su una generica struttura di contenimento del

terreno che agisce a gravità, esse sono essenzialmente:

- la risultante S delle sollecitazioni esercitate sul paramento interno della struttura di

contenimento dal terreno retrostante;

- il peso proprio Pb della struttura legno-terreno;

- il peso proprio Pa del terreno sormontante la struttura;

- la risultante R esercitate dal terreno sulla struttura di contenimento.

Per quanto riguarda la determinazione delle forze peso Pa e Pb esse sono note una volta

fissata la geometria e le dimensioni dell’opera di sostegno, nonché i materiali e il terreno

interessati.. La determinazione dell’intensità e della retta di applicazione della spinta S viene

effettuata invece attraverso i classici metodi della geotecnica.

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Ecocrib

15

Le dimensioni necessarie che scaturiscono dal calcolo possono essere realizzate scegliendo

gli elementi di dimensioni (diametro e lunghezza dei pali) più opportune e assemblandoli in modo

da realizzare la struttura più consona alle esigenze specifiche.

ECOCRIB assume, come dimensionamento di prima approssimazione, per il calcolo

dell’altezza e della base della palificata, valori pari a:

h tgpal = −

1 0 7. ( )ϕ2

; e b = 0.7 hpal; (1)

in modo da far dipendere l’altezza dell’opera di sostegno dall’angolo di attrito interno del

terreno e la base assumerla come aliquota dall’altezza hpal.

Com’è noto non è possibile realizzare un vero e proprio progetto in forma chiusa per questo

tipo di opere, troppi sono i parametri incogniti che intervengono, può accadere quindi che i valori di

primo tentativo non soddisfino tutte le verifiche, rendendosi necessario un aggiustamento dei dati in

input. Numerose esperienze hanno portato i progettisti del software a ritenere questa impostazione

dei dati piuttosto plausibile per un dimensionamento di prima approssimazione e, per i casi più

ricorrenti nella pratica tecnica, dove le altezze dei versanti sono contenute nei 5 m, sufficientemente

cautelativi e ampiamente verificati.

Si tenga conto che le dimensioni della palificata scaturenti dal progetto rispondono alle

condizioni di stabilità, sono, pertanto, lasciate all’esperienza del progettista eventuali adeguamenti

dimensionali in funzione delle caratteristiche biotecniche delle piante utilizzate e delle

caratteristiche commerciali dei materiali utilizzati.

Tecnologicamente è possibile realizzare palificate vive con struttura monogabbia a cella

singola fino ad altezze di 5-6 m, anche se solo per altezze di 1.5 - 2.00 m queste strutture possono

considerarsi vere e proprie opere di ingegneria naturalistica di durata illimitata. Per altezze maggiori

sono determinanti le caratteristiche pedoclimatiche del sito di realizzazione, che incide

sensibilmente sull’attecchimento e lo sviluppo più o meno efficace dell’apparato radicale delle

piante messe a dimora e quindi sul contributo che queste possono dare alla resistenza a lungo

termine.

2.2 Spinta delle terre

La spinta S esercitata dal terreno sul manufatto, dipende da svariati fattori, tra i quali i

principali sono:

- la geometria dell’opera di contenimento e del terrapieno;

- le caratteristiche del terreno retrostante e del terreno di fondazione;

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

- le condizioni di drenaggio.

Per la determinazione della spinta viene adottato il metodo dell’equilibrio limite, il quale

ipotizza che la superficie di rottura abbia in generale forma cilindrica, che su di essa si mobiliti tutta

la resistenza a taglio del terreno e che per l’equilibrio del concio di spinta si considerano solo

spostamenti di tipo rigido.

Le teorie della geotecnica classica sulla spinta delle terre: Rankine (1857), Coulomb (1776)

e loro generalizzazioni, si riferiscono al problema piano, mettendo in relazione la spinta con la

geometria del problema, il peso specifico e la resistenza a rottura del terreno retrostante la struttura

di contenimento.

Nel caso in esame sarà utilizzata la teoria di Coulomb, in quanto più generale rispetto alla

teoria di Rankine e applicabile a svariate condizione geometriche, inoltre a differenza di questa,

considera una condizione di equilibrio limite globale e non puntuale.

La teoria di Rankine, di contro, si farebbe preferire in quanto nel caso delle palificate in

legno la superficie di separazione tra terreno retrostante e opera di contenimento, grazie all’azione

dell’acqua percolante e alle radici delle piante, può essere considerata solo come una superficie di

riferimento, e non già una vera e propria superficie di separazione, quale invece viene considerata

nella teoria di coulomb attraverso l’angolo di attrito terra-muro. A parziale giustificazione può dirsi

che tale parametro, l’angolo di attrito terra-muro che in genere si assume pari a 1/3-2/3 dell’angolo

di attrito interno del terreno interessato, non influenza sostanzialmente la determinazione del

coefficiente di spinta attiva, inoltre durante l’esecuzione dell’opera e nel periodo immediatamente

successivo, cioè prima che le piante possano svolgere il compito di resistenza loro assegnato, la

separazione tra opera di sostegno e terreno retrostante e abbastanza marcata.

2.2.1 Teoria di Coulomb

La teoria di Coulomb consente il calcolo della spinta esercitata da un prisma di terreno

(ABC) di lunghezza indefinita su una parete di sostegno nelle seguenti ipotesi (fig.2.2):

1) superficie di scorrimento AC, del prisma di terra staccatosi dal terrapieno retrostante,

piana e passante per il piede della stessa (in realtà la superficie di scorrimento è

curvilinea, ma l’approssimazione è accettabile);

2) distribuzione delle pressioni di tipo lineare;

3) inclinazione della spinta rispetto alla normale alla parete, pari all’angolo di attrito δ

terreno-struttura;

4) terreno considerato privo di coesione;

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Ecocrib

17

5) assenza di pressioni neutre.

Sotto queste ipotesi la teoria definisce la spinta attiva come il valore massimo

ricavabile dal poligono di equilibrio delle forze in gioco al variare della superficie di

scorrimento.

(Fig.2.2) Schema di calcolo della spinta;

Coulomb ha ricavato analiticamente questo massimo per una superficie limite del terrapieno

retrostante orizzontale e per parete di contenimento verticale, esso è dato da:

S H Kt a=1

2

2γ ; Spinta attiva (2)

dove γt è il peso specifico del terreno e Ka è il coefficiente di spinta attiva che, per parete di

contenimento AB verticale e senza attrito e con inclinazione del pendio retrostante AC orizzontale,

vale:

K tga = −2

2 2( )π ϕ

; (3)

coincidente con la teoria di Rankine, mentre più in generale può assumersi pari a:

Ka =+

− ++ −

− +

sen ( )

sen sen( )sen( ) sen( )

sen( )sen( )

2

2

2

1

χ ϕ

χ χ δϕ δ ϕ βχ δ χ β

; (4)

avendo indicato con:

ϕ l’angolo di attrito interno;

β l’inclinazione del terrapieno sovrastante la struttura;

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

δ l’angolo di attrito opera-terreno;

χ l’inclinazione della palificata rispetto all’orizzontale.

In fig.2.2 è anche rappresentato il diagramma delle pressioni, triangolare secondo ipotesi,

con pressione massima alla base, pari a γHKa, e punto di applicazione della spinta nel baricentro del

triangolo, posto ad H/3 dalla base di appoggio dell’opera.

Circa l’angolo di attrito terra-opera di contenimento, molte sono le esperienze al riguardo, in

genere si assume pari a ϕ/3 - 2ϕ/3, anche se c’è da osservare che nel caso delle palificate lo

scorrimento può verificarsi solo su una superficie parallela al paramento interno della stessa situata

all’interno del terrapieno, per cui l’angolo di attrito δ può assumersi proprio pari all’angolo di attrito

interno ϕ del terreno. Prudenzialmente e a vantaggio di sicurezza ECOCRIB utilizza in defoult per δ

un valore pari a 2/3 di ϕ, ma permette anche di utilizzare valori vicini a ϕ sconsigliando però valori

superiori all’80% di ϕ. Per tali valori infatti la (4) non è più affidabile, in quanto ipotizza superfici

di scorrimento piane che per valori grandi di δ si discosta troppo dalla realtà.

La formula (4) (Muller-Breslau) diminuisce in affidabilità anche quando il rapporto tra la

lunghezza della palificata L e l’altezza H è minore di 3 (L/H<3), in quanto in questo caso viene

meno l’ipotesi di problema piano; e per sviluppo longitudinale marcatamente curvilineo.

Un annotazione doverosa va fatta circa la valutazione e l’incidenza dei parametri

geotecnici sull’attendibilità dei risultati; questi vanno attentamente valutati in sito, procedendo

ad un analisi geologica specifica. I risultati ottenibili da ECOCRIB con l’utilizzo delle tabelle

preimpostate possono avere solo valore indicativo circa la fattibilità dell’opera di contenimento e

sull’opportunità di utilizzare tali tipologie di sostegno.

2.2.2 Sovraccarichi

La presenza di un sovraccarico in prossimità del cuneo di spinta influenza notevolmente

l’entità della spinta stessa.

Con sufficiente approssimazione possiamo considerare questo sovraccarico come un carico

uniformemente distribuito che produce una pressione verticale sull’opera di contenimento, tradotta

in spinta orizzontale dal coefficiente Ka e che và a sommarsi a quella prodotta dal terreno.

Questo incremento di spinta può valutarsi, nel caso più generale di paramento in

contropendenza e superficie di terreno retrostante inclinato, come:

S qK hq a=+

sen

sen( )

αα β

; (5)

il diagramma di tale incremento è rettangolare con punto di applicazione in H/2.

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Ecocrib

19

Nel caso invece di terreno retrostante orizzontale è possibile sommare il contributo dato alla

spinta del terreno dal sovraccarico, la somma è rappresentabile con una legge di distribuzione di

tipo trapezia con punto di applicazione della risultante nel baricentro del trapezio. In questo caso

può essere utile trasformare il sovraccarico in altezza fittizia di terreno con peso equivalente al

sovraccarico q:

q= h1γ1; → h1=q/γ1; (6)

La spinta complessiva data dall’area del diagramma delle pressioni vale in questo caso:

S H Kh

Ht a= +

1

21

22 1γ ; (7)

che degenera nella (2) nel caso sia h1 nullo, e cioè quando non è presente alcun sovraccarico.

Il punto di applicazione della spinta è dato da:

yH H h

H h=

+

+3

3

2

1

1

; (8)

che si trasforma in H/3 nel caso di sovraccarico nullo.

2.2.3 Effetti sismici

La Normativa italiana (D.M. 11/03/88 e D.M. 16/01/96) prevede, nelle zone classificate

sismiche (Ordin. 12 giugno 1998 n.2788) e quando l’opera di sostegno supera i 3.00 m di altezza,

che al calcolo della spinta statica, cosi’ come descritto in precedenza, bisogna sommare due

contributi aggiuntivi di spinta (metodo Mononobe-Okabe).

Il primo è relativo all’incremento di spinta calcolato considerando l’azione sismica come una

forza di tipo inerziale agente sul cuneo di spinta:

∆S S SI=+

−cos ( )

cos ( ) cos

2

2

α ξα ξ

; (9)

applicata a 2h/3 e dove si è indicato con:

S= spinta calcolata in condizioni non sismiche;

SI= spinta calcolata in condizioni dinamiche, con

βS=β+ξ;

αS=α+ξ;

ξ= arctgC;

Il secondo è dato dal calcolo di una forza orizzontale di inerzia applicata nel baricentro della

struttura di sostegno e pari a:

F=CPa; (10)

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

con Pa peso del manufatto.

Questo metodo simula l’azione dinamica del cuneo di spinta con una forza statica

equivalente proporzionale al peso del cuneo stesso mediante un coefficiente orizzontale funzione

della zona sismica secondo lo schema riassunto nella seguente tabella.

In generale si è osservato che, sul calcolo in condizioni sismiche il valore dell’angolo di

attrito opera-terreno δ ha poca influenza, mentre incide molto l’angolo di inclinazione del terrapieno

sovrastante β.

Zona sismica C ξ

I 0.10 5.71

II 0.07 4.00

bassa sismicità 0.04 2.29

L’ordinanza n°3274 della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003 “Norme

tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e di sostegno dei terreni” sia

nell’Eurocodice 8 – parte 5 (UNI EN 1998 – 5 gennaio 2005) applica il metodo di Mononobe-

Okabe (1929).

Questo metodo può essere considerato come un’estensione in campo dinamico del criterio di

Coulomb precedentemente illustrato, quindi ne assume sostanzialmente le ipotesi, in più si

considera che il cuneo di terreno compreso tra la superficie di rottura e la parete del muro si

comporta come un corpo rigido soggetto all’accelerazione orizzontale ah e verticale av uniformi

all’interno del cuneo, così espresse:

gka hh ⋅=

gka vv ⋅=

in cui kh è il coefficiente di intensità sismica orizzontale;

kv è il coefficiente di intensità sismica verticale;

g è l’accelerazione di gravità.

La normativa vigente impone che, in assenza di studi specifici, i coefficienti d’intensità

sismica orizzontale (kh) e verticale (kv) siano i seguenti:

rgaSk gh //⋅= hv kk 5,0=

Il valore di ag/g è assegnato in base alla classificazione sismica del sito secondo la seguente

tabella:

Zona sismica Valore di ag

I 0,35 g

II 0,25 g

III 0,15 g

IV 0,05 g

Il coefficiente S è invece legato al profilo stratigrafico ed esprime l’amplificazione dello

spettro di risposta dovuto alle diverse velocità delle onde sismiche nei terreni presenti nel sito. In

assenza di studi specifici la normativa raccomanda i seguenti valori:

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21

S>= 1,2 per siti in prossimità del ciglio superiore di pendii scoscesi isolati;

S>=1,4 per siti prossimi alla sommità di profili topografici aventi larghezza in cresta molto

inferiore alla larghezza alla base e pendenza >30°;

S=1,2 per siti dello stesso tipo di 2 ma con pendenza media inferiore.

Il fattore r dipende dallo spostamento ammissibile del muro. L’ordinanza n°3274 indica:

r = 2 per i muri che ammettono spostamenti (muri a gravità o sufficientemente flessibili)

r = 1 negli altri casi ed anche in assenza di terreni non coesivi saturi.

2.3 Verifiche di stabilità

Il controllo sulla stabilità del opera di sostegno e quindi sulla fattibilità e corretto

dimensionamento della stessa, viene affidata alle seguenti verifiche:

- verifica al ribaltamento;

- verifica allo scorrimento lungo la base;

- verifica a rottura del piano di fondazione;

oltre che alla verifica della stabilità globale terreno-opera di contenimento e alle verifiche di

resistenza del materiale costituente l’opera.

2.3.1 Verifica al ribaltamento

La spinta del terreno e dei sovraccarichi tendono a far ruotare il manufatto intorno al punto

O (momento ribaltante MR), a questa rotazione si oppongono i momenti dovute alle forze peso

stabilizzanti (momento stabilizzante MS), il coefficiente di sicurezza dovrà essere:

MR= Sy; MS= Paxa + Pbxb;

M

M

S

R

> 15. (11)

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(Fig.2.3) Schema di verifica al ribaltamento;

2.3.2 Verifica a scorrimento

Le componenti di spinta parallele al piano di appoggio dell’opera tendono a far scorrere la

stessa lungo il detto piano, le azioni tangenziali che si sviluppano tra opera e terreno sottostante si

oppongono a tale scorrimento, la verifica a scorrimento è soddisfatta se risulta:

V

T> 13. ; (12)

avendo indicato con:

V= Ntagϕ; forza di attrito

N= Sp+Pap+Pbp; risultante delle forze verticali;

T= So+Pao+Pbo; spinta instabilizzante ;

(Fig.2.4) Schema di verifica a scorrimento;

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Ecocrib

23

L’inclinazione dell’opera di contenimento rispetto alla verticale, attraverso una

contropendenza adeguata, migliora notevolmente il comportamento della stessa rispetto allo

slittamento, risultato questo ottenibile anche con la posa in opera di un ancoraggio mediante

l’infissione nel terreno di un palo di legno o di acciaio collegato alla palificata.

Ecocrib, nel caso in cui il coefficiente di sicurezza allo scorrimento, determinato senza il

contributo dei pali di ancoraggio, è compreso nell’intervallo 1.15-1.30, consente su opzione del

progettista di inserire dei pali di ancoraggio in acciaio del diametro φ 30 mm e lunghezza m 1.50, in

numero tale da garantire una componente tagliante stabilizzante tale da raggiungere un coefficiente

di sicurezza allo scorrimento pari a 1.31.

Dalla (12) il coefficiente di sicurezza allo scorrimento è pari a:

η=V/T;

pertanto il contributo stabilizzante riservato ai pali di ancoraggio è determinato con la

seguente formula:

Tpali ancoraggio = 1.31 T – V.

2.3.3 Verifica allo schiacciamento del terreno

E’ importante verificare che la forza agente sul terreno di fondazione non produca sullo

stesso una tensione normale massima σmax maggiore di quella del terreno al limite di rottura σt,lim,

dipendente dalle caratteristiche del terreno, dalle caratteristiche geometriche dell’opera e dai carichi

applicati.

Il peso dell’opera di contenimento e la spinta agente sulla stessa danno luogo ad una forza

risultante che difficilmente coincide con il baricentro del piano di posa. Bisognerà quindi

individuare la posizione di questo punto, detto centro di pressione, imponendo l’equilibrio alla

rotazione rispetto al punto esterno O alla base dell’opera di contenimento, tra le forze applicate e la

risultante delle stesse.

La distanza u tra il bordo dell’opera e il centro di pressione è dato allora da:

uM M

N

S R=−

; (13)

la distanza e della risultante dal baricentro della base di appoggio o eccentricità, è data da:

eb

u= −2

; (14)

Possono verificarsi tre diverse situazioni:

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-se il centro di pressione è interno al nocciolo centrale di inerzia, il diagramma delle pressioni è

trapezoidale, per cui il terreno sottostante il piano di posa sarà tutto reagente e la tensione massima

riferita ad un metro di fondazione sarà data da:

per u>b/3 ed e<b/6 σmax = +

N

b

e

b1

6; (15)

- se il centro di pressione è interno al nocciolo centrale di inerzia, il diagramma delle

pressioni è triangolare e la tensione massima riferita ad un metro di fondazione sarà data da:

per u=b/3 ed e=b/6 σmax =2N

b; (16)

- se il centro di pressione è esterno al nocciolo centrale di inerzia, il diagramma delle pressioni è

triangolare e solo una parte di terreno è reagente, in questo caso la tensione massima, sempre riferita

ad un metro di fondazione sarà data da:

per u<b/3 ed e>b/6 σmax =2

3

N

u; (17)

La verifica allo schiacciamento si effettua confrontando la tensione massima (σmax) sul piano

di posa della fondazione con la tensione del terreno al limite di rottura (σt,lim).

σ

σt ,lim

max

.> 2 0; dove σt,lim=3σt,amm (18)

Ecocrib contiene, tra le altre, una tabella in cui sono inserite le caratteristiche di vari tipi di

terreni con inclusi anche i valori della σt,amm, va sottolineato però che questi valori sono da

considerarsi solo indicativi, in quanto, come già detto, la tensione ammissibile dipende oltre che dal

tipo di terreno anche da altri fattori, quali: la geometria dell’opera, la profondità del piano di posa,

ecc. Rigorosamente la σt,amm deve essere correttamente calcolata utilizzando ad esempio il metodo

di Terzaghi, se non inclusa nella relazione geologica o geotecnica fornita al progettista dal

committente.

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Ecocrib

25

(Fig.2.5) differenti posizione della risultante delle forze verticali

sulla sezione di posa della fondazione;

Altra importante precisazione và fatta circa la presenza di eccentricità, specie con terreni

compressibili o poco addensati, in questi casi infatti è preferibile che la risultante delle forze agenti

sull’opera di contenimento sia interna al nocciolo centrale di inerzia, il più vicino possibile al

baricentro della fondazione, in modo da evitare rotazioni instabilizzanti.

2.3.4 Verifica alla stabilità globale

Il software Ecocrib al momento non effettua tale verifica, indispensabile per individuazione

del grado di sicurezza dell’insieme opera-terreno, rispetto a possibili scorrimenti lungo superfici di

rottura passanti al disotto del piano di fondazione:

R

R

TD

TM

> 2 0. ;

RTD= resistenza a taglio disponibile;

RTM= resistenza a taglio mobilitata;

2.3.5 Verifica alla stabilità interna

L’analisi della stabilità interna può essere condotta assimilando la gabbia in legno ad una

serie di sili accostati che devono contenere il materiale di riempimento. Ciascuno di questi sili ha

pertanto una pianta rettangolare la cui lunghezza dei lati è definita dall’interasse tra gli elementi

trasversali posti alla stessa altezza e la distanza tra le pareti del cassone.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

La spinta esercitata dal materiale insilato è controbilanciata dalla presenza degli elementi

trasversali, che fungono da tiranti ed impediscono ai due paramenti di allontanarsi l’uno dall’altro.

All’interno del silo sono da considerare agenti le seguenti pressioni:

• pfz pressione verticale del materiale di riempimento agente sulla base;

• phz pressione orizzontale del materiale di riempimento agente sulle pareti;

• pvz pressione verticale che si esercita lungo le pareti.

La pressione verticale pfz non ha alcuna influenza sulla stabilità interna.

La pressione orizzontale phz, quando agisce direttamente sui traversi non induce alcuno stato

di sollecitazione; quando invece si scarica sugli elementi longitudinali tende ad infletterli e richiede

la reazione di trazione dei tiranti (traversi) ad essi collegati.

La pressione pvz tende ad indurre uno stato flessionale sia sugli elementi longitudinali sia sui

traversi; su questi ultimi l’azione viene raddoppiata poiché ciascuna parete dei traversi è comune a

due silos attigui. La sollecitazione flessionale dei traversi è però inferiore a quella teorica, in quanto

la presenza del materiale di riempimento al di sotto dei traversi ne riduce di fatto la luce

d’inflessione.

La pressione unitaria agente orizzontalmente contro le pareti del silo cresce con la profondità

(zmax) in corrispondenza alla quale il peso proprio di uno strato di materiale uguaglia la forza di

attrito che si genera sulla parete del cassone. Considerando i seguenti parametri:

dz altezza dello strato (m);

A sezione trasversale della cella (m2);

γ il peso specifico del materiale di riempimento (N m-3);

il peso proprio P’ dello strato considerato può essere definito così:

P’ = γ*A*dz (19)

Indicando invece con

U il perimetro della sezione trasversale della cella del cassone (m);

tan δ il coefficiente d’attrito tra pareti e materiale di riempimento;

phzmax la pressione unitaria orizzontale massima;

si ricava la forza d’attrito R:

R = phzmax* tan δ* (20)

dove U dz rappresenta l’intera superficie laterale che racchiude la strato considerato.

Uguagliando la (19) e la (20) si ottiene il valore

δγ

δγ

tantanmax ⋅

⋅=

⋅⋅⋅⋅

=U

A

dzU

dzAphz (21)

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Ecocrib

27

Che nel caso di celle rettangolari si può scrivere:

( )( ) δ

γtan2

max ⋅+⋅⋅

=ba

baphz (22)

Noto il valore di phzmax si può ottenere anche il corrispondente valore della pressione

verticale all’interno del silo attraverso la relazione

δtanmax ⋅= hzmahvz pp (23)

Di tutte le sollecitazioni che si originano per l’azione delle pressioni pvzmax e phzmax

quella che risulta più gravosa per l’opera è relativa allo stato flessionale su di un piano orizzontale

degli elementi longitudinali. Ipotizzando questi elementi longitudinali come semplicemente

appoggiati agli estremi su di loro può considerarsi agente un carico uniforme:

( )iDpq hz +⋅= max (24)

essendo

i la distanza verticale tra gli elementi longitudinali di due corsi contigui;

D il diametro degli elementi longitudinali.

Se si utilizza tondame di un unico diametro sia per gli elementi trasversali che per quelli

longitudinali, risulta anche i = D l’equazione (24) si semplifica nella:

Dpq hz ⋅⋅= max2 (25)

Si può infine determinare la tensione massima nella mezzeria degli elementi longitudinali,

pensati, semplicemente appoggiati ai traversi.

Il momento flettente (M) in mezzeria risulta:

( ) ( )8

***28

*2

max

2Da

DpDaq

M hz

+=

+=

Il modulo di resistenza (W) nel caso della sezione circolare è pari a

32

* 3DW

π=

mentre per la sezione rettangolare è pari a

6

* 2hbW =

quindi la tensione massima (σmax) può esprimersi con la relazione:

max

2

max *18

hzpD

a

W

M

+±=±=π

σ

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

Tale tensione massima deve risultare minore della tensione massima ammissibile del

legname utilizzato.

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Ecocrib

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CAP. 3 Elementi di Contabilità

Le opere di Ingegneria Naturalistica, e tra queste le palificate vive in legno, rientrano

nella sfera di applicazione della L. 109/94 e successivo Regolamento di attuazione 554/97,

come modificata dalla L. 163/08. Pertanto nella progettazione di opere di Ingegneria

Naturalistica è necessario redigere i progetti secondo quanto prescritto dalla normativa sui

LL.PP..

Il progetto di una tale opera, come per qualsiasi opera pubblica, dovrà contenere, oltre gli

studi e le indagini di base, studio geologico, studio botanico, relazione geotecnica con

caratterizzazione dei terreni, relazione sui materiali impiegati:

- relazione descrittiva dell'opera

- grafici esecutivi

- calcoli statici

- analisi prezzi

- elenco prezzi

- computo metrico e stima delle opere

- capitolato speciale di appalto.

Mentre le indagini e gli studi di base richiedono l'intervento di specialisti di settore, il

progettista dovrà rendere gli esecutivi dell'opera e gli elaborati di calcolo statico e contabilità.

Ecocrib consente di sviluppare oltre alle verifiche di stabilità, alla relazione descrittiva e alla

relazione di calcolo, i grafici esecutivi, organizzati con piante, sezioni e prospetti quotati, e gli

elaborati di contabilità, secondo le indicazioni del Regolamento sui LL.PP. e delle circolari del

Ministero dei LL.PP..

Nel produrre gli elaborati grafici e contabili, Ecocrib tiene conto della scelta del progettista

rispetto agli schemi costruttivi della palificata:

- schema A: pali trasversali tutti allineati sulla stessa verticale

inclinazione del paramento ottenuta solo per effetto dell'inclinazione

del piano di posa.

- schema A1: pali trasversali tutti allineati sulla stessa verticale

inclinazione del paramento ottenuta per effetto combinato

dell'inclinazione del piano di posa e dell'arretramento dei pali

longitudinali, man mano che si prosegue verso l'alto.

- schema B: pali trasversali disposti a scacchiera

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

inclinazione del paramento ottenuta solo per effetto dell'inclinazione

del piano di posa.

- schema B1: pali trasversali disposti a scacchiera

inclinazione del paramento ottenuta per effetto combinato

dell'inclinazione del piano di posa e dell'arretramento dei pali

longitudinali, man mano che si prosegue verso l'alto.

3.1 Distinta materiali

Uno dei problemi ricorrenti per chi deve organizzare un cantiere è quello di poter pianificare

la fornitura e l'approvvigionamento dei materiali, delle attrezzature e della mano d'opera occorrente

per l'esecuzione di un'opera.

I progetti vanno completati da distinte dei materiali che per ciascuna opera individuino in sede

progettuale le quantità, mentre nel capitolato speciale di appalto si indicano le qualità, di ogni

singolo materiale.

Ecocrib consente, una volta elaborato il calcolo e quindi individuata definitivamente la forma e

consistenza dell'opera, la determinazione in automatico dei materiali necessari per l'esecuzione

dell'opera progettata.

Ecocrib in automatico determina la distinta materiali:

- le dimensioni dello scavo:

- la lunghezza dello scavo pari alla lunghezza della palificata;

- la larghezza dello scavo pari alla larghezza della palificata maggiorata di cm 30, ammettendo un

arretramento del vertice anteriore della palificata rispetto alla linea del versante;

- l'altezza pari al valore assegnato per il fronte di scavo ed assunto a base del calcolo delle spinte.

- la quantità di legno:

- volume del legno impiegato

- numero dei pali trasversali, nel caso degli schemi A1 e B1 la lunghezza dei pali trasversali è

assunta pari alla larghezza della palificata maggiorata di cm 20, ammettendo un arretramento dei

pali longitudinali di cm 20 per ciascun strato tale da consentire una inclinazione del paramenti del

30÷50%

- metri lineari dei pali trasversali

- metri lineari dei pali longitudinali

- terreno di riempimento, assunto pari alla differenza tra il volume della palificata ed il volume del

legno. Si consiglia di utilizzare quale materiale di riempimento il terreno prodotto dallo scavo

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Ecocrib

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arricchito da pietrame per favorire il drenaggio della palificata. Circa il drenaggio va detto che lo

stesso va opportunamente progettato in funzione delle condizioni geotecniche del versante e delle

specie vegetali utilizzate; infatti possono presentarsi casi in cui è prevalente l'esigenza di drenare

particolarmente l'opera alfine di controllare le spinte delle terre, in altri casi un drenaggio spinto può

creare condizioni non ideali per l'attecchimento della vegetazione.

- Terreno soprastante: Ecocrib determina in automatico il terreno necessario a profilare il versante in

congiunzione con il vertice anteriore della palificata secondo un angolo assunto pari a 2/3

dell'angolo di attrito interno del materiale;

- Il numero e dimensione dei chiodi: i pali costituenti la palificata vanno opportunamente collegati

in modo da garantire la necessaria coesione degli elementi strutturali. Tali collegamenti avvengono

a mezzo di chiodi per cui si consiglia di utilizzare tondo sagomato di diametro non inferiore ai 12

mm, più spesso si utilizza il diametro 14 mm, e la cui lunghezza è determinata pari alla somma dei

diametri dei pali ridotta di cm 5 alfine di assicurare il collegamento di un palo trasversale con un

longitudinale ed impedire la fuoriuscita del chiodo. Considerando che ciascun palo trasversale viene

inchiodato prima al sottostante palo longitudinale e poi al longitudinale superiore, il numero dei

chiodi è determinato pari a n. 4 per ciascun palo trasversale. Determinato il numero dei chiodi e la

loro lunghezza, sulla scorta del diametro stabilito viene calcolato il peso del ferro.

- Il numero delle grappe: il collegamento dei pali longitudinali testa a testa avviene a mezzo di

grappe (ad U) di dimensioni cm 30 e cm 10. Il numero delle grappe è determinato in ragione di circa

due grappe a metro cubo. Tale valore è ricavato dall'esperienza costruttiva.

Cm 30

Cm 10

- Il numero delle piante: è determinato in ragione di circa una pianta per ogni campo (spazio definito

tra due pali trasversali consecutivi e due pali longitudinali sovrapposti)

- Il numero delle talee: è determinato considerando per ogni strato (spazio compreso tra due

longidutinali) 5 talee a metro. La lunghezza delle talee è determinata pari alla larghezza della

palificata maggiorata di cm 50.

- Superfci di semina :vengono determinate le superficie del paramento a valle della palificata e della

zona di riporto sopra la palificata su cui è possibile prevedere una semina.

- La distinta è completata dal numero e peso dei pali di ancoraggio nel casi sia necessario o si decida

di utilizzarli al fine di contribuire al controllo dello scorrimento.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

3.2 Analisi dei prezzi unitari

L'analisi dei prezzi unitari è condotta ricavando in automatico i quantitativi dei materiali

necessari per la costruzione dell'opera così come progettata, mentre per l'incidenza a metro cubo di

palificata dei noli e della manodopera si è fatto ricorso in particolare alle preziose indicazioni

fornite da soci esperti AIPIN (Associazione Italiana per l'Ingegneria Naturalistica).

Circa i costi unitari Ecocrib non ha alcun valore preimpostato, in quanto ogni Regione, ed ogni

realtà locale ha tabelle ufficiali a cui il progettista potrà riferirsi per la definizione del prezzo di

applicazione, a cui peraltro si perviene aggiungendo ai costi basi una percentuale per spese generali

ed una percentuale per utile d'impresa. I valori dei materiali, noli e manodopera, riportati nello

schema di analisi di Ecocrib hanno valore assolutamente indicativo, pertanto è lasciata

all’esperienza e competenza del progettista la loro definizione.

3.3 Computo metrico e stima delle opere

Formulato il prezzo è possibile redigere il computo metrico, con carico automatico delle

dimensioni della palificata e del prezzo unitario.

3.4 Voce di capitolato ed elenco prezzi

La redazione del capitolato speciale di appalto è una delle fasi più delicate ed importanti

della progettazione; il capitolato infatti rappresenta la sintesi dell'intera progettazione ed è alla base

dei rapporti contrattuali. E' opportuno, pertanto, che il capitolato preveda, tra l'altro, una dettagliata

descrizione delle lavorazioni da eseguire e dei materiali da utilizzare nell'esecuzione delle opere.

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Ecocrib

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CAP. 4 Manuale operativo ECOCRIB

4.1 Requisiti di sistema

Prima di installare Ecocrib assicurarsi che il vostro computer soddisfi alcuni requisiti minimi per

l’esecuzione del programma.

Requisiti minimi:

- Personal Computer basato su processore Pentium o superiore.

- Disco rigido con almeno 10 Mb di spazio libero.

- Mouse Microsoft o altra periferica di puntamento compatibile.

- Monitor VGA o di categoria superiore.

- 16 Mb di memoria RAM.

- Sistema operativo Windows 06 o Vista.

Per una migliore visualizzazione del programma consigliamo di utilizzare una risoluzione

minima di 800x600 caratteri piccoli.

4.2 Installazione

Per installare Ecocrib:

Da Cd-rom:

- Inserire il Cd-rom nell’apposito lettore.

- Scegliere il comando esegui dal menù Avvio/Start.

- Nella casella “Riga di comando” digitare D:SETUP.EXE (dove D: è la lettera che identifica

l’unità Cd-rom) e confermare con INVIO.

- Seguire le istruzioni di installazione visualizzate.

4.3 Esecuzione

Avvio del programma:

- Aprire il gruppo Programmi di Windows contenente l’icona di Ecocrib.

- Fare doppio click sull’icona di Ecocrib

Viene avviato il programma e da questo momento è possibile eseguire con facilità e in modo

intuitivo tutte le operazioni riguardanti il calcolo delle palificate vive in legno ed i muri cellulari.

4.4 Indicazioni d’uso

La versione 2.00 del programma ha portato ad una totale rivisitazione della interfaccia

grafica di Ecocrib.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

Fig. 4.1 Nuova interfaccia Vers. 2.0;

Elenchiamo di seguito tutte le funzionalità di Ecocrib on indicati i tasti “scorciatoia”.

Ogni voce è contrassegnata da un carattere sottolineato che permette, dopo essere stato digitato da

tastiera, di richiamare la funzionalità della voce stessa (precedentemente, però, deve essere stato

aperto il menù che la contiene con ALT + lettera sottolineata).

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Ecocrib

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4.4.1 Menù principale

Fig. 4.2 Iinterfaccia Vers. 2.0;

Il menù “File (ALT + F)”:

- “Nuovo (F1)”, si aprirà un nuovo progetto azzerando tutti i dati;

- “Apri (F2)”, vi permette di aprire un progetto salvato precedentemente (in formato con

estensione PRG);

- “Salva (F3)”, con questo comando sarà possibile salvare il progetto appena elaborato;

- “Uscita (F12)”, chiude il programma ECOCRIB.

Il menù “Visualizza (ALT + V)”:

- “Tabella – Legno”, tabella con le caratteristiche dei vari tipi di legno utilizzati per la

realizzazione delle palificate;

- “Tabella – Terreno”, contiene le caratteristiche dei terreni dove verrà ubicata la palificata;

- “Tabella – Sezioni”:

- “Rettangolari”, elenco delle diverse sezioni rettangolari con

caratteristiche e con Altezza e Base;

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

- “Circolari”, elenco delle diverse sezioni circolari con caratteristiche e

Diametro;

- “Tabella - Contropendenza pal”, tabella con gradi e la rispettiva % di contropendenza;

- “Tabella – Inclinazione terreno” , tabella con gradi e la rispettiva % di inclinazione;

- “Tabella – Piante”

- “Stazioni xerofile”

- “Stazioni termo – mesofite”

- “Stazioni meso – igrofile”

- “Tabella – Talee”

4.4.2 Tabelle

Il tasto “Chiudi (ALT + C)”, chiude la schermata delle tabelle;

La barra degli strumenti è composta dai tasti, da sinistra verso destra:

- Primo: va al primo record del database;

- Precedente: si sposta al record precedente;

- Successivo: si sposta al record successivo;

- Ultimo: va all’ultimo record del database;

- Nuovo: inserisce un nuovo record;

- Elimina: elimina il record selezionato;

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Ecocrib

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- Modifica: premette di effettuare delle modifiche al record selezionato;

- Accetta: salva le modifiche effettuate al database;

- Annulla: annulla le modifiche o l’ultimo inserimento;

- Aggiorna: aggiorna i dati nel database.

Il menù “Info” visualizza informazioni sugli ideatori del programma ECOCRIB.

4.4.3 Palificate vive in legno

Premendo il tasto “Palificata viva in legno”, dopo la visualizzazione del messaggio che spiega la

necessarietà di eseguire le verifiche di stabilità per Palificate di altezza superiore a m 2, premendo il

tasto “OK” verrà visualizzata la seguente schermata:

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

sono abilitati i tasti

- “PROGETTO (ALT + R)” , permette di accedere all’immissione dei dati per il progetto;

- “VERIFICA (ALT + E)”, si andrà alla schermata di immissione dati per la verifica;

- “Ritorna al menù principale (ALT + A)”, ritorna al menù principale di Ecocrib.

4.4.3.1 Progetto e verifica

Premendo il tasto “Progetto” verrà visualizzata una schermata che permetterà di scegliere o meno di

assegnare manualmente l’altezza della palificata nei dati geometrici.

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Ecocrib

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La schermata “Immissione Dati”, permetterà di inserire i dati Geometrici e Materiali della

Palificata.

Se si sta compilando un nuovo progetto saranno abilitati solo i tasti:

- “Dati geometrici palificata (ALT + D)”, si accederà alla schermata per l’immissione dei dati

geometrici della palificata;

- “Ritorna alla schermata precedente (ALT + R)”, per ritornare alla schermata precedente.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

In questa schermata si trovano le voci:

- “Zona sismica ?”, se si sceglie SI verranno effettuate i calcoli per la spinta sismica;

- “Interassi pali trasversali”, è la distanza in asse tra due pali trasversali e longitudinali;

- “Sovraccarico”, misure in kg/mq;

- “Lunghezza palificata”;

- “Angolo Beta”, premendo con il tasto destro del mouse si avrà la possibilità di accedere alla

tabella di “Inclinazione terreno”, grazie alla quale si hanno a disposizione valori che vanno

da 0° a ϕ con il calcolo dell’inclinazione in % già eseguito:

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Ecocrib

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Con il tasto “Inserisci (ALT + I)” sarà possibile inserire il grado di pendenza desiderato nei

dati, mentre con il tasto “Chiudi (ALT + C)”, si chiuderà la schermata.

- “Angolo Alfa”, premendo con il tasto destro del mouse si avrà la possibilità di accedere

alla tabella di “Contropendenza palificata”, grazie alla quale si hanno a disposizione valori

che vanno da 0° a 15° con il calcolo della contropendenza in % già eseguito.

- “Altezza scavo”;

se avessimo scelto di assegnare l’altezza della palificata avremmo anche:

- “Altezza palificata”, si consigliano valori che vanno fino a un massimo di 5 m ;

se, invece del progetto, era una Verifica, oltre alle voci sopra elencate, avremmo anche:

- “Base palificata”, valori consigliati da 0 a 4 m.

N. B. Tutte le dimensioni vanno inserite in metri.

Oltre le voci sopra elencate abbiamo anche due tasti:

- “Accetta (ALT + A)”, verranno controllati tutti i valori immessi, dopodiché verrà

visualizzata la schermata per l’immissione dei dati materiali;

- “Schermata precedente (ALT + S)”, ritorna alla schermata precedente.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

Le voci presenti in questa schermata sono:

- “Tipo terreno”, identifica il tipo di terreno su cui verrà realizzata la palificata

- “Angolo di attrito”, valori da 0° a 40° ;

- “Peso specifico terreno”;

- “Peso specifico terreno riempimento”;

- “Tensione ammissibile”;

- “Materiale”, mostra il tipo di materiale utilizzato per la realizzazione della palificata

- “Peso specifico legno”;

- “Sezioni”, possono essere Rettangolari o Circolari, premendo Rettangolare verranno

visualizzati un tasto per l’inserimento delle sezioni, sia longitudinali, che rettangolari, grazie

all’ausilio di una tabella con valori preimpostati, e le voci per l’inserimento manuale delle

sezioni, lo stesso accade premendo Circolare, ovviamente, però , avremo solo due voci:

diametro travi longitudinali e diametro travi trasversali;

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- “Diametro chiodi”, premendo con il tasto destro del mouse si avrà la possibilità di accedere

alla tabella di “Diametro chiodi”, grazie alla quale si hanno a disposizione diametri che

vanno da 10 a 16 mm.

I tasti sono:

- “Tabella terreno (ALT + T)”, visualizza una tabella contenente il tipo di terreno con le sue

caratteristiche (Peso specifico, angolo di attrito, tang. angolo di attrito e la tensione

ammissibile);

- “Tabella materiale (ALT + A)”, mostra una tabella contenente il tipo di legno utilizzato con

le sue caratteristiche (specie, tipo, peso specifico, flessione, taglio, compress. ass., compress.

trasv. e trazione ass.);

- “Tabella chiodi (ALT + E)”, apre una tabella contenente il diametro dei chiodi;

- “Visualizza elenco Talee – Piante (ALT + V)”, mostra una schermata nella quale è possibile

inserire cinque tipi di Piante e cinque specie di Talee;

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

- Con i tasti “Tabella Piante (ALT + P)” e “Tabella Talee (ALT + T)” compariranno

delle tabelle le quali mostrano il nome latino e quello italiano di varie specie di piante

e talee da utilizzare nella realizzazione della palificata:

selezionando nelle tabelle il tipo di talea o pianta desiderata e la posizione della voce in cui

dovranno essere poste (Tipo1, Tipo2, Tipo3, Tipo4 e Tipo5), premendo il tasto “Inserisci (ALT +

I)” e di conseguenza il tasto “Chiudi (ALT + C)”, verranno inserite nel nostro progetto i tipi di

piante e talee che vorremo utilizzare.

- “Ritorna al menù principale (ALT + I)”

- “Vai a dati geometrici (ALT + G)”, riporta l’operatore all’immissione dei dati geometrici;

- “Accetta (ALT + A)”, permetterà di proseguire nel progetto o verifica della palificata, alla

pressione del tasto saranno controllati tutti i dati inseriti e in più verranno visualizzate delle

finestre contenenti informazioni sull’altezza palificata rettificata , se necessario, sulla

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Ecocrib

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lunghezza o l’interasse da rettificare e sul valore di Delta; sarà possibile cambiare il valore

del Delta, che per default è uguale a 2/3 di ϕ:

nel campo associato si dovrà inserire il valore del Delta, e contemporaneamente il programma

mostrerà il risultato della moltiplicazione del numero immesso con la ϕ . Il programma consiglia tre

valori predefiniti (0.7, 0.75, 0.8), mentre sconsiglia valori superiori a 0.8 di ϕ.

Una volta definito il valore del Delta si passerà alla maschera degli schemi:

nel caso della palificata abbiamo la possibilità di scegliere fra quattro schemi di calcolo: Schema A,

Schema A1, Schema B e Schema B1.

Schema A: la sezione della palificata ha un’inclinazione di base ed il paramento presenta

l’allineamento dei pali longitudinali e le teste dei pali trasversali

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

Schema A1: la sezione della palificata ha un’inclinazione di base ed il paramento presenta

un’inclinazione verso monte realizzata grazie all’arretramento dei pali longitudinali rispetto ai

sottostanti pali trasversali.

Schema B: si differenzia dallo schema A per la disposizione a scacchiera dei pali trasversali

Schema B1: si differenzia dallo schema A1 per la disposizione a scacchiera dei pali trasversali

Selezionando lo schema desiderato, se nell’immissione dei dati geometrici alla domanda “Zona

sismica?” è stato selezionato “SI”, comparirà una tabella contenente il tipo di zona sismica in cui

verrà realizzata la palificata, I Categoria – S12, II Categoria - S9 e Bassa sismicità – S6 nel caso del

D.M./96 e I-II-III-IV zona nel caso delle NTC:

a questo punto l’utente potrà selezionare il tipo di zona sismica e poi premendo il tasto “Accetta

(ALT + A)” verranno visualizzati i risultati di calcolo specificando se le verifiche di stabilità

saranno state soddisfatte.

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In questa schermata avremo la possibilità di stampare o semplicemente vedere i risultati di calcolo,

sarà possibile farlo grazie al menù “File (ALT + F)”.

Ritornando al menù principale i tasti prima disabilitati sono stati abilitati:

- Relazione (ALT + L);

- Contabilità (ALT + C);

- Risultati (ALT + S);

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

- Disegni (ALT + D).

4.4.3.2 Relazione

Compilando le voci contenenti notizie inerenti all’ ubicazione dell’opera, dei dati del progettista e

del committente sarà possibile visualizzare la relazione di calcolo grazie all’apposito tasto “Mostra

relazione (ALT + M)”. Sarà, inoltre, possibile stampare la relazione (modificabile a piacimento) con

il tasto “Stampa Relazione (ALT + S)”.

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4.4.3.3 Contabilità

Visualizza una schermata con i tasti:

- “Determinazione distinta materiale (ALT + D)”

- “Analisi prezzo (ALT + A)”

- “Computo metrico (ALT + C)”

- “Voce di capitolato e di elenco prezzi (ALT + V”.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

Determinazione distinta materiale

A questo punto abbiamo l’elenco dei materiali utilizzati per la realizzazione della palificata

con la Descrizione, l’unità di misura e la quantità. Premendo il tasto “Da dati (ALT + D)”, il

programma, automaticamente, calcolerà le quantità e le dimensioni dei materiali. Di seguito si

potrà stampare la distinta materiali con il tasto “Stampa (ALT + S)”.

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Ecocrib

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Analisi dei prezzi

In questa finestra vengono mostrati la Descrizione, l’unità di misura, la quantità, il prezzo unitario e

la voce di costo dei lavori e dei materiali necessari al conseguimento della palificata.

Con il tasto “Da Dati (ALT + D)” il programma inserirà automaticamente le quantità dei

materiali, mentre i prezzi unitari dovranno essere inseriti dall’utente. Per consentire un più

rapido inserimento dei prezzi l’utente potrà spostarsi da una voce all’atra delle colonne delle

quantità e dei prezzi unitari tramite il tasto “INVIO”.

Con il tasto “Visualizza Totali (ALT + I)” verranno calcolate le voci di costo moltiplicando

le quantità per i prezzi unitari e verrà visualizzato un riepilogo dei costi:

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

nelle voci:

- SOMMANO: viene determinata la somma dei costi;

- SPESE GENERALI: è preimpostato il valore del 15%;

- UTILI DI IMPRESA: è preimpostato il valore del 10%;

- TOTALE: è la somma delle voci di costo, delle spese generali e dell’utile d’impresa;

- PREZZO DI APPLICAZIONE IN ct: viene effettuato un arrotondamento alle cento lire

inferiori.

Con il tasto “Stampa (ALT + S)” sarà possibile stampare l’analisi dei prezzi, mentre con il tasto

“Totali (ALT + T)” il programma calcolerà i totali automaticamente.

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Ecocrib

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Computo

Con il tasto “Computo (ALT + C)” Ecocrib calcolerà l’importo complessivo dei lavori, in più sarà

possibile inserire altri due computi metrici. Infine con il tasto “Stampa (ALT + S)” si potrà stampare

l’elenco dei computi metrici.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

DISEGNI

La sezione disegni visualizza la Piante, il Prospetto e la Sezione della palificata.

Grazie al menù “Disegni (ALT + D)” si avrà accesso ai tasti:

- “Salva come BMP (F1)”, permette di salvare il disegno selezionato come immagine Bitmap;

- “Salva come DXF (F2)”, permette di salvare l’immagine selezionata come disegno autocad in

formato DXF;

- “Stampa disegno (F3)”, stampa il disegno a video.

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Ecocrib

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4.4.4 Muri cellulari

Vale quanto già detto per le palificate vive in legno. Cambiano i valori inseriti in alcune

tabelle (es. Tabella materiali, Tabella sezioni rettangolari) e alcuni schemi (non ci sono gli schemi

A1 e B1).

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

APPENDICE

A1 - Le basi ecologiche della scelta delle piante

(dott. ing. Nat. Paolo Cornellini - per gentile concessione dell'autore)

L’ingegneria naturalistica utilizza piante vive, la cui scelta richiede uno studio di natura

floristica e vegetazionale che individui, a livello microstazionale (quel versante in frana, quella

sponda in erosione, quella cava, etc.), i parametri ecologici di cui tenere conto nella definizione

delle tipologie vegetazionali di progetto e la serie dinamica di evoluzione della vegetazione, con

l'obiettivo di aumentare la biodiversità del territorio.

Le piante, i materiali da costruzione delle tecniche di I. N. possono essere impiegate in varie forme:

semi piante radicate, zolle, rizomi talee, etc. I salici ad esempio, che si riproducono per talea,

risultano utilissimi in molti interventi anche se, in molti casi, costituiscono solo uno stadio

transitorio verso le tipologie vegetazionali di progetto, in quanto, con idonei interventi di

manutenzione, vanno favorite le specie legnose autoctone ongin8namente messe a dimora insieme

ad essi.

Nella scelta delle specie da utilizzare, tra quelle appartenenti alla serie climatica, coerenti

del punto di vista floristico, vegetazionale ed ecologico con l'ambiente circostante, vanno

individuate quelle che presentano le migliori caratteristiche biotecniche, cioè con un apparato

radicale profondo ed esteso, che crescano più velocemente e garantiscano nel tempo la protezione

ed il consolidamento del suolo, ma anche una resistenza agli stress derivanti dalle condizioni limite

della stazione d'intervento, quali ad esempio l'inghiaiamento.

Tra ì parametri biotecnici è importante il rapporto tra il volume dell'apparato radicale e della

parte aerea delle piante che è assai variabile: per Salix eleagnos ad esempio è 1,8, mentre nel caso

di Salix alba 0,5; esiste anche una sia pur limitata casistica di prove di resistenza all’estirpazione

che, per quanto riguarda le specie erbacee, fornisce ad esempio il valore di 5 N per Lolium perenne

e di 3250 N per Medicago sativa (Florineth, 1995).

I materiali da costruzione vivi utilizzati nelle tecniche di I. N., sono chiamati a operare in

stazioni con caratteristiche ecologiche difficili, quali un versante in frana, con notevoli pendenze,

su suoli poco evoluti o assenti, privi di sostanza organica, instabili e quindi poco adatti

all'impianto di alberi; questi, in genere, richiedono stazioni più favorevoli e comunque,

porterebbero ad un peggioramento delle caratteristiche geomeccaniche della scarpata per l’effetto

destabilizzante del peso proprio e del vento, unitamente alla presenza di radici grandi e spesso,

non abbastanza profonde da legare lo strato alterato del pendio alla roccia stabile sottostante.

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Le specie vegetali più adatte sono, quindi, in tali situazioni gli arbusti pionieri autoctoni che

possiedono apparati radicali con radici di dimensioni minori degli alberi e quindi meno invasive,

ma estesi e ramificati da consolidare uno spessore medio di circa 2 metri di substrato, con un reale

miglioramento dei parametri geotecnici quali l'angolo di attrito e la coesione; a tale azione

puntuale o lineare di consolidamento va unita un'azione di protezione antierosiva areale del pendio

ad opera delle specie erbacee che operano tipicamente anche un consolidamento dei primi

decimetri di suolo.

L'effetto combinato del prato e del cespuglieto pioniero, realizzati con le tecniche di I. N.,

comporta anche il miglioramento del bilancio idrico del suolo, garantendo con interventi semplici,

ma estesi a livello territoriale nelle aree instabili e con un'azione soprattutto preventiva, una

significativa riduzione percentuale dei fenomeni erosivi e franosi.

Nel caso della palificata viva si opera con tecniche aventi lo scopo di garantire il

raggiungimento dell'obiettivo progettuale del consolidamento del piede di una scarpata con

un'opera a gravità che risulti alternativa al muro di sostegno.

A causa dei parametri morfologici ed ecologici stazionali in tale situazione, le piante vive

da sole non sono in grado, da subito, di garantire la stabilità della scarpata, per cui vengono

utilizzati tronchi in legno chiodati per ricostruire un fronte di circa 60% di pendenza. Con il tempo

il legno si decomporrà e le piante vive cresciute sia nella parte aerea che nell’apparato radicale

raggiungeranno l’obiettivo progettuale del consolidamento unitamente alle altre finalità ecologiche

e paesaggistiche tipiche delle tecniche di ingegneria naturalistica.

Nella palificata viva verranno quindi messi a dimora talee ed arbusti pionieri autoctoni da

scegliere secondo i principi precedentemente esposti con l'obiettivo di realizzare nel tempo un

cespuglieto, con riferimento alle specie del mantello del bosco nelle situazioni terrestri e a quelle

degli alvei dei corsi d'acqua nelle stazioni igrofile. I salici sono utilissimi in molte situazioni, anche

se, nel tempo, nelle stazioni non igrofile, sono destinati a costituire solo uno stadio transitorio di

consolidamento, in attesa della crescita degli arbusti coerenti con le caratteristiche ecologiche

della stazione.

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Palificate vive in legno e Muri cellulari

A2 - Normativa tecnica di riferimento

Le verifiche di stabilità sono state effettuate nel pieno rispetto della normativa vigente, in

particolare sono state considerate le seguenti Leggi, Decreti ed Istruzioni Ministeriali:

- D.M. 20 agosto 1912 (Norme per la redazione di progetti di sistemazione idraulico-

forestale nei bacini montani)

- D.M. 30 ottobre 1912 (Norme e condizione per l’accettazione dei legnami)

- Legge 5 novembre 1971 n.1086 (Norme per la disciplina delle opere in conglomerato

cementizio armato);

- Legge 2 febbraio 1974 n.64 (Provvedimenti per le costruzioni con particolare

prescrizioni per le zone sismiche);

- D.M. LL.PP. 11 marzo 1988 (Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle

rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni

per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle

opere di fondazione);

- D.P.R. del 14 aprile 1993 (atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni recante criteri

e modalità per la redazione dei programmi di manutenzione idraulico-forestale);

- D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996 (Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo

delle strutture in c.a., normale e precompresso e per le strutture metalliche);

- D.M. LL.PP. 16 gennaio 1996 (Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica

di sicurezza delle costruzione e dei carichi e sovraccarichi);

- D.M. LL.PP. 16 gennaio 1996 (Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche);

- Circolare 24 settembre 1988 n.30483;

- Circolare 14 aprile 1997 n.65/AA.GG.;

- Ordinanza 12 giugno 1998 n.2788 (elenco località sismiche);

- D.M. LL.PP. 14/01/2008 Norme Tecniche per le costruzioni.

All’interno del C.D., nella directory (Unità CD-Rom)\ Leggi\Leggi.exe, sono presenti gli stralci di

alcune delle Leggi, Decreti e Circolari citate.

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A3 – Bibliografia

- Costruzioni idrauliche ed. UTET Filippo Arredi

- Geotecnica e tecnica delle fondazioni ed Hoepli Carlo Cestelli Guidi

- Bonifica ed irrigazioni ed. Edagricole Const. Constantinidis

- Le reti idrauliche ed. Patron Giulio Supino

- Tecniche per la difesa dall’inquinamento

ed. BIOS atti del 16° corso di aggiornamento 1995 a cura di G. Frega

- Tecniche per la difesa dall’inquinamento

ed. BIOS atti del 17° corso di aggiornamento 1996 a cura di G. Frega

- Tecniche per la difesa dall’inquinamento

ed. BIOS atti del 18° corso di aggiornamento 1997 a cura di G. Frega

- Tecniche per la difesa dall’inquinamento

ed. BIOS atti del 19° corso di aggiornamento 1998 a cura di G. Frega

- La sistemazione dei corsi d’acqua naturali ed. BIOS U. Maione - A. Brath

- Moderni criteri di sistemaz. degli alvei fluviali ed. BIOS U. Maione - A. Brath

- La difesa idraulica del territorio ed. BIOS U. Maione - A. Brath

- La sistemazione dei corsi d’acqua montani ed. BIOS Ugo Maione

- La sistemazione dei corsi d’acqua ed. Libreria Cortina DaDeppo - Datei - Salandin

- Valutazione delle piene in Campania C.N.R. Gruppo Nazionale per la difesa dalle

catastrofi idrogeologiche Fabio Rossi e Paolo Villani

- I salici nell’uso pratico ed. Arca Schiechtl

- Ingegneria naturalistica - Manuale delle costruzioni idrauliche

ed. Arca Schiechtl

- Bioingegneria Forestale ed. Castaldi Schiechtl

- Quaderni di ingegneria naturalistica. Sistemazioni in ambito fluviale

ed. Il Verde AA VV

-Manuale per la difesa dei fiumi

ed. Fondazione G. Agnelli P.F. Ghetti

- Sistemazioni idrauliche con metodi naturalistici: un programma di calcolo

- Atti Convegno Nazionale AIPIN Rimini 5/12/97