Manuale del formatore

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Manuale del Formatore ver. 3.1

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Il manuale EIPASS

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Sommario

1. Il Formatore EIPASS .......................................................................................................................................... 4

1.2. Aula Didattica del Formatore EIPASS .................................................................................................. 4

1.3. Il ruolo di leader ......................................................................................................................................... 5

1.4. Prepararsi al training ................................................................................................................................ 5

1.5. Cose da fare ............................................................................................................................................... 6

1.6. Cose da non fare ...................................................................................................................................... 10

1.7. Come organizzare l’Aula ......................................................................................................................... 12

1.8. Altre piccole-grandi accortezze ............................................................................................................ 15

1.9. Una sintesi esplicativa ............................................................................................................................. 16

2. La Formazione ................................................................................................................................................... 17

2.1. L’Aula Didattica 2.0 .................................................................................................................................. 17

2.1.1. Gli Ei-Book ............................................................................................................................................. 17

2.1.2. Il simulatore ........................................................................................................................................... 17

2.2. La lezione sta per cominciare… ............................................................................................................. 18

2.3. Cominciamo rompendo il ghiaccio! ...................................................................................................... 19

2.3.1. Entriamo nel vivo ................................................................................................................................ 20

2.3.2. Come utilizzare l’Ei-Book ................................................................................................................... 21

2.3.3. Alla fine della prima lezione, compiti per casa ............................................................................. 22

2.3.4. La seconda lezione ............................................................................................................................. 23

2.3.5. Le prove d’esame ............................................................................................................................... 23

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Introduzione

Il presente Manuale è una raccolta di informazioni e spunti utili: non si intende fornire indicazioni tassative, non si sottovaluta la portata e la complessità del tema affrontato e si lascia al Formatore EIPASS la possibilità di articolare il percoso formativo secondo le specifiche necessità di ogni caso.

Consente al Formatore EIPASS di diventare un professionista qualificato e di poter, quindi, spendere le competenze acquisite, aumentando le proprie opportunità di lavoro, in un settore strategico e di grande rilievo culturale.

Che cos’è?

A chi è rivolto?

Com’è organizzato?

Obiettivi formativi

Questo documento è stato studiato e realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Internazionele in materia di competenze digitali a sostegno delle politiche per l’Apprendimento Permanente, nell’ambito dell’attività di formazione e supporto prevista da CERTIPASS per il continuo aggiornamento degli Operatori e dei Referenti degli Ei-Center. Il documento è destinato esclusivamente al Formatore (Trainer) EIPASS che, all’interno dell’Ei-Center, organizza e tiene i corsi di informatica propedeutici all’acquisizione delle certificazioni EIPASS.

A cosa serve?

Il Manuale è strutturato in due parti: la prima è dedicata al Formatore ed alle sue caratteristiche; la seconda presenta temi e strumenti utili per organizzare percorsi formativi

dedicati alle certificazioni EIPASS. Nel testo, opportuni riferimenti grafici, rendono immediatamente riconoscibili le parti più interessanti ed utili.

Presentare un approccio metodologico da utilizzare durante le attività di formazione.

Favorire lo scambio di esperienze tra gli operatori del settore. Favorire lo sviluppo di metodi formativi condivisi ed omogenei.

Il Manuale contiene riferimenti, materiali di studio ed esemplificazioni utili per consolidare le basi teoriche e pratiche indispensabili per progettare e gestire correttamente la formazione, sia individuale che residenziale.

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Premessa In linea con le più moderne riflessioni sul tema, condividiamo la tesi secondo cui l’emozione assume un ruolo centrale per la buona riuscita di attività didattiche, soprattutto quando si tratti di formazione destinata agli adulti. Se nella formazione si fa uso di emozioni, allora la formazione diventa più efficace, più coinvolgente, più vicina alla persona, più profonda e più significativa. Le emozioni entrano in gioco, stimolano l‟intenzionalità, la partecipazione, la voglia di imparare e sono la molla che determina la volontà di nuovi saperi. Diventano risorsa per la formazione se nominate, riconosciute e declinate: si trasformano allora in terreno di innesto del processo di cambiamento, di apprendimento, di crescita e di trasformazione. Entrano in gioco quando il formatore coinvolge, valorizza, dimostra la sua carica, la sua dedizione, la sua voglia di trasmettere e di mettersi in gioco. Le stimolano i metodi, le tecniche, le metodologie, le attività, gli oggetti, gli strumenti utilizzati e il modo di proporli e gestirli, anche nei tempi. E ancora, le stimolano i bisogni (di confronto, condivisione, trasmissione di idee, ascolto, considerazione, piacevolezza), il modo di essere, l‟impegno, la voglia di nuovo e diverso da sé, i valori e le credenze delle persone. Il ruolo e la preparazione del formatore diventano quindi il punto cardine attorno al quale ruota la riflessione sulle possibilità di realizzazione di una didattica “emozionale”. Una parte importante della sua formazione riguarda l‟approfondimento delle tematiche relative alle metodologie attive basate sull’esperienza, ai metodi e alle tecniche da utilizzare per realizzare una formazione che sia ricca di stimoli e di sollecitazioni. È su questo principi che definiamo la figura e l’attività del Formatore EIPASS.

Le emozioni come strumento

sono in grado di focalizzare l‟attenzione, di fissare contenuti ed esperienze, di facilitare interiorizzazione e memorizzazione,

agiscono nel profondo dell'intelligenza generando vero apprendimento, naturale, duraturo, e aumentano la voglia e la disponibilità ad apprendere.

facilitano il fare squadra e la creazione di un clima più confidenziale e collaborativo, generano coinvolgimento e desiderio di partecipazione attiva e trasparente.

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1. Il Formatore EIPASS

Per diventare Formatore EIPASS è necessario superare un’apposita prova di abilitazione on-line1, costituita da 2 moduli da 30 domande ciascuno:

Metodologia e strumenti didattici, verifica il possesso delle nozioni apprese approfondendo le informazioni indicate nel presente Manuale,

Cultura EIPASS, verifica la conoscenza che il Candidato ha di tutte le informazioni che riguardano genericamente le certificazioni EIPASS, così come reperibili nella sezione “certificazioni” del portale eipass.com

Bisogna risponedere alle domande entro 30 minuti; la prova si supera rispondendo esattamente ad almeno il 75% delle domande.

Il Candidato può ripetere la prova 2 volte; successivamente, l’accesso viene sospeso; per riattivarlo, è necessario scrivere una mail a [email protected]. Potrà accedere nuovamente ad altri 2 tentativi dopo 5 giorni dalla richiesta: è il tempo che si stima necessario per approfondire gli argomenti trattati.

Una volta acquisita l’abilitazione, il nominativo del Formatore EIPASS sarà pubblicato in una sezione dedicata del portale eipass.com; ogni Ei-Center che abbia bisogno di un professionista qualificato per organizzare e tenere corsi di informatica presso il proprio Centro potrà, quindi, scegliere e contattare il Formatore EIPASS che corrisponde alla proprie esigenze.

Per ogni Formatore EIPASS saranno indicati i profili per cui questi è abilitato.

1.2. Aula Didattica del Formatore EIPASS

Utilizzando le credenziali che riceve automaticamente sulla propria casella di posta elettronica2, il Candidato Formatore EIPASS accede ad un’area riservata, organizzata in sezioni, tramite cui può:

- gestire e modificare i propri dati per rimanere sempre connesso al mondo EIPASS (My EIPASS), - consultare e scaricare liberamente tutti i documenti che, insieme al presente Manuale, forniscono

le nozioni necessarie per superare la prova di abilitazione (EIPASS Didattics), - esercitarsi, in vista delle prova di abilitazione e, successivamente, per acquisire le certificazioni

EIPASS (EIPASS Practices), - sostenere la prova di abilitazione e, successivamente, quelle necessarie per acquisire le

certificazioni EIPASS (EIPASS Exam), - usufruire delle convenzioni stipulate da CERTIPASS per tutti i propri Utenti (EIPASS4You) - richiedere l’attestato provvisorio o la ristampa di quello definitivo (Servizi di segreteria).

Può, inoltre, richiedere l’accesso al percorso formativo di ciascuna delle certificazioni EIPASS disponibili.

1 Per il miglior funzionamento della piattaforma DIDASKO, si consiglia di installare Mozilla Firefox. 2 La candidatura è inviata automaticamente a CERTIPASS dall’Ei-Center che inserisce i dati ed il curriculum nella sezione FORMATORI di DIDASKO. Il CTS ne analizza le caratteristiche e abilita alla prova.

Il Formatore EIPASS, infatti, può specializzare la proprie competenze: tramite l’Aula Didattica 2.0, può acquisire tutte le certificazioni EIPASS disponibili; può richiederne l’attestato, versando un contributo di Euro 30 (+ iva) ciascuna.

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1.3. Il ruolo di leader

Il Formatore assume il ruolo di leader del gruppo costituito con i discenti; è una posizione fondamentale perché consente di orientare i comportamenti e stabilire le regole utili per il buon andamento del percorso ma non è sempre semplice da gestire: per riuscire al meglio, il Formatore deve riuscire a combinare uno stile genuino e credibile con le sue conoscenze teoriche (e pratiche) sui gruppi e il loro sviluppo.

Le doti del Formatore

Competenza Credibilità Metodica Capacità di divertirsi Conoscenza degli obiettivi Capacità di coinvolgere Passione Voglia di migliorarsi

Creatività Osservazione Saper ascoltare Capacità di analisi Preparazione Disponibilità Consapevolezza dei propri limiti Onestà intellettuale

1.4. Prepararsi al training Il successo di un corso dipende da un gran numero di variabili. Per prepararsi al meglio, il Formatore deve porsi 5 domande specifiche, che nei paesi anglosassoni vengono identificate come le 5 “W”: WHY, Perché? Qual è il motivo del processo di formazione. Quali sono gli obiettivi dei partecipanti? Cosa dovrebbero saper fare o a pensare alla fine del corso? WHAT, Cosa? Cosa si potrà fare con il tempo a disposizione. A quale livello intellettivo si pone l’insegnamento che si sta per erogare? Di quali supporti audio-visivi c’è bisogno? WHO, Chi? È necessario analizzare il gruppo di training. Età, nazionalità, livello, abilità linguistiche, esperienze, aspettative, credenze… chi sono i partecipanti al corso? WHEN, Quando? La tempistica del corso è adeguata per il Formatore stesso e per i discenti. In quale periodo dell’anno, in quali giorni della settimana, in quali ore del giorno è meglio fare formazione? WHERE, Dove? Qual è l'ambiente ideale per fare formazione: dalla migliore disposizione di banchi e sedie alla temperatura più adatta.

Spontaneità: un buon Formatore è spontaneo, pronto a rispondere, naturale ed immediato. Sarà in grado di lavorare bene solo se la sua reazione sarà pronta, intuitiva e credibile.

Fiducia: il Formatore deve avere prima fiducia in sé, poi nel gruppo. La spontaneità non funziona senza fiducia in sé. Avere fiducia in sé richiede coraggio e capacità di affrontare gli imprevisti.

Stile: deve gestire i conflitti e comunicare la sua opinione in modo fermo e credibile.

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1.5. Cose da fare Conoscersi Conoscendo motivazioni e aspettative dei partecipanti al corso, è possibile costruire e modulare il percorso formativo, in maniera che sia sempre coinvolgente ed efficace; è necessario ascoltarli e osservarli con attenzione, sia attraverso strumenti convenzionali, come le loro presentazioni, sia prestando la massima attenzione a tutte quelle comunicazioni non-verbali che si possono osservare durante lo svolgimento del corso (espressioni del viso, gestualità, abbigliamento). Conformarsi Il Formatore deve cercare di evitare qualsiasi atteggiamento di chiusura nei confronti delle sollecitazioni provenienti dall’aula, siano esplicite o velate. Conformarsi vuole dire personalizzare costantemente sia la forma che il contenuto degli argomenti trattati, non dimenticando mai che il fine ultimo è quello dell’apprendimento da parte della classe. La scelta del linguaggio, il materiale didattico, il livello di approfondimento degli argomenti e la stessa scelta degli argomenti devono dipendere ed essere costantemente regolati su quanto emerge dalla osservazione del Formatore. Coinvolgere Per mantenere viva la partecipazione e l’attenzione della classe è necessario trasformare i partecipanti in elementi attivi del processo di apprendimento: bisogna stimolarli al massimo, fino al punto in cui diventino loro i protagonisti dell’esperienza formativa; il Formatore è “solo” un tramite dello scambio delle informazioni all’interno della classe. Portare casi e esempi concreti Facciamo un esempio: passare due ore a spiegare i sette livelli dello stack ISO/OSI produce come unico effetto quello di stancare l’aula, Formatore compreso. Configurare il collegamento a Internet per un PC è, di contro, un modo per far capire, a grandi linee, il funzionamento del protocollo TCP/IP. In quest'altro modo si riesce anche a dare alla lezione un taglio più adatto alle esigenze di una classe di neofiti.

Conoscersi Conformarsi Coinvolgere Portare casi ed esempi concreti Appassionare l’uditorio Sdrammatizzare in caso di imbarazzo Affrontare subito gli elementi di disturbo

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Appassionare l’uditorio: attirare l’attenzione con esperienze personali Il momento prettamente didattico è solo l’ultimo passo del percorso formativo, e quindi il Formatore non può limitare la sua attività alla sola trasmissione delle conoscenze specifiche. Il suo compito è anche quello di creare un ambiente favorevole all’apprendimento. Per ottenere questo risultato è fondamentale che la classe lo percepisca come una figura carismatica, ricca di esperienze e che quindi, qualsiasi sia l’argomento trattato, può avere sempre qualche cosa di interessante da raccontare. Ogni aneddoto contribuisce ad accrescere la curiosità della classe nei suoi confronti, e di riflesso nei confronti degli argomenti trattati. Sdrammatizzare in caso d’imbarazzo Possono succedere momenti di empasse o capita che si facciano degli errori; in casi del genere, una buona battuta può far voltare velocemente pagina, evitando che l’errore diventi un caso “da discutere”; piuttosto che eccedere, in ogni caso, è preferibile fermarsi 10 secondi e ricominciare tranquillamente. Affrontare subito gli elementi di disturbo Quando si manifestano delle dinamiche negative, i membri del gruppo possono sentirsi non a loro agio e si aspettano che il Formatore risolva velocemente il problema. Intervenire con forza spesso è inutile se non antiproducente. Introduciamo un approccio differente: agiamo sugli atteggiamenti, piuttosto che sui comportamenti dei membri del gruppo. Di seguito si indicano una serie di situazioni difficili che possono presentarsi; si identificano quelli che sono gli errori che il Formatore tende a commettere e si danno suggerimenti per affrontare con l’approccio proposto ogni evento. Si tratta, chiaramente di suggerimenti che vanno adattati al contesto.

1. Il partecipante che borbotta L’errore tipico. II Formatore molto spesso cerca di controllare questo tipo di partecipanti dicendo “mi scusi sig. XY, possiamo ascoltare anche cosa hanno da dire agli altri partecipanti?”. Il comportamento consigliato. Se un membro del gruppo parla troppo, tende a reprimere gli interventi degli altri partecipanti. Cercando di controllare la persona più attiva, si dà ad esso ancora più attenzione. Per questo motivo, è una buona scelta quella di motivare i membri più passivi ad intervenire, incoraggiandoli a partecipare in maniera più attiva. Si può coinvolgere il gruppo, non dando attenzione all’elemento di disturbo, chiedendo “cosa pensano gli altri?”, “sarebbe bello ascoltare anche l’opinione degli altri partecipanti!”.

2. Discussioni su argomenti non inerenti all’oggetto del corso L’errore tipico. Alcuni membri del gruppo vogliono discutere di argomenti totalmente differenti da quelli oggetto del training, oppure vogliono tenere una “mini-conferenza personale” sul tema oggetto di discussione. In queste situazioni, si può pensare che la soluzione opportuna sia quella di cercare di coinvolgere anche gli altri partecipanti nella discussione. Invece, molto spesso, questo non funziona ed i partecipanti, subendo una sorta di frustrazione, perdono fiducia nel Formatore. Il comportamento consigliato. È bene fare una pausa il prima possibile. Spesso si tende ad essere indisciplinati quando si è stanchi. Dopo una pausa saranno più concentrati e attenti. È però importante, una volte che il Formatore riprende, chiarire nuovamente l’oggetto del training.

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3. Gruppo passivo L’errore tipico. Il comportamento passivo del gruppo può demotivare il Formatore. Molto spesso, con l’intenzione di stimolare il gruppo, il Formatore fa delle domande (magari troppe domande) o inizia una presentazione teorica. Il comportamento consigliato. È necessario incoraggiare il gruppo affinché assuma un atteggiamento più partecipativo. Se ciò non funziona, è bene cambiare metodologia, fare qualcosa di diverso, in modo che l’attenzione e l’interesse dei partecipanti possa essere stimolato (es.: attività in gruppi).

4. Conflitto tra due partecipanti durante il training L’errore tipico. Molto tempo viene spesso sprecato cercando di risolvere un conflitto tra due partecipanti. Può anche succedere che il Formatore sia solo testimone passivo di rivalità tra i membri del gruppo. Il comportamento consigliato. Si può provare a rivolgersi agli altri partecipanti chiedendo “qualcun altro ha altre opinioni in merito (alla questione che ha generato il conflitto)?” oppure “ok, andiamo avanti e proviamo a vedere se ci sono altre importanti questioni che non abbiamo ancora trattato!”. Come detto prima, anche in questo caso è bene non dare troppa attenzione ai partecipanti che creano il disturbo, bensì focalizzarsi sul resto del gruppo cercando di stimolare una sua partecipazione attiva.

5. Discenti che parlano sottovoce o scherzano troppo L’errore tipico. Spesso un Formatore tenta di ignorare questi partecipanti, sperando che la smettano presto; solitamente la situazione peggiora. Inoltre, può succedere che il Formatore cerchi di disciplinare la persona che crea disturbo dandogli ancora più attenzione e ciò ha effetti negativi. Il comportamento consigliato. Se possibile, si può usare l’umorismo per ricordare ai partecipanti sia le regole sia le buone maniere. Per esempio dicendo “come sapete, quelli che non possono sentire cosa si dice, pensano di essere il soggetto di ciò che viene detto”, o “non è bello parlare sottovoce mentre si è in gruppo, si disturba l’attenzione anche degli altri”. Se il problema non si risolve, è bene cercare di capirne le cause più profonde: i partecipanti si annoiano? C’è bisogno di una pausa? È il caso di lavorare in piccoli gruppi?

6. Partecipazione minima da parte di chi sostiene di non essere interessato L’errore tipico. Mentre si fa formazione, non si deve pensare che il silenzio sia manifestazione di approvazione: non ci si preoccupa del fenomeno, pensando che almeno non si hanno fastidi e disturbi. Il comportamento consigliato. È opportuno, per esempio, chiedere “perché questo tema è importante e per chi?”, magari lavorando in piccoli gruppi. Così si stimola la riflessione, anche dei più scettici.

7. Ritardi L’errore tipico. Il Formatore molto spesso perde del tempo per aspettare i ritardatari. Così facendo la scaletta della formazione slitta sempre di più. Se il tempo a disposizione è finito e il Formatore non pone l’accento su questo, il gruppo si sentirà legittimato a non stare nei tempi anche la volta successiva. Il comportamento consigliato. È necessario iniziare le sessioni in orario. Se si aspettano i ritardatari, si incoraggiano gli altri ad esserlo. Non bisogna dare a chi è in ritardo la sensazione che ciò sia accettabile dal gruppo. Non si devono ripetere le istruzioni per coloro che arrivano in ritardo e si può addirittura decidere di non far loro prender parte all’esercizio del quale si sono persi le istruzioni. Se il trainer si rende conto che la formazione terminerà in ritardo rispetto al programma, è necessario che

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lo faccia presente ai partecipanti, che devono acconsentire. Per risolvere dei problemi che insorgono in seguito a ciò, si può ad esempio fare una pausa, in modo che i partecipanti possano fare delle telefonate urgenti. Ma ovviamente è sempre meglio evitare di sforare i tempi.

8. Un sapientone nel gruppo L’errore tipico. Un sapientone nel gruppo può rappresentare una situazione molto difficile per il trainer. Per questo motivo spesso succede che il Formatore assuma posizioni di sfida nei suoi confronti. Il sapientone proverà a condurre il trainer in un dibattito aperto, poi si scuserà, e lo rifarà. Ciò può disturbare profondamente il Formatore, che continuerà a discutere rischiando di perdere l’attenzione e la fiducia del gruppo. Il comportamento consigliato. Ancora una volta è importante evitare dibattiti aperti uno contro uno. Il Formatore non deve pensare che l’atteggiamento del sapientone sia contro di lui ma dovrebbe ammettere che il partecipante ha ragione; se è così e, comunque, vuole stimolare il gruppo intero al dibattito, può aprire la discussione chiedendo “c’è qualcuno che vuole dire qualcosa a proposito?”.

9. Si avvia un dibattito sul processo, sul Formatore, su altri aspetti non riguardanti il training, ma i contenuti

L’errore tipico. In queste situazioni il Formatore spesso risponte stizzito, cercando, in sostanza, di zittire i partecipanti. Il comportamento consigliato. Non si dovrebbero assumere posizioni di sfida nei confronti del gruppo. Si può chiedere ai partecipanti, ad esempio, “cosa pensate stia accadendo in questo momento?”, oppure “cosa fareste se foste voi il trainer?”. Lasciare che sia il gruppo stesso a risolvere il problema è una soluzione che molto spesso funziona.

10. Interruzioni continue e aggressive L’errore tipico. Il Formatore tende a reagire a questa situazione in maniera irritata, cercando di disciplinare il soggetto che disturba. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che in queste situazioni il partecipante solitamente reagisce a sua volta, quindi la situazione non si risolve. Il comportamento consigliato. Questa situazione può essere un serio problema. È necessario che il Formatore sia molto chiaro, anche nei comportamenti non verbali, con i quali deve dimostrare che non vuole prestare attenzione al soggetto che disturba; può chiedere, ad esempio, “in cosa credi che la tua opinione sia diversa da quella degli altri partecipanti?”. Se anche questo non porta risultati, si può muovere dal posto in cui è e dire al partecipante “mi dispiace, non posso andare avanti così. Vorrei chiederti quali vantaggi credi di avere continuando a restare qui con questo atteggiamento?”.

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1.6. Cose da non fare Farsi coinvolgere emotivamente L’azione del Formatore deve essere improntata alla massima sensibilità, ma egli è responsabile anche per il raggiungimento degli obiettivi del corso. Questo gli impone, a volte, di dover prendere decisioni che possono riuscire sgradite ai suoi allievi, e lui sarà in grado di prenderle solo se ha mantenuto un sufficiente grado di distacco. Perdere il controllo della situazione La posizione del Formatore in una classe è difficile: da un lato per essere efficaci bisogna riuscire a stabilire un legame empatico con i propri allievi. Dall’altro è fondamentale riuscire a gestire qualunque situazione si presenti in maniera razionale, restando in qualche modo estraneo alle dinamiche che si creano all'interno della classe. Anche in questo caso non si può dare una ricetta sicura, ma ogni frangente deve essere risolto tenendo conto delle esigenze contingenti, con sensibilità e con l’esperienza. Ci potranno essere casi in cui sarà necessaria una sfuriata, ma anche in queste situazioni è indispensabile mantenere la calma, perché il Formatore non può pensare di mantenere il controllo della classe se non mantiene il controllo di se. Tenere lezioni tradizionalmente frontali Le vecchie teorie didattiche erano basate sulla lezione frontale, nella quale un docente eroga le conoscenze, e il suo uditorio è relegato ad un ruolo puramente passivo. La lezione frontale tradizionale rimane uno strumento insostituibile in caso di conoscenze molto specifiche e di un uditorio particolarmente interessato all’argomento. L’alfabetizzazione informatica mal si presta a lezioni teoriche. Utilizzare strumenti didattici non adeguati Presentare 64 slides sulle implementazioni della crittografia con Java ad una classe composta in massima parte da studenti delle scuole superiori è la via certa per il fallimento di un evento didattico. Allo stesso modo cercare, di spiegare un argomento davanti ad un gruppo di allievi utilizzando un’aula dotata di computer accesi e magari connessi in rete vuol dire perdere la loro attenzione in un batter d’occhio. Un Formatore attento deve sempre cercare di sintonizzare lo stile delle sue lezioni sull'uditorio che gli sta davanti.

Farsi coinvolgere emotivamente Perdere il controllo della situazione Tenere lezioni tradizionalmente frontali Utilizzare strumenti didattici non adeguati Schierarsi su argomenti estranei alla didattica Non parlare e stare in silenzio a lungo Avere preferenze e fare distinzioni tra i partecipanti

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Schierarsi su argomenti estranei alla didattica È opportuno che il Formatore prevenga discussioni che possano portare ad assumere posizioni sterilmente polemiche ed estranee agli argomenti trattati nel corso. Ad esempio, si dovrebbe evitare di prendere posizione su temi politici, razziali e/o religiosi. Diversamente è facile che il Formatore perda credibilità nei confronti dei discenti. Non parlare e stare in silenzio a lungo Un silenzio prolungato può facilmente essere interpretato come incertezza, confusione o, peggio ancora, carenza di mezzi espositivi. In casi del genere bisogna stimolare la discussione per fare sì che gli interventi degli allievi permettano di superare l'empasse. Avere preferenze e fare distinzioni tra i partecipanti È normale che in un gruppo di persone alcune possano risultare più simpatiche di altre, ma un Formatore deve assolutamente mantenere un atteggiamento imparziale nei confronti di tutti i suoi allievi. Questo comporta che non solo egli non deve lasciar trasparire le sue simpatie, ma deve anche agire attivamente per evitare che qualcuno dei suoi allievi possa essere emarginato dagli altri.

Considerati i due punti precedenti, CERTIPASS ha elaborato e mette a disposizione del Formatore EIPASS strumenti didattici modulabili, multimediali, veloci, adattabili, inclusivi e sempre a disposizione anche dei discenti. Approfondiremo il tema nella terza sezione.

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1.7. Come organizzare l’Aula Per l’erogazione della didatitca frontale, è importante creare un ambiente di apprendimento confortevole e funzionale. Proponiamo una serie di varianti: si indicano, per ognuna, pregi e difetti, lasciando al Formatore l’onere di scegliere, di volta in volta, quella più appropriata all’utenza e alla logistica del Centro. In sintesi, un ambiente di apprendimento ideale deve avere: un buon equipaggiamento audio/visivo, una sistemazione dei banchi appropriata (ossia delle sedie comode e una buona superficie per

scrivere per ogni partecipante), una temperatura controllata (24° c.a.), la ventilazione controllata con aria condizionata o finestre, buona insonorizzazione, illuminazione possibilmente naturale (almeno 500 lux), almeno 4 metri quadri per partecipante, una buona fornitura di caffè e di cibi leggeri per le pause!

Nelle immagini che seguono sono inseriti tutti i possibili strumenti didattici normalmente utilizzati in Centri formativi ben equipaggiati; non si richiede la presenza di ciascuno di loro ma si sottolinea che, per l’effettivo utilizzo delle risorse messe a disposizione da CERTIPASS è necessario che ci sia almeno un proiettore o uno schermo collegato ad un pc. Per la migliore comprensione delle immagini che seguono, nota bene la legenda: S=Schermo LS=Lavagna scorrevole LL=Lavagna luminosa TV=Televisore P=Proiettore

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1. A forma di “U”

Pregi soluzione pratica ed efficace, il Formatore può muoversi nella “U”, buona visibilità per tutti i partecipanti, non percepita come minacciosa.

Difetti formale, richiede di rompere il ghiaccio, il proiettore potrebbe coprire qualcuno, I partecipanti di dietro possono risultare lontani dalla lavagna e veder male.

2. A forma di “V” Pregi: modello migliore per visibilità, ottimo contatto Formatore-partecipanti, meno formale e intimidatorio della “U”.

Difetti: Necessita di spazio: va bene solo per piccoli gruppi

3. A lisca di pesce

Pregi: c'è spazio effettivo per molte persone, tutti i partecipanti hanno una buona angolazione

per guardare lo schermo, le lavagne etc., il Formatore può camminare attraverso la “spina”.

Difetti: molti partecipanti sono coperti da altri, reminiscenze della scuola, incoraggia la formazione di gruppi disfunzionali, alcuni si trovano lontani dalle lavagne, contatto Formatore-partecipanti relativamente povero

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4. “Bistrot” Pregi: ideale nel “teambuilding”, informale: incoraggia la partecipazione

e l'identificazione tra i partecipanti, originale: incoraggia l’apertura mentale, il Formatore può circolare attraverso i banchi.

Difetti: alcuni possono vedere male o avere

un angolo di visuale scomodo, può portare qualcuno a distrarsi e a tenere

delle conversazioni marginali, porta a delle identificazioni di gruppo separate dal resto dell’aula.

5. Cerchio

Pregi: ideale per le sessioni di training, incoraggia al massimo la partecipazione, eccellente contatto trainer-partecipanti, riduce al minimo le conversazioni marginali.

Difetti: alcuni hanno un angolo di visuale scomodo, i partecipanti possono sentirsi troppo esposti.

6. Teatro Pregi: se la stanza è ben disegnata, il livello di

acustica e di visibilità è eccellente, sfrutta lo spazio in modo ottimale.

Difetti: scarso contatto Formatore-partecipanti, difficile da realizzare se la stanza non

è già predisposta in modo permanente, le file posteriori devono essere rialzate, ricorda troppo l'università.

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1.8. Altre piccole-grandi accortezze

tono: parla a voce alta, più del solito, per spingere la tua voce fino all’ultima fila,

ripetizione: ripeti le frasi-chiave, cambiando ogni volta l’intonazione,

articolazione: non biascicare le parole; fai attenzione ai tic verbali (per esempio: “ok”, “cioè”, “tipo”, etc., bisogna lavorarci su per eliminarli),

intonazione: varia il tono e il timbro; all’occorrenza puoi essere severo o drammatico, trionfante o confidenziale,

naturalezza: evita le parole sofisticate; meglio usare parole semplici che fare gaffe o prendere papere,

rapidità: usa la velocità delle parole per gestire l’uditorio; l’alta velocità serve a eccitare e stimolare, la bassa velocità serva a enfatizzare, affascinare e colpire la platea.

Avere piccole accortezze

Con lo sguardo scorrete sui partecipanti rimanendo 2-3 secondi su ognuno (a meno che non stiate dialogando proprio con uno). Questo darà a tutti la sensazione che state parlando personalmente a Lei/ Lui, e vi garantirà la loro attenzione, così come succede al faro che tiene svegli i naviganti con il suo ruotare regolare. Soprattutto evitate di guardare solo poche persone (o addirittura una soltanto, cosa che capita sovente) e di fissare un punto imprecisato della stanza.

non cercare sicurezza tenendo in mano penne, occhiali o i puntatori luminosi,

non tenere spiccioli in tasca e non fumare,

evita posture “chiuse” o in cui il corpo è in tensione,

non avere paura di camminare, di poggiarti al muro o di sedersi sulla scrivania (fai solo attenzione ai mobili mentre giri per la stanza!),

controlla i capelli, la giacca, i pantaloni e le scarpe prima di alzarsi in piedi.

Anche nel vestire si possono avere alcune accortezze: per esempio è preferibile evitare il bianco e nero o altre combinazioni di colori molto contrastanti; piuttosto, è meglio optate per qualcosa di monotono: così saremo sicuri che i vestiti non distoglieranno l’attenzione da ciò che si sta dicendo.

Oltre alla voce ci sono altri modi di comunicare, e spesso risultano più importanti nella comprensione del messaggio da parte degli ascoltatori. Quando si trasmette un messaggio verbale, la comprensione e il giudizio degli ascoltatori si basa per il

7% sulle parole (sono solo simboli che gli ascoltatori interpretano a modo loro),

38% sul linguaggio non-verbale (il modo in cui le cose vengono dette - l'accento, il tono, l'inflessione),

55% sulle espressioni facciali (ciò che più influenza la comprensione del messaggio è ciò che sembra l’oratore).

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1.9. Una sintesi esplicativa

Introducendo la seconda sezione in cui approfondiremo il tema, vediamo sinteticamente i diversi passaggi di un percorso di formazione standard.

Step 1 Bang! Comincia sempre lanciando un’esca, un richiamo per catturare l’attenzione, Gap, stabilisci il divario tra le abilità e le conoscenze presenti dei partecipanti e quelle che dovranno acquisire durante il corso, Comprensione, controlla che i partecipanti comprendano l’esistenza e l’entità di tale gap, Bisogno, è necessario far percepire ai partecipanti che colmare il divario è fondamentale per raggiungere i risultati che ciascuno si è posto e per cui sta intraprendendo questo percorso, Richiesta, fai domande per conoscere i bisogni individuali dei partecipanti (incoraggiali con cicli gap/bisogno più piccoli), Cartina, traccia i contorni del corso, i risultati stressanti che bisogna raggiungere (durante e dopo il corso) per colmare il divario.

Step 2 Spiegare, illustra i contenuti del corso in segmenti brevi, per rendere più facile la comprensione e l’assimilazione di nozioni che, per molti dei partecipanti, è possibile che siano completamente nuove, Esercitare, dai la possibilità di esercitare le nuove abilità e conoscenze, e di ricevere dei feedback su ciò che hanno compreso, Correggere, evidenzia i buoni risultati ma sottolinea con fermezza quelli negativi.

Step 3 Ricapitolare, rivedi assieme ai partecipanti tutti i punti importanti alla fine di ogni modulo (o all'inizio del successivo), Rinfrescare, concorda con i partecipanti dei momenti per ripassare ciò che avete imparato, Bang! Prima di ogni esame, è importante caricare i partecipanti e spronarli a dare il meglio di sé, mostrando piena disponibilità per eventuali approfondimenti o successive riprese, in caso di esito negativo della prova.

Prima di parlarne direttamente, ricordiamo che il Formatore, sia nella fase di preparazione che in quella di erogazione dei percorsi formativi, deve assolutamente attenersi ai contenuti dei programmi analitici d’esame EIPASS e, di conseguenza, alle nozioni esposte negli Ei-Book; è indispensabile tenersi aggiornati, seguendo il portale eipass.com e tutte le comunicazioni predisposte da CERTIPASS.

L’Aula Didattica 2.0 è lo strumento ideale per programmare e strutturare un percorso formativo su misura per i Candidati all’esame EIPASS.

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2. La Formazione

In questa sezione indichiamo praticamente come organizzare e tenere un corso standard per la preparazione dei Candidati alla prova d’esame EIPASS. Il Formatore

deve fare diretto riferimento al Programma analitico d’esame disponibile in ognuna delle pagine dedicate alle certificazioni sul portale eipass.com,

deve utilizzare l’Aula Didattica 2.0 e tutti gli strumenti didattici ivi previsti, modulandoli a seconda delle necessità e dei casi. Vediamoli nelle specifico.

2.1. L’Aula Didattica 2.0

È un servizio online di supporto alla formazione, dedicato a tutti gli utenti EIPASS e, quindi, al Formatore che la utilizza direttamente per rendere più efficace, coinvolgente e variegata la sua azione formativa.

2.1.1. Gli Ei-Book

Nella sezione Didattics è possibile scaricare liberamente gli ei-book che contengono tutte le nozioni utili per superare le prove d’esame previste; ogni modulo d’esame ha il proprio Ei-Book, impaginato in modo facile e veloce, in maniera tale che, scrittura ed immagini, appositamente alternate, non stanchino il lettore.

2.1.2. Il simulatore

Nella sezione Practice, il Candidato testa le competenze acquisite con l’ausilio di simulazioni che riproducono l’ambiente d’esame, sempre accessibili ed utilizzabili senza alcun limite. Per supportare al meglio la finalità formativa dello strumento, è attivo un sistema di monitoraggio che indica, istantaneamente,

le domande a cui il Candidato ha risposto erroneamente, gli argomenti che deve andare ad approfondire per migliorare la sua performance.

Come vedremo subito, sono questi gli strumenti che il Formatore deve utilizzare per organizzare sia lo studio individuale del Cadidato che quello frontale, collettivo e condiviso in aula.

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2.2. La lezione sta per cominciare…

Il Formatore arriva nel centro almeno mezz’ora prima dell'inizio della lezione, per preparare i materiali e la disposizione nella stanza. Impiega 5 minuti per prepararsi sia fisicamente che mentalmente e:

recuperare le forze, rilassarsi, concentrarsi sulla respirazione e sulla postura, visualizzare il gruppo di partecipanti, cercare di immedesimarsi nelle loro sensazioni e ponetevi questa domanda: “Qual è il modo

migliore per aiutare queste persone a raggiungere gli obiettivi del programma?”.

Attenzione al fisico:

è necessario gestire con coscienza il livello di energia, evitando di mangiare e/o bere troppo o dormire poco in prossimità della lezione,

è auspicabile tenersi in forma, facendo un’attività sportiva costante sarebbe.

È importante che l’ambiente di apprendimento permetta al Formatore di “cambiare ritmo” e ai partecipanti di circolare liberamente (per sgranchirsi un po’ le gambe durante le pause). Gli strumenti devono essere organizzati ed utilizzati con la prioritaria finalità di evitare lo “spegnimento automatico” del cervello di chi ascolta.

Un Formatore professionista pianifica la lezione in modo che nuovi supporti audio-visivi e nuovi argomenti si alternino a intervalli regolari di dieci minuti c.a.

Quando si rende conto che l’attenzione è nella fase discendente,

propone discussioni, anche in piccoli gruppi di lavoro, fa brevi pause che rilassano e rigenerano i partecipanti, cambia il ritmo del seminario, anche controllando voce e postura.

Un recente esperimento ha mostrato che in media le persone possono pensare 800 Parole al Minuto (PaM); un Formatore, in media, può pronunciare solo 120 PaM. È quindi necessario dare ai partecipanti qualcosa di interessante a cui pensare o da fare per tenere occupate le restanti 680! Il cervello effettua una sorta di “spegnimento automatico” dopo soli dieci minuti se non gli si fornisce qualche stimolo; per questo è indispensabile variare i supporti e lanciare messaggi attraverso più canali.

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2.3. Cominciamo rompendo il ghiaccio!

Il Formatore comincia sempre il corso con qualcosa che rompe il ghiaccio o con un’attività molto coinvolgente. Questo perché, quando i partecipanti arrivano in aula, di solito, sono disorientati e, comunque, attenti più all’ambiente e ai colleghi che concentrati e pronti.

Un’attività coinvolgente li renderà invece partecipi e se è efficace,

aiuterà i partecipanti a relazionarsi agli altri membri del gruppo, diventerà un ponte, introducendo al meglio il corso che sta per cominciare, sposterà i riflettori sui partecipanti (che sono le persone più importanti nella stanza), togliendo dal

centro dell’attenzione il Formatore che, così, potrà rilassarsi e alleggerire le pressione sotto cui necessariamente si trova.

L’attività per rompere il ghiaccio deve essere collaudata, divertente, collegata ai contenuti del corso; unica, nel senso che i partecipanti non devono averla già vista, vivace e ottimistica, ossia non deve preoccuparli troppo, semplice, sia da spiegare che da organizzare, breve.

Mettici sempre il massimo entusiasmo; se il corso non entusiasma te, come puoi aspettarti che coinvolga i partecipanti!? Usa i tuoi occhi e le tue sopracciglia per comunicare la tua energia, metti sempre un po’ di brio nella voce e combatti la noia delle sessioni più ripetitive, raccontando nuovi aneddoti, facendo molti esempi o, nel prosieguo, cambiando la struttura della lezione.

Punto centrale della prima lezione è la condivisione delle finalità e del programma calendariale del corso; è importante che il Formatore sia già nelle condizioni di indicare puntualmente le diverse fasi in cui è articolato l’intero percorso formativo, gli strumenti didattici che si impiegheranno, le date previste per la verifica delle competenze acquisite.

Intanto… con lo sguardo scorri sui partecipanti, rimanendo 2-3 secondi su ognuno (a meno che non stai dialogando con uno in particolare). Questo darà a tutti la sensazione che stai parlando personalmente a Lei/ Lui e ti garantirà la loro attenzione: sarai come un faro che, con il suo ruotare regolare, tiene svegli i naviganti. Soprattutto, evita di guardare solo poche persone (o addirittura una soltanto, cosa che capita sovente) o di fissare un punto imprecisato della stanza.

Per rompere il ghiaccio, accedi alla simulazione in Aula Didattica 2.0 e, utilizzando un proiettore, un monitor o un TV, avvia e condividi con tutti i partecipanti 10/15 domande; non interrogare nessuno; lascia la possibilità di rispodere a tutti, aprendo una piccola discussione ogni volta. Se nessuno dei partecipanti ha visto prima l’Aula Didattica 2.0, l’esperienza sarà sicuramente interessante e divertente.

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2.3.1. Entriamo nel vivo

Gli strumenti messi a disposizione da CERTIPASS consentono di organizzare il corso in modalità blended. La definizione Blended learning o apprendimento misto o apprendimento ibrido si riferisce ad una modalità mista di formazione, caratterizzata dal combinarsi di diversi ambienti d’apprendimento. Si combina il metodo tradizionale frontale in aula con attività mediata dal computer o da altri strumenti tecnologici (ad esempio e-learning, uso di DVD, ecc.) e/o da sistemi mobili (come smartphone e tablet). Questa modalità consente un approccio più integrato tra Formatori e discenti. Attraverso un approccio blended learning, la tecnologia non è più solo un supporto logistico ma diventa uno strumento formativo. Si consideri, ad esempio, un programma di incontro tradizionale in classe: un corso che normalmente si svolge lunedì-mercoledì-venerdì, dalla ore 9.30 alle ore 13.00. Applicando l’approccio blended learning, il corso si può modificare in modo da incontrarsi una volta alla settimana per verificare l’attività svolta dai partecipanti online: attività che senza gli appropriati strumenti informatici, si sarebbero dovuti affrontare necessariamente in aula, quindi, possono essere erogati tramite l’accesso a specifiche risorse online (e-learning object).

Il Formatore presenta il percorso formativo, accennando al tipo e alla qualità della metodologia impiegata, agli strumenti didattici disponibili, all’importanza di svolgere autonomamente il lavoro assegnato a casa. Successivamente, introduce i contenuti, le finalità e gli obiettivi formativi previsti dal primo modulo del percorso di certificazione EIPASS 7 Moduli; vediamo come procedere (per i moduli successivi, si dovrà seguire lo stesso iter).

Fai sempre riferimento al Programma analitico d’esame: è il primo documento che i partecipanti devono conoscere, consultare e comprendere; sarebbe opportuno fornire ad ognuno di loro una copia stampata; diversamente, utilizzando una TV o un proiettore, si può condividere il documento online sul sito eipass.com

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2.3.2. Come utilizzare l’Ei-Book

Gli argomenti dell’Ei-Book relativo al primo Modulo sono in tutto 9.

Introduzione all’ICT La componente Hardware Architettura del calcolatore: descrizione delle componenti La componente Software Codici di carattere L’elaboraizone dell’informazione Il Software L’Informatio and Communication Technology Aspetti giuridici – il Copyright

A seconda della durata prevista del corso, si dovranno affrontare gli argomenti indicati in gruppi di massimo 3 per ogni lezione frontale.

A questo punto, presenta l’Ei-Book: l’Ei-Center potrebbe decidere di stampare e rilegare delle copie da destinate ai partecipanti, per offrire loro un servizio suppletivo; diversamente, si deve condividerlo in video

Per una lezione frontale standard di un’ora, saranno affrontati 2 degli argomenti indicati. L’Ei-Book, quindi, è a tutti gli effetti il libro di testo da utilizzare durante il percorso formativo. In questa prima lezione, affronta solo il primo argomento: i partecipanti hanno ricevuto già molti input, potrebbero essere già stanchi.

Dichiara quali siano gli obiettivi del modulo: “Il modulo intende accertare nel Candidato il livello di possesso dei contenuti posti alla base dell’Information Technology. In particolare, il Candidato dovrà mostrare la propria preparazione in ordine ai seguenti argomenti: I fondamenti dell’Information Technology: hardware, software e sistemi informativi Il trattamento dell’informazione e gli strumenti per il suo trattamento Le infrastrutture hardware: architettura del calcolatore e delle sue periferiche L’ informazione e la codifica binaria L’elaborazione e la rappresentazione dell’informazione Gli algoritmi, i programmi e i linguaggi di programmazione Introduzione alle tecniche di programmazione Introduzione al software Caratteristiche del software: software di sistema, software applicativo e Open Source Caratteristiche di base degli ambienti applicativi Gestione delle problematiche relative alla sicurezza informatica Gestione delle problematiche relative ai diritti d’autore: copyright (diritto di riproduzione) e

trattamento sicuro dei dati con il personal computer Norme di base per la tutela della salute nell’utilizzo del personal computer”

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2.3.3. Alla fine della prima lezione, compiti per casa

A questo punto, è necessario chiarire diffusamente l’importanza che, ai fini del raggiungimento degli obiettivi formativi dichiarati, riveste lo studio individuale.

Il partecipante dovrà approfondire gli argomenti affrontati in aula, utilizzando l’Ei-Book e, successivamente, potrà verificare il proprio grado di apprendimento, simulando una prova d’esame.

Nelle prime battute del corso, tali simulazioni potrebbero sembrare superflue dal punto di vista didattico (il partecipante non dovrebbe avere le competenze necessarie per superare positivamente la prova) ma possono essere intese come un “gioco” che lo faccia appassionare ai temi ed ai contenuti delle lezioni e del percorso stesso.

Durante l’esposizione, non dimenticare tutto ciò che abbiamo detto finora: fai in modo che il cervello dei partecipanti “non si spegni”; utilizza buona parte del tempo di questa prima lezione per creare il giusto feeling con i partecipanti, intervallando spesso la lezione con momenti in cui “passare il microfono” a ciascuno di essi, per una breve presentazione personale. Potrebbe essere molto utile far compilare un format in cui siano indicati i contatti di tutti i partecipanti: se non ci si conosce, è difficile creare “gruppo”

L’Aula Didattica 2.0 facilita il percorso formativo, agevolando la relazione di ogni partecipante con i materiali didattici impiegati: come tutti gli strumenti e-learning più validi, consente di avviare ed attivare una ciclo virtuoso di auto-formazione. L’uso corretto e guidato di queste tecnologie, infatti, consente ad ogni partecipante di trasformare e personalizzare gli e-learning object a disposizione, per costruire un percorso formativo confacente alle proprie caratteristiche ed al proprio ritmo. Il Formatore è il facilitatore che controlla, organizza ed imposta le informazioni che il partecipante potrà approfondire e verificare studiano a casa. Non è secondario sottolineare che tale metodologia sviluppa competenze molto importanti per la cresscita generale del partecipante:

la conoscenza di sé e delle proprie modalità di apprendimento; la riflessione critica durante e dopo l’apprendimento; la flessibilità al cambiamento nei confronti della realtà in cui si vive e in cui si apprende, con i

condizionamenti e i limiti che essa pone (adattamento agli avvenimenti); la condivisione, l’interazione e il confronto con gli altri partecipanti.

Conclusa l’esposizione, prima di chiudere il training, chiedi sempre una valutazione aperta, diretta e spontanea della lezione e del suo andamento; i partecipanti normalmente apprezzano i formatori che sono disposti a discutere del loro lavoro.

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2.3.4. La seconda lezione

Dalla seconda lezione in poi, il corso deve svolgersi secondo uno schema che consente di procedere con il programma e, nel contempo, di rivedere e approfondire ciò che è stato fatto nelle lezioni precedenti e durante il lavoro individuale di ogni partecipante. Vediamo come funziona la nostra seconda lezione in sintesi:

nella prima parte il Formatore, sempre seguendo i contenuti dell’Ei-Book, presenta il secondo ed il terzo argomento del primo modulo (la componente Hardware e Architettura del calcolatore: descrizione delle componenti);

nella seconda parte, utilizza il simulatore per coinvolgere i partecipanti, soprattutto in relazione agli argomenti trattati nella lezione precedente;

nella terza parte approfondisce gli argomenti che, dai report forniti dai partecipanti, risultano lacunosi o maggiormente difficoltosi;

in chiusura, assegna il lavoro che ogni partecipante deve fare a casa (studio dei 2 argomenti visti durante la lezione, ripasso del primo e simulazione con comunicazione del risultato).

2.3.5. Le prove d’esame

È opportuno che già all’inizio del percorso formativo siano prestabilite e fissate le date utili per sostenere l’esame; considerata la massima autonomia degli Ei-Center anche in questo ambito, è consigliabile inserire anche questo elemento, per dare, fin da subito, l’indicazione della “meta finale”.

Prefigurandosela, i partecipanti saranno, anche da questo punto di vista, spronati a dare il meglio di loro stessi.

Questo ciclo andrà via via arricchendosi; nel prosieguo, quindi, potrai anche invertire le fasi indicate, a seconda dei casi e delle necessità, fino a poter svolgere l’intera lezione anche solo attraverso l’utilizzo condiviso della simulazione. Quando i partecipanti saranno diventati esperti utilizzatori dell’ambiente e saranno a loro agio con lo strumento, anche per esporre i nuovi argomenti, infatti, si potrà direttamente utilizzare il simulatore: affrontare le domande apertamente, discuterle assieme, è il modo più coinvolgente e diretto per insegnare “giocando”.

Utilizza fin da subito il simulatore! È il primo compito che devi dare per casa: sfida i partecipanti ad affrontare il primo modulo: potrai verificare il livello medio delle competenze con cui il gruppo sta intraprendendo il percorso e modularlo di conseguenza. Invita ogni partecipante a comunicarti (per mail o telefono) i risultati ottenuti; come sappiamo, il simulatore monitora le risposte date ed indica istantanemante gli argomenti che il partecipante deve approfondire per migliorare la propria performance. Fai inviare questi dati ad ognuno dei partecipanti.