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  • domenica 17 settembre 2000ore 21

    Teatro Regio

    Manolo Sanlcar

    con il contributo della

    settembremusicaXXIII edizione

  • Locura de brisa y trino

    Musica di Manolo Sanlcarsu poesie di Federico Garcia Lorca

    AdnNormasEl poeta pide a su amor que le escribaCarta a Doa RositaGacela del amor desesperadoCampoSon de negros en Cuba

    Manolo Sanlcar, chitarraCarmen Linares, cantaoraIsidro Muoz, chitarraTino di Geraldo,Francisco Gonzales Pakito, percussioni

    FlamencoAlegriasMaestranzaBanderillasDe muletaRuiseor y mirloOracinTercio de varas

    Musiche di Manolo Sanlcar

    Manolo Sanlcar, chitarraIsidro Muoz, chitarraTino di Geraldo,Francisco Gonzales Pakito, percussioniEva Duran, cantaoraBeatriz Martin, ballo

    Produzione Icart, Madridin collaborazione con Marilla Simonini

  • Manolo Sanlcar. Uno dei nomi di capitale importanza del-lattuale chitarra flamenca e nella storia del flamenco contem-poraneo. Nato a Sanlcar de Barrameda, in provincia di Cadice,viene iniziato alla chitarra dal padre, Isidro Muoz, la cui abi-lit gli vale il soprannome di el tocador, il suonatore. Debuttacome professionista a tredici anni e poco dopo, gi a diciotto,comincia ad elaborare il suo stile personale, affermandosi nellasua lunga carriera non solo come strumentista privilegiato, maanche come creatore. La sua straordinaria tecnica e una con-siderevole ricchezza tematica segnano una nuova tappa nellaproduzione flamenca, nel doppio aspetto musicale e inter-pretativo, nella forma e nellespressione. La sua una lezionedi chitarra, di maestria, di arte.In lui dimorano tutte le virt della chitarra flamenca senza perlasciarsi vincolare nelle sue forme prestabilite e da chi nega inanticipo qualsiasi possibilit di evoluzione. stato premiato dallaCattedra di Flamencologa di Granada, da quella di Jerez e dallaGiunta de la Unin; premio nazionale a Cordova; premiato pivolte a Madrid, poi negli Stati Uniti, e, ancora, dallAsociacinCritica National de Arte Flamenco e dalla prestigiosa rivista ElOlivo. Ha partecipato al IX Concorso e Festival Internazionaledi chitarra de La Havana, organizzato dal maestro Leo Brower,dove hanno sfilato interpreti di prima qualit. Della sua lungadiscografia, dal 1968 ad oggi, ricordiamo Medea (1987) e Sole(1989), composte per il Balletto Nazionale di Spagna, Tauro-maga (1988), una pietra miliare della musica flamenca, Aljibe(1992), poema sinfonico che debutt con lOrchestra Sinfonicadi Malaga e Locura de brisa y trino, del febbraio del correnteanno, scritto sulle poesie di Federico Garca Lorca ed eccezio-nalmente interpretato da Carmen Linares. lautore della Gal-larda di Rafael Alberti, con la quale si inaugurarono le attivitdi EXPO 92 a Siviglia. Ha diretto le musiche del film Sevillanasdi Carlos Saura, e la Royal Philharmonique of London per la rea-lizzazione della colonna sonora di Viva la blanca paloma, docu-mento sul noto pellegrinaggio della Romera del Roco. I suoiconcerti hanno visitato pi di cinquanta paesi nei cinque con-tinenti e i suoi dischi sono venduti in tutto il mondo.

    Come relazionare la voce del flamenco con le linee melodicheinusuali di Manolo Sanlcar? Risponde linterpretazione di Car-men Linares che d voce e anima, a tratti con uno sforzo dav-vero ammirabile, al poema lorchiano; una lezione di poesia nelsuo adattamento della musicalit del verso alle necessit ritmi-che dei generi flamenchi interpretati. indiscutibilmente unadelle voci che occupano un posto privilegiato nel panorama delflamenco contemporaneo, nazionale e internazionale. Con Manolo Sanlcar e la voce geniale di Carmen Linares, la

  • portentosa chitarra di Isidro Muoz, immobile, leale, con-centratissimo. Figurano a completare la pleiade degli artistidue straordinari percussionisti: Tino di Geraldo e FranciscoGonzales Pakito.La seconda parte arricchita dalla presenza di Beatrz Martn,danzatrice di grande talento che vanta una lunga esperienzain compagnie di prestigio, come quella che fu di Rafael Agui-lar, quelle di Luisillo, Mario Maya, El Gito, Manolete, JosGranero e Manolo Marn.

    La poesia di oggi non ha lo spazio che aveva allepoca diFederico, ma ha lo spirito sufficiente per comprendere que-sto spazio1. Con queste parole dedicate al poeta granadinofucilato nel 1936, Manolo Sanlcar esord ad Estella, al Festi-val della Navarra del 98. Lo spettacolo con cui si presentava per lAo Lorca, nel cen-tenario dalla nascita del poeta, aveva significato per ManoloSanlcar addentrarsi con la sua personale chitarra nelluniversopoetico di Federico Garca Lorca. Lintento del musicista nonera semplicemente quello di limitarsi a musicare una mezzadozzina di poemi, ma di costruire, dallinterno, un tutto, uno-pera compatta, intrisa del sentimento e dello spirito dellepoca.La scelta si basava sulle poesie che Lorca aveva scritto neimomenti di maggior disperazione e un verso lorchiano, Locurade brisa y trino, in chiusura del poema Normas, diveniva iltitolo di quello spettacolo e del suo ultimo lavoro discografico.Frutto maturo di quellevento, lo spettacolo, cos come si pre-senta a noi oggi, ha raccolto consensi da pubblico e criticainternazionali, ma anche nella terra dorigine, quella Spagnaa volte esitante a riconoscere i propri artisti che si fanno poivalere sulle ribalte internazionali (Antonio Gades n statoesempio illustre)2.Locura de brisa y trino, nella sua completezza attuale, si strut-tura in due parti.La prima pensata come una composizione per quartetto stru-mentale: chitarre Manolo Sanlcar e Isidro Muoz per-cussioni Tino di Geraldo e Francisco Gonzales Pakito evoce quella straordinaria di Carmen Linares.

    1 Jordana, Aitor, La guitarra de Manolo Sanlcar embruja Estella, inDiario de Noticias, 15 agosto 1998.

    2 Manolo ha demostrado que se puede ser profeta en su tierra(Manolo ha dimostrato che si pu essere profeta in patria), PepeBustillos, Manolo Sanlcar, Y fue profeta en su tierra!, in El Olivo,rivista mensile di flamenco, anno IX, n 62, dicembre 98.

  • Rivelazione tecnica inevitabilmente emergente in questa primamet di spettacolo che anche, in ordine temporale, lultimacomposta dal musicista, la rivoluzione della scala flamenca:trova la chiave della scala che era la matrice generatrice del-laltra fondamentale del flamenco. Ma la scoperta importanterisiede nello sviluppo dellambito di influenza di questa nuovascala musicale che consente la composizione di nuove tona-lit, armonie e forme. Cos, si fissa sulla scala tonale pentato-nica, utilizzando continuamente modulazioni sorprendenti.Non unopera facile in nessun senso. Aria accademica, atmosfera da flamenco da camera, fla-menco contemporaneo, comunque lo si voglia definire, il fla-menco di Manolo Sanlcar non concede nulla agli orpelli orna-mentali, ma resta saldamente legato alla struttura poetica lor-chiana e rivela una straordinaria sensibilit nella tessitura dellecomposizioni, una grande attenzione nella disposizione deitemi e una delicatezza estrema nella distribuzione delle melo-die e degli accenti di chitarre e percussioni.Nel suo mondo personalissimo, Manolo Sanlcar evoca leprofondit oscure e la luminosit, gli estremi del dolore, il ful-gore delle immagini, la semplicit fulminante dei versi e quel-limmediato potere evocativo di tutta lopera lorchiana. Talmentevicino allo spirito del poeta di Fuente Vaqueros da affermare:Ho finito per essere, in definitiva, un personaggio di Lorca3.Alla prima parte dedicata al poeta granadino, segue unaseconda parte dello spettacolo nella quale Manolo Sanlcarripercorre il meglio della sua produzione artistica, con unocchio particolare ai temi della tauromachia che nellindimen-ticabile Tauromaga avevano trovato la loro sede definitiva.Si d cos spazio ad un percorso musicale che lautore realizzaper il mondo dei tori. La storia della corrida comincia dallanascita del toro nel pascolo fino alluscita del torero attraversola porta grande: si succedono momenti di speranza, timore,allegria, morte e gloria che costituiscono lanima della discussaarte della corrida.

    Il programma si apre con Adn, una fantasia ripensata dellasole a ritmo uno dei generi fondamentali del flamenco contemplativa, maestosa, pacata.Segue Normas che armonizza altri tre generi: il taranto e lasole alcalarea, di Alcal, di Manuel Torre come abbiamovisto, uno dei personaggi leggendari della storia del Flamenco e il tango. Sentimento, delicatezza, mistero, ai confini delmisticismo.

    3 Martin Martin, Manuel, Manolo Sanlcar revoluciona la escala fla-menca, in El Mundo, 17 gennaio 2000.

  • El poeta pide a su amor que le escriba una insolita bulera del flamenco uno dei generi pi vivi nella quale dominalelemento ritmico nelle sue modalit pi sfrenate.Esempio di fluire musicale e coerenza la fantasia musicaleispirata al personaggio di Doa Rosita in Carta a Doa Rosita,che alterna le tonalit del garrotn con quelle del taranto.Dedicata alla bimba madrilena Cecilia Montero de Espinosa, un tema ambizioso e romantico che parte dal modo mag-giore (garrotn) per passare a quello minore (taranto), legan-dosi in tal modo al brano successivo, Gacela del amor dese-sperado. Scritta per lamico Angel Caete, Gazzella dellamoredisperato, probabilmente la migliore dellopera, un eserci-zio di eccezionale sensibilit capace di far convivere due generidifficili, presentando passaggi affatto nuovi della taranta edella minera e oltrepassando i limiti del flamenco nella loroampiezza formale e timbrica. Un equilibrio sottile e insolitoche in Campo, in memoria del chitarrista Luis Habichuela, rie-sce a coniugare la disperazione della siguiriya con le matricidelle alegras. Il finale prorompe in un crescendo straordina-rio con Son de negros en Cuba, una rumba di una comples-sit e innovazione realmente sorprendenti.Tutta lopera possiede una grande forza ed emozione, maanche una lucidit estetica indiscutibile.Lexcursus lorchiano si compie in unora; la seconda partedello spet