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“Sentirsi inviata per un apostolato
non a titolo personale
ma a nome della Congregazione”
(Doc. Cap: “Area n° 5)
Alle 14:30 del 14 gennaio 2012, la Superiora di Suor
Sandra do Socorro Silva dos Santos, prende la
sua piccola valigetta e sale sul jeepney per
recarsi alla sede delle Suore del Divino Zelo, da
dove partirà per l’Indonesia con due suore neo
professe le quali trascorreranno ivi un breve
periodo di vacanza. Diversa, invece, è la finalità per la quale si reca Suor Sandra, una
finalità missionaria che la carica di tanta responsabilità, ma anche di una profonda
serenità, avvertendo sensibilmente il sostegno morale, psicologico e spirituale della
Rev.da Madre e del Consiglio, in primis, ma anche di tutta la Congregazione.
Quale, dunque, la motivazione di questo viaggio? Una visita esplorativa, affidatale dalla
Rev. da Madre generale Suor Maria Longo
e del suo Consiglio per aprire cuore, mente
e mani là dove il bisogno urge e
maggiormente di fa sentire la fame di Dio.
La Superiora Suor Erlinda e la delegata
Suor Elna con il loro autista ci hanno
accompagnate all’aeroporto. La partenza
era prevista alle 20,30 da Manila to
Jakarta ma, a causa del traffico intenso
si è partiti prima da casa; per le juniores
era la prima volta, dopo cinque anni, che rientravano nel loro paese e anche per me era
la prima volta che visitavo il loro Paese. Dicevo loro: state tranquille e fidiamoci di Dio;
anche se non ricordate bene la strada, non ci perderemo, i nostri fondatori ci
indicheranno la Via e poi, il Signore è con noi e guiderà i nostri passi.
Con questa certezza, siamo partite con il volo della compagnia Cebu Pacific alle 20,30
decollando da Manila, con scalo a Jakarta alle ore 12,30( più 1 ora di differenza con
Manila); dopo aver effettuato, senza nessuna difficoltà, il visto d’immigrazione, dopo
aver ritirato i bagagli, siamo uscire dall’aeroporto internazionale e, con un taxi
abbiamo raggiunto quello domestico, dove non è stato possibile entrare subito.
L’attesa forzata di sei ore all’aperto, ci ha offerto l’opportunità di avere una piccola
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visione della realtà: passeggeri addormentati,
distesi per terra, sotto la pioggia torrenziale.
Finalmente si può accedere per effettuare il
checkin Jakarta – Kupang; sotto la pioggia
siamo salite sull’aereo, che esperienza! Il volo è
durato appena 3 ore. Arriviamo all’aeroporto
Kupang, stremate dal caldo afoso che acuisce
la stanchezza; troviamo posto su una poltrona,
perché la coincidenza comporta molte ore di
sosta. Suor Sely è rimasta a Kupang per andare a casa sua.
Alle 13,00, si riparte per il terzo tratto di volo Kupang-Maumere, di appena 30 minuti,
sorvolando le isole di Flores. Appena atterrate nel piccolo aeroporto, il caldo intenso
mi ha richiamato alla mente, ma anche al cuore, quello torrido di Manaus. Nel ritiro dei
bagagli, mi sono avvicinata a due Suore Italiane, la Madre Generale e la Vicaria; lei che
25 anni fa ha aperto la missione nelle Filippine, adesso, colpita da male del secolo,
continua a sostenere quella missione con la sua sofferenza. Sono Suore Catechiste del
Sacro Cuore di Casoria, e conoscono molto bene le nostre consorelle di Napoli. Mi
hanno incoraggiata, pur presentandomi le difficoltà reali della missione; le ho ascolate
con molta attenzione e ringraziandole per i consigli, ho espresso la certezza che il
Signore è sempre con noi!
È ad attenderci all’aeroporto, Suor Daria ORTIGA (la superiora della casa che mi
ospita). Durante il percorso mi dà alcune informazioni circa l’ubicazione della loro casa:
vicina al mare, con un clima troppo caldo. È
divisa in due plessi; attraversando la strada,
attraversato il cancello, si trova di fronte la
scuola, la sartoria e anche una clinica. L’altro
plesso costituisce la residenza della
comunità composta di 11 suore, tra cui 7
juniores Indonesiane e 4 Filippine.
Veramente fraterna l’accoglienza della
comunità, consentendomi di sentirmi subito a
mio agio come se stessi nella loro comunità di Marikina. Dopo il pranzo, una doccia
ristoratrice e un po’ di riposo. Alle 18,00, ci siamo recate in cappella per la liturgia dei
Vespri in inglese. All’inizio della preghiera, come è loro usanza, la comunità mi dà il
benvenuto con un rito molto semplice, durante il quale la Superiora Suor Daria, mi
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consegna una piccola stola dipinta con fiori, segno di gioia e di accoglienza nella
missione Indonesiana.
Alle 17,30 si prepara insieme la cena, con la preparazione della mensa e il disbrigo di
quanto occorre per la sua preparazione. Segue la ricreazione dopo di che la compieta
in Italiano.
January 15, 2012 “ Maria, Madre delle missioni
Prega per noi! “ Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle ore, dopo di che si va a piedi per
partecipare alla messa in Cattedrale; passando per una scorciatoia, ho osservato che
alcune famiglie, per scelta, hanno la tomba dei propri cari posta sotto la finestra o
davanti a casa o lateralmente alla casa. La Suora mi ha spiegato che questo rientra
nella cultura nell’Indonesia; talvolta, quando fa molto caldo, c’è chi riposa sopra per
sentire la frescura della lapide. Silenziosamente, ho pregato per tutti quei defunti
che, anche se a me sconosciuti, mi appartengono in nome della comune figliolanza
divina. In Cattedrale la gente partecipa alla Liturgia in atteggiamento umile e
semplice; la messa, ovviamente nella lingua locale, è animata da un coro con belle voci.
Finita la celebrazione, ci salutiamo: selamat pagi! (buongiorno!). Dopo colazione, con la
Superiora Suor Daria, siamo andate a prelevare le altre 3 Suore che si recano in un
altro villaggio per la distribuzione della comunione, perché la gente non accetta di
ricevere l’Eucaristia dai laici. Rientrando, ci
siamo soffermate ad ammirare in una
montagna l’immagine della Madonna delle
Nazione, con le stazioni della via crucis,
custodita dei Padri Passionisti, divenuto, per
volontà del Vescovo, luogo di pellegrinaggio.
Lì, contemplando lo stupore delle meraviglie
del creato, avvistando il mare, il monte da cui
si vedeva tutta la città, mi sono rivolta alla
madonna in preghiera: “O Maria, insegnaci la via per iniziare la missione nell’Indonesia,
nello spirito del nostro Padre Fondatore, quale spirito rivestito di Gesù, tuo Figlio. Amen!” Rientrate in casa, abbiamo fatto un’ora di adorazione dalle 11’00 fino alle 12,00, cui è
seguito il pranzo e il riposo. Alle 15,00, ho incontrato i bambini che frequentano le
Suore per la lezione del catechismo.
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January 16, 2012 “L’ azione missionaria resta nella totale
fedeltà all’annuncio evangelico”
(RdC, 37)
Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, Eucaristica e la Meditazione. Dopo
colazione, mi sono recata all’arcivescovato con Suor Virginia; ci ha ricevute il Vicario
del Vescovo di Maumere, Mons. Wilhem CONTERIUS, SVD. Nel mio povero inglese, mi
sono presentata, esprimendo la
motivazione della mia venuta in nome
della Congregazione. Mi ha assicurato
che presenterà al Vescovo, al suo
rientro in sede, la volontà della
Congregazione ma, nel frattempo, mi
ha consigliato di visitare anche
un’altra isola di Larantuka. Felice
coincidenza: le suore avevano già
fissato l’appuntamento per il giorno
dopo con l’autorità ecclesiastica. Ho
ringraziato, consegnandogli il nostro
depliant e poster vocazionale, perché
purtroppo, prima della mia partenza, non era ancora arrivato il pacco dell’Italia con il
materiale del nostro Padre Fondatore.
Nel pomeriggio, con Suor Virginia
siamo andate a visitare alcune
comunità religiose, tra cui le Suore
catechiste che avevo conosciute
nell’aeroporto, le quali ci hanno accolte
nella loro semplice casa che avevano
inaugurata sabato. Mi chiedevano come
stessi, e dopo averle rassicurato sul
mio stato di salute, mi hanno riferito
che anche loro avrebbero incontrato il
Vescovo il nostro stesso giorno. Suor
Virginia, contatta la comunità presente
nell’isola di Lambata, che si dichiara felice di riceverci in casa loro.
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January 17, 2012 “Sentirsi inviata per un apostolato
non a titolo personale, ma
a nome della Congregazione”
(Doc. Cap: “Area n° 5)
La sveglia, questa mattina, suona alle 03.30; alle 4,00 la Superiora Suor Daria, io e
Suor Virginia, accompagnate dal loro autista raggiungiamo la diocesi di Larantuka. Si
prevede un viaggio molto lungo: 4 ore di macchina e 5 di bus, ma impieghiamo meno del
previsto. Giunte a destinazione, apriamo il cofano della macchina per fare una
colazione tipicamente asiatica: riso, pesce e un bicchiere d’acqua, dal momento che
manca il caffè. Alle 8,00, il Vescovo FRANSISKUS KOPOG KUNG ci accoglie nel suo umile refettorio;
con l’offerta di un tè caldo, ci dà il suo benvenuto: “Selamat Datang!”, cui rispondo
timidamente: “Terima Kasih!” (grazie!).
Pur comprendendo poco l’italiano, mi sono sforzata di trovare le parole semplici ed
essenziali per spiegargli il motivo
della visita: entendere in tessa
d’Asia il carisma smaldoniano:
l’evangelizzazione del sordo e, in
senso lato, portare il messaggio di
salvezza alle tante forme di
sordità presenti nel mondo. Egli,
mi ha accolto con tanta
semplicità, esprimendo la sua
gioia di riceverci nella sua diocesi
e ha rinnovato anche l’invito alle
Suore del Divino Zelo. Dopo il colloquio con il Vescovo, Suor Daria rientra in sede con il suo autista, mentre il
Vescovo si dichiara disponibile ad accompagnare me e Sr Virginia con la barca veloce
alle 10,00, dopo aver concluso l’incontro con le Suore Catechiste. Avendo un’ora di
tempo, siamo andate a visitare una comunità francescana la quale, pur rischiando,
essendo il terreno della Diocesi, ha costruito una casa di formazione e una scuola
materna.
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Alle 10,00 siamo andate al porto per fare il biglietto, ed io ho pagato anche quello per Suor
Virginia. Che sorpresa: arriva la Madre
generale con la vicaria delle Suore
catechiste e, dopo di loro, giunge anche
il Vescovo e così siamo partiti insieme.
La Madre ha comunicato che saremo in
5 per il pranzo, compreso il Vescovo.
È stato un bellissimo viaggio; le Suore mi
chiedevano se avessi paura, ma il mare
era così invitante, l’acqua così limpida e
trasparente che consentiva di vedere le
colonie di pesci che dominano quei tratti di mare. Il viaggio con la barca normale
impiega 5 ore ma, per noi, con la barca veloce, più o meno di 2 ore. Quando la barca si
avvicinava alle numerose isole, nelle quiete delle acque e la bellezza delle montagne
vulcaniche, non riuscivo a comprendere il pericolo sempre incombente su quella povera
gente che abita alle loro falde, trovando la giustificazione nella volontà di voler
sfidare una natura: proprio come i napoletani stabilitisi alle falde del Vesuvio!
Viene a prelevarci in macchina, un sacerdote con una Religiosa della comunità delle
Suore catechiste. Subito il
pranzo, il Vescovo si reca al
seminario, mentre noi facciamo
una doccia, per essere puntuali
all’appuntamento con il Vescovo
che, con tanta premura e
entusiasmo, intende farmi visitare
altri villaggi con la tacita speranza
di averci nella sua diocesi. Arriva il sacerdote Philipus da
Gomez con l’autista del seminario;
andiamo a prelevare il Vescovo:
eravamo 8, tra cui 5 Suore. Inizia il lungo viaggio: saliamo una collina, costeggiando il mare, le strade senza
asfalto, scorgendo gente umile a lavoro nei villaggi. Dopo tante ore di strada,
arriviamo ad una cappella: non cera nessuno! Il Vescovo chiede ad una ragazza di
chiamare la sig.ra responsabile della cappella.
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Nel frattempo, prendiamo alcune siede e ci sediamo sotto un albero perché era troppo
caldo. Il Vescovo, mi presenta a questa sig.ra e, nel discorso, pone in rilievo i bisogni
del luogo, emersi in tutta la loro drammaticità, percorrendo le strade fangose e
pericolose da percorrere. Finalmente arriviamo in un piccolo villaggio. Il Vescovo mi ha
presentato al parroco, cui comunica il motivo della mia visita in quel luogo. Abbiamo
preso una merenda e subito abbiamo ripreso la strada di ritorno perché era già tardi.
Strada facendo mi chiedevo: come mai le tante Congregazioni locali presenti in Indonesia,
preferiscano stabilirsi nelle città, anziché aiutare questi villaggi?
È vero che l’Asia è diventata un’esigenza spirituale avvertita dalla mia Congregazione,
appagando e realizzando la vocazione missionaria del mio Padre Fondatore. Tuttavia,
non vedo quel luogo adatto per iniziare una nuova missione; lo Spirito mi suggerisce
che occorre iniziare con la nostra
presenza in parrocchia,
collaborando per la pastorale
vocazionale, visitando le isole,
ovviamente con il permesso del
vescovo, visitando le scuole. Mi
sovviene in quel momento l’anelito
di Gesù: “la messe è molta, ma gli
operai sono pochi”. Con questo
pensiero ho pregato il rosario.
Era già molto tardi, e non sia
arrivava mai! Finalmente arriviamo a destinazione:sono le 8,00 di sera. La Madre, con
la sua comunità, ci aspettava per la cena, durante la quale ho comunicato le mie
impressioni sul posto, ma anche la mia opinione circa l’inizio una nostra missione in loco.
Ho ringraziato, chiedendo loro il sostegno della preghiera perché ogni scelta sia
secondo la volontà di Dio.
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January 18, 2012 “Testimoniare la gioia della nostra
Consacrazione nella missione”
(Doc. Cap: “Area n° 5)
Alle 6,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, la celebrazione Eucaristica e la
Meditazione. Dopo colazione, siamo
andate a piedi per visitare la parrocchia
di Lambata, dopo di che abbiamo preso
il motorino, mezzo di trasporto locale
per visitare una scuola media superiore.
Il direttore non c’era, tuttavia ci hanno
consentito di entrare in due classi, per
presentarmi e fare conoscere la
Congregazione; ho promesso alle
ragazze che sarei ritornata per
consegnare il depliant.
Dopo aver ringraziato chi ci aveva
offerto la preziosa opportunità di incontrare le ragazze, abbiamo atteso un po’ perché
spiovesse, e dopo, sempre in motorino, siamo ritornate al convento delle Suore che ci
attendevano per il pranzo.
Dopo il pranzo, esprimo il mio vivo ringraziamento alla comunità, in modo particolare
alla Madre Generale e alla sua Vicaria, le quali mi hanno rinnovato la loro piena
disponibilità, qualora dovessi
ritornare in Indonesia e in qualunque
luogo delle Filippine. Alle 14,30 arriva
il Vescovo a prelevarci per andare al
porto, anch’Egli ritornava a Larantuka.
Durante il viaggio ho espresso il mio
ringraziamento per la premura di
Padre e Pastore e, nello stesso
tempo, aprendogli il cuore, esprimendo
le mie perplessità circa l’eventualità al
iniziare la nostra missione in quei
villaggi in cui non si parla l’inglese, né noi conosciamo la loro lingua. Questo, almeno per
il momento; chi sa in futuro! Tuttavia, gli esprimo piena disponibilità, in quanto sono
stata inviata in nome dell’obbedienza e, pertanto, la decisione ultima spetta alla Madre
Generale e al suo Consiglio, cui avrei dato una comunicazione scritta.
Alle 16,45 siamo arrivati al porto di Larantuka: salutiamo il Vescovo e prendiamo il
pullman per rientrare a Maumere dopo 5 ore di viaggio.
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Un viaggio lungo, dunque, durante il quale ho condiviso l’esperienza con Suor Virginia,
anche a livello di formazione religiosa e
culturale.
Di nazionalità filippina, ha vissuto in Italia
come me ma; ho sperimentato che, pur nella
diversità delle culture, ci unisce lo spirito
ammirevole dei nostri Fondatori che ci
spinge a vivere la missione con spirito di
fede, amore e sacrificio.
Le comunicavo di sentirmi un semplice
strumento nelle mani di Dio per la mediazione dei miei superiori e la protezione del mio
Padre Fondatore, di cui avevo in tasca la reliquia come bene prezioso. Ci siamo
incoraggiate a vicenda con la promessa di sostenerci anche con la preghiera.
Ad un certo momento, Suor Virginia si è addormentava, ma io non riuscivo: avvertivo la
stanchezza sulla mia pelle, ma mi assalivano tanti pensieri. Ho iniziato la mia lode al
Signore per la giornata vissuta sostenuta dalla sua grazia; poi mi sono rivolta alla
madonna con la preghiera del Santo Rosario. Dopo una sosta di pochi minuti per la cena, in una locanda di un povero villaggio, non
abbiamo preso niente e non vedevamo l’ora di arrivare a casa.
Riprendiamo il viaggio con un bel tratto di pioggia; con la grazia di Dio, arriviamo alle
22,00; la comunità era ad attenderci fuori nel cortile. Abbiamo cenato e subito a
letto.
January 19, 2012 “ La comunione è missionaria
e la missione è per la comunione.”
(VFC 58)
Alle 6.00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, la meditazione e la Santa Messa.
La Celebrazione è stata presieduta del Superiore Generale dei Rogazionisti, Padre
Angelo e concelebrata dai suoi con visitatori: Padre Matteo e Padre Jessie.
Durante l’omelia, ha pultualizzato l’importanza di vivere lo spirito del loro fondatore
espresso nel vincolo della carità fraterna, animato dallo spirito di Gesù per fortificare
la vita consacrata, vivendo la radicalità evangelica. Solo a queste condizioni saremo un
segno tangibile nella missione in questo continente Asiatico o ovunque.
Ho richiamato alla mente le stesse e continue esortazioni della nostra Madre generale
a vivere con radicalità ed entusiasmo la nostra consacrazione.
Dopo la messa, ci siamo presentati: Egli è del sud del Brasile ed io del nord. È al primo
mandato e visitava per la prima volta l’Indonesia, senza conoscere la lingua; a questo
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punto, mi sono consolata! Ma Dio è con noi e questa certezza ci dà forza. Ha dato la
sua disponibilità se avessi bisogno; gli ho risposto che certamente ne avrei
approfittato fraternamente. Rogate anche per noi! Insieme nel cortile abbiamo preso
un caffè.
A sera, dopo la preghiera del vespro, tutta la comunità è stata invitata alla cena
fraterna dei padri Rogazionisti per condividere la gioia per la presenza tra loro del
Padre Generale.
January 20, 2012 “ Vivere insieme la volontà di Dio
secondo l’orientamento del dono
carismatico del Padre Fondatore.” (VFC, 45)
Alle 4,00 la Superiora Suor Daria, io e Suor Bibiana, accompagnate dal loro autista,
partiamo per raggiungere la diocesi di Ende; ci vogliono 4 ore di macchina. Mai in vita
mia ho fatto un viaggio con tante curve! Tra l’altro, salendo e scendendo montagne di
circa 900 m. di altitudine, con tratti di tanta foschia e pioggia, era veramente facile
sentirsi male. Ma, grazie a Dio siamo arrivate all’arcivescovado e ci siamo accomodate;
arriva subito il Vescovo VINCENTIUS SENSI POTOKOTA, PR. che ci accoglie nel suo
salotto. Conosceva bene le Suore, per essere stato un anno a Maumere; poi, in seguito
al decesso del Vescovo di Ende, è stato trasferito in questa diocesi. Mi sono
presentata, esprimendo la
motivazione della mia visita a
nome della Congregazione.
Durante il colloquio mi ha parlato
di un’associazione laicale di Suore
consacrate denominate (ANSA),
che operano con bambini orfani,
tra cui disabili e ci sono anche i
sordi. Ha focalizzato, poi, il
discorso sulla necessità di una
nostra presenza nella Chiesa
locale, offrendoci l’opportunità di
lavorare in una parrocchia;
avrebbe messo a nostra disposizione la casa o, nel caso lo volessimo, la possibilità di
costruirla in proprio. L’ho ringraziato ma mi sono scusata di non potergli dare alcuna
risposta, dal momento che ogni decisione spetta alla Madre generale e al suo Consiglio.
Avrebbe voluto farmi visitare alcuni locale ma per la lontananza e la lunghezza del
viaggio dovevamo rientrare a Maumere.
Comunque, prima della mia partenza per le Filippine, alcune Suore mi facevano
presente che è bene fare attenzione quando la diocesi ci offre delle strutture per
operare. Dopo di che siamo andate nel refettorio a prendere un caffè.
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Alle 10,30 ci siamo rimessi in viaggio verso Maumere con una forte pioggia; ci siamo
fermati a visitare una zona vulcanica, in cui erano visibili tutti i rischi e i pericoli cui
ogni momento è esposta la gente che vi abita. Chiediamo al Signore che non si sveglino
proprio in quel momento, perché si sentiva forte l’odore delle acque sulfuree.
Mangiando due biskuit, ci siamo messi in macchina; alle 16,00 siamo arrivati e, dopo
aver mangiato qualcosa di caldo e rinfrescate, siamo andate a riposare.
Alle 18,00 abbiamo pregato i vespri, dopo di che subito la cena, perché la comunità in
seguito si sarebbe riunita per la lettura della circolare della loro Madre Generale.
Invece, io mi sono recata in cappella per la mia preghiera personale e, subito dopo, a
letto.
January 21, 2012 “ Il nostro gesto di amore verso i sordi e verso
le anime bisognose de fede è un grande
segno della tenerezza di Dio per gli uomini.”
(Doc. Cap. pag.19) Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, la Santa Messa e la Meditazione.
Oggi la liturgia commemora la memoria di Santa’Agnese, che ho invocato e pregato
molto, perchè mi aiuti a vivere il primato dell’amore a Gesù nella missione,
abbandonandomi nelle Sue mani, qual bambino in braccio a sua madre.
Subito dopo colazione, sono andata con Suor Virginia a visitare la scuola delle Suore
missionarie (ALMA), che operano a Maomere con i bambini orfani con handicap;
entriamo in una piccolissima aula, troviamo cinque sordi che si esprimevano bene.
Erano intenti in lavoretti manuali,
tra cui simpaticissimi
braccialetti. Ho Parlato con loro
nella lingua locale, limitandomi con
alcune parole che avevo imparato.
Il tempo era poco perché le suore
avevano un appuntamento e
dovevamo rientrare.
Segue il pranzo e la preparazione
per la partenza di domani; nel
primo pomeriggio siamo andate a
trovare un sacerdote Camilliano
italiano, il quale si è dimostrato interessato al nostro carisma e mi ha raccomandato di
ritornare subito nell’Indonesia, terra di vocazioni, come una volta era per le Filippine.
Ma, non perdiamo la speranza!
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L’ho ringraziato, chiedendo la sua benedizione e una preghiera e lui mia ha dato la sua
disponibilità qualora dovessimo ritornare in Indonesia.
Mi ha consigliato di rimanere a Maumere inizialmente, per la preparazione linguistica, per
la conoscenza del posto, per l’inserimento nella cultura del luogo, per il disbrigo delle
pratiche; infatti, questa città è l’approdo di tutte le Congregazioni religiose. Lasciamo
fare al Signore, certamente è sempre con noi!
Alle 18,00 ci siamo recate in cappella per la preghiera dei vespri; saliva a Dio come incenso
il mio ringraziamento per la Sua Grazia che guida sempre i miei passi, e alla comunità che
mi ha accolta, perché il Signore la ricolmi delle sue benedizioni per operare con frutto
nella Sua messe.
Finita la cena, ho ringraziato la Superiora e tutta la comunità, in cui mi sono sentita come
in famiglia; le Suore, infatti, tutte indistintamente, si sono dimostrate sempre pronte e
disponibili all’aiuto fraterno, anche se comportava tempo e sacrificio. Erano, tuttavia,
entusiaste e fiduciose all’idea di poter avere una nuova comunità nell’Indonesia, ma
abbiamo affidato ogni progetto alla volontà di Dio. Dopo la cena, la stanchezza visibile sul
nostro sguardo ci invitava a riposare; ma era quasi impossibile a causa della musica
stordante che proveniva da una casa vicina, dove si festeggiava un compleanno.
January 22, 2012 “ Ecco io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.”
(Mt.28)
Alle 4,00 inizia un forte temporale. “O my God!. Tu, sai tutto, dobbiamo partire,
aiutaci! Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore e la Santa Messa; segue
una veloce colazione. L’autista avvia la macchina ma non funziona. La pioggia continua,
la superiora chiama un Padre Rogazionista ma, è ammalato. Nel frattempo l’autista
riprova ad avviare la macchina e noi tutti intorno a pregare, perché arrivi il sacerdote
per prelevare le altre suore che devono andare in parrocchia. Piove meno e la macchina
è sistemata; con un applauso entriamo in macchina e con l’aiuto di Dio ci avviamo. Suor
Daria, rivolta a me, esclama: “Suor Sandra, hai esperimentato tutto nella missione in questi
giorni! Ho risposto: Tutto ciò che si fa per Dio è sempre poco: bisogna affrontare altro!”.
Alle 8,00 siamo partite da Maumere con la pioggia. Il viaggio segue questo itinerario:
partenza alle 7:40, scalo a Bali alle or 09:40. Non si poteva scendere la scala
dell’aereo per il forte vento che ci spingeva indietro; mentre si camminava, bisognava
correre per entrare nel pullman che ci portava all’uscita. Dopo pochi minuti scoppia un
temporale da spavento ed io ho ringraziato il Signore per essere già a terra… ma, chi
sa cosa ci aspetta ancora. La pioggia è finita e si riparte da Bali alle 11:10; si arriva a
Jakarta alle 12,05. Giunte in aeroporto non ho mai visto tanti musulmani in vita mia,
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seduti per terra. La sosta all’aeroporto di Jakarta è di 12 ore. Si parte la domenica e
si arriva il lunedì. Prendiamo i bagagli e andiamo a mangiare qualcosa; subito dopo ci
rechiamo in città dai Padri Verbiti per la consegna di un documento di due Suore
indonesiane che andranno in l’Italia. Ritornando, ci siamo sedute su una poltrona, Suor
Daria si è proprio stesa ma, io non riuscivo; mi sono messa a pregare e, quando lei si è
svegliata, abbiamo camminato un poco nell’aeroporto. Finalmente si apre il checkin e ci
siamo messi in coda, dopo di che entriamo per attendere l’imbarco. Alle 00,25 si parte
per grazia a Dio; un viaggio disastroso a causa della turbolenza, ma i miei occhi si
chiudevano per la stanchezza e mi sono addormentata. Alle 05,25 finalmente siamo a
Manila ma ci tocca fare una lunga fila per il controllo doganale. Suor Daria, essendo
Filippina ha fatto subito io, invece, ho dovuto attendere. Così abbiamo preso un taxi e
siamo arrivate subito a Marikina; abbiamo fatto colazione con la comunità in un clima
gioioso e fraterno. Subito dopo, l’ho ringraziata e sono andata via, prendendo il
tracycle e dopo il jeepney. Arrivo a casa, mi sono inginocchiata davanti al tabernacolo
esprimendo un umile, profondo grazie al mio Sposo: Gesù.
Perché profondo?
Che coincidenza: ieri sono partita dall’Indonesia e oggi sono nelle Filippine. E come
oggi, un anno fa, sono arrivata dall’Italia nelle Filippine con Suor Cécile, accompagnata
dalla nostra vicaria generale Suor Ines DE GIORGI. Ecco perché il mio grazie al
Signore; rileggendo la cronaca redatta da Suor Ines, avevo mille motivi per dire grazie
nel profondo del mio cuore, per la presenza sensibile di Dio che mi ha guidata in
quest’anno.
Alla Madre, io mio grazie per la possibilità che mi ha dato di sperimentare un altro
angolo della missione in altre isole lontane; ho potuto vedere i bambini che facevano
tanta strada a piedi, per raggiungere la scuola o per partecipare alla celebrazione
domenicale. E dicevo: Signore, perdonami, se a volte non sono capace di tale sacrificio.
Questo mi dà ancora la consapevolezza che, anche nei luoghi lontani, dove meno te lo
aspetti, Dio è presente e mi aspetta. E la gente è assetata. E’ vero che la missione è
una sfida, bisogna osare, superare la paura del mare, della montagna per raggiungere
la meta, è vero che è faticosa ma è bello “far conoscere l’amore di Dio” come ci dice il
nostro Padre Fondatore. Bisogna condividere questo Amore nell’ambito comunitario,
l’Amore di Colui che per primo mi ha amato e ha dato la vita per me. È impossibile
descrivere in mio profondo sentimento di gratitudine; depongo tutto nel cuore di Dio,
perchè la Madre sia guidata dall’azione dello Spirito Santo, che soffia quando vuole e
dove vuole.