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1 “Sentirsi inviata per un apostolato non a titolo personale ma a nome della Congregazione” (Doc. Cap: “Area n° 5) Alle 14:30 del 14 gennaio 2012, la Superiora di Suor Sandra do Socorro Silva dos Santos, prende la sua piccola valigetta e sale sul jeepney per recarsi alla sede delle Suore del Divino Zelo, da dove partirà per l’Indonesia con due suore neo professe le quali trascorreranno ivi un breve periodo di vacanza. Diversa, invece, è la finalità per la quale si reca Suor Sandra, una finalità missionaria che la carica di tanta responsabilità, ma anche di una profonda serenità, avvertendo sensibilmente il sostegno morale, psicologico e spirituale della Rev.da Madre e del Consiglio, in primis, ma anche di tutta la Congregazione. Quale, dunque, la motivazione di questo viaggio? Una visita esplorativa, affidatale dalla Rev. da Madre generale Suor Maria Longo e del suo Consiglio per aprire cuore, mente e mani dove il bisogno urge e maggiormente di fa sentire la fame di Dio. La Superiora Suor Erlinda e la delegata Suor Elna con il loro autista ci hanno accompagnate all’aeroporto. La partenza era prevista alle 20,30 da Manila to Jakarta ma, a causa del traffico intenso si è partiti prima da casa; per le juniores era la prima volta, dopo cinque anni, che rientravano nel loro paese e anche per me era la prima volta che visitavo il loro Paese. Dicevo loro: state tranquille e fidiamoci di Dio; anche se non ricordate bene la strada, non ci perderemo, i nostri fondatori ci indicheranno la Via e poi, il Signore è con noi e guiderà i nostri passi. Con questa certezza, siamo partite con il volo della compagnia Cebu Pacific alle 20,30 decollando da Manila, con scalo a Jakarta alle ore 12,30( più 1 ora di differenza con Manila); dopo aver effettuato, senza nessuna difficoltà, il visto d’immigrazione, dopo aver ritirato i bagagli, siamo uscire dall’aeroporto internazionale e, con un taxi abbiamo raggiunto quello domestico, dove non è stato possibile entrare subito. L’attesa forzata di sei ore all’aperto, ci ha offerto l’opportunità di avere una piccola

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“Sentirsi inviata per un apostolato

non a titolo personale

ma a nome della Congregazione”

(Doc. Cap: “Area n° 5)

Alle 14:30 del 14 gennaio 2012, la Superiora di Suor

Sandra do Socorro Silva dos Santos, prende la

sua piccola valigetta e sale sul jeepney per

recarsi alla sede delle Suore del Divino Zelo, da

dove partirà per l’Indonesia con due suore neo

professe le quali trascorreranno ivi un breve

periodo di vacanza. Diversa, invece, è la finalità per la quale si reca Suor Sandra, una

finalità missionaria che la carica di tanta responsabilità, ma anche di una profonda

serenità, avvertendo sensibilmente il sostegno morale, psicologico e spirituale della

Rev.da Madre e del Consiglio, in primis, ma anche di tutta la Congregazione.

Quale, dunque, la motivazione di questo viaggio? Una visita esplorativa, affidatale dalla

Rev. da Madre generale Suor Maria Longo

e del suo Consiglio per aprire cuore, mente

e mani là dove il bisogno urge e

maggiormente di fa sentire la fame di Dio.

La Superiora Suor Erlinda e la delegata

Suor Elna con il loro autista ci hanno

accompagnate all’aeroporto. La partenza

era prevista alle 20,30 da Manila to

Jakarta ma, a causa del traffico intenso

si è partiti prima da casa; per le juniores

era la prima volta, dopo cinque anni, che rientravano nel loro paese e anche per me era

la prima volta che visitavo il loro Paese. Dicevo loro: state tranquille e fidiamoci di Dio;

anche se non ricordate bene la strada, non ci perderemo, i nostri fondatori ci

indicheranno la Via e poi, il Signore è con noi e guiderà i nostri passi.

Con questa certezza, siamo partite con il volo della compagnia Cebu Pacific alle 20,30

decollando da Manila, con scalo a Jakarta alle ore 12,30( più 1 ora di differenza con

Manila); dopo aver effettuato, senza nessuna difficoltà, il visto d’immigrazione, dopo

aver ritirato i bagagli, siamo uscire dall’aeroporto internazionale e, con un taxi

abbiamo raggiunto quello domestico, dove non è stato possibile entrare subito.

L’attesa forzata di sei ore all’aperto, ci ha offerto l’opportunità di avere una piccola

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visione della realtà: passeggeri addormentati,

distesi per terra, sotto la pioggia torrenziale.

Finalmente si può accedere per effettuare il

checkin Jakarta – Kupang; sotto la pioggia

siamo salite sull’aereo, che esperienza! Il volo è

durato appena 3 ore. Arriviamo all’aeroporto

Kupang, stremate dal caldo afoso che acuisce

la stanchezza; troviamo posto su una poltrona,

perché la coincidenza comporta molte ore di

sosta. Suor Sely è rimasta a Kupang per andare a casa sua.

Alle 13,00, si riparte per il terzo tratto di volo Kupang-Maumere, di appena 30 minuti,

sorvolando le isole di Flores. Appena atterrate nel piccolo aeroporto, il caldo intenso

mi ha richiamato alla mente, ma anche al cuore, quello torrido di Manaus. Nel ritiro dei

bagagli, mi sono avvicinata a due Suore Italiane, la Madre Generale e la Vicaria; lei che

25 anni fa ha aperto la missione nelle Filippine, adesso, colpita da male del secolo,

continua a sostenere quella missione con la sua sofferenza. Sono Suore Catechiste del

Sacro Cuore di Casoria, e conoscono molto bene le nostre consorelle di Napoli. Mi

hanno incoraggiata, pur presentandomi le difficoltà reali della missione; le ho ascolate

con molta attenzione e ringraziandole per i consigli, ho espresso la certezza che il

Signore è sempre con noi!

È ad attenderci all’aeroporto, Suor Daria ORTIGA (la superiora della casa che mi

ospita). Durante il percorso mi dà alcune informazioni circa l’ubicazione della loro casa:

vicina al mare, con un clima troppo caldo. È

divisa in due plessi; attraversando la strada,

attraversato il cancello, si trova di fronte la

scuola, la sartoria e anche una clinica. L’altro

plesso costituisce la residenza della

comunità composta di 11 suore, tra cui 7

juniores Indonesiane e 4 Filippine.

Veramente fraterna l’accoglienza della

comunità, consentendomi di sentirmi subito a

mio agio come se stessi nella loro comunità di Marikina. Dopo il pranzo, una doccia

ristoratrice e un po’ di riposo. Alle 18,00, ci siamo recate in cappella per la liturgia dei

Vespri in inglese. All’inizio della preghiera, come è loro usanza, la comunità mi dà il

benvenuto con un rito molto semplice, durante il quale la Superiora Suor Daria, mi

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consegna una piccola stola dipinta con fiori, segno di gioia e di accoglienza nella

missione Indonesiana.

Alle 17,30 si prepara insieme la cena, con la preparazione della mensa e il disbrigo di

quanto occorre per la sua preparazione. Segue la ricreazione dopo di che la compieta

in Italiano.

January 15, 2012 “ Maria, Madre delle missioni

Prega per noi! “ Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle ore, dopo di che si va a piedi per

partecipare alla messa in Cattedrale; passando per una scorciatoia, ho osservato che

alcune famiglie, per scelta, hanno la tomba dei propri cari posta sotto la finestra o

davanti a casa o lateralmente alla casa. La Suora mi ha spiegato che questo rientra

nella cultura nell’Indonesia; talvolta, quando fa molto caldo, c’è chi riposa sopra per

sentire la frescura della lapide. Silenziosamente, ho pregato per tutti quei defunti

che, anche se a me sconosciuti, mi appartengono in nome della comune figliolanza

divina. In Cattedrale la gente partecipa alla Liturgia in atteggiamento umile e

semplice; la messa, ovviamente nella lingua locale, è animata da un coro con belle voci.

Finita la celebrazione, ci salutiamo: selamat pagi! (buongiorno!). Dopo colazione, con la

Superiora Suor Daria, siamo andate a prelevare le altre 3 Suore che si recano in un

altro villaggio per la distribuzione della comunione, perché la gente non accetta di

ricevere l’Eucaristia dai laici. Rientrando, ci

siamo soffermate ad ammirare in una

montagna l’immagine della Madonna delle

Nazione, con le stazioni della via crucis,

custodita dei Padri Passionisti, divenuto, per

volontà del Vescovo, luogo di pellegrinaggio.

Lì, contemplando lo stupore delle meraviglie

del creato, avvistando il mare, il monte da cui

si vedeva tutta la città, mi sono rivolta alla

madonna in preghiera: “O Maria, insegnaci la via per iniziare la missione nell’Indonesia,

nello spirito del nostro Padre Fondatore, quale spirito rivestito di Gesù, tuo Figlio. Amen!” Rientrate in casa, abbiamo fatto un’ora di adorazione dalle 11’00 fino alle 12,00, cui è

seguito il pranzo e il riposo. Alle 15,00, ho incontrato i bambini che frequentano le

Suore per la lezione del catechismo.

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January 16, 2012 “L’ azione missionaria resta nella totale

fedeltà all’annuncio evangelico”

(RdC, 37)

Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, Eucaristica e la Meditazione. Dopo

colazione, mi sono recata all’arcivescovato con Suor Virginia; ci ha ricevute il Vicario

del Vescovo di Maumere, Mons. Wilhem CONTERIUS, SVD. Nel mio povero inglese, mi

sono presentata, esprimendo la

motivazione della mia venuta in nome

della Congregazione. Mi ha assicurato

che presenterà al Vescovo, al suo

rientro in sede, la volontà della

Congregazione ma, nel frattempo, mi

ha consigliato di visitare anche

un’altra isola di Larantuka. Felice

coincidenza: le suore avevano già

fissato l’appuntamento per il giorno

dopo con l’autorità ecclesiastica. Ho

ringraziato, consegnandogli il nostro

depliant e poster vocazionale, perché

purtroppo, prima della mia partenza, non era ancora arrivato il pacco dell’Italia con il

materiale del nostro Padre Fondatore.

Nel pomeriggio, con Suor Virginia

siamo andate a visitare alcune

comunità religiose, tra cui le Suore

catechiste che avevo conosciute

nell’aeroporto, le quali ci hanno accolte

nella loro semplice casa che avevano

inaugurata sabato. Mi chiedevano come

stessi, e dopo averle rassicurato sul

mio stato di salute, mi hanno riferito

che anche loro avrebbero incontrato il

Vescovo il nostro stesso giorno. Suor

Virginia, contatta la comunità presente

nell’isola di Lambata, che si dichiara felice di riceverci in casa loro.

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January 17, 2012 “Sentirsi inviata per un apostolato

non a titolo personale, ma

a nome della Congregazione”

(Doc. Cap: “Area n° 5)

La sveglia, questa mattina, suona alle 03.30; alle 4,00 la Superiora Suor Daria, io e

Suor Virginia, accompagnate dal loro autista raggiungiamo la diocesi di Larantuka. Si

prevede un viaggio molto lungo: 4 ore di macchina e 5 di bus, ma impieghiamo meno del

previsto. Giunte a destinazione, apriamo il cofano della macchina per fare una

colazione tipicamente asiatica: riso, pesce e un bicchiere d’acqua, dal momento che

manca il caffè. Alle 8,00, il Vescovo FRANSISKUS KOPOG KUNG ci accoglie nel suo umile refettorio;

con l’offerta di un tè caldo, ci dà il suo benvenuto: “Selamat Datang!”, cui rispondo

timidamente: “Terima Kasih!” (grazie!).

Pur comprendendo poco l’italiano, mi sono sforzata di trovare le parole semplici ed

essenziali per spiegargli il motivo

della visita: entendere in tessa

d’Asia il carisma smaldoniano:

l’evangelizzazione del sordo e, in

senso lato, portare il messaggio di

salvezza alle tante forme di

sordità presenti nel mondo. Egli,

mi ha accolto con tanta

semplicità, esprimendo la sua

gioia di riceverci nella sua diocesi

e ha rinnovato anche l’invito alle

Suore del Divino Zelo. Dopo il colloquio con il Vescovo, Suor Daria rientra in sede con il suo autista, mentre il

Vescovo si dichiara disponibile ad accompagnare me e Sr Virginia con la barca veloce

alle 10,00, dopo aver concluso l’incontro con le Suore Catechiste. Avendo un’ora di

tempo, siamo andate a visitare una comunità francescana la quale, pur rischiando,

essendo il terreno della Diocesi, ha costruito una casa di formazione e una scuola

materna.

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Alle 10,00 siamo andate al porto per fare il biglietto, ed io ho pagato anche quello per Suor

Virginia. Che sorpresa: arriva la Madre

generale con la vicaria delle Suore

catechiste e, dopo di loro, giunge anche

il Vescovo e così siamo partiti insieme.

La Madre ha comunicato che saremo in

5 per il pranzo, compreso il Vescovo.

È stato un bellissimo viaggio; le Suore mi

chiedevano se avessi paura, ma il mare

era così invitante, l’acqua così limpida e

trasparente che consentiva di vedere le

colonie di pesci che dominano quei tratti di mare. Il viaggio con la barca normale

impiega 5 ore ma, per noi, con la barca veloce, più o meno di 2 ore. Quando la barca si

avvicinava alle numerose isole, nelle quiete delle acque e la bellezza delle montagne

vulcaniche, non riuscivo a comprendere il pericolo sempre incombente su quella povera

gente che abita alle loro falde, trovando la giustificazione nella volontà di voler

sfidare una natura: proprio come i napoletani stabilitisi alle falde del Vesuvio!

Viene a prelevarci in macchina, un sacerdote con una Religiosa della comunità delle

Suore catechiste. Subito il

pranzo, il Vescovo si reca al

seminario, mentre noi facciamo

una doccia, per essere puntuali

all’appuntamento con il Vescovo

che, con tanta premura e

entusiasmo, intende farmi visitare

altri villaggi con la tacita speranza

di averci nella sua diocesi. Arriva il sacerdote Philipus da

Gomez con l’autista del seminario;

andiamo a prelevare il Vescovo:

eravamo 8, tra cui 5 Suore. Inizia il lungo viaggio: saliamo una collina, costeggiando il mare, le strade senza

asfalto, scorgendo gente umile a lavoro nei villaggi. Dopo tante ore di strada,

arriviamo ad una cappella: non cera nessuno! Il Vescovo chiede ad una ragazza di

chiamare la sig.ra responsabile della cappella.

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Nel frattempo, prendiamo alcune siede e ci sediamo sotto un albero perché era troppo

caldo. Il Vescovo, mi presenta a questa sig.ra e, nel discorso, pone in rilievo i bisogni

del luogo, emersi in tutta la loro drammaticità, percorrendo le strade fangose e

pericolose da percorrere. Finalmente arriviamo in un piccolo villaggio. Il Vescovo mi ha

presentato al parroco, cui comunica il motivo della mia visita in quel luogo. Abbiamo

preso una merenda e subito abbiamo ripreso la strada di ritorno perché era già tardi.

Strada facendo mi chiedevo: come mai le tante Congregazioni locali presenti in Indonesia,

preferiscano stabilirsi nelle città, anziché aiutare questi villaggi?

È vero che l’Asia è diventata un’esigenza spirituale avvertita dalla mia Congregazione,

appagando e realizzando la vocazione missionaria del mio Padre Fondatore. Tuttavia,

non vedo quel luogo adatto per iniziare una nuova missione; lo Spirito mi suggerisce

che occorre iniziare con la nostra

presenza in parrocchia,

collaborando per la pastorale

vocazionale, visitando le isole,

ovviamente con il permesso del

vescovo, visitando le scuole. Mi

sovviene in quel momento l’anelito

di Gesù: “la messe è molta, ma gli

operai sono pochi”. Con questo

pensiero ho pregato il rosario.

Era già molto tardi, e non sia

arrivava mai! Finalmente arriviamo a destinazione:sono le 8,00 di sera. La Madre, con

la sua comunità, ci aspettava per la cena, durante la quale ho comunicato le mie

impressioni sul posto, ma anche la mia opinione circa l’inizio una nostra missione in loco.

Ho ringraziato, chiedendo loro il sostegno della preghiera perché ogni scelta sia

secondo la volontà di Dio.

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January 18, 2012 “Testimoniare la gioia della nostra

Consacrazione nella missione”

(Doc. Cap: “Area n° 5)

Alle 6,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, la celebrazione Eucaristica e la

Meditazione. Dopo colazione, siamo

andate a piedi per visitare la parrocchia

di Lambata, dopo di che abbiamo preso

il motorino, mezzo di trasporto locale

per visitare una scuola media superiore.

Il direttore non c’era, tuttavia ci hanno

consentito di entrare in due classi, per

presentarmi e fare conoscere la

Congregazione; ho promesso alle

ragazze che sarei ritornata per

consegnare il depliant.

Dopo aver ringraziato chi ci aveva

offerto la preziosa opportunità di incontrare le ragazze, abbiamo atteso un po’ perché

spiovesse, e dopo, sempre in motorino, siamo ritornate al convento delle Suore che ci

attendevano per il pranzo.

Dopo il pranzo, esprimo il mio vivo ringraziamento alla comunità, in modo particolare

alla Madre Generale e alla sua Vicaria, le quali mi hanno rinnovato la loro piena

disponibilità, qualora dovessi

ritornare in Indonesia e in qualunque

luogo delle Filippine. Alle 14,30 arriva

il Vescovo a prelevarci per andare al

porto, anch’Egli ritornava a Larantuka.

Durante il viaggio ho espresso il mio

ringraziamento per la premura di

Padre e Pastore e, nello stesso

tempo, aprendogli il cuore, esprimendo

le mie perplessità circa l’eventualità al

iniziare la nostra missione in quei

villaggi in cui non si parla l’inglese, né noi conosciamo la loro lingua. Questo, almeno per

il momento; chi sa in futuro! Tuttavia, gli esprimo piena disponibilità, in quanto sono

stata inviata in nome dell’obbedienza e, pertanto, la decisione ultima spetta alla Madre

Generale e al suo Consiglio, cui avrei dato una comunicazione scritta.

Alle 16,45 siamo arrivati al porto di Larantuka: salutiamo il Vescovo e prendiamo il

pullman per rientrare a Maumere dopo 5 ore di viaggio.

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Un viaggio lungo, dunque, durante il quale ho condiviso l’esperienza con Suor Virginia,

anche a livello di formazione religiosa e

culturale.

Di nazionalità filippina, ha vissuto in Italia

come me ma; ho sperimentato che, pur nella

diversità delle culture, ci unisce lo spirito

ammirevole dei nostri Fondatori che ci

spinge a vivere la missione con spirito di

fede, amore e sacrificio.

Le comunicavo di sentirmi un semplice

strumento nelle mani di Dio per la mediazione dei miei superiori e la protezione del mio

Padre Fondatore, di cui avevo in tasca la reliquia come bene prezioso. Ci siamo

incoraggiate a vicenda con la promessa di sostenerci anche con la preghiera.

Ad un certo momento, Suor Virginia si è addormentava, ma io non riuscivo: avvertivo la

stanchezza sulla mia pelle, ma mi assalivano tanti pensieri. Ho iniziato la mia lode al

Signore per la giornata vissuta sostenuta dalla sua grazia; poi mi sono rivolta alla

madonna con la preghiera del Santo Rosario. Dopo una sosta di pochi minuti per la cena, in una locanda di un povero villaggio, non

abbiamo preso niente e non vedevamo l’ora di arrivare a casa.

Riprendiamo il viaggio con un bel tratto di pioggia; con la grazia di Dio, arriviamo alle

22,00; la comunità era ad attenderci fuori nel cortile. Abbiamo cenato e subito a

letto.

January 19, 2012 “ La comunione è missionaria

e la missione è per la comunione.”

(VFC 58)

Alle 6.00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, la meditazione e la Santa Messa.

La Celebrazione è stata presieduta del Superiore Generale dei Rogazionisti, Padre

Angelo e concelebrata dai suoi con visitatori: Padre Matteo e Padre Jessie.

Durante l’omelia, ha pultualizzato l’importanza di vivere lo spirito del loro fondatore

espresso nel vincolo della carità fraterna, animato dallo spirito di Gesù per fortificare

la vita consacrata, vivendo la radicalità evangelica. Solo a queste condizioni saremo un

segno tangibile nella missione in questo continente Asiatico o ovunque.

Ho richiamato alla mente le stesse e continue esortazioni della nostra Madre generale

a vivere con radicalità ed entusiasmo la nostra consacrazione.

Dopo la messa, ci siamo presentati: Egli è del sud del Brasile ed io del nord. È al primo

mandato e visitava per la prima volta l’Indonesia, senza conoscere la lingua; a questo

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punto, mi sono consolata! Ma Dio è con noi e questa certezza ci dà forza. Ha dato la

sua disponibilità se avessi bisogno; gli ho risposto che certamente ne avrei

approfittato fraternamente. Rogate anche per noi! Insieme nel cortile abbiamo preso

un caffè.

A sera, dopo la preghiera del vespro, tutta la comunità è stata invitata alla cena

fraterna dei padri Rogazionisti per condividere la gioia per la presenza tra loro del

Padre Generale.

January 20, 2012 “ Vivere insieme la volontà di Dio

secondo l’orientamento del dono

carismatico del Padre Fondatore.” (VFC, 45)

Alle 4,00 la Superiora Suor Daria, io e Suor Bibiana, accompagnate dal loro autista,

partiamo per raggiungere la diocesi di Ende; ci vogliono 4 ore di macchina. Mai in vita

mia ho fatto un viaggio con tante curve! Tra l’altro, salendo e scendendo montagne di

circa 900 m. di altitudine, con tratti di tanta foschia e pioggia, era veramente facile

sentirsi male. Ma, grazie a Dio siamo arrivate all’arcivescovado e ci siamo accomodate;

arriva subito il Vescovo VINCENTIUS SENSI POTOKOTA, PR. che ci accoglie nel suo

salotto. Conosceva bene le Suore, per essere stato un anno a Maumere; poi, in seguito

al decesso del Vescovo di Ende, è stato trasferito in questa diocesi. Mi sono

presentata, esprimendo la

motivazione della mia visita a

nome della Congregazione.

Durante il colloquio mi ha parlato

di un’associazione laicale di Suore

consacrate denominate (ANSA),

che operano con bambini orfani,

tra cui disabili e ci sono anche i

sordi. Ha focalizzato, poi, il

discorso sulla necessità di una

nostra presenza nella Chiesa

locale, offrendoci l’opportunità di

lavorare in una parrocchia;

avrebbe messo a nostra disposizione la casa o, nel caso lo volessimo, la possibilità di

costruirla in proprio. L’ho ringraziato ma mi sono scusata di non potergli dare alcuna

risposta, dal momento che ogni decisione spetta alla Madre generale e al suo Consiglio.

Avrebbe voluto farmi visitare alcuni locale ma per la lontananza e la lunghezza del

viaggio dovevamo rientrare a Maumere.

Comunque, prima della mia partenza per le Filippine, alcune Suore mi facevano

presente che è bene fare attenzione quando la diocesi ci offre delle strutture per

operare. Dopo di che siamo andate nel refettorio a prendere un caffè.

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Alle 10,30 ci siamo rimessi in viaggio verso Maumere con una forte pioggia; ci siamo

fermati a visitare una zona vulcanica, in cui erano visibili tutti i rischi e i pericoli cui

ogni momento è esposta la gente che vi abita. Chiediamo al Signore che non si sveglino

proprio in quel momento, perché si sentiva forte l’odore delle acque sulfuree.

Mangiando due biskuit, ci siamo messi in macchina; alle 16,00 siamo arrivati e, dopo

aver mangiato qualcosa di caldo e rinfrescate, siamo andate a riposare.

Alle 18,00 abbiamo pregato i vespri, dopo di che subito la cena, perché la comunità in

seguito si sarebbe riunita per la lettura della circolare della loro Madre Generale.

Invece, io mi sono recata in cappella per la mia preghiera personale e, subito dopo, a

letto.

January 21, 2012 “ Il nostro gesto di amore verso i sordi e verso

le anime bisognose de fede è un grande

segno della tenerezza di Dio per gli uomini.”

(Doc. Cap. pag.19) Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore, la Santa Messa e la Meditazione.

Oggi la liturgia commemora la memoria di Santa’Agnese, che ho invocato e pregato

molto, perchè mi aiuti a vivere il primato dell’amore a Gesù nella missione,

abbandonandomi nelle Sue mani, qual bambino in braccio a sua madre.

Subito dopo colazione, sono andata con Suor Virginia a visitare la scuola delle Suore

missionarie (ALMA), che operano a Maomere con i bambini orfani con handicap;

entriamo in una piccolissima aula, troviamo cinque sordi che si esprimevano bene.

Erano intenti in lavoretti manuali,

tra cui simpaticissimi

braccialetti. Ho Parlato con loro

nella lingua locale, limitandomi con

alcune parole che avevo imparato.

Il tempo era poco perché le suore

avevano un appuntamento e

dovevamo rientrare.

Segue il pranzo e la preparazione

per la partenza di domani; nel

primo pomeriggio siamo andate a

trovare un sacerdote Camilliano

italiano, il quale si è dimostrato interessato al nostro carisma e mi ha raccomandato di

ritornare subito nell’Indonesia, terra di vocazioni, come una volta era per le Filippine.

Ma, non perdiamo la speranza!

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L’ho ringraziato, chiedendo la sua benedizione e una preghiera e lui mia ha dato la sua

disponibilità qualora dovessimo ritornare in Indonesia.

Mi ha consigliato di rimanere a Maumere inizialmente, per la preparazione linguistica, per

la conoscenza del posto, per l’inserimento nella cultura del luogo, per il disbrigo delle

pratiche; infatti, questa città è l’approdo di tutte le Congregazioni religiose. Lasciamo

fare al Signore, certamente è sempre con noi!

Alle 18,00 ci siamo recate in cappella per la preghiera dei vespri; saliva a Dio come incenso

il mio ringraziamento per la Sua Grazia che guida sempre i miei passi, e alla comunità che

mi ha accolta, perché il Signore la ricolmi delle sue benedizioni per operare con frutto

nella Sua messe.

Finita la cena, ho ringraziato la Superiora e tutta la comunità, in cui mi sono sentita come

in famiglia; le Suore, infatti, tutte indistintamente, si sono dimostrate sempre pronte e

disponibili all’aiuto fraterno, anche se comportava tempo e sacrificio. Erano, tuttavia,

entusiaste e fiduciose all’idea di poter avere una nuova comunità nell’Indonesia, ma

abbiamo affidato ogni progetto alla volontà di Dio. Dopo la cena, la stanchezza visibile sul

nostro sguardo ci invitava a riposare; ma era quasi impossibile a causa della musica

stordante che proveniva da una casa vicina, dove si festeggiava un compleanno.

January 22, 2012 “ Ecco io sono con voi tutti i giorni,

fino alla fine del mondo.”

(Mt.28)

Alle 4,00 inizia un forte temporale. “O my God!. Tu, sai tutto, dobbiamo partire,

aiutaci! Alle 5,00 siamo in cappella per la liturgia delle Ore e la Santa Messa; segue

una veloce colazione. L’autista avvia la macchina ma non funziona. La pioggia continua,

la superiora chiama un Padre Rogazionista ma, è ammalato. Nel frattempo l’autista

riprova ad avviare la macchina e noi tutti intorno a pregare, perché arrivi il sacerdote

per prelevare le altre suore che devono andare in parrocchia. Piove meno e la macchina

è sistemata; con un applauso entriamo in macchina e con l’aiuto di Dio ci avviamo. Suor

Daria, rivolta a me, esclama: “Suor Sandra, hai esperimentato tutto nella missione in questi

giorni! Ho risposto: Tutto ciò che si fa per Dio è sempre poco: bisogna affrontare altro!”.

Alle 8,00 siamo partite da Maumere con la pioggia. Il viaggio segue questo itinerario:

partenza alle 7:40, scalo a Bali alle or 09:40. Non si poteva scendere la scala

dell’aereo per il forte vento che ci spingeva indietro; mentre si camminava, bisognava

correre per entrare nel pullman che ci portava all’uscita. Dopo pochi minuti scoppia un

temporale da spavento ed io ho ringraziato il Signore per essere già a terra… ma, chi

sa cosa ci aspetta ancora. La pioggia è finita e si riparte da Bali alle 11:10; si arriva a

Jakarta alle 12,05. Giunte in aeroporto non ho mai visto tanti musulmani in vita mia,

Page 13: Manila); dopo aver effettuato, senza nessuna difficoltà ... ESPLORATIVA INDONESIA.pdf · Suor Sely è rimasta a Kupang per andare a casa sua. Alle 13,00, si riparte per il terzo

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seduti per terra. La sosta all’aeroporto di Jakarta è di 12 ore. Si parte la domenica e

si arriva il lunedì. Prendiamo i bagagli e andiamo a mangiare qualcosa; subito dopo ci

rechiamo in città dai Padri Verbiti per la consegna di un documento di due Suore

indonesiane che andranno in l’Italia. Ritornando, ci siamo sedute su una poltrona, Suor

Daria si è proprio stesa ma, io non riuscivo; mi sono messa a pregare e, quando lei si è

svegliata, abbiamo camminato un poco nell’aeroporto. Finalmente si apre il checkin e ci

siamo messi in coda, dopo di che entriamo per attendere l’imbarco. Alle 00,25 si parte

per grazia a Dio; un viaggio disastroso a causa della turbolenza, ma i miei occhi si

chiudevano per la stanchezza e mi sono addormentata. Alle 05,25 finalmente siamo a

Manila ma ci tocca fare una lunga fila per il controllo doganale. Suor Daria, essendo

Filippina ha fatto subito io, invece, ho dovuto attendere. Così abbiamo preso un taxi e

siamo arrivate subito a Marikina; abbiamo fatto colazione con la comunità in un clima

gioioso e fraterno. Subito dopo, l’ho ringraziata e sono andata via, prendendo il

tracycle e dopo il jeepney. Arrivo a casa, mi sono inginocchiata davanti al tabernacolo

esprimendo un umile, profondo grazie al mio Sposo: Gesù.

Perché profondo?

Che coincidenza: ieri sono partita dall’Indonesia e oggi sono nelle Filippine. E come

oggi, un anno fa, sono arrivata dall’Italia nelle Filippine con Suor Cécile, accompagnata

dalla nostra vicaria generale Suor Ines DE GIORGI. Ecco perché il mio grazie al

Signore; rileggendo la cronaca redatta da Suor Ines, avevo mille motivi per dire grazie

nel profondo del mio cuore, per la presenza sensibile di Dio che mi ha guidata in

quest’anno.

Alla Madre, io mio grazie per la possibilità che mi ha dato di sperimentare un altro

angolo della missione in altre isole lontane; ho potuto vedere i bambini che facevano

tanta strada a piedi, per raggiungere la scuola o per partecipare alla celebrazione

domenicale. E dicevo: Signore, perdonami, se a volte non sono capace di tale sacrificio.

Questo mi dà ancora la consapevolezza che, anche nei luoghi lontani, dove meno te lo

aspetti, Dio è presente e mi aspetta. E la gente è assetata. E’ vero che la missione è

una sfida, bisogna osare, superare la paura del mare, della montagna per raggiungere

la meta, è vero che è faticosa ma è bello “far conoscere l’amore di Dio” come ci dice il

nostro Padre Fondatore. Bisogna condividere questo Amore nell’ambito comunitario,

l’Amore di Colui che per primo mi ha amato e ha dato la vita per me. È impossibile

descrivere in mio profondo sentimento di gratitudine; depongo tutto nel cuore di Dio,

perchè la Madre sia guidata dall’azione dello Spirito Santo, che soffia quando vuole e

dove vuole.