manifatture di tabacco La fabbrica di Brissago nei ricordi ... · è stato un tempo in cui un pasto...

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è stato un tempo in cui un pasto non poteva che conclu- dersi con un buon sigaro. C’era poi chi il tabacco lo fiutava o lo masticava, anche qualche donna. E c’è stato un tempo, che sembra lontano ma non lo è tanto, in cui in Ticino si prati- cava la tabacchicoltura e c’erano una trentina di manifat- ture di tabacchi. Se lo ricordano bene, quel tempo, Lisetta Camponovo, classe 1922, e la sorella Merce- des Molteni, 1927. Figlie di Vin- cenzo Feltrinelli, originarie di Sant’Abbondio nel Gambaro- gno, si sono trasferite a Bris- sago con la famiglia nel 1928. Lisetta ha iniziato a lavorare nella fabbrica di tabacchi a 14 anni imparando il mestiere da un’operaia più esperta. Nei 23 anni di impiego ha fatto un po’ di tutto: il processo di fabbrica- zione dei toscani implica tante fasi, togliere la costa alle foglie di tabacco, stenderle, tagliarle, rotolarle per fare il sigaro, “in mezzo mettevamo il tabacco trinciato”. Ha portato le scatole dei sigari già fatti ai forni dove venivano stesi sulle griglie ad asciugare, “e non c’era il lift, come pesavano!”. Ha svolto mansioni di controllo della qua- lità. “Lavoravamo dieci ore al giorno - prosegue - e all’inizio guadagnavo 20 centesimi l’ora. Ho cominciato nella vecchia fabbrica, che si trovava vicino alle scuole attuali. Negli anni Quaranta è stata chiusa e siamo entrati nella nuova costruzione a Madonna di Ponte”. “Sono andata a lavorare a quin- dici anni, il giorno dopo il com- pleanno - racconta Mercedes Molteni -. Avevo il compito di inscatolare i sigari; preparavo anche il trinciato per le compa- gne della fabbricazione. Era- vamo quasi solo donne. C’erano tante italiane che veni- vano ogni mattina a piedi da Cannobio e dalla valle Canno- bina”. Le due sorelle si scam- biano ricordi. L’ambiente di lavoro: grandi locali con tavo- loni, in dieci per tavolo, l’odore che impregnava le mani, i ca- pelli, i vestiti (“ti svegliavi la mattina e il cuscino sapeva di tabacco”), la puzza del tabacco che fermentava nel solaio, la Es gab eine Zeit, da wur- de ein Essen fast zwin- gend mit einer guten Zi- garre abgeschlossen. Weiter gab es welche, die Tabak schnupften oder kauten, darunter auch Frauen. Und es gab eine Zeit, die sehr fern scheint, es aber gar nicht so sehr ist, in dem im Tessin Tabakanbau betrieben wurde und rund 30 Tabakmanufakturen exis- tierten. Lisetta Camponovo, Jahr- gang 1922, und ihre Schwester Mercedes Molteni, 1927, erinnern sich sehr gut an jene Zeit. Die Töchter des aus Sant‘Abbondio im Gambarogno stammenden Vincen- zo Feltrinelli zogen mit ihrer Familie 1928 nach Brissago um. Lisetta war 14, als sie in der Tabak- fabrik zu arbeiten begann. Den Be- ruf erlernte sie von einer erfahrenen Arbeiterin. Im Laufe von 23 Jahren im Betrieb machte sie praktisch al- les: Die Herstellung der “Toscani” besteht aus vielen Arbeitsschritten. Die Rippe der Tabakblätter entfer- nen, diese aufhängen, zu Zigarren rollen. “In der Mitte füllten wir sie mit Schnitttabak”. Sie hat fertige Zi- garrenschachteln zu den Öfen ge- bracht, bei denen sie zum Trocknen auf Gitterroste gelegt wurden. “Es gab keinen Lift. Wie schwer die wa- ren!” Ebenso war sie in der Quali- tätskontrolle tätig. “Wir arbeiteten zehn Stunden am Tag und anfäng- lich verdiente ich 20 Rappen die Stunde“, fährt sie fort. “Ich begann in der alten Fabrik, die bei der jetzi- gen Schule stand. In den 1940ern wurde diese geschlossen und wir zogen in den Neubau in Madonna di Ponte”. Mercedes Molteni wiederum er- zählt, wie sie “mit 15 Jahren arbei- ten ging, am Tag nach dem Ge- burtstag. Meine Aufgabe war, die Zigarren zu verpacken; dazu stellte ich den Schnitttabak für die Kolle- ginnen aus der Produktion her. Wir waren fast nur Frauen. Viele kamen jeden Morgen zu Fuss aus Italien, aus Cannobio und dem Cannobi- na-Tal.” Die beiden Schwestern tauschen ihre Erinnerungen aus. Das Ambiente bei der Arbeit: gros- se Räume mit grossen Tischen – an jedem waren sie zu zehnt –, der Geruch, mit dem sich Hände, Haa- re und Kleidung vollsaugten (“Da wachst du am Morgen auf und das Kissen riecht nach Tabak”), der Ge- stank vom Tabak, der im Dach- stock gärte, das Verbot, zu spre- chen. Verstösse wurden mit einem oder mehr Tagen Ausschluss von der Arbeit geahndet. Eine Strafe, die auch denen blühte, die Fehler machten oder nicht gut arbeiteten. “Reden durfte man nicht, singen schon”, erinnern sie sich. Wie der Tabakanbau in dieses Gebiet gelangte, ist unbekannt. Man erzählt sich, dass ihn Mön- che vielleicht schon gegen Ende des 17. Jahrhunderts herbrachten und Bauern darin einwiesen. Fest steht, dass er bis in die 60er-Jahre des vergangenen Jahrhunderts ein wichtiger Bereich der Landwirt- schaft blieb, der dank des günsti- gen Klimas und der Böden florierte. Stark entwickelte er sich im 19. Jahrhundert, als erste Produktions- stätten entstanden, zunächst Fami- lienbetriebe, dann eher industrielle. Deren 17 zählte Stefano Franscini 1837, alle im Sottoceneri. Zehn Jahre später, 1847, wird die Tabakfabrik Brissago gegründet, welche zur wichtigsten Fabrik auf- steigt und in ihrer Blütezeit bis zu 700 Personen beschäftigt. Einige Brissageser Händler lancieren das Projekt mit Hilfe von in der Verban- nung lebenden Italienern. Die erste Fabrik entsteht in einer alten, um- gebauten Sägerei. Produziert wer- den hauptsächlich Virginia-Zigar- ren, die ihren Ursprung in Öster- reich-Ungarn haben (später auf “Brissago” umgetauft) sowie “Toscani”. Die Belegschaft ist überwiegend weiblich, Mütter geben den Beruf an ihre Töchter weiter. Trotz der schwierigen Bedingungen (die Räu- me sind kaum belüftet, die Be- leuchtung ist schwach, Heizung gibt es nicht, der Tabakgeruch ist stark und penetrant, der Lohn karg) arbeiten die meisten Frauen aus Brissago eine zeitlang in der Fabrik. Die einzigen Revolten gibt es in den Jahren 1916-1920, es kommt so- gar zu einem vierwöchigen Gene- ralstreik, an dem 1300 Arbeiterin- nen im ganzen Tessin teilnehmen. Inzwischen sind die Aktivitäten der Fabbrica Tabacchi Brissago in die eines anderen Unternehmens des Sektors aus der Dannemann-Grup- pe aufgegangen. Eine internationale Gruppe, die 1872 gegründet wurde. Notiz: Einige Informationen stam- men aus dem Dokumentarflm von Delta Geiler Caroli “Vite di sigaraie” (TSI, 1981, historische und ikono- grafsche Recherche von Eve Her- mann-Martin). Um ihn anzuschau- en, folgenden Link anklicken: http://www.rsi.ch/play/tv/superal- bum/video/sigaraie-e- clown?id=2565925 proibizione di parlare, pena la sospensione dal lavoro per uno o più giorni. La punizione che spettava anche a chi sbagliava o non lavorava bene. “Parlare non si poteva, ma cantare sì”, ricordano. Come sia arrivata da noi la col- tivazione del tabacco non si sa. Si racconta che, forse già verso la fine del Seicento, fu portata da monaci che la insegnarono ai contadini. Certo è che, so- prattutto nel Mendrisiotto, co- stituì un settore importante dell’attività agricola fino agli anni ’60 del Novecento. Fio- rente, grazie alle condizioni cli- matiche e alle caratteristiche del terreno. Nell’Ottocento ebbe un notevole sviluppo e sorsero anche le prime manifat- ture di tabacco, dapprima a ca- rattere familiare, in seguito con un’impronta più industriale. Stefano Franscini ne cita 17, La fabbrica di Brissago nei ricordi delle sigaraie La tradizione DIE TRADITION 57 INVERNO / WINTER 2015 TicinoVinoWein CER/Ti-Press/C.Reguzzi 56 tutte nel Sottoceneri, nel 1837. Dieci anni più tardi, nel 1847, viene fondata la Fabbrica Ta- bacchi Brissago, che diven- terà la più importante del Ticino e arriverà a impiegare, nel suo periodo di massima espansione, fino a 700 per- sone. L’iniziativa parte da al- cuni commercianti brissaghesi in collaborazione con esuli ita- liani. Il primo stabilimento è una vecchia segheria che viene adattata e ampliata e la produ- zione si concentra sui sigari Vir- ginia, originari dell'impero austro-ungarico (ribattezzati poi “Brissago”) e sui “toscani”. La manodopera è perlopiù fem- minile e il mestiere si tramanda di madre in figlia. Nonostante le condizioni difficili (i locali sono poco arieggiati, l’illuminazione è fioca, il riscaldamento inesi- stente, l’odore del tabacco forte e penetrante, la paga scarsa) la maggior parte delle donne di Brissago lavora almeno una parte della sua vita alla fab- brica. Le uniche rivolte che si conoscono risalgono agli anni 1916-1920. Si arriva ad uno sciopero generale di quattro settimane a cui partecipano 1300 operaie di tutto il Ticino. Oggi la Fabbrica Tabacchi Bris- sago ha lasciato il posto ad una nuova attività nel settore che ap- partiene al Gruppo Dannemann. Fondata nel 1872, l’azienda è una società internazionale. Nota: Alcune notizie sono tratte dal documentario di Delta Geiler Caroli “Vite di si- garaie” (TSI 1981, ricerca storica e iconografica di Eve Hermann-Martin). Lo si può vedere al link: http://www.rsi.ch/play/tv/su- peralbum/video/sigaraie-e- clown?id=2565925 Carla Rezzonico Berri [email protected] C’È STATO UN TEMPO IN CUI LE manifatture di tabacco OCCUPAVANO CENTINAIA DI OPERAIE ERINNERUNGEN DER ARBEITERINNEN DER ZIGAR- RENFABRIK IN BRISSAGO C Lisetta Camponovo Lisetta Camponovo Mercedes Molteni Mercedes Molteni

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è stato un tempoin cui un pasto nonpoteva che conclu-dersi con un buonsigaro. C’era poi

chi il tabacco lo fiutava o lomasticava, anche qualchedonna. E c’è stato un tempo,che sembra lontano ma non loè tanto, in cui in Ticino si prati-cava la tabacchicoltura ec’erano una trentina di manifat-ture di tabacchi. Se lo ricordano bene, queltempo, Lisetta Camponovo,classe 1922, e la sorella Merce-des Molteni, 1927. Figlie di Vin-cenzo Feltrinelli, originarie diSant’Abbondio nel Gambaro-gno, si sono trasferite a Bris-sago con la famiglia nel 1928. Lisetta ha iniziato a lavorarenella fabbrica di tabacchi a 14anni imparando il mestiere daun’operaia più esperta. Nei 23anni di impiego ha fatto un po’di tutto: il processo di fabbrica-zione dei toscani implica tantefasi, togliere la costa alle fogliedi tabacco, stenderle, tagliarle,rotolarle per fare il sigaro, “inmezzo mettevamo il tabaccotrinciato”. Ha portato le scatoledei sigari già fatti ai forni dovevenivano stesi sulle griglie adasciugare, “e non c’era il lift,come pesavano!”. Ha svoltomansioni di controllo della qua-lità. “Lavoravamo dieci ore algiorno - prosegue - e all’inizioguadagnavo 20 centesimi l’ora.Ho cominciato nella vecchiafabbrica, che si trovava vicinoalle scuole attuali. Negli anniQuaranta è stata chiusa e siamoentrati nella nuova costruzionea Madonna di Ponte”.“Sono andata a lavorare a quin-dici anni, il giorno dopo il com-pleanno - racconta MercedesMolteni -. Avevo il compito diinscatolare i sigari; preparavoanche il trinciato per le compa-gne della fabbricazione. Era-vamo quasi solo donne.C’erano tante italiane che veni-vano ogni mattina a piedi daCannobio e dalla valle Canno-bina”. Le due sorelle si scam-biano ricordi. L’ambiente dilavoro: grandi locali con tavo-loni, in dieci per tavolo, l’odoreche impregnava le mani, i ca-pelli, i vestiti (“ti svegliavi lamattina e il cuscino sapeva ditabacco”), la puzza del tabaccoche fermentava nel solaio, la

Es gab eine Zeit, da wur-de ein Essen fast zwin-gend mit einer guten Zi-garre abgeschlossen.

Weiter gab es welche, die Tabakschnupften oder kauten, darunterauch Frauen. Und es gab eine Zeit,die sehr fern scheint, es aber garnicht so sehr ist, in dem im TessinTabakanbau betrieben wurde undrund 30 Tabakmanufakturen exis-tierten. Lisetta Camponovo, Jahr-gang 1922, und ihre SchwesterMercedes Molteni, 1927, erinnernsich sehr gut an jene Zeit. DieTöchter des aus Sant‘Abbondio imGambarogno stammenden Vincen-zo Feltrinelli zogen mit ihrer Familie1928 nach Brissago um.Lisetta war 14, als sie in der Tabak-fabrik zu arbeiten begann. Den Be-ruf erlernte sie von einer erfahrenenArbeiterin. Im Laufe von 23 Jahrenim Betrieb machte sie praktisch al-les: Die Herstellung der “Toscani”besteht aus vielen Arbeitsschritten.Die Rippe der Tabakblätter entfer-nen, diese aufhängen, zu Zigarrenrollen. “In der Mitte füllten wir siemit Schnitttabak”. Sie hat fertige Zi-garrenschachteln zu den Öfen ge-bracht, bei denen sie zum Trocknenauf Gitterroste gelegt wurden. “Esgab keinen Lift. Wie schwer die wa-ren!” Ebenso war sie in der Quali-tätskontrolle tätig. “Wir arbeitetenzehn Stunden am Tag und anfäng-lich verdiente ich 20 Rappen dieStunde“, fährt sie fort. “Ich begannin der alten Fabrik, die bei der jetzi-gen Schule stand. In den 1940ernwurde diese geschlossen und wirzogen in den Neubau in Madonnadi Ponte”. Mercedes Molteni wiederum er-zählt, wie sie “mit 15 Jahren arbei-ten ging, am Tag nach dem Ge-burtstag. Meine Aufgabe war, dieZigarren zu verpacken; dazu stellteich den Schnitttabak für die Kolle-ginnen aus der Produktion her. Wirwaren fast nur Frauen. Viele kamenjeden Morgen zu Fuss aus Italien,aus Cannobio und dem Cannobi-na-Tal.” Die beiden Schwesterntauschen ihre Erinnerungen aus.Das Ambiente bei der Arbeit: gros-se Räume mit grossen Tischen – anjedem waren sie zu zehnt –, derGeruch, mit dem sich Hände, Haa-re und Kleidung vollsaugten (“Dawachst du am Morgen auf und dasKissen riecht nach Tabak”), der Ge-stank vom Tabak, der im Dach-stock gärte, das Verbot, zu spre-chen. Verstösse wurden mit einemoder mehr Tagen Ausschluss vonder Arbeit geahndet. Eine Strafe,

die auch denen blühte, die Fehlermachten oder nicht gut arbeiteten.“Reden durfte man nicht, singenschon”, erinnern sie sich.Wie der Tabakanbau in diesesGebiet gelangte, ist unbekannt.Man erzählt sich, dass ihn Mön-che vielleicht schon gegen Ende des 17. Jahrhunderts herbrachten undBauern darin einwiesen. Fest steht,dass er bis in die 60er-Jahre desvergangenen Jahrhunderts einwichtiger Bereich der Landwirt-schaft blieb, der dank des günsti-gen Klimas und der Böden florierte.Stark entwickelte er sich im 19.Jahrhundert, als erste Produktions-stätten entstanden, zunächst Fami-lienbetriebe, dann eher industrielle.Deren 17 zählte Stefano Franscini1837, alle im Sottoceneri.Zehn Jahre später, 1847, wird dieTabakfabrik Brissago gegründet,welche zur wichtigsten Fabrik auf-steigt und in ihrer Blütezeit bis zu700 Personen beschäftigt. EinigeBrissageser Händler lancieren dasProjekt mit Hilfe von in der Verban-nung lebenden Italienern. Die ersteFabrik entsteht in einer alten, um-gebauten Sägerei. Produziert wer-den hauptsächlich Virginia-Zigar-ren, die ihren Ursprung in Öster-reich-Ungarn haben (später auf“Brissago” umgetauft) sowie “Toscani”. Die Belegschaft ist überwiegendweiblich, Mütter geben den Berufan ihre Töchter weiter. Trotz derschwierigen Bedingungen (die Räu-me sind kaum belüftet, die Be-leuchtung ist schwach, Heizunggibt es nicht, der Tabakgeruch iststark und penetrant, der Lohn karg)arbeiten die meisten Frauen ausBrissago eine zeitlang in der Fabrik.Die einzigen Revolten gibt es in denJahren 1916-1920, es kommt so-gar zu einem vierwöchigen Gene-ralstreik, an dem 1300 Arbeiterin-nen im ganzen Tessin teilnehmen.Inzwischen sind die Aktivitäten derFabbrica Tabacchi Brissago in dieeines anderen Unternehmens desSektors aus der Dannemann-Grup-pe aufgegangen. Eine internationaleGruppe, die 1872 gegründet wurde.

Notiz: Einige Informationen stam-men aus dem Dokumentarfilm vonDelta Geiler Caroli “Vite di sigaraie”(TSI, 1981, historische und ikono-grafische Recherche von Eve Her-mann-Martin). Um ihn anzuschau-en, folgenden Link anklicken:http://www.rsi.ch/play/tv/superal-bum/video/sigaraie-e-clown?id=2565925

proibizione di parlare, pena lasospensione dal lavoro per unoo più giorni. La punizione chespettava anche a chi sbagliavao non lavorava bene. “Parlarenon si poteva, ma cantare sì”,ricordano.Come sia arrivata da noi la col-tivazione del tabacco non si sa.Si racconta che, forse già versola fine del Seicento, fu portatada monaci che la insegnaronoai contadini. Certo è che, so-prattutto nel Mendrisiotto, co-stituì un settore importantedell’attività agricola fino aglianni ’60 del Novecento. Fio-rente, grazie alle condizioni cli-matiche e alle caratteristichedel terreno. Nell’Ottocentoebbe un notevole sviluppo esorsero anche le prime manifat-ture di tabacco, dapprima a ca-rattere familiare, in seguito conun’impronta più industriale.Stefano Franscini ne cita 17,

La fabbrica di Brissagonei ricordi delle sigaraie

La tradizioneDIE TRADITION

57INVERNO / WINTER 2015 TicinoVinoWein

CER/Ti-Press/C.Reguzzi

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tutte nel Sottoceneri, nel 1837. Dieci anni più tardi, nel 1847,viene fondata la Fabbrica Ta-bacchi Brissago, che diven-terà la più importante delTicino e arriverà a impiegare,nel suo periodo di massimaespansione, fino a 700 per-sone. L’iniziativa parte da al-cuni commercianti brissaghesiin collaborazione con esuli ita-liani. Il primo stabilimento èuna vecchia segheria che vieneadattata e ampliata e la produ-zione si concentra sui sigari Vir-ginia, originari dell'imperoaustro-ungarico (ribattezzatipoi “Brissago”) e sui “toscani”. La manodopera è perlopiù fem-minile e il mestiere si tramandadi madre in figlia. Nonostante lecondizioni difficili (i locali sonopoco arieggiati, l’illuminazioneè fioca, il riscaldamento inesi-stente, l’odore del tabacco fortee penetrante, la paga scarsa) la

maggior parte delle donne diBrissago lavora almeno unaparte della sua vita alla fab-brica. Le uniche rivolte che siconoscono risalgono agli anni1916-1920. Si arriva ad unosciopero generale di quattrosettimane a cui partecipano1300 operaie di tutto il Ticino. Oggi la Fabbrica Tabacchi Bris-sago ha lasciato il posto ad unanuova attività nel settore che ap-partiene al Gruppo Dannemann.Fondata nel 1872, l’azienda èuna società internazionale.

Nota: Alcune notizie sonotratte dal documentario diDelta Geiler Caroli “Vite di si-garaie” (TSI 1981, ricercastorica e iconografica di EveHermann-Martin). Lo si puòvedere al link:http://www.rsi.ch/play/tv/su-peralbum/video/sigaraie-e-clown?id=2565925

Carla Rezzonico [email protected]

C’È STATO UN TEMPO IN CUI LE manifatture di tabaccoOCCUPAVANO CENTINAIA DI OPERAIE

ERINNERUNGEN DER ARBEITERINNEN DER ZIGAR-RENFABRIK IN BRISSAGO

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LisettaCamponovo

LisettaCamponovo

MercedesMolteni

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