maggio - dicembre 1 Bs. .- El Periodico Libre BOLIVI...

7
El Periodico Libre E Independiente De maggio - dicembre 2014 Cochabamba - Bolivia anno I Bs. 0.- . redazione: Clle. O. Canedo 644, entre Av. D’Orbigny y Nueva Castilla, Cochabamba - Bolivia . e-mail: [email protected] . telefono: +591 683 22 94 . abbonamenti: El Periodico è gratuito, viene mandato per e-mail o in formato cartaceo; per chiunque fosse interessato/a non esitate a contattarmi! bollettino quadrimestrale di inform-azione ed altro Nr. 3 BOLIVI A Dopo lunghi mesi di un’estenuante campagna elettorale tra (pochi) alti e (molti colpi) bassi, il 12 ottobre sono fi- nalmente finite le elezioni presidenziali in Bolivia, con la vittoria scontata del presidente uscente, Juan Evo Morales Ayma, e del suo partito, il Movimien- to Al Socialismo (MAS). Malgrado una leggera flessione rispetto alle elezioni del 2009, con il 61,36% dei voti totali contro il 64,22%, il risultato della vittoria rimane schiacciante e consolida il par- tito al governo nel suo terzo mandato, considerando che questa volta il MAS si è aggiudicato 8 dei 9 dipartimenti, tra cui 2 strappati all’opposizione, oltre a detenere i 2/3 dell’assemblea. Anche se nessuno può negare i cambiamenti positivi introdotti dal MAS nelle ante- riori gestioni, la sua volontà di costruire un apparato statale e territoriale ege- monico e controllare qualsiasi proces- so decisionale potrebbe celare un cer- to autoritarismo latente, favorito dalla totale incapacità dell’opposizione, a sinistra come a destra, di presentare programmi politici consistenti capaci di affrontare la corazzata ideologica masista. Per questa ragione è impor- tantissimo che la società civile e le or- ganizzazioni di base mantengano uno sguardo vigile ed attento sulle politiche e l’azionare del governo, cercando di instaurarare con esso spazi democra- tici di partecipazione, concertazione e dialogo, per trovare soluzioni compar- tite a beneficio di tutti/e i/le boliviani/e. DAL TROPICO A COCHABAMBA EL HUERTO K’OCHALO SPAZIO E SOCIETÀ FPH TEMPO LIBERO LA COMUNITÀ MARIA AUXILIADORA 2 LA COOPERAZIO- NE TECNICA COOPERAZIONE 6 7 4-5 EDITORIALE Vista parziale della Comunità Maria Auxiliadora SPECIALE DOSSIER LA MESSA IN PRATICA DI UN’UTO- PIA, TRA SPERANZA, SUCCESSI E DIFFICOLTÀ “Hábitat para la Mujer Comunidad María Auxiliadora” sorse nel 1999 con l’obiettivo di svi- luppare un progetto abitativo integrale diretto a famiglie bisognose, basato su valori comuni- tari e la proprietà collettiva. Attualmente la comunità sta attraversando una crisi gravissima causata da un gruppo dissidente che reclama la proprietà privata individuale, nel sempiter- no conflitto rispetto alla proprietà del suolo, in bilico tra mercanzia e diritto.

Transcript of maggio - dicembre 1 Bs. .- El Periodico Libre BOLIVI...

El Periodico Libre E Independiente De

maggio - dicembre 2014Cochabamba - Bolivia

anno IBs. 0.-

. redazione: Clle. O. Canedo 644, entre Av. D’Orbigny y Nueva Castilla, Cochabamba - Bolivia

. e-mail: [email protected]

. telefono: +591 683 22 94

. abbonamenti: El Periodico è gratuito, viene mandato per e-mail o in formato cartaceo; per chiunque fosse interessato/a non esitate a contattarmi!

bollettino quadrimestrale di inform-azione ed altro

Nr. 3

B O L I V I ADopo lunghi mesi di un’estenuante

campagna elettorale tra (pochi) alti e (molti colpi) bassi, il 12 ottobre sono fi-nalmente finite le elezioni presidenziali in Bolivia, con la vittoria scontata del presidente uscente, Juan Evo Morales Ayma, e del suo partito, il Movimien-to Al Socialismo (MAS). Malgrado una leggera flessione rispetto alle elezioni del 2009, con il 61,36% dei voti totali contro il 64,22%, il risultato della vittoria rimane schiacciante e consolida il par-tito al governo nel suo terzo mandato, considerando che questa volta il MAS si è aggiudicato 8 dei 9 dipartimenti, tra cui 2 strappati all’opposizione, oltre a detenere i 2/3 dell’assemblea. Anche se nessuno può negare i cambiamenti positivi introdotti dal MAS nelle ante-riori gestioni, la sua volontà di costruire un apparato statale e territoriale ege-monico e controllare qualsiasi proces-so decisionale potrebbe celare un cer-to autoritarismo latente, favorito dalla totale incapacità dell’opposizione, a sinistra come a destra, di presentare programmi politici consistenti capaci di affrontare la corazzata ideologica masista. Per questa ragione è impor-tantissimo che la società civile e le or-ganizzazioni di base mantengano uno sguardo vigile ed attento sulle politiche e l’azionare del governo, cercando di instaurarare con esso spazi democra-tici di partecipazione, concertazione e dialogo, per trovare soluzioni compar-tite a beneficio di tutti/e i/le boliviani/e.

DAL TROPICO A COCHABAMBA

EL HUERTO K’OCHALO

SPAZIO E SOCIETÀ

F P H TEMPO LIBERO

LA COMUNITÀ MARIA AUXILIADORA

2 LA COOPERAZIO-NE TECNICA

C O O P E R A Z I O N E

6 7

4 - 5

E D I T O R I A L E

Vista parziale della Comunità Maria Auxiliadora

SPECIALE DOSSIER L A M E S S A I N P R AT I C A D I U N ’ U TO -P I A , T R A S P E R A N Z A , S U C C E S S I E D I F F I C O LT À

“Hábitat para la Mujer Comunidad María Auxiliadora” sorse nel 1999 con l’obiettivo di svi-luppare un progetto abitativo integrale diretto a famiglie bisognose, basato su valori comuni-tari e la proprietà collettiva. Attualmente la comunità sta attraversando una crisi gravissima causata da un gruppo dissidente che reclama la proprietà privata individuale, nel sempiter-no conflitto rispetto alla proprietà del suolo, in bilico tra mercanzia e diritto.

E l P e r i o d i c o L i b r e E I n d e p e n d i e n t e d e B o l i v i a

2

CBBA maggio - dicembre 2014, Nr. 3

PROGETTO ABITAZIONE E SALUTE

DAL TROPICO A COCHABAMBA

FPH - I -

Gli ultimi mesi sono stati ricchi di avvenimenti e cambiamenti significati-vi, soprattutto per quel che concerne i progetti a cui stiamo lavorando. In-fatti se da una parte il progetto Abita-zione e Salute nel Tropico è rimasto impantanato nelle torbide acque dei tempi della politica a causa delle ele-zioni presidenziali del mese di ottobre, dall’altra dal mese di maggio è iniziato un nuovo progetto nel campo dei pro-cessi di regolarizzazione del diritto fon-diario e delle edificazioni.

Per quanto riguarda il progetto nel Tropico, malgrado gli eterni ritardi ac-cumulati, ci sono alcune notizie che a prima vista (e con le dovute precauzio-ni) potrebbero indurre ad un certo ot-timismo in vista di una partecipazione nella terza fase del progetto. Infatti nel mese di agosto abbiamo presentato il premio ricevuto per la prima fase (v. El Periodico Nr. 2) nella comunità di San Isidro, nel Chapare, ai/alle dirigenti del-le comunità che avevano partecipato e a rappresentanti delle Federazioni del Tropico, influenti organizzazioni sindi-cali del Tropico dalle cui file proviene il presidente Evo Morales. La notizia del premio è stata accolta con molta soddisfazione ed orgoglio dai presenti, in quanto si tratta di un riconoscimento internazionale per tutti gli sforzi e sacri-fici compiuti per portare a buon termine un progetto che inizialmente era stato accolto con molta diffidenza e suscetti-bilità, sia a livello locale che nazionale. Visto il successo della prima fase ed il riconoscimento del premio, i/le dirigen-ti hanno reiterato la fiducia nella FPH per continuare il progetto nella terza fase, soprattutto considerando che i ritardi accumulati nella seconda fase gestita dal governo stanno generando parecchi malcontenti nelle organizza-zioni di base. A questo punto ci sono due aspetti da considerare, il primo a nostro favore: i/le dirigenti del Tropico dispongono di un accesso preferenzia-le e diretto al palazzo di governo a La

Rolando Velarde durante la presentazione del premio nella comunità di San Isidro

P I C C O L I G R A N D I C A M B I A M E N T I N E L L’ E V O L U Z I O N E D E L P R O G E T TO

Paz per incontrare il compañero Evo. Dall’altra però bisogna ancora fare i conti con i tempi della politica: anche se le elezioni presidenziali sono fini-te, il prossimo anno ci saranno quelle municipali... Bisognerà quindi aspetta-re che finiscano per poter riprendere il dialogo con il governo, dato che la classe politica sarà completamente as-sorta nelle varie campagne elettorali. Ormai abbiamo imparato a non lasciar-ci prendere troppo facilmente dall’en-tusiasmo ed aspetteremo con calma il susseguirsi degli eventi.

Nel frattempo comunque non è di certo il lavoro che sta mancando: il nuovo progetto sulla regolarizzazio-ne del diritto fondiario al quale stia-mo lavorando dal mese di maggio sta completamente assorbendo il nostro tempo, soprattutto nell’area legale e in quella tecnica. Il tema è nuovo per la FPH, in quanto fino ad adesso si era preferito non trattarlo dato che bisogna addentrarsi nei meandri legali della spi-nosa questione dell’accesso alla terra,

della proprietà. La problematica non è proprio delle più semplici da trattare, in quanto il mercato fondiario a Cocha-bamba è un vero e proprio terreno mi-nato! Ciò nonostante si è visto che per le classi sociali popolari che si sono in-sediate nell’area periurbana della città la regolarizzazione del lotto è un tema urgente da risolvere. Infatti quando si parla di diritto ad un’alloggio adeguato bisogna considerare che uno tra i punti più importanti tra i sette trattati riguarda esattamente quello della sicurezza del possesso. Anche se questo punto non riguarda esplicitamente l’aspetto giuri-dico del diritto proprietario, individuale o collettivo, la regolarizzazione legale di quest’ultimo può fornire una buona difesa legale dagli sgomberi forzati, a cui sono spesso sottomessi gli abitan-ti delle aree periurbane. Il problema risiede nel fatto che le classi sociali popolari, a causa di limitazioni econo-miche, si ritrovano costrette a dover acquistare lotti di terreno nel merca-to fondiario informale, gestito da vere e proprie strutture mafiose e protetto

E l P e r i o d i c o L i b r e E I n d e p e n d i e n t e d e B o l i v i a

3

CBBA maggio - dicembre 2014, Nr. 3

da dubbiosi connubi tra politici senza scrupoli, proprietari terrieri e specula-tori affini, senza peraltro ricevere un ti-tolo di proprietà in regola ma solamen-te un’atto di compravendita. A questo punto si ritrovano vittime di sgomberi forzati ed arbitrari e/o persecuzioni giudiziarie da parte di persone che improvvisamente si presentano come i veri proprietari del terreno, esibendo titoli di proprietà in regola ed esigendo un cospicuo pagamento in cambio del lotto, mentre l’antico presunto proprie-tario è improvvisamente sparito... La maggior parte delle volte gli abitanti stessi sottovalutano l’importanza di regolarizzare il proprio terreno, da un lato perché semplicemente ignorano l’esistenza e l’urgenza di risolvere tali processi, dall’altra perché si tratta di un investimento economico non indif-ferente, considerando gli onorari degli avvocati. Il progetto propone colmare questa necessità, fornendo appoggio e assistenza legale per regolarizza-re il diritto fondiario in tre comunità / quartieri situati nell’area periurbana al sud della città di Cochabamba: Santa Barbara, San Silvestre e la comunità Maria Auxiliadora, con i quali la FPH aveva già collaborato in passato. In se-guito alle prime presentazioni del pro-getto ci si è resi conto che era neces-sario complementare l’area legale con quella tecnica. Ciò non solamente per l’aspetto più pratico, ovvero il rileva-mento e disegno dei lotti e delle abita-zioni degli abitanti (requisiti obbligatori per il processo di regolarizzazione), bensì anche e soprattutto per orga-nizzare laboratori sulla tematica della pianificazione. Infatti la maggior parte della gente, oltre ad avere lotti non in regola, ha costruito la propria abitazio-ne in maniera progressiva e senza ap-poggio tecnico, ignorando beatamente tutte le norme urbane e edilizie della città. Le conseguenze sono pesan-ti, in quanto per ogni metro quadrato costruito fuori norma le multe sono

Un laboratorio con gli abitanti della OTB Santa Barbara

FPH - I I -

salatissime, anche se di quando in quando le municipalità effettuano am-pli processi di condoni edilizi con chiari fini elettorali, oltre che per riempire le casse comunali. Mentre il mio collega Manolo Bellott, avvocato, sviluppava e gestiva i laboratori nell’area legale, io mi sono occupato di quelli nell’area tecnica, sul tema della pianificazione su differenti scale: il quartiere, il lotto di terreno e finalmente l’alloggio stesso. I laboratori hanno destato parecchio interesse nei/lle partecipanti, in quanto prendono coscienza dell’importanza di pianificare per evitare gli errori che loro stessi hanno commesso nella costru-zione della loro abitazione, sia per quel che riguarda il rispetto della normativa urbana e edilizia, che per questioni più strettamente architettoniche e di abi-tabilità (stanze senza finestre, spazi troppo piccoli, ecc.). A Santa Barbara c’è stato un riscontro molto positivo, motivo per cui stiamo programmando di sviluppare ulteriormente i laboratori, includendo temi quali il disegno parte-cipativo per lo sviluppo di un progetto

abitativo, l’impiego di materiali da co-struzione locali ed ecologici, tecniche costruttive e tecnologie adeguate e sostenibili, ecc. Oltre a ciò stiamo va-lutando la possibilità di offrire appoggio tecnico agli abitanti per la progettazio-ne o ampliamento delle loro abitazioni.

A San Silvestre i laboratori avanza-no un po’ meno intensivamente, dato che sono solo una volta al mese, però hanno richiesto appoggio tecnico per sviluppare un progetto di centro di sa-lute per l’area di equipaggiamento col-lettivo; l’anno prossimo valuteremo la fattibilità. Invece il caso della comunità Maria Auxiliadora è un po’ differente, in quanto oltre ai laboratori l’appoggio era soprattutto pensato per accompa-gnare il processo di regolarizzazione del diritto proprietario collettivo. I la-boratori e l’appoggio tecnico agli abi-tanti erano iniziati alla grande, ma in seguito a gravi problemi interni alla co-munità abbiamo dovuto concentrarci esclusivamente sul tema della proprie-tà collettiva (v. approfondimento nella rubrica Spazio e Società, pp. 4-5).

E l P e r i o d i c o L i b r e E I n d e p e n d i e n t e d e B o l i v i a

4

CBBA maggio - dicembre 2014, Nr. 3

“Hábitat para la Mujer Comunidad María Auxiliadora” (HMCMA) sorse nel 1999 per l’intrepida iniziativa di un gruppo di cinque donne che, contro venti e maree, decisero di riscrivere la storia, ma non quella con la “s” ma-iuscola dei vincitori, bensì quella dei vinti, in questo caso delle persone rimaste escluse da un sistema tanto marcato dalla diseguaglianza come quello boliviano e che hanno credu-to in questa straordinaria esperienza. HMCMA nasce infatti con l’obiettivo di sviluppare un progetto abitativo integrale diretto alle classi sociali più vulnerabili, specialmente madri sole, e basato su valori comunitari quali la proprietà collettiva, l’autogestione, il lavoro comunitario e l’appoggio mu-tuo, oltre che per lottare contro la vio-lenza domestica ed intrafamiliare.

La comunità si trova nella zona sud dell’area periurbana della città di Cochabamba, alla quale è stata uffi-cialmente incorporata al principio di quest’anno, in seguito all’ampliamento del raggio urbano della città. Inizial-mente la comunità si sviluppò su un terreno con una superficie di 16 ha ma, visto l’interesse destato, nel 2007 si decise di ampliarlo con 5 ha e, nel 2009, con ulteriori 20 ha, per raggiun-gere una superficie totale di 41 ha, dove attualmente vivono ca. 450 fami-glie, ma potrebbe accoglierne almeno il doppio. Sin dal principio la comunità si è sviluppata autonomamente, ap-prendendo dai propri errori man mano che il processo avanzava. Grazie al la-voro comunitario ed in parte all’appog-gio di istituzioni ed ONG, sia locali che internazionali, si sono potuti sviluppa-re vari progetti per la collettività, tra cui l’implementazione della rete di di-stribuzione dell’acqua potabile e della rete fognaria, la realizzazione di strade e vie sterrate, illuminazione pubblica,

Soyons réalistes, demandons l’impossible

Graffiti a Parigi, maggio 68

un centro comunitario, due campi di calcetto, una scuola elementare, una biblioteca, ecc. La maggior parte del-le abitazioni sono state auto-costruite in maniera progressiva dagli abitanti stessi, secondo le disponibilità eco-nomiche personali, anche se alcune istituzioni (tra cui la FPH) hanno age-volato l’accesso a programmi di credi-to per la costruzione e/o miglioramento delle abitazioni. La comunità ha cerca-to di supplire all’assenza di appoggio e supervisione tecnica tramite il lavo-ro comunitario ed il mutuo appoggio, collaborando alla costruzione delle case, all’accesso ai servizi basici, ecc. Quando si cammina per le vie della co-munità ci si rende conto degli sforzi e sacrifici realizzati dagli abitanti per mi-gliorare fisicamente il proprio contesto, individuale come collettivo, intentando realizzare concretamente un habitat ed un’abitazione adeguata per poter “vivir bien”.

Uno dei fattori determinanti che spie-gano il successo di quest’esperienza è da ricercare nella questione dell’ac-

cesso alla terra: infatti sin dall’inizio la comunità ha messo a disposizione lot-ti di terreno ad un prezzo accessibile per persone che non avessero i mezzi economici per accedere al mercato fondiario formale. Questa operazione è stata resa possibile dalla proprietà collettiva comunitaria del terreno, la quale sin dal principio ha permesso di mantenere un prezzo fisso di US 3.-/m2, somma appena sufficiente a coprire l’acquisto del terreno e le ces-sioni obbligatorie al municipio per vie, strade, aree verdi e equipaggiamen-to, il tutto senza generare un profitto. In poche parole l’accesso al suolo e ad un’abitazione è stato considerato come un diritto e non come una mer-canzia con cui lucrare.

Sfortunatamente non tutti hanno in-teso la portata ed il significato di tale processo, determinando l’avvento dei tragici eventi che stanno seriamente minacciando la continuazione dell’e-sperienza: infatti da ormai quattro anni un gruppo di ca. 40 famiglie ha impu-gnato la via del confronto aperto con il

S P E C I A L E D O S S I E R

LA COMUNITÀ MARIA AUXILIADORALA MESSA IN PRATICA DI UN’UTOPIA, TRA SACRIFICI, SUCCESSI E DIFFICOLTÀ

SPAZIO E SOCIETÀ - I -

Un’assemblea della Comunità Maria Auxiliadora nel centro comunitario

E l P e r i o d i c o L i b r e E I n d e p e n d i e n t e d e B o l i v i a

5

CBBA maggio - dicembre 2014, Nr. 3

Un’abitazione di HMCMA

resto della comunità e soprattutto con la coordinatrice, Rose Mary Irusta, per rivendicare titoli di proprietà individuali. I/le dissidenti affermano che sarebbe-ro stati ingannati, in quanto la coordi-natrice gli avrebbe promesso titoli di proprietà individuali per entrare nella comunità; in realtà si tratta di una pale-se menzogna, sapevano esattamente come funzionava la comunità e quali sono i suoi principi! Tali farneticazioni sarebbero totalmente risibili se non fosse che sono state accompagnate da aggressioni verbali e fisiche, alle quali si aggiungono vari processi per truffa contro la coordinatrice, culmi-nati in una vergognosa e totalmente inaspettata condanna a otto anni di carcere il passato mese di agosto. Le conseguenze di tutte queste vicissitu-dini sono alquanto gravi, in quanto se da un lato stanno logorando la convi-venza finora pacifica della comunità, dall’altro stanno mettendo a repenta-glio la esistenza della stessa.

Bisogna quindi comprendere perché una comunità sorta dal nulla, nel bel mezzo di un terreno dimesso ed ino-spitale, lontano dal centro, carente di qualsiasi infrastruttura e accesso ai servizi basici, educazione, lavoro, sa-lute, trasporto, ecc., improvvisamente si ritrovi al centro di violente lotte in-testine per un fazzoletto di terra. E il problema sta proprio lì, in quel fazzo-letto di terra, nell’irrisolta dicotomia tra valore di scambio e valore d’uso o, in altre parole, tra mercanzia e diritto (v. El Periodico Nr.2). Infatti la comunità si è sviluppata parecchio, adesso di-spone di infrastrutture, servizi basici e sociali, ed è stata ufficialmente an-nessa nell’area edificabile della città: in un’economia di mercato il valore commerciale del suolo avrebbe dovuto subire un’impennata drastica a causa del plusvalore generato. Ma nel caso di HMCMA la proprietà collettiva del terreno ha permesso di mantenere fino ad oggi il prezzo sociale di USD 3.-/m2,

SPAZIO E SOCIETÀ - I I -

quando nei quartieri sorti nei dintorni il prezzo si aggira sui USD 30-50/m2. In definitiva il gruppo dissidente si è reso conto che stava letteralmente adagia-to su di una collina riempita di soldi e quindi... al diavolo comunità e principi!

Un altro problema fondamentale ri-guarda la questione della proprietà collettiva stessa, in quanto anche se quest’ultima è riconosciuta nella nuova Costituzione Politica dello Stato Pluri-nazionale boliviano del 2009, tutt’ora mancano leggi e regolamenti per po-terla legiferare. A causa di quest’as-senza i terreni sono ancora a nome della coordinatrice, dato che non è stato possibile effettuare il trasferi-mento legale del diritto proprietario a nome della comunità. D’altra parte la maggior parte degli abitanti considera la proprietà collettiva come parte inte-grante della loro forma di vita comuni-taria, con o senza una legge; ciò no-nostante il consolidamento legale della proprietà collettiva avrebbe permesso una difesa inequivocabile contro le ac-cuse degli/lle oppositori/trici.

Dal mese di maggio di quest’anno con la Fondazione Pro-Habitat stiamo appoggiando HMCMA e la coordinatri-ce attraverso la conformazione della Piattaforma Solidaria per la Proprietà Collettiva della Comunità Maria Auxi-liadora, per far sì che si possa consoli-dare legalmente la proprietà collettiva. Attualmente si stanno studiando tutte le possibili alternative esistenti possi-bili per raggiungere tale scopo (p.es. come associazione, cooperativa, leg-ge speciale, ecc.), cercando la solu-zione più appropriata, che corrisponda realmente alle necessità e principi di HMCMA. Non si tratta di un compito facile, in quanto il futuro della comunità come tale attualmente è messo a dura prova, ma è fondamentale per preser-vare quest’incredibile esperienza, per far sì che possa servire come esempio e alternativa in Bolivia per la concreta realizzazione del diritto ad un habitat ed abitazione adeguata.

Per saperne di più su HMCMA:- http://www.habitatparalamujer.org

E l P e r i o d i c o L i b r e E I n d e p e n d i e n t e d e B o l i v i a

6

CBBA maggio - dicembre 2014, Nr. 3

Quando si lavora nel campo della cooperazione allo sviluppo in genera-le, non solo nell’area tecnica, ci sono alcuni elementi fondamentali da con-siderare per riuscire a portare a buon termine un mandato e poter approfit-tare al massimo dell’esperienza, sia a livello professionale che personale. Sicuramente il più importante e labo-rioso è, perlomeno all’inizio, conosce-re e comprendere il paese stesso, le strutture socio-economiche, politiche e culturali presenti, senza pregiudizi e preconcetti, donde evitare di subire cocenti delusioni rispetto alle aspet-tative iniziali. Infatti ci si renderà ben presto conto che tutta una serie di nozioni acquisite durante esperienze lavorative precedenti in Svizzera do-vranno essere rimesse in discussione, in quanto nel paese ospitante vengono a mancarci gli appigli e le certezze che derivano dal conoscere un sistema la-vorativo, tecnico, tecnologico, normati-vo, sociale e culturale ben conosciuto. Diventa quindi indispensabile dotarsi di buone dosi di flessibilità, curiosi-tà, spirito d’iniziativa, umiltà e molta pazienza per adattarsi al contesto ed approfittare al massimo delle possibi-lità di interscambio ed apprendimento reciproco che si genereranno tra il/la cooperante e l’organizzazione copar-te, colleghi/e di lavoro, partecipanti ai progetti, ecc. Spesso infatti si tende a percepire la realtà attraverso parame-tri etnocentristi, pensando di risolvere in un attimo problemi apparentemente semplici secondo gli standard del pa-ese di provenienza, ma che in realtà riguardano cambi strutturali molto più grandi. Se non si riesce a superare tale visione tutto ciò genererà parec-chia frustrazione ed incomprensione e, molto probabilmente, non si raggiun-geranno gli obiettivi prefissati del man-

COOPERAZIONE

dato. Nel campo della cooperazione tecnica in particolare si tratta quindi di comprendere le differenze sostanziali nell’approccio, sviluppo e gestione dei progetti, soprattutto per quanto riguar-da quelli incentrati sulla partecipazione ed autogestione degli/lle usuari/e. Se da un lato esistono ovvie limitazioni economiche, tecnologiche e tecniche, dall’altro bisogna considerare che in tali processi non si tratta di imporre un sapere, una tecnologia, quanto piutto-sto di saper riconoscere ed interpre-tare quali sono le necessità ed aspet-tative degli/lle usuari/e per tradurle in soluzioni compatibili e condivisibili, tentando di garantire un equilibrio tra gli interessi collettivi, individuali ed am-bientali e la disponibilità di risorse limi-tate (...). Anche se la componente tec-nica è importante, innanzitutto si tratta di processi sociali e culturali, dove i/le partecipanti prendono consapevolez-za e coscienza delle proprie capacità, appropriandosi delle tecnologie e co-noscenze necessarie per migliorare il benessere e la qualità di vita della co-

munità, favorendo così la sostenibilità dell’esperienza nel lungo termine in una prospettiva autogestionaria, senza più necessitare un appoggio esterno.

Lavorare nel campo della coopera-zione internazionale è un’opportunità estremamente positiva, in quanto per-mette di ampliare il proprio spettro di vedute e campo d’azione, non solo nel paese ospitante ma anche e soprattut-to nel paese di provenienza. Infatti la comprensione di tali processi permet-te di rimettere in discussione alcune pratiche disciplinarie comunemente accettate e diffuse, quali p.es. la figu-ra dell’architetto demiurgo, l’estrema specializzazione, il mercato della co-struzione e dell’alloggio dominato da logiche mercantilistiche e speculative e, più in generale, una certa disabitu-dine a partecipare alle scelte comuni nonché l’assenza di una cultura fonda-ta sull’interesse collettivo.

L A C O O P E R A Z I O N E T E C N I C AALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO NELL’AREA TECNICA

Il personaggio centrale non è l’architetto bensì l’usuario dell’edificio, l’abitante

Yona Friedman, L’architettura di sopravvivenza

Quest’articolo è stato gentilmente pubblicato da Swiss Engineering - Sezione Ticino sul suo sito internet (http://www.swissengineering-ti.ch), ol-tre che nel suo bollettino annuale Informa.

SWISS ENGINEERING

Giovedì 8 maggio 2014 a Locarno si è svolta l’assemblea annuale dell’associazione di architetti/e e ingegnieri/e Swiss Engineering - Sezione Ticino nella quale, insieme a Antonia Terrazas (gerente nazionale FPH) e Rolando Velarde (gerente regionale FPH), abbiamo avuto l’occasione di presentare lo stato attuale dei progetti in video-confe-renza dalla Bolivia. Un grande grazie a Swiss Engineering per il costante appoggio al progetto e la grande disponibilità nel contribuire a diffonderlo in un ambito professionale tecnico in Svizzera.

E l P e r i o d i c o L i b r e E I n d e p e n d i e n t e d e B o l i v i a

7

CBBA maggio - dicembre 2014, Nr. 3

A M B I E N T E

CRONACHE DIVERSE

I pomodori posti a essiccare sulla terrazzaLe nuove piantine

Vista d’insieme dell’orto

In Bolivia Cochabamba è conosciuta come la “città dell’eterna primavera”, per il suo clima temperato. Grazie a ciò si possono trovare molte varietà di verdure e frutta che nulla hanno da in-vidiare alle regioni mediterranee, anzi: basti pensare a tutte le varietà tropicali quali mango, papaia, avocado, ecc., solo per citare alcune tra le più cono-sciute. Ciò nonostante alcuni prodotti sono alquanto rari, se non addirittura introvabili, e per di più venduti a prez-zi altissimi, neanche fosse oro estratto dalle miniere del cerro rico potosino..!

Approfittando quindi della grande terrazza di casa ho iniziato un picco-lo “orto urbano”, composto di alcune erbe aromatiche quali basilico, pepe-roncini, salvia, rosmarino, ecc. ai quali quest’anno si sono aggiunti rucola, pomodori cherry e locotos locali, a cui si aggiunge la produzione di pomodori secchi artigianali.

E L H U E R T O K ’ O C H A L O

UN GRANDE RINGRAZIAMENTO A TUTTE LE PERSONE, OR-

GANIZZAZIONI ED ISTITUZIONI CHE HANNO CONTRIBUITO

E/O SOSTENUTO IL PROGETTO E CHE HANNO RESO (E

RENDONO) POSSIBILE QUEST’ESPERIENZA! Per saperne di

più su altri progetti di Inter-Agire: www. interagire.org

Dal 22 dicembre al 15 gennaio sarò di ritorno in Svizzera. Per chiunque fosse interessata/o a saperne di più sul progetto sono previste due presentazioni aperte al pubblico; nel frattempo ne ap-profitto per augurarvi buone feste ed un ottimo anno nuovo!

• Sabato 10 gennaio 2015, 15:30, Bibilioteca di lingua spagnola a Lugano, insieme a Maria Teresa Haussmann, economista e volontaria di Inter-Agire in Nicaragua

• Domenica 11 gennaio 2015, 17:00, presso la Casa Rusca a Cureglia, con la collaborazione del Gruppo Aiuto Missioni di Cureglia

SI PUÒ SOSTENERE IL PROGETTO DI ALAIN VIMERCATI CON VERSAMENTI A:

Inter-Agire Piazza governo 4 - 6500 BellinzonaConto ccp: 69-2810-2 IBAN CH74 0900 0000 6900 2810 2 specificare Progetto Alain

P R I M I PA S S I P E R U N O RTO U R B A N O S U L L A T E R R A Z Z A D I C A S A