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Vicedirettore Curzio Cupellini Direttore Giulio Facchini MAGGIO 2OO7 NUMERO VI ANNO VII In questo numero...Speciale Italia Wave Omologazione, Chuck Norris!!! E TANTO ALTRO...

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Vicedirettore Curzio Cupellini

Direttore Giulio Facchini MAGGIO 2OO7

NUMERO VI

ANNO VII

In questo numero… ...Speciale Italia Wave

Omologazione, Chuck Norris!!! E TANTO ALTRO...

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“Torno al mio posto, sarà per il voto di ventimila

Sfigati, ma ho preso un’impegno che voglio ri-

spettare e lo manterrò”. **

Non so se tutti sanno chi sia quest’omino, che

dall’alto del suo mezzo metro di sedia a rotelle, ha

avuto l’onore o forse l’onere di calmare le acque

di Calciopoli e domare l’emergenza violenza negli

stadi esplosa a febbraio con l’uccisione di Filippo

Raciti.

Non vi racconto molto altro sul commissario Pan-

calli se non che, oltre ad essere presidente del co-

mitato Paraolimpico dal 2005, è lui stesso un atle-

ta : di quella razza che spesso,

alla sola pronuncia, strappa un

sorriso, misto di commiserazio-

ne e falso buonismo: Paraolim-

pico. Uno di quei ventimila atle-

ti paraolimpici che egli ha ap-

punto ricordato affettuosamen-

te come “Sfigati”.

Ho apprezzato negli ultimi mesi, alcune sue deci-

sioni, a dispetto di coloro che ne hanno denigrato

le scelte e l’operato giudicandolo troppo estraneo

al sistema. Questa accusa mi fa sorridere se penso

che forse è proprio lo stare fuori da un simile mar-

cio il segreto per una gestione lucida e seria dei

problemi e dei relativi interventi.

Ma non voglio spendere ulteriori parole per previ-

sioni e commenti gratuiti sul futuro di uno sport

che ho sempre seguito ed apprezzato ma che

riceve già fin troppe attenzioni, un futuro per al-

tro, su cui manco di ottimismo.

Il fatto è che Luca è rimasto con grande generosi-

tà su quella carrozzina, su cui, dall’incidente del

1981, trascorre le sue giornate; una carrozzina al

posto di una bella poltrona, la poltrona della FIGC

che in Italia vale quanto un ministero, una di quel-

le poltrone che non ti lasciano andar via, che ti

portano a svendere tutte le migliori aspirazioni

pur di conservarla.

Ma lui no, forse perché ancora lontano da “una

politica che è solo far carriera” per citare Guccini,

forse perché sorretto da chissà quale rigorosa mo-

ralità, o forse, come credo, semplicemente legato

per sempre ai suoi Sfigati e forte di un carattere

sereno e disilluso che gli ha concesso di nominarli

così ma col sorriso sulle labbra.

Concludo come ho iniziato, ripetendo questa pa-

rola: “sfigati”. Una parola che abbonda nelle situa-

zioni quotidiane e nella fattispecie porta con se

migliaia di possibili fraintendimenti, ma a parer

mio acquista un significato nuo-

vo e pungente.

Già perché riconoscere un

“disabile” o un

“handicappato” (o qualunque

altro nomignolo vogliate affib-

biargli) come persona passa,

anche attraverso la coscienza che egli abbia effet-

tivamente qualcosa in meno di noi, o forse qual-

cosa di diverso, ma una coscienza sincera che

non preclude la speranza a cui questi individui,

come persone hanno comunque diritto.

Io penso che lui ,“sfigato” tornando tra i suoi cari “

sfigati”che lo avevano eletto rappresentante nel

2001, si sia districato bene nelle trappole del fatali-

smo e del buonismo di facciata, e ha impartito

una lezione così sottile da rimettere in discussione

perfino la sua sfiga.

**Mi scuso per aver affidato l’esattezza della di-chiarazione riportata al ricordo del preciso in cui l’ho sentita in diretta e ne sono rimasto colpito; Ho ritrovato su vari giornali accenni a questo di-scorso ma non il testo integrale.

di Giulio Facchini EDITORIALE

“Torno al mio po-sto, sarà per il voto di ventimila Sfigati ma…”

Maggio 2007 Attualità Pagina 2

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INDICE

TALENTI LATENTI A cura di Lorenzo Gheri

5

Panico Di Gabriele Pinzauti

6

Nessuna Pietà Di Margherita Fossi

5

COME OMOLOGARSI Di Chiara Mugnai

8

Crediti... Di Filippo Cosi

10

Emigrati o Emigranti Di Francesca IIIC

11

Relativismo Di Damiano Bonaguidi

12

Il Marxismo applicato alla Scuola Di Giacomo Viggiani

14

CHUCK NORRIS A cura del solito ignoto

15

OMOSESSUALITA’

A cura di Calina Mladenova 16

Folla Di R.C:

18

SAPEVATELO A cura di Hoverenz

20

DE LEGIBUS A cura Di Hoverenz

21

ART Di Francesco Della Santa

22

Attualità Pagina 3 Maggio 2007

L’Italiawave love festival si svolgerà dal 18 al 22 Luglio all’Osmannoro e ospiterà nomi più o meno famosi della musica italiana e mondiale (ma non solo musica, anche arte, letteratura, teatro, fumetti…); il 17 ci sarà un anteprima al piazzale Michelangelo con Nitin Sawney e l’ Orchestra Regionale Della Toscana che musi-cheranno il film muto “A throw of dice” di Franz Osten. Ma forse vi interesserà qualcos’altro perché ignorate chi esso sia. IL 18 Luglio saliranno sul palco quell’allegra combriccola di gay degli Scissor Sisters, ma an-che i Clap your hand say yeah, che solo per il nome vale la pena ascoltare, al loro secondo album, per la prima volta in italia con il loro in-die-rock sulla scia dei talkingheads tutto da bal-lare, i Tunng (prendete Simon and Garfunkel e portateli nel terzo millennio), il reggae dei Sud Sound System dal Salento, sempre più Giamai-ca d’Italia, i Casino Royale, il pop colto e lettera-rio dei Numero6 con il reading di Enrico Brizzi, i !!! (si pronuncia chk chk chk) che con un bas-so travolgente, chitarre essenziali e sintetizzato-re stanno facendo ballare il mondo, e anche il nu-rave degli scozzesi shitdisco non lascia indif-ferenti. IL 19 Luglio c’è Mika, che ha conquistato orde di fan con il "flower power" revival, con una vo-ce che è stata spesso paragonata a quella di Freddie Mercury, ma gli headliners saranno i già affermati Kaiser Chiefs, tra i migliori inter-preti della nuova generazione del brit-rock, che sfornano in continuazione ritornelli killer…..Na na na na naa….Ci saranno anche i brasiliani CSS (sta per Cansei De Ser Sexy, ovvero 'Stanca di essere sexy'. A proferire queste parole sembra sia stata Beyoncé, e loro ne hanno fatto il pro-prio manifesto) che a colpi di electroclash e grazie a una spiccata attidudine punk danno vita a show irriverenti e giocosi (una specie di pipettes casiniste e appassionate di elettronica vintage), la canzone d’autore italiana degli A-vion Travel che hanno appena pubblicato un

ITALIAWAVE Love Festival

A cura di Giovanni Pedaccini

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disco di cover di Paolo Conte, i Tre allegri ragazzi morti che mischiano il punk, il mondo dei fu-metti e l’adolescenza, e gli ...A toys orchestra, che sono campani eppure suonano come uno di quei gruppi superfèscion d’oltremanica (coldplay, arctic monkeys…): il loro disco è davvero uno dei più belli del 2007 (cercatevelo, ne vale veramente la pena). Il 20 è il giorno più atteso, per la performance dei The Good the Bad and the Queen, il super-side project di Damon Albarn (Blur) con il leggendario Paul Simonon (The Clash), il batterista Tony Allen (Africa 70) e il chitarrista Simon Tong (Verve): un rock pop etnico, molto soft e con influenze dub e reggae. Ed ecco i The view, quattro ragazzi scozzesi molto rock e molto punk, che non dimenticano gli Oasis, con un tour che sbarcherà anche in Giappone e con un can-tante, Steve Morrison, che era accanto a Pete Doherty quando è stato arrestato per guida con-tromano. Ma ci sarà anche Joan as a police woman, fidanzata del compianto Jeff Buckley, arti-sta poliedrica che ama il rock, e soprattutto il soul, gli Enter Shikari, una delle migliori band scre-amo / post-hardcore made in UK, i Radiodervish, nati a Bari ma con radici arabe, infine i Mojo-matics, che hanno un impeto davvero fuori dalle norme; i White Stripes italiani, impastano folk blues e rock’n’roll (yeah!!!) lasciandoti a bocca aperta. Fanno un sacco di casino. E pensare che sono solo in due. Nell’ambito di Elettrowave salirà in consolle Cassius, dj e produttore di fama mondiale. Il 21 è finalmente il giorno dei Cherry Sand, peccato che siano la mattina e mancherà il soste-gno di molti di voi…. La sera arriva sul palco uno dei cantautori più vivi e creativi in circolazione, Vinicio Capossela, il cantante-acrobata, il musicista-saltimbanco del circo della musica italiana, con una predilezione retrò per le anticaglie, le pianole e gli oggetti a molla in genere. Non più (ormai da molto) “quello che ha la voce come Tom Waits”, ma solo e soltanto Vinicio. Ci saran-no anche i The Second Grace, quelli dello spot dei tortellini Fini, palermitani che suonano nu-acoustic con la leggerezza dei Kings of Convenience, i Leningrad, con il loro punk made in Rus-sia (ma hanno anche una sezione di fiati), The Hormonauts, un anomalo terzetto emiliano-scozzese che scorrazza a cavallo tra classici rivisitati, ballate country e cavalcate ska. Il 22 Luglio, data di chiusura del festival, il programma prevede la cantantessa, Car-men Consoli, di cui sapete già abbastanza da soli, Bob Gedolf, pop star, attivista poli-tico, dj e giornalista, benefattore e businessman, amato e odiato, musicista e promoter, ma a suo parere solo musicista, ed è proprio in queste vesti che si presen-terà. Suoneranno anche due gruppi me-no conosciuti ma davvero eccezionali. I My Awesome Mixtape, senza dubbio, la indie-sensazione del 2007, diffusisi di Myspace in myspace, suonano electro-pop come in Svezia, però vengono da Bo-logna. A volte suonano sul palco in for-mazione calcistica a volte in duo; non po-tranno dunque che regalare sorprese. Le canzoni del loro esordio (DIY tutta la vita) vi faranno innamorare. Infine ci saranno i Mando Diao, gli Strokes svedesi, megalo-manici fino al punto di voler scatenare una totale idolatria nei loro confronti, con il loro garage rock ruvido e sparato, di quelli senza fronzoli ma tutto sudore e cantine umide. Buona musica…!

Maggio 2007 Italia Wave Pagina 4

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E' risaputo che i giovani talenti hanno bisogno di essere scoperti. Ma scoprirli non è così difficile. Basta un'occasione, un festival come Italia Wave per esempio, e una zona in cui cercare, la provincia di Fi-renze. Così sono venuto a conoscenza dei Cherrysand, un gruppo di ragazzi che suonano insieme da poco più di tre mesi (ci hanno rivelato di non avere ancora fatto dieci prove insieme!), ma che si sono già garantiti la presenza sul palco dell'Italia Wave e un'audizione per l'Heineken Jammin' Festival. Li ho contattati e convocati in redazione per un'intervista. Sono venuti in tre, su cinque componenti, sulla macchina della nonna del batterista Claudio, macchi-na che dicono essere fornita di un buono stereo. Oltre a Claudio sono presenti Valerio (cantante) e Stefano (chitarrista dal passato blues). I due assenti sono Cosimo, il bassista, e Nico, il tastierista. Sup-portato da una decina di redattori, li porto in una stanza e iniziamo un'intervista piuttosto colloquiale. “Da cosa viene lo strano nome Cherrysand?” La risposta si fa attendere, non sanno chi far parlare, for-se per l'imbarazzo. Poi Valerio prende coraggio e ci spiega che sand (per gli ignoranti 'sabbia') dà un tocco estivo e allegro al tutto, mentre cherry ('ciliegia')... beh! Cherry rispecchia il sound dolce della loro musica. Insomma, in realtà suonava bene! Il gruppo viene fondato come tanti altri: dall'incontro tra musicisti provenienti da esperienze musicali diverse (se Stefano “viene dal blues”, Valerio è “un autodidatta molto musicale” e Cosimo ha innega-bilmente tendenze Jazz). Sulla loro nascita i Cherrysand ci riportano un aneddoto. Valerio contatta Claudio, il quale riconosce Valerio e gli ricorda che un anno sono anche stati a scuola insieme. Valerio però continua ancora a-desso a negare tutto... dice di non ricordare. Il povero Claudio è disperato. Resta nei Cherrysand solo per il potere! Alla fine, però, tutti e tre i presenti ci dichiarano di essere contenti di questo progetto che li ha portati sulla strada di un moderno rock-pop. E' Valerio a scrivere le canzoni del gruppo. Preferisce scrivere in inglese e ricerca la melodia. I loro testi prendono spunto da situazioni di routine e si sviluppano in riflessioni sulla vita. Abbiamo chiesto le loro principali influenze e gusti: il cantante ha nominato gruppi quali i Silverchair, i Pavement o i Re-lient K. Suonano da poco, la loro scaletta dura 40 minuti circa, hanno una decina di pezzi loro (di cui solo 4 registrati) più qualche cover (di John Mayer e dei Radiohead). “Beatles o Rolling Stones?” Beat-les. Suonano da poco, è vero. Ma promettono bene. Senza una vera e propria biografia e senza delle foto decenti, solo inviando i loro pezzi, si sono guadagnati l'opportunità di partecipare alle audizioni dell'Heineken Jammin' Festival. A questo punto l'atmosfera si è fatta più confidenziale. Così, mentre Claudio si arrotola una sigaretta e Valerio sfoggia la sua felpa veramente fashion, ci rive-lano di essere tutti e cinque single. Valerio aggiunge di non avere nulla contro i gay. !!! ... Carissima lettrice (lettore?) interessata, Stefano frequenta una quinta del nostro liceo... Chiedi in gi-ro!!! A questo punto la faccenda degenera, si arriva a parlare di San Casciano e dintorni. E' l'ora di finirla! Così con tanti auguri li lasciamo andare a provare... Per concludere, qui potete ascoltare i pezzi dei Cherrysand: www.myspace.com/cherrysand

A cura di Lorenzo Gheri

TALENTI LATENTI parte 1

Ovvero: un'ora con i Cherrysand

Italia Wave Pagina 5 Maggio 2007

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Panico nelle strade, panico ovunque. E' tornato I'incubo secolare. Le BR sono riapparse, lo Stato è in pericolo. I centri social!, pronti ad armarsi e portare caos nelle nostre strade. Le nuove leve fanno già squadriglia, si preparano alla lotta. Gli anarchici continuano con la loro propaganda, occupano gli spazi pubblici, portando squallore e disagio nella nostra be-neamata e perfetta società. I no-global sono in parlamento,i black-block pronti a far saltare il sistema al suo interno. E oramai, in questa situazione di crisi,crisi,crisi... Basta! Basta a questo attacco mediatico, basta.

Negli ultimi tempi c'è stato un forte attacco mediatico, per smorzare, о per portare alla fine alcuni movimenti più radicali. E radicale, ricordiamoci, non significa obbligatoriamente violento. Le BR sono tornata, i comunisti operai attentano allo stato. E da dire questo, ad attaccare i centri sociali, c'è voluto poco. Le nuove BR, sono composte da una piccola cerchia di uomini di estrapola-zione medio-alta borghese, che non aveva contatti forti con le masse. Non era lotta sociale,la loro, erano attentati di una frangia terroristica. Ma le BR sono state I'espediente giusto per attaccare il movimento comunista, per diffamarlo, per mettere in cattiva luce i suoi militanti. I centri sociali attaccati con ancora più forza, sono tornate di

moda le frasi" i comunisti mangiano i bambini e bruciano le chiese". E ogni azione о parola è stru-mentalizzata. Ma non è niente di nuovo. Dal G8 di Genova del 2001, c'è stato un attacco costante dei media. Parlare di anarchici significa parlare di punk a bestia violenti, il comunista è un terrorista

о un disagiato. Noi ragazzi siamo visti, nel migliore dei casi, come utopisti, altrimenti come drogati, picchiatori,violenti. Sì, violenti; perchè la rara azione di pochi, è diventata I'azione costante di tutti. Violenza gratuita e.stupida, da condannare. Nonchè I'occasione per strumentalizzare un fatto di pochi e condannare un movimento che si richiama a ideali di uguaglianza sociale. E questo attacco della stampa, mette ancora più in risalto il silenzio che c'è intorno a forze dell'ordi-ne,imprenditori,militanti fascisti. Le forze dell'ordine, che con il loro manganello mettono a tacere le richieste pacifiche di un mondo migliore. Vedi Genova, e ascolta il tremendo silenzio che c'è stato, un silenzio che risuona ancora più forte di fronte all'attacco della stampa. E ricordati, quando tu lavoratore, vai in fabbrica, preparati a una guerra non dichiarata, più di 1000 morti all'anno sul lavoro perchè non vengono rispettate le norme di sicurezza. E ricordiamoci lo sfruttamento minorile e non, che avviene nei paesi del Terzo Mondo. Uno sfruttamento delle multi-nazionali Europee e Americane, che le nostre Democrazie accettano con un tacito silenzio. Un si-lenzio che significa assenso.

Ма поп scordiamoci Firenze, la nostra bella città, dove ormai tutti i muri sono ricoperti da croci celti-che dei movimenti neo-fascisti. L'ltalia ripudia il Fascismo. E quindi qual è la reazione delle autorità? Ancora una volta,silenzio,silenzio,silenzio. E i pestaggi, Ie ronde, dei militanti fascisti, vengono definite "bravate da ragazzi". Rifiutare questa Democrazia, la Democrazia dei Ricchi e dei Potenti, una Democrazia che nasconde la dittatura dei ricchi ai danni dei deboli, comporta I'attacco costante dei media, della polizia del mondo politico. L'unica violenza che posso accettare è la lotta di classe. Non è violenza, è la necessità di resistere di fronte a questo sistema. Non per questo non condanno la violenza fine a se stessa, condanno gli attentati delle BR, condanno la violenza contro il singolo.

Oramai, nоn si può più parlare di Stato Sociale, in quanto una rivoluzione comunista in uno stato

borghese, nоn avrebbe senso. Ma si può ottenere sicuramente un mondo migliore, uno stato più

giusto; e con gli attentati e i pestaggi поп si arriverà mai a questo. Ma la lotta sociale contro questo sistema I'accetto. E ricordatevi Voi, politici,imprenditori, forze dell'ordine, quando Ie masse capiranno Ie ingiustizie e i soprusi a cui sono sottoposte, allora la lotta di classe sarà forte e avrà un senso. E s'infiammerà e porterà avanti Ie proprie giuste richieste, e sarà Panico nelle strade, Panico ovunque

di Giacomo Pinzauti

PANICO

Maggio 2007 Attualità Pagina 6

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Cari studenti del Liceo Castelnuovo, come avete potuto ovviamente notare durante quest'anno scolastico i "nostri" rappresentanti di istituto hanno fatto svolgere le NOSTRE assemblee studentesche nel Circolo delle "Vie Nuo-ve", rinomato circolo della sinistra e comitato elettorale dell'Ulivo. Ma la scuola non era una isti-tuzione APOLITICA? Teoricamente sì, praticamente i nostri rappresentanti di istituto ci hanno costretto a riunirci sotto le bandiere rosse. NOI A QUESTE MISERE STRUMENTALIZZAZIONI NON CI STIAMO!!!! Per questo motivo abbiamo deciso di proporre una PETIZIONE che vieti lo svolgimento delle assemblee studentesche in luoghi politici (ovviamente sia di sinistra che di destra). Per troppi anni chi ci ha rappresentato si è divertito a inculcare i propri ideali nella testa degli studenti più giovani che, per l'età, non avevano un'idea ancora nitida su ciò che è la politica. Adesso un gruppo di studenti ha deciso di riunirsi sotto il nome del Nucleo Castelnuovo per creare una sana alternativa alle loro strumentalizzazione e al loro monopolio che da troppo tempo dura. PER UNA SCUOLA LIBERA, FIRMA LA PETIZIONE CONTRO OGNI STRUMENTALIZZAZIONE!!! NUCLEO CASTELNUOVO

di Matteo Conti

La redazione ospita questo appello e spera che il NUCLEO CASTELNUOVO possa accogliere i progressi

fatti dalla scuola che ha svolto le ultime assemblee presso l’ istituto Stensen.

Confidiamo che I padri Gesuiti (che gestiscono e hanno concesso i locali) siano sufficientemente apolitici...

Attualità Pagina 7 Maggio 2007

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non è il motto di qualche esercito di bravi soldatini intransigenti addestrati solo ad uccidere e obbedire, ma il mio. Il fatto è che sono stanca di essere “buona” e “caritatevole”. Stanca di sopportare tutti quei pietosi elargitori dall'alto di elemosine e lacri-mucce, di vedere il teatro Ariston applaudire commosso di fronte alla Ruggeri che con vocalizzi al miele chiede a Dio di sostituirla fisicamente ai bambini che ogni giorno muoiono schiacciati dal giogo della guerra. Non ho mai sopportato gli ipocriti, specialmente quelli che mentono a sé stessi prima ancora che agli altri: in tal modo infatti tendiamo a ricoprire qualsiasi nefandezza che commettiamo sotto un velo di false innocenza e inconsapevolezza. E i pietosi, a mio parere, sono i peggiori tra gli ingannatori di se stessi, perché ogni volta che si impietosiscono compiono un atto di disprezzo nei confronti di chi in quel momento ha bisogno d'aiuto: infatti, dall'alto del loro piedistallo, osservano comprensivi chi è nella melma, compiaciuti del non trovarvisi a loro volta. Nessuno sano di mente vorrebbe scambiare la propria vita, per quanto grigia e squallida, con quella di chi ogni giorno rischia la vita sotto le bombe, siamo d'accordo: si chiama istinto di sopravvivenza. Ma di qui a mettersi in pace la coscienza con poche lire ce ne corre. Senza contare che, senza una reale volontà di cambiare lo status quo, si tende a regala-re i pesci e non la canna da pesca, a mandare cibo ma a occupare le terre che dovrebbero essere colti-vate. E allora basta pietà, rimbocchiamoci le maniche, ognuno secondo le proprie capacità, per invertire la rotta autodistruttiva che abbiamo imboccato. Se fossimo medici, potremmo trasferirci per un po' in qualche ospedale simile a quelli di Emergency, nei quali non solo si cura ma si insegna a curare; se fossi-mo politici, potremmo per una volta accantonare lo sviluppo economico e occuparci di più della forma-zione della futura classe dirigente e del territorio affidatoci dai cittadini. Se invece siamo persone norma-li, oltre a sostenere organizzazioni che possono risultare effettivamente più utili di noi, sarà più che suffi-ciente prestare un po' più di attenzione all'ambiente (raccolta differenziata e risparmio energetico e idri-co non assorbono certo troppe energie!) e alle persone che ci circondano, magari con volontariato o simili. In conclusione il mio vuole essere solo un appello a smetterla con la commiserazione e con le ele-mosine della domenica, e a impegnarsi concretamente ogni giorno per cambiare la realtà con fatti: per-ché “verba volant, FACTA manent”.

Nessuna Pietà di Margherita Fossi

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Cari amici, se avete risposto "sì" a queste domande, oltre a ricevere tutta la mia amichevole compassio-ne, vi conviene tentare di salvare la vostra socialità con questa guida. Vi ricordo però che il seguire alla lettera questi consigli potrebbe portarvi verso l'infeli-ce via dell'omologazione... 1) Come prima cosa date un'occhiata ai vostri capi di vestiario: quelli, ahimè, influiscono in altissima per-centuale sull'idea che gli altri hanno di voi. Osservate il vostro armadio: i vestiti sono originali? Magari sullo stile di qualche paese asiatico? Colorati? Non firmati? Oh, poveri noi! Beh, è ovvio che i vostri simili vi di-sprezzano! Sbarazzatevi immediatamente di tale scempio della stoffa, anche se quei capi vi piacciono e sono nuovi. Recatevi in un bel negozio di qualche marca di grido e avvicinatevi furtivamente alla pri-ma commessa libera, lei dovrebbe essere un'ottima guida che vi accompagnerà per mano nel "meraviglioso" mondo degli abiti all'ultima moda, a scapito del vostro portafoglio ovviamente. In alter-nativa ecco qua una descrizione dell'abbigliamento-tipo dell'adolescente di oggi, che vi dovrebbe aiutare nella scelta del vostro nuovo guardaroba: -Se sei una ragazza indossa magliette scollate senza vergogna, tanto ormai è una mania diffusa e nessu-no ci farà caso. A meno che non si geli dal freddo in-dossa sempre la maglietta da sola, altrimenti ag-giungi una felpa. La felpa dev'essere necessariamen-te di qualche marca famosa; ultimamente vanno molto delle felpe orrende con motivi a stelle ossessi-vamente ripetuti su uno sfondo di colore omogeneo. So che molte di voi saranno disgustate da simile ca-po, questo perchè avete una punta di buon gusto, ma che ci volete fare? Vi ricordo che dovete seguire i dettami della moda. Ecco perché vi consiglio di pun-tare sui modelli più orrendi, ad esempio: felpa viola a stelle argento o un qualsiasi altro abbinamento di colori mal riuscito. Per i pantaloni scegli il jeans, tas-sativamente a vita bassa, in modo che quando ti siedi si veda una bella porzione di fondoschiena. Al-cune fonti attendibili mi dicono che la marca più in-dicata è la Angel Devil, che produce jeans tamarri

con delle enormi ali sul didietro sia per ragazzi che per ragazze. Per le scarpe puoi scegliere tra due mo-delli: le masochistiche ballerine colorate (calzature particolarmente interessanti: una volta messe ai pie-di cominciano una lotta sanguinosa contro i malcapi-tati ospiti che dura per tutto il giorno, fino al mo-mento in cui vengono finalmente tolte, sostituite da rilassanti ciabattine), oppure delle semplici e comode scarpe da ginnastica (il meglio del peggio). Per quanto riguarda gli accessori, indossa sempre un pa-io di occhiali da sole Ray Ban a prescindere dal tem-po (che potrebbe essere piovoso o sereno, ma tanto non fa differenza perchè li devi mettere lo stesso!): sono ottimi per guardarsi intorno senza che gli altri capiscano chi o cosa stai spiando, inoltre, per mezzo di un messaggio subliminale, comunicano al tuo in-terlocutore che 'egli ha una bellezza splenden-te' (oserei dire accecante), e questo genere di compli-menti lusingano molto l'adolescente medio. -Se sei un ragazzo indossa magliette larghe con l'effi-gie di qualche gruppo musicale famoso e la solita felpa che ho consigliato alle ragazze, disponibile an-che nella versione con i teschietti. Anche tu acquista jeans Angel Devil che dovranno giacere penduli tutto il giorno con il cavallo all'altezza delle ginocchia. Ov-viamente non dovrai preoccuparti dei rischi di mo-strare al mondo le tue belle natiche, perchè ciò non avverrà: indosserai infatti mutande o boxer monoco-lore nel cui centro titaneggia la marca produttrice. Usa comode scarpe da ginnastica di qualche marca famosa con il marchio bene in vista sul lato della scarpa; se, per qualche nefando caso, il marchio non fosse abbastanza in evidenza, puoi legare i lacci die-tro la linguetta e metterla così in primo piano, in modo da far notare a tutti, senza pericolo di frain-tendimenti, che 'tu hai delle scarpe firmate'. Anche tu, come le ragazze, indossa un paio di enormi oc-chiali Ray Ban, che con le loro enormi lenti dovreb-bero coprire un po' dei brufoli che ti ritrovi in faccia. 2) Un'altra componente piuttosto importante è lo zaino di scuola, e ha più o meno le stesse regole dell'abbigliamento: cestinate la vecchia cartella colo-rata e acquistate un omologante zaino firmato Ea-

Avete seri problemi a relazionarvi con i vostri simili?

I suddetti "vostri simili" non hanno niente di simile a voi se non le sembianze vagamente antropomorfe?

Non solo gli esseri appena citati, ma anche il gatto evita di stare in vostra compagnia per paura di fare brutte figure?

COME OMOLOGARSI

di Chiara Mugnai

Maggio 2007 Attualità Pagina 8

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stpack, simbolo inconfondibile della vostra apparte-nenza alla "massa studentesca normale". Nonostante esistano modelli Eastpack decorati con fantasie mul-ticolore, l'adolescente medio, cioè l'appartenente a quella categoria in cui stai cercando di entrare anche tu, predilige la versione monocromatica. Ma ovvia-mente sarebbe da idioti lasciare intonsa la superficie omogenea così invitante di quegli zaini, ecco perchè la maggiorparte degli adolescenti decora il suo Ea-stpack con scritte e simili per mezzo di antiestetici pennarelli indelebili neri. E questo è ciò che devi fare anche tu, o aspirante adolescente omologato, se-guendo le istruzioni che ti ho gentilmente preparato: -Cerca di ottenere firme e dediche da quei pochi a-mici che ti ritrovi, e se non ce ne hai, scrivine alcune tu. Questo genere di messaggio subliminale comuni-ca all'adolescente medio che tu sei un individuo con una discreta vita sociale, e quindi un potenziale ami-co. -Se ti senti in vena di fare il colto e vuoi citare frasi di libri o canzoni, scegli tra queste poche alternative (sono spiacente, ma lo scarso numero di opzioni è dato dall'ignoranza dei coetanei che non capirebbe-ro il resto delle citazioni): "Io e te 3 metri sopra il cie-lo" o (nella variante sintetica e molto più diffusa) "Io e te 3msc", qualche frase tratta da una canzone di Tiziano Ferro e simili, oppure, se proprio te la senti di fare il poliglotta, qualche citazione da canzoni di au-tori stranieri (in questo caso però, incorri nel rischio di scegliere un cantante sconosciuto, quindi consulta prima il punto 5). 3) Adesso avete l'aspetto abbastanza "normale", ma se qualcuno vi rivolge la parola probabilmente sco-prirà che non siete dei veri "omologati", bensì abili imitazioni. E' giunto quindi il momento di dare una svolta decisiva alla vostra metamorfosi: dovete alle-nare la parlata fino a che non avrete interiorizzato il gergo giovanile in tutte le sue sfumature. Non vi spaventate! E' più facile di quanto sembri! Basta utilizzare sì e no 15 parole e il gioco è fatto. Inoltre è importante che utilizziate i costrutti fissi e gli intercalari in modo da rendere più comprensibili i vostri discorsi ai coetanei. Esempio di conversazione tra adolescenti: "Ehi, com'è?" "Peso..." (parola che racchiude un enor-me sfera di significati, tutti negativi. Probabilemte l'adolescente in questione voleva dire: "Sai, oggi la professoressa potrebbe interrogarmi a latino e non ho studiato per niente, così mi trovo nei guai. In più stamattina mentre venivo a scuola sono stato inse-guito da un paio di cani feroci, probabilemente at-tratti dal panino al salame che avevo nello zaino". Ma è certamente più facile e sbrigativo dire sempli-cemente "Peso", non trovate?) "A me piglia bene!" (al coetaneo probabilmente è accaduto qualcosa di in-teressante, ma sa che il ragazzo con cui sta conver-sando è un menefreghista, come tutti gli adolescenti

d'altronde, per cui evita di dilungarsi nel racconto dei particolari) "E a xxx, tipo, cioè, come gli va?" (notare l'abuso di intercalari) "Mah, tranquillo." (questa pa-rola si presta alle traduzioni più disparate: xxx po-trebbe essere in ospedale con una grave malattia come potrebbe essersi appena sposato con la donna della sua vita, quel che importa è che non è un ele-mento di disturbo nel futuro prossimo, per cui "tranquillo") Non mi dilungo ulteriormente sulla comunicazione tra adolescenti, perchè mi sembra un concetto abba-stanza chiaro ormai. 4) Bene, adesso che sapete come parlare dovete tro-vare qualcosa di cui parlare (sappiate che l'adole-scente medio non si interesserà mai per più di due minuti al racconto degli avvenimenti salienti della vostra vita, per cui dovrete trovare altri spunti di conversazione). Per questo non c'è problema: passa-te almeno il 50% dei vostri pomeriggi davanti alla TV guardando tutti i reality, telefilm e programmi vari che sapete essere solitamente seguiti dai vostri compagni. All'inizio sarà difficile trattenere i conati di vomito, per cui vi consiglio di tenere un secchio a portata di mano durante la visione di suddetti pro-grammi. Dopo alcune ore di questo trattamento a base di programmi trash, il vostro organismo si sarà abituato e non reagirà più. Avrete così degli ottimi spunti di conversazione con i coetanei, che rimarran-no ammirati della vostra loquacità e cultura in cam-po televisivo. 5) La vostra metamorfosi è quasi completa, ma do-vete occuparvi di alcuni particolari, come ad esem-pio i gusti musicali. La maggiorparte degli adole-scenti idolatra esseri come Avril Lavigne, Tiziano Fer-ro, ecc... I gusti della massa, però, variano da città a città, da scuola a scuola, da classe a classe. Per capire a quale cantante appassionarvi, non dovete far altro che andare da un coetaneo qualsiasi e dirgli (con la solita parlata che avete esercitato nel punto 3): "Ehi, senti, ma tipo, se io voglio scaricare della musica da emule, cioè, tipo, quale mi consigli?" e lui/lei rispon-derà "Quelle dello zecchino d'oro!" (eh, beh, ci po-trebbe anche essere questa eventualità ma probabil-mente avete sbagliato persona perciò ritentate con qualcun altro), no, scusate, se è un normale omolo-gato vi dirà "L'ultima canzone di XYX! Piglia troppo bene!". A questo punto voi non dovrete far altro che ringraziare il coetaneo, andare a casa e iniziare a spararvi nelle orecchie la musica da lui consigliata, qualunque genere sia, tutti i giorni per almeno 2 ore. Ecco che sarete omologati anche musicalmente, e ciò dovrebbe essere molto gratificante, almeno dal vo-stro punto di vista. 6) Infine ci sono quattro cose da fare, ma sono opzio-nali, perchè vi farebbero salire di livello, e da

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"omologati normali" diventereste "omologati fighi", cambiamento talmente radicale che potrebbe farvi girare la testa. -Una è entrare in un gruppo di amicizie ristretto, il che viene visto dal resto dei coetanei come qualcosa di divino. Ci sono diversi tipi di "gruppi": gli adoratori di qualche cantante, gli adoratori di qualche scritto-re... il mio unico consiglio è di non entrare in un grup-po di adoratori del Diavolo perchè risulterebbe trop-po pericoloso. Queste confraternite di solito hanno come unico scopo quello di conversare quasi esclusi-vamente dell'idolo comune. Dev'essere piacevole e divertente farne parte, ma sinceramente io non ci tengo. -La seconda cosa da fare è farvi comprare un moto-rino; in questo modo vi potrete distinguere dalla ple-baglia (attenzione: in questo caso distinguersi va be-ne, ma non esagerate!) costretta a sfidare ogni mat-tina le leggi della fisica sopravvivendo in un autobus strapieno di gente, dove la massa totale dei passeg-geri è superiore alla capienza del mezzo. Il vetro del motorino può avere la stessa funzione dello zaino, cioè raccogliere dediche e scritte, a discapito ovvia-mente della visibilità della strada. -Il terzo consiglio che vi do è di mettersi a fumare. Sinceramente non riesco a capacitarmi del perchè il riempire di catrame i propri polmoni e accorciare la

propria esistenza sia considerato un atto così nobili-tante, fattostà che ciò accade, e la cosa migliore da fare è omologarsi senza farsi troppi problemi sulla salute. Se tu, o adolescente ormai volgarmente omo-logato, vuoi essere stimato e lodato dai tuoi coeta-nei, dovrai iniziare a fumare; ciò renderà molto più difficile la realizzazione dell'ultimo punto di questa lista, visto che pochi/e ragazzi/e gradiscono baciare un individuo il cui alito puzza di catrame. -L'ultima cosa è fidanzarvi. So che sembra una cosa impossibile, ma probabilmente voi pensate che quando uno si fidanza lo debba fare forzatamente con una persona di cui è innamorato. Ebbene, que-sta credenza è stata ormai cancellata dall'abitudine sempre più diffusa tra gli adolescenti di fidanzarsi con un qualsiasi essere gradevole alla vista e verso cui si provano sentimenti di pura e semplice simpati-a. A me, come a tanti altri credo, non sembra una cosa tanto normale, ma attraverso accurati studi antropologici condotti sul campo sono arrivata alla conclusione che: chi è fidanzato viene universalmente considerato "figo" per il semplice fatto che riesce a trattenere a sè un altro essere umano, avvenimento, quest'ultimo, la cui importanza non va sottovalutata in una società dove gli adolescenti sono inguaribili egocentrici.

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di Filippo Cosi

Crediti L’inganno dell’interesse

Crediti. La parola che entra a far parte del vocabolario e della vita di tutti gli studenti che co-minciano a frequentare la terza liceo. Per chi non lo sapesse i crediti sono dei punti che si rice-vono alla fine di ogni anno scolastico in base alla media raggiunta, e che poi si accumulano e servono a raggiungere il massimo dei voti alla maturità. Questo sistema impedisce agli studenti di studiare solo il minimo indispensabile per non essere bocciati, di chiudersi in casa un mese prima degli esami di stato uccidendosi di studio e di ricevere ugualmente cento e lode. Dall’altra parte li porta a competere fra di loro e spinge quegli alunni con scarso interesse per la scuola ma molto diligenti, a studiare tanto da raggiungere medie molto elevate in tutte le ma-terie. Spesso questi alunni vengono favoriti rispetto a quelli che invece hanno un forte interesse in alcuni campi e che però sono mediocri in quelli per cui provano noia e disinteresse. Il sistema dei crediti sfavorisce coloro che hanno un approccio “normale” e di interesse intelligente per la scuola ed esorta gli studenti a mirare ad una media alta eccellendo in tutto, dando l’apparenza di interesse in tutte le materie, cosa assolutamente impossibile, quando in realtà l’eccessivo studio li porta a provare disgusto per queste e a renderle quindi prive di interesse e di necessità di approfondimento. Inoltre questo sistema induce gli alunni, con poca voglia di studiare e scarsi interessi, alla copiatura; metodo diventato una vera e propria arte che è elo-giata da quest’ultimo tipo di studenti che definiscono chi riesce a raggiungere voti alti, fregan-do l’insegnante e non studiando niente un grande e un “fico”. Il termine scuola deriva dal gre-co “scolé”; che in antichità era il tempo libero dedicato all’arricchimento culturale di se stessi… Io mi sono trovato “catapultato” in questo sistema di crediti che non approvo quasi per nulla; ma spero che i miei professori abbiano abbastanza buon senso nel favorire maggiormente chi ha degli interessi rispetto a chi studia solo per la media e spero anche che chi coltiva una pas-sione per qualcosa, continui a farlo perché questo è quello che veramente conta nella vita.

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Aprile 1906 Sarebbe partito l’indomani, lasciando a Genova la famiglia, alla volta della grande America. A-merica: solo il nome lo faceva fremere di eccitazione, come un bambino di fronte ad un giocat-tolo nuovo, perché quel continente significava per lui la possibilità di ricostruirsi una vita. L’addio fu doloroso, soprattutto per la figlia Annetta, troppo piccola per capire; ma lui partì o-stentando fierezza, era il suo dovere, come capofamiglia, provvedere a moglie e figli, in ogni modo. La nave strabordava di gente come lui, napoletani, veneti, siciliani, giovani, vecchi, mori o bion-di, ma tutti con le stesse aspettative di trovare in America lavoro, soldi, libertà. Partì così, una valigia di cartone in mano, 50 lire in tasca, la speranza nel cuore. Giugno 2006 E’ la terza volta che Marika è costretta a sporgersi oltre il parapetto in un urto di vomito. Il pro-fondo blu, lo chiamano; a lei pare piuttosto nero, il nero della morte. Vagiti di bambini, pianti disperati, urla di terrore, vagano tra le 163 persone stipate sulla barca di 15 mt. x 3. Se tutto va bene, ancora quattro ore di viaggio. Se tutto va bene. Marika si sente sperduta in quella città così caotica, rispetto al suo villaggio di capanne nella savana africana; ma sa che l’insicurezza non può essere sua compagna in tale situazione. Rice-ve sguardi ostili per strada, spesso pure insulti; anche questo le serve ad imparare quella lingua e quella cultura tanto diversa dalla sua. E imparare è indispensabile, per poter trovare un lavo-ro. E’ clandestina, Marika, e può prestare servizio solo a nero, come badante per anziani, barista notturna, lavapiatti, una giostra di mestieri che cambiano in continuazione, a cui si deve abitua-re nonostante numerose rinunce. Ma è felice, perché può inviare medicine a casa, la sua vera casa, dove il piccolo Jacob attende. E se la “licenzieranno” e non troverà più alcun lavoro, e sarà obbligata ad accettare la proposta del viscido Antonio, sebbene lui e il suo “lavoretto” le facciano schifo, e dovrà sputare ogni sera sangue e lacrime amare, lo farà. Per il suo fratellino questo ed altro. Cento anni di distanza, diverse nazionalità, stessa situazione. Non dobbiamo dimenticare di essere stati anche noi emigranti. Non dobbiamo dimenticare di essere stati anche noi emigranti. Non dobbiamo dimenticare di aver sofferto le medesime pene, di aver sognato il medesimo futuro. Non dobbiamo dimenticare che “loro” sono uomini come noi.

EMIGRATI O EMIGRANTI di Francesca Tucci

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“La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà,

intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della

Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le loro libertà a

noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà

altrui in nome dei principi loro” (Gaetano Salvemini)

Da tempo immemorabile l’uomo ha tentato di ovviare all’inadeguatezza delle sue conoscenze affidando ad una forza trascendente la creazione ed il fine ultimo dell’esistenza; la religione nasce come strumento per rimediare all’infelicità e all’insensatezza della vita: sem-bra quindi che essa sia del tutto necessaria, in quanto fornisce all’uomo un barlume di felicità, o almeno la speranza di ottenerla in un’altra vita; ma, come ci ricor-da acutamente Marx, “eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale”, in modo che essa possa regnare in questo mondo. La causa per cui la religione è potuta sopravvivere per così tanti anni è forse da scorgere in motivi materiali nascosti dietro di essa: la religione può infatti facilmen-te venir adoperata come un vero e proprio strumento di regno, per mantenere buoni certi individui o certi ceti sociali con vane promesse di una vita ultraterrena in cui rifulga l’uguaglianza, o intimorendoli con le mi-nacce di un dio in grado di castigare chi infrange la legge in vigore. Evidentemente, tutti possono facil-mente capire come sia facile e vantaggioso slacciare le briglia alla fantasia e crearsi un dio, cercando poi di far sì che tutti credano nella sua esistenza: dico facile per-ché non costa neanche un grande dispendio di forza intellettuale, dico vantaggioso perché, introducendo una forza superiore agli uomini capace di punirli o di premiarli, si impone al popolo di comportarsi come vogliamo, o meglio, a seconda di come vuole il dio che abbiamo inventato; e così diventa facilissimo tene-re a bada il popolo, da sempre soggiogato in maniera più o meno evidente alla volontà dei potenti, i quali possono rivendicare e giustificare la propria superiorità appellandosi ad un misterioso volere divino: Dio, colui che ha creato il mondo e tutto può, ha scelto che le cose andassero così, che alcuni avessero più diritti ri-spetto ad altri, ma che, nel presunto regno dell’aldilà, regnerà l’uguaglianza, e chi si sarà comportato bene, non nuocendo ai potenti e non sovvertendo la situa-zione vigente, potrà godere di una vita beata. “Quanto più l'uomo è religioso, tanto più crede; quan-to più crede, tanto meno sa; quanto meno sa, tanto è più ignorante; quanto è più ignorante, tanto è più governabile” diceva John Most. Il problema, a mio parere, è che da sempre l’uomo sente l’esigenza di credere in qualcosa, e, così, la reli-

gione diventa un vero e proprio “oppio” di cui non si può fare a meno, un “narcotico con cui l’uomo con-trolla la propria angoscia ma ottunde la propria men-te”. È arrivato il momento di aprire gli occhi e di vede-re con la propria ragione, che magari non può risolve-re ogni problema, tuttavia può in ogni caso dire la sua, e resta comunque il solo strumento conoscitivo a no-stra disposizione: “la ragione è un po’ come una can-dela che ci illumina il cammino, certo sparge una luce fioca incapace di illuminare ogni cosa, ma, in assenza di lampadari o di fari, dobbiamo accontentarci e fare un buon impiego di essa”. Come ci ricorda uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, "La ragione umana ha il destino particolare di essere tormentata da pro-blemi che non può evitare, perchè le sono posti dalla sua stessa natura, ma dei quali non può trovare la so-luzione, perchè oltrepassano ogni suo potere" (Kant). A mio parere, Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso chi si sforza di adoperare al me-glio la propria ragione per far luce sulle realtà più o-scure. È come se, non riuscendo a trovare altre possi-bili risposte, si dovesse ricorrere ad una causa esterna invisibile e fittizia per mettersi il cuore in pace, per evita-re un dispendio energetico di forza intellettuale. Certo, è più facile dire “Dio ha creato il mondo”, che non sforzarsi di capire come esso sia nato, ne convengo; ma anche questo non ci permette di capire molte co-se in più: ora so come è nato il mondo, ma non so come è nato Dio! Il problema si sposta ma non si risol-ve; e allora apprezzo maggiormente la concezione panteistica, che vuole l’intero universo come dio: non so come esso sia nato, però ha la facoltà di creare o-gni cosa. Non voglio ora dilungarmi sul problema del rapporto di Dio con i mali e le sofferenze nel mondo, non baste-rebbe lo spazio; ma non posso nascondere gravi dub-bi che si presentano alla mia mente da troppo tempo: perché Dio dovrebbe tollerare la tortura fisica, le indici-bili sofferenze di un malato terminale, la morte di un bambino inerme, Auschwitz, le guerre e le catastrofi naturali? Sta forse a guardare mentre accadono? Qualsiasi retorica religiosa non può in alcun modo giustificare questi ed altri analoghi fatti. Il cristianesimo si basa su un ideale di redenzione che strumentalizza la sofferenza: esso considera la sofferenza come lo strumento per una più alta riconciliazione dell’uomo con Dio. A mio parere, è questa una grave offesa a tutti coloro che soffrono, hanno sofferto, e soffriranno. I devoti, incapaci di accusare Dio di malvagità, si abi-tuano a considerare i più duri colpi della sorte come prove indubbie della bontà celeste. Un incredulo dice-

Morte di Dio e nascita del relativismo: l’uomo ritrova se stesso

di Damiano Bonaguidi

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va giustamente: “Se il buon Dio tratta così quelli che ama, lo prego con tutto il cuore di non pensare a me”. In conseguenza di queste brevi riflessioni, non possia-mo che arrivare ad una drammatica e tragica consta-tazione che verrà respinta da quanti continueranno a credere in un essere trascendente e in verità assolute, ma accolta da quanti avranno finalmente ritrovato se stessi: Dio è morto. Ecco, allora, che “una nuova era è sorta nel mondo”, un’era nella quale “l’uomo è per l’uomo l’essere supre-mo”. “E così, con la nuova e fantastica scoperta, si apre un mare innanzi a noi, un mare che non era mai stato così aperto: e i protagonisti assoluti siamo noi, non dio. Si tratta di un mare per molti aspetti periglioso e ricco di insidie, ma è il nostro: infinitamente più grande di prima, quand’esso era sovrastato dall’inquietante pre-senza di dio, il quale, come una nebbia offuscante, si è diradato dopo secoli di permanenza”. L’aspetto fondamentale è l’aver risolto tutta la Totalità nella coscienza; l’uomo è diventato padrone di sé, e, in quanto di sé, anche di tutta la realtà. Questa non avrà più un’essenza oggettiva; la sua essenza sarà ciò che di volta in volta la coscienza individuale le trasmetterà. L’ “Interpretazione” diventerà l’essenza di una realtà che è in sé priva di senso. La metafisica diverrà qualco-sa di assolutamente soggettivo. Ecco la nascita del soggettivismo, ecco la nascita del relativismo. Nessuna verità verrà presa come assoluta, nessun aldilà potrà impedirci di realizzare la felicità in questo mondo, nes-sun uomo potrà togliere la libertà ad un altro uomo, nessun dio potrà schiavizzarci. Riconoscere che ogni verità è, e solo può essere, soggettiva, è il primo passo verso quel dialogo costruttivo volto a garantire una società futura sempre migliore. Dopo queste considerazioni, non posso che esprimere brevemente il mio parere assolutamente soggettivo e personale, aperto ad ogni tipo di critica, soggetto a

modifiche, miglioramenti o contestazioni: credo che sia un’accettazione totale della realtà (come fa, ad e-sempio, la destra hegeliana), sia una non accettazione totale della realtà (come fa, ad esempio, Schopen-hauer), portino necessariamente ad uno stato di stasi perpetua da cui non sia possibile uscire; solo una co-stante critica della società porterà ad un costante mu-tamento, e miglioramento, di essa. Credo inoltre che sia molto importante considerare questa realtà (in sé, ripeto, assolutamente priva di senso) e il corso della storia, come qualcosa di fondamentalmente razionale, che, attraverso anche momenti drammatici, giunga infine alla costituzione di una società dove viga l’imperativo (soggettivo) “ognuno secondo le sue ca-pacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”; l’unica meta che ritengo, se non oggettiva, almeno soggettivamen-te universale, è la completa uguaglianza non solo poli-tico-giuridica, ma anche economico-sociale di ogni essere umano: solo allora potremo, a mio parere, dire di aver compiuto appieno il processo razionale della storia; ma fino allora non potremo né dovremo mai permetterci di trascurare la società. Concludo con una dichiarazione che ritengo sia il ful-cro, il punto principale di quanto fin ora espresso, e che spero dia modo di far riflettere e di far tornare l’uomo ad esser di nuovo padrone di se stesso: il relati-vismo e il costante confronto di idee: ecco il progresso, ecco la vita; l’assolutismo e l’accettazione incondizio-nata di dogmi: ecco il regresso, ecco la morte. Damiano Buonaguidi V A

Caro Elia, mi limito a scrivere poche righe in risposta alla tua lettera, dato che io, come chiunque altro studente appartenente a questa o ad altre scuole, non ho un giornalino proprio nel quale poter scrivere sei o sette articoli. Due sole considerazioni. In primo luogo, francamente, speravo che tu approfittassi dello spazio a te concesso per scusarti di aver offeso la moglie di un uomo morente (Welby, per la precisione); a quanto pare, hai risolto la questione limitandoti ad affermare che ho “estrapolato ad arte, da un contesto più vasto, singole affermazioni” (esemplificativa, a questo proposito, la frase di un certo Dan Barker “Tu puoi citare cento riferimenti per mo-strare che il Dio biblico è un sanguinario tiranno, ma loro scoveranno due o tre versi che dicono <Dio è amore>, e loro dichiareranno catego-ricamente che TU prendi le cose al di fuori del contesto!”). Mi dispiace che tu usi questa vuota retorica, continuando ad evitare il problema di fondo dell’intera questione; e allora mi chiedo dove sia finita la carità cristiana… Forse, ma è solo un’opinione, dietro lunghi giri di parole volti a nascondere la vera essenza del messaggio cristiano, ovvero la totale e assoluta obbedienza a precisi dogmi, l’inadempimento dei quali pregiudicherebbe l’intera dottrina. Ecco, forse, perché hai deciso di non scusarti: la religione cristiana è infallibile, e, in quanto tale, non può permettersi di riconoscere i propri errori. Arroganza e presunzione: ecco due “sostantivi” (dico bene Elia?) che ben caratterizzano il messag-gio cristiano. Per quanto riguarda, invece, le tue considerazioni su questa scuola, effettui, a mio parere, un paragone del tutto assurdo: partendo dalla tesi che il giornale unico non possa essere il modello di uno stato democratico, arrivi a paragonare questa scuola ad un regime dittatoriale a par-tito unico; in pratica, affermi che questa scuola non sarà mai veramente libera e democratica finché finanzierà un solo giornalino; ma, vedi, ci sono almeno due gravi errori in questo ragionamento: 1. forse ti è sfuggito che i finanziamenti della scuola non corrispondono esattamente

DALLO SCORSO NUMERO...

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Il MARXISMO APPLICATO ALLA SCUOLA

Nella scuola lo studente è costretto a vivere due vite: l’una come uomo all’interno dei

suoi desideri egoistici, l’altra come alunno modello all’interno della scuola. Ma invece di

essere la scuola ad imbrigliare i desideri egoistici dell’uomo e ad elevarli nella sfera su-

periore della collettività, sono le pulsioni individuali ad imbrigliare la scuola e a degra-

darla. Ne consegue che nella scuola c’è una uguaglianza formale e una disuguaglianza

sostanziale. Per cui va respinto tutto l’apparato scolastico attuale, comprese alcune

grandi conquiste come le libertà personali e il principio di rappresentanza, che sono

rispettivamente espressioni di particolarismi e causa di scissione fra eletti e votanti. Ora,

il corpo insegnante non considera il sistema scolastico vigente come uno dei sistemi

scolastici fra i tanti, bensì lo eternizza, considerando metastoriche alcune delle sue ca-

ratteristiche, e non scorgendo invece l’opposizione reale fra insegnanti e alunni che si

manifesta poi nell’assenteismo. La società scolastica si compone di due elementi: le for-

ze studentesche e i rapporti di valutazione. Poiché i rapporti di valutazione si manten-

gono solo finché favoriscono le forze studentesche, e poiché, essendo i rapporti di valu-

tazione statici per loro natura, si sviluppano meno velocemente delle forze studente-

sche, ne segue un necessario abbattimento dei primi. Su questa struttura si erge una

sovrastruttura politico-morale-culturale detta Consiglio di istituto, la quale è però sem-

pre vincolata alla struttura su cui poggia e non ha vita indipendente, poiché non è la

coscienza dello studente a formare il suo essere, bensì il suo essere studente a formare

la sua coscienza. Tutto il problema scaturisce dal fatto che la proprietà dei mezzi di valu-

tazione è in mano agli insegnanti, che possono così espropriare gli studenti della loro

umanità e della loro essenza, che è quella dello studio libero e creativo. L’unico modo

per ridare agli studenti ciò che gli è stato ingiustamente tolto è la rivoluzione sociale e

l’occupazione della sala professori e della presidenza. Così, come lo studente si è smarri-

to nella società delle classi, potrà finalmente ritrovarsi in quella assoluta del cazzeggio.

a quelli di uno stato, ed è quindi già tanto che essa ci fornisca i fondi per realizzare un giornalino libero e incondizionato da qualunque ideologia (cosa che per altro non avviene nel tuo, teso a diffondere una mitologia a carattere univoco ribadita in quasi tutti gli articoli, esclu-so, forse, il “cruciverba di Albert”). 2. Se la scuola dovesse finanziare un giornalino per ogni diversa ideologia, ogni studente pretenderebbe un proprio giornalino, e l’istituto si troverebbe brevemente in bancarotta; e allora, correggimi se sbaglio, non è più economico finanziare un solo giornalino che sia espressione di più idee, piuttosto che diversi giornalini espressione ciascuno di un’idea propria? Dov’è, in tutto questo, l’ostacolo alla libertà a te tanto cara? Non sei forse tu in errore, a pretendere che ti vengano elargiti soldi per propugnare idee personali? È diventata, credo, tanto inopportuna quanto ridicola l’accusa che muovi alla scuola in ogni “benedetta” edizione. Pubblicalo pure il tuo “santo” giornalino, ma, per favore, limitati a ringraziare il tuo dirigente / partito / anonimo finanziatore, senza più mettere in dubbio la libertà che ci concede questa scuola: è, quest’accusa, un insulto all’intelligenza di ogni studente e di ogni docente. Infine, ma è solo un’ opinione personale, riconosci almeno che, grazie alle notevoli somme economiche di cui disponi (il “dio denaro” a volte fa miracoli… peccato non appartenga a tutti…), stai cercando di “manipolare” centinaia di individui, stai tentando di non farli ragionare con la propria testa, di far loro accettare verità assolute senza che possano essi, da soli, trovare in se stessi verità soggettive, lontane da qualsiasi “pseudo - rivelazione”. Sperando, ancora una volta, di esserti stato utile, ma non sperando ormai più in tue prossime scuse, ti porgo comunque i miei più vivi salu-ti, con amicizia, Damiano Buonaguidi V A

...Di Giacomo Viggiani

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Chuck Norris può calcolare il perimetro di u-na figura retorica. Non è vero che la libertà non ha prezzo. Sem-plicemente, la libertà è di Chuck Norris. E non è in vendita. Nel Libro "1984" la popolazione mondiale ve-niva spiata dal Grande Fratello. Ma nessuno sa che il Grande Fratello era a sua volta spiato. Da Chuck Norris. Chuck Norris può ballare in playback. Quando Chuck Norris vince una mano a po-ker, la appende ancora sanguinante allo spec-chietto del pick-up. Geova è testimone di Chuck Norris. I jeans di Chuck Norris, oltre ai passanti, han-no anche il lungomare. Il pick-up di Chuck Norris ha una marcia in più. Quella funebre. Il telecomando universale di Chuck Norris ha anche il tasto "Diluvio". Chuck Norris può prenderti a schiaffi con le mani in tasca. Nudo. Chuck Norris, una volta, ha fermato un proiet-tile con i denti. Il proiettile l'aveva sparato lui. Come diffusori audio, al pc di Chuck Norris sono collegate due casse. Di birra. Ghiacciata. Per spannare un vetro un automobilista utiliz-za un panno di pelle di daino. Chuck Norris ha una mandria di mufloni nel cruscotto del pick up pronti per ogni evenienza.

Se Chuck Norris schiaccia "muto" sul teleco-mando mentre guarda un film, gli attori fanno silenzio e iniziano a comunicare a gesti. A Londra girano bus a due piani. Il pick-up di Chuck Norris ha la taverna. Quando Chuck Norris parcheggia il pick up davanti a un'abitazione col passo carrabile, il carro attrezzi porta via la casa. Nella Ducati desmosedici di Stoner non ci so-no cavalli in più, ma Chuck Norris che li rin-corre. Da bambino, Chuck Norris prendeva ripeti-zioni di musica da Paganini. Gratis. Se stai guardando Chuck Norris allontanarsi sempre più verso l'orizzonte, piano piano di-venti sempre piu piccolo. Chuck Norris può farsi il nodo alla cravatta con il collo e allacciarsi le scarpe coi piedi. Chuck Norris ha aperto quella porta Chuck Norris ha scalato l'Etna. Dall'interno. Nel suo frutteto, Chuck Norris coltiva gli Avo-cado del Diavolo.

CHUCK NORRIS

Satira & Varie Pagina 15 Maggio 2007

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Marco, Azione gay e lesbica di Firenze

Don Marcello, parrocchia di S. Gervasio

Dottoressa Irene Parigi, psicologa

Don Marcello ha preferito mettere per scritto le sue risposte, mentre Marco e la dottoressa

Parigi sono stati intervistati oralmente.

1) Come definisce l'omosessualità?

Marco "L'omosessualità consiste nell'attrazione tra due persone dello stesso ses-

so."

Don Marcello " Prima esistevano solo comportamenti o tendenze preferenziali. Gli

omosessuali non ponevano problema come categoria a se stante. Esistevano semplice-

mente persone che per motivi diversi ponevano in esse comportamenti sessuali omoses-

suali accanto a quelli eterosessuali . Solo nel secolo scorso maturò la percezione di una

categoria di persone che pongono in esse comportamenti omosessuali, allora si pose il

problema delle cause di tale ‘anomalia’ dando luogo alla medicalizzazione e con essa la

marginalizzazione della categoria. Questo ha dato luogo alla reazione delle persone omo-

sessuali di difendere il proprio diritto di essere se stessi.”

Dottoressa P.- "Considerando normale l'eterosessualità, l'omosessualità è una di-

storsione dalla normalità."

2)Quale è l'opinione della Chiesa sull'omosessualità?

Marco- "Il Vaticano vede tutti gli atti omosessuali come un peccato da condannare.

La Chiesa ci accetta solo se non viviamo la nostra sessualità."

Don Marcello-"La teologia morale cattolica nella sua esposizione sistematica è ri-

masta in tema di omosessualità sostanzialmente immutata per ben oltre un millennio.

Nei documenti officiali della Chiesa appaiono solo nel 1975 per affermare il rispetto

e la dignità dovuta a loro, non invece ai loro comportamenti sessuali. A tutt'oggi il

comportamento sessuale viene valutato in se stesso contro natura e non nel quadro

della globalità della persona."

Dottoressa P.- " Secondo me la Chiesa è troppo rigida nei confronti degli omo-

sessuali. Bisognerebbe non dividere le persone in etero e gay."

3)Una persona nasce o diventa omosessuale?

Marco- "E' un po' un mistero, ma generalmente in età precoce si diventa consapevo-

li, magari inconsciamente, della propria sessualità."

Don Marcello-"A partire dalla seconda metà del XX sec. la ricerca scientifica ha

conosciuto importanti approfondimenti nella comprensione della sessualità umana,

che credo debbano essere presi sul serio dalla teologia morale insieme all'esperienza

umana."

Omosessualità

Risposte a Confronto

A cura di Calina Mladenova

Maggio 2007 Attualità Pagina 16

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Dottoressa P.- "Diventa, perchè da piccoli non si ha la consapevolezza della pro-

pria sessualità."

4) Che cosa induce all'omosessualità?

Don Marcello-" Tanti fattori ambientali, anche predisposizioni genetiche che reagi-

rebbero a fattori ambientali. Allo stato attuale poco sappiamo dei fattori e poco o

nulla sulle predisposizioni genetiche. Sappiamo però con certezza che l'identificazio-

ne di genere è praticamente irreversibile."

Dottoressa P.-"Dei problemi con l'altro sesso possono indurre a sentirsi a proprio

agio solo con una persona dello stesso sesso."

5) Perchè gli etero, nella maggior parte dei casi, giudicano negativamente gli

omosessuali?

Marco-" Ci sono delle tradizioni culturali omofobe che vengono imposte alle perso-

ne. In Italia specialmente la Chiesa cattolica propone un discorso di condanna. Co-

munque c'è stato un grande progresso negli ultimi anni."

Don Marcello-"Non si deve sempre giudicare. Ma in questa realtà ancora poco co-

nosciuta in profondità, occorre tener conto ancora di più della complessità della

sessualità, cosi come essa è sperimentata interiormente da ogni essere umano."

Dottoressa P.-" Per paura, sopratutto nell’uomo, di trasgredire al classico modello

di normalità, cioè l'uomo è forte e la donna è dolce."

6) Anche gli omosessuali giudicano negativamente gli etero?

Marco-"Ci può essere un'eterofobia' , un rifiuto nei confronti degli omofobi, ma è

una condanna limitata. Non si può condannare il 90% dell' umanità."

Dottoressa P.-"Più che gli etero, giudicano negativamente gli omofobi."

Una casa vuota, una strada.

Un ricordo che ora non c’è più.

Tutt’intorno aleggia un morboso senso di morte.

Per il vento, ora dolce, ora forte,

sbattono tuonando le porte.

Ma nessuno le può sentire.

Solo tu sapevi perché teneva le persiane socchiuse,

o perché di notte si legava i capelli.

Solo tu. Ma di te chi sa più?

E nella cenere, sommerso, ti smarrisci.

Era lì, quel bambino, solo;

lì sulla spiaggia deserta, alle due di notte.

Alle due di notte il cielo era terso,

e le stelle luccicavano, candide.

Si avvicina all’acqua, la sfiora;

si tuffa e comincia a nuotare.

Alle due di notte l’acqua era torbida,

mite e misteriosa.

Alle due di notte, l’acqua, affascinante,

si confondeva col cielo,

le onde si confondevano, pure.

E lo sorprendevano.

Nuotava, nuotava, verso l’orizzonte,

verso il nulla.

E così, inghiottito dall’acqua, dal cielo, dalle stelle,

il bambino scomparve.

Il bambino solo, che giaceva sulla spiaggia,

affogato; scosso solo da un brivido di freddo.

Stefano Polizzi

POESIA

Attualità Pagina 17 Maggio 2007

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Ed ogni giorno sei solo. Camminando lungo una strada incontri tanti volti che ti concedono uno sguar-

do, tanti volti buffi, da schiaffi, truzzi, fatti o solamente volti.

Ma questo molto spesso non lo noti, la vita della città ormai ti ha abituato a viaggiare in mezzo a

sconosciuti a non fissare la tua attenzione sul prossimo e così rientrano, risucchiati da questa grigia

omogeneizzazione, nel naturale paesaggio cittadino.

Cammini, la tua musica negli orecchi ti fa appena sentire il sobbalzare dei tuoi passi, anzi, anche

quello ti è tolto, questa ti estirpa infatti dalla realtà per farti raggiungere pensieri lontanissimi da

Firenze o magari il nulla.

Forse però quella musica è proprio quello che ti salva dall'essere fagocitato anche te dal noioso ritmo

blando della monotonia (come si scrive bene questa parola, provate anche voi... monotonia:)) stai

camminando trascinato dalla solita corrente della fretta, ormai d'obbligo in questa società, che ac-

compagna il tuo tragitto mattutino per raggiungere la scuola, non per niente è completamente as-

sente durante una forca... stai camminando quindi così, estraniato dal mondo, quando all'altezza di

via Giusti (incrocio con Borgo Pinti) il tuo sguardo incontra accidentalmente quello di un’altra perso-

na. Sembra veramente incazzato nero, di quelli che si svegliano male e così finiranno la giornata.

Già, sembra divorato da una di quelle angosce che ti strappano dal concreto per farti navigare tra i

pensieri più disparati. Ma ciò in fondo non è poi così raro nè quel ragazzo poi così poco comune,

quindi ancora fremendo per l'angoscia del giorno scolastico continui a passo svelto il tuo tragitto...

E così ancora una volta sei solo. Cammini scandagliando il terreno con sguardo furibondo... il mondo

in cui sei capitato è davvero una merda, probabilmente se fossi nato qualche centinaia di anni prima

allora sì che saresti stato bene, signorotto di qualche famiglia agiata per la vita, ma a questo non

pensi, il mondo è una merda.

I tuoi passi pesanti ti provocano un tremito per tutte le membra, che si unisce alla forte tensione che

hai già per conto tuo.

Cazzo, c'era proprio bisogno di sputartelo così in faccia, pensi... se c'è una cosa che ti fa incazzare è

quando la tua ragazza ti riattacca in faccia per non farsi più sentire per ore, ma ora la lasci, stai

pensando, questa volta ha sorpassato il limite, anzi no, ora andrò da lei e le dirò tutto, tutto quello

che mai le ho detto! Alzi la testa per guardare il tuo cammino, incontri lo sguardo di un giovane stu-

dente, ti fissa per un attimo ma non sembra neanche notarti, riguardi il tuo cammino, ritorni ai tuoi

pensieri; questa volta quei cazzo di occhioni non basteranno a zittirmi, questa volta tirerò fuori la

palle e farò valere le mie ragioni, già è finita cazzo... questa volta.... questa volta..... ma anche

questa volta non farai proprio nulla, ti comprerai un pacchetto di “Lucky strike” e telo finirai su di

una panchina di Pzz.le Donatello, anche questa volta ti ricorderai che l'ami...

Il gesto sgarbato di quel ragazzo che ti ha urtato per pagare per primo alla cassa ti ha un po' indi-

spettito, ma d'altronde si vedeva lontano un miglio che aveva i suoi cazzi e comunque chissene, oggi

sei felice e lo rimarrai per tutto il giorno. E' un lunedì e non c'è niente di più bello che iniziare la set-

timana con una buona colazione e molta calma. Così già da ieri sera, ti eri prefissata una di quelle

sveglie lente e pacifiche, una doccia finalmente goduta ed una colazione invidiabile. Ovviamente te,

ancora pischellina del liceo, ti eri decisa ad entrare a lezione con un'oretta di ritardo, tanto per non

essere poi mangiata dai sensi di colpa di una forca gratuita.

Ma il tuo ritmo così agiato, la tua completa assenza di preoccupazioni non bastano certo a rendere

questa giornata “perfetta”...hai davanti ai tuoi occhi il tuo desiderio più bramato, il tuo sogno nel

FOLLA

Maggio 2007 Racconto Pagina 18

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cassetto, il ragazzo che ti ha fatto letteralmente impazzire per più di un anno e che sei riuscita solo

dopo mesi di esercizi sulla respirazione e sull'autocontrollo, a fartelo presentare da unamicodiunami-

co. Ed ora la Fortuna tel' ha buttato lì, tanto inaspettato quanto gradito, su un piatto d'argento. Sta-

te facendo colazione insieme! Te lo mangerai vivo... vedi, già sorride, si diverte! Ora gli chiederai il

numero, uscirete e..... Si, questa sarà una bellissima giornata.

Ma questa che cavolo vuole? Ora perché ci ho parlato una volta che mela devo sorbire per tutta l'ora?

e dire che ero venuto qua per stare tranquillo, per studiare! E dire poi che prima ci mancava poco

che non rovesciasse tutto il cappuccio su quel tizio...cacchio, stai un po' attenta ciccia!e poi quando

deve parlare diventa tutta rossa, fa due grandi respiri e dice parole disconnesse e balbettate, mica

la interrogo!Che palle.... Vabè continuiamo a sorridere e speriamo che quest' ora passi presto...

Sei solo. Ti leggi il tuo giornale nella noia di tutti i giorni, sei vecchio e gli anni, dentro questa città,

si fanno sentire più che mai. Qui sei nato e qui morirai e mentre te, poi in fondo, sei rimasto sempre

lo stesso, tutto intorno è cambiato.

Il grigio squallore del piombo che respiri ormai da anni ti ha ingiallito la pelle e ti ha strappato, re-

spiro dopo respiro, anche l'ultimo sorriso. La vita d'altronde gli ha dato una mano. Ora siedi sul solito

tavolino del solito bar e leggi le solite notizie del solito giornale, la “gazzetta” perché in fondo del

mondo non tene frega proprio niente. Un cappuccio, due cucchiaini di dietol e mezza pasta perché

ormai si è vecchi... vedi davanti a te due ragazzi, coppia stranamente assortita, pensi, e nel grigiu-

me che ormai è penetrato anche nel tuo pensiero in loro vedi solo una ragazzina invaghita ed un gio-

vane che dietro un sorriso di convenzione cerca solo di sbolognarsela. Ti perdi un attimo nei ricordi

della gioventù. Prendi il cappello ed esci. Appena fuori ti accendi la tua sigaretta, è già la terza del-

la mattinata, ma tanto, ormai, sei vecchio.

Ora ti dirigi verso piazza D'azzelio. Rimarrai così, mummificato su una panchina a fumare lasciando

che il tempo scorra lentamente via da te, come questo inverno che troppo ti ha già acciaccato. La

fretta degli altri non è più la tua, quella che tanto hai odiato ed ora ti manca, ma la vecchiaia ha

assopito anche questi sentimenti e cerchi, ora solo nell'ostilità col mondo intero, un po' di vita.

Sei ancora solo. Ti hanno abbandonato, ti hanno preso a pesci in faccia, il mondo intero ti ha sputato

addosso, ripudiato, negato. La fortuna per te non esiste, e come potrebbe? solo la scelleratezza e la

crudeltà intrinseca degli uomini ti accompagnano per la tua strada. Ma di tutto questo non tene ac-

corgi e continui fiero il tuo vagare senza una meta, perché nella tua ignoranza vuoi vivere, vuoi solo

vivere. Proprio poco tempo addietro un signore ti ha riempito di botte solo perché gli annusavi la

scarpa. Povero vecchio, neanche si teneva in piedi ma ti sferzava colpi intrisi d'odio. E te come al

solito accusavi, te randagio, te abbandonato, te indifeso. Ma di questa enorme ingiustizia, di questo

torto così malvagio non ti interessavi, volevi solo vivere. E così sei fuggito con la coda tra le gambe

in cerca di speranza, se non anche di cibo. Ora vaghi ancora per questa immensa piazza, i tuoi simili

più grossi ti ringhiano contro, altri ti fanno le feste, è questo un piccolo gesto che ti riempie il cuore

di felicità. Fa caldo ormai, la pesante ombra non ti serve a trovare sollievo. Hai sete. Se pur recinta-

to non ci pensi due volte prima di buttarti a capofitto dentro la fontana al centro della piazza, segui-

to poi dall'ilarità generale dei passanti. Quando finalmente ti sei rinfrescato esci soddisfatto da quel-

la singolare piscina e ti scuoti spruzzando una vecchietta rimasta molto contrariata. Poi vedi lonta-

na, che si aggira intorno al parco dei bambini, una faccia nuova, non l'avevi mai vista in tutti questi

mesi che ti eri stabilito in questa piazza. I vostri sguardi si incrociano. Vi avvicinate l'uno all'altro,

rimani diffidente per questa invasione del territorio, ma si lascia annusare, è un tipo a posto. Vi han-

no abbandonato, vi hanno presi a pesci in faccia, il mondo intero vi ha sputato addosso, ripudiato,

negato. Siete i reietti della società, ma la strada vi ha unito ed ora siete due.

R.C.

Racconto Pagina 19 Maggio 2007

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N ormalmente, ogni persona ride 15 volte al giorno.

L a parola "cimitero" deriva dal greco "koimetirion" che signi-

fica "luogo per dormire".

N ei conventi, durante la lettura delle Sacre Scritture, quando

ci si referiva a San Giuseppe si diceva "Pater Putatibus", abbre-viato in P.P.. Ecco perché il più comune minutivo di Giuseppe è Peppe o Peppino.

L o Stato con la più alta percen-tuale di persone che vanno al

lavoro a piedi è l'Alaska.

L e persone intelligenti hanno più zinco e rame nei capelli.

I l Papa più giovane di tutti i tempi aveva solo 11 anni.

I l primo libro scritto con la macchina da scrivere fu "Tom

Sawyer".

C iascun Re delle carte da gio-co rappresenta un grande Re

della storia: - Picche: Davide - Cuori: Carlo Magno - Fiori: Alessandro il Grande - Denari: Giulio Cesare

S e una statua rappresenta una persona su un cavallo che ha

entrambe le zampe anteriori sol-levate, significa che la persona in questione è morta in guerra. Se il cavallo ha solo una zampa ante-riore sollevata, la persona è mor-ta a seguito di una ferita riportata in guerra. Se il cavallo ha tutte le quattro zampe a terra, la persona

è morta per cause naturali.

I l "Quac, Quac" delle oche non dà eco.

I l cuore di un gamberetto è nel-la testa.

C ome le impronte digitali, l'impronta della lingua è di-

versa per ogni uomo.

N el Vangelo di San Matteo si legge "E' più facile che un

cammello passi dalla cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli". In realtà San Gerola-mo, che tradusse dal greco al lati-no il testo, interpretò la parola "kamelos" come "cammello", mentre l'esatto significato è

"grossa fune utilizzata per l'at-tracco delle navi". Il senso della frase resta sostanzialmente lo stesso, ma acquista molta più co-erenza. A parte ciò, si spiega per-ché gli scaricatori del porto di G e n o v a s i c h i a m a n o "CAMALLI".

C irca 4.000 anni fa, in Babilo-nia, c'era l'usanza per cui,

per un intero mese dopo il matri-monio, il padre della sposa forni-va al genero tutto l'idromele che egli riusciva a bere. Essendo l'i-dromele una bevanda ricavata dal miele ed essendo a quei tem-pi il calendario basato sulle fasi lunari, quel periodo fu denomi-nato mese di miele o "luna di miele".

Sapevatelo By hoverenz

ECO-SAPEVATELO Riportiamo qui una curiosa informativa sul tempo di smaltimento

dei più comuni rifiuti!!!

MATERIALE DURATA NEL TEMPO

Fazzoletti di carta 3 mesi

Quotidiani e riviste 4-12 mesi

Sigaretta senza filtro 3 mesi

Sigaretta con filtro 2 anni

Fiammifero 6 - 10 mesi

Torsolo di mela 3 - 6 mesi

Gomma da masticare 5 anni

Lattina di Alluminio 20 - 100 anni

Sacchetto di plastica 100 - 1000 anni

Bottiglia di plastica 100 - 1000 anni

Carta telefonica 1000 anni

Bottiglia di vetro 4000 anni (o forse più)

I d

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Maggio 2007 Satira & Varie Pagina 20

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A Kennesaw, la legge considera illegale per ogni proprietario di casa non possedere

una pistola, a meno che sia un criminale con-vinto, un obiettore di coscienza o un invalido.

A Jonesboro, e' illegale apostrofare con l'espressione "Oh, ragazzo".

I n Georgia è fatto divieto ai barbieri di pubblicizzare i propri prezzi.

E ra legge nelle Hawaii che i bambini obbe-dissero a tutti gli ordini "legali e morali"

dei loro genitori.

N elle Hawaiii, un marito o una moglie che aveva abbandonato il coniuge e falliva

nel riconciliarsi, avrebbe potuto essere co-stretto ad un mese di lavoro duro. La seconda offesa comportava un anno di lavoro duro.

N elle Hawaii è illegale in un baraccone di tiro offrire liquore come premio. Il tirato-

re, dopo avere bevuto il premio, potrebbe tor-nare indietro e provare di nuovo.

I n Idaho ed altri Stati, ai nativi americani, durante le loro cerimonie religiose, è per-

messo l'uso della pianta allucinogena del pe-yote.

I n Idaho, è illegale cacciare dal dietro di un animale (from the back).

A Pocatello, una legge passata nel 1912, sanciva che "E' vietato portare armi na-

scoste, a meno che le stesse siano esposte al-la vista".

G li abitanti di Manteno, non vogliono fazzo-letti usati da usare e gettare. Per questo,

voi non potete "gettare o sgocciolare o posare" un fazzoletto usato "in ogni strada pubblica o

luogo pubblico o su pavimntazioni di qualsia-si tipo o sul pavimento di qualsiasi teatro, hall, o insieme di edifici pubblici o sulla su-perficie di qualsiasi lotto o particella di terre-no o sulla terrazza di qualsiasi edificio o in qualsiasi... [continua] ..." (sembrerebbe possibile gettare i fazzoletti su una pianta... non era più efficace un divieto di gettare fazzoletti usati?)

A Minoola, è illegale spogliarsi e "mettersi in mostra nudi" durante luce del giorno o

al crepuscolo, anche se tutto cio' che state facendo è un bagno.

A Oblong, una legge rende criminale fare l'amore mentre pescate o cacciate nel

giorno del vostro matrimonio.

P rendete alcune lezioni di pronuncia se state andando a Joliet, dove è contro la

legge pronunciare male il nome della città. I trasgressori possono essere multati fino a $ 500.

A Zion, è illegale per chiunque dare sigari accesi a cani, gatti ed altri animali dome-

stici tenuti come beniamini.

" Dwarf-tossing" (nani sballottati), la strana pratica di lanciare nani in abiti imbottiti è

vietata a Springfied, perché pericolosa e di sfruttamento. La pratica è apparentemente permessa da qualsiasi altra città dell’Illinois, con un permesso speciale.

U na legge di Chicago, vieta di servire li-quori ai deboli di mente.

De legibus By hoverenz

Satira & Varie Pagina 21 Maggio 2007

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Maggio 2007 Art Pagina 22

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Art Pagina 23 Maggio 2007

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Il giornalino degli studenti del Liceo Castelnuovo

Gli articoli per il prossimo numero vanno consegnati entro il

1 Giugno Gli articoli vanno spediti al seguente indi-rizzo: [email protected] oppure consegnati in floppy/cd

Tutti gli studenti sono invitati a partecipa-re con la loro presenza alle riunioni di Re-dazione che si terranno regolarmente tutti i Venerdì dalle 14.00 in sede; con la pro-duzione di articoli o altri elaborati relativa-mente a ciò che più gli piace o gli interes-sa. Il gruppo di redazione si riserva di concordare con gli autori la pubblicazione dei lavori nei limiti dello spazio disponibile e nella qualità rispettosa degli stessi .