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    Mezzi porosi: l’applicazione dei moti ondulatori (1)

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    Romolo Di Francesco

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    Prima parte: dalla teoria generale ai test di validazione

    Lo scienziato francese d’Alembert (figura 1) era un

    uomo di vasti interessi che spaziavano dalla medicina

    alle scienze naturali, alla matematica e anche alla legge.

    Tra i suoi studi più importanti sono da ricordare il

    principio di d’Alembert (che afferma che le azioni e le

    reazioni interne a un sistema di corpi rigidi sono in

    equilibrio tra loro), così come trattati dedicati alla

    musica, al problema dei tre corpi, alla precessione degli

    equinozi, al moto in mezzi resistenti, alle perturbazioni

    lunari e – non ultimo – all’equazione differenziale, alle

    derivate parziali e relativa soluzione, che governa il

    problema della corda vibrante nella sola condizione

    monodimensionale (anche se in realtà è di dimensione 1+1 trattando il tempo e una dimensione lineare) tramite

    funzioni trigonometriche utili per la loro periodicità.

    Era il 1747 e ci vollero altri tre anni affinché, grazie a Eulero, tale soluzione raggiungesse la piena maturità

    matematica –

    così come oggi è ancora conosciuta – e ci volle ancora altro tempo affinché si giungesse alla scrittura

    dell’equazione generale nello spazio (di dimensione 3+1) e nel piano (di dimensione 2+1) e alla ricerca delle

    relative soluzioni.

    Così oggi tali soluzioni, basate sulla linearità

    dell’equazione di d’Alembert (del secondo ordine

    di tipo iperbolico) e sulla simmetria sferica,

    sono applicate a tutti i campi scientifici e tecnici

    interessati dalla propagazione di vibrazioni

    come ad esempio l’acustica, l’elettromagnetismo,

    la fluidodinamica e la sismologia, mentre varianti

    dell’equazione differenziale originaria sono

    presenti anche all’interno della meccanica

    quantistica e della relatività generale.

    Nell’affrontare il problema della propagazione

    delle vibrazioni nei mezzi porosi (quali ad esempio le terre, le rocce, il calcestruzzo, le ceramiche e molti altri)

    ripartiamo dal termine fisico e dalla definizione matematica di onda: nel primo caso con onda si indica una

    qualunque perturbazione che ha origine in una sorgente e si propaga con velocità v  nello spazio-tempo

    trasportando energia e quantità di moto ma non materiale; nel secondo caso un’onda è una soluzione periodica

    dell’equazione differenziale che ne descrive il moto.

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