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1] 1 MONTEPERO Marzo 2009 MAGAZINE La Rivista dell’ESTREMO RADIO BOX: Brutta caduta per Filippo Viti SCOOP: Intercettazioni in casa SUZUKI Piste Mondiali: Veggia “National Mountain” SPECIALE MOTOSTORY: DEGANELLO R&D La vera storia e i progetti della Factory Bolognese MotoRacconto: Montepero

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MONTEPEROMarzo 2009

MAGAZINE La Rivista dell’ESTREMO

RADIO BOX:Brutta caduta per Filippo Viti

SCOOP:Intercettazioni in casa SUZUKI

Piste Mondiali:Veggia “National Mountain”

SPECIALE MOTOSTORY:

DEGANELLO R&DLa vera storia e i progetti della Factory Bolognese

MotoRacconto:Montepero

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SCOOP SENSAZIONALE!!I nostri tecnici hanno intercettato un messaggio e-mail tra i due piloti ufficiali Suzuki: ecco la trascrizione.

Bella Fill!non so se hai visto le foto di Faenza sul sito del motoclub? si nota bene come tu pieghi più di me sull'ultima curva. La curva è un mio limite, sul quale devo ancora lavorare con la SUZUKI, tu forse devi dedicare più lavoro sull'apertura del gas in uscita di curva.

Oggi Sasso era impestata, abbiamo girato appena finito di piovere oggi pom dalle 15 alle 17, nonostante l'acqua ed il fango comunque si riusciva ad andare... io ho ottenuto un 2'24''0 e un'ottimo 2'15''5 Marco.Oggi testavo il finale da 48 su mozzo HONDA adattato, il test però non si è rivelato utile a causa le condizioni della pista, motvivo per cui non ho neanche voluto spingere a fondo per recuperare su Marco.Nella prima sessione ho chiuso il doppio, e giravo già in 24''; Marco è caduto sul doppio, senza conseguenze, ha solo svirgolato le forcelle, e girava in 32''.Dopo ci siamo dedicati al suo allenamento, ed io

guardavo.Nella mia seconda ed ultima manche, continuavo a girare in 24'' e ho fatto un busso sul doppio, senza nessuna conseguenza ne fisica ne tecnica.Il Giacobazzi non si chiudeva per un metro, Marco ha ottenuto un ottimo 2'15'' miglior tempo di giornata senza chiudere ne doppio na Giacobazzi...!! Vederlo guidare sempre di traverso è stato piacevole.

Jack ci vuole tutti e due a Cavriago, dove presenzierà per vedere da vicino su chi puntare tutte le energie del motoclub per questo Regionale AMA MX1, le nomination sono:Andrea Taglioli YAMAHA - Viti Filippo SUZUKI - Elvio Deganello SUZUKISai che quest'anno SUZUKI CO LTD. richiede un'impegno importante, per contrastare il potere YAMAHA.Sembra anche che le case puntino più sul campionato regionale AMA MX1 che sui campionati mondiale e supercross.

A presto.

Elvio

SPAZIO HACKER

Affiatamento estremo Ottimo rapporto personale quello tra Elvio Deganello e Filippo Viti, piloti ufficiali Suzuki: lo si evince da un’intercettazione informatica di un nostro fidato collaboratore (che vuole rimanere anonimo).La fiducia totale che Deganello dimostra nei confronti di Viti, snocciolando addirittura i tempi (suoi e di un fantomatico”Marco”) e le condizioni del terreno, è espressione di una sincera amicizia o di una nemmeno troppo velata sensazione di superiorità?Di certo Viti farà tesoro di queste informazioni e cercherà di colmare il gap prestazionale che tuttora lo divide dalla prima guida.

Messa in PiegaEcco le foto a cui si riferisce la confidenziale e-mail inviata da Elvio Deganello a Filippo Viti, piloti ufficiali Suzuki. La differenza di inclinazione è evidente, così come la grinta del Toscano, in una delle prime uscite in sella alla “giallona”.

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Spesso profondamente segnata, è ottimo banco prova per le sospensioni.Situata a ridosso delle colline emiliane, in piena “ceramica valley”,

la pista Internazionale di Veggia la riconosci subito: larga, tecnica,

ignorante.

Di chiara ispirazione “National”, il percorso ben si addice a

piloti con una tecnica di guida sopraffina, in grado di

“volare” sulle frequenti e profonde buche che lo

contraddistinguono. Non a caso i migliori specialisti

delle sospensioni utilizzano proprio questo tracciato

per testare molle e tarature particolari.

Per girare forte a Veggia occorrono braccia di

acciaio: qui i potenti 450 giapponesi sfogano tutta la

loro rabbiosa entrata in coppia e, se non ci si sente in

grado di contenerla con sapienti movimenti in sella, è molto

meglio rimanere ai box a gustarsi una birra ed una piada prosciutto e

fontina.

Affollata nei fine settimana e dedicata ai piloti professionisti nei

giorni feriali, il circuito emiliano ha numerosi estimatori, tra i quali Elvio

Deganello (ufficiale Suzuki) che così la descrive: “Una pista davvero

completa.. amo cimentarmi sui tracciati particolarmente segnati e

Veggia su questo non delude mai!”. Di ben altro avviso Gabriele

Gherardi (prima guida del Team Kawasaki): “Qui non sono

pienamente a mio agio... non digerisco le buche, anche se

recentemente ho saputo impormi su piloti sulla carta più

qualificati di me...”.

Insomma, è chiaro come ogni pista si sposi più o meno bene

con le caratteristiche proprie di ogni pilota, e Veggia non è da

meno.

L’impianto è fornito di box per il lavaggio moto e di un ospitale

punto di ristoro, meta frequente dei piloti meno esperti che da lì

possono sbirciare le tecniche di chi è più smaliziato.

DICONO DI LEI: DEGANELLO VITI GHERARDI TARONI

Che pista!Tecnica e selettiva, proprio come piace a me... altro che Savignano!

Gas in fondo!Finalmente con il 450 riesco ad interpretare correttamente Veggia: Wide Open!

Troppo segnataPurtroppo, data la mia ancora scarsa preparazione fisica, non riesco a dare il massimo...

Non facile.Spesso è fin troppo segnata... qui soffro molto la taratura rigida del mio crf250.

Tecnica allo stato

puro!

PISTE MONDIALI :VEGGIA “NATIONAL MOUNTAIN”

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MOTOSTORYDEGANELLO R&D

Qualche immagine ripescata dall’archivio, per raccontare fin dove si spinge la passione alla base della Factory bolognese.

La Deganello R&D nasce dall’esperienza della Deganello Moto come casa produttrice di motociclette da fuoristrada, all’inizio degli anni 70’. Nella foto, lo stand al MotorShow di quegli anni.

Immagini scattate durante i test

Storia di una passione per i Motori.

Dal 1990 la Deganello R&D e la Suzuki co ltd. Cominciano un rapporto di lavoro e sviluppo sulle motociclette da fuoristrada, durante le stagioni agonistiche 90’ e 91’ i due raccolsero importanti risultati, riversati poi sui modelli di produzione, anche grazie al pilota/collaudatore Elvio Deganello, che proprio con il padre Aligi Deganello, da anni portano avanti il lavoro di ricerca e sviluppo per diverse case produttrici nei settori velocità e fuoristrada.Dopo ore di faticoso lavoro trascorso in officina, il collaudatore si impegna in durissime sessioni di test pre gara; è nelle competizioni regionali e nazionali infatti che vengono testati i frutti del lavoro di sviluppo.

Elvio e Aligi Deganello al Gran National di Sasso Marconi studiano il tracciato prima di una importante prova di campionato sociale, che vedrà il giovane collaudatore di Bologna vincitore.

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MOTOSTORYDEGANELLO R&D

HOLESHOT!HoleShot!

la Deganel lo R&D vanta una invidiabile esperienza non solo nella messa a punto dei mezzi da competizione, come altri atelier, ma p r o p r i o n e l l a p r e p a r a z i o n e dell’insieme moto-pilota affinché questi due elementi si fondano in un unico mezzo volto alla vittoria nelle competizioni di ogni livello.

Super UfficialeSUZUKI RH

La scr i t ta in giapponese sul convogliatore e la sigla “RH” sono la prova di come SUZUKI abbia affidato totalmente alla Italiana DEGANELLO R&D lo sviluppo delle moto u ffic ia l i , f a t te a r r i va re direttamente dal giappone (all’epoca i modelli di serie erano infatti contraddistinti dalle sigle “RM” 125 e 250cc.

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MOTOSTORYDEGANELLO R&D

SUBITO VINCENTEUltimi Test

Un rarissimo scatto che immortala Elvio Deganello in sella alla moto “laboratorio” Suzuki RH 125, alle prese con il cedevole fondo sabbioso di Ferrara “Sand’s Hell”. La famosa pista estense è ormai scomparsa per fare posto ad un centro commerciale.

Sasso Marconi

A fine gara, l’ex presidente del Moto Club Sasso Marconi, Salvatore Zini, premia il primo classificato Elvio Deganello.Zini lascerà l’anno successivo (1992) la presidenza al promotore degli sport motoristici Jack Giacobs Giacobazzi, tutt’ora in carica.

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MOTOSTORYDEGANELLO R&D

Stagione 2009Suzuki RM-Z 450

La moto 2009 alla quale in questi giorni la R&D emiliana è tornata a lavorare su richiesta SUZUKI,in pratica le moto che verranno portate in gara questa stagione dai piloti Elvio Deganello e Filippo Viti, altro non sono che l’anticipazione dei modelli 2010.

Tuning Estremo

S c a t t o “ r u b a t o ” , p ro v e n i e n t e dall’interno del R&D, che testimonia fino a che punto si spinge la modifica delle moto di serie.Elvio Deganello Stringe tra le mani uno strumento potentissimo: si tratta del dispositivo elettronico che permette di rimappare la centralina elettronica della RM-Z 450 da gara. Sv i l uppa to da l l a YOSHIMURA espressamente per i reparti corse, il MX Tuner, è naturalmente destinato a pochi professionisti del settore: Smanettoni, non pensate di trovarlo in commercio!!

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MOTOSTORYDEGANELLO R&D

Stagione 2009PRIMI TESTEcco un mot ivato Deganel lo impegnato sul circuito di Faenza. Da notare la confidenza che mostra di possedere nei confronti di una m o t o c h e g u i d a d a p o c h e settimane.Alle spalle del pilota Ceregliese si scorge, in affanno, un compagno di test d’eccezione: il Campione del M o n d o d e l l a 2 5 0 G P M a r c o Simoncelli.

Stessa curva, diversa angolazione, medesima grinta. A giudicare dal “fondo corsa” della manopola del gas, pare che la prima guida SUZUKI ci stia prendendo gusto!

NUOVE SFIDE

Quest’immagine mostra la versatilità della Deganello R&D: nonostante l’impegno con Suzuki, non hanno saputo dire di no alla richiesta di “Mamma Honda” di sviluppare il progetto “Young Riders” sulla base di una CRF150 ufficiale.

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MOTORACCONTO

MONTEPEROdi Nicola Lucchini“Il Losco”

Lunedì pomeriggio sono con il Visi, impegnato in una briscola infernale. Il Mosciù, si sa, è un avversario di grande esperienza e con il fido Dario Lippi che tira come un Husaberg 650 è sempre difficile spuntarla. Gioco una carta e mi volto di scatto, alle mie spalle c’è Rosa Ubaldo, detto Baldo, ed al suo viso scavato dalle fatiche di una vita da muratore chiedo conferma se quel che ho fatto è cosa giusta o se devo scendere nell’inferno dei dannati, di quelli che non sanno nemmeno tenere in mano le carte.Da lontano Caruso urla, strepita e prende Nerio a male parole, Bruno de Sia ride grasso e Niki Lauda legge il giornale sul frigo dei gelati.Baldo, sulla sedia girata, sembra ancora più piccolo di quello che è, con il viso severo fa un impercettibile cenno con il capo…… sono salvo la mia anima non è dannata: Dario con il suo maledetto tre di coppe in mano non può nulla, il Visi prende e chiude la partita, abbiamo vinto, Bruno continua a ridere grasso, Niki Lauda va al lavoro, Peppe Ricci parla tutto fitto con il Moro, probabilmente di nulla. Mi alzo e prendo quel meritato pacchetto di Sanagola che da secoli aspetta di essere portato via dall’Olga e da tutti quei Ciliegiotti che nel mondo, si sa, sono estinti da anni ma lì resistono tra i Tuc e le Fiesta con quelle due scatole di Togo che ancora oggi si chiedono come hanno fatto a finire lì.Varco la soglia del sacro locale e sono felice, la giornata è di quelle che fanno venire voglia di primavera anche ad un nevomane integralista come me, luminosa, calda, di quelle giornate che, se vai per enduro, diventi uno buono come Aro e Salminen per quanto è facile salire anche nei tratti difficili.Mi metto il casco e sono su di lei, lei la mia Kappa EXC 250 2t, al primo calcio parte sicura, come sempre, innesto la prima e lascio piano la frizione, parto, faccio il giro dei Prà per vedere chi c’è in giro, anche se so già la risposta, ma non m’importa, la giornata è calda ed io sto bene.La casa di Giovanni ed Elisa cresce rigogliosa, scalo due marce ed entro con un seconda terza a fuoco nel parcheggio dei Prà, la ghiaia vola felice nel cielo sfidando la gravità, metto la quarta e poi di nuovo seconda, curvo a paletto attorno al pero e offro all’erba lo stesso trattamento che ho regalato alla ghiaia.

Al pozzo, senza saperne il perché, volto per Sant’Antonio ed è deciso, oggi il sole splende, Baldo è felice, vado in cima a Montepero!L’abbigliamento è il solito del lunedì, lo stesso che indosso dall’una alle due: giubba Barbour, tuta marrone con le toppe sulla tibia sinistra - ricordo della pedana della mia bella -, ed infine scarpe Puma comperate nel secolo scorso al Grande Emilia di Modena.Entro sicuro e stiloso in piedi sulle pedane, volo sulla prima rampetta, sono in terza, con la frizione in mano, richiamo tutta la rabbia del mio Kappa, c’è il dritto, fuoco! Infilo una carrata proprio lì, dove ci sono sempre state e sempre ci saranno, in un nanosecondo chiudo il gas e butto il culo sulla sella, faccio la curva e giù, alla mia sinistra c’è campo porcellino….e proprio lì quei due sassi che da sempre uso per fare due salti, nel secondo atterro su una pietra smossa che mi scompone e, se ce ne fosse stato bisogno, mi ricorda che sono come una fronda al vento e dove il vento vuole io vado.Sto arrivando al mitico salitone, quanti ricordi e leggende legate a quelle quattro lastre piantate in terra, spartiacque tra le mezze pippe e quelli veri.Ma dov’è il bosco? Cos’è tutta questa luce? Il vecchio è sempre lì e come tutti gli anziani è meno severo, più indulgente, quasi volesse farsi perdonare di tutto quel sudore di cui quella terra è impregnata, sudore misto benzina che copiosa usciva dagli sfiati delle moto ribaltate…..salgo, in piedi sulle pedane, come neanche il Conte ai tempi che furono.Volo su quelle che un tempo erano le pozze e poi la curva a destra con l’appoggio, sono felice, sono sereno, non penso alle guardie ed ai gendarmi, quelle curve sono mie, lo sono sempre state e sempre lo saranno, e non ci sarà un Colombi o una Focci o chicchessia che me le toglieranno.Quante domeniche di ansia e felicità, fatica e piacere, queste sono radici che neppure la mannaia della legge potrà scalfire.Sulla destra l’imbocco nel bosco è l’anello che porta alla Spaccabraccia ed è frusta come a Faenza dopo il mondiale, allora non sono solo, altri con il cuore in mano hanno riconquistato il loro passato.

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MOTORACCONTO

MONTEPEROQuell’anello l’ho fatto con il vecchio Brown ed il Suzuki, che alla fine dell’odissea sputò fuori l’acqua ed io il sangue dagli occhi, ma il mio cuore canta come un cigno al ricordo di quel dì.Sinistra dritto e gas, curva a destra e tratto piano nel bosco, curva ed ecco l’ultimo salitone: salgo veloce e sicuro, arrivo in cima e ammiro l’ultimo tratto della Spaccabraccia lì a destra, bella dura e pulita……domenica ci vengo con i cavalieri volanti di Rodiano.Gli ultimi metri e poi c’è sempre lui, ed io felice, come quando incontri un vecchio amico, gli corro incontro sognando che sia sempre così come una volta, come l’ho riposto nel cassetto dei ricordi. L’anteriore lo supera, ma quando la ruota posteriore lo bacia con impeto e passione, è allora che mi scompongo come se si trattasse di una mina antiuomo, con i piedi che non ne vogliono sapere di stare sulle pedane, sì, sì quel maledetto sasso prima della pista è sempre lì al centro del sentiero incurante della Focci e di tutti quegli sbirri che lo vogliono solo, senza più gomme da baciare.Spingo forte sul freno dietro e derapo nel piazzale della prima pista come tutti gli enduristi fanno da che mondo è mondo.Il fumo della polvere ricopre la tabella sulla linea gotica, il pozzo lo hanno recintato che sembra in galera, la pista è agonizzante sbranata da razze

e sterpaglie, chi invece gode di ottima salute è il Toboga tirato a lucido da noi sognatori che ci ribelliamo alla realtà.Poco oltre eccolo, piccolo e ridicolo come uno scherzo di carnevale, il monumento al podista!Ma che mondo, penso dentro al mio casco sudato, ha forse mai versato su queste brulle alture sudore, sangue e benzina il corridore coi piedi? Ha mai lasciato pelle ed ossa, leve e marmitte incastrate tra i sassi?Ma in fondo non ha che quella piccola e buffa statuetta montata sull’alabastro mentre noi ci teniamo il Montepero con le sue storie, i nostri eroi, i suoi anelli e le nostre giornate felici, che già ora mi chiedo come mai fui così vile da voltargli le spalle alle prime difficoltà, ma oggi, che dopo tanti anni lo riabbraccio e lo stringo forte al mio petto, ho imparato la lezione e non saranno i pennacchi dei gendarmi a separarci ma quel chiodo nel garage che, senza fretta, sonnecchiando, aspetta già la mia moto! Ma sino ad allora, finchè avrò forza e sudore da spendere con la mia bella, la Spaccabraccia, il Toboga, il Pozzo e tutti gli altri non avranno più da temere, ci sarà sempre l’urlo del mio fedele 2t a tenergli compagnia!

NICOLA76#

CHI E’ IL LOSCO

Ceregliese fino all’osso, Nicola Lucchini si affaccia non giovanissimo sul mondo dell’Enduro. La caparbietà e la smisurata passione, però, colmano ben presto le lacune tecniche e lo rendono in grado di affrontare con successo gli ostici percorsi dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Le foto si riferiscono agli inizi, ufficiale Beta nel 2000 (sopra), e ad un recente test con la KTM 250 2T.

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MONTEPERORADIOBOXSasso Marconi - Sabato 21 Marzo 2009

Sfiorata la tragedia sulla pista “Marconi Rock International” oggi pomeriggio.Era da poco iniziata una sessione di prove del Regionale Cross quando Filippo Viti perdeva il controllo in volo della sua Suzuki RM-Z 450 ufficiale e cadeva rovinosamente al suolo.Solo la perfetta condizione fisica del Viti e la sua proverbiale agilità (che gli ha fatto guadagnare nell’ambiente delle corse il soprannome di “Gatto di Piombo”), hanno permesso al pilota di Amore di ro to lare fuor i da l la p is ta , propr io mentre sopraggiungeva un pilota Honda di un Team privato.La dinamica della caduta non è ancora chiara ( la commissione sicurezza dell’impianto sta visionando alcuni filmati ripresi da un videoamatore, mentre il Team controllerà la telemetria una volta estratta dai rottami la scatola nera ), ma sembra che la ruota posteriore si sia improvvisamente bloccata proprio nel punto più alto del panettone di arrivo. Bloccandosi, la ruota posteriore ha generato una coppia di ribaltamento in avanti di tale entità che Viti non ha potuto far altro che abbandonare il mezzo al suo triste destino, cercando di cadere lontano dalla moto. L’impatto con il terreno di Sasso non è stato dei più delicati... Viti è stato portato ai box a braccia, mentre la moto è stata immediatamente coperta da un telo per evitare che i curiosi la fotografassero.

Una volta superato lo spavento e verificato la stabilità delle condizioni dell’infortunato (che subito dopo l’impatto non era particolarmente cosciente), si è deciso di trasportarlo in elicottero alla clinica ortopedica del Dott. Serrovsky in Svizzera (Cantone Vergatese).Le indagini radiografiche e la TAC hanno per fortuna scongiurato lesioni interne e traumi cranici importanti, ma il verdetto del luminare svizzero è caduto come un macigno: Lussazione della articolazione della spalla, sub-lussazione di quella dell’anca e trauma da schiacciamento del pollice ella mano destra (la ferita dal vivo era raccapricciante, quindi si è deciso di non pubblicarne la foto).Si delinea quindi una triste realtà per Filippo Viti, che voleva fare bella figura in occasione del via del Campionato al “Savignano High Speed Ring”: dovrà restare lontano dalle piste per almeno due mesi...Degna di nota è la notizia, trapelata subito dopo l’accaduto, che il Team Suzuki non affiderà a nessun altro la moto numero 981: segno di profondo rispetto e di fiducia nei confronti di Viti che adesso deve solo pensare a ristabilirsi al più presto.

AUGURI FILLO!

GRAZIE!Le lettere arrivate in redazione sono state

moltissime, tutte colme di complimenti e

di incoraggiamenti per questa avventura

editoriale cominciata proprio in tempi di

crisi. Controtendenza che MPM conferma

anche per quanto riguarda l’aspetto

economico: MPM, al contrario di tutte le

testate concorrenti E’ GRATIS!!!

Al prossimo numero... SALUTO!

Precisazione: A causa delle notizie sul’incidente di Filippo, che volevamo dare “fresche”, non siamo riusciti ad inserire in questo numero l’atteso spaciale “Mascagni, una vita a tutto GAS!”, che speriamo di poter inserire nel prossimo numero.

MONTEPERO MAGAZINEVia Monte Pero di sopra, 1

40038 Cereglio - Vergato BO