MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA SÁNCHEZ … · l’ora del potere delle tenebre è caduta...

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Il parlare di Dio in sé e per sé, e in manifestazione di sapienza amorosa verso fuori Le voci del Silenzio che nel silenzio parla Pregare è amare La preghiera è onnipotente per il figlio di Dio che, seduto sulle sue ginocchia, con Cristo, per Cristo ed in Cristo, sotto l’impulso dello Spirito Santo chiama Dio: Padre Chiesa mia, Chiesa amata, Sposa dell’Agnello immacolato e senza macchia, l’ora del potere delle tenebre è caduta su di te Spazzini nella Chiesa MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA SÁNCHEZ MORENO Fondatrice de L’Opera della Chiesa Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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Il parlare di Dioin sé e per sé, e in manifestazionedi sapienza amorosa verso fuori

Le voci del Silenzioche nel silenzio parla

❋ ❋

Pregare è amareLa preghiera è onnipotente

per il figlio di Dio che, seduto sulle sue ginocchia,con Cristo, per Cristo ed in Cristo, sotto l’impulso

dello Spirito Santo chiama Dio: Padre❋ ❋ ❋

Chiesa mia, Chiesa amata,Sposa dell’Agnello immacolato e senza macchia, l’ora del potere delle tenebre è caduta su di te

❋ ❋ ❋ ❋

Spazzini nella Chiesa

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIASÁNCHEZ MORENO

Fondatrice de L’Opera della Chiesa

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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6-10-1974

IL PARLARE DI DIOIN SÉ E PER SÉ,

E IN MANIFESTAZIONEDI SAPIENZA AMOROSA

VERSO FUORI

Sotto l’impulso dello Spirito Santo e la vee-mente richiesta di Colui che mi invia, annien-tata davanti alla povertà del mio nulla e innal-zata dalla sapienziale sapienza che penetra lamia anima e mi illustra affinché, sotto l’assa-poramento della vicinanza dell’Essere nellarealtà profonda del suo mistero, lo esprima,

voglio oggi manifestare in una maniera sem-plice, ma nel modo più profondo e chiaro ame possibile, non soltanto ciò che Dio è in sé,da sé e per sé, ma il modo e la maniera in cuisi comunica all’anima che, inebriata di amoredavanti al nettare saporoso della vicinanza diColui che ama e cercandolo con cuore sempli-ce e spirito aperto, lo trova nella realtà inson-dabile del mistero trascendente e soggiogantedel suo essere e del suo operare.

Per cui, dopo tanti anni di comunicazione in-tima e amorosa con l’Infinito nel recondito delmio spirito e nei miei lunghi e profondi tempidi preghiera presso il Dio del Sacramento, vis-

Nihil obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 6-6-2002

3ª EDIZIONE

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia Sánchez Moreno e dal libro pubblicato:

«VIVENCIAS DEL ALMA»

1ª Edizione in lingua spagnola: Giugno 2002 © 2004 EDITORIAL ECO DELLA CHIESA

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/. Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected] www.loperadellachiesa.org

www.clerus.org: Santa Sede: Congregazione per il Clero(Libreria-Spiritualità)

ISBN: 978-84-86724-35-1Deposito legale: M. 5.917-2007

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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la sostanziale Parola che al Padre, in bagliori disantità, sgorga dal suo seno in inesauribile sor-gente di conversazione.

Dio si è Parola per potersi dire nella sua ne-cessità infinitamente perfetta, eterna e onni-comprensiva di esprimersi. Ma Parola che, perperfezione della sua infinita esplicazione, tienetutto detto nello scoppio di sapienza che, fluen-do dal seno del Padre, prorompe in Detto eter-no e personale attraverso il Verbo: Parola ca-nora in scansione consustanziale di infinitàinfinita di attributi e di perfezioni.

Per cui l’Increato si è comunicazione e inter-comunicazione gaudiosa nella donazione interri-donativa che le Tre divine Persone si sono nellee per mezzo delle loro relazioni, e si possiedo-no e godono nel modo personale di ciascuna.

Ma, che Parola è in sé il Verbo Infinito!, con-tenzione esplicativa di onnicomprensiva perfe-zione, che, in concerto di inedite melodie, vascandendo, in diversità di attributi, la sorgenteinesauribile, insondabile e infinita delle sue di-vine ed eterne perfezioni...

Ormai è detto tutto nel Seno-Amore da unaParola, eterna ed infinita, dalla tanta affluenzache, essendo Persona, è Favella di Dio...

Melodie dolci di conversazione...!; Concertisacri che sono tutto l’essersi eccelso ed infinitodel Genitore che prorompe in un Detto che ètutto Canzone...!;

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1 San Giovanni della Croce.

suti in atteggiamento sacerdotale ai piedi del ta-bernacolo, la mia anima sa –di assaporare–, inmistero profondo e trascendente, penetrata dal-la sapienziale, consustanziale ed eterna sapien-za di Colui che È, il parlare di Dio in scansio-ni amorose di infinita comunicazione coeternae sacrosanta, nei suoi modi di essere verso den-tro e di manifestarsi verso fuori, ricolmi di unmolteplice dire intimo ed inedito.

Infatti, essendo stata introdotta da Lui nelprofondo e recondito della sua conversazioneeterna, ho percepito, soggiogata d’amore, alie-na da tutto ciò che è di quaggiù ed oltrepas-sata dalle cose create, quella conversazione in-tercomunicativa e familiare che, nel seno dellaTrinità, è frangente di infinita Sapienza in Espli-cazione canora di inesauste, divine e coeterneperfezioni...

E «lì», oltrepassata, ho saputo, in un sapere–senza sapere– di illimitato intendere, quella in-tercomunicazione trinitaria che «sa di vita eter-na e paga ogni debito»1.

La vita di Dio è un mistero di conversazioneinfinita pronunciata dal Padre, dove tutto è det-to nell’esuberanza sovrabbondante dell’Espres-sione del Verbo, così saporosamente, dilettevol-mente e riposatamente, che tutta la potenzaessuta e posseduta dell’eterno Essersi che erom-pe in fecondità di paternità infinita ed amorosaè sillabata e gustata, senza parole di quaggiù, nel-

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Canzone, perché è dolce la sua Voce espres-siva di inedito accento, a causa delle melodieelevate ed eterne della sua Esplicazione...

Ah, se io dicessi in qualche modo, con ilmio povero accento e nella mia rude voce, ciòche io scorgo quando, trascesa, Dio prorompein voci nella mia captazione...!

Io non so in quale modo la mia anima è ca-pace di percepire quella generazione eterna delVerbo... Io non so come sarà, poiché, senza nul-la vedere, senza nulla udire, ascolto e vedoquella Fluente in corrente infinita di vita cheDio si è in sé, da sé e per sé, nel suo modo diesserselo, per la profondità profonda, profonda!,di quel punto sacro, nella concavità inedita delsuo consustanziale mistero...

Parimenti conosco pure il parlare di Dio nelmio interiore; per cui il suo operare, dentro ilmio spirito, è percepito dalla mia povera cap-tazione in questo modo misterioso che, senzasapere come è, io so ciò che Colui che si È mista dicendo dentro il mio cuore attraverso ilmodo in cui sta operando in me.

Poiché percepisco l’attuare del Padre, delFiglio e dello Spirito Santo, nell’insieme perfet-to del loro agire e nel modo personale e pe-culiare di ciascuna delle divine Persone.

Per cui so bene, in sapienza assaporabile diinedita e sovrannaturale captazione, quando ecome è il Padre Colui che agisce nel mio inte-

riore mettendo nel midollo del mio spirito ilsuo infinito pensiero in volontà amorosa di co-mandi eterni; quando è il Figlio Colui che miparla in parole melodiche e consustanziali diesplicazione canora in scansione amorosa; equando e come è lo Spirito Santo colui che, nelsuo passo di fuoco, sotto lo sfiorare sacrosan-to del tocco della sua divinità, in aleggiare disposo, mi accarezza con la brezza del suo volo,inebriandomi di amore.

Giacché il tocco personale dei Tre e di cia-scuno è inconfondibile per l’anima che, oltre-passata e sommersa nel mistero dell’Essere, co-noscendo l’agire divino in assaporamento di vita,sa il modo personale di ciascuna delle divinePersone nel loro essere e nel loro operare.

Poiché, benché Dio attui sempre d’insieme el’anima lo percepisca così, questa pure assapo-ra, fruisce e sa distinguere il modo personale diciascuna delle divine Persone in tocco di divi-nizzazione sapienziale o di richiesta amorosa.

Ed è tanto meraviglioso l’attuare dell’Eternonel midollo dello spirito, quanto meravigliosapure la captazione che Egli infonde nel profon-do e recondito dell’anima per distinguere ciòche le divine Persone dicono od operano nel-l’interiore, ciascuna nel proprio modo di esse-re, di agire e di manifestarsi.

Nel passare e nel posarsi dell’Eterno in pas-so di amore che si comunica all’anima, io spe-rimento, quietamente e chiaramente, il «respi-

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rare», in rintocco, di Dio nel mio petto; e sonocosciente del fatto che Egli è il Dio vivo e vi-vente! che penetra, col suo alito di vita, «re-spirando!», fin nel più profondo e suggellatodel midollo del mio spirito.

E lo so perché Dio me lo manifesta e me lodice, senza parole e senza conversazioni diquaggiù, in un dire che è attuarsi e realizzarsi inme quanto Egli è, vive e mi vuole comunicare.

Quando io percepisco il Dio vivo e vivente«che respira!» nella contenzione del mio spiri-to, so il suo amoroso palpitare in riposo co-municativo di donazioni eterne.

Dio ha stabilito la sua dimora nel mio in-teriore. Io lo sperimento e percepisco il suo «respirare» riposato e continuo, e il rintocco inbattito del suo petto, affinché io viva, per par-tecipazione, in Lui e in me, quanto è e comelo è in canzone amorosa di dono eterno.

E questo «riposato» e «continuo», è dirmiche ha messo la sua dimora e si trova a pia-cere nella mia anima; è dirmi che Egli non èun Dio morto, ma il Dio vivo e vivente dentrodi me, nel più profondo e recondito del miospirito...; tanto vivo, che io percepisco la sua«respirazione»...!

«L’anima amante percepisceil respirare dell’Eterno nei suoi tempi di tabernacolo,che sono idilli di Cielo.

Il respirare del Dio vivoè inediti concerti...,è melodie di glorie...,è assaporamenti dell’Immenso...

Il respirare di Gesùè segreto ed è silenzio,è dolce penetrazionenella profondità del mio petto;

ricreazione della mia anima,brame di prenderloe ansie di palpitareal suono del suo accento.

Il respirare di Gesùè saputo nel silenzio,è gustato nel tabernacoloed è vissuto nel segreto.»

28-1-1973

E questo stare di Dio in me a vivere la suavita a suo piacere, senza fretta e in riposo ri-posato di amore, non è per me sempre invitod’Eternità, ma richiesta di compagnia, dentro,nel profondo del mio essere...

Poiché, quando il parlare di Dio è comuni-cazione da spirito a spirito in riposo amorosoin manifestazione dei suoi misteri, questo ripo-sa tranquillo e riposato, senza altra necessitàche ricevere, adorare e rispondere all’Amatodella sua anima.

L’operare di Dio nell’anima è conversazioneche, penetrandoci con la sua sapienza nel mi-dollo dello spirito, ci va insegnando il suo

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modo di essere e di operare, rendendoci capa-ci di captarlo.

Io so com’è il passo di Dio in chiamata diEternità, perché fa stare lo spirito in volo e come in una separazione dal corpo in lancio veloce verso di Lui dietro la brezza del suo passo.

Dio non dice nulla nel modo di quaggiù, sifa sentire in passo d’Eternità.

«Una ferita così profondaho nel centro del petto,che Dio stesso sta strappandola mia anima dal mio corpo.

Sono soggiogata nelle vociinfinite del suo accento;spinta, corro da Lui,ed Egli mi sostienenel mio tentativo.

Mi chiama per lasciarminel carcere della mia prigionia;e tra la vita e la morte,per l’invito che sento,volo spinta dietro di Lui,e la sua voce mi ferma di colpo:

Attendi, ché ancora è presto!,non ti porto ancora in Cielo;non sono venuto per tirarti fuoriancora dall’esilio;volevo solo baciartie distaccarti dal suolo,affinché tu sappia sapere,

nel tuo camminare certo,di che sanno i miei amoridietro densi veli.Ti cerco soltanto per me,senza nulla che tronchi il voloche intraprendi, quando ti lanciin marcia di ascesa.

Per questo vengo a cercarti,anche se ti lascio di nuovoaffinché viva col pensierodel mio incontro,

affinché stia ad aspettarequando Io tornerò di nuovo,e sempre Io ti trovi allerta,in vigilante premura.

Da te voglio quanto hai;non lascio neanche una fibra a nessuno!,perché sono Eroe di amoriche con zeli ti desidero.

Non consegnare a creatureciò che è soltanto mio trofeo,poiché cerco sempre di tenertiin attesa quando torno.

E, anche se me ne andassi nella notte,e ti occultassi i miei desideri,mi piace, arrivando da te,che mi aspetti con anelito,senza addormentarti, anche se ritardonel mio ritorno, se arrivo.Non dormire mai, sposa mia,verrò per afferrarti verso il Cielo!

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Amatore delle mie conquiste,riposa, io sempre veglio!».

1-6-1974

Colui che intende i modi dell’agire divinonello spirito, capirà bene questo che dico; poi-ché io distinguo il suo passo tra migliaia chepassano; come so il bacio, in verginità eterna di infiniti e celesti amori, dello Spirito Santo inricreazione di Sposo e in donazione di amore;e sperimento e vivo ciò che, nel suo passare,Egli mi vuole dire o insegnare in esperienzavissuta palpitante, viva e vivificante, che di-venta realtà.

Quante volte Dio vuole avere i suoi collo-qui con l’anima...! E la bacia nel modo tra-scendente della sua coeterna e verginea perfe-zione, infinitamente distante e distinta da tuttociò che è di quaggiù...; la festeggia..., la ama...,la penetra..., l’abbellisce, l’adorna...; la ingioiel-la..., l’avvolge, la nobilita e la satura...; la cullanel suo tubare e l’accarezza nel suo seno...

E quante volte lo Spirito Santo passa in cau-terizzazione di amore su di lei, per renderla in-candescente, per elevarla nelle sue braci, per immergersi nella sua profondità come una saet-ta di infinito amore, penetrandola in un caute-rio che ferisce come gli zeli e penetra come l’a-more...!

E l’anima sa cos’è e ciò che Dio sta ope-rando in essa e perché lo sta operando; poichéla penetrazione dell’acutezza di questo dardo

d’amore è trafiggente, e si introduce lentamen-te nella concavità di quel punto profondo delmidollo dello spirito come attraversando l’inti-mo dell’anima in un doloroso cauterizzare.

E questo è così dilettevolmente assaporabile,che è penetrazione penetrativa dell’Infinito indardo candente di amore; e questo operare diDio in lei sublima e innalza la sposa tanto me-ravigliosamente, da essere saette accese che sor-gono dal seno dello stesso Dio al seno del-l’anima in dardi di sapienza amorosa diconversazione segreta.

«O brezza silente!,o passo di Immenso...!:molteplice tubare sacro,concerti di Cielo...;

melodie dolciin tenui accenti...,finezze profonde,recondita melodia sacra...;

taciti preludi agognati,nostalgia in mistero...;attesa instancabile,molteplice tubare in fuoco...;

armonie soavirichieste in modo quieto...,silenzi di Gloria...,preludi agognati di Cielo...

Oh, cosa opprimonegli assaporamenti

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e nella degustazioneche ho nel mio petto...!

È Dio stesso in brezza,in passo segreto,in dolce tubare,in contatto interno!

Oh, cosa racchiudonel mio segretoquando Dio si posadentro il mio seno...!».

6-2-1973

Misteri tra Dio e l’anima, tra la creatura e ilCreatore, tra il Tutto e il nulla...! Ma misteri diamore che trapassano lo spirito con le frecce che,come saette, tirate fuori dalle faretre dell’InfinitoEssere, sono penetrazione di sapienza amorosaper la sposa dello Spirito Santo.

E questi «passi» dell’Essente nel mistero delsuo passare, baciare e posarsi, che sono diver-sissimi nei loro modi, nelle loro maniere e neiloro stili, sono sempre comunicazione da spiri-to a spirito in sapienza saputa amorosamente,che va insegnando alla sposa il dire, in attuaremisterioso, del suo divino Consorte...

È lo Spirito Santo pure, con il bacio dellasua bocca, con la penetrazione del suo dardo,Colui che, non soltanto opera l’unione tra Dioe l’anima in questi diversi modi di cauterizzar-la, di ornarla, di ingioiellarla e di abbellirla nel-le feste che lei percepisce nel suo intimo e vive

in fruizione familiare con le divine Persone;bensì lo stesso Spirito Santo va fecondando l’a-nima-Chiesa, secondo il piano di Dio e i suoiinfiniti ed eterni disegni su di lei dentro la stes-sa Chiesa...

Per cui, nella brezza del suo volo e nellafreccia penetrante del suo amore, la feconda,introducendole nel suo intimo le anime cheEgli, per un disegno della sua infinita volontà,vuole unire, in un mistero di compenetrazione,per la gloria dello stesso Amore Eterno.

«Aleggiare del Dio vivoodo nella profondità del petto,al passare piano e baciandoin idilli di mistero.

Ascoltai il Silenzio in vitache respira nel suo intimoper dirsi nel suo essersi,in cantici di amore buono.

Silenzio!, figli; Dio bacia,ed il Verbo prorompe in concerto,esprimendo senza parolele sorgenti eterne.

Silenzio!, ché Dio pronunciala sua Parola, senza concetti,in un dire che è essere Padrein frutto di generazione.

Come dice la sua Parolail Padre nel suo occultamento...!Tanto, che è Figlio infinito,consustanziale e coeterno,

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il Frutto di questo dire,in amore tanto sempiterno,che, dal tanto amarsi Dionell’intimo del suo seno,

sorge un Amore personalein consustanziale mistero;sorge lo Spirito Santo,che è fiamma, in lingua di fuoco.

Ascoltate, figli, Dio passa;io percepisco il suo aleggiare;fate silenzio nella profondità;già sapete quanto ciò sia buono!

Silenzio!, Dio è vicinoin un passare di cauterioche, quanto più dà, più chiede,poiché amori sono i suoi zeli.

Ascoltate, figli, Dio passa;rispondete e fate silenzio,perché io sento il suo sguardoe percepisco il suo aleggiare.

Che importano ormai le distanze?;la vostra anima è nel mio centro, perché l’amore del Dio vivome le incrosta nel petto.

Ascoltate, ché Dio vi bacia;rispondete e fate silenzio,perché nostalgia è amare, e amare è comprendimento.»

13-2-1975

Come sa bene l’anima che ha ascoltato laconversazione infinita di Dio in Lui, da Lui eper Lui, e ne conosce il parlare nella diversitàdi doni e di modi di operare, ciò che lo stes-so Dio le va dicendo, all’imprimersi in lei, nel-la diversità dei suoi modi di essere e di opera-re nel midollo dello spirito...!

Per questo, quale tortura quando deve espri-mere i modi increati dell’attuare divino, con for-me e con parole, senza che restino profanatiquesti «passi» di Dio sotto l’espressione deiconcetti umani...!

E così, soltanto nel silenzio del suo intimo,l’anima gioisce, sapendo la conversazione infi-nita dell’Eterno Essere che si attua in lei se-condo il suo modo personale e peculiare di agi-re, che opera in lei la realizzazione dei suoipiani secondo il suo infinito volere nella suacoeterna volontà.

Poveretta anima abituata a vivere dell’Infinitodi fronte allo stesso Infinito..., a percepire il bat-tito del suo cuore..., il palpitare del suo petto,il respirare della sua vita e il mistero della suarealtà...!

Poveretta...!, poiché, avendo ascoltato laConversazione infinita nel suo essere e nel suoattuare, sa il Dire di Dio in se stesso ed in co-municazione esplicativa nel profondo del mi-dollo del suo spirito...

Poveretta creatura che, penetrando il dire deidiversi tocchi di Dio in esplicazione di sapien-za saporosa e in comprensione di penetrazio-

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ne intuitiva, e intendendo, vedendo e pene-trando il mistero dell’Eternità, dell’Infinità, epersino avendo penetrato ed assaporato quellodella Sussistenza divina e coeterna, deve avva-lersi del suo piccolino e povero modo di esse-re per dire l’Essere nel suo essere verso dentroe l’Essere nel suo operare verso fuori...!

Ogni parola di Dio pronunciata nello spiri-to è un dardo d’amore che, in cauterizzazioneacuta e trafiggente, trapassa da parte a partenella comunicazione della sua candente, infini-ta ed eterna sapienza...

E quando la sapienza di Dio si manifesta involontà, introducendosi con la acutezza pene-trativa del dardo candente del suo parlare in ri-chiesta dentro l’anima, e spingendola irresisti-bilmente alla realizzazione del suo desiderio,questa, sentendosi spinta dalla forza divina, silancia a realizzare tutto ciò che, imprimendosiin lei per il passo di Dio, lo stesso Dio le chie-de in relazione a lei stessa o agli altri.

«Perché metti quanto vuoinel profondo del mio petto,come carbone accesodi anelito cauterizzante...?

Perché il tuo operare è dirmiconversazioni di Immensocon impronte di impegniche io devo compierti presto...?

Trafiggenti sono le tue parole,quali incisioni a fuoco,

che mi imprimono lentamentei tuoi infiniti desideri!

Il tuo volere è nella mia profonditàprofondo come gli zeli;e, benché tenti di resistere,il tuo amore piega il mio impegno,

poiché quanto Tu mi chiediè tanto costante quanto il cielo,che non cambia in ciò che cerca, essendo il tuo dire eterno.

Inutile che resista;la tua Parola è come fuoco!».

25-11-1974

Io voglio, mio Signore, ascoltare le tue infi-nite conversazioni in Te e in me..., percepire ilpalpitare del tuo petto in Te e in me..., che èconversazione comunicativa di amore eterno!

E voglio, mio Signore, ascoltare nei mieitempi di tabernacolo il tuo Verbo Infinito, traveli, in questo sublime e celeste modo in cuiTu ti sei voluto comunicare agli uomini...!

Poiché pure, in questo modo, il Verbo In-carnato si dà a noi in perpetuità di amore, sot-to le specie sacramentali del pane e del vino,nelle diversità del suo dire inesauribile. Giacchéi suoi sapori, i suoi frutti e le sue captazioni,da parte dell’anima, sono ricezione dello stes-so Infinito.

Perché è Dio colui che le parla –poiché neltabernacolo sta l’Essere–, ed ella certamente lo

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percepisce...; ma lo stesso Dio fatto uomo e oc-culto nel mistero dell’Eucaristia...!

Per cui si percepisce anche il respirare diCristo nel tabernacolo, lo scricchiolio del batti-to –senza battito– del suo cuore ed il suono del-la sua voce, distinti e distanti da tutti i battiti,da tutte le respirazioni e le parole degli uomi-ni; perché è la penetrazione della sua sapienzadivina che, con la sfumatura di Dio-Uomo, sidice e si dà a noi con cuore di Padre ed amo-re di Spirito Santo...

Io conosco lo sguardo di Gesù senza avervisto i suoi occhi; e non ne ho bisogno per sa-pere come guarda!

Io conosco la sua tristezza e il suo sorrisocarico di mistero, di amore e di consegna.

Percepisco la richiesta della sua sete asseta-ta, e il trafiggere profondo della ferita del suocuore sanguinante di amore per gli uomini.

So quanto Egli mi vuole dire in insegnamento,in richiesta o in donazione, esigendo da me lamia consegna. E non ho mai ascoltato con i mieisensi l’eco della sua voce, né contemplato il suosguardo... Ma non ne ho bisogno per sapere ilsuo sguardo e il suo dire in conversazione divi-na ed eterna di amore infinito agli uomini!

Egli mi guarda..., io lo guardo...; e, nella suadonazione di consegna e nella mia risposta diadorazione, tutto rimane detto sotto la brezzasilenziosa e dilettevole dello Spirito Santo neltubare misterioso del silenzio del tabernacolo...

Perché lo sguardo sereno di Gesù è pun-gente con l’acutezza del dardo di amore che,uscendo dal petto di Dio, scoppia attraverso ilsuo guardare di profonda penetrazione, inca-stonandosi nel midollo dell’essere.

«Quando ti guardo, Gesù,l’Infinito è colui che parla,prorompendo in sapienzaper mezzo del tuo profondo sguardo.

Poiché sono i tuoi occhi sapienti,tanto! che, per la mia anima,dicono Eterno Essentein sapienziale insegnamento.

Quando ti guardo, io vedo,dietro le luci scintillanti che ti infuocano,l’Eterna Sapienzache fluisce tramite il tuo sguardo.

Attraverso gli occhi di GesùDio stesso prorompe in Parola, dicendosi all’anima amante,che, trascesa, lo capta.

Io non so il loro colore,poiché non vidi mai il suo sguardocome si vede qui sulla terra con percezioni umane.

Ma so come guarda Diodalla sua eccelsa vedettaattraverso gli occhi di Gesùin fiammata sapienziale.

Per questo, quando lo guardonelle sue pupille sacre,

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è l’Essente InfinitoColui che mi si dice in Parola.

Tutto racchiude Gesùnel suo profondo sguardo!».

4-9-1975

Il parlare di Dio è operare ciò che dice nel-la profondità dello spirito in sapienza di acutapenetrazione. Dio parla senza parole, e perquesto il Verbo è pronunciato dal Padre in unsilenzioso e consustanziale Detto di essere.

L’Eternità è comunicazione di tutti i Beati conDio e tra di loro senza parole e senza concetti;giacché, penetrati dalla sapienza divina, pro-rompono in un assaporamento di esplicativa co-municazione amorosa.

E l’anima-Chiesa che vive di fede, piena disperanza e accesa nelle fiamme candenti e di-lettevoli dello Spirito Santo, nel recondito delsuo cuore, dove dimora Dio in segreto di mi-stero, e in assaporamento di amorosa comuni-cazione in intimità con il Dio del Sacramento,ai piedi del tabernacolo, ascolta conversazionieterne davanti alla vicinanza in passo dell’In-finito in divini silenzi..., che la lancia, piena disperanza, nella sua ricerca instancabile versol’incontro con Colui che ama.

La mia anima sa pure il dire di Maria Verginee Madre per mezzo del e nel mistero dell’In-

carnazione nella vicinanza della sua maternità,nel tubare della sua carezza, nella brillantezzadella sua maestà, nel candore della sua vergi-nità...

Perché Maria è espressione dell’Infinito in ri-verbero dell’Eterno; ed è per Lei che è rivela-to, dato e manifestato a noi il mistero dell’In-carnazione, operato nel suo seno dal toccoamoroso, consustanziale, divino e trascendentedel verginale baciare dello Spirito Santo.

Io conosco il «dire» di Maria quando, nel-l’assaporamento della sua vicinanza, senza pro-nunciare parole, mi dice: Maternità divina..., cuo-re di Madre..., signoria e verginità; quando midice riparo e protezione; quando mi accarezzasul suo petto, portandomi con tenerezza indici-bile e con abbraccio materno al suo cuore.

È Maria colei che si inclinò a me il 25 mar-zo 1962 e, senza nulla pronunciare, mi dissetutto con l’infusione fortificante del suo contat-to materno e amoroso:

«VERGINE, MADRE, REGINA E SIGNORA...(Frammenti)

Era bianca la Signora...!,colei che vidi quel giorno,quale scintillii di gloria,di maestà così divina,che rispecchiava l’Immensonella sua infinita armonia...!

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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Venne da me e si avvicinò...!Di candore sfolgorava...!Era tanto bianca...!, tanto bianca...!,che la sua bianchezza diceva,nel modo in cui può farlouna creatura così semplice,l’infinita eccelsitudinedi trascendenza divinain fulgori di gloria,dove Dio vive la sua vita.

Quale signoria racchiudeva il suo candore cristallino,riflesso del Sole eternoin sostanziale compagnia...!

E io l’ho vista sulla terra...!,ma non con queste pupillecon cui si vedono quaggiùle cosuccie di questa vita;poiché sono gli occhi dell’animaquelli che nelle mie profondità guardano,e con i quali Dio vuole che mi introduca nella sua vita.

Nulla disse con parole,con la sua presenza, Maria;ma tutto rimase dettoalla mia anima addoloratacon la dolce protezioneche la Vergine mi offriva.

Era Vergine...!, era Madre...!,era Regina nella sua armonia...!Tutto questo impresse in mein profonda sapienza,

perché la vidi con gli occhiche, nella mia anima, io avevo.

Un venticinque Marzo...!Come dimenticherò quel giorno!,quando arrivai a comprendereche Dio stesso mi diceva,nel cuore semplicedi sua Madre e della mia,con dolce maternità,il modo in cui Egli amavaquesta povera “Trinidad”che Egli aveva sulla terra...

Era Dio, o era la Vergine...?Era Egli che mi dicevasul petto di sua Madretutto il bene che mi voleva...!;e mi volle accarezzare,come il mio Gesù faceva giorno dopo giorno nel tabernacolo,quando sul suo petto poggiavola mia piccola testolina,perché bambina mi sentivoquando a Gesù mi avvicinavopresente nell’Eucaristia...!

Era bianca...!, era Madre...!;quali fulgori avvolgevanola sua eccelsa maternitàin verginità immersa...!

Per questo rimase nella mia animala figura di Mariaimpressa con tanta luce,che, senza parole, diceva

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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2 Cfr. Sal 132, 2.

l’eterna Verginitàche l’Eccelso aveva in sé,essendosela nel suo reconditoda sé ed in sé possedutain prorompenti cascatedi paternità divina.

Un venticinque Marzo...!,sublime e terribile giorno...!che lasciò per sempre impressa,nella mia anima addolorata,la figura della Vergine,tanto Regina ed elevata,tanto luccicante e tanto puracome il sole del meriggio.»

30-4-1993

E quando Dio mi mostra la Chiesa nella suarealtà tanto divina quanto umana, davanti allabellezza del suo volto e alla sua pienezza di Divi-nità, la mia anima, penetrata e inondata dalla for-za e dall’impulso dello Spirito Santo, la proclamain un delirio d’amore, prorompendo in melodi-che e poetiche canzoni, rapita e soggiogata dal-la bellezza del suo volto, pieno di santità, di gio-vinezza e di divina bellezza, capace di far impaz-zire di amore lo stesso Dio per la Nuova, Uni-versale, Eterna e Celeste Gerusalemme.

Chiesa mia!, come sei bella...!, quanto ti amo!

Ma, quando la Nuova Sion appare davanti almio sguardo spirituale vestita di nero, gettata aterra e piangente, ansimante e ricurva, e checopre i suoi ricchi gioielli con un manto di lut-

to, e con il suo seno dilaniato, che chiede aiu-to a me, la più piccola, ultima, miserabile e po-vera delle figlie di questa Santa Madre,

gemo con gemiti che sono inenarrabili permezzo dello Spirito Santo con il mio lamentorabbrividente per il penare della Figlia di Sion:

Aiutatemi ad aiutare la Chiesa!, che, qualetorre fortificata, forte, invincibile, incorruttibile,inamovibile!, riversandosi su di me dall’altezzadella sua grandezza alla piccolezza minuta delmio nulla, come l’«olio profumato che scendedal capo di Aronne, effondendosi sull’orlo del-le sue vesti»2, mi imbeve e mi penetra del tra-boccamento della sua divinità e del lacrimaredel suo pianto ansimante e addolorato.

«Perché la Chiesa è feritae le sue pene mi racconta,piombo a terra innamorata in donazioni segrete.

Agonia del mio Sposo,affonda nel mio petto il tuo lamento!,ché io cercherò, nei miei modi,consolazione per le tue pene.

Cristo..., Chiesa dolente...,pianto di grande trascendenza...,poiché, se la Chiesa è ferita,che proverà il suo Capo?

Cristo benedetto del Padre,ricevi così la nostra offerta

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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per la gloria del tuo Nomee della tua Sposa, la Chiesa!».

3-2-1976

E la mia anima, senza nulla vedere, senza nul-la udire con i sensi del corpo, la contempla congli occhi dello spirito nella diversità di modi incui Dio si è degnato di mostrarmerla; ed è ri-masta incisa nel mio spirito con maggiore sicu-rezza, con maggiore certezza, di tutto ciò che sipossa vedere o ascoltare con i sensi corporali.

Giacché le captazioni dell’anima sono comeinfinitamente distinte e distanti dalle percezionidi quaggiù attraverso i sensi del corpo, abitua-ti soltanto a percepire le cose terrene; invece lospirito, illustrato e illuminato dalla sapienzadell’Eterno, sorpassa ogni intendere, compren-dere e raziocinare.

Per questo, dammi, Signore, il tuo Pensieroper conoscerti, la tua Parola per esprimerti edil tuo Amore per amarti; e così potrò realizza-re, sotto la luce dello Spirito Santo e la forzache mi invade, il tuo mandato iscritto nella miaanima ed impresso, inciso e sigillato come afuoco nel più profondo del mio cuore:

«Va’ e dillo...!»; «Questo è per tutti...!».

Non ha più bisogno la mia anima-Chiesa–dopo tanti anni di contatti amorosi nei miei lun-ghi e prolungati tempi di preghiera– di conver-sazioni create, né di mezzi umani per sapere Dionel mio assaporamento di vita silenziosa...!

Ormai, tra la creatura e il Creatore, Dio haoperato un mistero di intercomunicazione cosìperfetta, che, introducendoci presso di Lui, ciha resi capaci di captarlo nella sua sapienza co-municativa per la partecipazione della nostranatura umana alla sua stessa natura divina!

Io so ciò che Dio mi dice perché conoscola sua voce e il tubare del suo passo tra mi-gliaia che passano; e, nella brezza del suo volo,percepisco l’attuare del suo essere nell’intimodel mio spirito, sapendo ciò che mi ha volutodire nella soavità sonora del suo passare, in undire che è stato operato in me dal bacio dellasua Bocca con il tocco della sua divinità; comela manifestazione del potere di Jahvè, acceso inzeli per la gloria del suo Nome, in richiesta can-dente che esige riparazione davanti alla suaSantità infinita offesa.

Io so il parlare di Cristo nel tabernacolo, die-tro il silenzio dolce dell’Eucaristia, e la conver-sazione materna di Nostra Signora tutta Biancadell’Incarnazione che ripara la mia anima nelsuo grembo amoroso; come la canzone dellaSanta Madre Chiesa, Sposa immacolata dell’A-gnello, nel suo splendore pieno di santità e ri-fulgente di bellezza, e il lamento straziante del-la sua pena dolente che trafigge l’intimo dellamia anima nella profondità del mio petto.

Ma ciò che non so dire agli altri è come sonoqueste «conversazioni» comunicative tra Dio ela mia anima, perché non entra nella parolaumana l’attuazione infinita dell’Eterno Essere...

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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Per questo, il riposo della mia vita trova sol-lievo silenziosamente nel mio atteggiamento sa-cerdotale, che, prostrandomi in adorazione ri-verente, mi fa ricevere Dio, e, rispondendogli,mi fa riparare la sua Santità infinita oltraggiatae offesa e comunicarlo agli altri in riposo diamore; e mi ridono, nella mia missione uni-versale, con gli uomini di tutti i tempi che sonostati, che sono e che saranno, davanti all’InfinitoEssere come un inno di lode e di gloria chegioisce nel fatto che Dio si sia in sé, da sé eper sé, tutto ciò che può essere, essuto, godu-to e posseduto, in Conversazione infinita infrangente eterno di fluente felicità.

«Dei miei tempi di Tabernacoloho voluto dire il mistero;ho voluto spiegare in qualche modoil palpito del mio petto,quando sento quietamentel’Eterno nel mio intimo.

Ho voluto spiegare senza paroleil molteplice baciare dell’Immenso,i tocchi dell’Infinito,il tasteggiare del Silenzio.

Ho voluto far erompere, in qualunque modo,ciò che ribolliva nel mio petto,e sono riuscita solo a rimanerein un cauterio che tanto ferisce,che mi sanguina l’intimonella profondità misteriosa del mio seno!

Più dico, più soffro,ma tacere non possonel mio dire senza parole,nel mio gridare senza concetti,nel mio adorare ciò che vivoper svelare i miei segreti.

Se taccio, scoppio in gridanella mia missione come Ecodella mia Madre Chiesa in festa, della mia Madre Chiesa in cordoglio;ma, se parlo, profanola profondità del mio mistero.

Per questo, non so cosa farequando mi circonda l’Eterno,quando mi invadono le sue vociche mi dicono i suoi misteri;poiché tutto mi è più grande torturaper la brezza del suo fuoco.

Come tacere senza diregli ardori dell’Eccelso,quando, in molteplice tubare di amori,con la brezza del suo volo,fa sentire il suonodel suo vibrante concerto?

E, come parlare, se interrompoi colloqui dell’Eterno,se profano, in qualche modo,ciò che c’è nel mio intimo?

Com’è duro per me vivere quando tutto mi è tormento;

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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perché, quando ho Dio,so che presto devo perderloper la stranezza del suo passofinché vivo nell’esilio...!

Volli dire in qualche modo la profondità del mio segreto,quando Dio si fa sentirein plurimo baciare di mistero;

ma non ho paroleper l’impotenza che sento.

Per questo, per quanto dica,non ho raggiunto il mio tentativo,e sono rimasta senza direil molteplice passare in posare e in baciare dell’Immenso!»

20-12-1971

2-4-1972

LE VOCI DEL SILENZIOCHE NEL SILENZIO PARLA

Quando, silenziata, l’anima percepisce lavoce dell’Eterno, nelle sue grida, in tacita brez-za e in fiamme di fuoco, scoppia il silenzio.

Il silenzio parla come in melodie di tenuiconcerti... Il silenzio parla nel suo rintoccare so-noro e segreto, in mistero.

È qualcosa di profondo ciò che ascolta l’ani-ma, che a dire non riesco, quando, trascesa, odenella preghiera le voci del Verbo in silenzio.

Nulla spiega tanto il parlare di Dio, quantoquesto mistero di nulla dire che, nel suo molte-plice tasteggiare, contiene il silenzio in concerto.

È conversazioni..., melodie dolci in brezzedi fuoco..., eterni idilli..., parole inedite..., vocidi cauterizzazione, in segreto;

qualcosa che sfugge..., qualcosa che è tal-mente grande avvolto tra veli, che è il dire diDio, silente e sacro, che è lo stesso Immensonei suoi fuochi.

Oh, se io riuscissi ad esprimere le voci cheopprimo nel mio petto...!, che vengono e van-no, quando l’anima riesce a restare in silenzio,molto quieto.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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1 Os 2, 16. 2 Mt 28, 20.

Tre tipi di silenzio si percepiscono, in assa-poramento sacro di eterno mistero, lì nel pro-fondo dello spirito, nel contatto interiore, sa-crosanto e silenziato dell’anima con Dio, e neitempi di tabernacolo, sprofondata nel misterodel Signore del Sacramento che si occulta, si-lenziato dietro le notti del mistero, aspettandoqualora qualcuno venisse a trovarlo.

Uno –silenzio di benessere, di assapora-mento, di dolcezza, di pace, di distacco–, quel-lo che sperimenta l’anima che, assaporando inqualche modo la vicinanza dell’Eterno, portatadal desiderio soave e silenzioso che percepiscenel suo intimo, cerca la solitudine;

nella quale riposa amorosa, trovando sollie-vo nella vicinanza di Colui che ama; come ap-poggiata sul petto di Gesù che la attende in-stancabile affinché, in seguito alla ricerca dicolui che si lancia incontro a lui, percepisca lasua presenza dilettevole, saporosa e silenziosa,che in qualche modo le parla, nel mistero del-la vicinanza di Gesù, in modo talmente silen-zioso e soprannaturale che, senza sapere com’è,è separazione dalle cose di quaggiù e unionesapienzialmente amorosa e comunicativa dellospirito con il Dio del Sacramento.

Colui che cerca Dio dietro le porte del ta-bernacolo o nel recondito del proprio cuore,perseverante, lo trova in un riposo di pace e inun assaporamento segreto e dilettevole che lofa riposare, senza nulla sapere, senza nulla vo-lere, senza nulla cercare e senza nulla ascolta-re, sotto la sapienza soave e saporosa di qual-

cosa di soprannaturale che fa riposare lo spiri-to in un saporino di silenzio silenziato che nonvorrebbe perdere per nessuna cosa al mondo.

Per cui, quieta quieta, riposa in un assapo-ramento che è vita, vicinanza dell’Amato; e re-sta come trascesa in ciò che soltanto percepi-sce e soltanto saprà esprimere colui che, aipiedi del tabernacolo o nel recondito e nelprofondo del suo interiore, sa qualcosa, in as-saporamento amoroso, della vicinanza del Benecercato e trovato, nel segreto misterioso del-l’arcano recondito dello spirito: «Condurrò l’a-nima alla solitudine e lì parlerò al suo cuore»1.

Alla solitudine delle cose di quaggiù, e allaricerca dell’incontro con Dio che ci attende in-stancabile, sotto le specie sacramentali, resosiPane per amore, secolo dopo secolo, senzastancarsi, dietro le porte del tabernacolo, sem-mai qualcuno venisse a trovarlo per stare conLui in colloqui di amore, in dolce ed intimacompagnia amorosa.

Per cui bisogna cercare tempi per stare pres-so il tabernacolo in silenzio. E accanto a Gesù,in attesa amorosa, pacifica, silenziosamente egradatamente si va sperimentando in un modosegreto, ma profondo e silenziato, la vicinanzadel Dio vivo, vivente e palpitante, che dice alnostro cuore: «Io sono con voi tutti i giorni sinoalla fine del mondo»2.

A Gesù piace essere cercato da coloro cheama, per manifestare loro il suo segreto di amo-

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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re dietro le note silenziate della tacita brezzadel silenzio.

«Vicina lontananza...,nostalgia dell’Eterno...,dolce malinconia

di Dio…

Ore lunghe di attesami chiamano al silenzio,dove l’Amore di amori

mi amò.

Misteri del Tabernacoloche l’anima amante intuisce,in giorni silenziosi

di Sole...

Fulgore dei miei occhi!,fuoco dei miei vulcani!,aurora della mia vita

in calore...!

Corro cercando ansiosa il termine sicuroche ricolmerà nelle mie lotte

il mio dono.

Segreta è la mia corsaalla ricerca dell’Amore.»

5-1-1974

Dopo questo silenzio, vissuto nell’intimitàcon Gesù nell’Eucaristia o per mezzo della pre-senza di Dio nel recondito e nell’intimo del no-

stro cuore, dove l’anima-Chiesa per la grazia,mediante la sua vita di fede, partecipa del mi-stero di Dio nella sua Trinità di Persone chedimora in essa e che le si comunica in parte-cipazione di vita amorosa, sotto il tubare si-lenzioso e sacrosanto dello Spirito Santo;

perseverante nella ricerca del Dio del suocuore, quietamente e gradatamente, è introdot-ta, e come trascesa, in un altro silenzio che nonè di quaggiù; che, più che silenzio, è un ru-more silenzioso..., profondo... che è preludioagognato di tenui concerti che riempiono l’ani-ma di raccoglimento, facendola sentire vicinaall’Amore Eterno, ma senza possederlo nel mo-do certo di cui ha bisogno l’amore in volo, nel-la camera nuziale dell’Infinito Essere, immersae penetrata nel suo silenzio sacro.

Il silenzio delle cose di quaggiù mette l’a-nima in contatto con Dio; e questo silenzio interiore la riempie di vita e la rende capace di ascoltare il Verbo, di riceverlo, di captarlo,di percepire la sua conversazione, di gustare il suo mistero, di alimentarsi al suo gaudio, alla sua vita, alla sua perfezione e al suo se-greto...

E, quale profondità così meravigliosa, cosìsegreta, così tenera, così misteriosa, così assa-porabile, così vicina, e nello stesso tempo cosìdistante e così distinta dal silenzio delle cosecreate, ha questo silenzio, che, nel suo modocreato, ci mette in contatto con l’Increato ed èil parlare di Dio da spirito a spirito...!

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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«Che ha il silenzio, nelle melodie delle sue note dolci, che parla d’Immenso...?

Che ha il silenzio,che invita ad adorare,tutta trascesa,davanti al suo mistero...?

Che ha il silenzio,che ferisce nell’animae la lascia untain brezze di Cielo?

Che ha il silenzio,che impregna, nel suo dono,tutto ciò che è vitacon il suo sfiorare sommesso...?

Che ha il silenzio,che parla di Diosoltanto nello sfiorare del suo tenue bacio?

Che ha il silenzio,che, senza nulla dire,con la sua brezza profondami parla d’Eterno?

Che ha il silenzio...?Che hanno le sue note...?Che hanno le sue brezze...?Che hanno i suoi fuochi...?».

22-4-1972

E c’è un terzo silenzio che è distinto e di-stante da tutto ciò che è di quaggiù, perché èvicinanza di Colui che È in possesso del mi-stero dell’Eterno, e che sommerge lo spirito elo silenzia nel Mistero infinito della sua profon-dità. E lì, dentro quella profondità, gli fa ascol-tare conversazioni in voci eterne dell’Essere.

Conversazioni che non sono parole, ma sa-pienza saporosa di silenzio segreto. Ma una sa-pienza tanto elevata e silenziosa e un silenziotanto saporoso, che l’anima sa assaporabilmen-te e dilettevolmente, senza sapere, come non èproprio che stia ad assaporare la dolcezza delsilenzio di quaggiù, benché sia spirituale, ma èsommersa ed inebriata nel possesso del Silenzioche è Dio; che, in claustrali e sacre manifesta-zioni di amori, sono voci di fuoco che comuni-cano allo spirito qualcosa di tanto misterioso, ditanto inedito, di tanto profondo e tanto segreto,che solo l’Infinito Silenzio sa dire nella conver-sazione saporosa delle sue voci...

Perché il Silenzio che è Dio, sono voci!, vocidi sapienza in concerto di pace e in idillio diamore; voci di vita eterna; voci che lo spiritoaperto comprende che sono melodia in vici-nanza d’Eternità...; melodia d’Eternità che sonocomunicazione dell’Eterno e manifestazione deisuoi attributi e perfezioni in sapienza saporosadi divino e consustanziale Silenzio.

«Quando Dio mi sprofonda dentro le vociche racchiude il Silenzio,

resto sommersa nel più profondo del suo occultamento;

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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e lì, senza parole, rispondo al mio stilenel modo in cui posso,

senza nulla dire con frasi terrenedi quanto comprendo.

Segreti profondi della voce eternadel Verbo nel mio petto...!

Ah, quanto scopro dentro la profonditàche opprimo nel mio seno...!:

Sono voci claustrali, melodie dolcidi eterni concerti...,

sonori amori dell’Essere nella mia anima,con teneri accenti...

È tanto e così dolce, così innamoratociò che io contengo!,

che il Silenzio scoppia in parole sacre,dentro, nelle mie cauterizzazioni.

Com’è dolce!, com’è profondo,com’è tenero e segreto

gustare le vociche racchiude il Silenzio!».

13-3-1975

Una cosa è sentire il silenzio della creazio-ne che, con la sua voce inanimata, ci parladell’Immenso o la dolcezza del silenzio spiri-tuale, con la sua pace, il suo gaudio, la sua tra-scendenza nei nostri tempi di preghiera o nelsilenzio dello spirito; e un’altra sentirsi intro-dotta in Dio, che è l’Eterno, consustanziale, sus-sistente e divino Silenzio. È come un balzo dalcreato all’Increato, dalla creatura al Creatore,dall’umano al divino.

È vero che, davanti alla vicinanza di Dio, l’a-nima, in un modo o nell’altro, è introdotta nel si-lenzio più o meno soprannaturale, o più o menotrascendente, portata da Lui alla separazione dal-le cose di qua e sommersa nell’ebbrezza del gau-dio sapienziale della sua vicinanza.

Ma, che ha a che vedere con ciò che si spe-rimenta quando Dio si fa vivere nell’attributodel silenzio, il quale, prorompendo in voci dicomunicazione, scandisce in sibilo delicato lasapienza saporosa dei suoi infiniti attributi eperfezioni...?!

Giacché, quando l’anima, innalzata da tuttociò di quaggiù e sommersa nel silenzio sacro-santo dell’Essere, si sente introdurre nel Silenzioed attratta da lui, man mano che si va adden-trando, percepisce nella profondità dello spiri-to un tasteggiare di inediti concerti, in unaprofondità e in un «qualcosa» di fine e delica-to; così dentro, di così segreto e soprannatura-le!, che si sperimenta nella profondità fonda delsilenzio tacito dello spirito.

E si scopre lì, nel recondito dell’essere, lì den-tro, dentro...!; in modo tale che tutti i rumori, ipensieri e le immaginazioni che potessero veni-re, tutto ciò che sia distinto e distante da questapercezione che si sta sperimentando nel profon-do del Coeterno Essente nel suo consustanzialesilenzio, tutto, tutto! sa all’anima di troncamentoe di impedimento di ciò che sta vivendo nel piùintimo e suggellato del suo spirito.

Quando l’anima, nel suo silenzio, si mette incontatto diretto con Dio, da spirito a spirito, tut-

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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ti i rumori della terra sembrano aumentare alsentire il tocco dell’Eterno Silenzio che la va in-troducendo lentamente, innalzandola da tuttociò che è di quaggiù con la brezza del suo pas-so e lo sfiorare del suo volo, saporoso e dilet-tevole, in questo assaporamento delicato che lamette in unione diretta con lo stesso Dio.

Ed a colui che vive questo sembra come sesperimentasse la separazione dell’anima e delcorpo, assumendo tutti i rumori esterni delle di-mensioni terribili, e tutte le cose sono comeuno scontro fortissimo che gli si ripercuotonodolorosamente nel midollo dell’essere.

Quale martirio soffre il mio spirito davanti alcontatto con Dio in silenzio, e davanti alla suaforza che mi spinge irresistibilmente e strazia-tamente a dire ciò che ho in me e la lotta dinon saperlo esporre...!

«Nel silenzio ti cerco,nel silenzio ti trovo,nel silenzio ti vivo,e in sete di silenzio muoio.

Non c’è nulla che dica tantocome la voce del silenzio,dove lo stesso Dio si dicein silenzioso mistero.

Quando penetro nella profonditàdel silenzio del mio Verbo,ascolto come Dio parlain bacio di Coeterno.

Dio è Silenzio infinitoche, in silenzio, va dicendola sua silenziosa Parolain molteplice silente aleggiare;

aleggiare di amore puronel suo baciare di concerto.

Dio è Silenzio divino...Figli, com’è profondo questo!

Silenzio, nell’Eucaristia,silenzio, negli alti cieli,silenzio, dentro l’anima,silenzio, all’ardere del fuoco...,

perché Silenzio, nella sua vita,è l’Essente Coeterno.»

13-2-1975

Tre tipi di silenzio conosce il mio essere, iprimi due sono preludio del terzo e prepara-zione ad esso, ma come infinitamente distinti edistanti.

Per essere introdotta nel Silenzio dell’Essereè necessario che l’anima sia stata precedente-mente posseduta e rapita totalmente, in aliena-zione e perdita di tutto ciò che è di quaggiù,dal silenzio saporoso che la vicinanza del pas-so di Dio infonde nello spirito.

Dopo questo silenzio, l’Amore Infinito pren-de la sposa dello Spirito Santo e, addentrando-la nel suo seno, la fa passare dal silenzio spi-rituale all’abisso insondabile del suo essersiSilenzio. E lì, nella profondità fonda del suo

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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mistero, in vita di Eternità, le dice, nella con-versazione della sua infinita Sapienza, il suo es-sersi, in melodie eterne di infiniti e coeterniconcerti.

E quando, inabissata e posseduta dal silenzionella vicinanza del possesso del Sussistente Es-sere, infinito ed eterno, inizia a sperimentare chequesto non è il silenzio di cui ha bisogno, no-nostante le sia così profondamente assaporabi-le, è allora che è preparata da Dio per essereintrodotta nella camera nuziale, recondita e si-gillata, del suo Silenzio sacro.

E percepisce come se si aprissero dei por-toni che separano tutto ciò che è di quaggiùdall’Infinito; e che, senza sapere come, in unistante di silenzio indescrivibile e in un volo dimisteriosa trascendenza, è introdotta e interna-ta nel Silenzio dell’Essere, lasciando come infi-nitamente distanti i silenzi che, per lei, sonostati cammino certo e sicuro che l’ha portatasino alla porta sontuosa dell’eterno ed infinitoSilenzio che è Dio.

E una volta introdotta in quella profonditàprofonda, sperimenta che, dietro di lei, è sta-ta chiusa la porta, e che esiste un abisso di se-parazione tra il silenzio creato e l’increato, co-me potrebbe esistere tra la vita e la morte, trala terra e il Cielo, tra il Tutto ed il nulla, tra lacreatura e il Creatore, passando a vivere, tra-mite il silenzio di quaggiù, il Silenzio infinito che è Dio nel suo essere, nella conversazioneeterna del suo sussistente e consustanziale si-

lenzio, che sono voci inedite di divinali con-certi.

Oggi ho compreso e vissuto, in un modonuovo, la separazione completa e assoluta tra ilsilenzio creato e l’increato, tra i silenzi con la mi-nuscola e il Silenzio con la maiuscola che si èDio, sotto le note sacrosante e silenziose del mi-stero davanti al passo di Dio in bacio di Eterno.

Il mio silenzio è Dio in voci claustrali di eter-no mistero. E quando la mia anima entra nelvulcano del suo fuoco eterno, gusta –di gusta-re– il nettare divino del suo mistero. E si sen-te prigioniera, e si sente ferita nel suo stessocentro, tutta sommersa nella fessura profondadel vulcano aperto.

Tutto è un martirio perché vedo che non dicociò che io sento che è il Silenzio, e che non sipuò dire tra veli; quel che non sa dire la miaparola con questi modi, frasi e concetti, perquanto ci provi con il mio povero accento!

Oggi ho compreso in un modo nuovo cheil Silenzio è Dio, in questo silenzio che io per-cepisco quando entro dentro.

Finalmente oggi ho infranto questo mistero;infatti, quando dicevo che andavo al silenzio,percepivo sempre un profondo segreto che,nella sua trascendenza, mi sapeva di Eterno,senza che io conoscessi ancora la sua decifra-zione... E il fatto è che il mio Silenzio non eradi quaggiù, era dei cieli!

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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E per questo vago sola nel mio esilio, perchénel modo in cui posso, con le mie espressioni,chiamo sempre umano ciò che è Eterno.

Il mio Silenzio è Dio...! È voci di Cielo..., èconversazioni in concerto inedito che gusta lamia anima quando tengo il mio Dio...

Oggi ho compreso in un modo nuovo leprofondità dei miei tre silenzi: uno che è ripo-so in pace di consolazione; un altro vicinanzadel Dio dei Cieli; un altro però è claustrali vocidell’Eterno.

Tutti e tre sono saporosi, tutti e tre sono mol-to buoni; alcuni sono di quaggiù, un altro è deiCieli.

Uno porta all’altro. Uno si raggiunge a for-za di sforzi; un altro, che è tocco di Dio, baciodi cauterizzazione, vicinanza dolce, che fa spic-care il volo all’anima che cerca nel suo recla-mare, con il suo gustare, i fulgori del Cielo.

Ma l’altro è Dio che parla in segreto, den-tro, nella sostanza, del suo grande mistero!; èesplicazione in voci di fuoco, comunicazioni nelsuo stesso seno degli attributi che, in scoperta,Dio ci dà gratuitamente in dolci incontri!; sen-za che l’uomo sia capace di averlo con le pro-prie forze del suo valimento, e gustare il donodel Silenzio eterno.

Oggi ho compreso la grande differenza cheinsegna il mistero. Oggi ho compreso, in unmodo dolce e in un modo nuovo, che il Silen-zio è vita, tanto!, che è eterno: è l’Eternità vis-suta nell’esilio.

6-12-1973

PREGARE È AMARE.

LA PREGHIERA È ONNIPOTENTEPER IL FIGLIO DI DIO CHE,

SEDUTO SULLE SUE GINOCCHIA, CON CRISTO, PER CRISTO

ED IN CRISTO, SOTTO L’IMPULSODELLO SPIRITO SANTOCHIAMA DIO: PADRE

Dio vive il mistero insondabile e trascen-dente della sua vita trinitaria nella pienezzacompatta della sua infinita perfezione;

ed è ed ha in sé, da sé e per sé, nel suoatto onnicompreso e coeterno di vita, tutto ciò che infinitamente può appetire, essere e pos-sedere,

non avendo bisogno di nulla al di fuori disé per essere ed avere quanto è e quanto ha,perché è, in infinità, tutto ciò che infinitamen-te può essere;

e lo è, nella sua perfezione coeterna di es-serlo, per infinità infinita di perfezioni e di at-tributi, ed ha quanto può avere; nonostantepossa essere ed avere tutto in sussistenza ab-bracciata, divina, eterna ed infinita.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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Pertanto un uomo che non tende a Dio, èun essere deforme nella creazione, fuori dal suocentro e disinserito dal suo fine.

Quando il peccato ci separò da Dio e ci tiròfuori dal nostro centro, lanciandoci su rotte checi allontanavano dal sommo ed unico Bene, Diostesso, inclinandosi in compassione misericor-diosa verso la miseria della nostra meschinità,determinò, in uno sperpero infinito in effusionedi amore verso l’umanità caduta, di farsi Uomo:Via di luce che ci avrebbe condotto nuovamen-te alla sua Vita per mezzo della Verità che, comeParola Infinita del Padre incarnata, ci manifestònell’amore coeterno dello Spirito Santo.

E affinché questo diventasse realtà perfetta ecompiuta, ci inserì in Sé, «come i tralci nellavite»2, rendendoci una cosa sola con se stesso,reinserendoci nel suo piano infinito per farci vi-vere in Lui, per Lui e con Lui, nell’adattamentoperfetto alla volontà divina, secondo il suo di-segno amoroso nel crearci.

Ma, incorporandoci al suo piano di Reden-zione, volle associarci a sé, in modo che la suavolontà su di noi si realizzasse per mezzo del-la nostra collaborazione e adesione a Lui comesommo e unico Bene.

Dio si dà a noi totalmente e incondizionata-mente, ci rivela e manifesta per mezzo di Cris-to, attraverso Maria e nel seno della Santa Madre

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L’uomo è ciò che Dio ha voluto che sia, edha tutto ciò che Dio gratuitamente ha volutodargli. Dio volle crearlo a sua immagine e so-miglianza affinché fosse espressione in riverbe-razione della sua infinita perfezione, ed affin-ché lo possedesse per grazia, partecipandodella sua stessa natura divina.

Tutto ciò che Dio è, in Lui è realtà infinita,essuta e posseduta in adesione coeterna a sestesso. L’uomo è immagine di Dio e lo possie-de nella misura in cui aderisce a Lui.

Per cui, per raggiungere la pienezza del pro-prio essere e del proprio operare, la creatura,creata essenzialmente ed esclusivamente perpossedere l’infinito e sommo Bene, deve ten-dere irresistibilmente –e tende benché la mag-gioranza delle volte senza saperlo– verso Dio,unico fine per il quale è stata creata, ed unicomezzo per colmare tutte le esigenze ed appe-tizioni del suo cuore;

«Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a Te, o Dio;l’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?»1

per saziarmi nelle correnti delle sue eterne sor-genti, davanti alla contemplazione della luce delsuo sembiante…

E quando fa questo, vive nell’inserimentodella sua realtà, è felice e dà senso perfetto atutto il suo essere ed agire.

2 Cfr. Gv 15, 5.1 Sal 41, 2-3.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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cevere dalle sue infinite correnti e nella misu-ra in cui si apre agli affluenti insondabili e ine-sauribili che sgorgano dal Seno del Padre at-traverso il costato aperto di Cristo in effusioneamorosa sull’umanità.

«Chi beve dell’acqua che Io gli darò, nonavrà mai più sete, anzi, l’acqua che Io gli daròdiventerà in lui sorgente di acqua che zampil-la per la vita eterna»3.

Quanto ha preparato Dio per noi, e, a vol-te, quanto poco riceviamo, per non sapere onon volerci preparare davanti al passo del suoamore eterno…!

Ci ha creati e ci ha redenti perché fossimosimili a Lui, e perché vivessimo nella compa-gnia di focolare della sua Famiglia Divina, maper mezzo di un nostro «sì» di collaborazionealla sua consegna amorosa.

Quante cose vuole darci…! Quanti beni spi-rituali e perfino materiali che, per mancanza diconsegna, di collaborazione e di risposta all’ef-fusione dei suoi doni e frutti, rimangono nelvolere divino senza divenire realtà…!

«Tutto quello che chiederete al Padre nelmio nome, ve lo concederò»4. Tutto! Dando tale forza alla nostra preghiera, che, per Cristo, inCristo e con Cristo, sotto la forza e l’impulsodello Spirito Santo, siamo onnipotenti davantial Padre.

3 Gv 4, 14. 4 Gv 15, 16.

Chiesa, la realtà infinita e profonda del suo es-sere e del suo operare, e ci chiede la nostra ri-sposta libera e personale alla donazione infinitaed amorosa della sua consegna.

Ci invita a seguirlo, divenendo Lui stesso pernoi la Via suggestiva della felicità che ci con-duce alla sua Vita. Non ci obbliga; il suo amo-re infinito ci invita generosamente alla pienez-za del possesso della sua vita secondo la nostracapacità, ed esige la nostra collaborazione in ri-sposta, per arrivare ad ottenerlo come unicofine, per il quale siamo stati creati.

È stato piano di Dio portarci a Sé, nel crear-ci a sua immagine e somiglianza; è piano di Dioincorporarci a Sé per mezzo della Redenzione;ed è piano di Dio –che Egli volontariamente ri-spetta– che la sua donazione infinita sia ricevu-ta con e per mezzo della nostra collaborazione;e perciò ci si dà incondizionatamente, ma lo ri-ceviamo nella misura in cui ci apriamo alla suadonazione infinita ed eterna.

Figli della Santa Madre Chiesa, Nuova, Uni-versale e Celeste Gerusalemme, membra vive evivificanti del Corpo Mistico di Cristo; che fa-rebbe Dio in noi e con noi se ci aprissimo allasua azione santificatrice…! Quale pienezza divita e di felicità quella del nostro possesso…!Quali ampiezze di orizzonti sarebbero a noi scoperte nelle torrenziali sorgenti delle Fontieterne…!

Ma non tutti ci sazieremo delle acque delcristallino ruscello, solo colui che si mette a ri-

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

5352

Perché allora non otteniamo quasi nulla?Perché non chiediamo come dobbiamo; e perquesto la maggior parte delle volte la nostra vita diviene infruttuosa e le nostre preghiere sterili.

Poiché «se avessimo fede pari a un granelli-no di senapa, potremmo dire a questo montedi venire qui, e verrebbe. Niente ci sarebbe im-possibile»5.

Dio ha innumerabili grazie in sospeso e comeappese alle nostre richieste, giacché, inserendo-ci in Sé, ci ha dato un sacerdozio ricevuto dal-la pienezza del Sacerdozio di Cristo, capace distrappare i tesori infiniti dal suo petto, in effu-sione per tutti gli uomini; e, nell’esercizio pe-culiare del nostro sacerdozio –ufficiale o mis-tico–, diventiamo fecondi e vitalizzatori nellaChiesa.

Sacerdozio regale e misterioso che ricolmale nostre vite nella pienezza del possesso diCristo, di fronte a Dio e di fronte agli uomini.

Nella misura in cui abbiamo Dio, lo comu-nichiamo e, per mezzo del nostro sacerdoziopeculiare, vissuto «tra il vestibolo e l’altare»6, loglorifichiamo e diamo vita alle anime.

Quale sorgente di grazie, di doni, di frutti edi ricchezze il Padre contiene nel vulcano delsuo seno aperto, attendendo la nostra preghie-ra semplice, calda e familiare, per effondersi infrutti di vita eterna…!

Com’è grande, com’è onnipotente, com’èpotente un uomo orante in atteggiamento sa-cerdotale ai piedi del Tabernacolo…! Tanto che,davanti a lui, il Cielo si apre per riversarsi sul-l’umanità.

Questo è il mistero dell’Eucaristia: l’attesaamorosa ed incondizionata dell’Amore Infinitoche cerca i cuori semplici per consegnarsi lorototalmente.

«Ore di Tabernacolo che sono un incontro con l’anima ferita nel suo camminare; incontro amoroso dell’Amore che chiede amore a colui che ama, solo per amare…

Ore di Tabernacolo…, tempi di silenzio…, richieste dolci, tenera intimità…; colloqui di amori…, relazione di amico…, manifestazioni di Divinità…

Ore di Tabernacolo, melodie tenui in tenero agognare che invita ad adorare…

Dio è talmente vicino, che l’anima, in silenzio, sente lì il battito del suo respirare.

Ore di Tabernacolo…, ore di mistero…, momenti di preludi in felicità…; colloqui di Cielo, dove l’uomo vive, con dolci accenti, in peregrinare, momenti sublimi nell’Immensità…

Ore di Tabernacolo reclamano le mie ansie, ed oggi chiedo alle anime, dopo il mio reclamare, affinché percepiscano, in teneri colloqui, i misteri profondi dell’Eternità.5 Cfr. Mt 17, 20. 6 Gl 2, 17.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

5554

Ore di Tabernacolo che sono un abisso dove l’uomo entra per contemplare il mistero immenso del Dio nascosto dietro la forma umile di un pezzo di Pane.

Ore di Tabernacolo, in grida di amori implora alle anime la mia maternità.

Ore di Tabernacolo!, figli delle mie ansie, ché l’Amore aspetta nei suoi giorni lunghi senza mai stancarsi, in tenero aspettare…

Ore di Tabernacolo che sono un “pezzettino” della beatitudine eterna dell’Eternità…!».

9-5-1972

Com’è grande pregare e come sono pochicoloro che lo scoprono…! E per questo, quan-te grazie trattenute e quanta volontà divina in-compiuta tra gli uomini.

Per cui, nelle epoche della Chiesa in cui icristiani pregano di più, la loro irradiazioneapostolica è più soprannaturale, più sicura, piùestensiva, più fruttifera, giacché tutto quello chechiediamo al Padre nel nome di Gesù ci vieneconcesso. Nel nome di Gesù! Cioè, secondoGesù, secondo il suo piano eterno e sopran-naturale, che ha voluto associarci alla sua do-nazione infinita nei nostri confronti per mezzodella preghiera. «Non vi è infatti altro nomedato agli uomini sotto il cielo nel quale sia sta-bilito che possiamo essere salvati»7.

8 Lc 11, 9-10.

Dio determinò, nel suo piano coeterno, didarci tutte quelle grazie di cui avremmo avutobisogno in comune e privatamente nel senodella Chiesa. E le depositò nel suo seno diMadre e ci sono comunicate in doni e frutti del-lo Spirito Santo, nei e per mezzo dei Sacra-menti, istituiti da Cristo e affidati agli Apostolied ai suoi Successori; ma ha voluto che an-dassimo a cercarle con spirito contrito e cuoresincero. Per cui, se non le cerchiamo, non letroviamo e le perdiamo per sempre.

Ha voluto pure concederci tutto quello chegli avremmo chiesto secondo la sua volontà, eha sottomesso alla nostra preghiera innumere-voli grazie e doni che gli sarebbero stati strap-pati dal suo petto benedetto nella misura dellanostra richiesta.

Quando non preghiamo, li perdiamo. E per-ciò, quante grazie perse…!, quante cose cheDio vuole concederci per noi e per gli altri permezzo della nostra richiesta, e, per non chie-dergliele come dobbiamo, non le otteniamo…!

«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;bussate e vi sarà aperto; perché chi chiede ottie-ne, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto»8.

Oggi io ho compreso in una maniera comenuova, in uno sprazzo luminoso e soggiogantedi luce, e in una penetrazione acuta di questaverità nel mio intendimento, che, quando lecose vanno male è perché, non volgendoci a

7 At 4, 12.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

5756

Dio, non facciamo come dobbiamo e ciò chedobbiamo fare, per cui non otteniamo ciò chedobbiamo ottenere; giacché, nella preghiera,non solo si apprende ciò che bisogna fare e siottiene ciò che bisogna ottenere, ma si rischia-ra l’intelletto nella scoperta dei misteri di Dio edei piani eterni della sua volontà per tutti e cia-scuno di noi.

Quanto semplicemente ho compreso e conquanta sicurezza ho visto il cuore infinito di no-stro Padre pieno e traboccante di grazie, donie frutti, in attesa che gli siano strappati dallanostra richiesta semplice, espansiva e amorosaper la pienezza del nostro essere e del nostroagire, in relazione a noi stessi e agli altri…!

«Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio,ma lo ha dato per tutti noi, come non ci do-nerà ogni cosa insieme con Lui?»9.

Ai piedi del Tabernacolo è dove si appren-de ad essere ciò che dobbiamo essere e a fareciò che dobbiamo fare. Davanti alle porte deltabernacolo, «i Portoni sontuosi della Eternità»,dove si occulta il Dio vivo, «Luce da Luce eFigura della sostanza del Padre»10, sorge la vo-cazione alla verginità, al sacerdozio; fiorisce lavita missionaria e si riempie d’impulso il nostrocuore, di luce il nostro intendimento, di amorela nostra volontà e di forza il nostro agire, perrealizzare i piani divini con gioia e sicurezza.

Per questo, quando l’uomo perde il suo con-tatto con Dio, unico fine per il quale è stato crea-to, l’oscurità della notte l’avvolge, cessa di essereciò che deve essere, e, agendo di conseguenza,fa ciò che non deve, o come non deve;

allora, non sorgono vocazioni, la vita mis-sionaria languisce, l’umanesimo s’impadroniscedei cuori, il confusionismo ci invade e le con-cupiscenze ci trascinano e ci rendono schiavi.

Perché, dove troverà la creatura il vero sen-so del suo essere e del suo operare con l’au-tentica sapienza che illumini la sua esistenza,se perde il contatto con Colui che è la Luce deisuoi occhi e il Cammino del suo peregrinare?

«Si fece notte e cadde il silenzio,che avvolge nelle note di un’immolazione,nostalgie sacre cariche di amori,che attendono serene la loro vittimazione.

Cosa importa che il mondo non capisca il mistero...!

La mia anima gioisce in crocifissione,con un “sì” che esige tutto, persino la morte,senza altra ricompensa che dare gloria a Dio.

Lode voglio essere dell’Infinito,riposo del Cristo che, nella sua richiesta,introduce nell’intimo del mio petto feritoun profondo gemito, che mi chiede amore.

Diversi modi cerca il Signore mioper ricrearsi con la mia donazione:sacre manifestazioni di amori o pene taciuteche sono silenziate dall’incomprensione.

9 Rm 8, 32. 10 Cfr. Eb 1, 3.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

58 59

fusione che ci invade e dall’«io» ostinato dellaloro superbia,

profondamente afflitta, domandai allo Sposodella mia anima, occulto per amore nel miste-ro dell’Eucaristia, come era possibile che gli uo-mini cambiassero tanto nel pensiero, nei crite-ri, nei modi di essere e di agire secondo i secolie i tempi…

E nel vedere come non conoscevano la veravolontà di Dio, e, impazziti, non solo vivevanoconfusi, ma confondevano gli altri,

mentre, addolorata, presentavo a Gesù la si-tuazione raccapricciante che il mio spirito per-cepiva tra i figli della Santa Madre Chiesa, glidissi:

«Gesù, e Tu cosa pensi davanti alla vacuitàed alla volubilità dei pensieri degli uomini…?».

E percepii la sua risposta amorosa che mi ri-spondeva:

«Io penso sempre la stessa cosa, perché ilmio pensiero è eterno e perfetto; per cui non èsottomesso a cambiamenti né a criteri diversi».

Con ciò, intendendo che, davanti alla perfe-zione infinita del pensiero divino, immutabile!,infinitamente onnicomprensivo!, non ci potevaessere cambiamento, compresi che la diversitàdei nostri pensieri umani e confusi, personali ecollettivi, volubili e imperfetti, ci sottomettevaa stare sempre a cambiare nel nostro modo diessere, di pensare e di operare.

E la comunicazione di questa verità, fatta daGesù alla mia anima, è stata tanto luminosa,

Non importano i modi che nella mia anima amante

imprime l’Eterno dentro nel mio intimo!Soffocata mi sento dalle tante pene,so però che il mio Sposo è consolatore.

E per questo, ogni volta che vengo al tabernacolo,

Egli mi bacia in modo quieto e, nel suo cuore,ascolto un lamento che brama rispostaalla grande tragedia della sua Redenzione.

Così devo ascoltarlo in lunghe attese,fino a quando piacerà a Lui mostrarsi a me

in sole,poiché i suoi occhi sono sempre luci scintillanti

di fuoco,benché la tristezza rannuvoli il loro splendore.

Per questo, il tabernacolo dove io lo aspettoè per la mia vita, sigillata da Dio,portoni eterni che occultano, dietro i veli,la gloria eccellente dell’Essente in dono.»

8-3-1977

Quanto pacificamente, dolcemente e serena-mente ho compreso oggi che il cuore di Dio noncambia!

Come l’ho pure compreso quel giorno in cui,stando con Gesù nel tabernacolo, davanti allaconfusione terrificante della maggioranza deifigli della Chiesa che corrono pazzamente cer-cando Dio senza trovarlo per il cammino dellasua volontà, offuscati dallo sconcerto della con-

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

61

nella recondita profonditàdel tuo seno.

Ma, se tento di guardarticon la mia vista nell’esilio,senza sapere come sarà,io ti perdo.

Per questo dammi la tua luceed il tuo fuoco,che è viverti;altro non voglio.

Quando ti guardo nella tua vista,risplendo.»

21-4-1970

È pieno l’Amore di eterne misericordie, ar-dendo in ansie infinite di effondersi in torrentidi luce amorosa sull’umanità; ma aspetta la ten-denza semplice delle nostre vite verso di Lui,la richiesta supplicante delle nostre preghiereper riversarsi concedendoci tutto quello che, innome di Gesù, gli chiederemo.

«Questa è la fiducia che abbiamo in Lui:qualunque cosa gli chiediamo secondo la suavolontà, Egli ci ascolta»12.

Ho compreso pure che, se non glielo chie-diamo nell’amore, con fede piena di speranza,non ce lo concede, scoprendo il perché dellasituazione spaventosa in cui si trovano molti deimembri della Chiesa.

60

12 1 Gv 5, 14.11 Sal 93, 11.

profonda, saporosa e dilettevole che, riposan-do amorosamente sul petto del Signore saturodi Divinità, tornai a dirgli:

«Gesù, io non voglio i pensieri degli uomi-ni. Io voglio il tuo pensiero, che è perfetto, perpensare sempre come Te.

Non voglio altro pensiero che il tuo, per es-sere perfetta ed operare sempre secondo la tuavolontà.

Dammi il tuo pensiero e così non sbaglieròmai, e agirò, con Te e per Te, sempre in per-fezione.

Io non voglio i pensieri degli uomini, tantovuoti, poveri, confusi e meschini…!»

Penetrando così la frase della Scrittura: «Ipensieri degli uomini: non sono che un soffio!»11.

«Quando mi sprofondo nella lucedel tuo infinito mistero,la mia povera mente si perde,e rimango senza concetti;

e allora, e solo allora!,mi introduco nel tuo interiore,e scopro, con il tuo Sole,il tuo pensieronell’eterna trascendenzadel tuo Bacio.

E lì ammiro la tua Verità,e lì adoro ciò che vedocon l’infinita pupillacon cui Tu ti guardi in zelo

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

63

Io sono un tabernacoloe scoppio in fuoco!

Io sono un tabernacolo!Un tabernacolo in vita!Non un tabernacolo morto!!».

2-2-1973

Il nemico è riuscito a togliere importanza aiSacramenti; sta riuscendo a lasciare i tabernacolivuoti con il mito di mettere l’uomo al posto diDio, relegando Dio, pertanto, ad un secondo pia-no, allo scopo di farlo scomparire, gradatamen-te ed ingannevolmente, dal cuore dell’uomo.

Com’è grande, com’è onnipotente la forzasoggiogante di un’anima semplice che imploraadorante l’effusione dell’Amore Infinito sull’u-manità…!

Ai piedi del Tabernacolo s’adempie il fine per il quale siamo stati creati, essendo ciò chedobbiamo essere e facendo ciò che dobbiamofare in relazione a noi e agli altri; infatti ottenia-mo quanto chiediamo, se lo chiediamo secondoil disegno di Dio, ottenendo di divenire simili aCristo, protettore dell’orfano e della vedova, sog-giogatore di amori, Sole della vera giustizia,«Consigliere-Ammirabile, Dio-Potente, Padre-per-sempre, Principe-della-Pace»14, Cammino sicuroche ci conduce alla vera e autentica felicità.

Com’è grande pregare…! Tanto che, quan-do prego, colmo pienamente le dimensioni in-

62

14 Is 9, 5.

Il Maligno è riuscito a separare i figli di Diodal contatto con il loro Padre ai piedi del ta-bernacolo e nel profondo e intimo del propriocuore, dove Dio dimora stabilmente, per la gra-zia, in comunicazione intima e amorosa: «Seuno mi ama osserverà la mia Parola e il Padremio lo amerà, e noi verremo a lui e prendere-mo dimora presso di lui»13; per cui siamo tem-pli vivi di Dio e dimora dell’Altissimo.

«Se il tabernacolo fosse essere che palpitassee che comprendesse ciò che ha dentro,scricchiolerebbe e scoppierebbe,perché non potrebbe contenere i suoi fuochi,i fuochi che hadentro il suo segreto.

Io sono un tabernacolo,un tabernacolo vivo che occulta l’Eternoin glorie di trionfo e nello scricchioliodella mia vita in cordoglio.

E per questo sento, nel rintoccaredel mio povero petto,uno scoppio in fessura, per la forza immensadel traboccamentodel tabernacolo in vitache c’è nel mio interiore.

Io sono un tabernacolo che vive invasodalla forza immensadi ciò che contienenel suo segreto.

13 Gv 14, 23.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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calcolabili del mio essere, realizzando il pianoinfinito di Dio, avendomi Questi creato per es-sere immagine e somiglianza sua e per fare, peradesione e partecipazione della sua volontà in-finita, ciò che Egli fa.

Com’è grande pregare…! Perché pregare èstare con Dio. E può esserci cosa più grandeper la creatura che mettersi in contatto col suoCreatore?

«Signore, insegnaci a pregare...»15.Davanti a ciò, Gesù, volgendo il suo sguar-

do all’Infinito, esclamò:

«Padre nostro che sei nei Cieli, sia santificato il tuo Nome»

e glorificato, affinché questo si adempia so-prattutto e al di sopra di tutto.

«Venga il tuo Regno»,affinché ci inseriamo nei piani eterni di Dio,

vivendo qui in fede e poi in luce nel suo Regnoe del suo Regno.

«E sia fatta la tua volontà come in Cielo così interra».

Questa è la cosa essenziale e principale cheCristo ha voluto manifestarci, insegnandoci apregare il Padre Celeste, per l’inserimento per-fetto del piano di Dio. E come conseguenza ditutto questo:

«Dacci oggi il nostro pane quotidiano»per il sostentamento delle nostre vite in que-

sto peregrinare.

17 Cfr. Gv 15, 13. 18 1 Pt 5, 8. 19 Gv 14, 8-9; 10, 30.

E «rimetti a noi i nostri debiti», a condizioneche noi «li rimettiamo ai nostri debitori»;

amandoci gli uni gli altri, secondo le paroledi Gesù, «come Egli ci ha amati»16; poiché «nonc’è più grande manifestazione d’amore che darela vita per la persona amata»17.

E finalmente: «Non ci abbandonare alla tentazione»,

essere pronti a perdere la vita, se fosse ne-cessario, prima di offendere Dio.

«Liberaci dal Maligno»,che va in giro «come leone rampante e rug-

gente, cercando chi divorare»18 attraverso le se-duzioni del mondo, mediante le concupiscen-ze della carne.

E finalmente, tutti uniti nell’amore dello Spi-rito Santo, siamo una sola cosa come il Padre eil Figlio sono una sola cosa, e il mondo cono-sca come ci amiamo, e Dio ne sia glorificato.

Ormai Gesù, il Divino Maestro, ha insegna-to alla sua Chiesa nascente, la maniera sempli-ce, amorosa e comunicativa, come il piccolettosul grembo di suo Padre, di mettersi in contat-to con Dio!:

« — Mostraci il Padre e ci basta. — Da tanto tempo sono con voi e tu non

mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto Me, havisto il Padre». «Io e il Padre siamo una cosasola»19.

15 Lc 11, 1 ss. 16 Gv 15, 12.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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L’atteggiamento dei nostri cuori dev’essere,pertanto, uno sguardo amoroso e fiducioso ver-so il Padre in espressione d’infanzia evangelicache si rivolge a Lui affinché, appoggiati sul suogrembo, ci mostri i suoi misteri.

Gesù, pieno di gaudio, esprime la grandegioia del suo cuore prorompendo in un rendi-mento di grazie al Padre perché ha rivelato ilsuo segreto ai piccolini, occultandolo a coloroche, credendosi qualcosa, si ritengono i saggie i prudenti del mondo:

«Io ti rendo lode, Padre, Signore del Cieloe della terra, che hai nascosto queste cose aidotti e ai sapienti, e le hai rivelate ai piccoli.Sì, Padre, perché così a Te è piaciuto. Ogni cosami è stata affidata dal Padre mio, e nessuno sachi è il Figlio se non il Padre; né chi è il Padrese non il Figlio, e colui al quale il Figlio lo vo-glia rivelare»20:

a questi che, senza sapere, seduti sulle tueginocchia, ti chiamano Padre.

Gli Apostoli erano piccoli, e per questo do-mandano al loro Maestro la maniera di prega-re. E quando lo sentono dire di chiamare Dio:Padre!, i loro cuori, balzando di gaudio nelloSpirito Santo e traboccanti di gioia come infi-nita, compresero fin dove li amava il Signore:Potevano chiamare Padre Colui che era il tut-to, la pienezza, la felicità di Gesù, e con la qua-le essi sarebbero rimasti saziati, non desideran-do altro!: Padre…!

22 Mt 6, 9. 23 Mt 5, 48.

Con quale gaudio gli Apostoli, durante la vitadi Gesù e dopo che il Divino Maestro nella suaascensione gloriosa partì per la Casa del Padre–«Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mioe Dio vostro»21–, saranno stati desiderosi di tro-vare un tempo in intimità profonda di silenziosaporoso, in cui, pieni di nostalgie per l’Infinitoe rivolti verso di Lui, potessero, in diritto di pro-prietà, chiamare Dio: Padre!, impiegando lastessa parola, la stessa formula che Gesù im-piegò per comunicare con Lui…!: «Padre no-stro che sei nei Cieli»22.

Figlio di Dio, erede della sua gloria, parteci-pe della vita divina, non so come esprimerti, dirtie incidere nella tua anima come devi pregare.

So che, nella vita dello spirito, la base perarrivare a incontrarsi con Dio, a conoscerlo insapienza amorosa, a scoprire i suoi misteri e isuoi disegni eterni e meravigliosi su di noi, apenetrare le ricchezze insondabili che ci co-munica nel seno della Chiesa, giungendo cosìad essere «perfetti come è perfetto il Padre no-stro Celeste»23, è saper pregare e trovare, nelsegreto della preghiera, il riposo e la familiaritàcon Dio di cui l’anima ha bisogno.

Nella misura e nella forma in cui pregherai,sarai più felice, più fecondo, darai più vita eadempirai il piano divino su di te.

20 Lc 10, 21-22. 21 Gv 20, 17.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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Sono felice quando prego.Dio conosce i miei perché!».

20-3-1973

Per cui è necessario che andiamo a pregarein atteggiamento di infanzia evangelica che sca-turisce da una spontanea umiltà, al compren-dere il cuore infinito del Padre in contatto amo-roso con la piccolezza della nostra anima che,traboccante di giubilo, può chiamare l’InfinitoEssere, tre volte Santo: nostro Padre Dio.

L’atteggiamento della tua preghiera sia un cor-rere a riposare nel grembo di tuo Padre. E lì,nell’intimità della tua piccolezza, deposita nel suo cuore, ai piedi del tabernacolo o in qual-siasi momento del giorno nel profondo e re-condito del tuo cuore dove Dio dimora per lavita della grazia, i tuoi problemi; sfoga in Lui letue pene, esponi a Lui le tue necessità in ri-chiesta amorosa di adorazione arresa che geme,dopo le notti di questo peregrinare, ascoltandoi lamenti del Dio dell’Eucaristia, che, in richiestecandenti di amore, nei tuoi tempi di tabernaco-lo vuole comunicarsi alla tua anima; perché «èaffaticato l’Amore per non trovare a chi comu-nicare il suo segreto», poiché l’Amore attendesenza stancarsi nel silenzio dell’Eucaristia, dietroil mistero di giorni e di notti prolungati semmaiqualcuno viene a trovarlo, poiché non sa di stan-chezze colui che ama.

«Gesù soffriva in silenzio, e in silenzio si lamentava,

«Sono felice quando prego, perché colmo l’appetizione delle fami

della mia sete, perché trovo Colui che desidero e percepisco

la dolcezza che si racchiude in un tabernacolo silenziato in rumori incandescenti per le fiamme di Jahvè.

Sono felice quando prego, perché arrivo ovunque

in immense appetizioni, che si annidano nel mio essere, di irradiare per tutto il mondo le infinite luci

scintillantiche nel tuo seno contemplai.

Sono felice quando prego, perché colmo nel mio terribile desiderare quanto sono e quanto cerco nel mio modo traboccante di volere.

Sono felice quando prego… Non ci sono frontiere per l’anima che, adorante, cade soggiogata davanti ad un tabernacolo

silenzioso,nelle sue ansie deliranti di possedere, ascoltando i lamenti dell’Immenso, che, fatto Uomo, si rivela al popolo amante, così umano e così divino come è.

Sono felice quando pregoe ricolma nelle mie pienezze, nelle mie fami e nella mia sete, e nelle mie nostalgie di Cielo di fronte all’Essere.

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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giamento sacerdotale, se in qualche modo per-cepisci il silenzio cadente della vicinanza di Dioche ti si fa presente nell’Eucaristia o nel profon-do della tua anima, dove lo stesso Dio parla altuo cuore sotto l’assaporamento amoroso deltasteggiare delle note dello Spirito Santo, nellasoavità sonora della sua intimità amorosa, noncercare nulla che ti leghi per metterti in con-tatto con la tua Famiglia Divina. «Condurrò l’a-nima alla solitudine e lì parlerò al suo cuore»25,giacché «il silenzio è la tua lode».

Dio ci chiede di entrare nell’intimo della no-stra casa, «nella retrocamera» dove solo Lui abi-ta; «di chiudere a chiave», e lì, in profondo si-lenzio, di starcene con nostro «Padre che dimoranel segreto» e che cerca la solitudine e il silen-zio per comunicarsi.

«Tu invece, quando preghi, entra nella tuacamera e, chiusa la porta, prega il Padre tuoche sta nel segreto, e il Padre tuo, che vedenel segreto, ti ricompenserà»26.

Tutta la vita di Gesù fu una tendenza verso ilPadre e un portarci a Lui, affinché ci bruciassenell’amore dello Spirito Santo. Ogni volta cheGesù ti vuole insegnare a pregare, ti chiede difarti piccolo e di buttarti fra le braccia del Padre,poiché il Padre sa già tutto ciò di cui hai bisogno.

Pregare, come molte volte ti ho detto, figliomio, non è complicarsi la vita cercando modie maniere per trattare con l’Amore Infinito.

70

25 Cfr. Os 2, 16. 26 Mt 6, 6.24 Cfr. Evagrio del Ponto.

e in silenzio mi chiedeva di entrare nel suo silenzio e di amarlo nel suo silenzio.

E, quando io entravo in Lui, rimanevo in silenzio, penetrando la tragedia che nel suo silenzio avveniva…

Oh, quanto dice il silenzio, quando in silenzio ci parla…!».

3-4-1969

Per questo, figlio dell’anima, va’ alla pre-ghiera a stare un tempo con l’Amore Infinito;cerca di mettere nel tuo spirito il massimo gra-do di amore puro che puoi; cercalo instanca-bilmente finché lo trovi nel segreto delle suenotti di tabernacoli prolungate. Non ti stanca-re, anima amata, nella tua attesa; all’Amore pia-ce essere cercato da coloro che ama.

Sia il nostro atteggiamento nella preghieraun metterci nel cuore di Colui che sempre ciama infinitamente, ci abbraccia eternamente, cicomprende, e amorosamente ci bacia, in modotale che ascoltiamo il suo segreto di amore;giacché «chi si appoggia sul petto di Cristo, di-viene predicatore del divino»24, dando gloria aDio e conquistando anime per il suo Regno.

Per cui, quando andrai a pregare con cuorecontrito e spirito umiliato, in riverente atteg-

Il parlare di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

7372

la preghiera all’anima che sa cercarlo in intimità;la quale rimane accesa nelle fiamme incande-scenti dello Spirito Santo davanti al contatto delFiglio eterno del Padre, che le si consegna indonazione, per dirle il suo segreto infinito.

Il Padre ti fa sedere sulle sue ginocchia perdirti la sua vita amorosa; e siccome il suo direè operare, ti dice il suo Verbo, baciandoti nel-l’amore dello Spirito Santo.

«Cosa ha il silenzio,che lascia ascoltare le voci del Verbo…?

Cosa ha il silenzio,che, nel suo tasteggiare, quale lira di Gloria, scopre i veli che occulta il mistero…?

Cosa ha il silenzio,il silenzio occulto che avvolge nella sua nube il Sancta Sanctorumdi Dio nel suo seno…?

Cosa ha il silenzio,che apre agli affamati i Cieli, e li introduce, senza nulla dire loro, nelle melodie segrete del Verbo…?

Cosa ha il silenzio,che squarcia il mistero…?».

12-2-1973

Pregare è andare a metterti in contatto contuo Padre Dio come puoi.

Pregare è ravvivare la presenza di Dio, cer-candolo nel suo silenzio e ascoltandolo nellasua intimità, presso le porte del tabernacolo enel più intimo del tuo cuore;

è dirgli tutto quello che hai nella tua anima;è metterti nel suo cuore di Padre così come sei.

Per questo, la preghiera alcune volte saràparlare con Gesù nel tabernacolo; altre, ascol-tarlo; altre, guardarlo e sentirti guardato;

riposare sul petto dell’Amico e far riposareLui;

dirgli di sì in una consegna totale al suo amore eterno; adorare in prostrazione amorosa;

abbandonarti nelle sue braccia di Padre; se-derti sulle sue ginocchia affinché ti racconti ilsuo segreto;

appoggiare il tuo capo, come San Giovanni,sul petto del Divino Maestro; ascoltarlo in gi-nocchio come la Maddalena; guardarlo imbam-bolato, come i piccoletti;

o rimanere in silenzio, in assaporamentosoave, pacifico e silenzioso di amore.

Pregare è tutto ciò che ti porta o ti mette incontatto amoroso con il Signore, per trarre edare amore.

Pregare è fare gran silenzio per udire l’AmoreInfinito nel suo silenzio amoroso, per ascoltarela sua favella senza parole. Giacché il Verbo, puressendo l’infinita e consustanziale Parola e l’e-terno Dire del Padre, si comunica in segreto nel-

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lenzio saporoso per ascoltare Dio, di guardarlocon amore, o di startene ad assaporare, a sape-re o a comprendere qualsiasi verità che ti pos-sa venire in mente e che ti aiuti come mezzo re-moto per amare; non cercare altro, ché l’Amoreè vicino, e agisce e attua nella tua anima.

«Vi scongiuro per le gazzelle e per le cervedei campi: non destate, non scuotete dal son-no l’amata, finché essa non lo voglia»28.

Molte volte ti ho detto che pregare è amare;per cui l’anima deve andare alla preghiera pertrovare colui che ama. E te lo ripeterò finchémorirò, perché so che, quando Dio parla da spi-rito a spirito nel recondito e profondo del cuo-re, lo disturbano le letture, i concetti, le formee le parole; perché il Verbo, pur essendo l’infi-nita ed eterna Parola, quando si dà nella con-cavità profonda e recondita dello spirito, lo fain un eterno e consustanziale silenzio di Essere.

E così, quando la Sapienza divina ed amo-rosa, che è il parlare dell’Infinito, si va infon-dendo assaporabilmente in degustazione amo-rosa nel recondito dello spirito; questi sente osperimenta in qualche modo che si accendenell’amore; che è penetrato dall’intendimentodivino; che Dio gli si sta comunicando in sa-pore di vita eterna, poiché il dire del Verbo èallo stesso modo con cui parla al Padre: un’E-spressione infinita di sapienza segreta, che, in

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28 Ct 2, 7.27 Sal 44, 11-12.

Quando vai a pregare e non hai alcuna cosanella tua anima che ti unisca all’Amore Infinitoo che tu senta l’urgenza di depositare in Lui, apriil Vangelo o un altro libro che ti parli di Dio edei suoi misteri per aiutarti ad accendere il tuospirito, leggine qualcosa; e quando percepiraiuna dolce e amorosa perdita di forze che ti in-vita ad abbandonarti o a riposare sul petto diColui che ami, rimani in silenzio ad amare.

Se con questo ti basta per il tempo di pre-ghiera, non cercare altro, ché il Signore ti por-terà alla solitudine per parlare al tuo cuore.

Se ti distrai, torna a cercare il mezzo ed ilmodo di tornare a trovarlo. Ma dopo che inqualche maniera percepirai la vicinanza o la pre-senza di Dio, lascia tutto e stattene in silenziocon Lui: «Dimentica il tuo popolo e la casa dituo padre, il Re ambirà la tua bellezza»27.

Se la tua immaginazione ti distrae, procurail silenzio; e se non lo puoi ottenere, cerca eguarda Gesù nel tabernacolo, apri nuovamenteil Vangelo, e torna ad aiutarti, per acquisire ilraccoglimento, con un altro punto di lettura cor-to e breve.

Fa’ questo nella preghiera tutte le volte checrederai necessarie per lasciare le immagina-zioni e per cercare di entrare gradualmente inraccoglimento, soave, profondo e amoroso.

Ma, quando sentirai in te la necessità di ri-manere pacificamente e dilettevolmente in si-

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Il modo di parlare di Dio è come Egli è, «inspirito e verità»29. Per questo si comunica daspirito a spirito, come Egli è. Ed Egli è il Silenzioinfinito, la soavità sonora in sibilo delicato.

Per cui, quando sentirai bisogno di silen-zio ed in esso percepirai qualcosa di saporo-so, come con un saporino che non è mate-riale ma è sapere di vita eterna, o semplice-mente silenzio gustoso e caldo-caldo dove sista a piacere perché si percepisce la vicinan-za della persona amata; questo è parlare diDio alla tua anima.

Perché è dirti o farti assaporare, presentire,gustare, o intuire, quello che Egli è, senzaespressioni di qua, bensì in comunicazione disilenzio, dove l’Amore ti pone per parlare, nonalle tue orecchie, ma al tuo cuore, in segretodi intimità.

Dio non ha bisogno per parlare all’anima dialcuna parola; tanto, che, quando nella pre-ghiera o fuori di essa si odono parole, non èdirettamente Dio che le si comunica, bensì lofa per mezzo della creatura parola, mediante laquale esprime la sua volontà.

Ma, quando nel silenzio della preghiera si-lente, si percepisce una freschezza silenziosa insoavità sonora di vita eterna, è allora che la so-stanza dell’Increato si sta comunicando alla so-stanza dell’anima, ed è allora che questa in ve-rità può dire, senza timore di sbagliarsi, che la

29 Gv 4, 24.

ridonazione di amore al Padre che lo genera,gli dice, senza rumore di parole, tutto l’infinitoessere dell’In principio.

Sacerdote di Cristo, anima consacrata, mem-bro vivo e vivificante del Corpo Mistico di Cristo,conosco per esperienza nel mio contatto con leanime che colui che cerca Dio senza stancarsi,prima o poi si trova in assaporamento profondoe dilettevole con il Dio del Sacramento.

Per cui se cerchi di fare preghiera ai piedidel tabernacolo, in breve tempo incomincerai adegustare l’assaporamento del silenzio; e, dopodi esso ed in esso, il gaudio della vicinanza edella presenza di Dio, perché nel tabernacolosi trova l’Essere.

E allora saprai –di assaporare– il passo del-l’Amore in brezza silenziosa e sacrosanta di E-ternità.

«L’Immenso passa in alito quieto, in tacita brezza, occulto nei suoi veli.

L’Immenso passa con le melodie che esala il silenzio; e io sento la sua voce, e ascolto il suo accento, e scopro ansiosa l’ombra che lascia nel suo passare sommesso.

L’Immenso passa con brezza di fuoco».

6-2-1973

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di bontà, di amore, di giustizia e di pace…, inun gaudio, silente e sacrosanto, saporoso e di-lettevole, frutto pure del parlare divino, in luceincandescente e sonora dello Spirito Santo.

Dio mio, portami alla tua solitudine ed iopercepisca il tuo silenzio in detto infinito, af-finché, facendomi simile a Te, ti sappia e ti co-munichi alle anime in spirito e verità.

«Sento la brezza delicatadel tuo infinito concerto dietro le note misteriosedel baciare del tuo Silenzio…

Sento il tubare del Dio vivo nella profondità del mio petto, e ardori di Gloria in preludi di mistero…

Sento Dio nel modo strano in cui sono riuscita a possederlo nelle notti della morte, mentre vivo nell’esilio…

Sento Dio costantemente, nel mio vivere compassionevole, dietro le porte del tabernacolo e nel profondo del petto, nella lotta della vita, senza averlo come spero.

Ho Dio segretamente tra grida in cordoglio!».

20-3-1972

Sapienza del Padre, la Parola canora nella Trinità,sta parlando al suo piccolo essere Chiesa.

Dio si è la Pace infinita, l’Amore saporoso, ilGaudio pacifico, la Sapienza espressiva, la Sag-gezza segreta…

Per cui, quando sei nella preghiera e sentinecessità di startene in silenzio, perché perce-pisci o assapori una freschezza di pace, un amore saporoso, un gaudio spirituale, un nonso che di silenzio profondo che ti invita a star-tene zitto-zitto e tutto fermo senza pensare,solo a percepire o ad ascoltare quel sapore che,riempendoti di pace e di silenzio, senza che tustesso possa dargli forma, sai in esperienza inqualche modo, benché sia tenue, che stai vi-cino a Dio;

ascolta, anima cara!, non ti distrarre!, ché ilVerbo, nel silenzio, ti sta parlando senza rumoredi parole nel profondo ed intimo del tuo cuo-re, dicendoti nel tuo interiore, in assaporamen-to, senza forma né figure, ciò che Egli è; poi-ché il parlare di Dio opera ciò che dice.

A volte pensiamo che il parlare di Dio siacome il nostro, che la comunicazione dell’In-finito sia al modo umano per mezzo di concet-ti e di parole; e no, anima cara, no. Dio parlacome è, «in spirito e verità».

E per questo, senza rumore di parole, ti siinfonde lo stesso Verbo bruciandoti nell’amoredello Spirito Santo, illuminandoti nella sua luce,facendoti sentire e vivere il suo spirito di for-tezza, di sapienza, di scienza, di timore di Dio,

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Mi trovo piombata a terra per prove represseche occulto nel segreto di un lento agonizzare.Per questo, quando prego sprofondata

nel mio silenzio,riposo riposando senza nulla desiderare.

Le tue glorie sono i trionfi del petto addolorato,

che reprime un gemito, al sentirsi oltraggiare.Che ne sanno i mondani del tuo zelo acceso,del tuo amore nascosto, che si vuole

consegnare...!

Io occulto i lamenti che nella tua profondità percepisco,

e rispondo a mio stile, tentando di captareil tuo scricchiolare segreto di Cristo intenerito,per esprimere in eco il tuo ardente lamentare.

Come si sta bene in silenzio vicino vicino al Tabernacolo,

dopo essermi comunicata,senza cercare altra consolazione che amare

ed essere amata!Solo questo, senza altro...!».

13-12-1978

30 Cfr. Es 17, 11.

Gesù, io voglio stare con te per stare con ilPadre nell’amore mutuo e infinito dello SpiritoSanto, colmando così la pienezza del mio es-sere e del mio operare, nell’inserimento perfet-to e compiuto dei tuoi piani su di me nel senodella Chiesa.

Io sono Chiesa, e, in funzione del mio pe-culiare sacerdozio, ho bisogno di stare «tra ilvestibolo e l’altare», a ricevere l’Infinito per co-municarlo agli uomini, ed a raccogliere l’uma-nità per presentarmi davanti a Dio con tuttaessa, implorando, con richiesta semplice edamorosa, l’effusione della sua volontà su tutti eciascuno dei suoi figli.

Quando Mosè alzava le braccia, il Cielo siapriva, e il Dio degli Eserciti si effondeva por-tentosamente in conquiste di gloria in virtù del-la forza della richiesta del suo eletto30.

Com’è grande un uomo quando prega…!Tanto, che diviene poderoso e onnipotente conil potere di Dio, essendo capace di vivere e diessere per partecipazione, ciò che Dio è e viveper natura nell’accompagnamento del suo es-sersi Famiglia.

«Oggi riposo sul tuo petto, soggiogata di amori,

bramando nuovi soli di eterno splendore;confido nelle promesse ricolme di misteroche ho ascoltato nell’interiore

del tuo infinito amore.

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19-5-2002

CHIESA MIA, CHIESA AMATA,SPOSA DELL’AGNELLO

IMMACOLATO E SENZA MACCHIA,L’ORA DEL POTERE DELLE TENEBRE

È CADUTA SU DI TE

E, dopo quanto ho appena espresso, cosìprofondo, saporoso e dilettevole, davanti allarealtà soggiogante del mistero contenuto nelseno della Santa Madre Chiesa, tanto divinaquanto umana, prolungamento vivo, vivente epalpitante del mistero di Cristo nella sua Incar-nazione, vita, morte e risurrezione gloriosa,

desidero manifestare, di fronte alle situazio-ni drammatiche attraverso le quali durante tuttii tempi va passando la Madre Chiesa in questoduro peregrinare, al condurci, nel suo cammi-nare ansimante, verso la Casa del Padre, affin-ché, «con timore e tremore, operiamo la nostrapropria santificazione»1,

i pericoli che dappertutto ci insidiano, conil tentativo diabolico di separarci dall’unico fineper il quale siamo stati creati e, con ciò, poterperdere Dio per sempre.

1 Cfr. Fil 2, 12.

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E, ravvivando il ricordo di ciò che, spauritae spaventata, in un momento di sorpresa e pie-na di raccapricciante e drammatico stupore con-templò il mio spirito e tanto schiettamente holasciato plasmato quel giorno,

facendo una chiamata di allerta ai figli del-la Santa Madre Chiesa, membra vive e vivifi-canti del Corpo Mistico di Cristo,

ho bisogno oggi di sovrabbondare su quan-to era terribile!, spaventevole!, rabbrividente epaurosa! quella piovra infernale.

Era come schiacciata sulla terra, a causa del-l’immane peso della sua corpulenza; e benchémuovesse contemporaneamente lentamente,ma ferocemente, i suoi orribili tentacoli, nonpoteva alzarsi neanche un palmo dalla polveredella terra; mi vennero in mente le parole del-la Sacra Scrittura: «Sul tuo ventre camminerai epolvere mangerai per tutti i giorni della tuavita»2.

Oh che mostruosa piovra contemplò il miospirito!; piena di innumerevoli tentacoli, forti!,grossi!, con peli come punte; mentre degli oc-chi diabolici, rotondi, sporgenti, grandi, repel-lenti e irrequieti che infondevano terrore, muo-vendosi da una parte e dall’altra ferocemente evertiginosamente, guardavano, e mi guardava-no nel desiderio di polverizzarmi e di farmiscomparire, se fosse possibile; rannicchiata, im-pazzita, invidiosa, vendicativa, e distruttrice, per

2 Gn 3, 14.

Per questo voglio esporre una delle cose cheil Signore ha mostrato alla mia anima su que-ste situazioni tristissime, drammatiche e demo-litrici che subisce la Chiesa a causa dei conti-nui attacchi dei nemici di questa Santa Madree delle insospettate e innumerevoli infiltrazioninel suo seno.

Il 18 ottobre 1978, soffocata dal dolore e sor-presa dallo spavento, scrivevo nel mio diariospirituale:

«Ho paura dei nemici della Chiesa che si tro-vano infiltrati in essa…

Nella Chiesa ho visto pure… come una gran-de “piovra”!, piena di orribili tentacoli, che siinfiltravano dappertutto; e che, quando si sta-va per vedere dove erano nascosti, questaespelleva il suo inchiostro, avvolgendo tutto,non permettendo di scoprire i suoi stratagem-mi occulti e diabolici.

Le tenebre e la confusione c’invadono, ci pe-netrano dovunque; in modo tale che, dovemeno si pensa e chi passa più inavvertito è ungrande nemico; il quale forse occupa un postoimportante e strategico, per lavorare come unlupo rapace mascherato con la pelle di un miteagnello.

Che piovra orripilante vidi…! E quali tenta-coli si estendevano per la mia Chiesa Santa,occultati dall’inchiostro di questo mostro infer-nale…!».

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pazzito di rabbia, volendosi occultare subdola-mente al mio sguardo spirituale, affinché nonscoprissi fino in fondo la sua insospettata e bru-tale malizia, terrorizzato e spaventato, rapida-mente, espulse da se stesso un inchiostro nero,avvolgendosi in modo tale che, rimanendo to-talmente coperto, non lo si poteva vedere, no-nostante i diversi tentativi che la mia poveraanima, spaventata, cercava di fare per scoprire,fino in profondità, i tentativi aggressivi, pieni distratagemmi, con tutto il male che producevaquel mostro terribile, spaventoso ed infernale,pieno di spaventevoli e pelosi tentacoli; il qua-le tentava di invadere tutto per opprimerlo trai suoi stridenti, trafiggenti e pungenti artigli che,come uncini, catturavano tutto, portandoseloverso di sé per demolirlo e poterlo divorare.

Il 10 aprile 1997 manifestavo: «Oggi, atterrita e spaventata, ho bisogno di

dire che il tentativo più grande del diavolo inquesti tempi, è di dissacrare tutto, togliere tuttoil divino, confondere i dogmi, facendo spariredalla mente e dal cuore dell’uomo e dei cristia-ni il pensiero di Dio nel suo essere e nel suooperare, mettendo l’uomo con i suoi problemie pensieri –che “come sono vani”3– quale finee centro della vita, e persino del cristianesimo.

Per cui piena di amore a Dio, alla Chiesa ealle anime, gemo, in modo addolorato e strazia-to davanti alla ribellione di Lucifero ed a quella

3 Sal 93, 11.

demolire quanto fosse alla sua portata come unrullo compressore,

espandeva segretamente e subdolamente isuoi terribili e orripilanti tentacoli per infiltrar-si astutamente, cercando di arrivare dappertut-to e di dominare quanto le fosse possibile conla sua ira piena di invidia, rancore, disperazio-ne, amarezza e vendetta indiavolata;

e cercava in modo ingannevole, come nelParadiso terrestre, di strappare alle anime il pos-sesso del gaudio eterno che lui aveva perso,cadendo per sempre nell’Abisso insondabiledella perdizione, aperto per lui e per i suoi se-guaci, davanti alla sua abominevole e repellenteribellione contro l’Infinito e Coeterno Creatore.

Era l’espressione più palese del diavolo, e sitrovava infiltrato insidiosamente e subdolamen-te nel seno luminoso e ampio della MadreChiesa, piena di santità e risplendente di divi-na bellezza e di beltà, come specchio senzamacchia, grazie al possesso dello stesso Dio chela penetra, la satura, la nobilita e l’adorna, ten-tando, impazzito e furiosamente, di polverizza-re e di divorare, facendo annegare col fangodella sua puzzolente fangaia.

Davanti a ciò, spaurita e spaventata, ma esal-tata dagli zeli di Jahvè e ardendo in amori perla gloria di Colui che amo, mi lanciai frettolo-sa, correndo in spirito con la rapidità di un ful-mine, per vedere e sorprendere da vicino quelmostro repellente, e cos’era e come agiva.

Il quale, al vedere che mi avvicinavo, guar-dandomi pieno di timore, infuriato e come im-

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nità e che copre i suoi ricchi gioielli con unmanto di lutto per i figli che, non conoscen-dola bene, se ne andarono dal suo seno diMadre– appaia denigrata e come macchiata daipeccati di molti dei suoi stessi figli, persino dal-la «stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazio-ne santa, il popolo che Dio si è acquistato per-ché proclami le opere meravigliose di lui chevi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammira-bile luce»6,

presentano la Chiesa –piena di gioventù edi sublime bellezza– bruna e stravolta, facen-do ricadere su di lei una colpa che non ha insé né può avere, per il fatto di essere tanto di-vina grazie al suo Capo regale, quanto umanaa causa del pesante e duro carico dei peccatidei suoi figli che la fanno apparire, davanti allosguardo di coloro che non la conoscono benee per questo non l’amano, piena di deforma-zioni, invecchiata, come imbruttita, e persinomacchiata: «verme e non uomo, il rifiuto del-la plebe e la beffa di quanti lo circondano»7

come Cristo carico della sua croce per il cam-mino del Golgota.

Il quale, con la sua morte sull’ara della cro-ce, ha ingioiellato la sua Sposa, la Chiesa, conun manto regale di sangue, affinché possa per-donare, pulire e purificare i peccati dei suoi fi-gli; e con la sua risurrezione gloriosa l’ha resaimmortale, rendendola la Nuova, Universale edEterna Gerusalemme, fondata sulla Roccia diPietro; al quale disse: «Tu sei Pietro, e su que-

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dell’uomo, e grido, fatta una sola cosa con gliAngeli del Cielo: Chi come Dio?! che, pieno dimisericordia, tenerezza, compassione ed amore,per salvarci, “ha dato il suo Figlio unigenito per-ché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbiala vita eterna”4. Per cui Gesù diceva: “Nessunomi toglie la vita, ma Io la offro da me stesso. Hoil potere di offrirla e il potere di riprenderla dinuovo”5».

Ripugnanti e raccapriccianti tentacoli oppri-mono e occultano in se stessi, sotto l’oscuritàtenebrosa dell’inchiostro nero e fitto che li av-volge, le insidie diaboliche, piene di macchi-nazioni che ricadono sulla Madre Chiesa;

e utilizzano i nemici di questa Santa Madre,infiltrati insidiosamente dappertutto, e, in modospeciale, lì dove si tenta di cercare gloria perDio e di dare la vita divina alle anime,

non soltanto per far scoppiare la Chiesa daldi dentro, ma per perturbare, corrodere e per-sino corrompere con ogni sorta di mezzi, più omeno leciti o illeciti, più o meno confusi, stra-ni ed aggressivi che affannosamente e diaboli-camente siano loro possibili, le membra delCorpo Mistico di Cristo e, specialmente, quellepiù vive, vivificanti e vitalizzanti, facendo cade-re e ricadere con menzogne ed inganni insidiosie calunniosi, perfino gli eletti e unti di Dio.

Affinché la Madre Chiesa –santa e santifi-cante, divina e divinizzante, ricolma di mater-

6 1 Pt 2, 9. 7 Sal 21, 7.4 Gv 3, 16. 5 Gv 10, 18.

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«Deponi, o Gerusalemme, la veste del luttoe dell’afflizione, rivestiti dello splendore dellagloria che ti viene da Dio per sempre; avvol-giti nel manto della giustizia di Dio, metti sulcapo il diadema di gloria dell’Eterno, perchéDio mostrerà il tuo splendore ad ogni creaturasotto il cielo. Sarai chiamata da Dio per sem-pre: “Pace della giustizia e Gloria della pietà”.

Sorgi, o Gerusalemme, e sta’ in piedi sul-l’altura e guarda verso Oriente; vedi i tuoi figliriuniti da Occidente ad Oriente, alla parola delSanto, gioiosi, perché Dio si ricorda di te»12.

Per cui, davanti a quanto Dio mostra alla miaanima affinché lo manifesti, sotto la mozione el’impulso dello Spirito Santo, il 18 febbraio 1975esprimevo:

«È necessario che i Successori degli Apostoli,riuniti intorno a Nostra Signora tutta Bianca diPentecoste, chiedano allo Spirito Santo di di-scendere sulla Chiesa, affinché, illuminando leloro menti ed infiammando i loro cuori, si rav-vivi, risplendendo nuovamente, la verità contutta la sua verità che nel seno di questa SantaMadre si racchiude per tutti gli uomini.

E allora, e solo allora!, mediante l’effusionee la forza dello Spirito Santo, scomparirà laconfusione, si dissiperanno le nubi che avvol-gono la Chiesa, e risplenderà il suo bellissimovolto. La forza dello Spirito Santo irrobustiràle Colonne della Chiesa affinché, alzandoladalla sua prostrazione, la presentino davanti

12 Bar 4, 30. 36; 5, 1-5.

8 Mt 16, 18.9 Mt 16, 19.

10 Lc 22, 31-32.11 Gv 21, 15-17.

sta pietra edificherò la mia Chiesa, e le portedegli inferi non prevarranno contro di essa»8;

e dandogli la infallibilità nella Chiesa: «A te darò le chiavi del Regno dei Cieli; tut-

to ciò che legherai sulla terra sarà legato neiCieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra saràsciolto nei Cieli»9; «Simone, Simone, ecco Satanavi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma Ioho pregato per te, che no venga meno la tuafede, e tu, una volta convertito, conferma i tuoifratelli»10;

e rendendolo Pastore Supremo di tutta laChiesa:

«”Simone di Giovanni, mi ami tu più di co-storo?” “Certo, Signore, Tu lo sai che ti amo”.“Pasci i miei agnelli”. “Simone di Giovanni, miami?” “Certo, Signore, Tu lo sai che ti amo”.“Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terzavolta: “Simone di Giovanni, mi ami?” “Signore,Tu sai tutto, Tu sai che ti amo”. “Pasci le miepecore”»11.

E su questa profonda e ricchissima realtà,Cristo rese Pietro la Pietra e il Fondamento del-la Chiesa, gli concesse la infallibilità e lo costi-tuì Supremo Pastore di tutto il suo gregge.

«Coraggio, Gerusalemme; colui che ti hadato un nome ti consolerà. Guarda ad Oriente,Gerusalemme, e osserva la gioia che ti vieneda Dio».

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E con questo restano frenati i figli delle te-nebre che macchinano nella notte istigati dalMaligno.

Poiché «è proprio della giustizia di Dio ren-dere afflizione a quelli che vi affliggono e avoi, che ora siete afflitti, sollievo insieme anoi, quando si manifesterà il Signore Gesù dalcielo con gli Angeli della sua potenza in fuo-co ardente, a far vendetta di quanti non co-noscono Dio e non obbediscono al Vangelodel Signore nostro Gesù. Costoro saranno ca-stigati con una rovina eterna, lontano dallafaccia del Signore e dalla gloria della sua po-tenza, quando Egli verrà per esser glorificatonei suoi Santi ed esser riconosciuto mirabilein tutti quelli che avranno creduto, perché èstata creduta la nostra testimonianza in mez-zo a voi»15.

«Ecco, io verrò presto e porterò con me ilmio salario, per rendere a ciascuno secondo lesue opere»16.

Mentre io, solo come l’Eco povera, piccoli-na e minuta della Santa Madre Chiesa, in ripe-tizione dei suoi inediti e drammatici cantici, epiena di lamenti,

fatta una sola cosa col Santo Padre e i mieiVescovi amati, che tanto amo, con il popolo sa-cerdotale e consacrato e tutti i membri del CorpoMistico di Cristo; gemendo dolorosamente e stra-ziatamente, con timore e tremore per quelli che,

15 2 Ts 1, 6-10. 16 Ap 22, 12.

13 Sal 103, 30; Messa di Pentecoste, preghiera sulle offerte.14 Mt 18, 18; Lc 9, 1.

agli uomini, come in una nuova Pentecoste,dopo il suo apparente fallimento, come Sposaimmacolata dell’Agnello senza macchia, ricol-ma di grazia e di virtù con il possesso dellostesso Dio in donazione di amorosa sapienzaagli uomini.»

Per cui questa mattina, 19 maggio 2002, festadi Pentecoste, durante la celebrazione del Sacri-ficio Eucaristico dell’Altare, ricordando quantoprecedentemente menzionato, riparata nel grem-bo di Maria, Madre della Chiesa, e fatta una solacosa con i Successori degli Apostoli, nel mio sup-plicare ansimante, e sublimata di amore allaChiesa, ripetevo e ripetevo... piena di amore edi gaudio, sotto l’impulso dello Spirito Santo,l’antifona del salmo responsoriale: «Manda,Signore, il tuo Spirito, e rinnova la faccia dellaterra»; «affinché ci conduca alla conoscenza pie-na di tutta la verità rivelata»13.

E così, con il potere che Cristo diede ai suoiApostoli –ai quali affidò la sua Chiesa renden-doli Pastori del suo Gregge, e dando loro, perquesto, i suoi stessi poteri divini– gli spiriti ma-ligni che vanno in giro sciolti rimangano lega-ti e trattenuti.

«Tutto quello che legherete sopra la terrasarà legato anche in Cielo, e tutto quello chescioglierete sopra la terra sarà sciolto anche inCielo»; «e diede potere e autorità ai Dodici sututti i demoni»14.

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soffio della sua bocca, distruggendolo con la ma-nifestazione della sua venuta.

La venuta dell’iniquo sarà accompagnata dal-la potenza di Satana, da ogni genere di mira-coli, di segni e prodigi menzogneri, e da se-duzioni di iniquità per quelli che vanno inrovina, perché non hanno accolto l’amore del-la verità che li avrebbe salvati. Per questo Diovede che entrerà dentro loro una potenza d’in-ganno perché essi credano alla menzogna e sia-no condannati tutti quelli che, non avendo cre-duto alla verità, si compiacciono dell’iniquità»20.

«Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, ilPadre della Gloria, vi dia uno spirito di sapien-za e di rivelazione per una più profonda cono-scenza di lui. Possa Egli davvero illuminare gliocchi della vostra mente per farvi comprenderea quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro digloria racchiude la sua eredità fra i santi e qualè la straordinaria grandezza della sua potenzaverso di noi credenti secondo l’efficacia dellasua forza che Egli manifestò in Cristo, quandolo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla suadestra nei cieli, al di sopra di ogni principato eautorità, di ogni potenza e dominazione e diogni altro nome che si possa nominare non solonel secolo presente ma anche in quello futuro.Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo hacostituito su tutte le cose a capo della Chiesa,la quale è il suo corpo, la pienezza di Colui chesi realizza interamente in tutte le cose»21.

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come Giuda, per trenta monete consegnano ilFiglio dell’Uomo e la sua Sposa la Chiesa, e po-trebbero ricadere su di essi le parole di Gesù «sa-rebbe meglio per loro non essere nati»17,

in adesione incondizionata ai Successori de-gli Apostoli e collaborando con essi alla mis-sione essenziale che Cristo affidò loro al fon-dare la sua Chiesa, sentendomi la «voce di unoche grida nel deserto»18,

veementemente ed ardentemente voglio eho bisogno di aiutarli a preparare le vie per ilgiorno del ritorno del Signore, ripetendo e rav-vivando nel mio spirito le parole dell’Apostolo:

«Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesùche verrà a giudicare i vivi e i morti, per la suaManifestazione e il suo Regno: annunzia la pa-rola, insisti in ogni occasione opportuna e nonopportuna...»19.

Poiché «prima debe avvenire l’apostasia edebe rivelarsi l’uomo iniguo, il figlio della per-dizione, che si contrappone e s’innalza sopraogni essere che viene detto Dio o è oggetto diculto, fino a sedere nel tempio di Dio e addi-tare se stesso come dio.

Non ricordate che, quando ancora ero tra voi,venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciòche impedisce la sua manifestazione, che avverrànella sua ora. Perché il mistero dell’iniquità è giàin atto; manca soltanto che sia tolto di mezzochi finora lo trattiene. Solo allora si manifesteràl’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il

20 2 Ts 2, 3-12. 21 Ef 1, 17-23.17 Cfr. Mt 26, 24. 18 Gv 1, 23. 19 2 Tm 4, 1.

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cielo con grande potenza e gloria. Egli man-derà i suoi Angeli con una grande tromba e ra-duneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti,da un estremo all’altro dei cieli».

«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie pa-role non passeranno»23.

E «quando il Figlio dell’Uomo verrà nella suagloria con tutti i suoi Angeli, si siederà sul tro-no della sua gloria, e saranno riunite davanti aLui tutte le genti, ed Egli separerà gli uni daglialtri, come il pastore separa le pecore dai ca-pri, e porrà le pecore alla sua destra e i caprialla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stan-no alla sua destra: Venite, benedetti del Padremio, ricevete in eredità il Regno preparato pervoi fin dalla fondazione del mondo...».

«Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via,lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, pre-parato per il diavolo e per i suoi angeli...»24.

«Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!” E chiascolta ripeta: “Vieni!” Chi ha sete venga, e chivuole attinga gratuitamente l’acqua della vita.

Colui che attesta queste cose dice: “Sì, verròpresto”. Amen, vieni, Signore Gesù!»25.

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Poiché il Signore Gesù, «mentre si trovava atavola con essi, ordinò loro di non allontanar-si da Gerusalemme, ma di attendere che siadempisse la promessa del Padre “quella, dis-se, che voi avete udito da me: Giovanni ha bat-tezzato con acqua, voi invece sarete battezzatiin Spirito Santo, fra non molti giorni”.

Così venutisi a trovare insieme gli doman-darono: “Signore, è questo il tempo in cui ri-costruirai il regno di Israele?”.

Ma Egli rispose: “Non spetta a voi conosce-re i tempi e i momenti che il Padre ha riserva-to alla sua scelta, ma avrete forza dallo SpiritoSanto che scenderà su di voi e mi sarete testi-moni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e laSamaria e fino agli estremi confini della terra”.

Detto questo, fu elevato in alto sotto i loroocchi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.

E poiché essi stavano fissando il cielo men-tre Egli se n’andava, ecco due uomini in bian-che vesti si presentarono a loro e dissero: “Uo-mini di Galilea, perché state a guardare il cielo?Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto finoal cielo, tornerà un giorno allo stesso modo incui l’avete visto andare in cielo”»22.

Perché «come la folgore viene da Oriente ebrilla fino a Occidente, così sarà la venuta delFiglio dell’Uomo. Allora comparirà nel cielo ilsegno del Figlio dell’Uomo e allora si batteran-no il petto tutte le tribù della terra, e vedran-no il Figlio dell’Uomo venire sopra le nubi del

23 Mt 24, 27. 30 ss.24 Mt 25, 31-34. 41.

25 Ap 22, 17. 20.22 At 1, 4-11.

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7-4-1978

SPAZZINI NELLA CHIESA

Oggi, penetrata dal coeterno e infinito pen-siero, illuminata con la luce dell’Alto, ho rice-vuto una nuova sorpresa nella mia vita...; unanuova coscienza, ancora più profonda, dellamia vocazione, della mia missione nella Chiesacon coloro che, per aiutarla, l’Amore Infinito miha dato!

In un batter d’occhi, un raggio di luce del-l’Eterna Sapienza mi penetrò, come con l’acu-tezza di una spada affilata, nel più recondito eprofondo del midollo dello spirito. E, grazie alloscintillio della sua illuminazione, mi fece vive-re, in un istante, il corso di tutti i tempi..., ditutti i secoli...; con la contemplazione nuova esorprendente della Santa Chiesa di Dio, comel’unico Cammino che ci conduce, per Cristo esotto il riparo e la protezione della maternità diNostra Signora di Pentecoste, Madre della Chie-sa, verso la Casa del Padre.

E mi vidi, all’improvviso, con una scopa aspazzare la Chiesa mia...!!

Istante di sorpresa, rifulgente di luce che in-vase la mia anima con una dolce e saporosaesperienza...! Rimasi carica come l’atmosfera di

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elettricità nei giorni di tormenta, come un vul-cano che ha bisogno di erompere in eruzioni, ocome l’oceano immenso quando, agitato da unmaremoto, trabocca ovunque inondando tutto,

contenendo l’impeto travolgente che mi in-vadeva per la forza della comunicazione dell’In-finito, che, in modo semplice ma con bracciopotente, mi spingeva con la mia grande scopaa spazzare la Chiesa, per farvi pulizia nel modoefficace con cui lo fa uno spazzino, nel modosemplice di una semplice scopa.

Efficacia e semplicità!, umiltà e coraggio!,chiarezza e pulizia!; arrivando con la mia sco-pa a tutti gli angoli, per lasciarli nel modo incui Dio voleva.

E così il Cammino luminoso che conduce all’Eternità sarebbe rimasto trasparente; spec-chio senza macchia sul quale lo stesso Dio siguarda e, nello splendore e brillantezza dellatrasparenza trascendente della sua infinita ecoeterna santità, si riverbera in manifestazionedi sapienza amorosa, chiara e abbagliante, nel-la profondità delle sue infinite e coeterne pu-pille, agli uomini che, venendo dopo di noi,camminando in una corsa vertiginosa lungo l’e-silio verso l’infinito Focolare, potessero scopri-re, in questo Cammino pieno di luce, di bril-lantezza e splendente di chiarezza, l’unica via, di verità, che è Cristo, Splendore del Sole di-vino, «Luce da Luce e Figura della sostanza delPadre»1, una sola cosa con il Padre e con lo

Spirito Santo; il quale, con l’illuminazione del-la sua Verità, attraverso la Chiesa, ci conducealla Vita Eterna.

Rapita e soggiogata dall’impronta del raggiodi luce che aveva illuminato la mia anima nellampo rifulgente del fuoco di Dio lanciato su dime con impeto acceso e braccio potente, mi sonomessa, come di consueto, a fare preghiera du-rante le prolungate ore di una delle mie mattine.

Dopo la Santa Messa, con Gesù dentro il pet-to, iniziai a sperimentare questa forza del pas-so di Dio che mi avvolge nelle sue braci, pe-netrando il mio intendimento affinché io vedae dando impulso alla mia volontà con il suo in-finito volere affinché io parli;

e così vada comunicando, nel modo cheposso –durante il tempo di questi momenti dipreghiera nei quali mi sperimento sommersanel silenzio del mistero e totalmente presa daDio– ciò che, attraverso di me, con parola difuoco, in amorosa, semplice e profonda sa-pienza, Egli vuole comunicare agli uomini.

Siccome l’impeto di Colui che mi fa ripete-re in «Eco» la sua volontà nella Chiesa e perla Chiesa, si andava impossessando progressi-vamente e amorosamente di tutto il mio esse-re con l’illuminazione profondamente semplicedella verità che m’invadeva, la necessità diesprimere la mia esperienza diventava, pure,ogni volta più impetuosa per il carico di cono-scenza che l’Intendimento divino metteva nelmio povero e piccolino intendere.1 Cfr. Eb 1, 3.

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2 1 Cor 2, 2.

le, intoccabile, incorruttibile, invincibile!, checonduce verso la Casa del Padre.

Intendendo che questo Cammino, come spec-chio senza macchia per il quale erano passatemoltitudini incalcolabili di uomini, nel corso deitempi e nel passare di ciascuno, era stato cosìsporcato...!, così appannato...!, così imbruttito...!,che a volte perfino faceva venire i brividi pas-sarvi.

Cammino che, normalmente, noi nel nostroattraversare, alcuni in un modo e altri in un al-tro, impolveriamo, imbruttiamo, sporchiamo emacchiamo...!

Quanti uomini sono passati per il camminodella Chiesa...! Tutti e ciascuno con i loro in-numerevoli peccati, con la concupiscenza del-la loro carne, con la superbia e offuscamentodei loro cuori intorpiditi per la stortura dei loropensieri;

con i loro modi e stili personali, con l’affer-rarsi ai propri criteri...; con l’offuscamento delleloro menti oscurate, con la cattiva volontà deiloro cuori pieni di peccati, che, nell’insensatez-za delle loro vite ottenebrate, non fa loro vede-re nello specchio trasparente della Chiesa il vol-to di Gesù «e Questi crocifisso»2 che ci invita aseguirlo, dietro il suo apparente fallimento, me-diante la sua resurrezione gloriosa, alle Nozzeeterne di Cristo con la sua Chiesa, sotto la for-za e l’impeto travolgente dello Spirito Santo.

Allo stesso tempo in cui tutto il mio esseresperimentava un disinserimento tra il corpo el’anima, che, in slogamento, mi fa stare comein una morte spirituale, per la potenza della for-za del passo di Dio che mi rapisce e mi lanciaper il tubare del suo volo in passo di fuoco so-spinta verso di Lui.

Giacché, davanti all’esperienza che ciò che è naturale percepisce di ciò che è soprannatu-rale, essendo dominato e posseduto dalla brez-za dell’impeto assaporabile della Divinità, ilcorpo trema, e come perdendo le sue forze fi-siche, percepisce, davanti alla vicinanza del-l’Eterno, come un brivido di morte che si tra-sforma in vita soprannaturale; poiché la vitaeterna sconvolge quella terrena, facendola par-tecipare di ciò che è soprannaturale nel modoin cui, solo chi lo vive, saprà saperlo com-prendere nell’assaporamento sacro, saporoso edivinizzante, per poter in qualche modo arri-vare a comunicarlo.

Saturato il midollo dello spirito con la lucedell’Amore Eterno, la penetrazione della suachiarezza, per l’infiammazione del suo fuocoogni volta più ardente, nei raggi dell’infinita sa-pienza, mi faceva scoprire pian piano il perchédi questa nuova e profonda richiesta di Dio allamia anima.

Vidi la Chiesa come il Cammino rifulgentedi luce, ricolmo di Divinità, diritto, fermo, si-curo, chiaro, luminoso, trasparente, inamovibi-

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Per cui tentano di rivoltarsi contro la santitàinfinita ed eccelsa dello stesso Dio, portati dal-la superbia, la lussuria, l’invidia, il rancore, eda tutto quello che non è secondo Dio, e per-sino contrario e finanche repellente alla sua in-finita santità!; e ribellandosi in modo scapestra-to contro Dio in affronto diabolico, gli dicono:«non ti servirò»3;

al Dio che li creò solo ed esclusivamenteperché lo possedessero, e li restaurò medianteil Sangue dell’Agnello Immacolato che toglie ipeccati del mondo, effuso sull’ara della croce!

Ma tutti sono passati..., e, nel passare, han-no lasciato la loro orma; orma che è più o menomarcata, più o meno sporca, nella misura e nel-lo stato dei piedi di coloro che passano.

Vidi pure che coloro che erano più grandinella Chiesa, portavano delle scarpe più gran-di e più pesanti; e, se le avevano macchiate, leloro orme erano più profonde e più dannose...,lasciando la Chiesa più macchiata e persinoscrepolata!

Mentre coloro che, nell’insieme degli altripassavano inavvertiti, la segnavano con unaorma minore, anche se pure lasciavano la loro.

Tra gli uni e gli altri l’avevano sfigurata, im-bruttita, impolverata e macchiata...!, profanandola santità di Dio, nel porre le loro pestate ma-leodoranti sullo specchio senza macchia dove

lo stesso Dio, nella bellezza del suo volto divi-no, si guarda e si rispecchia in riverbero mae-stoso dello splendore della sua gloria: la ChiesaSanta, Cammino luminoso verso l’Eternità.

Cammino che ha come Capo, con la sua co-rona di gloria, l’Unigenito Figlio di Dio, il Verbodella Vita Incarnato coperto con un manto re-gale di sangue; il quale, per condurci sicuri ver-so l’incontro del Gaudio eterno, si è fatto unodi noi, camminante, pellegrino ed esiliato; e peril mistero della sua Incarnazione, vita, morte erisurrezione gloriosa, ha aperto con le sue cin-que piaghe i Portoni sontuosi dell’Eternità perintrodurci nel seno ampio di nostro Padre Dio,chiuso dal peccato.

Nel correre dei tempi vidi uomini con tantimodi di macchiare la Chiesa nell’attraversarla...!Chi nel passare per un cammino, se ne senteil bisogno, non sputa? Chi non getta tutta lasporcizia che gli dà fastidio? Persino vi si la-sciano, molte volte, occulti, anche gli escre-menti...!

Ciò che più chiaramente si incise nella miaanima in questo giorno scintillante di luce e diverità, sono state queste due cose:

Che la Chiesa, come Cammino luminoso checi conduce alla Verità e che contiene la Vita, pie-no di brillantezza e di bellezza, di santità e dimaestà divina e di pienezza, si trovava così cari-ca di miserie, di putrefazione!, che difficilmentevi si poteva scoprire il bel volto di Cristo, divinoe divinizzante, nella sua saturazione di Divinità.3 Ger 2, 20.

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sporca, abbandonata, impolverata, impoverita epersino macchiata. E se questo arriva a prolun-garsi, e se ad una cosa così apparentementesemplice come uno sciopero di spazzini non cisi bada, vengono fuori i topi..., incominciano asorgere le infezioni..., e perfino il colera...!

Povera Chiesa mia, così bella, così Signorae ricolma con la stessa Divinità, coperta, attra-verso i secoli, con quella fangaia maleodoran-te che le lasciarono molti di coloro che la at-traversarono, e specialmente i più grandoni...!

«Nessuno ti chiamerà più “Abbandonata”, néla tua terra sarà più detta “Devastata”; ma tu sa-rai chiamata “Mio compiacimento” e la tua ter-ra, Sposata, perché il Signore si compiacerà dite e la tua terra avrà uno sposo»4.

Come mi vidi necessaria e spinta sotto la for-za dell’impulso divino con la mia scopa a spaz-zare la mia Chiesa amata, la mia Chiesa Madre,la mia Chiesa santa, la mia Chiesa mia...!

Che semplice e urgente missione la mia!Ogni giorno che passa senza prendere la miascopa efficacemente per spazzare, collaboro alpropagarsi di più della peste, facendo ammala-re gli uni e persino uccidendo gli altri con ilsuo contagio.

Compresi che Dio chiedeva, a me e alla miadiscendenza, di essere così semplici, ma cosìefficaci, come la scopa di uno spazzino.

4 Is 62, 4.

E che coloro che l’avevano macchiata e sfi-gurata di più, con peggiori conseguenze e piùgrandi cicatrici, erano molti di coloro che, peraver occupato nel loro passare posti più im-portanti, di maggiore responsabilità e rilievo,avevano le scarpe più grandi;

le quali, se erano posate previamente susporcizie o erano avvolte in putrefazione, cal-pestando e sfiorando il cammino splendente eluminoso che è la Chiesa, lasciavano delle im-pronte molto sporche, molto grandi, molto mar-cate e molto puzzolenti;

impronte che facevano perfino dei solchi edelle fenditure nel Cammino, impedendo ad al-tri di corrervi gaudiosamente, senza inciampare,sino al fine agognato; e che avevano ridotto laChiesa, apparentemente, come un mondezzaioo un letamaio.

Quanto compresi in poco tempo, nel raggioluminoso che invase il mio essere penetrando-mi di amore e di dolore...! D’amore alla Chiesa,e di amarezza per doverla contemplare in que-sto modo. Infatti, per la limitazione e piccolez-za del mio povero esprimere, dovevo scende-re dalle cose più alte a quelle più basse, peresporre con paragoni grossolani le cose più su-blimi, più alte che il Signore, in quel periodo,mi stava pure comunicando e facendo vivere.

Oh, cosa succede in una città quando glispazzini si dichiarano in sciopero...! Per quantosia stupenda, luminosa e bella, piena di verdiprati e di ricche ed abbondanti sorgenti, se nonsi cura e pulisce bene, appare –non è che sia–

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no man mano aderite alla Chiesa, rendendolacosì sfigurata, che a volte arrivava ad apparire,davanti allo sguardo di coloro che non la co-noscono bene, come piena di putrefazione Coleiche è la Sposa immacolata di Dio e del suo uni-genito Figlio Gesù Cristo, l’Agnello senza mac-chia davanti al quale «i quattro esseri viventi ei ventiquattro vegliardi... avendo ciascuno un’ar-pa e coppe d’oro colme di profumi, che sonole preghiere dei santi, cantavano un canto nuo-vo: “Tu sei degno di prendere il libro e di aprir-ne i sigilli, perché sei stato immolato e hai ri-scattato per Dio con il tuo Sangue uomini diogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai co-stituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti eregneranno sopra la terra”»5.

Ogni secolo con le sue epoche ha avuto isuoi costumi più o meno buoni, più o menoconfusi e tenebrosi; i quali, per mezzo degli uo-mini che sono passati per la Madre Chiesa, vihanno lasciato le loro orme, con tanta diversitàdi cose strane che a volte difficilmente e a malapena la si può riconoscere come l’unica Chiesavera, fondata da Cristo, cementata sugli Apostolie perpetuata durante tutti i tempi.

Davanti a tutto ciò, con l’avidità del cuoredelle madri, con l’urgenza che Dio metteva nelmio intimo e con il fuoco che mi faceva arde-re in zeli per la gloria della Sposa di Cristo, lamia Chiesa Santa, ricordai i miei figli e venne

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5 Ap 5, 8-10.

La mia discendenza era la scopa, e io la do-vevo prendere per il suo palo per spazzare lesporcizie con le quali, nel corso dei tempi, laChiesa era stata sporcata e imbruttita.

Era necessario presentare la brillantezza del-la sua divina bellezza, la sua beltà, la sua giovi-nezza e la sua santità intoccabile, la sua inesau-ribile ricchezza e la sua trascendente e suggestivaverginità ineccepibile, davanti alla vista degliuomini.

Poiché lo specchio senza macchia, che iovidi che era la Chiesa, nel quale si guarda, simanifesta, si rispecchia e ci si comunica lo stes-so Dio, nella sua donazione amorosa per la par-tecipazione della sua stessa vita familiare e tri-nitaria, era così oscurato!, che si era provocataun’ondata di confusione per la nube tenebrosadi una notte fonda che faceva stare la Chiesain un rabbrividente e doloroso Getsemani.

Mentre intendevo tutto questo, mi vedevoveementemente spinta da Dio, con la mia gran-de scopa, a spazzare frettolosamente e senza ri-poso la Chiesa da tutte quelle cose umane che,nel passare dei tempi, l’avevano sfigurata tanto,tanto...!, che molti degli uomini arrivano, nel-l’offuscamento della tenebrosità che ci avvolge,ad esserne indifferenti o a preferire qualsiasi al-tro cammino nel loro peregrinare.

Giacché questo, non solo si presentava loropieno di difficoltà, ma persino di confusione edi cicatrici, con gli stili di cose strane che era-

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tempi sullo specchio trasparente e senza mac-chia, luminosissimo e splendente della MadreChiesa, sulla quale, dietro la brillantezza dellasua luminosità si rispecchia, rivelandosi attra-verso il viso di Cristo, il volto di Dio in essa...!E se qualcuno si sente umiliato, non è della miadiscendenza e, pertanto, non ha parte con me;se ne può andare.

Non voglio setole dalle punte che graffianoe che fanno danno e rumore, ma setole sem-plici, flessibili, soavi, ma efficaci, che, tutte uni-te, formino una grande scopa così agile, chepossa entrare in tutti gli angoli, affinché non ri-manga per niente polvere nascosta da nessunaparte.

Figli del mio cuore, dovete camminare conle ciabatte, affinché, passando, non facciatedanno alla Chiesa, per la soavità dei vostri pie-di, nel silenzio e nella semplicità dei poveri chenon lasciano le loro orme per la sottigliezza del-lo sfiorare del loro camminare.

Quante volte vi ho ripetuto che dobbiamocamminare per la Chiesa senza fare rumore,come con le ciabatte, e talmente inavvertiti chenon vi si senta...?! Con quanta necessità tornooggi a ripetervelo!

Figli del mio cuore, e se dopo aver spazza-to e lasciato pulita la Chiesa da quanto vi è ca-duto sopra nel corso del tempo –con quantoDio ci ha comunicato per manifestarlo, essen-do testimoni vivi e vivificanti in mezzo al mon-

alla mia mente: Saranno tutti così semplici eumili da essere disposti ad essere con me nelseno della Chiesa scope per spazzare? O qual-cuno potrà sentirsi umiliato davanti a tale con-siderazione...?

Colui che questo senta non può essere miadiscendenza, perché non ha la capacità effica-ce che Dio mi chiede per spazzare la Chiesa,essendo con me strumento di pulizia e, forse,per il modo umiliante di scopa, come Cristo,derisione e beffa di coloro che ci circondano.

È stata tanta l’efficacia che ho visto nella sco-pa, che mi sono sentita spinta a prenderla; ècosì grande la sua semplicità, che mi sono spe-rimentata rapita e accattivata da essa. Comecompresi nuovamente che Dio si comunica aipiccoli e che, attraverso questi strumenti sem-plici, Egli si rende efficace in manifestazionesplendente della sua gloria!

Figli dell’anima, sorse un desiderio nel piùprofondo del mio cuore: istintivamente volevoessere l’ultima parte delle setole della scopa,quella che più direttamente si mettesse a con-tatto con i calcinacci, con la spazzatura che ave-vano lasciato negli angoli della Chiesa... Ma lamia vocazione non era essere setola, era im-pugnare la scopa con il suo palo; e le setoleerano i figli della gran promessa che Dio fecealla mia anima; per cui ripetevo tra il pianto:

Figli, aiutatemi ad aiutare la Chiesa; a sco-pare la spazzatura che è caduta nel corso dei

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7 Mt 11, 27.8 Mt 11, 25; 19, 14; cfr. Mc 9, 36; Mt 10, 24; Gv 13, 5.

zione in cui oggi si trova la Madre Chiesa, deviessere piccolo. I Pescatori di Galilea sono statigli strumenti che Cristo scelse per fondarla.

Vuoi essere tu, figlio dell’anima, con me,strumento che mi aiuti a spazzare dalla Chiesatutto quello che non è secondo Dio, affinchécosì si manifesti in lei la ricchezza dei suoi mi-steri...?

«Nessuno conosce il Padre se non il Figlio ecolui al quale il Figlio lo voglia rivelare»7. E ilFiglio, manifestazione esplicativa della volontàdel Padre, pieno di giubilo esclama: «Ti bene-dico, Padre, perché hai tenuto nascoste questecose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rive-late ai piccoli...!»; «Lasciate che i bambini ven-gano a me...»; «E Gesù li abbracciava...»; «Undiscepolo non è da più del Maestro...»; «E lavòloro i piedi...»8.

Ricordi, figlio dell’anima, che tu devi esseresolo tunica...?; che bisogna fare come una ri-voluzione cristiana dentro la Chiesa poiché lavita di Dio è per tutti i suoi figli; e che il Senodel Padre è aperto in attesa del suo riempi-mento...?

E ricordi come il seno straziato della Chiesasta reclamando il ritorno dei figli che se ne sonoandati dal suo grembo di Madre, lasciandola di-laniata e coperta con un velo di lutto perchénon è stato loro scoperto il suo volto bellissi-mo e luminoso, ricolmo di Divinità...?

do, con la nostra parola fatta vita, come sem-plici ma efficaci scope– fossimo pure strofinac-ci, e così arrivassimo a poterle dare la cera, ren-dendola brillante, affinché Dio, nel guardarvisi,per la trasparenza della sua pulizia e brillan-tezza si riflettesse a noi così meravigliosamen-te che, attratti dalla bellezza della Divinità, gliuomini vedessero il volto di Dio nella Chiesa evenissero frettolosi al Cammino limpido e tra-sparente, pieno della vera giustizia e pace, d’a-more, di gaudio e di verità...?

I più piccoli, i più semplici, saranno, con me,i più utili in questo impiego di spazzini che ciè stato affidato oggi da Dio nel seno della Chiesa.

Figli della mia anima-Chiesa, è necessarioche l’illuminazione del mistero che, da Dio, inrichiesta amorosa e nello stesso tempo suppli-cante, ci è stato trasmesso, vada lasciando purela sua orma nel nostro passare per la Chiesa.

Ma, come potrà accadere questo con l’effi-cacia che lo stesso Dio vuole, in mezzo alladensa nube di confusione, materialismo e con-cupiscenze che stanno cadendo continuamentesulla Chiesa, facendola stare nell’abbandonorabbrividente di un terribile Getsemani?

Se vuoi che risplenda il suo volto bellissimo,che corrano gli uomini per il suo Cammino, at-tratti da «la fragranza dei suoi profumi, chesono più dolci del vino»6, per inebriarsi del net-tare ricchissimo della Divinità, in questa situa-

6 Ct 1, 3. 2.

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Figlio, ti voglio molto piccolo, molto sem-plice; tanto agile come una tunica e tanto umi-le come la setola della mia scopa:

Se vuoi essere la mia discendenza, ormai saila grandezza che ti offro. E se questo ti umilia,figlio del mio cuore, puoi andartene; «non haiparte con me...»10.

La Chiesa sorgerà domani con ciò che, uni-ti nella croce di Cristo, fatti uno con i nostriVescovi amati, fondati sulla Roccia di Pietro e,con loro, sotto la luce, l’impulso e la forza del-lo Spirito Santo, facciamo oggi, per l’autentico,vero ed essenziale rinnovamento della Chiesa.

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Ricordi quando mi chiese aiuto gettata a ter-ra, piangente, ansimante e ricurva, con il voltoavvolto in lacrime...? E la nube di confusioneche l’avvolge...?

Ricordi la situazione delle sue Colonne, de-gli Angeli delle diverse Chiese, e quante volteti ho detto che Dio sta ardendo in zeli per lagloria della sua Amata...?

E ricordi la volontà di Colui che, con co-mandi eterni, ci ha inviato soltanto per aiutarela Chiesa, presentandola tale qual è e, così, glo-rificarlo...?

E ricordi tutto ciò che ormai conosci bene,ed io, da parte di Dio, segretamente ti ho rac-contato sotto il sigillo ed il segreto che non po-trai manifestare a viso scoperto fino a dopo lamia morte, essendo quanto tu conosci il segre-to più sacro, più suggellato e marchiato del tuocuore, come parte della mia discendenza, mem-bro de L’Opera della Chiesa...!

Come potranno, coloro che tentano di rifor-mare la Chiesa, ottenerlo presentando un Cristoumano e senza Divinità!?

Come, nella vita di Gesù, gli occhi altezzo-si e il cuore orgoglioso non sono stati capacidi vedere sul volto di Cristo il Verbo Infinito elo hanno condotto al patibolo, così gli occhi al-tezzosi e il cuore orgoglioso, sotto l’insidia dia-bolica, grida pure adesso spietatamente allaChiesa: «È reo di morte...! Crocifiggila...!»9.

10 Gv 13, 8.9 Mt 26, 66; Mc 15, 13.

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NOTA:

Chiedo veementemente che tutto ciò cheesprimo attraverso i miei scritti, per crederlo vo-lontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stessoDio mi ha affidato, quando nella traduzione adaltre lingue non si capisca bene o si desiderichiarimento, si ricorra all’autenticità di quantodettato da me nel testo spagnolo; giacché hopotuto verificare che alcune espressioni nelletraduzioni non sono le più adatte per esprime-re il mio pensiero.

L’autrice:

Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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