L’utilizzo delle informazioni del piano strategico nella ... gestione... · o rilevazione degli...
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L’utilizzo delle informazioni del piano
strategico nella pianificazione dell’allenamento
nei lanci:
o rilevazione degli indicatori e analisi
dei dati, per la creazione di linee
guida a supporto del processo
d’allenamento.
Sergio Previtali
Corso Nazionale Allenatori Specialisti
2005-2006
Settore Lanci
2
Abstract
Nell’atletica leggera, e in particolare nel settore Lanci, la pianificazione
dell’allenamento è il punto di partenza per la definizione degli obiettivi
programmatici dell’allenamento annuale o pluriennale.
La traduzione degli obiettivi in attività (unità di allenamento) è poi un ulteriore
passo fondamentale, che guida il lavoro per tutto il ciclo temporale definito dalla
pianificazione stessa.
L’argomento che vorrei sviluppare con questa mia tesi, è la riflessione in merito
all’introduzione di un nuovo concetto di analisi, che provo a definire “piano
strategico”.
Il piano strategico deve essere realizzato in modo da essere utilizzato come punto
iniziale del processo stesso di pianificazione, ma deve anche avere una valenza di
“linea guida” per le valutazioni analitico-decisionali periodiche, legate alla verifica
dell’effettiva realizzazione (o meno, scostamenti ..etc) delle attività pianificate.
La possibilità di avere a disposizione una grande mole di dati rilevati
periodicamente dall’attività “sul campo” degli atleti, e le diverse soluzioni
tecnologiche offerte dal mercato dei programmi di analisi “multi-dimensionale”
delle informazioni disponibili, ci possono consentire oggi di “guidare” le nostre
scelte, come conseguenza del “ciclo di analisi” che potremmo definire come
“piano strategico”
3
La capacità di definire il corretto piano strategico, l’identificazione delle linee
guida, degli indicatori e delle tempistiche di rilevamento, insieme all’analisi delle
variazioni e delle decisioni eventualmente derivanti dagli scostamenti rilevati,
saranno il momento più critico ma anche più gratificante del processo.
Così come le eventuali “ri-pianificazioni” dell’allenamento, conseguenza delle
variazioni rilevate, daranno modo all’allenatore di modificare le modalità di
utilizzo dei dati disponibili, passando da una fase di “raccolta-analisi” delle
informazioni, a una più gratificante
“gestione strategica” della pianificazione dell’allenamento.
in grado di supportare ancora più efficacemente il processo di allenamento
dell’atleta.
4
Il piano strategico, cos’è e a cosa serve
Questa immagine rappresenta in modo estremamente sintetico i principali punti da
considerare nella realizzazione, e nella successiva “gestione”, di un piano
strategico.
Oltre alla definizione dei vari punti, estremamente “logici”, diventa un fattore
importante il fattore “tempo” legato alle fasi di valutazione delle attività svolte (o
5
non svolte), alla raccolta dati, alla successiva verifica degli stessi e alle eventuali
decisioni in merito alle “azioni correttive” da proporre, in modo da reagire in modo
tempestivo con eventuali variazioni al piano originario.
La visualizzazione del Piano Strategico proposta qui sopra, assume un andamento
circolare proprio per evidenziare il fatto che ci deve essere un “CICLO
CONTINUO”
attività – analisi – decisioni - attuazioni di azioni correttive - verifiche…etc.
E’ importante comprendere che la decisione di avvalersi di un “piano strategico”
non è legata alla realizzazione di un ulteriore documento, (abbiamo già il
documento di programmazione) ma è la scelta di utilizzare “un processo di analisi
continuo”.
Si può poi discutere sui “periodi” di attivazione di questi cicli, però a mio parere
utilizzare un legame molto stretto con la “ciclizzazione” utilizzata in fase di
programmazione, può essere una indicazione plausibile.
A questo punto vorrei passare a un approfondimento di alcuni dei principali
“passaggi” legati alla realizzazione e all’utilizzo del piano strategico.
1. Identificazioni degli obiettivi
Questa fase è determinante per condividere con i vari “attori” i singoli obiettivi, e
per aiutare l’atleta a focalizzarsi maggiormente a livello fisico e mentale sugli
obiettivi che si è posto e che vuole realizzare.
6
Ad esempio, come suggerito dagli esperti di psicologia sportiva, si possono
utilizzare alcuni dei seguenti metodi:
Scrivere i propri obiettivi: questo è un passaggio molto importante! Vanno
definiti molto chiaramente, e condivisi con il team di lavoro, i risultati
desiderati.
Macro obiettivo: es: per una giavellottista, raggiungere la finale ai Giochi
Olimpici.
Allo stesso modo, documentare i progressi realizzati in relazione agli
obiettivi, in modo da utilizzarli sia a livello motivazionale che di feedback.
Sviluppare delle strategie specifiche: identificare quali azioni possono avere
maggiore forza nel raggiungimento degli obiettivi (es: miglioramento del 5%
dei parametri di forza esplosiva).
Anche questo deve essere documentato, considerando che stiamo parlando di
obiettivi “qualitativi” e non quantitativi!
Suddividere i macro obiettivi in obiettivi minori e più rapidamente
raggiungibili:
(es: miglioramento forza Max 2% ogni mesociclo)
Mi fermo qui, anche se si dovrebbe approfondire ulteriormente questo punto legato
agli obiettivi, però non è nello scopo di questa tesi andare oltre negli
approfondimenti in questo settore.
7
2. La pianificazione, “conseguenza naturale” del piano
strategico
Seguendo il “ciclo” proposto come realizzazione e controllo del piano strategico, a
questo punto si deve rispondere al primo gruppo di domande che ci siamo posti:
A. Cosa dobbiamo fare ?
B. Gli obiettivi sono tutti raggiungibili ?
C. Come gestiamo le risorse ?
D. Quali azioni e attività vanno realizzate ?
La risposta a questa tipologia di problematiche, è chiaramente la “pianificazione
dell’allenamento”, cioè lo strumento con cui si descrivono tutte le attività previste e
pianificate, per arrivare agli obiettivi che ci siamo posti.
Con questo strumento di supporto al “piano”, siamo in grado di “declinare” in
modo via via più specifico le attività che vogliamo andare a proporre per i prossimi
“cicli” di allenamento, nelle varie forme sintetiche e dettagliate (macrocicli, micro-
cicli, …etc) che abbiamo deciso di utilizzare per la nostra pianificazione annuale.
In questo modo creiamo una modalità di comunicazione “tecnico-atleta” in grado
di descrivere i vari compiti che ci siamo posti, in modo chiaro ed esaustivo, ma
anche un “documento di riferimento” che sarà la base per le successive analisi,
che decideremo eventualmente di svolgere.
8
A) Cosa dobbiamo fare ? - Identificazione delle informazioni necessarie
Questa è una fase molto importante, dove si deve decidere quali informazioni
raccogliere e come gestire la mole di dati a disposizione, per renderli fruibili alle
successive fasi di analisi dei dati.
A questo punto possiamo iniziare a introdurre un concetto di “Dimensioni di
Analisi” dove le “dimensioni” assumono il significato di “raggruppamento” di
tutte le informazioni che riusciremo a dettagliare in fase di pianificazione, per poi
passare a raccogliere, evidenziare e verificare, dall’inizio dell’allenamento fino
alla fine dell’intero processo annuale/pluriennale..
Esisteranno quindi le classiche dimensioni di:
9
• Forza Generale
• Forza Massima
• Forza Esplosiva
• Forza Speciale con attrezzi leggeri
• Forza Speciale con attrezzi pesanti
• Tecnica
• ....
ma anche altre dimensioni come:
• Periodo di lavoro (ciclo)
• Velocità di esecuzione
• Qualità dei gesti tecnici
• Problemi fisici eventuali (dall’inizio, nel periodo di lavoro)
• Località di allenamento
• ... ed eventuali altre
In tutte queste “dimensioni” si raccoglieranno, durante tutto l’anno, il dettaglio
massimo dei dati disponibili (per ogni singola dimensione) necessario alle
successive analisi. Se riusciremo a raccogliere informazioni adeguate, saremo in
grado di fare anche analisi “multi-dimensionali” in grado di aiutare ulteriormente i
processi decisionali futuri.
Già in questa fase, vanno previste “tempistiche” e “modalità” di raccolta futura
dei dati, fattori fondamentali per avere le informazioni disponibili all’analisi in
tempi rapidi:
10
dovremo essere in grado di raccogliere e gestire informazioni sufficienti a
darci, in tempo reale, la visibilità di “ciò che sta avvenendo”, per ogni
periodo dell’anno.
B) Gli obiettivi sono tutti raggiungibili ? - Verifica del piano
Abbiamo fatto un piano di lavoro, (ancora a livello macro) e quindi possiamo già
fare una prima valutazione tra gli obiettivi che ci siamo dati all’inizio ( raggiungere
la finale ai mondiali) e ciò che emerge dal piano stesso.
E’ molto probabile che emergano già a questo livello una serie di “problemi” e
“condizioni vincolanti” da risolvere, per mirare agli obiettivi che ci eravamo
proposti.
Qualche esempio, a titolo puramente teorico, ma che possono aiutare nel
comprendere questo passaggio:
• Sono previsti molti lanci a Febbraio, l’atleta si allena e abita in un clima
particolarmente freddo, e quindi si dovrebbe prevedere un periodo di
lavoro in un paese caldo. Si può organizzare la trasferta ?
• L’atleta dovrebbe trasferirsi a Formia per 3 settimane al mese, e non l’ha
mai fatto fino a ora. Riusciamo ad affrontare positivamente l’argomento?
• L’atleta ha ottime possibilità “fisiche” di raggiungere l’obiettivo, però ha
storicamente dimostrato problemi nell’affrontare competizioni di alto
livello. Riusciamo a farci aiutare ?
11
Queste considerazioni teoriche, di fatto, ci pongono già di fronte una serie di
problematiche reali che potrebbero (se non risolte) condizionare la
programmazione prevista, e il relativo obiettivo.
In pratica, nel nostro “piano strategico” dobbiamo considerare già in questa fase
tutte le condizioni e le relative azioni (nostre o di altri) necessarie al
raggiungimento di quanto pianificato.
Se le “condizioni” sono vincolanti, e non possono essere risolte, il piano va
modificato già da questa fase del “processo strategico”, perchè siamo già
ragionevolmente sicuri che non raggiungeremo l’obiettivo.
C) Come gestiamo le risorse ? - I mezzi a nostra disposizione
Dalla nostra pianificazione, sono emerse una serie di indicazioni legate a ciò che
dobbiamo fare, e quindi a questo punto è necessario verificare quali sono le risorse
necessarie:
• I mezzi di allenamento per ogni periodo previsto
• I luoghi di allenamento nei vari periodi:
o a casa
o in un centro Federale
o uno o più stage in altri luoghi
• La necessità di realizzare un team di supporto
o Medico,
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o Fisioterapista
o Psicologo
o ...
• Le gare programmate per arrivare all’appuntamento
• Le modalità di supporto alla raccolta dei dati (Hw, Sw, schede, ...)
• La metodologia di allenamento che vogliamo utilizzare
• I test
• ....
D) Quali azioni e attività vanno realizzate ? - La pianificazione
Pianificare i cicli annuali (periodizzazione) di allenamento, significa creare quel
rapporto di comunicazione Tecnico – Atleta indispensabile alla gestione delle
attività quotidiane, all’interno di un progetto di lavoro annuale o pluriennale.
Si sono definiti prima i concetti di “dimensioni” dell’allenamento da rilevare, ma in
fase di pianificazione è indispensabile identificare tutti gli “elementi” necessari al
processo di allenamento, necessari alla stesura del piano di lavoro vero e proprio.
Quindi, all’interno delle varie “dimensioni”, in questa fase devono essere
dettagliate tutte le informazioni che decidiamo di “utilizzare”.
Qui di seguito ho provato a raccogliere qualche esempio di “elementi di
pianificazione” riferiti alla specialità del giavellotto:
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Nelle dimensioni legate alla FORZA, vengono indicati gli “elementi” da utilizzare
come:
Squat Strappo
Squat Concentrico Girata
Squat Eccentrico Pullover
½ Squat Pullover Concentrico
½ Squat Jump Pullover Eccentrico
Salita su panca Lanci Palla Medica Pullover
Affondi laterali Lanci PM Pullover Concentrico
Affondi in Avanzamento Lanci PM Pullover Pliometrico
Molleggio sui piedi Tricipiti
Panca Panca Alta
Distensioni Dietro .......
però legati di volta in volta a ulteriori “qualificatori” legati agli obiettivi che ci si
pone con l’esecuzione dei vari esercizi, come ad esempio:
o Forza Generale
o Forza Massimale
o Forza Esplosiva
Non vanno però dimenticati ulteriori importanti qualificatori come quelli legati ai
“periodi” della programmazione cui si riferisce in un particolare momento, così
come quelli legati al “volumi” di lavoro previsto nelle singole unità di
allenamento.
Tra le altre cose, è anche importantissimo andare a declinare una serie di
informazioni legate a parametri quantitativi e qualitativi previsti, fattore
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fondamentale nella determinazione dell’andamento dei carichi tra i vari periodi che
si è deciso di utilizzare.
Se ci poniamo l’obiettivo di passare dalla pianificazione ad un concetto di “piano
strategico”, diventa però estremamente rilevante andare a definire fin dall’inizio
una serie di “indicatori” utili alle successive fasi del nostro processo.
Definire questi indicatori fa parte dell’esperienza di ogni allenatore con i propri
atleti, dove si è imparato che alcuni fattori specifici sono in grado di influenzare in
modo significativo tappe successive e relativi risultati.
Ragionando invece su concetti più impersonali, è chiaro che dobbiamo essere in
grado di individuare alcuni “punti chiave”, che utilizzeremo come “driver” nelle
successive fasi di analisi, per verificare il “gap” tra quanto pianificato e l’eseguito.
Si possono identificare una serie di indicatori più o meno numerosi, però per
quanto riguarda questa proposta, io ne utilizzerei almeno di 2 tipologie:
o Quantitativi
Qui vengono definite le modalità di identificazione dei “volumi” di lavoro
che abbiamo pianificato di svolgere, nei vari “periodi”, e con i vari “mezzi”
a nostra disposizione.
Ecco un esempio utilizzato per chiarire questo concetto:
a) Periodo dell’allenamento della Forza (Fondamentale intensivo)
o Distribuzione dei mezzi utilizzati nel periodo:
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Allenamento Generale 20%
Forza Generale e Massimale 30%
Forza Speciale 30%
Tecnica 20%
o Volume di lavoro proposto per ogni mesociclo (sono valori casuali e
non significativi, utilizzati solo per esempio):
Forza Generale 150.000
Forza Massimale 110.000
Forza Esplosiva 30.000
Forza Speciale Att. Legg. 0
Forza Speciale Attr. Pesante 500 Lanci
Tecnica 800 Lanci
o Qualitativi
Sempre parlando della forza, si può valutare l’utilizzo di indicatori come:
Intensità dello sforzo 70% - 80% - 85% ....
Velocità di esecuzione (tempi di sollevata, muscle
lab,..)
Impegno tecnico (lanci a 3 appoggi, 5 appoggi..)
I vari Test
Sempre in fase di pianificazione, possiamo quindi già indicare una stima dei
“micro-obiettivi” che ci siamo posti come risultato delle singole fasi della
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preparazione, e utilizzare quindi anche queste informazioni come “driver” di
controllo nelle fasi successive.
Qui, ad esempio, vengono definite le aspettative in termini di miglioramento di
alcuni parametri, che abbiamo scelto di utilizzare come “driver” per il periodo
nell’esempio:
a) Periodo dell’allenamento della Forza (Fondamentale intensivo)
obiettivi del periodo:
Strappo + 1% Max
½ Squat + 2% Max
Lanci Attrezzo pesante + 1 metro
Questo è solo un esempio, senza valore assoluto, ma utilizzato per indicare cosa ci
si aspetta come risultato immediato del lavoro che vogliamo svolgere.
A questo punto della nostra definizione di “Piano Strategico” siamo alla
conclusione di quelle fasi che potremmo definire come “previsionali”, e siamo già
in grado di avere visibilità adeguata su:
• Macro obiettivi
• Strategie specifiche per raggiungerli
• Micro Obiettivi di periodo
• Pianificazione generale
• Pianificazione specifica e dettagliata
• Driver di controllo sulla realizzazione di quanto pianificato
• Mezzi di raccolta delle informazioni
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Il percorso sin qui illustrato, anche se in estrema semplificazione, si conclude con
la stesura di quello che sarà il nostro documento di pianificazione sintetico:
19
3. La realizzazione del piano di allenamento
Finite le operazioni di pianificazione siamo ora all’inizio delle attività di
preparazione, dove l’atleta inizia a “lavorare” sulla base di quanto previsto dal
piano di lavoro.
E’ a partire da questo momento, e per tutto il periodo pianificato, che dobbiamo
raccogliere tutte le informazioni disponibili
La raccolta delle informazioni
Se vogliamo avere a disposizione il maggior numero di informazioni possibili, utili
alla rappresentazione dei vari fenomeni che prenderemo in considerazione,
dobbiamo utilizzare delle modalità di raccolta adeguate ed esaustive, fino ai livelli
di dettaglio che ci interessano.
Più informazioni dettagliate riusciremo a gestire, e più analisi saremo in grado di
fare, però è anche necessario trovare gli “strumenti” adatti a raccogliere importanti
volumi di dati.
L’informatica ci può dare una mano, infatti, attraverso l’uso di strumenti come i
cubi multi-dimensionali (OLAP), ma anche il semplice Excel, possiamo ricavare
un database contenente tutto ciò che abbiamo deciso di rilevare.
Per loro natura questi strumenti si prestano a “ragionare” in termini di
“dimensioni”, e quindi se saremo in grado di raccogliere dati contenenti i nostri
“elementi” e i nostri “driver”, saremo in grado di valutare e analizzare in tempi
brevissimi :
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Cosa sta avvenendo ?
Avevamo fatto una pianificazione, ora raccogliamo tutto ciò che può essere utile
per valutare giorno per giorno il lavoro fatto.
Si parte dalla rilevazione delle attività giornaliere / settimanali, dove vengono
riportate tutte le informazioni utili, suddivise per
• Dimensioni:
• Forza Generale
• Forza Massima
• Forza Esplosiva
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• Forza Speciale con attrezzi leggeri
• Forza Speciale con attrezzi pesanti
• Tecnica
• Periodo di lavoro (ciclo)
• Velocità di esecuzione
• Qualità dei gesti tecnici
• Problemi fisici eventuali (dall’inizio, nel periodo di lavoro)
• Elementi
Squat Strappo
Squat Concentrico Girata
Squat Eccentrico Pullover
½ Squat Pullover Concentrico
½ Squat Jump Pullover Eccentrico
Salita su panca Lanci Palla Medica Pullover
• Drivers
Quantitativi
Qualitativi
.....
Ecco un esempio di Piano settimanale di lavoro, dove raccogliere tutte le
informazioni rilevanti, riferite agli “elementi” utilizzati.
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Tutte le informazioni raccolte settimanalmente, vanno poi raccolte e “qualificate”
con gli elementi legati alle “dimensioni” utilizzate.
Ecco un esempio di rappresentazione “consuntiva” di ciò che è successo nel
periodo analizzato, con una visione che dagli ELEMENTI utilizzati (squat,
affondi...) passa ad una visione già più sintetica sulle DIMENSIONI della forza
(Forza Max, Esplosiva..)
(esempio tratto da “preparazione olimpica 2004” del Prof. Domenico Di Molfetta)
Sono tutte rappresentazioni sintetiche di un volume di dati molto più esteso, ma
sappiamo anche che la metodologia di raccolta delle informazioni, ci garantisce la
possibilità di passare dalle fasi di analisi sintetiche a quelle più dettagliate,
indispensabili per capire i fenomeni più specifici.
Ora abbiamo identificato modalità e tempistiche di rilevazione delle informazioni
legate alle attività svolte, “qualificati” in base alle nostre esigenze di analisi.
24
Dove le informazioni sono parziali, dobbiamo intervenire per rendere omogenei e
quindi confrontabili tutti i vari fenomeni che vogliamo tenere sotto controllo per
tutto il ciclo di programmazione annuale.
Però, a questo punto, saremo realmente in grado di “governare i processi” avendo a
disposizione parecchi elementi in grado di aiutarci nelle fasi successive del
processo:
Da questa fase parte la parte più propriamente di “ANALISI dei dati” con le
relative conseguenze e azioni che decideremo di intraprendere (azioni correttive)
per mantenere quanto ci siamo proposto di raggiungere in termini di OBIETTIVI
25
4. l’analisi degli “scostamenti”
Seguendo la logica sin qui esposta, ora il nostro proposito di gestione delle
“performance” si deve arricchire con tutte quelle informazioni che deriveranno
dall’analisi tra quanto pianificato e quanto effettivamente realizzato, in modo da
rispondere alla seguente domanda:
a) stiamo facendo quanto pianificato ?
Mentre sono chiare le fonti da cui prendere le informazioni che ci servono, a
questo punto diventa determinante definire anche il fattore temporale, cioè la
tempistica che si deciderà di utilizzare per l’analisi dei dati disponibili.
26
A mio parere, si potrebbero identificare queste fasi di verifica con i “Cicli di
lavoro” definiti in fase di programmazione, però non dobbiamo dimenticarci che
di fronte a un elemento importante di scostamento, come ad esempio un infortunio
o un fattore esterno palesemente problematico, dovrebbero già scattare in modo
automatico delle “azioni correttive” adeguate.
Per consentire un’analisi oggettiva delle varie possibili situazioni, è necessario
rilevare per ogni periodo, le informazioni che si sono discostate da quanto previsto
in fase di pianificazione.
Da questa fase di raccolta però, si potrebbe ottenere un dettaglio di informazioni
così accurato, da essere troppo analitico per questa fase del nostro processo, in cui
vogliamo per ora raccogliere solo gli scostamenti significativi, e quindi ci tornano
utili ancora quei “drivers” che abbiamo precedentemente deciso di utilizzare:
• Drivers Quantitativi
• Drivers Qualitativi
che ci daranno le prime indicazioni di “allerta” sugli scostamenti da analizzare.
Quello che mi preme indicare a questo punto, è che già fin dai primi “cicli di
lavoro” analizzati, dobbiamo capire che se c’è qualche indicatore con dati diversi
da quelli previsti in fase di pianificazione..... dobbiamo reagire subito, così come
proverò a spiegare nei capitoli seguenti.
27
5. Le eccezioni
Abbiamo rilevato precedentemente gli scostamenti tra pianificato e realizzato in
ogni singolo periodo che vogliamo analizzare, abbiamo i dati dei nostri “drivers”, e
iniziamo quindi a fare le prime valutazioni di merito
a) Quali sono le eccezioni
Ogni tipologia di variazione che abbiamo rilevato, avrà una sua causa (più o meno
manifesta) e quasi sicuramente avrà anche uno o più effetti sulla nostra
pianificazione.
Il processo di analisi delle varie informazioni disponibili è sicuramente difficile,
però è importante “sezionare” i fatti nel modo più oggettivo possibile, spostando
per il momento le fasi di analisi nella azioni successive.
In questa fase dobbiamo quindi solamente rilevare e documentare i fatti:
• quali sono i driver Quantitavivi in eccezione ?
• quali invece quelli Qualitativi ?
Per semplificare la mia esposizione, faccio qualche esempio ipotetico basato su
quanto indicato precedentemente, supponendo di essere a dicembre e che stiamo
rilevando i dati alla fine del periodo dedicato al lavoro “Fondamentale Intensivo”:
Driver Quantitativi: Previsto Realizzato
o Forza Generale 150.000 150.000
o Forza Massimale 110.000 110.000
28
o Forza Esplosiva 30.000 25.000
o Forza Speciale Att. Legg. 0
o Forza Speciale Attr. Pesante 500 200
o Tecnica 800 300
Drivers Qualitativi
Sempre parlando della forza: Previsto Realizzato
o Intesità dello sforzo 70% - 80% - 85% .... come previsto
o Velocità di esecuzione (tempi di sollevata, etc..) come previsto
o Impegno tecnico (lanci a 3 appoggi, 5 app.) come previsto
Come micro-obiettivi del periodo ci eravamo proposti di ottenere :
Previsto Realizzato
Strappo + 1% Max + 2% Max
½ Squat + 2% Max + 3% Max
Lanci Attrezzo pesante + 1 metro - 2 metri
Questi esempi, seppur molto approssimativi, iniziano a dare un’idea delle
metodologie di rilevamento delle eccezioni proposte, che possono e devono essere
estese a tutti qui fattori di controllo che abbiamo deciso di utilizzare.
Ogni allenatore, in base alle proprie esperienze e alla conoscenza dei propri atleti, è
sicuramente in grado di definire per ogni periodo i propri “DRIVERS di controllo”,
che lo aiuteranno nel “monitorare” i processi di allenamento pianificati.
29
Certo, per ora sappiamo che qualcosa di ben definito (oggettivo) è successo, però ci
mancano ancora delle fasi importanti, come sapere il perchè delle anomalie
riscontrate.
b) Perchè è successo
Questa è una fase decisiva del processo di analisi, e saremo in grado di capire i
fenomeni evidenziati dal rilevamento delle eccezioni, solo se le informazioni
rilevate quotidianamente saranno state particolarmente accurate.
Certo, a questo punto ci verranno in aiuto anche gli strumenti informatici che
abbiamo deciso di utilizzare, perchè ci potranno essere di aiuto nella ricerca delle
cause che hanno fatto scaturire le anomalie.
30
Le “dimensioni di analisi” che abbiamo stabilito di utilizzare
Forza Generale, Forza Massima
Forza Esplosiva
Forza Speciale con attrezzi leggeri
Forza Speciale con attrezzi pesanti
Tecnica
Periodo di lavoro (ciclo)
Velocità di esecuzione
Qualità dei gesti tecnici
Problemi fisici eventuali (dall’inizio, nel periodo di lavoro)
Località di allenamento
... ed eventuali altre
assieme agli “elementi”
Squat Strappo
Squat Concentrico Girata
Squat Eccentrico Pullover
½ Squat Pullover Concentrico
½ Squat Jump Pullover Eccentrico
Salita su panca Lanci Palla Medica Pullover
....... ...........
e ai vari “drivers” Quantitativi e Qualitativi dovranno essere analizzati a fondo
per andare a definire le cause che hanno prodotto le anomalie rilevate.
A mio parere, attraverso l’utilizzo di Software nati per la raccolta e l’analisi multi-
dimensionale dei dati raccolti (ma anche usando lo stesso semplice Excel) queste
fasi di “ricerca dei fenomeni” possono essere estremamente semplificate.
31
Allo stesso modo, la possibilità di produrre grafici e linee di tendenza dei fenomeni
che si vogliono analizzare, è da considerarsi come un supporto importantissimo
all’intero processo
Ecco un esempio di rilevazione del “volume esterno” di lavoro, sempre riferito alle
varie dimensioni della forza che abbiamo previsto
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
GEN
ER
ALE
FEN
ERAL
E-F-
MAX
GE
NER
ALE-
F-M
AX
F-M
AX
SCAR
ICO
F.M
AX
F.M
AX-S
PEC
IALE
F.EX
PLO
-SPE
CIA
LE
SCAR
ICO
F.M
AX-S
PEC
IALE
F-E
XPLO
-TEC
NIC
A
F-E
XPLO
-TEC
NIC
A
SCAR
ICO
F.M
AX-S
PEC
IALE
F.EX
PLO
-SPE
CIA
LE
F-E
XPLO
-TEC
NIC
A
TEC
NIC
A
SCAR
ICO
GENERALEFENERALE-F-MAXGENERALE-F-MAXF-MAXSCARICOF.MAXF.MAX-SPECIALEF.EXPLO-SPECIALESCARICOF.MAX-SPECIALEF-EXPLO-TECNICAF-EXPLO-TECNICASCARICOF.MAX-SPECIALEF.EXPLO-SPECIALEF-EXPLO-TECNICATECNICASCARICO
(esempio tratto da “preparazione olimpica 2004” del Prof. Domenico Di Molfetta)
32
Oppure, ecco un altro esempio legato alla rilevazione degli andamenti dei volumi
di lavoro nelle varie settimane, sempre per le varie dimensioni analizzate
PERIODO INVERNALE NOVEMBRE - FEBBRAIO2000
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
10-n
ov
17-n
ov
24-n
ov
1-di
c
8-di
c
15-d
ic
22-d
ic
29-d
ic
5-ge
n
12-g
en
19-g
en
26-g
en
2-fe
b
9-fe
b
16-fe
b
23-fe
b
1-m
ar
FORZA MAX FORZA ESPLOSIVA FORZA SPECIALE A.P.FORZA GENERALE TECNICA FORZA SPECIALE A.L.
(esempio tratto da “programmazione giavellotto” del Prof. Domenico Di Molfetta)
Da qui si può partire, per andare attraverso la “navigazione dei dati”, dal sintetico
all’estremamente analitico, fino all’individuazione delle cause che hanno prodotto
le variazioni rilevate.
Volume Previsto Realizzato
Forza Esplosiva 30.000 25.000
Forza Speciale Attr. Pesante 500 200
Tecnica 800 300
33
Obiettivo di periodo Riscontrato
Strappo + 1% Max + 2% Max
½ Squat + 2% Max + 3% Max
Lanci Attrezzo pesante + 1 metro - 2 metri
Continuando con la logica degli esempi sin qui utilizzata, facciamo una ricerca
accurata di tutti i dati di cui disponiamo, e supponiamo che da queste verifiche
siano emersi i seguenti fattori:
o Alcuni giorni di mancato lavoro per problemi fisici, che hanno fatto saltare
soprattutto alcuni allenamenti dedicati alla Forza Esplosiva
o Limitazione del numero di lanci previsti in fase di pianificazione, dovuto
soprattutto ad un piccolo problema muscolare ma anche a difficoltà
tecniche, che non hanno permesso l’esecuzione accettabile dei gesti.
o Difficoltà di recupero della mole di lavoro proposta.
o Scarsa concentrazione durante l’esecuzione degli esercizi tecnici, con
conseguente decadimento della qualità dei gesti già dopo i primi 15-20
lanci.
Sempre lavorando sull’ipotesi proposta, possiamo già dire di avere riscontrato una
serie di imprevisti, che hanno determinato una sensibile variazione sia sui volumi
di lavoro che sulle aspettative di tipo qualitativo.
Se l’analisi che abbiamo fatto è stata sufficientemente accurata, ora siamo però
anche in grado di capire, con un certo grado di attendibilità, cosa è successo.
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Certo siamo ancora in una fase analitica di tipo oggettivo, (minori lanci, problemi
tecnici, scarsa concentrazione, recuperi troppo lenti...) dove, però, i dati raccolti ci
stanno indicando delle situazioni specifiche, e magari non correlate tra loro.
E’ a questo punto che può continuare la fase di analisi, fatta dall’allenatore in base
a ciò che ha rilevato, ma anche basandosi sulla propria esperienza personale e con
l’atleta in questione, che si rifletterà in una serie di ipotesi possibili:
Ipotesi 1: problemi fisici derivati dal fatto che la fase di recupero, alla fine
dalla stagione precedente, è stata insufficiente
Ipotesi 2: stanchezza psico-fisica che riduce la capacità di concentrazione
necessaria alle attività più impegnative
Ipotesi 3: volumi di lavoro di forza Generale/Massimale troppo elevati per
l’atleta in questione, che tolgono “risorse” agli altri mezzi
dell’allenamento previsti
Ipotesi 4: ci sono problemi “esterni” al mondo sportivo, che rendono troppo
difficili per l’atleta tutte quelle attività che richiedono un alto livello
di concentrazione
Ce ne potrebbero molte altre di ipotesi in risposta ai fenomeni rilevati, però vista la
natura di esempio di questa analisi, mi fermerei a questo punto.
Ora che abbiamo declinato delle possibili cause legate ai fenomeni riscontrati, è
necessaria un’attenta verifica delle ipotesi, per andare alla ricerca di quella più
probabile, oppure se ci riusciamo, dell’effettiva causa.
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Verifica ipotesi 1: ho verificato i “dati storici” dell’atleta, e i tempi di recupero
sono stati “in linea” con le esperienze precedenti; i problemi
fisici rilevati potrebbero essere legati ai cresciuti volumi di
lavoro
Verifica ipotesi 2: rilevo spesso una sorta di “assenza di stimoli” durante gli
allenamenti tecnici, dove l’atleta non ha effettiva possibilità
di confronto con altri atleti del suo livello
Verifica ipotesi 3: i volumi di lavoro di forza svolti, sono ragionevolmente
adeguati per l’atleta, anche in considerazione con i dati degli
anni precedenti
Verifica ipotesi 4: non sembrano esserci variazioni significative nelle
condizioni “esterne” alla vita sportiva dell’atleta
Verificando attentamente le varie ipotesi, siamo ora riusciti ad eliminare le ipotesi
3 e 4, che sembrano essere le meno attendibili, ma se proviamo ad esaminare in
modo correlato le rimanenti ipotesi 1 e 2, siamo in grado di formulare una
probabile ipotetica causa:
l’atleta “soffre” di un’assenza di stimoli “ambientali” adeguati,
gli manca il contatto continuativo con altri atleti del suo livello, e
forse bisogna anche allargare il team con l’inserimento di un
fisioterapista che lo segua in modo continuativo.
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6. Il momento delle scelte
Ora che abbiamo una ragionevole certezza di ciò che è successo nel periodo
analizzato, sappiamo anche che la mancata risoluzione del problema avrà
inevitabili ripercussioni sul seguito della programmazione.
Anzi, quasi sicuramente, già in questo momento del ciclo annuale di preparazione,
sappiamo che quanto è già successo (mancato raggiungimento di alcuni degli
obiettivi del periodo) avrà inevitabilmente delle conseguenze sull’obiettivo finale.
Ci troviamo di fronte ad almeno due “macro-problemi” da risolvere:
1. Se è vero che quanto è successo avrà conseguenze sull’obiettivo finale,
devo modificare il resto della programmazione per raggiungere
comunque l’obiettivo previsto?
2. Cosa posso fare per risolvere il problema emerso, in modo che non si
ripresenti .... da qui in poi ?
Il primo dei due problemi è sicuramente quello che implica le scelte più difficili,
perchè dato che l’obiettivo finale non è “temporalmente modificabile”, è
abbastanza chiaro fin da ora che non riusciremo ad ottenere il risultato voluto nel
momento previsto (ad esempio la data delle Olimpiadi, che l’evento cui è mirata la
preparazione), almeno senza modificare il seguito della nostra programmazione.
Se le eccezioni rilevate sono significative, dobbiamo tener presente che quanto
programmato può/deve essere rivisto in conseguenza di ciò che è stato
effettivamente realizzato.
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E’ una scelta difficile, e comporta un’eventuale continua ri-pianificazione, però mi
sembra essere un fattore determinante per riuscire a cogliere gli obiettivi voluti,
soprattutto quando essi hanno come fattore vincolante, il fatto di dover essere
realizzati in un momento specifico dell’anno:
• posso trascurare, ad esempio, il fatto che l’atleta è riuscito a fare
solo il 30% dei lanci pianificati in un certo periodo, continuando a
svolgere gli altri elementi dell’allenamento come se questo non
fosse accaduto ?
• posso trascurare il fatto che l’atleta doveva svolgere una parte del
lavoro invernale “al caldo” per poter lavorare sul numero dei lanci
con gli attrezzi pesanti ma anche su un paio di problemi tecnici, e
invece è rimasto a casa in un inverno molto freddo ed è riuscito a
fare solo lavoro imitativo in palestra, mentre il numero dei lanci è
rimasto necessariamente molto basso?
• Ancora, mi aspettavo all’inizio della preparazione di fare un grande
lavoro per migliorare la forza massima, però per un infortunio alla
spalla ho dovuto sospendere una buona parte di questi lavori per
alcune settimane
Queste sono solo alcune delle possibili cause che possono prevedere una ri-
pianificazione del lavoro, come conseguenza di quanto rilevato alla fine di ogni
periodo che andremo ad analizzare.
Certo, non è obbligatorio, però credo che questa mancata “revisione” dei piani di
lavoro in seguito ad eventi significativi.... sia una delle cause che porta alcuni atleti
ad ottenere i risultati migliori dell’anno..... di solito qualche settimana dopo
l’evento che si era pianificato come il più importante dell’anno.
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Sempre per semplicità di esposizione, torno al nostro esempio per andare ai passi
successivi della nostra analisi.
Si era stabilito che, con una buona attendibilità, i dati della nostra analisi avevano
rilevato che:
l’atleta “soffre” di un’assenza di stimoli “ambientali” adeguati,
gli manca il contatto continuativo con altri atleti del suo livello, e
forse bisogna anche allargare il team con l’inserimento di un
fisioterapista che lo segua in modo continuativo.
ma anche che ci troviamo di fronte a due “macro-problemi” da risolvere:
1. Se è vero che quanto è successo avrà conseguenze sull’obiettivo finale,
devo modificare il resto della programmazione prevista ?
2. Cosa posso fare per risolvere il problema emerso, in modo che non si
ripresenti .... da qui in poi ?
e quindi, per proseguire con la “ciclicità” necessaria a realizzare “la giusta
strategia realizzata nel modo migliore” ci restano ancora da analizzare i seguenti
punti:
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a) L’analisi delle possibili alternative Prima di tutto proviamo ad esaminare che tipo di scelte possiamo attuare per
gestire quanto emerso dai dati che abbiamo rilevato nell’esempio che stiamo
trattando, sia per quanto riguarda la programmazione vera e propria ( incidenza
sulla pianificazione del lavoro stabilita) che per quanto riguarda le azioni future a
sostegno dei problemi emersi.
Alternative sulla pianificazione:
- La mancanza del raggiungimento degli obiettivi di periodo penso possa
avere un’importanza non determinante sui cicli di lavoro successivi.
- Forse sarebbe sufficiente porre maggior attenzione nel lavoro tecnico e di
forza speciale nei periodi successivi, con la consapevolezza che non si deve
più perdere efficacia su questi elementi dai prossimi cicli.
- Potremmo variare la programmazione, introducendo una settimana di
riposo supplementare, da “recuperare più avanti” sacrificando qualcosa nei
cicli successivi.... in base alle indicazioni che eventualmente emergeranno.
-
- .....
Alternative sulla risoluzione dei problemi emersi:
- Potremmo fare in modo che l’atleta riesca a fare un lungo periodo di lavoro
in raduno, dove troverebbe altri atleti del suo livello e un ambiente più
stimolante.
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- Si potrebbe proporre un periodo all’estero, in un paese caldo, dove lavorare
con tranquillità anche sui temi tecnici in un contesto più favorevole, sempre
con altri atleti per favorire un ambiente più stimolante
- Perchè non pensare ad ampliare il gruppo di lavoro, magari trasferendosi in
un’altra località dove c’è un atleta di livello adeguato con cui lavorare?
- Si deve prendere in considerazione l’ampliamento del team di lavoro,
cercando supporti esterni per quanto riguarda l’assistenza sanitaria
preventiva, a supporto dei carichi di lavoro previsti
- .....
Poi, una volta raccolte tutte le variabili possibili, viene il momento più difficile,
quello delle decisioni !!
Anche questa fase, che è una variabile molto importante per l’ottenimento dei
risultati previsti, deve/può essere gestita “n” volte durante il ciclo di
programmazione, in base alle rilevazioni ottenute in fase di controllo.
Certo, si potrebbe trattare di decisioni “estremamente importanti e significative”
ma anche di più semplici decisioni operative.
b) Le decisoni prese
Alla fine, sempre utilizzando il nostro esempio, prendiamo delle decisioni finali
scegliendo tra tutte le alternative che abbiamo previsto:
- Non variamo la pianificazione e porremo maggior attenzione nel lavoro
tecnico e di forza speciale nei periodi successivi.
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- In accordo con la Federazione, prevediamo alcuni periodi di lavoro in un
Centro Federale, dove siano presenti anche altri atleti e dove possiamo
trovare l’assistenza sanitaria necessaria.
Nel nostro esempio, la soluzione sembra semplice e scontata, però nella realtà le
alternative possibili e le loro possibilità di attuazione, non sono sempre così
semplici.
E’ molto importante documentare tutte queste fasi che portano alle scelte, perchè
non sempre le scelte fatte possono dirsi definitive, e ancora più spesso portano
risultati diversi da quelli attesi.
La scelta di documentare tutti processi decisionali ha l’indubbio valore di rendere
molto “oggettive” non solo tutte quelle scelte che andremo a fare, ma anche il
percorso che ci ha portato a loro, in modo da poter “rivedere” il tutto in modo
estremamente critico, senza quella valenza estremamente soggettiva che potrebbe
portarci fuori strada.
Un esempio:
- Andiamo ai raduni perchè così troviamo l’ambiente giusto per lavorare (la
scelta che abbiamo fatto alla fine dell’analisi)
Però, il vero motivo che ci ha spinto a variare la nostra strategia di lavoro era che,
nel periodo analizzato:
- non siamo riusciti a fare un adeguato numero di lanci
- non avevamo fatto un adeguato volume di forza esplosiva
- i lanci con attrezzi pesanti non sono migliorati come nelle previsioni
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- le esecuzioni tecniche era inadeguate anche per il periodo
e quindi, dobbiamo sempre tenere presente gli obiettivi che ci siamo proposti con le
nostre nuove scelte “strategiche”:
ad esempio, si potrebbe verificare il fatto che in raduno le condizioni
non sono ottimali (piove sempre e fa freddo) oppure il clima con i
compagni più che di stimolo è di competizione, e l’atleta tende a
“strafare” durante gli allenamenti, creando situazioni di stress che lo
portano a sovraffaticare eccessivamente....
c) L’impatto delle decisioni prese
Ogni volta che decidiamo di fare dei cambiamenti nei nostri “piani”, lo facciamo
perchè vogliamo ottenere qualcosa di diverso, come la modifica o l’introduzione di
fattori che non avevamo ancora considerato, e che riteniamo possano esserci di
aiuto rispetto alle decisioni prese precedentemente.
Abbiamo fatto delle scelte reagendo a delle criticità che si sono evidenziate e che ci
hanno detto che gli scostamenti rilevati avrebbero messo in crisi il raggiungimento
degli obiettivi che ci eravamo prefissati in fase di pianificazione, e quindi ancora
una volta non dobbiamo dimenticare la “ciclicità” che porta alla realizzazione della
strategia migliore possibile:
attività – analisi – decisioni - attuazioni azioni correttive - verifiche attività..
Dobbiamo verificare continuamente se le nostre scelte stanno dando i risultati
aspettati, e magari essere così bravi da rimetterle eventualmente in discussione se
rileviamo altri fattori che ci danno indicazioni diverse da quelle attese.
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Anche qui il fattore tempo gioca sempre contro di noi, perchè più in fretta siamo in
grado di rilevare e reagire alle anomalie, e più probabilità abbiamo di ottenere ciò
che ci siamo prefissati.
Se riusciamo a “oggettivizzare” i singoli fattori, le nostre decisioni saranno sempre
più vicine alle migliori possibili, perchè le scelte più “soggettive”, mentre hanno il
pregio di essere frutto di esperienze e valutazioni complesse, talvolta .... ci
prendono un pochino la mano, e possono allontanarsi dalla realtà documentata.
Tornando un’ultima volta al nostro esempio, il nostro atleta è andato ai raduni per
un certo periodo, e quindi rilevando le informazioni necessarie siamo ancora una
volta in grado di valutare ciò che sta succedendo come conseguenza delle nostre
scelte:
- l’atleta è riuscito a fare il numero di lanci previsti nella pianificazione
- ha fatto un adeguato volume di forza esplosiva
- i lanci con attrezzi pesanti sono migliorati come nelle previsioni
- le esecuzioni tecniche sono migliorate
In questo caso ipotetico, l’aver scelto di
rilevare degli indicatori e analizzare tutti i dati disponibili, per creare
linee guida a supporto del processo d’allenamento
ci è stato di aiuto a capire che c’era qualcosa da “correggere”, abbiamo reagito per
tempo e gli indicatori ci dicono che dovremmo essere riusciti a recuperare la
pianificazione.
Le cose però avrebbero potuto prendere anche una piega diversa, che ci avrebbe
costretto a rivedere nuovamente le scelte fatte, attivando un nuovo processo di
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analisi con le relative conseguenze, tra cui anche un’ipotetica ri-pianificazione
dell’allenamento rispetto all’originale.
7. Dobbiamo rivedere i nostri obiettivi ?
Non sempre le cose vanno per il verso giusto, e anche con tutte le informazioni a
nostra disposizione, talvolta potremmo non essere in grado di gestire
adeguatamente le situazioni che durante il nostro ciclo annuale di lavoro si sono via
via manifestate.
A mio parere, uno dei momenti più critici per il binomio “allenatore/atleta”, è
quando l’atleta si rende conto (magari al momento della gara importante della sua
stagione) che gli obiettivi che si erano posti lui e il suo tecnico, non sono stati
raggiunti.
Certo, non sarà stato un “fulmine a ciel sereno”, c’erano state indicazioni che
qualcosa non andava per il verso giusto, però..... “la speranza è l’ultima a
morire”.... “forse le motivazioni della gara riusciranno....”... e via dicendo.
In un processo razionale, oggettivo e, perchè no .....scientifico, tutto ciò dovrebbe
essere ridotto a minimi termini.
L’esperienza e le indicazioni ricevute dal complesso sistema di attività – analisi –
decisioni - attuazioni azioni correttive - verifiche..... devono essere in grado anche
di darci indicazioni sufficienti a farci decidere talvolta di “rivedere in tempo utile
gli obiettivi”
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Non dobbiamo dimenticare che siamo esseri umani, e che di solito siamo
estremamente sensibili a fattori come raggiungere o mancare gli obiettivi per i
quali abbiamo duramente lavorato.
L’aspetto motivazionale è una molla troppo importante del nostro processo
agonistico per essere lasciato in secondo piano.
Forse, a volte, il nostro “piano strategico” può anche essere totalmente rivisto e
ridiscusso con l’atleta durante l’anno, a fronte dei dati parziali che si stanno
delineando, magari a causa di fattori e scelte che noi non siamo assolutamente in
grado di gestire e per i quali non siamo in grado di trovare soluzioni (azioni
correttive) adeguate.
Io credo che dare come alternativa a un “insuccesso previsto” un “successo
alternativo” possa essere un aiuto e uno stimolo al nostro atleta, che già dovrà
comunque gestire fattori imponderabili come emozioni, concentrazione giusta alla
gara giusta.... e via dicendo.
E allora, sapendo con un certo grado di attendibilità che tutte le azioni correttive
che abbiamo posto in essere non saranno in grado di far centrare l’obiettivo
principale (esempio qualificarsi per la finale alle Olimpiadi), e che i dati rilevati dal
“processo di controllo dell’allenamento” fanno invece pensare che si andrà in
forma 30-40 giorni dopo, perchè non decidere di rivedere i nostri obiettivi ?
Andremo comunque alle Olimpiadi, però abbiamo deciso che il nostro “obiettivo
rivisto” (magari già nel mese di Aprile o Maggio) per quest’anno sarà riuscire a
battere il record Italiano a settembre.
La differenza è che probabilmente l’atleta andrà alle Olimpiadi più tranquillo,
consapevole del fatto che è al 90% delle sue possibilità, sarà contento della sua
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tappa di avvicinamento all’obiettivo dell’anno, e arriverà all’appuntamento con il
record Italiano a settembre nelle migliori condizioni Psico-Fisiche possibili.
In caso contrario, arriverà comunque alle Olimpiadi al 90%, sarà scontento del
risultato (diverso dall’obiettivo che si era dato all’inizio della preparazione), e
magari arriverà al momento di massima forma in settembre, in condizioni Psico-
Fisiche non ottimali, che pregiudicheranno anche l’ottenimento di un possibile
risultato utile a settembre.
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CONCLUSIONI
La scelta di passare all’attuazione di una “gestione strategica” dell’allenamento, è
vincolata alla necessità di ottenere e gestire una grande mole di dati, e questo ci
obbliga, di fatto, a fare anche delle scelte legate a “strumenti adeguati” in grado di
raccogliere e successivamente elaborare in modo approfondito i fenomeni rilevati.
Però, se saremo in grado di definire e rilevare “indicatori adatti” di ciò che sta
avvenendo nel processo di allenamento, la nostra capacità critica e di analisi ci
aiuterà a “reagire” in tempi utili, e con le opportune azioni correttive, per riuscire a
raggiungere gli obiettivi prefissati:
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Nella mia attività quotidiana di tecnico periferico del settore lanci, svolta a un
livello e in ambienti diversi da quelli “più professionali” del Settore Lanci
Nazionale, le variabili che si verificano a fronte di una pianificazione sono
decisamente numerose, e con la mia piccola esperienza personale ho provato a
gestirle utilizzando quei concetti di “performance management” che avevo
imparato ad affrontare nell’ambiente lavorativo (extra-sportivo).
Infatti, il processo che ho provato a descrivere con questo mio lavoro è già
ampiamente utilizzato in altri ambiti, diversi da quello sportivo, dove i concetti di
“performance management” sono ormai entrati di forza nella gestione degli
obiettivi, e dove esistono anche mezzi informatici estremamente sofisticati e
costosi per la gestione dei dati.
Non volevo arrivare a tanto, però spero di essere riuscito a proporre una “visione”
più estesa del percorso che ci dovrebbe vedere impegnati ogni giorno:
pianificare la giusta strategia e realizzarla nel modo migliore,
per ottenere quei risultati che pensiamo possibili per i nostri atleti.
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Bibliografia
“Winning the Mental Way” di Karlene Sugarman (Sport Psychology Consultant
in the USA) per la parte legata agli obiettivi
Metodologia d’allenamento nelle specialità di lancio - Esperienze 1997-99 DI MOLFETTA D., SILVAGGI N.
Atleticastudi n. 3, luglio-settembre 2000, vol. 31, pp.29-40
Inoltre:
Appunti sulla preparazione Olimpica 2004 delle giavellottiste Italiane, fornite dal
Prof. Domenico Di Molfetta.
Vari appunti personali, presi durante le varie lezioni del Corso.