L’uomo e il senso religioso - La Settimana Livorno · domande esistenziali, la percezione di...

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n attesa di ascoltare la sua conferenza il prossimo 13 Gennaio, abbiamo chiesto a mons. Fiorenzo Facchini, ospite del Progetto Culturale Diocesano, di anticiparci il tema che tratterà: il senso religioso dell’uomo. Senso religioso e religione non sono la stessa cosa. La religione si innesta sul senso religioso di cui rappresenta uno sviluppo, e comprende atti di culto, riti, norme con cui la comunità , esprime il senso religioso. Le religioni appartengono alla storia, il senso religioso è proprio della natura umana. Le religioni affondano le loro radici nel senso religioso. L’approccio ermeneutico al senso religioso nell’uomo preistorico suggerito da Mircea Eliade e Julien Ries si basa sulla documentazione, diretta o indiretta. Esso fa riferimento al simbolismo, come capacità dell’uomo di cogliere nella natura o in qualche manifestazione della natura il rimando a domande esistenziali, la percezione di qualcosa che sovrasta l’uomo (la volta celeste, un tramonto infuocato, sconvolgimenti della natura...). Si parla di ierofanie,o manifestazioni del sacro nella natura, mentre nelle religioni rivelate si è in presenza di teofanie. La documentazione di comportamenti che rimandano direttamente a un senso religioso è relativamente recente: 100.000 anni fa con le sepolture nella Palestina praticate dall’uomo di Neandertal e da Homo sapiens moderno. Successivamente nel simbolismo dell’arte figurativa del Paleolitico superiore (arte parietale e mobiliare) si possono riconoscere raffigurazioni naturalistiche che evocano un senso religioso legato alla caccia e alla fecondità. Nel Neolitico il culto della dea madre (che continua la esaltazione della maternità delle Veneri aurignaziane), i santuari, le costruzioni megalitiche, i corredi delle sepolture vengono interpretati in relazione con il senso religioso. Alle soglie della storia il senso religioso è ben documentato nel mondo sumero-babilonese ed egiziano, oltre che nell’Oriente (Cina, India). Le religioni orientali appaiono fortemente impregnate per la loro storia di concezioni filosofiche. Le religioni monoteiste rivelate (Ebraismo, Cristianesimo, Islam), che si sviluppano a partire dall’Ebraismo, rappresentano le forme religiose più organizzate e diffuse in epoca storica. Nelle società semplici il senso religioso si esprime in forme religiose di tipo animistico o nel culto degli antenati,.in cui si mescolano pratiche magiche e sciamaniche. L’intensificarsi dei rapporti fra i popoli e la mondializzazione portano a una evoluzione del senso religioso e delle religioni: si deve fare i conti con la secolarizzazione e l’indifferentismo religioso, fenomeni del nostro tempo. Oggi sembrano attenuarsi le forme religiose tradizionali, ma rimane il senso religioso, magari in forme surrogatorie o di superstizione o esoteriche o sincretiste (New age) per l’insopprimibile bisogno che ne ha l’uomo. Nella crisi dei valori a cui assistiamo c’è spazio per un rilancio del Cristianesimo, la religione che ha affrontato con maggiore organicità i problemi della modernità. I Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Chiama Domenici Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 11 gennaio 2015 Chi vuole la pace non può dunque ignorare i giovani.Tanto meno può permettersi di continuare a relegarli nello sfruttamento imbonitore che li declassa a ruolo di consumatori economici o di fornitori di consenso politico. È evidente che neppure si può delegare solo ai giovani tutta la responsabilità di una pace che deve essere costruita giorno per giorno e sempre "insieme". Ma proprio questa parola "insieme", la sola capace di superare ogni lacerazione, è sempre tanto difficile, fragile e faticosa. Essa richiede pazienza e coraggio, rinuncia e fiducia, accoglienza e proposta. Solo essa però è capace di far rientrare i giovani con dignità, dall’isolamento nel loro "pianeta", in cui si sono, di volta in volta, barricati o rifugiati. Direi allora che "insieme" è proprio il primo seme di pace, un seme però che, per fiorire, deve essere coltivato con tre parole difficili. Esse traducono tre forti atteggiamenti dello spirito, tre coraggiosi comportamenti di vita: partecipazione, condivisione, collaborazione Per la pace… insieme ai giovani! 1985 L’uomo e il senso religioso Un sentimento innato anche secondo l’antropologia: prima della storia e dentro la storia lmeno 5 parole prendendo spunto dal Natale per iniziare questo nuovo anno. Parole auspichiamo ricche e feconde, tali da accompagnare i dodici mesi e i 365 giorni del 2015. La prima è vita. Il Natale è un dono di vita. Abbiamo bisogno di vita vera, per ridare slancio alle nostre città spente, ferite e intrise di “rinuncia”. La seconda parola è gioia: “Vi annuncio una gioia grande”. L’augurio di una gioia che sia ben superiore al divertimento che si è insinuato nelle nostre vite tanto che laddove domina il divertimento spesso scompare la gioia. Mai così solo è l’uomo dei più grandi divertimenti! La terza, di augurio è stupore. Avere il senso dello stupore è avere il bisogno del mistero, della scoperta, della conoscenza. E’ essere aperti a dimensioni nuove, ad oltrepassare i limiti della ragione. Stupirci è non perdere la facoltà di meravigliarci. E poi, la quarta, il timore: i pastori, persone semplici e umili, avevano “lo stupore e il timore”. Non timore come paura, ma timore come sapienza per accorgersi di essere di fronte a cose grandi che hanno bisogno di essere conosciute, approfondite, meditate e comprese nella loro profondità. Siamo un popolo senza timore e superficiale, intriso di mediocrità, che si affretta a prendere troppe soluzioni di emergenza senza andare alla radice dei problemi. E infine l’augurio della speranza. Da troppi invocata, ma da troppo pochi praticata con gesti concreti. Tornare a sperare in un mondo più giusto, più solidale e coeso. In città più fraterne, in ambienti più accoglienti, in luoghi più vivibili rivedendo stili di vita che hanno condotto nel baratro dell’indifferenza, nell’egoismo gretto e infecondo. La speranza di nuovi cieli e di nuove terre nelle quali si diffonda il dono, la gratuità, la generosità, l’amore che fa vivere gli uomini, le donne, i bambini. Auguri per un 2015 di vita, gioia, stupore, timore e speranza! A Cinque parole per iniziare bene il 2015 Chi è mons. FIORENZO FACCHINI iorenzo Facchini è nato nel 1929 a Porretta Terme (Bolo- gna). È sacerdote della Diocesi di Bologna, è stato assisten- te dell’Azione Cattolica e vicario episcopale per l’Università e la Scuola. Attualmente è consulente ecclesiastico dell’Associa- zione Medici Cattolici (Sezione di Bologna), dell’Associazio- ne Italiana Docenti Universitari (AIDU), sezione di Bologna e coordinatore per la Pastorale scolastica a livello regionale. Inoltre collabora con la parrocchia di San Biagio di Casalec- chio di Reno. Professore ordinario di Antropologia dal 1976 al 2005 nel- l’Università di Bologna, docente di Paleontologia Umana nel- la Scuola di specializzazione in Archeologia dal 1985 al 2006, attualmente è professore emerito della stessa università. Membro di varie Società scientifiche italiane e internazionali, tra cui L’Istituto Italiano di Antropologia, l’Accademia delle Scienze di Bologna, l’Accademia di Scienze Naturali del Ka- zakhstan, la New York Academy of Sciences. Premio interna- zionale Fabio Frassetto (2002) dell’Accademia dei Lincei per l’Antropologia. E’ sacerdote dell’Arcidiocesi di Bologna. Nelle sue ricerche si è occupato di accrescimento umano, di polimorfismi genetici, di adattamento umano alle alte quote, di paleoantropologia, di culture preistoriche, di studi su popolazioni del Neolitico e della protostoria. In Asia centrale ha organizzato ricerche sull’adattamento ad alte quote nel Kazakhstan e nel Kirghizi- stan e sugli effetti della modernizzazione nel Kazakhstan. L’attività scientifica è documentata in circa 400 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali e in vari volumi. F In preparazione al convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, continua l’approfondimento sul tema del nuovo umanesimo, offerto dagli incontri del Progetto culturale diocesano. Mons. Fiorenzo Facchini, docente all’università di Bologna, sarà ospite del prossimo incontro, il 13 gennaio alle 17.30 nel salone del Centro culturale “mons. Ablondi”in via delle Galere 27 LA SETTIMANA DI LIVORNO NEL 2015 e pagine del settimanale Toscana oggi dedicate a Livorno in questo 2015 non saranno più otto, ma quattro o sei; le altre due del fascicolo saranno dedicate ad articoli di collegamento con altre realtà regionali. L LINEA di Pensiero di Luca Lischi IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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n attesa di ascoltare lasua conferenza ilprossimo 13 Gennaio,abbiamo chiesto a mons.

Fiorenzo Facchini, ospite delProgetto CulturaleDiocesano, di anticiparci iltema che tratterà: il sensoreligioso dell’uomo.

Senso religioso ereligione non sono lastessa cosa. La religione siinnesta sul sensoreligioso di cuirappresenta unosviluppo, e comprendeatti di culto, riti, normecon cui la comunità ,esprime il senso religioso.Le religioniappartengono alla storia,il senso religioso èproprio della naturaumana. Le religioniaffondano le loro radicinel senso religioso.L’approccio ermeneutico

al senso religiosonell’uomo preistoricosuggerito da MirceaEliade e Julien Ries sibasa sulladocumentazione, direttao indiretta. Esso fariferimento alsimbolismo, comecapacità dell’uomo dicogliere nella natura o in

qualche manifestazionedella natura il rimando adomande esistenziali, lapercezione di qualcosache sovrasta l’uomo (lavolta celeste, un tramontoinfuocato,sconvolgimenti dellanatura...). Si parla diierofanie,omanifestazioni del sacro

nella natura, mentre nellereligioni rivelate si è inpresenza di teofanie.

La documentazione dicomportamenti cherimandano direttamentea un senso religioso èrelativamente recente:100.000 anni fa con lesepolture nella Palestina

praticate dall’uomo diNeandertal e da Homosapiens moderno.Successivamente nelsimbolismo dell’artefigurativa del Paleoliticosuperiore (arte parietale emobiliare) si possonoriconoscere raffigurazioninaturalistiche cheevocano un sensoreligioso legato alla cacciae alla fecondità. NelNeolitico il culto delladea madre (che continuala esaltazione dellamaternità delle Veneriaurignaziane), i santuari,le costruzionimegalitiche, i corredidelle sepolture vengonointerpretati in relazionecon il senso religioso.

Alle soglie della storia ilsenso religioso è bendocumentato nel mondosumero-babilonese edegiziano, oltre chenell’Oriente (Cina,

India). Le religioniorientali appaionofortementeimpregnate per laloro storia diconcezionifilosofiche. Lereligioni monoteisterivelate (Ebraismo,Cristianesimo,Islam), che sisviluppano a partiredall’Ebraismo,rappresentano leforme religiose piùorganizzate ediffuse in epocastorica.Nelle societàsemplici il sensoreligioso si esprimein forme religiose ditipo animistico onel culto degliantenati,.in cui si

mescolano pratichemagiche e sciamaniche.L’intensificarsi deirapporti fra i popoli e lamondializzazioneportano a una evoluzionedel senso religioso e delle

religioni: si deve fare iconti con lasecolarizzazione el’indifferentismoreligioso, fenomeni delnostro tempo.

Oggi sembranoattenuarsi le formereligiose tradizionali, marimane il sensoreligioso, magari informe surrogatorie o di

superstizione oesoteriche o sincretiste(New age) perl’insopprimibile bisognoche ne ha l’uomo.Nella crisi dei valori a cuiassistiamo c’è spazio perun rilancio delCristianesimo, lareligione che haaffrontato con maggioreorganicità i problemidella modernità.

I

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoChiama Domenici

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

11 gennaio 2015

Chi vuole la pace non può dunque ignorare i giovani.Tanto meno può permettersi di continuarea relegarli nello sfruttamento imbonitore che li declassa a ruolo di consumatori economici o difornitori di consenso politico. È evidente che neppure si può delegare solo ai giovani tutta laresponsabilità di una pace che deve essere costruita giorno per giorno e sempre "insieme". Maproprio questa parola "insieme", la sola capace di superare ogni lacerazione, è sempre tantodifficile, fragile e faticosa. Essa richiede pazienza e coraggio, rinuncia e fiducia, accoglienza eproposta. Solo essa però è capace di far rientrare i giovani con dignità, dall’isolamento nel loro"pianeta", in cui si sono, di volta in volta, barricati o rifugiati. Direi allora che "insieme" è proprioil primo seme di pace, un seme però che, per fiorire, deve essere coltivato con tre parole difficili.Esse traducono tre forti atteggiamenti dello spirito, tre coraggiosi comportamenti di vita:partecipazione, condivisione, collaborazionePer la pace…

insieme ai giovani! 1985

L’uomo e il senso religioso

Un sentimento innatoanche secondol’antropologia:

prima della storia e dentro la storia

lmeno 5 parole prendendo spunto dalNatale per iniziare questo nuovo anno.

Parole auspichiamo ricche e feconde, tali daaccompagnare i dodici mesi e i 365 giorni del2015. La prima è vita. Il Natale è un dono di vita.Abbiamo bisogno di vita vera, per ridare slancioalle nostre città spente, ferite e intrise di“rinuncia”.La seconda parola è gioia: “Vi annuncio unagioia grande”. L’augurio di una gioia che sia bensuperiore al divertimento che si è insinuato nellenostre vite tanto che laddove domina ildivertimento spesso scompare la gioia. Mai cosìsolo è l’uomo dei più grandi divertimenti!La terza, di augurio è stupore. Avere il sensodello stupore è avere il bisogno del mistero,della scoperta, della conoscenza. E’ essere apertia dimensioni nuove, ad oltrepassare i limiti dellaragione. Stupirci è non perdere la facoltà dimeravigliarci.E poi, la quarta, il timore: i pastori, personesemplici e umili, avevano “lo stupore e iltimore”. Non timore come paura, ma timorecome sapienza per accorgersi di essere di fronte acose grandi che hanno bisogno di essereconosciute, approfondite, meditate e compresenella loro profondità. Siamo un popolo senzatimore e superficiale, intriso di mediocrità, che siaffretta a prendere troppe soluzioni diemergenza senza andare alla radice deiproblemi.E infine l’augurio della speranza. Da troppiinvocata, ma da troppo pochi praticata con gesticoncreti. Tornare a sperare in un mondo piùgiusto, più solidale e coeso. In città più fraterne,in ambienti più accoglienti, in luoghi più vivibilirivedendo stili di vita che hanno condotto nelbaratro dell’indifferenza, nell’egoismo gretto einfecondo. La speranza di nuovi cieli e di nuoveterre nelle quali si diffonda il dono, la gratuità,la generosità, l’amore che fa vivere gli uomini, ledonne, i bambini.Auguri per un 2015 di vita, gioia, stupore, timoree speranza!

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Cinque parole per iniziare bene il 2015

Chi è mons. FIORENZO FACCHINIiorenzo Facchini è nato nel 1929 a Porretta Terme (Bolo-gna). È sacerdote della Diocesi di Bologna, è stato assisten-

te dell’Azione Cattolica e vicario episcopale per l’Università ela Scuola. Attualmente è consulente ecclesiastico dell’Associa-zione Medici Cattolici (Sezione di Bologna), dell’Associazio-ne Italiana Docenti Universitari (AIDU), sezione di Bologna ecoordinatore per la Pastorale scolastica a livello regionale.Inoltre collabora con la parrocchia di San Biagio di Casalec-chio di Reno.Professore ordinario di Antropologia dal 1976 al 2005 nel-l’Università di Bologna, docente di Paleontologia Umana nel-la Scuola di specializzazione in Archeologia dal 1985 al 2006,attualmente è professore emerito della stessa università.Membro di varie Società scientifiche italiane e internazionali,tra cui L’Istituto Italiano di Antropologia, l’Accademia delleScienze di Bologna, l’Accademia di Scienze Naturali del Ka-zakhstan, la New York Academy of Sciences. Premio interna-zionale Fabio Frassetto (2002) dell’Accademia dei Lincei perl’Antropologia. E’ sacerdote dell’Arcidiocesi di Bologna.Nelle sue ricerche si è occupato di accrescimento umano, dipolimorfismi genetici, di adattamento umano alle alte quote,di paleoantropologia, di culture preistoriche, di studi su popolazioni del Neolitico e della protostoria.In Asia centrale ha organizzato ricerche sull’adattamento ad alte quote nel Kazakhstan e nel Kirghizi-stan e sugli effetti della modernizzazione nel Kazakhstan.L’attività scientifica è documentata in circa 400 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali e invari volumi.

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In preparazione al convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, continua l’approfondimento sul tema del nuovo umanesimo, offerto dagli incontri del Progettoculturale diocesano.

Mons. Fiorenzo Facchini, docente all’università di Bologna, sarà ospite del prossimo incontro,il 13 gennaio alle 17.30 nel salone del Centro culturale “mons. Ablondi”in via delle Galere 27

LA SETTIMANA DI LIVORNO NEL 2015e pagine del settimanale Toscana oggidedicate a Livorno in questo 2015 non

saranno più otto, ma quattro o sei; le altre duedel fascicolo saranno dedicate ad articoli dicollegamento con altre realtà regionali.

L

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI11 gennaio 2015II

La Messa di Natale al carcere de “Le Sughere”

“Lasciamo che il sorriso di questoBambino rendanoi più uomini”

ome da tradizione, anche quest’anno laprima Messa del giorno di Natale

Monsignor Giusti ha voluto celebrarlainsieme al Cappellano Michele Siggillinodell’Ordine Trinitario, nelle carceri delleSughere. Ad accoglierlo in modo moltocordiale, la Direttrice Santina Savocainsieme a tutto il personale carcerario. Inqueste giornate di festa si sente ancor dipiùil desiderio di condividere la gioia specienei luoghi di sofferenza dove la solitudinee la lontananza dai propri cari si fa ancorapiù acuta e pungente. Monsignor Simone,rivolgendosi ai detenuti ha descritto lorol’immagine della tenerezza del Nataleofferta da un umile Bambino: «Quandouna persona importante arriva, solitamentelo fa nell’aspetto più trionfale con tutto ilseguito; Dio invece si manifesta e risplendenella gloria e nella luce di un Bambino delquale cogliamo tutta la sua fragilità».Molto coinvolgente la narrazione dellafiaba di un lupo affamato costretto ascendere a valle per cercare il cibo. Ma ètale la sua paura di essere ghermito ecolpito che silenziosamente, avendo vistoda lontano una luce da una grotta e tantipastori che portando sulle spalle gli agnellisi recavano verso quella direzione e tantoera il trambusto, che si domandava ilperché di tutto questo. Giunto all’ingressodella grotta ancor più guardingo cerca diavvicinarsi a quella mangiatoia dove avevacapito esserci "un boccone prelibato".

Come fa per mettere le due zampe ai bordie con le fauci aperte pronte per azzannarlo,ecco che il Bambino gli sorride e loaccarezza. "In quell’istante il Lupo diventaUomo".Proprio in questo consiste il paradosso delNatale: la dolcezza, l’umiltà, la tenerezza diun Dio che ha bisogno di tutto. Nellamisura in cui anche noi ci sentiamobisognosi dell’altro e smettiamo di esseresuperbi ci allontaneremo dalla morteperché la superbia ci porta alla tomba,mentre l’umiltà ci rende sempre più vicinia Dio. L’augurio di Giusti di diventaredunque figli di Dio per vivere oltre lamorte; facendoci piccoli, semplici eaffidandoci alle mani di Dio potremo anostra volta diventare noi stessi Dio. Comedicevano infatti gli antichi Padri; " Dio si èfatto uomo perché l’uomo diventasse Dio".Al termine della celebrazione eucaristicacurata per i canti da alcuni membri diRinnovamento nello Spirito, daiCooperatori Paolini sono stati regalati aidetenuti e al personale carcerario, iCalendari Interreligiosi della San Paolo,dove accanto alle consuete indicazionidelle principali festività cristiane ebraiche emusulmane, sono stati collocati volti eluoghi delle diverse Chiese cristiane(cattoliche, ortodosse, orientali) presenti inquella vasta area geografica che si estendedalla Siria all’Iran, anticamente teatro diun’irripetibile unità plurale, e che oggivivono e testimoniano giorno dopo giorno,il caro prezzo della fedeltà all’unicoSignore delle loro e delle nostre vite.

Monica Cuzzocrea

C

Il diario degli esercizi della Caritàgiorni dello stupore è questo il tema degli esercizi della carità,

che si sono tenuti a Quercianella dal 27 dicembre al primo gen-naio. Un’iniziativa promossa dalla pastorale giovanile vin-cenziana e quella diocesana per condividere, tra giovani, giorni

all’insegna della preghiera, della fraternità e soprattutto della carità,meditando sul tema dell’Incarnazione.Ripercorriamo, allora, questi bei giorni..27 dicembreS. Messa di apertura celebrata dal Vescovo Simone, insieme al par-roco della parrocchia di S. Anna (Quercianella) don Alberto Vanzi,don Francesco Galante e padre Francesco Gusmeroli che ci hannoaccompagnato per tutta la durata degliesercizi. La serata è proseguita con lacena e simpatici giochi a squadre.28 dicembreE’ il giorno dedicato al silenzio e allameditazione nel monastero Trappistadi Valserena: S. Messa e liturgia delleore, poi un momento di catechesi conuna delle monache. Il tema della rifles-sione: il verbo si fece carne. Il verbo, laparola di Dio è pregna d’amore e veico-lo di relazione con l’uomo. E’ una pa-rola che crea e che è fonte di benedizio-ne. Quanto invece la nostra parola è ca-pace di creare relazione con l’altro edessere portatrice di bene? Purtropponon sempre è così, ma se facciamo si-lenzio fuori e dentro di noi, alimentandoci con la Parola di Dio,possiamo far sì che il suo messaggio s’incarni in noi e plasmi la no-stra vita. Suor Patrizia ci ha spiegato come il silenzio e la preghieraregni in quel monastero e scandisce la vita delle suore.29 dicembreMattina dedicata al servizio nelle varie strutture della Caritas dioce-sana di Livorno e Rosignano per mettere in pratica quella parolatrasmessa per farsi carne tra gli uomini. Nel pomeriggio: incontrocon il parroco di Castiglioncello Don Francesco Fiordaliso. Temadella giornata: “..e venne ad abitare in mezzo a noi”. Nel suo inter-vento Don Francesco ci ha spiegato come Dio, attraverso Gesù deci-de di piantare la sua tenda tra gli uomini per farci fare esperienza dilui e del suo amore preventivo e gratuito. Con suo figlio, il Signoreci fornisce il modello del suo progetto di uomo felice e appagatorintracciabile nelle beatitudini. Nella serata è venuto a farci visitadon Fabio Menicagli, direttore del centro pastorale per la formazio-ne che ha condiviso con noi la preghiera del vespro e la cena.30 dicembreMattina dedicata ancora al servizio e nel pomeriggio una forte testi-monianza al reparto delle Cure Palliative dell’ospedale di Livornocon Suor Costanza Galli. La suora vincenziana ha condotta la rifles-sione sul tema: l’incarnazione nei poveri, nei più fragili. Suor Co-

stanza ci ha fatto comprendere come ilSignore viene tra gli uomini per farlifare esperienza del suo grande amore enon farli sperimentare più la solitudi-ne. L’uomo uscendo da se stesso e do-nandosi ai fratelli nella quotidianità,trova la pienezza della propria vita edella sua vocazione. Suor Costanza ciha spiegato quanto è difficile, ma altempo stesso determinante per il ma-lato terminale e soprattutto per la fa-miglia l’operato dello staff medico e

infermieristico del reparto Cure palliative. ll loro è un accompagna-mento dolce del sofferente verso la morte e un grande sostegnoemotivo per i familiari. Nella serata è venuto a farci visita don Federico Locatelli, parroco diRosignano Marittimo che ha condiviso con noi la cena e l’adorazio-ne eucaristica.31dicembre- 1 gennaioRingraziamento nella preghiera al Signore per l’anno passato e ce-none e animazione di Capodanno presso “Sorgenti di Carità” con“gli amici della Caritas”, i profughi, i ragazzi del progetto Sprar e iragazzi della Commissione dei problemi dell’handicap. Una seratain allegria per accogliere il nuovo anno tra i più fragili, che senzaquesta bella iniziativa sarebbero costretti a vivere il Capodanno perstrada nel freddo e nella solitudine.Che dire?? E’ difficile raccontare questi giorni, densi di emozioni,allegria e spunti di riflessione, in cui con stupore, abbiamo fattoesperienza di Dio nella preghiera e nel servizio. Ognuno di noi por-terà con sé qualcosa di diverso e unico di questi giorni, ma con lacomune certezza che ne è valsa la pena. Un’esperienza da vivere econsigliare!

Caterina Lo RussoTutte le foto su www.lasettimanalivorno.it

I

L’inaugurazione dellaCasa Papa Francesco

L’OPERA SEGNO DEL 2014

na giornata di festa a Quercianella, perla Diocesi, per la città, ma soprattutto

per i bambini, i veri protagonisti diquesto piccolomiracolo chiamato“Casa PapaFrancesco”.Alla presenza delVescovo monsignorGiusti, di SuorBeatrice Priori,Provinciale delleFiglie della Carità edelle autorità tra cuila vice sindaco StellaSorgente, l’assessoreal Sociale InaDhimgjini e ilprefetto TizianaGiovanna Costantino,i bambini hannoinaugurato una casaper gli amici menofortunati di loro; queibambini che perdiverse ragioni sonostati allontanati dallafamiglia di origine e trascorreranno partedell’inizio della loro vita in questa nuovastruttura.Tanti i sorrisi delle persone presenti aquesto momento di gioia e festa.Una struttura che le Figlie della Carità(dopo un periodo di riflessione e diinterrogativi su quale avrebbe potutoessere la destinazione dell’edificio),hanno messo a disposizione eristrutturato allo scopo di ospitare ibambini da 0-6 anni che vivono unasituazione di particolare disagio; un luogoche a Livorno e Provincia ancora nonesisteva (almeno in questa forma, e perquesta specifica fascia d’età). Un regaloche la Caritas e la Diocesi hanno volutofar “scartare” alla città proprio a ridossodel Natale, come segno di auguri.Una specie di tradizione che si è ripetutaper il terzo anno consecutivo, dopo VillaBenedetta nel 2012 e le Sorgenti dellaCarità nel 2013; un gesto concreto chenuovamente è stato rivolto ai bisognisempre più crescenti della nostra città.Tanti i ringraziamenti che Suor Raffaella

U Spiezio, presidente della FondazioneCaritas, ideatrice e promotrice di questoprogetto, ha voluto rivolgere: primo tra

tutti alle consorelle ealla Provinciale delleFiglie della Carità chenel suo saluto havoluto a sua voltarendere grazie alleautorità civili,religiose e militari masoprattutto all’audaciadelle suore, per averportato avanti questosogno.Un grazie sincero, èstato rivolto inoltre aIKEA, che ha donatoquasi tuttol’arredamento, allaCaritas Italiana “checome una mamma,sostiene i nostriprogetti”, agli amicidel Lions e del Rotaryche hanno sostenutonegli anni la

Fondazione Caritas attraverso altriprogetti e continuano a farlo anche con laCasa Papa Francesco; un pensiero allabanca Unicredit che ha finanziato lacucina e ancora agli allievi dell’AccademiaNavale che in occasione del Natale hanno

volto raccogliere dei soldi da destinarealla Casa Papa Francesco, all’associazione“La Terrazza dell’infanzia”, una realtà chenasce a Roma e che si occupa dei bambinidell’Africa che con il suo contributo havoluto mettere attenzione anche al nostroterritorio e infine i ringraziamenti allevarie ditte e persone che hanno volutocontribuire alla nascita di questa struttura.Un saluto e un ringraziamento anche daparte del Vescovo che ha sottolineatocome ci sia la necessità di promuovere,sostenere ed aiutare tutti insieme“facendo rete”, non solo i bambini maproprio la famiglia come nucleofondamentale per la crescita dell’essereumano. Monsignor Giusti ha volutoencomiare il lavoro fatto dai suoicollaboratori (Suor Raffaella e il diaconoEnrico Sassano in primis), “perché io oggisono qui a raccogliere i frutti, ma la fatical’hanno fatta loro”.“L’auspicio, come ha tenuto a mettere inevidenza il Prefetto Costantino, è che sipossa piano piano arrivare ad unarisoluzione di tutti i problemi cheriguardano la città. La gente di Livorno –ha continuato ancora – si stringe intornoai problemi e risponde cercando diguardare oltre”.D’accordo anche la vicesindaco Sorgente:“accolgo l’appello del Vescovo perimplementare le sinergie. Questo è il

futuro, stringerci intornoai problemi e trovaresoluzioni alternative”.Un saluto anchedall’assessore al SocialeDhimgjini che haconfessato : “hoimparato e stoimparando che bisognastare con gli altri. Questoè un Natale di noi tutti”.“Questa Casa, haconcluso Suor Raffaella,ha visto l’attenzione dimolte persone, miauguro che possacontinuare a farlo anchenel futuro, che è quelloche conta”.

Martina Bongini

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI11 gennaio 2015 III

L’intervista a DOMENICO MANNINO

Misericordia di Livorno:una strada lunga da percorrere

DI ANGELA BLANCO

iamo tornati a fare qualchedomanda al Commissario dellaMisericordia di Livorno per farciraccontare gli ultimi sviluppi

Ci siamo lasciati a settembrescorso dopo una "rovente"Assemblea straordinaria presso laMisericordia di Livorno, altermine della quale L’abbiamovista molto contrariata. Che cosaè successo da allora?«L’Assemblea è stata molto calda ealla fine io non ero moltocontrariato… di più! Avevamoiniziato con ripetuti, irritantiinterventi di alcuni confratelli checontinuavano ad affermare la loroconvinzione secondo cui ilCommissario non aveva neppure ipoteri per indire un’Assembleastraordinaria e, tanto meno, quindidi mettere all’ordine del giornol’approvazione di un nuovoStatuto.Dopo lunga discussione si eradeliberato di allargare laCommissione che aveva operatofino ad allora, estendendo l’esameanche ad altre bozzeprecedentemente redatte, il tuttomentre alcuni presenticontinuavano ad esprimerel’opinione che la delibera sulnuovo statuto dovesse esserepreceduta dalle elezioni del nuovoMagistrato. Era una deludenteconclusione di sei mesi dicontinuo lavoro apparentementecondiviso. Ciò che, invece, mi mandò inbestia fu la deliberazione conla quale, bocciando la miaproposta di rinunciare allaprelazione per l’acquisto dialcune quote della societàMili, ne venne deciso invecel’acquisto, perché così simetteva una pietra tombalesulla Misericordia.Infatti, se l’attualecomposizione societaria giàaveva provocato la perditadella qualifica di ONLUS,l’acquisto di ulteriori quoteavrebbe fatto perdere anchela qualità di Associazione divolontariato e dunque i servizi diPronto Soccorso.Ricapitolando: l’effettivo ecompleto controllo della Societàche gestisce i servizi di onoranzefunebri e cimiteriali, la Mili sol,rappresenta un fattore di rischiocivile e penale e mina l’esistenzastessa dell’Arciconfraternita, che,ove eserciti prevalente attivitàcommerciale, opererebbe incontrasto con la Legge sulvolontariato.L’aver aderito all’invito di unconfratello di esercitare il diritto diprelazione per poi rivendere lequote mediante un’offertapubblica di acquisto (O.P.A.),peraltro non previsto dallanormativa vigente per le srl,avrebbe provocato per laMisericordia la perdita dellaqualifica di associazione divolontariato con la conseguenzache la Regione Toscana sarebbestata obbligata a revocareimmediatamente il servizio diPronto soccorso. Questo avrebbemesso in seria discussione la vitadell’Associazione e il posto dilavoro di molti dipendenti.Due mesi di strenuoconvincimento e i chiarimentiforniti hanno fatto si che il 7novembre scorso l’Assemblearitornasse sulla decisione già presa,revocandola all’unanimità.Resta fermo che se le conseguenzepiù gravi sono state scongiurate, ilproblema delle quote in possessodi due ex volontari resta e deveessere risolto al più presto».

Ed il nuovo Statuto a che punto è?Se non sbaglio era un elementoessenziale sia quando avvenne loscioglimento degli organiordinari, sia per ricostituire inuovi«Come da mandato affidatomi hoavviato da subito un percorso perla rapida redazione di un nuovo

Statuto. Dopo più di sei mesi dilavori preparatori, cui hannopartecipato i Preposti dell’ultimoventennio, è stata predisposta unabozza, da tutti ritenutasoddisfacente, da presentareall’Assemblea del 6 settembre. Magià dalla fine di agosto, gli stessiredattori avevano cambiato parererichiedendone un riesame, oltrechél’allargamento della Commissionead altri soggetti.Durante l’Assemblea, pur diaddivenire ad un risultatosoddisfacente, ho aderito a tutte leproposte formulate, sicché ladelibera ha previsto l’esame ditutte le bozze presenti da parte diuna Commissione allargata ad altri

cinque membri (un dipendente,un capoguardia e tre soci).La situazione, però, non si èsbloccata, tant’è che nessuno hapresentato ulteriori osservazioni edue convocazioni della nuovaCommissione sono andate deserte.A questo punto ho accettato laproposta di costituire unaSottocommissione che, unificandotutti i progetti e le pocheosservazioni presentate,predisponesse una definitiva bozzada sottoporre alla valutazionedell’Assemblea.Il documento è stato presentato il19 dicembre: la mia speranza, èche si giunga prestoall’approvazione di una "Cartanuova", come tutti dicono divolere, che consenta una verarifondazione dell’Arciconfraternita,oggi unanimemente definita anchedall’interno, sclerotizzata edautoreferenziale».

Quando venne richiesto ilCommissariamento la situazioneeconomica era difficile, si temevasi ripetesse quanto è recentementeavvenuto a Pisa ed a Viareggiocon i dipendenti licenziati; come èoggi la situazione?«All’inizio del miomandato lasituazionecontinuava ad esseredifficile. Malgrado glisforzi delCommissarioPadoin, anche il2013 si era chiusocon oltre 100.000euro di disavanzo. Leentrate del Cimitero,infatti, in continuaerosione, nonriescono più acoprire le perdite delPronto Soccorso che,a causa dei ridottirimborsi dellaRegione,

raggiungono quasi 350.000 Eurol’anno, cui si aggiungono altri50.000 Euro della formazione,dopo l’estromissionedell’Arciconfraternita dall’Agenzia.A ciò si aggiunga che le donazioni,dopo la perdita della qualifica diONLUS, sono sparite, mentre lequote societarie, in larga parteneanche versate, risultano pocosignificative. Ciò ha comportatonegli scorsi mesi una carenza diliquidità che ha costretto a rinviareil pagamento di alcuni fornitori edi alcune rate di mutuo, pur diassicurare il regolare pagamentodegli stipendi ai dipendenti.Per evitare un’ulteriore gestione inperdita ed il pericolo di un

fallimento con nefasteconseguenze per laConfraternita, i suoi dipendentie la stessa Città, privata di serviziassistenziali e sociali di cui hagoduto per centinaia di anni, èstata percorsa l’unica stradapossibile: ridurre in manieramirata le spese ed incrementarele entrate.Sebbene gran parte delleiniziative siano state appenaavviate, o siano ancora in fase ditrattativa, il raffronto dei dati deiprimi nove mesi dell’anno 2013con quelli del 2014 evidenzia

una confortante inversione ditendenza dei conti economici».

L’organizzazione interna è statasempre definita, a voler esserebuoni, deficitaria: si sono ottenutidei miglioramenti?«Il discorso è complesso stante levarie risorse presenti inMisericordia. Per quanto riguarda idipendenti, dopo una lunga, macostruttiva discussione allapresenza del Sindacato, si è riuscitia addivenire al correttoinquadramento del personale, sinqui "regolato" da un anacronisticocontratto degli Enti Locali che,neppure rivisitato negli ultimitredici anni, provocava gravidistonie giuridiche ed economiche.Dopo otto mesi di strenua attivitàdi convincimento, voltasoprattutto a far comprendere cheil Commissario non aveva alcunavoglia di tagliare teste e stipendi,ma solo di dare regole e logica adun assetto che non premiavacapacità, professionalità e voglia dilavorare, è stato sottoscritto l’undicidicembre scorso con le OO.SS.l’accordo per l’applicazione alpersonale dal 1 febbraio 2015 delcontratto delle Misericordie».

Si è avviata qualche iniziativadurante il suo mandato?«In primo luogo sono staterevisionate tutte le spese perottenere a parità di servizi, ulterioririsparmi, così come è stato rivisto ilcontratto di brokeraggioassicurativo fermo da oltrevent’anni. Sono in corso contatticon la Diocesi di Livorno e laFondazione Livorno per lavalorizzazione del patrimonioartistico della Misericordia.Altri contatti continuano con laDiocesi, la Chiesa Ortodossa e leAssociazioni Combattentistiche ed’Arma per dare nuova linfa alvolontariato ed all’Associazione didonatori del sangue Fratres con igiovani delle Parrocchie e con i"giovani" degli appartenenti attualie passati alle Forze Armate e diPolizia.E’ stata stipulata una convenzionecon la società Inopera per laprestazione di servizi socio sanitariagli immigrati. Due dipendenti,con l’aiuto di alcuni volontari, vioperano in aggiunta alle funzionigià svolte.Una proficua convenzione è statapoi stipulata con gli Ambulatoridella Misericordia di Firenze perl’apertura di nuovi ambulatori intaluni locali inutilizzati dellostabile di Via Verdi. Il cheassicurerà non solo un introitocrescente per l’affitto, ma anche dipoter godere da parte di tutti gliappartenenti alla Misericordia dasubito non solo di servizi a costoridotto nella costruenda struttura,ma anche in tutte le altre dellaSocietà già esistenti.Sono, infine, in corso molticontatti con realtà pubbliche eprivate per prestazioni di ulterioriservizi socio-sanitari già richiestinel 2014 e non potutisi realizzareper le difficoltà gestionalidell’Arciconfraternita».

In conclusione come descriverebbein sintesi il bilancio di questomandato? Cosa si può fare perchéla vita dell’Associazione possa tor-nare alla sua normalità?«Ci sono luci ed ombre. Sottol’aspetto economico, l’equilibrioraggiunto può ritenersisoddisfacente, quantomeno perchéconsente all’Arciconfraternita disopravvivere, pagare i debiti e farequalche piccolo lavoro dimanutenzione. Anche il prossimopassaggio del personale ad un piùconfacente contratto, unitamenteal ritrovato dialogo con le

organizzazionisindacali, così come leconvenzionisottoscritte, sono fattiindubbiamentepositivi.Tutto ciò, se per ilmomento dàragionevoli certezzesulla sopravvivenzadella Misericordia,non ha consentito laripresa di una vitaassociativa lineare,secondo i principietici, morali e socialiche ispirarono ifondatori.Per il resto, c’è moltoda fare:

- riappropriarsi in primo luogodella stima e dell’affetto deiLivornesi, del loro interesse e dellaloro vicinanza.Non è possibile chel’Arciconfraternita, con i servizi chedà, non riceva quelle attenzioniche pure dovrebbe meritare,mentre per un anno non c’è statoalcuno, singolo o Istituzione cheabbia dato qualcosa, anzichésolamente chiedere. Alle milleistanze inviate hanno fatto seguitoimbarazzanti silenzi o ancora piùimbarazzate risposte di diniego.- una modifica statutaria vera,che elimini le attuali incongruenzee irregolarità -se non illegittimità-che introduca regole consoneall’attuale struttura sociale: una"Carta" che non abbia come finequello di creare condizioni difavore per l’una o l’altracomponente dell’Arciconfraternita,ma ponga le basi per dare vita aduna struttura omogenea eunitariamente propositiva.- istituire una figura dirigenzialeamministrativa nominata dalPreposto che assicuri durante laMagistratura uno stabile effettivo"ponte" tra l’Organo politico, idipendenti ed i volontari.- modificare la figura delCommissario, che così come èprevista dall’attuale Statuto, nonserve a niente e tanto valeeliminarla. Infatti, o si prevede chel’Organismo straordinario abbiaquantomeno i poteri del Prepostoe del Magistrato, con un orizzontetemporale di almeno due anni,tempo minimo per conoscere edintervenire efficacemente sullecause di disfunzione che hannoportato allo scioglimento degliorgani ordinari, oppure èpreferibile eliminare la figura.Basterà, ove si verifichino le ipotesidi scioglimento, prorogare il soloPreposto per il tempo strettamentenecessario ad avviare e aconcludere l’iter elettorale.In tal modo si raggiungeranno dueobiettivi: da una parte evitare a chiè chiamato ad operare la frustantesensazione di impotenzascaturente, ad ogni tentativo dirinnovamento, dall’obiezione dieccesso di potere da parte di chivuole o ha interesse a mantenere lostatus-quo; dall’altra laConfraternita risolverà i suoiproblemi all’interno, assumendosiin proprio la responsabilità dieventuali errori e fallimenti senzacaricarli su soggetti esterni.La Misericordia di Livorno, deveriacquistare la qualifica di ONLUSe rientrare nell’Agenzia diFormazione.Però mi lasci dire, e qui concludo:non è sufficiente risanare laMisericordia solo dal punto di vistaeconomico ed organizzativo: devecambiare radicalmente il comunesentire, l’attuale sistema di vita e dipensiero di un ambiente che vivecome una monade, chiuso in séstesso e nei propri piccoli interessiparticolari, che rifiuta di aprirsi allacittà, alle altre Misericordie,Associazioni, Confessioni religiosee persino alla Diocesi, che devetornare ad essere il faro che netraccia la via.Segnali in tal senso sono stati coltinegli ultimi mesi, ma sono ancoraisolati e sommersi dai vetiincrociati, dalle incomprensionidalle lotte di potere, dalla difesa diinteressi particolari, facendo dellaMisericordia di Livorno lafotografia in piccolo del nostroPaese ove, pur in ginocchio, sicontinua a discutere del nullasenza avviare ciò che appare a tuttinecessario per rinascere.Se, invece, questi segnali sitramuteranno in una generalevolontà di risanamento, e nellagenerale consapevolezza che tuttigli appartenenti alla Misericordiadevono operare e tendere versoquegli obiettivi comuni che sidiedero i Padri Fondatori, alloral’Arciconfraternita potrà tornare avolare sicura. Ma questa volontà dirisanamento deve essere comune:non vi è commissario al mondoche può farcela da solo!»

S

«Sebbene gran parte delleiniziative siano state appenaavviate, o siano ancora in fasedi trattativa, il raffronto dei dati dei priminove mesi dell’anno 2013 conquelli del 2014 evidenzia unaconfortante inversione ditendenza dei conti economici»

Tutti gli appartenenti alla Misericordia devono operare e tendere verso quegliobiettivi comuni che si diedero i padri fondatori, allora l’Arciconfraternitapotrà tornare a volare sicura

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI11 gennaio 2015IV

VENERDÌ 9 GENNAIONella mattina udienze laici in vescovado11.00 incontro con il direttore dell’uffi-cio CEI per l’edilizia e culto21.15 in vescovado, incontro con le ag-gregazioni laicali

SABATO 10 GENNAIO17.30 incontro con giovani coppie a Pi-sa

DOMENICA 11 GENNAIO11.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, S. Messa alla chiesa di S.Croce a Rosignano Solvay12.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, saluto al gruppo scout del-la parrocchia di S. Croce a RosignanoSolvay16.00 alla chiesa dei Sette Santi, incon-tro con la comunità dei Figli di Dio17.30 Benedizione della nuova ambu-lanza della Misericordia di Livorno invia Verdi

LUNEDÌ 12 GENNAIO10.00 in vescovado, incontro con l’équi-pe formativa del seminario11.00 consiglio episcopale16.30 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con il gruppomissionario della parrocchia di SantaCroce a Rosignano Solvay17.30 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, S. Messa alla parrocchia diSanta Croce a Rosignano Solvay18.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro per la caritas allaparrocchia di Santa Croce a RosignanoSolvay

MARTEDÌ 13 GENNAIONella mattina, udienze clero in vescova-do18.00 incontro promosso dal Progettoculturale dal titolo: "L’uomo e il sensoreligioso: prima della storia e nella sto-ria" al Centro Culturale Monsignor Al-berto Ablondi

MERCOLEDÌ 14 GENNAIONella mattina udienze laici in vescovado21.15 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con il consigliopastorale e consiglio affari economicidella parrocchia di Santa Croce a Rosi-gnano Solvay

GIOVEDÌ 15 GENNAIO9.30 aggiornamento del clero17.30 alla sinagoga, preghiera in occa-sione della Giornata per l’AmiciziaEbraico Cristiana21.15 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con il gruppoPangono Pangono alla parrocchia diSanta Croce a Rosignano Solvay

VENERDÌ 16 GENNAIO10.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, visita alle persone malatedella parrocchia di Santa Croce a Rosi-gnano Solvay14.30 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, visita allo stabilimentoSolvay18.30 il Vescovo e i seminaristi incontra-no i cresimandi

SABATO 17 GENNAIOA Venezia, presentazione dei nuoviorientamenti CEI per la catechesi

DOMENICA 18 GENNAIO10.30 S. Messa e cresime alla chiesa diSan Pio X12.00 S. Messa in occasione della 48maGiornata del Migrante e del rifugiato al-la chiesa Beata Madre Teresa di Calcutta

BREVI DALLA DIOCESIIncontri di Spiritualità SABATO 10 GENNAIO ALLE 9

Presso le Suore Mantellate in via dell’Ambrogiana 20, don Pioergior-gio Paolini, propone un cammino di riflessione e preghiera in silen-zio. Il ritiro inizia alle 9.00 e termina alle 12.30; portare la Bibbia e ilmateriale per prendere appunti.Per info: Carla Lepori 0586/802415 (ore pasti) Marilena Sironi345/7875858; Maria Zalum 338/1750480

Amicizia Ebraico Cristiana DOMENICA 11 GENNAIO ALLE 16Presso il Centro Culturale Monsignor Alberto Ablondi, l’Associazio-ne dell’Amicizia Ebraico Cristiana propone un incontro dal titolo"Giovanni XXIII e gli ebrei" Relatore Dr. Marco Roncalli ( nipote diPapa Giovanni), storico e saggista, Presidente della Fondazione Gio-vanni XXIII

Percorsi di Luce LUNEDÌ 12 GENNAIO ALLE 21Alla parrocchia dei Salesiani, quarto incontro dei "Percorsi di luce"dedicato alle persone, separate, divorziate o risposate che desideranofare un’esperienza di ascolto, di silenzio e condivisione per riscoprirel’amore di Dio.

Incontro Diaconi SABATO 24 GENNAIO ALLE 16Alla parrocchia del Sacro Cuore (Salesiani) incontro dal titolo"Diaconi: Servi della Parola, Ministri nella Misericordia", relatorediacono Enrico Sassano, a seguire riflessione, condivisione e recitadei Vespri comunitari

Schmemann A. - Chiesa, mondo e missione- Ed. Lipa pp.317, euro20,00In duemila anni di storia del cristianesimo, abbiamo ereditatomolte cose, di alcune di esse possiamo rallegrarci e ringraziareDio, per altre provare pentimento. La consapevolezza di questastoria ci è utile per affrontare le sfide dei nostri giorni. Spessoperò la lettura è viziata dalle categorie che questa stessa storia haprodotto e pertanto dobbiamo essere capaci di trascendere talicategorie per vedere nella storia la mano di Dio che ci guida e cirivela qualcosa di sé che diventa per noi una chiamata alla salvez-za. In questo percorso ci è di valido aiuto Schmemann, un teolo-go ortodosso russo che per decenni è vissuto per decenni primain Francia e poi negli Stati Uniti. Pur partecipando dall’internoalle vicende della cultura occidentale, allo stesso tempo però leha guardate come se vi passasse accanto, come se fosse qualcosache non era completamente sua. Questo suo modo di fare, glipermette di leggere anche certe dinamiche, proprie al cristianesi-mo occidentale come un prodotto della chiusura del cristianesi-mo in tale cultura

Baldoni R. a cura di - L’ora blu delle fate Nel ghetto di Theresien-stadt - Ed. Paoline, pp. 160, euro 15,00.Il libro raccoglie 20 fiabe ebraiche, pubblicate nel 1929 in Ceco-slovacchia da Ilse Herlinger, giovane promessa della letteraturadell’infanzia. Quando, l’8 febbraio 1942 viene deportata nelcampo di concentramento di Theresienstadt (entrato nella me-moria collettiva come campo dei bambini), Ilse, nella certezza dipoter essere di aiuto nel ghetto, si presenta subito come infermie-ra e assume la direzione del reparto riservato ai bambini malati,assistendoli come fossero suoi figli. Pensava sempre a come po-ter offrire ai suoi assistiti un motivo di gioia, come nell’ora bludelle fiabe, un momento tanto atteso dai bambini, prima diprendere sonno, quando Ilse cercava di ricreare in un ambientedi quotidiano orrore, il calore e l’ordine di una casa per sempreperduta. In un universo, in cui i piccoli ebrei di Theresienstadtsono costretti a una convivenza forzata con la morte, la voce di"zia Ilse" - come la chiamavano - ferma il tempo e li accompagnain luoghi d’incanto, penetra i loro incubi, dà un volto alle loroangosce e crea un ancoraggio con l’ordine della libertà perduta,fa risuonare e riemergere il loro mondo interiore, restituendo lasperanza e un significato alla vita. La pubblicazione è frutto dellacreatività degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore "Leo-nardo Da Vinci" di Civitanova Marche, che, coadiuvati dalla pro-fessoressa Rita Baldoni, hanno contribuito con passione, interes-se e sensibilità a realizzare le immagini, le ricerche storiche, reli-giose e didattiche ospitate nel testo

Agenda del VESCOVO

DiocesiinformaLibri da LEGGERE

di Mo.C.

Il mese di Gennaio è il mese dedicato al dialogo: neiprossimi giorni ricorre infatti la XIX Giornata perl’’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tracattolici ed ebrei, e la Settimana di preghiera perl’Unità dei CristianiECCO IL PROGRAMMA:

Giornata dell’Amicizia EbraicoCristiana17.30 preghiera davanti allaSinagoga e accensione dellaMenorah., a seguire alle 18.15,presso il Centro Culturalemonsignor Alberto Ablondi (Viadelle Galere) dialogo e riflessionea due voci, quella ebraica e quellacristina sul nono comandamento"Non pronuncerai falsatestimonianza contro il tuoprossimo"

Settimana di preghiera per l’unità dei CristianiDOMENICA 18 GENNAIO ALLE 11.00Apertura della Settimana di preghiera per l’unità

dei cristiani.Alla chiesa Evangelica Valdese (Via

Giuseppe Verdi 15), Culto e AgapecomunitariaMARTEDÌ 20 GENNAIO ALLE 18.30Preghiera Ecumenica alla chiesaEvangelica Battista (Via delVecchio Lazzeretto- Villa Corridi)GIOVEDÌ 22 GENNAIO ALLE 17.00

Vespri ortodossi alla chiesaortodossa romena (Via Verdi 57)

SABATO 24 GENNAIO ALLE 19.00Conclusione della Settimana di preghiera per

l’Unità dei CristianiPreghiera Ecumenica alla Comunità di Sant’Egidio(Chiesa di San Giovanni- Via della Carraia 2)

DALLE DIOCESI TOSCANA OGGI11 gennaio 2015 V

UN GRANDEAMICODI DON NARDIE DELL’OAMI

DI ANNA MARIA MAGGI*

on Erasmo Magnaneschi è statol’amico più grande e fedele che

don Nardi (il nostro fondatore) abbiaavuto fra i suoi confratelli, dagli annidel seminario, per tutta la vita, eoltre, ininterrottamente (lo chiamava«Nardino grande, amico d’oro»!):sempre schierato dalla sua parte,senza esitare a sostenerlo, a prenderele sue difese anche a mezzo stampa,quando lo ha ritenuto necessario. Dicarattere forte e determinato, maschivo, quasi timido nel suo modo difare, sempre nell’ombra, per noi dellasede centrale, specie dopo lascomparsa di don Nardi, è stato unriferimento costante, un amicosereno che trasmetteva, quasiimponeva, la serenità e il sorriso.Abbiamo una grande gratitudine daesprimere al Signore per avercilasciato accanto, nel momento piùdifficile della storia dell’Oami, questosacerdote speciale, di fede forte, che –sommessamente e umilmente,sempre profondamente reverente nelricordo di don Nardi – è statocostantemente partecipe alle gioiecome ai dolori, che continuamente sisusseguono in una Famiglia grandecome la nostra, trasmettendoci ilcoraggio per continuare il cammino.In Sede Centrale a Firenze, ognimartedì, fino alla settimana scorsa,arrivava con l’irruenza del suo«ottimismo ad ogni costo anchecontro le più schiaccianti smentitedei fatti», a raccogliere notizie dapubblicare sul nostro giornalino, lasua rivista «Vita nostra», di cui eradirettore responsabile e redattore,perennemente proteso allacomposizione del numero successivo:senza interruzioni, dal 1967! La suaera la presenza sacerdotale costante,in sede centrale, di cui sentiamo ilbisogno, che non avremo più, che cimancherà tanto, da ora in poi!Don Erasmo era un entusiasta dellavita, era interessato a tutto, informatodi tutto, sapeva stupirsi di tutto eprendeva per vera ogni notizia scrittao verbale «col candore, con lasemplicità, quasi con la credulità diun bambino» (come talvoltacercavamo di fargli notare perrisparmiargli qualche delusione); eraalla ricerca di qualsiasi novità, allequali nel suo inesauribile entusiasmodava sempre il tono del sensazionale.Viveva povero... e ha volutocondividere con l’«Oami di donNardi» i suoi risparmi. Negli anni 60,la novità della casa-famigliadell’amico don Nardi, l’avevaammirato e conquistato per sempre.Nell’Oami, con la sua scomparsa sene va un altro tassello importantedella compagine direttiva della Sedecentrale, certo il più significativodopo il nostro fondatore don Nardi.Oggi siamo ancora più soli: mavogliamo fare tesorodell’insegnamento del suo ottimismofondato su una incollabile fiducianella Provvidenza, per sperare che ilSignore ci aiuterà a continuare ilnostro cammino, e, in particolare, ilsuo lavoro, pubblicandopuntualmente la sua «Vita Nostra», asostegno dell’Oami e in suamemoria.Don Erasmo ci ha lasciato: se ne èandato da noi per immergersi,finalmente, nella beatitudine infinitadella visone di Dio: un incontro cheda sempre aveva atteso con fede viva,si potrebbe dire quasi con la curiositàche lo caratterizzava, tipica delgiornalista (come scherzosamente glidicevamo noi). Ne parlava e nescriveva spesso, via via sempre di più,invitandoci a non temere il passaggiodifficile della morte terrena.Ci mancherà tanto e lo ricorderemocon tanto affetto e rimpianto!L’ultimo articolo inviato la vigiliadell’Immacolata riguarda il paradiso.Doveva essere un articolo sul Natale;ma forse il suo pensiero, la suapersona, la sua intuizione, eranoormai protesi verso il suo personaleNatale alla vita eterna: ho avuto unbrivido di presentimento nel leggerloil giorno dell’Immacolata.

* presidente Oami

D

Don Erasmo,sacerdotee giornalista:l’addiodella Consumaal suo parroco

DI SIMONE PITOSSI

on avrebbegraditotrionfalismi.Era troppo

semplice e diretto. Manon possiamo nonricordare con tantoaffetto don ErasmoMagnaneschi – per ilettori «Montanaro» –che ogni settimana,per oltrecinquant’anni, hascritto sul settimanalediocesano. È mortomercoldì 10 dicembre,dopo un brevepassaggio all’ospedale.Aveva quasi 95 anni,era infatti nato il 20gennaio 1920 aPratovecchio. La granparte della sua vita èstata alla Consuma: fuordinato sacerdote il 2luglio 1943 (avevafesteggiato 70 anni disacerdozio l’anno scorso!), fucappellano in alcuneparrocchie (tra le qualiPiandiscò). E nel 1947 funominato parroco di S.Domenico alla Consuma e lì èrimasto per sempre: ben 67anni!All’amore, profondo, per la suaparrocchia e i suoiparrocchiani, don Erasmoaggiungeva altre due grandipassioni: l’Oami, l’operafondata da don Enrico Nardi eil settimanale diocesano.Queste tre cose lo hannoaccompagnato per il corso dellasua vita. E don Erasmo hadonato tutto sé stesso, con

N

serietà e anche leggerezza comeera nel suo carattere, senza mairisparmiarsi.Nella professione delgiornalista – era iscrittoall’Ordine professionale dal1981 – aveva attraversato conentusiasmo i tempi dellamacchina da scrivere e del«fuori sacco», passando al fax,

per arrivare al computer e allaposta elettronica. Aveva 95anni, ma viveva ogni cosa conlo spirito e l’entusiasmo di ungiovane. E con il piacere diaggiornarsi e di imparare anchele nuove tecnologie. Sempre,ogni settimana, non ha fattomancare mai la sua rubrica peril settimanale diocesano. E ogni

martedì mi chiamavain redazione – «CiaoSimoncino!», era ilsuo saluto – perillustrarmi il pezzo eper presentarmi le ideeche stava giàelaborando per lasettimana successiva.Venerdì 12 dicembre,nel primo pomeriggio,i funerali nella suachiesetta di Consumacolma di persone e diconfratelli sacerdoti(nella foto a fianco). Apresiedere lacelebrazione il vescovoMario e, a fianco a lui,il vescovo GastoneSimoni con il vicariogenerale mons.Giovanni Sassolini.«Nessuno di noi – hadetto il vescovo Mario– vive per se stesso,nessuno muore per sestesso. Sia che

viviamo, sia che muoriamosiamo per il Signore. Quandoio non ero ancora nato donErasmo era già qui allaConsuma. Se non fosse per ilSignore ma chi glielo avrebbefatto di stare quassù? È l’amoreper il Signore che poi porta aspendere la vita nella fede perLui e nell’amore per gli altri. Lavita spesa per il Signore diventadono per la comunità. L’invitoper tutti è a donarsi, aspendersi». «Don Erasmo – haconcluso il Vescovo – eramontanaro e asciutto ma conun cuore grande. La fede lo hasostenuto, la speranza lo haguidato, l’amore verso gli altrilo ha sempre caratterizzato».

«Era povero...ma ci ha lasciato un tesoro!»onobbi don Erasmo alla Consuma. Lamia famiglia per diversi anni raggiunse

questa località d’estate. Furono giorni diserenità. Dall’albergo Miramontiraggiungevo la chiesa parrocchiale. Lascena era sempre la stessa. Prima unachiamata stile Tarzan: «Erasmooo!». Poi,alla fine, si sentiva dalla finestra del primopiano la risposta: «Amico d’oro, arrivo!»...Per la salvezza delle anime don Erasmofece di tutto. Sempre sorridendo. Fino atarda età continuò a guidare la macchinaper raggiungere Gualdo. Vi celebravamessa e chiacchierava anche con questisuoi parrocchiani... La sua vivacità mentalel’aveva dimostrata scrivendo anche perriviste laiche. In quegli anni tale prassi nonera approvata. Ma don Erasmo rimanevaconvinto che occorreva percorrere piùcanali di comunicazione. La Chiesa,insomma, non doveva essere una realtàchiusa tra mura. Don Erasmo (futuromonsignore) incontrò don Enrico Nardi(altro futuro monsignore) in seminario.All’inizio i loro contatti furono pochiperché vigeva in quel periodo la regola chegli studenti di corsi diversi non dovevanointeragire tra loro. In seguito, venneromeno gli ostacoli, e si rafforzò un’amiciziache, su questa terra, arrivò fino alla mortedi don Nardi (don Erasmo lo confessava).Perché don Erasmo seguì don Nardi contanta convinzione? Perché del fondatoredell’Opera Assistenza Malati Impediti(OAMI) gli piaceva la tenacia, il disegno

controcorrente e - soprattutto - laspiritualità senza fronzoli. Gli piaceva latenacia. Erano un po’ testardi tutti e due.Ma di quella testardaggine che nonesaltava l’io guerriero ma l’esigenza diservire i fratelli più deboli. E di costruire«risposte» concrete. Gli piaceva il disegnocontrocorrente. Don Erasmo, come donNardi, non seguiva le mode. E anche sullenuove tendenze post-conciliari rimanevacauto. Ubbidiente sempre. Ma prudente.Di don Nardi gli piaceva soprattutto quelvoler abbandonare i paternalismi, gliatteggiamenti meramente consolatori, ibuonismi, per «costruire». Costruirealternative all’abbandono. Costruireluoghi di accoglienza. Costruire porteaperte. Insomma, il prete doveva staresulla strada. Gli piaceva la spiritualitàsenza fronzoli. Anche nelle omelie i suoiinterventi erano contenuti in limiti precisi.Nei riferimenti alla dottrina cattolica lesottolineature erano essenziali. Neiproblemi pastorali don Erasmo non giravaintorno ma faceva subito comprendereall’interlocutore che aveva chiaro in menteil problema. Poi, con rispetto,accompagnava il fedele versol’insegnamento della Chiesa. Sarebbesbagliato pensare a un don Erasmo chiusonella sua piccola parrocchia. È vero, eglinon è stato leader di movimenti cattolici.Non ha «firmato» alcun importantedisegno pastorale. Non è stato un docenteuniversitario. Malgrado ciò, conservò fino

alla morte una sensibilità verso ogni realtàche lo circondava. Lo attestano centinaiadi articoli scritti per la rivista dell’OAMI«Vita Nostra» (di cui fucontemporaneamente direttore eredattore), la cura di pubblicazionipreparate per la stessa località di Consuma(amava ricordare le cavalcate di EugenioPacelli, futuro Pio XII), le centinaia diarticoli redatti per «La Parola», ilsettimanale della diocesi di Fiesole,l’incredibile rete di contatti che arrivò aMilano, a Roma, oltre che - ovviamente - aFirenze. Riuscì a sostenere decine e decinedi iniziative a sfondo caritatevole. Solo inalcune occasioni si ritraeva, si tirava indisparte, perché vedere i segni delladisabilità (specie nei piccoli) locommuoveva. Affrontò poi l’ultima salita.La sordità lo condizionò ma non lo vinse.Alcuni ricoveri ospedalieri loaddolorarono ma non lo fermarono... Ipreti nascono poveri e muoiono poveri.Anche don Erasmo non avevaapparentemente nulla in mano almomento del suo improvviso transitoverso il Cielo. Eppure, a ben vedere, c’è untesoro che ha lasciato per noi. Gli occhidella fede. I polmoni della speranza. Ipassi della carità. Forse su determinatevirtù non ha mai tenuto delle grandiomelie. Eppure, bastava stare con luiqualche minuto (anche al telefono) perimparare a «sentire cum Ecclesia»...

Pier Luigi Guiducci

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Da sempre fedele collaboratore dell’edizionefiesolana del settimanale, se n’è andatoil 10 dicembre a quasi 95 anni d’età,dopo ben 67 trascorsi come guida spiritualedella piccola comunità del valico montanotra Alto Casentino e Valdarno Superiore

DALLE DIOCESITOSCANA OGGI11 gennaio 2015VI

Un Museo del Duomopiù grande e più bello

DI RICCARDO BIGI

na corsa contro iltempo, per arrivareprontiall’appuntamento più

importante. Dopo circa due annidi lavori strutturali, il nuovoMuseo dell’Opera del Duomo diFirenze inaugurerà al pubblico il29 ottobre 2015, in occasionedel V Convegno EcclesialeNazionale della Chiesa Italiana,che si svolgerà proprio a Firenzedal 9 al 13 novembre 2015.Il museo ospita la piùimportante raccolta al mondo discultura medievale erinascimentale fiorentina concapolavori di Donatello,Michelangelo, Lorenzo Ghiberti,

Luca della Robbia,Arnolfo di Cambio, Tinoda Camaino, Nanni diBartolo, il Ghirlandaio ealtri ancora. Opereeseguite nei secoli per imonumenti del Duomodi Firenze e che, permotivi di conservazioneo nel corso di modifichee ammodernamenti,sono state rimosse dallacollocazione originale.Il nuovo museo, che sicaratterizzerà per laspettacolarità degliallestimenti e lagrandiosità degli spaziespositivi, sarà realizzatodall’Opera di Santa Mariadel Fiore - l’istituzione

fiorentina fondata nel 1296 chesi occupa di conservare evalorizzare i monumenti delDuomo di Firenze – con uninvestimento totale di 45milioni di euro (senza nessuncontributo pubblico), di cui 23milioni e 465 mila sono

Unell’ultimo biennio 2014-15.Il nuovo museo sarà costituitodall’unione del vecchio museo,inaugurato nel 1981, e l’attiguo Teatro degli Intrepidi, acquistatodall’Opera nel 1997, e avrà 25sale disposte su tre piani, per untotale di 5,500 metri quadri dispazio espositivo. Le duestrutture saranno collegate in unpercorso unitario che «pur nelrispetto delle loro caratteristichearchitettoniche storicizzate,andranno a costituire un unicospazio», spiegano gli architettiche stanno curando i lavori e gliallestimenti: Adolfo Natalini e lostudio Guicciardini & Magni.Sarà così possibile unallestimento razionale delleopere, che saranno divise traquelle realizzate per l’esterno deimonumenti e gli arredi interni.Capolavori come la Pietà diMichelangelo o la Maddalena diDonatello saranno finalmenteesposti in spazi adeguati checonsentiranno una letturacorretta e suggestiva delle opere.«L’ampliamento dello spazioespositivo è un fatto di grandeimportanza» afferma monsignorTimothy Verdon, che oltre adessere direttore del Museodell’Opera del Duomo è ancheresponsabile dell’Ufficio di artesacra dell’Arcidiocesi di Firenze.Nel nuovo museo, spiega, saràpossibile l’esposizione dell’interacollezione: l’ingrandimentoinoltre «consentirà di accogliereopere monumentali come la

Porta del Paradiso del Ghiberti ele altre due porte del Battistero,insieme ai gruppi scultorei che lesovrastano».Fulcro del nuovo Museodell’Opera del Duomo di Firenzesarà la grandiosa sala dell’Anticafacciata - un ambiente di 36metri di lunghezza, 20 di altezzae 15 di profondità - dove su unlato sarà ricostruita a grandezzareale un modellodell’incompiuta facciatatrecentesca del Duomo diFirenze di Arnolfo di Cambio,resa possibile grazie ad undisegno realizzato al momentodello smantellamento nel 1586-87. Su questo gigantescomodello (in resina marmorea)saranno ricollocate, alle altezzeoriginali, quaranta statue estatuine provenienti dall’anticafacciata del duomo, tra cui ifamosi Evangelisti di Donatello,Nanni di Banco, NiccolòLamberti e Bernardo Ciuffagni.Di fronte, sull’altro lato dellasala, saranno esposte le tre portebronzee del Battistero con, alcentro, quella di LorenzoGhiberti che Michelangelochiamò «Porta del Paradiso», e -sopra di esse - i monumentaligruppi statuari realizzati nel XVIsecolo a firma di GiovanFrancesco Rustici, AndreaSansovino e Vincenzo Danti.Alla Pietà di Michelangelo saràdedicata una sala, dove la lucefiltrata scenderà dall’alto. L’operasarà collocata su un basamento

centrale in pietra serena, aevocazione di una mensad’altare, che consentirà la visionedel gruppo scultoreo in linea conla sua natura religiosa, pensatada Michelangelo come propriomonumento funerario. Ilbasamento centrale del grupposarà poggiato su un elevatore ascomparsa, in grado dimovimentare l’opera verso l’altoin caso d’inondazione.Tra gli altri spazi del nuovomuseo si segnala: al primo pianouna galleria lunga 36 metri in cuisaranno raccolte le sculture untempo all’esterno del Campaniledi Giotto: cinquantaquattroaltorilievi e sedici statue digrandezza naturale tra cui ilGeremia e l’Abacuc («loZuccone») di Donatello. Accantoa questa una seconda galleriaraccoglierà i modelli ligneiquattrocenteschi della cupola edella lanterna del Brunelleschi, estrumenti d’epoca ed elementidei ponteggi usati dall’architetto.In questo spazio detto Sala dellaCupola saranno allestiti anchegrandi modelli didattici, unospazio in cui sarà proiettato unbreve film, e una stazioneinterattiva. Al secondo piano,un’altra galleria raccoglierà poi iprogetti voluti dai granduchimedicei per una nuova facciatadel duomo: la collezione digrandi modelli architettonici delXVI e XVII secolo più importanted’Italia. Saranno esposti anchegli addobbi effimeri realizzatiper il matrimonio del GranducaFerdinando I con Cristina diLorena nella cattedrale nel 1589.Da questo livello sarà possibilesalire alla terrazza panoramicada cui si godrà una ineditavisione ravvicinata della Cupola:dai modelli all’originale.

Versoil convegnoecclesialenazionaledi Firenze

DI M.MICHELA NICOLAIS

on la presentazione della «Traccia» e dellogo è entrato nel vivo il cammino di

preparazione del quinto Convegno ecclesialenazionale, in programma a Firenze dal 9 al 13novembre 2015 sul tema «In Gesù Cristo ilnuovo umanesimo» (www.firenze2015.it).Abbiamo «fatto il punto» su ciò che ci aspettacon monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovodi Torino e presidente del Comitatopreparatorio.Dalla «Chiesa missionaria» di Verona alla«Chiesa in uscita» di Firenze: come ècambiato il volto della Chiesa italiana inquesto decennio?«La Chiesa in Italia ha camminato sulla sciadella missione già espressamente indicata neicinque ambiti esistenziali dal Convegno diVerona, con spirito aperto e intraprendente,creativo e carico di fiducia e speranza. Questoè quanto emerge dalle numerose esperienzepervenute al Comitato dalle Chiese locali edalle realtà associative e di movimento chehanno aderito alla richiesta di documentarecome l’umanesimo in Gesù Cristo sia vissutoquale vera e forte novità di evangelizzazioneche raggiunge le periferie esistenziali dellepersone e delle famiglie e di ogni ambito divita quotidiana. Ciò che risulta più evidentein queste esperienze è che l’annuncio di Gesù

Cristo non risulta come appiccicato alle opereeducative o della carità, ma diviene fonteprima di una proposta alternativa allo stile divita comune, aperta a quel "di più" che solo ilFiglio di Dio e dell’Uomo può assicurare».La Traccia parte dai cinque verbi (uscire,annunciare, abitare, educare, trasfigurare)indicati da Papa Francesco nella «EvangeliiGaudium» per declinare il «gustodell’umano»: come risuoneranno, nelcammino di preparazione checaratterizzerà questo anno pastorale?«L’iter di questi mesi verso il Convegnoimpegnerà le comunità cristiane, in dialogocon tutti coloro che nella società anelano a unnuovo umanesimo, per ricercare un punto incomune e affrontare la crisi in corso,impostare un rinnovamento di sistema e stiledi vita superando l’accentramento su se stessi.Occorre favorire la messa in comune dellerisorse culturali, spirituali e sociali, percontribuire al dischiudersi di un’umanitànuova dentro le reali esperienze e gli ambientiche quotidianamente abitiamo: la persona, lafamiglia, i giovani, i poveri ed emarginati, ilcreato, la scuola, il lavoro, la città, l’universodigitale e la rete. È in queste frontiere - comele chiama la Traccia - che è necessarioesercitare quel sapiente discernimento chepermette di affrontare con serenità e impegnol’urgenza missionaria. I cinque verbi sono

cinque vie che indicano una direzione dimarcia su cui camminare insieme».Il male del nostro tempo èl’autoreferenzialità, si legge nella «Traccia»:con quali iniziative, a Firenze e neiconvegni preparatori, si cercherà di«mobilitare» la città e il territorio, e conquale «sguardo» verso i «lontani»?«I tre laboratori che attiveremo - a Milano sultema del lavoro e del sociale, a Napoli suquello della cultura e dei media, a Perugia suquello dell’ecumenismo e dialogointerreligioso - saranno aperti alla vivapartecipazione di tutte le componenticattoliche, religiose e laiche del nostro Paese,per favorire un confronto e dialogocostruttivo sull’umanesimo. È stato chiesto aidelegati di promuovere incontri a livelloregionale sui contenuti della Traccia, aperti atutte le componenti della società anchecivile».Quello di Firenze sarà il primo Convegnoecclesiale nazionale «social»: un modo perfavorire il «protagonismo dal basso»,soprattutto dei giovani?«Abbiamo programmato un sito dedicato cheaccoglierà gli apporti delle esperienze,proposte e suggerimenti sul tema delConvegno, da parte della base ecclesiale ecivile del Paese, in modo da diffondere nelmodo più ampio possibile i suoi contenuti.

Per i giovani in particolare è stata attivata unavia mediatica, gestita direttamente da loro,con lo scopo di far interagire, secondo ilinguaggi e le vie proprie dei media, ilnumero più ampio possibile di giovanicredenti e non, ma comunque interessati adibattere il tema del nuovo umanesimo inGesù Cristo».Abitare le «periferie esistenziali» conrealismo e speranza: è possibile, e come,vincere la sfida di abbattere i muri e fardiventare le frontiere «soglie»?«I muri non sono solo quelli costruiti evisibili, ma anche molti invisibili altrettantoreali che dividono le persone, le famiglie e lecomunità. Spesso le frontiere delle nostreparrocchie, comunità religiose e laicali,risultano chiuse da barriere invalicabili chedanno sicurezza, per cui il proprio piccolomondo di riferimento diventa insostituibile eogni uscita dal recinto è giudicata inutile erischiosa. Per far diventare le frontiere dellesoglie, non basta la buona volontà, maoccorre una conversione del cuore, delpensiero, della stessa vita. Questa è la sfidapositiva e stimolante che ci pone davanti PapaFrancesco: non è una questione di miglioreorganizzazione della Chiesa sul territorio, madi attuazione del principio conciliare delpopolo di Dio in missione, in cui ogni fedeleè chiamato a fare la sua parte».

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■ L’INTERVISTA L'arcivescovo di Torino,Cesare Nosiglia, è il presidente del Comitato preparatorio del Convegno ecclesiale nazionale

«In dialogo con chi cerca sinceramente un nuovo umanesimo»

Una corsa contro il tempo(e 31 milioni di investimenti)per arrivare prontia novembre 2015

el biennio 2014/2015 l’Opera di SantaMaria del Fiore investirà 31 milioni di

euro nel complesso monumentale checompone «Il Grande Museo del Duomo diFirenze». Tutti gli interventi sono finanziatidall’Opera, senza nessun contributopubblico, grazie a risorse che gli derivano perla quasi totalità dagli ingressi ai monumenti eche saranno rinvestiti per conservare evalorizzare questo inestimabile patrimonio.Gli interventi saranno realizzati in tempi piùbrevi di quanto in precedenza previsto (circasei anni) per potersi presentare all’altezzadegli appuntamenti del 2015 in città, inparticolare il V Convegno EcclesialeNazionale della Chiesa Italiana.Si tratta di un impegno di grande significatoper l’Opera di Santa Maria del Fiore e per lacittà di Firenze che vede così valorizzata unadelle sue principali attrattive culturali,turistiche e religiose. La piazza del Duomo è,infatti, visitata ogni anno da 8 milioni dituristi, di cui 4 accedono alla Cattedrale (aingresso gratuito) e un milione e 300 milaagli altri monumenti del complessomonumentale del Grande Museo del Duomodi Firenze: la Cupola del Brunelleschi, laCripta di Santa Reparata, il Battistero di SanGiovanni, il Campanile di Giotto e il Museodell’Opera del Duomo.Gli interventi che saranno portatia termine dall’Opera nel biennio2014/2015, oltre al nuovoMuseo, riguardano unacampagna massiccia di restauri,tra cui le facciate esterne delBattistero e le sue monumentaliPorte con i sovrastanti gruppistatuari. E poi la pulitura e ilrestauro delle facciate esterne delDuomo di cui sarà terminatal’ultima parte nella zonaadbisale.Infine, per facilitare la visita deimonumenti e offrire un serviziosempre migliore, l’Opera di SantaMaria del Fiore prenderà inaffitto il Teatro Niccolini diFirenze per creare la «Duomoexperience».A fronte di 31 milioni di investimenti in dueanni, l’Opera di Santa Maria del Fiore haincassato nel 2014, 11 milioni e 255 milaeuro, in media con gli altri anni, dalla venditadei biglietti: il 91% alle casse, il 3% sul sitoonline e il 6% dalla Firenze Card. 480 milaeuro sono le risorse che nel 2014 sono statedeliberate all’Opera dall’attività di fundrising.

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L’Opera di santa Maria del Fiore sta lavorandoper offrire, nei giorni che vedranno gli occhidella Chiesa italiana puntati su Firenze, i nuovispazi espositivi. Con molte sorprese

A destra, il rendering delnuovo Museo dell’Operadel Duomo: al centro laPietà di Michelangelo,sulla destra la grandesala dove saràricostruita l’anticafacciata trecentesca.Sotto, il presidentedell’Opera di SantaMaria del Fiore FrancoLucchesi, il cardinaleGiuseppe Betori e ildirettore del Museomons.Timothy Verdon,su quella che diventeràla nuova terrazzapanoramica del museo

DALLE DIOCESI TOSCANA OGGI11 gennaio 2015 VII

CARTE RICARICABILI ILA (Individual LearningAccount) per corsi di formazione per MILITARI Con determina dirigenziale n. 100 del 09/12/2014 èstato approvato l'AVVISO PER IL FINANZIAMENTO DI"CARTE RICARICABILI ILA" PER ATTIVITA' DIFORMAZIONE PER MILITARI VOLONTARICONGEDANDI IN FERMA BREVE O IN FERMAPREFISSATA con scadenza 30/01/2015. Tali risorsesaranno finanziate tramite lo strumento della CartaILA - Individual Learning Account. La Carta ILA puòraggiungere un ammontare massimo di euro 2.500,00spendibili per i costi di iscrizione ai percorsi formativie per il materiale didattico. I costi per il materialedidattico non possono superare il 10% del costo totaledell'intervento. Sono escluse le spese di naturadiversa (spese di trasporto, vitto, alloggio, etc). I costidi iscrizione eccedenti il massimale saranno a caricodei destinatari.

Provincia di Livorno - 3 Seminari gratuiti BANCA,FINANZA E RETI D'IMPRESA PER UN SISTEMADIPORTISTICO COMPETITIVO (Livorno, Cecina,Portoferraio)La Provincia di Livorno e Multimedia group srlaccreditamento regionale n LI0535 capofila di ATI conAss. Cora.li, Form@re Srl, Spa Navicelli e SimurgRicerche Snc, in attuazione del POR CRO FSE 2007-2013, e della Determinazione Dirigenziale n. 138 del19/06/2012, informano che nell'ambito del progettoANCORA "Servizi di sviluppo delle aree territorialidella Provincia di Livorno legate al sistemadiportistico - CIG 3674549DBF" - Codice progetto60095 Asse I, saranno attivati i seguenti Seminari:BANCA, FINANZA E RETI D'IMPRESA PER UN SISTEMADIPORTISTICO COMPETITIVON. partecipanti: 15 - Durata (ore): 30 - Giornate disvolgimento: 4 EDIZIONE 115 - 20 - 22 - 29 gennaio 2015 LIVORNOEDIZIONE 2 9 - 16 - 23 - 27 gennaio 2015 CECINAEDIZIONE 314 - 21 - 26 - 28 gennaio 2015 PORTOFERRAIOTERMINE PRESENTAZIONE DOMANDE: entro 7 giornidalla data di avvio prevista, come sopra indicato.REQUISITI MINIMI DI ACCESSO: Maggiorenni -Occupati: imprenditori, manager, dipendenti conposizioni apicali, liberi professionisti che a vario titolointervengono in processi lavorativi interessati dalletematiche affrontate nel seminario. I destinatari devono, inoltre, OBBLIGATORIAMENTEprestare la propria attività nella provincia di Livorno oessere residenti nella provincia di Livorno. I requisitidevono essere posseduti alla data di presentazionedella domanda.INFORMAZIONI: c/o Agenzia formativa MULTIMEDIAGROUP SRL Via Solferino 30 Livorno tel 0586/828245,email [email protected] dal lunedì alvenerdì dalle ore 9.30 alle ore 17.00 - c/o il SERVIZIOLAVORO E FORMAZIONE PROFESSIONALE DILIVORNO, Complesso della Gherardesca, Via G. Galilei40, Livorno nei giorni lunedì, mercoledì e venerdì9,00/12,00 - martedì e giovedì 15,00/17,00.I SEMINARI SONO COMPLETAMENTE GRATUITI.

Via libera dell’UE al FSE della Regione Toscana2014/2020.La Commissione europea il 17 dicembre 2015 ha datoil via libera al Programma 2014-2020 del Fondo socialeeuropeo presentato dalla Regione Toscana cheprevede risorse per 732 milioni in sette anni cheserviranno a finanziare le politiche per l’occupazione,la formazione delle imprese, l’educazione dei cittadinie la coesione sociale. I primi bandi sono previsti per lafine di marzo del 2015.

Por Creo 2014-2020, contributi perl’efficientamento energetico degli immobili e deiprocessi produttivi: fino al 40% di contributi afondo perduto.Il bando apre il 12 gennaio 2015 e rimane aperto fino al14 marzo 2015. Vengono finanziati interventifinalizzati alla riduzione dei consumi energetici delleimprese. L’investimento minimo deve esseresuperiore ad € 20.000,00 ed il contributo massimostaziabile è di € 200.000,00 nel rispetto della regoladel "de minimis" (ogni impresa non può ricevere più di200mila euro di contributi in un triennio).

FURP Fondo Unico Rotativo Prestiti: prestiti a tassozero per le imprese toscane.L’iniziativa gestita da Toscanamuovewww.toscanamuove.it si rivolge alle imprese toscaneche hanno progetti di investimento (immobili,macchinari, impiantistica) da un minimo di 42milaeuro fino ad un massimo di 1 milione di euro alle qualila Regione Toscana riconosce un prestito a tasso zerodella durata di 5 anni (contributi fino a 300mila euro) o8 anni per contributi superiori a 300mila euro) acopertura del 60% dei costi sostenuti. La percentualedi copertura è elevata al 70% per progetti presentati daimprese giovanili (maggioranza dei soci under 40) ofemminili. Non sono ammessi programmi diinvestimento fatti con il ricorso al leasing.Per la presentazione dei progetti sono previstescadenze trimestrali (31/172014 - 31/03/2015 -30/06/2015 etc…), i tempi di risposta sono di circa 3mesi dalla data di scadenza del bando.

■ PIENZA Il 2015 è l’anno centenario della nascita del prete che fu compagno fraterno del poeta

Don Fernaldo Flori e Mario Luzi,un’amicizia nella poesia e nel Vangelo

DI NINO ALFIERO PETRENI

i è appena chiuso il 2014,e Pienza, dopo averpartecipato allecelebrazioni del primo

centenario della nascita diMario Luzi, (1914 - 2014), siappresta a celebrare ilcentenario della nascita di donFernaldo Flori (1915 -2015),legato a Luzi da grandissimaamicizia e stima. «Con lui - scrisse Luzi - divenimmocompagni fraterni fino alla suaultima giornata» (10 febbraio1996). Fu proprio don Flori, tramitechi scrive, che di Luzi era allievoa Scienze politiche a Firenze, adinvitare Mario Luzi a Pienza; edil poeta accettò prontamentel’invito di «quel prete che qualchetempo prima mi aveva inviato unabella lettera, così attenta e acutasulle mie ultime poesie esoprattutto su "Ipazia" che erastata rappresentata a SanMiniato».E tra il sacerdote amiatino, cheaveva dietro di sé molta culturateologica, filosofica, letteraria,scabro e ruvido nell’aspetto, mapronto al sorriso, allatolleranza, inpossesso di fineironia e di unastraordinariaumanità, dalla figuraimponente e ieratica,ed il poetafiorentino, mite equasi aristocratico,nacque unaprofonda, intima,fraterna, amicizia.Quasi coetanei, (donFernaldo era natosoltanto due mesidopo Luzi,esattamente il 3gennaio 1915 adAbbadia SanSalvatore), tra questidue uomini digrande cultura, che siincontrarono in età avanzata,scoccò una sorta di scintilla,che non si spense mai e cheandava oltre il periodo estivo diPienza.«Quelle settimane di luglio eagosto - scrisse Luzi,nell’introduzione al libro didon Flori «Crogiolo Perenne»,edizioni Piemme, 1998 - eranoper me settimane di lavoroconcentrato e di studio, mentrelui, grande conoscitore dellescritture e inesauribile lettore ditesti antichi e moderni e dei lorocommenti, non dimenticava,sentiva profondamente di essereprima di tutto un sacerdote eassolveva con diligenza e umiltà lasua missione nel quotidiano. Maerano quelle anche settimane diconversazione nelle pause, sotto ilecci del parco in compagnia diLeone Piccioni, don Ivo Petri,Carlo Bo, Carlo Betocchi, GenoPampaloni, Mario Specchio,Mario Guidotti, Gianni Carchia,Annamaria Murdocca, e di tantialtri amici, o durante le silenticamminate di giorno e di notte,fuori e dentro il recinto delSeminario».Si intendevano a cenni, sicapivano con lo sguardo inpiena confidenza e dialogo. Ilcolloquio nelle estati pientine,proseguiva come detto, pertutto l’anno, con telefonatequotidiane, e scambio dipreziose lettere ricche diprofondi spunti e riflessioni, etutti e due attendevanol’appuntamento dell’annosuccessivo, sempre nelle quietedel Seminario pronto adaccogliere «i due rabdomantidella verità», come scrisseMario Specchio, raffinatopoeta, scrittore e germanista divalore, autore del volume: «Mario Luzi- Colloquio con MarioSpecchio» edito da Garzanti nel1999. Il poeta a Firenze,preparava per tempo i suoi

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strumenti di lavoro, le carte, ilibri occorrenti e l’immancabilemacchina da scrivere Olivetti,mentre il sacerdote, un meseprima, incominciava adallenarsi, dopo il «letargoinvernale», in progressivecamminate per tenere testa allelunghe leve di Luzi, da sempreun grande camminatore. Nel Seminario Vescovile di cuidon Flori era il Rettore, difronte al mirifico e luminosopaesaggio della Val d’Orcia, allependici del Monte Amiata, lamontagna che Luzi avevaammirato adolescente dallefinestre del Liceo Enea SilvioPiccolomini di Siena, e dellaquale aveva scritto una bella erara prosa dal titolo, appunto«Il monte Amiata», orafelicemente ripubblicatanell’ultimo volume luziano,curato da Stefano Verdino: «Prose», uscito da Aragno nel2014, Luzi ha scritto bellepoesie, che sottoponevaprontamente al giudizio delFlori da lui definito: «il miomigliore lettore e il più generoso».Ecco quindi, dal riposo creativopientino di Luzi, uscire via viaopere importanti, quali: «Ilviaggio terrestre e celeste diSimone Martini», del 1994, maanche tante belle poesie ispiratealla Val d’Orcia e a don Flori,tra le quali: «’Eglise» (dedicataappunto a Fernaldo Flori),«Pasqua orciana», che ricorda lecelebrazioni liturgiche delsabato santo al monastero di S.Anna in Camprena, di cui donFlori era il parroco, e «Dallafinestra di F. Flori», dellaraccolta «Floriana», inserita nelvolume «Dottrina dell’estremoprincipiante» Garzanti, 2004.Dicevamo di una pura amiciziadi un rapporto ispirato esolidificato nella comuneidentità cristiana, nel Vangelo.Scrive Luzi di don Flori: «Era un

uomo disponibilissimo, era unuomo per cui il mondo era aperto,e anche la verità non risiedeva inuna formula o in un canoneesclusivo ma era invece incontinuo accrescimento, incontinua verifica, e su questo siconcordava. Nel Vangelovedevamo un motore, cioè unpunto di mobilitazione dellospirito, non di acquiescenza. Equesto ci ha molto unito. Eramolto facile accordarsi con lui, ioho imparato molto perché luisapeva tanto più di me,specialmente nelle faccende deiPadri della Chiesa. E’ il prete chem’ha dato sempre l’impressionedell’uomo che non celebra, noncommemora, ma attua, mette inatto, è in atto, il cristianesimo veroè in atto».Belle e sentite le parole delgrande poeta per l’amicosacerdote, il quale in unvolumetto celebrativopreparato dagli amici pientini,per gli ottanta anni di Luzi,(1994): «Questa terra…. quellaluce» scrisse, «la tua poesia èeminentemente augurale,purgatoriale, ascendente…. Buonviaggio ancora: terrestre e celeste».L’importantissimo centenarioluziano, ci auguriamocontribuisca a celebraredegnamente anche quello didon Fernaldo Flori, la cui figuradi teologo e poeta, è ancorapienamente da scoprire. Le sueopere, una raccolta di circasessanta tra quaderni e agendeche Flori riempiva conriflessioni e commenti, prose,versi sparsi in frammenti ocustoditi in poemetti di varianatura, (perenne crogiuolo diintuizioni e invenzioni, come lidefinì Luzi), sono infatti datempo oggetto di studi accuratida parte di don GiorgioMazzanti, poeta anche lui eamico comune di Luzi e donFlori. Mazzanti, che insegna

Teologia Sacramentaria pressola Pontificia UniversitàUrbaniana di Roma, dopo avercurato la pubblicazione di duevolumi di don Flori: «Quaderni1990 - Teologia, Filosofia,Poesia», cittadella Editrice, 2011,e «L’amore risorto - Meditazionisul mistero pasquale» EdizioniFeeria, Comunità di SanLeolino, 2014, sta lavorandocon vera passione diintellettuale studioso esacerdote alla pubblicazionedei diari dal 1944 al 1990 didon Flori, da lui definito «ilsolitario profeta, che dal suo eremodi silenzio e di avvistamento, haguardato insieme il cuoredell’uomo e quello di Dio nel loroconflittuale e nostalgicorelazionarsi. Ansia di bellezza e ditotalità, di santità e verità, diPoesia». Nella sua analisi criticaGiorgio Mazzanti, haevidenziato l’importanza delpensiero di don Flori nell’operadi Mario Luzi. Del resto diquesta influenza, di questorapporto osmotico, tra i due, neha parlato anche MarioSpecchio nel suo libro«Colloquio» sopra citato aproposito del «Viaggio Terrestre eceleste di Simone Martini»: «Ricordo - dice Specchio a MarioLuzi - che il fantasma, per cosìdire, di Simone e del suo ritorno fuargomento, una sera a Pienza, diuna tua conversazione con donFernaldo Flori, qualche annoprima della realizzazione del libro.Se non sbaglio la prima idea ti eraapparsa sotto forma teatrale, poiha assunto il volto di questoviaggio, al quale forse proprioquella prima individuazione hatrasmesso l’originale intreccio dilirica narrazione, o potremmo diredi poema disteso sostenuto da unrobusto ductus narrativo».Anche Leone Piccioni, cittadinoonorario di Pienza come Luzi,nel suo volume di criticaletteraria «Vecchie carte e nuoveschede» (Nicomp Saggi, 2011)ebbe a scrivere: «chi ha studiato estudia la grande opera poetica diLuzi, potrà capire come in unaimportante svolta della sua poesiaabbia influito la conoscenza e laconversazione con don Flori edanche i tanti consigli che ilsacerdote dava a Luzi ancherelativamente a nuove letture».Per le celebrazioni delcentenario di don Flori conConvegni e incontri di studio,sulla sua opera, a Pienza si stacostituendo un Comitato, tra iprimi aderenti, oltre a GiorgioMazzanti, e Leone Piccioni, cicono Daniele Piccini, DavideRondoni, Andrea Fagioli, CarloPrezzolini, Fernanda Caprilli,Cristina Naldi e Maria Modesti.

Uomo di cultura e teologia, è stato maestroper sacerdoti, parrocchiani e amici

ernaldo Flori nacque il 3 gennaio del 1915 ad Abbadia San Salvatore (Siena),da una famiglia di minatori.Ancora fanciullo scese a Pienza per entrare nel

Seminario Vescovile dal quale non si sarebbe più distaccato fino alla sua morte,avvenuta improvvisamente la mattina del 10 febbraio del 1996. Divenutosacerdote nel 1939, sempre nel Seminario, iniziò la sua missione di insegnantee maestro per molte generazioni di sacerdoti, assumendo per tantissimo tempoil ruolo di Vice Rettore e poi di Rettore fino alla chiusura del Seminario. Oltrealla sua attività di insegnante, è stato per cinquanta anni parroco di S.Anna inCamprena e per quaranta di Cosona. Uomo di vastissima cultura, è stato unprezioso punto di riferimento per sacerdoti, parrocchiani e amici. Studiosoattento di teologia e di letteratura sia antica che moderna, affidava le sueriflessioni, prose e versi, a preziosi diari, che raramente mostrava a qualcheamico.Tra i molti libri pubblicati, l’ultimo è «L’amore risorto, Meditazioni sulmistero pasquale», Edizioni Feeria, Comunità di San Leolino, 2014.

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Don Fernaldo Flori con Mario Luzi

TOSCANA OGGI11 gennaio 2015VIII