LUCIDATURA A CERAscuoladirestauro.com/wp-content/uploads/2018/12/... · l’aggiunta di solventi...

4

Transcript of LUCIDATURA A CERAscuoladirestauro.com/wp-content/uploads/2018/12/... · l’aggiunta di solventi...

Page 1: LUCIDATURA A CERAscuoladirestauro.com/wp-content/uploads/2018/12/... · l’aggiunta di solventi poiché poi da que-sti poi nel raffreddarsi si divide; essa può essere utile quindi
Page 2: LUCIDATURA A CERAscuoladirestauro.com/wp-content/uploads/2018/12/... · l’aggiunta di solventi poiché poi da que-sti poi nel raffreddarsi si divide; essa può essere utile quindi

LUCIDATURA A CERA(I SEGRETI E LE RICETTE DI COME SI PREPARA E APPLICA LA CERA)

&ANTICHE MODERNECose Belle

30

L’angolo del Restauratore

PREMESSAGià nell’epoca medioevale la lucidatura per mezzo della “cera” risultavaessere una valida alternativa alla lucidatura con l’olio e a quella più re-cente cosiddetta a gommalacca. Sempre la cera si differenzia dalle vernicinaturali e anche da quelle a resina sintetica (in uso dal 1886) poiché an-ziché galleggiare come le precedenti sopra il legno è invece capace dipenetrarlo conferendo elasticità e idrorepellenza così durante gli sbalzitermici diminuiscono i movimenti di contrazione ed espansione che cau-serebbero altrimenti spaccature nel tempo. Tale sostanza inoltre rimanein superficie sottoforma di un sottile strato avente un grado basso di lu-cidità cosiddetto “opaco” molto apprezzato nei mobili massello (mas-sicci) e scolpiti che invece non si presta per i mobili ricoperti come adesempio quelli lastronati o i più recenti impiallacciati compresi infineanche gli intarsiati (a mosaico) che richiedono una forte brillantezzaquindi l’uso della gommalacca. Le cere essendo delicate non resistonoal caldo e alla pioggia quindi per i mobili da esterni non si impieganovanno bene soltanto sul mobilio da interni dove hanno comunque unacerta durata poiché periodicamente occorrono successive applicazioninel tempo; talvolta le abrasioni, l’umidità, il vapore consumano lo stratoceroso molliccio in superficie che verrà poi rinnovato un po’ come av-viene sulle scarpe.

METODI ANTICHI DI APPLICAZIONEFin dall’epoca della civiltà greca e romana per proteggere e far risaltarela fibra si utilizzava la cera d’api (di origine animale non disponendo nedi cere vegetali o sintetiche) da solida veniva sfregata sul legno imbrat-tandolo poi con un panetto di sughero si frizionavano energicamente lesuperfici per appianarla uniformemente e lucidarla; altri la rendevano colcalore fusa e la colavano direttamente sul legno direttamente poi condelle barrette preriscaldate come fossero spatole la rendevano uniformealtri ancora invece con un simile metodo la colavano sottoforma di mol-teplici gocce lasciate poi solidificare in modo che successivamente conun ferro da stiro rovente venivano rifuse unite tra di loro creando ununico strato finale uniforme.

METODI SUCCESSIVI DI PREPARAZIONEIn tempi successivi imprecisati si ottenne una crema liquida di cera piùcomoda rispetto il blocco solido da dover scaldare precedentementespiegato; per fare ciò andarono a fondere una parte (volume) di cerad’api calda e poi aggiunsero un minimo di sei parti di olio paglierino (sic-cativo) ovvero di lino crudo o anche cotto (di più rapida essiccazione)portati entrambi a temperatura (63°/66° punto di fusione per la cera)venivano lasciati poi raffreddare rimescolando fino a ottenere una amal-gama che a temperatura ambiente comodamente si poteva spalmarecome le creme. Tale preparato contenendo purtroppo l’olio tardava aseccare e risultava molto opaco spento e poco solido o resistente.

1

2

4

3

5

Di Crovara Pescia Federico (studioso e ricercatore presso Istituto Nazionale Superioreper il Restauro del Mobile - Genova)

1. Cera carnauba

2. Cera d'api

3. Colori a olio

4. Essenza di trementina

5. Limonene

Articolo tratto da Cose Belle Antiche e Moderne n. 19pubblicato nel mensile di maggio 2011

Page 3: LUCIDATURA A CERAscuoladirestauro.com/wp-content/uploads/2018/12/... · l’aggiunta di solventi poiché poi da que-sti poi nel raffreddarsi si divide; essa può essere utile quindi

METODO A ENCAUSTOL’encausto era il procedimento speci-fico di ottenimento di un prodotto chetuttora si effettua nella produzione dellecere moderne ; consiste all’inizio nel di-sciogliere la cera d’api a bagnomaria (in-direttamente) poiché il calore elevatodiretto cambierebbe il colore l’elasticitàla capacità di adesione e il volume ditale sostanza degradandola quindi, unavolta raggiunti un minimo di 63° o unmassimo di 66° (a seconda dei casi) lacera fonde, attenti a non andare oltrepoi ci si allontana dalla fonte di calore esi aggiunge ad un volume di questa duevolumi di un solvente specifico l’essenzadi trementina (detta acquaragia vegetaleo delle belle arti ottenute distillando leresine di pino) con grande attenzioneconsiderata l’alta infiammabilità di taleidrocarburo (in alternativa come sol-venti andrebbero bene quelli modernicome acquaragia minerale, benzina,trielina, ecc... che sono più economicinon tradizionali e purtroppo altamentetossici). Una valida alternativa modernaa tali solventi può essere il cosiddetto li-monene (ottenuto dalla distillazionedelle bucce degli agrumi) reputato ilmeno tossico tra tali prodotti e che inol-tre possiede un profumo gradevolissimoe che ancora in pochi conoscono percui mantiene attualmente un prezzopiuttosto elevato.

LE CERE ADDITIVEVi sono cere oltre che animali comequella d’api anche di tipo sintetico(come la paraffina) o di origine vegetale(come la carnauba) a ognuno di questigruppi ne appartengono diverse altreancora meno utilizzate o reperibili ealtre classificazioni le suddividono nonsolo in base alla loro origine ma ancheinvece in rapporto alla loro durezza(suddivise in cere molli, cere medie ecere dure) valutandole attraverso il loropunto di fusione che si traduce se que-sto è alto ad una corrispondente du-rezza, resistenza, trasparenza, ebrillantezza, quindi più questo è alto piùla qualità di una cera è effettiva.

Tutte queste cere possono es-sere un alternativa a quellad’api nella preparazione degliencausti oppure in aggiunta adessa in piccole percentualicome semplici cere additive.Tra queste la cera “carnauba”merita una breve spiegazione,era gia in uso nel ‘500 e la si ot-tiene dalla palma della cerabrasiliana detta coripha inoltrenon è tossica (è impiegata incampo alimentare per rifa-sciare le pastiglie) fonde tra gli86° da fresca e i 91° se è vec-chia è molto brillante oltre cheresistente da solida (viene per-fino applicata sulle pipe per lu-cidare alla fine della lorolavorazione). Purtroppo nonpassa in soluzione da sola sciolta conl’aggiunta di solventi poiché poi da que-sti poi nel raffreddarsi si divide; essa puòessere utile quindi solo come additivoalla cera d’api per un massimo del 15%rispetto la stessa (es: 85 grammi cerad’api 15 grammi carnauba fusa più 200grammi essenza di trementina) la cremaottenuta risulta solida resistente e lucidadi gran pregio.

LE CERE NEUTRE E LE TINTEANTICHE E MODERNE DEGLIENCAUSTIPossedendo un colore naturale giallo lacera d’api (per merito del miele conte-nuto nei favi poi fusi) di conseguenza

dopo essere stata passata in soluzionecon solventi trasparenti mantiene taleaspetto cromatico giallognolo; però seimpiegata su legni chiari o addiritturabianchi (come l’acero la betulla ecc.) pernon mutarli nei toni di colore la stessagià anticamente veniva sbiancata facen-dola bollire per ore in acqua salata op-pure veniva fusa poi colata su unmarmo bianco bagnato per ottenereuna sottile sfoglia successivamente sbri-ciolata per essere esposta alcuni mesialla luce diretta del sole dal potereschiarente, mentre attualmente vienesbiancata chimicamente con l’ausilio diacqua ossigenata o con cloro ottenendole cere bianche che trovano impiegodiffuso nelle lucidature dei marmi di

&ANTICHE MODERNECose Belle

31

6

7

6. Spazzola di setola di cinghiale, sughero, lanae jeans

7. Terra di Siena bruciata, terra d'ombra, terrad'ombra bruciata, terra di Siena e nero fumo

Page 4: LUCIDATURA A CERAscuoladirestauro.com/wp-content/uploads/2018/12/... · l’aggiunta di solventi poiché poi da que-sti poi nel raffreddarsi si divide; essa può essere utile quindi

&ANTICHE MODERNECose Belle

32

Carrara. Altre volte invece le cere si co-loravano per dare un tono maggiore allegno un po' come fossero tinte ma si-curamente meno aggressive e coprentidegli inchiostri naturali per legno omordenti (caffè mallo di noce terra dicassel in acqua ecc.) che altri preferi-vano al loro posto. I coloranti per cereerano principalmente due e sono in usoancora oggi; il primo è il bitume di giu-dea (impiegato già dagli egizi dettoanche mummia e indispensabile per ipittori intenti a comporre colori ad olio)è sottoforma di cristalli di colore natu-rale nero marrone , e lo si scioglie afreddo in trementina (non in altri pro-dotti) colorandola (prima di aggiungerlaalla cera fusa) lo si trova anche giàsciolto in pasta da aggiungere allacrema di cera precedentemente otte-nuta; il secondo colorante è la radice dialcanna (venduta in polvere) in uso dapiù di cinque secoli che si presenta conun colore rosso violaceo anch’essa è so-lubile in trementina per poi esser filtrataal posto del bitume negli stessi modi diprima. Entrambi i prodotti sono pocotossici trasparentissimi e reversibili incaso di asportazione essi non abbassanola lucentezza delle cere. Un alternativa

a questi già in epoche passate consistevanell’aggiungere possibilmente sia du-rante la preparazione che anche dopole terre naturali in polvere (giallo Siena,rosso di Siena bruciata, ombra marronenocciola,ombra bruciata marrone scuroe nerofumo) di facile e rapido utilizzoma poco anzi non trasparenti in quantoopache alla luce e capaci di abbassaremolto la trasparenza di una cera, oggi-giorno si sostituiscono con gli ossidi ot-tenuti artificialmente che fornisconol’identico esito. Altri ancora nel pro-durre cere preconfezionate attualmentefanno uso di colori ad anilina (colori sin-tetici cancerogeni irreversibili ottenutidal 1860) trasparenti economici e di de-cine di diversi colori (solubili in alcool)compatibili anche con solventi come latrementina nella quale a freddo si sciol-gono totalmente conferendo i vari co-lori alle successive cere. L'ultimaalternativa consiste nell’uso di colori adolio in tubetto preconfezionati aggiuntialla crema di cera durante o dopo lapreparazione con facilità impastandoli(come con le terre) purtroppo ritardanol’essiccazione e indurimento della cerain crema (merito dell’olio).

APPLICAZIONI E LUCIDATUREDELLE CERE IN CREMADirettamente sul legno vivo quindi pu-lito (di un mobile antico dopo la sver-niciatura o nuovo appena costruito) sistende la crema di cera con un pennellosulle parti a vista poi a mani nude simassaggia tale crema apportando unlieve calore e movimento per favorirel’assorbimento nelle fibre infine con unostraccio di cotone (non di lana poichéperderebbe i peli) già sporco di altracera (così non ne assorbe troppa) si ef-fettuano delle passate con forza per li-vellare e uniformare ed eliminarel’eccedenza del prodotto in questionepoi si lascia riposare per almeno un mi-nimo di 36 ore in modo da lasciar eva-porare i due terzi di solvente contenutie ottenere come residuo solido rigidodel prodotto pronto per essere lucidato.La lucidatura si effettua abrasivandocon lana o con stoffa di jeans (tessituradi cotone zigrinata); la prima si prestaper cere sottili (encaustico in rapporti 1a 5 , e 1 a 4) e ben secche il secondo siimpiega per lucidare le cere dense (en-caustico in rapporti 1 a 1 , 1 a 2 , 1 a 3)quindi spesse o anche fresche (prima di36 ore) . Il tutto si esegue con energia evelocità (più veloce più diventa lucida)ma mantenendo però fredda la cera(quindi ci si sposta senza soffermarsi inun solo punto) invece qualora il mobilefosse scolpito o anche tornito (con zoneincave) ci si serve di una spazzola dascarpe (setola nera di cinghiale). Un ul-timo interessante metodo capace diconferire uno straordinario effetto sati-nato con più corpo spessore è cosid-detto a “mezza cera” lo si ottienestendendo la crema questa volta su diun legno precedentemente trattato condiversi strati di vernice a gommalaccaapplicata a pennello fatti seccare per di-versi giorni e resi opachi con abrasionetramite una paglietta fine; tale fondo divernice permette di risparmiare la cera(non viene assorbita dal legno) e ancheil tempo di attesa (poiché in un orasecca e si lucida) non resta che augurarea tutti buon lavoro!

8. Tinta di alcanna

9. Tinta di bitume di giudea

10. Tinte ad anilina

8 9

10