Luci e ombre sul accordo sul clima

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LUCI ED OMBRE DELL’ACCORDO SUL CLIMA Mario Agostinelli, APRILE 2016 1

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LUCI ED OMBRE DELL’ACCORDO SUL CLIMA

Mario Agostinelli, APRILE 2016

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PROCESSI LINEARI E NO. EQUILIBRIO E TRANSIZIONI A NUOVI EQUILIBRI

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La macchina del clima

Emissioni TConcentrazione

Oceani Biomassa SINK

FORZANTE

FEEDBACK

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Senza feedback Concentrazione x 2 + 1,2 °C

Feedback veloci

Vapore acqueoNuvole

Ghiaccio marinoAerosol

Feedback lenti

Calotte glacialiPermafrost

Idrati di metano

RUOLO DEL MECCANISMO DI FEEDBACK

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IL FATTORE TEMPO

L’inerzia temporale del clima

La persistenza delle molecole di CO2 - millenni

La memoria climatica delle profondità oceaniche - secoli

Le calotte glaciali (Groenlandia, Antartide) - millenni

I feedback lenti (permafrost, idrati di metano) - millenni

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Evoluzione delle emissioni di CO2

Sono indicate le emissioni legate alla produzione e quelle legate ai consumi (la differenza evidenzia il saldo import/export di prodotti)

•Data: CDIAC/GCP/Peters et al 2011

•0 •1990

•10

•8

•6

• _ _ Produzione _____ Consumi

•1995 •2010 •2005 •2000

•4

•2

IL PESO DELLA CINA

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Il riscaldamento globale (emissioni CO2)

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EMISSIONI CHI CONTA…

Rank Country Emissions (per million tonnes) Percentage Percentage Change

1992-20091 China 8,320 26.2 2402 United States 5,610 17.7 103 EU 4,370 13.8 14 India 1,696 5.3 1575 Russia 1,634 5.1 -196 Japan 1,164 3.7 8

71.87 South Korea 579 1.8 978 Iran 560 1.8 1399 Canada 549 1.7 13

10 Saudi Arabia 478 1.5 10311 South Africa 465 1.5 4512 Brazil 454 1.4 9113 Mexico 445 1.4 4214 Australia 405 1.3 4715 Indonesia 389 1.2 116

TOTAL 27,118 85.3All other countries 4,662 14.7

Developed Country

Percentage37.2

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Verso 50 milioni di rifugiati ambientali • L’ONU afferma che nei prossimi anni moltissime persone saranno

costrette a emigrare perché il luogo dove vivono non è in grado di sostenere la presenza umana.

• Marocco,Tunisia, Libia e Mali perdono ciascuno oltre 1000 km2 di terra produttiva ogni anno a causa della desertificazione.

• In Turchia 160.000 km2 di terra agricola si perdono per l'erosione dei suoli.

• Gli effetti della desertificazione, l’erosione dei suoli l'innalzamento dei mari, lo scioglimento del permafrost (terreno ghiacciato) e conseguente erosione delle coste produrranno molti rifugiati ambientali.

• già oggi ci sono più persone sfollate da disastri ambientali che dalle guerre.

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IL “CLIMA” SUL CLIMADal 2009 gli argomenti per sottovalutare la questione climatica stanno svanendo:- Non esiste il “Peak Oil”- Non c’è “Green Growth”- Disinteresse per il mercato delle emissioni di CO2- Declino di attenzione della popolazione - Crisi della finanza globale

E

“Le rotture”:-Crescente influenza dell’IPCC -Diffusione di modelli costi-benefici- Possibile caduta dell’allarmismo

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Obiettivo di fondo: 2°C rispetto ai livelli pre-industriali

Picco globaleentro il 2020

Emissioni globali: - - 50% entro il 2050 (rispetto al 1990)

Paesi sviluppati: riduzione del 80-95% entro il 2050 (rispetto al 1990)

Riduzione maggiore ?

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Per contenere i danni

Oggi con un più limitato investimento potremmo prevenire.Domani dovremo affrontare danni valutabili tra il 5 e il 20% del Pil mondiale.

Per avere una buona chance di restare al di sotto dei 2° C ad un prezzo gestibile, le emissioni, sul piano mondiale, dovrebbero diminuire dal 40 al 70% tra il 2010 ed il 2050, e scendere a zero almeno entro il 2100".

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QUANTE EMISSIONI ANCORA PER ARRIVARE A +2°C?

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QUANTO MANCA?(N.B. ogni anno rilasciamo 8/9 Gt C)

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•TITOLO DOCUMENTO arial 10 PT CONTESTO & BUSINESS •MODEL

La bolla di carbonio •Per evitare di superare i 2 °C di temperatura circa due terzi delle •riserve di combustibili fossili non potranno essere utilizzati. Questo •fatto inizia a creare forti preoccupazioni nel mondo della finanza, come •sottolineato dalla World Bank e dalla Bank of England

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Carbon bubble: 20/30.000 miliardi di dollari

La posta in palio

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QUANTO TEMPO ABBIAMO

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I POPOLI CHIEDONO GIUSTIZIA CLIMATICA

• I popoli chiedono giustizia climatica sulla base di un accordo globale sul clima giuridicamente vincolante

• Cioè fondato su principi di comune ma differenziata responsabilità (CBDR) e di genuino sviluppo sostenibile

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Fonte: Oxfam Italia Disuguaglianza climatica

RICCHEZZA-POVERTA’ E EMISSIONI

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•100

•80

•60

•Note: WTI crude oil prices adjusted to inflation •Source: Bloomberg New Energy Finance, World Bank

•WTI CRUDE OIL PRICES, 2010–14

•($2014 / BARREL)

•120

•40

•20

•0

2010 2011 2012 2013 2014 2015

•3 •Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit

ANDAMENTO PREZZI PETROLIO

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•Quotazioni dei fossili in forte riduzione

•i 160 •o •.2

190

•o g. 120

•5. 100

•60

•60

•90

•20

•Menai Coal CAPP Price •41.88 USD/st

•3 Noi 95

•v

•InfoNlino.corn •Seri 24 Jan 18 May 26 •2010 2013 2015

•O

•Jun 6 •2008

•Prezzo del carbone calato di 3 volte dal 2008

•Crude Oil Price 47.88 USD.4:01

6 Noo Y5

•Feb 25 •2011

•0d2 •Jun 14 •2013 •2015

•Pp 20 •2012

•150

•5

140

•g

130

•120

•Y. 110

•Ó 100

•90

•1.1

80 70

60 50

40 30

20

•10

•O

•Jan 1 •2010

•InfoMinssucona

•Aug 8 •2014

•Prezzo del greggio calato di 3 volte dal 2014

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COSA PREVEDE L’ACCORDO INTERNAZIONALE SUL

CLIMA?

In particolare non superare la soglia di

1,5 gradi centigradi in più nell’atmosfera

terrestre

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DOVE PORTANO GLI IMPEGNI PRESI NELL’ACCORDO?

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L’unica questione importante è: quanto rapidamente (B. McKibben) Basarsi indiscutibilmente sulle tecnologie di emissioni negative per conseguire gli obiettivi di Parigi, è la peggiore minaccia per il nuovo accordo (K.Anderson)

Con l’accordo sul clima comincia ora il vero lavoro (Seth Borenstein) Rispetto a quanto avrebbe potuto essere, è un miracolo. Rispetto a quanto avrebbe dovuto essere, è un disastro(George Monbiot) Abbiamo bisogno di cambiamenti drastici della nostra economia in ogni suo aspetto – e rapidamente – se vogliamo avere qualche speranza di raggiungere l’obiettivo dell’Accordo diParigi (Jeremy Lent) E’ un punto di svolta dell’impresa umana, dove inizia la grande trasformazione verso la sostenibilità (Hans Joachim Shellnhuber) Siamo entrati in una nuova epoca di cooperazione globale su una delle questioni più complesse con cui si sia mai confrontata l’umanità (Ban Ki-moon)

L’unica vera tecnoclogia di protezione per ridurre le emission è la rimozione della CO2 dall’atmosfera. Questa tecnologia sarà probabilmente costosa, ma l’azione collettiva necessaria per svilupparla e applicarla su grande scala è potenzialmente più facile che cercare di cambiare i comportamenti nel mondo (Scott Barrett)

COP 21 ALCUNI COMMENTI ALL’ACCORDO

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Obiettivo di Lungo Termine. L'obiettivo a lungo termine è quello di assicurarsi che il riscaldamento globale rimanga ben al di sotto di 2 gradi Celsius, al massimo di + 1,5 gradi Celsius. A un certo punto dopo il 2050, dice l'accordo, le emissioni di origine antropica dovrebbero essere ridotte ad un livello assorbibile dalle foreste e dagli oceani.

Obiettivo emissioni. I Paesi hanno concordato di fissare obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra ogni cinque anni. Solo i Paesi sviluppati sono tenuti a ridurre drasticamente le loro emissioni in termini assoluti; le nazioni in via di sviluppo sono incoraggiate a farlo mano a mano che le loro capacità si evolvono nel tempo.

PUNTI SALIENTI DELL’ACCORDO

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Revisione degli obiettivi. Gli obiettivi iniziali tuttavia non saranno sufficienti a mettere il mondo in “sicurezza”. Così nell’accordo si chiede ai governi di rivedere i propri obiettivi nei prossimi quattro anni, e vedere se si possono aggiornare. Ciò però non richiede ai governi di fare tagli ancora più profondi.

Trasparenza. Non ci sono penalità per i Paesi che mancheranno i loro obiettivi di emissione. Ma l'accordo ha regole coerenti di trasparenza per incoraggiare i Paesi a fare davvero quello che promettono.

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Sostegni. L'accordo dice che i Paesi ricchi dovrebbero continuare a offrire un sostegno finanziario per aiutare i Paesi poveri a ridurre le loro emissioni e adattarsi ai cambiamenti climatici. La definizione degli importi è stata tenuta fuori dell'accordo stesso: le nazioni più ricche si sono impegnate a fornire 100 miliardi di dollari ogni anno in finanziamenti per il clima entro il 2020.

Danni e perdite. Per le piccole nazioni insulari minacciate dall'innalzamento del livello del mare, l'accordo comprende una sezione che riconosce "perdite e danni" associati alle catastrofi legate al clima, ma una nota in calce dichiara che la perdita e il danno non comportano responsabilità o l'indennizzo.

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Ma cosa non va nell’accordo di Parigi definito dai Mass Media «Storico»?E’ un accodo volontario, vago e abbastanza diplomatico da non rompere gli equilibri geopolitici esistenti ( non parla di "carbon tax", non parla di decarbonizzazione dello sviluppo economico, non parla di "carbon footprint", ecc.), pertanto non disturba nessun interesse politico ed economico, non è legalmente vincolante e non obbliga nessuno a fare cosa.

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L’ Accordo di Parigi – Il bicchiere mezzo vuoto

•COP21: non si salvano così il clima e la dignità umana •L’utilità non c’è, triste a dirsi ma è così. L’utilità dell’accordo siglato al summit sul

•clima di Parigi, semplicemente, non esiste. E ci sono alcuni punti che •rappresentano vere assurdità. Non è più possibile affermare che questa intesa è

• “la migliore possibile”.

• Antonio Lumicisi - •http://www.ilcambiamento.it/clima/cop21 non salva il clima.html

•I tre punti principali dell’Accordo richiedono ai Paesi che lo sottoscrivono, la cui firma ufficiale •dovrà essere posta a New York a partire dal 22 aprile 2016 ed entro un anno da quella data:

•- di raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile, facendo in modo che vi •sia un equilibrio tra le emissioni e gli assorbimenti di gas serra dal 2050 in poi e mantenere quindi

• l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C e di sforzarsi al massimo per • avvicinarsi a 1,5°C;

• - di analizzare i risultati raggiunti ogni cinque anni; •- di finanziare con 100 miliardi di dollari all’anno da qui al 2020 azioni per il clima a beneficio dei

•Paesi in Via di Sviluppo, con l’impegno a continuare tale finanziamento anche dopo il 2020.

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•Di “giuridicamente vincolante” c’è solo il fatto di presentare un obiettivo di riduzione delle emissioni •(attenzione, solo “presentare” un obiettivo di riduzione, a titolo volontario quindi, senza alcun

•obbligo a rispettarlo, cioè senza alcuno strumento sanzionatorio in caso di non raggiungimento) e i •progressi raggiunti ogni cinque anni, sapendo bene che cinque anni sono un lasso di tempo

•abbastanza lungo per continuare a fare danni, soprattutto con l’inazione. Gli obiettivi attualmente •presentati dai Governi (Intended Nationally Determined Contributions - INDCs) sono totalmente

•insufficienti per rispondere al primo punto sopra menzionato, come era ben evidente ai negoziatori •durante la COP21 (si veda il grafico).

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•Dal punto di vista finanziario, per molti 100 miliardi all’anno fino al 2020 sono poca •cosa rispetto agli interessi che muovono i combustibili fossili ma qui il problema è che •non si capisce chi alimenterà queste risorse finanziarie, chi ne beneficerà •concretamente (si ricorda che nella dizione “Paesi in Via di Sviluppo” a volte, a seconda •dei contesti, troviamo ancora Paesi come la Cina, l’India, il Messico) e quali strumenti •finanziari saranno effettivamente messi a disposizione (donazioni, prestiti, ecc.).

•La visione e il modo di pensare che ci porta all’accettazione delle conclusioni della •COP21 quali le “migliori possibili”, purtroppo, sanno di vecchio; fanno parte di •quell’obsoleto sistema, anche terminologico, che deve essere rinnovato, radicalmente. •Solo fra cinque anni, nel 2020, quando in effetti entrerà in vigore l’Accordo di Parigi, •potremo dire se il principio adottato alla COP21 (1,5 – 2,0 °C) sia stato realmente •accettato dai Paesi. E se lo sarà, a mio avviso, ciò sarà dovuto non in conseguenza delle •decisioni (insufficienti e forse fuorvianti) adottate a Parigi, ma come conseguenza della •mobilitazione che avverrà nei prossimi cinque anni. Mobilitazione dei cittadini e dei •governi locali che già stanno agendo concretamente nei loro territori, e del mercato •(almeno una parte) che ben prima dei politici vede lo sviluppo delle fonti rinnovabili e •dell’efficienza energetica quali risposte concrete alla lotta al cambiamento climatico.

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L’ Accordo di Parigi – Il bicchiere mezzo pieno

•L’esito di Parigi è molto importante. Certo, molti elementi che avremmo voluto vedere nel •documento finale mancano, ma l’accordo potrà rappresentare l’inizio della fine dei

•combustibili fossili. •Gianni Silvestrini

•http://www.qualenergia.it/articoli/20151213-quegli-aspetti-positivi-dell-accordo-di-parigi

•La prima riflessione da fare riguarda le aspettative. Tra gli scontenti troviamo alcuni di •coloro che nei giorni scorsi diceva “Ora o mai più”. Ma sbagliava prospettiva. La lotta per il

•clima ha visto una serie di passaggi, alcuni più importanti come nel caso delle conferenze di •Kyoto e di Parigi, altri deludenti. Ma tutti si collocano in un percorso progressivamente più •ambizioso. Certo, parliamo di un’evoluzione drammaticamente lenta rispetto alla minaccia

•che incombe, ma le evoluzioni sono condizionate dai rapporti di forza esistenti a livello •mondiale. Questi però si stanno modificando, con gli interessi dei combustibili fossili sempre •più in difficoltà. Peraltro, i cambiamenti non sono lineari ma subiscono forti accelerazioni e i •prossimi appuntamenti consentiranno di alzare notevolmente l’asticella degli obiettivi.

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•Innanzitutto, e questo è uno dei punti forti dell’accordo di Parigi, il coinvolgimento di praticamente •tutte le nazioni del pianeta nella lotta climatica rappresenta un decisivo e non scontato passo in

•avanti. La disponibilità della Cina era nota da un anno, ma non era certa l’adesione dell’India o quella •dell’Arabia Saudita che dovrà organizzarsi per diversificare la propria economia rispetto alla vendita

•del petrolio.

•Passiamo poi alla definizione dei targets di lungo periodo. •L’introduzione dell’indicazione della soglia di 1,5 °C e dell’obiettivo di arrivare nella seconda parte del

•secolo ad un bilanciamento tra emissioni e accumulo di CO2 (un elemento quest’ultimo che potrà •valorizzare l’arricchimento di carbonio nei suoli) indicano un percorso a cui inchiodare d’ora in poi i •singoli governi. Ad iniziare dal nostro. C’è infatti un’evidente scollamento tra questi obiettivi e la

•maggior parte delle politiche al momento avviate. E il raggiungimento di un accordo con tutti i paesi •del pianeta rappresenta un potente strumento per chiedere un cambio di passo.

•L’Europa, ad esempio, dovrebbe rivedere rapidamente i propri obiettivi al 2030 portando al 50% il •taglio delle emissioni, al 35-40% la riduzione dei consumi tendenziali e al 33% la quota delle

•rinnovabili. Per l’Italia si tratta di definire una reale politica climatica, al momento inesistente, che •coinvolga energia, industria, edilizia, trasporti e agricoltura. Andrà responsabilizzato un ministro

•“forte”, come hanno fatto i francesi, o il coordinamento delle varie politiche dovrà essere gestito dalla •presidenza del consiglio.

•Anche regioni ed enti locali saranno sollecitati ad agire con maggiore incisività dall’accordo di Parigi.

Page 34: Luci e ombre sul accordo sul clima

•Un altro aspetto riguarda la necessità/possibilità di rileggere gli investimenti di lungo periodo, dai •rigassificatori agli oleodotti, dalle centrali alle autostrade, in relazione alla loro coerenza con un

•percorso di decarbonizzazione per evitare che risultino “stranded”, inutilizzabili, sottoutilizzati o, peggio, •controproducenti.

•Dall’esito della COP21 viene poi un colpo molto duro ai combustibili fossili, destinati sostanzialmente a •sparire in poco più di un cinquantennio. La credibilità degli investimenti in questo settore calerà e

•l’immagine delle multinazionali del settore verrà minata se non cambieranno rapidamente strategie, •mentre il movimento “Divest fossil” acquisirà forza e credibilità. Centinaia di miliardi di dollari

•cambieranno destinazione a favore delle rinnovabili, dell’efficienza, della mobilità elettrica. Un nuovo •contesto che consentirà di contenere le tensioni internazionali e di ridurre le diseguaglianze.

•Veniamo infine ad un ultimo risultato, indiretto, della conferenza di Parigi. Quello di avere •catalizzato l’azione di una molteplicità di attori in grado di accelerare il cambiamento.

•Dalle iniziative di gruppi di paesi, come nel caso della ventina di nazioni che hanno promesso di •raddoppiare gli investimenti nella ricerca energetica, alle strategie di centinaia di città che hanno

•programmato percorsi di decarbonizzazione; dalle imprese che hanno assunto impegni ambiziosi di •riduzione delle emissioni, ai miliardari – è il caso della cordata guidata da Bill Gates - che intendono

•accelerare l’entrata sul mercato di tecnologie pulite fortemente innovative.

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Accordo che include 195 Paesi ed il 96% delle emissioni

Grande impatto sull’opinione pubblica mondiale

Obiettivi a lungo termine: > 2 °C e decarbonizzazione nella seconda metà del secoloRiconoscimento del gap tra INDC e obiettivo > 2 °C

Percorso vincolante (reporting, trasparenza, monitoraggio, revisione)

Apparato tecnico

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INDC’s oltre i 3 °C

Obiettivi non legalmente vincolanti

Imprecisate le fonti del fondo da 100 miliardi di dollari/anno

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Attuali consumi correlati alle emissioni

USA Top 1% 318t CO2/anno3,16 M$/anno

Francia 3° dec.6,6t CO2/anno9,3 K$/anno

2t CO2/anno Trasporti2,5t CO2/anno Energia domestica1t CO2/anno Cibo1t CO2/anno Beni e servizi

35t CO2/anno Viaggi aerei (5 NY/LA + 2 NY/EU)

10t CO2/anno Automobile10t CO2/anno Energia domestica250t CO2/anno Beni e servizi

Fonte: Chancel – Piketty – Carbon and inequality from Kyoto to Paris

Page 38: Luci e ombre sul accordo sul clima

USA top 1% 318t CO2

USA medio 22,5t CO2

Media 2013 6,2t CO2

Media sost. 1,3t CO2

Media bottom. 0,1t CO2

3.000 volte10 volte

1,8t CO2

0,8t CO2

176x

12,5x

Le dimensioni della sfida

Fonte: Chancel – Piketty – Carbon and inequality from Kyoto to Paris

Page 39: Luci e ombre sul accordo sul clima
Page 40: Luci e ombre sul accordo sul clima

Ratchet mechanism

20182023

20282033

INDC

INDC+

INDC++

INDC+++

Page 41: Luci e ombre sul accordo sul clima

With Improved Pledges Every Five Years, Paris Agreement Could Limit Warming Below 2°CDecember 14, 2015 By Ellie Johnston

RATCHET MECCANISMO

Page 42: Luci e ombre sul accordo sul clima

Timelines under the Paris Agreement and Decision

•Deadline INDC

submission 4th April

•First LEDS

•Facilitative Dialogue to

review progress

•Updated INDC

synthesis 2nd May

•CMA Second Global

Stocktake

•CMA First Global

Stocktake

•Special IPCC report on 1.5°C

impacts & emission paths

•IPCC assessment of

common methodologies

•2015 2016 •2026 2027 2028 •2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025

•Today •NDC Registry

•APA rules for NDC

features & info

•APA rules for 2nd

•NDC

•First 5 year NDC cycle Second 5 year NDC cycle •Preparatory period for NDCs

•Likely CMA 1

•Signature period

(INDC -> NDC)

•www.perspectives.cc · [email protected] 30

Page 43: Luci e ombre sul accordo sul clima

RATCHET POSITIVO EMISSIONI PRO CAPITE

Page 44: Luci e ombre sul accordo sul clima

Il futuro delle politiche ambientali alla luce dei risultati della COP21

•Il nostro giudizio sull’accordo che hanno raggiunto 195 paesi tiene conto che, finalmente si indica la direzione di un futuro libero dalle fonti fossili e si pone l’obiettivo di •limitare l’aumento della temperatura media tra l’1,5° e i 2° C, come indicato dagli •scienziati. E’ un obiettivo ambizioso che, se perseguito, toglierà terreno anche a tante •guerre.

•E’ un accordo però che non prevede strumenti concreti e impegni coerenti: dovremo •conquistarceli, facendo sentire e contare la voce dei popoli in ogni angolo del mondo. Per •noi il riferimento è l’Europa e non solo il governo italiano.

Page 45: Luci e ombre sul accordo sul clima

COP 21LE PAROLE D’ORDINE

PER L’ENERGIA

A livello globale, i quattro quinti dei combustibili fossili conosciuti devono rimanere sotto terra per mantenere

le temperature globali a un livello di sicurezza (riscaldamento a 2° C).

Dovremmo disinvestire da combustibili fossili e investire in fonti rinnovabili, con un obiettivo di

100% energia pulita entro il 2050

Page 46: Luci e ombre sul accordo sul clima

• UE

Obiettivi climatici UE al 2030 •Riduzione vincolante del 40% delle emissioni climalteranti rispetto al 1990, quota del 27% delle fonti rinnovabili sui consumi finali, riduzione dei consumi energetici del 27% rispetto a scenario BAU

UE: da 20/20/20 nel 2020 a 40/27/27 nel 2030

Page 47: Luci e ombre sul accordo sul clima

Siamo di fronte ad una transizione industriale (verso l’economia «low-carbon») di portata storica che, nell’attuale crisi economica, ha già dinostrato di offrire una straordinaria opportunità di sviluppo economico e di rilancio occupazionale

Tuttavia la dirigenza politica non coglie questa opportunità.

Cosa manca:

•Visione strategica / volontà politica

•Capacità di «fare sistema» fra politica ed industria

•Capacita’ di andare oltre la cultura delle fonti fossili

•Piano energetico nazionale

•Sistema di incentivazione semplice, trasparente, organico e coerente.

•Quadro normativo ed autorizzativo che crei certezze per gli investitori e per lo sviluppo della filiera industriale

ECONOMIA LOW CARBON

Page 48: Luci e ombre sul accordo sul clima

IL SISTEMA ENERGETICO: DOVE SIAMO… DOVE ANDARE?

Page 49: Luci e ombre sul accordo sul clima

Paniere energetico 2014 – Ue

Page 50: Luci e ombre sul accordo sul clima

Mix Energetico 2014 – Italia

Prof. Demostenes Floros

Page 51: Luci e ombre sul accordo sul clima

Approvvigionamento Gas Naturale Ue 2014

Prof. Demostenes Floros

Page 52: Luci e ombre sul accordo sul clima

Approvvigionamento Gas Naturale 2014 – Italia

Prof. Demostenes Floros

• Consumi totali 61,912 Gmc

• -8,1 Gmc (-11.6%) rispetto al 2013

• 38,1MJ/mc

Page 53: Luci e ombre sul accordo sul clima

Gasdotti dalla Federazione Russa

Prof. Demostenes Floros

Trans BalkanPipeline(max 18 Gmc)

(upgrade 19 Gmc)

Page 54: Luci e ombre sul accordo sul clima

Il Progetto South Stream

Prof. Demostenes Floros

Page 55: Luci e ombre sul accordo sul clima

Il Progetto Turkish Stream

Prof. Demostenes Floros

Page 56: Luci e ombre sul accordo sul clima

Il Gasdotto Nord Stream

Prof. Demostenes Floros

Page 57: Luci e ombre sul accordo sul clima

RIDUZIONE Consumo Gas Naturale UE 2014/5

Prof. Demostenes Floros

Demand for Gas Dropped Due to

Weather index (HDD + CDD) for Q1-Q3 2014 in Europe is 13% lower vs. average

Power generation makes 20% in the European gas mix. In Q1-Q3 2014 it decreased by 14%

MILD WEATHER

COMPETITION FROM RENEWABLES

AND COAL

SOURCES: IEA, EUROSTAT , GAZPROM EXPORT ESTIMATES

Page 58: Luci e ombre sul accordo sul clima

Consumo Gas Naturale Italia 2014

Prof. Demostenes Floros

Page 59: Luci e ombre sul accordo sul clima

Mix energetico Italia 2000-2013

Prof. Demostenes Floros

Page 60: Luci e ombre sul accordo sul clima

TURKISH STREAM

Prof. Demostenes Floros

Page 61: Luci e ombre sul accordo sul clima

Conclusione 1

Prof. Demostenes Floros

La domanda di gas dell’Europa aumenterà – anche se in misura minore rispetto

a quanto stimato prima dell’inizio della crisi economica – parallelamente alla

diminuzione della produzione interna. (Prof. Demostenes)

Page 62: Luci e ombre sul accordo sul clima

Conclusione 2

Prof. Demostenes Floros

Italia, Grecia e Turchia sono i paesi più interessati alla realizzazione della

pipeline Turkish Stream, nella misura in cui saranno dipendenti dal gas

naturale proveniente dalla Federazione Russa ancora per gli anni a venire.

(Prof. Demostenes)

Page 63: Luci e ombre sul accordo sul clima

Conclusione 3

Prof. Demostenes Floros

Il problema quindi non è, come troppo spesso si ritiene a Bruxelles, come

cercare di diminuire la dipendenza europea dal gas russo, bensì come trovare

nuove fonti addizionali, mantenendo sostanzialmente inalterato l’ammontare di

gas russo importato. Viceversa, se non si trovasse un’alternativa agli attuali

fornitori in declino, il rischio che la dipendenza europea dal gas russo aumenti

diverrebbe alquanto concreta. (Prof. Demostenes)

Page 64: Luci e ombre sul accordo sul clima

Conclusione 4

Prof. Demostenes Floros

Forse, la “preoccupazione” di M. Renzi dovrebbe essere motivo di seria

riflessione, visto che sul confine greco-turco potrebbe nascere un nuovo

Cavallo di Troia, sotto forma di hub. (Prof. Demostenes)

Page 65: Luci e ombre sul accordo sul clima

•NUCLEAR POWER PLANTS – HISTORIC CONSTRUCTION

•0-10

•11-19

•20-39

•40-59

•60+

•566 nuclear power stations

ever built •Source: Bloomberg New Energy Finance; IAEA, World Nuclear Association

•Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit 38

ANDAMENTO STORICO DELLA COSTRUZIONE CENTRALI NUCLEARI

Page 66: Luci e ombre sul accordo sul clima

•NUCLEAR POWER PLANTS – CURRENT CONSTRUCTION

•1

•2

•3-5

•6-9

•10+

•66 nuclear power stations under construction

•Source: Bloomberg New Energy Finance; IAEA, World Nuclear Association

•Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit 39

CENTRALI NUCLEARI IN COSTRUZIONE

Page 67: Luci e ombre sul accordo sul clima

•EU ETS

•Quebec

•Kazakhstan

•Tokyo •RGGI

•New Zealand

•EMISSIONS TRADING SCHEMES, 2015

•Operating

•300 Gt CO2/year

•Ca ETS Switzerland

•7x Chinese pilot projects

•Republic of Korea

•Note: The size of each circle is proportional to GHG emissions covered. Based off the CA ETS covering 334 million tonnes of CO2 per year as of 2015

•Source: IEA, Bloomberg New Energy Finance

•Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit 84

Gt CHG EMISSIONI OGGI COMMERCIALIZZATE

Page 68: Luci e ombre sul accordo sul clima

•Russia

•Ukraine •Ontario

•EU ETS

•Manitoba

•Quebec

•Turkey •Kazakhstan

•Tokyo •RGGI

•Thailand

•Brazil

•Rio de Janiero

•Sao Paulo

•New Zealand

•EMISSIONS TRADING SCHEMES, 2015

•Operating

•Under

•consideration

•British Columbia

•300 Gt CO2/year

•Ca ETS Switzerland

•Mexico

•Chile

•7x Chinese pilot projects

•National Chinese System

•Republic of Korea

•National Japanese system

•Note: The size of each circle is proportional to GHG emissions covered. Based off the CA ETS covering 334 million tonnes of CO2 per year as of 2015

•Source: IEA, Bloomberg New Energy Finance

•Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit 85

Gt CHG IN PREVISIONE PER ESSERE COMMERCIALIZZATE DOPO IL 2015

Page 69: Luci e ombre sul accordo sul clima

•RENEWABLE ENERGY PROPORTION OF POWER •GENERATION, 2013 (%)

•Canada

•76%

•UK •Spain

•43% •19%

•Germany

•28%

•Japan

•11%

•US

•13% •China

•22%

•No data <5% 5-

10% 11-20% 21-40% •>50%

•Australia

•16%

•India

•6%

•S. Africa

•2%

•Brazil

•71%

•Source: Oxford Energy, China Electricity Council, BDEW, UK Govt, REE, NRCAN, EIA, USEA, Bloomberg New Energy Finance

•Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit 31

QUOTE DI RINNOVABILI NELLA PRODUZIONE TOTALE

Page 70: Luci e ombre sul accordo sul clima

•NEW INVESTMENT IN CLEAN ENERGY 2004-14 ($BN)

•Note: Total values include estimates for undisclosed deals. Includes corporate and government R&D, and spending for digital •energy and energy storage projects (not reported in quarterly statistics), as well as a BNEF estimate for large hydro investment. Source: Bloomberg New Energy Finance

•Large hydro •Other •Solar Wind

•400

•350

•300

•250

•200

• •150

•100

•50

•20

•%7% -7% •12% •-8%

•35%

•27%

•50%

•30%

•%12% -9%

•2 •Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Nuovi investimenti in energia pulita

Page 71: Luci e ombre sul accordo sul clima

•US VEHICLE MILES TRAVELLED (MILLION MILES)

•3,500,000

•3,000,000

•2,500,000

•2,000,000

•Gap to trend: •17% in 10

•years

•1,500,000

•1,000,000

•500,000

•0 •1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010

•Note: Moving 12-month total of vehicle miles travelled in the US. Created from monthly data, and not seasonally adjusted •Source: US Federal Highways Administration

•8 •Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit

ANDAMENTO DELLE MIGLIA PERCORSE DAI VEICOLI USA

Page 72: Luci e ombre sul accordo sul clima

•100 •1976

•10 •1998 •2004 •2008 •1988

•1 •2014

•0.1

•LITHIUM-ION EV BATTERY EXPERIENCE CURVE •COMPARED WITH SOLAR PV EXPERIENCE CURVE

•Crystalline Si PV module

•Li-ion EV battery pack

•2010

• H1 2014

•m=24.3%

•m=21.6% •1 10 100 1,000 10,000 1 100,000 1,000,000 10,000,000

•Cumulative production (MW, MWh) •Note: Prices are in real (2014) USD. Source: Bloomberg New Energy Finance, Maycock, Battery University, MIIT

•Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit 13

CURVA DI APPRENDIMENTO DELLE BATTERIE AL LITIO PARAGONATA A QUELLA SOLARE

Page 73: Luci e ombre sul accordo sul clima

•GRID DEFECTION?

Avere un pannello solare non connesso alla rete è come avere un computer non connesso a Internet

•Ellen Hayes, PG&E •spokeswoman

•Picture: Ellen Hayes

•Michael Liebreich, New York, 14 April 2015 @MLiebreich #BNEFSummit 63

INVESTIRE NELLE RETI INTELLIGENTI

Page 74: Luci e ombre sul accordo sul clima

L’effetto dell’irruzione digitale e delle tecnologie innovative nel settore elettrico da parte delle rinnovabili

1.Crescita esplosiva, imprevista, incontrollata, dirompente e su scala •mondiale

1.Driver principale: lotta ai cambiamenti climatici

2.Compaiono nuovi attori, le utility spiazzate

3.In Italia gestione scomposta e altalenante

4.Necessaria una profonda trasformazione del mercato elettrico

DISTRUPTIVE TECHNOLOGIES: RINNOVABILI

Page 75: Luci e ombre sul accordo sul clima

• PP

Produzione mondiale di elettricità nel 2014 Il contributo del solare e dell’eolico è ancora marginale, ma è destinato a garantire tra un terzo e la metà della domanda elettrica mondiale a metà secolo

Page 76: Luci e ombre sul accordo sul clima

Nuovi modelli business delle utility Fornire prodotti e servizi oltre che energia agli utenti finali

•La rapida diffusione delle rinnovabili, accompagnata da una domanda elettrica in calo e dalla presenza in alcuni paesi di un eccesso di potenza elettrica, ha determinato difficoltà in diverse utility.

•Questo nuovo contesto ha obbligato a rivedere le strategie, cosa che grandi società come Enel, Edf e Eon hanno già fatto.

•La nuova sfida è quella di fornire prodotti e servizi oltre che energia agli utenti finali. Da qui una diversificazione in attività che riguardano le fonti rinnovabili, l’accumulo anche di quartiere, tecnologie per l’efficienza energetica, ricariche di veicoli elettrici, programmi di Demand Response...

Page 77: Luci e ombre sul accordo sul clima

DISRUPTIVE TECHNOLOGIES APRONO NUOVE PROSPETTIVE:

TRASPORTI

Page 78: Luci e ombre sul accordo sul clima

Cambia la domanda di mobilità verso il “peak car”? •In un numero crescente di paesi (dal Giappone agli Usa, dall’Australia all’Italia, si riducono gli spostamenti effettuati in automobile, come visualizzato •nella figura che indica l’andamento dell’indicatore pass-km negli Usa. I motivi di questo trend, che potrebbe essere momentaneamente modificato dal petrolio a basso prezzo, sono diversi: la diffusione delle auto ha raggiunto la saturazione, i giovani guidano di meno, l’auto è sempre meno uno status symbol; shopping on line e telelavoro iniziano a diffondersi, come pure emergono con forza forme di mobilità “soft” condivisa.

Page 79: Luci e ombre sul accordo sul clima

Il futuro dei veicoli elettrici si avvicina il boom!

Negli ultimi anni la crescita è stata molto rapida e si accelererà con la necessità di soddisfare limiti sempre più severi di CO2/km (95 al 2021 e più rigidi al 2030)

Page 80: Luci e ombre sul accordo sul clima

DISRUPTIVE TECHNOLOGIES APRONO NUOVE PROSPETTIVE:

EDILIZIA

Page 81: Luci e ombre sul accordo sul clima

Le prestazioni dei nuovi edifici sono sempre più elevate •Le normative dei vari paesi hanno previsto consumi energetici •progressivamente più bassi. Nel prossimo decennio in Europa i nuovi •edifici dovranno essere tutti “Nearly zero energy”

Page 82: Luci e ombre sul accordo sul clima

Riqualificare un edificio in una settimana, azzerando la bolletta energetica •Industrializzare le ristrutturazioni: Il caso olandese: 110.000 appartamenti •di case popolari al 2020. •Riduzione del 40% dei costi

Page 83: Luci e ombre sul accordo sul clima

LA TRASFORMAZIONE

Sistema della produzione di energia

Sistema della mobilità

Sistemi insediativi

Sistemi agricoli

Page 84: Luci e ombre sul accordo sul clima

Conclusioni

Page 85: Luci e ombre sul accordo sul clima

Emissioni UE nel 2020 -20% rispetto a 1990

Obiettivo condiviso a Parigi < 2°C

Obiettivo di < 2°C pone grandi sfideDecarbonizzare la produzione di energia al 2050Lasciare spazio di sviluppo ai paesi poveriRidurre le emissioni dei più ricchiTrasferire capitali, tecnologie, capacità

Una sfida globale

Page 86: Luci e ombre sul accordo sul clima

CHE SFIDA ÈNon esiste la tecnologia «silver bullet»

Non si può contare solo sulle rinnovabili: oggi l’85% dell’energia viene dai fossili e la trasformazione del sistema energetico richiede tempi lunghi.

EFFICIENZA ENERGETICA!• Contenere/ridurre i consumi energetici• Contenere/ridurre la mobilità su mezzo privato

Trasformazione strutturale dei sistemi• Da generazione centralizzata a generazione distribuita• Da agroindustria a agricoltura dei piccoli coltivatori

Ridurre la disuguaglianza, soprattutto i consumi dei top 10%

Tenere i fossili unburnable sotto terra

Page 87: Luci e ombre sul accordo sul clima

CHE FARE? MISURE URGENTI

Cancellare i sussidi ai fossili: 548 miliardi $ nel 2013 (fonte: IEA)

Fermare la costruzione di nuove centrali a carbone: 2440 pianificate, +6Gt CO2 al 2030, 12 GT CO2 con emissioni delle centrali esistenti al 2030 (fonte: CAT)

Istituire una carbon tax, almeno nei paesi maggiori emettitori

Rafforzare la cooperazione internazionale

Page 88: Luci e ombre sul accordo sul clima

?Chi guida

o le forze di mercato?

E’ compatibile con la crescita continua?

Non servono profondi cambiamenti culturali?

una governance democratica?

Chi gestisce i beni comuni?

Page 89: Luci e ombre sul accordo sul clima

Net global BENEFIT of climate change

1.) Net economic impact of <2.2°C warming is positive, 2.) Marginal benefit declines after 1°C of additional warming. 3.) Tol’s graph averages all of the peer-reviewed studies published to date

Page 90: Luci e ombre sul accordo sul clima

BRUTTI SEGNI IN EUROPA• Il target del taglio delle emissioni del 40% entro il 2030

non è in linea con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero alla metà del secolo e di limitare l’aumento medio delle temperature globali entro 1,5°C, come deciso a Parigi. E invece la Commissione propone di posporre una decisione sull’adeguamento dell’obiettivo al 2023, cioè dopo l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi (nel 2020): la UE, secondo la Commissione, dovrebbe quindi adottare una tattica dilatoria”.

• Fabius sostituito da Royal• OK Importazione shale gas• GOVERNO referendum trivelle

Page 91: Luci e ombre sul accordo sul clima

“Conta non ciò che sai, ma ciò che sai essere sbagliato” (detto indiano)

•G R A Z I E• www.energiafelice.it

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www.energiafelice.it

Grazie per l’attenzione

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