LUCE E OMBRA - Accademia di architettura | Accademia di ... · Provence un luogo, dove la luce e...
-
Upload
nguyenhanh -
Category
Documents
-
view
224 -
download
0
Transcript of LUCE E OMBRA - Accademia di architettura | Accademia di ... · Provence un luogo, dove la luce e...
PROGRAMMA
Atelier di progettazione 2° anno
Professore: Walter Angonese
Assistenti: Roi Carrera
Margherita Pusterla
Francesca Caravello
atelier angonese
Università della Svizzera Italiana
Accademia di architettura - Mendrisio
Semestre autunnale 2016
1° edizione - stampato in settembre 2016
LUCE E OMBRA
Light I gave myself an assignment ‘ to draw a picture that demon strates light.
Now if you give you rself such an assignment, the first thing you do is escape
somewhere, because it is impossible to do. You say that the white piece of paper
is the illustration; what else is there to do? But when I put a stroke of ink on the
paper, I realized that the black was where the light was not, and then I could
really make a drawing, because I could be discerning as to where the light was
not, which was where I put the black.
Then the picture became absolutely luminous.
I said that all ma terial in nature, the mountains and the streams and the air and
we, are made of Light which has been spent, and this crumpled mass called
material casts a shadow, and the shadow belongs to Light.
So Light is really the source of all being. And I said to myself , when the world
was an ooze withou t any kind of shape or direc tion, the ooze was completely
infilt rated with the desire to express, which was a great congealment of Joy, and
desire was a solid front to make sight possible. Luois I. KahnTesto estratto da:John Lobell, Between Silence and light, Spirit in the architecture of Louis I. Kahn, Boston: Shambhala, 1979, pp. 22.
01
01 Louis I. Kahn,The Louis I. Khan Collec-tion, University of Penn-sylvania, Anwar Hosain;
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA
Indice
TEMA Luce e ombra
IL SITO Fondazione Maeght / Saint-Paul de Vence
PROGRAMMA Padiglione
Riferimenti iconografici-progettuali
TESTI Tadao Ando / Luce, ombra, forma
Dan Flavin / La luce come immagine-oggetto
Claude Parent / Sul sentiero della luce
METODOLOGIA Walter Angonese / Riflessione sul metodo
Walter Angonese / Pensiero interstiziale
ESERCIZIO 1 Walter Angonese / Ridisegnare & ricostruire
Jose Antonio Coderch / Non è di genii che abbiamo bisogno
Esercizio E1 “10 case di Jose Antonio Coderch”
10 CASE Casa Ugalde
Casa Coderch
Casa Catasus
Casa Vallet
Casa Olano
Casa Uriach
Casa Rozes
Casa Gili
Casa Rovira
Casa Guell
PROGRAMMA Viaggio di studio in Provence - SA16
Viaggio a Bordeaux - SP17
Calendario atelier
Bibliografia generale
Indice delle fonti
Ringraziamenti
05
09
13
16
27
31
35
37
45
47
50
52
54
56
58
60
62
64
66
68
70
72
74
76
77
78
79
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 05
Luce e ombra Premessa di Walter Angonese
Entre lumière et obscurité
La luce è essenziale per il pensiero architettonico. Senza la luce lo spazio non si manifesta; senza
la luce l’oggetto architettonico non è percepibile. Tra la luce e il suo antipodo, l’oscurità, si
frappone l’ombra in una relazione transitoria e interstiziale. Alle sinergie che si instaurano fra
questi elementi dedicheremo dunque la nostra attenzione. L’atmosfera, o meglio quella Stimmung
celebrata da Loos, e generata da questi rapporti primordiali, sarà la linea guida d’indagine che
seguiremo durante tutto l’anno accademico.
L’architettura suscita nell’uomo degli stati d’animo (Stimmung). Il compito dell’architetto è dunque di precisare lo stato
d’animo. La stanza deve apparire accogliente, la casa abitabile. Il palazzo di Giustizia deve apparire al vizio segreto come un
gesto di minaccia. La sede della banca deve dire: qui il tuo denaro è custodito saldamente e con oculatezza da gente onesta.
All’architetto questo riesce soltanto se si collega a quegli edifici che finora hanno suscitato nell’uomo questo stato d’animo.
Presso i Cinesi il colore del lutto è il bianco, per noi è il nero. I nostri architetti non riuscirebbero quindi a suscitare con il nero
uno stato d’animo gioioso. Se in un bosco troviamo un tumulo, lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di
piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto qualcuno. Questa è architettura.1
Il nostro stesso corpo è continuamente avvolto in questa interazione tra luce e ombra. Il loro
dualismo gioca un ruolo fondamentale nel pensiero, nell’arte, nella cultura, nella mitologia e
nella religione di tutti gli uomini, avvalendosi di significati che si differenziano per interpretazioni
culturali e geografiche, ma che alla fine sono riconducibili allo stesso fenomeno fisico. Nei seimila
anni di “storia di architettura” canonizzata la necessità di interagire con la luminosità e l’oscurità
in una dimensione spaziale ha generato tantissime e affascinanti declinazioni e altrettanti mondi
d’ombra con un grande potenziale narrativo.
Junichiro Tanizaki scrive nel suo Libro d’ombra: “La spoglia eleganza delle stanze giapponesi è fondata, per intero, sulle
infinite gradazioni del buio. Può accadere che una nudità così estrema sconcerti un Occidentale. Che bellezza può celarsi
in quattro muri grigi, senza decorazione alcuna? Osservazione ragionevole, che mostra tuttavia come l’Occidentale non
abbia penetrato enigmi e giochi dell’ombra. Stanze, già di per sé poco chiare, noi cerchiamo di renderle ancora più fosche,
dilatando lo spazio sotto le gronde, o frapponendo talvolta, fra il buio interno e le naturali chiarità atmosferiche, lo schermo
di una veranda. Del sole fulgente che brilla sul nostro giardino non ci raggiunge che uno spento riflesso, filtrato attraverso la
carta opalescente dello shōji. Questa luce mitigata e indiretta è l’elemento estetico più importante della casa giapponese. 2
Più laborioso ancora il percorso della luce diurna sino alle grandi sale dei monasteri. Là l’opaco biancore dello shōji non muta
mai, che sia estate o inverno, bel tempo o nuvolo, mattina, pomeriggio o sera. (…) Così irreale è questo pulviscolo di sogno,
che una bruma sembra insinuarsi sotto le palpebre e costringere ad abbassarle. Incapaci di vincere l’oscurità del toko no ma,
le parcelle di chiarore si amalgamano con le tenebre, svelando un universo ambiguo, e senza più confini tra luce e ombra” 3
La luce si trasforma con il passare del tempo e genera esperienze sempre nuove attraverso la
fenomenologia della percezione, contribuisce al ruolo compositivo dello spazio e della materia,
assumendo in alcuni momenti una valenza simbolica e sacrale. Inoltre la luce può essere uno
02 Hiroshi Sugimoto, casa Barragan, 2000-2001;
<
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 07
strumento in grado di esaltare la plasticità degli oggetti e il ruolo dei sensi nella definizione
spaziale. La luce del sole è l’espressione suprema di quello che comunemente s’identifica come
luce naturale. Una luce mai uguale, che proietta ombre sempre mutevoli e vibranti, generatrice di
effetti di chiaroscuro. La geometria descrittiva come disciplina scientifica è di supporto per decifrare
questi fenomeni, ma l’osservazione, la percezione e la riflessione rimangono validi strumenti per
concepire lo spazio. Con riflessione ci riferiamo ai molti pensatori, artisti e architetti che hanno
già sperimentato questo tema. Non serve quindi scoprire un nuovo modo d’interazione tra luce
ed ombra, tra spazio e materia (anche se in realtà ogni volta è differente e pertanto sempre
nuovo); spesso è sufficiente comprendere questo fenomeno declinandolo nel proprio agire e
riferendolo al pensiero architettonico in esame. La relazione luce-ombra nella percezione degli
spazi è generalmente esaminata e vissuta nella sua dimensione più pragmatica e funzionale,
accettando l’ombra come qualcosa di accidentale. La dimensione più astratta dell’arte invece,
nella sua declinazione scultorea, pittorica o concettuale permette forse di recuperare il significato
profondo di questa relazione e mostrare aspetti che vanno oltre il pragmatismo quotidiano, di cui
sempre di più l’architettura è soggetta. Pertanto per avvicinarsi a questo esperimento ed esercizio
si è scelto un luogo d’arte.
Abbiamo individuato nella “Fondation Marguerite et Aimé Maeght” a Saint Paul de Vence in
Provence un luogo, dove la luce e l’ombra, l’arte e l’architettura, la natura e l’artificio interagiscono
in modo simbiotico. Il posizionamento di un nuovo ed ulteriore elemento architettonico/artistico,
pavillon, richiederà una profonda riflessione sul tema di queste interazioni, sul contesto e
sull’adeguatezza dell’intervento.
Il viaggio di studio, nella seconda settimana di atelier, ci permetterà di conoscere questa
famosissima fondazione d’arte e altri luoghi ed architetture particolari della Provence (dove la
sua luce vibrante è stata spesso descritta da famosi artisti e scrittori). Visiteremo il Cabanon di Le
Corbusier, il convento romanico dell’abbazia di Thoronet, la chiesa di Matisse, l’architettura del
Domaine Perraudin ed altri ancora, dove la riflessione sul tema luce-ombra hanno trovato una
particolare espressione e declinazione.Al fine di evitare una dimensione puramente funzionale per
la costruzione domestica (ma che comunque non si vorrà trascurare) abbiamo ipotizzato come
tema di progetto un elemento architettonico ibrido. Esso dovrà soddisfare sia una dimensione
di “non utilizzo” (no-use), cioè caratterizzato da fenomeni esperienziali e percettivi in continuità
con gli elementi del luogo, in cui luce ed ombra hanno un ruolo centrale, sia una dimensione più
domestica che garantisca flessibilità di alcuni elementi funzionali per un artista “in residence” (tra
atelier e piccola abitazione).
La luce e l’ombra sono anche uno dei temi più importanti nell’opera di José Antonio Coderch.
Come di consueto dedicheremo il nostro primo esercizio del ridisegno e ricostruzione di dieci
case significative del maestro catalano. Gli studenti, nel costruire questi modelli e grazie alla
scala scelta (1:33), avranno la possibilità di percepire lo spazio architettonico in modo diretto,
riuscendo a sperimentare le variazioni sul tema e acquisendo quegli strumenti di lettura spaziale e
atmosferica che caratterizzeranno il loro percorso progettuale durante tutto il semestre autunnale.
03 Souto de Moura, abbazia di Thoronet, 2007;
<
Adolf Loos, Architektur, Ins Leere gesprochen Trotzdem; “Parole nel vuoto”;
Junichiro Tanizaki scrive nel suo Libro d’ombra, cap. 8, pp.41;
Junichiro Tanizaki scrive nel suo Libro d’ombra , cap.9, pp.47;
1
2
3
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 09
04 Donald Judd, 15 untitled works in concrete, Chinati Foundation Marfa 1980-84 ;
<
Padiglioni - Artist in residenceSito di progetto - Fondation Marguerite et Aimé Maeght
“L’architettura e il sito”
Gia nel 1932 Aimé Maeght aprì una galleria a Parigi nella quale esposero artisti come Bonnard,
Matisse, Braque, Chagall, Mirò e Giacometti. Diversi anni dopo, Nel 1956 Aimé Maeght visitò
lo studio del pittore Joan Mirò in Mallorca, progettato da José Luis Sert; all’epoca Maeght stava
già considerando l’idea di costruire un nuovo museo sulla sua proprietà in Saint-Paul de Vence e
conseguentemente cercando l’architetto adatto a questa ambizione.
Il progetto della “Fondation Maeght” includeva diverse case per artisti, concepito come un di
villaggio, dove si invitavano per lunghi periodi artisti, poeti, filosofi a vivere, lavorare e scambiare
le loro esperienze e le loro idee. Il tema della luce del giorno impose fin dall’inizio la necessità
di una particolare soluzione architettonica. Il programma per la Fondazione offrì all’architetto
Sert una grande sfida e un’altra opportunità di integrare nella sua architettura le arti visive, già
sperimentata nel padiglione spagnolo della fiera internazionale di Parigi nel 1937.
Il cliente e l’architetto ebbero delle lunghe chiacchierate sul programma e l’approccio di base e
gli edifici come si presentano tutt’oggi rispecchiano tali propositi. Data la condizione del sito e la
bellissima vista sul mare e montagne, l’edificio non poteva essere un solo corpo. Fu deciso che la
planimetria della Fondazione avrebbe dovuto ricordare quella di un piccolo villaggio e che questi
volumi fossero molti e diversi tra loro. Anche gli spazi esterni furono concepiti come stanze o
patii per l’allestimento e gli artisti coinvolti avrebbero contribuito con pezzi specifici per quegli
ambienti.
La collina, interamente coperta di alberi di pino, presentava tracce di un antica costruzione,
forse di una fortificazione, che assicurò un gran numero di pietra da riutilizzare nei muri di
contenimento.
Il progetto si sviluppa su diversi livelli, assecondando la topografia collinare del sito. Il disegno
del giardino è il risultato di un buon coordinamento tra l’architettura e le sue sculture. I muri
si conformano alle sculture e le sculture ai muri e agli spazi che le racchiudono. È un lavoro
d’unione tra l’architetto, gli scultori e gli assistenti operai. I volumi, i colori, le testure e le ombre
sono state attentamente considerate ma la maggiore complessità progettuale fu quella relativa
alla scala dell’edificio e alla posizione dei differenti volumi sulla topografia.
Venne in fine risolta con il posizionamento della la casa del direttore nel punto più alto del sito,
come un guardiano che domina questo giardino scultoreo, incorporandosi al sistema murario
generale. Questo permise a tutti gli edifici di unirsi insieme come un “ensemble” di un villaggio.
L’architettura di Sert si connette alla terra e al cielo: l’elemento terrestre è la pietra locale (pierre de
Provence) utilizzata per i giardini e i muri, l’elemento aereo è il calcestruzzo che si eleva al cielo con
leggerezza. Tutto il calcestruzzo, a vista, fu dipinto di bianco secondo il procedimento della finitura
Il testo è stato tratto ed elaborato dai seguenti libri:
José Luis Sert, Architecture, City Planning, Urban Design, Sigfried Giedion, Knud Bastlund, 1967, pp. 170.
Fondation Maeght a Saint-Paul de Vence, Henry Maldiney, Maeght Èditeur 2014.
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 11
05 Hélène Binet,convento La Tourette, Le Corbusier 1956-60,2007;
<
in “cocon” pellicolare a base di “caoutchouc” che lascia a vista la venatura dei casseri. Tra la pietra
e il beton c’è il mattone che mantiene la realità del muro, donando una profondità alla superficie e
un corpo alla sua elevazione.
“luce e ombra”
La luce naturale non è un semplice mezzo d’illuminazione.
Essa introduce nello spazio l’ordine del movimento, che è un ritmo. Ciò che il vuoto separa la luce
unisce. Ma lo spazio vuoto è anche lo spazio pieno di luce. Sert costruì con i suoi allievi a Harvard
un modello in compensato trasformabile e orientabile per studiare e sperimentare la ripartizione
della luce. La soluzione individuata era perfetta. Qualunque fosse l’altezza del sole, alle differenti
ore del giorno e del corso dell’anno, i raggi luminosi arrivarono a 45 gradi sui pannelli senza che
nessuno raggio giungesse negli occhi dello spettatore. Il risultato fu ottenuto grazie al disegno
dell’orditura strutturale e alla disposizione delle semi-volte del tetto. Le variazioni angolari dei
raggi solari sono così compensati dall’orientamento delle superfici di diffusione. Inoltre la tonalità
neutrale dell’ambiente è rinforzata dalla complementarità discreta dei colori del muro e dei
pavimenti.
La poetica dello spazio e della luce di Sert raggiunge la sua massima tensione espressiva nella
relazione tra il dentro e il fuori. L’interno e l’esterno vengono definiti proprio dal loro modo di
comunicare con la luce. Sapendo che la luce naturale crea determina l’aspetto dello spazio,
Sert ha progettato il suo questo luogo come un “ensemble” di viste. L’apertura verso i “limiti”
definisce lo stile della Fondazione.
Essa è configurata da un ritmo di espansione e di concentrazione che genera un doppio scambio:
la prima tra un tempio consacrato all’arte e al libero spazio, la seconda tra i corpi dell’architettura
e lo spazio della natura.
La relazione tra gli spazi espositivi, quelli aperti, vicini e lontani, tra la terra e il cielo filtrato
dagli alberi è definita attraverso una prospettiva di fughe: le diverse viste della luce e dell’ombra
scandiscono e alternano il dentro e il fuori.
Le contraddizioni della luce immediatamente rivelano il carattere mediterraneo di quest’architettura
... Da una parte la franchezza dei piani conferisce un rigore geometrico alle ombre portate e
dall’altra le superfici, su cui l’ombra dei pini si posa, diffondono una luce imprecisa e movente.
Questa dualità di regime luminoso evoca il grande incontro mediterraneo tra l’occidente e
l’oriente.
Esercizio 2
“Disegnare l’ombra – 10 schizzi”
Il secondo esercizio rappresenta il primo contatto con il sito di progetto e sarà svolto durante il
viaggio di studio in Provence presso la Fondazione Maeght.
Per ogni studente si richiede una serie di schizzi che, come sosteneva Siza dovranno essere condotti
sul posto. Il tema della luce e ombra sarà condotto attraverso una serie schizzi che dovranno
mostrare le diverse forme dell’ombra (ombra propria, portata, diffusa) durante l’osservazione del
movimento e della percezione della luce naturale o artificiale.
Gli schizzi rappresentano il primo strumento di lavoro e di ricerca spaziale, racchiudono in sé la
prima lettura, le prime intuizioni, sensazioni e comprensioni personali del luogo.
Materiale richiesto:
10 schizzi in formato 20x20cm, bordo vivo, stampati su carta con grammatura 120.
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 13
Programma “artist in residence”
Il tema di progetto sarà un piccolo padiglione concepito come un’opera scultorea all’interno della
Fondazione Maeght, a Saint-Paul de Vence. Il progetto si dovrà quindi confrontare con questo
“ensamble” architettonico e artistico della Fondazione.
Sarà un piccolo oggetto ibrido tra scultura calpestabile e casa abitabile da destinare ad un artista
in residence e che dovrà tematizzare la luce e l’ombra nelle sue possibili declinazioni.
La superficie massima che potrà raggiungere sarà di 60mq. La scelta dell’artista potrà essere
generica o specifica (scrittore, pittore, filosofo, etc.), da cui deriva una conseguente riflessione
sullo spazio – oggetto scultoreo - e la sua adeguatezza con il contesto.
La posizione dell’oggetto all’interno della Fondazione Maeght sarà a libera scelta dello studente
e dovrà predisporre al suo interno un piccolo spazio abitabile per l’artista.
L’abitare al minimo dovrà confrontarsi sia con il tema del comfort sia con alcuni contenuti primari
dei bisogni dell’uomo. Quando lo spazio non sarà in uso, il padiglione dovrà essere sempre
fruibile dall’esterno e raggiungibile come spazio aperto.
Materiali richiesti
Disegni / Immagini
1:100 Planimetria generale
1:20 Piante, sezioni, facciate significative per la comprensione del progetto
1: 10/5 Sezione di dettaglio di uno spazio o arredo legato al tema del “Luce e ombra”
1 immagine significativa del progetto “Stimmung” (fotomodello)
Modello di gruppo
1:100 Materiali, metodo e dimensioni saranno fornite dalla didattica.
Modelli individuali
1:100 Modello di inserimento
1:20 Modello di progetto
1:10/5 Modello di dettaglio legato al tema “Luce e ombra”
Calendario
20.10.2016 S05 Inizio del progetto individuale
10.11.2016 S08 Consegna modello di gruppo
17-18.11.2016 S09 Critica intermedia
19-20.12.2016 S14 Critica finale
06Pierre Tal-Coat, Mosaïque murale 1964, fotografia di Clovis Prévost et Éric Alexandre;
<
PAG. 14
07
01 ingresso02 magazzino03 parcheggio04 giardino d‘ingresso05 vestibolo06 sala Braque07 sala Miró08 sala Chagall09 sala Kandinsky
10 sala mostre temporali 11 cortile12 gran sala d‘esposizione e conferenze13 biblioteca14 labirinto di Miró15 corte principale16 cappella17 torretta 18 casa del custode
07
Pianta Fondation Marguerite et Aimé Maeght, Saint-Paul
de Vence, 1959-64;
IL SITO
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 15
08 - 12Fondation Marguerite et Aimé Maeght, Saint-Paul de Vence, Sculture di:Joan Miró, Eduardo Chillida, Jean Arp, Eugène Dodeig-ne, Le labyrinthe Joan Miró , Alexander Calder, fotografia di Clovis Prévost et Éric Alexandre;
08
10 11 12
09
PAG. 16
01 Casa Ugalde 02 Casa Coderch
04 Casa Vallet 05 Casa Olano 03 Casa Catasus
10 case di José Antonio Coderch
07 Casa Rozes06 Casa Uriach 08 Casa Gili
10 Casa Guell09 Casa Rovira
99-108
ESERCIZIO °1
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 17
01 Casa Ugalde Caldes d’Estrac, Barcelona 1951 02 Casa Coderch Caldes d’Estrac, Barcelona 1955 03 Casa Catasus Sitges, Barcelona 1956 04 Casa Vallet Madrid 1956
05 Casa Olano Comillas, Santander 1957 06 Casa Uriach L’Ametlla del Valles, Barcelona 1962 07 Casa Rozes Roses, Girona 1962
08 Casa Gili Sitges, Barcelona 1965 09 Casa Rovira Canet de Mar, Barcelona 1967 10 Casa Guell Barcelona 1971
ESERCIZIO 1 “RIDISEGNARE E RICOSTRUIRE 10 CASE”
L’atelier focalizzerà la prima fase del corso sul tema “Luce e Ombra” attraverso il ridisegno e
ricostruzione di dieci case significative dell’architetto José Antonio Coderch. La scelta delle case è
finalizzata ad evidenziare i temi ricorrenti nella sue opere così diversamente distribuite negli anni.
Per l’esercitazione gli studenti saranno divisi in gruppi. A ogni gruppo sarà assegnata una casa da
ridisegnare in vettoriale in scala 1:50 sviluppando piante, sezioni e facciate.
È richiesto un disegno preciso e fedele all’originale. Saranno forniti sia il materiale di studio sia le
linee guida per la stesura grafica. Sulla base del materiale grafico prodotto, risultato anche di una
ricerca personale e di un’interpretazione del materiale fornito, ogni gruppo eseguirà il modello
della casa in scala 1:33, legato alla spazialità interna della casa e di dettaglio, anticipato da un
piccolo modello di studio e di verifica in scala 1:100.
I modelli saranno realizzati in legno e dovranno essere dipinti di colore bianco. Per lo sviluppo
e per le indicazioni riguardanti l’esecuzione dei modelli, informazioni dettagliate saranno
fornite a inizio semestre grazie anche al supporto di Danilo Bruno, responsabile del laboratorio
di modellistica. Questa esperienza didattica permette di acquisire la capacità di comparazione,
analisi critica di progetti diversi, capacità che si affina nel processo di astrazione attraverso la
realizzazione di modelli in scala 1:33.
99-108 Le 10 case di José Antonio Coderchda ridisegnare e ricostruire.
<
Materiali richiestiDisegni / Immagini
1:50 Piante, sezione e prospetti, secondo layout fornito dalla didattica
4 immagini rappresentative della casa in formato 20x20cm su cartoncino 2mm
Modelli
1:33 Dimensioni secondo le direttive date dalla didattica, in mdf dipinto di bianco.
1:100 Modello di studio in cartoncino grigio
Calendario
22.09.2016 S01 Presentazione e inizio dell’esercizio 01
13-14.10.2016 S04 Consegna mock-up e critica piani
20.10.2016 S05 Consegna e presentazione dell’esercizio 01
17-18.11.2016 S09 Critica intermedia e allestimento mostra
PAG. 18 PROGRAMMA VIAGGIO
145-146Le Corbusier,
Cabanon, 1951 e Unitè, 1952;147
Abbazia de Thoronet,lesson di John Pawson, 2015;
148Eileen Gray, Maison en
bord de mer E-1027, 1926;149
Jean Prouve, Maison tropical, 1958-1964;
150Jean Nouvel,
residenziale Nemausus, 1994;151
Guilles Perraudin,Domaine Perraudin, 2003;
152Gio Ponti,
monastero del Carmelo, 1958;
145
148
146
147
149 150
152151
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 19
Programma di viaggio
FRANCIA / PROVENCE - NICE - NIMES - MARSEILLE
06:00 Partenza da Mendrisio
11:00 Cap Moderne: Cabanon, Camping arch. Le Corbusier
Villa E1027 arch. Eileen Gray
14:30 Chapelle du Rosaire di Henri Matisse
16:00 Fondazione Maeght arch. Jose Lluis Sert
20.00 Arrivo a Nice
09:00 Fondazione Hartung Bergman
12:15 Abbazia di Thoronet
18:00 Cantina Domaine Perraudin arch. Guilles Perraudin
Aperitivo Atelier
20:00 Arrivo a Nimes
08:00 Carrè d’Art arch. Norman Foster
Tour Nimes
10:30 Residenziale Nemausus arch. Jean Nouvel
14:00 Unitè d’Habitation arch. Le Corbusier
16:30 Friche de l’Escalette (arch. Jean Prouvè + land art)
18:30 La Tourette arch. F. Pouillon
20:00 Arrivo a Marseille
10:00 Villa de Noailles arch. R. Mallet-Stevens
16:00 Monastero del Carmelo arch. Gio Ponti
17:00 Partenza per Mendrisio
Giovedì 29 Settembre
Venerdì 30 Settembre
Sabato 01 Ottobre
Domenica 02 Ottobre
PAG. 20
153Blockhaus,
dune du Pilat;154
Rem Koolhaas,maison Lemoine, Floirac 1998;
147Jose Lluis Sert,
Fondation Maeght, 1964;155
Lacaton Vasal,trasformazione appartamenti, 2016;
156Le Corbusier
quartiere Pessac 1924-26;157
Robbrecht en Daem, Le Pin Pomerol, 2011;
158Norman Foster,
Chateau Margaux, 2015;
SEMESTRE PRIMAVERILE SP16
154
156
158
155
157
159
153
ATELIER ANGONESE AAM 2016 LUCE E OMBRA PAG. 21
BORDEAUX VIAGGIO SP17
Il sito del secondo semestre sarà ubicato nella città di Bordeaux, nel sud ovest della Francia.
Il progetto si confronterà con l’abitare collettivo nel tessuto urbano, il cui centro storico è
patrimonio UNESCO.
160 161
<
159Herzog de Meuron,Pomerol, 2003;
160Plan della Ville,Bodeaux 1755; 161Plan della Ville,Bodeaux 1832;
PAG. 22 CALENDARIO / BIBLIOGRAFIA GENERALE
Calendario atelier
ME 21.09.2016 14:00 Presentazione del corso GIO 22.09.2015 09:00 Primo incontro in atelier 09:30 Lezione inaugurale Walter Angonese “Luce-Ombra” e “La costruzione dell’idea” 11:00 Presentazione / inizio esercizio °1 “Ridisegnare & ricostruire” VE 23.09.2015 09:00 Lezione Daniela Mondini 11.00 Presentazione “Viaggio di Studio - Provenza” / “Stimmung” 15:00 Visita Villa Panza GIO 29.09.2016 06:00 Partenza viaggio di studio - Provenza (Francia) DOM 02.10.2016 00:00 Rientro viaggio di studio - Provenza (Francia) GIO 06.10.2016 9:00 Atelier VE 07.10.2016 9:00 Consegna / presentazione esercizio 2º + atelier GIO 13.10.2016 09:00 Atelier VE 14.10.2016 09:00 Atelier GIO 20.10.2016 09:00 Consegna / presentazione esercizio 1° + atelier VE 21.10.2016 09:00 Inizio progetto individuale GIO 27.10.2016 09:00 Atelier + presentazione modello collettivo sito VE 28.10.2016 10.00 Atelier + Lezione a cura di Walter Angonese GIO 03.11.2016 09:00 Atelier VE 04.11.2016 09:00 Excursus 01 - Margherita Pusterla + atelier GIO 10.11.2016 09:00 Excursus 02 - Roi Carrera + atelier + MAD VE 11.11.2016 09:00 Consegna modello colletivo + atelier GIO 17.11.2016 09:00 Critica Intermedia: critico invitato: Frederic BonetVE 18.11.2016 09:00 Critica Intermedia: critico invitato: Anne Holtrop GIO 24.11.2016 09:00 Atelier VE 25.11.2016 09:00 Excursus 04 - Francesca Caravello + atelier GIO 01.12.2016 09:00 Atelier VE 02.12.2016 09:00 Atelier GIO 08.12.2016 09:00 Atelier VE 09.12.2016 09:00 Atelier LU 12.12.2016 09:00 PRINT WEEK VE 16.12.2016 09:00 PRINT WEEK LU 19.12.2016 09:00 Critica finale - Critico invitato: Hélène Binet MA 20.12.2016 09:00 Critica finale - Critico invitato: Hélène Binet 20:30 Cena atelier ME 21.12.2016 09:00 Voti GIO 22.12.2016 09:00 Archiviazione progetti / pulizia atelier
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
ESER
CIZ
IO °
1
ESER
CIZ
IO °
2
PRO
GET
TO -
3 s
etti
man
e PR
OG
ETTO
- 6
set
timan
e