LR_Settembre2011

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Politica, Politica, porte chiuse porte chiuse per le donne per le donne SU QUESTO NUMERO L’ecoturismo conquista tutti L’impero romano in mostra In linea con quanto avviene nel- la maggior parte dei Paesi occi- dentali, anche in Russia cresce il numero di cittadini che alle me- te tradizionali preferisce un’espe- rienza a contatto diretto con la natura. L’offerta non manca, ma gli enti locali hanno bisogno di fondi per attirare un numero maggiore di turisti dall’estero. Nel museo-tenuta di Kolo- menskoe è stata inaugurata una mostra unica nel suo genere dal titolo “Il grande impero romano”, con opere realizzate interamente in sabbia. I capolavori dell’archi- tettura italiana, insieme alle leg- gende del cinema e agli eroi della mitologia: ecco tutto quello che gli scultori provenienti da 12 di- versi Paesi di tutto il mondo han- no dovuto mettere insieme, anzi letteralmente, raggranellare. Nord e South Stream Proseguono i lavori per i nuovi gasdotti I due Paesi confinanti da tempo vivono una situazione di forte confl ittualità sulla questione dei prezzi, che si spera possa esse- re superata proprio in virtù dell’interesse comune di guada- gnare quote di mercato nelVec- chio Continente. I prossimi mesi saranno decisivi. SERVIZIO A PAGINE 4-5 SERVIZIO A PAGINA 10 SERVIZIO A PAGINA 7 Il prossimo numero Un viaggio nel cuore del Faust di Sokurov Leone d’Oro a Venezia I segreti del film che ha strega- to pubblico e giuria al Festival del Cina, i commenti dei critici russi, le testimonianze raccolte tra il pubblico in Laguna. E poi, ancora, viaggio alla sco- perta del cinesta Aleksandr So- kurov, tra i racconti di chi lo conosce da lungo tempo e ha avuto modo di apprezzare tutte le sfumature del suo carattere, da molti superficialmente dipin- to come schivo e poco incline ai cerimoniali. Infine un ritratto delle sue passioni e informazio- ni inedite sul suo impegno in difesa dell’area cinematografi- ca e dei cineasti più giovani che operano all’interno della Fede- razione. Una fase della costruzione di Nord Stream Molte scene del film sono state pericolose da girare Le tensioni sociali in Nordafri- ca e l’instabilità cronica del Medio Oriente accrescono l’in- teresse dei Paesi europei per il gas russo. Così i lavori che ri- guardano le grandi reti infra- strutturali che servono il Nord e il Sud Europa si preparano a subire un’accelerazione. Anche se resta da definire la dia- triba mai sopita con l’Ucraina. SUL NOSTRO SITO RUSSIAOGGI.IT Le donne che fanno po- litica sono una rarità in Russia. Se già in epoca sovietica erano poche le esponenti del gentil ses- so a raggiungere posi- zioni di vertice nelle isti- tuzioni, la situazione è addirittura peggiorata negli ultimi anni. Al mo- mento l’unica politica di levatura nazionale è Valentina Matvienko (nella foto a destra, du- rante un incontro pub- blico), ex governatrice di San Pietroburgo, che dovrebbe essere presto nominata alla presidenza della Camera alta. Così, il dibattito prende corpo nell’opinione pub- blica, tra quanti chie- dono l’introduzione di quote rosa e coloro che auspicano diversi modelli decisionali, che portino a premiare le competenze e il merito, anziché l’ap- partenenza a potenta- ti. Un dibattito che, per molti versi, somiglia a quello in corso in Italia. SERVIZIO A PAGINA 2 GETTY IMAGES/FOTOBANK UFFICIO STAMPA LUNEDÌ 26 SETTEMBRE 2011 L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e Roberto Rosetti racconta la nuova tappa della sua carriera L’Italia ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Mosca. PAG. 12 PAG. 11 Sport Cultura Inchiesta. Le condizioni di lavoro degli over 40 PAG. 3 Società Realizzato da RUSSIA BEYOND THE HEADLINES Inserto distribuito con The NYT International Weekly Sul sito ecco la pastila, golosità russa alla mela che entra al museo 31 ottobre www.russiaoggi.it ITAR-TASS LORI/LEGION MEDIA AP/EAST NEWS RUSLAN SUKHUSHIN KRISTINA ZUJKINA

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Russia Oggi

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Politica, Politica, porte chiuse porte chiuse per le donne per le donne

SU QUESTO NUMERO

L’ecoturismo conquista tutti

L’impero romano in mostra

In linea con quanto avviene nel-la maggior parte dei Paesi occi-dentali, anche in Russia cresce il numero di cittadini che alle me-te tradizionali preferisce un’espe-rienza a contatto diretto con la natura. L’offerta non manca, ma gli enti locali hanno bisogno di fondi per attirare un numero maggiore di turisti dall’estero.

Nel museo-tenuta di Kolo-menskoe è stata inaugurata una mostra unica nel suo genere dal titolo “Il grande impero romano”, con opere realizzate interamente in sabbia. I capolavori dell’archi-tettura italiana, insieme alle leg-gende del cinema e agli eroi della mitologia: ecco tutto quello che gli scultori provenienti da 12 di-versi Paesi di tutto il mondo han-no dovuto mettere insieme, anzi letteralmente, raggranellare.

Nord e South Stream Proseguono i lavori per i nuovi gasdotti

I due Paesi confi nanti da tempo vivono una situazione di forte confl ittualità sulla questione dei prezzi, che si spera possa esse-re superata proprio in virtù dell’interesse comune di guada-gnare quote di mercato nel Vec-chio Continente. I prossimi mesi saranno decisivi.

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SERVIZIO A PAGINA 7

Il prossimo numero

Un viaggio nel cuore del Faust di Sokurov Leone d’Oro a VeneziaI segreti del fi lm che ha strega-to pubblico e giuria al Festival del Cina, i commenti dei critici russi, le testimonianze raccolte tra il pubblico in Laguna. E poi, ancora, viaggio alla sco-perta del cinesta Aleksandr So-kurov, tra i racconti di chi lo conosce da lungo tempo e ha avuto modo di apprezzare tutte le sfumature del suo carattere,

da molti superfi cialmente dipin-to come schivo e poco incline ai cerimoniali. Infi ne un ritratto delle sue passioni e informazio-ni inedite sul suo impegno in difesa dell’area cinematografi -ca e dei cineasti più giovani che operano all’interno della Fede-razione.

Una fase della costruzione di Nord Stream

Molte scene del film sono state pericolose da girare

Le tensioni sociali in Nordafri-ca e l’instabilità cronica del Medio Oriente accrescono l’in-teresse dei Paesi europei per il gas russo. Così i lavori che ri-guardano le grandi reti infra-strutturali che servono il Nord e il Sud Europa si preparano a subire un’accelerazione. Anche se resta da defi nire la dia-triba mai sopita con l’Ucraina.

SUL NOSTRO SITO RUSSIAOGGI.IT

Le donne che fanno po-litica sono una rarità in Russia. Se già in epoca sovietica erano poche le esponenti del gentil ses-so a raggiungere posi-zioni di vertice nelle isti-tuzioni, la situazione è addirittura peggiorata negli ultimi anni. Al mo-mento l’unica politicadi levatura nazionale è Valentina Matvienko (nella foto a destra, du-rante un incontro pub-blico), ex governatrice di San Pietroburgo, che dovrebbe essere presto nominata alla presidenza della Camera alta.Così, il dibattito prende corpo nell’opinione pub-blica, tra quanti chie-dono l’introduzione di quote rosa e coloro che auspicano diversi modelli decisionali, che portino a premiare le competenze e il merito, anziché l’ap-partenenza a potenta-ti. Un dibattito che, per molti versi, somiglia a quello in corso in Italia.

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LUNEDÌ 26 SETTEMBRE 2011L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e

Roberto Rosetti racconta la nuova tappa della sua carriera

L’Italia ospite d’onore alla Fiera Internazionaledel Libro di Mosca.

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Sport CulturaInchiesta. Le condizioni di lavoro degli over 40

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Società

Realizzato da RUSSIA BEYOND THE HEADLINES

Inserto distribuito con The NYT InternationalWeekly

Sul sito ecco la pastila, golosità russa alla mela che entra al museo

31 ottobrewww.russiaoggi.it

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02 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA) PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYPolitica

VERONIKA DORMANRUSSIA OGGI

Il tema delle pari opportunità all’interno dei partiti e delle Istituzioni si sta facendo strada nel dibattito pubblico. Ma l’inversione del trend appare ancora lontana.

Rappresentatività La soppressione delle “quote rosa” ha visto quasi sparire la presenza femminile al potere

statura politica e una visione; sa amministrare bene le cose e ha grande esperienza». Secon-do l’esperta, oggi esistono due tipi di donne impegnate in po-litica: quelle che hanno posizio-ni di responsabilità che deriva-no dalla benevolenza di chi sta

Le protagoniste del dibattito pubblicoNell’arena politica, le figure femminili di spicco si contano sulle dita di un’unica mano. Anzi, al momento l’unica poli-tica di levatura nazionale è Va-lentina Matvienko, ex governa-trice di San Pietroburgo che do-vrebbe essere presto nominata alla presidenza della Camera alta. Olga Krychtanovskaya, specializzata in studi sull’élite presso l’Istituto di Sociologia dell’Accademia delle Scienze, assicura: «Matvienko è l’unica donna che abbia un’autentica

più in alto di loro e quelle che si sono fatte strada da sole. Ma-tvienko appartiene al gruppo delle seconde e lei stessa dete-sta le questioni di genere, tanto da non aver mai amato rispon-dere alle domande sulle donne e la politica.

Quando le elezioni sono diven-tate libere e sono state soppres-se le quote di epoca sovietica riservate alle donne, esse sono quasi scomparse dalla scena politica. In un certo senso la mentalità patriarcale, emanci-patasi dal decisionismo comu-

nista, ha rialzato la testa.Oggi il sistema politico e socia-le nel suo complesso fa affida-mento su un concetto tradizio-nale di rapporto uomo-donna, esacerbato dalla crescente os-sessione, a livello statale, per una situazione demografi ca di-sastrosa, e dall’urgente neces-sità di far nascere un numero maggiore di bambini per porvi rimedio. Diventa però sempre più complesso coniugare vita professionale e maternità, tanto più che gli asili nido e le scuo-le materne diminuiscono. Le nuove leggi per la famiglia in-dirizzano spesso la donna più verso l’ambiente domestico che verso il mondo del lavoro. E a tutto ciò va aggiunto infi ne un maschilismo imperante: «Una donna, susciterà sempre diffi-denza, a prescindere dalle sue qualità e che ne dia motivo o meno», spiega Irina Khakama-da. Figura emblematica della donna impegnata in politica nella nuova Russia post-sovie-tica e candidata alle presiden-ziali del 2004, la Khakamada si è ritirata a vita privata.In un sistema che è più clien-telare che democratico, carisma e talenti reali in un uomo sono addirittura meno importanti della sua lealtà e dedizione al potere e dell’appoggio che il po-tere gli garantisce a sua volta. Le donne fanno ancora più fa-tica ad affermarsi. «Gli uomini politici in Russia sono spesso scialbi, irrilevanti, perché il si-stema lavora per loro. Possono anche non avere alcun interes-se, e malgrado ciò diventare leader», prosegue Khakamada. «Una donna, invece, deve in ogni caso nuotare sempre controcor-rente, e deve sempre e comun-que farsi notare». In realtà, le donne deputato (il 14% del totale) sono tutt’altro che superwomen. Spesso si oc-cupano prevalentemente di

PAVEL NIKULINRUSSIA OGGI

Un passato glorioso, ma un presente pieno di difficoltà. La repubblica reduce dalle elezioni politiche fa storia a sé nel panorama mondiale. E ora punta al rilancio.

Abkhazia, dove il Presidente prende il caffè con i cittadini

Il caso Alle elezioni ha trionfato al primo turno il vicepresidente Ankvab

saporto di chi ha votato viene apposto un timbro. Dalla sche-da è fisicamente impossibile escludere la voce “contro tutti” (che esisteva in Russia ed è stata abolita nel 2006, ndr), perché nel Paese si vota non “per” il candi-dato, ma “contro”. Ciascun elet-tore riceve una scheda dalla quale deve depennare i cogno-mi dei vari candidati. La vittoria è andata al vicepre-sidente Aleksandr Ankvab con il 55% dei voti, in una campa-gna che non ha messo in luce grandi differenze nei program-mi dei vari candidati. A molti cittadini abkhazi Ankvab ricor-da Putin. Intanto i russi hanno ottenuto risposta a un quesito fondamentale: il Presidente ap-pena eletto ritiene che il suo Paese avrà bisogno di fi nanziamenti dal Cremlino per altri cinque-dieci anni. Vale a dire per uno o due mandati presidenziali.

L’Abkhazia è un angolo di clima subtropicale sulle sponde cau-casiche del Mar Nero. In epoca sovietica era un luogo di villeg-giatura assai gettonato, oggi si trova in stato di abbandono. Il Paese ha subito gravi danni du-rante il confl itto armato con la Georgia degli anni 1992-93. La maggior parte dei suoi abitanti ha il passaporto russo e può quindi partecipare alle presiden-ziali. Ma la popolazione è molto più interessata alle elezioni del leader locale. Visto da un turista di passaggio, il quadro delle elezioni appare piuttosto bizzarro: la gente si mette in fi la sin dal mattino pre-sto davanti ai seggi elettorali, gli elettori arrivano molto prima dell’apertura. Tra la folla, che la polizia cerca di contenere, vi sono molti anziani e invalidi di guer-ra. «Non continuate a fumare qui dentro, quante volte devo ripe-

terlo?», grida una giovane donna ai funzionari del seggio che con le loro sigarette riempiono di fumo la sala in cui si vota. «Io già una settimana fa ho te-lefonato ad Ankvab e gli ho detto che avrei votato per lui», racconta Evgeni, nato a Sukhu-mi, la capitale dell’Abkhazia, e tornato in patria dopo la pen-sione. Questo rapporto così aperto con i rappresentanti del potere non è una novità. Il pre-sidente uscente Sergei Bagapsh, amava incontrare la popolazio-ne: chiunque lo desiderasse, po-teva sedersi al tavolo con Ba-gapsh e conversare con lui. Benché la Russia aiuti l’Abkha-zia in occasione delle elezioni, curando l’organizzazione della sala stampa e l’arrivo dei rap-presentanti di diverse Ong stra-niere, la legge elettorale locale è diversa da quella russa. Le urne sono trasparenti, sul pas-

SergeiMarkedonov

ANALISTA

La concomitanza tra la data delle elezioni e il prossimo anniversa-rio dell’indipendenza ha investi-to la campagna di un particola-

IL COMMENTO

I difficili rapporti con la Georgiare significato. In effetti le elezioni straordinarie (anche per un Pae-se membro dell’Onu) sono sem-pre un evento di eccezionale im-portanza. Nel caso dell’Abkhazia, qualsiasi campagna è una tacita competizione con la Georgia. In-fatti, se le elezioni fossero state

seguite da conflitti o addirittura da una resistenza civile, questo avrebbe dato un motivo alla le-gittima Tbilisi e ai suoi difenso-ri negli Stati Uniti e in Europa di parlare di un totale o parziale fal-limento del progetto abkhazo. Ma non è successo.

Il futuro Presidente di Abkhazia Ankvab sta votando in una circoscrizione elettorale a Sukhumi

Scommettere sulle donneScommettere sulle donne leggi riguardanti la famiglia, l’infanzia, l’istruzione, lo sport e la salute. «Non sono fi gure po-litiche in senso vero e proprio, con un’ideologia e una visione allargata, ma soltanto funzio-narie professioniste», sintetiz-za Krychtanovskaya, che è anche presidente della neona-ta Ong “Otlichnitsy” (Le prime della classe), il cui obiettivo è far eleggere Presidente una donna nel 2018. E perché, per prepararsi a quello sprint, non sostenere allora la candidatu-ra di Matvienko già nel 2012? La battaglia si prospetta diffi-cile. Uno studio recente di Vt-siom rivela che un quarto dei russi ritiene che ci siano già suf-fi cienti donne in politica e che, a parità di qualità, una candi-data perderebbe le elezioni per la presidenza a vantaggio di un uomo soltanto per il suo sesso.

Il confrontocon gli altri Stati

AFP/EA

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Società

ALEKSEI BOYARSKIKOMMERSANT

L’età lavorativa in Russia arriva a 60 anni, ma per i quarantenni la situazione diventa sempre più difficile. Comprese le posizioni dirigenziali, un tempo appannaggio dei più esperti.

«Cercasi direttore generale, età inferiore ai 40 anni... direttore ufficio vendite, meno di 35 anni... office manager, meno di 30 anni». Nella banca dati dell’agenzia interinale online Superjob.ru le preferenze ri-guardo ai limiti di età dei can-didati sono presenti nel 54% delle offerte di lavoro. Secon-do quanto osservato da Evge-nija Shatilova, direttrice del progetto Rabota.ru, l’età degli eventuali candidati viene indi-cata nel 75% delle proposte. E anche nella maggior parte dei casi in cui l’età non viene in-dicata, questo criterio viene co-munque seguito. Ludmilla F. racconta: «Ho tre lauree; dal 2002 ho lavorato come diretto-re del personale, continuando ad aggiornarmi con la frequen-za di corsi su svariate materie. Ora sto cercando lavoro e ho inviato il mio curriculum a 34 aziende, senza indicare l’età. Sono stata contattata da 19 so-cietà, ma quando hanno sapu-to che ho 55 anni, 14 di queste mi hanno risposto senza mezzi termini che l’offerta riguarda-va candidati appartenenti a una fascia di età limitata». Le of-ferte di lavoro per persone tra i 40 e i 50 anni sono poche. E quasi sempre si tratta di posti non adeguati alle competenze

Lavoro, tempi duri per gli over 40Tendenze Il mercato penalizza i profili senior e una volta persa l’occupazione diventa sempre più difficile trovare alternative

Un limite spesso insuperabile

Le fasce di popolazione più colpite

I centri per l’impiego in Russia sono sempre pieni di cittadini di tutte le età

" Dopo i 50 anni è possibile trovare un buon lavoro solo avendo alle spalle

una carriera di successo, quando si ha una reputazione sul merca-to, quando si possono dimostra-re risultati effettivi o se si sono occupate posizioni di prestigio in aziende conosciute. Oppure nel caso si sia esperti in un settore molto specialistico o si abbiano molti contatti d’affari che possono tornare utili per l’azienda”

LA FRASE

Olga SavoskoDIRETTORE DEL PERSONALE DEL GRUPPO

FINANZIARIO BKS

e alla professionalità acquisite sul campo. «Nella maggior parte dei casi i datori di lavo-ro preferiscono assumere gio-vani specialisti», spiega il di-rettore amministrativo della compagnia di recruiting Antal Russia, Michael Germershau-sen. «Le generazioni più anzia-ne non hanno conoscenze eco-nomiche adeguate agli standard oggi necessari e hanno scarsa familiarità con le lingue stra-niere».Il direttore progetti della com-pagnia di recruiting Consort Group, Olga Rybakova, ritiene che la principale causa dei pro-blemi di inserimento di specia-listi che hanno già superato la soglia dei 45 anni non risieda nelle loro mancanze professio-nali, ma nell’immaturità per-

sonale dei giovani datori di la-voro, che hanno semplicemen-te paura di assumere dipenden-ti più anziani di loro: «Non sanno come rapportarsi a loro, facendo confusione tra l’atti-vità professionale e i propri confl itti irrisolti coi genitori... Per questo è molto più sempli-ce avere a che fare con perso-ne più giovani».Questo problema è emerso per la prima volta negli anni ‘90: l’età media dei nuovi uomini di affari si aggirava intorno ai 30 anni. Allora tutti credevano che con l’aumentare dell’età dei titolari delle aziende, sarebbe cresciuta anche quella dei di-pendenti. Ma, nei fatti, questo non è accaduto. In ogni caso esistono offerte di lavoro per le quali la maturità

ANTON MAHROVRUSSIA OGGI

Le autorità preparano un piano antifumo, i cittadini si dicono favorevoli, ma per gli esperti a uscirne sconfitti saranno solo i piccoli imprenditori. E intanto cresce il contrabbando.

Salute, un piano contro il tabagismoLegge La vendita di sigarette ha un giro d’affari di 400 miliardi all’anno

Nelle prossime settimane il Par-lamento inizierà a esaminare il progetto di legge sulla lotta con-tro il tabagismo. La legislazio-ne russa a questo proposito si è sempre distinta per la sua libe-ralità. Si può fumare pratica-mente ovunque e in qualsiasi momento, e le limitazioni alla vendita del tabacco introdot-te nel tempo vengono spesso ignorate. Ora invece il mini-stero della Sanità ha in pro-gramma una riforma radi-cale. Secondo l’Organizza-zione mondiale della Sanità, oggi in Russia fuma il 40% della popolazione. Per fare un confronto: in Inghilterra questo valore è del 34%, in Brasile supera di poco il 17%. Per quantità totale di sigarette consumate, la Federazione si trova al quarto posto della clas-sifi ca mondiale (con circa 400 miliardi di bionde l’anno), su-perata solo da Cina, India e In-donesia, dove però la popola-zione è molto più numerosa.

Inoltre il tabacco in Russia è molto più a buon mercato che in Europa: un pacchetto di si-garette costa circa un euro, con-tro i 4 necessari nel Vecchio Con-tinente.Secondo i piani del ministero della Sanità, già nel 2013 le si-garette spariranno dai chioschi lungo le strade per

essere vendute solo nei negozi. A partire dall’anno successivo, sarà proibito fumare nelle sta-zioni, negli aeroporti e alle fer-mate dei mezzi pubblici. Le zone fumatori spariranno del tutto da bar e ristoranti, e se vorrete fu-mare sulle scale o sul portone

d’ingresso del vostro condominio, do-

vete procu-

rarvi un permesso scritto fi rma-to da tutti gli inquilini del pa-lazzo. Inoltre tali limitazioni en-treranno in vigore non solo per le sigarette, ma per tutti i pro-dotti che contengono nicotina, inclusi tabacco da presa e da ma-sticare (vedi il grafi co).Le compagnie produttrici hanno reagito alla proposta di legge con tranquillità: del resto, i loro affari non sono crollati nei Paesi che hanno adottato normative restrittive sul fumo. Mentre hanno protestato in maniera vi-brante le associazioni che rap-presentano i gestori dei chio-schi, per i quali la vendita di tabacco rappresenta il 50% circa delle entrate.Il direttore dell’Istituto di Po-litica sociale Hse, Sergei Smirnov, teme che la stretta possa prestare il fi anco alla nascita di un mercato paral-lelo in nero. «Non si tratta solo del contrabbando di si-garette dalla Cina, ma della

possibile nascita di micro-fab-briche che metterebbero sul mercato una produzione che non rispetta neanche gli standard sanitari minimi», spiega Smir-nov. «È giа successo con gli al-colici, e sicuramente avverrа anche col tabacco, la cui cate-na produttiva è ancora più sem-plice», conclude l’esperto.

DA DENEZHNIJ PEREULOK 5*

Se la cultura italiana diventa protagonista

Dopo Raffaello e Bernini, nell’ambito dell’Anno della cultura e della lingua italiana in Russia, l’Ambasciata d’Ita-lia ospita la coppia di prezio-sissimi ritratti di Laura da Pola e di Febo da Brescia di Lorenzo Lotto, maestro del Ri-nascimento dell’Italia setten-trionale. E forse proprio agli splendidi dettagli degli abiti di marito e moglie, alle loro pellicce, ventagli, pizzi e mer-letti rinascimentali deve l’ispi-razione la serata “Artigianato come Arte. Sfi zi degli uomini italiani”, dedicata ai prodotti artigianali italiani di lusso in-dirizzati a un pubblico ma-schile. La residenza di Denezh-nij Pereulok sarà invasa dal fumo dei sigari toscani, dagli aromi delle grappe Nonino e di vini superbi quali il Lupi-caia del Terriccio, e i selezio-nati ospiti russi potranno

ascoltare la storia delle biciclet-te Colnago, delle cravatte Ma-rinella e delle motociclette Mv-Agusta e ammireranno la nuova Ferrari quattro ruote motrici.Settembre è tempo di cultura, e il calendario dell’Anno Italia-Russia è particolarmente ricco: mentre la Galleria nazionale Tretjakovskaja è incantata dalle quattro tavole del giovane An-tonello da Messina, i padiglioni del Vdnkh risuonano delle rime del poema “Patria”, opera di Pa-trizia Cavalli per il 150esimo dell’Unità d’Italia, e dei raccon-ti di Sandro Veronesi e Fabio Volo, appena tradotti in russo, tutti membri della delegazione italiana ospite d’onore della 24esima Fiera Internazionale del Libro di Mosca.

*Denezhnij Pereulok 5 é la sede dell’Ambasciata d’Italia a Mosca

anagrafi ca non solo non rap-presenta un impedimento, ma diventa addirittura un pregio. «Le generazioni più anziane spesso hanno molta esperien-za in determinati ruoli, come l’asset manager», afferma il vi-ce-direttore generale per lo Svi-luppo degli affari della com-pagnia di investimenti fi nan-ziari Solid, Aleksei Zajkin. Con

l’età e l’esperienza aumenta anche l’affidabilità di dottori, insegnanti, ingegneri, sovrin-tendenti, operai specializzati. Il mercato del lavoro, tuttavia, sembra penalizzare questi pro-fi li, soprattutto per le posizioni che costituiscono un trampo-lino di lancio per una crescita professionale. Un problema non da poco per l’economia russa.

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ECCO LE NUOVE STRADE DEL GASPER L’EUROPA

IL PRIMO GASDOTTO BALTICO ATTENDE SOLO IL VIA

LIBERA, MENTRE LA REALIZZAZIONE DELLA LINEA

MERIDIONALE È ANCORA IN STAND-BY

MATERIE PRIME

NIKITA DULNEVRUSSIA OGGI

North Stream e South Stream, l’era d’oro del gas e le normative europee. In autunno saranno annunciati i risultati dei colloqui tra la Commissione Europea e la Federazione.

EVGENY UTKINRUSSIA OGGI

La centralità acquisita dal gas nei rifornimenti energetici europei porta con sé un inasprimento dei rapporti tra la Federazione e la nazione vicina.

Il continuo braccio di ferro con l’UcrainaInfrastrutture Nord e South Stream aprono nuove prospettive per le forniture europee

In piena estate, pochi pensava-no all’inverno. Ma le dichiara-zioni ucraine di fine agosto hanno ricordato agli europei le recenti guerre di gas tra Russia e Ucraina, con le interruzioni delle forniture. Prima il premier ucraino Nikolai Azarov ha ac-cusato la Russia: «Ci avete spin-to in un angolo», e ha dichiara-to che il Governo di Kiev è pron-to ad avviare un arbitrato per cambiare i contratti di fornitu-ra del gas per ottenere prezzi più contenuti. Quindi è seguita la minaccia di sciogliere Naf-

togaz, la compagnia responsa-bile dei contratti. Il Presidente russo ha risposto fermamente che i prezzi applicati all’Ucrai-na sono gli stessi di altri Paesi, ma se l’Ucraina «vuole un prez-zo speciale, dovrebbe fare una proposta interessante», come l’entrata nell’Unione doganale

con la Russia, Kazakistan e Bie-lorussia o vendere ai russi i ga-sdotti ucraini. Infatti Kiev gode di uno sconto sul prezzo del gas del 30% (ma non più di 100 dol-lari per 1.000 metri cubi), strap-pato a Gazprom nell’aprile 2010

in cambio della possibilità di dislocare la fl otta russa a Seba-stopoli per altri 25 anni. Ma non si accontenta: l’Ucraina chiede di abbassare il prezzo o di col-legarlo a quello del carbone. A causa della crescita dei prez-zi del gas russo, l’Ucraina ha cambiato la sua strategia ener-getica. L’obiettivo è ridurre dra-sticamente in soli cinque anni la dipendenza dal gas russo, che dagli attuali 36-40 miliardi di metri cubi all’anno dovrà scen-dere ad appena 12 miliardi. Come centrare miracolo? Pun-tando sull’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e soprattut-to sul carbone, che da solo so-stituirà 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Ma anche sulla produzione offshore nel Mar Nero e lo sviluppo di shale gas. Il presidente della Rada (il Par-lamento ucraino) Vladimir Li-

tvin si augura che si troverà una soluzione con la Russia, altri-menti l’Italia sarà la prima a pagare. Il gasdotto Greenstream, che porta 8 miliardi di metri cubi dalla Libia, sconta le conseguen-ze della guerra in atto nel Paese nordafricano. Così i rifornimen-ti provenienti da Est diventano sempre più decisivi. I russi sono consapevoli dell’im-portanza assunta e si muovono di conseguenza: hanno aperto Nord Stream e defi nito la part-nership in South Stream (insie-me a Gazprom ed Eni, sono en-trati francesi Edf e tedeschi Ba-sf-Wintershall). I prossimi mesi saranno decisi-vi per capire quale sarà l’im-patto di queste nuove iniziative sullo scacchiere europeo, se cioè aiuteranno o meno a lenire le tensioni con il Paese vicino.

I prossimi mesi saranno decisivi per capire quali saranno le conseguenze politiche delle nuove iniziative

Le tensioni in Medio Oriente e Nord Africa fanno crescere l’in-teresse dell’Europa per il gas russo. Di positivo c’è che il primo gasdotto Nord Stream è pronto a rifornire l’Europa set-tentrionale. Il tratto fi nale del primo gasdotto, che collega le sezioni offshore a quelle onsho-re, è stato ultimato e attende solo di essere collegato alla rete distributiva del Vecchio Conti-nente. «Abbiamo completato con suc-cesso tutti i collaudi», ha spie-gato Georg Nowack, project ma-nager di Nord Stream AG per la Germania. Il progetto Nord Stream è in corso di realizzazione dalla fi ne degli anni Novanta. All’epoca, l’Unione Europea si era ripro-posta di ridurre al minimo i ri-schi legati al transito delle for-niture di greggio e di gas desti-nate ai Paesi dell’Ue, dopo le controversie tra Russia e alcu-ne ex repubbliche sovietiche come Bielorussa e Ucraina. Te-nuto conto che i rapporti tra Paesi confi nanti sono spesso im-prevedibili, si scelse di creare un passaggio privilegiato sotto il Mar Baltico. La Nord Stre-am Company, fondata nel 2005, è un’iniziativa congiunta di Russia, Germania, Paesi Bassi e Francia, con Gazprom che par-tecipa al consorzio con la mag-gioranza assoluta delle azioni. Direttore esecutivo della socie-tà è l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Il progetto prevede di avviare i rifornimenti nei prossimi mesi, in attesa che venga avviata la costruzione del secondo gasdot-to. Quando anche questo pro-getto sarà completo, Nord Stre-

am porterà in Europa circa 55 miliardi di metri cubi di gas, pari a circa un terzo di quanto i Paesi dell’Unione acquistano dalla Russia. Come ha sottolineato l’Agenzia internazionale per l’Energia, il mondo è entrato ormai nell’era d’oro del gas. Per far fronte a una domanda in costante au-mento da parte dell’Occidente, la Russia sta pensando di rea-lizzare il South Stream attra-verso il Mar Nero, per far arri-vare il gas ai Paesi dell’Europa meridionale entro il 2014. Quan-do sarà ultimato, questo gasdot-to permetterà di far arrivare a destinazione 65 miliardi di metri cubi di gas. Uno dei van-taggi principali di entrambi i gasdotti è che non vi saranno

costi di transito e questo do-vrebbe concorrere a far abbas-sare il prezzo fi nale. Per altro, da poco sono entrate in vigore le nuove normative co-munitarie denominate “Terzo Pacchetto Energia”, che regola-menteranno i costi e la forni-tura di gas all’Europa. Lo scopo primario è di incoraggiare la competitività e offrire maggio-re scelta ai consumatori. Al pro-getto North Stream è stata ga-rantita una deroga da tali nor-mative, mentre altri oleodotti o gasdotti che collegano North Stream con altre regioni d’Eu-ropa non l’hanno ricevuta. Come Nel, che collega il gasdotto russo alla rete distributiva tedesca del gas per i trasporti non è stato esentato dal rispetto di queste nuove normative. A oggi, si trova nella stessa si-tuazione South Stream. Alcu-ni analisti ritengono che se il progetto non dovesse ottenere

la deroga nei confronti delle misure previste dal “Terzo Pac-chetto Energia”, potrebbe non essere proprio costruito. «Il South Stream sarà ultimato soltanto se potrà ottenere uno status prioritario», taglia corto l’analista Vitaly Kryukov, spe-cializzato nel settore.In ogni caso, Mikhail Krutikhin, partner di RusEnergy, ritiene improbabile che l’Europa fac-cia una deroga unicamente a benefi cio del trasporto di gas russo: «Tutto ciò è illogico, ap-pare senza né capo né coda. In base alle normative europee vigenti, gli oleodotti e i gasdot-ti che attraversano vari stati della Comunità Europea devo-no rispettare le normative con-template dal Terzo Pacchetto Energia». Tuttavia, quando a maggio il Progetto South Stream è stato presentato a Bruxelles, il com-missario per l’energia Günther Oettinger ha promesso alla Commissione Europea di ap-poggiarlo senza ulteriori restri-zioni. Il ministro russo per l’Energia, Sergei Shmatko, prevede che in autunno saranno annunciati i risultati preliminari dei collo-qui con la Commissione Euro-pea sullo status di progetto spe-ciale. Stando alle ultime voci di mercato, una possibilità sa-rebbe di riconoscere il gasdot-to come facente parte integran-te del sistema di distribuzione del gas russo.

Da poco sono entrate in vigore le nuove normative dell’Ue che regolamentano le forniture

di introiti in trasporti che Nord Stream sottrarrà all’Ucraina nel 2012

20%LA CIFRA

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EconomiaIncontro L’alta qualità alla base del successo dei prodotti italiani

Dall’Ue una voce sola per l’energia Succede per la prima volta nel-la sua storia. L’Unione Europea si dota di una strategia globale per la gestione delle relazioni con i Paesi terzi, inclusa la Russia, in ambito energetico. Il commissa-rio all’Energia, Günther Oettinger, ha presentato il 7 settembre una comunicazione sulla sicurezza dell’approvvigionamento energe-tico e sulla cooperazione interna-zionale, con l’obiettivo di istitui-re «un adeguato coordinamento

interno e una posizione forte e decisa verso l’esterno», al fine di «salvaguardare le esigenze di si-curezza degli approvvigionamen-ti a fronte dei costanti cambia-menti in seno ai mercati mondiali dell’energia». L’obiettivo è negoziare con Gaz-prom potendo contare su una so-le voce, e di conseguenza con un potere contrattuale più elevato ri-spetto a quello che i singoli Stati sarebbero in grado di esprimere.

IN BREVE

SUL SITO

Catania ospiterà dal 20 al 22 ottobre la 19esima sessione della “Task force italo-russa distretti e pmi”. Un incontro tecnico-istituzionale, al quale prenderanno parte anche nu-merose associazioni di impre-se, consorzi e organizzatori fi e-ristici. Oltre alle discussione generali, sono previsti quattro focus tematici: le nuove tec-nologie nel settore delle co-struzioni e nell’arredo per in-terni; le energie da fonti tra-dizionali e quelle alternative; l’hi-tech nell’agroalimentare; la logistica e la cantieristica. «La task-force nasce per po-tenziare le relazioni economi-co-commerciali, facendo in-contrare realtà “periferiche” istituzionali e private dei due Paesi», spiega Antonella Maria, vice dirigente del ministero per lo sviluppo economico e referente dell’evento per la parte italiana. «Gli approfon-dimenti scelti riguardano gli ambiti in cui si possono svi-luppare interessanti collabo-razioni scientifi che e tecnolo-giche tra Italia e Russia».

La crisi fi nanziaria congela le strategie di sviluppo di Ge-nerali in Russia. L’intesa pre-liminare con Vtb, attesa per la fi ne dell’estate, oggi appa-re più lontana. Infatti, ai primi colloqui di agosto, non ne sono seguiti altri. La com-pagnia assicurativa triestina si muove sullo scacchiere della Federazione nell’ambi-to degli accordi sull’Europa dell’Est con l’alleato ceco Petr Kellner e un’eventuale alle-anza verrebbe stretta trami-te la joint venture Generali Ppf Holding (della quale Ge-nerali detiene il 51%).

Durante l’estate, il direttore del Servizio Sanitario russo, Onischenko, ha esortato gli agricoltori russi a vendere di-rettamente cetrioli, latte e uova, senza passare per le ca-tene di distribuzione. L’inte-resse per i prodotti bio favo-risce il ritorno all’agricoltura tradizionale.

Task Force, tocca a Catania

Generali rinviagli investimenti

Crescono i bio-agricoltori

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Se la casa made in Italyconquista la Federazione

Casa italiana mon amour. I con-sumatori russi mostrano un ap-prezzamento e un’attenzione speciale per la qualità e lo stile dei prodotti italiani. A sottoli-nearlo sono i risultati del Macef, il Salone internazionale della casa, svoltosi a Milano dall’8 all’11 settembre. Alla fi era hanno preso parte circa 60 buyer pro-venienti dalla Federazione e dai Paesi Csi. La Camera di Com-mercio italo-russa, presente all’evento con il Russian Cor-ner, si è occupata del reperimen-to e dell’assistenza dei compra-tori. Tra questi, molti quelli pro-venienti da Mosca, ma non sono mancate eccezioni, come Vya-cheslav Sobko, responsabile del settore stoviglie di Torgoviy Riad Radov, azienda di oggettistica che conta dodici punti vendita a Kaliningrad. «Lavoro da quat-tro anni con aziende del vostro Paese perché la richiesta di made in Italy è molto alta gra-zie alla combinazione di design, creatività e qualità che caratte-rizza i vostri prodotti», ha spie-

gato Vyacheslav. «I miei clienti in Russia sono disposti a paga-re molto di più per un prodotto fatto in Italia». È stata la sua prima volta in fi era. «La mani-festazione mi è piaciuta molto perché ben organizzata, anche dal punto di vista linguistico, con numerosi operatori che par-lano il russo e che mi hanno per-messo di non sentirmi escluso o in difficoltà».Sulla stessa linea Elena Zhili-na, buyer dell’azienda Starik Hottabych di Mosca, non nuova a questo tipo di fi ere. «Ci occu-piamo di arredo per la casa e ora abbiamo deciso di espan-derci anche nel settore del tes-sile», ha spiegato. «La fi era mi serve per trovare nuove idee,

nuovi spunti e soprattutto nuovi produttori, vista l’eccellenza del made in Italy. In Russia, la gente impazzisce per i vostri brand». Si è invece soffermata sui rap-porti tra i due Paesi Tatiana Gorshenina, dell’azienda Art Decor di Mosca. «Lavoriamo con l’Italia dal 2004: abbiamo ini-ziato con i mobili, per poi espan-derci anche all’oggettistica per la casa in generale. Cerco di vi-sitare tutte le fi ere di settore in Italia per tenermi aggiornata sulle novità: i nostri clienti cer-cano oggetti particolari di alta qualità e in questo voi siete ma-estri. Credo che il trend conti-nuerà perché la mentalità e la cultura dei nostri popoli sono molto vicine».

SIBILLA DI PALMARUSSIA OGGI

Al Macef, Salone internazionale della Casa di Milano, è arrivata una folta delegazione di compratori interessati alle ultime novità del mercato. RussiaOggi ha raccolto le loro impressioni.

Un padiglione del Salone Internazionale della Casa di Milano

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Il commissario per l’Energia Günther Oettinger

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06 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA) PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYRegioni

BEN ARISRUSSIA OGGI

Grazie al sostegno del governo e a un forte slancio imprenditoriale, nell’area si stanno realizzando tecnoparchi autosufficienti sul fronte dei consumi energetici.

HI-TECH E INFORMATICA LA SFIDA DEL TATARSTAN

UNA REPUBBLICA CHE CONIUGA MULTICULTURALISMO

E APERTURA VERSO IL BUSINESS INTERNAZIONALE

INVESTIMENTI STRANIERI

Il valore di scambio

«Qui il 23% delle multe legate alla circolazione stradale viene pagata elettronicamente», affer-ma con un sorriso Nikolai Ni-kiforov, 29enne ministro delle Tecnologie informatiche e delle comunicazioni. Nikiforov, che occupa un ufficio in cima allo sfavillante grattacielo di vetro nel centro di Kazan che è sede del tecnoparco, è entusiasta dell’iniziativa di eGov grazie alla quale ha reso accessibili per via telematica i servizi alla cit-tadinanza. I residenti della re-pubblica infatti possono esple-tare via Internet venticinque tipi di pratiche, dal pagamento delle tasse alla prenotazione della data di matrimonio, al rilascio del passaporto. Attualmente il settore delle tecnologie infor-matiche rappresenta il 3,5% dell’economia del Tatarstan: una quota che Nikiforov spera di portare entro il 2016 al 7-10% ovvero al livello degli altri Paesi del mondo industrializzato. Sergei Yushko, direttore gene-rale del tecnoparco “Idea”, che sorge poco lontano, rifl ette: «Nei sette anni trascorsi dalla nasci-ta abbiamo potuto contare sul

completo sostegno delle auto-rità locali». Sorto su un’area che sino al 2004 era occupata da uno stabilimento in disuso, Idea si propone di creare posti di la-voro nei settori dell’alta tecno-logia. Grazie soprattutto all’of-ferta di affitti contenuti e di una valida assistenza commerciale, il tecnoparco è riuscito in soli tre anni a convincere un nume-ro di imprese sufficiente a co-prire i propri costi operativi.Già nel 2007 infatti, i contribu-ti versati nelle casse pubbliche dalle imprese promosse da Idea superavano il capitale “start-up” inizialmente erogato loro. «Da quattro anni non graviamo più sul budget regionale, e questo è importante. Continuiamo a ri-cevere dei fondi federali, ma in molti competono per quel de-naro», afferma Yushko. La mag-gior parte delle imprese ospita-te all’interno di Idea offre ser-vizi di engineering, software de-sign o web design. Dopo tre anni, possono scegliere se lasciare Idea o trasferirsi nel relativo “business park”, dove l’affitto non è più sovvenzionato. Que-sta seconda opzione offre loro l’opportunità di trovarsi in com-pagnia delle fi liali locali di mul-tinazionali come Ge, Honeywell e Siemens. «Le compagnie stra-niere arrivano qui innanzitutto

L’impianto che produceva le automobili fiat in Tatarstan

1 Realizzazione di progetti nel campo dell’industria automobi-

listica: creazione della joint ventu-re Quart Sigit con l’azienda italiana Sigit per la produzione dei pezzi di ricambio per automobili Fiat, as-semblate nella città di Elabuga. Ol-tre all’ammodernamento della pro-duzione di miscele di gomma

2 Partecipazione delle aziende del Tatarstan alle fiere annuali Mec

Spe (macchine utensili per la metal-meccanica e per la lavorazione del metallo) ed Emo Milano (macchinari per la lavorazione del metallo, fabbri-cazione di utensili, strumenti di misu-razione, tecnologie per la costruzione di macchine utensili)

3 Sviluppo, in collaborazio-ne con una serie di aziende

italiane, dello stabilimento pro-duttivo SafPlast per la produ-zione di lamiere in policarbona-to. Contributo alla crescita delle esportazioni relative ad attrezza-ture per la lavorazione delle ma-terie plastiche

4 Nel campo dell’industria vi-nicola, produzione di imbal-

laggi e tappatura («Tatspirtprom»).Elaborazione, attraverso un’attività congiunta tra i due Paesi, del de-sign delle bottiglie e dei sistemi di tappatura; creazione di nuovi brand con materie per la vinificazione e succhi d’uva italiani

5 La Fiat è stata a lungo la più nota tra le aziende italiane

presenti in Tatarstan. La rottura della joint-venture con Sollers ha segnato, tuttavia, l’abbandono della Repubblica da parte del Lingotto. Ma il gruppo torinese ha ribadito che considera l’area strategica per il proprio business

5LE INIZIATIVE DELLA TASK FORCE

perché attratte dal nostro per-sonale qualifi cato», spiega Yu-shko, il quale aggiunge: «In Rus-sia non abbiamo bisogno di fab-briche. La produzione è desti-nata a concentrarsi nelle regio-ni dove la manodopera costa poco. Il nostro vantaggio com-petitivo è rappresentato dalle persone e dalle loro idee».Il parco industriale di Khim-grad sorge in un’altra zona di Kazan, ed è stato il primo in Russia a ricevere la certifi cazio-ne internazionale rilasciata dalla Ernst & Young e Knight Frank. Khimgrad è incentrato sulla produzione di polimeri e materiali chimici. E a differen-za dei tecnoparchi, cerca di sfruttare quelle materie prime che nella repubblica sono sot-toutilizzate. Agli investitori che arrivano qui, Khimgrad offre strutture completamente attrez-zate, consulenza in soluzioni aziendali e agevolazioni fi scali. «Solo con un ecosistema inte-grato sarà possibile operare in Russia una trasformazione strutturale che abbia la porta-ta auspicata dalla leadership del Paese», dichiara Nikiforov. In-tanto a breve sarà completato il nuovo terminal dell’aeropor-to, in modo da rispondere alla domanda degli investitori inter-nazionali.

Alla convergenzatra Volga e KamaIl Tatarstan è situato nel cuore della Russia, alla confluenza dei due fiumi Volga e Kama. Kazan (capitale amministrativa) si trova 797 km a Est di Mosca. La super-ficie totale del Tatarstan ammon-ta a 67 836 km2. Il territorio è si estende per 290 km da Nord a Sud e per 460 km da Ovest a Est. Il numero degli abitanti è di 3,8 milioni, un terzo dei quali vive a Kazan e dintorni

I principali indicatori economiciIn una repubblica caratterizzata da un’ampia disponibilità di ma-terie prime strategiche per l’eco-nomia del 21esimo secolo. La ri-sorsa principale è il petrolio, con circa 800 milioni di tonnellate. E per l’oro nero, la dimensione sti-mata delle riserve ammonta a oltre un miliardo di tonnellate.Nel territorio del Tatarstan sono attualmente operativi 127 cam-pi petroliferi, che riuniscono ol-tre 3mila giacimenti di petrolio. Tra questi figura il secondo più grande di Russia e uno dei primi dieci al mondo: si tratta del Ro-mashkinskoye, dal quale arriva anche gas, circa 40 m3 per ogni tonnellata di petrolio.

La repubblica può contare, inol-tre, su riserve di calcare, dolo-mite, argilla, bitume di petrolio, lignite e carbone, olio di scisto, zeolite, rame e bauxite. Il Tatarstan è una delle regioni economicamente più sviluppate della Russia, seconda nella Fede-razione a livello di industria dopo Samara. La produzione industria-le costituisce il 45% del prodotto interno lordo della repubblica: le branche industriali maggiormen-te sviluppate sono la chimica e le raffinerie, la costruzione di mac-chinari industriali e le industrie che lavorano il legno. Negli ultimi anni è cresciuta sensibilmente an-che l’incidenza del commercio.

La fabbrica chimica Kazanorgsintez con sede a Kazan

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Turismo

INTERVISTA LINAR YAKUPOV

I fattori di attrazione dei capitali stranieriad alta innovazioneAbbiamo incontrato Linar Ya-kupov, responsabile dellaTatarstan Investment Develop-ment Agency, nata per assiste-re le aziende che decidono di investire nell’area.

A cura diTim Gosling

LUOGO DI NASCITA: TATARSTAN

FACOLTÀ: ECONOMIA

L’Agenzia per lo sviluppo degli in-vestimenti in Tatarstan (The Tatar-stan Investment DevelopmentAgency), guidata da Linar Yaku-pov, offre agli investitoriun one-stop shop per tutte le esi-genze e offre anche assistenza du-rante il processo di investimento

LA SCHEDA

Quali servizi offrite agli investi-tori?Oltre a promuovere il Tatarstan come una meta di grande inte-resse per i capitali stranieri, e aiutare gli investitori che arri-vano qui, esercitiamo anche pres-sioni sul governo affinché appro-vi leggi e normative favorevoli alle imprese. Disponiamo di tutti gli strumenti per farlo, in quan-to rispondiamo del nostro ope-rato direttamente al Presidente e al primo ministro. Al momento stiamo lavorando alla creazione di un fondo regio-nale per gli investimenti in Ta-tarstan che eliminerebbe buona parte dei rischi che di norma cor-rono gli investitori. Si tratta di qualcosa di molto importante perché, purtroppo, malgrado le nostre buone intenzioni e i no-stri bei discorsi, la Russia non è la meta più invitante per chi vuole investire. Gli sgravi fi sca-li sono consistenti, ma una go-vernance inadeguata e un livel-lo elevato di rischio politico con-tinuano ad allarmare chi ha ca-pitali da investire.

Cosa chiedete al governo federale per migliorare il clima del mondo del lavoro in Russia?Sia il Tatarstan, sia la Russia si trovano in una posizione strate-gica, a cavallo tra Europa e Asia. Per sfruttare fi no in fondo que-sto vantaggio legato alla posi-zione, abbiamo assoluta neces-sità che si costruiscano infra-strutture per migliorare i colle-gamenti. Negli anni Novanta ho vissuto in Malesia, e nel giro di pochissimo tempo ho visto rea-lizzare pressoché da zero una rete di strade e collegamenti di ec-cellente qualità e aprire allo sfruttamento e alla costruzione di centri industriali aree prece-dentemente isolate. La Cina ha fatto esattamente la stessa cosa, raggiungendo di conseguenza li-

velli molto alti in fatto di cresci-ta economica. Ora occorre fare lo stesso in Russia perché la com-petizione si fa sempre più glo-bale.

Quali sono le storie di miglior suc-cesso finora?Alabuga Sez ha attirato molti investitori russi e stranieri. E lo stesso accade con la joint ven-ture tra Kamaz, che costruisce camion, Daimler e altre azien-de. Oltre a Sollers che produce automobili russe e ha lanciato un impianto di assemblaggio per la Isuzu. Qui produce har-dware e software Fujitsu-Sie-mens, che è in piena espansio-ne. Inoltre, stiamo lavorando per migliorare ed espandere anche le fabbriche di aerei ed elicot-teri, presenti in Tatarstan, ma che hanno bisogno di essere am-modernati per restare al passo con i tempi.

Dove realizzare il proprio eco-tour

Le mete principali Una lunga tradizione1. MONTI DELL’ALTAJÈ il più alto sistema di catene montuose della Siberia. I prez-zi di un tour nell’Altaj vanno dai 450 ai 1150 euro a persona, oltre al costo dei biglietti aerei 2. LAGO BAJKALÈ più profondo al mondo, il più grande bacino naturale di ac-qua dolce. Il prezzo di un viaggio oscilla tra i 300 e i 2mila euro, escluso il volo

In Unione Sovietica era molto svi-luppato il turismo sportivo “dilet-tantesco”, “da campo”, in parte conforme al turismo “d’avventu-ra” occidentale. Nel 1989 si con-tavano circa 20 milioni di appas-sionati, in prevalenza tra giovani. Dopo il 1990 la richiesta di viag-gi e vacanze all’interno del Pae-se si ridusse bruscamente a van-taggio delle destinazioni estere. Recentemente il governo sta ten-

3. MAR BIANCOSituato a Nord, nella parte euro-pea del Paese, comunica con il Mare Glaciale Artico. Il prezzo di un tour va dai 200 agli 800 euro a persona4. KAMCHATKAFa parte della fascia vulcanica nota come Cintura di fuoco del Pacifico. Il costo si aggira tra i 1.100 e i 4mila euro, compresa la visita ai vulcani dormienti

tando di venire incontro all’of-ferta recettiva. Durante il viaggio nel 2010 del primo ministro Vla-dimir Putin in Kamchatka è stata sollevata la questione dello svi-luppo dell’ecoturismo in Russia. Il 29 agosto 2011 si è tenuto un in-contro del premier con il ministro delle Risorse naturali e dell’Eco-logia, durante il quale sono stati stanziati 1,5 miliardi di rubli per la protezione delle zone naturali.

Scenari dell’ecoturismo tra profitto e benessere

Trend Alla scoperta dei luoghi incontaminati. Con un occhio all’economia

I turisti al lago Bajkal chiamato “mare” per la sua profondità

DARYA GONZÁLEZRUSSIA OGGI

Come in tutto l’Occidente, anche in Russia si cercano nuovi sentieri per far crescere l’attrattività turistica. Una sfida affascinante, ma che richiede grandi investimenti.

Masha Gerasimova è tornata nel suo appartamento di Mosca dopo un viaggio di due settimane sul lago Bajkal. La direzione della società di consulenza per cui la-vora ha mandato tutti i dipen-denti a fare questo percorso eco-logico nella taiga per rafforzare lo spirito di squadra. Per i russi il concetto di “ecoturismo” e quel-lo di “spedizione turistica” assai popolare in Urss negli anni ’80, signifi cano la stessa cosa: uno zaino di cinquanta chili sulle spalle, la tenda montata su un formicaio e le canzoni con la chi-tarra intorno a un falò. L’ecotu-rismo è da tempo il principale “trend vacanziero” nei Paesi oc-cidentale. La gente parte dalle città per immergersi nella natu-ra, preferisce i panorami di

monti, boschi e laghi ai classici tour nelle città e nei luoghi “da cartolina”. I russi si stanno fa-cendo convincere sempre più dalle idee naturalistiche dell’Oc-cidente, e abbandonano la pol-vere dei musei e delle bancarel-le di souvenir per quella delle strade tra i boschi. La natura in Russia offre un grande potenziale per lo svilup-po del turismo ecologico, anche se nel complesso la situazione dell’ambiente naturale in Rus-

sia è tutt’altro che buona. Ep-pure, lo sviluppo dell’ecoturi-smo nella Federazione è non solo possibile, ma anche necessario. Per molte zone del Paese que-sta è l’unica via per risolvere un problema che per molto tempo è sembrato insolubile: come con-ciliare gli interessi dell’uomo e della natura senza danni? I par-chi nazionali della Russia non possono offrire ai turisti vizia-ti dalle distese africane lo spet-tacolo suggestivo di una quan-

tità di grandi animali selvaggi. Un’altra questione essenziale è costituita dalle enormi distan-ze tra panorami incontaminati e località in cui soggiornare. Masha, la sua collega contabile e una decina di specialisti delle vendite sono stati nella riserva Tankhoe del distretto di Ka-bansk in Burjatia, che prossi-mamente diverrà parte del “Grande sentiero del Bajkal”. Si tratta di una rete di eco-percor-si intorno al lago Bajkal che in-clude le aree della regione sot-toposte a tutela speciale. Negli ultimi anni lo sfruttamento in-controllato delle risorse natu-rali ha causato un brusco peg-gioramento delle condizioni dell’ecosistema del lago. I vo-lontari della riserva naturale del Bajkal hanno realizzato auto-nomamente circa 20 metri di sentiero speciale per i disabili in sedia a rotelle. Ora si spera in una mano dal governo per completare l’opera iniziata.

3,5 per cento dell’economia regionale del

Tatarstan si basa sulle tecnolo-gie informatiche. Una quota che la repubblica spera di portare al sette-dieci per cento

7 anni è l’anzianità del tec-noparco Idea. Iniziativa economicamente ormai

affrancatasi dalle autorità locali

I NUMERI

La Voce della Russia

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08 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA) PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYOpinioni

IL PRESENTE INSERTO DI DODICI PAGINE È REALIZZATO E PUBBLICATO DALLA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA), CHE SI ASSUME LA PIENA RESPONSABILITÀ DEI CONTENUTI.INDIRIZZO WEB: WWW.RUSSIAOGGI.IT E-MAIL: [email protected] TEL.: +7 (495) 775 3114 FAX: +7 (495) 988 9213 INDIRIZZO POSTALE: 24 ULICA PRAVDY, 4 - 12° PIANO, MOSCA, RUSSIA, 125993. EVGENY ABOV: DIRETTORE ED EDITORE; POLINA KORTINA: CAPOREDATTRICE; NIKITA DULNEV: RESPONSABILE DELLE PAGINE DI ECONOMIA; LUIGI DELL’OLIO: REDATTORE (ITALIA); ANDREI SHIMARSKY: ART DIRECTOR; GAIA RUSSO: CURATORE DI INFOGRAFICHE E ILLUSTRAZIONI; ANDREY ZAICEV: RESPONSABILE DEL DESK FOTOGRAFICO; NICOLAI KOROLEV, DARYA KOZYREVA: PHOTO EDITOR; MILLA DOMOGATSKAYA: DIRETTORE DI PRODUZIONE; ILIYA OVCHARENKO, IRINA PAVLOVA: IMPAGINAZIONE; NICOLA SELLITTI: CORRETTORE DI BOZZE; VSEVOLOD PULYA: RESPONSABILE DEL SITO RBTH.RU; GABRIELLA PERSIANI: REDATTRICE DEL SITO RUSSIAOGGI.IT (ITALIA). EDIZIONE ELETTRONICA A CURA DI: CAMILLA SHIN. TRADUTTRICI: ANNA BISSANTI, NADIA CICOGNINI, SIBILLA DI PALMA, MIRELLA MERINGOLO, MARZIA PORTA, SYLVIA KLEMEN; GIULIA DE

FLORIO, EKATERINA SOBOLEVA: RAPPRESENTANTE (ITALIA); FEDOR KLIMKIN: CURATORE DEGLI EVENTI (RUSSIA). LA VERSIONE ELETTRONICA DEL PRESENTE INSERTO È DISPONIBILE SU RUSSIAOGGI.IT. PER USUFRUIRE DI UNO SPAZIO PUBBLICITARIO SULL’INSERTO, CONTATTARE LA RESPONSABILE DELLA PUBBLICITÀ, JULIA GOLIKOVA AL SEGUENTE INDIRIZZO E-MAIL: [email protected]©COPYRIGHT 2011, SPA ROSSIYSKAYA GAZETA. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. ALEXANDER GORBENKO: DIRETTORE DEL CDA; PAVEL NEGOITSA: DIRETTORE GENERALE; VLADISLAV FRONIN: CAPOREDATTORE CENTRALE.SONO VIETATE LA COPIA, LA DISTRIBUZIONE E LA RIPRODUZIONE DELLA PUBBLICAZIONE O DI UNA PARTE DELLA STESSA SENZA PREVIA AUTORIZZAZIONE SCRITTA DI ROSSIYSKAYA GAZETA, QUALORA QUESTE NON SIANO DA INTENDERSI AD USO PRIVATO. PER RICHIEDERE L’AUTORIZZAZIONE A RIPRODURRE O COPIARE UN ARTICOLO O UNA FOTO, UTILIZZARE IL SEGUENTE NUMERO DI TELEFONO +7 (495) 775 3114 O IL SEGUENTE INDIRIZZO E-MAIL [email protected]. “RUSSIA OGGI” DECLINA OGNI RESPONSABILITÀ IN MERITO A MANOSCRITTI E FOTO NON COMMISSIONATI

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Dal 1981 al 1992, l’autore ha lavorato come corrispondente in Afghanistan per numerose testate giornalistiche dell’Unio-ne Sovietica

La scuola dietro la lavagnaLe vie del turismo verso l’Italia Venti anni dopo il fallito golpe

IL SONDAGGIO

IL 45% DEI RUSSI NON È SODDISFATTO DELL’ATTUALE SISTEMA EDUCATIVO, MENTRE PER IL 37% LA QUALITÀ DELL’ISTRUZIONE È PEGGIORATA NEL 2011

QUELLO CHE RESTA DELLA JIHADVladimir Snegirev

ANALISTA

Questo autunno il mondo sta ricordando il deci-mo anniversar io dell’inizio della guer-

ra mossa dagli Usa e dai loro alleati contro i talebani. Una data che offre una buona occa-sione per domandarsi quali le-zioni i leader e i vertici milita-ri dell’Occidente hanno tratto dall’occupazione sovietica dell’Afghanistan. Le due cam-pagne presentano molti aspetti comuni, ma anche alcune dif-ferenze: prima tra tutte il fatto che nel 1979, quando Mosca inviò i propri uomini, lo fece per proteggere un regime amico dalla presenza di forze ostili, ed evitare che l’Afghanistan potes-se sottrarsi alla sua sfera di in-fl uenza. Obiettivo dell’Occiden-te invece era distruggere le basi terroristiche. Mentre nel primo caso si trattava di un capitolo della lotta globale tra “fronte socialista” e praticamente il resto del mondo (che innestò l’epilogo della Guerra Fredda), il secondo è nato come risposta della Casa Bianca agli attacchi dell’undici settembre.Trentadue anni fa, quando ven-nero dislocati nel vicino Afgha-nistan, i generali dell’Unione Sovietica non si preoccuparono nemmeno di allestire basi logi-stiche per le proprie unità. Si riteneva che le bande di guer-riglieri islamici muniti di armi obsolete sarebbe stati sconfi tti in poco tempo e che i sovietici sarebbero presto tornati alle loro consuete postazioni. Di lì a breve, però, ci si rese conto che i mujaheddin non erano che la punta di un iceberg e si avva-levano dell’imponente sostegno di Stati Uniti, Arabia Saudita, Cina, Pakistan, Egitto e una moltitudine di altri Stati che

La sconfitta del fondamentalismo non cancella alcune questioni: caos, guerra civile e tante vittime

la Amin, capo della leadership afghana sospettato di collabo-rare con la Cia. Al posto di Amin fu insediato Babrak Karmal, ac-curatamente istruito dal Crem-lino sul modo “corretto” in cui avrebbe dovuto governare il Paese. Anche l’invasione da parte di Usa e Nato è stata pre-ceduta da un assassinio politi-co di alto profilo: quello di Ahmad Shah Massoud, all’epo-ca l’unico afghano capace di af-fermarsi come vero leader na-zionale. A partire da quel momento la Casa Bianca ha insediato nel palazzo di comando Hamid Kar-zai, facendo di tutto per legit-timarne la posizione agli occhi della popolazione. I sovietici, so-prattutto nei primi anni della loro presenza in Afghanistan, fecero di tutto per imporre agli afghani le proprie idee circa la struttura dello Stato e la vita

Scuola russa bocciata: un re-cente sondaggio del Centro di ricerca russo Levada mette in evidenza l’insoddisfazione pro-vata dei russi nei confronti della pubblica istruzione.

pubblica. Oggi, con una tenacia suicida, gli americani commet-tono lo stesso errore quando ten-tano invano di imporre i loro “valori democratici” ai pashtun, ai tagiki, agli hazari e agli altri abitanti delle zone remote e montuose del Paese.L’arrivo delle unità della Nato e dell’Isaf ha dato nuovo vigore alla guerriglia afghana, così come era capitato all’indomani dell’in-vasione da parte del “contingen-te limitato” delle truppe sovie-tiche. Per quanto possa appari-re strano, più le fi la della coali-zione al di là del fi ume Panj si ingrossavano, più la situazione militare e politica peggiorava. L’Occidente non vincerà mai nel Paese con la sola forza milita-re. Oltre agli esiti della campa-gna, molti analisti sottolineano che la guerra contro i mujahed-din ha avuto effetti devastanti sull’economia sovietica, oltre a

minare il morale della nazione e compromettere drasticamen-te il sostegno mondiale per il regime sovietico. Ma oggi la posta in gioco è la sicurezza di tutta la civiltà oc-cidentale. Talvolta i miei colle-ghi stranieri mi chiedono per-ché molti afghani serbano un bel ricordo dei russi, mentre non dimostrano alcun sentimento di gratitudine nei confronti di co-loro che oggi rischiano la pro-pria vita per difenderli dai ta-lebani e da al-Qaeda. Il fatto è che noi, oltre a lottare contro i fondamentalisti, investimmo mi-liardi di dollari nella costruzio-ne di infrastrutture come stra-de, ponti, tunnel, fattorie e scuo-le. Inoltre, decine di migliaia di afghani hanno studiato in Rus-sia e in altre repubbliche sovie-tiche. Questa rimane anche oggi l’unica strada da seguire per in-vertire la situazione. Occorre che alle operazioni militari “chirur-giche” si affianchino progetti capaci di cambiare il volto del Paese e la mentalità della sua gente. Nei primi anni Novanta in Rus-sia si sentiva dire spesso che non avevamo il diritto di lasciare il Paese alla mercé degli estremi-sti. La sconfi tta della jihad si è rivelata una vittoria di Pirro: caos, guerra civile e un numero persino maggiore di vittime, cul-minati con la presa del potere da parte dei talebani e la tra-sformazione dell’Afghanistan in un centro del terrorismo inter-nazionale. Si potrebbe dire che 25 anni fa tale esito fu la conse-guenza della Guerra Fredda, e che oggi il mondo è diverso. Il rischio però esiste ancora.

Stando ai risultati l’attuale si-stema educativo russo soddisfe-rebbe solo il 2% della popola-zione. Peraltro, il numero degli scontenti è cresciuto incessan-temente negli ultimi tre anni.

CONTINUASUL WEB

Nel decimo anniversario del-la tragedia dell’11 settembre, quando due aerei passeggeri andarono a schiantarsi contro le Torri del World Trade Center, tutto il mondo ha ricordato le vittime di questa tragedia. Leg-gete sul sito www.russiaoggi.it le riflessioni di Fedor Lukja-nov, caporedattore della rivista La Russia nella politica globale. L’autore cerca di capire cosa ha suscitato questo tragico avve-nimento e come sono cambiati da quel momento il nostro mo-do di vivere la quotidianità e la leadership mondiale degli Sta-ti Uniti.

www.russiaoggi.it/12616 ›

Vladimir Putin o Dmitri Med-vedev? O forse qualcun altro? Chi sarà il nuovo Presiden-te nel 2012? Sembra questa la domanda fondamentale che in Russia e nel resto del mon-do ci si pone guardando verso il Cremlino. In realtà la rispo-sta non è molto importante: la questione principale non è tan-to chi sarà il prossimo inquilino del palazzo sulla Piazza Rossa, quanto cosa farà e se sarà ca-pace di traghettare il Paese in questa lunga fase di moderniz-zazione interna e di riposiziona-mento sulla scacchiera geopoli-tica internazionale.

www.russiaoggi.it/12626 ›

11/09, UN MONDO INCRINATO

IL RUOLO DELLA RUSSIA DOPO LE PRESIDENZIALI

FedorLukjanov

ANALISTA POLITICO

Stefano Grazioli

RICERCATORE

Più commenti suwww.russiaoggi.it

avevano colto al volo l’occasio-ne per dichiarare l’Unione So-vietica un “impero del male”, trascinarla in una protratta guerra di logoramento e vince-re la Guerra Fredda. Invece, la coalizione che oggi si oppone ai talebani e Al Qaeda gode pra-ticamente del sostegno del mondo intero – compreso quel-lo della Federazione Russa. Quali elementi accomunano i due confl itti? Trentadue anni fa, non appena entrate a Kabul, le forze speciali sovietiche liqui-darono per prima cosa Hafi zul-

LETTERE

Mi riusciva difficile capire come mai un turismo medio alto, quale quello russo comincia a rappresentare, potesse preferi-re mete verso Paesi arabi e asia-tici quasi privi di interessi sto-rico, culturale rispetto ai Paesi europei. Inoltre i servizi turi-

Ci sono eventi che sembrano cambiare la storia del mondo. Poi ti accorgi che i popoli con-tinuano a soffrire, si allarga la forbice fra i ricchi e i poveri e che il mondo globale si avvita in un precipizio senza fi ne... S Gini

stici e la bellezza dei luoghi di villeggiatura, marini e monta-ni europei non certo possono essere paragonati alla medio-cre offerta dei Paesi arabi for-mata da isole “artifi ciali” per il turista al di fuori delle quali il più delle volte è meglio non av-venturarsi...con l’unico vantag-gio rappresentato dai prezzi concorrenziali determinati dai bassi costi della manodopera locale... Paolo Silvestri

Insegno italiano agli studenti russi a Mosca. Ho una grande interesse per la lingua e la cul-tura, ma la maggior parte degli studenti vorrebbe sopratutto costruire rapporti business con le aziende italiane in futuro anche nel settore del turismo.

Chiara Grego

Molte persone che ho conosciu-to, non solo russe, rimpiangono il regime comunista. Qualcosa di positivo quindi c’era, come il welfare, che nel mondo del li-bero mercato va spesso a farsi friggere. Stefano Volpi

Penso non sia mai esistito un re-gime comunista, era più una fa-vola, che realtà...

Nastia Shalneva

Vorrei essere stato a Mosca in quei giorni storici. Adesso, leg-gendo gli articoli sul tema, non riusciamo davvero a immede-simarci in quell’atmosfera.

Luciano Ricchetti

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TITOLO: IMPRENDITORI E STUDENTI, TUTTI PAZZI PER L’ITALIAMESE D’USCITA: LUGLIO 2011PAGINA: ECONOMIAAUTORE: ALEKSANDR VOSTROV

TITOLO: QUEL GIORNO CHE HA CAMBIATO LA STORIAMESE D’USCITA: LUGLIO 2011PAGINA: L’ANNIVERSARIOAUTORE: ALEKSANDR EMELYANENKOV

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Storia

FrancescoRandazzo

RICERCATORE

IL SOGNO AGRARIO DI PETR STOLYPIN

A cento anni dalla scom-parsa del ministro russo Petr Arkadyevic Stolypin (Dresda

1862-Kiev 1911), torna quan-to mai attuale la sua vasta opera riformatrice in campo agrario. Già governatore di al-cune province calde dell’Im-pero quali Grodno, Kovno e Saratov, l’uomo che lo zar Ni-cola II chiamò a corte fu uno dei più intrepidi sostenitori della monarchia intuendo che la risoluzione del problema contadino avrebbe giovato alla causa stessa dei Romanov, evi-tandone così la caduta. La sua riforma agraria preve-deva la fi ne della Comune con-tadina, l’obscina, un piombo alle ali per l’economia zarista, con la nascita di un ceto sociale nuovo costituito da piccoli pro-prietari terrieri che, col tempo, avrebbero potuto arricchirsi in-grandendo le loro proprietà gra-zie all’intervento dei prestiti della Banca contadina, a tal fi ne istituita. In pratica, si favoriva la nascita del kulak, un conta-dino che sapendo sapientemen-te sfruttare le proprie qualità imprenditoriali avrebbe fi nito col tempo per arricchirsi. Figlio di un’epoca difficile, Sto-lypin respirò l’atmosfera di contraddizioni della società russa e ne interpretò le pulsio-ni. Condannato e diffamato dagli storici del periodo sovie-tico, che lo annoverarono come fenomeno “borghese”, Stolypin ha conosciuto una discreta for-tuna storica solo in tempi più

TELEMOSCA

L’autore è docente di Storia della Russia all’Università di Perugia

NikolaiZlobin

ANALISTA/VEDOMOSTI

QUEL FILO CHE LEGAL’URSS E LA RUSSIA

Nelle elezioni del giugno del 1991 Boris Eltsin, dopo aver sconfi tto al primo turno gli altri

cinque candidati, venne eletto presidente della Rsfsr. Le pos-sibilità di mantenere l’Unione Sovietica sulla base del refe-rendum di marzo erano nulle. Eltsin dichiarò che si sarebbe basato sulla Dichiarazione della sovranità della Rsfsr che im-plicava la superiorità della Co-stituzione e delle leggi russe sugli atti legislativi dell’Unio-ne Sovietica. Il Presidente russo iniziò a risistemare i rapporti con le altre repubbliche, esclu-dendo da questo processo il cen-tro federale guidato da Michail Gorbaciov. Si può discutere sulla legittimità di alcune sue azioni prese allora, ma anche il potere centrale non rispose con misure adeguate.Senza l’eloquente vittoria elettorale di Eltsin le cose avrebbero potu-to prendere una piega diversa, ma la Russia era l’unica repub-blica alla cui indipendenza l’Urss non avrebbe retto. Tanto che presto, al posto di un solo Stato, ce ne furono 14 Il quin-

ZOOM

L’autore è un dirigente del World Security Institute (Wsi)

«Vorrei essere sepolta nel cimi-tero dei Khlysti a Tarussa, sotto un sambuco, in una di quelle tombe con le colombe argen-tate, lì, dove crescono le frago-line più grosse e più rosse». Ma-rina Tsvetaeva lo scrisse duran-te l’esilio. Tarussa sul fiume Oka, 100 chilometri a Sud di Mosca, era il paese della sua infanzia, con quelle estati fl o-ride e selvagge che terminaro-no bruscamente in una disgra-zia: a 14 anni restò orfana di madre, colpita dalla tuberco-losi. Desiderio rimasto irrealiz-zato, considerato che, alla sua morte, la tomba fu tumulata nella tatarica Elaburga, lonta-nissimo dall’idillio della sua in-fanzia. Tsvetaeva era giunta in questo desolante luogo dopo lunghi anni di odissee e vi ri-mase fi no al suicidio, a fi ne esta-te del 1941. Nata nel 1892 da un professo-re di storia dell’arte e da una pianista di origine tedesca, Ma-rina trascorse l’infanzia a Mosca. Parlava fl uentemente il francese e il tedesco e accom-pagnava la madre malata in Italia oltre a frequentare col-legi in Svizzera e a Friburgo in Germania.Nel 1919 scrisse nel suo diario: «Dentro di me vivono tante anime ma la principale è tede-sca. Dentro di me ci sono tanti fiumi ma il principale è il Reno..». Heine, Hölderlin, Go-ethe e Rilke erano i suoi poeti di riferimento. Ma neanche nell’esilio di Berlino, Praga e Parigi, dove fu spinta dai ca-taclismi in Russia nel 1922, la nostalgia della sua terra l’ab-bandonò mai.Dovunque e in qualunque con-dizione vivesse, la poetessa combattè contro la volgarità e i dettami dell’epoca, obbeden-do soltanto alla sua coscienza. I suoi grandi temi furono l’amo-re innanzitutto, quindi l’arte, il conflitto passionale tra l’esi-stenza terrestre e l’essere me-tafi sico. Fu una cometa preci-pitata sulla terra. Rilke lo sa-peva e le dedicò queste parole: «Oh le perdite nello spazio, Ma-rina, le stelle precipitanti!».La Tsvetaeva non condensava soltanto mondi interiori, ma anche l’essenza del suo tempo in neologismi e ritmo per cre-are immagini poetiche univer-sali e forti. Dopo 17 anni di esilio, nel giu-gno del 1939, la poetessa tornò insieme al fi glio sedicenne Ghe-orghi nell’Unione Sovietica, tormentata da tetri presagi. Due anni prima, sua fi glia Ariadne, una comunista convinta, era tornata con il marito Sergei Efron che era fi nito nella trap-pola dei servizi sovietici. Nes-suno della famiglia poteva im-maginare la dimensione del ter-rore stalinista. La realtà li fece ricredere: nell’agosto del 1939 venne arrestata Ariadne, nell’ot-

re anche solo una riga di poe-sia. Poi arrivarono le bombe te-desche su Mosca e la decisione di andar via, fino al Tatar-stan.Fu trovata impiccata da una contadina, con i capelli grigi, il volto segnato dagli stenti, le mani consumate e ingiallite dalla nicotina. L’arresto dei pa-renti, le umiliazioni da parte di autorità e colleghi e le liti con il fi glio adolescente aveva-no consumato le forze della po-etessa. Ma il colpo fi nale arrivò dai ser-vizi, che volevano costringer-la a collaborare. Tsvetaeva ri-fi utò. «Il suicidio non esiste, esi-stono solo gli assassini», scris-se a proposito dei suoi colleghi poeti Esenin e Maiakovski, che si congedavano dalla vita. O ci venivano spinti.A cominciare dagli anni ses-santa, la poetessa viene rivalu-tata e partono le pubblicazioni delle sue opere, fi no alle cele-brazioni in occasione del 100esimo dalla nascita. Da quel momento, è un crescendo di in-teresse per la sua produzione, di cui continuano ancora oggi ad affiorare opere. Alla sua scarcerazione nel 1955, Ariad-ne Efron non ha trovato nean-che una tomba. Oggi esiste un luogo commemorativo a Ela-burga, e anche una lapide a Ta-russa, il paese verso il quale era diretta la nostalgia della poe-tessa. Perché il percorso dei poeti somiglia a quello delle co-mete, imprevedibile e «senza misura in un mondo fatto a mi-sura...».

recenti quando cioè, terminata l’esperienza “rivoluzionaria”, la Russia ha tentato di recupera-re modelli di sviluppo più adat-ti alla sua vocazione di Stato-mondo con una propria idea di progresso, diversa da quella oc-cidentale o europea per la na-tura autoreferenziaria del suo apparato socio-politico. Perso-nalità di alto profi lo intellettua-le, l’ex governatore provinciale, chiamato dallo zar a corte nel 1906, appartenne a quella schie-ra di burocrati illuminati di fi ne Diciannovesimo secolo che si erano formati presso le Univer-sità di Mosca e San Pietrobur-go ovvero laddove, come sosten-gono gli storici del populismo russo, fi orirono le menti più bril-lanti del pensiero politico d’ol-tre Urali. Con la sua accelerazione eco-nomica, contribuì a svecchiare l’obsolescente società agraria, sforzo per altro non portato a compimento per la prematura morte nel 1911, quando fu as-sassinato dall’ebreo Dmitri Bo-grov. Così, dal giudizio fallimen-tare della riforma, sostenuto dalla storiografi a sovietica uf-fi ciale, si è giunti nell’arco di un decennio all’interpretazione op-posta, all’orientamento apolo-getico della sua opera avutosi in occasione del convegno or-ganizzato dall’Università di Omsk nel 1997, per i 135 anni dalla nascita dello statista e an-cora oggi il suo nome campeg-gia nell’olimpo delle personali-tà più illustri dell’intera storia nazionale.

dicesimo, la Russia, non era in-vece nuovo e subito si proclamò come «continuatore dell’Urss», ottenendo in tal senso ampio ri-conoscimento internazionale, tra cui il seggio all’Onu. La disso-luzione dell’Unione Sovietica fu relativamente pacifi ca e la que-stione nucleare venne risolta senza scandali. La Russia è diventata l’erede dell’Urss sul palcoscenico inter-nazionale, ma lo ha fatto negan-do la cittadinanza ai popoli dell’ex Unione Sovietica. La Fe-derazione sembra essere orien-tata verso la democrazia, tutta-via nella sua gestione politica si notano ancora troppi segni del passato: la Russia proclama i princìpi del libero mercato, ma la sua economia nazionale ricor-da sempre più quella sovietica; le discussioni sullo stalinismo e sulla storia sovietica hanno rim-piazzato un reale dibattito sul presente e sul futuro del Paese. In quanto a potere decisionale, la Duma si distingue ben poco dal Soviet Supremo. In conclu-sione, la Russia nel mondo è vista sempre più non soltanto come il prosecutore legale ma anche po-litico dell’Urss.

Come una cometa precipitata sulla terra

Anniversario Settanta anni fa moriva la grande poetessa Marina Tsvetaeva

RUTH WYNEKEN RUSSIA OGGI

«Non c’è posto per me nel presente e nel futuro», disse la Tsvetaeva. E infatti sono passati decenni dopo la sua morte prima che il mondo la riscoprisse.

Un’indagine sull’anima

Gli occhi apertamente non offusco.Tra lo scroscio – fisso.Bambole di Venere,affissate lo sguardo!

Questa unione più stretta che attrarsi e giacere.Lo stesso Cantico dei Canticicede la parola

Per noi, sconosciutiintercede Salomone perché il pianto comune è più che il sonno.

Nelle onde cavedell’oscurità – curva e uguale – senza traccia, silentecome affonda la nave.IL POEMA DELLA FINEMILANO, POLENA, 1985TRADUZIONE: NADIA CICOGNINI

Anima che non conosce misura,anima di flagellante e fanatico,che ha nostalgia della sferza.Anima – incontro al carneficecome farfalla dalla crisalide!Anima, che non ingoia l’offesache più gli stregoni non brucino.Come colonna di resinafumante sotto il cilicio…Eretica crepitante,- sorella del Savonarola -Anima, degna del rogo! ANIMA CHE NON CONOSCE MISURA IN POESIA DEL NOVECENTO IN ITALIA E IN EUROPAA CURA DI EDOARDO ESPOSITOMILANO, FELTRINELLI, 2000TRADUZIONE: NADIA CICOGNINI

NAZIONALITÀ: RUSSA

CITTÀ DI NASCITA: MOSCA

PROFESSIONE: POETA

La Tsvetaeva comincia a scrive-re poesie - non solo in russo, ma anche in francese e tedesco - a sei anni. La sua poesia unisce l’eccentricità a un rigoroso uso della lingua, non privo di metafo-re paradossali. Se durante la pri-ma fase creativa Marina risente dell’influenza di Maiakovskij e del suo vigore poetico, in seguito se ne distacca e si accosta maggior-mente a Pasternak e all’animo poetico di Pushkin

LA BIOGRAFIA

Marina Tsvetaeva e i viaggi in Italia

La presenza d’Italia nelle poesie della Tsvetaeva è documentabile a diversi livelli. Sia sotto il profi-lo della poetica che sotto l’aspet-to biografico. La poetessa ha vis-suto a Nervi, in Sicilia, durante la malattia della madre. E in segui-to tornò nell’isola più volte. Inol-tre, la Tsvetaeva ha spesso usato nelle sue opere immagini e figure retoriche appartenenti alla cultura italiana(come il Casanova o il Sa-vonarola, sia nelle opere teatra-li che nelle poesie). Inoltre, nelle opere di Tsvetaeva sono presenti citazioni sia dirette che nascoste provenienti da autori italiani, Poi l’importanza del paesaggio, che ha sempre affascinato la poetes-sa. Marina diceva che nelle sue poesie era possibile osservare i paesaggio italiani, specialmente quelli siciliani.

tobre Sergei Efron. La Tsveta-eva vagò con Georghi da un’abi-tazione provvisoria all’altra. La quotidianità era dominata dall’angoscia esistenziale, dalla responsabilità per il fi glio stra-ordinariamente dotato e dall’impossibilità di pubblica-

Fu trovata impiccata, con i capelli grigi, il volto segnato, le mani consumate e ingiallite dalla nicotina

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DENTRO LA PREMIAZIONE

Ekaterina Mtsituridze

CRITICO CINEMATOGRAFICO

LUCIA BELLINELLO RUSSIA OGGI

GALINA MASTEROVARUSSIA OGGI

Consensi unanimi per la rilettura dell’opera di Goethe, che già nei primi giorni della rassegna era apparso tra i grandi favoriti.

In un’intervista alla vigilia della manifestazione, Sokurov era stato molto duro sulle competizioni cinematografiche e sui critici di settore.

Insonnia. Omero. Vele tese. Alla vigilia della prima il sonno mi abbandona. Gestire l’agenzia di pr di un film che è stato fin dall’inizio annunciato come un capolavoro è rischioso. Tanto più che a nessuna delle precedenti pellicole di Sokurov era tocca-to alcun riconoscimento. Ed ecco Faust.

Un successoal cardiopalma

APPUNTAMENTI

L’autrice è direttrice di Sovex-portfi lm, conduttrice dei pro-grammi televisivi e ha parteci-pato alla giuria del festival di Cannes

Il Leone d’oro parla russoVenezia stregata da Sokurov

Mostra del Cinema La rilettura del Faust ha messo d’accordo giuria e pubblico

Il regista La carriera, i festival, i critici. Dalla censura all’ultimo capolavoro

«Sono stato a molti festival, come a Cannes, a Venezia, ma non mi piace essere lì, non mi piace la competizione», aveva dichiarato Sokurov, rilasciando un’intervista in un parco vici-no casa a San Pietroburgo. Evi-dentemente senza immaginare quello che sarebbe capitato da lì a poco. Ma questa non era stata la sua unica critica al si-stema del festival. «Quante volte capita una giuria di cui non si conoscono i due terzi dei com-ponenti? Com’è possibile?», aveva aggiunto. Di Sokurov va apprezzata la sin-cerità, la volontà di non nascon-dere i pensieri del momento. I

“Il Faust per comprendere la politica”

«La magia di un quadro di Rem-brandt». Una sorta di sintesi dei «grandi temi legati alla lettera-tura russa». Ma anche un pro-getto «monumentale, seducen-te», forse con «qualche pretesa di investigazione teologica», se-condo i pareri raccolti tra chi ha visto la pellicola. Il Faust di Aleksandr Sokurov non è un film facile, ma ha lasciato il segno. E non solo perché ha fatto impazzire la critica, conquista-to la giuria e vinto il Leone d’oro alla 68esima Mostra del cine-ma di Venezia. Ma perché è ar-rivato là dove ogni fi lm d’arte dovrebbe arrivare: a far vibra-re le corde della sensibilità del pubblico. Un progetto ambizio-so, consacrato dal caloroso ab-braccio che Marco Muller, di-rettore della Mostra, ha riser-vato al regista sul red carpet; e una sfi da, a conti fatti, ben ri-uscita, a giudicare dall’ovazio-ne della gente in sala al termi-ne della prima proiezione del fi lm, «potente» e «ipnotico», che con questa rilettura dell’opera di Goethe ha chiuso la tetralo-gia dedicata a Hitler, Lenin e all’imperatore Hirohito. Stan-ding ovation e applausi scro-scianti per quel maestro com-posto, vestito di nero, che nella penul-tima gior-nata di fe-stival non nega qual-

denti dell’università veneziana, che per oltre un’ora hanno ascol-tato a bocca aperta il mondo di Sokurov. Anche questa volta il maestro si congeda tra gli applausi, se-guito dagli sguardi dei ragazzi che ha definito «il futuro del mondo. Un futuro chiamato a combattere il degrado della cul-tura, lavorando per difendere l’arte, la letteratura e il cine-ma».

Da oggi a Milanoparte la rassegna dei fi lm russiÈ dedicata alla storica casa cinematografica Lenfilm la quinta edizione del Festival del Cinema russo, in program-ma a Milano, all’Apollo Spa-zio Cinema, dal 26 al 30 set-tembre. Si svolge con il patro-cinio di Svetlana Medvedeva. Tutti a ingresso gratuito, sono 15 i titoli proposti, proiettati in lingua originale con sotto-titoli in italiano. Una piccola retrospettiva, con tre dei suoi film, è dedicata al maestro Aleksei German, ma non manca una serie di titoli nuovi, con l’obiettivo di aprire una fi nestra sull’attuale generazio-ne di registi russi.

Calendario completo su www.russiaoggi.it

A cura diValentina Bonelli

che autografo e si inchina rico-noscente all’acclamazione del pubblico. Per poi uscire di scena, lasciando gli attori a fare il pieno di applausi. Fuori dalla sala, due ragazze ele-ganti sorridono. «Perché anda-re al cinema a guardare il Faust? Perché racchiude tutti i vizi dell’uomo. Perché ormai di ca-polavori così se ne vedono pochi. Perché è un fi lm che scuote le coscienze e fa pensare». Ma per-

ché è anche uno di quei film «così potenti da rivedere mille volte, per lasciarsi stupire co-gliendone ogni singola sfuma-tura». La gente si avvia lenta alla fer-mata del vaporetto, e nella di-screta penombra di un’uscita laterale della sala, Sokurov si intrattiene con l’équipe, affian-cato dalla bellissima Alena Shu-makova, consulente della Mo-stra, e Vittorio Sgarbi. «Un ca-

polavoro – esclama il critico – Sokurov è riuscito a creare una tensione formidabile, riprodot-ta da un’operazione pittorica eccezionale». Tenendo la Shu-makova sotto braccio, il regista si fa largo verso l’auto che lo attende, congedandosi con un «sono molto felice. Ma sono stanco, ora voglio riposare».Ma il giorno dopo è sempre lui il protagonista, questa volta in un faccia a faccia con gli stu-

troverà il film interessante, anche se conosce la lingua te-desca ed è vicino alla cultura germanica», ha commentato Sokurov. «Non ho ancora capi-to perché mi è stato concesso questo aiuto, visto che io non sono un sostenitore politico di nessuno in Russia». Invece, è stato a lungo un attivista per la

conservazione dell’architettura storica della sua città d’origine, ed è stato un feroce critico del governo di San Pietroburgo, al punto che un’opera che stava mettendo in scena al Teatro Mi-khailovsky è stata annullata. Sokurov è anche in prima linea nella campagna per salvare Len-fi lm, il secondo più famoso stu-dio cinematografi co russo dopo Mosfi lm. Lo studio potrebbe es-sere rilevato dalla divisione media della gigantesca conglo-merata Sistema Financial Cor-poration.Oltre ai festival, Sokurov non ha mai amato i critici, tranne la defunta Susan Sontag, che a suo modo di vedere è stata l’uni-ca capace di offrire una prospet-tiva unica sulle sue pellicole, ag-giungendo qualcosa alla loro comprensione.

suoi primi fi lm sono stati vieta-ti dalle autorità sovietiche, cosa che gli ha portato una maggio-re attenzione internazionale. So-kurov ha parlato delle sue os-sessioni per i dittatori: «È incre-dibile che ci sia così poca atten-zione per la storia del Faust», ha detto. «Se un politico leggesse il libro, si renderebbe conto che nella storia c’è tutto. È come se fosse stato scritto nel 21esimo secolo, non nel 19esimo». Alla base del fi lm, che è stato girato in Spagna e Islanda, dove sono state ricostruite le città tedesche del 19esimo secolo, c’è una ri-cerca storica molto accurata. Il regista non ha ricevuto alcun fi nanziamento da parte del mi-nistero della Cultura per fare questo fi lm, che per questa ra-gione ha rischiato di non esse-re girato. Ma il denaro è arri-vato dopo che il primo ministro Vladimir Putin ha parlato a so-stegno delle riprese. «Non so se

La sera prima della presenta-zione, Aleksandr si era lasciato andare: «Cosa ci sto a fare qui! È chiaro che non mi daranno niente». Io restavo ottimista, anche se cresceva il nervosisi-mo. La musica del primo Mo-zart aveva accompagnato la cena all’hotel Excelsior, mischia-ta al suono della risacca e al mormorio degli ospiti: Leone d’oro o d’argento?Due ore prima della cerimonia di chiusura Aleksandr aveva de-ciso di tornare a San Pietrobur-go. «Tutto questo non mi piace. A che pro?», ci aveva domanda-to, fi ssando i nostri volti tesi.

Un’ora per convincerlo, un’ora per mettere lo smoking e scen-diamo in strada. «Il Leone d’oro va a un fi lm dopo il quale la vita non sarà più quella di prima: Faust di Aleksandr Sokurov!» annuncia il presidente della giu-ria Darren Aronofsky. Tutta la nostra delegazione, scatta all’unisono in piedi, ci raggiun-gono gli altri ospiti, e poi lacri-me, chiamate, abbracci. Tra le congratulazioni arrivate per te-lefono una rimane impressa. «Aleksandr, siamo orgogliosi di lei, questo è un riconoscimento per tutto il nostro Paese», è la voce del premier russo.

Sokurov durante un momento della premiazione a Venezia

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Tra loro Svetlana Proskurina, al-lieva di Sokurov, che incontra il pubblico per presentare il suo ultimo film: La tregua. È la sto-ria di un camionista (Ivan Do-bronravov, l’attore de Il ritorno di Zvjagintsev), che arrivato in un villaggio ignorato dalle car-te geografiche decide di restarvi e cercare moglie, nella speranza di dare tregua alla sofferenza e alla noia.

Arriva al festival anche il re-gista figlio d’arte Dmitri Me-schiev, insieme a Kristina Kuz-mina, l’attrice protagonista del suo nuovo film: L’uomo alla fi-nestra. È il ritratto di un atto-re cinquantenne, che né dalla professione né della famiglia ha mai avuto nulla, ma sembra sa-per guidare felicemente il desti-no degli altri.

Il tocco sensibile della regi-sta Avdot’ja Smirnova si ritro-va nel recentissimo Due giorni, con un’attrice nota al pubblico italiano, Ksenja Rappoport. Nel film è la direttrice del museo locale di una cittadina di pro-vincia: l’arrivo di un inviato da Mosca con l’incarico di soppri-merlo scatena conflitti culturali e sentimentali.

Ci viene incontro anche Micha-el Fassbender, uno dei migliori attori della cinematografi a mon-diale di oggi, fresco di coppa Volpi per la migliore interpre-tazione maschile nel fi lm Shame (Vergogna) di Steve McQueen. Due successi che riempiono di orgoglio.

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ALENA LEGOSTAEVARUSSIA OGGI

STEFANIA ZINIRUSSIA OGGI

Il cartellone moscovita delle manifestazioni autunnali punta a conquistare diverse tipologie di pubblico, da chi ama le sperimentazioni creative ai più inclini alla tradizione.

Successo per la manifestazione che si è svolta nella Capitale, con 1.500 espositori e circa 800mila titoli presenti. Numerosi gli autori italiani che hanno partecipato all’evento.

L’autunno moscovita tra musica e arteEventi La nuova stagione si preannuncia ricca di appuntamenti, dalle rivisitazioni storiche ai concerti in Piazza Rossa

giorni. A sottolineare l’atmosfe-ra sono state anche le salve di cannone risuonate dalla torre Spasskaja. La banda militare “Jaguares de la Tamayo” e la compagnia di danze folkloristi-che “Tenochtitlan” dal Messico hanno contagiato tutti i presen-ti con il loro entusiasmo. L’Or-chestra Presidenziale naziona-le dell’Ucraina ha sorpreso il pubblico con i suoi virtuosismi jazz. Il festival “Spasskaja bashnja” (http://kremlin-mili-tary-tattoo.ru) è giunto alla quarta edizione. Millecinque-cento musicisti da 15 Paesi (le divisioni delle guardie d’onore dei capi di Stato, i migliori grup-pi artistici e le migliori orche-stre militari di tutto il mondo) hanno dato luogo a una gran-diosa esibizione sotto le mura del Cremlino per conquistarsi il favore del pubblico. E hanno vinto tutti.

Sembra che il pubblico della ca-pitale ci stia prendendo gusto: con l’avvicinarsi dell’autunno, l’intensa vita culturale e gli spet-tacoli non solo non si esauri-scono, ma mostrano un rinno-vato vigore. Nella prima setti-mana di settembre a Mosca si sono svolti due festival, con un grande seguito di pubblico.

Tempi ed epocheUn uomo robusto e barbuto dai capelli lunghi, con indosso una camicia di lino stretta in vita da un cordoncino, ghette di ma-glia e morbidi stivali di pelle, spinge un passeggino. Accanto a lui c’è una ragazza a piedi scalzi con un lungo vestito e un grembiule, che tiene in mano un cavalluccio di legno. Si tratta di un programmista ventiset-tenne di San Pietroburgo, di sua moglie, laureata in Lingue, e del loro bambino che vivranno per tre giorni nell’accampamento degli antichi russi che è stato realizzato non lontano dal cen-tro della città in un’antica e pit-toresca residenza degli zar sulle rive della Moscova. Dal 2 al 4 settembre 2011, si sono rivissu-te le atmosfere dell’Alto Medio-evo.

l’approccio scelto dagli organiz-zatori di coinvolgere gli spetta-tori (oltre 50mila) nella messin-scena storica. Il presidente del Comitato per il turismo e il set-tore alberghiero di Mosca Ser-gei Shpilko è convinto che que-sto progetto «col tempo potrà guadagnarsi la stessa autorevo-lezza del Festival di Venezia o del carnevale brasiliano».

La torre Spasskaja Mosca, Piazza Rossa, manca un’ora alla mezzanotte. I musi-cisti dell’orchestra di fi ati sono circondati da una folla di spet-tatori. I suonatori, che portano cappelli ornati di enormi ciuffi di piume nere, alzano le trom-be e partono con i bis. Musica popolare, dimostrazioni con le armi e sfi late in costume, uno show con luci laser, motocicli-sti ed effetti pirotecnici: tutto nel cuore di Mosca, per cinque

I musicisti dell’Orchestra di fiati a Piazza Rossa prima dei concerto Per due giorni la residenza degli zar diventa il regno dell’Alto Medioevo

Una kermesse tutta dedicata alla luce Per tre giorni l’autunno mosco-vita è stato illuminato da viva-ci colori e il centro della capita-le si è trasformato in una grande opera d’arte. Lo sceneggiatore del primo Festival internazionale della luce di Mosca è stato il re-gista del famoso festival di Lio-ne, che ha partecipato anche alla regia delle cerimonie di apertura

e di chiusura dei Giochi Olimpici a Pechino. Le installazioni foto-musicali hanno rispecchiato an-che i colori tradizionali russi. Uno show completamente gratuito per gli spettatori, organizzato in va-ri punti del centro città, tra cui la Piazza Rossa, il Teatro Bolshoj, il Museo Storico, la piazza Lubjanka e quella del Maneggio.

Il festival “Tempi ed epoche. La Russia antica con i vostri occhi” (http://www.historyfest.ru) ha radunato 84 team tra Russia ed estero. La battaglia è durata solo pochi minuti; poi i “sopravvis-suti” hanno potuto partecipare ai divertimenti giovanili popo-lari, come il gioco di “prendere il cappello” cavalcando. Poi si

sono diretti tutti all’accampa-mento, partecipanti e spettato-ri. «Sapevo che le nostre tende all’antica non riparano molto bene dal maltempo: dopo la pioggia nelle tende è diventato freddo e umido», dice Sergei, uno dei titolari di bancarelle lungo il percorso. Tra i motivi del successo, anche

Gli eventi clou in calendario

V FESTIVAL MONDIALE DI ARTE CIRCENSE30 SETTEMBRE – 2 OTTOBRE 2011Le leggende viventi dell’arena, ma anche esordienti di grande talento allo stadio olimpico Luzhniki

www.festival.circus.ru ›

BIENNALE DEI MESTIERI A IZMAJLOVOFINO AL 15 OTTOBRE 2011Fiera-mercato di oggetti d’ar-te popolare creati da artigiani di tutta la Federazione

http://www.kremlin-izmailovo.com ›

GRANDE FESTIVAL DEI FILM D’ANIMAZIONE28 OTTOBRE – 7 NOVEMBRE 2011450 pellicole da 22 Paesi per il quin-to Festival del film d’animazione

www.multfest.ru ›

IN LIBRERIALa violenza nelle stradedella capitale

AUTORE: ZACHAR PRILEPINTITOLO: SAN’KJACASA EDITRICE: VOLANDTRADUZIONE: ENZO STRIANO

Sasha è un militante del Par-tito dei Costituenti. Insieme ai suoi compagni prende parte a diverse azioni violente “rivolu-zionarie” per protestare contro il regime che soffoca il Paese e impedisce la rinascita della Russia. San’kja è un libro in cui non ci sono buoni, ma an-tieroi più o meno intensamen-te grigi e fi gure femminili irri-levanti e secondarie. Un ritrat-to impietoso della Russia con-temporanea, di una Mosca fatta di scantinati che incubano e partoriscono violenza. Con una sincerità brutale, Prilepin ci racconta il lato oscuro della Fe-derazione, quello che troppo spesso un lettore benpensante si rifi uta di vedere.

Maria Elena Murdaca

Letteratura italiana in vetrinaLibri L’Italia è stata ospite d’onore del Salone Internazionale di Mosca

Più di 1.500 espositori, 800 mila libri provenienti da 57 Paesi, 200 mila inediti, 500 eventi, tra con-ferenze, seminari, master-class sui temi più diversi, dalle diffi-coltà che comporta la traduzio-ne letteraria, al futuro del libro nell’ambito della cultura mul-timediale moderna. E decine di incontri con gli autori ha offer-to quest’anno a migliaia di vi-sitatori, più di 180 mila, la 24-esima edizione della Fiera In-ternazionale del Libro di Mosca. E questo non è tutto. Aperto a tutti, vi era anche il Caffè Letterario nel padiglio-ne italiano, dove a tutte le ore ci si poteva regalare una sosta e gustare al posto di un espres-so o un cappuccino, cocktail non meno corroboranti di cul-tura e letteratura del nostro Paese. E con la lettura della po-esia “La Patria” la poetessa Pa-trizia Cavalli ha aperto le porte del caffè. Quale miglior modo per festeg-giare con i lettori-ascoltatori russi i 150 anni di un’Italia che, quest’anno, Anno Italia-Russia, era anche ospite d’onore della

Il centro dello spazio espositivo italiano è rappresentato dalla teca dell’identità, in cui vengono espo-sti alcuni dei volumi realizzati all’indomani dell’unificazione del Paese

manifestazione moscovita.Barman d’eccezione del caffè letterario, 16 autori italiani che, con l’aiuto dei colleghi russi, hanno generosamente soddisfat-to gli avventori del caffè, pre-sentando le proprie opere, molte già tradotte in lingua russa, rac-contando del proprio Paese e delle peculiarità del mondo let-terario italiano odierno che in molto rispecchia quello russo. Marco Innocenti e Pierdomeni-

co Baccalaro hanno, per esem-pio, preso atto che Italia e Rus-sia soffrono di un male comu-ne: in entrambi i Paesi gli scrit-tori sono molti, ma negli ultimi 20 anni si legge sempre meno. Della ricetta italiana per diven-tare scrittori hanno invece par-lato i giovani autori di casa no-stra Simona Vinci e Alessandro d’Avenia. Quale sia il signifi cato di ita-lianità hanno cercato di spie-

gare Andrea De Carlo e San-dro Veronesi. Sveva Casati Mo-dignani, molto letta e amata all’interno della Federazione, ha ripercorso insieme al pub-blico il vissuto della donna nell’ultimo secolo, tema questo delle sue storie. E la famosa sla-vista Serena Vitale ha simpa-ticamente raccontato, destan-do ilarità e buon umore in tutti i presenti, il suo legame con la Russia che risale all’infanzia.

DA SEGUIRE

Più articoli e reportagesu www.russiaoggi.it

Le intervista ai maggiori scritto-ri contemporanei russi come Ol-ga Slavnikova (nella foto), Zachar Prilepin e Viktor Pelevin

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partite doppie per evitare il crac fi nanziario come avverrà per i club italiani e spagnoli (meno in Inghilterra e Germania), a causa dei debiti accumulati negli anni. L’arrivo di Eto’o in Daghestan segna un cambio di rotta tra i grandi calciatori, ora pronti a trasferirsi in Russia. E non dipende, come nel recente passato, solo dai lauti ingaggi prospettati dalle società. Nelle ultime due stagioni è con-tata parecchio anche la chance di disputare – magari da tito-lare – la Champions League con lo Zenit San Pietroburgo di Lu-ciano Spalletti o il Rubin Kazan. Così in Russia sono fi niti cal-ciatori nel giro della Nazionale italiana, ma snobbati dalle big come Rosina e Boc-chetti, oppure il na-zionale Criscito, che ha prefe-rito San

Sport12

Al primo suono della campa-nella del nuovo anno scolastico nella scuola italiana di Mosca hanno risposto “presente” all’ap-pello due studentesse in più ri-spetto al solito. Si tratta delle fi glie di Roberto Rosetti, ex arbitro italiano, ex internazionale ed ex designa-tore della Serie B italiana, dallo scorso 28 giugno a capo di tutto il dipartimento arbitrale russo. Un incarico così importante, da non poter essere rifi utato anche da chi, come lui, ha alle spalle una lunga storia di successi. A volerlo è stato il presidente della Federcalcio russa, Sergei Fursenko, che gli ha affidato «la ristrutturazione del settore già avviata con una modifi ca radi-cale del regolamento, riscritto adeguandolo a quello Fifa», spiega Roberto Rosetti in un’in-tervista a Russia Oggi.

Un italiano all’ombra del CremlinoINTERVISTA L’EX ARBITRO ROSETTI ALLENA I FISCHIETTI RUSSI

A cura di Mariella Caruso

NICOLA SELLITTIRUSSIA OGGI

Pronto un nuovo calendario del campionato per assicurare ai team impegnati nelle competizioni europee di arrivare in forma alla fase dell’eliminazione diretta.

La nuova terra promessa del calcioTendenze Il prossimo avvio del fair play finanziario accrescerà la capacità competitiva delle squadre della Federazione

Non solo l’affare Eto’o e la piog-gia di rubli che ha riversato nel mercato europeo. Il calcio russo si avvicina al livello dei princi-pali campionati. E il trend è de-stinato a proseguire con l’en-trata in vigore del fair play fi nanziario voluto dal presiden-te dell’Uefa Platini. Tutto merito di conti in ordine, ma soprattutto di milionari come Suleiman Kerimov, pro-prietario dell’Anzhi, nuova casa dell’attaccante ex Inter. Così i club della Federazione avranno la strada spianata sul mercato per arrivare ai top player, senza

Pietroburgo a Inter e Napoli per una questione legata allo sfrut-tamento dei diritti d’immagi-ne. Per aggiungere altro appeal il campionato russo si rifà il truc-co. Niente più stagione estiva, con il via a marzo e la fi ne in novembre. A partire dal 2012/2013 il torneo si svolgerà dall’autunno alla primavera, come negli altri campionati eu-ropei. Una scelta criticata da

più parti a causa delle rigide temperature invernali e che forse sarà rivista almeno per in-dividuare una pausa (in Russia si raggiungono anche i - 40° in zone Urali e Siberia), come av-viene in Bundesliga. Il nuovo calendario punta a rendere com-petitivi i club anche nella fase a eliminazione diretta della Champions League (evitando cali di forma) e portare la Rus-sian Premier League tra le mag-

giori potenze in tempo per i Mondiali organizzati in casa nel 2018. È quindi in corso un cam-pionato di transizione con le 16 squadre partecipanti che si af-frontano in un girone all’italia-na di andata e ritorno. Al ter-mine del calendario non verrà assegnato lo scudetto: le prime otto classifi cate saranno inseri-te in un gruppo che lotterà per il titolo nazionale e i posti in Europa; le restanti combatte-ranno per evitare la retroces-sione. Poi però c’è il mercato, con le sue leggi non scritte. Il quotidiano sportivo spagno-lo Marca, vicino al Real Ma-drid, ha scritto dell’offerta di Kerimov a Mourinho per assu-mere la guida della sua costo-

sa creatura. Venticinque mi-lioni di euro annui

pronti per lo Special One, cinque più di

Eto’o, il cui ac-

quisto è costato al club circa 150 milioni, comprendendo anche lo stipendio. Oltre ai 60 milioni già spesi per altri sei acquisti. E, dopo il rifi uto da parte di Mourinho, la panchi-na sarebbe stata offerta a Carlo Ancelotti. Il progetto Anzhi non appare un fuoco di paglia, una passione del momento, ma un progetto destinato a prosegui-re per molto tempo. Proprio per dare solidità al progetto si parte con la costruzione del nuovo stadio al posto del Dinamo, che fu del team sovietico legato alla Polizia. Al suo posto ci sarà tra qualche anno un impianto ul-tramoderno da 45 mila spetta-tori. Sarà l’Eden calcistico dell’Anzhi, con il presidente del club che ha in mente una città completamente rinnovata, con ricadute positive anche per il business del territorio, dagli hotel a cinque stelle alle villet-te per i tecnici e gli atleti.

Quanto spendono i club russi

AP/EAST NEWS

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Qual è il livello rispetto alla real-tà italiana? Gli arbitri italiani sono al top nel mondo, anche se in Italia non ci se ne accorge. Gli arbi-tri russi sono qualitativamente di buon livello ma occorre la-vorare molto sulla preparazio-ne fi sica.

C’entra il freddo che porta di più a consumare alcolici?È solo una leggenda. Bisogna dare loro strumenti e possibili-tà, anche economiche, per de-dicarsi alla preparazione fi sica. Non bisogna dimenticare che in Russia le distanze sono enormi: le designazioni le faccio il mar-tedì perché serve tempo per or-ganizzare le trasferte.

Anche in Russia ci sono le pole-miche del lunedì sull’operato ar-bitrale?C’è grande attenzione mediati-ca e occorre fare i conti con un problema di “credibilità”. È co-mune considerarli poco seri. Anche questo è un pregiudizio da scardinare con la professio-nalità.

È una grande sfida…Bellissima e non semplice. La-voro 10-12 ore al giorno insie-me con l’ex Fifa José Garcia Aranda, che si occupa della parte legislativa e progettuale, e Yuri Baskakov, arbitro russo che ha appena smesso di arbi-trare e per me è una “spalla” preziosa.

Di lei si ricorda la partecipazione al progetto Uefa durante l’Euro-peo 2008 che portò al docu-film Kill the referee, una sorta di Gran-de Fratello arbitraleQuesta telecamera che ci segui-va sempre era terribile, nella prima partita che diressi, Sviz-zera-Repubblica Ceca, cacciai la troupe dallo spogliatoio. Alla fi ne, però, fu molto interessan-te. Tra gli arbitri microfonati c’era anche lo svizzero Massi-mo Busacca, oggi capo del di-partimento arbitrale della Fifa. Con lui e con Collina, che è alla Uefa, c’è grande sintonia: dicia-mo che l’italiano sta diventan-do la lingua più importante per gli arbitri.

Come è stato il suo approccio con la Russia?Mosca è una città stupenda. Ci sono molte similitudini con la nostra cultura, prima fra tutte l’ospitalità. Sono stato accolto benissimo nell’ambito lavorati-vo. Fra breve andrò a Grozny in Cecenia e in Siberia per un corso.

Quali sono state le sue prime deci-sioni pratiche?Il sistema delle designazioni, di cui mi occupo personalmente, improntato alla meritocrazia. Poi una serie di decisioni che aumentano la neutralità del mondo arbitrale. In prospettiva di Russia 2018 bisogna costru-ire il futuro della classe arbi-trale locale, assente nelle ulti-me competizioni internaziona-li. Ci sono due o tre giovani molto interessanti.