L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

20
L ’Ora di Giurisprudenza Roma Tre Numero 4 Anno II Dicembre 2011 Università , quale futuro? Sessione straordinara Le proposte di RDS Giurisprudenza per più equità nell’accesso pag. 3 Europa Ognuno per sé e nessuno per tutti: l’Unione divisa pag. 7 Eventi “La macchina dello Stato”, pezzi di storia italiana in mostra pag. 17 loragiur.blogspot.com La manovra Monti conferma le critiche degli studenti al nuovo governo: non si parla di saperi, in allarme il mondo della conoscenza. Cosa aspettarsi?

description

Il periodico di facoltà di RDS Giurisprudenza

Transcript of L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Page 1: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

L’Ora di Giurisprudenza’’ ’’’ ’ ’’

’Roma TreNumero 4 Anno II

Dicembre 2011

Università, quale futuro?

Sessione straordinara Le proposte di RDS

Giurisprudenza per più equità nell’accesso

pag. 3

EuropaOgnuno per sé e

nessuno per tutti: l’Unione divisa

pag. 7

Eventi“La macchina dello

Stato”, pezzi di storia italiana in mostra

pag. 17

loragiur.blogspot.com

La manovra Monti conferma le critiche degli studenti al nuovo governo: non si

parla di saperi, in allarme il mondo della conoscenza.

Cosa aspettarsi?

Page 2: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

2 L’Ora di Giurisprudenza

Tecnocrazia

A morte questi tecnici brutti e cattivi, o

forse no. Ho letto qui e là discordanti

opinioni riguardo la forma di governo

tecnocratica, tuttavia quelle che mi hanno col-

pito di più - chissà perché - sono quelle che

attribuiscono al termine un’accezione negativa.

La tecnocrazia, per chi la critica, è insoppor-

tabile perché contraria alla democrazia. E’

indubbio che il governo vada fatto scegliere al

popolo, ma è assai stuzzichevole ragionare suoi

motivi che hanno fatto si che così non fosse. Mi

spiego, se si è sentito il bisogno di sostituire i

vecchi ministri con dei nuovi perché quest’ul-

timi sono degli esperti in materia, mi viene

da pensare che i primi tanto esperti in mate-

ria (per non dire competenti) non lo fossero.

L’antidemocratica delega alle pari opportunità

della Ministra Fornero è la causa del problema

o la conseguenza del fatto che chi la precedeva

aveva tanti bei attributi meno che quelli utili

a svolgere la suddetta funzione ministeriale?

Pare di capire dunque che, è odioso un governo

di non eletti, ma è sicuramente peggio un

governo di non competenti (qui lo dico Ndr). La

tecnocrazia è la conseguenza, non il problema.

La politica va fatta da Politici che si servono

di tecnici e non da tecnici che commissariano

politici, ma per poter essere così serve che i

partiti (tutti) tornino ad essere tali. Chi critica il

governo tecnocratico senza prima condannare

il degrado della politica sbaglia. Non è certo

colpa della politica la crisi economica globale,

ma è sicuramente sua la responsabilità se l’Ita-

lia si è trovata a doverla contrastare così fragile

e indebolita. La politica fallimentare e priva di

contenuti che è seguita alla prima repubblica

ha solamente saputo vendere sogni, lo ha fatto

raschiando il fondo del barile vuotato ormai da

tempo da chi l’ha preceduta. Dall’esperienza

tecnocratica bisogna solo imparare la lezione,

altrimenti ci si comporta come il bambino che

ieri usciva senza la giacca e oggi si lamenta di

quanto sia amara la medicina.

Giuseppe Falla

L’editoriale

numero 4 anno IIDicembre 2011

In questo numero:Copertina....................................... p. 05Sessione straordinaria................p. 03La campagna Unhate..................p. 07Democrazia in Siria.....................p. 09La destra e la crisi........................p. 10Europa, l’Unione divisa..............p. 11La satira...........................................p. 13Libro - “Dubliners”......................p. 14Mostra - Realismi socialisti.......p. 15Cinema - Midnight in Paris.......p. 16La macchina dello Stato............p. 17Sport................................................p. 19

Page 3: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 3

Sessione straordinaria: le nostre proposteRDS lancia una piattaforma alternativa per una sessione primaverile equa e vantaggiosa

Ancora una volta ci troviamo a parlare

di sessione straordinaria, tema che

continua ad altimentare il dibattito

nella nostra facoltà. Sfortunatamente esso

non sempre si rivela costruttivo: nonostante

l’intento di fare una proposta comune insieme

ai rappresentanti di altre liste, Ricomincio

dagli Studenti ha dovuto rifiutare il docu-

mento finale che ci è stato proposto, non

condividendone i contenuti. Per questo come

sindacato studentesco abbiamo formulato

una proposta alternativa, per colmare quelle

lacune che rendevano per noi la proposta

della destra ingiusta ed errata. Ma parliamo

dei fatti: la proposta che ci richiedevano di

condividere proponeva una sessione straordi-

naria ad aprile, per gli studenti del terzo e del

quarto anno che avessero una media pari o

superiore ai 25/30 e che non fossero indietro

di più di tre esami rispetto a quanto previsto

dall’ordine degli studi. Questa richiesta è per

noi iniqua, in quanto il presunto criterio meri-

tocratico da adottare non ci appare adeguato

alla situazione: noi riteniamo che a tutti gli

studenti deve essere garantita la possibilità

di accedere al medesimo numero di appelli

con l’unica eccezione per gli studenti che si

stanno per laureare. Vista la già esistente

sessione straordinaria autunnale, riteniamo

opportuno che venga data agli studenti una

possibilità anche ad aprile, in modo che

possano laurearsi in tempo per la sessione

estiva. Oltre all’evidente vantaggio per chi

deve laurearsi c’è anche un vantaggio per l’u-

niversità: sfruttando uno dei decreti attuativi

della riforma Gelmini l’ateneo può ottenere

più fondi se c’è un maggiore numero di laure-

ati nei tempi previsti dall’ordinamento: in un

momento di crisi in cui i fondi all’università

sono sempre più esigui, questa è un’ottima

opportunità di fare cassa senza far pagare

sempre gli studenti. RDS chiede inoltre un

cambiamento dei requisiti per l’accesso alla

sessione straordinaria: mentre adesso è gene-

ricamente previsto dall’ordine degli studi

che ”la sessione straordinaria è riservata a

tutti gli studenti ai quali manchino due esami

per la laurea e abbiano già avuta assegnata

la tesi”, noi chiediamo che nel conteggio

degli esami mancanti non debbano essere

contate le idoneità. Speriamo che su questa

proposta, decisamente più adeguata alle esi-

genze della fcoltà, possano crearsi un ampio

dibattito e condivisione , o che perlomeno

possa essere un punto di partenza per un

dialogo e una mediazione seria e costruttiva.

Il tutto sempre negli interessi degli stu-

denti, che RDS ha sempre anteposto a ogni

opportunità politica di sorta.

Flavio De Santis

FACOLTA’

Page 4: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II
Page 5: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 5

Università, quale futuro?La manovra del governo tace sull’università. Cosa aspettarsi da Monti e Profumo?

Un mese fa, all’atto di insediamento del

nuovo governo, parte degli studenti

scesi in piazza il 17 novembre con-

testava già l’esecutivo. Noi, invece, abbiamo

preferito attendere l’operato di Monti per

giudicarlo, manifestando però un cauto scet-

ticismo dovuto alla composizione governativa,

fin troppo legata ad ambienti della finanza e -

soprattutto - dei baroni e delle università private.

La scelta dello stesso Monti, preside della

Bocconi e sostenitore della riforma Gelmini,

aveva sollevato dei dubbi, avallati poi dalla

rosa dei ministri, di cui ben sei (Passera,

Severino, Moavero Milanesi, Ornaghi, Giarda)

fanno riferimento a università private.

Lo stesso ministro dell’università, Francesco

Profumo, non ci aveva entusiasmati per sto-

ria e provenienza: rettore del Politecnico

di Torino, è stato di recente presidente

del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche)

per volontà della Gelmini. Membro di cda

di colossi come Telecom Italia e Unicredit,

sotto la sua gestione il Politecnico ha

avviato una forte aziendalizzazione.

Malgrado tali premesse tutt’altro che rosee,

noi abbiamo voluto attendere paziente-

mente prima di pronunciarci. La recente

manovra Monti, tuttavia, sembra aver

confermato tutti i nostri dubbi, lasciandoci pro-

fondamente delusi e allarmati dalle scelte fatte.

Da sempre sosteniamo l’impossibilità di

superare la crisi con una politica di due

pesi e due misure: austerità e sacrifici per

i più deboli, lasciando intatti i privilegi.

E’ proprio questa tuttavia la linea emersa dal

“decreto salva Italia”: nella manovra da 30

miliardi, mancano il rigore e l’equità auspicati.

Come giovani e studenti, avremmo voluto un’al-

tra manovra, che tagliasse gli sprechi per tornare

a puntare su occupazione giovanile, scuola, uni-

versità e ricerca, veri motori del Paese.

continua a pag. 6

UNIVERSITA’

Page 6: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

6 L’Ora di Giurisprudenza

segue da pag. 5

Con nostra grande delusione, sono proprio i

saperi a essere dimenticati dal governo, mal-

grado i proclami di Profumo (“Investiremo

nel sapere e nella conoscenza”, “ascolteremo

studenti e ricercatori”). La manovra tace su uni-

versità e istruzione, mentre studenti e atenei

sono alle prese con sempre meno fondi. Eppure

i 20 miliardi di euro che l’Italia sta spendendo

per 131 cacciabombardieri F35 colmerebbero

più di 2 anni di tagli della Gelmini. Mentre l’ac-

cesso all’istruzione si restringe, un solo aereo

militare equivale a 50’000 borse di studio.

Da un governo che intendesse puntare real-

mente sulla conoscenza, ci saremmo aspettati la

cancellazione della legge Gelmini, il blocco dei

decreti attuativi, il rifinanziamento del Fondo di

Finanziamento Ordinario e del Fondo per il diritto

allo studio universitario. Non si arriva a tanto,

anzi: per ora non si arriva a nulla, con il nuovo

governo sordo come il vecchio a queste istanze.

Cosa abbiamo dunque da aspettarci da questo

nuovo governo tecnico? Profumo si è già dichia-

rato intenzionato a continuare l’emanazione dei

decreti attuativi della riforma, schierandosi così

per una continuità con l’operato della Gelmini.

Se queste sono le premesse di un confronto

sui presupposti alla base di università e ricerca,

difficilmente troveremo in questo governo

un valido interlocutore, al di là delle parole.

Dal canto nostro, continueremo a chiedere un

cambio di rotta radicale per risollevare il Paese,

ma non siamo disposti a fare sconti a nessuno,

tecnico o politico che sia: se l’università pubblica

continuerà ad essere minacciata, saremo in piazza

per difenderla e per difendere il nostro futuro.

David De Concilio

Coordinatore RDS Giurisprudenza

Per info:SCHEDA TECNICA SU MANOVRA E SAPERI

tinyurl.com/ca9tbds

UNIVERSITA’

Hai voglia di scrivere? Collabora con noi!

Contattaci a:[email protected]

facebook.com/ora.giurisprudenza

L’Ora di Giurisprudenza’’ ’

’’ ’ ’’

’Roma Tre

Page 7: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 7SOCIETA’

Unhate: la campagna di Benetton che fa scandalo

“La maggior parte della pubblicità non

fa tanto appello alla ragione quanto

all’emozione”. Così Erich Fromm,

uno dei massimi sociologi tedeschi del secolo

scorso, definiva l’arte pubblicitaria. Devono

averlo capito piuttosto bene in casa Benetton

quando, qualche mese fa, il noto brand italiano

dell’abbigliamento ha lanciato una campa-

gna pubblicitaria che ha spiazzato e diviso

l’opinione pubblica in maniera inaspettata.

L’azienda ha infatti avviato un progetto dal

titolo simbolico “Unhate – Contro l’odio”, pro-

ponendo una serie di immagini che ritraevano

le maggiori figure politiche e religiose dello

scacchiere internazionale nell’atto di scam-

biarsi un bacio, simbolo per eccellenza del “non

odio” e della tolleranza. Non ci si deve mera-

vigliare quindi se sui cartelloni pubblicitari di

mezza Italia o su Internet ci si è imbattuti nelle

foto dei ben noti Merkel e Sarkozy ritratti in un

insolito bouche à bouche o in quello del premier

Obama e il leader cinese Hu Jintao. Lo slogan

di Unhate studiato dai pubblicitari Benetton

recitava: “Gli odi non cessano mai grazie all’o-

dio, cessano grazie al non-odio” e l’emozione,

più precisamente quella di cui parlava Fromm,

c’è stata, non senza qualche polemica. Il caso

mediatico è stato sollevato quando è apparsa

l’immagine che ritraeva Benedetto XVI nell’atto

di baciare l’Imam del Cairo Ahmed Mohamed

el-Tayeb. Immediata la reazione della Santa

Sede e dei Papaboys italiani che, in un appello,

avevano invitato a boicottare i prodotti del

marchio veneto. Il portavoce vaticano, padre

Lombardi, aveva poi parlato di “violazione delle

regole elementari del rispetto delle persone

Page 8: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

8 L’Ora di GiurisprudenzaSOCIETA’per attirare attenzione” e, successivamente, il

gruppo Benetton aveva deciso di ritirare l’im-

magine incriminata da ogni pubblicazione.

Condivisibile o meno, la campagna, con il suo

forte impatto mediatico, ha dimostrato che la

pubblicità oltre a emozionare deve sapere stu-

pire, far parlare di sé. Fondamentale anche la

scelta del filo conduttore delle immagini, esal-

tazione della riconciliazione, della tolleranza

tra culture e religioni fortemente eterogenee

tra di loro che si incontrano nel gesto simbolico

quanto universale del bacio, che parla un unico

codice e non ha alcun bisogno di traduzione.

In tempo di villaggio globale e revisione dei

trattati europei, i “basia” ritratti da Benetton

ricordano a tutti che, prima ancora di qualsi-

asi manovra economica, a salvarci non sarà la

tracotanza del più forte, perché persino l’arro-

ganza franco-tedesca, quella di Frau Merkel

e Monsieur Sarkozy, alla fine si arrende ad

un impacciato quanto umanissimo bacio.

Chiara De Salvo

Il presidente della Cina Hu Jintao con quello americano Barack Obama

La canelliera tedesca Angela

Merkel con il presidente

francese Nicolas

Sarkozy

Page 9: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 9GIOVANI

La rivolta in Siria corre sugli iPhone

I rivoltosi made in U.K. quest’estate ci hanno

mostrato come social network e altri mezzi di

comunicazione in tempo diretto fossero utili al fine

di mantenere la notizia (momentaneamente) privata

e soprattutto di farla circolare su una rete di persone

anche particolarmente estesa. Questa volta si passa

però dal più tradizionale BlackBerry alla tecnologia

più versatile dell’iPhone. Lo smartphone marchiato

Apple, infatti, è stato bandito, e la sua importazione è

stata interrotta. Con un bilancio che registra migliaia

di morti negli ultimi mesi non si può certo scherzare

o far finta di niente, ma per l’ennesima volta la strada

della censura di un mezzo di comunicazione di massa

si rivelerà un’arma a doppio taglio. Infatti in un’era

aperta alla tecnologia come la nostra, nonostante la

supremazia dell’azienda di Cupertino, vi sono altre

promettenti smartphone in ascesa, e pertanto si tratta

semplicemente di tempistica: ben presto le immagini

delle violenze e delle repressioni selvagge contro i

manifestanti e gli oppositori in generale torneranno

a circolare sul web con la stessa facilità di prima. E poi,

in circostanze di tale tensione e di tale pericolosità, la

censura appare, oltre che inutile, assolutamente anti-

costruttiva nei confronti della libera informazione,

ultima grande speranza in un paese logorato dalla

guerra civile. L’atto più eclatante di questa vicenda,

però, sembra l’arresto della blogger Razan Ghazzawi:

mentre tentava di spostarsi verso la Giordania per

prendere parte a un incontro sulla libertà di stampa

araba, è stata infatti intercettata, per poi essere incar-

cerata. Per il momento si trova nel carcere di Adra,

centro di detenzione non durissimo, a quanto ci tra-

manda chi vi si è trattenuto per un po’. La speranza,

ovviamente oltre alla scarcerazione di Razan, e allo

stesso modo di tutti gli attivisti ingiustamente arre-

stati, è quella che il mondo impari che non c’è nulla di

più sbagliato che togliere la penna ai rivoltosi, perché

sappiamo bene che dove regna il disagio sociale, un

modo per comunicare e farsi forza gli uni con gli altri,

lo si troverà sempre. Antonio Perrelli

Page 10: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

10 L’Ora di Giurisprudenza

La giovane destra cavalca la crisi

Secondo il reportage di Demos, noto think-

tank britannico, la crisi Europea non crea

soltanto problemi all’economia, ma crea

anche un problema di fiducia da parte dei giovani

nei grandi Partiti e nelle istituzioni, che sentono

sempre più distanti, orientandosi sempre più

spesso, verso partiti di estrema destra, xenofoba

e nazionalista, fortemente radicati al territorio.

Giovani disillusi da una politica sociale dei

paesi Europei che non li vede protagonisti.

Una politica colpevole di essere troppo con-

centrata sui problemi economici della zona

Euro. Lo studio è stato effettuato su circa 11

mila iscritti a gruppi di Estrema destra, tramite

Facebook. Per l’Italia, Casa Pound e Lega Nord.

Quello che lega questi giovani è la forte identità

nazionalista, si dicono preoccupati dall’isla-

mismo ,come minaccia sempre più concreta, e

dalla globalizzazione che “distrugge i diritti

dei lavoratori” e vedono l’UE come un falli-

mento, ed una distruzione dei valori nazionali.

In molti paesi europei forme partitiche di

stampo nazionalista sono ormai diffuse, basti

pensare alla Lega Nord, in Italia o al Front

National, in Francia. In Ungheria il partito Fidesz,

conservatore, fortemente populista e catto-

lico, è al potere. Il presidente Ungherese, Viktor

Orbán, leader del partito, ha dichiarato come

presidente di turno dell’UE di non credere

nell’Unione Europea ma solo nell’Ungheria, e di

partecipare alla comunità solo per trarre bene-

fici per il suo paese. Proprio questi gruppi sono

noti per la loro opposizione all’immigrazione, i

loro punti di vista estremi sulle questioni sociali

e la loro forte identità nazionale. Inoltre il loro

aumento di popolarità è andato mano nella

mano con l’avvento dei social media, sfrut-

tando così una diffusione molto più rapida

delle loro ideologie nella generazione Under 30.

Questo quadro così delineato è inquietante ed

è estremamente importante che i grandi Partiti

e le istituzioni rivolgano nuovamente l’occhio ai

giovani coinvolgendoli attivamente nelle poli-

tica e nelle questioni sociali. Giulio Morucci

GIOVANI

Page 11: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 11

Europa: l’Unione divisaOgnuno per sé e nessuno per tutti

Jean Monnet, uno dei suoi padri, ne rias-

sunse così lo scopo: “L’Europa non è mai

esistita, ora si tratta di crearla davvero”.

Dopo oltre mezzo secolo l’utopia è rimasta

tale. Di fronte al proliferare nel mondo di sem-

pre più competitori, purtroppo manca ancora

un global player europeo. La Cina offusca il

prospettarsi di un nuovo secolo americano,

mentre crescono potenze come India, Brasile

e Sudafrica. Un mondo multipolare, dove

forse mancherà un polo europeo. Esiste l’U-

nione Europea, ma un soggetto competitivo

dovrebbe parlare con una sola voce, e per farlo

avrebbe anche bisogno di un solo corpo. Per

darci un’identità abbiamo bisogno di delimi-

tarci rispetto all’esterno.All’allargamento della

nostra pletorica comunità, che in quindici anni

ha raddoppiato gli Stati membri, non è seguito

un approfondimento ed una consolidazione di

quello che sarebbe dovuto essere un nuovo

soggetto mondiale. Perché l’Europa non esi-

ste? Non è sicuramente esistita con Carlo

Magno, Napoleone, Hitler o Stalin. Quando si

trattava di integrare un continente attorno ad

un popolo, una nazione o peggio ancora una

razza superiore. Altri come Adenauer, Schuman,

De Gasperi o lo stesso Monnet, insieme ai loro

epigoni, pertanto non si erano per niente illusi

ed erano fin troppo consapevoli che si trat-

tasse di un progetto ex novo. Consci di queste

lacune storiche, che rendevano impreparate

le coscienze ad un così radicale cambiamento,

puntarono sull’unione economica. Speravano

che la progressiva integrazione economica,

unita alla condivisione di un’area di libero

scambio, si sarebbero dimostrate terreno

fertile per il costituirsi di un’Europa politica.

E’ vero che Aristotele diceva che “si decide

in fretta di essere amici, ma l’amicizia è un

frutto che matura lentamente”, ma è anche

vero che Qualcun altro aggiunse che i rapporti

nati sulla base di un interesse, terminano con

la fine dell’interesse stesso. L’Europa politica

è quindi concetto “volutamente” vago, dove

conta più il viaggio che la destinazione. Il risul-

tato è che l’obiettivo non è stato raggiunto,

poiché indefinito ed improbabile. La storia

non si annulla, e per paradosso molte volte il

suo richiamo funziona perfino al contrario. E’

il caso di rappresentazioni geopolitiche ormai

considerate defunte, come il centro di gravità

Francia-Germania. La crisi di identità francese

ed il ritorno di Berlino. Così mentre da una

parte a Parigi con Sarkozy si immaginava un’

Europa a sei (Francia, Germania, Gran Bretagna,

Spagna, Italia e Polonia), dall’altra la Merkel a

Berlino respinge la possibilità di euronuclei,

cercando gradualmente di estendere la pro-

pria influenza sui nuovi paesi membri e sugli

ex satelliti di Mosca. continua a pag. 12

APPROFONDIMENTI

Page 12: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

12 L’Ora di Giurisprudenza

segue da pag. 11

Alla luce di questi interessi poco convergenti,

sarebbe fantasioso guardare al futuro con in

prima linea una stanca coppia franco-tedesca.

I particolarismi nazionali e regionali (a volte

addirittura indipendentisti) prevalgono alla

solidarietà comunitaria. Occorre ridurre la com-

plessità geopolitica. Aggregare Stati e territori

intorno a interessi, culture e progetti comuni,

perché i confini intercomunitari siano ponti,

non barriere. Da alcuni di questi processi di

integrazione potranno scaturire magari strut-

ture istituzionali di tipo confederale. Dunque

riconnetterci, uscire dall’autoisolamento,

percorrere antiche e nuove vie di scambio,

aprirsi alle persone e alle culture che ci cir-

condano. In questo, possiamo dirlo, l’Italia ha

una responsabilità mediterranea ed anche

verso lo stesso continente. Non possiamo

ridurci a “stare in Europa” solo come binario

di traffici est-ovest, lasciandoci sempre scaval-

care allegramente al di là delle Alpi. “L’ epoca

passata, epoca che è finita con la rivoluzione

francese, era destinata ad emancipare l’uomo,

l’individuo, conquistandogli i doni della libertà,

dell’eguaglianza, della fraternità. L’epoca

nuova è destinata a costituire l’umanità; è

destinata ad organizzare un’ Europa di popoli,

indipendenti quanto la loro missione interna,

associati tra loro a un comune intento”, scri-

veva Giuseppe Mazzini.

Giordano Bozzanca

APPROFONDIMENTI

Page 13: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 13

Autocontraddittorio all’italiana

Si sa, noi italiani abbiamo la memoria

corta, soprattutto quando si tratta di

politica. Recentemente però la sme-

moratezza italica è stata messa alla prova

da un noto membro del Parlamento: l’av-

vocato-onorevole Ghedini. In effetti anche

i più sbadati, vedendo Ghedini negli inediti

panni di difensore della libertà stampa, si

saranno grattati la testa. Basta infatti una

rapida ricerca per verificare che fino a un

paio di mesi fa (quando il passo indietro

del suo cliente Berlusconi era ancora lon-

tano all’orizzonte), l’onorevole promuoveva,

assieme ad altri fedeli compari pidiellini, un

disegno di legge che avrebbe fatto finire

dietro le sbarre qualunque giornalista si

fosse permesso di pubblicare intercetta-

zioni non gradite. Ora invece, meraviglia

delle meraviglie, lo vediamo ergersi a pala-

dino della libertà di espressione: l’avvocato

è arrivato addirittura a citare una sentenza

della Corte europea che ‘’dispone la non

punibilità del cronista che pubblica un atto

coperto da segreto’’. Folgorato sulla via di

Damasco? No, piuttosto su quella che porta

al Tribunale di Milano, dove il suo cliente

è indagato per concorso in rivelazione di

segreto d’ufficio (dobbiamo ammettere

che l’avvocato padovano non è un novel-

lino nell’arte del sostenere una tesi e il suo

contrario: come si può dimenticare infatti il

celebre binomio ‘’è la nipote di Mubarak’’/’’la

pagava perché non si prostituisse’’?).

Ultimamente però Ghedini non è stato

l’unico a dilettarsi nella pratica dell’auto-

contraddittorio. Negli stessi giorni infatti uno

dei componenti del nostro Esecutivo nuovo

di zecca, il ministro dell’ambiente Corrado

Clini, è riuscito a contraddirsi in meno di

una settimana. Prima del 3 dicembre Clini,

parlando del problema rifiuti a Napoli, imma-

ginava di affrontare l’emergenza marciando

sul capoluogo campano con l’esercito; dopo

qualche giorno invece, dopo aver visitato la

città, ha dichiarato: ‘’a Napoli non ho trovato

alcuna condizione di emergenza’’. Ma va? E

dire che De Magistris c’aveva provato a dir-

glielo, ma Clini è come San Tommaso, non ci

crede finché non ci ficca il naso. Oppure, per

ambientarsi meglio, sta solo cercando di imi-

tare i colleghi della casta.

Gabriella Coppola

SATIRA

Page 14: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

14 L’Ora di Giurisprudenza

Il libro: “Dubliners” di James Joyce

“Esordio letterario di Joyce, forse il più alto

esponente della prosa introspettiva d’inizio

secolo, Dubliners può essere considerato

uno spaccato della vita irlandese del primo novecento

che ci immerge tra persone, luoghi e contesti tipici di

un’epoca quasi del tutto perduta. Quindici vite, quindici

storie, quindici situazioni diverse l’una dall’altra: unico filo

conduttore una tetra e indifferente Dublino dove l’esi-

stenza delle persone sembra essersi ridotta ad un freddo

ripetersi ciclico di eventi, fatti e luoghi comuni, senza la

minima possibilità di miglioramento. Politica, tradizioni e

religione diventano le inferriate di una gabbia che impri-

giona Dublino stessa e i suoi abitanti, vittime di una gretta

realtà cittadina che non ammette vie di scampo. Eppure

un timido barlume di fuga si profila per ognuno dei pro-

tagonisti, ma viene irrimediabilmente accantonato a

causa di un blocco o forse un’incapacità di reagire dovuta

a quella che lo stesso Joyce definisce “paralisi”, un mor-

boso attaccamento alla città più che un vero e proprio

legame affettivo. E così due bambini si contentano della

campagna irlandese fingendo sia il selvaggio West e una

madre decisamente bigotta finisce per pregiudicare una

brillante carriera d’artista a sua figlia a causa di un litigio

con il suo datore di lavoro. Anche l’amore gioca un suo

ruolo nell’opera, ma è destinato anch’esso ad essere

sopraffatto da una radicale impossibilità di cambiamento

che spinge Mrs.Sinico al suicidio ed impedisce una vita

felice oltreoceano ad Eveline, costretta dai rimorsi e dai

sensi di colpa a restare in patria. Ogni episodio, dunque, si

configura come una fase della vita dell’uomo, accompa-

gnandolo dall’infanzia e l’adolescenza fino alla vecchiaia.

In questo modo il lettore, che in un primo momento

può sentirsi confuso o disorientato da una molteplicità

di storie prive di una trama comune, giunge alla fine del

libro con una chiara visione d’insieme, quasi ogni sin-

golo racconto rappresentasse un tassello di un mosaico

che raffiguri la città e i suoi abitanti in tutte le proprie

forme, le proprie sfaccettature. Senza dubbio un capo-

lavoro che resta ancora oggi di un’attualità spaventosa.

Giovanni Casciani

Via Giulio Rocco, 37/39 RomaTel. 06.64420211

Orari: Lunedì - Venerdì 7.30-20.00Sabato 09.00-20.00Domenica chiuso

SCONTO DEL 10% sui libri di narrativa per i lettori de l’Ora portando

una copia del giornale

CULTURA

Page 15: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 15CULTURA

Cinema: Midnight in Paris, di Woody Allen

Dopo Londra,con” Sogni e delitti”,

Barcelona con “Vicky Cristina Barcelona”

e New York con l’apprezzatissimo

“Basta che funzioni”,Woody Allen non poteva

far altro che tuffarsi nell’atmosfera romantica e

affascinante di Parigi.Quella vera,ormai dimen-

ticata, che il regista settantasettenne ha saputo

cogliere nella dimensione più reale e magica.

Gil e Inez,una giovane coppia di americani,si

trovano nella capitale francese al seguito dei

genitori della ragazza,impegnati in un viaggio

di affari. Gil, sceneggiatore annoiato e stanco

dell’opprimente monotonia di Hollywood,cerca,

nel clima parigino l’ispirazione per un nuovo

romanzo,nonostante Inez continuamente tenti

di scoraggiarlo,ritenendo che la sceneggiatura

sia più proficua della scrittura; ma Gil è un gio-

vane sognatore ed è inevitabilmente attratto dal

clima parigino,quando,rapito dalla notte,si trova

immerso nella Parigi degli anni Venti a stretto

contatto con i suoi amati artisti dell’epoca: da

Hemingway a Dalì, da Picasso a Matisse ;in

questo contesto da favola,in tutti i sensi, Gil s’in-

namora di Adriana,vecchia fiamma di modigliani

e picasso, ma i due si trovano a vagheggiare

un passato utopico violentemente sostituito

dalla banalità del presente che Gil accetterà

a malincuore una notte, ai bordi della Senna.

Il film,anche se un po’ statico,offre delle foto-

grafie spettacolari che colgono erfettamente

la malinconia dell’autore,consapevole di poter

solo ricordare i gloriosi tempi della vecchia

capitale culturale d’Europa,e, rassegnato ma rin-

cuorato accetta la realtà dimenticandosi della

belle epoque ma consolandosi con la varietà

delle notti parigine. Federico de Blasi

Page 16: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

16 L’Ora di GiurisprudenzaEVENTI

Mostre: Realismi socialistiAl Palazzo delle Esposizioni fino all’8 gennaio 2012

Fa effetto vedere il realismo sovietico

celebrato a Roma, al Palazzo delle espo-

sizioni; per lungo tempo l’occidente ha

snobbato questa corrente d’arte alternativa ed

è motivo di orgoglio ospitare delle opere che

prima d’ora non erano mai uscite dalla Russia.

La diffusione della pittura realista in Russia

coincide con la progressiva ascesa dell’im-

pero sovietico che sostenne la pittura realista

promuovendone lo sviluppo attraverso un

vero e proprio arruolamento di migliaia di

artisti sparsi su tutto il territorio russo; que-

sta corrente artistica esaltò il ruolo sociale

dell’arte,finalmente impegnata, e la maggior

importanza del contenuto rispetto alla forma.

Realismo,in questa circostanza,va inteso

come crudezza,come esasperata ricerca del

dettaglio;ed è tra questi capolavori che si

può ricostruire il recente passato della Russia

dalla grande guerra,per passare dalla rivo-

luzione fino al secondo conflitto mondiale.

La mostra è articolata perfettamente e

seguendo l’itinerario prestabilito, dalla

sala 4 si può accedere alla collezione di

fotografie eseguite da Rodcenko, che

ha avuto il merito di cambiare la conce-

zione della fotografia che da strumento

di mera registrazione della realtà è diven-

tato mezzo di sottile critica alle autorità.

Questa mostra è un ottimo spaccato della

società sovietica, che facendoci carpire

l’essenza delle opere, ovvero l’indottri-

namento e la subordinazione degli artisti

rispetto al regime, rispecchia perfettamente

il quadro politico-culturale dell’epoca.

Federico de Blasi

Page 17: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 17

Mostre: La macchina dello StatoAll’Archivio Centrale dello Stato fino al 16 marzo

M i domandavo da tempo dove

fosse custodita la nostra mitica

Costituzione, studiata articolo

per articolo per passare quelle maledette

crocette di diritto pubblico; la cercavo

disperatamente e un giorno per caso ho

scoperto di averla proprio vicino casa:

all’Archivio centrale dello Stato, all’E.U.R..

Insieme ad alcuni amici sono andata presso il

Piazzale degli Archivi dove ci accoglieva una

grossa insegna a forma di ingranaggio. La nostra

storia, ripercorsa in una mostra ben fatta, con

documenti, foto d’epoca, oggetti del nostro pas-

sato che fanno provare nostalgia ai nonni, viene

didatticamente suddivisa in quattro sezioni: “Il

primo quarantennio”, “Da Giolitti al primo dopo-

guerra”, “Il fascismo” e “Verso la Repubblica”.

Nell ’atrio è presente una grafica a

pavimento raf f igurante lo St iva le ,

fiancheggiata dai due padroni di casa, la

Costituzione italiana e lo Statuto Albertino.

La prima sezione è dedicata al nascente Stato

unitario del 1861, alle prese con l’organizza-

zione dell’assetto legislativo e amministrativo,

la difesa dell’ordine pubblico e la lotta al

brigantaggio. Nella prima sala vi è un’ospite

d’onore, il primo codice civile del 1865, con-

siderato da molti una mera filiazione del Code

Napoléon. Tanti i documenti dell’epoca, ma

sicuramente suggestiona da una parte la vista

del libro più commuovente di tutti i tempi,

“Cuore” di Edmondo De Amicis, in cui viene ben

descritta la fase di “socializzazione” dell’Italia

post unitaria; dall’altra si ha una presenza più

cupa, ossia la pistola che provocò la morte del

Re Umberto I. Il passaggio al nuovo secolo è

poi segnato dallo sviluppo economico (ne

avremmo bisogno di questi tempi!), dal ruolo

rilevante dello Stato e degli enti pubblici nell’e-

conomia e nella società. continua a pag. 18

EVENTI

Page 18: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

18 L’Ora di Giurisprudenza

segue da pag. 17

La mancata crescita nel Mezzogiorno diede vita

alla triste questione meridionale. Grandi furono

i progetti nel campo ferroviario, mostrati attra-

verso gli antichi arredi della stazione Trastevere .

Proseguendo vengono esposti oggetti di

ufficio, come le intramontabili macchine da

scrivere, tra cui la prima “Olivetti” datata

1911; furono proprio queste a sviluppare la

tecnica della burocrazia, facendo registrare

un significativo aumento dei dipendenti.

Eccoci al fascismo: la dittatura che trasformò

l’Italia da uno Stato di diritto in uno tota-

litario, con l’abolizione di qualsiasi forma

di libertà e di garanzia dei diritti politici e

civili. In ricordo di coloro che si batterono

per le idee democratiche, si è dedicato un’e-

sposizione riguardante le svariate forme di

opposizione al regime: bandiere, documenti

d’identità dei combattenti antifascisti e non

ultimo, la tessera del deputato Matteotti.

L’era fascista segnò anche la storia norma-

tiva del nostro paese, con l’emanazione del

codice penale nel 1930 e del nuovo codice

civile del 1945, ivi esposti, ma non solo.

L’arte e l’architettura infatti trovarono la loro

rinascita nel segno della maestosità per rie-

vocare i fasti dell’antica Roma nel quartiere

E.U.R., di cui vengono mostrati i progetti, tra

cui quello del Palazzo della Civiltà e del

Lavoro, c.d. “Colosseo quadrato”, e il vecchio

Palazzetto dello Sport, alias Palalottomatica,

teatro odierno di fantastici concerti.

Ma senza dubbio la sezione che mi ha mag-

giormente emozianato è stata l’ultima, con la

ricostruzione minuziosa del periodo in cui si

volevano rinnegare gli orrori ed errori della

Seconda Guerra mondiale e delle leggi raz-

ziali. La nostra Repubblica: bandiere al vento,

cartelloni elettorali, folle straripanti, asse-

tate di diritti fino ad allora ingiustamente

negati. Regina indiscussa è la Costituzione,

con la saggia scelta dei padri costituenti

di sancire in primis idiritti fondamentali.

Una mostra sicuramente da vedere!

Alessandra ScafuriNotizie utili

“La macchina dello Stato”Archivio Centrale dello Statofino al 16 marzo 2012 Piazzale degli Archivi, 27 – 00144 - RomaTel. 0654548538 www.acs.beniculturali.it

Ingresso libero

Vuoi partecipare a RDS? Hai problemi in facoltà?

Contattaci a:333.9455049 (David)

[email protected]/rds.giurisprudenza

EVENTI

Page 19: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Dicembre 2011 19

Tennis: Roger, ma quale calo?

È davvero tramontato Roger Federer?! Gli ultimi

successi hanno convinto anche i più scettici che

il fenomeno svizzero sia pronto per una rapida

risalita, dopo che con un tennis in grande rispolvero e

con la determinazione dei tempi migliori ha messo in

cassaforte 3 trofei in questo finale di stagione: Basilea, Parigi -Bercy ma soprattutto il

Masters di Londra. I suoi fans sperano ancora nel raggiungimento della vetta della clas-

sifica, seppur sia oggettivamente difficile pensare al “grande ritorno” di un atleta che

a 30 anni non può garantire una tenuta fisica ottimale. Che torni o no, è stato comun-

que un piacere per tutti gli appassionati di questo sport vedere il suo “re” degli ultimi

anni trionfare nel torneo forse più difficile, quello che vedeva di fronte i migliori 8 gio-

catori dell’anno; meno raggiante sarà stato Rafael Nadal, l’avversario di sempre che a

Londra, nella fase a gironi, è riuscito a strappare soli 3 game al pluricampione svizzero.

Calcio: un occhiolino di troppo!

A pochi giorni dai sorteggi degli ottavi di finale di Champions League, è ancora infuocata la questione riguardo la rego-

larità dello svolgimento di alcune partite dell’ultimo

turno; in particolare a destare scalpore è stata la “goleada” rime-

diata dalla Dinamo Zagabria da parte del Lione (1-7). A farne le

spese purtroppo è stato l’Ajax la quale, al di là di un 7-1 che ha

poco di limpido, si è vista annullare 2 gol REGOLARI nella sfida contro il Real Madrid, che

l’avrebbero comunque portata alla qualificazione. Durissime le reazioni del post-partita;

in Francia sono in corso delle verifiche sull’incredibile 1-7 maturato a Zagabria, in Spagna

dubitano fortemente sulla regolarità di questi risultati. Come se non bastasse, ad ali-

mentare incertezze e accuse, ha contribuito un gesto che sembrerebbe confermare tutte

le ipotesi su un eventuale accordo tra le due squadre: in occasione del 5-1 Vida, estremo

difensore dei Croati, è stato ripreso mentre faceva un occhiolino e “ok” con la mano a

Gomis, GUARDA CASO autore del gol che, dopo pochi minuti, ha chiuso il discorso quali-

ficazione!

A cura di Andrea Nizza

SPORT

Page 20: L'Ora di Giurisprudenza numero 4 anno II

Periodico di informazione e approfondimento a cura di Ricomincio dagli Studenti Giurisprudenza

Impaginazione e graficaDavid De Concilio

L’Ora di Giurisprudenza’’ ’

’’ ’ ’’

’Roma Tre

Contatti

333.9455049

[email protected]

loragiur.blogspot.com

facebook.com/ora.giornale

Il Sudoku(Difficoltà: Difficile)

Istruzioni:Riempire la griglia in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contengano una sola volta i numeri dall’1 al 9.

I tuoi contatti in facoltàCoordinatore RDS GiurisprudenzaDavid De Concilio 333.9455049I tuoi Consiglieri di FacoltàMarco Salfi 339.3280753Francesco Rebuffat 339.5822106I tuoi Consiglieri degli studentiPierdanilo Melandro 380.6444890Andrea Vannini 360907668Federica Assanti 3282643287 (ADISU)