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    TopLegal Dicembre/Gennaio 2014

    LODO MONDADORI

    Antologia di un mandato scomodo

    I riflettori sono stati spenti sulla Guerra di Segrate per essere accesi, per la prima volta, sulla dama dacciaio del contenzioso.

    Elisabetta Rubini racconta i suoi 15 anni al fianco di Cirdi Maria Buonsanto

    Elisabetta Rubini

    A pochi giorni dalla fine della cani-cola agostana, si concluso lulti-mo atto della lunghissima vicenda Lodo Mondadori, la disputa tra la Fininvest della famiglia Berlusco-ni e la Cir della famiglia De Benedetti. Con una condanna per la Fininvest a versare 494 milioni di euro alla Cir, la III sezione civile della Supre-ma Corte di Cassazione ha messo lultima parola sulla pi che ventennale Guerra di Segrate, che alla fine degli anni 80 portSilvio Berlusconiad assicurarsi il controllo di uno dei maggiori grup-pi editoriali italiani. A vincere per la terza volta nellinteresse della holding di Carlo De Bene-detti sono stati Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini che avevano seguito la vicenda anche nei primi due gradi di giudizio, affiancati in questa terza fase da Nicol Lipari.

    Quando mi fu proposto, quel mandato non interessava a nessuno perch sembrava la lotta donchisciottesca di chi si scaglia contro i mulini a vento. cos che Elisabetta Rubini, memoria giudiziaria del caso, ricorda il suo coinvolgimen-to nella Guerra di Segrate. Quando, nel lontano 1999, le venne affidato da Cir, per cui gi era con-sulente esterna, il compito di seguire gli aspetti civilistici del processo istruito dal Tribunale di Milano per corruzione in atti giudiziari (il man-dato penale fu conferito a Giuliano Pisapia ndr).

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    E continua: A valle della sentenza di primo gra-do penale, nel 2004 mi fu chiesto di individuare qualcuno che insieme a me avviasse il processo civile per quantificare il danno economico subi-to da Cir a seguito della svantaggiosa spartizione del Gruppo Mondadori determinata dalla cor-ruzione. Sentii diversi colleghi, uno dei quali si rese inizialmente disponibile ma quando inizi a farsi largo la tesi su una presunta persecuzione giudiziaria a danno di Silvio Berlusconi prefer tirarsi indietro. Finalmente Enzo Roppo accett di condividere con me questavventura.

    Il mandato scomodo, durato complessi-vamente quasi 15 anni tra il processo penale e quello civile, ha creato un precedente sen-za eguali nel panorama giudiziario, politico e mediatico italiano (si veda box). Anche se la tematica era tuttaltro che politica, sotto-linea Rubini. E prosegue: Si procedeva per quantificare i danni conseguenti a un reato comune, la corruzione di un giudice, commes-so nel contesto di una lotta per il controllo di un gruppo societario. Quindi di politico non cera assolutamente nulla se non il fatto che il mandante di questa corruzione, individuato in tutte le sentenze che si sono susseguite, era la Fininvest di propriet di Silvio Berlusconi, l uomo politico pi potente dItalia.

    Eppure, non si pu certo dire che il Lodo Mon-dadori sia stato un contenzioso ordinario. Cos come ho detto che non mai stata una tematica politica, altrettanto apertamente dico che per tutti gli attori stata una tematica sicuramen-te di tipo etico, precisa Rubini. Il contenzioso, di grossissima conflittualit, da un punto di vista tecnico stata unesperienza formidabi-le. Ha dato a Rubini modo di affrontare, tanto nel giudizio civile quanto nel penale, questioni processuali e sostanziali di estrema complessi-t: ricusazioni, rinvii alla Corte costituzionale, istanze di spostamento del processo dal foro di Milano e ben 15 motivi di ricorso in Cassazione un vero primato, afferma Rubini da par-te di Fininvest. Facendo un bilancio di tutta la vicenda, i cui futuri sviluppi allinizio erano insospettabili, lelemento pi gratificante per Rubini stata la qualit delle persone con cui ho lavorato, sia dal punto di vista professionale

    che etico. Siamo stati una squadra coesa, favori-ta anche dal fatto di essere in pochi, che ha con-diviso le difficolt e la volont di affermare un principio di legalit e rispetto della legge anche nelle contese tra aziende.

    Oltre i tre nomi noti Roppo, Lipari e la stessa Rubini nel corso del processo civile hanno pre-stato consulenza anche il processualista Andrea Proto Pisani e tre collaboratori dello studio Ru-bini, Guia Viligiardi, Doriana Pastori e Giaco-mo Rojas Elgueta.

    Lo studio, che oggi si presenta come una boutique al momento ancora non associata di sei professionisti, stato creato da Rubini nel 1991. Dopo essersi formata presso lo studio del giuslavorista Giovanni Pantaleoni ( mi inse-gn non poco, poich il processo del lavoro una buona scuola per chi si occupa di conten-zioso) e aver lavorato per un paio di anni da De Berti Jacchia, agli albori degli anni 90, co-mincia lavventura in solitaria. Facevo molta fatica ad adattarmi ai vincoli che unorganizza-zione molto strutturata impone, racconta Ru-bini. Una caratteristica che senzaltro mi rico-nosco quella di essere una persona autonoma. Inoltre, allepoca lavoravo allistituto di Diritto civile della Statale di Milano (da cui provengo-no anche tre dei suoi cinque collaboratori ndr), ragion per cui necessitavo di massima flessibi-lit nella gestione del lavoro.

    Lincontro con Carlo De Benedetti quasi im-mediato e avviene per il tramite dellex Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, al-lora Direttore generale di Cir. Si avvia cos una collaborazione che durer anni non solo con De Benedetti, ma anche con Passera, a cui Rubini continua a prestare consulenza anche quando lex Ministro diventa prima, nel 1992, co-am-ministratore delegato del Gruppo Olivetti, e poi, nel 1998, amministratore delegato della neona-ta Poste italiane. Presidente di due organismi di vigilanza, quello di Atm e di Barclays Italia, Ru-bini annovera in portafoglio clienti come Seat, il Gruppo Espresso e Mittel.

    Ai legali di Cir in Cassazione stata liquidata una parcella da circa 900mila euro. Una cifra che poteva essere pari al doppio se la Suprema Corte non avesse deciso di dimezzarla per la

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    complessit e la novit delle questioni trattate (che emergono anche dalla operata correzione della motivazione della sentenza di appello) e laccoglimento di uno dei 15 motivi di ricorso della Fininvest. Ragioni che hanno portato il collegio a disporre la compensazione per la met delle spese.

    Oggi, i rif lettori sono stati spenti sul Lodo Mondadori per essere accesi, per la prima vol-ta, sullunica quota di genere in aula nel corso di tutto il procedimento. La stessa che, con pa-zienza certosina, ha tenuto un profilo media-ticamente basso durante lintero corso della

    vicenda. I processi si sono svolti per anni con una sorta di permanente assedio giornalisti-co. Noi come parte Cir non avevamo interes-se a una mediatizazzione del caso perch era evidente che sarebbe stata a nostro svantag-gio. Quindi abbiamo cercato di mantenere un profilo estremamente basso. Le uniche dichia-razioni fatte sono state quelle rese a sentenze emesse poco pi che sotto forma di comunicati stampa. cos a processo chiuso, Rubini pu esprimere il sollievo per la fine del mandato. stata unesperienza incredibile, vero. Per 15 anni sono davvero lunghi. TL

    1991 Una sentenza della Corte dAppello di Roma (estensore il giudice Vittorio Metta) annulla il lodo arbitrale che as-segnava il controllo di Mondadori a Cir

    2001 Gli avvocati Previti, Pacifico, Acam-pora e il giudice Metta sono rinviati a giudizio, accusati di aver pilotato la sentenza per favorire la Fininvest

    2003 Metta nel giudizio penale condan-nato a 13 anni. Previti e Pacifico a 11 anni e Acampora a 5 anni e 6 mesi

    2004 Inizia il processo civile per il risarci-mento dei danni patrimoniali subiti da Cir a causa della sentenza corrotta

    2007 Si chiude il processo penale. Accer-tata la continuazione con il reato di

    Il caso giudiziarioFase per fase liter che ha portato al maxi risarcimento a favore di Cir

    cui, alla vicenda Imi/Sir, Metta condannato a 8 anni e 9 mesi, Previti e Pacifico a 7 anni e 6 mesi, Acampora a 5 anni e due mesi

    2009 La sentenza di primo grado del pro-cesso civile condanna Fininvest a pa-gare a Cir un risarcimento di 750 mi-lioni di euro per il danno patrimoniale da perdita di chance

    2011 In Appello la Corte di Milano, accer-tando un nesso causale diretto tra cor-ruzione e danno, condanna Fininvest a risarcire Cir con 564,2 milioni di euro

    2013 La Suprema Corte conferma la con-danna, abbassando per ulteriormen-te la somma dovuta a Cir, che si ferma a 494 milioni di euro TL