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Lo studente con diversabilità Gli alunni diversamente abili hanno Bisogni Educativi Speciali che devono trovare risposta in una scuola che rende significativa ogni singola presenza per: essere accolto, avere amicizie, avere un ruolo; imparare cose nuove, imparare a pensare e a risolvere problemi; crescere nell’autostima, nell’identità personale e nell’espressione delle proprie emozioni. Compito dell’Istituzione scolastica è perciò promuovere un percorso evolutivo volto alla conquista della persona integrale quale miniera di risorse e di energie, in continuo divenire e sempre in attesa di ulteriori possibilità: un PROGETTO DI VITA per la persona nella sua globalità, con la sua capacità di sentire, di fare, di agire, di pensare nell’unico modo suo specifico e personale. Il presente Vademecum nasce dall’esigenza di rendere visibile, condivisibile e comunicabile il quadro di relazioni istituzionali in cui si connettono le competenze di ogni soggetto, al fine di configurare un sistema inclusivo integrato. Il documento, quindi, si pone come strumento per conoscere risorse umane, materiali, organizzative, procedurali, strumentali, relative alla nostra realtà scolastica e territoriale, che insieme contribuiscono a realizzare l’integrazione degli alunni con disabilità, considerando tutti gli attori, ciascuno importante. Nelle “Linee guida per l’integrazione” (2009) si ribadisce, infatti, l’importanza della “partecipazione di tutte le componenti scolastiche al processo di integrazione, il cui obiettivo fondamentale è lo sviluppo delle competenze dell’alunno negli apprendimenti, nella comunicazione e nella relazione, nonché nella socializzazione, obiettivi raggiungibili attraverso la collaborazione e il coordinamento di tutte le componenti in questione nonché dalla presenza di una pianificazione puntuale e logica degli interventi educativi, formativi, riabilitativi, come stabilito nel PEI”.

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Lo studente con diversabilità

Gli alunni diversamente abili hanno Bisogni Educativi Speciali che devono trovare risposta

in una scuola che rende significativa ogni singola presenza per:

essere accolto, avere amicizie, avere un ruolo;

imparare cose nuove, imparare a pensare e a risolvere problemi;

crescere nell’autostima, nell’identità personale e nell’espressione delle proprie emozioni.

Compito dell’Istituzione scolastica è perciò promuovere un percorso evolutivo volto alla

conquista della persona integrale quale miniera di risorse e di energie, in continuo divenire e

sempre in attesa di ulteriori possibilità: un PROGETTO DI VITA per la persona nella sua

globalità, con la sua capacità di sentire, di fare, di agire, di pensare nell’unico modo suo specifico

e personale.

Il presente Vademecum nasce dall’esigenza di rendere visibile, condivisibile e comunicabile il

quadro di relazioni istituzionali in cui si connettono le competenze di ogni soggetto, al fine di

configurare un sistema inclusivo integrato.

Il documento, quindi, si pone come strumento per conoscere risorse umane, materiali,

organizzative, procedurali, strumentali, relative alla nostra realtà scolastica e territoriale, che

insieme contribuiscono a realizzare l’integrazione degli alunni con disabilità, considerando tutti gli

attori, ciascuno importante.

Nelle “Linee guida per l’integrazione” (2009) si ribadisce, infatti, l’importanza della

“partecipazione di tutte le componenti scolastiche al processo di integrazione, il cui obiettivo

fondamentale è lo sviluppo delle competenze dell’alunno negli apprendimenti, nella

comunicazione e nella relazione, nonché nella socializzazione, obiettivi raggiungibili attraverso la

collaborazione e il coordinamento di tutte le componenti in questione nonché dalla presenza di

una pianificazione puntuale e logica degli interventi educativi, formativi, riabilitativi, come stabilito

nel PEI”.

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CONTENUTI

SEZ.A - La normativa

a) nazionale

b) internazionale

c) locale

SEZ. B - Le figure per l’inclusione

Il Dirigente Scolastico

Il Consiglio di classe/gli insegnanti di team

Il docente di sostegno

La Funzione strumentale per l’integrazione/Il Referente d’Istituto per l’inclusione

L’assistente scolastico specialistico

Il collaboratore scolastico

SEZ. C - I gruppi di lavoro per l’inclusione

Il Gruppo di Lavoro H operativo (GLHO)

Il Gruppo H tecnico o Dipartimento di Sostegno

Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione

Il Centro Territoriale per l’Inclusione

SEZ. D - Documenti e strumenti per l’integrazione

La Diagnosi Funzionale (DF)

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)

Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) / Progetto di vita

Il Piano Annuale per l’Inclusione

Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa

SEZ. E - La dimensione inclusiva della scuola

L’accoglienza

La continuità

L’orientamento

L’organizzazione delle attività scolastiche

Rapporti scuola, famiglia, A.S.L., Enti Locali, Centri assistenziali pubblici e privati

Disabilità e sicurezza

Viaggi di istruzione e visite guidate

Clima della classe

Metodologie

Spazi strutturati e ausili

La valutazione

SEZ. F – Allegati

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SEZIONE A

PANORAMA NORMATIVO NAZIONALE

1948, Costituzione Italiana, artt. 3 e 34.

1975, Relazione della Commissione Falcucci.

1977, Legge n. 517: abolizione classi differenziali (non delle scuole speciali); non più di 20 alunni per classe con h; attività integrative.

1977, DM: sancisce la nascita dell'insegnante di sostegno.

1982, Legge n. 270: ruolo dell’insegnante di sostegno.

1992, Legge 104: Legge quadro, azione globale per la piena integrazione delle persone handicappate; unifica e completa tutta la normativa precedente. Quattro ambiti:

- principi generali e definizioni (accertamento dell’handicap, diritti, prevenzione, cura e riabilitazione, …);

- diritto all’educazione e all’istruzione, e all'integrazione scolastica; integrazione lavorativa; - altri provvedimenti per facilitare l’integrazione sociale (barriere architettoniche, mobilità e

trasporti, diritto di voto …); - integrazione scolastica (articoli dal 12 al 16): diritto all’educazione e all’istruzione

dall’asilo nido all’università alla formazione professionale nella scuola comune; sviluppo delle potenzialità della persona handicappata sul piano affettivo-relazionale (comunicazione, socializzazione) e sul piano cognitivo (apprendimenti disciplinari).

1994, DPR del 24 febbraio: definisce i compiti delle unità sanitarie locali in relazione all’applicazione della Legge 104; descrive accuratamente DF, PDF e PEI e ruoli e compiti di tutte le istituzioni coinvolte.

2005, NOTA MIUR. Attività di programmazione dell’integrazione scolastica degli alunni disabili da parte delle Istituzioni scolastiche.

2008, DECRETO accessibilità dei libri di testo. Dettato normativo riguardante le regole tecniche che disciplinano l'accessibilità agli strumenti didattici e formativi.

2009, LINEE-GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’. Direttive per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica.

2011, DECRETO. Profilo del docente specializzato.

2011, NOTA MINISTERIALE. Assistenza di base.

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RIFERIMENTI NORMATIVI INTERNAZIONALI

1989, Convenzione dei diritti dei bambini.

1993, Regole standard per le Pari Opportunità delle persone con disabilità.

2001, ICF. L’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS ha approvato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. Il modello introdotto dall’ICF, bio-psico-sociale, prende dunque in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”. Nel modello citato assume valore prioritario il contesto, i cui molteplici elementi possono essere qualificati come “barriera”, qualora ostacolino l’attività e la partecipazione della persona, o “facilitatori”, nel caso in cui, invece, favoriscano tali attività e partecipazione. L’ICF sta introducendosi nelle pratiche di diagnosi condotte dalle AA.SS.LL., che sulla base di esso elaborano la Diagnosi Funzionale.

2006, Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre):

o art.7, garanzie per le bambine e i bambini con disabilità (libertà, sicurezza, istruzione adeguata);

o art. 24, 2b: le persone con disabilità devono poter accedere ad una educazione primaria e secondaria inclusiva, di qualità e gratuita, nelle stesse condizioni delle altre persone e nella comunità in cui vivono.

LA NORMATIVA “LOCALE”

Accordo di programma. E’ uno strumento per coordinare le azioni dei diversi soggetti istituzionali che si occupano dell’integrazione dei disabili (Enti locali, ASL e AO, scuola). E’ previsto dalla Legge 104/92, art. 13 e normato dal D.I. del 9/7/1992; può avere un ambito regionale, provinciale, comunale. Attraverso l'Accordo di programma tutti gli operatori sono chiamati a condividere in modo responsabile percorsi che cercano di rispondere alla complessità dei “bisogni educativi speciali”. Non è presente in tutte le realtà, ci possono essere forme più blande di accordo, quali i protocolli d’intesa. In allegato, si veda quanto di pertinenza.

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SEZIONE B

LE FIGURE PER L’INCLUSIONE

Il Dirigente Scolastico

Il Consiglio di classe/gli insegnanti di team

Il docente di sostegno

La Funzione strumentale per l’integrazione/il Referente d’Istituto per l’inclusione

L’assistente scolastico specialistico

Il collaboratore scolastico

Il Dirigente scolastico

Il Dirigente scolastico è il garante dell’offerta formativa che viene progettata ed attuata

dall’Istituzione scolastica.

In via generale, il Dirigente scolastico:

- promuove e incentivare attività diffuse di aggiornamento e di formazione del personale operante a scuola (docenti, collaboratori, assistenti);

- valorizza progetti che attivino strategie orientate a potenziare il processo di inclusione; - guida e coordinare le azioni/iniziative/attività connesse con le procedure previste dalle norme

di riferimento: presidenza del GLH d’istituto, formazione delle classi, utilizzazione degli insegnanti per le attività di sostegno;

- indirizza l’operato dei singoli Consigli di classe/interclasse affinché promuovano e sviluppino le occasioni di apprendimento, favoriscano la partecipazione alle attività scolastiche, collaborino alla stesura del P.E.I.;

- coinvolge attivamente le famiglie e garantire la loro partecipazione durante l’elaborazione del PEI;

- cura il raccordo con le diverse realtà territoriali (EE.LL., enti di formazione, cooperative, scuole, servizi socio-sanitari, ecc.);

- attiva specifiche azioni di orientamento per assicurare continuità nella presa in carico del soggetto da parte della scuola successiva o del percorso post-scolastico prescelto;

- intraprende le iniziative necessarie per individuare e rimuovere eventuali barriere architettoniche e/o senso-percettive.

Il Consiglio di classe/il team degli insegnanti

Tutti gli insegnanti del Consiglio di Classe concorreranno ad attuare i percorsi personalizzati e

mirati usando le strategie e le tecniche condivise, indipendentemente dalla presenza o non

dell’insegnante specializzato.

Pertanto, il docente curricolare o di disciplina avrà cura di:

- predisporre il PEI, specificando obiettivi, metodologie, contenuti e verifiche inerenti alla propria materia di insegnamento, adattati e adeguati alle caratteristiche degli alunni disabili;

- deliberare nelle sedi preposte gli interventi didattici e pedagogici previsti per la classe (visite, uscita, laboratori, ecc.) garantendo la piena partecipazione dell’alunno disabile nei modi e nelle forme più consone alla sua situazione;

- collaborare con il Gruppo di Lavoro per l’Integrazione per la realizzazione di iniziative per il miglioramento dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni disabili;

- predisporre e raccogliere la documentazione del lavoro svolto per la trasmissione ai colleghi delle classi successive, in collaborazione con l’insegnante di sostegno;

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- definire con i colleghi forme e modi di preparazione e monitoraggio del rapporto della classe con l’alunno disabile;

- mantenere i rapporti con la famiglia e con i Servizi del Territorio costruendo alleanze e rapporti per la realizzazione e il controllo dell’ipotesi del progetto di vita dell’alunno, in particolare per il progetto di orientamento.

Il docente di sostegno

L’insegnante specializzato per le attività di sostegno è un insegnante assegnato dal Dirigente

Scolastico alla classe o alle classi frequentate da alunni disabili. E’ un docente che interviene in

contitolarità con i docenti curriculari, “assegnato alla classe per le attività di sostegno”, che funge

da elemento mediatore del rapporto individuale con l’alunno ma che è risorsa e supporto

all’interno del gruppo classe.

Pertanto, l’insegnante specializzato avrà cura di:

- conoscere e padroneggiare tutta la documentazione dell’alunno (Diagnosi Funzionale, Piano Educativo Individualizzato, Programmazione Didattica, Verifica, Valutazione, Relazione annuale delle attività di sostegno);

- curare la documentazione del progetto educativo – didattico individualizzato e tenere aggiornata la documentazione in modo da esplicitare e storicizzare il percorso scolastico e il processo educativo (fascicolo personale e altri atti istituzionali significativi);

- garantire un reale supporto alla classe nell’assunzione di strategie e tecniche pedagogiche-metodologiche-didattiche inclusive;

- gestire i rapporti con tutte le figure che ruotano intorno all’alunno disabile (genitori, medici specialisti, operatori del territorio, associazioni di volontariato e altro);

- porsi come “operatore di rete” all’interno e all’esterno dell’Istituto; - predisporre il progetto educativo - didattico per l’alunno diversamente abile nel contesto della

programmazione di classe, negoziare la sostenibilità e l’adeguatezza dell’offerta formativa e valutare l’opportunità di modificare il contesto;

- promuovere il processo di inclusione attraverso corrette modalità relazionali mirate a facilitare percorsi integrativi e rapporti sociali empatici;

- sviluppare e affinare un lavoro di effettiva consulenza a favore della classe e dei colleghi curricolari nell’adozione di metodologie dirette a costruire un piano educativo personalizzato per l’allievo diversamente abile;

- svolgere un ruolo “docente” riconosciuto da tutti gli alunni della classe; - tenere monitorato il piano organizzativo della classe, perché sia funzionale a tutti e a

ciascuno facendosi garante che il dichiarato sia attuato e verificato.

La Funzione Strumentale per la disabilità e il referente d’istituto per l’inclusione

Nella nostra Istituzione scolastica, la Funzione Strumentale per la disabilità si occupa in modo

specifico della scuola primaria e secondaria di primo grado, con compiti ben definiti presentati

con un progetto particolareggiato, stilato ad inizio anno scolastico ed elaborato sulla base delle

necessità rilevate. Nello specifico, la funzione strumentale assolverà i seguenti impegni:

- Promozione di attività di formazione e ricerca-azione per innalzare la qualità del servizio offerto dall’Istituzione.

- Rapporti con l’equipe psico-socio-pedagogica, con l’azienda fornitrice del servizio di assistenza specialistica, con gli Enti Locali e partecipazione agli incontri di rete e seminari studio sulla tematica.

- Supporto agli insegnanti di nuova nomina: tutoraggio e coordinamento.

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- Osservazione relativa ai casi di svantaggio su richiesta dei docenti dell’Istituzione e interventi di supporto.

- Stesura degli orari relativi agli interventi di sostegno e degli assistenti educativi. - Supporto ai genitori: consulenza e segnalazioni. - Coordinamento GLI; redazione e verifica del PAI, problematiche BES e Piani Didattici

Personalizzati; organizzazione dei Gruppi H e rilevazione esigenze organico di diritto e di fatto.

- Supporto organizzazione procedure relative prove Invalsi. - Cura documentazione relativa all’area. Il referente d’istituto per l’inclusione è una nuova figura professionale, in via di formazione per

mezzo di specifici corsi istituiti dal MIUR, che ha il compito di coordinamento e raccordo tra le

varie componenti che si occupano dell’integrazione all’interno della scuola.

L’assistente scolastico specialistico

Il servizio di assistenza scolastica specialistica è finalizzato alla conquista dell’autonomia e della

comunicazione relazionale di apprendimento del soggetto cui l’intervento è rivolto, ad esclusione

degli interventi di base di competenza delle Istituzioni Scolastiche (si veda Profilo professionale

dell’assistente educativo, Delibera Regione Abruzzo n. 887 del 17.12.2012 in allegato).

Lo stesso si svolge all’interno dell’ambito scolastico e durante le attività esterne programmate

dalle scuole, quali viaggi d’istruzione ed uscite extrascolastiche.

Il servizio di assistenza specialistica è finalizzato a:

1) agevolare la frequenza e la permanenza degli studenti nell’ambito scolastico;

2) facilitarne l’inserimento e la partecipazione attiva degli alunni diversamente abili alle attività

didattiche svolte dal personale insegnante, supportandoli al raggiungimento degli obiettivi di

integrazione e autonomia personale in attuazione dei programmi educativi;

3) sostenere gli alunni d. a. nelle attività di socializzazione e nell’acquisizione di capacità

comunicative, volte all’integrazione e alla valorizzazione di abilità personali.

L’articolazione dell’orario di servizio dell’a. s. viene concordato all’inizio dell’anno scolastico tra il

D. S. e l’Azienda fornitrice del servizio, prendendo prioritariamente in considerazione le esigenze

dell’alunno, nonché i bisogni organizzativi della scuola.

Nella stesura dell’orario si farà attenzione a non prevedere con presenza con l’insegnante di

sostegno e a non sopperire alla mancanza della stessa.

L’operatore partecipa ai gruppi H operativi al fine di avere con i colleghi uno scambio di

esperienze per individuarne gli aspetti problematici sul piano educativo-assistenziale ricercando

insieme le soluzioni migliori.

Nell’ambito e nell’osservanza del servizio, agli operatori (conformemente al rispettivo

ruolo/qualifica) è richiesto di operare in coerenza alle modalità di intervento qui a seguito

elencate:

individuazione e verifica di obiettivi educativi relativi all’autonomia personale nell’ottica del raggiungimento della massima autonomia possibile (vedi art.1, legge 104/92);

promozione di attività per lo sviluppo e il rafforzamento di potenzialità residue; identificazione di strategie per l’adattamento degli apprendimenti didattici alle capacità

cognitive dell’alunno; mediazione e integrazione degli apprendimenti in stretta collaborazione con l’i. s. e gli

insegnanti di materia;

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mediazione per la partecipazione a laboratori per la manualità e l’espressione di linguaggi alternativi (musica, teatro, computer, espressione corporea, manipolazione, …);

uscite sul territorio e visite guidate; promozione, organizzazione verifica degli interventi educativi per il raggiungimento di livelli

sempre maggiori di autonomia dell’alunno d. a.

Il collaboratore scolastico

Il collaboratore scolastico presta ausilio materiale agli alunni nell’accesso alle aree esterne alle

strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita di esse, nonché nei servizi igienici e nella cura

dell’igiene personale, secondo le modalità organizzative predisposte dall’Istituzione scolastica.

All’interno della scuola, garantisce l’assistenza di base agli alunni disabili; tale attività, gestita

dalle scuole, è strettamente connessa con quella educativa e didattica secondo un progetto

unitario che vede coinvolti tutti gli operatori scolastici. In tale contesto il collaboratore è parte

significativa del processo di integrazione scolastica degli alunni disabili, partecipa al Progetto

Educativo Individualizzato dell’alunno e collabora con gli insegnanti e la famiglia per favorirne

l’integrazione scolastica.

Una fase molto importante, anzi fondamentale, nel percorso generale dell’accoglienza è quella

della conoscenza, intesa proprio come riconoscere la persona, prendere atto dei valori che la

persona porta con sé, salutarla chiamandola con il proprio nome, conoscere i limiti imposti dalla

sua patologia ma anche e soprattutto i suoi punti di forza, avere la capacità di “collocarla” in

situazioni che le creino agio fisico e psicologico. Piccoli gesti che accolgono, che si traducono per

il Collaboratore Scolastico in un costante comportamento corretto, pacato ma anche fermo e

deciso relativamente al rispetto delle regole scolastiche. Tutto ciò in stretta sinergia e

collaborazione con tutte le figure presenti nell’Istituzione Scolastica quali i docenti, il docente

specializzato di sostegno, l’educatore e/o l’operatore dell’Ente Locale, il volontario di associazioni

del terzo settore, l’esperto della competente ASL, ecc.

La partecipazione attiva del Collaboratore Scolastico è quindi realizzare quello strumento

utilissimo che è il Piano Educativo Individualizzato, come per altro previsto dalle vigenti norme (si

veda Nota Ministeriale - MIUR del 30.11.2001 in allegato), individuando obiettivi, metodologie,

attività e strategie da adattare nel rispetto delle specificità individuali, che possono comportare

anche l’uso di strumentazioni speciali.

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SEZIONE C

I GRUPPI DI LAVORO PER L’INCLUSIONE

Il Gruppo di Lavoro H operativo (GLHO)

Il Gruppo H Tecnico o dipartimento del sostegno

Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)

Il Centro Territoriale per l’Inclusione

Il Gruppo di lavoro H operativo (GLHO)

E' composto Dal Dirigente Scolastico o un suo delegato, dagli insegnanti curricolari del Consiglio

di classe/Team, dall’insegnante di sostegno, dai genitori dell’alunno diversamente abile e dagli

specialisti dell’Equipe Multidisciplinare dell’ASL.

Qualora l’alunno usufruisca di altri servizi, il GLHO può includere eventuali educatori,

collaboratori scolastici, assistenti specialistici, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali e, su

richiesta della famiglia, personale specialistico privato.

E’ previsto un incontro per la condivisione del PEI e, nel caso di alunni frequentanti le classi terze

della Scuola Sec. di I grado, per l’orientamento scolastico.

E’ possibile richiedere un secondo incontro in caso di urgente necessità per problematiche di

entità rilevante o emerse in corso d’anno.

Il Gruppo H tecnico o dipartimento del sostegno

Il gruppo H tecnico, o dipartimento del sostegno, ha compiti consultivi e propositivi; infatti fornisce

momenti deputati al confronto costruttivo fra i docenti specializzati al fine di realizzare la migliore

integrazione possibile degli alunni diversamente abili all’interno delle proprie classi, dell’Istituto e

del territorio e propone e suggerisce agli stessi docenti di sostegno, ai Consigli di Classe e al

Collegio Docenti, interventi didattico-pedagogici sul piano teorico e della pratica operativa, da

mettere in atto all’interno delle azioni didattiche comuni e condivise da docenti di sostegno e

docenti curricolari.

Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)

È composto dal Dirigente Scolastico, dalla/e funzione/i strumentale/i, da un insegnante di

sostegno per grado scolastico, un docente curricolare per grado scolastico, da un rappresentante

degli educatori. Il Gruppo può avvalersi della consulenza e/o supervisione di esperti esterni o

interni, anche attraverso accordi con soggetti istituzionali o del privato sociale e, a seconda delle

necessità (ad esempio, in caso di istituto comprensivo od onnicomprensivo), articolarsi anche per

gradi scolastici.

Il GLI, in linea di massima, presiede alla programmazione generale dell’integrazione scolastica

nella scuola; ha inoltre il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione previste

a favore di tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

Tale Gruppo di lavoro svolge le seguenti funzioni:

- rilevazione dei BES presenti nella scuola; - raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in

funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione;

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- focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;

- rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; - raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle

effettive esigenze; - elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con

BES. Inoltre il Gruppo di lavoro per l’inclusione costituisce l’interfaccia della rete dei CTS e dei servizi

sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio,

progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).

I Centri Territoriali di Supporto (CTS)

Coordinati dagli Uffici Scolastici Regionali, sono presenti in ogni provincia, con sede presso i

seguenti istituti:

- Istituto Professionale “Di Marzio-Michetti” – Pescara - Istituto Tecnico Economico Tecnologico “E. Fermi” - Lanciano - Scuola Secondaria di I grado “D. Alighieri” - L’Aquila - Istituto Comprensivo Nereto-S. Omero.

I CTS sono dotati di un sito web selezionabile dal sito USR; si avvalgono della professionalità di

docenti specializzati, curricolari e di sostegno con ampie e approfondite competenze

professionali.

Funzioni

o INFORMAZIONE E FORMAZIONE Informano i docenti, gli alunni, le famiglie delle risorse tecnologiche disponibili attraverso attività

di sportello e incontri informativi.

Organizzano iniziative di formazione sui temi dell’inclusione scolastica, sui BES e sull’uso delle

tecnologie per l’integrazione.

o CONSULENZA Offrono consulenza sull’acquisto e l’uso di strumenti tecnologici e ausili per la didattica inclusiva e

sulle pratiche didattiche per i percorsi di apprendimento degli alunni con Bisogni Educativi

Speciali.

o GESTIONE DEGLI AUSILI E COMODATO D’USO Acquistano ausili in relazione alle esigenze del territorio e li cedono in comodato d’uso alle

scuole, dietro presentazione di un progetto.

o BUONE PRATICHE E ATTIVITA’ DI RICERCA E SPERIMENTAZIONE Raccolgono le buone pratiche e le condividono con le scuole del territorio, assumendo la

funzione di Centri di attività di ricerca e di sperimentazione di nuovi ausili, hardware o software

anche in collaborazione con altre scuole, CTS e Università, oltre le strutture sanitarie preposte al

tema della disabilità.

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SEZIONE D

DOCUMENTI E STRUMENTI PER L’INTEGRAZIONE

La Diagnosi Funzionale (DF)

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)

Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) / Progetto di vita

Il Piano Annuale per l’Inclusione

Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa

LA DIAGNOSI FUNZIONALE (DF)

E’ lo strumento che definisce le principali caratteristiche del funzionamento della persona, in

relazione ai diversi contesti di vita; è il primo elemento su cui si costituisce il progetto di vita

individuale che si declinerà negli interventi di potenziamento delle capacità e funzioni in ambito

scolastico ed extrascolastico con la realizzazione del PEI.

La D. F. è redatta dagli operatori sanitari ASL, è la descrizione dell’alunno secondo i suoi limiti e

le sue potenzialità; si articola in sette aree (cognitiva, affettivo-relazionale, linguistica, sensoriale,

motorio-prassica, neuropsicologica, dell’autonomia personale e sociale) e indica i bisogni specifici

dell’alunno: docente di sostegno, assistente educatore, ausili.

IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF)

Il Profilo Dinamico Funzionale è compilato dal Gruppo Tecnico (operatori scolastici, operatori

sanitari, famiglia e se serve Comune) sulla base della Diagnosi Funzionale e delle osservazioni.

È lo strumento di raccordo tra le conoscenze sanitarie, educativo didattiche e familiari per

individuare modalità su cui articolare il PEI. È, quindi, una guida per la progettazione

dell’intervento (bisogni, risorse, obiettivi) a breve, medio e lungo termine.

Si articola in 9 parametri o assi: cognitivo, affettivo-relazionale, comunicazionale, linguistico,

sensoriale, motorio-prassico, neuropiscologico, dell’autonomia, dell’apprendimento.

Si aggiorna alla fine della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e durante il

corso della scuola secondaria di secondo grado.

IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI) - PROGETTO DI VITA

E’ il documento in cui vi è la descrizione degli interventi integrati programmati per il

raggiungimento degli obiettivi nelle aree della autonomia, della relazione, degli apprendimenti

cognitivi; è previsto obbligatoriamente per ogni alunno disabile certificato secondo la legge

104/92. Il PEI tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione

individualizzati in funzione di un percorso scolastico a lungo termine favorendo lo sviluppo delle

attitudini che caratterizzano la sua personalità e le forme di integrazione tra attività scolastiche ed

extrascolastiche.

Il Progetto Educativo Individualizzato va elaborato dall’insegnante di sostegno, in collaborazione

e condivisione con gli insegnanti curricolari, gli specialisti (Neuropsichiatra, Psicologo, Terapisti

della Riabilitazione), gli assistenti educatori, la famiglia, l'assistente Sociale.

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IL PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ

Il Piano Annuale per l’Inclusività è lo strumento tramite il quale tutta la comunità educante per

realizzare la cultura dell’inclusione, lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica

attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, quale integrazione del Piano

dell’offerta formativa, di cui è parte sostanziale (si veda nota prot. 1551 del 27 giugno 2013 in

allegato). Scopo del piano è anche quello di far emergere criticità e punti di forza, rilevando le

tipologie dei diversi bisogni educativi speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e dei

disturbi riscontrati, dando consapevolezza alla comunità scolastica - in forma di quadro sintetico -

di quanto sia consistente e variegato lo spettro delle criticità all’interno della scuola. Tale

rilevazione sarà utile per orientare l’azione dell’Amministrazione a favore delle scuole che

presentino particolari situazioni di complessità e difficoltà.

Il Piano viene discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici degli

UU.SS.RR., nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno. All’inizio di ogni

anno scolastico il Gruppo propone al Collegio dei Docenti una programmazione degli obiettivi da

perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce nel Piano annuale per l’Inclusività; al

termine dell’anno scolastico, il Collegio procede alla verifica dei risultati raggiunti.

IL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA

Nel P.O.F. della scuola sono esplicitate le linee guida strategiche dell’Istituzione scolastica a

favore dell’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali, quali:

- l’impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie;

- i criteri e le procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti, sulla base di un progetto di inclusione condiviso che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento e l’ambito specifico di competenza della scuola;

- l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale.

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SEZIONE E

LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA

Accoglienza e continuità

Orientamento

Organizzazione delle attività scolastiche: - Orari di servizio - Clima della classe - Metodologie - Valutazione

Rapporti scuola, famiglia, A.S.L., Enti Locali, Centri assistenziali pubblici e privati

Disabilità e sicurezza

Viaggi di istruzione e visite guidate

Accoglienza e Continuità

L'inizio di un nuovo ciclo di studi, come ogni nuova situazione, può portare con sé momenti di

insicurezza, ansietà, disorientamento e tensione, ma anche generare curiosità e attese per le

novità, nonché creare occasione di riflessione sugli stili di apprendimento, sulla percezione

sociale della scuola, sul rapporto tra le generazioni, ecc.

Con le attività di accoglienza si instaura un rapporto di reciprocità: accogliere è speculare ad

essere accolti. Senza interdipendenza e senza la consapevolezza di questa interdipendenza non

si attua la relazione educativa sottesa a ogni percorso di apprendimento.

Centrale è l’attenzione allo studente, ma non meno importante è il coinvolgimento degli altri attori

coinvolti nella relazione educativa, a partire dalla famiglia. Costruire una rete comunicativa tra

scuola, ASL, famiglia ed educatori consente di garantire un reale percorso di integrazione e

inclusione, ponendo attenzione ai bisogni e alle risorse di ciascun alunno. Gli insegnanti e tutti gli

operatori di riferimento cercano di infondere nel gruppo sezione/classe atteggiamenti costanti di

sensibilità, responsabilità e cura nei confronti dell’alunno disabile. Anche la cura degli ambienti è

importante: l'ambiente fisico deve adattarsi al meglio alle esigenze degli alunni per favorire

relazioni adeguate ed è necessario avere elasticità nella scelta degli spazi e dei tempi.

Pertanto, la nostra Istituzione Scolastica programma attività conoscitive e didattiche a vari livelli:

incontri fra i docenti degli alunni delle classi ponte per il passaggio di informazioni sugli allievi tra ordini di scuola, supportati dalla lettura di schede informative di passaggio (in allegato al protocollo) da un ordine all'altro;

elaborazione dei dati conoscitivi degli alunni finalizzata alla formazione il più possibile omogenea delle classi;

visita guidata da alunni “tutor” all'interno della scuola per conoscere gli spazi e le persone che vi operano, in occasione della giornata di Scuola Aperta;

partecipazione ai vari laboratori educativo-didattici insieme agli alunni delle classi iniziali del nuovo ciclo scolastico;

momenti dedicati all’interazione fra i componenti del gruppo classe o di sottogruppi, progettati per la prima settimana di attività scolastica e finalizzati alla reciproca conoscenza;

organizzazione di colloqui con operatori socio-sanitari e famiglia dell'alunno per conoscere/riflettere sulle esperienze dello studente nella scuola in uscita: storia personale e scolastica, ausili utili e non, strategie didattiche, stile di apprendimento, interessi, preferenze, idiosincrasie, ecc.;

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pianificazione di incontri tra i docenti della classe di provenienza e quelli della classe accogliente, da tenersi durante le riunioni nel mese di settembre che precedono l’avvio delle lezioni. L’incontro sarà finalizzato alla comunicazione analitica di informazioni sugli apprendimenti, le modalità di lavoro e i punti di forza dell’alunno;

progettazione di un primo periodo di lavoro in compresenza in classe durante le diverse attività educativo-didattiche, da parte del docente di sostegno in veste di ‘osservatore silente’; mediante la compilazione di schede osservative/diario di bordo, ecc. e la somministrazione di test d’ingresso si provvederà una prima rilevazione dei bisogni specifici dell'apprendimento che saranno funzionali alla stesura del Piano Educativo Individualizzato;

attività finalizzate all’accoglienza dei genitori: - apertura della scuola in tempi programmati (Open Day) per consentire una prima

conoscenza dell’ambiente, dell'organizzazione, delle risorse e del personale; - consegna dell'opuscolo informativo dell'Istituto (P.O.F in versione ridotta); - consegna di una scheda di indagine conoscitiva dell’alunno e compilazione guidata; - momenti di incontro assembleari ed individuali durante l'anno scolastico; - apertura della scuola per momenti di socializzazione, convegni e mostre.

Orientamento

L'orientamento degli alunni è considerato un obiettivo di primaria importanza per rendere

possibile attraverso delle scelte la realizzazione di un ‘progetto di vita’ e condurre ad auto-

orientarsi nelle scelte avviando alla ricerca della identità personale. Pertanto, l'Istituto attiva

percorsi di orientamento tra la scuola primaria e secondaria di primo grado e tra la scuola

secondaria di I grado e la scuola secondaria di II grado per tutti gli alunni delle classi in uscita.

La scuola predispone uno specifico progetto, con lo scopo di informare e formare attraverso la

somministrazione di test attitudinali, di questionari per la rilevazione degli interessi e di incontri

per l’attuazione di laboratori a classi aperte.

In maniera particolare per quanto riguarda la scelta della scuola superiore, anche e soprattutto

per gli alunni disabili, è necessario considerare:

- i desideri, le aspettative e le attitudini dell'alunno; - le indicazioni degli insegnanti della scuola secondaria di I grado e di tutti gli operatori di

riferimento; - i programmi dei singoli indirizzi; - le offerte formative delle scuole presenti sul territorio.

Organizzazione delle attività scolastiche

Connotati essenziali di una adeguata organizzazione delle attività scolastiche sono:

o il contesto scolastico accogliente e motivante; o la vita di relazione; o la valorizzazione dei rapporti scuola/famiglia/specialisti; o l'osservazione e la progettazione; o la strutturazione puntuale dello spazio e del tempo; o la mediazione didattica; o la verifica e la valutazione attenta delle attività proposte; o la valorizzazione della pedagogia della quotidianità attraverso momenti di partecipazione

alle attività in gruppo e di classe (intesi come capacità di interagire con gli altri, partecipare ad attività di apprendimento cooperativo, di simulazione, di tutoraggio e di apprendimento fra pari, raggiungere autonomie personali e sociali adattandosi alle

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diverse situazioni, anche attraverso l’imitazione di modelli comportamentali e attraverso momenti di intervento individualizzato (inteso come stimolazione, apprendimento e rafforzamento delle capacità comunicative, motorie, cognitive ed affettive degli alunni).

DEFINIZIONE DEGLI ORARI DI SERVIZIO

Nella definizione dell’orario di servizio l’insegnante di sostegno e l’assistente scolastico

specialistico, qualora sia presente, tengono conto di aspetti importanti quali la presenza

dell'alunno a scuola, la necessità di evitare sovrapposizioni fra le due figure, l’eventuale presenza

di altri docenti di sostegno, le indicazioni dei servizi sociali e dell’equipe multidisciplinare ASL e i

progetti che si svolgeranno in corso d’anno.

L’orario viene elaborato durante il primo periodo scolastico, condiviso dagli insegnanti curricolari,

e consegnato al Dirigente; può essere variato in corso d’anno, solo in seguito alla variazione di

presenza dell'alunno o, in casi eccezionali, per esigenze didattiche.

CLIMA DELLA CLASSE

I docenti collaborano per strutturare un clima positivo nella classe condividendo le linee

educative, didattiche e metodologiche e interagendo concretamente per:

- comprendere i bisogni di ciascun alunno; - condividere regole di convivenza civile; - porre attenzione all'aspetto formativi delle attività scolastiche, coinvolgendo al massimo

l'alunno con disabilità, valorizzandone i punti di forza e aiutarlo a superare/compensare i punti di debolezza.

METODOLOGIE

I docenti utilizzano diverse metodologie e strategie didattiche per promuovere il successo

formativo di tutti gli alunni, tenendo presenti gli aspetti che facilitano gli apprendimenti:

- flessibilità delle proposte didattiche, considerando tempi, ritmi e stili individuali di apprendimento;

- proposte di attività attraverso un approccio multimediale e metacognitivo; - utilizzo di tutti i linguaggi espressivi per interagire con gli alunni e valorizzarne le

potenzialità; - utilizzo di mediatori didattici e materiali diversi - uso della gratificazione come rinforzo - utilizzo delle varie tecniche, tipologie e intensità di prompting, attività di cooperative

learning/tutoring/peer education, semplificazione di contenuti e uso di metodologie inclusive e strumenti compensativi (lettore vocale, lettura vicariale).

VALUTAZIONE

La valutazione è un aspetto imprescindibile in ogni progetto educativo. Attraverso la valutazione

si promuovono, progettano, adeguano e migliorano le esperienze e le attività volte al

raggiungimento dei diversi traguardi di sviluppo. È fondamentale monitorare costantemente le

competenze raggiunte al fine di sollecitare quelle emergenti.

Valutare, dunque, significa valorizzare le potenzialità degli alunni, tenendo conto del Progetto di

Vita e delle culture/politiche/pratiche inclusive.

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La valutazione ha funzione formativa e di orientamento della didattica e non va intesa come

strumento di controllo, fondato su criteri di giudizio. La valutazione, infatti, mette in evidenza il

progresso dell’alunno/a effettuando il rapporto tra potenzialità e livello di apprendimento iniziale.

Si effettua attraverso prove di ingresso, osservazioni sistematiche, colloqui, verifiche e valutazioni

al fine di avere elementi significativi di conoscenza dei ragazzi e del percorso formativo,

conoscere l’analisi della situazione di partenza con punti di forza/debolezza e poter elaborare le

programmazioni e i progetti didattici più funzionali.

Rapporti scuola, famiglia, A.S.L., Enti Locali, Centri assistenziali pubblici e privati

La famiglia rappresenta un punto di riferimento essenziale per la corretta inclusione scolastica

dell’alunno con disabilità, sia in quanto fonte di informazioni preziose sia in quanto luogo in cui

avviene la continuità fra educazione formale ed educazione informale. A tal fine, le famiglie

verranno coinvolte attivamente nella progettazione del P.E.I. del/la proprio/a figlio/a e saranno

informate sugli strumenti educativi e didattici predisposti.

Inoltre, ogni anno si svolgeranno incontri tra le componenti che collaborano alla realizzazione

della formazione dell’alunno (Consiglio di Classe/Team, assistenti specialistici, famiglia,

personale dell’Equipe multidisciplinare ASL, operatori sociali, tecnici della riabilitazione, famiglia)

per la realizzazione del P.E.I., secondo un calendario di massima stilato entro il primo mese di

attività didattica.

OPERATORI SANITARI E SOCIALI

Competenze dell’ASL:

provvedere alla valutazione diagnostica e clinica a seguito di segnalazione scolastica e rilascio della documentazione necessaria alla presentazione della richiesta di accertamento;

stendere la Diagnosi Funzionale, descrivendo le modalità di funzionamento del soggetto nelle varie aree ed indicando le potenzialità di sviluppo.

Disabilità e sicurezza

La predisposizione e la gestione dei piani di emergenza e dei dispositivi di segnalazione

d’allarme con le relative vie di esodo, se a volte possono risultare difficoltose e problematiche, lo

diventano ancora di più per coloro che non sono in grado di muoversi autonomamente in

condizioni di emergenza o che faticano a comprendere i segnali e le informazioni se queste non

sono semplici, chiare ed espresse utilizzando linguaggi diversi. In caso di incendio, ad esempio,

la tempestiva percezione del pericolo e l’accessibilità delle vie di fuga rappresentano i requisiti di

garanzia non solo per le persone con disabilità, ma anche per tutti gli altri compresi i soccorritori.

Le barriere architettoniche, che la normativa ha obbligato gli Enti Locali ad “abbattere”, sono a

volte ancora un impedimento, non solo in caso di emergenza, ma nel normale svolgersi della

quotidianità.

Pertanto, nel predisporre il piano di emergenza, sono state attuate le seguenti procedure:

- individuazione delle difficoltà di ordine motorio, sensoriale o cognitivo che l’ambiente (anche se

apparentemente privo di barriere architettoniche) può determinare, verso le quali dovrà essere

prestata la massima attenzione e intraprese le necessarie e adatte misure di contenimento e

abbattimento del rischio (in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi);

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- definizione e predisposizione di percorsi lineari verso l’uscita/punto di raccolta non troppo lunghi

e tortuosi;

- realizzazione di attività e iniziative per promuovere una reale comprensione dei rischi

(esercitazioni di evacuazione per verificare il piano d’emergenza messo in atto e permetterne la

memorizzazione).

- formazione/informazione del personale addetto alla sicurezza anche su tematiche relative alla

disabilità presenti, tecniche di assistenza (come dare loro le informazioni utili su ciò che sta

accadendo e sul modo di comportarsi per facilitare la fuga, l’uso di tecniche di comunicazione

chiare e sintetiche, come agevolare i soccorritori per dare loro i riferimenti corretti per trarre in

salvo la persona) e individuazione di spazi calmi, sicuri e statici.

Viaggi d’istruzione

Al fine di supportare adeguatamente la partecipazione ai viaggi d’istruzione degli alunni con

disabilità o degli alunni che necessitano di assistenza, è prevista la presenza del docente di

sostegno, o di un altro docente, o dell’assistente specialistico dell’alunno, o di un educatore.

Qualora vi siano problemi di deambulazione o di comportamento difficilmente controllabile, potrà

essere assicurato un rapporto 1:1. In casi eccezionali, e anche per alunni non certificati che

presentano particolari e documentate problematiche, può essere consentita, previa attenta

valutazione della peculiare situazione da parte del Dirigente Scolastico, la partecipazione di un

genitore. E’ inoltre consentita la partecipazione del personale ATA, per compiti di assistenza e

vigilanza degli alunni, previa autorizzazione del DSGA, che valuterà di volta in volta le singole

richieste. Considerata la varietà e la delicatezza delle situazioni e delle necessità dei singoli

allievi, si ritiene opportuno affrontare l’argomento alla prima riunione del Gruppo di lavoro per

l’inclusione, al fine di stabilire quali sono i reali bisogni degli alunni e rilevare la necessità o meno

di un accompagnatore solo a lui dedicato, con particolare attenzione alle condizioni personali di

salute degli alunni rispetto ai tempi e alla lontananza della famiglia.

Nel programmare il viaggio/visita d’istruzione o l’uscita didattica, il Consiglio di classe valuterà

con attenzione la fruibilità dell’itinerario per quanto riguarda:

a) le barriere architettoniche; b) le norme di sicurezza del mezzo di trasporto per disabili; c) le condizioni personali di salute dell’alunno rispetto ai tempi e alla lontananza dalla

famiglia. Per quanto riguarda le uscite didattiche sul territorio, ovvero le lezioni fuori dalla scuola in orario

scolastico di solito svolte sul territorio vicino alla scuola e con durata limitata alla mattinata, è

prevista la presenza dell’insegnante di sostegno o dell’assistente specialistico o dell’educatore;

può essere fornito il supporto del collaboratore scolastico compatibilmente con le esigenze di

servizio. Sarà quindi il Consiglio di Classe a valutare se sussistono difficoltà particolari; il

Coordinatore di Classe provvederà poi a richiedere la presenza del personale di supporto almeno

5 gg. prima della uscita stessa.

Farmaci: somministrazione a scuola

Il Dirigente Scolastico, ricevuta la richiesta di somministrazione da parte della famiglia con

allegata prescrizione del medico curante, può individuare, secondo una sequenza procedurale

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indicata nello specifico protocollo, le persone deputate alla somministrazione di farmaci nell’orario

scolastico tra il personale docente o non docente che sia spontaneamente disponibile e/o abbia

effettuato i corsi di formazione per la sicurezza della salute nelle scuole.

Tutti i docenti e le figure di riferimento (assistenti, educatori, collaboratori) vengono messi a

conoscenza delle necessità dell’alunno, prendono visione dell’informativa e della dislocazione del

farmaco da somministrare in caso di emergenza (tramite specifica comunicazione dell’ufficio).