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PRESIDENTE UTE Giovanni Casa Segreteria UTE Bruno Beghe Redazione Giuliana Caimi Federico Caserio Maurizio Michelini Hanno collaborato Maria G.Ferrari Vezio Mari Dario Sironi Luciano Bissoli Francesco Metrangolo Paolo Peruzzo Eligio Bosse Tina Caronno Federico Simoncini LO S T R I L L o L a v o c e d e l l a U . T. E . Anno - Pubblicazione n. 1- dicembre 2017/18 Periodico di attualità e cultura a distribuzione gratuita edito dalla U.T.E di Paderno Dugnano Sede: Via Italia, 13 - 20037 Paderno Dugnano (MI) Tel. 0299046630 www.utepadernodugnano.it - e-mail: [email protected] Fondata Dal LIONS CLUB PADERNO DUGNANO Con il patrocinio della Cià di Paderno Dugnano Gemellato con UNIVERSITEDU TEMPS LIBRE DU BAS LANGUEDOC Mi sembra che il nuovo Anno Accademico sia appena iniziato, invece sono già passati quasi 3 mesi ! Evidentemente il tempo vola!!!! Comunque è sempre un piacere ritrovarsi con tanti amici vecchi e nuovi allUTE.A proposito di amici abbiamo ben 11 nuo- vi Docenti che hanno incominciato ad insegnare da noi, e questo ovviamente ci gratifica moltissimo. Come ogni anno con il primo numero de Lo Strillo, diamo alcuni numeri per lanno in corso: iscritti n° 901, Docenti n°88, corsi n° 126 di cui 15 nuovi. Anche questanno abbiamo corsi affollatissimi come Architettura, Let- teratura, Filosofia, Ortopedia, Yoga, Ginnastica mentale, Cinema e ovviamente i balli. Ricordiamo inoltre che con il nuovo anno, tra gennaio e febbraio inizieranno i corsi: Decoupage, Enologia avanzato, Fito-gemmoterapia, Ginnastica mentale B, Bigiotteria avanzata, Tablet, Informatica, Biodanza, Fotografia, Tecniche di massaggio avanzato, Logica-mente. Ricordo infine che per le vacanze natalizie la scuola rimarrà chiusa da sabato 23 dicembre a domenica 7 gennaio. Ora a nome dei Docenti e della segreteria, vorrei augurare a tutti i nostri iscritti un Buon Natale e felice Anno Nuovo. Bruno Beghetti

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PRESIDENTE UTE Giovanni Casati

Segreteria UTE

Bruno Beghetti

Redazione Giuliana Caimi

Federico Caserio

Maurizio Michelini

Hanno collaborato Maria G.Ferrari

Vezio Mari

Dario Sironi

Luciano Bissoli

Francesco Metrangolo

Paolo Peruzzo

Eligio Bossetti

Tina Caronno

Federico Simoncini

LO S T R I L L o

L a v o c e d e l l a U . T. E .

Anno 9° - Pubblicazione n. 1- dicembre 2017/18

Periodico di attualità e cultura a distribuzione gratuita

edito dalla U.T.E di Paderno Dugnano

Sede: Via Italia, 13 - 20037 Paderno Dugnano (MI) Tel. 0299046630

www.utepadernodugnano.it - e-mail: [email protected]

Fondata Dal

LIONS CLUB

PADERNO DUGNANO

Con il patrocinio della Città di Paderno Dugnano

Gemellato con UNIVERSITE’ DU TEMPS LIBRE

DU BAS LANGUEDOC

Mi sembra che il nuovo Anno Accademico sia appena iniziato,

invece sono già passati quasi 3 mesi ! Evidentemente il tempo vola!!!! Comunque è sempre un piacere ritrovarsi con tanti amici vecchi e nuovi all’UTE.A proposito di amici abbiamo ben 11 nuo-vi Docenti che hanno incominciato ad insegnare da noi, e questo ovviamente ci gratifica moltissimo. Come ogni anno con il primo numero de Lo Strillo, diamo alcuni numeri per l’anno in corso: iscritti n° 901, Docenti n°88, corsi n° 126 di cui 15 nuovi. Anche quest’anno abbiamo corsi affollatissimi come Architettura, Let-teratura, Filosofia, Ortopedia, Yoga, Ginnastica mentale, Cinema e ovviamente i balli. Ricordiamo inoltre che con il nuovo anno, tra gennaio e febbraio inizieranno i corsi: Decoupage, Enologia avanzato, Fito-gemmoterapia, Ginnastica mentale B, Bigiotteria avanzata, Tablet, Informatica, Biodanza, Fotografia, Tecniche di massaggio avanzato, Logica-mente.

Ricordo infine che per le vacanze natalizie la scuola rimarrà chiusa da sabato 23 dicembre a domenica 7 gennaio.

Ora a nome dei Docenti e della segreteria, vorrei augurare

a tutti i nostri iscritti un Buon Natale e felice Anno Nuovo.

Bruno Beghetti

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PENSIERI

SU UN QUADRO Qualche tempo fa, seduta su una panchina in un silenzio-

so parco pubblico, mi è capitato di vedere una giovane

mamma che allattava il suo bambino.

Non potevo vedere il volto della mamma, perché coperto

da una ciocca dei capelli castani della donna,

ma potevo vedere bene il bimbo: inconsapevole di aver da-

vanti il suo mondo e il suo futuro, assolutamente inebriato

da quello che l’espressione della mamma che vedeva solo

lui, in quel momento gli trasmetteva.

Ho pensato a come è unica, importante e irripetibile per un

bimbo la figura materna: la luce che riversa sul figlio e che

lo aiuta ( consciamente o inconsciamente ) ad entrambe

nella sua vita futura.

Cosi ho voluto tentare di trasferire in uno dei miei quadri

questa mia sensazione, privilegiando la figura del bimbo,

che “ vede” solo lui nel volto della madre chino sul suo vol-

to, tutto il suo bene.

Piacevole riconoscimento (mancato)

Sono le 17,30 iniziamo a recuperare tutto ciò che è stato esposto: c’è chi al tavolo della segreteria raccoglie il materiale rimasto, qualche copia dell’ultimo numero di LO STRILLO elenchi delle varie attività e informa-zioni riguardanti l’iscrizione ai corsi. C’è chi inscatola vari oggetti di brico-lage e altre attività manuali presentate sui vari tavoli allestiti dai docenti aiutati anche da qualche volonteroso corsista. Chi con cura stacca quadri dai cavalletti, sotto l’attento e severo sguardo del maestro Calvi. Chi stacca con particolare delicatezza le fotografie dai pannelli a testimo-nianza di una mostra di foto a “tema libero” eseguite dai partecipanti al corso di Fotografia. E già s’intravvede l’impegno del Segretario Bruno che aiutato da Maurizio, provvedono allo smontaggio e al trasporto sul pulmino dei primi tavoli e cavalletti liberati. Anche la partecipazione della U.T.E. alla festa di Primavera del comune di Paderno Dugnano è finita. Ognuno di noi potrebbe avere un parere sulla riuscita della giornata. In primo luogo sulla frequenza e attenzione per i lavori esposti, poi dai visitatori che anche nell’ora pranzo seppur limitata dai profumi del vicino ristorante non ha lasciato grandi vuoti . Con piacere si è apprezzato il ritorno di vecchi corsisti ancora interessati alle iniziative U.T.E. Tutto bene allora? Tutti contenti? ... Beh diciamo che la presenza di qualche Rappresentante “Lyons” e del “Comune” sarebbe stata per tutti noi "gratificante" comunque, Grazie a tutti!"

Federico Caserio

Tina Caronno

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Milano City (Testa o Croce). Dario Sironi

Se con il lancio di una monetina, Milano ha perso l’assegnazione dell’Agenzia Europea del Farma-

co (EMA), a favore della più rutilante, ecologica e culturalmente più dotata Amsterdam, questo

fatto non deve essere vissuto negativamente, in quanto può essere una grande occasione.

Infatti, l’arrivo dell’Agenzia Europea del Farmaco (che ora ha sede a Londra), con i suoi oltre 800

impiegati, i congressi ed il relativo turismo conseguente, avrebbe ulteriormente indotto la me-

tropoli milanese ad una crescita urbanistica “gonfiata” che già consta di decine di migliaia di vani

sfitti e/o inutilizzati; soprattutto di terziario e di residenziale.

Non dimentichiamoci che Milano, una delle zone al mondo con il più alto consumo di suolo, insi-

ste in una delle regioni

della Pianura Padana in cui gli abitanti dell’area metropolitana sono esposti quotidianamente

(tra ottobre e marzo) a livelli di inquinamento atmosferico da biossido di azoto e da micropolveri

sottili (PM 10 e PM 2,5) di gran lunga superiore ai limiti di legge. Da Paderno Dugnano a Lacchia-

rella, da Corbetta a Truccazzano. È evidente la necessità di un urgente e decisivo piano d’inter-

vento che vada finalmente ad incidere sulle politiche relative alle fonti di inquinamento. E’ ormai

un problema di salute pubblica, che ricorre praticamente ad ogni inverno, per più settimane.

A ciò non esula l’urbanistica. Anziché di continuare a progettare dei Piani di Governo del Territo-

rio (PGT) di espansione della superficie lorda di pavimento (con conseguente inevitabile consu-

mo di suolo), bisognerebbe decostruire, riducendo il numero degli abitanti insediati. Concentran-

do tutte le disponibilità economiche sulla realizzazione di spazi verdi (filtranti) e di mezzi di tra-

sporti pubblico efficienti, capillari ed economici.Una occasione è stata di recente offerta dall’Ac-

cordo di Programma (A.d.P) tra Ferrovie dello Stato e Comune di Milano, inerente la riqualifica-

zione degli scali ferroviari dismessi (oltre 1,2 milioni di metri quadrati oggi abbandonati e degra-

dati sparsi nel territorio comunale) delle aree : Farini, Porta Genova, Porta Romana, Lambrate,

Greco, Rogoredo e San Cristoforo, ecc.. Una occasione colta solo parzialmente d’invertire

un futuro di “cemento”. Infatti i progetti, presentati la scorsa pri-

mavera in occasione del Salone del Mo-

bile, sono maestosi, ricchi di verde, di

piante e di grandi prati, ma anche di tan-

to edificato: troppo edificato e tanti pa-

lazzoni inutili, probabilmente invendibili

a medio e lungo termine.

Non si tratta di realizzare, degli scenari

per le “fauci feroci” degli immobiliaristi,

o per le “matite verdeggianti” degli ar-

chitetti, ma invece bisogna consentire ai

cittadini di tornare a respirare, inverten-

do una tendenza che non consente più

deroghe.

Non è più accettabile pensare alla Città

di Milano ed alla sua area metropolitana

in termini di edificato, ogni brandello di

terreno da riqualificare deve diventare

esclusivamente un’area verde. Un lascito

per le generazioni future.

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TORNERANNO MAI I CONTADINI

A PADERNO DUGNANO?

La vita dei contadini di Paderno Dugnano tra fine Ottocento e inizio Novecento Per avere un'idea della situazione, sono d'aiuto gli Atti delle visite del Card. Ferrari effettuate tra il 1900 e il 1901 in tutte le nostre Parrocchie. Dalle relazioni rileviamo che su 6543 abitanti la maggioranza si dedica al lavoro agricolo Ci sono alcuni stabilimenti tessili a Paderno, aDugnano e a Palazzolo numerosi laboratori di falegnameria. A Cassina Amata solo un piccolo filatoio di seta. C'erano piccoli proprietari, ma principalmente, i contadini erano al servizio dei proprietari terrieri (De' Capitani, Maga, Riboldi, Manzi, Uboldi).

Lo sviluppo che si era registrato in campo industriale nella seconda metà dell'Ottocento non viene affatto vissuto nel rurale e i contadini, anche da noi, hanno un tenore di vita assai gramo: [...] abitazioni fatiscenti, alimentazione malsana e insufficiente, il lavoro spossante dall'alba al tra-monto, le malattie endemiche (malaria, pellagra, febbri tifoidi, talvolta colera): e tutti questi mali era-no acuiti ora dall'impoverimento crescente delle masse rurali, provocato da uno sviluppo produttivo che poneva nella compressioni dei salari la fonte principali del profitto...... Proprio i braccianti avrebbero alimentato le prime massicce agitazioni socialiste, costituendo l'ossatu-ra del movimento di classe nelle campagne”, in particolare in Val Padana tra il 1880 e il 1905. (liberamente tratto da “Le Nuove forze sociali” dall'Unità a oggi di Storia d'Italia Ed. Einaudi Vol. II)

L'unico sostegno esistente era quello legato alle esperienze delle Società di Mutuo Soccorso stimolate dalle Parrocchie come, ad esempio, quella fondata a Paderno nel 1882 e dedicata a S. Sebastiano, protettore con S. Antonio Abate, dei lavori agricoli. Realtà associative ormai vicine allo scioglimento per via dell'abbandono dei campi a favore delle industrie in grande sviluppo e per la soppressione imposta poi dal fascismo.

Nell'estate del 1885 ci furono forti agitazioni così come avvenne, in Comuni vicini. Da quotidiani del tempo possiamo avere una chiara informazione su ciò che avvenne. Dopo le agitazioni del mese di luglio e dopo otto giorni di sciopero, cosi informa, sul numero del giorno 8 e 9 agosto 1885, iIl SECOLO – Gazzetta di Milano: Cavalleria, fanteria, carabinieri, guardie, armati come in guerra, percorrevano le vie del paese, bussavano alle porte, am-manettavano, menavano all'ufficio municipale, dove c'è anche la caserma dei carabinieri e lì, caricati sei a sei sui carretti, li condussero a Monza.

Oggi sono pochi i contadini che, ancora, svolgono i lavori. Sono in attività a Cassina Amata, a Incirano e Calderara. Ma per rispondere alla domanda inserita nel titolo di que-sto articolo possiamo dire che non sarà proprio possibile. Infatti, il terreno dov'è? Inghiottito da case, capannoni e strade. Un processo che non si è ancora fermato. Anche per queste ragioni il lavoro dei contadini è quasi scomparso

Luciano Bissoli

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Un’altra visione dell’ortopedia Inizia quest’anno una serie di incontri in tema di medicina naturale e ortopedia. Generalmente si considera lo specialista ortopedico come un chirurgo a tutti gli effetti; la chirurgia ortopedica ha senz’altro raggiunto, negli ultimi decenni, livelli molto alti per quanto concerne tecniche chirurgiche, materiali, sicurezza: anche considerando le attuali procedure anestesiologiche, possono essere eseguiti molti interventi altamente qualificati nei quali il rischio non viene azzerato ma sicuramente ridotto.

Anche l’uso dei farmaci antiinfiammatori ed antidolorifici è importante, ma il loro impiego deve essere limitato per i numerosi effetti collaterali.

Non si deve però trascurare l'importanza e l'efficacia di terapie naturali nell'ambito ortope-dico-reumatologico.

Un approccio globale consiste nel non limitarsi a trattare il disturbo ma di analizzarne e correggerne (ove possibile) le cause, che possono comprendere posture scorrette, attività lavorative o sportive pesanti o, al contrario, attività troppo sedentarie, ma anche fattori genetici e ambientali, quali il clima, l’inquinamento, l’alimentazione.

Così facendo si possono mettere in atto misure di cura e soprattutto di prevenzione grazie alle quali si possono ottenere ottimi risultati nella gestione del dolore, ma anche nel ral-lentare la progressione di disturbi cronici come l’artrosi e l’osteoporosi, così da evitare l'in-tervento chirurgico, che si rende indispensabile, a mio parere, solo quando la patologia è molto avanzata.

Dal 1996 mi occupo del trattamento naturale di molti disturbi ortopedici con tecniche di-verse, di cui si parlerà durante l’anno: l’agopuntura, la mesoterapia, l’omeopatia, l’utilizzo di erbe e di integratori, la neuralterapia, le infiltrazioni non si limitano a gestire il sintomo dolore, ma eseguono un riequilibrio dell’organismo fondamentale per il mantenimento del benessere.

Prevenire comprende anche altri aspetti: l’esercizio fisico regolare, il controllo del peso corporeo, tecniche manuali (massaggio, osteopatia ecc.) sono utilissime; inoltre si fa sem-pre più evidente l’importanza di seguire adeguate regole alimentari in tutte le malattie croniche, comprese quelle reumatiche.

Di tutto questo parleremo nei nostri incontri, che spero possano suscitare interesse e stimo-lare a correggere alcuni aspetti dei nostri stili di vita.

Federico Simoncini

RUBRICA Vezio Mari Cosa si intende per terapia della comunicazione.

Non è una terapia psicanalitica, ma un aiuto agli

allievi, che non riescono a parlare o a esprimersi,

davanti ad altre persone. Non si tratta di timi-

dezza o di ignoranza cognitiva, ma si tratta di

un blocco psicologico, che può prendere qualsiasi

persona, anche la più titolata. L’aiuto che il

gruppo può dare alle persone in queste condizio-

ni, è di fare loro aprire il blocco psicologico e

esprimersi liberamente come gli suggerisce il loro

pensiero. La mia esperienza ultra decennale su

questo tema, mi spinge a proseguire su questa

strada, per favorire il dialogo ad alcune persone,

creando aggregazione e amicizie insperate. Credo

che sia la volontà e il principio etico di questa

università.

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Anche i nonni, sempre protettivi nei confronti dei nipoti, temono i “bulli”, quei tipi prepotenti che

“prevaricano” i confini della prepotenza. Sono quelli che prendono di mira un ragazzino più debole, più timido, più studioso… e vogliono schiacciarlo, umiliarlo, ridicolizzarlo. E’ una prevaricazione che si esprime in modo verbale (insulti, derisioni, costrizioni …); fisico (picchiare, rompere …); in modo indiretto (isolare la vittima, parlare male di …) Per molto tempo il bullismo indiretto era prerogativa femminile, ora anche le ragazze picchiano, sono violente, tanto che si parla di “bulle”, fenomeno questo di cui si preferisce sottovalutare i segnali, ma in realtà già diffuso . I bulli o le bulle, non sono apparentemente ragazzi a rischio, ma più facilmente rientrano in quella forma di de-vianza che ha origine nel malessere del benessere; sono ragazzi/e che fanno magari parte di famiglie benestanti e còlte, ma disattente o indifferenti. Nel tentativo di farsi spazio nella realtà sociale (famiglia compresa), il ragaz-zo/a rischia di prendere strade sbagliate se non sente attorno a lui l’occhio attento e affettuoso di chi riesce a cogliere, delusioni, difficoltà, svogliatezze, tensioni, accumulate nei diversi ambiti di vita, primo fra tutti la scuola. E’ a scuola infatti che emergono con prepotenza i fatti di bullismo: perché? Possiamo identificare alcuni “motivi”:

la scuola è il luogo della valutazione e allora ci si permette di identificare e classificare il tipo che può diven-tare “vittima”;

la scuola è uno dei pochi campi in cui i ragazzi sono costretti a interagire con le differenze che possono por-tare a conflitti.

Di fronte a queste situazioni la famiglia tende a mostrarsi troppo protettiva, eccessivamente affettiva e poco etica; si cerca di evitare le situazioni di conflitto perché non si ha tempo per risolverli, dimenticando che è attra-verso i conflitti che si cresce , ci si rafforza nelle idee e ci si dispone a portare avanti le proprie idee e a rispettare quelle degli altri. Come adulti non dobbiamo “sentirci fuori” dal problema “bullismo”, ma identificare ciò che anche noi possiamo mettere in atto e comunicare a figli, nipoti, vicini; perciò:

BULLI E BULLE TRA I BANCHI DI SCUOLA

Controlliamo la nostra emotività; stimoliamo e sollecitiamo

a forme di autocontrollo;

stimoliamo e sollecitiamo a forme di autocontrollo;

forniamo interessi aumentando le possibilità di socializ-

zazione costruttiva, convinti che là dove la diversità

è valorizzata , meno il bullismo si instaura;

sosteniamo, stimoliamo, entusiasmiamo: ogni espe-

rienza arricchisce;

educhiamo all’altruismo: sollecitiamo a spostare

l’attenzione da sé agli altri;

non rinunciamo ad essere adulti significativi capaci di

autorevolezza.

Soprattutto è importante sollecitare i genitori a non essere

estranei ai problemi che vive o si vivono nella scuola. I pro-

blemi di carattere relazionale si risolvono insieme là dove

si evidenziano, senza drammi, senza falsi moralismi, con

lucidità e autorevolezza.

Maria Grazia Ferrari

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Musica

come conoscenza

e terapia

La musica è un potente evocatore di emozioni. Il suo ascolto, da sempre, induce l’animo umano ad aprire porte della percezione,

sconosciute a noi stessi fino a quando non le proviamo. Essa svolge inoltre una funzione terapeutica in quanto arte capace di aprire

canali di comunicazione non verbale. “Vi è nella musica qualcosa di divino, più di quanto l’orecchio possa cogliere” (Thomas Brow-

ne, Religio Medici, 1693)

Nella musica si stabilisce una relazione tra la nostra capacità di percepirci e quanto di noi stessi ancora che ignoriamo; ecco perché il

mondo sonoro possiede un risvolto terapeutico, una relazione che si origina sicuramente dai suoni , ma che trascende gli stessi.

Afferma G.Steiner in Epistole ad Diversos che “è nella musica e attraverso la musica che ci troviamo più direttamente in presenza di

quell’energia dell’essere che è logicamente e verbalmente inesprimibile, ma perfettamente tangibile e che comunica ai nostri sensi,

e alla nostra riflessione il poco che possiamo afferrare del puro miracolo di vita. Si tratta, al di là di ogni specificità liturgica o teologi-

ca, di un movimento sacramentale. O come dice Leibniz: la musica è un’aritmetica segreta dell’anima che non sa di contare”

In Italia purtroppo l’ascolto della “buona musica” va diminuendo sempre di più. La mancanza di educazione musicale nelle scuole e

il dilagare senza filtri culturali della musica di consumo, ha ridotto al minimo la conoscenza e quindi l’ascolto della musica classica.

L’dea di aver individuato un percorso conoscitivo di ascolto guidato di musica classica fondato su un metodo storico va nella direzio-

ne salutarmente opposta rispetto al costume disvaloriale invalso nel Paese e segna un punto importante nel radicamento istitutivo

di Ute e quindi nel suo accrescimento ideale.

UTE, una sigla che racchiude in sè moltissimi valori: apprendimento, so-cialità, stare insieme, condividere momenti; se dovessi dare un'unica defini-zione sarei imbarazzato nella scelta. Amo definire la nostra UTE "più" di una Università della Terza Età, perchè è un insieme di persone che danno origine a un modo di vivere e di condivide-re molto positivo. La nostra UTE è composta da un meraviglioso GRUPPO che dedica il proprio tempo con serietà e professionalità e che affronta tutte le sfide quotidiane in modo compatto, trovando soluzioni, SEMPRE. Ognuno svolge il proprio compito con abnegazione e correttezza, a comin-ciare dai segretari fino ai docenti, ai consiglieri e agli stessi iscritti. Nella nostra segreteria vi è esposto un quadro che recita "Se smetti di impa-rare cominci ad invecchiare", questa frase ci fa capire che non coltivando nuovi interessi la nostra mente non è più portata a recepire i cambiamenti del mondo che ci circonda e che è in continua evoluzione e rivoluzione. Tutto ciò, però, non avviene nell'UTE di Paderno Dugnano, perchè la nostra politica è basata sull'incontro e non sullo scontro e nell'affrontare tutti uni-ti le sfide che il futuro vorrà riservarci. Per concludere, ci tengo a ringraziare le istituzioni e tutte le persone che ci permettono di essere ciò che siamo e di fare ciò che facciamo: la preside dottoressa Caniato, l'Amministrazione Comunale di Paderno Dugnano e il Lions Club di Paderno Dugnano.

Francesco Metrangolo

Il Presidente Giovanni Casati

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Fiabe e filastrocche per

nonni e nipotini I fratellini di Gesù

Maria guardava con gli occhi sgranati il

presepio che la sua mamma aveva

preparato,

soprattutto il piccolo Gesù adagiato sulla

paglia. Ad un tratto la bambina si volta

verso la mamma e dice: “ Questo però

non è Gesù vero! Io vorrei vedere Gesù

vero! Io aspettavo proprio lui!”

“Tutti lo aspettavamo, Maria, e special-

mente i suoi fratellini prediletti: i poveri,

i malati, gli infelici che non hanno più

niente…” “ Come Lisetta, allora…”

“Proprio come Lisetta. Gesù, vedi, ama

tutti ma più di tutti questi bambini an-

che se sono stracciati, perché anche lui

ha patito tante volte il fredo, la fame,

la solitudine”

Maria tace, pensierosa, guarda la mam-

ma guarda dalla finestra la strada

coperta di neve.

La bimba si fa pensierosa, guarda la

mamma e le dice “mamma, vorrei che

Lisetta, oggi, fosse come la mia sorelli-

na, per diventare anch’io la sorellina

di Gesù”.

La mamma sorride promettendo a Ma-

ria d’accontentare il suo desiderio.

Maria non è che un anello dell’infinita

catena dell’amore, ma se ogni fanciullo

felice, in questo giorno particolare, ten-

desse le braccia a un fratellino povero e

triste, sulla terra non ci sarebbe più una

manina abbandonata, un bimbo senza

sole e senza gioia.

I NONNI …

MENO MALE CHE CI SONO!

I nonni sono DOLCI come le caramelle che hanno

sempre in tasca;

Come la LUCE dei fari che riconducono le navi in porto.

I genitori sgridano, i nonni PERDONANO.

I nonni sono come i genitori, ma molto più RILASSATI.

I genitori sono autorità, i nonni sono COMPLICITA’.

I nonni non devono fare grandi cose, basta che

CI SIANO

I nonni hanno sempre il cuore un po’ più tenero

della testa.

Nella borsa di una nonna c’è il mondo.

Con i cerotti dei nonni le ferite guariscono prima.

Profumo di biscotti, profumo di nonna.

I nonni concedono ai nipoti cose che, da genitori, non

hanno concesso ai figli

I nonni insegnano a non parlare né con la bocca piena,

né con la testa vuota.

Si invecchia quando si finisce di imparare;

ecco perché i nonni, grazie ai nipoti,

non invecchiano mai.

I nonni danno molto di più di quanto

mai potranno ricevere.

I nonni non muoiono mai: diventano invisibili

e dormono per sempre nella parte più profonda del

nostro cuore…