L'Iniziazione Nella Massoneria

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L’iniziazione nella Massoneria e i Misteri mediterranei

(occhiello) Molti lettori di “Secreta” hanno ricevuto l’iniziazione alla libera muratoria e sanno quindi di cosa si tratta, ma l’argomento offre lo spunto per qualche riflessione sulle origini antichissime e sul significato dell’iniziazione nella Massoneria.Benché la “data di nascita” della Massoneria speculativa moderna venga fissata al 1717, la maggior parte degli studiosi è concorde nell’affermare che si trattò di una “sistematizzazione” di conoscenze e rituali ben più antichi. (box di 1.900 battute) Prima di affrontare gli aspetti più specifici del tema, penso sia bene discutere brevemente, e in generale, della “iniziazione”. Non è certamente un caso, che il primo numero della rivista “Secreta” si apra con un articolo di Andrea Aromatico dal titolo: “iniziazioni”. Dai templi dell’Egitto dinastico all’antica Grecia, dalla Danza del Sole dei Dakota ai rituali celtici del druidismo, dagli Esseni della Palestina già in odore di cristianesimo all’alchimia araba, dall’investitura templare al gabinetto di riflessione di un tempio massonico, Andrea Aromatico ci porta attraverso epoche e luoghi – forse potremmo dire “mondi” – in cerca dell’esperienza di “un nuovo inizio”. Perché tale, appunto, è il senso dell’iniziazione: morte e rinascita o, come si esprimevano gli Gnostici, “palingenesi”.Iniziazione da “initium”, inizio ma anche “nascita”; e initium, a sua volta, da “ineo”, entrare o cominciare: cioè nascere o rinascere, non nel mondo umano dove già ci troviamo, ma in quello soprasensibile delle Potenze. Uscire dal mondo del divenire per fare il proprio ingresso in quello dell’Essere o, in termini presi dalla tradizione del Buddhismo delle origini, “entrare nella corrente”. Tuttavia, ogni nuova nascita, o per meglio dire ogni passaggio di stato deve essere preceduto da una corrispondente morte in senso, appunto, “iniziatico”. La morte iniziatica compare in ogni tradizione, partendo da quelle sciamaniche in cui l’aspirante viene smembrato e divorato dagli spiriti prima di rinascere, passando per i riti dei Misteri Eleusini basati sulla scomparsa nell’Ade e la successiva riapparizione sulla terra di Persefone, per giungere allo stesso battesimo cristiano, in cui avviene la “rinascita dall’acqua” nel rito del Battista, “dal fuoco e dallo” spirito in quello del Cristo.(box di 4.500 battute) Il senso di questa morte iniziatica è che non si può giungere entro un nuovo e superiore stato dell’essere, finché si è appesantiti e intorpiditi da abitudini corporee, attaccamenti emotivi, schemi mentali propri ad un diverso e inferiore livello ontologico. Tutto ciò deve essere abbandonato senza rimpianti, al prezzo di una inevitabile crisi esistenziale che investe tutto l’essere dell’aspirante, perché possa compiersi la sua rinascita su un piano superiore. Da ciò derivano i numerosi simboli di morte, che la tradizione massonica propone al neofita prima dell’iniziazione: il teschio, il testamento, alcune frasi che inducono alla riflessione sull’importanza del passo che si sta per compiere. Questi simboli devono essere assunti interiormente dall’apprendista, e resi attivi ed operanti entro di sé, per divenire catalizzatori della sua trasformazione e rinascita. Ogni simbolo esoterico è una porta aperta sull’Assoluto, e attraversare quella soglia è compito dell’aspirante, che deve eseguirlo di persona.

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È bene precisare che parlare della morte iniziatica è cosa ben diversa dal viverla entro di sé. I testi più espliciti al riguardo sono quelli alchemici, ove si descrive il processo di trasmutazione ovvero passaggio ad un superiore livello ontologico, definito con l’espressione di “Grande Opera”. In questo processo il primo e fondamentale passaggio di stato, denominato col termine espressivo di “Opera al Nero”, è descritto in termini sovente terrificanti. Si dice anzi espressamente nei testi che, superato lo stadio dell’Opera al Nero, le fasi successive della Grande Opera sono un ludus puerorum, un gioco da fanciulli. Come si esprime Nicolas Flamel nel “libro delle Figure geroglifiche”: “La dissociazione è detta morte, distruzione e perdizione, perché le nature cambiano di forma: calcinazione e denudazione”. La morte iniziatica è una morte reale e totale, che tuttavia, anziché distruggere la macchina corporea, disgrega la struttura fondante della nostra identità psicofisica: il senso dell’Io personale o sé inferiore dell’uomo, detto Io degli elementi perché costituito da essi. Al termine dell’Opera al Nero, l’Io degli elementi viene dissolto e sostituito dalla componente immortale e spirituale dell’uomo. Ma il cammino per giungervi è arduo e pochi possono percorrerlo.Helena Petrovna Blavastsky (1831-1891) scrisse interessanti pagine sul rituale massonico. Nella sua opera “le origini del rituale nella Chiesa e nella Massoneria”, ricca di spunti, ella ricollega direttamente la Massoneria ai Misteri del mondo classico e allo gnosticismo, in tal modo unendo l’essenza più profonda dell’iniziazione massonica alle correnti segrete della spiritualità mediterranea antica. Tanto nello gnosticismo, quanto nei Misteri praticati in epoca classica, l’accento era posto sulla palingenesi o rinascita dell’iniziato. Come si esprime la fondatrice della Società teosofica: “La Massoneria, nelle sue origini, era semplice Gnosticismo arcaico, o Cristianesimo esoterico primitivo … Il rituale della cristianità primitiva - com’è stato ormai sufficientemente dimostrato – deriva dall’antica Massoneria. Questa, a sua volta, è l’erede dei Misteri a quel tempo quasi del tutto estinti.” La posizione della Blavatsky, a proposito dell’iniziazione massonica, è sorprendentemente simile a quella del suo più accanito avversario, il tradizionalista francese René Guènon che, dopo un’iniziale adesione alla Società teosofica, se ne distaccò polemicamente diventandone un feroce fustigatore. Lungi da noi l’idea di entrare in simile disputa; ci limitiamo ad osservare che la Società Teosofica fondata dalla Blavatsky fu all’origine della rinascita, in Occidente e nella stessa India spogliata e colonizzata dagli Inglesi, degli studi sulle antiche tradizioni iniziatiche. Venendo all’argomento che trattiamo, osserviamo anzitutto che René Guènon attribuiva all’iniziazione massonica la caratteristica di essere il contenitore di tutto ciò che sopravvive – e quindi particolarmente prezioso – della corrente sapienziale occidentale. Secondo il tradizionalista francese, solo la Massoneria e il Compagnonaggio possono nell’Occidente moderno rivendicare a sé una continuità iniziatica e una trasmissione spirituale risalente ad un centro di emanazione primordiale; egli obiettò a quanti mettevano in risalto la crescente profanizzazione dell’iniziazione massonica, che occorreva distinguere tra Massoni e Massoneria. (box di 4.500 battute) Quest’ultima è la depositaria della tradizione e non è inficiata in alcun modo dall’uso eventualmente deviato che venga fatto della sua trasmissione

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iniziatica. Secondo Guènon – e qui vediamo una convergenza con quanto asseriva Madame Blavatsky – nella Massoneria confluirono diverse antiche tradizioni iniziatiche, nel punto in cui stavano per scomparire dall’Occidente sotto la crescente pressione dell’intransigenza ortodossa: la scuola pitagorica, l’iniziazione dei Collegia Fabrorum romani, il templarismo, l’ermetismo, la Rosa-Croce. I due Autori, tanto diversi fra loro sotto ogni altro aspetto, concordano quindi nell’attribuire all’iniziazione muratoria una diretta discendenza da antiche confraternite, che stavano per essere cancellate dalla storia sotto l’assalto del fanatismo religioso.L’autore francese Denys Roman (1901-1986) amico e collaboratore di Guènon, definì significativamente la Massoneria “l’arca vivente dei simboli”, mettendone in risalto la qualità di depositaria delle antiche tradizioni d’Occidente ormai scomparse, e l’insostituibile funzione di conservatrice e trasmettitrice delle stesse nel momento in cui, con l’avvicinarsi della fine di un ciclo – di cui parlano da tempo diverse profezie – l’odierna civiltà occidentale subirà una brusca rottura di livello.Per concludere questa breve riflessione sulle scaturigini più profonde dell’iniziazione nella Massoneria, riteniamo doveroso fare un accenno al più importante – e forse unico – rituale degli antichi Misteri sopravvissuto al tempo: l’”Apathanatismòs”, o gran rituale mitriaco, conservatoci dal papiro di Parigi e tradotto in lingua italiana, già da lungo tempo, a cura del “Gruppo di Ur”. Questo rituale mostra alcune evidenti somiglianze con l’iniziazione massonica, su cui ora ci soffermeremo brevemente.Nel gabinetto di riflessione in cui il profano attende l’iniziazione prima di poter accedere al Tempio massonico, si trova uno scritto che contiene un riferimento alla liberazione dagli elementi: colui che persevera sarà purificato da essi, uscirà dalle tenebre e vedrà la luce. L’Io inferiore, frutto degli elementi, scomparirà affinché possa nascere l’uomo reintegrato nello spirito. Durante il successivo rituale d’iniziazione, il neofita affronta simbolicamente le prove relative all’acqua, all’aria e al fuoco, per essere infine accolto dai “fratelli” nel tempio.All’inizio del rituale mitriaco leggiamo la seguente vibrante invocazione agli dei, chiamati ad assistere l’iniziato nella sua palingenesi: “Fate che io, dalla mia inferiore natura ancora trattenuto, sia elevato alla nascita immortale, affinché io, di là dall’insistente bisogno che terribilmente mi piega, possa contemplare l’immortale principio per virtù del respiro immortale, per virtù dell’Acqua immortale, per la Terra e per l’Aria”.La presenza degli elementi nel significato presocratico del termine – Terra, Acqua, Aria, Fuoco – contraddistingue anche l’iniziazione massonica. Alla conclusione del rituale mitriaco, che qui non possiamo riportare per intero, l’iniziato proclama la sua avvenuta rinascita:“Salve, Signore, dominatore dell’Acqua; salve, origine della Terra; salve, sovrano dello Spirito! Signore, nella palingenesi io muoio integrato, e nell’integrazione ho raggiunto il compimento.Nato da nascita animale, liberato, sono trasportato di là dalla generazione Come Tu hai stabilitoCome Tu hai decretato

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E come Tu hai compiuto, Mistero!”Non è questa ovviamente la sede per discutere approfonditamente le prove a favore della filiazione del rituale massonico d’iniziazione dalle cerimonie teurgiche degli antichi Misteri mediterranei; ma certamente la convergenza di simboli e dottrine deve fare riflettere. Come abbiamo potuto brevemente accennare nel presente articolo, la Massoneria contemporanea, secondo due Autori che più dissimili non potrebbero essere – Helena Petrovna Blavatsky, e René Guènon – è il veicolo di antiche dottrine ormai cancellate, perlomeno nelle loro manifestazioni esteriori, dalla storia dell’Occidente. Denys Roman definisce la Massoneria “Arca”, nel significato specifico di mezzo estremo di salvezza di ciò che sta per scomparire nel diluvio profano; vascello destinato a traghettare oltre le “acque in tumulto” ciò che rimane di antiche sapienze. L’Occidente, durante i circa millecinquecento anni che intercorrono tra il predominio del Cristianesimo nel tardo Impero e l’affermarsi con l’Illuminismo di una relativa libertà di pensiero, ha conosciuto la più violenta intolleranza religiosa che la storia ricordi; ma questo non è bastato a disperdere le conoscenze tradizionali più di quanto le persecuzioni pagane abbiano potuto annientare il nascente cristianesimo. (box di 1.600 battute) In questo lungo periodo della nostra storia, la dottrina segreta per sopravvivere ha dovuto munirsi, quantomeno in Occidente, di un certo numero di “veicoli” che le consentissero di conservarsi e trasmettersi a coloro che ne erano degni: e, al tempo stesso, di restare totalmente celata agli sguardi dei profani e dei fanatici. Sotto una veste esteriore del tutto mondana o anodina, vennero celati significati profondi riconoscibili e comprensibili soltanto a chi vi era stato iniziato, restando chiusi da sette sigilli per chi non possedesse già almeno in parte il segreto. Siffatti “veicoli” della Tradizione potevano essere costituiti da una confraternita la cui apparenza esteriore non desse adito a sospetti, oppure da un’opera artistica o letteraria dall’aspetto innocuo, ma ricca di significati simbolici. Ecco dunque apparire associazioni di carattere cavalleresco o spirituale come i Templari o i Fedeli d’Amore, racconti a sfondo iniziatico come le saghe del Graal, tecniche operative come l’alchimia e complessi simbolico-archetipici come i Tarocchi. Non a caso ognuno di questi veicoli, a vario titolo, è confluito nel rituale, nel simbolismo o nell’insegnamento della Massoneria, che in tale senso è divenuta per eccellenza l’Arca vivente dei simboli.Il concetto di “veicolo” della tradizione segreta è fondamentale per la comprensione di diversi fenomeni caratteristici dell’esoterismo occidentale, e ci auguriamo di poterlo presto riprendere in un articolo ad hoc.