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Steiger Anita Funzioni grammaticali: soggetto e oggetto diretto 1 Linguistica 6. Funzioni grammaticali: soggetto e oggetto diretto IL SOGGETTO Il Soggetto occupa, nella struttura frasale, un posto privilegiato ha una posizione indipendente, esterna è ciò di cui parla il predicato qualunque parte del discorso può fare da soggetto: o il nome (l’uomo vive), il pronome (tu lavori), l’aggettivo (l’onesto ha prevalso sull’utile), verbo (errare è umano) o anche l’articolo, la preposizione, la congiunzione, l’avverbio, l’interiezione 1 possono fare da soggetto, quando la lingua parla di se stessa: «il» è un articolo; «di» appare venti volte in questo brano; quel «ma» non mi piace affatto; «velocemente» è un avverbio; «ahi» indica dolore Tradizionalmente si distingue fra soggetto grammaticale e soggetto logico. il soggetto grammaticale: il soggetto sintattico e morfologico che conferisce al verbo i propri contrassegni (persona e numero) il soggetto logico (/reale): indica l’agente dell’azione nella realtà extralinguistica Soggetto logico e soggetto grammaticale possono coincidere (Mario colpisce Giovanni) oppure no (Giovanni è colpito da Mario il soggetto grammaticale: Giovanni; il soggetto logico: Mario). 1. Proprietà sintattiche a) morfologicamente ha il caso nominativo (1) Io vengo domani/*Me vengo domani b) si accorda con il verbo (2) I ragazzi mangiano/ *I ragazzi mangia c) rimane non espresso con le forme non finite del verbo (3) a. Maria ha promesso [di Ø venire da noi] b. Giovanni l’ha incontrato [Ø attraversando i giardini] c. [Una volta Ø uscito di prigione], Piero cambiò vita 2. Proprietà semantiche Il Soggetto generalmente realizza l’attante con il ruolo semantico più saliente 2 (in base alla gerarchia dei ruoli semantici) a) Nel caso di azioni il Soggetto è sempre l’AGENTE (e non l’OGGETTO o il TERMINE) (4) a. Giovanni mangia la minestra b. Giovanni dà un libro a Maria 1 indulatszó 2 jelentős

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Steiger Anita Funzioni grammaticali: soggetto e oggetto diretto

1

Linguistica

6.

Funzioni grammaticali: soggetto e oggetto diretto

IL SOGGETTO

Il Soggetto

occupa, nella struttura frasale, un posto privilegiato

ha una posizione indipendente, esterna

è ciò di cui parla il predicato

qualunque parte del discorso può fare da soggetto:

o il nome (l’uomo vive), il pronome (tu lavori), l’aggettivo (l’onesto ha prevalso sull’utile),

verbo (errare è umano)

o anche l’articolo, la preposizione, la congiunzione, l’avverbio, l’interiezione1 possono fare da

soggetto, quando la lingua parla di se stessa: «il» è un articolo; «di» appare venti volte in

questo brano; quel «ma» non mi piace affatto; «velocemente» è un avverbio; «ahi» indica

dolore

Tradizionalmente si distingue fra soggetto grammaticale e soggetto logico.

il soggetto grammaticale: il soggetto sintattico e morfologico che conferisce al verbo i propri contrassegni

(persona e numero)

il soggetto logico (/reale): indica l’agente dell’azione nella realtà extralinguistica

Soggetto logico e soggetto grammaticale possono coincidere (Mario colpisce Giovanni) oppure no

(Giovanni è colpito da Mario il soggetto grammaticale: Giovanni; il soggetto logico: Mario).

1. Proprietà sintattiche

a) morfologicamente ha il caso nominativo

(1) Io vengo domani/*Me vengo domani

b) si accorda con il verbo

(2) I ragazzi mangiano/ *I ragazzi mangia

c) rimane non espresso con le forme non finite del verbo

(3) a. Maria ha promesso [di Ø venire da noi]

b. Giovanni l’ha incontrato [Ø attraversando i giardini]

c. [Una volta Ø uscito di prigione], Piero cambiò vita

2. Proprietà semantiche

Il Soggetto generalmente realizza l’attante con il ruolo semantico più saliente2 (in base alla gerarchia dei

ruoli semantici)

a) Nel caso di azioni il Soggetto è sempre l’AGENTE (e non l’OGGETTO o il TERMINE)

(4) a. Giovanni mangia la minestra

b. Giovanni dà un libro a Maria

1 indulatszó

2 jelentős

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b) Nel caso di accadimenti, esperienze e situazioni il Soggetto è

il TERMINE (5) a. Giovanni ha ricevuto una lettera

l’ESPERIENTE b. Giovanni vede Maria

il POSSESSORE c. Giovanni possiede una casa

c) Ma in questo tipo di eventi il Soggetto può anche essere l’oggetto, nel qual caso il TERMINE, l’ESPERIENTE,

il POSSESSORE sono rappresentati da un Oggetto Indiretto o, per l’ESPERIENTE, anche da un Oggetto Diretto

(7).

il TERMINE (6) a. La casa è passata a Piero

l’ESPERIENTE b. Questa opera piace a tutti

il POSSESSORE c. La casa appartiene a Maria.

(7) L’incidente ha impressionato molto Maria.

d) Il Soggetto è OGGETTO anche nel caso di accadimenti e situazioni con un solo attante:

(8) a. Giovanni è caduto

b. Giovanni è ammalato

e) Se un evento prevede un OGGETTO e un LUOGO, il Soggetto è piuttosto l’OGGETTO che non il LUOGO, ma

è possibile anche la soluzione inversa:

(9) a. La bottiglia è sul tavolo

b. La bottiglia contiene un solvente (=’Nella bottiglia c’è un solvente’)

3. Soggetto non espresso

Con le forme finite del verbo la posizione del SN Sogetto può non essere occupata.

Abbiamo fondamentalmente 3 casi:

a) il Soggetto si trova in un’altra posizione nella frase, per es.

dentro il SV Ø sono venuti studenti a chiedere informazioni

dopo il SV Ø me l’ha detto Giovanni

dislocato a sinistra Giovanni, i giornali, Ø non li ha comprati.

dislocato a destra Ø ti ha dato un anello, Giovanni

b) il verbo non ha un argomento con funzione di Soggetto

o perché è un verbo zero-valente Ø piove

o perché nessuno degli argomenti del verbo Ø si tratta di te

ha la funzione di Soggetto Oggi Ø fa brutto

A Piero Ø non importa di nessuno

l’argomento con funzione di Soggetto manca Qui Ø si dorme bene

sempre nella costruzione del si impersonale Ieri Ø si parlava di Maria

c) il Soggetto rimane non espresso a ha un’interpretazione definita: in questo caso sono le desinenze

personali del verbo che permettono di individuare la persona del Soggetto.

Il Soggetto è ricostruibile come per es.

Arriverò domani il Soggetto è il parlante, io

Arriveranno domani una 3. persona plurale il cui referente è individuabile nel contesto

dell’enunciazione

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La non espressione del Soggetto e la sua espressione con un pronome personale non comportano in

genere differenze di significato: sia Io lo farò, sia Lo farò permettono di individuare correttamente la

persona del Soggetto – all’interno del discorso, tuttavia, queste costruzioni possono avere funzioni diverse.

L’OGGETTO DIRETTO

L’Oggetto Diretto è realizzato da un SN, da una proposizione o da un pronome clitico. Quando è un SN o

una proposizione, compare nel SV dopo il verbo:

a. Piero [sv mangia la mela]

b. Maria [sv dice che verrà]

Il carattere distintivo del complemento oggetto rispetto al soggetto è dato dall’ordine delle parole: Luisa ama

Paolo e Paolo ama Luisa.

Chiamiamo i verbi tra i cui argomenti compare un Oggetto Diretto transitivi, tutti gli altri non transitivi.

1. Proprietà sintattiche:

a) ha il caso obliquo nelle forme pronominali che distinguono

il caso nominativo dall’obliquo Hanno visto te/*tu

il caso accusativo Piero la mangia/Maria lo dice

nelle forma pronominali clitiche che distinguono l’accusativo dal dativo

b) diventa Soggetto nella costruzione passiva

La mela è mangiata da Piero

c) quando è rappresentato da un pronome clitico, si accorda con il participio perfetto dei tempi composti e di

alcune costruzioni assolute

2. Proprietà semantiche

L’Oggetto Diretto non ha mai il ruolo semantico di AGENTE.

In genere ha il ruolo di OGGETTO Piero mangia la mela

Con un piccolo numero di verbi che indicano reazioni psichiche l’Oggetto Diretto ha il ruolo di

ESPERIENTE

Il tuo comportamneto mi stupisce.

In alcuni casi l’Oggetto Diretto non ha nessun ruolo semantico indipendente, ma forma con il verbo

un’espressione semanticamente unitaria:

far fuoco (=’sparare’), lanciare un attacco (=’attaccare’) ecc.

Con i verbi che indicano misura, l’indicazione della misura è pronominalizzabile con un clitico

accusativo:

Questo maiale pesa 100 kg/ 100 kg, questo maiale li pesa senz’altro

Ma questo è possibile solo nei casi di dislocazione, come nell’esempio, e non nei normali casi di

pronominalizzazione interfrasale (Hai detto 100 kg? *Non pensavo che li pesasse). Inoltre i verbi di misura

si comportano sempre come verbi non transitivi: nella costruzione fattitiva, per es., il Soggetto di questi

verbi compare come Oggetto Diretto (come di regola per i verbi non transitivi), e non come Oggetto

Indiretto (come nel caso dei verbi transitivi):

A forza di dargli da mangiare, lo farò pesare 100 kg (*gli farò pesare 100 kg)

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