linfodrenaggio corporeo

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2  Anatomia del sistema lin fatico 7 sono innervati dal sistema nervoso vegeta- tivo. Ogni linfangione possiede un centro nervoso autonomo, che, come un  pacema- libro inferiore, ma dotati di una parete più spessa, anche se ancora esile, dove le cellu- le endoteliali sono ricoperte da cellule mu- scolari lisce e da bre elastiche all’interno di una avventizia. A dierenza dei capillari linfatici, possono possedere, in modo irre- golare, rare valvole. La pelle e le mucose presentano sia uno strato superciale di capillari linfatici sia una rete di vasi linfatici più profonda, situata mediamente al di sotto della fascia comune; sono questi i vasi collettori , dove sboccano i precollettori linfatici (cfr. Fig. 2.2). A livello dei collettori, la parete mostra i tre classici strati di un vaso: le cellule endoteliali (tona- ca intima), lo strato delle cellule muscolari lisce (tonaca media) e una avventizia (to- naca avventizia). Si distinguono dai precol- lettori per il diametro e per la componente muscolare più importante. Sono caratteriz- zati dalla presenza di alcune valvole, che li suddividono in segmenti e che impongono una direzione al usso linfatico. Il segmento di un vaso linfatico delimita- to da una valvola distale e da una prossima- le prende il nome di linfangione. Tutti i vasi linfatici a partire dal livello dei precollettori Capillari Precollettori linfatici Collettore postlinfonodale (linfatico efferente) Linfonodo Collettori prelinfonodali (linfatici afferenti) Tronco Dotto toracico V. cava superiore Dotto linfatico destro Figura 2.2 Sistema vascolare linfatico: dai capillari ai dotti lin- fatici (da AA.VV., Trattato di anatomia umana, Edi. Ermes 2007).  Afflusso di liquidi dall’interstizio Matrice extracellulare Tensione Capillare a riposo Capillare sottoposto a tensione radiale dalla matrice extracellulare Lume Cellule endoteliali Figura 2.3 La tensione radiale eserci- tata dalle bre di ancorag- gio alla matrice extracellu- lare delle cellule endoteliali del capillare linfatico ne determinano la dilatazione e la conseguente permeabi- lità, base funzionale del ri- assorbimento (da AA.VV., Trattato di anatomia uma- na, Edi.Ermes 2007).

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2   Anatomia del sistema linfatico  7

sono innervati dal sistema nervoso vegeta-tivo. Ogni linfangione possiede un centronervoso autonomo, che, come un  pacema-

libro inferiore, ma dotati di una parete piùspessa, anche se ancora esile, dove le cellu-le endoteliali sono ricoperte da cellule mu-scolari lisce e da fibre elastiche all’interno

di una avventizia. A differenza dei capillarilinfatici, possono possedere, in modo irre-golare, rare valvole.

La pelle e le mucose presentano sia unostrato superficiale di capillari linfatici siauna rete di vasi linfatici più profonda, situatamediamente al di sotto della fascia comune;sono questi i vasi collettori, dove sboccano iprecollettori linfatici (cfr. Fig. 2.2). A livellodei collettori, la parete mostra i tre classici

strati di un vaso: le cellule endoteliali (tona-ca intima), lo strato delle cellule muscolarilisce (tonaca media) e una avventizia (to-naca avventizia). Si distinguono dai precol-lettori per il diametro e per la componentemuscolare più importante. Sono caratteriz-zati dalla presenza di alcune valvole, che lisuddividono in segmenti e che impongonouna direzione al flusso linfatico.

Il segmento di un vaso linfatico delimita-

to da una valvola distale e da una prossima-le prende il nome di linfangione. Tutti i vasilinfatici a partire dal livello dei precollettori

Capillari

Precollettorilinfatici

Collettorepostlinfonodale

(linfatico efferente)

Linfonodo

Collettoriprelinfonodali

(linfatici afferenti)

Tronco

Dottotoracico

V. cavasuperiore

Dottolinfatico

destro

Figura 2.2Sistema vascolare linfatico: dai capillari ai dotti lin-fatici (da AA.VV., Trattato di anatomia umana, Edi.Ermes 2007).

 Afflusso di liquididall’interstizio

Matriceextracellulare

Tensione

Capillarea riposo

Capillare sottoposto a tensioneradiale dalla matrice extracellulare

Lume

Celluleendoteliali

Figura 2.3La tensione radiale eserci-tata dalle fibre di ancorag-gio alla matrice extracellu-lare delle cellule endotelialidel capillare linfatico nedeterminano la dilatazionee la conseguente permeabi-lità, base funzionale del ri-assorbimento (da AA.VV.,Trattato di anatomia uma-na, Edi.Ermes 2007).

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6  Drenaggio linfatico manuale: generalità  79

Figura 6.4Manovra di rotazione: con solo le prime due dita incontatto con la pelle (a), si esercita una pressioneabbassando il polso, così che l’intera mano poggisulla cute, e accennando una rotazione ( b); durantela mobilizzazione, il pollice è portato di fianco all’in-dice (c).

a b

c

Figura 6.5Manovra di oblazione: con l’arcata formata dal primoe dal secondo dito appoggiata al segmento da tratta-re e le dita rivolte verso l’estremità distale dell’arto(a), il polso viene esteso consentendo il contatto ditutta la mano ( b), che quindi si sposta sull’arto insenso sia distoprossimale sia posteroanteriore (c).

a b

c

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7  Modalità pratiche del drenaggio linfatico manuale  103

La linfa di ciascuno degli emitoraci posteriori si dirige verso i linfonodi ascellari omola-

terali.

DORSO7.3

3

2

4

a

Figura 7.43Rappresentazione schematica delle vie linfatiche del dorso (a) e preparato anatomico dei collettori superfi-ciali del dorso nel feto ( b). b, pgc S. Kubik.

 b

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7  Modalità pratiche del drenaggio linfatico manuale  105

Figura 7.44Iniziando in prossimità dell’ascella (a), con manovre circolari, eventualmente in associazione con manovredi  pompage, si drena la porzione alta del dorso in senso prossimodistale ( b) e viceversa (c).

a b

c

Figura 7.45Successivamente, si stimola la porzione media del dorso.

a b

Dorso7.3

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118  ISBN 978-88-7051-313-4 LINFODRENAGGIO

Arto superiore7.4

7.4.2 Drenaggio linfatico manuale della mano

Pur essendo una manovra specifica, il drenaggio linfatico della mano deve sempre esserepreceduto dal drenaggio dell’arto superiore (cfr. § 7.4.1).

Figura 7.67Rappresentazione schematica delle vie linfatiche del dorso (a) e della palma ( b) della mano.

a  b

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7  Modalità pratiche del drenaggio linfatico manuale  119

Arto superiore7.4

Figura 7.68 A livello della mano, il drenaggio inizia con una manovra di  pompage sulla superficie dorsale. La mano passi-va del terapeuta, posizionata longitudinalmente sotto la mano del paziente, permette una stabilizzazione eun contrappoggio durante la manovra. In posizione di partenza, la mano attiva del terapeuta è caratterizzatadall’abduzione del primo dito e dalla flessione del polso.

Figura 7.69È importante associare alla manovra di  pompage un’estensione passiva del polso del paziente, in modo taleda stirare i vasi linfatici e le vene anteriori dell’avambraccio. In questo modo si raggiungono contempora-neamente due obiettivi: l’aumento della produzione di linfa, grazie al  pompage, e l’incremento della portata

linfatica e venosa, grazie alla mobilizzazione passiva.

a b

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160  ISBN 978-88-7051-313-4 LINFODRENAGGIO

La linfa di questa regione drena verso i tre gruppi di linfonodi inguinali omolaterali. Il

drenaggio del territorio posterolaterale della gamba transita attraverso i linfonodi poplitei.

Figura 7.145Rappresentazione schematica delle vie linfatiche della faccia posteriore dell’arto inferiore.

FACCIA POSTERIORE DELL’ARTO INFERIORE7.9

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7  Modalità pratiche del drenaggio linfatico manuale  161

Faccia posteriore dell’arto inferiore7.9

7.9.1 Drenaggio linfatico manuale della faccia posteriore dell’arto inferiore

Il trattamento inizia con un lavoro preparatorio sulla faccia anteriore dell’arto inferiore(cfr. § 7.8.1).

Il terapeuta si posiziona quindi in piedi di fianco al paziente che è sdraiato comodamentein posizione prona.

Figura 7.146Il territorio posterointerno della coscia (a) è trattato con manovra circolare in direzione dei linfonodi ingui-nali interni attraverso la zona adduttoria ( b).

a b

Figura 7.147In alternativa, si può usare, sempre nella stessa regione, una combinazione delle manovre circolare e di pompage.

a b

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9  Terapia del linfedema: il trattamento compressivo  281

Bendaggio compressivo del torace9.3

Figura 9.171Dopo un giro di fissaggio, lo srotolamento va pro-seguito modellando bene la benda sulla porzionesuperiore delle mammelle.

Figura 9.172Si termina lo srotolamento della benda posizionan-dola il più in alto possibile intorno al torace, con ilbordo superiore a livello dell’ascella, e la si fissa conil cerotto.

Figura 9.173È opportuno rinforzare il fissaggio tra le bende che passano sulla spalla e quelle che girano intorno al toracee consigliare alla paziente di indossare sopra il bendaggio un indumento attillato sino alla successiva sedutadi trattamento.

 ba