L'INFANZIA DELLA TECNICA: IL SAPERE IMMATERIALE NEL...

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Progetto L'INFANZIA DELLA TECNICA: IL SAPERE IMMATERIALE NEL RACCONTO DELLE MACCHINE IN VALLE CAMONICA Ente Capofila COMUNITÀ MONTANA DI VALLE CAMONICA Progettista e Responsabile scientifico: dott.ssa Elena Turetti COMUNITÀ MONTANA DI VALLE CAMONICA DISTRETTO CULTURALE DELLA VALLE CAMONICA Servizio Cultura e Valorizzazione del Territorio Responsabile: dott. Sergio Cotti Piccinelli Piazza Tassara 3 – 0364.324011 25043 BRENO [email protected]

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Progetto

L'INFANZIA DELLA TECNICA:

IL SAPERE IMMATERIALE NEL RACCONTO DELLE MACCHINE IN VALLE CAMONICA

Ente Capofila

COMUNITÀ MONTANA DI VALLE CAMONICA

Progettista e Responsabile scientifico: dott.ssa Elena Turetti

COMUNITÀ MONTANA DI VALLE CAMONICA DISTRETTO CULTURALE DELLA VALLE CAMONICA Servizio Cultura e Valorizzazione del Territorio

Responsabile: dott. Sergio Cotti Piccinelli Piazza Tassara 3 – 0364.324011

25043 BRENO [email protected]

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1. DATI PROGETTO

Nome del Progetto: L'INFANZIA DELLA TECNICA: il sapere immateriale nel racconto

delle macchine in Valle Camonica

Ente capofila: Comunità Montana di Valle Camonica

Comuni coinvolti: Bienno (ab. 3599), Ono S. Pietro (ab. 978) Cerveno (ab. 672) Losine

(ab. 565) Malegno (ab. 2096) Capo di Ponte (ab. 2512), Paspardo (ab. 656), Cimbergo

(ab. 573), Ceto (ab. 1969), Prestine (ab. 385), Borno (ab. 2693), Paisco Loveno (ab.

201).

Partner: Politecnico di Milano Dipartimento DIIAR Dipartimento di Ingegneria Idraulica,

Ambientale, Infrastrutture Viarie, Rilevamento – Centro Culturale Teatro Camuno di

Breno

Importo totale progetto: € 67.000,00

Finanziamento richiesto: € 40.000,00 pari al 60% del totale

Co-finanziamento locale: € 27.000,00 pari al 40% del totale.

2. ENTE CAPOFILA La Comunità Montana di Valle Camonica con sede in Breno (BS), in quanto ente capofila

responsabile del Distretto Culturale della Valle Camonica, che si declina a sua volta in

sistemi culturali quali il Sistema “Musei di Valle Camonica” e Sistema Bibliotecario di Valle

Camonica. Il Distretto Culturale della Valle Camonica è il primo Distretto Culturale istituito sul

territorio lombardo ed è stato sostenuto e finanziato dagli Enti locali, dalla Regione Lombardia e

da Fondazione CARIPLO con l’obiettivo primario di far crescere la consapevolezza

dell’importanza delle risorse locali, promuovere nuovi percorsi creativi, creare opportunità di

occupazione e nuova impresa in campo culturale. Creatività, innovazione e ricerca sono infatti

le parole chiave del Distretto entro il quale, a fianco della salvaguardia e conservazione del

patrimonio materiale e immateriale, della valorizzazione della memoria, della storia e delle

tradizioni locali, tramite la costante partecipazione sia di operatori culturali che di giovani

laureati e ricercatori, si desidera favorire nuove occasioni di impresa.

La Comunità Montana di Valle Camonica ha in diverse occasioni promosso progetti di

valorizzazione del patrimonio immateriale prima indipendentemente e poi sollecitata a

continuare il lavoro di ricerca dall’AESS Archivio di Etnografia e Storia Sociale promuovendo

indagini di scala estesa in grado di coinvolgere una fascia estesa di popolazione e attivare

partnership scientifiche di rilievo con l’obiettivo specifico di conoscere e inventariare le eredità

immateriali della Valle, ma anche di attivare un gruppo di giovani ricercatori in grado di divenire i

fautori della necessaria continuità del processo di riconoscimento e di narrazione della identità

culturale valliva indotto dal coinvolgimento attivo e costante della comunità locale.

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3. PATERNARIATO Sono coinvolti nella elaborazione e realizzazione del progetto 12 COMUNI facenti parte del

territorio della media Valle Camonica, in provincia di Brescia. Tali Comuni sono riuniti in

QUATTRO DIVERSI ECOMUSEI riconosciuti dalla Regione Lombardia, e precisamente:

• Ecomuseo Concarena Montagna di Luce, per i comuni di Ono S. Pietro, Cerveno

Losine, Malegno

• Ecomuseo Nel Bosco degli Alberi del Pane, per i Comuni di Capodiponte,

Paspardo, Cimbergo, Ceto

• Ecomuseo del Vaso Rè e della Valle dei Magli per i Comuni di Bienno, Prestine

• Ecomuseo delle Orobie La “Strada Verde” per i Comuni di Borno e Paisco Loveno.

Gli ecomusei sono istituti culturali definiti da una specifica legge regionale, con il compito di

tutelare e valorizzare l’identità e le caratteristiche peculiari di un determinato territorio e della

comunità che vi è insediata, con particolare attenzione alla costruzione di azioni partecipate e

alla condivisione pubblica delle scelte.

Ciascun ecomuseo in quanto ecumene, comunità espressa in ogni sua forma geografica,

antropologica, storica e coincidente con un territorio in evoluzione diverrà un terreno fertile di

lavoro sul patrimonio immateriale quale risorsa viva, foriera di nuovi ed inesplorati paesaggi

culturali.

Gli ecomusei della Valle Camonica continuano ad operare per consolidare una prassi sistemica

e un’azione di sintesi territoriale volta a valorizzare le tradizioni locali, a promuovere la fruizione

del patrimonio, a favorire l’aggregazione e l’incontro delle comunità intorno alle risorse vive del

territorio.

POLITECNICO DI MILANO, DIIAR DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA IDRAULICA,

AMBIENTALE, INFRASTRUTTURE VIARIE, RILEVAMENTO è una struttura d'eccellenza nella

ricerca e nella didattica.

Il Dipartimento ha riconosciuto nell'Ambiente il proprio comune denominatore ed è pertanto

interessato a tutti i suoi aspetti, dalla rappresentazione, agli interventi di salvaguardia, dai valori

naturali e antropici, allo studio delle tecniche per il miglioramento della qualità ambientale e per

la promozione dello sviluppo sostenibile. Il Diiar si propone di elaborare progetti formativi volti

alla qualificazione della professionalità di quanti operano in progetti di ricerca sulle tematiche

ambientali, di svolgere attività di ricerca teorico-pratica in un contesto territoriale nazionale ed

internazionale e di fornire attività consulenziali per individuare strategie, metodi e strumenti di

intervento sul contesto territoriale oggetto di studio.

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CENTRO CULTURALE TEATRO CAMUNO Il C.C.T.C., riconosciuto dalla Regione Lombardia come “ente che svolge attività di spettacolo di

rilevanza regionale ai sensi della l.r. 21/2008, è attivo in Vallecamonica e su tutto il territorio

nazionale dal 1988. L'Associazione, senza scopo di lucro, opera a livello professionale in

campo nazionale e internazionale e si occupa di: ricerca storica su tradizioni e folklore del

territorio, produzione spettacoli per adulti e ragazzi, promozione culturale, organizzazione

rassegne teatrali (cabaret, teatro di prosa,operetta etc), stages, laboratori teatrali per adulti e

ragazzi, animazione teatrale del tempo libero, animazione sociale teatrale per la terza età e i

disabili, organizzazione, promozione e allestimento di manifestazioni a vario titolo (tra queste si

cita il Festival della Canzone Umoristica d’Autore “Dallo Sciamano allo Showman” alla sua VIII

edizione). Da oltre 15 anni il C.C.T.C. collabora con le Scuole del territorio tenendo laboratori

teatrali rivolti ad alunni e studenti delle Scuole di ogni ordine e grado. Tra i progetti più

importanti nell’ambito della valorizzazione delle tradizioni e della storia locale si cita:

REGORDASS laboratorio di produzione teatrale sulla tradizione orale in dialetto

camuno/lombardo interpretato dagli studenti delle scuole superiori e i giovani della Cooperativa

Arcobaleno (2009); DIAOI E STRIE l’inquisizione in Valcamonica, GENESI - incisioni rupestri -,

LA CULLA DEL LAGO – leggenda del Lago Moro. Il C.C.T.C. ha inoltre dato vita ad un gruppo

di ricerca sulle tradizioni orali locali chiamato DINGOL DANGOL . Dagli studi del gruppo

prendono vita spettacoli teatrali a carattere storico-culturale. Tra i progetti in corso si cita la

realizzazione di un CD contenenti canzoni della tradizione camuna anni '20-'30. Il Centro

Culturale Teatro Camuno è affiliato al - New Performance Group di San Francisco (U.S.A.), a

Musica Blu di BOLZANO ed è collegato con i docenti del DAMS di BOLOGNA tra i quali si

ricorda Pietro Favari. Il C.C.T.C collabora inoltre con il Comitato per un Teatro in Valcamonica

con il quale ha coprodotto i progetti “Il Ponte dell’Affido” e “Regordass”. Il C.C.T.C. su invito

dell’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco (U.S.A.) e del New Performance Group di New

York nel 2001 ha circuitato negli Stati Uniti d’America con l’eco-spettacolo teatrale

LATTAFOGLIA ed ha allestito laboratori teatrali alla California State University di Fresno.

4. PREMESSA La cultura immateriale è una materia fragile, delicata, solo con lievi mani è possibile giungere a

conoscere la molteplicità delle espressioni entro cui si rende manifesta in una data comunità.

Mal sopporta classificazioni atterrite, calate dall’alto o da lontano e richiede il contatto diretto

avendo come tramite testimoni oculisti e solo in alcuni casi presenze succedanee quali

documenti scritti di non sempre facile lettura o iconografici.

Si richiede quindi la messa a punto di strumenti e metodologie di indagine via via più idonei

affinati e affinabili sul campo a partire da un intorno osservabile della giusta estensione o

rilevanza almeno ipotizzata tenendo a mente la natura variabile e in continua evoluzione dei

fenomeni osservati, della loro compresenza su un unico territorio o entro un gruppo

identificabile di persone, della loro diversa collocazione storica – più o meno remota – e del

differente stato di sopravvivenza.

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La legge della Regione Lombardia n.27 del 23 ottobre 2008 ispirandosi alla Convenzione

Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale riconosce e istituzionalizza una

nuova categoria di patrimonio, il patrimonio immateriale, nelle sue diverse forme ed espressioni,

e si propone come strumento di riconoscimento dei progetti di valorizzazione del patrimonio

della tradizione culturale lombarda proposti dal territorio ai fini della realizzazione del REIL

Registro delle Eredità Immateriali della Lombardia.

La Comunità Montana di Valle Camonica quale ente capofila di un complesso e articolato

progetto di gestione integrata del territorio qual è il Distretto Culturale considera il patrimonio

vivente di saperi, pratiche, espressioni proprie della comunità valliva una risorsa preziosa cui

attingere per lo sviluppo condiviso e partecipe del territorio. A tale scopo ha da tempo attivato

molteplici risorse umane e finanziarie per l’avvio di un processo di ricerca rilevante per le

diverse azioni di sensibilizzazione condotte con buon esito nella comunità locale, per la

creazione di un gruppo di ricerca consolidato destinato ad ampliarsi per numero di ricercatori e

di interpreti e di competenze, senza mai sottovalutare il valore di una rete fitta di scambi con

altre comunità e con una ampia rete di studiosi.

A tal fine è stato individuato un comitato scientifico di rilievo internazionale comprendente

studiosi provenienti da diversi contesti di studio, universitari e non, cui affidarsi per la messa a

punto di strumenti e metodi di ricerca rigorosi, per la valutazione della rilevanza e sostenibilità

delle tematiche scelte, per la verifica della qualità degli studi condotti.

5. I PROGETTI PRECEDENTI I progetti promossi si distinguono per la scelta di procedere dal profilo biografico del testimone

verso il valore comunitario delle esperienze, dal privato al pubblico, senza perdere la

complessità di relazioni e l’articolazione temporale proprie di ogni testimonianza, ponendo

l’accento sul valore rammemorativo dei luoghi e sulla necessaria e virtuosa relazione tra cultura

materiale e cultura immateriale.

Una fase sperimentale del R.E.I.L. è stata avviata in Valle Camonica con la supervisione

dell’Aess con l’obiettivo specifico di predisporre una metodologia condivisa per il riconoscimento

del patrimonio culturale immateriale da applicare successivamente all’intero territorio lombardo;

di condurre una sperimentazione tematica e territoriale di un modello di inventario del

patrimonio culturale immateriale per l’avvio del R.E.I.L, di valorizzare il patrimonio culturale

immateriale attraverso il coinvolgimento delle comunità locali. Con particolare attenzione ad

approfondire le modalità organizzative del Registro della Oralità e del Registro della Ritualità

con il coinvolgimento delle comunità locali, della rete museale ed ecomuseale, nel più ampio

contesto del Distretto Culturale della Valle Camonica.

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Anzitempo la Comunità Montana di Valle Camonica aveva promosso il progetto LA COMUNITÀ

FA MEMORIA, condotto dal Sistema museale di Valle Camonica con il contributo della Regione

Lombardia e la partecipazione dell'Auser camuno e della Libera Università dell'Autobiografia di

Anghiari, finalizzato alla valorizzazione della memoria quale atto di conoscenza e di coscienza

comunitaria. A partire dal percorso di formazione dei giovani ricercatori divenuti biografi di

venti testimoni si è raggiunto il risultato di produrre il volume “Nell'incavo di queste mani. Storie

e racconti di genti camune", curato da Ludovica Danieli. Un progetto che ha saputo leggere

dall'incavo di queste mani, traducendo le parole in documenti, i ricordi in immagini, le voci in

pagine di un libro; oggi oggetto di letture pubbliche e di interpretazioni teatrali.

In coincidenza con il crescere del gruppo di ricerca impegnato sul fronte della cultura

immateriale si è dato avvio al PROGETTO DI CONOSCENZA E VALORIZZAZIONE DELLA

CULTURA IMMATERIALE DELLA VAL GRIGNA sempre promosso dalla Comunità Montana di

Valle Camonica in collaborazione con la Comunità Montana della Val Trompia, la Provincia di

Brescia e l’Ersaf con l’obiettivo di censire e valorizzare le testimonianze di cultura immateriale

sul territorio della Valgrigna; l’attività ha riguardato in particolare il tema della RELIGIOSITA’

POPOLARE, e ha supportato l’azione dell’Adp con Provincia e Ersaf per la promozione

complessiva dell’area, con particolare attenzione agli aspetti di fruizione turistica. Il territorio

comprende i comuni di Prestine, Bienno, Berzo Inferiore, Esine, Gianico, Artogne in Valle

Camonica e i comuni di Collio e Bovegno nella confinante Val Trompia. Un eccellente esito di

tale ricerca è stato il convegno “A memoria d’uomo” tenutosi a Bienno in Valle Camonica il 20

Febbario 2010. quale momento di sintesi della ricerca sulla ritualità religiosa in Val Grigna e di

confronto con altre ricerche sul patrimonio di cultura immateriale condotte in realtà territoriali

diverse; si sono alternate riflessioni sui metodi di ricerca applicati e applicabili alla cultura

immateriale dell’area alpina e analisi di casi studio affini attivati in altri contesti nazionali e non.

Si sta ora lavorando alla produzione di materiali editoriali audiovideo e cartacei di sintesi per la

divulgazione verso un pubblico esteso dei saperi raccolti, l’iter prevede ora l’archiviazione

presso l’Aess dei materiali raccolti.

Nel mese di maggio 2010 è stato inoltre presentato un progetto dal titolo “MEMORY TALK” in

risposta al Bando “Coinvolgimento dei giovani nella valorizzazione delle specificità territoriali”

emesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e

dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), con un paternariato articolato che

comprende il Sistema dei Musei di Valle Camonica, il Sistema delle Biblioteche di Valle

Camonica , la Comunità Montana di Valle Camonica, la Provincia di Brescia, i quattro Ecomusei

della Vallecamonica, l’ASA l’Alta Scuola per l’Ambiente Università Cattolica di Brescia, e con il

paternariato scientifico dell’AESS Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Lombardia.

Il progetto MEMORY TALK è un processo di raccolta e restituzione continua della memoria alla

comunità affidato a trentasei giovani della Valle Camonica affiancati per un periodo di tre mesi

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ad altrettanti anziani portati a ripercorrere i tempi ed i luoghi di vita del testimone, per un’opera

di rivisitazione del territorio e di reinterpretazione della cultura immateriale locale.

Il progetto intende costruire le migliori condizioni poiché si ponga in essere lo scambio tra

generazioni differenti e si avvii un processo di mediazione del ricordo affinché la testimonianza -

atto privato e pubblico insieme - sia da subito considerata una risorsa, da salvaguardare e da

valorizzare.

Il lavoro dei giovani ha inizio nelle comunità di appartenenza per nascita o adozione, ed intende

radicare la buona pratica di usufruire dei luoghi di vita collettiva già presenti sul territorio

comunale onde sfruttarne il valore di luoghi di socialità e di cittadinanza attiva. I tre giovani

interlocutori per ciascun comune coinvolto depositari di un sapere nuovo fatto di luoghi, di

eventi, di piccoli accadimenti, di abitudini sradicate, e di fotografie, di film, di lettere e di

documenti, diverranno i responsabili di un progetto di valorizzazione della materia vivente

raccolta, avente come obbiettivo primario la restituzione alla comunità della cultura raccolta,

secondo tempi e modalità ben precise in un’ottica di educazione permanente al patrimonio.

6. LE MACCHINE COME MEDIUM La Cultura immateriale è il sapere volatile proprio di un individuo e di una comunità, sapere che

ciascuno serba ed esprime frutto dell’esperire continuo che la vita impone, esito felice di

percorsi di ricerca inesausti o semplice frutto del vivere dì per dì; vi si intrecciano pratiche e

scienza, sfera pubblica e dimensione privata, consuetudini ed eventi.

E’ un sapere difficilmente scritto che resiste a qualsivoglia rigida classificazione disciplinare e

quindi trascurato se non anche tralasciato, seppur prezioso e consapevolmente costruito.

Nelle parole di Carlo Ginzburg: se la realtà è opaca esistono zone privilegiate – spie, indizi –

che consentono di decifrarla” e “tracce magari infinitesimali consentono di cogliere una realtà

più profonda altrimenti inattingibile” e ancora “il gruppo di discipline che abbiamo chiamato

indiziarie (medicina compresa) non rientra affatto nei criteri di scientificità desumibili dal

paradigma galileiano. Si tratta infatti di discipline eminentemente qualitative, che hanno per

oggetto casi e documenti individuali e proprio per questo raggiungono un margine ineliminabile

di aleatorietà”.

Per coglierla in fragrante ovvero senza depauperarla occorre in qualche modo tenderle delle

trappole e scegliere sapientemente i luoghi e i manufatti in grado di cingere un sapere altrimenti

polverizzato e frammentario e escogitare le giuste modalità di rilevazione.

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Si è pensato qui alle macchine, ai congegni colti in uno stadio significativo del loro sviluppo, una

sorta di età dell’oro delle macchine o di infanzia delle tecniche che corrisponde a macchine dal

funzionamento manifesto, macchine radicate nel territorio, macchine argute, macchine fidate.

La riflessione di Paolo Portoghesi su una qualità precipua delle macchine nel suo libro

“L’infanzia delle macchine” giunge qui come particolarmente utile: “Nella sua lunga storia la

macchina dimostra una straordinaria variabilità del significato umano, una assoluta disponibilità

a rendersi interprete di quei contenuti che volta a volta cala nel suo mutevole involucro.

L’infanzia delle macchine dimostra che essa non ha avuto linguaggio, struttura, valore univoci,

ma continuamente variabili. Vista nella sua cornice storica essa appare piuttosto che come

prolungamento fisico delle braccia umane come proiezione diretta della struttura della sua

mente, del suo modo di pensare, di comprendere il mondo e di appropriarsene”.

Macchine al lavoro, macchine in uso o usate per molto tempo che recano tracce vive della loro

attività, della pratica di un mestiere, frutto della feconda relazione tra le mani abili di fabbri, di

mugnai e di mugnaie, di segantini, di forgiatori, di vinaioli, di tessitrici e le loro fidate macchine

quasi estensione fisica delle loro braccia e protesi mentale in grado di dar corpo e seguito alle

buone intenzioni di colui che ancora una volta vorrebbe ottenere il miglior vino, il miglior

utensile, la migliore farina, il miglior legname da opera, eccetera.

Congegni attivi quasi esseri animati, non solo per l’eleganza del loro portamento o potenza

delle loro leve ma anche per la fedele relazione, poiché ravvicinata e di reciproco rispetto tra

operatore e macchina, tra sperimentatore e meccanismo, traducibile in buone pratiche e buone

maniere, piccole e grandi migliorie meccaniche, avanzamenti della capacità professionale.

Le macchine raccontano di sé e del felice anche se controverso rapporto tra uomo e macchina,

dei tempi e dei modi di un lavoro, degli spazi idonei ad un mestiere, di sapienti e continue

manutenzioni, delle pratiche e delle abitudini difficilmente tracciate da un manuale d’uso o da un

brevetto, delle deformazioni o vizi da professione, dell’impossibile linearità dell’avanzamento

delle tecniche, della dignità di una professione, di odori in via d’estinzione, di rumori e di suoni,

di vite dedite al lavoro.

LE MACCHINE DIVENGONO IL MEDIUM DI UN SAPERE IMMATERIALE MULTIFORME, un compendio di prassi, saperi artigianali e agricoli, consuetudini sociali e memoria collettiva, rituali e registri linguistici ascrivibili in diverso modo ai cinque diversi inventari di cui si compone il Registro delle Eredità Immateriali della Lombardia.

La macchina diviene strumento di rammemorazione per coloro che l’hanno usata o la usano da

molto tempo, occasione d’avvio di un processo informale di raccolta di una documentazione

eterogenea per origine e differente per portato specifico: fotografie, lettere, promemoria, diari,

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racconti brevi, odi, canti, documenti giuridici, marchi, dediche, inventari, specifiche, objet trouvè,

racconti orali.

In Valle Camonica magli, mulini, forni, segherie, telai e torchi narrano la cultura del lavoro pre-

industriale sino alle prime forme di industrializzazione, un universo chiuso di agricoltori e

artigiani ove è arduo scindere arte e tecnica, discernere il confine tra attività domestiche e

extradomestiche, di uomini e donne dediti al lavoro.

7. FINALITA’ E OBIETTIVI SPECIFICI Il sapere immateriale condensato nelle macchine è sottoposto qui a scandaglio critico in virtù

della previsione di DUE LINEE DI RICERCA DIFFERENTI E COMPLEMENTARI, l’una lenta

che procede per escavazione, l’altra subitanea, a salire, viva e vivace, volta a cogliere il senso

delle zone di luce svelate dalla prima.

L’indagine in profondità sarà condotta da un’equipe stabile dedita allo studio dei fenomeni

oggetto d’interesse a partire da quanto già si conosce, si è documentato e pubblicato per poi

sondare quanto ancora ciascuna macchina potrà dire. Nella fattispecie si tratta di un lavoro

certosino di ascolto di coloro che a diverso titolo hanno prodotto, usato, manomesso,

reinventato, conosciuto la macchina; di conoscenza nel dettaglio per riporre attenzione a tutto

quanto possa essere testimonianza viva di un sapere tecnico, di una lingua, di leggi non scritte,

di una consuetudine parte e corpo della storia di quella macchina, degli spazi ad essa riservati,

delle vite attraversate.

La seconda linea di ricerca affonda in questa materia viva ne amplifica e sintetizza il significato,

ne riproduce per pezzi la storia senza l’onere dell’esaustività ma con la necessità di restituirla a

coloro che l’hanno vissuta in primis e poi a tutti gli altri, di farla rivivere, di rinnovarne la

presenza e la comprensione diffusa, di raccontarne il portato specifico ma anche il valore, la

preziosità, la caducità.

Tra le due linee di ricerca è essenziale che si crei un rapporto virtuoso poiché traspaia quanto

l’una e l’altra azione siano interrelate, la qualità dell’una avrà buon seguito nella capacità

interpretativa dell’altra, le zone di luce e di ombra dell’una e dell’altra diverranno occasione di

nuovi affondi di ricerca, appariranno sincrone anche se non sempre simultanee.

Il lavoro sincronico delle due linee di ricerca permetterà di far emergere il portato del sapere immateriale, in tutte le sue manifestazioni e declinazioni, nel racconto che le macchine fanno di sé, ai primordi della tecnica.

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8. ATTIVITA’ PREVISTE E MODALITA’ DI ESECUZIONE Il progetto L'INFANZIA DELLA TECNICA: IL SAPERE IMMATERIALE NEL RACCONTO

DELLE MACCHINE IN VALLE CAMONICA vuole creare le condizioni poiché si avvii un

processo di rivelazione e trasmissione dei saperi immateriali oggetto d’attenzione.

La LINEA DI RICERCA A si articola nelle seguenti fasi:

- Costruzione dell’equipe di ricerca con l’individuazione del responsabile scientifico e

di QUATTRO collaboratori di età compresa tra i 24 e i 35 anni d’età selezionati

mediante bando a curriculum in aggiunta al gruppo di giovani ricercatori già attivi in

Valle Camonica sui diversi progetti di valorizzazione del patrimonio immateriale

promossi dalla Comunità Montana di Valle Camonica e preferibilmente insediati nel

territorio di indagine.

- Formazione degli interlocutori attraverso l’attivazione di scambi con centri di ricerca

quali l’AESS - Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Lombardia - la

partecipazione a percorsi formativi in contesti universitari quali dottorati di ricerca, corsi

di specializzazione e master di secondo livello quali quelli offerti dal Politecnico di

Milano Facoltà di Architettura.

- Censimento e raccolta minuziosa e diligente delle macchine che meglio

rappresentano le tradizioni tecniche artigianali e agricole della Valle Camonica .

- Verifica dello stato dell’arte, individuazione degli studi di maggior rilievo scientifico sul

tema indagato, ricerca iconografica presso archivi comunali e privati, e presso l’archivio

audiovisivo della Comunità Montana di Valle Camonica e delle emittenti locali.

- Scelta dei testimoni quale frutto di un lavoro di confronto e di scambio con i

responsabili istituzionali della vita politica e religiosa dei comuni, le associazioni di

categoria e i singoli individui della comunità ecomuseale.

- Definizione di un protocollo che stabilisca tecniche e forma di raccolta delle

documentazioni testamentari con parimenti libera scelta delle modalità di approccio e di

affiancamento ai testimoni.

- Documentazione fotografica e filmica nel dettaglio delle macchine scelte con

l’obiettivo specifico di realizzare un ritratto di ciascun congegno che ne evidenzi lo stato

d’uso oggi, o di usura e alterazione.

- Rielaborazione del materiale di cultura immateriale raccolto:

o ai fini dell’archiviazione presso l’Aess - Archivio di Etnografia e Storia sociale

della Lombardia onde favorirne una diffusione nazionale e sopranazionale;

o in risposta alle necessità evidenziate nella progettazione delle attività previste

dalla linea di ricerca B;

o a fini della pubblicazione digitale, in particolare si intende mettere a punto uno

strumento utile alla diffusione delle informazioni on line ad alto grado di

interattività e votato alla trasmissione di materiali audio e video di elevata

qualità.

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LINEA DI RICERCA B La linea di ricerca B comprende DUE diversi percorsi ciascuno attivato in collaborazione con un

attore specifico chiamato a lavorare sulla cultura immateriale della Valle Camonica sulle

macchine scelte e sull’immaginario da esse evocato.

PERCORSO 1 Attivazione di un LABORATORIO INTERNAZIONALE promosso dal Politecnico di Milano

Facoltà di Architettura con l’obiettivo specifico di condurre in Valle Camonica un insieme

eterogeneo di studenti per formazione e bagaglio d’esperienza provenienti da diverse

università del contesto europeo e sovraeuropeo. Il principale obiettivo sarà occuparsi delle

macchine come testimonianza fisica di una sequenza non lineare di trasformazioni, quale

prodotto specifico del fare e dello sperimentare, quale esito critico dell’evoluzione e involuzione

delle tecniche. Macchine funzionanti o la cui attività seppur parzialmente compromessa sia

portatrice della bellezza di un arte meccanica sapiente, il cui principale scopo produrre e

produrre bene non offuschi il corollario vitale di fenomeni e di conseguenze ad esse

riconducibili: l’infrastrutturazione e la cura del territorio, la gestione consapevole e solidale delle

risorse, la qualità dei manufatti che le ospitano ed in parte le disegnano.

L’esito vorrebbe essere la costruzione e ricostruzione del loro proprio milieu, dell’articolato e

complesso ambiente di vita di codeste macchine con particolare riguardo ai dati esperenziali a

rischio d’estinzione quali quelli uditivi, tattili, olfattivi, visivi in prodotti o servizi di sintesi idonei

alla divulgazione.

PERCORSO 2 Vicende di fabbri, di mugnai, di segantini, di vinaioli, di tessitrici trascritte e spostate in un tempo

e in uno spazio nuovo ove sia possibile coglierle sotto una nuova luce, rivelarle e comprenderle;

in collaborazione con il Centro Culturale Teatro Camuno.

Il Centro Culturale Teatro Camuno è attivo dal 1988. Il Centro si occupa di produzione di

spettacoli per adulti e ragazzi, promozione culturale, ricerca storica sul territorio, organizzazione

di rassegne teatrali e manifestazioni, stages, laboratori teatrali per adulti e ragazzi, animazione.

La trasposizione in veste drammatica dei saperi del lavoro nel racconto biografico di alcune

figure esemplari costituisce un terreno fertile di sperimentazione volto a sondare le potenzialità

dell’esperienza teatrale quale strumento di educazione e di informazione verso un pubblico

difficilmente avvezzo all’acquisizione attiva e consapevole.

9. RISULTATI ATTESI La ricerca fattasi materia vivente ed esperibile diviene motore d’avvio di un processo di

riscoperta della propria identità culturale in grado di dare continuità alla partecipazione

consapevole di ciascuno nella definizione dei saperi immateriali della propria terra e di riflesso

della Lombardia.

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I risultati attesi comprendono:

- L’alto grado di coinvolgimento dei giovani nel progetto di valorizzazione della

cultura immateriale pensato a garanzia del rinnovamento di tale cultura e quindi della

sua stessa comprensibilità.

- La messa a punto di strumenti e metodi davvero idonei alla raccolta e alla trasmissione dei saperi fragili salvaguardandone: il portato autobiografico, la qualità

precipua preservabile solo attraverso restituzioni ad alta definizione dosando

sapientemente dettagli, tempo di trasmissione, e modalità di trascrizione.

- La realizzazione di prodotti editoriali sperimentali digitali. Nella fattispecie

costituisce un obiettivo specifico del progetto la capacità di pensare e realizzare prodotti

audio di elevata e precipua qualità per la novità dei linguaggi adottati e delle

formulazioni di sintesi proposte atte ad una divulgazione su diversi media via via scelti,

e, di realizzare prodotti video di qualità destinati alla diffusione in diversi contesti di

condivisione pubblica dell’atto di dono, di lascito di un sapere.

- La creazione di un gruppo permanente di ricerca sul patrimonio immateriale e una

rete di scambi con studiosi ed interpreti in grado di elevare la qualità scientifica dei

risultati.

- La proficua partecipazione alla realizzazione del REIL con particolare attenzione alla

sua articolazione territoriale locale.

- La rilevazione e divulgazione di una parte notevole della cultura immateriale camuna.

10. PIANO DI COMUNICAZIONE La qualità precipua della comunicazione in un progetto volto a coinvolgere una comunità è tale

da determinarne l’esito e il successo, a questo scopo le iniziative promosse nell’ambito del

progetto verranno sostenute e coordinate oltre che dal responsabile scientifico del progetto, dal

Laboratorio di Comunicazione del Distretto Culturale di Valle Camonica, afferente alla locale

Comunità Montana.

Si avrà cura di divulgare le singole attività e il valore dell’intero progetto onde supportare l’avvio

di un processo naturale di crescita dell’interesse e della conseguente partecipazione della

popolazione.

In tale contesto verranno elaborati anche i documenti per la stampa, e verranno definiti gli

opportuni contatti con le agenzie comunicative del territorio, finalizzati a promuovere il progetto.

In tutte le attività si avrà cura di coinvolgere gli ecomusei aderenti, i soggetti promotori e

finanziatori (tra cui la Regione Lombardia), i diversi partner e gli istituti culturali del territorio.

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