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SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI SOCIETÀ FEDERATA ANMVI Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403500 - Fax 0372 457091 [email protected] - www.sivae.it LINEE GUIDA ANIMALI ESOTICI

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SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICISOCIETÀ FEDERATA ANMVI

Via Trecchi, 20 - 26100 CremonaTel. 0372 403500 - Fax 0372 457091

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INDICE

■ PRESENTAZIONE............................................................................................................. Pag. 3

■ INTRODUZIONE............................................................................................................... Pag. 4

■ IMPOSTAZIONE DELLE LINEE GUIDA ............................................................................. Pag. 6

■ LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO DEL FURETTO................................................... Pag. 7

■ LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEGLI PSITTACIFORMI (PAPPAGALLI) COME PETS BIRDS (PAPPAGALLI DA COMPAGNIA) ............................. Pag. 12

■ LINEE GUIDA PER LA DETENZIONE DEI RAPACI IN AMBIENTE CONTROLLATO ........... Pag. 17

■ LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEI PASSERIFORMI (UCCELLI ORNAMENTALI DA GABBIA E DA VOLIERA) ................................................. Pag. 23

■ LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO DEL CONIGLIO DA COMPAGNIA ..................... Pag. 27

■ LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEI RETTILI .............................. Pag. 31

■ LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEI RODITORI ........................... Pag. 51

■ RINGRAZIAMENTI ........................................................................................................... Pag. 59

© 2010, E.V. Soc. Cons. a r.l. - Via Trecchi, 20 - Cremona

Anno Pubblicazione Novembre 2010

Copia non in vendita

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Questo piccolo grande manuale scaturisce dall’esigenza difornire un approccio più scientifico al concetto di benes-sere animale degli animali esotici.

L’incremento esponenziale degli esotici tenuti come animali dacompagnia, si scontra spesso con la cecità di coloro che vorrebbe-ro un mondo irreale dove gli unici animali domestici accettati so-no il cane e il gatto e negando di fatto, con norme restrittive a vol-te veramente ai limiti del ridicolo e, soprattutto, senza nessun fon-damento scientifico, il mantenimento di questi animali come pets.Si arriva al paradosso di negare la possibilità ad un proprietario ditenere una voliera con dei pappagallini ondulati (per limiti di spa-zio) in un monolocale e di non utilizzare gli stessi parametri re-strittivi per un alano in un appartamento della stessa cubatura.

Nell’immaginario collettivo spesso l’animale esotico è considera-to alla stregua di un animale selvatico, laddove la gabbia, il terra-rio, l’acquario, ecc… vengono viste come camere di detenzione,mentre in realtà lo scopo è quello di ricreare un microambientegradevole e non stressogeno per l’animale; spesso, inoltre, si di-mentica che in realtà (tranne dolorose eccezioni), gli esotici ceduticome pets provengono da allevamenti Nazionali o Continentali.

È opinione comune dei Veterinari esperti in animali esotici, chele norme troppo restrittive per la detenzione degli animali esotici,finiscano per creare e alimentare il mercato illegale di questi ani-mali, non garantendo agli stessi un adeguato supporto sanitario es-sendo detenuti in regime di clandestinità.

L’intento dei veterinari in animali esotici è invece quello di ga-rantire a tutti gli animali la “libertà dal dolore e dalle malattie” se-condo quanto sancito dal documento delle 5 libertà (Le 5 libertà -Farm Animal Welfare Council UK 1993), e gran parte della visitadi un animale esotico da parte di veterinari esperti, è dedicato a in-formazioni riguardanti l’etologia, il comportamento e la correttagestione di questi animali.

Gran parte dei “maltrattamenti” inflitti agli animali esotici, èfrutto di ignoranza della specie e questo manuale si prefigge di col-mare, in parte, queste lacune di conoscenza da parte di chi detiene,anche temporaneamente, questi animali.

PRESENTAZIONE

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“Il benessere di un individuo è il suostato nei confronti dei suoi tentativi diaffrontare l’ambiente che lo circonda.”

(Broom)

“Il benessere di un singolo animale ècaratterizzato da uno stato di completasalute mentale e fisica che denota il suovivere in armonia con l’ambiente.”

(Hughes)

• Il benessere non dipende dai fattori sfa-vorevoli che colpiscono un animale, mada come l’animale risponde ad essi.

• Il benessere è a rischio quando un ani-male ha difficoltà ad adattarsi all’am-biente o è incapace di farlo.

Il Veterinario ha un ruolo importantissi-mo nella valutazione del benessere, inquanto al di là dei discorsi etici e delle im-plicazioni emotive concernenti un animaleche pur provenendo da un allevamento enato in cattività, richiama nell’immagina-rio comune tutt’altri ambienti di vita, esi-stono dei paramentri scientifici, obiettivi ecerti che, ancor meglio delle misure dellagabbia, consentono ad un professionistaesperto, di valutare al di là di ogni dubbio,se quell’animale sta bene oppure no.

INDICATORI FISIOLOGICI

• Frequenza cardiaca e respiratoria• Temperatura corporea• Catecolamine• Cortisolo• Altri ormoni: Prolattina, LH, FSH, te-

stosterone, TSH

• Enzimi e Metaboliti: GLU, CK, LDH,ALT, AST

• Esame emocromocitometrico (non tuttie non per tutti gli animali. Per esempioil livello di cortisolo in molti animalipuò dare dei falsi positivi a causa dellostress del prelievo).

INDICATORI PATOLOGICI

Valutano la presenza in allevamento di pa-tologie acute o croniche, manifeste o latenti.

INDICATORI PRODUTTIVI

Valutano gli indici di accrescimento e diconversione alimentare, mortalità, fecon-dità, etc.

INDICATORI COMPORTAMENTALI

• Richiesta buona conoscenza dell’eto-gramma di ogni specie.

• Indicano il grado di adattamento e se-gnalano stati di disagio.

• Valutano stereotipie, aggressività, alte-razioni comportamenti alimentari, so-ciali e sessuali.

Altre valutazioni– Strutture e attrezzature: dimensioni

della gabbia, substrato, caratteristichedi mangiatoia e beverini.

– Rapporto del proprietario con l’animale.– Presenza di patologie all’arrivo in ne-

gozio o nei giorni immediati dopol’acquisto.

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INTRODUZIONE

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– Alimentazione: accertarsi se l’alimenta-zione è corretta.

– Igiene: accertarsi sulla corretta gestionedella gabbia-terrario-acquario-voliera.

– Comportamento: fornire consigli su co-me maneggiare, accarezzare e gestirel’animale.

– Parametri fisiologici (individuare i pa-rametri fisiologici controllabili dal la-boratorio, più opportuni per le diversespecie esotiche.

Aspetti eticiIl Veterinario è garante del rispetto delleleggi che mirano a salvaguardare il benes-sere animale ed educatore dei proprietaridegli animali. Si ritiene utile fornire sche-de informative sintetiche che riportino, insintesi, i parametri essenziali per garantireil benessere dell’animale, tracciati in ma-niera più esaustiva nel corpo del presentelavoro sulle linee guida. Tali schede do-vranno obbligatoriamente essere espostenei negozi, nei terrari e nelle fiere, sia dachi vende che da chi cede. Le schede do-vranno essere a disposizione di tutti, scari-cabili gratuitamente da un sito internet.Sulle SCHEDE dovrà essere presente al-meno una foto dell’animale e deve esseredescritto:– Nome comune e nome scientifico– Origine geografica– Caratteristiche ambientali necessarie– Documentazione CITES– Caratteristiche fisiologiche,

dimensioni dell’animale adulto, notesulla riproduzione

– Alimentazione: quantità, qualità e frequenza

– Dimensioni minime e caratteristichedel terrario consigliate

– Varie

In base alle caratteristiche etologiche del-la specie, stabilire i suoi bisogni per limi-tare le situazioni stressanti.Sensibilizzare gli allevatori, i rivenditori ei proprietari di animali esotici sull’impor-tanza, anche economica, del benessere de-gli animali esotici.

PATENTINO

È indispensabile che chi accudisce deglianimali non convenzionali (sia proprieta-ri, sia commercianti) debba dimostrare,come minimo, di conoscerli.È quindi opportuno che per tenere dellespecie esotiche, analogamente a quantosta accadendo per i cani, si debba ottene-re una specie di patentino.I corsi dovrebbero essere organizzati pres-so strutture abilitate (centri recupero, as-sociazioni animaliste, cliniche veterinarie,ecc.) e comprendere alcune ore di lezione(circa 8-10), di nozioni importanti per ifuturi proprietari.È essenziale che fra i docenti ci sia alme-no un veterinario riconosciuto esperto delsettore (tramite diplomi, dottorati o pub-blicazioni) e che tutti i docenti, ancorchénon veterinari (biologi, naturalisti, alleva-tori, ecc.) possano produrre analoghe cre-denziali.Sarebbe opportuno introdurre l’obbligodel “patentino di caccia con i rapaci” (an-ziché il conseguimento della licenza dicaccia) per i cacciatori che intendano eser-citare la caccia esclusivamente con il fal-co, che è considerato, secondo la legisla-zione nazionale vigente (157/92) alla stre-gua di un fucile, un animale al quale deveessere riconosciuto il diritto ad accederealle norme sul benessere degli animali.

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IMPOSTAZIONE DELLE LINEE GUIDA

Nella definizione delle esigenze in cattivi-tà di questi animali definiamo in partico-lar modo l’ambiente che mettiamo loro adisposizione: gabbia, voliera, spazi, igie-ne, enrichment con particolare attenzioneall’alimentazione. Quando parliamo di ambiente nell’ambi-to del benessere animale il primo parame-tro che viene menzionato è generalmentelo spazio a disposizione.Tutti gli animali di natura selvatica man-tenuti in cattività hanno bisogno di utiliz-zare le loro energie così come avviene innatura. Ad esempio i pappagalli in naturapassano circa 6 ore al giorno a cercare ilcibo, passano il tempo ad asciugarsi lepenne dopo la pioggia e si relazionanocon i conspecifici attraverso dinamichepiuttosto complesse.Tutte queste esigenze possono essere facil-mente soddisfatte anche nell’ambiente dicattività con delle semplici regole di arric-chimento ambientale.Nella definizione dell’ambiente è impor-tantissimo il controllo dell’igiene. Nel-l’ambito degli animali esotici (soprattuttorettili e uccelli, cioè i soggetti che più difrequente vengono allevati in ambienteconfinato) le patologie infettive contagio-se sono di importanza quotidiana. Il so-vraffollamento e le contaminazioni oro-fe-

cali sono tra i primi fattori responsabilidella trasmissione di patogeni tra soggetti.Ancora più importante è il rispetto di nor-me di quarantena che evitino l’introduzio-ne primaria dei patogeni nell’ambiente.L’alimentazione degli animali esotici è unaspetto importantissimo in quanto spessocarente. Alimentazione carente è sinoni-mo di immunodepressione e predisposi-zione alle malattie.Spesso il mantenimento di animali in con-dizioni non idonee è semplice conseguen-za della mancata conoscenza da parte deiproprietari delle esigenze reali delle variespecie e quasi sempre non è legata alla vo-lontà o all’inadempienza.Per migliorare realmente lo stato di be-nessere degli animali esotici in cattivitàsarebbe opportuno concentrare le nostreenergie nella divulgazione e nell’educazio-ne dei negozianti di animali, degli alleva-tori e dei proprietari.Come alternativa al proibizionismo, cheha come unica conseguenza la perdita delcontrollo e il proliferare del contrabban-do, sarebbe a nostro avviso più costrutti-vo pretendere da parte dei proprietari, de-gli allevatori, dei negozianti, conoscenzespecifiche.

(T. Collarile)

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Queste linee guida non contemplano ilmantenimento di animali da riproduzione.

CLASSIFICAZIONE E ORIGINE

Classe Mammiferi (Mammalia)Ordine Carnivori (Carnivora)Superfamiglia Canidi (Canoidea)Famiglia Mustelidi (Mustelidae)Sottofamiglia Mustelini (Mustelinae)Genere MustelaSpecie M. putoriusSottospecie M. putorius furoIl furetto è un animale domestico a tuttigli effetti, frutto di una domesticazioneche risale ad almeno due millenni fa. Lostatus di animale domestico del furetto èreso ufficiale da una dichiarazione del-l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica(INFS), che ha valore giuridico. Il furetto,abituato da secoli a dipendere dall’uomo,difficilmente sopravvive in natura. Ab-bandonare un furetto significa quasi cer-tamente condannarlo a morte sicura.

COMPORTAMENTO E CARATTERE

Il furetto è un predatore e manifesta que-sta sua caratteristica nella passione perl’esplorazione e la caccia, anche se ritua-lizzata nel gioco. I furetti dormono parec-chie ore; possiamo dire che questi anima-li hanno due livelli di attività: o sono atti-vamente impegnati nel gioco, o dormonoprofondamente.Sono animali molto affettuosi, amano far-si coccolare dal proprietario e gli si affe-zionano come potrebbe fare un gatto.

Sono generalmente docili, ma esistonosempre eccezioni alla regola.L’aggressività può dipendere dalla scarsaabitudine al contatto umano, nel caso adesempio di animali che sono vissuti perdiversi mesi in gabbia in un negozio, pri-ma di essere venduti.Con tempo, pazienza e un po’ di stoici-smo è possibile vincere la diffidenza delfuretto, fargli perdere l’aggressività e ren-derlo docile e affettuoso.

CARATTERISTICHE ANATOMICHE E FISIOLOGICHE

Il maschio ha in media una taglia doppiarispetto alla femmina. Il peso medio delmaschio è di 1,5 kg (1-2 kg), la femminapesa in media 0,5-1 kg.Il corpo è allungato e le zampe sono mol-to corte; la colonna vertebrale è così fles-sibile da permettergli di girarsi di 180° al-l’interno di una galleria.La testa è allungata, le mascelle robuste;la dentatura è tipicamente da carnivoro,con denti canini atti ad afferrare la predae denti premolari e molari foggiati permasticare la carne e triturare le ossa dellepiccole prede. Gli occhi sono piccoli e lavista non è molto sviluppata.Il furetto possiede un paio di ghiandole,poste ai lati dell’ano, che producono unsecreto dall’odore intenso e pungente. Ifuretti svuotano il contenuto di questeghiandole quando sono molto agitati oeccitati. L’apparato digerente è adattatoad un regime alimentare strettamente car-nivoro: è relativamente corto (180 - 200cm) e semplice.

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LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO DEL FURETTO

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Il furetto ha una pelle molto spessa, riccadi ghiandole sebacee, il cui secreto è re-sponsabile dell’odore intenso che hannonaturalmente questi animali. L’attivitàdelle ghiandole sebacee dipende dall’azio-ne degli ormoni sessuali, per questo moti-vo l’odore del corpo si riduce notevol-mente negli animali sterilizzati. Le ghian-dole sudoripare sono scarsamente svilup-pate, pertanto i furetti sopportano male ilcaldo e sono soggetti al colpo di calore.La durata della vita dei furetti è conside-rata mediamente di 5-8 anni.

COME MANEGGIARE IL FURETTO

I furetti in genere sono docili e non pre-sentano problemi particolari nell’afferrar-li e maneggiarli; è sufficiente passare unamano sotto il torace avvolgendolo con ledita e l’altra sotto gli arti posteriori, so-stenendo tutto il corpo.Il furetto ha una dentatura affilata e puòprovocare morsi dolorosi; tende a morde-re quando è spaventato o si sente minac-ciato. Occorre fare attenzione ai morsidati per gioco: il furetto può scambiareun dito teso oppure il naso per un giocat-tolo e affondarci i denti; questo è un buonmotivo per non avvicinare mai il furettoalla faccia. Quando il furetto lecca la ma-no o un braccio bisogna fare attenzione,perché questo comportamento può prelu-dere ad un morso.Se si deve eseguire qualche semplice ope-razione, come tagliare le unghie o sommi-nistrare una medicina, si può immobiliz-zare TEMPORANEAMENTE il furettoafferrandolo per la cute della nuca e sol-levandolo in modo che i quattro arti sia-no sospesi. In questo modo il furetto si ri-lassa per un riflesso (spesso sbadiglia an-che); il rilassamento può essere aumenta-

to carezzandogli la pancia dall’alto versoil basso.

La gabbiaIl furetto è un animale molto vivace, cheha bisogno di poter giocare fuori dellagabbia ed esplorare l’ambiente almenoper qualche ora al giorno, sia per il suobenessere fisico che psicologico. PertantoNON DEVE ESSERE TENUTO CO-STANTEMENTE RINCHIUSO; tuttavia,per metterlo al sicuro dai pericoli, è benelasciarlo al sicuro nella gabbia il tempoche trascorre dormendo o i momenti incui non si è presenti per sorvegliarlo (ameno di non poter predisporre per luiun’intera stanza resa sicura, “a prova difuretto”, in modo impeccabile).La gabbia deve ovviamente essere piùspaziosa possibile; per aumentare la su-perficie a disposizione si può scegliere unagabbia a più piani uniti da rampe. Le mi-sure minime per una coppia di furetti in-dicativamente sono di 70-80 cm di latoper 50-60 cm di altezza, per una gabbia aun piano. Ovviamente la gabbia deve es-sere di materiale robusto e facilmente la-vabile. Occorre verificare la buona tenutadelle porte, perché molti furetti sono par-ticolarmente abili a guadagnare l’uscitaforzando la chiusura.Un accessorio indispensabile è costituitoda un abbeveratoio a goccia, da appende-re ad un lato della gabbia.Il fondo della gabbia deve essere pieno enon grigliato.I furetti domestici amano dormire in “ta-ne” calde e buie dove possono sentirsi alsicuro; queste tane possono essere rappre-sentate da stracci, asciugamani, vecchimaglioni, scatole di cartone, tubi di pla-stica. Occorre fare attenzione con i furet-ti giovani, di meno di un anno, perchépossono tendere a masticare la stoffa,

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esponendosi al pericolo di un blocco inte-stinale. Quasi tutti i furetti imparano adutilizzare una cassetta per i bisogni, anchese sono meno affidabili dei gatti. In com-mercio si trovano delle cassette specificheper furetti, a superficie triangolare peradattarsi agli angoli, con un bordo bassoper facilitare il furetto ad entrarvi e unaparte rialzata per impedire alle feci di ca-dere fuori. Il materiale del fondo deve es-sere preferibilmente non polveroso; il mi-gliore è costituito da pellet di carta rici-clata, ma si possono utilizzare anche tru-cioli o carta a pezzetti.

Fuori della gabbiaPoiché il furetto ha bisogno di trascorrerealmeno alcune ore in libertà è necessariopredisporre un ambiente (è sufficienteuna stanza, non serve tutta la casa) in mo-do che sia sicuro. I pericoli maggiori sonorappresentati da:• oggetti che il furetto può ingoiare, fili

elettrici, piccole aperture da cui puòscappare, sostanze tossiche (piante, far-maci, prodotti per la pulizia della casa,sigarette, alimenti inappropriati),

• oggetti pesanti che può tirarsi addossoinavvertitamente, ecc.

Quando si lascia libero il furetto è benesorvegliarlo a vista per osservarne il com-portamento e verificare se nel renderel’ambiente “a prova di furetto” è statotrascurato qualcosa.

All’apertoSe si porta il furetto all’aperto è bene far-lo in un luogo tranquillo e soprattutto as-sicurandosi che non scappi (specifici guin-zagli a pettorina per furetti.Per trasportare il furetto fuori di casa èindispensabile rinchiudere l’animale in untrasportino sicuro, di plastica o metallo,del tipo utilizzato per i gatti.

CONVIVENZA CON ALTRI FURETTI

Il furetto può restare senza alcun proble-ma il solo animale di casa, se gli si può de-dicare abbastanza tempo (non sente la ne-cessità di altri della sua specie), in casocontrario è meglio dargli un compagno(ma anche un gatto può essere una buonacompagnia).

Due furetti allevati insieme da piccolivanno sicuramente d’accordo; in casodi furetti adulti occorre in genere pro-cedere per gradi per permettere ai dueanimali di familiarizzare. Due furettipossono legare quasi immediatamenteo impiegare parecchi mesi a conviverepacificamente.

CONVIVENZA CON ALTRI ANIMALI

I furetti possono convivere tranquilla-mente con cani e gatti, con i quali amanogiocare e dormire insieme. Per conigli, ro-ditori, uccelli, rettili e persino pesci il fu-retto rappresenta un grandissimo perico-lo, essendo un cacciatore di natura.

ALIMENTAZIONE

Il furetto è un carnivoro obbligato, Permantenersi sano questo animale necessitadunque di ingerire esclusivamente alimen-ti di origine animale: grassi animali, checostituiscono la sua principale fonte ener-getica, e proteine animali di elevata quali-tà. L’alimento ideale del furetto è rappre-sentato da prede animali intere (topi e rat-ti, ad esempio). L’alternativa pratica con-siste nel somministrare una dieta commer-ciale secca (crocchette) di ottima qualità,composta da alimenti di origine animale.

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Per un furetto adulto in condizioni nor-mali la composizione ideale del cibo è:proteine 36-38% (e comunque non menodel 32%), grassi 22-24%. La fibra deveessere presente in percentuale minima,cioè 1,5%; se è presente in quantità supe-riore, è meglio scartare quel prodotto.Il furetto non assimila adeguatamente leproteine del pesce (possono anche causa-re vomito), quindi questo ingrediente de-ve essere presente nella percentuale mino-re possibile. Gli alimenti per cani, sonosempre inappropriati per il furetto.I cibi umidi (scatolette, patè e simili) nonsono indicati nell’alimentazione del furet-to in quanto, predispongono a problemidentali quali tartaro e gengivite.Ovviamente non deve mai mancare l’ac-qua, che deve essere sempre fresca e puli-ta. Il modo migliore per somministrarla ètramite un abbeveratoio a goccia.I furetti amano mangiare poco e spesso;inoltre non sopporta bene il digiuno, per-tanto è opportuno lasciargli sempre a di-sposizione le crocchette.

STATO DI SALUTE & VISITE PERIODICHE

Per essere un buon animale da compagniail furetto deve necessariamente essere ste-rilizzato. Il maschio intero ha un odoreparticolarmente intenso e tenace che lorende poco adatto alla vita domestica (ameno di voler rinunciare completamenteai contatti sociali) e manifesta spesso unacerta aggressività (soprattutto verso altrimaschi interi).La femmina intera se non viene accoppia-ta va incontro a gravi problemi di salute,in seguito al calore, per cui dovrebbe es-sere riprodotta tutti gli anni, indipenden-temente dalla possibilità di dare via i pic-coli quando sono svezzati.

Fisiologia riproduttivaIl ciclo riproduttivo del furetto è forte-mente influenzato dalle stagioni, e piùspecificatamente dal fotoperiodo (la du-rata delle ore di luce della giornata). I fu-retti, sia maschi che femmine, raggiungo-no la maturità sessuale la primavera del-l’anno successivo alla loro nascita.Nel maschio intero in primavera si osservaun forte aumento del volume dei testicoli emodificazioni comportamentali indottedagli ormoni che riguardano l’accoppia-mento e un aumento dell’aggressività, ol-tre all’intensificarsi dell’odore corporeo.La femmina in primavera va in calore, di-venta cioè fertile, mostrando un forte au-mento di volume della vulva. Nella furet-ta il calore persiste finché non avvienel’accoppiamento, oppure finché non di-minuisce il fotoperiodo al sopraggiungeredell’autunno. Con il termine del calore siosserva la contemporanea diminuzione divolume della vulva.La gravidanza ha una durata media di 42giorni (con un range di 38-44). Dopo l’ac-coppiamento la vulva inizia a diminuiredi volume entro un paio di giorni; può es-sere presente uno scolo mucoso vaginale. La femmina gravida aumenta il consumodi alimento, che deve essere lasciato sem-pre a disposizione (ovviamente di elevataqualità). La furetta deve trascorrere in gabbia le ul-time due settimane di gravidanza per abi-tuarsi a restare rinchiusa. In questo modoil parto avverrà sicuramente dentro lagabbia, evitando il rischio che i piccolinascano in giro per casa, esposti ad innu-merevoli pericoli. Ovviamente è necessa-rio fornire alla furetta un ambiente tran-quillo, collocando la gabbia in una zonaadeguata. La madre deve stare nella gab-bia da sola perché altri furetti adulti po-trebbero uccidere i piccoli.

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Nella gabbia va posto un nido che può es-sere costituito da una scatola imbottita distracci. In prossimità del parto si notauna spiccata perdita di pelo della madre eun aumento di volume dei capezzoli. Ilgiorno prima del parto può essere norma-le che la madre mostri disinteresse per ilcibo.Il numero di cuccioli è in media di otto (alprimo parto di dieci. I piccoli alla nascitapesano mediamente 8-10 grammi e sonoimmaturi: ciechi, sordi e privi di pelo. Dinorma la furetta non ha alcun bisogno diassistenza.La crescita dei piccoli è molto rapida; giàa tre settimane di età è opportuno mette-re a loro disposizione del cibo tenero cheiniziano a mangiare, anche se non si è an-cora verificata l’apertura degli occhi (cheavviene a 3-4 settimane di età). Il primoalimento può essere rappresentato daomogeneizzati di carne, cibo in scatolaper gattini o furetti di ottima marca, pel-let inumidito, il tutto mischiato a latte inpolvere per gattini. Dalle tre settimane dietà va curata con particolare attenzionel’igiene del; sempre a partire da quest’età

si deve iniziare a prendere in mano di fre-quente i cuccioli in modo che si abituinoal contatto con l’uomo e diventino docili.I piccoli possono essere separati dalla ma-dre dopo le sei settimane di età.

ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

Necessità fisiologicheÈ ovviamente importante che il furetto,animale attivo, curioso e giocherellone,abbia la possibilità di avere a disposizio-ne dei giochi adatti e che possa giocarecol proprietario o con furetti, gatti e cani.

GiocattoliSi possono utilizzare invece palline dure,come quelle da ping pong, sacchetti dicarta, tubi e scatole in cui infilarsi.Si può anche legare un oggetto ad unospago e trascinarlo perché il furetto lorincorra, simulando una preda in fuga.I furetti possono essere addestrati all’agi-lity, e questa attività è molto utile per sod-disfare le naturali esigenze di attività diquesto animale.

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Queste linee guida non contemplano ilmantenimento di animali da riproduzione.

PATENTINO

È indispensabile che chi accudisce deglianimali non convenzionali (sia proprieta-ri, sia commercianti) debba dimostrare,come minimo, di conoscerli.È quindi opportuno che per tenere deipappagalli, analogamente a quanto staaccadendo per i cani, si debba ottenereuna specie di patentino.I corsi dovrebbero essere organizzati pres-so strutture abilitate (centri recupero, as-sociazioni animaliste, cliniche veterinarie,ecc.) e comprendere alcune ore di lezione(circa 8-10), di nozioni importanti per ifuturi proprietari.È essenziale che fra i docenti ci sia alme-no un veterinario riconosciuto espertodel settore (tramite diplomi, dottorati opubblicazioni) e che tutti i docenti, an-corché non veterinari (biologi, naturali-sti, allevatori, ecc.) possano produrreanaloghe credenziali.

INQUADRAMENTO TASSONOMICO

I pappagalli sono un gruppo piuttostoomogeneo di circa 350 specie di uccelli(Classe Aves) e appartengono tutti all’or-dine Psittaciformi (Psittaciformes). Que-st’ultimo è diviso in due famiglie: Cacatua(Cacatuidae) e Psittacidi (Psittacidae).

AMBIENTAZIONE

È ovvio che un pappagallo non può vive-re libero in casa quando non c’è il pro-prietario: ci sono troppi rischi. Ergo,quando il pappagallo è solo a casa, devestare in un ambiente controllato. Questoambiente deve essere di dimensioni ade-guate alla specie, se da un lato è accetta-bile che stia in una gabbia di dimensionirelativamente modeste per dormire, o perpassare poco tempo della giornata, è an-che ovvio che se deve passarci alcune ore,è indispensabile che l’ambiente offra alsuo ospite lo spazio per muoversi bene ele giuste distrazioni.

GabbiaLa gabbia, intesa come un ambiente con-trollato di dimensioni ridotte (la cosiddet-ta pappagalliera, di circa 50 × 50 × 50cm), non è un ambiente adatto a un pap-pagallo di dimensioni medie o grandi. In-vece, una buona gabbia costruita con ilmateriale adatto, assemblata con i fili/re-te di dimensioni adeguate e distanziati inmaniera corretta, può andare bene perPsittaciformi di piccole dimensioni comeondulati, calopsitte o inseparabili. Indicativamente, le dimensioni di unagabbia adeguata per uno/due pappagalli-ni ondulati (Melopsittacus undulatus) oper uno/due inseparabili (Agapornisspp.), sono di 60 × 40 cm, per 40 di al-tezza, mentre per le calopsitte (Nymphi-cus hollandicus), che sono un po’ piùgrandi ed hanno una struttura da volato-

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LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀDEGLI PSITTACIFORMI (PAPPAGALLI)

COME PET BIRDS (PAPPAGALLI DA COMPAGNIA)

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re, è meglio una gabbia di 80 × 50 cm ×50 di altezza. Le gabbie migliori sono costruite in ma-teriali non tossici, ma difficilmente aggre-dibili dal becco dei nostri pappagalli; de-vono essere facili da pulire, meglio se conun cassetto facilmente estraibile per lapulizia del fondo e la sostituzione dellalettiera.Ottime le gabbie in cui una grossa por-zione di parete si apre orizzontalmente,creando una specie di balcone che includeun comodo posatoio.

Voliere da interniI pappagalli di taglia media e grande in-vece [dal caicco (Pionites spp.) in su],hanno bisogno di una voliera da interni.Premesso che non esiste una voliera trop-po grande, è anche vero che questa deve

stare in una casa, quindi è inutile propor-re dimensioni esagerate, che nessuno sa-rebbe in grado di soddisfare, ma piuttostorifarsi agli standard internazionalmenteaccettati.Per i pappagalli fino a circa 3-400 gram-mi di peso, una volieretta di circa 50 × 50cm, × 120 di altezza potrebbe andare be-ne, mentre per i pappagalli più grandi ènecessario passare ad almeno 70 × 70 cm,× 160 cm di altezza. Meglio se le volierehanno il soffitto apribile, che si trasformain un alloggio per un posatoio.

Materiale di costruzioneIl materiale con cui è costruita la volieradeve essere robusto e non attaccabile dalpappagallo, quindi, niente legno né plasti-ca, meglio l’acciaio. Inoltre, è bene che levoliere siano esenti da zinco e piombo.

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CLASSIFICAZIONE DEGLI PSITTACIFORMIClasse Aves Note N° specie

Ordine Psittaciformes 353

Famiglia Cacatuidae Cacatua 21

Sottofamiglia Proboscigerinae Cacatua delle Palme 1

Sottofamiglia Calyptorhynchinae Cacatua neri 5

Sottofamiglia Nymphicinae Calopsitta 1

Sottofamiglia Cacatuinae Cacatua bianchi 14

Famiglia Psittacidae Pappagalli tipici 332

Sottofamiglia Loriinae Lori e Lorichetti 53

Sottofamiglia Psittacinae Pappagalli tipici

Tribù Psittrichadini Pappagallo di Pesquet 1

Tribù Nestorini Kaka e Kea 2

Tribù Strigopini Kakapo 1

Tribù Micropsittini Pappagalli pigmei 6

Tribù Cyclopsittini Parrocchetti dei fichi 6

Tribù Platycercini Roselle e similari 37

Tribù Psittaculini Pappagalli asiatici 66

Tribù Psittacini Pappagalli africani 12

Tribù Arini Pappagalli americani 148

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Tipo di aperture - sistemi antifugaÈ essenziale che le voliere da interni sianocostruite in modo che i pappagalli nonriescano ad aprire le porte e neppure asbalzare beverini e mangiatoie per poiuscire in maniera autonoma, con i rischiche ne conseguono. Come detto sopra, è sempre ben vista lapresenza di un’apertura che possa funge-re da porta trespolo permanente, quandoil pappagallo è libero, fuori dalla voliera:in tal modo può identificare con facilità lazona di atterraggio e stazionamento perrientrare in voliera.

Mangiatoie e abbeveratoi e accessibilitàa questi È molto importante che le normali mano-vre di sostituzione e pulizie di mangiatoie eabbeveratoi posano avvenire senza distur-bare i pappagalli. Ovviamente, questi ulti-mi sono abituati alle routinarie operazionidi manutenzione, ma devono potere perce-pire la voliera come il loro spazio, che con-trollano e in cui non vengono disturbati.

Posatoi e loro supportiI posatoi devono essere adeguati sotto va-ri profili: materiale, forma, posizione especialmente, numero.• Il materiale ideale è il legno, meglio se si

tratta di rami naturali, provenienti dapiante non tossiche, ben puliti ma con lacorteccia, in modo che gli uccelli si pos-sano divertire a morderli, scortecciarli,al limite distruggerli. Vanno bene anchei posatoi artificiali in materiale abrasivo(tipo Sandy-perch), che aiutano a man-tenere unghie e becco della giusta lun-ghezza. Questi posatoi non devono esse-re gli unici a disposizione del pappagal-lo. Sono invece da evitare i posatoi cilin-drici in plastica: non offrono alcuno sti-molo comportamentale ai pappagalli e

sono dannosi per i piedi, che appoggia-no sempre nello stesso modo.

• La forma deve essere varia, come lo so-no i rami naturali, quindi irregolari, unpo’ curvi e di diametro variabile, in mo-do che il piede si eserciti bene durantela giornata.

• La posizione all’interno della volieradeve essere ben ponderata: i posatoinon devono impedire le normali opera-zioni di pulizia della voliera, ma esserecomodi e fruibili dal pappagallo. Nondevono essere così in alto da far si chel’uccello, appollaiato, tocchi il soffittocon la testa.

• Il numero dei posatoi non deve essereeccessivo: due o tre sono sufficienti.Troppi posatoi intralciano le possibilitàdi movimento e di volo, e limitano lacreatività individuale del soggetto.

Fondo, lettiera e igieneIl fondo della voliera deve essere pulibile,e pulito. Può essere una griglia metallica,sempreché le maglie siano adeguate al ti-po di ospite e il pappagallo non si sentascomodo a camminarci. In tal caso, me-glio un fondo liscio, con uno strato cospi-cuo di lettiera adeguata. La lettiera può essere in materiali diversi ela sua scelta dipende molto dalla possibili-tà che il pappagallo abbia o meno accessoalla lettiera stessa. Se il fondo è in griglia,il tipo di lettiera non ha molta importan-za, basta che sia ben assorbente, tanto ilpappagallo non ha modo di prenderla nelbecco. Se invece l’uccello può scendere di-rettamente sulla lettiera, allora sono daevitare tutte le voliere in materiale igro-scopico non digeribile, perché se il pappa-gallo le ingerisce possono causare un bloc-co intestinale. Vanno bene invece le lettie-re assorbenti in tutolo di mais, oppure lasabbia di fiume, pulita, che non è igrosco-

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pica, è meno assorbente, ma se ingerita inmodeste quantità non è pericolosa.

TrasportinoI pappagalli possono anche viaggiare con ilproprietario. Il trasporto deve avvenire conil minore trauma possibile, sia psichico, siasoprattutto fisico, per l’uccello. In linea ge-nerale è bene non trasportare i pappagallinelle gabbie/voliere in cui stanno abitual-mente. Gli animali sono esposti a troppistimoli esterni che non possono gestire be-ne dal punto di vista psicologico, ma so-prattutto, nel caso in cui la gabbia/volieracada o si ribalti, per esempio durante unafrenata brusca, esiste il serio rischio di untrauma grave. Infatti è spesso accaduto chedurante questi piccoli incidenti, il pappa-gallo abbia messo una zampa o un’ala frale sbarre, rompendosi l’arto.I migliori trasportini sono quelli chiusi,come quelli in plastica per cani e gatti. Sidovrà semplicemente applicare un posa-toio all’interno, in modo che il pappagal-lo stia comodo durante il viaggio. Il pap-pagallo, nella relativa penombra che sicrea in quell’ambiente, starà più tranquil-lo e se ci fosse un incidente, al massimopotrà rotolare con il trasportino, ma sen-za farsi male seriamente. Alla griglia chefunge da porta, si potranno applicare unabbeveratoio e una mangiatoia, anche seprobabilmente il pappagallo non mange-rà, né berrà nulla durante il viaggio.

ALIMENTAZIONE

Le necessità nutritive dei pappagalli dacompagnia sono diverse da quelle deipappagalli selvatici, non fosse altro cheperché i pappagalli in natura passanomolto tempo e sprecano molta energia aricercare l’alimento volando anche a lun-

ga distanza. Ovviamente non è possibileriprodurre fedelmente la dieta naturale dipiù di 350 specie di Psittaciformi, ma vi-sto che si tratta di uccelli dello stessogruppo e quindi con una fisiologia simile,si può supporre che, una volta mantenutiin condizioni simili, abbiano necessità nu-trizionali comparabili. Tradizionalmente la dieta dei pappagalliin cattività si è purtroppo basata sullasomministrazione di una miscela di semisecchi; nei pappagalli medi e grandi, talimiscele prevedono inoltre una forte per-centuale di semi di girasole. Con pocheeccezioni (le poche specie spiccatamentegranivore anche in natura), questo tipo didieta non è adeguato al mantenimento deipappagalli in uno stato di buona saluteper lunghi periodi. Sono invece da preferire diete che con-templino alimenti di vario tipo, fra cui ci-bo fresco (frutta, verdura, germogli e bac-che), ma somministrati per poche ore algiorno, per evitare che marciscano, alter-nati ad alimenti secchi, come semi (chenon devono essere più del 20-25% del to-tale), ma soprattutto estrusi o pellettatispecifici per pappagalli (che possono rap-presentare fino al 70-80% del totale).

ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

Necessità fisiologicheÈ ovviamente importante che in cattivitàvengano rispettate le caratteristiche fisio-logiche dei pappagalli in natura.Bisogna però fare molte attenzione a co-noscere e capire bene la biologia delle di-verse specie, infatti, quando si parla peresempio di rispetto del range termico otti-male, si corre il rischio di cadere nel tipi-co errore che molti fanno e purtroppocontinuano a fare: i pappagalli non han-

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no bisogno necessariamente di stare atemperature elevate. Se vale per tutte lespecie la regola che non vanno bene glisbalzi termici e che quindi un pappagalloche vive in casa a +/– 20 °C non dovreb-be essere messo di colpo all’esterno d’in-verno, è anche vero che molte specie vi-vono abitualmente in zone con notevoliescursioni termiche stagionali. Ad esem-pio, i cacatua che vivono nel sud dell’Au-stralia e in Tasmania, vedono spesso ca-dere la neve, come pure i pappagalli chevivono in alcune zone del Sud America,spesso in natura si devono destreggiarecon temperature attorno agli 0 °C, o ad-dirittura inferiori.Poche specie, soprattutto i piccoli lori ealcune specie che originano da Papua -Nuova Guinea, e alcune specie centroa-mericane, possono avere necessità di sta-re molto al caldo, ma si consiglia di veri-ficare con dei veri esperti la gestione ter-mica delle voliere.

Arricchimento socialeI pappagalli sono animali altamente socia-li, cui non deve mai mancare, in quantitàadeguata, la giusta interazione con altrisoggetti, siano questi umani, altri animali,pappagalli di altre specie, oppure cospeci-fici. È ovvio che anche questi stimoli devo-no seguire delle regole. Innanzi tutto ilpappagallo deve avere la libera scelta di in-teragire con altri soggetti, ovvero decideredi starsene per i fatti suoi: quindi, nel mo-mento in cui sta fuori dalla sua voliera, de-ve poterci rientrare a suo piacimento.Le interazioni con altri animali (cani, gat-ti, altri uccelli) possono essere molto sti-molanti per entrambi i soggetti, ma pos-sono anche essere fonte di rischio, per cuinon devono mai avvenire con gli animalinon controllati dal proprietario. Anche inquesto caso, ogni soggetto deve avere

l’opportunità di scegliere se interagire conl’altro (gli altri), oppure starsene da solo.

Arricchimento ambientaleL’ambiente gabbia, cioè il luogo dove ilpappagallo passa buona parte del temponon accudito direttamente dal proprieta-rio, deve essere confortevole, ma ancheoffrire giochi e stimoli vari, che impedi-scono che l’uccello si annoi se sta da soloqualche ora. Esistono molti giochi in ven-dita per pappagalli, ma è pure possibilefabbricare giochi in legno naturale o me-tallo non tossico, con cui i pappagallopassa un po’ di tempo svagandosi: a volteun semplice ramo fresco di salice o altrolegno succoso, a fibra lunga e non tossico,è più interessante di giochi elaborati chesono più belli per il proprietario che utiliper il destinatario. È importante seguirealcune regole:non mettere troppi giochi a disposizionecontemporaneamente;se il pappagallo si stufa, avere un ricam-bio alternativo pronto;lasciare che il pappagallo scelga i suoisvaghi liberamente.

STATO DI SALUTE & VISITE PERIODICHE

I pappagalli, come e di più degli animalidomestici convenzionali, devono esserevisitati periodicamente da un veterinarioesperto. Una prima visita avverrà a pochigiorni dall’arrivo del nuovo pet in casa,ma è bene che ci siano visite annuali, cor-redate da esami di laboratorio, che accer-tino il buono stato di salute dei pappagal-li in cattività.È anche indispensabile che almeno ogni2-3 anni, i soggetti tenuti come animalida compagnia in casa, effettuino dei con-trolli per la Psittacosi.

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PATENTINO

È indispensabile che chi accudisce deglianimali non convenzionali (sia proprieta-ri, sia commercianti) debba dimostrare,come minimo, di conoscerli.È quindi opportuno che per tenere dei ra-paci, analogamente a quanto sta acca-dendo per i cani, si debba ottenere unaspecie di patentino necessario anche peril volo di queste specie per le attività dibird control, dimostrazioni di volo, atti-vità didattica con i rapaci ed in particola-re per attività venatoria sostituendo l’at-tuale obbligo legislativo di avere una li-cenza di caccia con porto d’armi per fu-cile ad un colpo. Nell’attuale esame perl’abilitazione all’esercizio venatorio infat-ti, non è richiesta alcuna prova di abilitànel gestire un falcone ne vengono propo-sti quesiti sulla loro gestione e benesserenonostante siano un mezzo di caccia con-sentito. È quindi auspicabile che chi in-tenda esercitare la caccia con il falconedebba sostenere un esame specifico e di-stinto dall’abilitazione all’esercizio vena-torio, ovvero l’abilitazione all’eserciziovenatorio con i rapaci in cui deve dimo-strare le proprie capacità e conoscenzadella normativa.I corsi dovrebbero essere organizzati pres-so strutture abilitate (centri recupero, as-sociazioni animaliste, cliniche veterinarie,ecc.) e comprendere alcune ore di lezione(almeno 8-10), di nozioni importanti per ifuturi proprietari e falconieri. È essenzialeche fra i docenti ci sia almeno un veteri-nario riconosciuto esperto del settore (tra-

mite diplomi, dottorati o pubblicazioni) eche tutti i docenti, ancorché non veterina-ri (biologi, naturalisti, allevatori, ecc.)possano produrre analoghe credenziali.

GENERALITÀ

Esistono diverse tipologie di rapaci tenutein ambiente controllato che differisconotra loro non solo per abitudini (notturni ediurni) ma anche per dimensioni e peso(gheppio americano 100 g - condor 12kg). Sono animali carnivori e come talinecessitano di prede e di predare per il ri-spetto dei loro requisiti di benessere.Possiamo dividere i rapaci in:Rapaci diurni dell’Ordine Falconiformes• famiglia Falconidae: tra le specie più

comuni in ambiente controllato il Falcopellegrino (Falco peregrinus), Falco sa-cro (F. cherrug), Gyrfalco (F. rustico-lus), Lodolaio (F. subbuteo), Falco la-nario (F. biarmicus), Gheppio (F. tin-nunculus) e loro ibridi;

• famiglia Accipitridae: tra le specie piùcomuni l’Aquila reale (Aquila chrysae-tos), l’Aquila delle steppe (Aquila ra-pax) e loro ibridi, Poiana codarossa(Buteo jamaicensis), Falco di Harris(Parabuteo unicinctus), Astore (Accipi-ter gentilis), Sparviere (Accipier nisus) eloro ibridi;

• famiglia Pandionidae: Falco pescatore(Pandion haliaetus).

Rapaci notturni dell’Ordine Strigiformes• famiglia Strigidae: Allocco (Strix aluco),

Assiolo (Otus scops), Civetta (Athene

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LINEE GUIDA PER LA DETENZIONE DEI RAPACIIN AMBIENTE CONTROLLATO

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noctua), Gufo delle Nevi (Bubo scan-diacus), Gufo Reale (Bubo bubo), e al-tre specie minori;

• famiglia Tytonidae: Barbagianni (Tytoalba).

GESTIONE DEI RAPACI DA FALCONERIA

I Rapaci da falconeria per loro attitudinedevono essere gestiti in modo particolaree differente da quanto avviene per i rapa-ci da riproduzione. Mentre per i secondi icontatti con l’uomo devono essere inesi-stenti o ridotti al minimo (eccezione fattaper la riproduzione mediante insemina-zione artificiale degli individui imprinta-ti), per i primi il contatto con l’uomo èfondamentale. Ogni rapace da falconeria deve essere “ar-mato” di geti, lunga, girella e cappuccio.• Geti: sono delle stringhe in cuoio o al-

tro materiale non abrasivo che vengonoapplicate alla regione del tarso del ra-pace. Devono avere una dimensionenon alterabile per evitare che possanostringere il piede determinando necrosiischemica e devono essere realizzati inpelle molto malleabile per evitare abra-sioni. Esistono principalmente due tipidi geti:

– Geti tradizionali: in cui bracciale e getosono parte integrante l’uno dell’altro;

– Gesti Aylmeri: in cui bracciale e getosono fisicamente separati l’uno dall’al-tro e il gesto viene inserito nel braccia-le attraverso un anello. Il geto viene ri-mosso una volta messo in volo il rapa-ce per impedire che nel caso in cui il ra-pace si posasse il geto possa impigliarsie provocare gravi danni alle zampe del-l’animale.

• Lunga: la lunga è una corda resistente,di materiale naturale o sintetico che

viene collegata ai geti per mezzo di unagirella e che permette di assicurare il ra-pace impedendone la fuga. La lunga de-ve essere sufficientemente resistente perimpedire la fuga e di una lunghezza me-dia di almeno 1,5 m per un rapace dimedie dimensioni.

• Girella: è di materiale metallico, spessoin acciaio inossidabile ed è uno stru-mento indispensabile per evitare che ilrapace si attorcigli su geti e lunga nelcaso in cui dibattesse o girasse su sestesso una volta messo al blocco o te-nuto sul pugno.

• Cappuccio: costruito in pelle o cuoioha la scopo di tranquillizzare il rapacedurante il trasporto o nel caso i cui siverifichino situazioni in grado di deter-minare stressa nell’animale. È quindi difondamentale importanza in molte spe-cie, in particolar modo nei rapaci delgenere falco. Non è indispensabile ilsuo utilizzo nei rapaci notturni, nel ge-nere Buteo, nel genere Parabuteo e nel-le aquile.

STABULAZIONE

Oltre alle voliere e falconiere, per la sta-bulazione dei rapaci sono necessarie alcu-ne attrezzature:• Blocco: i blocchi sono delle strutture ci-

lindriche con estremità superiore allar-gata su cui può posarsi un rapace. Ildiametro dell’estremità superiore deveessere tale da permettere al rapace diposare con entrambi i piedi e di potersimuovere, ruotando su di essa. Deve es-sere rivestita di erba sintetica o astro-turf in mo do tale che il piede non pos-sa ferirsi e non possano determinarsi le-sioni da bumblefoot. Alla base il bloc-co presenta un anello per poter legare

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la lunga del falco. I blocchi possono es-sere da interno o da esterno. I primihanno come base un ampio basamentoin cui viene inserito il blocco, i secondiinvece hanno un puntale per fissare ilblocco a terra. Il blocco viene usato so-litamente per i rapaci diurni del generefalco.

• Pertica curva: usata specialmente per irapaci diurni del genere accipiter, bu-teo, parabuteo, aquile e per i rapacinotturni. È una struttura curva di ma-teriale metallico, che può essere infissanel terreno per mezzo di puntali o ap-poggiata su una superficie liscia permezzo di un basamento. Nella sua par-te centrale presenta una imbottitura sucui il rapace può poggiare con i piedi eun anello distale su cui è possibile lega-re la lunga del falco.

• Pertica alta: ha un’altezza di circa 1,5med è costruita in legno. È un asse, simi-le ad un cavalletto, su cui vengono fis-sati i rapaci per mezzo di un anello in-fisso nel legno. Tra l’asse e il terrenoviene posizionato del tessuto per per-mettere al rapace, nel caso in cui essodovesse cadere, di aggrapparsi con lezampe e ritornare in posizione corretta.

Esistono diverse tipologie di strutture perla detenzione di queste specie le cui di-mensioni e caratteristiche variano sensi-bilmente dalla specie ospitata, dall’attitu-dine dell’animale e dalla tecnica di alleva-mento dello stesso. Le possibili struttureper la stabulazione dei rapaci si possonodividere in:

Falconieraè una struttura costruita in muratura, le-gno o materiale metallico destinata adospitare i rapaci da falconeria nel periododi volo o di muta. Le sue dimensioni idea-li sono di almeno 1,5 × 2 × 2 h m per un

singolo animale. Per ospitare fino a 3 ani-mali le dimensioni ideali sono di almeno4 × 3 × 2 h m.La falconiera deve essere chiusa su 3 latied un lato apribile completamente perpermettere l’aereazione durante il periodoestivo oppure, presentare 1 lato apribileed una finestra o due finestre alle estremi-tà opposte per favorire il ricambio d’ariadel locale. Nel caso in cui i rapaci venga-no tenuti in falconiera deve essere garan-tita la presenza di un’area esterna sulaquale possano esser emessi a giardinarecon un blocco o una pertica curva ed unbagno per ogni singolo animale.Gli animali al suo interno possono esserealloggiati in modi diversi:• tenuti al blocco o in pertica curva: i

blocchi o le pertiche curve non devonoessere posti troppo vicini tra di loro perimpedire agli animali di aggredirsi, fe-rirsi o uccidersi l’un l’altro. Le caratte-ristiche dei blocchi e l’aratura dei falchidevono essere come precedentementedescritto per evitare traumi o lesioni ac-cidentali nel rispetto del benesseredell’animale;

• tenuti in pertica alta: gli animali devo-no essere sufficientemente distanziatil’un l’altro per impedire aggressioni ouccisioni accidentali e le caratteristichedelle pertiche alte devono rispettare irequisiti precedentemente descritti;

• tenuti su posatoio a semiluna: il posato-io ha una forma a semiluna ed è fissatoalla parete posteriore della falconiera.Questo posatoio deve essere completa-mente rivestito in erba sintetica (tipoAstroturf) e di un raggio pari almeno al-la lunghezza dei geti dell’animale per im-pedire che il rapace possa ferirsi. Se lafalconiera è aperta su di un lato anchenel periodo invernale o non è previstoun sistema di riscaldamento interno il

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posatoio deve essere ad un’altezza di al-meno 1, 5 m da terra per evitare possi-bili lesioni da congelamento delle ditadella zampa e dell’estremità dell’ala neiperiodi in cui la temperatura scenderà aldi sotto dello 0°C. Nel caso in cui le per-tiche siano poste a 1,5m da terra è ne-cessario prevedere un piano o una su-perficie in cui il rapace potrà scenderead che dovrà essere posta ad una distan-za dal posatoio pari almeno a 1,5volte lalunghezza della coda del rapace. Questopiano dovrà avere una superficie in erbasintetica, sabbia fine, segatura o altromateriale facilmente rimovibile per ga-rantire una corretta pulizia dell’ambien-te. Anche in questo caso gli animali do-vranno essere posti ad una distanza taleda impedire aggressioni accidentali.

Voliera per la riproduzionedi soggetti non imprintatiPossono avere dimensioni variabili a se-conda delle specie ospitate per la riprodu-zione. Le voliere non devono mai esseretroppo grandi per evitare che gli animalipossano spiccare il volo e urtare violente-mente contro le pareti. Devono essere co-struite completamente in legno o materia-le coibentato e devono essere completa-mente chiuse sui 4 lati. Il lato superioredeve essere coperto per almeno ¼ dellalunghezza e la restante parte aperta deveessere provvista di rete con maglie suffi-cientemente ampie da impedire all’anima-le di impigliarsi con le zampe e rimanereappeso procurandosi gravi lesioni agli ar-ti. Sulle pareti laterali può essere ricavatouna finestra sufficientemente ampia perpermettere all’animale di osservare al difuori della voliera da riproduzione. Le fi-nestre devono essere provviste di sbarreverticali realizzate in legno, materiali pla-stici, in metallo o in metallo rivestito di

materiali plastici con una luce tra le sbar-re tale da impedire la fuga degli animali.L’uso di tali finestre è facoltativo poichéspecie sensibili allo stress o soggetti parti-colarmente nervosi possono ferirsi grave-mente urtando contro di esse o possononon riprodurre. Su una parete deve esserepraticato un foro tale da permettere l’in-troduzione del cibo che dovrà cadere al-l’interno della voliera su di un posatoiospecifico. Il materiale di fondo può essereil terreno o meglio se di ghiaia per per-mettere un migliore pulizia delle deiezioni.All’interno della voliera dovranno esserepresenti:• un nido di dimensioni idonee alla spe-

cie ospitata, il cui materiale di fondopuò essere differente a seconda dellenecessità riproduttive della specie;

• posatoi in numero da 1 a 3, completa-mente rivestiti di astroturf o altra erbasintetica in modo da impedire al rapacedi ferirsi le zampe;

• una grossa pietra messa a terra che pos-sa essere utilizzata sia come posatoionaturale che come superficie su cui po-tersi limare becco ed unghie;

• un bagno, in cui i rapaci possano abbe-verarsi e fare il bagno.

Le dimensioni ideali di queste voliere so-no di almeno:• 4 l × 2 l × 2,5 h m per una coppia di ra-

paci di dimensioni medie o piccole (es.gheppi, falchi pellegrini, Gyrfalchi, falchisacri e loro ibridi, falchi di harris e poia-ne codarossa, rapaci notturni in genere);

• 4 l × 3 l × 2,5 h m per una coppia di ra-paci di grandi dimensioni (gufo reale,aquile).

Voliera per la riproduzionedi soggetti imprintatiDimensioni, materiali e caratteristicheinterne sono le stesse delle voliere per

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soggetti non imprintati. L’unica differen-za è che oltre ad essere ospitati singolar-mente nella voliera, per questi soggettideve essere prevista una grande finestrain uno dei lati della voliera tale da per-mettere all’animale di interagire con ilkeeper in qualsiasi momento. Il keeperdovrà interagire quotidianamente conl’animale entrando nella stessa almeno 1volta al giorno.

Aree per giardinare i falchiDevono essere sempre presenti per i rapa-ci mantenuti in ambiente controllato perla falconeria, bird control o dimostrazio-ni di volo.Sono grandi voliere completamente chiu-se, le cui dimensioni minime variano a se-conda del numero di falchi ospitati al suointerno.Le caratteristiche di queste aree per giar-dinare i falchi devono essere tali da per-mettere ai rapaci di avere a disposizioneun blocco e un bagno posti ad una di-stanza tale da impedire eventuali aggres-sioni dell’uno nei confronti dell’altro.Possono essere recintate e con o senza tet-to, che potrà essere aperto in parte o com-pletamente chiuso da rete.

Casette esterneVengono usate per i rapaci da falconeria esono costituite da un tetto a 2 falde edhanno forma triangolare, la cui base deveessere di almeno 1,5 volte l’apertura alaredel rapace. Il materiale con cui vengonocostruite è tipicamente il legno, ma è ap-prezzabile anche l’uso di materiali coiben-tanti. Al loro interno è presente un posa-toio a semiluna delle stessa caratteristicheriportate precedentemente. A terra vieneposizionato un cavo in acciaio molto resi-stente distante alcuni cm da terra e cuiviene assicurato il rapace per mezzo di ge-

ti e lunga connessi tra di loro e con il ca-vo in acciaio per mezzo di una girella taleda impedire eventuali attorcigliamenti.All’estremità del cavo di acciaio viene po-sto un posatoio in legno, roccia o altromateriale su cui viene posto il cibo, nel-l’intento di stimolare il movimento del ra-pace permettendo il mantenimento del to-no muscolare.

ALIMENTAZIONE

I rapaci sono uccelli carnivori e predatori.Molte specie sono generaliste, altre invecesi nutrono di prede specifiche. Molte spe-cie si nutrono prevalentemente di altri uc-celli, altre sia di mammiferi, sia di uccelli.Gli alimenti usati sono ovviamente di ori-gine animale come: quaglie, piccione, pul-cini di 1 giorno, tacchinotti, fagiani, star-ne, polli, conigli, ratti e topi di differentidimensioni ed età. Esistono ditte specia-lizzate nella vendita di alimenti per rapa-ci, oppure l’alimento può essere autopro-dotto dal proprietario.La dieta in ambiente controllato deve es-sere la più varia possibile e la più simile aquella che la determinata specie avrebbein natura. Le diete monotematiche, spe-cialmente esclusivamente a base di pulci-ni di 1 giorno determinano gravi carenzenutrizionali e gravi patologie carenzialinei rapaci e sono per tanto da evitare.Il cibo viene spesso congelato, per cui ènecessario assicurare una corretta conser-vazione e somministrazione dell’alimen-to. L’alimento non deve essere scongelatoda troppo tempo prima della sommini-strazione per diminuire le proliferazionibatteriche nelle carni.L’alimento ideale è la preda viva ed intera(con ossa e piume), tale da permettere al-l’animale di mettere in atto gli schemi

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comportamentali che la propria specieavrebbe in natura al momento del pasto.La predazione è di fondamentale impor-tanza per garantire il benessere psicofisicodel rapace in ambiente controllato.

ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

I rapaci non necessitano di particolari ac-corgimenti di arricchimento ambientale,se non la possibilità di predare animali vi-

vi. È per questo motivo che per garantireil benessere dell’animale i rapaci tenutiper falconeria e dimostrazioni di volo de-vono essere volati (termine di falconeriache indica fare volare un rapace) ognigiorno in ogni periodo dell’anno e stimo-lati alla predazione su preda naturale o sulogoro (preda finta). Viene fatta eccezioneper il periodo della muta.Nei rapaci tenuti per riproduzione è con-sigliabile somministrare periodicamenteprede vive di allevamento.

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L’Ordine dei Passeriformi è il più grandeall’interno della Classe Aves: su circa9000 specie di uccelli descritte, oltre 5000appartengono ai Passeriformi, con dimen-sioni che variano dai pochi gr del Fior-rancino ai 1300 gr del Corvo imperiale.Il regime alimentare è assai vario, conspecie esclusivamente insettivore (peresempio la Rondine) o solo prevalente-mente tali e in una parte dell’anno anchefrugivore (per esempio i Silvidi), oppureal contrario, prevalentemente granivoreed in piccola parte insettivore (per esem-pio il Passero). In linea di massima si puòaffermare che tutti in una certa misura,almeno in primavera e per l’allevamentodella prole, sono in parte insettivori (odanimalivori in senso più lato), mentre i ti-pici insettivori spesso consumano una cer-ta quantità di grani verso l’autunno.Da questo semplici osservazioni si desu-me che individuare linee guida comuniper tutti sia quasi impossibile: fortunata-mente però, all’interno di questo stermi-nato gruppo, vengono tenute comune-mente in cattività un numero ridotto dispecie fra loro relativamente omogenee.Possiamo individuare i seguenti gruppi:1) Canarini (Serinus canaria var. dome-

stica) forma addomesticata del Cana-rino selvatico che in natura si reperiscenelle isole Canarie, nelle Azzorre e aMadeira, (la zona cosiddetta Macaro-nesia). Il canarino è addomesticato findal 1600 ed allevato in maniera “in-tensiva” a partire dal secolo successi-vo: in oltre 400 anni di vita captiva ha

dato origine a decine di razze e centi-naia di varietà suddivise in tre gruppiprincipali: Canarini da canto, di colo-re e di forma e posizione. I Canarinivengono allevati sia a scopo ornamen-tale e come animali da compagnia, siaa scopo sportivo, ossia per parteciparead esposizioni, in maniera non dissi-mile da altri animali domestici come icani o i gatti. È fatto assodato che iCanarini siano animali perfettamenteadattati alla vita captiva e incapaci disopravvivere fuori dall’ambiente artifi-ciale: sono infatti pochissime le segna-lazioni di rinselvatichimento di esem-plari di questa specie accidentalmentefuggiti.

2) Fringillidi (diversi dal Canarino cheappartiene pure a questa Famiglia).Questo gruppo pone qualche proble-ma in più in quanto molte specie sonopresenti allo stato selvatico sul territo-rio nazionale, presentando quindi il lo-ro allevamento il potenziale rischio distimolare il prelievo di soggetti in na-tura: Cardellino (Carduelis carduelis),Verdone (Carduelis chloris), Verzellino(Serinus serinus), Lucherino (Cardue-lis spinus), Ciuffolotto (Pyrrhula pyr-rhula), Passero (Passer domesticus) eFringuello (Fringilla coelebs) i più fre-quentemente allevati. Queste speciesono allevate in cattività da meno tem-po e richiedono maggiore attenzioneper essere mantenute ed allevate consuccesso: la loro sempre crescente dif-fusione ed il gran numero di mutazio-

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LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀDEI PASSERIFORMI

(UCCELLI ORNAMENTALI DA GABBIA E DA VOLIERA)

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ni di colore stabilite negli ultimi anniperò sono la prova del loro adatta-mento alla vita domestica ed anche ga-ranzia del fatto che gli esemplari incattività, essendo appunto mutati, nonsiano stati prelevati in natura.

3) Gli Estrildidi, numerosa Famiglia dif-fusa in Africa, Australia, Asia meridio-nale e Micronesia, che conta sia speciedomestiche ormai quasi quanto il Ca-narino - come il Diamante mandarino(Taenopygia guttata), il Diamante diGould (Chloebia gouldiae) o il Passerodel Giappone (Lonchura X spp) chenon ha neanche un nome scientificoproprio in quanto forma domesticaantichissima derivante dall’ibridazioneripetuta di varie specie asiatiche ap-partenenti al genere Lonchura - insie-me a specie di più recente allevamentoma ormai ben adattate alla vita capti-va come le varie Erythrura.

AMBIENTAZIONE

Per una coppia di Canarini ed Esotici do-mestici (Diamante mandarino, Diamantedi Gould, Passero del Giappone, Padda)la sistemazione migliore è rappresentatada una gabbia razionale e spaziosa, alme-no 60 × 30 × 30 cm, arredata con 3 posa-toi disposti 2 in alto il più distanti possi-bile tra loro (per incoraggiare il volo oriz-zontale) e il terzo in mezzo e più in basso(per facilitare l’accesso alle mangiatoie). Iposatoi migliori sono rappresentati da ra-mi naturali di diverso diametro (per con-sentire una naturale ginnastica del piede)che vanno periodicamente sostituiti: tuttele essenze non tossiche e non resinose so-no accettabili; ideali i rami di albero dafrutto tipo melo e pero, come anche il sa-lice e la betulla. I posatoi tradizionali ci-

lindrici di plastica sono molto igienici maessendo troppo regolari non consentonola fisiologica ginnastica del piede, per cuinon dovrebbero essere l’unico supporto adisposizione degli uccelli. È meglio evita-re di riempire troppo la gabbia con altale-ne e giochini vari, a meno che essa non siadavvero spaziosa.Le mangiatoie indispensabili sono: unaper ciascun uccello ospitato per i semi,un portapastone e una linguetta per ilgrit (v. oltre).Le gabbie rotonde, di forme irregolari e didimensioni troppo ridotte non sono con-fortevoli per gli uccelli.Le specie più vivaci, come le Erythrura oi Fringillidi europei, si alloggiano meglioin contenitori più capaci, da 90 × 30 × 30a 120 × 40 × 50 cm: la disposizione deiposatoi e delle mangiatoie resta però fon-damentalmente la stessa.Requisito fondamentale delle gabbie peruccelli canori è la griglia sul fondo, cheimpedisce agli uccelli il contatto con le fe-ci e con cibo caduto contaminato: la suaassenza aumenta molto il rischio di ma-lattie parassitarie e batteriche per gli ospi-ti. Sotto la griglia trova posto una lettierache può essere di materiale particolato as-sorbente (sabbia, argilla per gatti, tutolodi mais) oppure un semplice foglio di car-ta da cambiare frequentemente: se la gab-bia fosse sprovvista di griglia i materialiparticolati sono da evitare per minimizza-re il rischio di ingestione di materiale con-taminato e non digeribile.La gabbia va sistemata in un ambiente lu-minoso e senza correnti d’aria, possibil-mente dove sia possibile per gli animaliseguire il fotoperiodo naturale, quindinon in stanze dove si soggiorna fino a tar-da sera.Assolutamente inadatta la cucina, datal’alta tossicità del gas e dei vapori svilup-

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pati dalle pentole antiaderenti (gas di te-flon). Per le specie domestiche la tempe-ratura ha un’importanza relativa e si tro-vano a loro agio fra i 10 e i 20 gradi, conun’umidità relativa del 50-70%, quindialle condizioni normali delle nostre abita-zioni: nessuna delle specie menzionate haesigenze tali da richiedere ambienti spe-cialmente climatizzati.Spesso gli uccelli canori vengono mante-nuti in stanze o locali appositamente de-dicati al loro allevamento, all’interno deiquali trovano posto gabbie e volierette:questa soluzione è la migliore perché con-sente di mantenere temperatura, umiditàe soprattutto fotoperiodo secondo le esi-genze degli uccelli e non secondo le no-stre. Per valutare l’idoneità di un locale diallevamento si guardano: le condizioniigieniche sia delle gabbie che della stanza;la sistemazione razionale ed igienica dialimenti ed accessori che devono essere incontenitori chiusi e protetti da roditori edinsetti; la temperatura e l’umidità; l’aerea-zione; l’illuminazione (che può essere na-turale o artificiale regolata da appositi ti-mer); e la concentrazione di individui:idealmente ad ogni metro cubo di spaziodevono corrispondere 4-6 uccelli dellespecie citate.Tutte le specie europee e molte fra quelleesotiche si adattano bene ai nostri climi epossono essere alloggiate tranquillamenteall’esterno, sia in gabbia riparata dal ven-to e dal sole diretto sia, ove possibile, involiera.

ALIMENTAZIONE

Le specie più comunemente allevate sonoprincipalmente od esclusivamente grani-vore e la base della loro dieta è costituitada una miscela di semi adatta alla specie

ed al periodo dell’anno, integrata con ve-getali vari ed alimenti composti (pastonci-ni): sono disponibili anche alimenti for-mulati basati sullo stesso principio diquelli per pappagalli, ma il loro uso è an-cora sporadico, anche perché tutto som-mato l’alimentazione granivora è moltopiù naturale per questi uccelli che per gliPsittacidi: è comunque necessaria tuttauna serie di attenzioni.

Miscela di semiPreponderanza di scagliola per Canarini eFringillidi, preponderanza di panico e mi-glio per Australiani e Africani. Semi gras-si (niger, ravizzone, perilla ecc.) con at-tenzione, in quanto irrancidiscono facil-mente e sono facilmente contaminati damuffe altamente tossiche. Le mangiatoiedovrebbero contenere solo la quantità dimiscela consumata giornalmente e riem-pite solo a consumo avvenuto, per indur-re l’uccello a consumare tutti i semi e nonsolo i preferiti. Attenzione al fatto chemolti uccelli riempiono la mangiatoia dibucce ed ad un’occhiata superficiale essaappare piena di semi: la carenza di cibo èrapidamente letale in queste creature dalveloce metabolismo.

Semi “condizionati” o “della salute”Attenzione in quanto le miscele sonospesso vecchie e rancide; quando si sia si-curi della freschezza, piccole quantità diquesti semi sono necessarie e gradite so-prattutto ai Fringillidi e vanno sommini-strate 2-3 volte la settimana in contenito-ri appositi.

Semi germinatiMiscele apposite oppure misto per Ondu-lati messi a germinare costituiscono unalimento estremamente nutriente ed ap-petibile, però altamente delicato e deperi-

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bile. I semi cotti, ammollati in acqua per24 h e poi bolliti per 15-20 minuti costi-tuiscono un’alternativa accettabile, mamolto meno nutriente e comunque nonpossono essere lasciati a disposizione piùdi 8 h.

Frutta e verduraOffrire quotidianamente una scelta di ve-getali di stagione freschi, ben lavati easciugati; mela, pera, fichi, cicoria, scaro-la e insalate le essenze più usate.

Erbe prativeGradite soprattutto ai Fringillidi, centoc-chio, stellaria, dente di leone, crescione ecardo le più comunemente usate. La loromancata fornitura non deve essere inter-pretata come una negligenza in quantoquesti uccelli possono restare in buona sa-lute anche consumando vegetali coltivati,ma le erbe spontanee costituiscono un po-tente impulso alla riproduzione.

GritNecessario agli uccelli granivori per unacorretta digestione, deve essere offerto inlinguette separate e non sparso sul fondodella gabbia dove viene contaminato dal-le feci.Si sconsiglia l’aggiunta di carbone attivo,del quale non è certa l’azione detossican-te, mentre è nota la capacità di limitarel’assorbimento di vitamine e oligoelemen-ti dall’apparato digerente.

ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

Le esigenze psicologiche degli uccelli ca-nori sono molto più semplici rispetto aquelle ad esempio degli Psittaciformi, maun allevatore responsabile conosce e ri-spetta comunque le caratteristiche etolo-giche delle specie che alleva. La minorcomplessità mentale di queste specie lerende meno soggette alla noia da ambien-te captivo, tuttavia essi gradiscono la pos-sibilità di fare regolarmente il bagno, diadoperare posatoi di differente diametroed elasticità, nonché altalene; di alimen-tarsi da fonti diverse dalla mangiatoia, adesempio da spighe di panico o miglio op-pure da frutta e verdura inserita su spie-dini di legno appesi nella gabbia. Le spe-cie più domestiche come i Canarini e iDiamanti mandarini sono estremamentesocievoli e a loro agio in presenza dell’uo-mo o degli altri animali domestici; altrespecie meno selezionate sono invece piùreattive e non dovrebbero essere alloggia-te in ambienti chiassosi e troppo frequen-tati. Nessun uccello dovrebbe essere dete-nuto singolarmente: è però bene ricorda-re che non tutte le specie mantengono illegame di coppia durante tutto l’arco del-l’anno per cui fuori dalla stagione ripro-duttiva per alcune specie (fra cui il comu-ne Canarino) può essere più naturale se-parare i due partner oppure formaregruppetti monosessuali in volierine sepa-rate, come avviene in natura.

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Il coniglio, Oryctolagus cuniculus, appar-tiene alla classe dei mammiferi, ordine la-gomorfi, famiglia leporidi.

AMBIENTAZIONE

I conigli sono specie abituate all’ambienteesterno e da un punto di vista climatico,sono molto più sensibili alle alte che allebasse temperature. Già al di sopra dei 30°C e con elevata umidità, il coniglio èesposto al rischio di colpo di calore.Sono inoltre piuttosto sensibili alle cor-renti d’aria, per cui la gabbia dovrebbeessere posizionata in un luogo non espo-sto alle correnti d’aria.È preferibile che quando il proprietario èassente, il coniglio soggiorni in un am-biente controllato, che non vuol dire ne-cessariamente una gabbia (può anchetrattarsi di una stanza attrezzata e sicuraper l’animale). Questo ambiente deve es-sere di dimensioni adeguate per muoversibene ed avere delle giuste distrazioni (ar-ricchimento ambientale).

GabbiaDeve essere costruita con materiale atos-sico, robusta e facile da pulire. La struttu-ra di una gabbia deve rispondere alle esi-genze etologiche del coniglio ed al tempo(numero di ore) che il coniglio vi trascor-rerà. Innanzitutto dev’essere abbastanzagrande da permettere l’allestimento diuna piccola tana, una ciotola per il ciboed una per l’acqua, il beverino a goccia(da preferirsi alle ciotole), la mangiatoia

per il fieno, la cassetta igienica: le dimen-sioni minime per un coniglio di media ta-glia (circa 1,8 kg) sono 100 × 60 × 60.Il coniglio dovrebbe essere in grado disollevarsi sugli arti posteriori e compieretre balzi.In commercio si possono acquistare gab-bie con una parte sopraelevata piatta, do-ve il coniglio può salire e e dove si posso-no posizionare il beverino e le ciotole: intal modo lo spazio a disposizione del co-niglio è maggiore senza dover aumentarela dimensione della gabbia.

Fondo, lettiera e igieneIl substrato ideale per il fondo della gab-bia è costituito da trucioli di legno rico-perti da uno strato di fieno o il pellet dicarta riciclata. Le gabbie vanno pulite fre-quentemente in quanto il ristagno di uri-na, su substrati duri può facilitare l’insor-genza di pododermatiti. I substrati polve-rulenti (tutolo di mais), impregnati di uri-na sono molto irritanti per il delicato al-bero respiratorio del coniglio.

Stanza attrezzataLe moderne teorie comportamentali nonritengono i conigli animali da gabbia an-zi, l’isolamento dal gruppo famigliare chelo stare in gabbia comporta può crearemalessere. Il coniglio è un animale socialeed il gruppo famigliare del coniglio è ilnucleo familiare in cui entra ad abitare:essere chiuso in gabbia non gli permettedi stare col suo gruppo familiare. Inoltreil coniglio è un animale crepuscolare: èsveglio la mattina presto fino alle 9-10 al

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LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTODEL CONIGLIO DA COMPAGNIA

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massimo, poi dorme tutto il giorno e sisveglia di nuovo la sera verso le 5-6 e ri-mane sveglio fino a notte fonda. Tenerloin gabbia la notte vuol dire renderlo inat-tivo proprio nelle ore di maggiore attivi-tà. Una soluzione potrebbe essere di la-sciarlo libero in una stanza a prova di co-niglio (sostanzialmente bisogna rendereinaccessibili i cavi della corrente).Per evitare che rosicchi oggetti “vietati”in assenza del o dei proprietari, il coni-glio dovrebbe avere a disposizione ogget-ti da rosicchiare altrimenti lo farà su mo-bili o infissi. Disponendo gli oggetti darosicchiare “consentiti” davanti ai postidove non si vuole che vada a rosicchiaree arricchendo l’ambiente in maniera pia-cevole per il coniglio, l’arredamento del-la stanza non subirà danni. A tale scopopossono essere utilizzati scatole e scato-loni, tubi di plastica dura (quelli per lecaldaie), l’interno dello scottex o dellacarta igienica, pezzetti di cibo, fieno, ra-metti di legno, ecc.

Ricovero esternoQualora il proprietario disponga dellospazio per creare un ricovero esterno,questo è possibile, a patto che la recinzio-ne sia infissa molto profondamente (inac-cessibile ai predatori terrestri) e copertada una recinzione che impedisca l’attaccodagli uccelli predatori.Nei ricoveri esterni si potrà predisporreuna zona “alimentazione e rifugio”, conuna tana che consenta al coniglio di rifu-giarvisi qualora si senta minacciato, e vi sipotranno far crescere essenze vegetali gra-dite all’animale.

TrasportinoIl trasportino è necessario per il trasportodel coniglio, in caso di spostamenti anchebrevi.

È meglio, infatti non trasportare l’anima-le nella gabbia (troppo grande), ancheperché essendo aperta non consente al-l’animale di sentirsi al sicuro. I miglori so-no quelli chiusi, per cani e gatti. Alla gri-glia che funge da porta si può applicareun beverino e si può lasciare del cibo (fie-no o verdura) a disposizione se il viaggioè lungo.

ALIMENTAZIONE

“Il compotamento alimentare occupagran parte della giornata di un coni-glio e l’esigenza di masticare continua-mente non può essere repressa penagravi problemi comportamentali inquesta specie.”

(Dr. Marzia Possenti)

Il coniglio è una specie strettamente erbi-vora e la sua anatomia è costruita su que-sta base.Partendo dall’apparato masticatore, identi sono ad accrescimento continuo evengono consumati dall’alimento idoneoche deve essere ricco di fibra (erba, fieno,vegetali a foglia). Solo in parte l’alimenta-zione può essere integrata da pellets ali-mentari di buona qualità.Anche l’anatomia e la fisiologia digestivadel coniglio rispondono a quest’esigenzanutritiva. Il coniglio presenta una porzio-ne intestinale (cieco), altamente specializ-zata, popolata da una flora batterica chegli consente la digestione degli alimentiricchi di fibra di cui si nutre. Il coniglioassume quotidianamente il ciecotrofo perreintegrare la quota di batteri ciecali. Èdunque indispensabile che la dieta del co-niglio ricalchi il più possibile quella natu-rale (erba e piante erbacee): 20-25% di fi-bra, 15% di proteine e 3% di grassi.

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Il fieno e l’erba debbono essere forniti adlibitum, mentre i mangimi pellettati (chenon sono indispensabili per il bilancia-mento della razione alimentare) vanno ra-zionati in quanto non consentono un re-golare consumo dei denti. I vegetali a fo-glia possono essere somministrai a volon-tà, ma occorre abituare il coniglio ad as-sumerli in maniera graduale. Alcuni vege-tali vanno offerti solo saltuariamente(brassicacee e spinaci), e le piante eccessi-vamente ricche di calcio andrebbero evi-tate dopo i sei mesi d’età.Vanno evitati i cereali e i fioccati, chesquilibrano la composizione della florabatterica intestinale, e predispongonoall’obesità.Alcuni vegetali (solanacee) e alcune pian-te d’appartamento, possono essere tossi-che per il coniglio.

STRESS NEL CONIGLIO: COME RICONOSCERLO E COME EVITARLO

Dal punto di vista etologico, essendo ilconiglio un animale preda, ha sviluppatouna serie di comportamenti atti a evitargligli stress prolungati.È un animale sempre all’erta, che ha biso-gno di conoscere bene l’ambiente in cuivive e le persone con cui vive, per fidarsi,ma resterà sempre un animale molto ac-corto e che si spaventa facilmente.Il coniglio vive molto male i cambiamen-ti, di qualunque natura essi siano: di ali-mentazione, di ambiente, di compagni, dipersone.L’inserimento di un coniglio in un am-biente deve essere graduale, ma anche ilcambiamento della posizione della gab-bia da una stanza all’altra della casa de-ve esserlo.I nuovi cibi vanno sempre introdotti, ini-

zialmente, in piccole quantità, che verran-no aumentate via via.La convivenza con altri conigli può essereproblematica, visto che il coniglio è unaspecie fortemente territoriale, e bisogneràvalutare i pro e i contro di un’eventualeconvivenza, a maggior ragione se a convi-vere con lui devono essere animali di altrespecie.I conigli temono l’altezza e sono terroriz-zati dalle ombre che provengono dall’alto.Per prendere un coniglio bisogna accuc-ciarsi e tenerlo saldamente per le zampeanteriori, con una mano, mentre con l’al-tra dev’essere bloccato il treno posteriore,appoggiandolo al nostro corpo, onde evi-tare che i tentativi di divincolarsi causinotraumi ossei talora anche molto gravi.Un buon metodo per tranquillizzare il co-niglio è quello di nascondergli la testa sot-to il braccio. Il tono di voce con cui gli siparla dev’essere pacato e basso. Tali pic-cole norme vanno insegnate anche aibambini.Quando un coniglio è irritato o contra-riato, o avverte in qualche modo una si-tuazione d’allarme, batte con violenzacontemporaneamente, gli arti posteriori,provocando un tonfo sordo.La paura e lo spavento vengono manife-stati da una postura immobile, con gli ar-ti posteriori sotto il corpo, le orecchie ap-piattite all’indietro e gli occhi sbarrati.Quando non si sentono a proprio agio osentono che il loro territorio è minaccia-to, depositano le feci in vari punti e nonin un mucchietto unico.L’atteggiamento aggressivo si manifesta,invece, con le orecchie erette rivolte al-l’esterno, o all’indietro, corpo eretto, co-da dritta e zampe estese, e può essere ac-compagnata da una sorta di ringhio.Le orecchie portate avanti indicano curio-sità. Al contrario, se un coniglio è rilassa-

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to e tranquillo, si sdraia sulla pancia congli arti posteriori completamente distesi enel massimo del relax, si può mettere ad-dirittura a pancia in su.Il coniglio dominante si fa leccare dai su-bordinati e spesso pretende da noi dellegrattatine dietro le orecchie sulla fronte esul dorso, assumendo un’analoga postura(zampe raccolte sotto il corpo, pettoschiacciato sul pavimento e muso protesoin avanti).

SOCIALIZZAZIONE, GIOCO E ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

È importante sapere che la qualità e laquantità di contatti che il coniglio ha conl’uomo dal primo al terzo mese di vita,sarà fondamentale per la sua corretta so-cializzazione.

Il proprietario può interagire col proprioconiglio giocando a lanciargli oggetticon cui lui normalmente gioca, e richia-mandolo offrendogli un bocconcino gra-dito, oppure si possono sistemare una se-rie di tubi, o scatoloni in cui sono statipraticati dei fori, in cui il coniglio possainfilarsi.I conigli amano correre e dovrebbero po-terlo fare su substrati idonei, come deitappetini sottili di gomma o di plasticamorbida, di cui vanno arredate “le zoneconiglio”, per evitare lesioni ai loro piedi-ni delicati.Un altro diversivo molto apprezzato è unvaso piatto e largo con dell’erba, in cui ilconiglio può rotolarsi e scavare un poco.In questo modo si preserveranno le pian-te d’appartamento e anche i conigli (percui molte piante di appartamento sonotossiche).

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CLASSIFICAZIONE RETTILI (REPTILIA)Classe Sottoclasse Ordine Sottordine

Anapsida Testudines (Cheloni)Cryptodira

Pleurodyra

Sauria (Sauri)

ReptiliaLepidosauria

Squamata Serpentes o Ophidia (Serpenti)

Amphisbaenia (Anfisbeni)

Rhynchocephalia (Tuatara) Sphenodontida

Archosauria Crocodylia (Coccodrilli) Eusuchia

INQUADRAMENTO TASSONOMICO

Al momento sono descritte 8734 specienella classe dei rettili (Reptilia), suddivisein tre sottoclassi gli Anapsidi (Anapsida),gli Arcosauri (Archosauria) e i Lepidosau-ri (Lepidosauria). Gli Arcosauri sono i coc-codrilli. La sottoclasse degli Anapsidi con-tiene l’unico ordine dei Cheloni (Testudi-nes) diviso in due sottordini i Criptodiri(Cryptodira) e i Pleurodiri (Pleurodyra).La sottoclasse dei Lepidosauri è suddivisain due ordini, i Rincocefali cui fanno par-te solo le due specie di Tuatara (Spheno-don punctatus e S. guntheri) e gli Squa-mati (Squamata) che sono a loro voltasuddivisi in tre sottordini, gli Anfisbeni(Amphisbenia), i Sauri (Sauria) e i Ser-penti (Ophidia). Nel sottordine Serpentisono riconosciute 3149 specie, nei Sauri5079 e nei Cheloni 313.Solo un numero relativamente piccolo èabitualmente mantenuto in cattività in par-chi zoologici e strutture analoghe a vario in-dirizzo (commerciale, conservazione etc.),in circhi, in collezioni private, in strutture di

ricerca e in ambiente domestico come ani-mali “pet”. Le seguenti linee guida trattanodel mantenimento di questi animali nellecollezioni private e come animali da com-pagnia (pet’s animals) in riferimento agliSquamata ed ai Chelonia. Non trattano de-gli animali in allevamento da riproduzione.

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LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀDEI RETTILI

CLASSIFICAZIONE CHELONI (CHELONIA)Ordine Chelonia

Sottordine Superfamiglia Famiglia

Cryptodira Chelydridae

Testudinoidea Emydidae

Geoemydidae

Testudinidae

Trionychoidea Carettochelyidae

Trionychidae

Kinosternoidea Dermatemydidae

Kinosternidae

Chelonioidea Cheloniidae

Dermochelyidae

Pleurodira Chelidae

Pelomedusoidea Pelomedusidae

Podocnemididae

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CLASSIFICAZIONE SAURI (SAURIA)

MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ

I punti chiave per garantire il benessere inquesti animali stanno nel ridurre il piùpossibile i fattori stressanti che sono inparte validi per tutto il gruppo, in partepeculiari per ogni singola specie.Il microambiente in cui è alloggiato il ret-tile (terrario o vivario) deve consentire alsoggetto di esprimere al meglio le propriepotenzialità fisiologiche e comportamenta-li pur essendo una condizione di cattività.

In caso di alloggio temporaneo per qua-rantena, ricovero in strutture veterinarie,allevamento ecc, si consiglia un terrarioessenziale che consenta fondamental-mente il facile accesso e la pulizia accu-rata, quindi che faciliti la gestione igieni-co sanitaria.Molte specie possiedono modelli com-portamentali complessi e sono piuttostoattivi, quindi traggono vantaggio da alle-stimenti che oltre ai fattori igienico-sani-tari, tengano conto anche delle necessità

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Sottordine Sauria

Infraordine Famiglia

Agamidae

Iguania(Leiolepididae)

Chamaeleonidae

Iguanidae

Gekkonidae

Carphodactylidae

Diplodactylidae

Gekkota Eublepharidae

Phyllodactylidae

Sphaerodactylidae

Pygopodidae

Cordylidae

Gerrhodauridae

Gymnophthalmidae

Scincomorpha Teiidae

Lacertidae

Scincidae

Xantusiidae

Anguidae

Diploglossa Anniellidae

Xenosauridae

Dibamia Dibamidae

Helodermatidae

Platynota (Varanoidea) Lanthanotidae

Varanidae

CLASSIFICAZIONE OFIDI (OPHIDIA)Sottordine Ophidia

Superfamiglia Famiglia

Acrochordoidea Acrochordidae

Anomochilidae

Uropeltoidea Cylindrophiidae

Uropeltidae

Loxocemidae

Pythonoidea Pythonidae

Xenopeltidae

Booidea Boidae

Colubridae

ColubroideaDipsadidae

Natricidae

Pseudoxenodontidae

ElapoideaElapidae

Lamprophiidae

Homalopsoidea Homalopsidae

Pareatoidea Pareateidae

Anomalepididae

TyphlopoideaTyphlopidae

Leptotyphlopidae/Glauconiidae

Viperoidea Viperidae

Xenodermatoidea Xenodermatidae

Famiglie non assegnateAniliidae/Ilysiidae

a Superfamiglie Bolyeriidae

Tropidophiidae

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di espletamento del normale repertoriocomportamentale.La riproduzione di un microambiente adat-to stimola il movimento che riduce l’accu-mulo di grasso e aumenta la capacità ri-produttiva. La riproduzione di un microcli-ma adatto permetterà al rettile di regolarela temperatura corporea e l’idratazione.

ALLOGGIAMENTO ALL’INTERNO

Le strutture che sono utilizzate di normaper l’allevamento indoor dei rettili sono iterrari, le gabbie e i terracquari/acquater-rari (secondo la prevalenza dell’acqua neiconfronti dell’area asciutta). Alcune spe-cie particolari necessitano il mantenimen-to in acquari. Altre soluzioni sono l’utiliz-zo di stanze climatizzate in particolare peranimali di grosse dimensioni come i boidie i cheloni giganti.Se il terrario è costruito in casa, è essen-ziale che tutti i materiali utilizzati per lacostruzione (vernici, silicone, colle, resineepossidiche, schiume di poliuretano ecc.)siano atossici e che siano lasciati asciuga-re almeno quattro o cinque giorni primadi immettere l’animale. Per alcuni prodot-ti possono essere necessari periodi anchedi qualche settimana.

GRANDEZZA E FORMA

Il volume della teca deve tenere conto divari fattori quali l’età, il comportamento,le dimensioni dell’animale e la necessità diottenere all’interno un gradiente termico.La superficie utilizzabile dall’animale puòessere aumentata con l’utilizzo di accesso-ri quali rami e piattaforme sospese.Naturalmente la forma del terrario/viva-rio varierà in funzione della biologia e

della posizione ecologica dell’animale, adesempio sviluppato più in altezza per ani-mali arboricoli, mentre per rettili stretta-mente terricoli sarà sviluppata maggior-mente la superficie inferiore. In ogni casosarà opportuno che la teca abbia un certosviluppo verticale per disporre dei rami edeventualmente un punto caldo in mododa garantire un gradiente termico dall’al-to al basso. I rami sono utili anche per lespecie terricole per fare esercizio, per au-mentare lo spazio percorribile e per forni-re delle postazioni per l’irraggiamento.Bisogna poi considerare che più ampio èil volume del terrario, più semplice è rag-

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ALLOGGIAMENTIScatole di plastica Utili come terrariportaoggetti modificate da quarantena o dacon buchi e griglie ricoverod’areazione

Sistemi modulari Allevamentiper scatoledi materiale plastico

Terrari di plastica Molto funzionalimonoblocco

Terrari in vetroresina Dispersione termica

Terrari di legno Difficili da pulireverniciato e disinfettare bene

Terrari in cristallo Facili da disinfettarema elevata dispersionetermica

Terrari da acquari Se non sono fatte delle modificati con coperchio aperture in basso,in rete può esserci accumulo

di anidride carbonica e può non esserciun’adeguata ventilazione

Terrari in rete In particolare perl’allevamento dei camaleonti e rettili che richiedono notevole ventilazione

Terracquari e Acquaterrari Per specie anfibie

Acquari Per specie acquatiche

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giungere i valori corretti dei parametriambientali, in particolare garantire chenella teca vi sia un gradiente termico enon una temperatura costante.

Quindi per animali adulti di piccole di-mensioni, la capacità minima non deveessere inferiore ai 120 litri di volumeovvero all’incirca alle seguenti dimen-sioni: cm 60 × 40 × 50.

SauriPer i sauri terricoli si possono calcolare ledimensioni minime del terrario moltipli-cando, un fattore di moltiplicazione allalunghezza dell’animale rostro-cloaca LRC(esclusa la coda):Lunghezza = 6 × LRCLarghezza = 3 × LRCAltezza = 4 × LRC

Per i sauri arboricoli si possono conside-rare come dimensioni minime:Lunghezza (cm) = 4 × LRCLarghezza (cm) = 3 × LRCAltezza (cm) = 6 × LRC

Per i camaleonti di media e grossa taglia eper altri rettili arboricoli è opportuno au-mentare ulteriormente le dimensioni:Lunghezza (cm) = 6 × LRCLarghezza (cm) = 5 × LRCAltezza (cm) = 8 × LRC

Per animali tenuti comunitariamente ilvolume va aumentato di 1,5 volte perogni animale in più, tale valore può esse-re ottenuto aggiungendo 0,6 al fattore dimoltiplicazione.

OfidiPer i serpenti si possono considerare su-perfici “strisciabili” di1600 cm2 per 40cm di serpente (40 cm2 per 1 cm di ser-pente) per animali fino a 200 cm di lun-ghezza.Considerata la massa corporea e, il dia-metro dei serpenti di grossa taglia, perquelli oltre i 3 metri, il valore dovrebbeessere aumentato almeno a 3200 cm2 per40 cm di serpente ovvero 90 cm2 per 1 cmdi lunghezza, quindi si consiglia l’allog-giamento in stanze climatizzate.

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SAURIEsempi di Dimensioni Consigliate Lunghezza × larghezza Superficie Volume Lunghezzaper Sauri × altezza (cm) della base (cm2) (litri) rostro-cloaca

Dimensioni minime in generale 60 × 40 × 50 2400 120

Camaleonti nani terricoli 60 × 40 × 50 2400 120

Camaleonti nani arboricoli 50 × 40 × 60 2000 120

Camaleonti media taglia 90 × 75 × 120 6750 810 15

Camaleonti grossa taglia 150 × 125 × 200 18750 3750 25

Geco leopardo(Eublepharis macularius) 60 × 40 × 50 2400 120 10

Phelsuma spp. piccola taglia 50 × 40 × 60 2000 120

Phelsuma spp. media-grossa taglia 60 × 50 × 80 3000 240

Drago barbuto (Pogona vitticeps) 150 × 75 × 100 11250 1125 25

Drago d’acqua cinese(Physignatus cocincinus) 120 × 90 × 180 10800 1944 30

Iguana verde (Iguana iguana) 200 × 150 × 300 30000 9000 50

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ranno indirizzate le lampade riscaldanti equelle a emissione di ultravioletti. Tarta-rughe di dimensione superiore a 40 cm dilunghezza di carapace dovrebbero esserealloggiate in stanze climatizzate o recintida interno, che rispettino comunque alminimo le misure consigliate. I recinti de-vono avere altezza sufficiente ed esserecostruiti con materiale adatto per evitarela fuga. Le specie di climi temperati do-vrebbero poter passare la stagione freddain brumazione.La superficie minima di base degli allog-giamenti dovrebbe essere, in rapporto al-la lunghezza del carapace (LC):Lunghezza = 5 × LRCLarghezza = 3 × LRCAltezza terrari = 2 × LRC

Altezza acquaterrari/acquari =Profondità dell’acqua + 40 cm minimo

Profondità dell’acqua =LC × 1 o 1,5 o 2 a seconda delle attitudini natatorie

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OFIDI

Esempi di Dimensioni Lunghezza × larghezzaSuperficie Volume Lunghezza

Consigliate per Ofidi × altezza (cm)della base (cm2) (litri) serpente

approssimato appros. (cm)

Dimensione minima 60 × 40 × 50 2.400 120

Adulti piccola-media taglia 40 cm2/1 cm 90 × 45 × 50 4.000 200 100

Adulti media-grossa taglia 40 cm2/1 cm 100 × 50 × 60 8.000 300 200

Adulti grossa taglia 40 cm2/1 cm 150 × 80 × 70 12.000 850 300

Adulti grossa taglia-giganti 90 cm2/1 cm 300 × 150 × 150 40.000 6750 500

CHELONI TERRESTRI

Esempi di Dimensioni Consigliate Lunghezza × larghezzaSuperficie Lunghezza

per Cheloni terrestri × altezza (cm)della base (cm2) carapace

approssimato (cm)

60 × 50 × 40 3000

Dimensione minima 100 × 60 × 40 6000 20

200 × 120 × 80 24000 40

CheloniI cheloni dovrebbero, fintanto che l’areageografica e il clima lo permette, esseremantenuti all’esterno. Si deve tenere con-to della provenienza della specie allevatae della situazione climatica. Specie da areegeografiche a clima temperato possonoessere allevate all’esterno per tutto l’anno,specie tropico-equatoriali devono esseretenute all’interno nella stagione fredda ealcune specie anche in quella calda secon-do l’area geografica e la situazione clima-tica locale.Quando non è possibile l’allevamento al-l’esterno, i cheloni possono essere allevatiin terrari, acquaterrari/terracquari, ac-quari. Il mantenimento all’interno deicheloni terrestri dovrebbe avvenire instrutture “aperte”, con pareti sufficiente-mente alte, lisce e robuste da impedire lafuga. I cheloni palustri, semiacquatici eacquatici devono essere alloggiati in va-sche con una zona emersa proporzionalealle abitudini anfibie della specie, dove sa-

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La profondità dell’acqua per la maggiorparte delle specie deve essere almenouguale alla lunghezza del carapace, perspecie con spiccate attitudini natatoriedovrebbe essere maggiore.Al contario per alcune specie, come laMata Mata (Chelus fimbriatus) e altre,l’acqua deve avere una profondità taleche la tartaruga stando sul fondo possaallungando il collo respirare in superficie.

SISTEMA DI CHIUSURA

La teca deve sempre avere un buon siste-ma di chiusura.Sono animali di notevole forza muscolare(soprattutto alcune specie come i serpenticostrittori), pertanto quando si detengo-no specie simili, il vivario deve essere pro-gettato con pareti di spessore adeguato esistemi di chiusura sicuri.Alcuni rettili strofinano continuamenteil muso sulle superfici del terrario neltentativo di trovare una via di fuga, nerisultano abrasioni potenzialmente peri-colose.In questi casi la prima cosa da fare è for-nire un ambiente il più naturale possibilee ricco di rifugi.

VENTILAZIONE

Un’adeguata ed efficace circolazionedell’aria è essenziale per evitare pericolosiristagni d’umidità. Questi possono predi-sporre a varie patologie. Bisogna poi te-nere conto che l’anidride carbonica pro-dotta dalla respirazione è più pesante del-l’aria e tende ad accumularsi sul fondodel terrario.Il modo più semplice ed efficace per farloè assecondando un semplice principio fisi-co, cioè che l’aria calda va verso l’alto. Inlinea di principio quindi si disporrannosulle pareti della teca, in basso delle gri-glie per l’entrata di aria fresca e in alto dallato più caldo vicino alle lampade dellegriglie per l’uscita dell’aria (carica di umi-dità e di anidride carbonica), si crea cosìuna corrente d’aria che entra dal basso,percorre tutto il terrario ed esce dalle gri-glie superiori. Le griglie d’entrata in gene-re sono poste sul lato più freddo e suquello frontale, quelle in uscita sul latopiù caldo e posteriore o meglio sul soffit-to, che può anche essere tutto in rete. Pro-gettando tutto il tetto in rete si ottiene ilduplice vantaggio di un’efficace ventila-zione e della possibilità di disporre le lam-pade all’esterno del terrario.

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CHELONI PALUSTRI/ACQUATICI

Esempi di Dimensioni Consigliate Profondità Lunghezza × larghezzaSuperficie

VolumeLunghezza

per Cheloni palustri/acquatici acqua × altezza (cm)della base

(litri)carapace

(cm2) (cm)

Dimensione minima 60 × 50 × 40 3000 120

LC × 1 100 × 60 × 60 6000 360 20

LC × 2 100 × 60 × 80 6000 480 20

LC × 1 150 × 90 × 70 13500 945 30

LC × 2 150 × 90 × 100 13500 1350 30

LC × 1 200 × 120 × 80 24000 1920 40

LC × 2 200 × 120 × 120 24000 2880 40

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L’umidità all’interno del terrario in que-sto caso sarà ridotta, sarà quindi consi-gliabile per rettili di climi aridi.

SUBSTRATO

Il substrato del terrario è il materiale checopre il fondo della teca. Ve ne sono divari tipi: per i terrari essenziali solitamen-te si utilizzano materiali in pezzo unicocome fogli di carta di giornale, fogli dicarta per pulizie, pezzi di linoleum, ecc.,questi materiali non hanno un aspetto na-turale, ma garantiscono una semplice ge-stione igienica.Substrati di aspetto più naturali sono cor-puscolari, (trucioli di legna, corteccia inpezzi, terriccio, ghiaia, ciotoli, sabbia si-licea, substrati dedicati per rettili, fibra dinoce di cocco ecc). Tra questi ci sono an-che i cosiddetti substrati attivi e bioattivi.Tendenzialmente i substrati di aspettonaturale sono considerati potenzialmentepericolosi se la gestione routinaria non èattenta e quindi sono preferiti substratiche favoriscono la praticità e l’aspettoigienico.Quando si usano materiali particolati, lapreda dovrebbe essere messa a disposizio-ne su un vassoio o una ciotola. Un altrosvantaggio dei substrati particolati, è chepossono attaccarsi agli emipeni estroflessio alla mucosa cloacale durante la defeca-zione ed essere portati all’interno dellacloaca quando la mucosa cloacale o gliemipeni vengono retratti. Alcuni substra-ti a grana fine come i vari tipi di sabbia eghiaia, possono provocare infezioni e feri-te oculari, infiammazioni/infezioni respi-ratorie, problemi cutanei, costipazioni ga-stroenteriche etc. Particolarmente perico-losi se ingeriti sono pezzi di trucioli di le-gno o corteccia.

Un substrato naturale ha d’altra parte an-che dei notevoli vantaggi, primo aiuta acreare un ambiente il più possibile natu-rale (vivario “biotopo”) che sicuramenteporta un notevole beneficio psicologico aun animale costretto alla cattività. In se-condo luogo se ben formulato e di spes-sore adeguato garantisce il mantenimentodi una certa umidità al suo interno che èessenziale per permettere un’adeguataidroregolazione.Se la scelta è verso un substrato “natura-le”, il materiale (terriccio, sabbia, ghiaiaetc.) dovrebbe provenire da fonti “sicu-re”e avere una profondità adeguata pergarantire una superficie asciutta (oltre idieci centimetri o meglio almeno trenta).Gli escrementi vanno prontamente rimos-si, assieme ad una parte del substrato cir-costante.Se la scelta va verso la praticità del sub-strato monopezzo, una possibilità al-l’aspetto artificiale è utilizzarli con soprauno strato di substrato corpuscolato (adesempio fogli di giornale coperti da unostrato di segatura di pioppo).

Substrati per vivari con pianteVi sono varie miscele che possono essereutilizzate secondo i vegetali che s’intendo-no inserire, la più semplice e utilizzata èquella formata da uno strato d’argillaespansa, uno di terriccio privo di sostan-ze chimiche e uno strato superficiale difoglie, corteccia o sfagno.In alternativa le piante possono essere al-loggiate in vasi con terra o meglio consubstrato per coltura idroponica (argillaespansa, vermiculite). Per rettili arborico-li di foresta pluviale che rimangono co-stantemente appesi ai rami, o per rettilipalustri al posto del substrato si può usa-re uno strato d’acqua su cui far crescerepiante in idrocoltura.

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Substrati per animali di piccoledimensioniAnimali molto piccoli come i colubridiStoreria sp., Virginia sp., Carphophis sp.,oppure alcune specie di camaleonti naniterricoli della sottofamiglia Brookesinae,richiedono un substrato che mantenga uncerto grado d’umidità e che garantisca unacerta sicurezza per nascondersi. Una solu-zione può essere quella di utilizzare diversitipi di substrato. Per esempio terriccioumido da un lato e corteccia dall’altro, inquesto modo il rettile può andare sul ter-riccio umido per mangiare, fare la muta opartorire e rimanere dal lato asciutto per ilresto del tempo e in questo modo evitaredermatiti batteriche o fungine associate asubstrati eccessivamente umidi.Un altro sistema è quello del substrato atre strati:• strato di fondo di ghiaia o argilla

espansa;• strato intermedio di sabbia o terriccio;• strato superficiale d’elementi di coper-

tura variabili secondo la specie, cortec-ce, legni, foglie, rocce, etc.

In questo modo si crea un gradiented’umidità in aumento verso il basso el’acqua drenata nello strato profondo ser-ve da riserva per umidificare lentamentegli strati superiori.

Substrati per specie di habitat aridie deserticiAnche per rettili deserticoli o semideserti-coli il mantenimento in ambiente assolu-tamente asciutto, può portare a diversiproblemi sanitari, da difficoltà ad effet-tuare la muta, a necrosi della punta dellacoda, a problemi renali. Le tane dei retti-li deserticoli rappresentano per questi ani-mali delle oasi a temperature minori eumidità maggiore rispetto al clima a vol-te infernale dell’ambiente esterno. Un

substrato costituito da una miscela di sab-bia, ghiaia sottile e terra argillosa per unospessore di almeno 30 centimetri garanti-sce queste caratteristiche, in genere è suf-ficiente spruzzare d’acqua il terreno dimattino. Un altro tipo di substrato utiliz-zato frequentemente per animali deserti-coli è la sabbia silice fine.

Substrati bioattiviIl concetto di base del substrato bioattivoè che il substrato su cui vive un animalenon è un semplice materiale su cui pog-gia, ma una miscela di elemento elementifisici, chimici e biologici che hanno unaparte attiva importante sulla sua fisiolo-gia. Sembra che la presenza, in un sub-strato bioattivo, di determinati microrga-nismi e funghi competa con l’attività deimiceti e batteri patogeni a favore dellaprevenzione di molte malattie. Inoltreperché il substrato funzioni e permetta lasopravvivenza di un’adeguata microflora“buona”, deve avere un’umidità ottimaleche permette al rettile anche una più pre-cisa idroregolazione. Questo tipo di sub-strato, per le attenzioni particolari di ge-stione non è adatto ai neofiti.

RIFUGI

La disponibilità di rifugi è uno dei fattoripiù importanti e sottovalutati del manteni-mento in cattività dei rettili. L’esposizionecontinua determina una situazione distress che porta di solito a un eccessivo va-gabondare per la teca in cerca di nascondi-gli. Lo stress inoltre porta a un abbassa-mento delle difese immunitarie e quindi auna minor difesa contro le patologie. Se-condo le abitudini di vita si potranno met-tere a disposizione per nascondersi ele-menti dell’ambiente naturale come piante

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per i rettili arboricoli o sabbia sotto cui na-scondersi per quelli deserticoli. Oppure simetteranno a disposizione nascondigli verie propri come pietre piatte, cortecce, tron-chi cavi, scatole, vasi di terracotta etc. Adeccezione che per la trasparenza (non deveessere trasparente), non ha molta impor-tanza il materiale di cui è fatto il rifugioquanto la forma e la dimensione commisu-rata all’animale. I rettili sono tigmotattici,relazionano molto con l’ambiente circo-stante mediante recettori cutanei, perciò sisentono sicuri in un rifugio se possono sen-tirne le pareti. Per questo motivo i rifuginon dovranno essere troppo ampi ma rela-zionati alla taglia dell’animale. Questi na-scondigli andranno posti in varie zone ter-miche in modo da permettere all’animaledi termoregolarsi anche stando nascosto. Ilrifugio principale dovrebbe essere postonell’area più fresca della teca.

POSTAZIONI D’ARRAMPICAMENTOE IRRAGGIAMENTO

Per molte specie di rettili è importanteavere punti elevati sotto le lampade ri-scaldanti dove possano andare a “prende-re il sole”, per altre specie anche in altripunti del terrario a temperature diversedove possano sostare controllando dal-l’alto il loro territorio. Possono essereusate pietre, ceppi o rami. Se si utilizzanorami, dovrebbero essere almeno dellospessore del corpo e presentare delle por-zioni orizzontali. Anche se può sembrareovvio, è bene ricordare che qualsiasi cosasi usi non deve contenere sostanze tossi-che (ad esempio vernici), parti vulneranti(margini taglienti, frammenti metallicietc.) e deve essere ben fissata alla struttu-ra per evitare crolli che possono essere pe-ricolosi e a volte fatali per l’animale.

Anche animali prettamente terricoli in unmomento o un altro potranno utilizzare irami che tra l’altro permettono di aumen-tare la superficie utilizzabile all’internodel terrario. I rami vanno disinfettati conuna soluzione d’ipoclorito di sodio, lava-ti accuratamente e asciugati prima del lo-ro utilizzo.Anche la disposizione dei rami è impor-tante, vi sono specie che hanno bisogno dirami sistemati orizzontalmente come adesempio le iguane arboricole e i camale-onti, altri come ad esempio i clamidosau-ri preferiscono sostare su rami molto in-clinati, quasi verticali.

CONTENITORI PER L’ACQUA E IL CIBO

Il cibo dovrebbe essere messo a disposi-zione all’interno di contenitori, questoper vari motivi: si facilita il mantenimen-to dell’igiene, si riduce l’ingestione di par-ticelle in caso d’utilizzo di substrato par-ticolato, inoltre abituando l’animale allaciotola sarà più facile abituarlo a cibinuovi magari meno appetibili.Gli animali preda vivi non vanno mai la-scciati liberi nel terrario perché in caso dimancata predazione possono divenire pe-ricolosi per il rettile. Gli insetti vanno pre-sentati in contenitori sufficientemente altie con pareti lisce (metallo o vetro) per evi-tare fughe; i roditori possono essere postiin contenitori con parete liscia con un fo-ro sulla sommità che permetta l’ingressodel serpente (ad esempio un vaso di terra-cotta rovesciato).I contenitori per l’acqua dovranno essereadeguati alla taglia dell’animale, attenzio-ne alla possibilità d’annegamento dei neo-nati. In linea di massima vanno bene con-tenitori come quelli che si utilizzano persomministrare gli insetti.

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MANTENIMENTO DEI PARAMETRIAMBIENTALI DEL MICROHABITAT

Quando si mantengono rettili in terrario,non è necessario riprodurre esattamenteanche i parametri ambientali estremi cheriscontrano in natura, perché sono fonda-mentalmente dannosi e qualsiasi animalesviluppa degli adattamenti fisiologici ecomportamentali che gli permettono diaggirare i rischi dovuti a tali estremi (es.temperature eccessivamente elevate, ec-cessivamente basse, eccessi e mancanzed’umidità etc.). Essenziale è invece forni-re un ambiente caratterizzato da variazio-ni dei parametri ambientali, tali che per-mettano all’animale di scegliere tra le va-rie zone e caratteristiche del microam-biente quella più adatta al corretto fun-zionamento dell’organismo secondo ilmomento temporale e fisiologico.

TemperaturaI rettili sono Ectotermi o popolarmente“a sangue freddo”: per mantenere una de-terminata temperatura interna utilizzanole variazioni termiche dell’ambiente in cuivivono mediante strategie comportamen-tali, esponendosi al sole o spostandosi susuperfici riscaldate (pietre, terreno etc.) oper raffreddarsi rifugiandosi nel terreno,in tane, etc.Ogni specie vive in un habitat in cui è pre-sente un determinato intervallo di tempe-ratura che è chiamato intervallo termicod’attività (o POTR per gli anglosassoniPreferred Optimum Temperature Range).Questo intervallo è rappresentato dalletemperature minime e massime cui si sot-topone volontariamente il rettile durantela giornata.All’interno dell’intervallo d’attività ve nesono di più ristretti che permettono diraggiungere la temperatura corporea pre-

ferita TCP (PBT Preferred Body tempera-ture per gli anglosassoni) che rappresentala temperatura corporea del rettile entrocui una determinata funzione metabolicasi svolge in modo ottimale. Ogni specieha un intervallo di temperatura ambienta-le preferita in cui può raggiungere la suaTCP (anch’essa specifica).Per raggiungere la TCP, ma anche per di-minuire la temperatura interna in caso disurriscaldamento e per variarla, la mag-gior parte dei rettili deve poter vivere inun ambiente in cui la temperatura(POTR) varia tra i 18 e i 34 °C. È essen-ziale che il rettile possa scegliere a chetemperatura ambientale sottoporsi secon-do il momento della giornata e delle pro-prie necessità fisiologiche in un determi-nato momento.Per ogni specie vi sono delle temperaturelimite che vanno considerate. La minimatemperatura critica e la massima tempe-ratura critica, sono le temperature al disotto e sopra le quali il rettile cessa di fun-zionare correttamente e la minima tem-peratura letale e la massima temperaturaletale sono le temperature al di sotto e so-pra le quali il rettile muore. Per la mag-gior parte delle specie sotto i 10°C entra-no in torpore e sotto i 4 °C muoiono. So-pra i 35 °C subiscono un forte stress ter-mico e sopra i 38-44°C muoiono. Gli in-tervalli di cui si è parlato possono esserepiù ampi per alcune specie e molto più ri-stretti per altre. Quelle che permettono al-la loro temperatura corporea di variareampiamente secondo la temperaturaesterna, sono chiamate Euriterme, mentrequelle che controllano la propria tempe-ratura entro un intervallo ristretto sonodette Stenoterme. Per queste ultime quin-di delle minime variazioni delle tempera-ture ambientali possono essere pericolose,ad esempio per specie montane come Eu-

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prepiophis (ex Elaphe) mandarinus e i co-sidetti camaleonti di montagna, la tempe-ratura ambientale massima non dovrebbesuperare i 26 °C. In linea di massima i ret-tili terricoli sono più stenotermi di quelliarboricoli e acquatici.Nei climi temperati, quando la tempera-tura ambientale scende costantementesotto all’intervallo d’attività, il rettile nonè in grado di mantenere una TCP adegua-ta ed entra in brumazione, uno stato dimetabolismo rallentato in cui l’animalesopravvive grazie alle riserve corporee inprecedenza accumulate.I rettili non hanno bisogno di stare al cal-do, ma di avere a disposizione diverse zo-ne termiche in modo da raggiungere unatemperatura corporea adeguata a un par-ticolare momento fisiologico. Sono ani-mali poichilotermi, non sono in grado dimantenere una temperatura corporea co-stante con meccanismi fisiologici ma re-golano la loro temperatura corporea prin-cipalmente spostandosi al “caldo” o al“freddo” a seconda debbano diminuirlaod aumentarla. Quindi è indispensabilefornire loro delle aree a diversa tempera-tura, con un gradiente che vada dal mini-mo al massimo consigliato per la specie, enon una temperatura costantemente altain tutto il terrario.

Sistemi di riscaldamentoIn commercio vi sono diversi accessoriche servono per riscaldare il terrario perconduzione come tappetini, piastre e ca-vetti. Vanno posti esternamente sotto ilpavimento o applicati ad una o più pare-ti (laterale e posteriore). Questi trasmet-tono il calore attraverso le pareti e quindiriscaldano gli oggetti a contatto con que-ste e indirettamente l’aria. Possono essereutilizzati come unica fonte di calore perrettili strettamente tigmotermi oppure per

garantire una temperatura di base cui puòessere sommato un incremento focale conuna lampada. Questi sistemi vanno colle-gati a un termostato, preferibilmente chepossa essere impostato sia per la tempera-tura diurna sia per quella notturna. Pergarantire un gradiente termico vanno po-sti in modo tale da riscaldare solo un ter-zo o metà della teca e non tutto il terrariouniformemente. Altro importantissimofattore da valutare è il comportamento innatura del rettile, ad esempio non è sicu-ramente corretto riscaldare dal basso ter-rari di rettili che s’interrano per sfuggireal calore, come quelli di zone aride.Le lampade riscaldanti (in vetrocerami-ca, a infrarossi, faretti alogeni e lampadea vapori di mercurio), in genere sono uti-lizzate per fornire un punto caldo localiz-zato di 2-5 gradi superiore al valore mas-simo dell’intervallo ideale per la specie.Sembra che l’utilizzo di una fonte localiz-zata sia utile soprattutto per le femminegravide di rettili eliotermi.Il sistema di riscaldamento ideale per irettili eliotermi è tramite irraggiamentodall’alto, quindi sono preferibili le lampa-de riscaldanti piuttosto che piastre, e ca-vetti riscaldanti.Il numero e la potenza delle lampade sa-ranno funzione della grandezza del terra-rio e dalla necessità di creare un ‘effettonaturale d’innalzamento di temperaturaed aumento dell’intensità luminosa dimattino e viceversa di sera. Le lampade in vetroceramica emettonosolo calore e tendono a seccare moltol’aria quindi bisognerà prestare molta at-tenzione all’umidità ambientale. Le altrelampade riscaldanti emettono sia luce siacalore e vanno collegate a un timer per ri-spettare il corretto fotoperiodo.Per evitare pericolose ustioni, le lampaderiscaldanti vanno collocate in modo tale

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che non possano entrare in contatto di-retto con l’animale e che non portino asurriscaldamento della struttura o di ac-cessori del terrario (pareti, reti, rocce ecc).Saranno quindi poste all’esterno del viva-rio (ad esempio sopra la griglia superiore)o se all’interno dovranno essere protetteda una struttura protettiva. Quest’ultimadeve a sua volta essere pensata in modotale che non si surriscaldi e che non possafornire appiglio al rettile.La temperatura nei vari punti del terrariova misurata e tenuta costantemente sottoosservazione con termometri.

Illuminazione e fotoperiodoPer i sauri diurni e i cheloni è molto im-portante che la luce fornita contengaun’adeguata percentuale delle frazioniUV-A e UV-B, gli UV-A sono utili soprat-tutto per la visione e la salute della pelle,per quanto riguarda gli UV-B ne hannobisogno per assorbire e utilizzare il calcioche assumono con l’alimento, o meglioper convertire la provitamina D assuntacon i vegetali in vitamina D attiva (vita-mina D3), che a sua volta permette l’as-sorbimento del calcio alimentare.In commercio vi sono essenzialmente duetipi di lampade a emissione di raggi UVBper rettili, quelle fluorescenti e quelle avapori di mercurio.L’emissione di raggi UVB dalle lampadefluorescenti va gradatamente diminuendocon il passare del tempo, si considera cheesauriscano l’emissione in 6-12 mesi, per-tanto almeno una volta l’anno vanno so-stituite. Per garantire un adeguato irrag-giamento UVB, le lampade devono essereposte a non più di 30-40 cm di distanzadall’animale, e quindi dalle aree più fre-quentemente utilizzate dagli animali perl’insolazione. Queste lampade non forni-scono calore sufficiente, quindi devono

sempre essere abbinate a una lampada ri-scaldante. A tale proposito, i neon devo-no essere posti vicino alle lampade riscal-danti, in modo che quando i rettili si met-tono sotto le lampade a scaldarsi, sonosottoposti anche all’irraggiamento UVB.Le lampade a vapori di mercurio hanno ilvantaggio di emettere anche calore e diavere una durata d’emissione maggiore,inoltre la percentuale di radiazioni ultra-violette è maggiore. In linea generale peri serpenti e per i sauri notturni come mol-ti gechi, non sono necessarie fonti di luceparticolare, è sufficiente una normalelampada fluorescente o quella riscaldan-te. Mentre questo è verosimile per quan-to riguarda eventuali problemi legati almetabolismo del calcio (calcio-vitaminaD3-UVB, poiché possono utilizzare la vi-tamina D3 che assumono direttamentedal corpo degli animali preda), non sipuò escludere che una luce a spettro si-mile a quello solare sia utile per altri pro-cessi fisiologici, soprattutto a specie chesi sottopongono regolarmente ad irrag-giamento come ad esempio molti colubri-di diurni.Il fotoperiodo, cioè il rapporto tra ore diluce e di buio durante la giornata è moltoimportante per la salute generale e perl’attività riproduttiva dei rettili. La stagio-ne riproduttiva è, ad esempio, fortementeinfluenzata dalla variazione stagionale delfotoperiodo. In cattività il fotoperiododovrebbe avvicinarsi più possibile a quel-lo delle latitudini da dove originano glianimali.Per garantire una gradualità più naturaletra la notte e il giorno le varie lampadeutilizzate nel terrario possono essere tem-porizzate in modo tale da creare un effet-to alba e tramonto, accendendole (di mat-tino) e spegnendole di sera a distanza di1-2 ore l’una dall’altra.

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BrumazioneSembra che la possibilità di andare inibernazione sia importante per le specieche normalmente in natura si sottopongo-no al “sonno” invernale. La brumazioneè essenziale per la normale attività tiroi-dea, stimola quella riproduttiva nei ma-schi e sincronizza l’ovulazione nelle fem-mine e probabilmente è importante per ilraggiungimento della naturale aspettativadi vita. Gli animali sottoposti a letargoquindi non dovranno essere nutriti duran-te l’ibernazione e per almeno una settima-na prima dell’inizio.La durata, le temperature, il fotoperiodoe le modalità di induzione e di risvegliovariano a seconda della specie.L’ibernazione in laghetto esterno dellespecie di cheloni palustri può essere fattasolamente se la profondità è almeno di 75cm e se sul fondo vi è uno strato di fangodi almeno 15 cm.

Acqua e umiditàIl tasso di umidità ambientale, la necessi-tà di acqua da bere e le caratteristiche del-l’acqua dell’habitat acquatico, variano

notevolmente a seconda si allevi una spe-cie deserticola, terricola, arboricola di fo-resta pluviale, semi acquatica o acquatica.Il modo in cui l’acqua è messa a disposi-zione dei rettili è d’importanza critica, edipende dalla specie. Per molte specie direttili terrestri non deserticoli può esseresufficiente un contenitore grande abba-stanza da permettere all’animale di im-mergersi completamente. Molti s’immer-geranno frequentemente, soprattutto pri-ma della muta. Spesso vi defecano, per-tanto il contenitore va controllato gior-nalmente e lavato e disinfettato ogni vol-ta che si sporca, in ogni caso l’acqua vacambiata giornalmente. Anche le speciedeserticole devono avere a disposizionedell’acqua, ma il contenitore sarà più pic-colo e per animali particolarmente sensi-bili bisogna prestare particolare attenzio-ne a non elevare eccessivamente l’umiditàambientale. Molte specie arboricole comeanolidi, gechi diurni, camaleonti, iguane emolti serpenti bevono acqua piovana o dicondensa che si raccoglie sulle foglie dellepiante su cui vivono piuttosto che da rac-colte d’acqua ferma, o bevono quella pio-vana che è convogliata alla bocca da par-ticolari conformazioni della testa e dellescaglie.

ALLOGGIAMENTO ALL’ESTERNO(OUTDOOR)

Sicuramente la gestione all’aria aperta el’esposizione alla luce solare naturale,rappresentano per tutti i rettili la sistema-zione ideale. La struttura può essere unagabbia fatta a mano in rete d’acciaio inos-sidabile con maglie di ampiezza adatta aimpedire la fuga e quindi proporzionataal calibro dell’animale oppure una serramodificata con la parte superiore total-

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FOTOPERIODO INDICATIVOPER SPECIE TROPICALI ED EQUATORIALIPeriodo Ore di luce Ore di buio

Ottobre-Marzo 11 13

Aprile-Settembre 13 11

FOTOPERIODO INDICATIVOPER SPECIE DI CLIMI TEMPERATI

Periodo Ore di luce Ore di buio

Settembre-Novembre 12 12

Dicembre-Febbraio 9-6 15-18

Marzo-Maggio 12 12

Giugno-Agosto 14 10

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mente in rete o ancora una gabbia per al-tri animali, come ad esempio quelle perconigli o roditori da compagnia opportu-namente modificate e allestite. Bisognasempre tenere presente che se un serpenteo un sauro trova un pertugio sufficiente-mente grande da far passare la testa in ge-nere riesce a far passare tutto il corpo.Ovviamente gli animali potranno esseretenuti all’esterno solo se la temperaturaraggiunge quella richiesta dalla specie.Per contro vi potranno essere situazioni incui la temperatura potrà essere eccessiva-mente elevata, pertanto dovranno esserepreviste delle zone d’ombra, dei rifugi edelle aree in cui l’animale possa scavarsiuna tana (a questo proposito anche il fon-do della gabbia dovrà essere chiuso). L’in-stallazione dovrà essere anche a prova dipredatori e abbastanza robusta da resiste-re a improvvise violente intemperie.

Rischi e limitazioni nel mantenimentoin esterno• Temperatura esterna e sue variazioni:

stagione, variazioni circadiane, latitudi-ne, altitudine.

• Rischio di disidratazione soprattutto neisoggetti giovani e se non si fornisconoadeguati rifugi, tane e zone d’ombra.

• Rischio di fughe.• Rischio di predatori.• Difficoltà di cattura quando necessario.

ALIMENTAZIONE

Dal punto di vista alimentare i rettili pos-sono essere suddivisi in zoofagi, onnivoried erbivori. Gli zoofagi sono suddivisi incarnivori propriamente detti, che si ali-mentano prevalentemente di vertebrati ein insettivori che si nutrono prevalente-mente di artropodi. Vanno poi considera-

ti tra gli zoofagi anche rettili che si nutro-no di uova e di altri invertebrati comecrostacei e molluschi. Gli onnivori si ali-mentano in percentuali variabili sia di ali-menti di origine animale che vegetale. Al-cuni anche di funghi. Gli erbivori si ali-mentano esclusivamente d’alimenti d’ori-gine vegetale ed eventualmente funghi(anche se alcune specie assumono in pic-cola percentuale anche alimenti d’origineanimale). Inoltre bisogna considerare nel-l’ambito della dieta vegetariana la percen-tuale folivora (parte verde delle piante) efrugivora (frutti).

SERPENTI

Tutti i serpenti sono carnivori (alcuni in-settivori). La maggior parte degli ofidi te-nuti comunemente in cattività, si nutre diprede a sangue caldo. Il cibo in cattivitàper questi animali è rappresentato da to-pi, ratti, gerbilli, conigli e uccelli da carne,preferibilmente soppressi in modo indolo-re o congelati/scongelati. Tali prede do-vrebbero essere nutrite con una razionecompleta d’alta qualità prima di esseresomministrati ai serpenti.Altri serpenti, in natura si nutrono preva-lentemente di ectotermi, come anfibi, retti-li e pesci. Serpenti che mangiano questo ti-po di dieta comprendono colubridi dei ge-neri Lampropeltis, Drymarchon, Thamno-phis, Heterodon e altri. Alcune specie sonoabitualmente nutrite con pesce intero(compresa la lisca) di dimensione adegua-ta, magro (per evitare problemi di steatitee ipovitaminosi E) e fresco (per evitareproblemi d’ipovitaminosi B1). Spesso que-sti serpenti possono essere indotti a man-giare inizialmente roditori “aromatizzati”con l’odore di prede più famigliari per poipassare a semplici roditori.

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Il congelamento delle prede per un minimodi tre giorni può ridurre l’esposizione acerti parassiti, come i nematodi, ma nonelimina la possibilità di esposizione a pro-tozoi o batteri. Alcuni serpenti, sono inset-tivori, come Opheodris spp. (frustini verdiamericani), Carphophis spp. (serpenti ver-me), Diadophis spp. e serpenti scavatori, epossono essere nutriti con insetti comegrilli, larve di Tenebrio molitor (tarme del-la farina), di Galleria mellonella (camoledel miele), lombrichi etc.. Le prede vannonutrite con una dieta completa per almenouna settimana prima di essere sommini-strate, e dovrebbero essere spolverizzatecon Ca e vitamine settimanalmente.

SAURI

Sauri carnivoriTra i sauri carnivori propriamente dettipossiamo includere i varani (Varanusspp.), i tegu (Tupinambis spp.), i mostri diGila (Heloderma spp.). Queste lucertoledovrebbero essere nutrite con prede intere(soppresse umanamente, scongelate) comeroditori (ratti, topi, gerbilli e giovani uc-celli da carne). Quando c’è difficoltà aprocurare prede di buona qualità, posso-no essere nutriti con carne cotta (supple-mentata), uova, cibi commerciali per retti-li, per cani a basso tenore di grassi. Alcu-ne specie, come i tegu mangiano anchedella frutta matura, che aiuta ad accresce-re la qualità nutrizionale della dieta.Nei sauri insettivori includiamo i gechi, icamaleonti, i draghi d’acqua (Physignatusspp.), gli anolidi, molti scinchi, le ameive, ilacertidi, i basilischi, le lucertole dal collare(Crotaphitus spp), i giovani di molte lucer-tole carnivore e tanti altri. Questi sauri do-vrebbero essere nutriti con la più ampia va-rietà possibile d’insetti e altri invertebrati.

Esempi d’invertebrati da preda sono letarme della farina (Tenebrio molitor), lecamole del miele (Galleria mellonella), ikaimani (Zoophobas morio), le drosofile,le mosche, i bachi da seta, gli scarafaggitropicali, i lombrichi, e altri. Alcuni sauriinsettivori di media e grossa taglia, comedraghi d’acqua e grossi camaleonti posso-no saltuariamente essere nutriti con predevertebrate di taglia adatta.Tra i sauri che si cibano d’invertebrati, cisono poi specie con diete specializzate co-me ad esempio i frinosomi (Phrynosomaspp.), i moloch (Moloch horridus), ed idraghi volanti (Draco spp) che si nutronoesclusivamente o quasi di formiche o lelucertole caimano (Dracaena spp.) chepreferiscono chiocciole acquatiche. Sonoin ogni modo animali che per fortuna ra-ramente sono tenuti in cattività.

Sauri onnivoriTra gli onnivori sono considerati i draghibarbuti (Pogona spp.), le tilique, i tegu, igerrosauri etc. Queste lucertole spesso sinutrono prevalentemente di insetti o altrianimali da giovani, e da adulti accettanouna certa quota di alimenti vegetali.

Sauri erbivoriTra i rettili strettamente erbivori vannoelencati ad esempio l’iguana verde (Igua-na iguana), lo scinco delle isole salomone(Corucia zebrata), gli uromastici (sebbenea seconda delle specie possano assumereuna certa percentuale di invertebrati). Lepiante di cui si nutrono in natura sonomolteplici e possono nutrirsi in varia per-centuale delle foglie o dei frutti. Alcunespecie si nutrono anche di semi (ad esem-pio gli uromastici). Altre anche di funghi.In cattività vengono principalmente nutri-ti con piante, frutta, semi e funghi perl’alimentazione umana.

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CHELONI

Per quanto riguarda i cheloni più fre-quentemente tenuti in cattività, come re-gola si può assumere che le tartarughe ac-quatiche e semi acquatiche e le tartarughescatola sono generalmente carnivore odonnivore mentre quelle prevalentementeterrestri sono vegetariane (sebbene alcunespecie assumano anche una certa percen-tuale di proteine animali). Tra le vegeta-riane vanno considerate le variazioni trala quota di parti verdi e frutta.

Cheloni carnivoriTra le tartarughe acquatiche prettamentecarnivore consideriamo ad esempio le tar-tarughe azzannatrici e alligatore (Chely-dra serpentina e Macroclemys temmin-cki), le mata mata (Chelus fimbriatus), letartarughe dal guscio molle e quelle collodi serpente. Questi animali si nutrono so-lamente quando sono in acqua.Dovrebbero essere alimentate con pesceintero (compresa la lisca) di dimensioneadeguata, magro (per evitare problemi disteatite e ipovitaminosi E) e fresco (perevitare problemi d’ipovitaminosi B1) ealimenti commerciali completi per tarta-rughe e pesci. Si possono inoltre offrire leprede sia invertebrate sia vertebrate chegià abbiamo menzionato per l’alimenta-zione dei sauri con l’aggiunta di crostaceie molluschi. Somministrando una dietasufficientemente varia di solito non sononecessarie supplementazioni minerali e vi-taminiche.

Cheloni onnivoriTartarughe acquatiche onnivore sonoquelle del genere Trachemys e Pseude-mys, le tartarughe dipinte (Rhynoclem-mis spp.), le Chinemys spp., le Grapte-mys spp. etc. In linea di massima sono

prevalentemente carnivore da giovanimentre accettano una certa quota di ali-menti vegetali da adulti. Per quanto ri-guarda la quota di proteine di origineanimale, qualitativamente è la stessa cheper le tartarughe carnivore.Per quanto riguarda gli alimenti di origi-ne vegetale saranno quelli ideali per i ret-tili vegetariani. Anche le cosiddette tarta-rughe scatola in linea di massima sonoonnivore, le più frequentemente tenute incattività sono la Terrapene carolinensis,la T. ornata, la T. carolinensis triunguis ele tartarughe scatola asiatiche del genereCuora. Le tartarughe del genere Cuora ela T.c. triunguis tendono ad essere mag-giormente carnivore e la T. ornata nel-l’ambito della quota proteica animale ten-de a preferire gli invertebrati. Gli alimen-ti che si possono somministrare sono glistessi già menzionati per i sauri ed i che-loni onnivori. Vi sono anche testuggini te-restri onnivore come ad esempio le Kini-xys sp.

Cheloni erbivoriTipici cheloni erbivori son quelli della fa-miglia Testudinidae, tra le quali si anno-verano le classiche testuggini mediterra-nee (Testudo hermanni, T. graeca e T.marginata). In linea di massima hannobisogno di pasti costituiti prevalente-mente di vegetali a foglia che nel com-plesso abbiano un’alta percentuale di fi-bra, una discreta quantità di proteine ve-getali, variabile secondo l’età (25%-35%nei giovani in accrescimento, 15%-20%negli adulti), relativamente pochi zuc-cheri e pochi grassi.Alcune specie invece hanno bisogno diuna quota maggiore di frutta (es. Geo-chelone carbonaria).Altre possono saltuariamente mangiareanche funghi e invertebrati.

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ALIMENTI D’ORIGINE ANIMALE

Esempi d’invertebrati che possono essereutilizzati per l’alimentazione dei rettili incattività

• GrilliTutti gli stadi, secondo la taglia

– Acheta domestica– Gryllus assimilis– G. bimaculatus– G. campestris– G. pennsylvanicus

• LocusteTutti gli stadi, secondo la taglia

• Camole della farinaTutti gli stadi, gli adulti in genere sonopoco appetiti

– Tenebrio molitor

• Minicamole Soprattutto le larve– Alphitobius diaperinus

• Caimani Larve– Zophobas morio

• Cetonie Larve e adulti

• Mosche Adulti

• Camole del miele Larve e adulti

• Blatte Tutti gli stadi– Blaptica dubia– Gromphadorhina portentosa– Blaberus craniifer– Panchlora nivea

• Bachi da seta Larve e adulti– Bombix mori

• Chiocciole

Il rapporto Ca:P (calcio:fosforo) nell’ali-mento, ideale per prevenire osteodistrofienutrizionali sembra essere di 1,25:1 o su-periore. Le prede invertebrate (salvo po-che eccezioni) sono piuttosto povere dicalcio; in genere si aggiunge il mineralespolverizzandolo sulle prede giusto prima

della somministrazione. Il contenuto incalcio dei grilli spolverizzati si è visto di-minuire in rapporto al tempo intercorsodalla spolverizzazione, a causa dei movi-menti e delle operazioni di pulizia com-piute dal grillo. Alcuni studi hanno dimo-strato che nutrendo grilli con una dietacontenente almeno 8% di calcio per al-meno quarantotto ore prima di essereusati come cibo, aumenta il loro rapportoCa:P a 1:1 o superiore.

Esempi di vertebrati utilizzabili per l’ali-mentazione dei rettili:• Roditori• Uccelli• Pesci• Rettili• Anfibi

Le prede vertebrate intere provvedonoaminoacidi essenziali e proteine d’altaqualità dai muscoli e organi, grassi daltessuto adiposo, vitamine e oligomineralidal fegato, macroelementi dalle ossa (so-prattutto calcio), iodio dalla tiroide, vita-mina K e B12 dal contenuto intestinale.Quindi vertebrati ben nutriti possono es-sere considerati “completi e bilanciati”.

ALIMENTI D’ORIGINE VEGETALE

Possono essere utilizzati quelli per ali-mentazione umana sebbene sia da pren-dere seriamente in considerazione anchel’utilizzo di piante selvatiche che sebbenenon siano le stesse che la specie incontrain natura probabilmente si avvicinanomaggiormente ai reali fabbisogni nutri-zionali essendo sicuramente più simili aquelle rispetto alle piante profondamentemodificate dalla selezione artificiale perl’alimentazione umana.

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ESEMPI DI VEGETALI ADATTI ALL’ALIMENTAZIONE DEI RETTILI ONNIVORI ED ERBIVORIVerdure a foglia con

Piante Vegetali vari Semibuon contenuto in Caselvatiche a foglia

Fiori Ortaggi Frutta Semigermogliatie buon rapporto Ca:P

Scarola Tarassaco§ Cardo Tarassaco ed Broccoli Fico Soia(Taraxacum altre compositeofficinale) a fiore giallo

Indivia Pratolina Foglie Acacia Legumi (fagioli, Papaia Leguminose(Bellis perennis) di carota § fagiolini, piselli varie

etc. compresoil baccello)

Lattuga romana*§ Piantaggini Gelso Ibisco Carote Lamponi Miscele(Plantago media, grattugiate§ per uccelliP. lanceolata)

Radicchio rosso Trifogli # Vite Nasturzio Zucca More(Trifolium spp.Medicago spp.)

Radicchi Rucola selvatica Foglie d’ibisco Rosa Cetriolo Mela

Rucola Malva Foglie Pratoline Asparago Meloni(Malva sylvestris) di nasturzio

Cicorie Borsa del pastore Sedano Trifoglio Zucchine Uva(Capsella bursapastoris)

Spinaci § Erba di S. Giovanni Porro Pera(Sedum telephium)

Senape verde§ Pinocchina Ravanello Ciliegia(Sedum reflexum)

Cavolo cinese § Finocchiella Patate dolci Pesca(Myrrhis odorata)

Cavolo nero§ Cerfoglio selvatico Zucca Pompelmo(Anthriscussylvestris)

Cavolo cappuccio § Borragine Peperone rosso Prugna(Borago officinalis)

Erbette- bietole § Cicoria selvatica Albicocca(Cichorium intybus)

Cime di rapa§ Carletti Fragola(Silene vulgaris)

Crescione§ Pastinaca Kiwi(Pastinaca sativa)

Cavolo verza§ Erba medica Mandarini(Medicago sativa) Arance

Articoli Ananasdi fico d’india Caco

* Non le altre lattughe che hanno uno scorretto rapporto Ca:P - § Mai come monoalimentazione o in quantità eccessiva perché contengonoossalati, tocianati e altri composti che possono dare problemi a tiroide, rene e all’assimilazione del calcio.# Non il trifoglio bianco, Trifolium repens (secondo alcuni autori può essere tossico.)

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INTEGRAZIONI

Gli invertebrati in particolare, ma anchela maggior parte dei vegetali sono sbilan-ciati in macro ed oligoelementi. Questosquilibrio andrà bilanciato artificialmen-te, mediante:• nutrizione adeguata e arricchita degli

insetti da pasto;• caricamento con calcio degli insetti da

pasto;• spolverizzazione con calcio degli insetti

da pasto e dei vegetali.L’integrazione più importante è quellacon calcio, soprattutto nelle femmine ge-stanti e nei giovani in accrescimento. Inlinea di massima il pasto di neonati egiovani può essere supplementato spol-verizzando del calcio in polvere sull’ali-mento, a ogni pasto o ogni due pasti,mentre quello degli adulti due, tre voltea settimana (fermo restando che le prededevono essere nutrite adeguatamente edarricchite con calcio almeno due volte asettimana). L’integrazione multivitamini-ca invece, se la dieta è sufficientementericca e varia in vegetali e se le prede so-no nutrite correttamente, può non esserenecessaria.Il calcio può essere anche messo a dispo-sizione sotto forma d’osso di seppia o gu-sci d’ostrica sbriciolati in una ciotola, incaso di deficienza alimentare alcuni dra-ghi se ne serviranno direttamente.

CONVIVENZA CON ALTRI ANIMALI

Stessa SpecieAnimali appartenenti alla stessa speciepossono essere alloggiati assieme solocompatibilmente a vari fattori, quali latendenza alla socialità, lo spazio vitale adisposizione, il rapporto tra i sessi, la

competizione per alimentazione e zoned’insolazione, la dimensione corporea etc.Vi sono animali che in natura incontranoindividui della propria specie solo per ac-coppiarsi e che in qualsiasi altra occasio-ne difendono in modo accanito il proprioterritorio, sia che l’individuo che incon-trano sia dello stesso sesso sia di quelloopposto. È il caso per esempio della mag-gior parte dei camaleonti, sebbene alcunespecie facciano eccezione. Vi sono poispecie che in situazioni adatte possonoconvivere in piccoli gruppi e addiritturastabilire delle gerarchie sociali come certiagamidi e iguanidi. Generalmente più chedi vere strutture sociali si tratta di gruppicomposti di un maschio dominante e daun harem di femmine più individui giova-ni. Naturalmente per motivi di spazio vi-tale non è semplice ricreare una situazio-ne ideale in terrario.La dimensione del terrario e il suo arre-damento devono essere tali da minimizza-re il più possibile le competizioni e facili-tare la fuga degli animali eventualmenteaggrediti (rifugi, diverse zone di alimenta-zione, diversi punti caldi, etc.).

Specie DiverseÈ sempre sconsigliabile il mantenimentocomunitario di specie diverse.

Specie Diverse Da Località DiverseSpecie provenienti da diverse aree geogra-fiche non dovrebbero mai essere alloggia-ti nello stesso terrario.

QUARANTENA

Un adeguato protocollo di quarantena èimportante per proteggere gli animali giàin possesso. Tutti i nuovi arrivi dovrebbe-ro essere sottoposti a una visita completa

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e a esami per evidenziare eventuali segnidi malattia. Anche se l’animale è negativoa visita ed esami e quindi apparentemen-te sano, va isolato in una zona diversa ri-spetto agli altri animali. La durata del pe-riodo di quarantena dovrebbe essere al-meno 1-2 mesi, ma per certe malattie po-trebbero essere necessari anche sei mesi oun anno. Durante il periodo di quarante-na, l’animale va tenuto sotto osservazioneper l’insorgenza di segni clinici, visitato esottoposto a esami per la ricerca dei pa-rassiti (soprattutto parassiti gastroentericied acari). Se insorgono sintomi di malat-

tia, la quarantena va naturalmente pro-lungata fino a risoluzione del problema. Ilterrario di quarantena dovrà contenere ilminimo indispensabile d’accessori per ga-rantire il benessere dell’animale: il sub-strato che sarà rappresentato da carta darinnovare giornalmente, una ciotola perl’acqua e una per il cibo, un rifugio e unapostazione per l’irraggiamento in mate-riale facilmente lavabile e disinfettabile. Iparametri ambientali, anche e soprattuttonel periodo di quarantena, dovranno es-sere gli stessi già consigliati per il mante-nimento in generale.

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INQUADRAMENTO TASSONOMICO

Il più grande ordine dei Mammiferi èquello dei Roditori con 33 famiglie e cir-ca 2277 specie differenti. La classificazio-

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LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀDEI RODITORI

CLASSIFICAZIONE DEI RODITORIClasse MammaliaOrdine Rodentia GenereSottordine Hystricomorpha

famiglia (Caviidae) Cavia C. aperea porcellusfamiglia Capibara Hydrochoerus hydrochaerusfamiglia (Octodontidae) Octodon O. degufamiglia (Chinchillidae) Cincillà Chincilla sppfamiglia (Hystricidae) Porcospinofamiglia (Dasyproctidae) Aguti

Sottordine Castorimorphasuperfamiglia castoridea Castori

superfamiglia geomidae Gophersuperfamiglia heteromydae Ratti e topi canguro

Sottordine Anomaluromorphafamiglia petetidae Lepre saltatrice del Capo Pedetes capensisfamiglia anumaluridae Zenkerella

Sottordine myiomorphafamiglia Muridaesottofamiglia Deomynaesottofamiglia Gerbillinae Gerbillisottofamiglia Leimmanocomynaesottofamiglia Lophyominae Topo dalla crinierasottofamiglia Murinae Topo, ratto… Mus musculus, rattus norvegicus…

Sottordine sciuromorphafamiglia Aplodontidae Castoro di Montagna Aplodontia rufafamiglia Gliridae Ghiro, quercino,

moscardino, driomiofamiglia Sciuridaesottofamiglia Callosciurinae Scoiattoli asiatici,

scoiattoli asiatici gigantisottofamiglia Ratufinaesottofamiglia Sciurillinaesottofamiglia Xerinae Marmotta, cane della prateria, Marmota, Cynomis,

citello, scoiattolo striato spermophilus citello, Tamiassottofamiglia Sciurinae Scoiattoli, volanti, scoiattoli

arboricoli, scoiattolo comune

ne dei Roditori, da sempre controversasoprattutto per il sottordine Hystricomor-pha, comprende 5 sottordini.La caratteristica comune è la dentizioneed in particolare la presenza di sviluppati

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incisivi, superiori e inferiori, a crescitacontinua (a radice aperta) provvisti di ra-dici curve che occupano la maggior partedello scheletro della mandibola e dellamascella.I Roditori sono mammiferi che hannouna distribuzione in tutto il mondo, as-senti soltanto in Nuova Zelanda e in al-cune piccole isole oceaniche. Da questeosservazioni si desume che individuare li-nee guida comuni per tutti sia quasi im-possibile: fortunatamente però, all’inter-no di questo sterminato gruppo, vengonotenute comunemente in cattività un nu-mero relativamente ridotto di specie.Vengono di seguito illustrate le linee gui-da per i più comuni Roditori mantenuti incattività.

CAVIA (Cavia aperea porcellus)

CINCILLÀ (Chinchilla lanigera)

DEGU (Octodon degus)

GeneralitàLa CAVIA o porcellino d’india è origina-ria degli altipiani erbosi delle Ande (Ame-rica meridionale) dove già più di 5000 an-ni fa veniva addomesticata. È un animaleassolutamente gregario che vive bene incompagnia dei suoi simili, in libertà infat-ti forma gruppi di 20-50 animali: il ma-schio dominante ha un harem formato dapiù femmine e i loro piccoli e non tolleral’attività sessuale di altri maschi. Abitanotane e tunnel costruiti da altri animali do-ve si rifugiano al minimo pericolo; evita-no la luce intensa e sono più attive alla se-ra e al mattino presto. La comunicazioneavviene mediante un’ampia varietà di ver-si e squittii.La cavia se ben tenuta in cattività è un ot-timo pet: è un animale gentile, si lascia

maneggiare volentieri, raramente morde espesso instaura un rapporto di affetto conil proprietario che rafforza mediante ilsuo ricco vocabolario di versi.Il CINCILLÀ è un roditore istricomorfooriginario della cordigliera andina, adat-tatosi ad un ambiente molto rustico eproibitivo; vive in Cile, Bolivia, Perù e Ar-gentina ad altitudini di circa 3-4000 me-tri. Tendenzialmente notturni i Cincillànon sono aggressivi ma docili (special-mente le linee selezionate come pet), mol-to puliti e praticamente privi di odore; so-no molto apprezzati per la splendida emorbidissima pelliccia. Sono animali gre-gari, in natura vivono in gruppi formatida numerosi individui e trascorrono mol-to tempo nascosti in rifugi nelle rocce enelle tane; sono attivi soprattutto alla se-ra e durante la notte, tuttavia in cattivitàsi abituano agli orari dei proprietari.A differenza della maggior parte dei rodi-tori da compagnia i cincillà sono anima-letti longevi e, se ben tenuti, possono su-perare i 15 anni. I soggetti selvatici sonoinclusi in appendice I della CITES.Il DEGU è originario del Cile e vive suterreni rocciosi in gruppi numerosi. È unanimale diurno. Se ben tenuti in cattivitàpossono arrivare a dieci anni.Quando si afferrano si deve fare attenzio-ne soprattutto alla fragile coda, infatti lasua cute si stacca facilmente provocandouna ferita.

AmbientazioneÈ meglio che questi animali quando nonc’è il proprietario in casa, stiano in unambiente controllato; ci sono troppi ri-schi.. Questo ambiente deve essere di di-mensioni adeguate alla specie, se da un la-to è accettabile che stia in una gabbia didimensioni relativamente modeste perdormire, o per passare poco tempo della

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giornata, è anche ovvio che se deve pas-sarci alcune ore, è indispensabile chel’ambiente offra al suo ospite lo spazioper muoversi bene e le giuste distrazioni.

GabbiaLa gabbia per una cavia deve avere le se-guenti dimensioni (minime): 80 × 50 × 40cm. Per un cincillà le dimensioni minimedevono essere circa 100 × 80 × 100, ma200 × 200 × 100 cm è preferibile richie-dono una gabbia spaziosa; deve svilup-parsi su più piani in quanto ai cincillà pia-ce saltare ed arrampicarsi. I degu sonoanimali molto attivi a cui piace saltare; lagabbia deve svilupparsi in altezza ed ave-re più ripiani. Le dimensioni minime sonodi 80 × 60 × 100 cm.Deve essere collocata in un luogo tran-quillo, lontano da confusione ed animalimolesti, privo di correnti d’aria e di sbalzidi temperatura. La gabbia non va lasciataal sole nelle ore più calde per rischio disurriscaldamento o colpo di calore.È consigliabile tenere più di un individuoper rispettare il loro naturale comporta-mento sociale: la gabbia dovrà essere inproporzione più grande in base al nume-ro di animali. L’ambiente ideale per il mantenimento incattività della cavia dovrebbe avere unatemperatura di 20-22 °C e un’umidità re-lativa del 40-70%. L’ambiente ideale per il mantenimento incattività del cincillà dovrebbe avere unatemperatura di 20-22 °C e un’umidità re-lativa inferiore al 50%.Per il degu la temperatura ideale è di circa20 °C e l’umidità relativa circa 40-50%.La gabbia deve avere un substrato semprepulito, morbido ed assorbente per evitarepatologie ai piedi; può essere costituito adesempio da pellet di carta riciclata, cartadi quotidiani, truciolo depolverato di le-

gno non resinoso e non trattato, pellet dilegno proveniente da legno non resinoso,fieno. Da evitare la lettiera per gatti chepuò essere nociva se ingerita e provocarelesioni alle zampe.All’interno della gabbia deve essere sem-pre presente un nido per consentire al-l’animale di riposare e dormire; inoltre alminimo spavento funge anche da rifugiocon importanti benefici dal punto di vistapsicologico. I migliori sono quelli in pla-stica perché possono essere facilmente la-vati ma possono andare bene anche nididi legno o cartone se vengono sostituitispesso quando sono sporchi. Da evitarecasette verniciate o che contengano chio-di, viti ecc che possono essere pericolosise ingeriti o causare ferite.Deve essere presente una rastrelliera ouna palla porta fieno, in modo tale che ilfieno non stia a contatto con feci e urine.Il cibo fresco (verdura, frutta) ed even-tualmente il cibo secco (pellet) devono es-sere contenuti in due separati contenitoripesanti non ribaltabili e vanno sempremantenuti puliti. Un beverino a goccia de-ve essere presente per fornire acqua.I cincillà e i degu sono animali molto pu-liti e si deve dar loro la possibilità di farequotidiani bagni di sabbia. Ogni 10 gior-ni circa la sabbia va cambiata completa-mente (perché perde il potere assorbentenei confronti delle secrezioni oleose).L’arricchimento ambientale è molto im-portante per il benessere psicologico; sipossono mettere a disposizione tubi diplastica, scatole di cartone, blocchetti dilegno atossico da rosicchiare (vanno benei legni di betulla, di albero da frutto tipomelo o pero; da evitare il susino e il cilie-gio, l’oleandro), l’anima di cartone dei ro-toli di carta da cucina riempiti di cibo echiusi alle estremità, giochi in legno atos-sico per pappagalli…

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È importante non riempire troppo la gab-bia e lasciare spazio libero all’animale permuoversi a proprio agio.Almeno 2-3 ore al giorno questi animalidevono avere la possibilità di uscire dallagabbia per fare esercizio fisico ed evitarecosì problemi di salute come ad esempiol’obesità e l’osteoporosi.

AlimentazioneLa cavia, il cincillà e il degu sono erbivo-ri stretti e una dieta adeguata consiste infieno di ottima qualità ad libitum, verdu-re fresche miste, pellet formulato in modospecifico per cavie, cincillà o degu e un’in-tegrazione di vitamina C (indispensabileper la cavia). Nel cincillà frutta e leccor-nie (uvetta, pezzi di noce, di nocciola…)vanno fornite con parsimonia, al massi-mo un paio di volte a settimana.Il fieno deve costituire la base dell’ali-mentazione di questi animali e non devemai mancare. È fondamentale per il man-tenimento in salute del tratto digerente;provvede a mantenere i denti della giustalunghezza grazie al contenuto in silicatiche fungono da raspa sulle corone deidenti ad accrescimento continuo. Appor-ta fibra lunga indispensabile per la corret-ta motilità dell’intestino.La verdura deve essere somministrata quo-tidianamente, deve essere accuratamentelavata e non fredda di frigorifero. È im-portante variare il tipo di verdura per assi-curare un’alimentazione più varia possibi-le. Si consiglia di cominciare sino dalla gio-vane età perché le cavie possono sviluppa-re abitudini alimentari difficili, fissandosisu un solo mangime o addirittura su unamangiatoia e rifiutandosi di avvicinareogni altro cibo. Da preferire i vegetali ric-chi di vitamina C: bietole, broccoli, cavoli,spinaci, cicoria, erbe di campo, vegetali afoglia verde scuro, arance, kiwi, peperoni.

Il pellet deve contenere all’incirca 16-20% di proteine e circa 16-25% di fibra.Le miscele di pellet, semi e fioccati nonvanno somministrate alle cavie perché so-no molto dannose.Il pellet per cincillà deve contenere circa15-35% di fibra, 16-20% di proteine e 2-5% di grassi; per un animale adulto sonosufficienti circa 2 cucchiai al giorno.Per il Degu si può utilizzare il pellet percincillà.Il fabbisogno giornaliero di vitamina Cper una cavia è di circa 10-30 mg/kg; inparticolari condizioni quali stress, malat-tia o gravidanza il fabbisogno può au-mentare sino a 50 mg/kg. Questi fabbiso-gni possono essere raggiunti con una cor-retta dieta. In commercio esistono inte-gratori di vitamina C specifici per cavie oin alternativa si possono utilizzare i pro-dotti destinati all’uomo.Da evitare cereali, dolciumi, bastoncini dimiele e semi, prodotti del panificio, ali-menti a base di latte, granaglie e fioccati:conducono questi animali a pesanti pato-logie carenziali, a disturbi gastroenterici ea problemi dentali gravi quali ad esempiole cuspidi dentarie.Il cambio di alimentazione va effettuatocon gradualità affinché l’apparato gastro-enterico si abitui al nuovo tipo di alimen-tazione e deve essere fatto in circa 7-10giorni diminuendo gradualmente il ciboerrato per incrementare quello corretto.Infine l’acqua deve essere sempre a dispo-sizione, fresca e pulita, tramite un beveri-no a goccia.

ParticolaritàPer evitare problemi di distocia la caviafemmina deve accoppiarsi entro i 7 mesidi età (ma non prima di 2-3 mesi di vita)perché entro questo arco di tempo la sin-fisi pubica rimane con struttura fibro-car-

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tilaginea per tutta la vita dell’animale; sela femmina invece partorisce oltre i 7 me-si di età la cartilagine si ossifica con im-possibilità per i cuccioli di passare attra-verso il bacino della madre.

TOPO e RATTO(Mus musculus e Rattus norvegicus)

CRICETI(Mesocricetus auratus, Phodopussungorus, Phodopus campbelli,Phodopus roborovskii, Cricetulus griseus)

GeneralitàTopi e ratti vengono allevati a livelloamatoriale per diverse ragioni: animali dacompagnia, animali da esposizione o pre-de vive per serpenti ed altri carnivori. Il criceto dorato (Mesocricetus auratus) èil più noto criceto che viene utilizzato nel-la ricerca scientifica e mantenuto comepet; tuttavia esistono molte altre specieche si trovano in commercio.Ad esempio il criceto siberiano (Phodo-phus sungorus), il criceto cinese (Cricetu-lus griseus), il criceto di roborovskii (Pho-dopus roborovskii), il criceto russo (Pho-dopus campbelli).I criceti hanno le tasche guanciali che so-no introflessioni della mucosa orale; que-ste strutture sono utilizzate per immagaz-zinare il cibo.Il criceto dorato è il più grande con unamedia di 120 grammi e ne sono state se-lezionate molte varietà. È il criceto più co-munemente mantenuto in cattività; in li-bertà vive in Siria e trascorre molto tem-po nelle tane. È un animale notturno e so-litario che non tollera la presenza dei suoisimili, reagendo con furiosi combattimen-ti. Se la temperatura ambientale scendesotto i 5-8 °C entra in letargo.

Le note di gestione di questi criceti posso-no essere simili tra loro.

Ambientazione, gabbiaUn topo detenuto singolarmente (sconsi-gliabile data la natura sociale della specie)dovrà avere uno spazio di almeno 180cm2 che diventano 200 per una coppia ouna femmina con prole non svezzata: sitratta naturalmente di misure minime inquanto corrispondono ad una gabbia diappena 20 × 10 cm. Ogni soggetto in piùdovrebbe disporre di 80 cm2 e la colonianon dovrebbe superare i 30 individui perlimitare le dispute gerarchiche: l’altezzaminima dev’essere di 12 cm per consenti-re la stazione eretta agli animali. Fonda-mentale la presenza di una lettiera morbi-da scavabile mantenuta regolarmente pu-lita, di mangiatoia a tramoggia e beverinoa goccia che impediscano la contamina-zione di cibo ed acqua, di uno o più rifu-gi e di arricchimento ambientale che saràrappresentato da tunnel, oggetti rosic-chiabili e ruota del tipo “pieno” cioè sen-za sbarrette in cui la coda potrà rimanereimpigliata. La temperatura ideale sarà di circa 24 oCe l’umidità piuttosto bassa, intorno a 50-60%: fotoperiodo naturale e comunquecon almeno 10 ore di buio.I ratti, data la maggiore dimensione, ri-chiedono alloggi proporzionalmente piùampi: 60 × 30 cm è la dimensione indica-ta per una coppia in stabulario ma 80 ×40 dovrebbero rappresentare il limite mi-nimo per gli animali tenuti come pet o ascopo ornamentale: dimensioni maggiorisono senz’altro necessarie per questi ani-mali attivi ed intelligenti. In generale sonoanimali meno aggressivi rispetto ai topi etollerano meglio la densità di popolazionema ogni cambiamento nella struttura so-ciale del gruppo (es. allontanamento di un

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soggetto) determina lotte per il ristabilirsidi un nuovo ordine gerarchico. I criceti devono essere sistemati in unagabbia che si sviluppa preferibilmente inorizzontale; deve esserci una buona area-zione e la gabbia deve essere sempremantenuta pulita. Le dimensioni minimedevono essere 60 × 30 × 30 cm; vannobene anche quelle a più piani collegati darampe. Non vanno bene gli acquari o iltipo fauna-box perché la ventilazione ètroppo scarsa. La superficie su cui cam-minano gli animali non deve essere costi-tuita da grata metallica ma da una super-ficie liscia per evitare che si feriscano ipiedi. Il substrato adatto è costituito datruciolo di legno depolverato, carta digiornale, pellet di carta riciclata… da evi-tare la lettiera per gatti che provoca dan-ni alle zampe e se ingerita può provocaregravi patologie.Fondamentale la presenza di una scatolanido di plastica, legno o terracotta dovel’animaletto possa organizzare una stanzada letto con dispensa dove passerà granparte delle ore di luce. Sono da evitare leimbottiture in fibre tipo cotone o lana sin-tetica in quanto si arrotolano sulle estre-mità degli arti e inducono necrosi delle di-ta o dell’intera mano/piede.Altra cosa importante è fornire al cricetostimoli e diversivi per consentirgli unanormale attività: oltre alla classica ruota(meglio quelle piene piuttosto che quelle asbarrette, più a rischio di traumi agli arti),tunnel, rami da scalare, scatole di cartoneda rosicchiare e oggetti da manipolare emordere, ad esempio noci e nocciole colguscio.La gabbia va posizionata in ambienti atemperatura e umidità costanti (non cuci-na e bagno), non troppo illuminati e lon-tano dalle camere da letto data l’attivitànotturna degli animaletti.

I criceti sono animaletti solitari e, soprat-tutto per i criceti dorati, la sistemazioneottimale è un singolo individuo per gab-bia. La convivenza di più soggetti sfociain continue zuffe che possono concludersicon gravi ferite o con il decesso del sog-getto più debole. libertà.

AlimentazionePer l’alimentazione dei topi esistono ap-positi pellettati fatti per le mangiatoie atramoggia: in alternativa un equilibratamiscela di granaglie, vegetali freschi edalimenti di origine animale a costituireuna razione contenente il 15-18% di pro-teine ed il 5-10% di grassi (a seconda delmomento fisiologico) è ugualmente ade-guata purché somministrata in quantitàcontrollata, onde evitare che i topi scelga-no solo gli alimenti più graditi sbilancian-do la razione. Il pellettato invece può es-sere somministrato a volontà essendo unadieta di per sé bilanciata.Le esigenze alimentari ed ambientali deiratti sono simili a quelle dei topiIn cattività l’alimentazione deve essere va-ria: un buon misto di semi per criceti checontenga una bassa o nulla percentuale disemi di girasole, verdure fresche miste(carote, insalate, sedano, tarassaco, broc-coli…), frutta di stagione (mela, pera, ki-wi…). Una-due volte a settimana si inte-gra la dieta con alimenti proteici, alcuniesempi sono: un pezzetto di uovo sodo,un piccolo dadino di formaggio, un paiodi croccantini del tipo light per cani, 1-2tarme della farina, un grillo… È salutareanche lasciare a disposizione del fieno peraumentare la percentuale di fibra delladieta. Da evitare dolciumi, cioccolato e glisnack contenenti miele, biscotti, semi digirasole.In commercio sono disponibili anche ali-menti estrusi o pellettati appositamente

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formulati per criceti. Si tratta di una vali-da alternativa in quanto il criceto non se-leziona l’alimento, sono cibi nutrizional-mente completi che forniscono quindiuna dieta bilanciata. Possono essere unaalternativa alla miscela di semi ma nonevitano la necessità di integrare con ali-menti freschi.È indispensabile lasciare a disposizioneacqua sempre fresca e pulita tramite unbeverino a goccia.

CANE DELLA PRATERIA DALLA CODA NERA (Cynomys ludovicianus)

Il cane della prateria dalla coda nera èuno sciuride terricolo che scava intricategallerie nel sottosuolo, creando coloniemolto numerose. È nativo del Nord-Ame-rica, attivo soprattutto durante il giornodeve il suo nome alle particolari vocaliz-zazioni simili a quelle di un cane.L’organizzazione sociale del cane dellaprateria dalla coda nera in natura è mol-to intensa e complessa: vivono in colonienumerosissime composte anche da milio-ni di individui. Un comportamento carat-teristico è il “bacio”, mostrando gli inci-sivi i cani della prateria si riconoscono, sisalutano e rinsaldano i rapporti.Complesso è anche il repertorio di voca-lizzazioni che possiedono, una varietà disuoni sono utilizzati per diverse situazio-ni: paura, eccitazione, irritazione, aggres-sione ecc. Gli animali tenuti come petspesso rivolgono il loro articolato lin-guaggio verso gli umani e si instaura unvero e proprio dialogo; i proprietari pianpiano imparano a capire i versi dei loroanimali e questa interazione rafforza ilrapporto tra pet e umani.In cattività i cani della prateria vengonomolto spesso tenuti come pet solitari e

questo purtroppo contribuisce allo svi-luppo di disturbi comportamentali gravi:aggressività, automutilazioni… È neces-sario quindi che questi soggetti possanoavere interazioni con soggetti della stessaspecie o con umani che possono assicura-re loro compagnia e gioco.

AlloggioLa gabbia deve essere il più spaziosa pos-sibile, almeno 1 mt × 1 mt × 80 cm; do-vrebbe essere fornita di alcune stanze perrispettare la normale attività di questi ani-mali e per l’esercizio fisico. È consigliabi-le non utilizzare scale perché i cani dellaprateria non sono abili scalatori e caden-do possono provocarsi fratture. Il sub-strato della gabbia deve dare la possibili-tà agli animali di mantenere l’innato com-portamento di scavare; deve essere pulito,atossico, non polveroso, assorbente (fie-no, carta di giornale, pellet di carta rici-clata…). È importante fornire continua-mente giochi e rami da rosicchiare (adesempio legno di alberi da frutta) sia peraiutare l’animale a passare il tempo e amantenere pareggiati i denti sia per impe-dire che si attacchi per ore alle sbarre del-la gabbia, traumatizzando a tal punto leradici degli incisivi che spesso esse evol-vono in neoplasie. A tal proposito è con-sigliabile utilizzare gabbie con pareti liscefacendo attenzione a mantenere comun-que una buona areazione.Fondamentale la presenza di nidi in cuigli animali possono rifugiarsi. Almenodue mangiatoie devono essere presenti:una per il cibo secco e l’altra per il cibofresco. Una rastrelliera per il fieno è im-portante ed evita che questo fondamenta-le alimento venga a contatto con le urinee le feci degli animali. Un beverino a goc-cia fornisce l’acqua che dovrà essere sem-pre fresca e pulita.

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La temperatura ideale di mantenimento èdi circa 20-22 °C e l’umidità relativa del30-70%. Durante il periodo invernalequesti animali andranno incontro ad unaspecie di letargo caratterizzato da una ri-dotta attività, da una ridotta assunzione dialimento e da lunghe ore spese a dormire.L’ideale sarebbe allevare questi animali inuna voliera di 2 mt × 2 mt × 2 mt par-zialmente interrata cosicché gli animalipossano scavare tane e costruire galleriesotterranee proprio come fanno in libertà.

AlimentazioneQuesto roditore sciuromorfo presenta identi incisivi di tipo elodonte, è erbivoroe in libertà si nutre prevalentemente di ra-dici ed erbe selvatiche, un po’ di frutta equalche insetto. In cattività è necessario

offrire una dieta ricca di fibra e povera digrassi: fieno polifita a volontà, poco pel-let specificatamente formulato per canidella prateria, verdura fresca e piccolequantità di frutta. Un buon pellet ha unaquota proteica del 10-12%, grassi 1,5-2,5%, fibra non meno del 20-25%. Èconsigliabile razionare l’alimento pellet-tato per evitare l’obesità a cui questi ani-mali sono soggetti in cattività. I cereali e iloro derivati (pane, pasta, grissini, crac-ker, dolciumi…) sono da evitare perchétroppo calorici e provocano seri danni al-l’apparato gastroenterico, oltre che obesi-tà. Da evitare anche i cibi grassi come i se-mi di girasole, le arachidi e gli altri semi.Nel periodo invernale si integra la dietacon qualche insetto, sono molto gradite lecavallette.

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Alla stesura del presente manuale hanno contribuito:il Dr. Lorenzo Crosta, il Dr. Paolo Selleri, il Dr. Marco Bedin,

la Dr.ssa M. Cristina Stocchino, il Dr. Alessandro Melillo,il Dr. Alessandro Bellese, il Dr. Giordano Nardini e il Dr. Daniele Petrini.

Si ringraziano inoltre il Dr. Collarile, la Dr.ssa Marzia Possentiper i loro preziosi commenti ed E.V. per la collaborazione tecnica.

Il manuale è stato curato dalla Dr.ssa M. Cristina Stocchino.

Grafica e stampa a cura di Press Point srl - Abbiategrasso (MI)

RINGRAZIAMENTI

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

SIVAE è una società scientifica, senza scopi di lucro, che persegue finalità culturali nel settore degli ani-mali esotici, allo scopo di favorire la formazione e l’aggiornamento permanente dei suoi iscritti. Realizzai propri obiettivi statutari attraverso una vasta programmazione di attività, sia a livello nazionale e localeche internazionale: congressi, seminari, corsi, tavole rotonde, pubblicazioni, audiovisivi, ecc. SIVAE è fe-derata ANMVI. www.sivae.it

L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani è una Federazione di Associazioni Professionali Vete-rinarie. Persegue l’obiettivo statutario di avviare progetti di riqualificazione e tutela della professione ve-terinaria presso le istituzioni di settore nazionali ed europee, gli organi di informazione e l’opinione pub-blica. Realizza numerosi servizi di ausilio professionale per il Medico Veterinario: informazione di cate-goria, consulenze, convenzioni finanziarie e assicurative e attività formative per un esercizio professio-nale aggiornato alle evoluzioni della legislazione di settore. www.anmvi.it

A.N.M.V.I.ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI