L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e...

20
L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI SEZIONE ARCHITRAVI

Transcript of L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e...

Page 1: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

L’IMMAGINALEMODELLI TEORICI

SEZIONE ARCHITRAVI

Page 2: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Direttore

Ezio BScuola di Psicoterapia Erich Fromm

Comitato scientifico

Maria AWorld Association for Dynamic Psychiatry

Irene BScuola di Psicoterapia Erich Fromm

Egon FDeutsche Akademie für Psychoanalyse

Andrea GScuola di Psicoterapia Erich Fromm

Page 3: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

L’IMMAGINALEMODELLI TEORICI

SEZIONE ARCHITRAVI

La collana si esprime su un ampio margine interdiscipli-nare, avendo per coordinata centrale la psicologia. Acco-glie contributi nazionali e internazionali, in italiano e inlingua originale, sui temi centrali alle professioni, ancheemergenti, come la ricerca e la manualistica di psicologia,psicoterapia, diritto e criminalistica, e sviluppa le questionitrasversali immerse nel cuore delle immagini, come lapsicoanalisi, l’arte, la letteratura. I lavori hanno il fine diampliare lo studio, l’esegesi e l’epistemologia delle disci-pline incontrate, coniugando il rigore scientifico alla ne-cessità di aprire gli argini del pensiero divergente, creativo,innovativo.

La sezione Architravi accoglie modelli teorici e di inter-vento nella ricerca e nell’esperienza multidisciplinare, inItalia e all’estero.

Page 4: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale
Page 5: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Giuseppe PanellaSilverio Zanobetti

Ritualità e Mitologia

Pierre Klossowski, tra veritàdel Simulacro e realtà del Mito

Preludio diIrene Battaglini

A

La Giovinezza di Giulio Cesaredi Giuseppe Rovani

Page 6: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

()

----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre

Page 7: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Che cosa sono, infatti, le varie facoltà psichiche? Si parla di “facoltà” come sesi trattasse di cose distinte e separabili; come se l’uomo avesse l’intelletto,l’immaginazione, la fantasia e via dicendo, allo stesso modo che ha le mani,i piedi, le braccia. È un errore madornale. Così pure si sente parlare della“natura intellettuale” e della “natura morale” di un uomo, come se anchequeste potessero essere disgiunte ed esistere separatamente. Le esigenze dellinguaggio ci impongono, è vero, di esprimerci così; dobbiamo parlare inquesta maniera, lo so bene, se vogliamo parlare. Ma le parole non devono,ai nostri occhi, irrigidirsi in cose. Mi sembra che a questo sia dovuta ingran parte l’opinione assolutamente erronea che ci formiamo di questoargomento. Dobbiamo anche riconoscere e tener sempre presente chequeste distinzioni non sono, in sostanza, altro che nomi; che la naturaspirituale di un uomo, la forza vitale che alberga in lui, è essenzialmenteuna e indivisibile; che quello che noi chiamiamo immaginazione, fantasia,intelligenza e via dicendo, non sono che forme diverse della medesimacapacità di intuizione, tutte indissolubilmente connesse l’una all’altra econgiunte in un’unica fisionomia, che basta conoscerne una per poterleconoscere tutte.

T. C, Gli eroi. Il culto degli eroi e l’eroico nella storia

Page 8: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale
Page 9: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

9

Indice

11 Preludio di Irene Battaglini

23 Introduzione. L’insostenibile leggerezza di Klossowski di Giuseppe Panella e Silverio Zanobetti

1. Antropologia, rituale, mitologia, 23 – 2. Simulacro, 25 – 3. Giulio Cesare e le Dame Romane, 26

Parte I Pierre Klossowski

La Verità, il Simulacro e l’Osceno (di Giuseppe Panella)

33 I. Premessa. Diana al bagno 57 II. Le matrone romane e l’estetica

dell’osceno 1. Bachofen con Bataille, 64 – 2. Bachofen, il matriarcato e altro, 70 – 3. Simulacri e sessualità, 83 – 4. Il teatro dell’ob-scenus, 87 – 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95

105 III. Ipotesi su Klossowski. La scrittura e il piacere dimenticato 1. Il Bafometto, 105 – 2. La storia, 106

Page 10: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Indice

10

Parte II Pierre Klossowski

e i Simulacri Viventi (di Silverio Zanobetti)

121 I. Simulacro e femminile 141 II. Ritualità romana ed erotica del rivesti-

mento. Il pensiero corporante 173 III. Ludi scaenici e simulacri viventi. La rin-

corsa al disonore 231 IV. Schiavitù e moneta vivente

Parte III

La Giovinezza di Giulio Cesare di Giuseppe Rovani

Mitopoiesi di un romanzo dimenticato (di Giuseppe Panella)

243 Il testo

Appendice La Giovinezza di Giulio Cesare

(di Giuseppe Rovani)

Prefazione di E.F.

1 Il romanzo

243 Indice originale

Page 11: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

11

Preludio

In che modo serviva la religione antica da dimora all’uomo ? Che cosa ri-ceveva l’uomo da quel prodotto spirituale? [...] Essa gli dava immagini. Che genere di immagini? E che cos’era il contenuto e l’involontario inse-gnamento di quelle immagini? Per esempio delle immagini relative all’immagine dell’uomo? alla sua posizione nel mondo? Al mondo stesso che lo circondava e che dopo veniva chiamato con una parola filosofica “physis”, “la natura”? K. KERÉNY, Introduzione all’essenza della mitologia

L’etimo di prelùdio (s.m. [dal lat. mediev. praeludium, der.

del lat. praelu evoca, nel momento che pre-cede il gioco o il combattimento, l’entrata in scena dei protago-nisti. Non deve entrare in gioco con i gladiatori, o i protagonisti del ludo, tuttavia assolve al compito, senza anticiparne gli esiti, della presentazione del dramma. Gli argomenti, attori di Pierre Klossowski, Ritualità e Mitologia: tra Verità del Simulacro e Realtà del Mito, sono enunciati nel titolo, e si avvicendano sul palco dei ludi scaenici in una alternanza di rimandi, allusioni, offerte propiziatorie, apparentemente in omaggio alla Grande Madre, nei cui versanti si impigliano le vesti – ora succinte ora sacre – della Dama Romana e della Grande Dea, tuttavia soltan-to vicariamente ad un movimento più universale e radicale che vi sottende.

A far da sfondo all’evoluzione del mito – evoluzione che de-termina cambiamento, abbandono di modelli obsoleti, salti strutturali – a parer mio sta Tempo, l’archetipo che sembra resi-stere all’erosione del mito da parte di Tradizione, che ne stabili-sce, tradendolo, varianti e usi a seconda della necessità sociale. Tempo sembra annettersi le varianti dei miti in una sua fecondi-tà opaca e greve sottratta a Gea, nel cui destino sta l’immutabilità ancora oscura delle strutture intrapsichiche.

Page 12: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Pierre Klossowski. Simulacri e mitologia

12

Se l’identità si erge a rappresentazione di sé, in una sorta di sovrapposizione tra contenuto e involucro, ovvero tra Sé e si-mulacro, l’occhio del filologo immaginale deve saper cogliere lo scarto di registro, al pari di un vecchio tipografo, tra queste due Gestalt, e in questo sconfinamento luminescente ridefinire i valori incrementali di significato. Le doti degli Autori, Giusep-pe Panella e Silverio Zanobetti, ben si coniugano tra loro in questa recherche, forti della dichiarata alleanza con Giuseppe Rovani: talenti innati di due cacciatori vigili, attenti ai movi-menti di Pan nella boscaglia, intercettati attraverso gli sposta-menti chimerichi di quella luce residuale sottratta alla realtà che scontorna dal simulacro come uno scotoma oscillante, quell’invisibile che, in un movimento della coda dell’occhio, si fa percepire di là del visibile, quale illusione fugace che prende il nome di Verità. Il gioco, come di artista di

una più antica e veneranda funzione dell’arte, quando l’artista non aspira-va a realizzare la “verosimiglianza", ma a gareggiare con la creazione stessa1

sembra configurarsi in una competizione tra natura e rappre-sentazione splendidamente argomentata in questo lavoro da Pa-nella e Zanobetti con un saggio e parsimonioso ricorso al trat-teggio, mette in palio il tentativo di imbrigliare la Verità, di ve-derla trasparire dal Mito, attraverso le modificazioni rituali e cultuali che le società umane vi attribuiscono nel Tempo, ren-dendo suadente la lettura di una scrittura limpida e a un tempo spessa, come di tarsìa lignea in Panella e marmorea in Zanobet-ti. Gli enunciati ubertosi si intrecciano agli intagli delle citazio-ni; le parole ricche hanno rughe e hanno respiro, esperienza quasi sapienziale, come di chi ha scritto ben sapendo in quale coraggiosa “creazione” si sarebbe avventurato: aderendo a pro-

1 E.H. GOMBRICH, Arte e illusione. Studio sulla psicologia della rappresentazione

pittorica, Phaidon Press ltd., London-New York, 1960. Seconda ed. italiana del 2010, p. 98.

Page 13: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Preludio 13

pria volta ad un mito, ingegnoso e gentile, vestito di un Animus creativo, generoso, non in antitesi eroica a Crono, ma inscriven-dosi nella biblioteca della Dea, che silenziosamente offre doni al figlio-amante (di cui è l’immagine speculare, invertita), per tenerlo a bada con una eterna strategia di controllo e subalterni-tà propria della mater familias: per ingraziarsene il cieco narci-sismo. Scrive Gombrich:

Il più famoso di questi miti che cristallizzano la fede nella capacità dell’arte a creare, anziché a ritrarre, è la favola di Pigmalione. Ovidio l’ha ridotta a una favoletta erotica, ma anche in questa versione profumata pos-siamo ancora avvertire qualcosa del brivido che le misteriose facoltà dell’artista una volta provocavano nell’uomo. In Ovidio Pigmalione è uno scultore che vuole modellare una figura femminile com’egli la vagheggia e si innamora della statua che fa. Prega perciò Venere di concedergli una sposa uguale alla statua e la dea trasforma il freddo marmo in un corpo vi-vo.2

L’eros, cui gli Autori attingono attraverso le pratiche delle Dame Romane e i costumi di un corpo che si fa “moneta viven-te”, è qui l’occasione per esplorare un aspetto della Dea che è merce e mercificazione, che è oggetto e diritto, che è espressio-ne e vissuto, ma che non riesce ad assurgere a piena soggettivi-tà, forse a causa dell’impronta crudele inflitta all’adultera. Aulo Gellio conferma la valorizzazione monetaria, la connotazione “utile” della relazione contrattualizzata, finalizzata alla stabilità del codice genetico e patrimoniale:

Se potessimo, o Quiriti, vivere senza moglie, noi tutti faremmo a meno di tale fastidio; ma poiché la natura ha disposto le cose in modo tale che non si può né vivere abbastanza bene con una donna, né in alcun modo senza

2 Ibidem. La favola, tuttavia, ricorre già nella tradizione degli Indi della Guiana,

che recita: «C’era una volta un vecchio di nome Nahokoboni. Egli soffriva perché non aveva figlie; chi lo avrebbe protetto se non aveva un genero? Essendo uno stregone, si fece perciò da sé una figlia ricavandola da un albero di susino…». In E.H. GOMBRICH, op. cit., p. 98.

Page 14: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Pierre Klossowski. Simulacri e mitologia

14

di essa, è da pensare piuttosto al benessere durevole che non a un breve piacere.3

È tuttavia in questa epoca, e grazie a questa parzialità di sguardo tra psiche e corpo, che l’amore e la sessualità iniziano ad intrecciare i propri destini, come due facce della stessa me-daglia, che Ovidio sapeva distinguere con colta delicatezza, im-primendo sull’una l’amore carnale, sull’altra l’amore che sarà prima poetico e poi cortese:

“Che fai?”esclamai “dove distribuisci queste delizie / dovute a me? Porrò le mie mani su di te / a tutela del mio diritto. Abbiamo in comune queste gioie. / Perché tra esse s’insinua una terza persona?”/ Queste mie parole il dolore le dettò alla lingua / e un pudore purpureo si diffuse sulle sue guan-ce consapevoli. / Come tenue rosseggia il cielo ai colori della sposa / di Titono, o una fanciulla allo sguardo del nuovo fidanzato, / così rifulgono le rose mescolate ai gigli.4

Se per Ausonio è nell’amore coniugale che si compiono lo zenith e il nadir della sessualità, come nell’Epigramma ad uxorem:

Moglie mia, viviamo come un tempo e conserviamo / i nomi che ci scam-biammo la prima volta nel talamo: / e nessun giorno ci trasformi nel corso del tempo, / sia io per te il ragazzo e tu la fanciulla per me. / Benché io sia più vetusto di Nestore e anche tu / più vecchia d’anni della Deifoba Cu-mana, / ignoriamo la saggia vecchiaia. Importa conoscere / il valore del tempo e non contarlo.5

per Ovidio l’amore, nella sua duplice accezione, è “libero”, orientando la «vela obliqua della latinità»6 al soffio morbido

3 Cfr. AULO GELLIO, Le notti attiche, UTET, Torino, 2007. In D. GOUREVITCH,

M.T. RAEPSAET-CHARLIER, La donna nella Roma antica, Giunti, Firenze, 2003, p. 73. 4 Cfr. OVIDIO, Amori, Rizzoli, Milano, 1985, II,V, vv.29-37 5 AUSONIO, La Mosella e altre poesie, a cura di L. CANALI, Mondadori, Milano,

2011. 6 A. GALGANO, Ausonio, Claudiano, Rutilio Namaziano. La vela obliqua della la-

tinità, Frontiera di Pagine, 12 ottobre 2013. http://www.polimniaprofessioni.com/rivista/

Page 15: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Preludio 15

della bellezza “inutile”, che addiviene così a qualità mitopoieti-ca:

Via da noi / tristi litigi di parole amare! / Tenero amor si nutre di dolcezza; / è per questi litigi che abbandona / il marito la sposa, ella lo sposo, / e vi-cendevolmente ogni cagione / trovan buona al litigio. È privilegio / riser-vato alle mogli: il litigare / è una dote mogliesca. Ascolti solo / la tua ami-ca da te parole grate. / Non v’ha costretto ad uno stesso letto / nessuna legge: vostra legge è amore.7

Nei ludi scaenici il corpo femminile si riavvolge qui nel po-tere ancestrale del mascheramento, facendone uso, a mio avviso qualche volta per proteggersi, e qualche volta per confondere le acque, per mistificare i tentativi di “leggere la realtà”, di mani-polarne l’intima essenza con il pensiero e con il linguaggio che sono propri di logos, del maschile. Difatti, se è vero che il mito è si da una parte rappresentazione descrittiva in divenire della realtà, alla stessa stregua il pensiero è da considerarsi un dispo-sitivo con la stessa dote incisoria, specialmente quando si vuole eternizzare nella scrittura. La parola nasce, inizialmente, proprio come mezzo di scambio, in una negoziazione di significati, co-me spiega Canestrari:

Se ci si riflette, tutta la nostra attività mentale si fonda sulla manipolazione astraente di immagini o espressioni che hanno un’origine concreta. […] Pensiero racchiude in sé l’idea di ponderazione, di soppesamento e valuta-zione comparativa. Valutazione deriva dall’idea concreta di attribuire un valore di scambio ad una moneta, un valore relativo e contestuale, ad un oggetto od elemento del pensiero.8

Klossowski è una voce del mondo contemporaneo che tenta

di riportare all’uomo di oggi quell’antico dramma che non sem-bra essersi del tutto consumato. A far da sostegno a questa idea sta tutta l’arte del XX secolo. Pensiamo alla suggestione del

7 Cfr. OVIDIO, L’arte di amare, op. cit., II, 227-239. 8 R. CANESTRARI, La psicologia scientifica, CLUEB, Bologna, 2007, p. 179.

Page 16: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Pierre Klossowski. Simulacri e mitologia

16

voyeurismo visionario di David LaChapelle (1963), che con la serie Deluge dichiara la sua gratitudine alla storia romana9; o al-la devozione per il simulacro di Louise Borgeouis (1911-2010), il cui corpo-oggetto dei Fabric Works è imprigionato in un do-lore muto, perpetuato dalla voce che riecheggia nella natura mi-nerale e imperiosa dalle forme arcaiche10 in cui sesso, identità e soggettività coesistono implodendo in un nodo endogamico.

Topiary, 2009 © Louise Bourgeois Permanent work, Castello di Ama (Siena)

Diffido delle parole. Non mi interessano, non mi soddisfano. Soffro per come le parole si consumano. Diffido dei Lacan e dei Bossuet, perché amano riempirsi la bocca di parole. Sono una donna molto concreta. Le forme sono tutto...

9 Cfr. David LaChapelle, Giunti GAMM, Firenze, 2007, a cura di G. MERCURIO,

F. TORRES. Catalogo della mostra fotografica di David LaChapelle a Milano, Palazzo Reale 25 settembre 2007 - 6 gennaio 2008.

10 Cfr. Louise Bourgeois. The Fabric Works, (2002-2010), Skira editore, Milano, 2011, a cura di G. CELANT.

Page 17: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Preludio 17

Con le parole puoi dire qualunque cosa. Puoi mentire finchè vuoi, ma non puoi mentire quando ri-crei un’esperienza...11

Museum, 2007, Chromogenic Print © David LaChapelle. In Dopo il diluvio, Roma, 2015. Palazzo delle Esposizioni

Mi corre l’obbligo di esplicitare un principio di metodo che

deve essere riconosciuto dal lettore all’opera che sta per inizia-re. Lo spaccato storiografico raccolto dagli Autori non ambisce ad assoluto (e di conseguenza non si pone lungo il continuum che vede in opposto il relativo), bensì è mosso da un ideale di realtà che non può che essere indicata ricorrendo al vero, attra-verso un linguaggio conosciuto e sufficientemente studiato co-me quello del mito. Il mito quindi non come risorsa della realtà ma come impiego della conoscenza, per meglio spiegarla e

11 L. BOURGEOIS, Distruzione del padre / Ricostruzione del padre, Scritti e interviste 1923-2000, a cura di M.-L. BERNADAC e H.-U. OBRIST

Page 18: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Pierre Klossowski. Simulacri e mitologia

18

comprenderla, e quindi ascrivendo questo studio intorno a Klos-sowski in una caratterialità scientifica. Scrive Jean Daniélou:

Di una filosofia mi interessa non che cosa dice del suo autore ma quello che mi insegna del reale. Inoltre, la tesi della storicità dell’uomo poggia su una confusione tra la permanenza della realtà e il progresso della cono-scenza. Da Tolomeo a Copernico il cambiamento non è avvenuto nel mondo astrale ma nella conoscenza che noi abbiamo di quel mondo; da Platone a Heidegger non è cambiato l’uomo, ma dovrebbe aver progredito la conoscenza che ne abbiamo. Non è cambiata la realtà della risurrezione del corpo fisico del Cristo: il progresso del dogma è la progressiva esplici-tazione delle implicazioni di un evento che si è verificato una volta per sempre. Secondo l’ermeneutica di Bultmann, invece, è la stessa realtà a cambiare con il linguaggio. Ciò è contrario a qualsiasi posizione scientifi-ca seria. Ciò non significa affatto che la temporalità non sia costitutiva di tutto quello che è stato creato.12

Robert Graves supporta la tesi sostenendo che il mito vero e proprio non deve essere confuso con l’allegoria filosofale, la spiegazione eziologica dei miti, la satira, la parodia, la leggenda morale, la favola sentimentale13. Il mito vero e proprio corri-sponde alla

riduzione narrativa dei mimi rituali eseguiti nelle feste pubbliche e in mol-ti casi riprodotti sulle pareti dei templi, su vari, sigilli, tazze, specchi, co-fani, scudi, tappezzerie, e così via.14

Il mito, in questa lettura tutta psicodinamica, è sostenuto dall’archetipo come struttura cristallina, in una costante non di forma e non di contenuto (giacché in questo modo ricalcherebbe la tesi che il pensiero forgia la realtà) ma di distribuzione di contenuto, i cui abiti mitografici sono vestigia di vittorie e scon-fitte, di morte e di ritorni.

12 J. DANIÉLOU, La cultura tradita dagli intellettuali, Rusconi, Milano, 1974, pp.

73-74. 13 Cfr. R. GRAVES, I miti greci, Longanesi, Milano, 1996, p. 4 14 R. GRAVES, I miti greci, Longanesi, Milano, 1996, p. 4.

Page 19: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Preludio 19

Quello di Klossowski, e forse anche quello di un giovane Cesare, è un mondo, in ordine ad una psicologia dinamica, “po-licentrico”, così come l’avrebbe definito Hillman, lungi da una fantasia decadente e disgregante, moraleggiante:

La molteplicità dell’anima richiede una fantasia teologica ugualmente dif-ferenziata. […] Quelli della psicologia non sono Dei “in cui si crede”, non sono presi in senso letterale, né immaginati teologicamente. […] La religione si accosta agli Dei col rito, la preghiera, il sacrificio, il culto, il credo [...]. Nella psicologia archetipica, gli Dei vengono “immaginati”. Ci si accosta a loro mediante metodi psicologici di personificazione, patolo-gizzazione e psicologizzazione. Gli Dei sono formulati in modo ambiguo, come metafore per modalità di esperienza, come personaggi numinosi e in un certo senso “al limite”. Sono prospettive cosmiche a cui l’anima parte-cipa.15

Il mito è qui un carboncino duttile a creare, è il salvacondot-to dell’uomo dal magma lavico del non sapere che è proprio di Crono (Tempo onnipotente, non misurabile, la cui massima espressione egemonica è il potere di sottrarre se stesso, la misu-rabilità del tempo lineare) alla tenera e duttile bellezza origina-ria del sapersi “creato” che è origine del tempo-mondo, del rap-porto con la viva carne umanizzata, che nasce e che per attuarsi esige la temporalità definitoria, come prosegue Daniélou:

dell’essere creato caratterizzato dal fatto di essere passaggio dal nulla all’essere passare dal nulla. È passaggio all’essere al più di essere. Ma questa temporalità, questo sviluppo, avviene nell’ambito di un dato ordi-ne, di una data natura: una cosa è l’evoluzione del mondo della materia, altra cosa è la trasformazione che l’uomo compie dalle sue condizioni di vita, altra ancora la crescita della conoscenza soprannaturale nella tenebra luminosa. La nozione di natura a questo punto tocca la nozione di ordine. Essa non implica in alcun modo il fissismo che le si vorrebbe far esprime-re, ma significa che il progresso autentico consiste nel diventare quello che si è.16

15 J. HILLMAN, Re-visione della psicologia, Adelphi, Milano, 1992, pp. 286 e segg.

16 J. DANIÉLOU, La cultura tradita dagli intellettuali, op. cit., p. 74.

Page 20: L’IMMAGINALE MODELLI TEORICI - Aracne editrice · dell ob-scenus , 87 5. I Padri della Chiesa e la sessualità come ostacolo morale, 95 105 III. Ipotesi su Klossowski. ... quale

Pierre Klossowski. Simulacri e mitologia

20

Il piano è quello del divenire, lungo l’archetipo, lasciandone affiorare le sfaccettature. Nel divenire quel che si è si costella proprio quel processo trasformativo che per Jung è acceso dal «principio di individuazione»17, e che trova i suoi precursori in Aristotele, Schopenhauer, Nietzsche.

Il testo si evolve lungo due assi a descrivere quattro qua-dranti, come si vede dalla morfologia quadripartita in cui si rac-colgono eros, pathos, potere, mitopoiesi.

Una immagine di apertura all’elegante universo di Klossow-ski e di Cesare dei nostri Autori (che ho l’onore di annoverare tra i Docenti della Scuola di Psicoterapia Erich Fromm): una torre a quattro orologi, un architrave molteplice sorretto da quattro ordini, a sostenere una danza di archetipi, a far da guar-dia al cielo, come in sogno, in cui per dirla con Addison

l’anima conversa con innumerevoli individui di sua creazione e si trasferi-sce in diecimila scene di sua immaginazione: l’anima è il teatro, l’attore e lo spettatore.18

Firenze, 8 novembre 2015 Irene Battaglini

Pittrice, Docente di Psicologia dell’Arte Scuola di Psicoterapia Erich Fromm

17 Cfr. M. Stein, Il principio di individuazione. Verso lo sviluppo della coscienza

umana, trad. it. di P. Donfrancesco, Moretti & Vitali, Bergamo, 2010. 18 J. ADDISON, fondatore e direttore di The Spectator, quotidiano inglese uscito dal

marzo 1711 al dicembre 1712, è citato da J.L. BORGES nel Prologo al Libro dei Sogni, quando conclude il suo pensiero affermando che «l’anima è anche autore della storia cui assiste, pertanto i sogni rappresentano un vero e proprio genere letterario, il più antico». Adelphi, Milano, 1995.