Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso...

48
Liceo Scientifico “G. Aselli” Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: “Segni per incontrarsi” Progetto promosso da: Comune di Cremona – Assessorato ai Diritti di Cittadinanza – Centro Interculturale Mondinsieme – Tavolo Interreligioso di Cremona

Transcript of Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso...

Page 1: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Liceo Scientifico “G. Aselli”

Anno scolastico 2010/2011

Classe 2°F

Storia/Educazione Civica

Percorso sul dialogo interreligioso:

“Segni per incontrarsi”

Progetto promosso da: Comune di Cremona – Assessorato ai Diritti di Cittadinanza – Centro

Interculturale Mondinsieme – Tavolo Interreligioso di Cremona

Page 2: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Flussi migratori

ieri/oggi

Page 3: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Quando ad emigrare erano gli italiani

DA DOVE SI PARTIVADA DOVE SI PARTIVA

IERI OGGI

Al giorno d’oggi gli italiani emigrati all’estero sono 4 028 370. Ogni anno ne emigrano circa 50 000.DOVE SI VA: Francia, Inghilterra, parte dell’est Europa (55%); America (39,3%); Oceania (3,2%); Africa (1,3%); Asia (0,9%).

Fonti: AIRE e MAE

Page 4: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Italia: Paese di immigrazioneItaliani residenti in Italia: 60 340 328

Stranieri residenti in Italia: 4 235 059

Ipotesi sulla presenza di irregolari in Italia:

500 000/ 600 000

Paesi di provenienza: 1. Romania

2. Albania

3. Marocco

4. Cina

5. Ucraina

Page 5: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Gli stranieri incidono sul PIL italiano per l’11%.

Nel rapporto tra contributi versati dagli stranieri (tassazione e contributi pensionistici; costo dei permessi di soggiorno) e spesa dello Stato per assistenza ed integrazione, lo Stato guadagna circa un miliardo di euro.

La popolazione italiana media è ANZIANA, mentre quella di provenienza straniera è GIOVANE.

Le professioni maggiormente svolte sono: 55,9% SERVIZI (settore terziario, alberghi, assistenza anziani), 31,9% INDUSTRIA (edilizia, metallurgia), 8,7% AGRICOLTURA.

La Lombardia vede sul proprio territorio un maggior numero di stranieri rispetto alle altre regioni.

Il 24,4% di studenti stranieri frequenta scuole in Lombardia.

Nella provincia di Cremona gli stranieri sono 37.447 (totale abitanti: 362 061).

Page 6: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Tavolo Interreligioso di Cremona Il Tavolo interreligioso di Cremona è nato nel 2006 su

impulso di alcuni soggetti che facevano parte del Centro interculturale “Mondinsieme”.

La loro attività ha la finalità di favorire valori come: il diritto all’espressione della propria religione, ad avere un proprio luogo di culto, alla conoscenza dei contenuti e delle tradizioni di ogni espressione religiosa, all’incontro interreligioso di dialogo e di fraternità.

Le chiese che fanno parte del Tavolo Interreligioso sono: Comunità Buddista Soka Gakkai, Comunità Cristiana Avventista del 7° giorno, Comunità Cristiana Cattolica, Comunità Cristiana Ortodossa, Comunità Evangelica Metodista Valdese, Comunità Islamica, Comunità Sikh.

Page 7: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Seguiranno alcune immagini a confronto tra l’emigrazione

italiana del ‘900 e l’immigrazione contemporanea

nel nostro Paese.

Page 8: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il perché dell’emigrazione

Page 9: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Divieto d’accesso agli stranieri!

Page 10: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Manifestazioni per i propri diritti

Page 11: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Mass media e immigrazione, un rapporto difficile

• Clandestino

• Extracomunitario• Vu cumprà• Nomade• Campi nomadi• Zingari

• Irregolare, rifugiato, richiedente asilo, senza documenti

• Non comunitario (per le nazionalità non UE)

• Ambulante, venditore• Rom/sinti• Campi rom/ campi sinti• Rom/sinti

PAROLE DA METTERE AL BANDO

ALTERNATIVE

Page 12: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Sondaggio lanciato dal quotidiano “La Stampa” –

13/05/2009

“Il governo ha deciso di respingere i migranti clandestini prima ancora che arrivino in Italia. Siete d’accordo?”

“Il governo, nonostante le obiezioni dell’Onu, ha deciso di respingere i migranti in Libia, prima che le loro imbarcazioni arrivino in Italia e senza verificare che abbiano i titoli per richiedere il diritto d’asilo. Siete d’accordo?”

Abbiamo provato a rispondere in classe alla prima domanda. Abbiamo poi riformulato la domanda e constatato che l’esito della risposta risultava nettamente diverso. La causa era da ricercarsi nell’effetto della formulazione numero 1, con l’uso della parola clandestini

(Dal libro: PAROLE SPORCHE – Lorenzo Guadagnucci, giornalisti contro il razzismo)

Page 13: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

“Oggi ci fa paura ciò che eravamo noi stessi fino a qualche decennio fa.”

Gian Antonio Stella

Il Viaggio Più Lungo - L’Odissea Dei Migranti Italiani L’Orda – Quando Gli Albanesi Eravamo Noi

Page 14: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

L’Esule

NEMAT MIRZAZADEH

Poeta esule iraniano

Abbiamo riportato il testo di questa poesia con l’augurio che gli stranieri vengano visti da tutti noi con lo sguardo di chi non pretende di giudicare anche ciò che non conosce.

..."Ascolta questo e niente altro ..."Così non guardarmi come un intruso.Così non umiliarmi con il tuo sguardo.Che cosa dunque credi? Tu niente sai di me.Né da dove vengo...né perché mi trovo nella tua patria.La via che ho percorso non l'ho percorsa certo per mia scelta.Non posso pensare che, ospite indesiderato,mi sia accostato alla tua mensaper il profumo di un pezzo di pane.In verità io non provai attrazione per la tua terra;neanche il diluvio potrebbe sradicarmi dalla mia.Prova allora ad immaginare che cosa sia successo,perché, contro la mia volontà,io approdassi alla tua terra.Suppongo che tu non mi conosca.Ebbene considerami un ospite di passaggio,

Page 15: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

che neanche un attimo più del necessariodesidera trattenersi nella tua casa,che in nulla, proprio nulla,vuole attendere al tuo privato.A fronte di tutte le tue aspirazioni,neanche una manciata di pagliaio pongo sul piatto della bilancia.Come fai, dunque a giudicarmi?Anche per me esiste una patriache ho amato più della mia vita.Per anni ho sopportato croci lungo il camminonella speranza di migliorarla.Solo le ondate dell'imprevisto e della sventurami hanno gettato sulla tua spiaggia.Ma, ovunque mi trovo, nel mio petto non sussistealtro che la mia patria.Che cosa mai posso dirti perché tu sappia chi sono?Dei miei avi tutto ignori.Quanti canti immortali per lunghi secoliessi hanno effuso sotto la cupola azzurra del cielo?Quante immagini hanno impressonella memoria dell'universo?Ma tutto ciò ti interessa davvero?

Page 16: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Questa storia- mi fai capire- Non ha niente a che vedere con la tua.Quand'è così, allora, non chiedere più di me.Lasciami nella mia solitudine con la mia sofferenza.Sappi solo che anche per me esiste una patriae che conto i giorni nell'attesa che la viatorni a spianarsi verso di essa.Ascolta questo e niente altro:che al mio paese l'ospite é caroquanto la propria anima.

Nemat Mirzazadehpoeta esule iraniano

Page 17: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Noi e le parole dell’ Islam

Incontri tra la civiltà arabo-islamica e la civiltà europea Il fondamento della religione islamica: i 5 pilastriIl vocabolario minimo per iniziare la conoscenza dell’IslamLe parole da utilizzare in maniera corretta sull’ Islam

Page 18: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Incontri tra la civiltà arabo-islamiIca e la civiltà europea

Già nell’antichità, precisamente a partire dall’ VIII secolo d.C. la civiltà europea cominciò ad entrare in contatto con la civiltà araba e con l’ Islam. Infatti già nel 732 Carlo Martello, re dei Franchi, affrontò a Poitiers la presenza araba in Europa. Successivamente nel 778 Carlo Magno venne chiamato dall’ emiro di Saragozza per fronteggiare il sovrano omayyade di Cordova in situazione di conflitto. L’ evento storico della battaglia di Roncisvalle - l’attacco della retroguardia dell’esercito franco da parte dei predoni baschi- venne poi interpretato in chiave di conflitto religioso nell’ Età delle Crociate, dando origine alla Canzone di gesta: “Chanson de Roland”(sec. XI ). Tale componimento veniva cantato lungo le vie dei pellegrinaggi dalla Francia verso il santuario di Santiago de Compostela. Inoltre con l’orientamento dei commerci e la nascita delle Repubbliche marinare i contatti aumentarono e si intensificarono. Nelle Crociate, viste come scontro tra due religioni, quella orientale islamica e quella occidentale cristiana, si riuscirono ad infittire i rapporti tra i due mondi, benchè fossero vere e proprie guerre di conquista dove si mirava ad arricchirsi.

Page 19: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Incontri tra la civiltà arabo-islamica e la civiltà europea

Nonostante ciò l’ appartenenza a schieramenti ostili non impedì di concludere scambi commerciali e buoni affari. Grazie a questo si moltiplicarono i rapporti culturali con la civiltà arabo-islamica.Questi numerosi contatti consentirono la diffusione di conoscenze scientifiche, tecniche , filosofiche, mediche di origine islamica considerate le più avanzate fino al Rinascimento (Avicenna - Ibn Sina e Averroè - Ibn Rushd) . Grazie alla presenza in Sicilia e in Spagna di esponenti della cultura araba e persiana si riscoprì il valore della filosofia (cfr. studi e traduzioni di opere aristoteliche e letteratura greco-ellenistica. Altro importante contributo degli arabi che persiste fino ai giorni nostri è la decifrazione da alcuni testi sanscriti (civiltà indiana) della numerazione che sostituì quella latina, diffondendo il più comodo utilizzo di quelli che ancora noi chiamiamo numeri arabi. L’influenza della civiltà araba è riscontrabile nell’architettura in città come, ad esempio, Palermo e Venezia, dove si possono vedere archi ad ogiva, mihrab, cupole, bassorilievi e mosaici riproducenti immagini orientali.

Page 20: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Venezia e l'Islam 828 - 1797In principio fu Bisanzio. Con i suoi sontuosi ori, gli scintillanti smalti, le

fulgide gemme, lo splendore di corte ad illuminare schemi e forme dell'arte veneziana, nei primi secoli del Medioevo. Poi - fra il XII ed il XIV secolo - giunsero gli Arabi, e offrirono nuove fonti d'ispirazione e modelli per le creazioni d'arte. Comunque, Oriente. E i palazzi lagunari s'adornarono di tappeti policromi, di levigata seta, broccati luminosi e soffici velluti, divenendo magnifici emblemi della crescente potenza veneziana. Mentre i rapporti commerciali con l'"altra sponda" del Mediterraneo s'infittivano, generando legami privilegiati con le grandi dinastie musulmane - gli Ayyoubides, i Mamelucchi e gli Ottomani - e i saperi e le tecniche orientali venivano tradotti in piazza San Marco. A sua volta, la Repubblica veneta, a partire dal XVI secolo, esportava lussuosi oggetti con decorazioni islamiche in direzione delle grande capitali del Levante. La mostra racconta proprio la storia delle relazioni commerciali tra Venezia ed il mondo arabo-musulmano, nell'intento di evidenziare gli scambi culturali da essi derivati, poco conosciuti e spesso sottovalutati

Page 21: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.
Page 22: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

GLI ARABISMI NELL’ITALIANOChe la lingua araba, dal Medio Evo fino ai giorni nostri, abbia svolto un

rilevante influsso sull’italiano così come su molte altre lingue neolatine (in particolare spagnolo e portoghese), è fatto ben noto. Il risultato concreto, evidente a tutti, di questa influenza lunga di secoli si ha nei cosiddetti prestiti arabi in italiano, cioè in quelle parole entrate a fare parte integrante del vocabolario dell’italiano, ma per le quali gli studiosi hanno rintracciato un’origine araba.

Se cerchiamo di definire brevemente, guardando ad una dimensione storica più ampia, i motivi che hanno portato alla penetrazione di parole arabe in italiano standard e nei vari dialetti, possiamo delimitare almeno quattro diverse cause, distinte ma collegate tra loro.

Il primo e più evidente, ma non necessariamente più importante, motore dell’afflusso di arabismi in italiano deve essere individuato nel fatto che, dall’ottavo alla fine del quindicesimo secolo, delle compagini statuali arabo-islamiche (e berbero-islamiche) governarono, con un’estensione territoriale mutevole, la penisola iberica e, per il periodo dall’827 al 1091, anche la Sicilia. Ovviamente, in quei territori di lingua romanza che si erano trovati sotto il governo diretto degli arabi, l’influenza della lingua araba dovette essere di necessità molto profonda.

Page 23: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

e del lasso cronologico in cui esercitarono un loro dominio effettivo in regioni a prevalente cultura latina, i differenti stati arabi hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nell’intreccio delle reti commerciali che hanno legato le sponde del Mediterraneo durante il medioevo e fino all’era moderna. Perciò, anche i contatti tra i mercanti arabi ed italiani hanno favorito la diffusione nella nostra lingua di numerosi elementi lessicali presi a prestito dall’arabo.

Accanto ai rapporti espressamente mercantili, anche le varie Crociate, la cui organizzazione e realizzazione fu, come tutti ben sanno, il risultato di un complesso di fattori tra i quali, oltre a quelli militari e religiosi, non mancavano quelli economici e commerciali, hanno probabilmente contribuito in maniera non secondaria all’arrivo di termini arabi in Occidente.

Infine, oltre a queste tre vie di trasmissione dei prestiti che possiamo considerare dirette, è necessario menzionare il fatto che un buon numero di parole di origine araba è penetrato in italiano in maniera per così dire indiretta e mediata, attraverso le traduzioni in latino, o, meno spesso, in un qualche volgare italiano, di un gran numero testi filosofici, astronomici, matematici e tecnico-scientifici redatti originariamente in arabo.In secondo luogo, però, bisogna ricordare che, al di là dello spazio geografico

Page 24: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

•Termini botanici:• Albicocco. Dal vocabolo arabo collettivo al-barqu¯q, con variante fonetica (birqu¯q),

che significa prugne, susine.• Arancio. Dall’arabo na¯rangÍ, vocabolo di origine persiana. In italiano la parola ha

subito la caduta della n- ritenuta parte dell’art. (*un narancio > un arancio; la forma narancio è attestata nell'Ariosto e in alcuni dialetti, ad es. a Venezia troviamo naranza).

• Carciofo. Dal vocabolo arabo di senso collettivo hursÍu¯f .• Limone. Dall’arabo e persiano limun, a sua volta derivato probabilmente da una

lingua orientale. Arrivò in Occidente insieme al frutto, durante le Crociate.• Marzapane. Contemporaneamente ed indipendentemente due studiosi, R. Cardona e

G.B. Pellegrini, hanno esattamente individuato nel nome della città indiana di Martaban il punto di partenza della dibattuta storia del termine: l’arabo martaban designò, dapprima, un tipo particolare di vaso di porcellana, proveniente da quella città (cfr. massapanus nel latino medievale della Curia romana, 1337, e marzapani che, con varianti, s’incontra in inventari siciliani del 1487 e 1490: Lingua Nostra XV, 1954, 72, poi la confettura di zucchero e spezie, che quello solitamente conteneva (martabana in una lettera da Aleppo, scritta nel 1574 da un mercante veneziano e citata da G.B. Pellegrini).

• Zafferano. Voce entrata in italiano dall’arabo za‘faran, forse con un tramite veneziano.

Page 25: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

• Termini commerciali

• Dogana. Dall’arabo diwan(a), libro dove si segnavano le merci in transito.• Facchino. La voce è stata a lungo ritenuta di origine francese. Più persuasiva la soluzione

proposta da Pellegrini che fa risalire il termine alla parola araba faqª°h, in origine giureconsulto, teologo, passata poi ad indicare il legale chiamato a dirimere questioni relative alla dogana (accezione questa chiaramente attestata nello Zibaldone da Canal: "tuti quelli che porta ollio in Tonisto [= Tunisi] si lo convien desvasselar e farllo metere in çare e non se può far se lli fachini del fontego de l'oio non è susso per vederllo inçarar"). La degradazione semantica da ufficiale di dogana a portatore di pesi sarebbe avvenuta nei secoli XIV-XV, quando, in seguito alla grave crisi economica del mondo arabo-islamico, gli antichi funzionari furono costretti a dedicarsi al piccolo commercio di stoffe (e effettivamente in un testo latino medievale del Cadore del XVI secolo e in un documento latino medievale di Venezia del 1458 la parola fachinus sembra indicare un mercante), che essi stessi trasportavano di piazza in piazza sulle proprie spalle.

• Fondaco. Dall’arabo funduq, alloggiamento per mercanti, a sua volta derivato dal sostantivo gr. pandochêion, locanda.

• Magazzino. Dalla parola araba di forma plurale makhāzin, depositi. • Ragazzo. E’ una voce sulla cui origine si è molto discusso. Tra le molte proposte avanzate, oggi

generalmente accettata dagli studiosi è la provenienza araba del vocabolo che deriverebbe dalla parola raqqa¯sò. Raqqa¯sò, nel Magreb, significa corriere che porta le lettere, messaggero (dal secolo XIII) ed è un termine molto probabilmente penetrato dalla Sicilia in Italia (o attraverso la terminologia della dogana). Da notare che alcune testimonianze latine ( ragaceni, 1408, a Cividale; ragazzini, 1492 a Faenza) non rappresentano un diminutivo, ma il regolare plurale arabo di raqqa¯sò, cioè raqqa¯sòª°n.

• Sensale. Dall’arabo simsa¯r, mediatore, derivato a sua volta dal persiano saps

Page 26: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

•Termini scientifici:• Cifra. Come per la parola zero l’origine è da ritrovare nell’arabo sòifr, propriamente

aggettivo col significato di vuoto (cioè assenza di unità). Anche cifra, infatti, indicava originariamente lo zero e ancora nel 1740 il matematico Guido Grandi oppone cifra (cioè zero) a unità.

• Nadir. Dall’arabo nazir, (punto) opposto (allo zenit)• X, segno per indicare l’incognita. In ultima analisi deriva dalla parola araba sÍay’,

cosa, la cui lettera iniziale sÍ (da pronunciarsi sh, fricativa palatale sorda) era usata come abbreviazione per indicare l’incognita nei testi arabi di algebra. In spagnolo antico (come ancor oggi in portoghese) il suono sh era scritto con la lettera x e quindi anche la sÍ dell’incognita divenne x. L. Fibonacci nel suo Liber Abbaci seguì questo uso grafico e lo diffuse definitivamente.

• Zenit. Il termine deriva dall’arabo samt al-ru’us, direzione delle teste. La parola indica il punto in cui la verticale che passa per un punto di osservazione incontra la sfera celeste.

• Zero. L’etimologia è dall’arabo sòifr, vuoto, calco sull’aggettivo sanscrito s¢u¯nyá, vuoto, che i matematici indiani, e sul loro esempio poi gli Arabi che trasmisero la parola, col nuovo significato, in Occidente, usavano per indicare lo zero. Leonardo Fibonacci latinizzò tale voce in zephirum, che poi, nelle fonti italiane, diventò zefiro, zefro e quindi zero (documentato dal 1491). Un adattamento della parola araba più vicino all’originale è quello dello spagnolo cifra, italiano cifra (francese chiffre, tedesco Ziffer) col valore di segno numerico. Algebra. E’ voce introdotta in Occidente da Leonardo Fibonacci col celebre Liber Abbaci (1202) e risale all’arabo ‘ilm al-gÍabr wa al-muqa¯bala, scienza delle riduzioni e comparazione (opposizione).

• Algoritmo. Il termine, che come nome comune indica un procedimento di calcolo, deriva dal nome proprio del matematico al-Khwarizmi, che a sua volta significa nativo del Kwarizm, regione dell’Asia centrale.

Page 27: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

•Termini militari:• Aguzzino. Dall’arabo al-wazīr, originariamente significante ministro, con

degradazione semantica.• Alfiere. Sia nel senso di "portabandiera" che nel senso, da esso derivato di "pezzo del

gioco degli scacchi movibile in senso diagonale lungo le caselle di uno stesso colore". L’etimo è nello spagnolo alférez, che a sua volta viene, in ultima analisi, dal vocabolo arabo al-fīl "elefante" (entrati in arabo dal persiano pīl).

• Ammiraglio. La voce ammiraglio trae origine dall’arabo amª°r (comandante, principe, governatore) passato attraverso il greco amerâs (già in Eginardo, Vita Caroli); sulla specializzazione marinaresca della parola, già Michele Amari affermò che sarebbe avvenuta in Sicilia, alla corte dei Normanni (di qui passata alle altre marine europee).

• Ascaro. Soldato indigeno delle vecchie truppe coloniali europee, specialmente quelle italiane in Eritrea e Somalia direttamente dall’arabo ‘askarī "soldato", su cui è stato ricostruito il singolare maschile italiano ascaro.

• Assassino. Deriva dalla parola araba hashishiyya o anche hashshashiyya, che significa letteralmente fumatore di hashish. Il termine fu usato per indicare gli adepti del gruppo ismailita dei Nizariti di Alamut in Persia, che seguivano con obbedienza cieca il loro capo noto come "il Veglio della Montagna". Gli aderenti alla setta avevano costituito una sorta di organizzazione terroristica ante litteram, per realizzare azioni violente e assassini politici in vari paesi del Vicino Oriente. Si dice che, prima di andare a compiere simili imprese, i membri del gruppo si inebriassero, fumando cospicue quantità di hashish: da qui la denominazione, dalla connotazione denigratoria, di hashishiyya che fu loro attribuita. L’uso del termine è stato poi esteso ad indicare l’omicida, senza particolari attributi.

• Cassero. Il termine, che indica la parte più elevata e munita di un castello, si riconnette all’arabo qasòr, castello, che deriva dal greco bizantino kástron, a sua volta proveniente dal latino castrum, castello, fortezza.

Page 28: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

•Termini di uso comune:• Baldacchino. Dall’arabo bagdādī, aggettivo con il senso di "di Bagdad",

che già in Levante significava tanto una "stoffa preziosa di Bagdad" quanto "ornamento a forma di cupola, che sovrasta qualche cosa".

• Caraffa. Dall’arabo magrebino garrafa "vaso cilindrico di terra cotta con una o due orecchie": forse c’è stata contaminazione con un’altra parola araba, qaraba, "bottiglia di vetro a grosso ventre".

• Giara. Parola forse entrata in italiano tramite lo spagnolo jarra o, meglio considerata la cronologia, direttamente dalla sua origine, l’arabo ğarra.

• materasso. Dall’arabo matrah dalla rad. taraha "gettare", cioè "luogo dove si getta qualcosa", ad esempio un "tappeto sul quale coricarsi". La parola compare quasi contemporaneamente in Italia, Francia, Germania e Inghilterra, ma l’ipotesi più probabile e che il punto primo di diffusione, necessariamente meridionale, sia stato l’Italia.

• Tazza. Dalla parola araba tāsa, giunta in tutto l’occidente verosimilment dai porti del Levante.

• Zerbino. G. B. Pellegrini ha per primo riconosciuto l’origine ultima della parola nella voce araba zirbiyy "tappeto, cuscino", trasmessa all’italiano standard probabilmente attraverso l’italiano regionale ligure.

Page 29: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

• Caffet(t)ano. Termine derivato direttamente dall’arabo quftān. • Cremisi. Nelle sue vare accezioni ha la sua origine nell’aggettivo

arabo qirmizī "del colore della cocciniglia", derivato dal vocabolo qirmiz "specie di cocciniglia" (a sua volta dal persiano kirm "verme"),

• Gabbana. Parola derivata dal vocabolo arabo qabā’ "tunica da uomo dalle maniche lunghe", entrato simultaneamente in Italia e in Spagna.

• Giubba. Voce che ha la sua origine direttamente nella parola araba ğubba "sottoveste di cotone" di vasta diffusione romanza, ma soprattutto italiana.

• Ricamare. Dall’arabo raqama, raqqama "ricamare, tessere una stoffa", al quale restano fedeli molte varianti antiche e dialettali con rac- iniziale. Le corrispondenti forme francesi e spagnole sono state introdotte dall’Italia, che deve considerarsi il centro europeo di diffusione del ricamo, incrementata a Palermo intorno al Mille.

• Scarlatto. Voce di origine persiano-araba saqirlat "abito tinto di rosso con cocciniglia", a sua volta formato sul greco dal bizantino sigillátos, ricalcato sul latino (textum) sigillatum.

Page 30: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

• Bizzeffe. Nella locuzione avverbiale a bizzeffe nel senso di "in grande quantità, a iosa"; direttamente dall’arabo magrebino bizzaf, "molto, in abbondanza" .

• Garbo. L’ipotesi più accreditata, anche se non l’unica, è di una derivazione dall’arabo qalib ‘modello’, che spiegherebbe tanto le accez. più ant. (‘forma (dei pezzi di costruzione) di una nave’, attestata tardivamente – 1602, B. Crescenzio – nei testi it., ma molto prima in quelli dial. – come il gen. ga(r)ibu nel sec. XIII: E. G. Parodi in AGI XVI, 1902-05, 141 –, tenuti dal Diz. mar. stranamente separati con doppia e diversa etim.), quanto le forme dial., come il calabr. gálipu (C. Salvioni in SR VI, 1909, 19).

• Meschino. Direttamente dall’arabo miskīn (forse a sua volta di lontana ascendenza accadica) "povero, misero", documentato in Spagna nel secolo X, in Francia nel successivo.

• Scacco. Con ogni verosimiglianza il gioco ha avuto una storia simile a quella delle cifre "arabe": come quest’ultime anch’esso è passato dall’India alla Persia e quindi nel mondo islamico, giungendo fino agli arabi di Spagna. La parola araba per scacchi è, infatti, di chiara origine indiana (shatranğ o shitranğ, proveniente etimologicamente dal sanscrito čaturanga "formato da quattro membra", cioè i quattro pezzi del gioco). Essa è testimoniata ancora nelle lingue iberiche: l’antico portoghese acedrenche e il moderno xadrez, lo spagnolo ajedrez. Nelle altre lingue europee il nome del gioco è stato ricreato dalla formula mista arabo-persiana che segna la conclusione del gioco: shāh māt, cioè "il re è morto, scacco matto".

• Zecca. Direttamente dall’arabo sikka "moneta, conio" e dār al-sikka "zecca", lett. "casa della moneta". Zecchino ne è l’aggettivo "(ducato nuovo) di zecca", e sostituì il vocabolo ducato, che designò una moneta aurea ideale.

Page 31: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il fondamento della religione islamica: i 5 pilastri

1. La professione di fede (shahada) : “Non vi è altro Dio che Allah. Muhammad è l’ inviato di Allah”.

2. La preghiera (salat) si svolge 5 volte al giorno: mattino, mezzogiorno metà pomeriggio, tramonto e un’ ora e mezza dopo il tramonto.

Nei venerdì, la preghiera congregazionale si tiene a mezzogiorno, ed è ritenuta obbligatoria per gli uomini e facoltativa per le donne. Un musulmano può pregare praticamente ovunque, anche sul lavoro o a scuola. È raccomandato però che si metta una stuoia pulita a terra dove pregare e di rivolgersi in direzione della Mecca durante la preghiera.

Page 32: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il fondamento della religione islamica: i 5 pilastri

3. L’elemosina legale (zakat) originariamente era un prelievo sui beni superflui di ciascuno e serve appunto a rendere lecita e fruibile la propria ricchezza materiale. A ciò si provvede col pagamento di una quota-parte dei propri guadagni (calcolando un minimo esente che può variare a seconda dei luoghi e dei tempi) che va, in forma di solidale aiuto, alle categorie più svantaggiate della società islamica - specialmente i poveri, gli orfani e le vedove - ma che potrà essere destinata a diversi scopi pii (quali ad esempio il sostentamento della comunità musulmana, gli aiuti per i viandanti pellegrini o l'espressione pubblica della propria fede).

Page 33: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il fondamento della religione islamica: i 5 pilastri

4. L'osservanza del Sawm (digiuno) include l'astinenza dal mangiare, dal bere, dal fumare, dal profumarsi e dai rapporti sessuali. Il digiuno è ordinato dal Corano durante tutto l'arco del dì, fino al calar del sole, per i 29 o 30 giorni del mese lunare di Ramadan. Durante il mese lunare di Ramadan i musulmani trascorrono più tempo in preghiera o ascoltando ogni giorno una parte ( hizb, pl. ahzàb ) del Corano letto da lettori specializzati in moschea o in luoghi allestiti allo scopo. Il Sawm mira a disciplinarsi, rafforzando le virtù della pazienza ( sabr ) e dell'autocontrollo, e del fare anche capire e provare su di sé le difficoltà che provano coloro che a volte non hanno di che da mangiare.

Page 34: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il fondamento della religione islamica: i 5 pilastri

5. Il pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita è obbligatoria per tutti quelli che siano in grado di affrontarlo, economicamente e fisicamente, e circa due milioni di persone gli recano ogni anno. Il pellegrino indossa una tenuta distintiva composta da due pezze di stoffa non cucite per lo più di colore bianco che non mostrino differenze di classe sociale e di cultura, perché tutti sono uguali davanti a Dio.

Page 35: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il vocabolario minimo per iniziare la conoscenza dell’Islam

• Allah – Dio• Ayatollah – guida sapiente• Burqa – abito femminile che copre tutto• Chador – velo femminile• Hadith – detto parola• Hajji - il pellegrinaggio• Harum – sala della preghiera• Higra – egira• Ka’ba – tempio• Kalam Allah - parola di Dio• Imam – dirigente della preghiera• Iman – fede, credere

Page 36: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il vocabolario minimo per iniziare la conoscenza dell’Islam

• Ihsan – bontà, rettitudine, generosità• Islam – sottomissione a Dio• Jihad (ǧihād جهاد) è una parola araba che deriva dalla radice <"ǧ-h-d> che significa

"esercitare il massimo sforzo" o "combattere". La parola connota un ampio spettro di significati, dalla lotta interiore spirituale per attingere una perfetta fede fino alla guerra santa. In quanto termine istituzionale si raccomanda di conservare il genere maschile, originario arabo (lo jihād), anche alla luce del suo primario significato letterale di "sforzo" o "impegno". Nella comunicazione dei mass-media oggi questa parola viene erroneamente utilizzata solo come sinonimo di “guerra santa” per sottolineare la contrapposizione tra noi( cultura occidentale) e loro (cultura araba)

• Madrassa – scuola coranica• Mihrab indica la direzione verso La Mecca• Muslim – sottomesso• Nabi – profeta• Niqab – abito femminile con liberi solo gli occhi• Qadr – destino• Quibla – direzione verso la Ka’ba• Qur’an – leggere recitare (Corano)

Page 37: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Il vocabolario minimo per iniziare la conoscenza dell’Islam

• Ramadan – mese sacro del digiuno• Rasul – inviato• Sadaqah – elemosina• Sajjada – tappeto per la preghiera• Salat – preghiera rituale • Shahadah – professione di fede• Sharia – legge• Sura – parte capitolo• Umma – comunità• Zacat – la decima legale

Page 38: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Le parole da utilizzare in maniera corretta sull’ Islam

• E’ meglio sempre dire musulmani e non maomettani.• E’ meglio usare il nome Mohammad invece che

Maometto.• Parlando delle persone è bene usare la parola

musulmani e non islamici, aggettivo, invece, che si può applicare all’arte, alla legge, alla cultura, etc..

• Parlando della religione, è meglio dire Islam e non Islamismo, termine che tende ad indicare ideologie politiche e movimenti radicali.

• E’ preferibile usare: paesi a maggioranza musulmana invece che paese islamici. In tutti i paesi, infatti, esistono minoranze che non appartengono all’ Islam.

Page 39: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Le parole da utilizzare in maniera corretta sull’ Islam

• Non identificare arabi con musulmani perché esistono arabi cristiani, non credenti e altro. Gli arabi costituiscono solo il 20% dei musulmani nel mondo.

• Così pure non tutti i musulmani sono arabi, infatti, ve ne sono di diversa nazionalità.

• E’ purtroppo comune porre in contrapposizione islam e occidente. Le due realtà non sono parallele e contrapposte. L’ espressione è frutto di una riduzione ideologica.

Page 40: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Moschea di Omar

Interno di una Moschea

Page 41: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Esiti di interviste natalizie• Durante le vacanze di Natale, abbiamo intervistato parenti ed amici, proponendo

loro la seguente domanda:

“Che cosa associa nella sua mente alla parola Islam… senza riflettere troppo ?”

Abbiamo raccolto e catalogato le risposte (totale 60) distinguendo tra adulti e nostri coetanei.

Le risposte più frequenti hanno messo in evidenza i seguenti temi :o La condizione della donna e il problema del veloo La profonda religiosità dei credenti in Allah o Il terrorismo e la paura della guerra contro l’Occidente o La confusione tra l’ Islam e la civiltà arabao L’identificazione del termine islamico con persona proveniente dall’ Africa o Il ricordo dell’ 11 settembre e il fanatismo violento o La rigidità di regole di vita insieme all ‘ ammirazione per il rispetto del digiuno

durante il mese del Ramadamo La poligamia e l’idea di arretratezza culturaleo I profumi delle spezie

Page 42: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Diario di un incontro:

primo intervento

Mercoledì 16 febbraio 2011

Page 43: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Abbiamo ospitato nella nostra classe due rappresentanti del Tavolo Interreligioso di

Cremona, Don Mario Aldighieri e Jahlila Ben Lechehab, e abbiamo posto loro alcune domande. Nel lavoro di gruppo abbiamo

sintetizzato le risposte che ciascuno di noi aveva registrato, riportando entrambe le

”voci” degli intervistati.

Page 44: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

1) Quali sono, secondo la sua esperienza, gli aspetti di maggiore vicinanza culturale fra gli appartenenti alla sua religione e i cattolici italiani?

Quali sono, secondo la sua esperienza, gli aspetti di maggiore vicinanza culturale fra gli appartenenti alla sua religione cattolica e ai fedeli della religione islamica in Italia?

Ogni persona ha appreso i contenuti della propria religione, usando le categorie della propria cultura. Infatti entrambe le religioni sono monoteiste, dio è uno solo ma viene chiamato in modo diverso ed entrambe le religioni ammettono la presenza degli angeli, la salvezza, il Paradiso e l’Inferno. Le differenze stanno principalmente nel giorno sacro che per i mussulmani è il venerdì, mentre per i cristiani è la domenica; altre differenze sono il libro sacro che per i cristiani è la Bibbia e per i mussulmani è il Corano e l’interpretazione della figura di Gesù Cristo: per i cristiani è il Figlio di Dio, per la religione islamica si tratta di un grande profeta.

Domande e Risposte

Page 45: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

2)Fra i suoi amici ci sono persone di fedi religiose diverse dalla sua? Quali aspetti apprezza maggiormente nel loro modo di vivere la religione?Gli elementi del Cristianesimo più apprezzati da Jahlila sono : amare il prossimo e la costanza nella preghiera. Essa inoltre ha fatto notare come persone di culture diverse possano andare d’accordo, infatti al nostro quesito ha risposto dicendo che in realtà è quasi più a contatto con persone di religione e cultura diversa che con persone appartenenti alla propria religione.

3) La sua comunità religiosa ha avuto difficoltà a trovare un luogo di culto sul territorio di Cremona?I mussulmani hanno fatto fatica a trovare un luogo di culto perché spesso, gli italiani mostrano diffidenza nell’affittare i propri appartamenti a persone di fede islamica, in quanto li ritengono troppo pericolosi. Fortunatamente a Cremona (come in altre città) si è riusciti ad avere un centro culturale dove professare la propria fede, anche se esso non è riconosciuto dallo Stato come moschea e ha assunto la denominazione di “Centro culturale islamico”.

Page 46: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

4/5) Ha mai vissuto personalmente o sei venuta a conoscenza di persone che hanno subito discriminazioni in quanto persona appartenente alla sua religione? Se si, dove? In che forma? Quando?Personalmente Jahlila non è mai stata oggetto di particolari discriminazioni di tipo razziale a causa della propria religione, ma conosce persone che ne hanno ricevute. Ci ha proposto l’esempio di una ragazza: superato l’esame della patente, non le è stato accettato in quanto possedeva il velo (non il burqa, ma il velo normale). Secondo l’esaminatore essa doveva toglierselo nel corso dell’esame, perché non permetteva il suo riconoscimento. Un altro esempio che ci ha proposto è stato una sua esperienza personale: essa non è stata accettata ad un concorso per un lavoro che consisteva nella traduzione della lingua araba. Non venne accettata sempre perché portava il velo sul capo.6) Che cosa dice la sua religione delle altre religioni e del dialogo interreligioso?Le religioni devono dialogare tra di loro e non basarsi su pregiudizi perché bisogna prima conoscere persone di religione e cultura differente per giudicare . Anche la TV alimenta i pregiudizi nei confronti delle altre religioni: per esempio se a sbagliare è un mussulmano, attribuiamo quell’errore alla religione, anziché al singolo individuo; al contrario se sbaglia un cristiano ciò non accade.

Page 47: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

7) Nelle nostre intervista è emersa con frequenza l’associazione mentale islam = terrorismo, sottomissione della donna all’uomo e la questione del velo / burka?

Ci sono moltissime discriminazioni per il velo, sia per le ragazze a scuola che per le donne nel mondo del lavoro e toglierlo sarebbe un grandissimo disonore per le ragazze o donne che lo indossano.

l'associazione islam = terrorismo nasce da dei pregiudizi dei mass media, perché fa comodo alle classi agiate. Se il terrorista che compie delitti è uno solo non bisogna dare colpa all‘intero islam e per questo motivo non bisogna far diventare l'islam il capro espiatorio! se sbaglia una persona va incolpata per quello che ha commesso quella persona, non va incolpato tutto l’islam.

per quanto riguarda la sottomissione della donna solo oggi si stanno acquisendo più diritti e in un prossimo futuro la donna non sarà più sottomessa ma sarà riconosciuta libera.

Page 48: Liceo Scientifico G. Aselli Anno scolastico 2010/2011 Classe 2°F Storia/Educazione Civica Percorso sul dialogo interreligioso: Segni per incontrarsi Progetto.

Questa esperienza secondo noi è stata molto educativa, in quanto non capita spesso di discutere con persone di religione e cultura differente dalla nostra. Inoltre conversando con loro abbiamo trovato non solo differenze ,ma anche questioni che ci accomunano. Abbiamo capito grazie a questa esperienza che non bisogna basarsi su pregiudizi per capire il carattere di una persona, in quanto sono il più delle volte sbagliati e superficiali.

Impressioni e commento sull’esperienza