Libro Occlusione e Postura PRESENTAZIONE · 2020. 7. 19. · Marco Spinicci Benoit L’Olivier Luca...

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PAGNINI MAURIZIO Medico Chirurgo Odontoiatra Fisiatra

Bocca & Postura La tua salute passa da qui

PREFAZIONI

Andrea Grieco

Giuseppe Bruni

Marco Spinicci

Benoit L’Olivier

Luca Santalmasi e Paolo Sbaragli

Paolo Sardi

L’immagine di copertina è ricavata da un disegno di Paolo Sardi e vuole essere un tributo al suo stupendo lavoro. Le altre foto di questa pubblicazione sono realizzate in proprio o di pubblico dominio e adattate al soggetto trattato.

è orizzontale nei tuoi 32 denti

MAURIZIO PAGNINI

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INDICE

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PAROLE CHIAVE

Interconnessione, interdipendenza, visione d’insieme.

ACRONIMI

ATM: Articolazione Temporo-Mandibolare

FNM: Funzione Neuro Muscolare

RA: Rotazione Anteriore

RE: Rotazione Esterna

RI: Rotazione Interna

RP: Rotazione Posteriore

SBR: Side Bending Rotation

SSB: Sincondrosi Sfeno-Basilare

STP: Sistema Tonico Posturale

TT: Rapporto di Testa a Testa

UAD: Unità Alveolo-Dentale

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RINGRAZIAMENTI

I ringraziamenti si scrivono alla fine del lavoro poiché è solo alla fine che ci rendiamo conto di quante persone e circostanze sentiamo il bisogno di ringraziare, ed è forse per questo che solitamente si trovano nell’ultima pagina e nessuno li legge, perciò ho deciso di metterli all’inizio.

• Grazie a mia moglie Meri, che con pazienza ha creduto in me e mi ha sostenuto in questo cammino di studio e conoscenza.

• Grazie a mia figlia Caterina, che è stata la scintilla di consapevolezza dalla quale si è accesa questa non poco sofferta fiamma, e a mio figlio Riccardo.

• Grazie ai compagni di viaggio e di riflessioni: • In primis l’Odt Paolo Sardi, pilastro fondamentale e saggio

che mi ha aiutato a togliere i veli e guardarmi dentro, dal quale ho appreso come siano i rapporti più spigolosi a spin-gerci al cambiamento ed alla crescita.

• All’amico fraterno Andrea Grieco insieme agli altri colleghi dell’A.I.S.M.U., Marco Spinicci e Giuseppe Bruni con i quali condivido questa visione della medicina godendone i succes-si.

• Grazie a Daniele, compagno e presto futuro marito di mia figlia, per i consigli preziosi.

• Grazie agli osteopati Benoit, Luca e Paolo (in ordine alfabetico per non fare discriminazioni) per la stretta e preziosa collaborazione professiona-le.

• Grazie a tutti i “Pazienti” che ho incontrato nella mia vita professio-nale perché questo lavoro, conseguenza delle soddisfazioni e delle insoddisfazioni, scaturisce dall’esperienza che ho maturato insieme a loro.

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PREFAZIONE

Solitamente un libro è accompagnato da una, massimo due prefazioni: io ne metto al-meno sei. Dico”almeno” perché le persone con le quali avrei voluto condividere questo lavoro pri-ma della pubblicazione ce ne sarebbero state molte altre, tutte quelle che mi hanno ac-compagnato durante il percorso di conoscenza e di coscienza che mi ha condotto a que-sta conclusione. Con alcune ho fatto un tragitto più lungo, con altre più intenso, ma tutte sono state utili a consolidare la mia convinzione.

Sono certo che non esiste il “caso”, sono convinto che tutto abbia un suo scopo. Tutte le persone che incontriamo ci spingono verso l’evoluzione personale ed è grazie a tutte que-ste persone che oggi siamo quello che siamo, che pensiamo quello che pensiamo…

È con il confronto e con lo scambio di idee che ci eleviamo culturalmente e moralmente, senza fare il conto di quanto si offre e di quanto si riceve, senza sentirsi in cattedra o dietro al banco di scuola, perché ritengo che chi si pone in cattedra abbia smesso di crescere e chi si stabilisce perennemente dietro al banco di scuola non sia motivato a crescere. È ponendosi fianco a fianco, sulla via della cultura, che si genera quell’interazione che ci alimenta, e così è stato con gli amici e compagni di viaggio con i quali ho deciso di condividere questo libro e ai quali sarò eternamente grato e dei quali non avrei potuto fare a meno.

Post scriptum La cosa che più mi ha incuriosito leggendo le prefazioni e che non ho potuto fare a meno di osservare, è come ognuna di esse abbia colto un particolare diverso, ma che nell’insieme riassumano e completino il vero spirito con il quale l’ho scritto.

Amici miei: siete meravigliosi!

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PREFAZIONE DI ANDREA GRIECO

Nel presentare questo libro di Maurizio, amico fraterno che scherzosamente, ma con piena convinzione personale, chiamo “Professore”, riferendomi alla sua sapienza, co-struita in anni e anni di pratica medica, provo l'emozione di chi si trovi davanti ad un'opera d'arte di incommensurabile valore. Maurizio è riuscito ad esser creativo, emo-zionante e coinvolgente pur trattando un argomento di per sé ostico, specialistico, soli-tamente per “addetti ai lavori”.

Ci parla dei fini meccanismi neurologici che sottendono alla postura, a quel meraviglio-so insieme di meccanismi che ci permettono di essere i bipedi più evoluti che calpestino la terra. Ci parla anche di come entrare in tali meccanismi, in punta di piedi, con umiltà, ma anche con straordinaria efficacia riequilibrante.

Nel libro viene sviluppata in modo fruibile anche ai non-specialisti l'anatomia, la fisio-logia e la fisiopatologia delle ossa craniche, del sistema cranio-sacrale e dei meccanismi occlusali, ed in questo sta uno dei meriti maggiori: la chiarezza attraverso uno stile espositivo che punti all'essenziale, cioè a ciò che conta davvero per capire.

La continua alternanza fra equilibrio e disequilibrio, funzione e disfunzione, armonia e disarmonia che caratterizza il nostro organismo, viene in modo esaustivo valutata nelle sue espressioni posturali a partenza cranio-facciale, facendo da premessa ad un inter-vento di rieducazione funzionale (squadratura funzionale Sardi, placche equilibratrici, rieducazione propriocettiva tramite fisioterapia, riequilibrio psicosomatico) che mira a ridare flessibilità, fluidità e adattabilità a tutto il sistema posturale.

Questo libro del dottor. Pagnini dovrebbe essere materia di studio obbligatoria dei per-corsi formativi degli odontoiatri, perché “regala” al lettore ed allo studioso, una visione sistemica dell'essere umano e della odontoiatria, che senza timore di smentita fa giudi-care anti-scientifico qualunque tentativo di rimanere abbarbicata ad una una visione puramente organicistica del corpo umano, che è fatto di funzioni dialoganti e non di organi isolati che lavorino in modo indipendente. Auguro al libro un successo immenso e soprattutto che sia una pietra miliare della odontoiatria del presente e del futuro.

Dott. Andrea Grieco specialista in Neurologia psicoterapeuta perfezionato in Medicina Naturale presidente dell'Accademia Internazionale di Scienze Mediche ed Umane

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PREFAZIONE DI GIUSEPPE BRUNI

Posturologia, un’affascinante nuova frontiera della medicina

Ho accolto con vero piacere, e aggiungo con gioia, la richiesta del dottor Maurizio Pa-gnini di accompagnare con un breve intervento questa sua nuova pubblicazione in cui ha raccolto i risultati di una lunga attività di ricerca e di pratica terapeutica negli am-biti della fisiatria e della odontoiatria, sue principali specializzazioni. Ho infatti la fortuna di conoscere Maurizio da lunghi anni nel corso dei quali ho avuto modo di apprezzare in lui, oltre alle eccellenti competenze professionali, esaltate da una brillante attitudine creativa, una dedizione rara al bene dei suoi pazienti. La nostra amichevole frequentazione è per me sempre un arricchimento sia sul piano umano sia anche su quello professionale, per il fecondo apporto di nuove conoscenze e prospettive derivanti, per uno psicoterapeuta, dall’esplorazione di temi che seppure esorbitano dalla propria normale sfera d’azione possono comunque aumentare la comprensione della genesi e delle manifestazioni della sofferenza psicofisica dell’essere umano.

Colgo quindi l’occasione per ringraziare Maurizio del tanto che mi ha insegnato e sug-gerito in ogni nostro incontro e, in una particolare occasione, della possibilità di colla-borare con lui in modo organico, scegliendomi come suo coautore del libro dedicato al quarantesimo anniversario della Fondazione Filippo Turati di Pistoia, della quale egli era all’epoca, nel 2006, Direttore sanitario. Una bella avventura che ricordo, con grande nostalgia, come una splendida opportunità per combinare i nostri saperi, per di più al servizio di una istituzione tanto prestigiosa.

La materia trattata in Bocca e Postura dal dottor Pagnini è di per sé di enorme interes-se e merita ogni attenzione da parte della comunità scientifica e in particolare dagli specialisti in odontoiatria e fisiatria ai quali soprattutto si rivolge. Non spetta a me entrare nel merito delle questioni tecniche affrontate e degli argomenti addotti dall’Auto-re a sostegno delle sue tesi e della loro sostanziale scientificità: tale compito può appar-tenere solo a professionisti che abbiano una profonda e vasta conoscenza del campo specifico, indispensabile presupposto per una seria valutazione dei meriti di uno studio che sconfina, almeno in parte, nella zona di frontiera della cosiddetta “medicina alter-nativa”. Posso e devo però, basandomi sulla mia esperienza di terapeuta in altro setto-re, apprezzare l’impostazione metodologica di fondo del lavoro di Maurizio Pagnini, tesa alla continua ricerca di nuove e migliori soluzioni di cura e quindi fondata su un incessante sforzo di adeguamento e allargamento delle proprie conoscenze. Il desiderio di esplorare nuove vie, sempre a mio parere in sé lodevole e foriero nel tempo di risultati,

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si coniuga inoltre nel dottor Pagnini con il più rigoroso rispetto della deontologia profes-sionale e dunque dell’esclusivo interesse di ogni singolo paziente, sulla scorta dell’aureo principio “primum non nocere” da lui stesso citato.

Lo scopo primario del libro, definito dall’Autore «far comprendere l’interazione tra il cranio e il resto del corpo», si inscrive in un modello terapeutico di tipo funzionale e quindi antisettoriale, che a sua volta rimanda al principio dell’identificazione del pa-ziente come «una inscindibile unità psicofisica», da studiare nel suo insieme. Come psicoterapeuta non posso che sottoscrivere tale formula, e ho rilevato con interesse in queste pagine l’attestazione di innegabili rapporti causali fra stati patologici del corpo e della psiche: l’influenza di fattori psicogeni su certi disturbi posturali e, viceversa, l’ori-gine di disturbi psicologici classici, come ansia o depressione, da gravi difetti posturali. Interazioni di questo tipo rappresentano ovviamente solo alcune possibilità fra le infinite proposte dalla casistica, ma la loro documentata esistenza dimostra comunque l’oppor-tunità, in qualunque missione terapeutica, di una adeguata apertura mentale in senso multidisciplinare.

In questa prospettiva è, o sarebbe, ovviamente molto utile lo scambio di informazioni e suggerimenti fra specialisti di differenti discipline; in tal senso devo ritenermi uno psico-logo molto fortunato perché posso contare fra i miei amici medici di grande valore come, oltre a Maurizio Pagnini, Andrea Grieco e Marco Spinicci: da loro recepisco in continuazione una quantità di nozioni spesso preziose, che mi hanno aiutato ad affron-tare svariati casi durante la mia carriera.

Mi auguro vivamente che questo studio posturologico del dottor Pagnini, ricco di spunti di riflessione e sorretto da una solida e aggiornata competenza, possa conquistare l’at-tenzione e il credito che merita non solo in ambito fisiatrico e odontoiatrico ma anche fra gli psicoterapeuti di ogni scuola. Sarebbe, questo, un risultato di grande portata e un ulteriore coronamento del suo instancabile appassionato lavoro.

Dott. Giuseppe Bruni Psicologo e psicoterapeuta

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PREFAZIONE DI MARCO SPINICCI

Presento con molto piacere il libro dell'amico Dott. Maurizio Pagnini Bocca &Postura che mi dà l'opportunità di sottolineare la completezza e la chiarezza con cui è stato pensato e scritto, doti queste non comuni in un panorama che vede spesso testi di questo genere perdersi in una difficoltà di comprensione o in incerte manchevolezze. D'altra parte questi particolari non mi hanno sorpreso conoscendo da anni l'autore e avendolo apprezzato tante volte per la sua cultura, la sua visione “allargata” dei problemi del corpo, la sua capacità di sintesi e il suo pragmatismo. Questo testo a mio avviso si differenzia anche da molti altri perché conduce il lettore a una visione di insieme collegando osteopatia posturologia odontoiatria e fisiatria perché la cosa più bella è servirsi di vari strumenti che abbiamo a disposizione e maneggiarli per arrivare ad aiutare davvero il paziente. Superficiale è al giorno d'oggi chi nega i rapporti tra occlusione e postura, come chi nega la interconnessione psico-neuro-endocrino-immunologica all'interno del nostro organismo. Ormai i moderni studi sull'argomento parlano di un vero e proprio “network” presente all'interno del nostro corpo e una profonda interazione con l'ambiente circostante, come ci spiega la fisica quantistica. Quando le cose si riescono a vedere dall'alto è più facile spiegare agli altri i contenuti di ciò che stiamo vedendo e questo è quello che ho percepito leggendo questo libro. In un passo del libro che cito si dice”...Di fatto forma e funzione si influenzano a vi-cenda e solo quando combaciano perfettamente si può dire che l'essere vivente è sano, in armonia con sé stesso e con l'ambiente che lo circonda”. Questo dell'equilibrio è il pri-mum movens del libro e c'è un grande rispetto nel tracciare tutto ciò che può aiutarci a ritrovarlo. Per le sue caratteristiche didattiche il testo può essere inserito tra quelli per gli odontoia-tri, gli osteopati che ambiscono a dare una visione corposa d'insieme ma anche per i non addetti ai lavori curiosi di sapere qualcosa di più rispetto a quello che viene divulgato in modo non completo su riviste e televisioni. La metodologia scientifica e i concetti olistici vanno perfettamente a braccetto: il Dott. Pagnini dimostra con Bocca & Postura che questo è possibile.

Dott. Marco Spinicci Odontoiatra

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PREFAZIONE DI BENOIT L’OLIVIER

Trop peu de professionnels du monde médical ont le courage et l’audace de défier les dogmes préétablis pour poser de nouveaux jalons basés sur une recherche et une analyse clinique minu-tieuse. L’élaboration d’une approche médicale holistique est trop souvent hasardeuse parce qu’il est impossible de vérifier les observations avec les outils que la médecine classique valide. La patience et un sens exacerbé de l’humain sont des qualités indispensables pour adapter un traitement différent pour chaque patient en respectant un fil conducteur cohérent. Même en connaissant trop peu Maurizio, il est possible d’être stupéfait de la qualité de son travail et de son humble désir de le partager. Une générosité qui gagne à être transmise.

Troppo pochi professionisti nel mondo medico hanno il coraggio e l’audacia di sfidare i dogmi prestabiliti per porre nuovi punti di riferimento basati su una ricerca ed una analisi clinica minuziosa. L’elaborazione d’un approccio medico olistico è troppo spesso azzardosa perché è im-possibile verificare ciò che si osserva con gli strumenti validati dalla medicina classica. La pazienza e un senso esacerbato dell’umano sono delle qualità indispensabili per adattare un trattamento differente per ogni paziente rispettando un filo conduttore coe-rente. Anche conoscendo troppo poco Maurizio, è possibile essere stupiti dalla qualità del suo lavoro e della umiltà nel volerlo condividere. Questa generosità fa si che valga la pena trasmetterlo.

Benoit L’Olivier Osteopata D.O.

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PREFAZIONE DI PAOLO SBARAGLI E LUCA SANTALMASI

« Formare le menti senza conformarle, arricchirle senza indottrinarle, armarle senza arruolarle, dare loro il meglio di noi senza aspettarsi come riconoscenza la somiglian-za. »  Jean Rostand

« Ricercatori che cercano se ne trovano. Ricercatori che trovano, se ne cerca. » Charles de Gaulle.

« La teoria è quando si conosce tutto, ma non funzione niente. La pratica è quando non conosciamo niente, tutto funziona ma non sappiamo perché » Albert Einstein.

Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Maurizio e di condividere con lui una buona parte della nostra vita professionale e leggendo il suo libro abbiamo ritrovato tutto il suo entusiasmo la sua tenacia e la capacita di stupirsi e divertirsi con il suo lavoro. Poche persone riescono ad uscire dal quadrato e vedere oltre le apparenze ma soprattutto pochi sono in grado di condividere la loro esperienza con gli altri. Il suo libro é un viaggio che riesce a far incontrare mondi apparentemente lontani. Ad un certo punto sembra che tutte le scienze abbiano la possibilità di parlarsi ma soprattutto di capirsi e provare tutte insieme a prendere in considerazione IL PA-ZIENTE e non Il PROBLEMA del paziente. Tutto questo… e tanto altro … é Maurizio

Paolo e Luca Osteopati

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PREFAZIONE DI PAOLO SARDI

“L’uomo non può essere cambiato, ma distrarlo è possibile”

Per esperienza personale, ritengo che la lettura della prefazione e dell’introduzione siano un aiuto fondamentale per cogliere l’essenza del libro e del suo autore. Mi sento perciò onorato e responsabile per quanto andrò a scrivere: con questo intento, immetterò tutto il mio sentire in questa prefazione. Sono legato a Maurizio da profondo affetto e da indissolubile stima per l’uomo e per il medico. La nostra amicizia, nata dalla comune sete di conoscenza, ci ha portato a condividere un lungo percorso di crescita umana e professionale. Il suo modo di essere medico, che racchiude professionalità, dedizione e onestà intellet-tuale non solo nei confronti dei pazienti ma anche verso i colleghi, lo rende una persona “integrata” e totale nell’espressione del suo essere. Ho letto con curiosità, entusiasmo e senso critico-costruttivo il suo libro e ne sono rima-sto affascinato per la sostanza dei contenuti ma, ancora di più, per il messaggio che può essere colto sia dal comune lettore che dallo studioso più attento. Il messaggio in esso contenuto, che racchiude la visione olistica di interazione dei dati raccolti, trascende i contenuti tecnici che, seppure fondamentali, sarebbero ben poco utili se assunti con una visione schematica e precostituita. L’intento di fornire al lettore un’innovativa visione di interdipendenza e interconnessione di ciò che si osserva fa di questo testo una preziosa e irrinunciabile guida per coloro che non vogliono semplicemente acquisire dei concetti ma desiderano elaborarli nell’unico modo possibile: tramite una esperienza diretta. Così facendo, l’insegnamento non deriverà dal libro in sé stesso, ma dall’impegno del lettore, dal suo entusiasmo e dalla sua volontà di applicare e sperimentare le nozioni in esso contenute. Non possiamo sperare di ricevere in dono il sapere, nessuno è in grado di donarcelo. Lo possiamo costruire solo noi stessi con volontà e dedizione applicando e sperimentando le nozioni ricevute. La conoscenza si costruisce “non è acquistabile” e solo dopo averla raggiunta con il nostro impegno possiamo essere in grado di diffonderla ad altri. Se è esterna è inutile. Tutto ciò che serve è sapere che esiste in sé. Quindi la scelta è in ognuno di noi. Tutto ciò che Maurizio, o chiunque altro, può of-frirci sono solo elementi importanti che indicano la direzione. Ma chi legge deve percor-rere da solo la strada senza credere di essere già arrivato a destinazione.

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Ciò che da valore a questo libro è l’intento con cui è stato scritto, un messaggio che non è diretto al singolo lettore ma, essenzialmente, all’intero ambito professionale. Esso vuole stimolare un cambiamento nel modo di vedere la professione: una visione non separata di ciò che viene osservato e che è stata definita dai grandi maestri orientali di “Totale Efficace”. Non una visione dove una causa produce un effetto, ma dove cau-sa-effetto è interdipendente e interconnesso, dove il Tutto è maggiore della somma delle sue parti. L’intento di Maurizio è quello di smuovere le coscienze per trascendere gli insegnamenti derivanti da schemi precostituiti a favore di una visione olistica dell’insieme. Non una “conoscenza” senza coscienza - Giuliana Conforto - ma una conoscenza dove la co-scienza ne sia parte indivisibile. Dove colui che percorre il sentiero della conoscenza non si aspetta soluzioni, ma si impegna per trovarle dentro di Sé. Ciò che distingue questo libro è l’intelligenza creativa dell’autore, la sua capacità e determinazione ed una scrittura che, apparentemente semplice, mette in grado il lettore di essere coinvolto. Non solo, Maurizio ha utilizzato questa sua “intelligenza del cuore” per rendere il lettore e il professionista più consapevoli dell’importanza primaria della crescita evolu-tiva dell’uomo rapportata a quella tecnologica. Mi scaturiscono un fiume di sensazioni che potrei aggiungere a quanto finora scritto ma non voglio togliere al lettore la gioia di scoprirle e applicarle esso stesso, passo dopo passo. Grazie Maurizio, pregusto già, “come se fossi nei tuoi panni”, l’emozione e la gioia che stai provando nella consapevolezza di donare un libro così prezioso.

“Cos’è la conoscenza? Una intuizione, e viceversa”.

Paolo Sardi Odontotecnico Sistemico-Posturale

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INTRODUZIONE

Questo testo vuole essere un contributo alla conoscenza dell’interazione tra la bocca e il resto del corpo. È adeguato sia per i pazienti, messi così in condizione di dare un consen-so più informato ai trattamenti odontoiatrici (e non solo), sia per gli ope-ratori del settore, a cui vengono fornite le basi per agire in modo più “consapevole”. Il duplice indirizzo di destinazione ha reso necessario un compromesso nella esposizione, che lo renderà un po’ meno ostico per chi è completa-mente all’oscuro dell’argomento, ai quali consiglio di lasciar correre le parti più tecniche, e forse un po’ ordinario per chi ha già qualche infor-mazione; sono comunque sicuro che, il messaggio complessivo, potrà es-sere molto utile a quei Professionisti e a quei Clienti che si troveranno in circostanze come questa:

C. Dottore vorrei correggere la malocclusione di mio figlio! P. Cosa intende per malocclusione, il difetto estetico o il fatto che la sua bocca funziona male? C. Che funziona male, vede ha tutti i denti storti e il morso che si incro-cia. Proprio non posso vederlo così !

Quello appena descritto è un esempio di motivazione che porta “il Pa-ziente” nel mio studio. La sua aspettativa è ben chiara, come ben chiaro deve essere il mio ruolo nell’accompagnarlo nel percorso terapeutico.

Il lettore deve sapere che queste pagine sono il frutto della mia esperienza clinica, dei successi e degli insuccessi, delle delusioni nei confronti dello stato dell’arte e delle ricerche compiute e di come queste, nel tempo, mi abbiano aiutato a superare, almeno in parte, tale insoddisfazione. Può darsi che il dibattito dell’argomento esposto generi delle incompren-sioni o lasci dubbi, che non sia convincente o che venga trovato insuffi-cientemente approfondito. Può darsi che, nel frattempo, nuove scoperte abbiano ricadute da analizzare. In ogni caso, la ricerca parte regolar-mente da problemi, dubbi e interrogativi e conduce spesso a soluzioni

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che probabilmente apriranno la strada a nuovi quesiti, difficoltà e com-plicazioni.

All’inizio di questo percorso ci sono state principalmente due domande: - Perché si osservano posture “difettate”, ma funzionalmente congrue che dopo

il trattamento diventano incongrue? - Perché, dopo aver portato in una situazione idealmente corretta il disallinea-

mento dei denti, molto spesso c’è recidiva? Le risposte che ho trovato, le offro con questo libro, che mira così a far conoscere e comprendere l’argomento nella sua complessità, nelle sue interazioni e interdipendenze, che mostra l’essere vivente come un’unità indivisibile in un continuo equilibrio dinamico in quanto “unità totale-efficace”. Particolare considerazione l’ho dedicata alla bocca, a come questa faccia parte di un sistema eterogeneo, interconnesso e correlato con tutti gli altri sistemi. Non tutti sanno, e talvolta fa comodo non sapere, della relazione tra bocca e postura e di come, frequentemente, problematiche che si ma-nifestano nel sistema posturale siano conseguenza di scompensi a carico del sistema stomatognatico . Così come, al contrario, problematiche della 1

bocca non siano sempre originate dalla stessa. Prendere coscienza di questa relazione è fondamentale per giungere a una terapia “causale”, ossia capace di curare la causa e non esclusiva-mente il sintomo . 2

Charles Bell, medico fisiologo scozzese, nel 1837 si poneva la domanda di come un uomo potesse mantenere la postura eretta, o inclinata, contro il vento che soffiava verso di lui. Qual era l'automatismo che regolava il tono della sua muscolatura permettendogli di mantenersi in equilibrio opponendosi a quella forza esterna?

Con il termine “stomatognatico” si fa riferimento a una struttura costituita da più elementi, 1

tra cui denti, mascelle, muscoli della masticazione, articolazioni temporomandibolari, nervi e annessi specifici che contribuiscono a molteplici funzioni: fonazione, masticazione, deglutizione e respirazione.

Il sintomo viene percepito generalmente come un fastidio del corpo che non ci appartiene, come 2

se fosse un estraneo che ci abita. Da qui il desiderio di eliminarlo il prima possibile, principal-mente attraverso un approccio esclusivamente anti-sintomatico. Se tale atteggiamento appare del tutto comprensibile, non è detto che sia allo stesso tempo necessariamente anche “curativo”.

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All’epoca i fisiologi pensavano che ogni funzione fosse collegata a un or-gano (la vista all'occhio, l'udito all’orecchio ecc.). Cercando quello del controllo posturale sono finiti però, nel tempo, col ritrovarne molteplici: piede, occhio, orecchio interno, apparato stomatognatico, cute, apparato muscolo-scheletrico. Tutte strutture che, con i loro recettori, informano il sistema nervoso centrale sulle condizioni in cui si trovano. Il cervello ela-bora poi queste informazioni e rimanda alla periferia la risposta necessa-ria. Limitandoci a questo pensiero, se per esempio c’è un problema a un pie-de, questo informa il cervello, il cervello registra l’informazione, la inter-preta come dolore e a sua volta rimanda una risposta che si trasforma in un’azione: far zoppicare per ridurre il carico sul piede. Perciò, seguendo questa tesi, le vertigini originano dall'orecchio, la scolio-si dalla schiena, l’occhio pigro dall'occhio, i denti storti dalla bocca e così via. Tutto questo, però, non soddisfa l'evidenza clinica: - perché dopo terapie opportune i riflessi correlati non sempre appaiono fisiologici? - Perché dopo la correzione della dismetria degli arti inferiori possiamo ritrovare un tono muscolare maggiore da un lato rispetto a quello contro-laterale? - Perché dopo un trattamento ortodontico il disallineamento dei denti

tende a recidivare obbligando l’ortodontista all’applicazione di un di-spositivo di contenimento permanente?

Se il problema fosse di pertinenza esclusiva del sito imputato, una volta corretto il problema non dovrebbero esserci squilibri posturali o recidive!

In letteratura nazionale e internazionale, quando ho iniziato la mia pro-fessione oltre 35 anni fa, non si trovavano studi che rispondessero a questi interrogativi. Si trovavano solo le “evidenze scientifiche”, che dimostra-vano, per esempio, come una schiena storta, dovuta al bacino inclinato per una gamba più corta, dopo l'applicazione di un plantare risultasse più diritta. Si trovava come dopo l'applicazione dei prismi per un “occhio pigro”, la vista tornasse binoculare; oppure come, dopo aver addirizzato i denti, questi fossero ben allineati e il sorriso più bello. Ma nessuno dava una spiegazione convincente su cosa ci fosse all’origine della scoliosi, del-l'occhio pigro, delle vertigini, dei denti storti, dei mal di testa, delle con-

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tratture, delle ernie del disco o delle infiammazioni; su quale significato avessero le concomitanze disfunzionali che si riscontravano nello stesso paziente. Quali erano gli effetti della terapia attuata sulla postura del pa-ziente?

Uno dei miei primi incarichi professionali lo svolsi in un centro fisiotera-pico dove un osteopata trattava i pazienti toccando loro il cranio: magari un paziente aveva dolore a una caviglia e “attraverso” il cranio il dolore scompariva. Nonostante una laurea in medicina e una specializzazione in terapia fisi-ca e riabilitazione, non trovando spiegazioni di quei risultati nella lettera-tura canonica, mi misi a ristudiare il cranio ma, questa volta, comincian-do a monte. Trovai studi molto interessanti sull’evoluzione della forma del cranio dal-l’uomo preistorico a oggi. Appresi che la forma del cranio era notevol-mente cambiata perché era cambiato il suo contenuto. L’emergenza della posizione eretta, che lasciava le mani libere per fun-zioni polivalenti come la prensione e l’utilizzo di oggetti per modificarli e adattarli alle proprie esigenze, aveva favorito, nelle sperimentazioni gene-razionali, la capacità elaborativa di causa-effetto, facendo affiorare altre peculiarità tipiche della nostra specie come la fonazione, la scrittura, la lettura, la consapevolezza, la coscienza ecc. Tutto ciò, assieme alla ricerca di un equilibrio reso instabile proprio dal bipedismo , ha determinato la formazione di nuove aree corticali che 3

hanno modificato la forma e il volume del cervello e, di conseguenza, della scatola che lo contiene, il cranio. Così come la forma del cranio si è plasmata sull’encefalo, la postura del-l’individuo si è conformata insieme al cranio, ma non solo: traumi, cica-trici, infiammazioni, tossiemie ecc., condizionano a loro volta la postura 4

e trovano a ritroso la loro espressione nelle ossa craniche e, di conseguen-za, nelle aree corticali a loro connesse.

Sono rimasto affascinato non tanto quando ho appreso che i cambia-menti del sistema nervoso centrale sono alla base del cambiamento della

Dal latino “bipes”, che ha due piedi. Modo di postura e di deambulazione strettamente con3 -nessa con la stazione eretta permanente, propria dell’uomo.

Presenza di sostanze tossiche nel sangue.4

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forma del cranio e della postura (concetto abbastanza intuitivo), quanto piuttosto dal fatto che i cambiamenti della forma del cranio hanno un influsso diretto sul sistema nervoso centrale e quello periferico e quindi, sui neurotrasmettitori e sulle cascate ormonali a essi connessi; e ancor più mi ha affascinato la presa di coscienza che questa plasticità è la dinamica con la quale il corpo mantiene il suo equilibrio consentendogli l’integra-zione con l’ambiente che lo circonda, concedendogli, perciò, la capacità di adattarsi, quindi la sopravvivenza su questo pianeta. Da qui la consapevolezza che l’uomo rimane in piedi contro il vento non grazie a un senso, ma integrando l’insieme di parecchi sensi in un siste-ma, non semplicemente grazie alle informazioni che partono dal piede, arrivano al cervello e tornano al piede, ma alla loro organizzazione e al-l’integrazione con innumerevoli altre informazioni fisiche, chimiche, mentali e ambientali. La presa di coscienza che l’essere umano è interconnesso e interdipen-dente non solo con sé stesso, ma con l'intero universo mi ha fatto com-prendere l'importanza e il grande rispetto che merita il nostro Sistema-TonicoPosturale (STP) . 5

A questo punto, costruendo una visione d’insieme, mi è parso chiaro il perché, nonostante applicassi una terapia ritenuta adeguata al problema, mi ritrovassi prima coi riflessi posturali in disordine e poi con nuovi di-sturbi: non agivo sulla causa primaria del problema! Quella che allora pensavo fosse “la malattia” (l’instabilità, la scoliosi, i denti storti, l'occhio pigro, il dolore, l’infiammazione, il malessere dell'es-sere vivente), non era altro che l'estremo tentativo, da parte di un corpo in disequilibrio, di conquistare un nuovo equilibrio e io, con il mio opera-to non lo aiutavo, anzi lo ostacolavo. Intervenivo sul problema che si era manifestato senza prima correggere il difetto che lo aveva prodotto. Prima o poi il difetto si riproponeva inelut-tabilmente inducendo una recidiva o una nuova disfunzione.

Anche se “l’evidenza scientifica” tende, ancor oggi, a mettere in dubbio il rapporto tra patologia della bocca e postura, ritengo che sia arrivato il momento di acquistare una visione più ampia sull’argomento.

Il STP ha la funzione di mantenere le varie parti del nostro corpo in un assetto ottimale al 5

fine di evitare di cadere a causa dell’attrazione della gravità terrestre e di muoverci nell'ambiente che ci circonda per compiere tutte le attività della vita.

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VISIONE D’INSIEME

Un trauma fisico, chimico, mentale o ambientale, è sempre alla base del-l’asinergia tonica delle catene muscolari, e il STP è chiamato costante-mente in causa per trovare un nuovo equilibrio raggiungibile in un unico modo: “deformando” lo scheletro per avvicinare i capi d'inserzione dei muscoli ipertonici (il così detto “lavoro a corda d’arco”). Agire su quel sito senza tener conto del movens (la causa primaria), im-pedisce solamente all'organismo di trovare un nuovo equilibrio, che sarà cercato altrove, con altri segni, altri sintomi, un’altra malattia, altre ten-sioni muscolari, mal di testa, artrosi, ernie discali, scoliosi, stati infiamma-tori ecc. perché il nostro corpo è una macchina concepita per adattarsi al meno peggio. L'errore che è stato fatto nello studio della posturologia e dalla medicina in generale è che per tanto tempo le ricerche si sono realizzate nelle sin-gole discipline. Abbiamo inizialmente diviso l'essere umano per mera didattica, scordandoci successivamente di riassemblarlo nella diagnosi e nella terapia, perdendo di vista la sua univocità. Ultimamente siamo pas-sati a ricerche complementari tra le varie discipline ma bisogna augurarsi di riuscire a ottenere, individualmente, il connubio di conoscenze e com-petenze che ci permetta di raggiungere una visione d’insieme dell’essere vivente. Intanto occorre prendere coscienza che tutti siamo posturologi, perché tutto influisce sulla postura così come la postura ha influenza su tutto il nostro sistema. Il “sistema posturale” funziona come un sistema fisico a vasi comunicanti e il tono muscolare è la sua livella. È pertanto doveroso, sia in fase diagnostica che terapeutica, associare all’esame della forma che ci accingiamo a modificare, anche l’esame po-sturale “dinamico” che valuti le prestazioni dell’apparato locomotore e ne favorisca l’armonia e la coerenza funzionale. La sfida adesso sarà quella di comporre una visione d’insieme, articolata e collegata, per individuare le proprietà di interconnessione e interazione del sistema stomatognatico con il resto del corpo.

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OMISSIS

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CONCLUSIONE

La terapia funzionale non può e non vuole rimpiazzare la terapia struttu-rale che è indispensabile in circostanze estreme ma vuole promuovere la capacità di recupero e guarigione del corpo ottimizzandone i processi fisiologici e fisici là dove è possibile. La bocca non deve più essere vista come due file di denti da allineare, ma come un sistema che interagisce con l’intero organismo. Le mal posizioni, le carie, le fratture, la perdita di elementi dentari, le parodontopatie possono esprimere uno stato conflittuale psicofisico sui quali gli odontoiatri possono agire con un processo lavorativo preventivo e curativo che potrebbe manifestarsi, volutamente, anche su sistemi e organi distanti dalla bocca. La terapia funzionale ci dà la possibilità di intercettare ed elaborare lo squilibrio prima della sua somatizzazione. La semplicità e la reversibilità del trattamento nonché la sua innocuità ne permettono l’uso abituale, scevro da complicazioni o recidive. Questo è il punto di forza dell’odontoiatria sistemico-posturale. È pertanto auspicabile che l’odontoiatria presti sempre più attenzione a questo tipo di approccio e ne valuti l’efficacia, ricordandosi del più im-portante comandamento della nostra professione: primum non nocere . 6

Prima di tutto, non nuocere.6

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TABELLA DELLE DISFUNZIONI CRANICHE DESCRITTE

FC Flessione

FC Estensione

Torsione dx

SBR dx

SVA

SVB

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SVB da avulsione 6i inferiori

FC FlessioneSVA

FC EstensioneSVA

FC EstensioneSVB

FC FlessioneSVB

SLdx

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Laureato alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Firenze il 15/01/85, si è specializzato in Tera-

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pia Fisica e Riabilitazione nel Giugno 1989 con il massimo dei voti e lode. Dal 1985 al 1995 ha svolto attività professionale presso l'A.I.A.S. di Pistoia. Dal 1995 al 2008 ha assunto la direzione del servizio di Terapia Fisica e Riabilitazione della Fondazione F. Turati di Gavinana e Pistoia ove si è interessato in particolar modo dei dismorfismi dell'età evolutiva e delle problematiche posturali. Da sempre interessato alla medicina biologica, manuale e fisica, nel periodo 1988 - 1989 ha partecipato ai corsi di medicina manuale tenuti a Milano dal Prof. Robert Maigne acquisendo la tecnica di manipolazione vertebrale, che ha perfezionato negli anni 1991, 1992 e 1993 frequentando il Corso Triennale di Medicina Manuale e Neuroriflessotera-pia organizzato dall'A.I.MA.R. e presieduto dal Prof. Tibe-riu Brenner. Nel 1990 ha partecipato al corso di Craniopuntura tenuto dal Prof. Toshikatsu Yamamoto acquisendo tale metodica, che ha perfezionato nel 1992. Dal 1991 al 1994 ha collaborato con l'Istituto Fisioterapico Aglianese svolgendo attività di consulente e di informazione sul territorio per i medici di base. Nel 1991, a Agliana, ha tenuto il primo Meeting regionale su: "Fisioterapia e Osteo-patia". Nel 2001 ha conseguito a Roma il Diploma di “Medico Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Inte-grate” rilasciato dall'Istituto Superiore di Studi Sanitari. Dall'anno 2000 è iscritto al registro delle medicine comple-mentari, tenuto dall'Ordine dei Medici di Pistoia. L'esperienza professionale maturata negli anni, sia in ambito fisiatrico che in quello odontoiatrico, gli è servita a com-prendere quanto fosse importante correlare la postura con l'occlusione. Si interessa alle problematiche dell’occlusione con particola-re riferimento alle disfunzioni cranio-occluso-posturali e alle algie extra-stomatognatiche derivanti da disequilibri neuro-muscolari.

Dr Maurizio Pagnini